Anno 10 - Numero 12
periodico di informazione, tempo libero e annunci economici
Giovedì 15 aprile 2021
ASPETTANDO LA MOSTRA: LA MADONNA SISTINA RIVIVE A PIACENZA
S
i avvicina, con le possibili riaperture, il momento in cui potrà essere inaugurata la mostra dedicata alla Madonna Sistina a Piacenza. La mostra, dal titolo “La Madonna Sistina di Raffaello rivive a Piacenza” resterà visitabile fino al prossimo 31 ottobre e permetterà al famosissimo dipinto di ritornare “virtualmente” nel complesso monastico di San Sisto, il luogo per il quale fu commissionata. Raffaello, infatti, ricevette l’incarico di realizzare il dipinto da Papa Giulio II nel 1512 (per onorare la memoria dello zio, papa Sisto IV della Rovere). Il capolavoro rimane a Piacenza fino al 1754, quando, dopo una crisi indotta probabilmente da una rovinosa piena del Po, i monaci del convento di San Sisto decidono di vendere l’opera, ad Augusto III, grande elettore di Sassonia, per 25.000 scudi romani. Augusto offrì, però, una copia da collocare nella sede originaria (tutt’ora presente nella Chiesa; non si tratta, quindi di una copia “moderna”). Il dipinto originale si trova, da allora alla Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda. La mostra piacentina aprirà per la prima volta al pubblico una serie di ambienti alla scoperta del monastero benedettino e del suo patrimonio artistico attraverso video- proiezioni, filmati e ricostruzioni virtuali. Con la mostra si entrerà nell’appartamento dell’Abate, dove, tra decorazioni pittoriche che riproducono finte porte e finestre e ritratti di alcuni degli abati che hanno retto il cenobio, si scopriranno le principali vicissitudini del monastero dalla sua fondazione voluta dall’imperatore carolingio Ludovico II, fino all’incursione delle milizie francesi che, dopo l’armistizio di Cherasco (1796), vi si stabiliscono
depredandolo di ori e ricchezze. Non mancheranno luoghi inediti come la “galleria”, il corridoio pensile realizzato nel Seicento che funge da collegamento tra l’attuale canonica e le stanze dell’abate con decorazioni ed illusioni ottiche, per poi proseguire nell’anticamera, vestibolo, camera da letto e cappella privata dell’Abate. Particolare attenzione anche alla Chiesa di San Sisto, che sarà raggiunta, nel percorso, scendendo una bella scala a chiocciola dall’appartamento dell’Abate, tra splendide architetture e decorazioni. La storia della Chiesa di San Sisto parte dall’originaria chiesa protoromanica fatta costruire da Angilberga, della quale non si hanno notizie che consentano di ricostruirne l’aspetto, per proseguire con i lavori promossi dai padri benedettini, dal 1494, che hanno dato a San Sisto le forme attuali. Si passerà, poi, alla Cripta, dove si ricostruirà la storia del famoso dipinto di Raffaello protagonista della mostra, per poi passare al presbitero e allo splendido coro ligneo con i tanti temi architettonici e paesaggistici, oltre ai maestosi dipinti posti sulle pareti. E proprio da qui è possibile ammirare la copia della Madonna Sistina, che campeggia nella splendida cornice, che darà l’illusione e l’eco del dipinto originale. Nella sacrestia monumentale sarà proiettato un docufilm dedicato al dipinto, diretto da Nicola Abbatangelo e sceneggiato da Giovanni Maddalena. Non mancherà, poi, un tour virtuale (già visibile su www.piacenzapace.it) in attesa della mostra, per ammirare da subito la monumentalità della Chiesa e del luogo dove era ospitato il famosissimo dipinto, Nel secondo dopoguerra, inoltre, è da segnalare come la Madonna Sistina sia
stata trafugata e trasferito a Mosca nel 1945, per poi fare ritorno a Dresda solo nell'ottobre 1955. Nello splendido dipinto di Raffaello una tenda verde scostata rivela una stupefacente epifania mariana, tra i santi Sisto papa e Barbara (riconoscibile per la torre). Maria appare discendente da un letto di nubi, col Bambino in braccio, mentre guarda direttamente verso lo spettatore. Anche i due santi accentuano, coi loro gesti, il momento teatrale indicando e guardando verso l'esterno. In basso al centro si affacciano due angioletti pensosi.
Tra le realizzazioni più popolari di Raffaello e del Rinascimento, gli angioletti sono stati riprodotti in tantissimi modi nel tempo, dai quadri a oggetti di uso comune, diventando famosissimi. La mostra piacentina è inserita tra gli eventi ufficiali per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio e sarà curata da Manuel Ferrari, Eugenio Gazzola e Antonella Gigli, con contenuti multimediali di Twin Studio, promossa dalla Diocesi di Piacenza e Bobbio. Ulteriori informazioni e aggiornamenti sull’apertura su www.piacenzapace.it
alle pagine 10 e 11