Poesia e Conoscenza Numero 1 - Anno 2015

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L’universo è così grande e in espansione che sarebbe assai presuntuoso dire: “sto parlando della totalità”. Si deve iniziare dal particolare, come Blake, che vedeva “l’eternità in una singola ora” e teneva “l’infinito nel palmo della mano”. Si parte dall’ora presente, dal palmo della mano. La soggettività è l’inizio. Le poesie non arrivano dallo spazio extraterrestre, sono generate dall’interno ma ciò che è in noi è la stessa materia che costituisce le stelle. Questa è la conversazione più ariosa che io abbia mai avuto… D. Però Lei ha scritto più volte di Orfeo… R. Orfeo è uno dei miti centrali della poesia. Parlandone collego me stesso al mito della poesia. Mi è caro anche perché inganna se stesso, si volta… Ma mi è difficile parlare della mia poesia perché non la capisco. D. Quali altri poeti scrivono una poesia di carattere riflessivo, legata al rapporto con la natura? R. Jorie Graham è una delle voci americane più filosofiche, affronta sempre il senso della vita. Gjertrud Schnackenberg è un’autrice dai contenuti di pensiero: ha scritto un poema assai bello in ricordo del marito, Questioni celesti. Henri Cole è un giovane poeta molto capace. Si situa nella tradizione confessionale americana, ma anche in quella del fantastico. Spesso conversa con animali e si rappresenta in conflitto con se stesso. Per quanto riguarda la natura, non penso che i poeti americani condividano l’idea di Wordsworth di una natura che cura. La poesia americana si è urbanizzata, mentre Wordsworth detestava la città. Nella mia opera, poi, la natura è quasi solo un fondale. Charles Wright, forse a causa della sua educazione religiosa del Sud, continua a cercare risposte nella natura, a cercarvi la trascendenza. Dei poeti inglesi non posso parlare perché li frequento poco. D. Vi è nella poesia americana attuale un ritorno alla religiosità, come avviene in qualche modo in Italia? R. Non conosco nessun poeta che tratti temi apertamente religiosi. Questo non vuol dire che non indaghino la loro identità o eredità etnica e religiosa, ebraica, cristiana ecc., ma questo è un problema intellettuale. Per esempio, nessuno dei miei colleghi ebrei è osservante. Come ho detto, la poesia mi sembra di per sé una religione più benevola, perché anche se non credi alle parole del poeta nessuno ti spedisce all’inferno. La funzione della poesia è permetterci di accedere alla nostra umanità o spiritualità essenziale. È uno specchio ininterrotto che lungo i secoli ritrae e documenta la soggettività umana. traduzione di Massimo Bacigalupo

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