Eco di Piacenza 25/05/2017

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Anno 5 - Numero 20

A

ncora una volta il terrorismo colpisce l’Europa: succede ancora nel Regno Unito, dopo l’auto sulla folla a Westminster del marzo scorso. A essere colpiti ragazzi e bambini alla Manchester Arena di Manchester, dove si era appena esibita la cantante e attrice Ariana Grande, seguitissima da teenagers di tutto il mondo. Ancora una volta il bilancio è tragico, con decine di morti e feriti. Tra le vittime anche ragazzi e bambini. Quella che vede contrapposti il terrorismo, addirittura fanatico in molti casi, da una parte e un’ideale di democrazia, libertà e pace come traguardo della società, dall’altro non sembra avere fine. In oltre 15 anni da quel terribile 11 settembre 2001 che vide crollare su sé stesse le due torri gemelle di New York e con esse forse l’illusione di una facile pace mondiale, molti sono stati gli attentati, da Madrid a Londra, fino a Parigi, Nizza, il Bataclan e ancora il Regno Unito. I terroristi negli anni si sono succeduti, da Bin Laden con Al Qaeda, fino alla nuova minaccia ISIS, meno forte militarmente, ma molto attivo, soprattutto nel nuovo reclutamento. Sembra che non si possa trovare una logica ad attentati di questo tipo, dove l’attentatore arriva a livelli di odio tali da farsi saltare in aria pur di uccidere. E a maggior ragione non si riesce a capire e a darsi una spiegazione di come un’ideologia, di qualunque tipo possa essere, arrivi ad attaccare addirittura dei ragazzi e dei bambini ad un concerto. Durante la storia sono state tante le ideologie che si sono imposte o hanno tentato di imporsi con la forza e con la guerra, talvolta senza regole, altre volte uccidendo indiscriminatamente, ma nella nostra società pensiamo ai bambini, ai ragazzi, alle donne, come a

Giovedì 25 maggio 2017

ANCORA TERRORE, PERCHE’ I BAMBINI? ALLA MORTE DOBBIAMO CONTRAPPORRE LA VITA! esseri innocenti, che nulla hanno a che fare o che devono aver a che fare con la guerra. Da Alessandro il Macedone alla guerra in Siria e Iraq le persone con una coscienza, pur in guerra, hanno cercato di provocare meno morti possibili. Ma il terrorismo odierno è diverso, è simile a quegli impulsi che hanno portato ai troppi stermini di innocenti della storia. Dal genocidio armeno del 1915-18 allo sterminio del popolo Ebraico, solo per fermarci al Novecento, fino al terrorismo odierno, pur di portare avanti un’ideologia, una visione del mondo (fanatica) si è fatta guerra agli innocenti, anzi alla vita. Si, alla vita, perché la guerra a cui assistiamo in questi anni è ormai una guerra contro la vita: i reclutatori ISIS prediligono e fanno proseliti tra gli emarginati, tra coloro che la nostra società, così osannata e “democratica” ma così imperfetta e in troppi casi alienante, lascia fuori. E, tuttavia, il terrorismo è spaventato dalla vita, anzi prova sgomento di fronte alla vita: che presa potrà mai avere sulle persone che conoscono cosa voglia dire vivere, amare, scherzare, ridere e cantare, un’ideologia che inneggia alla morte da martire (e qui dovremmo scusarci con i martiri di ogni epoca e religione) uccidendo bambini e ragazzi? E allora è anche per questo che si attaccano i concerti, le occasioni di ritrovo, i momenti che normalmente noi tutti consideriamo belli e

11 GIUGNO – ELEZIONI AMMINISTRATIVE

I CANDIDATI SI CONFRONTANO divertenti. Per un’ideologia di morte, come quella del terrorismo odierno (di qualunque matrice) il vivere insieme, il divertimento, i sorrisi, sono pericolosissimi, addirittura letali. Non solo bisogna eliminare la felicità ma, anzi, bisogna alimentare l’odio. Perché senza odio e senza emarginazione la pistola c’è (e c’è sempre stata) ma non sarà mai carica. Sbaglierebbe, qui, chi pensasse che una reazione militare o attaccare (chi poi?) al grido “vendetta”

basti a sconfiggere una simile ideologia della morte. È evitando l’emarginazione, evitando di cedere all’odio, creando una società che non lasci indietro nessuno, mai, che il terrorismo perderà. Per questo ci sentiamo di dire che non hanno e non avranno mai influenza sulla nostra voglia di vivere, contrapporremo sempre alla morte, la vita e la felicità. La redazione e tutti noi continueremo a cantare.

Con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative, previste per domenica 11 giugno, Eco di Piacenza vuole permettere ai piacentini di conoscere meglio candidati e programmi. Giovedì 1 e giovedì 8 giugno, saranno proposti due momenti di confronto che vedranno i candidati rispondere alle domande sulle strategie da seguire per la città del futuro, su breve e lungo periodo, senza, però, dimenticare il lato umano dei candidati, con una speciale intervista semiseria.

Non perdetevi le prossime edizioni di Eco di Piacenza!


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