Eco di Piacenza 30/03/2017

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Anno 5 - Numero 12

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li incidenti stradali con animali selvatici negli scorsi anni sono aumentati, per le vie della Provincia di Piacenza. L’ultimo caso, purtroppo mortale, all’inizio di marzo, è solo l’ultimo di una lunga serie. È da segnalare come gli incidenti avvengano ad una quota sempre più bassa (il recente incidente mortale è avvenuto non lontano da Ziano). La situazione rischia di sfuggire di mano, soprattutto per quanto riguarda i cinghiali, sempre in aumento negli ultimi anni, soprattutto nelle aree rurali. Secondo Coldiretti, infatti, i cinghiali, in Italia, negli ultimi 10 anni sono raddoppiati, superando il livello record di un milione di esemplari: il rischio, ormai, non è più legato soltanto alle coltivazioni agricole (pur danneggiate) ma anche alla sicurezza, soprattutto degli automobilisti. Nel 2015 l’osservatorio ASAPS ha registrato 214 incidenti significativi con animali selvatici o domestici, che hanno causato qualcosa come 18 morti e 145 feriti. Tutti sembrano concordi sulla necessità di adottare misure per risolvere la situazione: Coldiretti Piacenza, per bocca del direttore Giovanni Luigi Cremonesi ritiene necessario “organizzare dei piani radicali di contenimento di questi animali, altrimenti la situazione può solo peggiorare”. Fermandosi al 2016, Coldiretti ha inviato al Comune di Ziano più di 20 richieste di abbattimento di cinghiali e caprioli. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Enrico Chiesa, presidente di Confagricoltura Piacenza “più volte Confagricoltura ha denunciato che l’insufficiente gestione della fauna selvatica sta generando gravi danni, non solo agli agricoltori, ma anche alla sicurezza della cittadinanza. Gli incidenti stradali, che si stanno verificando sempre più frequentemente, anche nelle zone periurbane, non fanno

Giovedì 30 marzo 2017

INCIDENTI CON CINGHIALI, I PROBLEMI E IL RISARCIMENTO DIFFICILE che evidenziare la scarsa efficacia dei piani di contenimento della fauna selvatica che ormai sempre più frequentemente si spinge anche nelle zone abitate”. I cinghiali, in Europa, sono in aumento dagli anni 80: i cambiamenti climatici, con inverni sempre più miti e quindi sempre più adatti alla loro proliferazione, l’inserimento a scopo di caccia e ripopolamento, la scarsità di predatori hanno creato un vero boom di questi animali. L’unico predatore naturale, infatti, per i cinghiali, è il lupo. Assente per molti anni dai nostri appennini, è stato reintrodotto in tempi relativamente recenti, ma è molto meno prolifico dei cinghiali, e perciò anche meno propenso a certi tipi di caccia: un lupo, per quanto forte, molto difficilmente attaccherà un cinghiale adulto, se non in casi particolari o insieme al proprio branco. L’antropizzazione di sempre maggiori zone rurali e peri-rurali ha, inoltre, reso il lupo sempre più incline a spingersi a valle per trovare il cibo: perché attaccare i cinghiali, rischiando ferite o peggio, quando si possono attaccare animali da allevamento senza particolari rischi? Non è un caso, ad esempio, se recentemente è stato avvistato un lupo nelle campagne attorno a Calendasco. Le politiche di ripopolamento, negli anni, tuttavia, hanno riguardato anche altri animali come caprioli e daini, che, sfruttando le aste fluviali si sono spinti sempre più a valle, lasciando campo libero pro-

prio ad animali come i cinghiali. Il ripopolamento, inoltre, ha sicuramente aumentato i danni alle colture e all’attività agricola, visto che ogni anno le Regioni devono stanziare milioni di euro: l’EmiliaRomagna, ad esempio, per prevenire e indennizzare i danni arrecati dalla fauna selvatica, nel 2014, ha liquidato risarcimenti per 2,5 milioni di euro. Come comportarsi, infine, in caso di incidente con animali selvatici? È bene sentire subito la propria assicurazione auto, per verificare l’eventuale copertura di incidenti di questo tipo. È importante anche non rimuovere il veicolo o l’animale ferito fino all’arrivo dei soccorsi (è utile contattare, oltre al 118 in caso di feriti, anche il 1515 per l’animale selvatico) e dei carabinieri o polizia: i rilievi sono fondamentali per un eventuale

risarcimento. Quest’ultimo deve essere chiesto all’ente di competenza sugli animali selvatici, nel caso piacentino la Provincia, con tutta la documentazione del caso: carta d’identità, preventivo per la riparazione del veicolo, fotografie, verbali delle forze dell’ordine. Purtroppo non c’è da sperare in un risarcimento sicuro: la presenza di cartelli che segnalino l’attraversamento di animali selvatici in un punto non lontano sulla strada, infatti, spesso è sufficiente per vedersi respinta la richiesta, salvo non si riesca a dimostrare, magari con l’aiuto di un legale che l’impatto era inevitabile. Un brutto finale, se si pensa che l’ente che dovrebbe risarcire, spesso, è lo stesso che dovrebbe garantire il corretto equilibrio e la sicurezza della fauna selvatica.


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