Biella e Biellese

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LE GUIDE DEL

BIELLESE

Biella Biellese

e Storia e luoghi tra tessile e natura

Scoprite con noi le cose belle e buone di un territorio tra montagne e pianura, tra arte e tradizione industriale, tra natura incontaminata, cucina e prodotti di alta qualitĂ .


Le 10 ragioni di una scelta La provincia di Biella si estende nel Nord-Ovest del Piemonte; si trova a 1 ora e 36 minuti da Milano, 1 ora e 33 minuti da Torino, 2 ore e 11 minuti da Genova e 1 ora e 18 minuti da Aosta: vicina quindi al mare, alla montagna e situata in mezzo all’asse Torino-Milano. Gli aeroporti di Caselle e di Malpensa si raggiungono in poco più di un’ora e in 4 ore si arriva in Svizzera. Il Biellese presenta una grande varietà di paesaggi, dai pascoli montani alle risaie, con una forte traccia lasciata dall’attività industriale umana, caratterizzata da un inserimento armonioso nel paesaggio dell’archeologia industriale. Molte le aree protette e le riserve naturali di estrema bellezza, il Biellese racchiude inoltre eccellenze economiche, culturali e artistiche che, unite alla qualità dell’aria, dell’acqua e dell’ambiente, creano un microcosmo con una qualità di vita a misura d’uomo. Scopri il territorio attraverso le immagini di chi lo abita o lo visita postate su Instagram con l’hashtag #innamoratidelbiellese. Un territorio in cui scegliere di vivere Sono tante le ragioni che spingono le persone a scegliere di vivere nel Biellese. La sicurezza La sicurezza percepita in una città di medie dimensioni come Biella è certamente superiore rispetto a una metropoli. I dati del dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno ci dicono che la sicurezza del nostro territorio è migliore rispetto a Torino e soprattutto a Milano, la quale ha quasi il doppio di reati denunciati. L’ambiente La classifica annuale di Legambiente sull’ecosistema urbano vede Biella al 15° posto nazionale, Milano al 31° e Torino all’81° (dati 2016). Nello stesso anno la qualità dell’aria nelle tre città vede solo Biella al di sotto dei limiti di legge quanto a inquinamento da polveri sottili e ultrasottili. Con il sostegno di


Qualità della vita La maggiore qualità della vita si misura dai servizi (Biella ha un ospedale dotato delle più moderne attrezzature mediche inaugurato nel 2014), dalla loro accessibilità (le liste d’attesa degli asili nido tendono a zero) e dalle possibilità per il tempo libero (da Biella basta un quarto d’ora per salire oltre i 1.000 metri: la prima stazione sciistica più vicina si raggiunge in poco più di 12 km dal cuore della città). Il prezzo degli immobili La cifra necessaria per acquistare un appartamento da 100 metri quadrati a Biella è otto volte più bassa di quella necessaria per Milano e meno della metà di quella di Torino: siamo tra gli 800 e i 1150 euro al metro quadro a Biella, contro i 21002850 euro al metro quadro a Torino e i 7500-8800 euro al metro quadro a Milano. La Cultura La presenza di associazioni e fondazioni culturali garantisce l’organizzazione di eventi e spettacoli all’aperto che animano le stagioni nel territorio Biellese, grazie anche alla collaborazione nata dai tre palazzi storici della città alta nell’ambito del “Polo Culturale di Biella Piazzo” e alla presenza del Museo del Territorio Biellese a Biella Piano. Il Digitale Il Biellese è fortemente digitalizzato, sia come dotazione strutturale che come skills acquisite dagli operatori, tanto da risultare il primo in graduatoria in Italia per numero relativo ad attività e-commerce sul territorio. Sono presenti anche molti coworking di alto livello (Es. SellaLab). L’Agenda Digitale di Biella è stata premiata come eccellenza nazionale.

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Una città attrattiva Salute Oltre l’ospedale nuovo, qui hanno sede eccellenze nazionali nell’ambito oncologico come Fondo Edo Tempia e LILT, entrambe molto attive sul territorio nella prevenzione e nella ricerca. Inoltre, è ampia l’offerta di servizi alla persona, in particolare dedicata agli anziani, come il Centro Mente Locale ospitato a Villa Boffo. Sport Il numero degli impianti sportivi nel Biellese è alto rispetto alla media nazionale e tutte le strutture godono anche di un elevato livello di manutenzione. In città sono molte le eccellenze in diverse discipline. Formazione L’offerta universitaria e di formazione è variegata. A distinguersi è Città Studi, uno dei poli di cultura industriale più importanti d’Italia. Il Patto del Battistero mette a disposizione un percorso di accoglienza facilitato da persone che hanno le competenze e i contatti utili per svolgere, in tempi brevissimi, tutte le procedure di insediamento a livello residenziale.

Con il sostegno di

Informazioni Turistiche atl.biella.it • biellaturismo.org • info@atl.biella.it Progetto editoriale, grafica e realizzazione: E20progetti - Via Milano 94 - Biella 4Tel. +39 015 2529201 - www.e20progetti.it

Fotografie di: Fabrizio Lava - Archivio E20progetti Damiano Andreotti - Archivio Oasi Zegna


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Una passeggiata in centro Il Battistero, eretto nel XI secolo usando quel che restava di un’antica necropoli romana, è l’antica testimonianza del luogo che gli abitanti del tempo scelsero come anima della città. Biella, in latino Bugella, sorge in una zona abitata fin dalla Preistoria. Nell’836 il nome compare per la prima volta nell’atto con cui l’imperatore Ludovico il Pio donò la città al conte Bosone, suo messo. Il piano a monte del torrente Cervo fu sede della Diocesi: accanto al Battistero sorge la cattedrale di Santo Stefano, in stile neogotico, costruita accanto all’antico tempio di cui resta il solo campanile. Poco lontano, superato palazzo Oropa sede del municipio, c’è via Italia, spina dorsale della città fin dai tempi in cui si chiamava via Umberto I. Da un capo “confina” con i giardini Zumaglini, piccolo e affascinante parco pubblico a ridosso del centro storico, dall’altro porta nel rione di Riva, centro della vita notturna con i suoi locali e di quella culturale con le gallerie d’arte e, a un passo, Cittadellarte, la creatura di Michelangelo Pistoletto. Sulla vicina piazza Martiri della Libertà, si affaccia il teatro Sociale Villani, costruito nella seconda metà dell’800.


L’antica chiesa e il Museo Ai margini della collina su cui sorge la parte medievale di Biella, nel 1500 iniziò la costruzione del complesso di San Sebastiano. A far erigere una chiesa e un convento fu Sebastiano Ferrero, tesoriere di casa Savoia che accolse così il trasferimento in città della congregazione dei Lateranensi, a cui apparteneva anche il fratello. Nel 1504 venne consacrata la chiesa, progettata e decorata seguendo gli influssi architettonici rinascimentali. La cripta ospita le spoglie di Alessandro La Marmora, biellese e fondatore del corpo dei Bersaglieri, e Alfonso La Marmora. Il campanile, alto 51 metri, segna il confine con il vecchio convento, che dal 2001 ospita il Museo del Territorio. Tra i reperti e le opere conservati, spiccano i dipinti di artisti piemontesi e biellesi dal ‘500 ai giorni nostri da Bernardino Lanino a Ugo Nespolo e Michelangelo Pistoletto, una raccolta di reperti precolombiani e una sezione storico-artistica con opere di Fontana, Magritte, Chagall, Mirò e il capolavoro di Emilio Longoni “Riflessioni di un affamato”. La collezione della Sala Egizia testimonia l’opera di Ernesto Schiaparelli, egittologo biellese i cui ritrovamenti hanno fatto del Museo Egizio di Torino il secondo più importante del mondo.


Il quartiere medievale Volgendo lo sguardo verso l’alto, dal centro della città si scopre la sagoma della collina su cui, in epoca medievale, si spostò parte della vita di Biella. Fu il vescovo di Vercelli Uguccione, nel 12° secolo, a concedere privilegi a chiunque prendesse la decisione di andare a vivere su quell’altura, convincendo i biellesi di fede guelfa ad abitarla. Il centro del Piazzo – così è chiamato l’antico quartiere – è piazza Cisterna, su cui si affaccia l’omonimo palazzo, residenza nobile sorta nel 16° secolo. Il cuore della vita religiosa è la chiesa di San Giacomo, consacrata nel 1227. Altri nobili palazzi si trovano spingendosi in direzione di corso del Piazzo: palazzo Ferrero, con la torre visibile anche dalla pianura, palazzo La Marmora, storica residenza della famiglia con la sua facciata lunga 80 metri, palazzo Gromo Losa con il suo splendido giardino. Le tre dimore sono l’anima del Polo Culturale del Piazzo. La sinagoga testimonia che un tempo il quartiere ospitava il ghetto ebraico. La casa dalle travi lignee a vista su piazza Cucco è considerata la più antica del rione. A collegare il Piazzo e Biella piano pensa la Funicolare, costruita nel 1885, recentemente rinnovata e resa gratuita per i viaggiatori.



Arte e cultura Storia e arte trovano casa tra il Museo del Territorio e il Polo Culturale del Piazzo, che spesso lavorano insieme per fornire più di una sede a mostre di ampio respiro. Grazie a questa intesa sono ospitate mostre come Selvatica e il Viaggio, ed è stata la prima città italiana a dedicare un evento al Dario Fo pittore dopo la morte del premio Nobel. Il respiro internazionale è garantito da Cittadellarte, sede dei laboratori, dei centri di ricerca, delle esposizioni e del “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto che della rigenerazione di questa vecchia fabbrica lungo il torrente Cervo è il padre. Gli archivi della Fondazione Fila racchiudono la storia recente del design dell’abbigliamento sportivo, creato a Biella quando era sede del marchio della “effe” rossa e blu. Quelli della Fondazione Sella conservano un archivio di oltre 500mila fotografie. La Fondazione Zegna lega cultura, natura e filantropia e ha sede nella dimora di famiglia, accanto alle fabbriche di Trivero. Le testimonianze della storia tessile sono da vedere (come la Fabbrica della Ruota di Pray, dove le macchine erano mosse dall’acqua del torrente, o il Lanificio Botto di Miagliano, sede delle attività culturali degli Amici della Lana) o da studiare, negli archivi – tra gli altri – della Camera del Lavoro. Una curiosità in più? Il Biellese ospita, nel castello di Verrone, il Falseum, unico museo in Italia dedicato al falso in tutte le sue declinazioni.


La capitale della lana La tradizione è nobile e antica: prima ancora che gli statuti della città, nel Medioevo, disciplinassero il lavoro di lanaioli e tessitori, una lapide di era romana parlava del sagarium, produttore di lana grossolana. Ma è nell’Ottocento, con la rivoluzione industriale, che Biella diventa la capitale italiana (o forse europea, o addirittura mondiale) della lana. Era merito dell’acqua, adatta a raffinare il prodotto grezzo e indispensabile per far muovere le macchine, prima che arrivassero vapore, carbone ed elettricità. Ancora adesso il paesaggio di Biella lungo il torrente Cervo mostra le sedi dei principali lanifici della città, alcuni attivi, altri riconvertiti (tra cui quello dove ha sede la Fondazione Pistoletto). Dove i telai sono accesi, si producono tessuti tra i più fini e rinomati al mondo. Sono originari di Biella marchi che hanno segnato la storia dell’abbigliamento e la tradizione è una chiave fondamentale del successo. Il resto lo fa il know how di chi sceglie, seleziona, cerca negli angoli più lontani del mondo la lana pregiata da trasformare in splendidi tessuti. Per tramandare questo patrimonio di conoscenze è nata Città Studi, il campus universitario alle porte della città che coltiva le eccellenze necessarie all’impresa contemporanea.

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Il santuario di Oropa... Non c’è Biellese che non sia stato, almeno una volta nella vita a “l’Urupa”. Oropa è luogo del cuore per chi abita da queste parti e patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco fin dal 2003. Qui sorge il più importante santuario mariano delle Alpi. Fin dal IV secolo, quando Sant’Eusebio vescovo di Vercelli promosse la costruzione di chiese lungo i sentieri tra Piemonte e Valle d’Aosta, qui sorsero luoghi di culto. In quello dedicato a Santa Maria, nel IX secolo venne costruito il Sacello Eusebiano che dal 1400 custodisce la statua della Madonna Nera, opera in legno di uno scultore valdostano. È del 1620 il completamento della basilica antica, fatta erigere dalla città di Biella per adempiere al voto fatto durante la peste del 1599. A monte della chiesa che ospita la statua della Madonna, sorge la monumentale basilica superiore, per i biellesi la “chiesa nuova”, progettata a fine ‘700, iniziata a costruire un secolo dopo e consacrata nel 1960. La sua cupola, alta 81 metri, è visibile anche dalla pianura. A Oropa turisti e pellegrini possono soggiornare, così come fecero, nei secoli, i reali di casa Savoia e Guglielmo Marconi.


...e gli altri santuari La storia di devozione di Biella, è fatta di altri luoghi di culto. Volgendosi verso la pianura da Oropa, girando lo sguardo verso destra si è in direzione del Santuario di Graglia: il complesso nasce nel 1600 dal progetto di un parroco, che sognava una “novella Gerusalemme” per i pellegrini. L’attuale santuario ospita la statua lignea della Madonna Lauretana, venerata dagli abitanti della zona. Se da Oropa invece si guarda nella direzione opposta, si scorge una strada che si arrampica sulle pendici di un monte: raggiunge la Galleria Rosazza, a 1500 metri di altitudine, e da lì scende verso il santuario di San Giovanni d’Andorno, edificato a partire dal 1605 nella pittoresca Valle Cervo. Qui suona la campana più grande dell’intera provincia, 17 quintali di bronzo, fusa nel 1764. Nella vicina valle di Mosso il Santuario della Brughiera è un’altra testimonianza del culto per la Madonna nel 1600, nel luogo in cui un secolo prima una pastorella sordomuta ricevette miracolosamente il dono dell’udito e della parola. Transita nella pianura biellese invece il tracciato della Via Francigena, la strada dei pellegrini tra Canterbury e Roma, attraversando i territori di Roppolo, Cavaglià e Viverone.


Il giardino sulla collina Una collina esposta al sole su tutti i suoi versanti, una balconata naturale sulla pianura da una parte e sulla conca delle Alpi biellesi dall’altra: questa è la collocazione naturale della Burcina, al confine tra i territori di Biella e di Pollone. Dalla metà del 1800 è anche un meraviglioso parco, godibile in tutti i periodi dell’anno ma che, dalla metà della primavera in poi, è un’esplosione di colori grazie alle fioriture di piante e cespugli. L’idea originale la si deve a Giovanni Piacenza, industriale tessile di Pollone, che acquistò la collina per trasformarla in un parco secondo i dettami del giardino paesistico all’inglese. Il figlio Felice completò l’opera del padre, importando e trapiantando specie arboree esotiche. Fu lui a tracciare i sentieri che ancora oggi consentono lunghe passeggiate tra piante, torrenti e belvedere. Fu lui, soprattutto, ad avere l’idea della valle dei rododendri, un angolo di collina dove si concentrano azalee e, appunto, rododendri, dando vita nella stagione della fioritura a uno spettacolo naturale senza eguali. L’altitudine massima è a 829 metri, alla fine degli oltre 4 chilometri di sentiero, dove c’è una torre di origine medioevale.


Un’oasi tra neve e natura Case per i suoi dipendenti, un centro per la salute, una strada per raggiungere più facilmente le montagne circostanti: Ermenegildo Zegna, capostipite della dinastia di imprenditori tessili, realizzò tutto questo negli anni Trenta del secolo scorso, come dono alla terra in cui era nato, Trivero, nell’alta valle di Mosso. Oggi la sua idea è diventata l’Oasi Zegna, un parco di circa 100 chilometri quadrati che mette in mostra il meglio che la natura può offrire in ambiente montano. Il progetto è nato poco più di vent’anni fa: sentieri per il trekking, la mountain bike e le escursioni a cavallo attraversano la parte più alta della valle, comprendendo anche gli storici luoghi in cui Fra Dolcino, il predicatore eretico del Trecento di cui anche Dante parla nella Divina Commedia, si asserragliò insieme ai suoi seguaci per sfuggire alle armate inviate dal vescovo di Vercelli. Qui i visitatori scoprono dettagli di flora, fauna (tra cui il Carabus Olympiae, un coleottero endemico di queste zone) e morfologia del territorio attraverso i pannelli informativi disseminati lungo il parco, che indicano anche i percorsi guidati. D’inverno con lo sci e d’estate con bici e trekking, Bielmonte è il cuore dell’attività sportiva nell’Oasi.


La mappa del Biellese

Piedicavallo SP 10 0

Rosazza Santuario di San Giovanni d’Andorno

SP 513

Campiglia Cervo

Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte di Oropa

S. Paol

Oropa

Santuar di Oro

Riserva Naturale Speciale della Burcina

SP 5

05

ex S

SP

51

2

Pollone 02

edifici storici edifici pubblici parchi e giardini

SP

SP 5

Sordevolo SP 5

Santuario di Graglia

02

SP 5

11

Occhieppo

Muzzano

Graglia 50 0

Occhiep

SP

Il centro di Biella

SP

2 51

SP

Camburzano

Netro SP 50 0

403

Donato SP

ex S

S 41

SP 40

8

405 Mongrand

9

Sala Biellese Torrazzo

SP 4

09

SP

Zubiena

40 9

ex 8 33 SS SP

410

ex

AOSTA Albiano

A4 - A5

GENOVA

16

SS

Magnano

22

8


Ailoche

9 11

Caprile

Coggiola

8 11

Portula

SP

Pray

SP

23

SP 2

ex S S

0

226

31

SP

2 SP

20 SP 8

2 23

10

29

SP 105

2 SP

SP

07

Camandona Tavigliano

Soprana

Callabiana

23

SP 304

SP

Gaglianico

23 SP 2

Cerreto Castello

Cossato

14 2

Riserva Naturale Orientata delle Baragge

30

2

313

302

SP

SP 422

SP

S

Sandigliano 3 30

Castelletto Cervo

Benna Verrone

SP 315

SP 400

Cerrione

SS

Massazza

ac

0r

23

Villanova B.se

ex S

S 23

0

00

S

41

08

0

230

6

SP 3

S ex S

SP

Zimone

2 P3

ex SS 230

ex

SP 4

15 SP 4

Salussola

SP 414

SP 321

SP SP 418

A4

7

41

Dorzano

Roppolo

43

SP 4

SP 419

ex

Carisio

1 SS

VERCELLI

20

CavagliĂ 21

593

SP 4

x SS

Viverone

Lago di Viverone

Gifflenga

3

400

41 1

SP 413

Mottalciata

ex SS 14

SP

Riserva Naturale Speciale della Bessa

SP

Castellengo 03 P3

Borriana

27

21 4

SP 2 09

ex SS

Candelo

do

Brusnengo

SP 300 0

3

SP 402

Masserano SP 2

232

Lessona

2 SP 212

ex SS 33 8

0

ex SS

Quaregna

20

Vigliano B.se

BIELLA

2 SP

5

SP 208

02

P5

Superiore

Ponderano

23

1 SP 2

0

SP

Valdengo

ppo Inferiore

Vallanzengo

Piatto

Ronco Biellese

Villa d. Bo

SP

SP 51

Ternengo

Casapinta 224

Crosa

Bioglio

Zumaglia

SP

2 23

Valle S. Nicolao

SP

Portula

Brich di Zumaglia

Tollegno

4

SP 50

Strona

8

Pettinengo

SP 10 4

Andorno Micca

Mezzana 20

SP

Miagliano

Pralungo

Curino SP

Selve Marcone

7 23 SP

SP 110

Sagliano Micca

Sostegno

SP

SP 1

Veglio

34

23 2

6

Mosso

SP

235

SP

Quittengo

SS 144

200

Trivero

Bielmonte

lo Cervo

rio opa

Crevacuore

SP

Oasi Zegna

5 SP 11

SP

Santuario della Brughiera

ex

SS

aereoporto

14 3

santuario SanthiĂ

riserva naturale autostrada

TORINO

GENOVA

strade principali

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La miniera d’oro e la savana Ci sono angoli di Biella in cui la natura si intreccia con la storia. È il caso della Bessa, una riserva naturale nella valle disegnata del torrente Elvo, dove sorgeva una miniera d’oro sfruttata dagli antichi Romani in cui, nei tempi di massimo splendore, lavoravano fino a 5mila operai. Ma tra le pietraie lasciate dai fiumi e dei ghiacciai e i sentieri, ci sono testimonianze di insediamenti ancora più antichi, come testimoniano le incisioni rupestri disseminate ovunque nell’area del parco. Ancora oggi, la vocazione aurifera della zona è ricordata da un manipolo di appassionati: nel 2013 le rive del torrente Elvo hanno ospitato il campionato del mondo dei cercatori d’oro. Spostandosi verso il Cervo, l’altro grande torrente che percorre il Biellese, ci si imbatte in un ecosistema particolare, come una savana africana a latitudini ben diverse. È la Baraggia, un altopiano che parte dai confini di Candelo e si estende per 5000 ettari verso la pianura, luogo ideale per il bird-watching e per tranquille passeggiate a piedi, in mountain bike o a cavallo, è anche un piccolo paradiso per i cercatori di funghi.


Il lago di Viverone Non cercate fiumi che lo alimentino o che gli “catturino” l’acqua: l’ovale del lago di Viverone, il terzo più grande del Piemonte dopo Maggiore e Orta, è arricchito da affluenti sotterranei che provvedono molto lentamente al ricambio della sua acqua (si è calcolato che per il ricambio totale occorrano 35 anni). Di origine glaciale antichissima, ha tra le sue caratteristiche quello di essere una preziosa fonte di testimonianze per gli archeologi: qui i resti di villaggi di palafitte ritrovati poco più di vent’anni fa raccontano di insediamenti umani fin dall’età del bronzo, una testimonianza dichiarata patrimonio dell’Unesco. Oggi è la spiaggia dei biellesi (e degli eporediesi: il lago è a metà strada tra Biella e Ivrea) che lo frequentano d’estate per un buon bagno ma anche per praticare sport acquatici, dallo sci nautico alla vela. La riva occidentale, più selvaggia, è immersa nella natura ed è il luogo perfetto per il bird watching. Luogo abituato ad accogliere i turisti (anche stranieri) da anni, Viverone offre hotel e camping per i visitatori. Il piatto tipico è il coregone, pescato fresco nel lago, accompagnato da un bicchiere di Erbaluce, il bianco tipico delle colline che circondano lo specchio d’acqua.

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Intorno a Biella Partite dal capoluogo e lasciatevi guidare dall’istinto degli esploratori: scoprirete che i dintorni di Biella offrono gemme preziose e curiose. A pochi chilometri dalla città, nella vicina Candelo, c’è il Ricetto, rifugio costruito nel Medioevo per proteggere i cittadini in caso di assedio e conservato intatto fino ai giorni nostri. Forse lo avete già visto, come scenario privilegiato di sceneggiati (da “La freccia nera” alla parodia dei Promessi Sposi di Marchesini-Lopez-Solenghi) o film (Dracula di Dario Argento). Attraversando il torrente Cervo, arrampicatevi sulle colline di Vigliano e gustate il panorama da Villa Era con i suoi vigneti o dal castello di Montecavallo con le sue torri merlate o, solo un po’ più a Est, dal castello di Valdengo. Avvicinandosi ancora di più ai boschi e alle colline, si trovano il centro storico di Masserano, dalle origini medievali, e la frazione Bonda di Mezzana Mortigliengo, trasformata in galleria d’arte moderna a cielo aperto con opere di quasi 100 artisti Senza dimenticare l’ecomuseo del Biellese con le sue quindici “cellule”, da quella dedicata alla terracotta di Ronco a quelli che raccontano antichi mestieri e tradizioni come il Mulino Susta di Soprana, la Casa Museo di Rosazza e la Trappa di Sordevolo.


Bici, golf e montagna A un appassionato di ciclismo basterà dire Oropa per ricordare un pomeriggio del 1999, quando Marco Pantani scelse la salita da Biella al Santuario per compiere una delle più incredibili imprese della storia del Giro d’Italia: fermato ad ascesa appena cominciata da un incidente meccanico, la caduta della catena, iniziò una rimonta solitaria incredibile, che lo portò a vincere la tappa dopo aver superato l’intero gruppo. I cicloamatori che scelgono il Biellese per una delle loro escursioni non possono trascurare gli undici chilometri di questa salita, arrivo di tappa in altre sei occasioni, l’ultima nel 2017, e disseminata di cartelli e di testimonianze di quell’impresa. Ma l’intero territorio è disseminato di saliscendi per gambe buone, compresi i percorsi per la mountain bike, per esempio, nell’Oasi Zegna. Il Biellese è terra di montagna: se d’inverno si scia (discesa, fondo, sci-alpinismo) attorno a Bielmonte e a Oropa, nel resto dell’anno il trekking è possibile su percorsi per tutte le “gambe”, con una cima o uno dei molti rifugi come meta. Golfisti anche dall’estero scelgono Biella per la loro passione: tra i percorsi a 18 e a 9 buche, spicca il Golf Club Le Betulle di Magnano, eletto a più riprese campo migliore d’Italia.

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La cucina della tradizione Le strade del gusto La cucina biellese sa deliziare il palato con i suoi ingredienti dati dalle materie prime del territorio. Non c’è gita in montagna senza polenta concia, la zuppa di farina gialla cotta nel paiolo di rame, completata dal burro brunito in padella, in cui l’altro ingrediente chiave è la toma, tipico formaggio dalle mille stagionature. Il maccagno, che Quintino Sella amava portare a Roma per farlo gustare ai colleghi politici, è un presidio Slow Food. E il riso non può che essere quello Dop della Baraggia Biellese e Vercellese, unico marchio di denominazione d’origine protetta della provincia. La paletta, altro presidio Slow Food, è la spalla di maiale, insaporita in erbe e bacche e lasciata marinare e infine lessata. Passando al dessert, è nobile il sapore dei canestrelli, cioccolato fondente racchiuso tra due cialde sottili e croccanti. Così come sono croccanti i torcetti, ciambelle ricoperte di zucchero e arricchite dal burro. E i vini? Quelli tipici sono il rosso corposo delle colline intorno a Lessona, Masserano e Brusnengo (Lessona, Bramaterra, Coste della Sesia) e il bianco del lago di Viverone (Erbaluce). Ma altre bevande del Biellese raggiungono il mondo: il ratafià, un infuso di alcool e frutta tipico della Valle Cervo, la birra, dalla bionda pluripremiata nei concorsi internazionali a quelle artigianali, e l’acqua minerale più leggera d’Europa.


Le strade della moda Il percorso nella storia della lana nel Biellese può essere anche un’occasione per lo shopping. Se il corso dei torrenti che disegnano le valli della provincia è da sempre sede naturale delle fabbriche, spacci, negozi e outlet si trovano soprattutto lungo la statale Biella-Vercelli (per i biellesi la “strada Trossi”, dal conte appassionato di motori e pilota automobilistico a cui è stata intitolata in modo informale). Lontano dalla strada Trossi e lungo le valli, anche le sedi storiche delle aziende ospitano spacci, outlet e talvolta anche piccoli musei di storia del tessile. I negozi dei marchi del lusso “Made in Biella” sono meta dei giri turistici degli stranieri che non si accontentano di fare conoscenza con il buon gusto italiano nel quadrilatero della moda milanese. Ma a Biella e dintorni, accanto allo shopping, si può anche ammirare la natura, spesso abbellita dal mecenatismo degli industriali che hanno creato parchi naturali. E, a proposito di natura, c’è un’eccellenza colorata e nascosta tutta biellese, quella del florovivaismo: cercate i vivai e le serre nella fascia di pianura dalla periferia di Biella verso Vigliano e Valdengo.

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Foto Monte Camino #parapendiobiella


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