Foligno città da pedalare

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FONDO EUROPEO AGRICOLO PER LO SVILUPPO RURALE L’Europa investe nelle zone rurali

REPUBBLICA ITALIANA

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GAL VALLE UMBRA E SIBILLINI

REGIONE UMBRIA APPROCCIO LEADER

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Progetto di comunicazione e sensibilizzazione all’uso della bici Comune di Foligno Assessorato allo Sport referente politico del progetto

foto

Avv. Massimiliano Romagnoli Vice Sindaco con delega allo sport

Ecocomunicazione, Comune di Foligno, Antonella Vecchi (foto quarta di copertina), si ringraziano: Stefano Preziotti (foto pag. 5) e Fabio Roscini (foto pag. 27, 31, 37, 63, 65, itinerari 2, 3, 6)

responsabile del progetto

Maria Paola Giuli servizio sport telefono 0742.691424 mariapaola.giuli@comune.foligno.pg.it

Aderisce al progetto

progetto grafico ed editoriale Ecocomunicazione.it

copywriter Marzia Sandri

Servizio Sanitario Nazionale – Regione dell’Umbria AZIENDA UNITA’ SANITARIA LOCALE N. 3

Citiamo alcune pubblicazioni e link che ci hanno ispirato per la realizzazione di 30.11.2011 questo opuscolo: SCADENZA: IKEA: Va’ in bici! Non sai cosa ti perdi AVVISO DI SELEZIONE http://ec.europa.eu/environment www.fiab-onlus.it www.ecf.com PROCEDURA DI VALUTAZIONE COMPARATIVA PER L’ATTRIBUZIONE DI N° 2 Prot. n° 57928 del 18.11.2011

INCARICHI DI COLLABORAZIONE LIBERO PROFESSIONALE PER: - N° 1 DIRIGENTE MEDICO – DISCIPLINA: ONCOLOGIA - N° 1 DIRIGENTE MEDICO – DISCIPLINA: EMATOLOGIA PER LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: “VALUTAZIONE E MONITORAGGIO DELLA TOSSICITA’ D’ORGANO SECONDARIA E TRATTAMENTI IMMUNOCHEMIOTERAPICI”

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bicicletta

PERCHÉ

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“Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza�. (Herbert George Wells)

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Massimiliano Romagnoli Vice Sindaco

La città vivibile è innanzi tutto il luogo dove ti senti a tuo agio, come ti trovassi in casa tua. Una città a misura, quindi, in cui gli spazi possono essere goduti da tutti e sentiti come propri e in cui possono svilupparsi al meglio tutte le attività utili alla vita cittadina, da quelle sociali in senso lato, a quelle economiche. Una città rispettata, di cui ognuno di noi ha cura, perché non ci sono servizi che possano funzionare bene senza la partecipazione attiva e consapevole dei cittadini. Una presa di coscienza collettiva che insieme, e solo insieme, si può realizzare. Non ci sono progetti che tengano se non c’è la volontà comune di arrivare agli stessi obiettivi, ritenuti validi e giusti per il benessere dell’intera comunità, né se manca una visione globale della vita cittadina che consenta di individuare le azioni corrette da intraprendere per rispondere al meglio ai bisogni della città, dei suoi cittadini e di coloro che – lavoratori o viaggiatori – vi giungono e la frequentano. Fare sì che Foligno sia sempre una città vivibile, a misura di tutti e rispettata è, quindi, compito

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dell’Amministrazione Comunale con il concorso di tutte le altre agenzie pubbliche e private, di tutti i cittadini e delle varie categorie che li rappresentano. Il senso di “Foligno in bicicletta” è quello di voler mettere in relazione tutte queste forze, affiancando la serie di azioni e di interventi programmati per il miglioramento del territorio (nuove pavimentazioni, ampliamento delle piste ciclabili…) con iniziative diverse per diffondere informazioni sui servizi già esistenti e su quelli in via di realizzazione, sviluppare una maggiore consapevolezza su ciò che equivale a benessere, far scoprire il piacere di un modo più sano di vivere (senza che ciò vada a discapito di altre esigenze proprie della società moderna) e sviluppare la passione per la bicicletta e per tutto quello che il suo uso comporta. La strada è ancora lunga per poter raggiungere i livelli di altre esperienze significative già realizzate in altre parti d’Italia e del mondo… ma in bicicletta, lo scoprirete leggendo, si fa prima ed è più piacevole.

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la bicicletta migliora la qualitĂ della vita

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Anche se l’uso quotidiano della bicicletta non è ancora nelle nostre abitudini, avrà un ruolo non trascurabile per la mobilità. Molte città hanno già raccolto la sfida.

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Si sono mai visti due ciclisti litigare furiosamente per una precedenza non data o perché esasperati da lunghe code al semaforo? Perché dovremmo cambiare le nostre abitudini e rinunciare all’auto anche solo per andare a prendere il giornale o portare i bambini al parco giochi?

La bicicletta fa bene

...anche alla collettività

• All’umore, innanzitutto! • aiuta a socializzare e aumenta il piacere di vivere la tua città; • nel seggiolino della bici i bambini si divertono molto di più che legati a quello dell’auto; • puoi “parcheggiare” vicino al tuo negozio per fare acquisti veloci; • riducendo il numero di auto in circolazione, aiuta il servizio pubblico ad essere puntuale e veloce; • limita la necessità della seconda auto in famiglia; • non inquina ed è silenziosa; • aiuta a mantenersi in forma e in salute; • arrivi prima!

Vantaggi economici • riduce i costi nel bilancio familiare dedicato all’automobile; • delle ore perse negli ingorghi; • dei costi sanitari grazie ad un’attività fisica regolare. Vantaggi politici • riduce la dipendenza energetica; • risparmio di risorse non rinnovabili; • non rovina la rete stradale e riduce la necessità di crearne di nuove; • riduce la congestione del traffico. Vantaggi sociali • democratizza la mobilità; • potenzia il trasporto pubblico a vantaggio di tutti, specie delle fasce più deboli (anziani, bambini e disabili); Vantaggi ambientali • riduce l’impatto della mobilità.

LA BICI È CONCORRENZIALE ALL’AUTO E AL TRASPORTO PUBBLICO PER PERCORSI FINO AI 3-5 KM

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bicicletta, libertĂ , salute e buon umore vanno bene insieme

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L’83% degli europei pensa che si debba riservare un trattamento preferenziale ai trasporti pubblici rispetto all’automobile.

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(Eurobarometro)

L’opinione pubblica è sempre meno favorevole all’automobile Diciamoci la verità: quando mai le strade che percorriamo in auto sono lisce e scorrevoli come tavoli da biliardo e circondate da boschetti di natura incontaminata? Forse soltanto in certe pubblicità televisive! La quotidianità urbana è ben diversa. Anche questo spiega perché in tutti i paesi europei, compresa l’Italia, dove pure si continua a fare uso smodato dell’automobile, la maggioranza della popolazione ritiene che quando c’è conflitto tra le esigenze dei ciclisti e quelle degli automobilisti, siano quest’ultimi a dover beneficiare di un trattamento preferenziale a scapito dei primi. Un atteggiamento mentale che denota una sorta di “vorrei ma non posso”. Eppure tale rigidità di rado è veramente necessaria! Molto spesso le misure che promuovono l’uso della bicicletta non penalizzano l’automobile privata.

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• La riduzione della velocità massima consentita sulle strade incide solo marginalmente sui tempi medi di percorrenza. Anzi, talvolta migliora addirittura la fluidità del traffico e diminuisce i rischi per gli automobilisti stessi. • L’apertura dei sensi unici ai ciclisti costituisce pericolo solo in determinate situazioni (nelle quali occorreranno accorgimenti specifici), ma non impedisce la normale circolazione delle automobili. Ormai tutte le ricerche evidenziano come l’automobile sia identificata sempre più come un disturbo. La maggioranza dei cittadini chiede cambiamenti a favore di sistemi di trasporto più rispettosi dell’ambiente. Gli automobilisti sarebbero i primi a beneficiare di una riduzione dell’inquinamento che essi stessi producono, dato che l’aria del loro abitacolo è nettamente più inquinata di quella esterna. IN OLANDA C’È PIÙ DI UNA BICI PER ABITANTE (IN ITALIA 0,44) OGNI OLANDESE CON LA BICICLETTA PERCORRE IN MEDIA 1.019 KM ALL’ANNO

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gustarsi la cittĂ dal sellino

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Busto eretto, mento in alto, il ciclista fluttua al di sopra della moltitudine, senza disprezzo, ma senza nemmeno curarsi delle desolanti contingenze della terraferma.

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(Didier Tronchet, Piccolo trattato di ciclosofia, 2000)

Dice Didier Tronchet, giornalista e umorista francese tutt’ora vivente, nel suo “Trattato di ciclosofia” che “il mondo, visto dal sellino, appare diverso”. In effetti, a ben pensarci, la visuale che si accende sulla città mentre percorriamo vicoli, strade e piazze a cavallo di una due ruote, ha il potere di trasformare il nostro punto di vista e di modificare il nostro modo di accostarci agli oggetti, di vivere le situazioni, di interagire con le persone. Ci permette di sperimentare più intensamente e con maggior presenza il momento, di immergerci nel flusso della corrente dei suoni, degli odori, delle immagini che ci corrono incontro alla velocità dello sguardo, rendendoci parte integrante dell’ambiente che stiamo attraversando. Contemporaneamente, protagonisti e comparse sulla scena del mondo. Nella posizione privilegiata di ciclisti, non ci sono intermediari che facciano da filtro ottundendo inevitabilmente le percezioni e costringendoci al chiuso di uno spazio ristretto, come accade, invece, quando ci troviamo in un’automobile. Non ci sono né vetri, né metallo ad imporci quel fastidioso senso di separatezza che ci vorrebbe divisi dal resto dell’ambiente, invischiati

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in quel delirio di supremazia sul nostro prossimo e dominati dalla smania di arrivare e di conquistare un parcheggio, cui ci conduce inevitabilmente l’innaturale isolamento dell’auto. Anche il nostro mondo interiore si modifica ad ogni pedalata. Lo spirito respira, la mente si libra al di sopra dei pensieri ossessivi e degli impulsi automatici, l’occhio si fa vigile e attento, la muscolatura del corpo si allunga e si tempra, instillando in noi un senso di benessere, di salute, una sensazione di libertà che va a braccetto con la fantasia e con una vena di equilibrata follia. Seduti su un sellino ci sentiamo tutti parte della stessa umanità, alla pari con il pedone che siamo portati a considerare con rispetto e con cui condividiamo in armonia gli spazi della città nella comune volontà di costruire insieme, in un sentire universale, una nuova dimensione del vivere che sia più umano, ospitale e libero.

LA BICI RAPPRESENTA CHI CREDE IN UN NUOVO STILE DI VITA E LO APPLICA PER VIVERE IN UNA CITTÀ SEMPLICEMENTE BELLA

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piĂš biciclette per tutti!

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L’abitudine si è un po’ persa, ma a tutti piace andare in bici. Bisogna ricordare che questo è un modo efficace, intelligente e piacevole per gli spostamenti quotidiani.

Muoversi in bici è intelligente e “trendy” Esistono, soprattutto da parte di chi non la usa, dei preconcetti nei confronti della bicicletta. Automobilisti invitati ad utilizzarla mentre la loro automobile era in riparazione, sono rimasti piacevolmente sorpresi dall’“andare in bicicletta”. Purtroppo, soprattutto nei paesi dell’Europa meridionale, essa porta ancora con sé l’immagine di un mezzo di trasporto antiquato e poco elegante. Forse perché ancora oggi è l’auto che, più di ogni altra cosa, indica lo status sociale delle persone, la bicicletta è spesso percepita come uno “strumento” pesante, faticoso, difficile da trattare, inefficace e tecnicamente poco evoluta. In realtà, le biciclette moderne sono leggere, i cambi non presentano più nessuna difficoltà d’uso, i pneumatici resistono meglio alle forature. Freni e sistemi d’illuminazione sono diventati più efficienti e, specialmente nel nord Europa, l’utilizzo cresce proporzionalmente

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con il livello di istruzione a discapito del mezzo motorizzato. Per avere un’idea di quale sia il risparmio che ha chi usa la bicicletta, è sufficiente pensare che i soli costi di gestione di una automobile utilitaria ammontano mediamente a 3.500 euro l’anno. Del resto, è stato lo stesso presidente e amministratore delegato della Volvo ad affermare, nel 1989, che l’automobile privata non è un mezzo di trasporto adatto per le città. Nei centri urbani non esiste mezzo di spostamento più veloce e pratico della bici; con essa si arriva ovunque e non c’è il problema del parcheggio.

IL RUMORE NUOCE ALLA SALUTE MENTALE E FISICA

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bicicletta

QUANDO

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pedalando verso il futuro

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Non c’è alcun motivo di affaticarsi troppo le prime volte che si sale sulla bici. La regola da seguire è progredire gradualmente.

La bicicletta affonda le radici nella storia guardando al futuro. Si tratta, infatti, del mezzo di locomozione più antico attualmente in uso e quello con la più ampia diffusione geografica. Il suo antenato più antico pare, infatti, essere un veicolo a due ruote, una sorta di piccolo carro, che veniva utilizzato dai Cinesi addirittura nel 9500 a.C. e dai Sumeri 8000 anni fa e che in Egitto ha lasciato tracce fin dal 4000 a.C. Dal primo abbozzo risalente al 1490 e rinvenuto verso la metà degli anni ’60 nel corso dei lavori di restauro del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, tante sono le trasformazioni che ha subito nel tempo e che hanno permesso di migliorarne le prestazioni, di adattarla

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ai tempi, di aumentarne la funzionalità, facendone il mezzo privilegiato sul quale oggi le città moderne hanno giustamente deciso di investire spazi e risorse. Dal “velocifero” progettato e costruito dal giovane Conte Mede de Sirac nel bel mezzo della Rivoluzione Francese (1791) con la sua struttura rigida in legno con assicelle che collegavano due ruote e spinta con i piedi a terra, si è passati al modello di “biciclo” del 1861, il primo con pedali, realizzato dal giovane Ernest Michaux, che tentò di produrlo su ampia scala. Modello famoso per l’enorme ruota anteriore e la ruota posteriore dal raggio notevolmente più corto che gli conferiva una linea piuttosto buffa.

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Dalla seconda metà del 1900 in poi le innovazioni si susseguono veloci: dalle prime gomme piene applicate ai cerchioni delle ruote in legno, ai primi telai in tubi di ferro, fino alla catena snodabile capace di trasmettere il movimento al pignone della ruota posteriore, e che consentono di arrivare all’attuale aspetto che noi tutti conosciamo e a conferirle quella veste di modernità e di praticità che ne fa oggi un mezzo dotato di tutti i requisiti necessari per correre incontro al futuro.

È DEL ‘64 LA NASCITA DELLA “GRAZIELLA” DESTINATA A RI-VOLUZIONARE PER PIÙ DI 20 ANNI L’IMMAGINE DELLA BICI

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un mezzo in continua evoluzione

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Scegliamo quella che ci piace di più, ma ricordiamo che la cosa più importante di una bici è che si deve adattare bene alla nostra postura.

Oggi, grazie al progressivo e continuo perfezionamento cui è stata sottoposta la bicicletta negli ultimi decenni, abbiamo a disposizione mezzi a due ruote per ogni gusto e necessità che ci consentono di affrontare qualunque tipo di percorso e sono capaci di rispondere ad ogni genere di esigenza. Forse non tutti sanno che la grande innovazione tecnica che portò alla moderna bicicletta, risale al mitico Fausto Coppi che applicò il sistema a parallelogramma sul cambio: un deragliatore e un bilanciere a molla che spostavano la catena mantenendola in tensione. Centro delle innovazioni, della tecnologia e delle novità introdotte sul mezzo a due ruote fu l’Europa, anche se la comodità e il piacere di questo ecologico sistema di trasporto

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non ci mise molto a conquistare velocemente tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Oriente, trasversalmente alle classi sociali per la sua accessibilità, la semplicità d’uso e la sua estrema versatilità. Con l’affinarsi delle tecnologie e dei materiali di costruzione anche la bicicletta si è, dunque, specializzata per i vari usi che se ne fanno attualmente e a cui si devono il boom della Bmx, della mountain bike, dei tandem, delle bici ibride (un misto tra specialissima e mountain bike), delle biciclette da cronometro utilizzate nelle gare e del trial street. Ora le più moderne biciclette sono costruite con materiali leggeri e resistenti come il carbonio e sono progettate per ridurre al massimo l’effetto e la resistenza dell’aria. Alla luce di tutto ciò è inevitabile che all’orizzonte si

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prospetti una nuova epoca rivoluzionaria per la bicicletta che, grazie alle sue peculiarità di ecologia, autonomia e silenziosità, è destinata a diventare la regina di un futuro prossimo ecocompatibile e più a misura d’uomo. E magari anche più umano e solidale in omaggio ed emulazione dell’incancellabile ricordo della bellissima scena di Coppi e Bartali, che con amicizia e sportività, si scambiano le borracce sul passo del Galibier.

UNA BICI HA UN PREZZO CHE OSCILLA TRA MENO DI 100 EURO E PIÙ DI 5.000

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a ruota libera bike sharing a Foligno

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Il modo più efficace per muoversi nelle grandi città metropolitane, consiste nello spostarsi con una bicicletta insieme ai mezzi di trasporto pubblici o anche all’auto.

“a ruota libera” servizio di noleggio bici Tutelare e risanare la qualità dell’aria, abbattere l’inquinamento acustico, migliorare la qualità di vita urbana e valorizzare la vivibilità del centro storico. Con questi obiettivi il Comune di Foligno, con la compartecipazione della Comunità Europea, della Regione Umbria, di Trenitalia e dell’Acab Group, in collaborazione con l’Associazione di promozione sociale “L’Elleboro” e unitamente al progetto “Gira l’Umbria”, ha deciso di promuovere l’uso della bicicletta. A questo scopo ha messo a disposizione di cittadini e visitatori 50 biciclette tradizionali distribuite in quattro

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diversi punti della città tramite rastrelliere automatizzate. Le rastrelliere si trovano presso: • parcheggio “Plateatico” lato mura urbiche, • piazzale antistante stazione ferroviaria di Foligno, • piazza G. Matteotti con accesso da via Mazzini, • parcheggio nuovo di Porta Romana lato Caserma Gonzaga (Via Gonzaga del Vodice Ferrante). Al servizio si accede acquistando una tessera magnetica prepagata (valore minimo 5 euro), nominativa, che, inserita nell’apposita fessura della macchinetta, libera la bicicletta che può, poi, essere riconsegnata a piacimento in una delle altre postazioni.

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Il costo del noleggio, in funzione 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno, è di 20 centesimi di euro per ogni ora di utilizzo. In caso di guasti (foratura del pneumatico, rottura di un freno, ecc.) si può telefonare ad un numero di pronto intervento. Per la vendita e la ricarica delle tessere: U.R.P. (Ufficio Relazioni con il Pubblico) del Comune Piazza della Repubblica, 10 il lunedì, mercoledì, venerdì e sabato 9.00-12.30; il martedì e giovedì 9.00-12.30 e dalle 15.30-17.30 Ufficio Affissioni Fils Spa Via Mezzetti, 2 dal lunedì al venerdì dalle ore 8.30 alle 12.30, il lunedì e giovedì pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 17.30 e il sabato dalle ore 8.30 alle ore 10.30.

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voglia di bici: quando...

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Per andare a lavorare o per fare una gita, come sport o come passatempo, la bicicletta è un toccasana per la salute.

A voler ben guardare non c’è occasione in cui, quando si tratti di percorrere non troppo lunghe distanze, non sia conveniente optare per la bici anziché per l’auto. Al lavoro. Recarsi sul posto di lavoro in bicicletta può essere un modo utile e divertente per iniziare la giornata, già temprati fisicamente e pronti per affrontare gli impegni che ci aspettano, immuni dall’irritazione cui può portare aver girato a vuoto alla ricerca di un improbabile parcheggio o sollevati per esserci risparmiati la noia di lunghe code e di improduttive fermate ai semafori. Ma una bella pedalata dall’ufficio a casa può essere anche il modo migliore per concludere una giornata, ossigenando la mente dopo le lunghe ore al chiuso e creando il giusto distacco tra le preoccupazioni del lavoro

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e le gioie della famiglia che ci aspetta.

ad attraversare la città per coprire brevi distanze.

Per la spesa. Spesso capita di aver scordato qualche ingrediente indispensabile per i nostri menù e salire in auto per raggiungere il centro commerciale può costare una grossa perdita di tempo. Niente di meglio, allora, che inforcare la bicicletta e recarci al negozio più vicino dove parcheggiare agevolmente il nostro mezzo direttamente di fronte al punto vendita e recuperare gli acquisti mancati. Ma una bicicletta è l’ideale anche quando si debbano svolgere piccole commissioni in centro che non richiedano il trasporto di grossi pesi e si voglia raggiungere l’ufficio postale, la banca o la bottega del pane in fretta e senza lo stress di dover parcheggiare l’auto o di compiere lunghi percorsi obbligati che costringono

In campagna. Niente di meglio di una pedalata in mezzo alla natura per assaporare appieno tutto il gusto di una scampagnata. Due bibite, qualche panino al sicuro sul portapacchi o sul cestino, e con la bicicletta si possono raggiungere angoli quasi inesplorati, inarrivabili con una comune auto, dove trascorrere un pomeriggio all’aperto o dove consumare un appetitoso pic nic lontani dalla confusione e dall’inquinamento cittadino.

LE CALORIE CONSUMATE CON MEZZ’ORA DI BICI VANNO DALLE 90 ALLE 260 A SECONDA DELL’ANDATURA

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vado a scuola in bici

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Il trasporto dei bambini a scuola in automobile può rappresentare fino al 20% degli spostamenti nelle ore di punta in ambiente urbano.

Andare a scuola in bici: una sana abitudine Il mezzo preferito dal 50% degli scolari è la bicicletta, considerato che la distanza tra la casa e la scuola è normalmente inferiore ai 3 km – 10 minuti in bicicletta – bisognerebbe soddisfare più spesso questo sano desiderio di autonomia e indipendenza. La bicicletta è un facile sistema per educare i giovani a fare ogni giorno attività fisica; un’abitudine che si prende essenzialmente durante il periodo dell’obbligo scolastico. I ciclisti di oggi saranno i ciclisti/automobilisti consapevoli di domani. Negli Stati Uniti dove la dipendenza dall’automobile è

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estrema, un bambino su cinque soffre di obesità per mancanza di attività fisica e il 33% di tutta la popolazione è obesa. L’esercizio fisico, tra l’altro, aumenta la densità delle ossa riducendo così i rischi di fratture nell’età adulta, come è dimostrato da uno studio inglese. Per incoraggiare i genitori a permettere ai figli di usare la bici per andare a scuola, alcuni istituti già organizzano un servizio di accompagnamento in bicicletta: con l’aiuto di genitori o insegnanti volontari, vengono predisposti itinerari lungo i quali un adulto raccoglie fino ad un massimo di 5-7 ragazzi. Alcune scuole, come ad esempio a Reggio Emilia, già organizzano un servizio di “raccolta” e accompagnamento, detto Bicibus, dei bambini che abitano lungo il percorso e che vanno a scuola in bicicletta.

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A Foligno, il Comune promuove il progetto “Piedibus: casa-scuolacasa per il benessere e la sostenibilità ambientale”, in collaborazione con ASL 3 Umbria ed AUSER, al quale partecipano alcune scuole primarie e che può essere il primo passo verso l’uso della bici per andare a scuola in piccoli gruppi organizzati.

IL LIVELLO DI INQUINAMENTO NELL’ABITACOLO DI UN’AUTO È SUPERIORE AL TASSO DI INQUINAMENTO ESTERNO

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le regole per pedalare bene

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Pedalare in sicurezza: il nemico da vincere è il comportamento di certi automobilisti, poco attenti all’incolumità dei ciclisti. Ma per il primo passo occorre sempre partire da noi stessi. È importante che, fin da piccoli, si apprendano le norme base del codice stradale per garantire la sicurezza, per tutti. A tale scopo il Comune di Foligno promuove da anni “Va…lentino”, programmi di educazione stradale realizzati dal Comando Polizia Municipale per le classi V delle scuole primarie con rilascio della “Patente del pedone e del ciclista”. Con lo stesso scopo il Servizio Sport distribuisce il fumetto di “Codicino” che insegna in allegria ai giovani studenti/ciclisti le regole stradali del bravo pedone e ciclista elencate dai Vigili Urbani. A fine anno scolastico, Vigili Urbani, Sport e Protezione Civile organizzano la “Giornata dell’educazione stradale”, con la collaborazione del Centro Nazionale di Reclutamento dell’Esercito presso la Caserma “Gonzaga”, che vede bambini e bambine cimentarsi in gimkane ciclistiche con mini segnali stradali e apprendere come funzionano i servizi di protezione civile.

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Le regole di “Codicino” per ciclisti piccoli e grandi

1. Tieni in buono stato la tua bici: gomme gonfie, fanali e freni funzionanti, catarifrangente pulito per farti vedere 2. Mantieniti sempre a destra sulla strada e non salire sul marciapiede per non mettere in pericolo i pedoni 3. Impara i segnali stradali e segui le loro indicazioni 4. Sali da solo sulla bici, senza portare un amico per vostra sicurezza 5. Evita le acrobazie e le corse: la strada non è una pista 6. Rispetta sempre il semaforo: si attraversa solo con il verde! 7. Sii sempre prudente anche se ti senti sicuro 8. Se sei in compagnia, procedi in fila indiana e non in coppia 9. Assicurati di poter usare liberamente le braccia e le mani e reggi il manubrio almeno con una mano 10. Non trainare altri

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e non farti trainare; non condurre animali 11. Usa le piste ciclabili 12. Il casco è un accessorio consigliato: non è obbligatorio, ma è utile per la tua sicurezza 13. Munisci la tua bicicletta di specchietto retrovisore, ti faciliterà nei cambi di direzione e nel guardare dietro 14. Non usare il cellulare quando sei in bici ed evita di ascoltare musica con le cuffie: la strada va ascoltata 15. Quando attraversi un incrocio accertati di essere stato visto da chi è alla guida di altri veicoli che dovrebbero darti la precedenza, segnala acusticamente la tua presenza; se l’incrocio è trafficato e decidi di procedere sulle strisce pedonali, scendi dalla bicicletta e conducila a mano 16. Come tutti i veicoli la bici non può viaggiare contromano né sui marciapiedi. È permesso, invece, il transito all’interno delle zone pedonali ad andatura moderata.

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COME

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facciamo un giro

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Dal punto di vista sportivo, la bicicletta permette di svolgere un’attività prolungata nel tempo senza traumi o danni alle articolazioni, alla muscolatura e alla colonna vertebrale, rendendola ideale anche per un novantenne.

Da dove cominciare Ogni pretesto è buono per cominciare ad andare in bici: c’è chi lo fa per recarsi al lavoro, chi per fare attività sportiva o semplicemente per passare il tempo libero. Il modo più semplice per iniziare è certamente la scampagnata fuori porta, in giornate miti, su strade a basso traffico, in compagnia dei familiari o degli amici. Magari fissando per meta un sito di un qualche interesse storico-artistico o naturalistico. Per la prima uscita basta una bici semplice, possibilmente scorrevole, a patto che le ruote siano ben gonfie e i freni a posto. Anche l’abbigliamento non è particolarmente importante: i vestiti devono essere comodi. Portare uno zainetto o un

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cestino per riporre eventuali indumenti nel caso ci si debba spogliare un po’, potrà rivelarsi molto utile. Almeno per le prime volte è bene evitare giri troppo lunghi, le salite troppo ripide e le giornate particolarmente calde: quello che deve restare al ritorno deve essere un ricordo di una bella giornata, non l’odissea di un viaggio da incubo! Ma, se dopo due o tre uscite il piacere si conferma, allora si può iniziare a pensare di migliorare la bici, l’abbigliamento e programmare giri più lunghi. Con ogni probabilità ben presto ci si renderà conto che la bicicletta rappresenta un’alternativa concreta anche per tutti gli altri spostamenti quotidiani: per i piccoli acquisti, per portare i figli a scuola o per andare al lavoro. Spesso, infatti, l’uso della bici inizia come piacere nel tempo

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libero e poi si estende all’uso in città. Quando la bici è lì in garage, a fianco dell’auto, anch’essa pronta, con le ruote ben gonfie, si può finire per scegliere lei...

IN TUTTA ITALIA, NEL 2001 SOLO IL 2,9% DEI CITTADINI SCEGLIEVANO LA BICICLETTA COME MEZZO DI TRASPORTO URBANO, OGGI LA PERCENTUALE DI UTENTI DELLA STRADA A PEDALI ARRIVA AL 9%.

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la bici giusta

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La bicicletta siamo noi, che vinciamo lo spazio e il tempo: soli, senza nemmeno il contatto con la terra che le nostre ruote sfiorano appena.

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(Alfredo Oriani, La bicicletta, 1902)

Comprare la bici giusta Avete finalmente deciso di sperimentare un modo alternativo di spostarvi per la città e adesso dovete trovare la bici più adatta per voi e per le vostre esigenze. Come capire qual è il mezzo più adatto per muoversi con facilità ed efficacia? Per essere sicuri che la vostra scelta cada sulla bici giusta, dopo aver definito il vostro tetto di spesa e aver deciso se volete acquistare un modello nuovo o se ricorrere ad un usato, è necessario che teniate conto di alcuni criteri. Il tipo. La scelta della categoria dipende dall’uso che ne dovete fare, dalla vostra personalità e dalle vostre tendenze. Se la parola d’ordine è velocità ed ecologia e il vostro obiettivo è arrivare al lavoro evitando

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di imbottigliarvi nel traffico, allora quello che fa per voi è una City bike, un tipo di bicicletta di peso medio con telaio robusto e ruote di media grandezza che garantisce comodità e agilità e che solitamente è provvista di cestino, portapacchi posteriore e lampade a dinamo. Se, invece, amate le scampagnate, le strade sterrate e i terreni scoscesi, l’ideale sarà rivolgervi ad una Mountain bike. Questo modello presenta un telaio robusto e ruote di media grandezza con copertoni dalle profonde incisioni che garantiscono l’aderenza sui terreni accidentati. Meglio sceglierne un tipo provvisto di parafanghi. Se, infine, mirate ad energici allenamenti da effettuare lungo tragitti a velocità sostenuta, allora avete bisogno di una bici da corsa con un telaio leggerissimo, accessori ridotti

al minimo, un manico ergonomico e ruote fini. La misura. La bici ideale deve essere scelta in base alla vostra altezza. Non deve, quindi essere né troppo bassa né troppo alta, ma deve consentirvi di poter appoggiare i piedi a terra in tutta sicurezza in caso di emergenza. Cercate di resistere alla tentazione di acquistare una bicicletta della misura inadeguata solo perché non c’è quel determinato modello o colore che vi piace tanto, perché ve ne pentireste molto presto.

IN 4 KM PERCORSI IN BICI ANZICHÉ IN AUTO, SI EVITA DI IMMETTERE NELL’ARIA 1000 GRAMMI DI CO2 E DI ALTRI PERICOLOSI INQUINANTI

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cambia il modo di andare opuscolo_foligno v4esecutivo.indd 34

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Scegliamo quella che ci piace di più, ma ricordiamo che la cosa più importante di una bici, è che si deve adattare bene alla nostra postura.

Scelta della bici e regole di manutenzione Se per le prime uscite è sufficiente una bici qualunque, mano a mano che ci si appassiona cresce l’esigenza di avere un mezzo “su misura”. È dunque il caso di ricordare che non ci sono tanti tipi di bici, ma tanti modi di andare in bici. E che per godere di questo mezzo non è necessario avere la bici da corsa o la mountain bike, che sono bici specialistiche, ad uso sportivo. La bici ottimale per gli spostamenti in città, le scampagnate fuori porta o anche per la gite cicloturistiche ha le ruote grandi (diametro 28 pollici e non 26 come le mountain bike); i parafanghi e i cambi per le salite (oggi è molto diffusa la doppia o tripla corona anteriore).

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Ovviamente le ruote devono essere ben gonfie per evitare inutili attriti e i copertoni (di sezione media, con battistrada appena tassellato) non consumati. Freni sempre efficienti. Il Codice della strada prescrive fanali davanti e dietro, campanello e catarifrangenti, la cui assenza non è tollerata nemmeno sulle bici sportive. Molto importante è che la bici si adatti alle nostre dimensioni e postura. Occorre regolare bene la sella (provare con la punta del piede appoggiata a terra e l’altra gamba distesa, quasi tesa, sul pedale abbassato) e il manubrio (che va tenuto circa all’altezza della sella). Salire in bici deve essere come indossare un vestito, ci si deve sentire sempre a proprio agio. Per un uso sportivo o cicloturistico la pompa al seguito

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ed una camera d’aria di scorta sono indispensabili, ma per le bici da città questi accessori possono essere oggetto di furto, pertanto in genere si lasciano a casa. Da non dimenticare, invece, il seggiolino per i piccoli.

L’UNIONE EUROPEA SI È IMPEGNATA A RIDURRE LE PROPRIE EMISSIONI DI GAS SERRA DELL’8% ENTRO IL 2008-2012 RISPETTO AI LIVELLI DEL 1990

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bi-ci! salute!

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37 Un allenamento adeguato si alterna a fasi di riposo regolari: un giorno in bici, un altro giorno senza, in modo da permettere al fisico di recuperare e di abituarsi alla novità. Il programma di allenamento, poi, va personalizzato, ma all’inizio è sufficiente uscire in bici con costanza, scegliendo percorsi esclusivamente pianeggianti.

In bici e in salute Un concetto ormai diffuso, anzi, un punto di forza dell’uso della bici, è che essa favorisce la salute delle persone e delle città. Delle persone perché permette di smaltire i chili in più senza troppa fatica, mantiene le articolazioni sane ed efficienti, tonifica i muscoli, aiuta la circolazione, tiene in allenamento il cuore e migliora la capacità polmonare. Delle città, in quanto la bici non occupa posto, non inquina, non fa rumore, è amica anche della future generazioni perché non contribuisce al degrado del pianeta! Basterebbe un solo dato: il 70% degli incidenti stradali e il 40% delle vittime di incidenti stradali si verificano in città.

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Insomma, a conti fatti le strade urbane, quando sono, come le nostre, stipate di auto, sono più pericolose delle autostrade. Ma le conseguenze dell’ancora scarso uso della bicicletta sono innumerevoli: dalle elevate concentrazioni di polveri sottili con conseguente aumento del rischio di malattie respiratorie, alla sedentarietà di bambini, adulti e anziani, senza contare i pericoli legati allo stress generato dal comportamento automobilistico nel traffico. È importante capire che per la nostra salute (e per la nostra bellezza) sono le piccole abitudini quotidiane che devono essere modificate: lasciare ogni giorno l’auto in garage e andare a piedi, quando possibile, o prendere la bici per ogni distanza maggiore; fare le scale e non prendere l’ascensore.

È importante anche avere cura della propria salute quando dalla semplice passeggiata in bici si passa ad un impegno maggiore. Non occorre fare sport agonistico per poter effettuare opportuni controlli medici; il ciclista amatoriale che esce la domenica e macina chilometri senza altra attività di allenamento ha tanto più bisogno dei test che il Servizio di Medicina dello Sport della ASL 3 Umbria potrà consigliare.

L’ASSOCIAZIONE CARDIOPATICI ONLUS DI FOLIGNO ORGANIZZA OGNI ANNO UNA PEDALATA CON LO SCOPO PRIMARIO DI PREVENIRE LE PATOLOGIE CRONICHE CARDIOPATICHE E DIABETICHE.

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cibo per la mente

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L’alimentazione del ciclista diventa un fattore molto importante soprattutto quando ci si sottopone ad uno sforzo prolungato nel tempo.

L’alimentazione per la bicicletta In città. Chi usa la sua due ruote per per gli spostamenti urbani, non deve prestare alcuna particolare attenzione a ciò che mangia. Lo sforzo limitato consente di mantenere le normali abitudini personali. Tuttavia la bici può essere una simpatica complice della gola: una pasta alla crema o un gelato nel pomeriggio possono essere sempre giustificati con la frase “poi tanto lo smaltisco in bici”. Attività agonistica. Per chi fa attività sportiva intensa (bici da corsa o mountain bike), l’alimentazione diventa invece un fattore importante. A seconda del livello sportivo praticato, acquistano importanza gli zuccheri a pronta

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assimilazione (specie durante lo sforzo) e i grassi e i carboidrati consumati nelle ore precedenti. È da non dimenticare che al termine dell’impegno sportivo per una mezz’ora l’organismo accelera la sua capacità di utilizzare i carboidrati, diventa quindi importante un buon rifornimento al termine della gara per reintegrare quanto è stato consumato nello sforzo.

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Ma se lo sforzo è molto intenso o il caldo opprimente, è bene aggiungere qualche integratore salino o lo zucchero. Evitare assolutamente gli alcolici, vino, birra ecc, che in genere rendono immediatamente le “gambe fiacche”.

Cicloturismo. Nella pratica del cicloturismo sulle lunghe distanze il momento della sosta pranzo è sempre un momento molto importante: frutta, panini e un dolcetto sono gli ingredienti classici che consentono, magari dopo una mezz’ora di meritata pausa, di riprendere a pedalare con maggior vigore. In tutte le situazioni di uso della bici una cosa importante è bere. La semplice acqua di fonte può sempre fare al caso.

PER VIAGGI OLTRE LE DUE ORE OCCORRE PENSARE AL BERE, MA ANCHE AL MANGIARE PER EVITARE LA “CRISI DI FAME”

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sei un tesoro!

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In attesa che ogni città metta a punto dei sistemi contro i ladri di biciclette (registri, marchiature, ecc.), ecco alcune semplici regole da seguire.

Consigli contro il furto Hai provato e ti è piaciuto. Ti sei appassionato e te la sei comperata: una bici nuova fiammante, ultima serie. Adesso vedi di non fartela rubare! E ricorda che buona parte dei furti di biciclette sono fatti non per lucro ma per usare la bicicletta. Perciò le seguenti regole sono da seguire anche nel caso tu sia ancora affezionato al tuo vecchio “catorcio”. Il pezzo più importante della bicicletta da proteggere è il telaio, ragion per cui occorre fissarlo sempre, e bene, cercando un supporto solido e inamovibile. Scegli un buon antifurto per legare la tua bici, tenendo conto che ciascuno ha i suoi “pro” e i suoi “contro”. Il cavetto a spirale è comodo da usare,

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ma anche facile da tagliare. La catena a maglie è resistente, ma poco pratica ed ha un punto debole nel lucchetto. Il “pitone” è indicato per lunghe fermate diurne, ma è pesante da portare in giro. Lo stesso dicasi per l’archetto a “U”: pesante ma ideale per le soste lunghe, anche notturne.

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accessori importanti come il ciclo-computer • attenzione alla borsa appoggiata nel cestino anteriore: coprirla, per evitare che il maleintenzionato, nel rubarla, ti tiri per terra.

Proteggere e legare, se possibile, le due ruote soprattutto se hanno gli sganci rapidi; se se ne fissa una sola, meglio non fissare quella davanti, più facile da togliere di quella dietro. Altri piccoli accorgimenti: • non lasciare mai la bici incustodita nemmeno un minuto • preferire, per legarla, i luoghi frequentati a quelli isolati • legala anche dentro la cantina o nel cortile • non lasciare mai sopra

IL FURTO SPINGE MOLTI CICLISTI AD ACCONTENTARSI DI BICI VECCHIE, A SCAPITO DELLA LORO STESSA SICUREZZA

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c’è tutto un mondo

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Dopo le prime uscite, utili per prendere confidenza con il mezzo, si può pensare di usare la bici per tutti gli spostamenti urbani. Rimane soltanto qualche piccolo dubbio da fugare…

Non aver dubbi Fino a dove riesco ad arrivare? In bicicletta il tempo medio accettato per uno spostamento è di circa 15 minuti, che con una velocità media di 15 km/h corrisponde ad un percorso di circa 3.750 metri. La modalità ciclabile è tipica degli spostamenti all’interno del quartiere, tra quartiere e quartiere limitrofo e anche verso destinazioni più lontane. In presenza di adeguati punti di interscambio, le distanze percorse possono diventare molto importanti. Ma non arriverò in ufficio tutto sudato? Sino a 6-8 km, se ben allenati e con una pedalata tranquilla, non si suda. Di conseguenza non occorre cambiarsi d’abito una volta giunti a destinazione. È comunque indispensabile avere sempre con sé una man-

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tellina per proteggersi in caso di pioggia. La quale può stare comodamente in una borsa da ufficio. Con tutto questo traffico non sarà pericoloso? È ovvio che bisogna preferire i tragitti serviti dalle piste ciclabili. È altrettanto ovvio, poi, che ci sono altri fattori imponderabili che sottopongono il ciclista (come ogni altro utente della strada) ad un rischio. Per questo è consigliato usare il caschetto. Anche nel percorso più protetto vi potrà essere sempre un cane, una pozzanghera o un ostacolo improvviso che ci può far cadere. In caso di cadute a bassa velocità, il casco minimizza il danno distribuendo su una maggiore superficie il colpo ricevuto. Ma i miei colleghi non mi prenderanno in giro? Qualcuno lo farà, probabilmente, perché sull’uso della bici agiscono potenti stereotipi.

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Esso è socialmente accettato solo di domenica. Nei giorni feriali invece si devono usare i mezzi privati (o al limite quelli pubblici), salvo poi andare in palestra per smaltire il sovrappeso… Anche i mass media fanno poco per incentivare la bicicletta come mezzo di trasporto, forse perché così facendo metterebbero in discussione ingenti interessi economici. Salvo poi, come al solito, lamentarsi per la cattiva qualità dell’aria… In realtà è dimostrato, soprattutto nei paesi del nord Europa, che l’uso della bici e del mezzo pubblico è direttamente proporzionale al livello culturale.

DA RIPIEGO LOW-COST PER CHI NON POTEVA AVERE L’AUTO, OGGI LA BICI È DIVENTATA IL DESTRIERO ECO-CHIC PER ECCELLENZA

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bicicletta

DOVE

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Foligno su due ruote

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Optare per la bicicletta, anzichè per l’auto, consente di coniugare la praticità di uno spostamento veloce con il fascino della riscoperta di piccoli angoli ameni della propria città. Oltre ai Parchi cittadini come lo storico Parco dei Canapè, gli Orti Giusti Orfini e il Parco Hoffman, la città offre molti spazi verdi dislocati nei diversi quartieri organizzati per offrire opportunità di gioco e riposo per tutti. Anche le piste ciclabili progressivamente aumentano, fino a costituire una rete che consente di raggiungere agevolmente il centro della città da qualsiasi zona periferica, di passeggiare tranquillamente in campagna o lungo il fiume Topino o tra un’area verde e l’altra o, ancora, in spazi dove si può scoprire un inatteso angolo bucolico o culturalmente interessante. Ma si possono anche costeggiare le vie principali per effettuare rapidamente commissioni e acquisti, o svolgere impegni più seri come visitare l’ospedale cittadino, sbrigare pratiche burocratiche in agenzie fuori dal centro, o portare un saluto ai propri cari che riposano al cimitero.

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Sfruttare le piste ciclabili e i loro vari collegamenti con la bici consente spostamenti sorprendentemente veloci, molto più che ricorrendo all’automobile. Evita, inoltre, lo stress del traffico e permette di rilassarsi lasciando andare lo sguardo su ciò che c’è intorno e fermandosi qua e là per guardare meglio quel particolare da sempre appena fuggevolmente intravisto. Consultando la mappa della pagina seguente che riassume sinteticamente le piste ciclabili, gli spazi verdi e alcuni punti di particolare interesse per la vita cittadina, si possono ben cogliere i tragitti possibili per appagare ogni esigenza o desiderio. Nelle pagine successive, sono indicate proposte di percorsi e confronti tra i tempi di percorrenza in bici rispetto all’auto nei collegamenti tra centro e periferia, per coniugare piacere ed impegno e richiamare l’attenzione su aspetti piccoli

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e grandi di una realtà cittadina spesso ignorata. I tragitti in auto sono stati percorsi in orari diversi, di punta e non, e dimostrano che l’utilizzo della bici oltre a farci risparmiare tempo ci permette di arrivare dove vogliamo senza problemi di parcheggio. Con la bici ci si ferma agevolmente, anche per ammirare i punti di interesse storico e culturale che sono descritti e seguire le veloci deviazioni proposte per scoprire cosa c’è dietro l’angolo. E basta organizzarsi perché, in alcune situazioni, la bici non sia scomoda rispetto all’auto: una mantella antipioggia, un portapacchi capiente…

LA MOBILITÀ SOSTENIBILE IN CITTÀ È UN OBIETTIVO PRIORITARIO DELLE POLITICHE NAZIONALI E MONDIALI IN MATERIA DI TRASPORTI

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S.G. Profiamma via Casebasse

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La Paciana

Parco Fluviale Hoffmann

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via Monte Podgora

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via Mameli via Lazio via Carso

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Fiamenga Polo Sportivo

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giardini di viale Mezzetti

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via Sante Costantini via Mancini

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Centro Protezione Civile

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via Siena

3 Corvia Ciclodromo

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Scafali Torre di Montefalco

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Casevecchie pista ciclopedonale Spoleto-Assisi

Aeroporto

S.Eraclio 14

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Paolo

legenda:

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verde pubblico parco fluviale giardini storici strade di collegamento tra piste ciclabili punti di interesse piste ciclabili 1 viale Firenze 2 via Roma 1° tratto 3 via Roma 2° tratto 4 viale Mezzetti 5 via Intermezzi 6 via Shibukawa 7 via M. Arcamone 8 via D. Manin 9 via Monte Acuto 10 La Tronca 11 Parco Hoffman 12 via XVI Giugno 13 via Vasari 14 via Santocchia 15 via S.M. in Campis/via 3 Febbraio 16 via Serena/San Paolo

ideazione grafica: servizio progettazione opere pubbliche

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In bici arrivi prima

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Felici alla meta Foligno è una città che si attraversa con quattro pedalate e spostarsi in bicicletta è la cosa più furba che si possa fare. Si arriva velocemente, si incontra gente e si parcheggia proprio dove si vuole: fuori dal negozio o dall’ufficio, nel mercato o al parco. Stressati alla meta In auto, invece, si impiega il doppio del tempo, si inquina, si spende e, se si è fortunati, si lascia la macchina nel parcheggio più vicino… per poi andare a piedi alla meta.

I tempi in auto degli itinerari considerano anche i minuti necessari alla ricerca del parcheggio e dello spostamento a piedi verso la meta.

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Itinerario 1

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Dalla Chiesa della Madonna della Fiamenga al Ponte di Porta Firenze Lunghezza percorso (rotatoria Madonna della Fiamenga viale Firenze, incrocio P.ta Firenze) mt. 950 circa

A piedi 12 minuti In bicicletta 4 minuti In auto 8-12 minuti in base al traffico

Partiamo dalla rotatoria che circonda la Chiesa della Madonna di Fiamenga (de Flaminea) edificata nel XII secolo. All’interno affreschi del XV e XVI secolo, tra cui la famosa immagine della Madonna in trono con il Bambino tra angeli musicanti e santi; sotto la Veduta della città di Foligno, opera di Pierantonio Mezzastris datata 1467. Lasciando la rotatoria dietro di noi e proseguendo dritti sotto i platani lungo viale Firenze, incontriamo sulla destra, con una breve deviazione per via Monte Soratte, la Chiesa del Santissimo Nome di Gesù consacrata nel 1963. Il presbiterio è decorato da un dipinto raffigurante la Crocifissione eseguito nel 2000 da Sergio Marini, al centro un Crocifisso ligneo opera della bottega di Francesco Costantini (16411642), originariamente destinato all’Oratorio del Gonfalone. La controfacciata è sempre dipinta da Sergio Marini con scene dell’Annunciazione e la Sacra Famiglia (2004).

Deviazione per via Brigata Garibaldi: riprendendo viale Firenze, percorrendo la pista ciclabile, raggiungiamo via Brigata Garibaldi, dove possiamo osservare all’incrocio con via Goffedo Mameli, la Maestà della Madonna delle Scuffiole, antichissima icona databile dalla fine del Trecento, ma recentemente rimaneggiata da Sergio Marini nel 1992. Vi è raffigurata una Madonna che allatta il Bambino, sull’intradosso dell’arco i Santi Francesco, Domenico Pietro e Paolo. Il nome “scuffiola” deriva dall’antica tradizione da parte delle madri di donare le cuffie indossate dai propri neonati, in cambio della protezione della Madonna. Lungo la stessa via possiamo vedere i lavori di riqualificazione che interessano l’area dello Zuccherificio. La prima edificazione del complesso industriale risale al 1899, seguono importanti ampliamenti tra 1911 e 1921. La chiusura dello stabilimento avviene nel 1980. Riprendendo viale Firenze incon-

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triamo alcuni villini liberty sia a destra che a sinistra, e così raggiungiamo il ponte sul fiume Topino, progettato dall’ingegnere Antonio Rutili Gentili dopo la demolizione del 1842, che va a sostituire l’antica struttura con porta daziaria che incorporava l’isolotto bastionato denominato Rivellino. È ora un ponte a cinque arcate con pile esternamente arrotondate. Guardando lungo la sponda del fiume possiamo notare le antiche mura di cinta trecentesche, con le feritoie e in fondo, guardando a nord, la Torre dei Cinque Cantoni ora Osservatorio astronomico cittadino.

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Itinerario 2

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Dalla Piazza di Sant’Eraclio a Porta Romana Lunghezza percorso (via Santocchia, viale Roma, Piazzale Alunno) mt. 2.550 circa

A piedi 32 minuti In bicicletta 11 minuti In auto 11-21 minuti in base al traffico

Partendo dalla piazza di S. Eraclio, all’incrocio tra via Primo Maggio e via Spoleto, incontriamo una Fontana monumentale con protomi leonini e lo stemma di papa Paolo III Farnese realizzata nel Cinquecento. Nei pressi una colonna sormontata da croce opera di Nicola Brunelli collocata nel 1892 nel punto in cui, secondo la tradizione, il Santo Patrono Eraclio venne martirizzato. Sulla stessa piazza la Chiesa di San Marco edificata nel 1597 e rimaneggiata nella prima metà del Settecento. Presenta numerosi altari realizzati tra Cinquecento e Settecento, oltre alla statua bronzea del santo. Proseguendo lungo via Primo Maggio vediamo le mura, le torri, le due porte appartenenti alla struttura del Castello di Sant’Eraclio, eretto nel corso del Trecento e ampliato durante il dominio dei Trinci. All’interno delle mura la casa castellana e la Chiesa, ora intitolata a Santa Croce, che conserva affreschi di scuola folignate del Quattrocento. Proseguendo lungo via Primo Maggio e poi per via Roma,

all’incrocio con via Flaminia Vecchia, a destra scorgiamo la Chiesa e il Monastero di San Feliciano in Mormonzone, eretti nel luogo del martirio del patrono di Foligno avvenuto sotto l’imperatore Decio nel 249. Prime notizie del monastero risalgono al Trecento; la chiesa, rimaneggiata nel Seicento, presenta affreschi datati 1652, tra cui immagini della vita del santo e il suo martirio. Proseguendo lungo viale Roma poco prima dell’incrocio con via Treviso individuiamo sulla destra Villa Roncalli del XVI secolo; pochi metri più avanti possiamo ammirare Villa Candida, edificata tra gli anni trenta e settanta del Settecento dall’ecclesiastico Pietro Calcioni, e poi proprietà del tipografo folignate Pietro Campitelli. Colpisce sulla facciata la particolare scala a tenaglia che immette direttamente al piano nobile. È dal 1982 sede di un centro sportivo. Proseguendo lungo via Roma e superato il ponte della rotatoria sulla ferrovia, sulla sinistra possiamo incontrare alcune ville e villini liberty o degli anni

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Sessanta del Novecento, mentre sulla destra il muraglione di cinta della Caserma “Generale Ferrante Gonzaga del Vodice”, costruita su progetto di Giovanni Castellazzi. Entrata in funzione nel 1884, è stata sede di reggimenti di artiglieria e della scuola di allievi ufficiali di artiglieria, dal 1996 ospita il Centro di Selezione e Reclutamento Nazionale dell’Esercito Italiano. Raggiunta Porta Romana troviamo il monumento a Niccolò di Liberatore detto Alunno eseguito dallo scultore folignate Ottaviano Ottaviani tra 1839 e 1908. Dietro la statua i monumentali propilei del vecchio Stadio, inaugurato nel 1931 su progetto di Cesare Bazzani, ora Campo de li Giochi della Giostra della Quintana, dedicato ai cavalieri di giostra Paolo Giusti e Marcello Formica.

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Itinerario 3

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Dagli impianti sportivi di Corvia a Piazzale Cantarelli Lunghezza percorso (impianti sportivi di Corvia, via Manin, via dei Mille, piazzale Cantarelli) mt. 1.900 circa

A piedi 24 minuti In bicicletta 8 minuti In auto 10-16 minuti in base al traffico

La frazione di Corvia, da cui parte il nostro itinerario, è documentata fin dal 1124. La Chiesa del paese, dedicata a San Pietro Apostolo e consacrata nel 1966, fu realizzata dall’architetto Franco Antonelli che la concepì come uno spazio aperto. La pista ciclabile che andiamo a percorrere ci permette per un tratto, di osservare la campagna coltivata che circonda la periferia della città, per poi attraversare le abitazioni della prima periferia urbana. Arrivati alla confluenza del Canale di Molini con il fiume Topino incontriamo un complesso residenziale che si è avvicendato all’opificio realizzato nel 1870 per ospitare il Lanificio Mancia, azienda che sfruttava la forza idraulica grazie a una deviazione del fiume con salto di circa 8 metri, e che venne anche utilizzata per la produzione di energia elettrica. Negli anni quaranta del 900 lo stesso complesso divenne lo stabilimento biochimico di Cesare Bruzzesi. Venne poi acquistato da Umberto Tonti che v’impiantò nel 1948 la prima sede delle “Officine Meccaniche Aeronautiche O.M.A.”,

azienda trasferitasi nel 1950 nel nuovo stabilimento presso l’Aeroporto di Foligno. Superata questa costruzione troviamo la Chiesa di San Magno nota fin dal 1210, ma poi abbandonata nel 500, e lasciata in rovina. Grazie a Giovanni Battista Vitelli, nel 1587 venne riedificata soprattutto per preservare l’immagine della Madonna del latte risalente al 400. Nel 1790 Domenico De Rossi v’istituì una confraternita d’agricoltori dedicata a Sant’Isidoro, come testimonia ancora oggi la statua lignea a lui dedicata. Subito dietro notiamo un ponte a due arcate sul fiume Topino: Ponte San Magno. Il suo attuale aspetto originario del 1799 risale a quando il Comune di Foligno nomina Giuseppe Piermarini direttore dei lavori per la costruzione di un ponte in sostituzione della precedente struttura risalente al XVI secolo, realizzata con tavole di legno poggiate sugli argini del fiume e sostenuta da un pilone centrale. Proseguendo lungo via Dei Mille troviamo sulla destra il Foro Boario, l’ex mattatoio pubblico

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e le Officine Rapanelli, per la produzione di macchine olearee. Segue la rotatoria di Piazzale Cantarelli con al centro la fontana monumentale opera di Massimo Botti inaugurata nel 2004 che rappresenta la Terra con la calotta bronzea alla base, la Città con l’alzata delle cinque torri in acciaio, e l’Uomo con l’acqua che scorre. Terminiamo il nostro itinerario visitando il Parco dei Canapè, subito dopo la rotatoria a destra. Lo spazio, un tempo destinato ai duelli poi cimitero degli ebrei, era chiamato il campo di Francalancia. Dal 1776 opportunamente modificato venne trasformato in spazio per le passeggiate e le corse dei cavalli in cui i cittadini più abbienti fanno realizzare dei sedili (canapè) in laterizio. Nel 1935 al centro del parco venne collocata la fontana, opera di Nicola Brunelli, inizialmente progettata per piazza della Repubblica.

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Itinerario 4

Da Sportella Marini a Porta Ancona

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Lunghezza percorso (rotatoria via Sportella Marini, viale Ancona, Sottopasso P.ta Ancona) mt. 1.250 circa

A piedi 15 minuti In bicicletta 6 minuti In auto 8-10 minuti in base al traffico

Il quartiere di Sportella Marini sorto a partire dagli anni settanta del Novecento, deve il suo nome alla presenza almeno dall’Ottocento di un manufatto, detto appunto “sportella”, utilizzato per la regolazione delle acque utilizzate per l’irrigazione dei campi nei pressi di un casale denominato Marini. Se dalla rotatoria lungo via Sportella Marini procediamo lungo via Raffaello Sanzio verso viale Ancona, incontriamo la Chiesa del Sacro Cuore progettata nel 1982 da Franco Antonelli e completata nel 1999. La pista ciclabile ci conduce poi per viale Ancona proprio all’altezza delle Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato, fabbrica attiva dal 1911, quando vi si riparavano le locomotive a vapore, e poi riconvertita nel 1938 per le locomotive elettriche, e ancora oggi attiva. Proprio la presenza di questa importante industria ha fatto nascere tra 1919 e 1926, dall’altra parte della strada, una serie di 96 abitazioni realizzate dall’Amministrazione ferroviaria e comunemente

denominate “Case operaie”, perché appunto riservate ai lavoratori delle Grandi Officine. Dirigendosi verso il centro lungo viale Ancona, l’antica strada Lauretana, possiamo incontrare al numero civico 8, poco prima del sottopasso, circondato da moderne abitazioni, un elegante portale in laterizio con pinnacoli unico residuo dell’accesso alla proprietà detta Orto Pagliarini. Passato il sottopasso raggiungiamo Porta Ancona, anticamente denominata Porta Loreto, perché punto di passaggio per chi seguiva l’itinerario lauretano e andava verso l’Adriatico.

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Itinerario 5

Dal Nuovo Ospedale a Piazzale Cantarelli Lunghezza percorso (rotatoria Ospedale, via Arcamone, via Fratelli Bandiera, Piazzale Cantarelli) mt. 2.650 circa

A piedi 34 minuti In bicicletta 12 minuti In auto 12-18 minuti in base al traffico

Partiamo dalla rotatoria di via Massimo Arcamone dove si trova il Nuovo Ospedale San Giovanni Battista inaugurato nel 2006 e realizzato su progetto del Centro Studi Progettazione Edilizia di Firenze. La struttura sanitaria è stata concepita volendo integrare il passato col presente attraverso l’uso del laterizio, il manufatto è adattato alla natura fondendo i quattro corpi di fabbrica con il paesaggio circostante. Nei pressi il Bosco urbano dedicato a Fabrizio De Andrè. Proseguendo lungo via Arcamone incrociamo sulla destra via del Roccolo, toponimo legato all’uccellagione per la presenza di una costruzione detta appunto “roccolo” utilizzata per la caccia.

Episcopale Italiana. Il complesso inaugurato nel 2009 è costituito da due elementi: la chiesa pensata come un monolite, e la sagrestia costituita da un parallelepipedo allungato e più basso. Un terzo corpo è costituito dalla cappella feriale, che unisce e distingue i due corpi principali. Il tempio è organizzato attraverso la sospensione di un elemento nell’altro: come una scatola nella scatola. Gli effetti luminosi ottenuti con la luce naturale trasmettono spiritualità. All’interno arredi in gran parte di tradizione locale, come il tabernacolo ligneo del 1701, o il grande crocifisso ligneo datato 1649 proveniente dalla chiesa di San Giacomo di Foligno. Non mancano opere di artisti contemporanei come Mimmo Paladino autore delle stazioni della Via Crucis. Poco più avanti della Chiesa incrociamo via Santo Pietro dove troviamo il Polo Sportivo Comunale realizzato tra gli anni ottanta e novanta del Novecento.

Deviazione per via del Roccolo: lungo la stessa via del Roccolo si può ammirare la moderna Chiesa di San Paolo realizzata con progetto di Massimiliano e Doriana Fuksas, vincitori nel 2001 di un concorso indetto dalla Conferenza

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Tornando lungo via Arcamone, incrociamo via XVI giugno (data della liberazione della città nel 1944) e superiamo il fiume Topino attraversando il Ponte Nuovo. Percorrendo via Fratelli Bandiera scorgiamo resti della cinta muraria trecentesca che cingeva la città per arrivare a Piazzale Cantarelli. L’ultima costruzione addossata alle mura, ora sede di un istituto bancario, conserva una torre con bifore in laterizio: presumibilmente doveva essere questa la parte sinistra dell’antica Porta Santa Maria, accesso alla città distrutto nel XIX secolo.

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Itinerario 6

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Da Sterpete a Porta Romana Lunghezza percorso (impianti sportivi di Sterpete, via Intermezzi, via Pietro Gori, Piazzale Alunno) mt. 1.600 circa

A piedi 20 minuti In bicicletta 6 minuti In auto (impianti sportivi di Sterpete, via Intermezzi, via P.Gori –

via Col di Lana – viale Roma – Piazzale Alunno) 11-15 minuti in base al traffico

Partiamo dalla Chiesa di San Michele Arcangelo di Sterpete, nota fin dal 1239, che ci si presenta all’esterno come un edifico semplice e lineare, mentre l’interno è ricco di decorazioni e stucchi, con sei altari laterali; spicca nell’altare maggiore una copia del quadro realizzato a Roma da Guido Reni nel 1635 con San Michele arcangelo. Notevole pure il dipinto con Madonna e Santi Giovanni, Rocco e Francesco ai piedi della croce datato 1625 opera di Noël Quillerier. Usciti dalla chiesa e attraversata la strada percorriamo lungo via Intermezzi la ciclabile che costeggia la compagna coltivata, e che ci consente di allungare lo sguardo fino alla fine della valle verso Trevi e Spoleto nell’area dell’Aeroporto di Foligno. L’aeroporto viene inaugurato nel 1911 con un volo verso Perugia, ampliato nel 1935, quando vi fu istituita la Scuola Militare per allievi ufficiali piloti della Regia Aeronautica. Nel 2005 la storica pista in erba viene asfaltata per facilitare l’atterraggio degli aerei. Oggi è un aeroporto civile

e struttura di supporto al Centro Regionale della Protezione Civile. Proseguendo lungo via Pietro Gori dopo pochi metri individuiamo, all’altezza dell’incrocio con via Col di Lana, una costruzione risalente agli inizi del Novecento: si tratta dell’antica Cereria Vitali impiantata in quest’area nel 1902 e attiva fino al 1977, ultima testimonianza della produzione di cera, una delle attività tradizionali e più antiche della città. È oggi civile abitazione e sede di una scuola privata. Proseguiamo lungo la via fino all’incrocio con via Cave Ardeatine, qui possiamo operare una deviazione svoltando verso sinistra per trovare in fondo alla via la Chiesa di Santa Maria Immacolata. La chiesa fu consacrata nel 1961 realizzata su progetto di Giuseppe Meccoli. All’interno sull’altare maggiore il Crocifisso ligneo attribuito allo sculture Francesco Costantini (1567-1641) originariamente ospitato nell’Oratorio del Buon Gesù distrutto nei bombardamenti durante la Seconda Guerra mondiale. Proveniente dallo stesso

oratorio, nell’altare di destra, è invece custodito un Reliquario della Croce in argento e rame datato 1601. Riprendendo via Pietro Gori raggiungiamo Porta Romana, e abbiamo davanti a noi i due caselli daziari visibili ancora oggi, realizzati dopo la demolizione nel 1870 dell’antica struttura bastionata e merlata. Le costruzioni ospitano oggi uffici comunali fra cui l’Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica.

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Foligno cresce nel segno della bici

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Aderire ad un’associazione sportiva ciclistica consente di praticare un buon esercizio fisico nell’ambito di una struttura organizzata, di moltiplicare le occasioni di socializzazione e di fare e condividere esperienze ed emozioni in tutta sicurezza.

Il ciclismo a Foligno Dallo storico Velo Club al Ciclodromo Comunale: la lunga strada del ciclismo conduce alle squadre giovanili di oggi. La prima notizia certa sul ciclismo a Foligno è del 1889 quando il “Veloce”, che era stato fondato nello stesso anno, chiede al Comune l’utilizzo del Parco dei Canapè per organizzare gare di velocità e di resistenza. Risale, invece, al 1918 la prima affiliazione alla Federazione Ciclistica Italiana del Velo Club Foligno ed è con la maglia di questa società che nel 1950 Remo Sabatini di Ponte San Giovanni diventa Campione Italiano Indipendenti. Lo sviluppo del ciclismo a Foligno fino ai giorni nostri ha visto poi i professionisti Mauro Angelucci e Massimiliano Gentili. Oggi diverse associazioni

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continuano ad organizzare importanti manifestazioni a livello regionale e nazionale, ma è grazie alla realizzazione nel 2005 del Ciclodromo Comunale, intitolato a Giuseppe Casini, storica figura del ciclismo folignate, che si è infine costituita l’Unione Ciclistica Foligno. Nata dalla collaborazione di diverse associazioni locali, sotto l’egida del Comitato Regionale Umbro della Federazione Ciclistica Italiana, proprio per avviare il settore giovanile, l’associazione è giunta a formare diverse squadre di giovani ciclisti, sia maschi che femmine, dai 7 ai 18 anni e ad ottenere molti ed importanti risultati. Il Ciclodromo “Casini” a Corvia – aperto al pubblico la domenica dalle 9 alle 12 – è, infatti, il luogo dove poter svolgere in sicurezza rispetto alla strada tutta l’attività di allenamento delle giovani leve che si svolge durante la settimana. L’impian-

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to è anche stato incluso dalla F.C.I. tra i Centri Scuola Pilota di Ciclismo; i giovanissimi vi troveranno istruttori qualificati che insegneranno loro, innanzi tutto, a conoscere la bici ed a saperla usare con abilità. Gli appassionati della bicicletta nelle sue diverse declinazioni possono trovare a Foligno l’associazione sportiva più adatta alla propria passione ed alla propria età. Dalla strada alla mountain bike al free ryde, dall’uscita amatoriale alla gara federale, c’è un gruppo di ciclisti cui unirsi per condividere esperienze, sviluppare emozioni, approfondire conoscenze tecniche ed anche muoversi nella maggiore sicurezza garantita da una struttura organizzata. A FOLIGNO CI SONO ASSOCIAZIONI SPORTIVE CHE RIUNISCONO I CICLISTI DI OGNI CATEGORIA IN BASE ALLA PASSIONE E AL TIPO DI MEZZO PREFERITO

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Progetto Foligno in bicicletta

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Un progetto per promuovere occasioni di incontro, per godere del nostro territorio, per far aumentare il numero degli amanti della bicicletta

Nell’ambito del progetto Foligno in Bicicletta sono proposti appuntamenti all’insegna della due ruote e aperti a tutti. Ogni anno, il programma può comprendere una o più pedalate lungo itinerari che includono il centro storico e la periferia e cui sono abbinate una serie di iniziative collaterali, per conoscere il territorio, giocare e ritrovarsi a far festa. Tutto dedicato alla due ruote. A ciò si aggiungono visite guidate gratuite ai palazzi storici e ai musei cittadini, promozioni speciali promosse da associazioni di categoria, spazi ludici, sportivi e ricreativi come “Scienza in Bici”, dove i giovanissimi imparano giocando come funziona una bici, o “Spazio Sport”, dove possono sperimentare la bici da corsa o gareggiare in gimkane di abilità, e mostre di biciclette d’epoca. La pedalata diventa così un “Bike Day” che permette di intrattenersi tutto il giorno,

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gustare spuntini offerti dai produttori locali, assistere a seminari informativi, giochi e spettacoli. Una pedalata si abbina alla ricorrenza della “Giornata Nazionale della Bicicletta” promossa dal Ministero per l’Ambiente o alla Manifestazione Nazionale “Bimbimbici” promossa dalla FIAB. Seguendo “Foligno in Bicicletta” si può restare aggiornati per sperimentare e godere di ogni opportunità.

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luglio, storia, cultura e ambiente dell’Altopiano di Colfiorito, sito di Importanza Comunitaria protetto a livello internazionale dalla convenzione di Ramsar.

Granfondo Colfiorito Foligno in bicicletta ha in programma un grande evento estivo con cui promuovere l’uso della bici e realizzare un significativo evento sportivo ciclistico, facendo conoscere il territorio montano e il Parco di Colfiorito. La Granfondo include un raduno in mtb con gare lungo percorsi a difficoltà differenziate e varie iniziative per scoprire, nel corso di un weekend di fine

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dedicato alla bicicletta

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Il Comune di Foligno ha fatto del suo impegno nei confronti della diffusione dell’uso della bicicletta uno dei punti di forza dell’amministrazione, sia sul fronte della sostenibilità dei trasporti che del rispetto e dell’amore per l’ambiente dei suoi concittadini.

Pubblicazioni Tra i frutti dell’impegno e degli investimenti dell’Assessorato allo Sport del Comune di Foligno in tema di promozione della due ruote, rientra la pubblicazione del volume “Per le campagne amene - Itinerari cicloturistici nella pianura di Foligno”. La pubblicazione, edita da Dimensione Grafica Editrice 2011, è stata realizzata a cura di Roberto Tavazzi con la consulenza storica di Fabio Bettoni e le ricerche archivistiche di Bruno Marinelli. La Guida intende fornire una lettura diversa della città, da percorrere con tranquillità seguendo i diversi itinerari proposti, alla ricerca di quegli spazi e di quei tempi che hanno costituito la storia di Foligno e dei suoi dintorni. Inoltre, sono disponibili altre pubblicazioni su itinerari da

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percorrere in bicicletta nel nostro territorio comunale: “Foligno in mountain bike: 10 itinerari nei dintorni della città”, una guida con percorsi di diversa difficoltà per consentire a tutti di scoprire la nostra montagna in mtb. “Foligno nella Valle Umbra percorsi cicloturistici”, una guida di prossima realizzazione per visitare Foligno con percorsi di collegamento con i comuni limitrofi.

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Ognuno può richiederla gratuitamente e montarla sulla propria bici come e dove vuole: sul parafango, come una vera e propria targa, o sul cestino, diventando così diretto “testimonial” del movimento degli amanti della bicicletta, sempre più crescente anche nella nostra città.

Targa La “targa” per bicicletta è stata realizzata per evidenziare la propria scelta di stile di vita. È un messaggio, un mezzo per comunicare agli altri perché andare in bicicletta e contribuire, in tal modo, a sensibilizzare chi vede la nostra bici “targata” ed a diffondere lo spirito libero della due ruote.

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le nove regole d’oro della Fiab

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Le nove regole fondamentali elaborate dalla Fiab per andare per strada in sicurezza, nel rispetto di tutti gli utenti e senza soggezione verso gli automobilisti.

1. Considerati alla pari di tutti gli altri mezzi circolanti. Evita incertezze, soggezioni e senso di inferiorità. 2. Indossa il casco quando opportuno (particolarmente consigliato per i più piccoli). 3. Controlla costantemente il perfetto funzionamento dei freni, delle luci, dei catadiottri, del campanello e dei pneumatici della tua bicicletta. 4. Invia segnali precisi e con buon anticipo agli altri utenti della strada: usa il braccio teso per segnalare una svolta, ma soprattutto quando ti sposti al centro della strada per superare auto parcheggiate. Usa il campanello.

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5. Sii sempre vigile nel traffico: cerca di prevenire le manovre degli altri veicoli stabilendo un contatto visivo con i guidatori e assicurandoti che ti abbiano visto. Non distrarti con cuffie o cellulare. 6. In un incrocio semaforizzato “difficile” puoi svoltare a sinistra anche in due tempi: attraversa l’incrocio stando sulla destra, attendi il verde nell’altra direzione e prosegui. Ma non passare mai con il rosso. 7. Cerca di non percorrere strade dissestate o molto trafficate: preferisci se possibile un percorso più lungo, ma sicuro.

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8. Le biciclette possono circolare nelle aree pedonali, ricorda però che anche i pedoni devono avere garantito il loro spazio e di dare loro la precedenza. Renditi ben visibile soprattutto quando l’illuminazione è scarsa, magari indossando qualcosa di fluorescente. 9. Attenzione alle rotaie (la tua ruota può incastrarsi dentro e farti cadere); ai veicoli parcheggiati con qualcuno alla guida, il quale potrebbe aprire la portiera o muoversi in quel momento; agli scooter e motorini, che spesso superano a destra.

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EcoComunicazione.it | progetti di comunicazione ecologica

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Per informazioni sulle iniziative di Foligno in Bicicletta, targa per bici, ciclodromo ed attività sportive, pubblicazioni:

Altri riferimenti:

Servizio Sport: tel/fax 0742.356776 www.comune.foligno.pg.it (alla sezione: > attività e servizi > sport)

Bikesharing: Servizio Trasporti tel. 0742.3476903

Verde della città: Servizio Progettazione Opere Pubbliche tel. 0742.3471926 Servizio Verde Pubblico tel. 0742.3471927

Educazione stradale: Comando Polizia Municipale tel. 0742.330666-330650 Piedibus: Servizio Attività Formative tel. 0742.3471137 - Comando Polizia Municipale 0742.330666-330650 Piste ciclabili: Servizio Traffico tel. 0742.3476108

Stampato su carta riciclata dalla raccolta differenziata con il processo di stampa ecologica RiCose® con l’utilizzo di inchiostri con olii vegetali opuscolo_foligno v4esecutivo.indd 68

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