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Verdi Civici news

Verdi Civici Umbria News - periodico del gruppo consiliare Verdi per i valori - Supplemento al numero odierno di Notizie Verdi Agenzia quotidiana di informazione dei Verdi italiani. Sped. ab. post. dl 353/2003(conv. in l. 27-02-2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB-ROMA

UMBRIA

Donne, uomini, aria, acqua, terra, fuoco nel cuore verde d'Italia

Una visione, un progetto Oliviero Dottorini

Karl-Ludwig Schibel 2

Numero 3

8 Energie rinnovabili

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9 Sviluppo rurale L'ultima soddisfazione è arrivata con l'ok del Consiglio Speciale elezioni 2-3 regionale alla legge dei Verdi e civici sul pluralismo informatico. L'Umbria, prima regione in Italia, si dota di una Commercio equo 4 10 Calendario caccia normativa organica contro i monopoli e a favore del software libero. Di più: quella approvata è la prima legge di iniziativa consiliare da inizio legislatura (per la quale 10 Disagi Fcu Medicine bio-naturali 4 l'azione dei Verdi e civici è risultata determinante). Ma altri progetti emblematici trovano i giusti approdi. Chi avrebbe mai pensato per esempio che il centrosinistra, a esclusione Software libero: è legge 5 10 Mostro energetico dello Sdi, potesse ritrovarsi unito a presentare una proposta di legge sul commercio equo e solidale? Eppure sbaglieremmo a sottovalutare i tanti nodi irrisolProposta nuovi parchi 6 11 Pietramelina ti che emergono nel dipanarsi della nostra esperienza regionale. Il voto di Palazzo Cesaroni sulla trasformazione 11 Castiglione del Lago Strade sì, ma ferrate I-IV in autostrada della E45 ci costringe (per ora) alla resistenza e a subire un modello di sviluppo ottocentesco che mette d'accordo destra e sinistra, ma rischia di indebolire ancora 11 Per un’altra tv Forum salute mentale 7 di più le potenzialità economiche dell'Umbria. Il muro granitico delle convinzioni "per partito preso" già inizia a mostrare le prime crepe, ma non sarà facile l’azione di chi si oppone a questa ipotesi folle. Ecco, noi pensiamo che anche in Umbria di incubi da sconSappiamo che ci attendono molte sfide su cui modelli e giurare ce ne siano diversi, sorretti purtroppo da un armaprospettive si confronteranno. Dovremo, per esempio, mentario ideologico che spesso riesce a mettere insieme chiarire perché l'Umbria fatica a mettersi in sintonia con destra e sinistra, progressisti e conservatori in un'identità di gli orientamenti energetici nazionali ed europei riguardo vedute sul futuro e sulle vie da percorrere per interpretarlo. alle fonti rinnovabili. Sarà opportuno vigilare su una Per quanto ci riguarda, faremo la nostra parte perché la gestione del ciclo integrato dei rifiuti che a tutt'oggi dimonostra visione della realtà e dello sviluppo sia sorretta da stra tutta la sua inadeguatezza, ma anche dare risposte serie quel pragmatismo che lega i sogni al mondo e impedisce all'arretratezza che sta vivendo il sistema ferroviario regioche vengano confinati, come velleitari, nell'angolo dei nale. Mantenere alta la guardia su possibili blitz per megabuoni propositi. Senza aspettarci la progetti inutili e dannosi, fare condivisione di un percorso culturale delle aree naturali protette un'oco di una prospettiva soft per l'econocasione di sviluppo, trovare le mia regionale, tuttavia c'è una grande forme perché non vada perduta la sfida che dà senso alla nostra presengrande tradizione di libertà e za nelle istituzioni: quella di assicurainnovazione che l'associazionire voce e dignità a un modello cultusmo e il volontariato custodiscorale e a una prospettiva economica e no come un patrimonio di civiltà. sociale più aderente alla vocazione e L'autunno porterà con sé anche la alle potenzialità dell’Umbria, mettendiscussione sul piano di sviluppo do in discussione, per esempio, quella agricolo della nostra regione (le sorta di strategia keynesiana un po' premesse ci preoccupano molto). distorta che interpreta le grandi opere Sono temi a cui sarebbe sbagliacome la molla in grado di attivare to rispondere con ricette rassicurisorse e finanziamenti che a loro ranti o facendo leva su politiche volta avrebbero ricadute miracolose conservatrici e di corto respiro. nel sistema economico-produttivo, a Nel panorama delle trasformazioprescindere da qualsiasi modello o ni globali, minacciose o benigne che siano, la politica non esigenza concreta. può limitarsi ad elargire qualche contributo a pioggia o a Crediamo che ci sia un'Umbria migliore a cui dare voce. intercettare contributi a prescindere da strategie globaE' possibile fare meglio, con più libertà, più freschezza, li. Occorre un progetto di regione, un'idea di svilupfacendosi largo tra giochi e burocrazie. Nella consapevopo e di società, un nuovo rapporto con associaziolezza dei limiti del nostro agire, e in un'ottica di coalizione, ni, forze produttive, istituti di ricerca. vorremmo essere la voce di chi crede in un futuro solidale, C'è una frase che ebbe a citare Piero sostenibile, concreto, ma anche ricco: perché sbaglia chi Fassino in occasione di un recente conpensa che il benessere di una terra debba passare inevitagresso del suo partito. Una visione bilmente per le devastazioni del territorio e per una mentasenza un progetto - disse il segretario lità industrialista e provinciale che immagina di accumulaDs - assomiglia a un'illusione, ma re senza restituire nulla. E' fuori registro l'idea di chi crede un progetto senza una visione è di poter arginare la novità del futuro che ci attende ancomolto vicino a un incubo. randosi alle ricette del passato.

O l i v i e r o

D o t t o r i n i

i n f o r m a


2 - Verdi Civici UMBRIA news Buone pratiche

La buona pratica delle buone pratiche Karl-Ludwig Schibel* Occorre far attenzione quando tutti si trovano d'accordo nell'apprezzamento di una cosa. Il sospetto che potrebbe nascere è che usano lo stesso concetto per coprire delle realtà molto diverse e a volte contraddittorie. Le "buone pratiche" attualmente stanno subendo questo destino. Tutti concordano che sono una bella cosa, auspicabile, da promuovere. Nei paesi anglosassoni si parla di "good practice" e di "best practice" e sbaglia chi pensa che quest'ultima sia la forma più avanzata della prima. Quando nel 1992 è stata costruita a Friburgo in Germania la casa a zero consumo di energia, si trattava al tempo di best practice. Meglio non si poteva e, infatti, fu necessario un contributo pubblico di 2,6 milioni di marchi tedeschi per realizzare le tecnologie più avanzate di risparmio energetico. Una pratica che dovrebbe essere un esempio per tutti noi? Assolutamente no. Una soluzione

d'avanguardia, non generalizzabile, che serve per dimostrare quello che tecnicamente è fattibile. Da circa cinque anni la Provincia autonoma di Bolzano porta avanti il programma "CasaClima", misure di miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici. Una coibentazione consistente dell'involucro, doppie vetrate, eliminazione di ponti termici, impiego del termosolare per riscaldare circa la metà dell'acqua sanitaria, lampadine a risparmio... Una buona pratica che si sta diffondendo in tutta la Provincia riducendo in modo consistente il consumo di calore ed energia elettrica nel costruito. Recentemente la Toscana e l'Emilia Romagna si sono interessate per l'adozione di questa buona pratica nella propria Regione. E, infatti, di questo si tratta: un modo corretto di fare che si candida per sostituire il modo convenzionale. Oggi nell'uso razionale dell'energia,

nell'impiego delle energie rinnovabili, nella gestione integrata dei rifiuti, nella mobilità sostenibile le soluzioni le conosciamo. Sono stati scritti interi libri di raccolta di buone pratiche nei vari campi d'azione. Sull'ordine del giorno di coloro che parlano di "sostenibilità" con un minimo di sincerità, ci dovrebbe essere la promozione dell'inserimento di queste pratiche nel funzionamento quotidiano delle istituzioni, delle imprese e delle case private. Ha capito poco, nel caso migliore, o agisce in malafede, nel caso peggiore, chi presenta le "buone pratiche" come qualcosa di straordinario, da elevare nell'Olimpo in modo che noi, comuni mortali, possiamo tranquillamente continuare a fare così come abbiamo sempre fatto cantando con ammirazione le lodi delle "buone pratiche". * Direttore Fiera delle utopie concrete, coordinatore italiano Alleanza per il clima

Politiche 2006

Sedici alla Camera e sei Senato Tutti gli eletti nelle liste dei Verdi Le elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006 hanno visto il successo dell'Unione guidata da Romano Prodi. Si chiude, speriamo in modo definitivo, la parentesi berlusconiana che ha fatto leva sulla difesa di interessi egoistici dei ceti abbienti e sulla personalizzazione della politica per scardinare le regole del nostro vivere civile. I Verdi hanno presentato una Verdi Civici Umbria news Questo giornale è realizzato a cura del gruppo consiliare Verdi per i valori alla Regione Umbria. Supplemento al numero odierno di “Notizie Verdi” Reg. tribunale Roma n.34 del 7-2-2005 Direttore: Enrico Fontana Redazione e impaginazione: Nico Scarscelli Hanno collaborato: Mario Scarscelli, Luigi Rambotti, Maurizio Zara. E’ stampato su carta riciclata presso il centro stampa del Consiglio regionale, Palazzo Cesaroni.

propria lista alla Camera dei Deputati e una lista assieme al Pdci ed ai Consumatori uniti al Senato. Con 800mila voti i deputati verdi sono passati da 7 a 16, mentre al Senato il Sole che ride può contare su 6 senatori. Non si può nascondere che le aspettative fossero maggiori, ma una campagna elettorale fortemente appiattita sulla personalizzazione dello scontro piuttosto che sui contenuti ha penalizzato chi, come i Verdi, ha messo al centro della sua iniziativa temi e proposte impegnativi: dalla questione energetica alle opere utili, dalla pace alla solidarietà. Quella che si è aperta da poche settimane è una legislatura difficile, basti pensare alle disastrose condizioni dei conti pubblici lasciate in

dote dalla finanza creativa di Tremonti o al fallimento della Legge obiettivo e alla conseguente politica delle Grandi opere lunardiane. Il Governo Prodi dovrà essere capace di risolvere le emergenze economiche, sociali e ambientali mantenendo fede

al programma presentato agli elettori. Ai Verdi è stato riconosciuto un ruolo che corrisponde alla "missione" degli ecologisti: il governo dell'ambiente e la tutela del territorio, l'agricoltura e le dinamiche economiche dello sviluppo sostenibile.

Alfonso Pecoraro Scanio, Ministro dell'Ambiente Paolo Cento, Sottosegretario all'Economia Stefano Boco, Sottosegretario all'Agricoltura Camera de Deputati: Paola Balducci Marco Boato Stefano Boco Angelo Bonelli (Capogruppo) Arnold Cassola Paolo Cento Tana De Zulueta Grazia Francescato Massimo Fundarò Marco Lion (Presidente commissione Agricoltura) Alfonso Pecoraro Scanio

Tommaso Pellegrino Roberto Poletti Giuseppe Trepiccione Luana Zanella Camillo Piazza Senato della Repubblica: Natale Ripamonti Anna Donati (Presidente commissione Lavori pubblici) Mauro Bulgarelli Loredana De Petris Marco Pecoraro Scanio Gianpaolo Silvestri

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Speciale elezioni

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Più forti i Verdi e civici nei consigli comunali Eletti Roberto Lensi, Amedeo Baldinucci e Paolo Arice. Nella Città dei ceri Lucio Panfili è assessore all'Ambiente Una tornata amministrativa molto positiva per il Sole che ride. Città di Castello, Gubbio, Amelia, registrano risultati importanti che premiano l'impegno e la serietà di un'esperienza di autentico cambiamento. Se a Città di Castello si conferma il radicamento di una forza politica in espansione, anche da altre città della regione arrivano segnali incoraggianti. Ad Amelia i Verdi ottengono un consigliere e a Gubbio viene riconosciuto in pieno il ruolo che il Sole che ride ha saputo svolgere anche come forza di governo nella passata consiliatura. Città di Castello. La lista dei Verdi e civici ha ottenuto 1.300 voti pari al 5,8 per cento. Per la prima volta il Sole che ride entra in consiglio comunale. "Abbiamo dimostrato di essere una forza politica matura e in grado di rimanere unita anche davanti a scelte difficili - ha commentato il portavoce Mario Scarscelli -. E'

stato importante per noi avere abbandonato l'ottica minoritaria da partitino ininfluente e puntare su progetti concreti per la nostra città". Sarà Roberto Lensi a rappresentare il movimento tifernate nella massima assise cittadina. Subito esplicitata la sua decisione di dare vita al gruppo dei Verdi e civici: "Non è in discussione - ha detto Lensi - l'autonomia del gruppo da condizionamenti e la nostra intenzione di trattare le problematiche amministrative con il sano spirito civico della valorizzazione della trasparenza amministrativa". Gubbio. I Verdi vanno al governo insieme a Rifondazione comunista e Sinistra unita nella coalizione guidata da Orfeo Goracci. Lucio Panfili diventa assessore all'Ambiente ed in consiglio comunale siede Amedeo Baldinucci, rappre-

sentante storico del Comitato di Ghignano contro l'incenerimento dei rifiuti nei cementifici. I Verdi eugubini raccolgono 473 voti pari al 2,5 per cento. Amelia. Con oltre 150 preferenze, viene eletto nella lista dell'Unione Paolo Arice che ottiene anche alcune deleghe sull'ambiente. La Federazione dei Verdi ha partecipato anche a Nocera Umbra, con Elisa Pupilli nella lista dell'Unione, e ad Assisi, con Claudia Zilibotti, candidata nella lista civico-ambientalista 'La Mongolfiera'. "I Verdi - afferma la Presidente regionale Maria Giovanna Fiorelli - escono rafforzati da questa tornata elettorale. Un risultato incoraggiante che ci spinge a prepararci per le comunali del 2007 di Todi, Deruta, Narni e probabilmente Bettona e Cascia con l'obiettivo di aggregare le migliori forze civiche ed ambientaliste".

A Terni il Sole può tornare a sorridere Prima l'azione disgregatrice di Ripa di Meana, poi le conseguenze della forzatura verso la lista civetta alle Regionali di Franco Parlavecchio: sono queste le cause principali dell'indebolimento della presenza verde nella provincia di Terni nel biennio 2004-2005. L'impegno in prima persona di Paolo Arice sta contribuendo al processo di ricostruzione del Sole che ride e al radicamento nelle realtà territoriali. " E' un processo lento e difficile - afferma il rappresentante dell'esecutivo regionale dei Verdi - ma segnali positivi già si avvertono. Il risultato delle amministrative dimostra che la presenza organizzata e la capacità di proporre politiche

per lo sviluppo sostenibile viene premiata". Dai Verdi dell'amerino è possibile ripartire per ristabilire condizioni di agibilità politica nelle aree storiche dei Verdi: Orvieto, Narni e, naturalmente, Terni. I processi di deindustrializzazione in tutta la provincia di Terni producono conseguenze devastanti in una area che ha fondato il suo modello sociale sulla industria pesante (metallurgica, chimica, ecc.). "La sfida dei Verdi - prosegue Arice - è quella di promuovere un modello sostenibile e credibile di sviluppo che valorizza la vera materia prima del nostro territorio: l'ambiente, i beni culturali, le produzioni agricole tipiche e di qualità. Dobbiamo essere capaci di costruire nella

società civile le condizioni per scongiurare gli effetti nefasti che potrebbero avere gli ultimi colpi di coda delle politiche industrialiste, come sta avvenendo con la centrale da 400mw di Treie, a Narni, e con il progetto di trasformazione della E45 in asse autostradale".

Verdi Civici: istruzioni per l’uso Gruppo consiliare “Verdi per i valori” piazza Italia 2, 06100 Perugia Tel: 075.5763002 - 075.5763236 Fax: 075.5763395 Assistenti: Luigi Rambotti, Nico Scarscelli email: gruppoverdi@crumbria.it Oliviero Dottorini, Capogruppo Verdi Presidente prima commissione Tel: 075.5729939 - Fax: 075.5763395 Cell: 338.6980911 email:dottorini.oliviero@crumbria.it www.dottorini.org Prima commissione consiliare Tel: 075.5763381 - 075.5763018 comm1@crumbria.it Federazione dei Verdi dell’Umbria via Ciatti 15, 06100 Perugia Presidente Maria Giovanna Fiorelli Cell: 335.8016912 Tel: 075.5729855 - Fax: 075.5729855 email: verdi.umbria@tiscali.it Verdi di Perugia Responsabile Dina Porazzini Tel: 347.9555960 Verdi e civici di Città di Castello Portavoce Mario Scarscelli Tel: 347.2556476 email: info@verdicivici.it www.verdicivici.it Verdi di Foligno via Damiano Chiesa, 2 06034 Foligno Responsabile Sofia Perrucci Tel: 347.5713365 email: folignocivile@libero.it Verdi di Gubbio Responsabile Ubaldo Scavizzi Tel: 335.8016912 Verdi della Valnerina Responsabile Oscar Mattioli Tel: 349.2693033 Verdi del Lago Trasimeno Responsabile Emanuele Gatticchi Tel: 347.3776919 Verdi di Amelia Responsabile Paolo Arice Tel: 339.3457862

Anche i Verdi di Perugia si tingono di rosa I Verdi di Perugia hanno rinnovato gli organismi dirigenti. Presidente è Dina Porazzini, già presidente nazionale dell'ordine degli agronomi, che sarà affiancata nell'esecutivo da Rita Becchetti, Daniela Chiavarini, Mario Sanna e Luigi Montanari. Il nuovo esecutivo ha di fronte

l'obiettivo di ricostruire una presenza politica dei Verdi a Perugia in grado di elaborare proposte per una gestione del capoluogo improntata allo sviluppo sostenibile ed alla qualità della vita, guardando anche alla dimensione sociale e con una particolare attenzione alla forte presenza universitaria.

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4 - Verdi Civici UMBRIA news Commercio equo e solidale

Tutelare i piccoli produttori del Sud del mondo

Parte bene la proposta per il commercio equo Una proposta per incentivare la cultura e la diffusione del commercio equo e solidale. È quella che le forze politiche di maggioranza (ad esclusione dello Sdi-Rosa nel pugno) hanno presentato i primi di luglio a Palazzo Cesaroni per rispondere alla straordinaria diffusione del mercato etico in Italia e in Europa. La conquista di sempre nuove fette di mercato da parte delle botteghe del mondo e delle centrali di importazione già fa parlare di una crisi di crescita per questa nuova modalità di intendere i rapporti commerciali tra Nord e Sud del mondo. Si fa concreto infatti il rischio che multinazionali che violano i più elementari codici etici, come Nestlé, possano tentare di fare profitto anche su una fetta di mercato ancora inesplorata che vede i consumatori europei sempre più sensibili. Per questo diventa molto importante distinguere tra chi ha intrapreso la strada del commercio equo per contribuire a riequilibrare i rapporti di ricchezza tra paesi industrializzati e paesi in via di sviluppo e chi pensa di sfruttare il marchio di garanzia etica solo come un ulteriore occasione di profitto. La proposta di legge cerca di mettere un freno a questo atteggiamento spregiudicato istituendo il registro degli operatori del

commercio equo e solidale umbri. Ad oggi l'unica regione che ha tentato di regolare questo settore è stata la Toscana, ma è possibile fare di più e meglio. Il coinvolgimento dei gruppi di centrosinistra lascia ben sperare e il promotore dell'iniziativa si dice molto soddisfatto: "La proposta di legge ha raccolto l'adesione dell'Unione e ciò rappresenta un ottimo segnale e un buon viatico per l'iter della legge. L'auspicio - secondo Oliviero Dottorini - è che sia approvata entro l'anno in modo da poter accedere ai 50mila euro già stanziati a gennaio con il nostro emendamento al bilancio regionale". Il testo è stato elaborato seguendo un iter insolito, ma che si è dimostrato vincente. Ad inizio ottobre infatti è stato creato un tavolo di lavoro tra Verdi e civici (che avevano una loro proposta di legge già pronta per la presentazione), Ds, Rifondazione comunista, Margherita e Pdci che si è avvalso del coordinamento di Michele Stella, presidente di Umbriaequosolidale, associazione che rappresenta la quasi totalità delle botteghe del commercio equo della nostra regione, per mettere a punto un testo di legge unico, che raccogliesse le varie proposte dei singoli partiti e che, cosa altrettanto importante, coin-

Medicine non convenzionali

Una legge per la libertà terapeutica Garantire ai cittadini la libertà di scelta terapeutica I Verdi e civici preparano un disegno di legge sulle Discipline bio naturali "Per i Verdi e civici la salute è un diritto inalienabile e universale e per questo difendiamo con tenacia un sistema sanitario pubblico, gratuito, per tutti". Queste le premesse illustrate dal capogruppo dei Verdi e civici Oliviero Dottorini per presentare la proposta di legge sulle disci-

pline bionaturali e la medicina non convenzionale. Secondo il Sole che ride il diritto alla salute, alla cura, allo stare bene deve avere come riferimento anche l'assunzione della libertà terapeutica e del consenso informato. E' su questo terreno che si

Ecco punto per punto i contenuti della proposta - Assicurare ai cittadini che accedono a pratiche di medicine non convenzionali un esercizio corretto e professionale; - Valorizzare l'attività degli operatori per garantire un'offerta qualificata delle prestazioni e dei servizi; - Stabilire i criteri per la definizione delle discipline bio naturali; - Definire un percorso di formazione per chi intende praticare l'esercizio di tali discipline; - Istituire un Comitato regionale per le discipline del benessere e bio naturali che concorra alla definizione delle politiche e delle iniziative regionali volte a qualificare gli operatori; - Istituire un elenco regionale delle discipline del benessere; - Promuovere intese con le altre regioni per il reciproco riconoscimento dei percorsi formativi.

volgesse le botteghe del commercio equo. "Va rimarcato - ha affermato Stella - che nella normativa è contemplato anche il sostegno alle associazioni con iniziative culturali per concorrere al riconoscimento di un modello di commercio alternativo a quello del profitto".

Altrocioccolato, fare festa al cacao Dal 19 al 22 di ottobre le strade di Gubbio saranno di nuovo popolate di stand, artisti di strada, musicanti, esposizioni, mentre nei palazzi di nuovo si dibatterà intorno ai temi del commercio equo e solidale, della finanza etica, dello stato sociale, del rispetto dell'Ambiente e del rispetto dell'Uomo. Altrocioccolato è un festival e una manifestazione culturale che intende sensibilizzare il grande pubblico sulle tematiche inerenti la produzione, la commercializzazione, la trasformazione e il consumo innanzitutto del cacao, ma anche di ogni altro bene di cui siamo soliti far uso. Giunta ormai alla sua quinta edizione l'Associazione Umbria EquoSolidale, promotrice ed organizzatrice della manifestazione, vuol ripetere il successo dello scorso anno oltrepassando i già importanti traguardi politicoistituzionali, sociali ed educativi raggiunti. Per informazioni e per partecipare ad Altrocioccolato: www.altrocioccolato.org

innestano, con sempre maggiore forza, la medicina non convenzionale e le cosiddette discipline bionaturali che costituiscono un'importante opportunità per i cittadini. Le tecniche psicosomatiche, energetiche e naturali attraggono un numero sempre crescente di persone e anche in Umbria si assiste alla fioritura di scuole olistiche, di meditazione che in modo eterogeneo svolgono un importante ruolo di prevenzione e cura. Per questo è necessario stabilire un sistema normativo che dia agli utenti ed agli operatori la necessaria sicurezza, garantendo il principio del consenso informato e l'effettiva e consapevole libertà di scelta. "E' lontana da noi qualunque visione antiscientista riguardo alla medicina - ha precisato Dottorini -, infatti sosteniamo l'utilità di una collabora-

zione attiva tra la medicina non convenzionale e quella ufficiale, nel pieno rispetto delle competenze e degli ambiti specifici. Tuttavia pensiamo che non esiste un'unica modalità per garantire la salute e il benessere degli individui". In Umbria è necessario colmare un vuoto normativo e per questo i Verdi e civici hanno elaborato, con la preziosa collaborazione di esperti come Maria Antonietta Spaccini, un disegno di legge per regolamentare le discipline non convenzionali. "Mi auguro che l'iter del disegno di legge - conclude Dottorini - sia accompagnato da una riflessione che coinvolga il maggior numero possibile di persone e soggetti associativi. Il nostro obiettivo è fare in modo che il confronto faccia crescere sensibilità e interesse in tutta la società civile dell'Umbria".

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Software libero: è legge Verdi Civici UMBRIA news - 5

Software libero contro i monopoli

La legge Dottorini guadagna il primato nazionale Più pluralismo, minori spese per la regione: l’Umbria prima in Italia sull’open source Lo avevamo promesso in campagna ha come finalità quella di elettorale e ora, dopo circa un anno di garantire al cittadino il pluralilavoro al fianco delle smo informatico associazioni umbre e e di rompere i Oltre a essere la prima del Linux user group monopoli che di legge a livello perugino, è stata fatto ingessano il nazionale sul software approvata la legge mercato, costrinlibero, quella di Dottorini sul pluraligendo la pubbliDottorini è anche la smo informatico, la ca amministraprima in Italia a regozione a investiprima legge di origine lamentare e favorire menti sproposiconsiliare che la regiol'uso di software libetati e allo stesso ne dell'Umbria approva ro all'interno di una tempo immotivain questa legislatura. Linus Torvalds, l’inventore del sistema operativo open regione. ti". source Linux e sotto il pinguino icona del software libero "Da oggi - ha comL'open source in tutto il mondo mentato Oliviero Dottorini - la nostra software fornisce grandi regione ha una legge che la pone opportunità per la pubblica emendamento al Dap e al Bilancio dello all'avanguardia nel cogliere le opportuamministrazione e garantisce al cittadistesso Dottorini. nità offerte dall'open source software. no il pluralismo informatico, non vincoGrande soddisfazione è stata espressa Prima fra tutte le regioni d'Italia, landolo all'uso di un determinato softda tutte le associazioni umbre e naziol’Umbria si dota infatti di una legge che ware per scambiare o consultare docunali di promozione del software libero, menti della pubblica amministrazione, tra cui Stefano Maffulli, presidente come di fatto avviene normalmente, ma della Fondazione europea del software lasciandogli la libertà di scegliere il ''Ora il Parlamento segua libero, e Eugenia Franzoni, presidente formato secondo lui più convedel Lug di Perugia. La casella di l'esempio dell'Umbria'' niente, sicuro ed accessibile. posta elettronica del gruppo dei Questa possibilità di scelta deve Verdi e civici è stata inondata di La decisone del Consiglio regionale essere garantita anche nel mondo mail di congratulazioni e propodell'Umbria dà seguito alla presendell'istruzione scolastica, a partiste di collaborazione, tutti i siti tazione del corrispettivo disegno di re da quegli istituti direttamenlegge al Senato nella scorsa legisladi che si occupano di informate collegati alle nuove tecnotura e alla conseguente istituzioni tica e nuove tecnologie logie, mettendo a disposidi una apposita Commissione prohanno riportato la notizia mossa dall'allora ministro Lucio zione dei docenti e degli per giorni. Stanca che confermò la validità, studenti tutte le risorse Inoltre il 27 luglio l’assesl'utilità e la fattibilità di una simile necessarie per far sore all’Istruzione e alla scelta. conoscere ed utilizzaFormazione Maria "Noi Verdi - ha commentato il re in modo produttivo Prodi ha voluto inconresponsabile Tecnologie e innoval'open source softwazione del Sole che ride Fiorello trare una delegazione dei re. Cortiana - lanciammo la proposta Linux user group (presenti Altro aspetto fondamentale della legge anche a tutte le regioni. Solo la Eugenia Franzoni e Andrea Castellani) Toscana approvò un emendamento è la sostenibilità economica. Dal 2005 che assieme a Dottorini e Scarscelli di legge capace di recepirne gli ad oggi la nostra regione ha speso circa hanno illustrato le potenzialità di sviindirizzi, ma ora la regione Umbria un milione e mezzo di euro per il rinnoluppo, sicurezza e risparmio che il softha fatto di più approvando la legge vo e l'acquisto di nuove licenze softwaware libero garantisce. intera. Mi auguro che ora il re, di cui il novanta per cento prodotti Parlamento nazionale ne segua Per scaricare la legge: targati Microsoft, azienda che è bene l'esempio". http://www.dottorini.org/leggi/sw_libero.pdf ricordare l'Unione Europea ha condannato per abuso di monopolio nel mercato europeo dell'informatica. In un'ottica Linux Day a Perugia Pesante multa a Microsoft di razionalizzazione e riduzione dei costi della pubblica amministrazione Si svolgerà il 28 ottobre in oltre 100 La Commissione europea ha multato questo aspetto non può essere lasciato città italiane la quinta edizione del Microsoft per 460 milioni di euro e in secondo piano. Linux Day, l'appuntamento dedicato due milioni di euro al giorno se non Il provvedimento ha goduto della prea GNU/Linux e al software libero. si adeguerà alle leggi europee sui ziosa collaborazione di tecnici e esperti Come ogni anno i Verdi e civici monopoli. La sentenza obbliga la come Nico Scarscelli e Mario Scarscelli saranno presenti a Perugia per divulmultinazionale a condividere parte e con la sua approvazione definitiva gare la cultura dell'open source softdel codice sorgente di Windows con viene sbloccato il fondo di 30mila euro ware al fianco dei Lug umbri. gli altri produttori di software. già stanziati a gennaio grazie ad un

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6 - Verdi Civici UMBRIA news Proposta nuovi parchi

Aree protette per la tutela ambientale e lo sviluppo economico

Nuovi parchi per difendere il “cuore verde” Una proposta di legge di iniziativa popolare promossa dai Verdi L'Umbria è la penultima regione italiana per territorio protetto. Un dato preoccupante ed emblematico che ha indotto i Verdi dell'Umbria a promuovere l'istituzione di due nuove aree naturali protette, quella del parco dei Monti delle Acque e quella del parco fluviale del Clitunno. La campagna di raccolta firme a sostegno d Proposta di legge regionale di iniziativa popolare è partita a luglio e l'obiettivo è quello di raccogliere almeno tremila firme entro dicembre 2006. "Lo stato in cui versano i Parchi regionali umbri è a dir poco pietoso - ha spiegato il presidente provinciale dei Verdi Luigi Rambotti - e questo è il risultato della scarsa convinzione con cui si è gestita finora la politica di filiera turismo-ambiente-cultura. Si continua a sbandierare lo slogan fasullo del "cuore verde d'Italia", ma le politiche regionali non sono conseguenti e ci preoccupa la visione che contraddistingue il modello di sviluppo alla base della politica della Regione, sostenuta da sinistra e destra: infrastrutturazione stradale, cave, espansioni edilizie e agricoltura intensiva". La risorsa primaria dell'Umbria è il territorio, la cultura e la storia e i Verdi, fortunatamente non da soli, hanno proposte concrete per uno sviluppo sostenibile e duraturo, in grado di creare ricchezza, mettendo a Turroni presidente dei Sibillini Il senatore Sauro Turroni è il nuovo commissario del parco nazionale dei Monti Sibillini. Pieno il sostegno dei Verdi e civici umbri. La qualità culturale e politica della nomina fatta dal ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio fa ben sperare per il futuro di tutta l'area della Valnerina umbro-marchigiana. L'impegno fondamentale di Sauro Turroni è chiaro: costruire le condizioni migliori per il rilancio del parco e per sostenere le politiche di tutela della biodiversità e di sviluppo sostenibile.

frutto le migliori qualità umbre. Per quanto riguarda la questione dei parchi regionali l'impegno del Sole che ride si sviluppa su due livelli: il primo punta a riaprire un confronto con tutti i soggetti interessati per dare funzionalità e risorse al Sistema parchi, anche per scongiurare l'ipotesi di trasferire alle comunità montane le funzioni degli enti parco (su questa ipotesi c'è la netta contrarietà di Federparchi e delle associazioni ambientaliste), il secondo prevede il rilancio del progetto Ape (Appennino parco d'Europa), inteso come elemento centrale per le politiche in difesa della biodiversità e per la valorizzazione delle produzioni locali, in sintonia con la protezione e conservazione del

territorio. "La proposta di legge di iniziativa popolare, che sta già suscitando interesse nel mondo della cultura e dell'economia, si pone anche l'importante obiettivo della salvaguardia della risorsa idrica e dei fiumi. Per i Verdi aggiunge Rambotti - la difesa dell'acqua è la madre di tutte le battaglie". Nell'area di riferimento del parco dei Monti delle Acque insistono le sorgenti del Fiume Topino e del Rio Fergia, che danno vita al bacino idrografico omonimo e per quanto riguarda il parco fluviale del Clitunno, nella Valle umbra sud, si pone l'attenzione sulla politica di tutela del corso d'acqua continuamente aggredito da scarichi industriali. "La sfida è raccogliere le tremila firme entro dicembre - conclude Rambotti -, ma sono convinto che i cittadini umbri aderiranno in modo significativo alla nostra iniziativa. Dobbiamo coinvolgere tutto il mondo ambientalista e le persone di buon senso: per i Verdi umbri è una sfida da vincere".

Parchi regionali alle comunità montane? Un’idea che non convince A distanza di undici anni dalla promulgazione delle legge 9 sulle aree naturali protette, la situazione in Umbria è a dir poco desolante. I Parchi regionali sono pochi e di scarso rilievo quantitativo (circa il 7,5% del territorio regionale) e gli Enti parco sopravvivono con pochissime risorse e scarsa capacità propositiva ed operativa. A questo si aggiunge un rischio pesante: nel progetto di riforma delle comunità montane che la giunta presenterà in Consiglio regionale a settembre è inserito un punto che ne prevede di fatto l'annullamento, assegnando le funzioni di gestione delle aree naturali protette direttamente alle comunità montane. I Verdi e civici, le associazioni ambientaliste e protezioniste, Federparchi e gli stessi presidenti dei parchi regionali hanno già espresso un parere contrario a questa ipotesi in quanto la funzione primaria degli enti parco, prevista già dalla legge quadro 394 del 1991, è quella della tutela della biodiversità.

Tra l’altro il principio di tutela della biodiversità ha trovato una migliore definizione in ambito europeo grazie alla predisposizione delle direttive Habitat ed Uccelli (Rete Natura 2000): il trasferimento di funzioni gestionali ad enti strumentali come le comunità montane significherebbe rinunciare all'obiettivo strategico di tutela e salvaguardia dell'ambiente naturale. E' sulla "missione" specifica degli enti parco che bisogna mantenere il punto ed è quello che hanno fatto i Verdi dell'Umbria attraverso un documento di riflessioni critiche consegnato il 20 luglio alla presidente Maria Rita Lorenzetti. "I Parchi regionali - hanno spiegato la presidente regionale Maria Giovanna Fiorelli e il presidente provinciale Luigi Rambotti - devono essere messi in condizione di operare attraverso enti di gestione con disponibilità finanziarie e strumentazioni scientifiche in grado di realizzare quel salto di qualità di cui potranno beneficiare le risorse naturali e l'economia dei territori".

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Inserto di “Verdi Civici Umbria News”

Strade sì,ma ferrate Inserto speciale sulla battaglia contro la E45 autostrada e i suoi sviluppi a livello regionale

Numero 1

Infrastrutture: Il dibattito in Consiglio regionale

Destra e sinistra unite dal cemento Solo i Verdi e civici, assieme a comitati, ambientalisti e sindacati, si oppongono E45 autostrada e alla quattro corsie di Colfiorito: Meglio la messa in sicurezza vento: "Sarebbe singolare - aveva detto Alla fine tutti d'accordo, tranne i Verdi e - se proprio ora, quando abbiamo a porcivici: la E45 può diventare autostrada. tata di mano come coalizione di goverIn un clima concitato, con i comitati che no di questa regione le idee e le opporfuori dall'aula esponevano striscioni e tunità del cambiamento, ci trovassimo cartelli di protesta, in Consiglio regioinvischiati in abbracci politici tra destra nale si è consumato il grande inciucio. e sinistra che giudichiamo insensati e An e Rifondazione comunista, Forza difficili da spiegare. Sarebbe a nostro Italia e Pdci, passando per Ds, avviso gravissimo". Purtroppo così è Margherita, Udc e Sdi uniti da una stato. visione dello sviluppo dell'Umbria che A margine del dibattito, fermo il compassa attraverso svincoli, cemento e mento della presidente regionale dei viadotti. Alla fine di due giorni di dibatAlcuni momenti del sit-in Verdi, Maria Giovanna Fiorelli, che ha timento, infatti, contro la E45 autostrada dichiarato caustica: "Da Alleanza naziosi conclude con La seduta si era aperta con l'esposizione nale a Rifondazione comunista si condiun rifiuto netto dell'assessore alle Infrastrutture, vide una strategia di sviluppo per la (27 contro 1) il Giuseppe Mascio: un lungo elenco di nostra regione che passa voto sulla proopere, senza dettagli su attraverso una infrastrutposta avanzata priorità, costi e impatto Da An a Prc, da turazione pesante e che dai Verdi e civisocio-economico. Il capodimostra una preoccuci di rivedere il Forza Italia a Pdci, gruppo dei Verdi e civici pante arretratezza prop r o g e t t o Margherita e Ds: ha subito ribadito dati e gettuale ed una chiara Bonsignoretutti uniti da riflessioni politiche circa sottomissione alla politiCaltagirone un'unica visione l'insensatezza dei due più Il tabellone elettronico ca delle grandi opere di (fortemente dello sviluppo del Consiglio regionale importanti interventi berlusconiana memovoluto da dopo il voto (Quadrilatero ed E45 ria". Netta anche la Lunardi) di traautostrada). A queste conpresa di posizione di Italia Nostra, sformazione in autostrada della E45 e di siderazioni si è poi unito anche il capoLegambiente e Wwf. E dopo qualche correggere l'ipotesi di realizzazione gruppo di Rifondazione comunista giorno arriva anche il documento di della "Quadrilatero Umbria-Marche", Stefano Vinti e le sue sono state parole Cgil, Cisl e Uil: "Il sistema infrastruttusoprattutto per quanto riguarda la di fuoco contro l’autostrada: "Stiamo rale deve essere funzionale a promuoStatale 77 di Colfiorito. facendo una discussione vecchia di quavere un modello di sviluppo La mozione presentata dal capogruppo rant'anni, che appartiene a modelli di dell'Umbria incentrato su qualità della Oliviero Dottorini poneva dubbi sul sviluppo vecchi", ha tuonato Vinti. crescita, qualità del lavoro e sostenibilipiano delle grandi opere del governo Salvo poi approvare la mozione che tà ambientale". E quindi sì alla messa in Berlusconi e chiedeva di individuare le conferma l'assenso alla sicurezza della E45, no alla sua trasforvere priorità per l'Umbria: E45 autostrada e alla mazione in autostrada. potenziamento della rete e Statale 77 e votare conE45 e Statale 77 dei servizi ferroviari, comtro la mozione dei Verdi opere inutili e pletamento delle opere già e civici. Assieme a Pdci dannose per il iniziate e in cantiere da (durissime le parole del anni, sistemazione della territorio e per capogruppo Roberto E45 e successiva messa in l'economia Carpinelli nei confronti sicurezza. A prevalere è dell'Umbria del Sole che ride), Ds, stata invece la linea di una Margherita, Sdi, ma maggioranza trasversale anche in sintonia con che vuole l'autostrada, immaginandola tutte le forze di centrodestra. come volano dello sviluppo e incurante Una situazione che Dottorini aveva cerdi tutte le implicazioni negative sia per cato di scongiurare durante il suo interl'economia che per l'ambiente.

O l i v i e r o

D o t t o r i n i

i n f o r m a


II - Strade sì, ma ferrate

E45 autostrada/1

Tutti i dati del mostro di cemento Chi ha pensato l’Autostrada Vito Bonsignore, europarlamentare Udc, indagato per agiotaggio su banca AntonVeneta, condannato a due anni su inchiesta Tangentopoli per una tangente du 250 milioni delle vecchie lire riguardante la realizzazione dell’ospedale di Asti. Francesco Gaetano Caltagirone, costruttore, figlio e nipote di costruttori, editore del Messaggero e cognato di Pierferdinando Casini.

I costi economici Undici miliardi di euro, di cui 5,5 milardi a carico dell’Anas e 5,5 ottenibili da privati tramite il project financing e ripagati con i pedaggi dell’autostrada. Il dato non comprende i costi degli espropri per le abitazioni da demolire.

Una calamita di traffico

Barriera di Sansepolcro

Città di Castello

Secondo i dati Anas con la trasformazione in autostrada il traffico sulla E45 aumenterebbe di oltre un milione di veicoli (pesanti e non) all’anno. Il traffico giornaliero passerebbe dagli attuali 16.449 veicoli a 28.414. Consistente l’innalzamento dei livelli di Pm10 e polveri sottili.

I numeri delle strade in Umbria Indice della dotazione di rete stradale

Umbria Italia

Autostrade

Statali

Provinciali

0,69 1,12

4,22 1,15

32,18 20,67

Barriera di Ponte Pattoli

Rete stradale: confronto Umbria - Italia

I numeri del progetto La lunghezza del tracciato di progetto della E45 autostrada è di 151 km, di cui 114 sulla sede esistente allargata ed adeguata e 37 su nuova sede. La larghezza della strada passa da 13 a 25 metri. Considerate le scarpate e gli ingombri si raggiungerà un ampiezza media di oltre 48 metri.

L’Umbria risulta sovradotata di vie di comunicazione grazie anche al confronto fra rete stradale e Prodotto interno lordo: 176 per l'Umbria, rispetto al 100 nazionale. Il dato relativo alla rete autostradale non tiene conto dei raccordi di cui l’Umbria è dotatissima.

All’Umbria il record nazionale di automobili

La Legge Obiettivo

Nella nostra regione il rapporto tra auto possedute e famiglie è il più alto d´Italia: sono l’85,5 per cento i nuclei familiari che possiedono almeno una autovettura, il 48,8 per cento quelli che ne possiedono più di una. In Umbria solo l’8,5 per cento della popolazione utilizza regolarmente i mezzi pubblici (in Molise si raggiunge il 28,7 per cento, in Toscana il 14,8, nel Lazio il 12, nella provincia di Bolzano il 31,8).

Legge varata dal Governo berlusconi per “snellire” le procedure di approvazione delle grandi opere. Rinuncia al concetto di sussidiarietà e rimanda tutte le decisioni a Stato e Regioni. Il parere degli enti locali non è vincolante e si obbliga l’adeguamento dei piani locali alle scelte localizzative delle opere fatte a livelli superiori.

Cave e cantieri Per la realizzazione dell’opera si stima la necessità di attivare cave per più di 2 milioni di metri cubi di materiale. Sarà realizzata un’area di cantiere ogni 20 chilometri.

Barriera di Magione

Perugia

Dove vanno le merci che partono dall’Umbria La percorrenza media delle merci che partono dall’Umbria non supera i 71,1 chilometri. L’85 per cento dei carichi delle imprese umbre rimangono nella regione (50,5 per cento) o nelle regioni limitrofe (Lazio, Toscana, Marche, Emilia Romagna). Solo il 2,3 per cento dei carichi è diretto in Veneto e l’1,2 all’estero.

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B B


Strade sì, ma ferrate - III

"Danni incalcolabili per l'economia e l'immagine dell'Umbria"

"La retorica delle grandi opere che compromette lo sviluppo" Sintesi dell'intervento di Oliviero Dottorini nel dibattito consiliare

I risultati sono sotto gli occhi di tutti: "Degli oltre 250 interventi programmati dal governo Berlusconi, il cui costo è lievitato nel frattempo da 126 a 264 miliardi di euro, solo 60 cantieri sono partiti e di questi appena la metà ha avuto un finanziamento. Oggi si scopre che la politica delle grandi opere aveva solo finalità propagandistiche e il guaio è che la nostra regione è rimasta incagliata sulle secche delle grandeur berlusconiana". Inizia così l'intervento di O l i v i e r o Dottorini nel dibattito consiliare che ha portato all'ok sul progetto dell'autostrada MestreCivitavecchia. "Io ritengo - ha s p i e g a t o Dottorini - che a confrontarsi non possano essere solo Barriera di la ferma opposizione di chi dice "no, Bastia senza se e senza ma" e la smania cementizia di una destra un po' retro, che individua ancora in svincoli, condotte e gallerie il volano per lo sviluppo di una regione come l'Umbria. Tra queste opposte visioni credo che ci siano spazi e opportunità per posizioni articolate, pragmatiche e non viziate da visioni ideologiche e preconcette". "I Verdi e civici sostengono da tempo che l'Umbria deve puntare su uno sviluppo duraturo, sostenibile, non imitabile, l'unico in grado di garantirle un futuro d'avanguardia. Inevitabile allora salvaguardare l'unica vera Barriera di materia prima che abbiamo a Fratta Todina disposizione: quella che ormai anche i documenti regionali e tutte le forze di centrosinistra individuano come la "risorsa Umbria", un insieme di cultura, innovazione, storia, conoBarriera di scenza, paesaggio, Acquasparta agricoltura, ospitalità, turismo, salute, produzioni tipiche e di qualità in Barriera di grado di colloTerni care su basi solide e non ipotetiche la ripre-

Terni

Italia Nostra, Legambiente, Wwf

Autostrada? No, grazie!

L'Umbria non ha alcun interesse a sa economica. L'idea che cemento, catratrasformare la E45 in autostrada. me e traffico possano costituire il volano per lo sviluppo risponde a uno schema Mentre è pesante l'isolamento fervecchio e superato, che all'Umbria porroviario della Regione, prosegue terebbe solo danni pesanti sia alla salute frenetica la costruzione e progettache all'ambiente, sottraendo risorse a zione di strade: dalla Due mari investimenti più efficaci e pregiudicando Fano-Grosseto, alla Quadrilatero irreversibilmente modelli di sviluppo Marche-Umbria; dalla Tre valli capaci di garantire un reale ritorno ecoAscoli Piceno-Spoleto-Acquasparnomico e occupazionale". ta, alla Terni-Rieti, fino al Nodo di Pertanto, aggiunge Dottorini, "prima Perugia e all'autostrada. ancora di chiederci se un'opera sia utile Il caso dell'autostrada è emblemao meno, occorrerebbe mettere a punto tico: non vi è alcuna ragione per una visione strategica complessiva dello cui l'Umbria debba sostituire una sviluppo per una regione come l'Umbria. superstrada gratuita come la E45 Uno dei luoghi comuni, ad esempio, con con una autostrada a pagamento, cui si propaganda la necessità dell'autovisto che l'attuale superstrada può strada è che l'Umbria soffrirebbe di una essere urgentemente sistemata e carenza cronica di infrastrutture viarie migliorata con meno spesa. Né si su gomma. Ma è vero? I dati Istat, così può pensare si superare la dramcome quelli fornitici dal Ministero delle matica carenza di manutenzione Infrastrutture attraverso il Conto naziodell'attuale E45, colpevolmente nale delle infrastrutture e dei trasporti sottovalutata in questi del 2004, ci dicono che in anni dalle nostre amminiUmbria le strade ci sono e in strazioni locali, con misura ben superiore alla media un'autostrada che sarebnazionale. Allora, non sarebbe il be completata tra quindicaso di prenderne atto o almeno ci o venti anni durante i di approfondire l'argomento?" quali sarebbe ancor meno "Per esempio potremmo toglierci la soddisfazione di individuare le praticabile di oggi per destinazioni delle merci che partutti i lavori di trasformatono dall'Umbria. Solo per scozione. prire (i dati sono ancora una Evidenti sono invece i volta del Ministero delle Oliviero Dottorini danni della trasformaInfrastrutture) che circa il 50,5 zione in autostrada: un per cento delle merci che partono ulteriore consumo e distruzione di dall'Umbria non vanno oltre i nostri conterritorio e paesaggio (viste le fini regionali, che il 10,5 per cento sono varianti necessarie per evitare le dirette nel Lazio, il 10 per cento in zone più urbanizzate e quelle per Toscana, l'8,5 per cento nelle Marche, il raddrizzare il percorso e le pen6 per cento in Emilia Romagna. Totale: denze); altro cemento e nuove cave l'85% delle merci che partono per più di 2 milioni di metri cubi dall'Umbria non va oltre la nostra regiodi materiale; come detto, lavori di ne o le regioni a noi limitrofe. Solo l'1,12 adeguamento per quindici o venper cento della movimentazione è diretta t'anni. all'estero e in Veneto non va che il 2,3 per L'Umbria di San Francesco e del cento delle nostre produzioni materiali. Cantico delle creature, l'Umbria Ma come si fa allora a sostenere che la del Perugino, l'Umbria di Capitini nostra economia ha una necessità impele della marcia per la pace, lente di un'arteria di grande comunical'Umbria cuore verde d'Italia non zione per collegarsi con il Nord-Est e con può permettere questo stravolgil'Europa orientale? Forse per favorire mento del territorio, del paesagl'ingresso di merci, non certo per rispongio, della qualità della vita e della dere alle richieste di collegamento della stessa identità regionale. nostra impresa regionale che, come si vede, avrà anche interesse alle grandi Urbano Barelli (Italia Nostra) opere, ma questo interesse non è certo Vanessa Pallucchi (Legambiente) dettato dagli scambi con le aree cui vorremmo collegarci". Antonella Pulci (Wwf)

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IV - Strade sì, ma ferrate

E45 autostrada/2

Rischio infarto per il cuore verde d’Italia Ecco le ragioni di chi si oppone al progetto Bonsignore-Caltagirone Quattrocento chilometri di asfalto che attraversano sei regioni: Lazio, Toscana, Marche, Umbria, Emilia Romagna e Veneto. Venti anni circa necessari per la realizzazione dell'opera e un anno per i collaudi. Prevista un'area di cantiere base ed una per impianti ogni venti chilometri circa. Costo dell'opera: 12 miliardi di euro (poco meno di 24mila miliardi delle vecchie lire), ottenuti con il project financing, ovvero il 50 per cento finanziato da privati e la restante metà dall'Anas. Questi i dati del megaprogetto della nuova autostrada Mestre-Civitavecchia, che però cozza con la carenza cronica di fondi che lo Stato ha a disposizione per finanziare le cosiddette grandi opere. Addirittura l'Anas dichiara di non avere i soldi per i finire le opere già in cantiere ed evidentemente, come gli umbri ben sanno, non ha nemmeno le risorse da destinare alla manutenzione della E45, altrimenti non si capisce perchè giaccia da mesi in stato di totale abbandono, tanto che oramai si sta tramutando da superstrada ad autentico percorso rally. Perfino il sottosegretario alle infrastrutture, il diessino Paolo Brutti ha ammesso che per quest'opera i soldi non ci

sono. Ciononostante, in barba alla difficile situazione dei conti, il 9 giugno scorso, l'Anas ha pubblicato, sul Corriere della Sera e su alcuni quotidiani regionali l'avviso per la richiesta di compatibilità ambientale del progetto preliminare del corridoio autostradale E45-E55. In pratica si dà inizio alla procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via) che sottopone il progetto preliminare alle valutazioni sull'impatto ambientale. Da questa data, dunque, sono iniziati a decorrere i trenta giorni di tempo per presentare le osservazioni al progetto. La posizione dei Verdi e civici umbri e delle più importanti associazioni ambientaliste, quali Italia Nostra, Legambiente e Wwf, è stata fin dall'inizio quella di una ferma contrarietà al progetto. Sostanzialmente per un solo motivo: è inutile. Secondo gli studi di esperti del settore e secondo i dati Istat sulla mobilità, non si giustifica infatti la spesa faraonica dell'autostrada con le ragioni economiche e con la reale funzionalità dell'opera, perlomeno per quanto riguarda l'Umbria. Evidenti sono invece i danni della trasformazione in autostrada: ulteriore consumo e distruzione di territorio e paesaggio (viste le varianti necessarie per evitare

le zone più urbanizzate e quelle per raddrizzare il percorso e le pendenze), altro cemento e nuove cave per più di 2 milioni di metri cubi di materiale, oltre a lavori di adeguamento per quindici o vent'anni. I Verdi e civici, le associazioni e i comitati cittadini continuano a protestare da tempo circa l'inutilità e l'invasività dell'intervento, ma probabilmente, anche se non lo si dice, la partita è un'altra. La fase di cantiere, secondo i dati del progetto, durerebbe 84 mesi, praticamente tutte le cave umbre verrebbero "spremute" per reperire i materiali inerti per le costruzioni, tonnellate di cemento e asfalto farebbero la fortuna delle imprese di settore e dell'indotto. A rimetterci sarebbero gli umbri e l'economia di una regione a forte vocazione turistica, artigianale e dalle grandi potenzialità legate alla tipicità e alla cultura. Alla fine ci ritroveremmo una mega lingua di asfalto, migliaia di auto e camion che ogni giorno attraversano il nostro territorio con relativi fumi di scarico, e un grave rischio d'infarto per il cuore verde d'Italia, costretto a subire la miopia politica di chi non riesce a immaginare altro per lo sviluppo che non siano cemento e asfalto.

E45 autostrada/3. Le posizioni in campo dopo il dibattito in Consiglio regionale

FAVOREVOLI

CONTRARI

An, Forza Italia, Udc

Verdi e civici, Idv

Il centrodestra ha votato compatto a favore della trasformazione in autostrada della E45. "Abbiamo una posizione assolutamente e totalmente coerente sull'argomento”, ha affermato il coordinatore della Cdl Pietro Laffranco.

I Verdi e civici sostengono che il progetto di trasformazione della E45 in autostrada è “inutile, dannoso e, dopo le osservazioni inviate al ministero, persino illegittimo”. La contrarietà al protocollo firmato con Berlusconi e Lunardi ha trovato il voto coerente del capogruppo Oliviero Dottorini. Anche l’Italia dei valori dice no ad un’opera senza copertura finanziaria.

Ds, Rifondazione comunista, Sdi, Margherita, Pdci Con motivazioni varie ed articolate, alla fine le forze di centrosinistra, ad esclusione dei Verdi e civici, votano compatti la mozione che prevede il rispetto degli impegni che la giunta regionale ha assunto con il governo Berlusconi. Quindi sì all’autostrada, sì alla Statale 77, massimo impegno per ricercare i fondi necessari.

Italia nostra, Legambiente, Wwf Urbano Barelli (Italia Nostra), Vanessa Pallucchi (Legambiente) e Antonella Pulci (Wwf) sono da sempre contro il progetto Lunardi: "L'Umbria non ha alcun interesse a trasformare la E45 in autostrada".

Cgil, Cisl, Uil

Confindustria Confindustria Umbria considera d’importanza strategica la realizzazione dell’autostrada Mesrte-Civitavecchia: “Per troppi anni l’Umbria, esclusa dal tracciato dell’autostrada del Sole e dai principali percorsi ferroviari ha sofferto di un isolamento che ha avuto ripercussioni sul suo sistema economico”, ha sostenuto Mario Fagotti, presidente regionale di Confindustria ed ex costrutture edile.

Nella Piattaforma di Cgil, Cisl e Uil del 10 luglio si legge: “Il sistema infrastrutturale deve essere funzionale a promuovere un modello di sviluppo dell'Umbria incentrato su qualità della crescita, qualità del lavoro e sostenibilità ambientale”. Le priorità devono essere “l'aeroporto di S. Egidio, le infrastrutture ferroviarie, gli assi viari di collegamento trasversale, il nodo di Perugia e la messa in sicurezza della E45”.

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Forum salute mentale Verdi Civici UMBRIA news - 7

Salute mentale: in discussione il ruolo culturale e sociale dell’Umbria

Il grido d’allarme del Forum

"La politica trovi una corrispondenza tra enunciazioni di principio e politiche concrete" Con l'obiettivo di "trovare una corrispondenza tra enunciazioni di principio e politiche concrete" si è costituito a Perugia il Forum sulla salute mentale. I primi tre incontri hanno tentato di evidenziare la necessità di una ripresa dell'attenzione collettiva e del dibattito sociale, politico e culturale attorno a un tema, quello della salute mentale, che in tempi non lontani ha visto l'Umbria all'avanguardia nel panorama nazionale per innovazione, buone pratiche e capacità di intervento. Cittadini, associazioni, cooperative sociali, operatori del settore si sono confrontati e hanno tracciato un quadro preoccupante. I servizi psichiatrici di diagnosi e cura presso gli ospedali generali della regione lavorano al di sotto degli standard di legge e con un numero di posti letto che è il più basso in Italia in rapporto alla popolazione. L'ultima assunzione di personale risale a più di dieci anni fa. Oggi il servizio di Perugia, che nella sola Asl2 conta circa seimila pazienti in cura, per carenza di personale riduce del 25 per cento la disponibilità di posti letto, passando da 24 a 18 unità concentrate in un unico piano. A ciò si aggiunge una dimenticanza grave e sintomatica: nel nuovo polo unico Silvestrini non è stato previsto un dipartimento destinato alle malattie mentali, lasciandolo isolato a Monteluce e mettendo in seria difficoltà l'unitarietà degli interventi di cura e di prevenzione. Inoltre stanno scomparendo servizi essenziali quali

quello per la prima infanzia che rappresentano un presidio indispensabile per gli interventi di monitoraggio e prevenzione dei disturbi affettivi e della personalità. La situazione è preoccupante, tanto più se si considera che l'Umbria ha rappresentato per molti anni un modello di funzionamento dei servizi psichiatrici che ha fatto scuola in Italia e in Europa anticipando gli stessi principi innovatori della legge Basaglia. Di fronte a questa situazione le enunciazioni di principio non servono, ma è invece necessario tradurre in pratiche concrete gli impegni assunti. A questo proposito c'è da registrare che anche la mozione votata in Consiglio regionale nel febbraio 2005 è stata ampiamente

disattesa e la giunta regionale ha lasciato nel cassetto gli impegni e la disponibilità al confronto e ad attivare immediatamente misure concrete. "Ciò che mi preoccupa - ha sostenuto Clara Sereni, presidente della Fondazione dei familiari Città del sole - è la caduta culturale da parte dell'intera comunità regionale. E' questo il senso del grido di allarme che abbiamo lanciato". Il Forum continuerà ad incontrarsi a Perugia per allargare la partecipazione e la condivisione dei problemi cercando di coinvolgere la società civile e le forze politiche che credono sia ancora possibile occuparsi seriamente della sofferenza e della malattia come occasione di crescita collettiva.

Dottorini: "C'è il rischio di una deriva privatistica" Il capogruppo regionale dei Verdi e civici Oliviero Dottorini ha partecipato ai vari incontri del Forum sulla salute mentale di Perugia, sottoscrivendo la lettera alla presidente Maria Rita Lorenzetti e presentando in Consiglio regionale un'interrogazione urgente all'assessore Maurizio Rosi per conoscere gli intendimenti della giunta. "Occorre dare seguito agli impegni presi dalla Regione e interrompere una deriva privatistica che rischia di compromettere la grande tradizione

Cos’è e come nasce il Forum Il Forum sulla salute mentale nasce a Perugia sulla scia di analoghe iniziative coordinate a livello nazionale da un folto gruppo di personalità operanti nel campo del psichiatria, ma non solo. Del Forum fanno parte sociologi, sindacalisti, familiari di pazienti. Nato nel 2003, il Forum vuole rappresentare un modello di partecipazione e condivisione delle problematiche sulla salute mentale, sollecitando la politica e le istituzioni. La convinzione di fondo è che "si debba riaprire il dibattito sulla qualità dei servizi, sugli stili operativi, sui modelli organizzativi, sulle risorse in campo, sull'uso delle risorse umane e materiali, sull'avvenuto restringimento delle pratiche per la salute mentale alla sola psichiatria, pena l'azzeramento della forza innovativa dell'esperienza italiana di deistituzionalizzazione, la negazione dei diritti, l'abbandono degli utenti con più basso potere contrattuale".

di innovazione e coraggio che ha portato l'esperienza umbra a divenire modello sia in Italia che a livello internazionale - ha spiegato Dottorini -. Non è pensabile che sotto i colpi di tagli di bilancio e di assenza di programmazione, la specificità degli interventi nel settore psichiatrico nella nostra regione venga inesorabilmente messa in discussione". Secondo l'esponente del Sole che ride dopo i tagli alla sanità effettuati dal governo Berlusconi "il rischio è che anche in Umbria i servizi psichiatrici vengano umiliati, al punto di svilire il loro intervento e la loro funzione". Forme di appalto di interi segmenti di intervento terapeutico, gruppi di lavoro non adeguatamente monitorati, unitarietà progettuale spesso compromessa rischiano di essere le prime conseguenze di tali politiche. "Questi fatti, uniti ad altri - aggiunge il capogruppo verde-civico - danno il sentore di un rilassamento generale delle politiche dedicate alla salute mentale. E' necessario quindi

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che si trovi al più presto una corrispondenza tra enunciazioni di principio e politiche concrete, facendo uscire un tema così delicato dalla competenza esclusiva degli addetti ai lavori per riportarlo nei luoghi dove le persone vivono, lavorano, si incontrano e dove affrontano anche una sofferenza che colpisce sempre più persone". Una presa di posizione che, unita a quella della Cgil dell'Umbria ("Grave disattenzione sulla psichiatria"), ha indotto Maurizio Rosi ad ammettere i ritardi accumulati: "Quanto realizzato in Umbria in tema di salute mentale negli ultimi anni - ha spiegato l'assessore rispondendo all'interrogazione di Dottorini - non è certo sufficiente rispetto alle reali necessità, ma nonostante ciò stiamo cercando di recuperare, ad esempio realizzando ex novo un cosiddetto repartino nell'area del nuovo polo ospedaliero di Perugia per i ricoveri immediati e gravi". La partita rimane aperta, ma sul tema i Verdi e civici manterranno alta la guardia.


8 - Verdi Civici UMBRIA news

Energie rinnovabili

Fonti alternative e risparmio energetico

Umbria, terra del sole e delle energie rinnovabili Fotovoltaico, biomasse e solare sono convenienti e possono rilanciare l’economia regionale Incentivi pressoché nulli per le fonti rinnovabili e per il risparmio energetico in Umbria. Malgrado in altre regioni d'Italia la questione sia già stata presa nella dovuta considerazione, anche in vista della pesante multa con la quale l'Europa andrà certamente a sanzionare l'Italia per non avere ridotto le emissioni di gas serra come stabilito nel protocollo di Kyoto, l'Umbria non fa passi in avanti sostanziali verso una gestione delle risorse energetiche rinnovabili. Il Piano energetico regionale (Per), approvato nel 2004, per quanto riguarda le energie rinnovabili indica potenziali interessanti per l'eolico e per le biomasse, ma sono praticamente nulli i riferimenti al fotovoltaico (il "conto energia" non era ancora partito). Poco trattato il solare termico, indicazioni vaghe sul resto. Il risparmio energetico viene solo menzionato, ma solo timide ipotesi vengono indicate come possibili azioni in questa direzione. Si indica in 400 Mw l'aumento di fabbisogno energetico nel 2009. "Eppure - spiega il capogruppo dei Verdi e civici Oliviero Dottorini - le tecnologie di sfruttamento termico dell'energia solare sono ormai affidabili e convenienti: non inquinano, consentono occupazione sicura, sono redditizie. Le condizioni climatiche della nostra regione consentono un buon uso della fonte. Proprio per questo va predisposto al più presto un piano di incentivi alle energie rinnovabili, a iniziare da solare

Le rinnovabili nel bilancio della Regione Qualcosa si è mosso in Regione per lo sviluppo delle energie rinnovabili. Grazie agli emendamenti al Dap e bilancio proposti dai Verdi e civici in Consiglio regionale è stato coperto un vuoto normativo e la completa assenza di misure concrete a sostegno della produzione di energia alternativa. Con l’emendamento Dottorini infatti è stato introdotto l’impegno alla produzione di energia da fonti rinnovabili e forme di incentivazione e finanziamento di solare-termico, solare-fotovoltaico, idroelettrico, biomasse, biogas ed eolico.

e biomassa, con modalità trasparenti e con la massima informazione per i cittadini". E' paradossale infatti che in Italia, il paese del sole, si pensi di incentivare carbone e magari nucleare, senza promuovere le energie rinnovabili. Sul fotovoltaico mentre il Giappone ha superato i mille MegaWatt, la Germania i 750, l'Italia è ferma alla ridicola cifra di 7,1 MegaWatt. Sul solare termico veniamo superati persino da paesi come Austria e Germania. In base alle intenzioni programmatiche del Piano energetico regionale l'interesse della regione Umbria è quello di garantire lo sviluppo sostenibile in conformità con gli impegni assunti dall'Italia a livello mondiale, impegni sanciti dal protocollo di Kyoto e più di recente dal summit di Johannesburg. Il Piano non è centrato solo sull'obiettivo della produzione di energia, ma persegue la tutela dell'ambiente, assumendo come principio fondamentale quello della sostenibilità del sistema energeti-

co. Ma resta da capire come si pensa di dare seguito a questi principi con atti normativi. Tra l'altro c'è un altro settore, quello delle bioenergie di origine agricola, che merita la massima attenzione e potrebbe godere d’interventi concreti, anche nell'ambito del nuovo Piano di sviluppo rurale. "Occorrono linee adeguate di finanziamento, senza sottovalutare un settore in piena espansione e dalle potenzialità garantite", ha chiesto Dottorini, secondo il quale è molto importante che ad essere incentivati siano i piccoli e i medi impianti alimentati a biogas e a biomasse secche realizzati direttamente dagli agricoltori o da consorzi con la presenza di agricoltori, "perché così si valorizzano i prodotti agricoli locali e il reddito resta all'agricoltura italiana". Sono queste, tra l'altro, le linee che stanno emergendo a livello nazionale su un settore, quello delle bioenergie, che incontra la piena disponibilità di governo, istituti di credito e associazioni di categoria. Ormai è chiara infatti la disponibilità di molti istituti bancari a predisporre pacchetti di finanziamento dedicati alla produzione di energia rinnovabile e, in particolare, a quella derivante dalle colture agricole. E' necessario pertanto che i pronunciamenti emersi anche recentemente a livello nazionale trovino ascolto e riscontro nelle politiche regionali e anche nel nuovo Piano di sviluppo rurale.

L’isola energetica dell’Altotevere La "Fiera delle Utopie Concrete" di Città di Castello quest'anno proporrà come contributo al dibattito sullo sviluppo territoriale dell'Altotevere il progetto denominato "Isola di Sostenibilità dell'Alta Valle del Tevere". Si tratta di un'indagine conoscitiva, elaborata con il contributo di esperti, sulle possibilità di costruire una prospettiva di futuro sostenibile a partire dall'obiettivo centrale dell'autonomia energetica. Lo studio, che sarà presentato in ottobre durante la Fiera, riguarderà la

zona nord-ovest della provincia di Perugia che comprende i territori comunali di Città di Castello, San Giustino, Citerna e Monte Santa Maria Tiberina. L'autonomia energetica tramite l'uso delle fonti rinnovabili è spesso osteggiata per il solo fatto che questa non può essere realizzata senza soverchiare le logiche vecchie di cinquanta anni di produzione e distribuzione centralizzate dell'energia e che invece, con la crisi del petrolio e con la prospettiva dell'esaurimento delle tradizionali fonti primarie,

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urgono di un ripensamento radicale per non compromettere le possibilità di adeguamento e di competitività del nostro sistema energetico ad un futuro ormai imminente. La possibilità teorica di realizzare questa indipendenza energetica è facilmente verificabile, le potenzialità tecnologiche, economiche e naturali del territorio sono sufficienti. Quello su cui bisogna lavorare è invece innanzitutto la cultura del risparmio energetico, senza il quale non ha senso parlare di energie rinnovabili.


Piano di sviluppo rurale

Verdi Civici UMBRIA news - 9

Piano di sviluppo rurale: tante critiche da Aiab, Cgil e Sole che ride

Buoni propositi e cattive scelte? "Occorre puntare su biologico, colture di qualità e capire dove finiscono realmente gli aiuti" A seguito degli indirizzi definiti dal Parlamento europeo la giunta regionale ha elaborato il Documento strategico regionale (Dsr) per lo sviluppo rurale dell'Umbria 2007-2013. Il Dsr si basa sugli Orientamenti strategici comunitari (Osc) che rappresentano una importante novità rispetto al passato e predispongono azioni chiave sui cui principi c'è sostanziale adesione da parte dei Verdi. Le linee guida e la relativa predisposizione degli assi di finanziamento infatti vanno dal miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali alla promozione della diversificazione, dal miglioramento della competitività dei settori agricolo e forestale al miglioramento dell'ambiente e del paesaggio per tutelare le risorse naturali e conservare il paesaggio rurale, la biodiversità, la tutela delle acque, la mitigazione dei mutamenti climatici. E' evidente l'importanza di promuovere un Psr realmente efficace a sostenere i produttori agricoli umbri e a migliorare le condizioni ambientali delle aree agricole e boschive, ma i segnali che arrivano dalla Regione non sono incoraggianti. Il capogruppo dei Verdi e civici Oliviero Dottorini ha sottolineato "la colpevole mancanza di volontà nel riconoscere alle associazioni del biologico il pieno titolo a partecipare al tavolo generale di discussione". Nel merito della proposta di Psr i Verdi e civici, pur condividendone i principi generali, hanno dato un giudizio negativo. Lo stesso hanno fatto Aiab e, sul versante del lavoro e dell'occupazione, la segreteria regionale della Cgil. In un documento che i Verdi e civici porteranno all'attenzione dell'assessore all'Agricoltura

Carlo Liviantoni vengono esplicitate critiche su vari punti, a partire dall'impossibilità per gli agricoltori di decidere su quali delle 35 misure di finanziamento previste verranno veramente attivate: "Se le scelte vengono fatte unilateralmente dall'assessorato e senza una programmazione condivisa, è difficile pensare a pratiche innovative. C'è poi scarsa chiarezza su chi saranno i reali beneficiari dei contributi ed il nostro timore è che il flusso di risorse prenderà la strada di qualche carrozzone regionale, ma non finirà agli agricoltori, soprattutto ai piccoli. La cosa da evitare assolutamente - prosegue Dottorini - è che prevalga un principio di discrezionalità che metterebbe in mano al solo assessorato tutta la partita dei contributi, lasciando gli agricoltori nell'impossibilità di programmare il proprio futuro". Ci sono altri aspetti che lasciano perlessi: nella partita delle produzioni energetiche gli agricoltori sono lasciati fuori e l'agricoltura biologica, la gestione e tutela del territorio non sono adeguatamente incentivate. A questo riguardo i Verdi e civici, unico partito della maggioranza, hanno condiviso e sottoscritto il documento di Aiab Umbria e del Forum ambientalista che chiede un'inversione di rotta sui contenuti del Psr della giunta regionale. "Ciò che bisogna assolutamente evitare - conclude Dottorini - è una politica fatta di belle parole che non si traducono in scelte reali a sostegno degli agricoltori. Dobbiamo aver chiari i cambiamenti che stanno avvenendo in agricoltura e puntare su biologico, produzioni tipiche e di qualità, bioenergia. Continuare sulla strada dell'agricoltura convenzionale porterebbe a un errore di prospettiva che l'Umbria rischierebbe di pagare molto caro".

Ecco il documento Aiab sottoscritto dai Verdi e civici Ecco in sintesi il documento di auspici presentato da Aiab e sottoscritto dai Verdi e civici come contributo "critico ma costruttivo" alla definizione del Piano di sviluppo rurale 2007-2013. - Sostegno alla competitività legata al valore aggiunto della tutela ambientale e del governo del territorio, alla capacità di mantenere e produrre lavoro, alla qualità, alla sanità e territorialità del cibo, contro l'improbabile competizione delle produzioni Umbre con i costi del mercato globalizzato; - Riconoscimento al metodo di produzione; - Riconoscimento e sostegno alla zootecnia, in particolare quando questa produce qualità nel rispetto del benessere animale ed è strumento di governo del territorio; - Equità sui premi per non ripetere la sperequazione che c'è stata in questi anni tra impegno richiesto e premio; - Certezza sugli impegni per garantire gli agricoltori che investono; - Sostegno alla creazione di filiere corte locali per incentivare la creazione di occasioni di mercato innovative basate sulla valorizzazione delle produzioni locali, capaci di attirare i cittadini ed il turista per un consumo in loco, diventando così volano di sviluppo e attrazione anche per altri settori quali la ristorazione, la ricettività rurale e l'artigianato. Necessario quindi rivedere il tetto minimo di investimento di un milione di euro, accessibile a pochi grandi gruppi, ma che impedisce la nascita anche di filiere corte locali gestite dai produttori. - Contributi agli investimenti aziendali in base ai reali bisogni di innovazione e miglioramento della produzione, superando il criterio puramente quantitativo del tetto minimo di spesa (26mila euro) fino ad oggi utilizzato; - Incentivi alla multifunzionalità premiando le realtà capaci di valorizzarla, con l'offerta di servizi di educazione ambientale e ricreativi; - Attenzione per l'occupazione; - Scelte concrete per l'Umbria ogm free; - Ulteriori incentivi all'agricoltura biologica nelle aree protette; - Coinvolgimento degli istituti di credito per valorizzare gli investimenti per i quali le aziende devono compartecipare; - Investimenti per ricerca e assistenza tecnica. - Attività di formazione per sostenere le aziende e tutti gli operatori della filiera che scelgono di affrontare la conversione al biologico o di indirizzarsi verso nuove concezioni produttive; - Regole per il sostegno all'insediamento di giovani agricoltori e l'imprenditoria femminile.

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10 - Verdi Civici UMBRIA news

Calendario venatorio

Caccia: la Regione cede alle lobby degli estremisti delle doppiette

Quel calendario che ci allontana dall'Europa Oltre agli ambientalisti dicono no al calendario anche Arci-caccia e altre associazioni venatorie Un calendario venatorio arretrato e fuori da ogni logica programmatoria. E' quello che la regione Umbria ha licenziato nei primi giorni di luglio. Uno smacco per l'immagine del cuore verde d'Italia e per chi, come l'assessore all'Ambiente Lamberto Bottini aveva tentato timidamente di allineare il calendario umbro a quello delle altre regioni dell'Italia centrale. Purtroppo ancora una volta si rimanda a tempi futuri e non definiti il cambiamento di rotta nella gestione dell'attività venatoria, l'adeguamento agli indirizzi europei secondo la direttiva per la protezione della fauna migratoria e l'uniformità con le regioni limitrofe alla nostra. "Il calendario venatorio umbro è il peggiore fra tutte le regioni d'Europa - ha ricordato il consigliere del Sole che ride Oliviero Dottorini -, ancora una volta hanno vinto le lobbies dei cacciatori più estremisti e radicali, incuranti dell'ambiente e di una tradizione venatoria regolata da norme serie uguali per tutti". I Verdi e civici hanno criticato aspramente la decisione della preapertura della caccia al 3 settembre sia alle specie migratorie che a quelle stanziali. "La stessa conferenza venatoria di inizio anno - ha aggiunto Dottorini - aveva

evidenziato i danni gravissimi al ciclo biologico degli animali cacciabili e oggi è paradossale, ma per certi versi anche di buon auspicio, che le nostre ragioni siano analoghe a quelle espresse dalle associazioni venatorie più lungimiranti e aperte alle ragioni dell'ambiente e della natura". La vera novità, infatti, è che questa volta a criticare aspramente il calendario non sono stati solo i Verdi e le associazioni ambientaliste (durissimo l'affondo di Graziella Gori, responsabile regionale della Lav), ma anche Arci Caccia e Federcaccia della provincia di Terni, con critiche severe sull'esito dei calendari dell'Umbria e del Molise, le uniche due regioni in Europa in cui i primi di settembre si possono cacciare lepri e fagiani. Osvaldo Veneziano, presidente nazionale di Arci-caccia è stato chiaro: "Le polemiche scoppiate dopo l'approvazione del calendario venatorio mettono in chiara evidenza i ritardi e gli errori (gravi) di chi dovrebbe "amministrare" la fauna selvatica, in quanto proprietà indisponibile dello Stato, nell'interesse di tutti i cittadini". Una presa di posizione che non ha mancato di suscitare critiche da parte delle

associazioni venatorie più radicali. Pronta la risposta di Veneziano: "Che l'Arci-caccia cerchi accordi con il mondo scientifico, con quello ambientalista, con gli agricoltori e con i produttori (da non confondere con i mercanti) di selvaggina che operano sul territorio è cosa nota: li abbiamo fatti ieri e continueremo a farli alla luce del sole e come siamo abituati a fare per nostra cultura e coerenza a rispettarli". E dire che le premesse negative si erano già avvertite ad aprile, all'apertura della Conferenza regionale faunistico-venatoria di Bastia Umbra, quando non erano state invitate a discutere le più importanti associazioni ambientaliste (Lav, Lipu, Wwf, Legambiente, né tanto meno la Federazione dei Verdi), facendo in modo che non avessero possibilità concrete di interlocuzione coloro che criticano da tempo la gestione delle attività venatorie in Umbria. La abitudine di pensare al tornaconto elettorale piuttosto che alle ragioni della difesa concreta dell'ambiente e della fauna selvatica, adeguandosi finalmente alla legge nazionale a agli indirizzi europei. Anche perché a questo punto a chiederlo, oltre agli ambientalisti, sono le stesse associazioni venatorie.

Fcu. Ancora lontane le prospettive di rilancio

Narni

Mostro energetico

Vagoni bollenti, stazioni dismesse

E' notizia recente quella dell'individuazione dell'area di Treie, a sud di Narni, quale territorio per l'edificazione di una centrale elettrica da 400mw. Tale infrastruttura risulta assolutamente inadeguata per quel territorio, tesa ad assecondare alcune aziende che premono col ricatto occupazionale le entità amministrative locali al fine di ottenere energia a costi bassissimi. Quale vantaggio per le popolazioni? La provincia di Terni non ha necessità immediata di un tale surplus energetico e i dati del Gestore elettrico nazionale illustrano chiaramente la situazione di autosufficienza del territorio, inoltre risulta chiaro che le grandi multinazionali operanti sono già in clima di smobilitazione, in migrazione verso territori più vantaggiosi a causa dei ridottissimi costi produttivi, e l'abbattimento dei costi energetici non pare fattore decisivo per un'inversione di tendenza. Narni si troverà "sul groppone" un mostro che rovinerà l'aspetto del panorama, le potenzialità di sviluppo turistico e l'impatto visivo per chi si dirigerà verso i centri dell'Umbria "verde", risulterà veramente devastante.

C'è ancora in Umbria chi vorrebbe viaggiare decentemente in treno. Ma sulla tratta della Fcu questo non sempre è possibile, soprattutto nella stagione estiva. Si moltiplicano gli episodi di disagio dovuti al caldo asfissiante per la mancanza di condizionatori sulle carrozze. A farsi portavoce di una situazione divenuta insostenibile è stato Andrea Meniconi, presidente del Comiato pendolari, cioè di coloro che giornalmente combatte con l'afa, i ritardi o i malfunzionamenti nelle stazioni. Meniconi rivolgendosi a Vannio Brozzi, l'amministratore unico della Fcu, ha protestato contro le condizioni in cui sono costretti viaggiare i pas-

seggeri. La risposta è stata: sono stati acquistati cinque condizionatori, ma ne sono stati montati solo tre. Per gli altri due bisognerà aspettare fino a dicembre (!). In Regione il consigliere Oliviero Dottorini è intervenuto con estrema durezza sulla amministrazione della Ferrovia centrale umbra: "La situazione del

trasporto ferroviario locale sembra fare acqua da tutte le parti. Viaggiare su carrozze non climatizzate con una temperatura di 40 gradi non è più ammissibile". Si tratta di una situazione che va ad aggiungersi al tentativo di smantellamento delle stazioni minori, danneggiando gli utenti che "sono disorientati e costretti a subire ulteriori perdite di tempo per il semplice rinnovo dell'abbonamento". "Non si può pensare - sottolinea Dottorini- alla Fcu come a una metropolitana di superficie e poi immaginare di depotenziare o dismettere la fitta rete di stazioni che potrebbero collegare in modo capillare le realtà locali con il capoluogo".

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Discarica di Pietramelina Verdi Civici UMBRIA news - 11

Pietramelina, continua a slittare la data per la chiusura

Una discarica di responsabilità Per i Verdi e civici non è accettabile calpestare gli accordi sottoscritti Esistono cassonetti per il vetro, cassonetti per la carta, per l'organico, e forse qualche amministratore pensa che ci vorrebbero anche quelli per… le responsabilità. Le responsabilità in questione sono quelle che Regione, Provincia, Comune di Perugia e Gesenu dovrebbero prendersi per aver firmato nel '97 un protocollo d'intesa con il quale si stabiliva che la discarica di Pietramelina dovesse chiudersi una volta raggiunta la capienza di 2 milioni e 200 mila metri cubi di volume (quantità raggiunta nel 2004), e che invece continuano a glissare proponendo nuovi protocolli d'intesa e nuove promesse cartacee. Agli abitanti di Pietramelina, però, questa logica non piace, non si sentono cittadini "differenziati" e con il loro comitato "Inceneritorizero", insieme a Legambiente e Italia Nostra, hanno espresso il loro malcontento negando la possibilità di firmare nuovi accordi. I Verdi e civici si sono schierati dalla loro parte e in Consiglio regionale hanno coerentemente invocato il rispetto democratico di documenti firmati e legalmente vincolanti. "Abbiamo sostenuto l'azione del comitato anche parlando direttamente con il ministro Pecoraro Scanio", ha spiegato Oliviero Dottorini confermando il sostegno dei Verdi e civici alla scelta dei comitati di non firmare il nuovo protocollo proposto, anche perché in quel documento "non viene indicata una data certa per la chiusura della discarica, che

è invece il punto fermo delle richieste dei cittadini di Pietramelina". "Siamo convinti che non si possono bypassare le normali procedure democratiche, tanto meno su questioni importanti che coinvolgono da vicino la salute dei cittadini come la gestione dei rifiuti, perché in questo modo si tenta di

Castiglione del lago

L'ex aeroporto per far decollare lo sviluppo sostenibile Nell'area del Trasimeno l'impegno dei Verdi è legato a proposte di sviluppo sostenibile che vedono in prima fila il consigliere comunale di Castiglione del Lago Daniz Lodovichi che sta portando avanti il progetto di riqualificazione e riutilizzo dell'area strategica dell'ex aeroporto Eleuteri. Per questa area di circa 130 ettari, oggi sostanzialmente inutilizzata, i Verdi sollecitano un intervento della Regione per l'acquisizione pubblica, condizione necessaria per l'attivazione di un progetto in grado di determinare l'attivazione di concrete politiche

di sviluppo ambientale. "Le idee ci sono e sono praticabili in tempi stretti - afferma Daniz Lodovichi -. Si può partire dal progetto europeo "Life Natura", insieme alla realizzazione di percorsi naturalistici a piedi, in bicicletta e a cavallo. C'è poi la Casa del Parco del Trasimeno, il Museo del territorio e il Centro studi ambientali. Per la ricezione turistica si devono recuperare gli ex villini ed ampliare il campeggio così da far diventare l'intera area un punto di eccellenza del turismo lacustre". L'iniziativa del consigliere verde si inserisce

Pastificio Ex Federici

Prospettive "verdi" per il rilancio dell'Amerino I Verdi di Amelia hanno promosso in questi anni un patto di territorio in grado di recuperare le potenzialità economiche e produttive dell'area amerina e per quanto riguarda l'ex pastificio Federici, nel caso malaugurato della impossibilità di recuperarne la dimensione produttiva, hanno puntato sull'economia "verde". "Ipotesi alternative serie ci sono - afferma Paolo Arice, neo eletto del Sole che ride nel consiglio comunale di Amelia - a partire dalle produzioni agroalimentari di qualità, dalla coltivazione e trasformazione dei prodotti agricoli biologici alla produzione di sementi. Un'altra possibilità di recupero industriale è data dalla polimerizazione della colza per il biodiesel o dalla costruzione di una centrale elettrica fotovoltaica per la produzione e la commercializzazione dell'energia pulita".

invalidare atti giuridicamente validi e si ridicolizzano gli accordi istituzionali. Le forze politiche dovrebbero mobilitarsi e raccordare le posizioni regionali con quelle che emergono sul territorio. Noi Verdi e civici non abbiamo posizioni differenziate a seconda che si parli da Perugia o da Umbertide".

Nel corso del dibattito in Consiglio regionale Oliviero Dottorini ha voluto bloccare ipotesi striscianti che provano a farsi avanti nel dibattito sul recupero della ex Federici: "Sicuramente non è una buona idea quella di trasformare l'area dell'ex Federici in un nuovo centro commerciale, magari in un hard discount, che produrrebbe solo l'effetto di indebolire ancora di più il tessuto delle piccole e medie imprese commerciali, soprattutto del centro storico di Amelia". Ad aggravare la situazione dell’azienda entrata in crisi due anni fa la richiesta da parte del curatore fallimentare di una cifra al di fuori delle disponibilità date da alcune aziende nazionali del settore e le istituzioni, a partire dalla Regione, si stanno impegnando perché ci sia una riduzione significativa dell’offerta per l'acquisizione.

nel quadro di politiche ambientali a largo raggio per tutto il comprensorio del Trasimeno dove anche nei comuni di Piegaro e Città della Pieve i Verdi contribuiscono alla costruzione di politiche di valorizzazione ambientale. "Quest'area - aggiunge Lodovichi - rappresenta un luogo ideale per ospitare manifestazioni per la promozione delle produzioni tipiche locali e dell'agricoltura di qualità. Una grande risorsa che può aiutarci a capire e a trasmettere l'idea che l'ambiente non è un vincolo, ma la nostra più grande opportunità".

Mille firme raccolte in Umbria “Per un’altra tv” Quasi mille le firme raccolte in Umbria per la legge d'iniziativa popolare "Per un'altra Tv", sostenuta dai Verdi e civici assieme alla senatrice Tana de Zulueta in prima fila nell'impegno di sensibilizzazione dei cittadini-utenti. Una risposta molto positiva, soprattutto a Perugia. Con la legge verrà abolita la Commissione parlamentare di Vigilanza. Al suo posto, un Consiglio per le comunicazioni audiovisive, i cui membri saranno in maggioranza nominati dalla società civile, gli altri dal Parlamento. Il Consiglio per le comunicazioni audiovisive, e non più il governo ed i presidenti delle Camere, nominerà i 5 membri del consiglio d'amministrazione della Rai, che saranno scelti tramite concorso pubblico ed agendo in base a criteri di professionalità, competenza nel campo radiotelevisivo ed indipendenza, ponendo così fine alla lottizzazione ed alla spartizione politica del servizio pubblico.

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