Anno 6 - Numero 42
S
econdo i dati dell’ultimo rapporto ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, sulla produzione di rifiuti urbani, Piacenza entra a far parte del poco invidiabile club delle provincie italiane con una produzione pro capite di rifiuti superiore ai 650 kg all’anno. I dati, che fotografano la situazione del 2016, evidenziano come a Piacenza la produzione di rifiuti pro capite sia aumentata dai 642 kg a testa del 2015 ai 671 del 2016. Piacenza, tuttavia, non è la sola città emiliana in questa “classifica”, ma è accompagnata da Ferrara (con 658 kg pro-capite, in aumento rispetto ai 641 del 2015), Forlì-Cesena che sfora i 700 kg (712 kg, contro i 696 del 2015) e poi ancora Ravenna, Rimini e Reggio Emilia rispettivamente con 715, 740 e 749 kg pro-capite prodotti durante il 2016. Considerando che le province, in Italia, che producono più di 650 kg pro-capite di rifiuti all’anno sono soltanto 9, è palese come un’elevata produzione di rifiuti pro-capite sia comune in Emilia Romagna (“piazzando” in classifica 6 delle 9 province, e ottenendo il primo posto con Reggio Emilia). Dall’altra parte della classifica i valori più bassi di produzione di rifiuti pro-capite si hanno in diverse province del Sud, con Nuoro, Potenza e Ogliastra che si fermano rispettivamente a 339, 331 e 320 kg pro-capite. In valori assoluti, su una popolazione di più di 286mila persone, Piacenza ha prodotto, nel 2016, più di 192mila tonnellate di rifiuti. La raccolta differenziata dei rifiuti, nel 2016, a Piacenza, con il 59,3%, in leggero aumento rispetto al 2015 è sostanzialmente in linea con le altre città emilianoromagnole, fatta eccezione per Parma, che arriva al 74%. La vetta della classifica, in questo caso, è ancora molto lontana, visto che province come Pordenone, Belluno o Treviso arrivano, rispettivamente ad una raccolta differenziata rispettivamente all’82, 80 e 87,9%. A farla da padrone, a Piacenza, è la frazione organica, con più di 41mila tonnellate raccolte, come accade, del resto, in tutte le province emiliano-romagnole. Bassi, invece, in proporzione, i quantitativi di plastica, con 6.900 tonnellate (unica
Giovedì 16 novembre 2017
RIFIUTI, LE NUOVE SFIDE PER PIACENZA: LA DIFFERENZIATA STENTA A DECOLLARE provincia in Regione a scendere sotto le 7mila tonnellate). Capitolo inceneritore: secondo il rapporto ISPRA, nel 2016, l’inceneritore piacentino ha trattato 114.029 tonnellate di rifiuti, recuperando più di 83mila megawatt/ora, producendo 28.855 tonnellate di rifiuti, di cui la maggior parte sono ceneri non pericolose (21.862 tonnellate). Dato in linea con impianti comparabili: l’inceneritore di Bolzano, ad esempio, con un trattamento di 112.583 tonnellate produce più di 27mila tonnellate di rifiuti nel 2016. Dal rapporto ISPRA, quindi, emerge un quadro della città e della provincia rispetto alla produzione e trattamento dei rifiuti, che mette Piacenza di fronte a importanti sfide per il futuro, sia per il miglioramento della raccolta differenziata, che, sebbene cresciuta dal 2012 ad oggi, dal 55,8 al 59,3% è ancora lontano l’obiettivo dichiarato dalla Regione Emilia-Romagna, con il Piano rifiuti, che chiede, entro il 2020 di arrivare al 73% di raccolta differenziata. La situazione, tuttavia, non si può definire tragica, visto che gli obiettivi richiesti dall’Unione Europea, entro il 2020, parlano di una raccolta differenziata al 65%. In questo momento, infatti, l’unica provincia che soddisfa i criteri del Piano rifiuti regionale, per quanto riguarda la differenziata, è Parma. Sebbene i sistemi tecnologici di incenerimento, riciclo e riutilizzo dei rifiuti urbani abbiano, negli anni, migliorato in modo importante la gestione degli “scarti” urbani, per uno sviluppo sempre più libero dai rifiuti, è fondamentale l’informazione e la
sensibilizzazione, sia nelle scuole ma anche, forse soprattutto, tra le persone comuni. Evitare di gettare una bottiglia di plastica nell’indifferenziato, o una bottiglia di vetro nel contenitore per le lattine, può fare davvero la differenza. Oltre ad essere buona educazione,
quindi, fare attenzione a come “trattiamo” i rifiuti da quando li gettiamo a come vengono raccolti, fino al loro eventuale riutilizzo o riciclo, è fondamentale per un futuro sempre meno inquinato e con sempre meno “scarti”.