Eco di Piacenza 29/10/2020

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Anno 9 - Numero 30

Giovedì 29 ottobre 2020

BUONSENSO E PRUDENZA, PER AFFRONTARE LA SECONDA ONDATA

S

iamo ormai nel pieno della seconda “ondata” di contagi da coronavirus, con migliaia di casi al giorno che hanno spinto il Governo a prendere misure sempre più drastiche per limitare il contagio e per ridurre la pressione sul sistema sanitario. Dalle mascherine al distanziamento, fino all’igiene personale e a ridurre al minimo la socialità sono le “buone pratiche” già sperimentate nella prima fase del contagio, valide ancora oggi. Rispetto alla prima “ondata” la situazione è decisamente migliore, sia rispetto alla consapevolezza sul virus e sulla sua diffusione, sia rispetto agli strumenti per limitarne la diffusione: dalle mascherine (oggi ampiamente disponibili per tutti) ormai entrate stabilmente nella nostra vita quotidiana, al distanziamento, ormai comune in ogni locale pubblico, fino alla presenza massiccia ovunque di gel igienizzanti. Il Governo con i recenti DPCM ha previsto alcune specifiche norme per limitare il rischio di assembramenti, dai locali come bar e ristoranti, ai cinema, teatri, feste, fino allo sport. Al netto, però, delle norme in vigore, saranno i comportamenti individuali a fare la differenza per contenere il contagio. Il buonsenso è fondamentale: l’uso della mascherina anche all’aperto e in presenza di persone non conviventi permette di ridurre il rischio di contagio. La mascherina, però, deve essere indossata

correttamente, facendola aderire perfettamente al viso e coprendo sempre anche il naso: molti modelli, infatti, hanno un “ferretto” per permettere alla mascherina di seguirne la forma. Da evitare il tenere la mascherina appesa ad un solo orecchio (esponendola così ad ogni tipo di contaminazione) o sotto il mento, dove potrebbe diventare umida di sudore favorendo il transito del virus. Il rischio di contaminazione esiste anche tenendo la mascherina sul gomito/polso o in tasca. Se mal posizionata o utilizzata non correttamente la mascherina perde qualsiasi utilità. La monouso, inoltre, andrebbe sostituita ogni 3-4 ore in base ai modelli. Altra buona pratica fondamentale per contenere il contagio è mantenere le distanze dagli altri, evitando baci, abbracci e assembramenti: con la seconda “ondata” che avanza, oltre alle norme che tutti abbiamo imparato a rispettare è opportuno ridurre al minimo gli incontri non necessari, cercando, per quanto possibile, di muoversi soltanto per ragioni valide, come lavoro, salute, scuole, stati di necessità. Il rischio zero, però, è bene ribadirlo, non esiste: basta dover prendere un mezzo pubblico per recarsi al lavoro o a scuola, come, ad esempio, una metropolitana o un bus, per rendersi conto che, soprattutto nelle ore di punta, il distanziamento è molto difficile da mantenere. In questi

casi l’uso (corretto) della mascherina diventa ancora più vitale, soprattutto perché non è sempre possibile evitare la folla. Il contagio, in questa seconda ondata, pur con numeri molto elevati, si caratterizza, inoltre, per un’alta percentuale di asintomatici: persone positive al virus, non malate, ma che rischiano comunque di contagiare gli altri. Anche in ambienti apparentemente sicuri e senza sintomi, quindi, resta fondamentale seguire le regole di distanziamento e indossare la mascherina, anche, ad esempio, andando a trovare parenti anziani, come i nonni. Seguire queste semplici regole può fare la differenza, tutelando le persone

più deboli. Il Covid-19 è un virus che si diffonde facilmente, proprio come accade per l’influenza stagionale: per riuscire a convivere con un avversario così infido, quindi, serve buonsenso e molta pazienza, accettando anche sacrifici non facili da digerire, sia a livello di vita sociale che a livello lavorativo. Il vaccino arriverà, con le prime dosi previste già a dicembre, ma questa pandemia può servire anche per guardare con occhi diversi il mondo, sapendo di essere fragili, ma allo stesso tempo forti se insieme, imparando che non bisogna mai smettere di vivere, anche in momenti difficili.


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