Amico 06 2015

N. 6 - Novembre-Dicembre 2015 - Anno LXXXVI - Bimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. I, comma 2, DCB VERONA. In caso di mancato recapito restituire all’ufficio C.M.P. VR, detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.

Festa di san Giovanni Calabria Ecco una carrellata di foto scattate lo scorso 8 ottobre in occasione della festa di san Giovanni Calabria. Sono arrivate da vari luoghi dove l’Opera è presente nel mondo. Si va da San Zeno in Monte a Porto Alegre, da São Luis do Maranhão a Ciudad del Este fino a Limoeiro…

LA PAROLA DEL PAPA

ÂŤDi fronte alle tante lacerazioni nel mondo e alle troppe ferite nella carne degli uomini, chiediamo alla Vergine Maria di sostenerci nel nostro impegno di imitare GesĂš, nostro re, rendendo presente il suo regno con gesti di tenerezza, di comprensione e di misericordiaÂť.

Angelus Domenica 22 novembre 2015

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Sommario

«Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui è permesso rimanere bambini per tutta la vita».

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(ALBERT EINSTEIN)

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ANNIVERSARI

Editoriale

San Benedetto, 100 anni fa

La Provvidenza all’Opera

5 “Se non ritornerete come bambini...”

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DELEGAZIONE EUROPEA

Per una gestione “calabriana” delle attività 8

ANNIVERSARI

San Benedetto, 100 anni fa 10 POVERE SERVE

Piccoli miracoli filippini

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CENTRO DI CULTURA E SPIRITUALITÀ CALABRIANA

Uno più uno uguale tre 12

BRASILE

Il cocco di São Luis 14

POVERE SERVE

Piccoli miracoli filippini Speciale San Marco SPECIALE SAN MARCO

Il Centro Polifunzionale e l’Europa

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16 Certificazione europea di qualità 18 Lo sport per tutti Famiglia Calabriana 24

CASA NOSTRA

La mensa della Provvidenza 25

SERVIZIO CIVILE

Nuovi volontari alla carica 26

NEGRAR

Prevenire i colpi di sonno EX ALLIEVI

Don Calabria è vivo a Costozza

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VOLONTARIATO CALABRIANO

Il seminario dell’accoglienza 29

SPAZIO FIORITO MARIANO

Tra le braccia della Misericordia 30

EX ALLIEVI / 1

Don Calabria è vivo a Costozza 32

EX ALLIEVI / 2

Un convegno “diverso” Direzione - Amministrazione: VIA SAN ZENO IN MONTE, 23 - 37129 VERONA TEL. 045.80.52.932 - C.C.P. 18543371 Redazione: CENTRO CULTURALE CALABRIANO - tel. 045.80.52.955 Sito Internet: http://www.lamico.it • E-mail: ccsc@doncalabria.it Direttore Responsabile: fr. CARLO TONINELLO Redattori: dr. MATTEO CAVEJARI; dr. MASSIMO CUNICO Layout copertina: dr. MASSIMO CUNICO Archivio fotografico: ALFREDO MALESANI Realizzazione grafica: DAVIDE BELLINI Stampa: UNIDEA srl Piazzale Olimpia, 28 - 37128 VERONA - tel. 045.81.03.611 - fax 045.045.57.26.98 Collaboratori. La collaborazione è aperta a tutti gli amici dell’Opera.

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L’AMICO N. 6 - NOVEMBRE-DICEMBRE 2015 NUMERO CHIUSO IN REDAZIONE IL 10 NOVEMBRE 2015

Altri articoli 2 Festa di San Giovanni Calabria 3 La parola del Papa 20 RACCONTO Le scatole magiche 22 CHIESA E NUMERI La messe è molta...

33 BAGLIORI AI MARGINI L’avvocato di strada 34 Amici a colloquio 36 Notizie 39

CONGREGAZIONE

Professioni in Asia 40 Appuntamenti

Questo periodico è associato all’UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

“Se non ritornerete come bambini...”

Editoriale

“S

e non ritornerete come bambini...” è frase che risveglia in noi inevitabilmente un richiamo all’innocenza e alla semplicità, a maggior ragione in questo periodo natalizio. Eppure, al di là della purezza, credo che non dovremmo dimenticare un altro aspetto legato all’essere bambini, cioè la loro capacità di vivere con passione. Il bambino è per definizione un appassionato. La meraviglia che egli prova di fronte alle novità che il mondo gli presenta equivale ad una continua provocazione ad appassionarsi alle varie dimensioni della vita. Pensate a qualche piccolo esempio: l’assorta meraviglia del bambino di fronte al lento indugiare di una lumaca; la straordinaria attenzione con cui osserva le mirabolanti architetture di una ragnatela; il fascino che lo rapisce di fronte ad una inarrestabile fila di formiche, o al fulmineo guizzare di un pesce.

Di fronte alla potenza della vita il bambino sperimenta un’intensa ricerca di senso, ne riconosce ammirato l’armonia, è abitato da un’appassionata apertura al mistero. Per lui il mondo è una continua rivelazione. Osserviamo ad esempio la capacità di immergersi anima e corpo in un gioco. Un bambino che gioca con passione è un

bambino che sta imparando a vivere veramente. Un bambino a cui sia permesso di vivere appassionatamente sarà poi un adulto capace di coinvolgersi con passione nella vita. Non ho dubbio alcuno che il ritornare ad essere bambini del vangelo sia anche un invito, anzi un’istanza, che ci viene rivolta a tornare a vivere con passione, con entusiasmo, con meraviglia, con incanto.

Guardate un bambino che si alza la mattina: per lui “ogni mattina / il mondo / è creato” (Mary Oliver). Egli si immerge subito nella vita, le corre incontro desideroso delle sfide che oggi dovrà affrontare. Riprende i giochi lasciati il giorno precedente, ansioso di scoprire nuove passioni. Per un bambino la passione è il modo principale di essere vivo. Proprio per questo a volte è faticoso staccare un bambino dalle sue passioni. I richiami alla realtà che i genitori gli rivolgono spesso cadono nel vuoto, provocando malumore negli adulti. Non sia così! Sarebbe invece importante che osservando questi bambini anche noi fossimo capaci di connetterci con il loro mistero. “Tornare come bambini” è un appello a tornare a vivere con passione.

Vi sono tesori nascosti nelle profondità della vita che solo la passione di un bambino ci per-

metterà di scoprire; oscurità che potranno essere illuminate; montagne che saranno spianate; valli che verranno riempite. Il bambino sa ciò che forse noi abbiamo dimenticato e cioè che per essere parte del mondo, per conoscerlo intimamente bisogna appassionarsi ad esso.

Le passioni del bambino sono autentiche finestre aperte sul mondo attraverso le quali la vita viene conosciuta e si fa conoscere in un continuo scambio.

Al contrario di quanto accade all’attuale generazione “selfie”, che riduce il mondo entro il piccolo schermo del proprio smartphone, divenuto uno specchio dove l’unico oggetto visto e rivisto è se stessi, mentre il resto non è che uno sfondo su cui far emergere imperante la propria immagine.

Certo tornare ad essere bambini significa riscoprire una purezza che forse abbiamo perso per strada, ma una purezza fatta di passioni vere, autentiche, forti, pulite. È un bel sogno, quello di un mondo consegnato a bambini appassionati.

Fratel Carlo Toninello

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Per una gestione “calabriana” La Provvidenza all’Opera

I

l 16 e 17 ottobre si è svolto a Maguzzano il primo incontro di gestione calabriana della Delegazione Europea, organizzato sul seguente argomento: “La pianificazione nelle organizzazioni nate da un carisma”. L’invito a partecipare era rivolto ai direttori, ai componenti dei consigli di direzione e di amministrazione delle case e agli economi delle comunità religiose. La risposta è stata molto buona, con una partecipazione di circa cinquanta tra religiosi e collaboratori laici delle Case calabriane italiane e della Romania.

L’inizio Molto intenso il programma, che si è aperto con una relazione del Delegato don Ivo Pasa sul tema della gestione delle opere come mezzo per annunciare il carisma calabriano. Nella seconda parte della mattinata tutti i parte-

cipanti si sono trasferiti nella cappella adiacente al chiostro dell’abbazia per la celebrazione della S. Messa. Il pranzo comunitario e il successivo tempo libero sono state occasioni particolarmente apprezzate di conoscenza reciproca, contribuendo a creare un clima che è stato sicuramente costruttivo e all’insegna della condivisione. Un particolare valore simbolico, durante la pausa pranzo, ha avuto il “pellegrinaggio” che molti hanno fatto sul cimitero dei religiosi e delle religiose calabriani. È stato un modo per riconoscere il debito comune che tutti noi religiosi e laici di oggi abbiamo nei confronti di tante persone che hanno dato la vita per l’Opera.

Esempi di gestione carismatica Nel pomeriggio il momento centrale è stato l’intervento tenuto dall’ing. Alberto Frassineti. Frassineti, che è co-fondatore della scuola di economia civile ed è consulente di molte congregazioni religiose, ha parlato dei processi gestionali tipici delle organizzazioni nate da un carisma, facendo numerosi esempi e dando alcuni suggerimenti pratici che possano aiutare le Case calabriane a pianificare le attività in modo coerente con il carisma, mantenendosi fedeli allo spirito originario ma nello stesso tempo adeguandosi alle esigenze dei tempi attuali.

Alla sera la maggior parte dei presenti si è fermata a dormire in abbazia, così anche

Efficienza e fecondità Ecco alcuni spunti tratti dalla relazione di Alberto Frassineti...

DELEGAZIONE EUROPEA

La Provvidenza all’Opera il “dopo-cena” è diventato occasione di confronto e di socializzazione tra le case.

Il nuovo progetto di Delegazione I lavori del sabato sono stati dedicati al nuovo progetto organizzativo della Delegazione “San Giovanni Calabria”. Dopo un’introduzione del Delegato e dell’economo generale fr. Gedovar, sono intervenuti alcuni collaboratori laici che hanno introdotto il piano di gestione della Delegazione, realizzato in accordo con le indicazioni del Consiglio generale della Congregazione.

Nell’ambito di questa riorganizzazione si avrà una gestione “per consigli”, sia nelle singole attività e case, sia negli ambiti trasversali di lavoro tra le case. Per questo in ogni casa si sta procedendo alla creazione dei “consigli di direzione e/o amministrazione”, mentre nelle parrocchie si parla di “consigli calabriani di ausilio parrocchiale”. Inoltre nella Delegazione si lavorerà in modo trasversale alle varie case in tre ambiti: sanitario e sociosanitario, educativo e socio-assistenziale, istituzionale. Inoltre la Delegazione si è dotata di un ufficio amministrativo centrale che farà da supporto e coordinerà gli aspetti amministrativi delle varie case, in modo particolare quelle più piccole e meno attrezzate sul piano contabile e gestionale.

Nella seconda parte della mattinata i partecipanti si sono divisi nei tre ambiti di appartenenza ed è iniziato un lavoro di confronto sulla nuova organizzazione.

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Prima di procedere alla riorganizzazione delle opere di un ente nato da un carisma è fondamentale definire in modo preciso la missione e i principi del carisma stesso, perché è assolutamente necessario uno sforzo creativo che permetta di attualizzare il carisma restando ad esso fedeli. Infatti il carisma è un particolare dono dello Spirito in una persona (o in più persone). Siamo quindi di fronte a un’esperienza dello Spirito, che non si esaurisce nell’ambito della vita del fondatore/trice, che grazie ai discepoli del carisma cresce dinamicamente nella storia. Un carisma attinge al Vangelo, perciò è suscettibile di una comprensione sempre più profonda come lo è la parola di Dio di cui è portatore. Il carisma è dunque un punto di partenza per radicarsi nel presente, per leggere meglio i segni dei tempi e rispondervi adeguatamente, in linea con l’azione dello Spirito, per rendere creativo il proprio futuro. È necessario chiarirsi su questo prima di pensare alle attività e alla loro gestione. Ecco alcune domande da porsi per riflettere sul carisma oggi: • Quali sono le domande del fondatore?

• Quali sono le intenzioni fondanti?

• Quali i valori/principi specifici, quale cultura specifica del Carisma?

• Quali gli interlocutori e quali bisogni?

• Quali le azioni concrete, i fatti, le opere, come avviene la testimonianza del carisma?

• Quale ruolo nella società, nella Chiesa?

• Quale la caratteristica distintiva, il Porro unum est necessarium (Luc 10.42). [...]

La definizione/ridefinizione della missione e dei principi del Carisma serve per arrivare a definire/ridefinire la missione delle case e attività.

Da questo deriva a sua volta la ridefinizione di un sistema organizzativo coerente con la missione, con particolare attenzione agli obiettivi economici (risorse). Infine la nuova gestione va realizzata attraverso la valorizzazione di una cultura di comunione centrata sul lavoro di gruppo e su una comunicazione interpersonale efficace. [...]

Nella riorganizzazione delle attività, progettata una volta che ci siamo chiariti sulla missione, ci sono tre parole chiave: efficienza, efficacia e fecondità.

Efficienza: “fare le cose bene”, ovvero fissato un certo obiettivo, le risorse sono gestite in modo da rendere massimi i risultati ottenibili con il minimo costo possibile.

Efficacia: “fare le cose giuste”, ovvero fissato un certo obiettivo, le risorse sono assegnate a quelle attività che soddisfano le esigenze, le aspettative e le priorità degli interlocutori dell’impresa.

Fecondità: l’esperienza a cui il fondatore/trice è introdotto dallo Spirito è destinata ad essere comunicata, trasmessa e vissuta da altri. Questi altri che fanno esperienza del carisma attingono da tale esperienza una generatività per la propria esistenza che la costruisce, a volte la muta e la cambia. La fecondità è quindi interna, dei discepoli, ed esterna, del popolo che intercetta il carisma o vi “inciampa” e ne fa esperienza mutuando qualcosa per la sua esistenza.

ANNIVERSARI

San Benedetto, 100 anni fa

La Provvidenza all’Opera Domenica 4 ottobre, con una grande festa, si sono concluse le celebrazioni per i 100 anni della Casa di San Benedetto, a Verona.

Tantissimi gli Ex allievi, gli operatori e gli amici dell’Opera che hanno partecipato.

Naturalmente a fare gli onori di casa c’era l’attuale presidente dell’Istituto, ovvero fratel Mario Bonora, Proprio fratel Mario in queste pagine ripercorre la storia di una Casa che ancora oggi appare più viva e impegnata che mai nell’aiuto ai Buoni Fanciulli...

La facciata della Casa negli anni Trenta

Cenni storici Da tempo don Calabria desiderava acquisire la proprietà Tezza che si trovava al lato nord della casa di San Zeno in Monte ed era al corrente delle difficoltà che frapponevano i proprietari alla cessione dell’immobile (casa e terreno). Egli conosceva bene quella casa perché da ragazzo vi si recava per consegnare, alla famiglia ivi residente, la biancheria lavata e stirata dalla sua mamma.

La volontà di acquisire la proprietà nasceva dalla necessità di avere spazi adeguati da mettere a disposizione delle Sorelle per accogliere bambini piccoli da 2 ad 8 anni.

Venuto a conoscenza della contrarietà dei proprietari alla cessione, ricorse a due stratagemmi:

labria per l’acquisto, perciò intermise una terza persona, il capomastro Bodini di Tombetta, perché facesse le pratiche per conto di un compratore che sarebbe rimasto in incognito fino al momento di versare il denaro. La trattativa procedette molto bene e, a suo tempo, ai primi di novembre 1914 comparve il compratore: don Giovanni Calabria.

La casa cominciò la sua attività l’8 dicembre 1914 e continuò fino al 1931, quando le Sorelle e i bambini traslocarono nella Casa di Este.

Ad essi subentravano, nello stesso anno, alcuni ragazzi che manifestavano l’orientamento di un approfondimento circa la loro chiamata alla vita sacerdotale o religiosa; la Casa di San Benedetto ospitò dunque gli “aspiranti” finché non si decise di trasferirli nella Casa di Nazareth, sulle Torricelle vicino a Castel San Pietro.

1) Gettò una medaglietta di San Benedetto nell’orto sotLa casa continuò dunque a funzionare come luogo di tostante San Zeno in Monte. Questa era una prassi formazione per gli aspiranti alla vita di religiosi come che lui aveva adottato in altre occasioni con esiti pofratelli. In questo periodo i sitivi. Nel frattempo inragazzi interni dell’età scotensificò la preghiera allare furono accolti a San la Provvidenza...

Le attività di oggi Zeno in Monte, frequen2) Don Calabria, prudente tando anche la scuola procom’era, pensava bene Attualmente la Casa San Benedetto gestisce 11 comunità fessionale. che chiedendo lui al paProseguendo con questi educative residenziali per minori e mamme in situazioni drone l’acquisto della cenni storici, agli inizi deproprietà avrebbe invodi difficoltà, 1 comunità educativa diurna, 4 gli anni ’60 fu abbattuto il gliato il venditore a appartamenti per ragazzi maggiorenni e la vecchio fabbricato e ne chiedere un prezzo alto progettazione e attuazione di progetti specifici a favore venne costruito uno ex nodato il conosciuto intedi minori nell’area della giustizia. I ragazzi seguiti vo nella forma esterna atresse che aveva don Caattualmente sono un centinaio; vi operano 110 tra coordinatori, educatori, consulenti, progettisti, amministrativi e ausiliari. L’attività si avvale anche della collaborazione di una ventina di volontari.

M.B.

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tuale. Alla fine degli anni ’60 la comunità educativa venne trasferita da San Zeno in Monte a San Benedetto, ritenendo la struttura più idonea per i ragazzi.

Dal punto di vista organizzativo l’attività venne impostata secondo lo stile vigente nelle nostre comunità educative di allora. Successivamente in ossequio alle disposizioni legislative, riguardanti il passaggio da Istituti di accoglienza a comunità educative, avvenute dall’anno 2001, la casa venne completamente ristrutturata all’interno assumendo l’attuale configurazione. Contemporaneamente furono avviate le prime case-famiglia, attualmente diventate comunità educative. Si tratta dell’attuale organizzazione della comunità, con attività di accoglienza e sostegno ai minori, comunità residenziali, centri diurni e vari progetti in diverse zone d’Italia.

Don Calabria e i fanciulli disagiati Terminata questa breve cronistoria della casa di San Benedetto vorrei, molto brevemente, evidenziare le peculiarità delle case che avviava don Calabria per accogliere ragazzi in situazioni disagiate familiari o personali.

Don Calabria, quando diede inizio alla sua opera educativa, aveva in testa e nel cuore di offrire ai ragazzi una casa, non un collegio. Naturalmente voleva anche dar loro delle prospettive concrete per l’avvenire, con l’avvio di scuole professionali a San Zeno in Monte. Al di là dei dettami dei vari regolamenti, peraltro necessari in presenza di una comunità composta da tanti membri, egli desiderava che aleggiasse nella casa lo spirito di famiglia: i ragazzi dovevano volersi bene e i religiosi dovevano trattarli con lo stile e l’amore di un padre.

L’educazione che si impartiva era impostata secondo il famoso metodo preventivo di don Bosco.

Quello che don Calabria chiedeva e voleva dai suoi religiosi educatori, oggi lo chiede a ogni educatore, seppur con i dovuti adattamenti richiesti dai mutamenti della società nella quale operiamo. In sintesi, le nostre comunità educative devono continuare ad essere impostate con lo spirito di famiglia. Grazie a tutti per l’impegno e per la competenza che dimostrate nel lavorare nelle nostre comunità.

Don Calabria e gli educatori Per quanto riguarda il metodo educativo cito alcune regole che don Calabria dettò per i religiosi educatori: «I fratelli siano proprio altrettanti padri; facciano di tutto perché i giovani abbiano di loro stima e confidenza. Per l’amor di Dio che non crescano degli ipocriti; li correggano con carità e pazienza pensando che tutti siamo passati per quella età; sorveglino e castighino poco e nei castighi usino grande moderazione e la giusta misura. Si osservi qual grado di mancanza si trovi nel ragazzo, e dove basta l’ammonizione non si usi il rimprovero e dove questo sia sufficiente, non si proceda oltre. Le correzioni, gli eventuali castighi non si diano in pubblico, ma privatamente, lungi dai compagni e si usi massima prudenza e pazienza affinché il ragazzo comprenda il suo torto. Il percuotere in qualunque modo sia evitato in quanto irrita grandemente i giovani ed avvilisce l’educatore. Egli non deve avere mani né per carezzare né per battere».

Fratel Mario Bonora

Don Calabria a San Benedetto

Uno più uno uguale tre 10

CCSC

La Provvidenza all’Opera Nell’ambito della 75a giornata di Studi Calabriani si è tenuto il 23 ottobre 2015 nell’Auditorium dell’Istituto don Calabria l’atteso incontro dal titolo “La lotta tra il demone e l’angelo” con Gilberto e Maria Teresa Gillini. Consulenti e docenti presso l’Istituto “Giovanni Paolo II” dell’Università Lateranense di Roma, sono coniugi e studiosi che hanno approfondito le articolate dinamiche dell’amore di coppia.

I

l numeroso pubblico presente ha vissuto un’ora densa di stimoli su un argomento complesso e talora controverso, soprattutto alla luce del tempo presente fatto di relazioni instabili spesso contrassegnate dal disimpegno e da una scarsa assunzione di responsabilità. È stata una relazione a quattro mani, che ha dato vita ad una serie di riflessioni assai stimolanti, offerte con chiarezza espressiva e capacità di offrire al medesimo tempo profondità e leggerezza.

Così Maria Teresa, prima, e Gilberto in seconda battuta, hanno saputo catturare l’attenzione e appassionare il pubblico presente. Le relazioni, introdotte da fr. Carlo Toninello, si sono intrecciate, grazie a puntuali riferimenti ed originali elaborazioni, con il libro biblico di Tobia, datato II secolo avanti Cristo. Gli autori hanno infatti simbolicamente adottato il divenire coppia di Tobia e Sara, come punto di partenza per le loro riflessioni.

Diversi i temi che gli studiosi hanno proposto e i cui nuclei sono stati, in sostanza, il necessario distacco dalle rispettive famiglie e il costituirsi di una nuova coppia. Le tappe sono il relativo e spesso impegnativo percorso di maturazione fatto di scelte importanti, di aspettative più o meno realistiche del patto affettivo, di impegno ad affinare insieme il percorso di una intimità consapevole, di una sfida fatta di progetti e aperture al mondo nel segno della vitalità e della condivisione lasciandosi contagiare dalla sensibilità particolare di cui è portatore il Vangelo, in una visione cristiana e cattolica.

Il demone e l’angelo Maria Teresa Gillini, nel suo intervento, ha detto che il libro di Tobia tenta di riportarci alle origini del maschile e del femminile “nonostante la patina della vita offuschi quelle origini”. Ma la vita di coppia “interessa profondamente il Signore Dio” e il testo biblico ci informa sulla genesi della coppia, “celebra la coppia” non eludendo veleni e ostacoli disseminati lungo il suo lento costituirsi.

Nel cammino di apprendimento dell’amore è presente nel testo l’Angelo Necessario: si tratta del vero custode dell’amore di coppia, che ne accompagna il cammino fatto di inevitabili difficoltà. L’unione è infatti suscettibile di interferenze esterne ed è, va ricordato, frutto di libera scelta e per questo richiede pur sempre un’assunzione di responsabilità. Maria Teresa Gillini è stata su questo punto molto chiara: non possiamo addebitare a Dio la scelta del proprio partner e dobbiamo essere consapevoli che l’amore di coppia è spesso investito da eventi ed episodi che tendono ad insidiarlo, dal lavorio del negativo che nel libro di Tobia è simbolicamente incarnato dal demone Asmodeo.

E allora l’altro/a, ovvero qualcuno con cui invecchierò, necessita di Amicizia, qualità relazionale individuata da entrambi i relatori come punto cardine e di consolidamento di una vita di coppia fatta di alleanza. Un cammino che “sceglie di vivere le stesse emozioni, di parlare per sottointesi, di sapere l’uno dell’altro molto di più dell’’inizio della relazione, e amare molto di più. È, insomma, un invecchiare insieme, meta a cui conduce il Benedetto”.

Nella parabola biblica la sconfitta del demonio Asmodeo decreta la nascita della coppia in completa autonomia eppure profondamente sinergica. Essa affascinata dal proprio legame, alimenta la fiducia di base di cui bisogna essere in possesso fin dall’inizio.

Si viene a creare così, secondo il citato psichiatra francese Philippe Caillé, “la matematica fiduciale, ovvero l’uno più uno che fa tre”, il contrario della contemporanea attitudine della “matematica imperialista dove uno più uno fa uno” e che dà vita ad in-

CCSC

La Provvidenza all’Opera

felici rapporti, unilaterali e incapaci di reciproca empatia, dove l’altro/a è assimilato ai desideri dell’uno/a.

Conflitti di coppia Gilberto Gillini si è soffermato sui conflitti tra le coppie e lo ha fatto evocando l’opera dello psicologo americano John Mordecai Gottman. Il conflitto di coppia irrisolvibile, piccolo o grande che sia, ha la sua radice nei “sogni”. Ma con il termine “sogno” qui si delinea non tanto l’attività onirica, quanto i desideri, i bisogni e le aspirazioni che danno senso alla vita, nuclei di vitalità che se vengono del tutto disillusi creano lacerazione e frustrazione che si riversa in modo distruttivo nella vita di coppia.

E allora? Secondo Gillini l’idealizzazione eccessiva è altrettanto dannosa della svalutazione del fragile luogo dei sogni, incarnato in ciascuno di noi. La colpevolizzazione dell’altro per la mancata realizzazione dei sogni personali è il risultato di un eccesso di aspettative. D’altro canto è la persona con la quale abbiamo scelto di invecchiare che rappresenta una possibilità di condivisa vita desiderata che deve trovare una sua possibilità d’espressione.

Anche qui è evocato l’Angelo Necessario alla coppia: l’essere sacro del patto amoroso, l’amore e l’eros di cui gli amanti fanno perfetta sintesi è protetto dall’Angelo necessario, che non è nulla di magico ma istruisce e accompagna l’amore, “lo aiuta ad alzare gli occhi”.

“Asmodeo, il demone, non regge l’odore dell’amore di coppia, quell’Agàpe e quei modi di volersi bene, fugge ed è sconfitto una volta per tutte, esiliato tra gli idoli”: l’Angelo Necessario, ben lungi dal negare il reale, accompagna allora alla complessità della costruzione di un rapporto di coppia, ne favorisce lo sguardo tenero e vero necessario al suo cammino.

Renato Perina

Nel libro di Tobia è presente il demone Asmodeo, che frappone degli ostacoli all’amore di coppia. Ma c’è anche Raffaele, l’angelo necessario, che offre degli antidoti. Ecco alcuni di questi ostacoli/antidoti come proposti dai relatori...

Asmodeo

Raffaele

Il primo volto mortifero che ciascuno può presentare in una coppia è l’arroganza di essersi fatto da solo, non riconoscere le proprie dipendenze buone, la vita ricevuta, in una parola lo statuto di figlio.

L’antidoto consiste nel riconoscere di avere la valigia, cioè ciò che si porta con sé come eredità dalla propria famiglia di origine, cercando di discernere ciò che è bene tenere e ciò che va lasciato.

Il secondo volto mortifero per la coppia si incentra sulla colpevolizzazione immobilizzante, sia come auto colpevolizzazione depressiva sia come un arrogante puntare il dito sulle colpe dell’altro.

La guarigione non consiste nel negare la realtà, ma nello scoprirvi significati ulteriori, cioè nel sospettare un nuovo modo di leggere i comportamenti dell’altro scoprendo che sono molto più complessi di quanto ci sembrava

Il terzo volto mortifero di Asmodeo consiste nella suggestione di arrendersi alle difficoltà, di lasciar perdere, di cedere di fronte alle paure, i dubbi, alle fatiche.

L’angelo necessario chiede invece di guardare in faccia le difficoltà, di combattere, di avere fiducia e speranza.

Il quarto volto è quello che insinua l’assenza di Dio nei nostri affari terreni.

L’antidoto è l’aprirsi alla chiamata, alla vocazione. L’angelo necessario è lì a testimoniare che Dio c’entra, ma in un modo misterioso che rispetta fino in fondo la libertà del singolo e dei due.

Il quinto volto demoniaco è, all’opposto, la resa fideistica, che fa tutto dipendere da Lui come da uno che tira i fili della sua imperscrutabile volontà e ci riduce a compiacenti (o ribelli) burattini.

L’angelo, invece, chiama alla responsabilità, a conoscere e riconoscere l’altro al di là del sentito dire, a prendersi cura della sua “bellezza”.

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Il cocco di São Luis 12

BRASILE

La Provvidenza all’Opera Continua il racconto di viaggio nelle missioni calabriane del nord-est brasiliano, iniziato sullo scorso numero de «L’Amico» con la descrizione delle attività di Limoeiro. Ora parliamo del Maranhão...

Nel cuore del Maranhão Il volo parte da Recife alle 13.30. Dopo un rapido scalo a Fortaleza, l’aereo riparte puntando deciso verso nord. Sotto di noi cominciano a scorrere le prime immense distese di foresta. Alle 16.30 atterriamo a São Luis, città che con i suoi quasi due milioni di abitanti è la capitale del Maranhão. Ha appena finito di piovere.

La temperatura non raggiunge i 30 gradi, ma c’è un’umidità impressionante. D’altra parte siamo vicini all’Equatore e questa è la stagione delle piogge.

Dopo un breve viaggio in macchina arriviamo alla Cidade Operaria, quartiere di periferia dove l’Opera Don Calabria è presente da circa 30 anni. Proprio al centro della Cidade si trova la sede della missione calabriana: una grande area circondata da un alto muro di cinta, dove abita la comunità religiosa e dove si svolgono molte delle attività che visiteremo nei prossimi due giorni:

la scuola professionale, il centro per disabili, la palestra, i laboratori e la chiesa parrocchiale.

Veniamo ospitati nella casa dei religiosi. Siamo giusto in tempo per partecipare alla Messa vespertina che viene celebrata da padre Oziel, arrivato qui pochi giorni fa da Marituba. In fondo alla chiesa c’è un cartellone che invita i fedeli a partecipare al “Dizimo”, cioè il versamento della decima parte del proprio stipendio alla parrocchia. Si tratta di una pratica molto diffusa qui nel nord-est brasiliano. Dopo Messa ceniamo insieme alla comunità, composta da fratel Roque, fratel Josè Haroldo, il diacono Marcos Silva, padre Adelmo e padre Manuel.

La domenica alle 7 in punto veniamo svegliati da un gran frastuono di canti. È la S. Messa della mattina che viene celebrata nella piastra sportiva della scuola. Ci saranno almeno 400 persone sugli spalti mentre l’altare è allestito nel campo da calcetto. Dopo colazione don Manuel, il parroco, ci porta nella zona che la diocesi ha ceduto all’Opera per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale. Un gruppo di volontari è al lavoro per recintare l’area. Nel pomeriggio si uniscono a noi alcuni ospiti provenienti dalle case calabriane di Porto Alegre e dell’Argentina. Insieme visitiamo il centro storico di São Luis, dichiarato patrimonio mondiale dell’Unesco in quanto antico esempio di architettura coloniale.

Attività per migliaia di giovani Il lunedì finalmente visitiamo le attività calabriane del CESJO (Centro Educativo y Social São Josè Operario). Si comincia dalla scuola media. È uno spettacolo vedere centinaia di ragazzi, tutti in divisa, seduti in cortile. Al suono della campanella inizia una preghiera a san Giovanni Calabria. Poi un’educatrice chiama le classi ad una ad una e queste si alzano e salgono le scale. Parliamo un po’ con il preside che ci dice come questi ragazzi siano per la maggior parte in condizioni di rischio sociale, perché ci troviamo in una

São Luis

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zona di periferia assai povera che per molti è solo un dormitorio.

Dopo la scuola ci spostiamo nella palestra per la riabilitazione. Qui ci sono i fisioterapisti al lavoro con un gruppo di disabili. Vicino alla palestra c’è il “Centro Dia”, un centro diurno per disabili che rappresenta un punto di riferimento per tutto lo stato del Maranhão.

Inaugurato poco più di un anno fa, svolge attività con disabili di età compresa tra 18 e 60 anni, coinvolgendo anche le loro famiglie in un percorso di assistenza e sostegno. Si tratta di un’attività che punta all’inclusione sociale di una categoria che qui in Brasile non ha ancora molti servizi a disposizione.

La tappa successiva è il Centro Professionale, anch’esso situato dentro le mura della missione. Qui circa 1.500 ragazzi ogni anno, divisi in turni, frequentano vari corsi di specializzazione: meccanica, informatica, panificazione, sartoria, corsi per elettricisti e molto altro.

Nei corridoi campeggiano grandi quadri con foto della Verona di un secolo fa e scritte delle più belle massime di don Calabria. Parliamo con alcuni docenti, educatori e con il personale amministrativo che si occupa delle adozioni a distanza (molti ragazzi, qui, sono aiutati con il contributo dei padrini italiani). L’impressione è quella di un Centro molto dinamico e al passo con i tempi, pieno di iniziative come testimonia anche il bel sito Internet (http://blog.cesjo.org.br).

Le case-famiglia e il cocco Nel pomeriggio padre Adelmo ci accompagna fuori dalla missione, per vedere alcune attività che l’Opera gestisce in giro per la città. Per prima cosa visitiamo le case-famiglia, “casas-lares” come le chiamano qui. Si tratta di quattro case dove una coppia di genitori vive con i propri figli e in più accoglie 7-8 ragazzi e ragazze che sono senza famiglia. Sono case modeste ma dignitose e fanno un grande servizio perché nella zona ci sono molti giovani con seri problemi familiari alle spalle.

Dopo aver visitato due Lar ripartiamo in macchina.

Destinazione: oceano Atlantico. Infatti a quaranta minuti dalla Cidade Operaria, vicino alla spiaggia, l’Opera ha una casa che viene usata per le vacanze dei ragazzi

delle case famiglia e della parrocchia. Il tragitto per arrivarci è molto interessante. Strade con buche gigantesche, più di una volta abbiamo paura di lasciarci la macchina. Ma padre Adelmo sembra tranquillo. Subito fuori dalla città a fianco della strada incontriamo alcune delle cosiddette “occupazioni”: terreni liberi dove da un giorno all’altro arrivano persone che costruiscono baracche di legno e fango; abitano lì con le loro famiglie e se nessuno li caccia allora cominciano a costruire baracche un po’ più evolute, fino ad insediarsi definitivamente.

Prima di rientrare in città facciamo un’ultima deviazione. Al termine di una stradina di campagna entriamo in una grande piantagione di alberi di cocco, sempre gestita dall’Opera. Ci accolgono i tre operai offrendoci un cocco aperto dove possiamo bere un po’ d’acqua. Ogni giorno la piantagione produce alcune centinaia di frutti che vengono rivenduti con un piccolo guadagno ai locali della città. Proprio mentre siamo in mezzo ai filari inizia un acquazzone tropicale, breve ma fortissimo. Ci rifugiamo nel capannone mentre le zanzare impazzite fanno festa. A padre Adelmo brillano gli occhi quando parla dei “suoi” cocchi.

Ormai non c’è più tempo da perdere. Rientriamo veloci al CESJO, carichiamo in macchina i bagagli e ripartiamo verso l’aeroporto. Alle 21 ci aspetta l’aereo per Belem, prossima tappa del nostro viaggio e di questo racconto.

Matteo Cavejari

Piccoli miracoli filippini La Provvidenza all’Opera Dal 20 agosto al 10 settembre Sor. Maria Rosa Girlanda e Sor. Graciela Ramseyer hanno visitato le due comunità di Povere Serve presenti nelle Filippine e la comunità di Calbayog, dove sono presenti solo i Fratelli. Le due Sorelle hanno visitato dapprima la comunità di Cagayan de Oro, composta da sor. Giuliana, sor. Anita, le novizie e alcune ragazze filippine che risiedono nella Casa. Durante i giorni trascorsi a Cagayan c’è stata una grande festa per i patroni Sant’Agostino e Santa Monica, il 27 e 28 agosto. In seguito il viaggio è continuato con la visita alla comunità di Manila, aperta circa un anno fa nel quartiere periferico di Tay Tay, dove sono presenti sor. Maria Josè e sor. Luciane. Qui di seguito riportiamo proprio la testimonianza di sor. Maria Josè che racconta la vita quotidiana e le prospettive di questa bella missione...

C

i troviamo a Manila, anzi, nelle periferie di Manila, a Taytay - Rizal. Facciamo parte della Parrocchia San Lorenzo Ruiz, e questo è anche il nome che abbiamo dato alla nostra piccola comunità religiosa, della quale noi, Sorella Maria José Marinho e Sorella Luciane De Cesaro, facciamo parte, comunità che ha preso il via un anno fa, il 15 settembre 2014.

Sentiamo la nostra presenza qui come una piccola goccia nell’oceano, perché i poveri sono tanti e bisognosi. Ricordiamo anche che le Filippine sono il 12° paese tra i più popolosi del mondo: questa classificazione ha una forte influenza sulla realtà del paese e sulla vita delle persone. Considerando queste caratteristiche di povertà e popolosità, penso che si possa immaginare il “campo missionario” che abbiamo davanti.

Quando dico che ci sentiamo una goccia nell’oceano non mi riferisco solo al fatto che siamo poche, perché, anche fossimo un battaglione, sarebbe insufficiente per

rispondere alla domanda di tanta gente, carente di ciò che consideriamo basilare per la vita come: salute, abitazione, acqua, cibo, trasporto, istruzione... Allora, per cercare di rispondere, almeno in ciò che la Provvidenza ci consente e fin dove le nostre braccia possono arrivare, operiamo nelle aree di: Pastorale: Giovanile, Vocazionale e CBS (comunità Ecclesiale di Base).

Salute: siamo presenti nella “Clinica Francesco Perez”, gestita dai nostri Fratelli Poveri Servi.

In verità la nostra missione qui non si può suddividere e classificare nettamente nelle diverse aree, perché, in pratica, si tratta di un “modalità mista” di servire il popolo, cioè i nostri specifici compiti si intersecano e si integrano a vicenda, almeno per ciò che riguarda le famiglie, gli ammalati, i bambini... ossia l’aiuto globale alla persona. Per esempio, chi visita le famiglie e trova un ammalato bisognoso di aiuto in-

POVERE SERVE

La Provvidenza all’Opera teragisce con l’atra che lavora nella clinica, e viceversa. Spesso le persone stesse cercano e chiedono il nostro aiuto in diverse forme come: comprare medicine (alcune salvavita), aiutare a costruire una casa o parte di essa, aiutare a fare analisi prescritte dai medici, procurare cibo... ecc.

Qualcuno si potrà domandare: «Come fate a rispondere a questi bisogni?». La prima risposta è: «Con l’aiuto della Provvidenza, della quale noi siamo solo strumenti». Provvidenza che a volte arriva tramite una persona lontana, o anche vicina, un amico...; tante volte non supera i 30, 50 £, ma con questa cifra qui si può fare dei “piccoli miracoli”, come l’acquisto di un antibiotico per un bambino. Questo ci fa capire quanto è importante custodire il dono della Provvidenza e farlo arrivare alla giusta destinazione, perché può significare vita, gioia e salute per i più poveri, come voleva don Calabria.

Davanti a innumerevoli necessità dobbiamo avere l’attenzione e la delicatezza di raggiungere proprio i più poveri tra i poveri... questo non è facile, ma è necessario e importante, se vogliamo fare quello che ci chiede il nostro padre don Calabria: «Se ci fosse da fare una scelta, si dia sempre la preferenza a quelli che sono sprovvisti di ogni umano appoggio: dove mancano gli uomini, interviene sicuramente la Provvidenza del Padre Celeste; il “Quaerite primum” esige anche questo!» (Lettera LXXIX - 16 marzo 1953).

Dunque con semplicità cerchiamo di dare il nostro piccolo contributo, credendo che Dio farà grandi prodigi nel cuore della gente, non tanto per ciò che riusciamo a fare a livello materiale, anche se pure questo è necessario, ma soprattutto per ciò che possiamo trasmettere con la nostra presenza, attraverso ogni piccolo gesto che può far trasparire la bontà, la paternità e maternità di Dio Provvidente.

Sor. Maria José M.do Nascimento PSDP

Impressioni da Cagayan de Oro Ecco una breve testimonianza di sor.

Maria Rosa e sor.

Graciela...

MANILA Calbayog

Cagayan de Oro

A Cagayan ci attendevano le Sorelle Giuliana, Carla e Anita, con la nov. Saroj e tre ragazze filippine che risiedono nella Comunità delle Sorelle, Cecil, Arcely e Anna Mi. C’è anche una giovane con disturbi mentali ad integrare la comunità: Desy, la mamma di Philip, uno dei bambini della casa famiglia che gestiscono i Fratelli a Lumbia. La sua presenza in comunità è come quella di un vero “Gesù povero”. Tutti i membri della comunità la custodiscono e si occupano di lei, mentre Desy aiuta nella pulizia esterna della casa, aiuta a tagliare le verdure, prega con le sorelle... si vede nei suoi occhi e nel suo sorriso la serenità di chi si sente accolta e custodita con amore e semplicità.

Anche per noi l’accoglienza è stata molto calda e fraterna. Una comunità giovane, gioiosa, semplice. Ci siamo fermate con loro una settimana, partecipando alla vita della comunità: S. Messa ogni giorno nella Cattedrale o all’università dei Gesuiti, in lingua visaya, qualche volta in inglese. Poi preghiera in comunità, colazione, attività varie...

Una domenica siamo andate a Opol, il villaggio costruito per le famiglie colpite dall’alluvione. Un altro giorno abbiamo visitato le case famiglia dei Fratelli: quella di Bayabas, dove vivono insieme circa 12 ragazzi di strada, provenienti dalla casa famiglia di Lumbia, dove sono accolti i bambini più piccoli in situazione di disagio familiare; e quella che accoglie le bambine, custodite da due educatrici. Sono questi tutti bambini tolti da situazioni familiari molto critiche, ad alto rischio di coinvolgimento nel giro della prostituzione e del narcotraffico.

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Certificazione europea di qualità SPECIALE SAN MARCO

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importante riconoscimento, che è garanzia per il territorio della possibilità di usufruire di servizi adeguati ai bisogni delle persone con disabilità e sottoposti a monitoraggio costante.

Cos’è EQUASS EQUASS è il programma europeo per la certificazione di qualità nei servizi sociali (http://www.equass.be/equass/index.php). Permette ai servizi che operano in ambito sociale di intraprendere un percorso con un soggetto esterno indipendente a livello Europeo, attraverso il quale viene assicurata la qualità della propria offerta per gli utenti e per gli altri stakeholders (enti finanziatori, partner, clienti). La certificazione Equass si basa su 10 principi, 50 criteri e 100 indicatori. Tali criteri coprono gli elementi essenziali del Sistema di Gestione della Qualità applicabile in ambito sociale. Per ottenere il marchio di qualità è necessario soddisfare tutti i 100 indicatori.

Ogni principio è declinato in 50 criteri e altrettanti indicatori di performance. Il servizio che intende intraprendere il percorso di qualità deve dimostrare evidenze sufficienti in tutti e 100 gli indicatori.

La verifica esterna, tenutasi l’1 e 2 ottobre 2015, ha coinvolto il personale, gli utenti e i principali stakeholders, ha soddisfatto tutti i criteri previsti dal sistema di qualità Equass, permettendo per la seconda volta al Centro Polifunzionale Don Calabria di ottenere questo

Il valore aggiunto della certificazione Equass per le persone con disabilità La certificazione Equass mette al centro dell’attenzione la persona con disabilità che deve essere protagonista attiva del suo percorso presso i servizi, deve poter valutare ciò che le viene offerto, deve poter orientare anche le scelte dei servizi che devono rispondere prioritariamente ai bisogni.

I 10 principi chiave previsti da EQUASS vanno declinati in specifiche azioni per gli utenti. Non si è trattato quindi solo di definire Processi e Procedure, Codice etico, Carta dei servizi, Carta dei diritti e Manuale della qualità, ma di coinvolgere costantemente gli utenti e il personale nella valutazione delle attività e nel miglioramento continuo.

Il coinvolgimento delle persone seguite avviene attraverso diversi strumenti e modalità: • stesura del Patto di servizio che definisce ruoli e responsabilità reciproche tra persona e servizio; • definizione del Piano individuale d’integrazione lavorativa che parte dalla valutazione di bisogni globali e capacità specifiche, definisce gli obiettivi e prevede incontri periodici di verifica con la persona sull’andamento del progetto; • valutazione della soddisfazione delle persone attraverso questionari di soddisfazione e realizzazione di focus group; • potenziamento delle capacità di autodeterminazione attraverso l’attivazione di percorsi individuali e di gruppo sull’empowerment.

l Centro Polifunzionale Don Calabria di via San Marco a Verona ha ottenuto per la seconda volta la certificazione europea EQUASS di qualità nei servizi sociali per le attività gestite da Medialabor nel settore dell’accompagnamento al lavoro delle persone con disabilità. Si tratta ad oggi dell’unico ente in Italia ad avere ottenuto la certificazione per questo ambito specifico. L’attuale certificazione ha validità di due anni (ottobre 2015 - ottobre 2017).

In particolare sono stati valutati molto positivamente i nuovi percorsi di potenziamento delle capacità trasversali (empowerment) che Medialabor sta promuovendo, attraverso l’utilizzo di un sistema standardizzato chiamato SEVUOIPUOI! per il quale il servizio ha pubblicato recentemente un manuale che viene proposto al territorio attraverso specifici percorsi di formazione per operatori del settore.

Il valore aggiunto della certificazione Equass per gli stakeholders: enti finanziatori e partners EQUASS prevede che i servizi lavorino in rete con il territorio a partire dalla valutazione dei bisogni dei diversi stakeholders e del livello di soddisfazione dei ser-

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SPECIALE SAN MARCO

vizi erogati. Promuove la trasparenza delle comunicazioni con il territorio.

In questo senso Medialabor coinvolge il territorio attraverso: • il lavoro di rete con i principali stakeholders nella definizione ed erogazione di servizi innovativi; • il coinvolgimento degli stakeholders attraverso i questionari di soddisfazione; • la sensibilizzazione del territorio attraverso iniziative di consulenza e formazione (Blog, Audit aziendali, Disability management ecc.); • la pubblicazione dei risultati annuali sul portale del Centro Polifunzionale; • l’individuazione nel Piano annuale di obiettivi coerenti con i feed back degli stakeholders e degli utenti.

All’audit di quest’anno hanno partecipato: l’Amministrazione provinciale, l’Inail, Lavoro&Società, Energie sociali, il Presidio di Riabilitazione extraospedaliera C. Santi, i Servizi di Psichiatria dell’Ulss 20, il Servizio d’inserimento lavorativo dell’Ulss 20, la Cooperativa Self Help, le Aziende.

MEDIALABOR SRL è il servizio per il lavoro che, ai sensi dell’art.25 LR 3/2009 e DGR 2238 del 20/12/2011 della Regione Veneto, fa parte della rete dei servizi pubblici e privati che si occupano dell’accompagnamento al lavoro. È una struttura senza scopo di lucro che si pone al servizio dei giovani e degli adulti per garantire una piena partecipazione alla vita lavorativa e sociale della comunità.

La qualità dei servizi offerta è garantita da modalità di intervento che si basano sul lavoro di rete, operando Medialabor in stretta connessione con Regione, Provincia, servizi per il lavoro accreditati, enti di formazione professionale, servizi sociali e sanitari, privato sociale. Il Servizio è situato all’interno dell’Area Formativa del Centro Polifunzionale Don Calabria.

Concludendo La certificazione EQUASS è uno strumento strategico che attesta la qualità dei servizi del Centro Polifunzionale Don Calabria, che offre risposte effettive ai bisogni delle persone con disabilità e alle esigenze del territorio. Lo slogan La persona al Centro non resta in questo modo solo sulla carta, ma viene declinato in tutte le attività. Nello stesso tempo la certificazione è una continua spinta nel processo di miglioramento continuo e di formazione continua.

L’audit condotta attraverso due giornate di verifica della documentazione, degli strumenti e di interviste a gruppi di utenti, familiari, partner del territorio e al personale di Medialabor è stata un’occasione di crescita e apprendimento che ci ha permesso di consolidare il senso di appartenenza e i rapporti con la rete del territorio.

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Lo sport per tutti 18

SPECIALE SAN MARCO

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l progetto “SPORT+4ALL Active and Included”, candidato dal Centro Polifunzionale don Calabria (che ne è capofila) sul “Programma Erasmus + Sport - Collaborative Partnership”, è stato uno dei 38 progetti approvati in Europa tra i 406 candidati e sarà finanziato con il sostegno della Commissione Europea. Il partenariato è composto da 7 Centri di riabilitazione e sport provenienti da altrettanti Paesi europei.

L’obiettivo di S + 4ALL è quello di creare strumenti per una qualità più ampia e più alta dell’offerta sportiva, a livello europeo, per Persone con disabilità. Il Progetto definirà i requisiti e sperimenterà l’efficacia di tale attività, che molti Centri attualmente non sono in grado di offrire. La finalità del progetto “Erasmus+” è infatti la condivisione della conoscenza e la disseminazione di competenze, strumenti, metodologie per innalzare la qualità e specializzazione delle attività sportive offerte alle persone con disabilità, elemento essenziale per favorire la loro partecipazione allo sport e la loro maggior inclusione sociale.

Le attività previste Nel corso dei 30 mesi di sviluppo verranno interessati al progetto Centri di Riabilitazione con attività sporti-

Centro Polifunzionale Don Calabria

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ve, Disabili e loro rappresentanti, Centri Sportivi, Istruttori sportivi, Medici e terapisti della riabilitazione, Medici e terapisti dello Sport ed HEPA, Autorità di policy sanitarie di welfare.

I Centri di riabilitazione europei che parteciperanno al progetto confronteranno la loro esperienza di attività fisico riabilitativa e di sport adattato per persone con disabilità rispetto a sei dimensioni qualitative: comunicazione e coinvolgimento degli utenti partenariati per assicurare un continuum nell’erogazione delle attività (Salute - Sport - Sociale) valutazione dei bisogni e delle capacità fisico-sportive (a livello di target group e individuale) pianificazione e gestione concreta delle attività formazione dello staff di professionisti coinvolti valutazione dei risultati (a livello delle organizzazioni che realizzano l’attività; a livello sistemico; a livello dei singoli individui).

Le attività saranno gestite in 3 aree principali:

a) attività di benchmarking: mappatura, progettazione, test, convalida ed esecuzione di pratiche innovative per lo Sport; b) attività di benchlearning: integrate alle Centro Polifunzionale don Calabria attività di benchmarking, 6 workshop inter(Italia) nazionali realizzeranno una formazione traCapofila sversale all’interno della rete dei partner sul tema. Infatti ogni 4 mesi si svolgerà un seValakupiu Reabilitacijos Centras minario in una sede dei partner, nel corso (Lituania) del quale si concorderà una modalità comuPartner ne di gestione di una determinata dimensione qualitativa. Tale modalità comune verrà Centro de Reabilitação Profissional de Gaia (Portogallo) implementata da tutti i partner nel quadrimestre successivo nella propria attività. Il Partner successivo incontro realizzerà un confronto Berufsbildungswerk Adolf Aich Ggmbh qualitativo sull’esperienza svolta e model(Germania) lizzerà uno standard comune. I seminari saPartner ranno 6, uno per ognuna della dimensioni; c) attività di ricerca e sviluppo, coordinata Astangu Vocational Rehabilitation Centre da un Centro di Ricerca esterno, con la rea(Estonia) lizzazione di 5 output di progetto.

Partner Fundacion Intras (Spagna) Partner The Cedar Foundation (Irlanda del Nord) Partner

Al fine di rafforzare un approccio sistemico allo sport e alla disabilità, il Servizio

SPECIALE SAN MARCO

di Medicina dello Sport presso il Centro Polifunzionale verificherà periodicamente la congruità o difformità delle procedure individuate per persone con disabilità nella erogazione della propria attività fisica adattata, rivolta a persone over 50 per finalità di prevenzione.

Il percorso svolto I partner hanno realizzato 3 incontri internazionali (maggio - Italia; luglio - Spagna; ottobre Lituania) e definito: - le regole e le modalità di lavoro comune, per rispondere ai dettami dell’Unione Europea; - la mappa completa delle attività svolte dai 7 centri oggi per persone con disabilità; - gli elementi di sviluppo e di miglioramento del proprio Centro, in maniera da essere in grado di offrire alla popolazione adulta disabile della propria regione un servizio di attività fisica e sportiva di qualità, capace di porsi come attività accessibile, inclusiva, richiesta oltre i normali circuiti riabilitativi.

Lo sviluppo delle attività fisico sportive per adulti disabili applicherà gli elementi di buone prassi condivisi nei confronti internazionali.

I prodotti Lo sviluppo delle successive dimensioni qualitative all’interno del servizio consentirà, oltre che di disporre di un servizio di qualità nell’offerta sportiva e fisica per i disabili della propria regione, di realizzare strumenti operativi che verranno divulgati presso Centri di riabilitazione, sportivi e formativi a livello Europeo, anche tramite la realizzazione di seminari di divulgazione finali.

- schede specifiche e diversificate per la valutazione delle potenzialità fisico sportive residue per persone con disabilità; - linee Guida per i Centri Sportivi europei sulle modalità di pro-

grammazione delle attività per persone con disabilità in un’ottica inclusiva; - un dettaglio delle competenze richieste agli istruttori sportivi per la gestione di interventi con persone con disabilità, destinato agli Enti di formazione europei; - pubblicazioni finali con le sintesi delle raccomandazioni qualitative rispetto alle 6 dimensioni, analizzate per una gestione estensiva delle attività sportive rivolte a persone con disabilità nei Centri di Riabilitazione e Sportivi europei; - uno studio comparativo tra le linee guida applicabili allo sport per persone con disabilità e le attività indirizzate a persone over 50 a fini di prevenzione primaria e secondaria.

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RACCONTO

Le scatole magiche

Capitolo 7 In un attimo le due scoiattoline sono sul tetto della catapecchia.

«Ecco l’antenna. – esclama Marisol – Dai, spingiamo con tutte le nostre forze. Dobbiamo spezzarla!»

«Ma è altissima! Ed è fatta di ferro!» ribatte sconsolata Catalina.

«No, è un metallo ancora più duro del ferro, ma noi dobbiamo romperla lo stesso, Catalina! Dobbiamo farcela, se vogliamo salvare la foresta con tutti i nostri amici».

«Allora ce la faremo, Marisol!»

«Dai, dai! Forza!»

«Spingi! Spingi!»

«Tira! Tira!»

Spingi! Tira! Spingi! Tira! Spingi! Tira!

Ad un tratto, sul bordo del tetto, Kaiserschmarren atterra con la sua scopa magica. Ha uno sguardo a dir poco... truce: «Ahhhhhh, piccole furie! Cosa state facendo? Lasciate stare la mia antenna!»

Dopo qualche secondo anche il vecchio gufo atterra. Si appoggia al comignolo e, col fiatone, riesce a malapena a balbettare: «Scu... scu... scusate... non sono riuscito a trattenerla più a lungo, nevvero!»

La strega è assolutamente furiosa: «Vi elettrizzo! Vi fulmino! Vi riduco a palline di peluche! Vi cucino senza padella e senza olio! Lasciate solo che mi ricordi l’incantesimo adatto! Ecco: ...aspetta... aspetta... Com’era?...»

Appena vedono gli occhi infuocati di Kaiserschmarren, le due scoiattoline restano come pietrificate. Sono immobili, aggrappate all’antenna che non si vuole muovere nemmeno un poco.

Poi Catalina inizia a tremare e a gridare: «Aiuto! Aiuto!»

A quelle grida Marisol pare come risvegliarsi: sa che l’unica salvezza sta nell’abbattere l’antenna.

«Forza Catalina! Spingi! Tira! Spingi! Tira!...»

La strega è fuori di sé dalla rabbia e questo, per fortuna, non l’aiuta certo a ricordare le formule magiche: «Trisbisonci-gonci-donci? No: quello è per arricciare i capelli. Bustamiglio-triglio-piglio? No, no: quello è per allungare le unghie... Spiz-

za-scherto-fil-coperto! No, no! Mi sono sbagliata di nuovo: è quello che toglie i pidocchi! Dall’agitazione non me lo ricordo bene! Appena me lo ricordo, vedrete! Altro che “spingi” e “tira”! Adesso vi faccio vedere io!»

A questo punto la stregaccia furiosa, visto che non riesce a ricordare l’incantesimo giusto, si lancia verso le scoiattoline, tentando di afferrarle. Queste iniziano a scappare per il tetto, cercando ogni tanto di afferrare l’antenna per abbatterla.

Inizia una folle corsa: Kaiserschmarren tenta di prendere Catalina, Marisol e anche il vecchio gufo, ma questi tre si sottraggono sempre abilmente alle sue grinfie. Ogni tanto la stregaccia scaglia un incantesimo contro uno dei tre animali, ma senza risultato: non riesce proprio a ricordare quello giusto!

Aiuto! Aiuto! Ti prendo! Ahi! Che botta!

Aiuto! Spingi! Tira! Se vi prendo... Aiuto!

Prendi questo! E questo! E ancora questo!

Vi fulmino! Vi cucino a fuoco lento! Aiuto!

Aiuto! Scappa! Scappa! Ahi! Vi trasformo in pellicce! Vi cucino con le patate! Ti spenno e ti trasformo in piumino! Aiuto!

Aiuto!...

In tutta quella confusione di piume, incantesimi, grida e fulmini, ad un tratto Kaiserschmarren si avventa contro Catalina e sta quasi per afferrarla, quando Marisol, all’ultimo istante, riesce a farle uno sgambetto, mandandola a gambe per aria. La stregaccia va a sbattere giusto giusto contro l’antenna, che comincia a dondolare... dondolare... sempre di più... sempre di più... finché...

SBAM

«Nooooooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

La mia antenna!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!» grida disperata Kaiserschmarren, guardandola rovinare a terra con un fracasso infernale.

A quella vista, Catalina, Marisol e il Vecchio Gufo iniziano a gridare di gioia:

Evviva! Evviva! Evviva!

Per un attimo, nella radura, tutto sembra congelato. Il tempo si ferma.

Kaiserschmarren guarda allibita la sua antenna distrutta.

Le due scoiattoline non riescono a credere d’avercela veramente fatta. Il vecchio gufo... beh, il vecchio gufo riprende fiato, nevvero.

Poi, d’un tratto, in lontananza si sente come un rumore strano. Sembra quasi il rombo di un tuono...

«Non sentite anche voi questo rumore?» chiede con fare perplesso il Vecchio Gufo.

«Sembra il rumore di una cascata» gli risponde Marisol.

«La mia antenna... la mia povera antenna...» questa è Kaiserschmarren, che in un angolo del tetto continua a singhiozzare con gli occhi fissi sui pezzi di metallo abbattuti.

«A me sembrano tanti tamburi lontani lontani...» interviene Catalina tendendo le orecchie.

«No, no, è un tuono, nevvero» afferma il Vecchio Gufo.

«La mia antenna... la mia piccola, piccola antennina...» continua Kaiserschmarren...

«Una cascata! Io dico che è una cascata» insiste Marisol.

«No, no e ancora no! – la interrompe Catalina – Per me sono dei tamburi. Qualcuno sta suonando dei tamburi!»

Kaiserschmarren nel suo angolino di tetto continua a singhiozzare patetica: «La mia antennuccia... cosa ti hanno fatto, piccolina...»

«Il rumore si sta avvicinando. – interviene allarmato il Vecchio Gufo – Non può essere una cascata!»

«Giusto. – conferma Marisol – Le cascate non si spostano.»

Catalina inizia a preoccuparsi: «È sempre più forte. Sentite?»

«Aumenta sempre più, nevvero!»

La stregaccia inizia finalmente a tornare in sé, ma questo, per i nostri eroi, non è un buon segno: «Ti vendicherò, antennina mia bella... gliela farò pagare cara!»

Catalina è sempre più preoccupata: «Viene verso di noi!»

«Forse sarebbe meglio...» prova ad intervenire Marisol, ma Kaiserschmarren non le lascia il tempo di finire la frase ed inizia a gridare furibonda: «Vi ridurrò in cenere! Vi annienterò! Qualsiasi incantesimo di distruzione sarà perfetto!»

Proprio in quell’istante entrano in scena, trafelate, Madmoiselle e Mylady. Sono terrorizzate e quasi non riescono a parlare.

«Arrivano! Arrivano!»

«They’re coming! They’re coming! Help!»

«Arrivano chi?» chiede Kaiserschmarren senza capire, ma la scimmietta e la donnola sono troppo spaventate, per riuscire a spiegarsi: «Arrivano! Arrivano! Aiuto!»

«They’re coming! Let’s run away! Help!»

Prima che possano scappare, la stregaccia le afferra: «Ma chi è che sta arrivando? Cosa sta succedendo?»

Madmoiselle e Mylady, divincolandosi, rispondono spaventatissimi: «Gli animali! Arrivano gli animali della foresta e sono furibondi! All’improvviso si sono come svegliati, ci hanno visti ed hanno cominciato ad inseguirci! Eccoli, eccoli!

Arrivano. Aiuto! Aiuto! I do not believe it! Aiuto! Help!

Help!»

Ed eccoli! Caduta l’antenna tutti gli animali si sono improvvisamente risvegliati ed hanno capito cosa è successo.

All’improvviso irrompono nella radura. Inizia un folle inseguimento.

La confusione è indescrivibile! Tutti cercano di afferrare Kaiserschmarren e i suoi due aiutanti:

Aiuto! Aiuto! Prendili! Prendili! Afferrali!

Eccoli! Li ho presi! Prendili! Aiuto!

Ahi! Ahi! Prendili!

Scappa! Scappa!

Via!...

Testo di Mariacristina Filippin

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CHIESA E NUMERI

La messe è molta...

Famiglia calabriana In occasione della Giornata Missionaria Mondiale, domenica 18 ottobre, l’Agenzia Fides ha presentato come di consueto alcune statistiche scelte in modo da offrire un quadro panoramico della Chiesa nel mondo. Le tavole sono tratte dall’ultimo «Annuario Statistico della Chiesa» (aggiornato al 31 dicembre 2013) e riguardano i membri della Chiesa, le sue strutture pastorali, le attività nel campo sanitario, assistenziale ed educativo. Tra parentesi viene indicata la variazione, aumento (+) o diminuzione (-) rispetto all’anno precedente, secondo il confronto effettuato dall’Agenzia Fides.

Popolazione mondiale

Abitanti e cattolici per sacerdote

Al 31 dicembre 2013 la popolazione mondiale era pari a 7.093.798.000 persone, con un aumento di 70.421.000 unità rispetto all’anno precedente. L’aumento globale riguarda anche quest’anno tutti i continenti: gli aumenti più consistenti, in misura più contenuta rispetto all’anno passato, ancora una volta sono in Asia (+27.776.000) e Africa (+23.808.000), seguiti da America (+17.865.000), Europa (+289.000) e Oceania (+683.000).

Il numero degli abitanti per sacerdote è aumentato anche quest’anno, complessivamente di 180 unità, raggiungendo quota 13.752. La ripartizione per continenti vede, come per gli anni precedenti, aumenti in America (+132), Europa (+49) ed Oceania (+147); diminuzioni in Africa (-506) e Asia (-360).

Il numero dei cattolici per sacerdote è aumentato complessivamente di 54 unità, raggiungendo il numero di 3.019. Anche quest’anno si registrano aumenti in America (+115), Europa (+21) ed Oceania (+38), diminuzioni in Asia (-17) e Africa (-17).

Numero dei cattolici Alla stessa data del 31 dicembre 2013 il numero dei cattolici era pari a 1.253.926.000 unità con un aumento complessivo di 25.305.000 persone rispetto all’anno precedente. L’aumento interessa tutti i continenti, è più deciso, come lo scorso anno, in America (+15.051.000) e Africa (+7.637.000), seguite da Asia (+2.161.000), Europa (+285.000) e Oceania (+171.000).

La percentuale dei cattolici è aumentata dello 0,19%, attestandosi al 17,68%. Riguardo ai continenti, si sono registrati aumenti in Africa (+0,29), America (+0,38), Asia (+0,03), Europa (+0,03). Anche quest’anno l’Oceania è in lieve diminuzione (-0,01).

Vescovi Il numero totale dei Vescovi nel mondo è aumentato di 40 unità, raggiungendo quota 5.173. Contrariamente alla situazione degli ultimi anni, che ha visto aumentare i Vescovi diocesani e diminuire quelli religiosi, quest’anno risultano aumentati entrambi. I Vescovi diocesani sono 3.945 (28 in più), mentre i Vescovi religiosi sono 1.228 (12 in più).

Sacerdoti

Seminaristi maggiori

Il numero totale dei sacerdoti nel mondo è aumentato di 1.035 unità rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 415.348. A segnare una diminuzione consistente è ancora una volta l’Europa (- 2.283) e, in misura più lieve, l’Oceania (-3), mentre gli aumenti si registrano in Africa (+1.693), America (+188) e Asia (+1.440). I sacerdoti diocesani nel mondo sono aumentati globalmente di 971 unità, raggiungendo il numero di 280.532. I sacerdoti religiosi sono aumentati in complesso di 64 unità e sono 134.816. Consolidando la tendenza degli ultimi anni, crescono in Africa (+507) e in Asia (+540), mentre le diminuzioni interessano America (-351), Europa (-610) ed Oceania (-22).

I seminaristi maggiori, diocesani e religiosi, sono globalmente diminuiti di 1.800 unità, e hanno così raggiunto il numero di 118.251. Gli aumenti si registrano solo in Africa (+164), mentre diminuiscono in America (-1.180), Asia (-372), Europa (-354) ed Oceania (-58).

Religiosi e religiose I religiosi non sacerdoti sono diminuiti, in controtendenza rispetto agli ultimi anni, di 61 unità arrivando al numero di 55.253. Aumenti si registrano in America (+45), Asia (+167) ed Oceania (+78), diminuzioni in Africa (-218) ed Europa (-133). Anche quest’anno si conferma la tendenza alla diminuzione globale delle religiose, quest’anno di 8.954 unità, che sono complessivamente 693.575. Gli aumenti sono, ancora una volta, in Africa (+1.293) e Asia (+172), le diminuzioni in America (-4.548), Europa (-5.662) e Oceania (-209).

Missionari laici e Catechisti Il numero dei Missionari laici nel mondo è pari a 367.679 unità, con un aumento globale di 5.191 unità ed aumenti in tutti i continenti: Africa (+31), America (+3.083), Asia (+990) ed Europa (+1.088). Unica lieve diminuzione in Oceania (-1).

I Catechisti nel mondo sono diminuiti complessivamente di 13.075 unità, raggiungendo quota 3.157.568. Consistenti aumenti si registrano in Africa (+9.414) e in Asia (+4.529), mentre le diminuzioni interessano gli altri continenti: America (-24.091), Europa (-1.072), Oceania (-1.225).

Seminaristi minori Il numero totale dei seminaristi minori, diocesani e religiosi, è diminuito di 775 unità, raggiungendo il numero di 101.928. Sono aumentati in America (+42), Asia (+407) e Oceania (+9), mentre sono diminuiti in Africa (-233) ed Europa (-1.000).

Istituti di istruzione ed educazione Nel campo dell’istruzione e dell’educazione, la Chiesa gestisce nel mondo 73.263 scuole materne frequentate da 6.963.669 alunni; 96.822 scuole primarie per 32.254.204 alunni; 45.699 istituti secondari per 19.407.417 alunni. Inoltre segue 2.309.797 alunni delle scuole superiori e 2.727.940 studenti universitari.

Istituti sanitari, di beneficenza e assistenza Gli istituti di beneficenza e assistenza gestiti nel mondo dalla Chiesa comprendono: 5.034 ospedali con le presenze maggiori in America (1.495) ed Africa (1.167); 16.627 dispensari, per la maggior parte in Africa (5.252), America (4.751) e Asia (3.558); 611 lebbrosari distribuiti principalmente in Asia (328) ed Africa (201); 15.518 case per anziani, malati cronici ed handicappati, per la maggior parte in Europa (8.158) ed America (3.679); 9.770 orfanotrofi per la maggior parte in Asia (3.944); 12.082 giardini d’infanzia con il maggior numero in Asia (3.498) e America (3.412); 14.391 consultori matrimoniali, per gran parte in America (5.747) ed Europa (5.715); 3.896 centri di educazione o rieducazione sociale e 38.256 istituzioni di altro tipo.

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La mensa della Provvidenza 24 Famiglia calabriana

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o scorso 8 ottobre, festa di san Giovanni Calabria, è stata inaugurata la rinnovata mensa per i poveri dell’associazione “Casa Nostra”. La mensa, fondata negli anni Settanta dal prete veronese don Lionello Magagna, da circa dieci anni è ospitata a San Zeno in Monte nei locali che un tempo erano adibiti a laboratori di falegnameria dei Buoni Fanciulli. Con la recente ristrutturazione sono stati sistemati i pavimenti e l’ingresso, inoltre è stata rinnovata e messa a norma la cucina. Altri interventi hanno riguardato l’arredamento, l’impianto di videosorveglianza e quello antincendio. Tutto è stato fatto con gli aiuti della Provvidenza, inoltre hanno contribuito con il loro lavoro alcuni “poveri” che frequentano la mensa.

Ad inaugurare i locali ristrutturati è stato il Casante padre Miguel Tofful. Insieme a lui c’erano l’assessore ai servizi sociali del comune di Verona, Anna Leso, e i dirigenti del comune Daniela Maellare e Salvatore La Cagnina, oltre naturalmente ai volontari dell’associazione “Casa Nostra” e a molti religiosi e amici dell’Opera.

La mensa è aperta tutti i pomeriggi della settimana e ogni giorno viene frequentata da circa 35-40 persone di età superiore ai 50 anni (ma gli iscritti sono una settantina). Prima della cena, agli ospiti viene data la possibilità di farsi una doccia e di accedere al servizio guardaroba.

Tutti i venerdì è presente anche un’assistenza medica, grazie alla collaborazione del dott. Franco Perandini.

Inoltre nei mesi invernali, dall’1 dicembre al 31 marzo, oltre alla mensa vengono messi a disposizione dieci posti

letto per i senzatetto, grazie anche al contributo del Comune di Verona. Gli ospiti, tutti maschi, sono sia italiani sia stranieri.

La cosa straordinaria dell’associazione “Casa Nostra” è che si regge interamente sul volontariato. I volontari che prestano servizio a rotazione sono più di 70. Alcuni di loro fanno servizio da 25-30 anni, ma non mancano i giovani che si mettono a disposizione per servire i più poveri. Il cibo dei pasti proviene in parte dal Banco Alimentare e in parte dalla mensa dell’ospedale di Negrar. Frutta e verdura arrivano invece dalla Casa di San Zeno. «Qui siamo nella Casa della Provvidenza e in questi anni posso dire che di Provvidenza ne abbiamo vista tanta», dice Graziano Brentaro, presidente dell’associazione.

La mensa si trovava originariamente nel quartiere di Veronetta, ma per vari motivi si arrivò alla decisione di spostarla. Fu allora che don Primo Ferrari mise a disposizione i locali di San Zeno in Monte e iniziò dunque una collaborazione tra l’associazione “Casa Nostra” e l’Opera Don Calabria. Collaborazione che prosegue tuttora, tanto che l’attività è accompagnata da un religioso calabriano che fa da assistente spirituale (attualmente c’è fratel Marco Vicolo).

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Il consiglio direttivo dell’associazione Casa Nostra.

Da destra: Giampiero Castellazzo (vice presidente), Paolo Scipolo (segretario), Ilario Saccomani, Paolo Veneri, Vilma Andreetto, Graziano Brentaro (presidente), Alberto Bagnalasta, Vincenzo Iacomino.

Servizi Civili alla carica Famiglia calabriana

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on l’anno in corso sono stati avviati quattro progetti di Servizio Civile Nazionale presso le Case calabriane dove si realizzano attività sociali. I posti a disposizione erano 42, ma i giovani che si sono presentati alla selezione sono stati quasi il doppio, cioè 82 (tutti di età compresa fra i 18 e i 28 anni). Significa che c’erano 2 candidati per ogni posto messo a bando, segno di grande vitalità per questo Istituto nato dall’obiezione di coscienza alla difesa della Patria con attività militari.

Le case coinvolte sono le seguenti: - Termini Imerese (PA) con un progetto nell’ambito delle dipendenze dal titolo “La testa sulle spalle”.

Qui i giovani volontari sono 4. A Termini c’è un altro progetto, nell’ambito dei minori con difficoltà familiari, intitolato “Il bene va fatto bene” con 8 giovani presenti.

vitale. Tuttavia il cammino è ancora lungo, tanto che nella Legge di Stabilità i posti previsti per il prossimo anno arriverebbero solo a 20.000, questo almeno in prima bozza. Staremo a vedere. Noi abbiamo sempre creduto a questo meraviglioso S.C.N. anche in tempi non sospetti, figuriamoci se molliamo ora.

Buon servizio ai nostri giovani che non sono armati se non di volontà di amare l’umanità più sofferente.

Roberto Alberti (Responsabile SCN Opera Don Calabria)

- Catanzaro, nella Casa Alternativa dove si accolgono minori e neomaggiorenni che hanno avuto problemi di giustizia, con un progetto intitolato “Educare al cambiamento”. I volontari impegnati sono 4.

- Casa San Benedetto (Verona), sempre nell’ambito dell’accoglienza dei minorenni, con la presenza di 21 giovani su 26 previsti distribuiti nei vari servizi che questa Comunità gestisce, precisamente 10 oltre all’Oasi san Giacomo di Vago ed il Comune di Badia Calavena - Ente partner.

I 4 progetti dell’Opera hanno avuto inizio in settembre e ottobre, con un rilancio dopo alcuni anni di penuria finanziaria da parte dello Stato che aveva relegato il S.C.N. ad un mero istituto in via di abbandono. Invece quest’anno, a differenza del passato, i progetti avviati nel nostro ente sono raddoppiati e questo fa ben sperare per il futuro, dal momento che da alcuni mesi si sta realizzando la riforma del 3° settore nelle commissioni parlamentari con l’approdo al Servizio Civile Universale, dove si parla di 100.000 giovani in servizio all’anno. Se così sarà, nel 2017 potremmo avere una vera politica di opportunità giovanile di cui potrebbero beneficiare tutti, a partire dalle comunità locali.

La volontà di questo governo nel rilanciare il Servizio Civile sembra vera, visti i numeri di posti messi a bando nel 2015 che si aggirano intorno ai 50.000, addirittura oltre i 40.000 auspicati dagli enti come minimo

In difesa della Patria Ancora oggi il Servizio Civile mantiene intatte le finalità originali ed attrae il mondo giovanile sui temi della pace, della giustizia sociale, della difesa dei diritti dei più deboli attraverso la promozione della solidarietà sociale e la salvaguardia dei beni artistico-culturali ed ambientali. Si tratta di un dovere sancito nell’articolo 2 della Costituzione che si realizza e sviluppa nell’art. 52, dove si ribadisce che la difesa della patria è sacro dovere di tutti i cittadini. In anni di pesante crisi per i giovani, anche di opportunità lavorative, il S.C.N. è divenuto un porto sicuro dove approdare per formarsi e crescere in termini di cittadinanza, acquisendo competenze trasversali che sempre più il mondo del lavoro ricerca nei nuovi assunti. Non a caso, chi svolge il servizio civile ha il 25% di possibilità in più degli altri di trovare lavoro (dati emersi dall’ultimo rapporto sul S.C.N.).

R.A.

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NEGRAR

Prevenire i colpi di sonno

Famiglia calabriana

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l’Unione Europea su questo tema, che l’Italia dovrà recepire entro la fine del 2015. Tale direttiva (2014/85/UE) rende obbligatoria nel momento dell’emissione o del rinnovo della patente la ricerca della sindrome delle apnee notturne, un disturbo del sonno che si stima colpisca 2 milioni di persone in Italia, impedendo un buon riposo notturno con una conseguente forte sonnolenza durante il giorno.

«Innanzitutto occorre la consapevolezza che non ci si può mettere alla guida avendo dormito poco: con un riposo inferiore alle 5 ore per notte si aumenta di 4,5 volte la probabilità di avere un incidente stradale – spiega il dott. Rossato, che è anche presidente dell’associazione InFormaSonno – Stare svegli per 24 ore inoltre induce errori alla guida simili a quelli commessi da chi ha livelli di alcool nel sangue uguali o superiori a 1,00 g/l».

Rossato aggiunge che è stato calcolato che le persone «affette dalla sindrome delle Apnee ostruttive nel sonno (OSAS) hanno un rischio di incidente stradale da 2 a 7 volte superiore a quello osservato nelle persone sane proprio a causa della sonnoLa voce della polizia lenza indotta da questa patologia».

«Un colpo di sonno alla guida equivale ad un grave pericolo. Quando va Ad aprire i lavori del convegno bene nessuno si fa male, ma in casi peggiori le conseguenze sono gravi e è stato il neurologo Gian Luigi Giprovocano morti e feriti a seguito di incidenti e fuoriuscite autonome gli, già presidente della Società itaapparentemente senza motivo», ha detto il comandante della polizia locale liana di Medicina del sonno e dedi Verona Luigi Altamura. putato della Repubblica, che ha ilIl comandante della polizia stradale di Verona Girolamo Lacquaniti ha lustrato la già citata direttiva UE. evidenziato: «Gli incidenti causati dal colpo di sonno spesso sono i più gravi, Quindi sono intervenuti il comancon un elevato rischio di mortalità dovuto alla totale inazione del guidatore, dante della Polizia Municipale di che addormentandosi non ha consapevolezza dell’imminente pericolo». Gli Verona, Luigi Altamura, e il reschianti provocati da un addormentamento sono riconoscibili da alcuni sponsabile dell’Ufficio infortunistifattori: «Solitamente gli incidenti avvengono di notte o nelle prime ore del ca della Sezione della Polizia strapomeriggio e spesso l’automobilista guida da solo. Il fattore determinante è dale di Verona, Andrea Scamperle,

i stima che i colpi di sonno siano la causa diretta o indiretta di un quinto degli incidenti stradali e una delle principali cause degli incidenti mortali in autostrada, provocando ogni anno mille morti e 120mila feriti. Eppure questo tema è spesso sottovalutato ancora oggi, al contrario di quanto accade per il consumo di bevande alcoliche prima di mettersi alla guida.

Per fare il punto della situazione in questo campo, lo scorso 17 ottobre il Centro di Medicina del Sonno dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, diretto dal dottor Gianluca Rossato, ha organizzato un convegno in collaborazione con l’associazione InFormaSonno (www.informasonno.it). L’evento, intitolato “Prevenire il colpo di sonno: la nuova frontiera della sicurezza”, ha visto la partecipazione di molti relatori prestigiosi e di un pubblico particolarmente folto e partecipe, con molti addetti ai lavori.

Durante il convegno si è parlato in modo particolare delle modalità di attuazione di una direttiva del-

la totale mancanza di segni di frenata sulla strada e una fuoriuscita del veicolo dalla sede stradale e avvengono soprattutto in strade extraurbane di lunga percorrenza», ha detto l’ispettore capo Andrea Scamperle, responsabile dell’ufficio Infortunistica della polstrada.

Cittadella della Carità

Incontro annuale dei pensionati

fornendo i dati sugli incidenti provocati dai colpi di sonno e la loro specificità.

A seguire il dottor Rossato ha parlato dei soggetti a rischio di eccessiva sonnolenza diurna. Sonnolenza che non è solo un pericolo sulle strade ma anche sui posti di lavoro: tema su cui sono intervenuti Giovanni Costa, professore ordinario di Medicina del lavoro all’Università di Milano, e Daniele Vinco, formatore e consulente in sicurezza sul lavoro.

Nella seconda parte della mattinata si è parlato di patenti, con Silvana Beltrame, della Commissioni patenti dell’Ulss 20, e di “professionisti della guida”, con Paolo Uggé, presidente nazionale della Federazione autotrasportatori italiani-Conftrasporto. Il convegno si è concluso con l’intervento dell’assessore alle Politiche sanitarie della Regione Veneto, Luca Coletto su “La politica sanitaria regionale: definizione della priorità di lavoro e degli standard per il riconoscimento e trattamento della sonnolenza diurna”.

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Si è tenuto a Negrar domenica 27 settembre il tradizionale incontro dei collaboratori pensionati che hanno lavorato nelle varie strutture della Cittadella della Carità. Un buon gruppo di persone ha aderito con entusiasmo all’invito degli organizzatori. Don Gaetano Gecchele, coordinatore dell’evento e responsabile della pastorale ospedaliera, ha seguito l’accoglienza e la gestione del programma. Tema della riflessione era: “Stile di vita di don Calabria e del calabriano”. Lo spunto del programma partiva da un discorso tenuto da San Giovanni Calabria in occasione degli esercizi spirituali dei Poveri Servi della Divina Provvidenza dell’8 settembre 1952.

Noi, presenti all’incontro, abbiamo avuto l’opportunità di sentire la voce registrata di don Calabria. Da quella voce stridula, abbiamo sentito tutta la sua forza e la sua passione. Quest’uomo è l’uomo della misericordia che cerca in primo luogo il Regno di Dio. Ha cercato di essere un rimedio ai mali del mondo, indirizzando la sua opera in particolare verso gli ultimi, i poveri. Abbiamo ascoltato don Calabria che ci diceva che l’Opera è di Dio, noi siamo dei semplici operai e dobbiamo cercare di non rovinarla. La nostra vita sia in sintonia con il vangelo, una sfida che non è quella del mondo. La voce registrata del Padre ci ha invitato alla preghiera, alla tolleranza, ai gesti di carità, a chiedere scusa. I rapporti umani sono in crisi un po’ dappertutto, e per questo è importante la preghiera, l’adorazione, l’abbandono nella Divina Provvidenza.

Un altro aspetto del discorso ai religiosi riguardava le anime: servono anche iniziative per umanizzare 1’Ospedale, girare per i corridoi e parlare alla gente, organizzare incontri e convegni per il personale.

Don Calabria vedeva i mali della Chiesa e il suo motto era: «O santo o morto». L’incontro si è concluso con la celebrazione della S. Messa e a seguire un pranzo conviviale in compagnia.

M.V.

28 VOLONTARIATO

Il seminario dell’accoglienza Dal 25 al 27 settembre si è tenuto a Roma, presso il Centro Nazareth di via Portuense, l’annuale seminario di formazione dell’associazione di Volontariato Calabriano “Francesco Perez”. Ecco una cronaca dell’evento...

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a alcuni anni viene riproposto il seminario annuale che, sfidando le oggettive difficoltà, viste le varie provenienze dei Volontari, si cerca di tenere in luoghi diversi, ma comunque sempre vicino ad una realtà calabriana della zona.

Quest’anno come destinazione è stata riproposta Roma, dove ci siamo ritrovati in 80 volontari (ed anche qui l’accoglienza ed il supporto sono stati meravigliosi, come sempre del resto accade, da parte dei gruppi volontari locali residenti. È veramente difficile descrivere in poche parole la partecipazione, il coinvolgimento di tutti, l’emozione di sentirsi parte integrante della stessa famiglia, abbattendo barriere e luoghi comuni, anche perchè le conoscenze reciproche sono andate aumentando via via nel tempo.

II primo momento di formazione, quest’anno, ha avuto come relatore il Casante padre Miguel Tofful, che ci ha illustrato efficacemente, con il supporto di splendide immagini, una parte della sua recente lettera “LA GIOIA DELLA RADICALITÀ”. Una radicalità vista in Gesù e in don Calabria, certo, ma citando anche Fratelli dell’Opera del passato calabriano non molto conosciuti, eppure grandi testimoni di una vita evangelica esemplare quali: sorella Carmela Perlini, fratel Matteo Ponteggia e il Fratello Esterno Giulio Pasoli.

Sono seguite, poi, le preziose testimonianze di alcuni volontari, provenienti dalle varie sezioni, che hanno portato le proprie esperienze dirette veramente difficoltose, portate avanti sul campo con grande coraggio e dedizione davvero commovente.

Dopo una pausa siamo partiti per il centro città, secondo un percorso turistico già prestabilito e delimitato, usufruendo della guida esperta e competente del nostro caro fratel Agostino, già residente qui per alcuni anni in passato.

L’ultimo giorno l’abbiamo trascorso al “Collegino”, con fratel Giovanni che ci ha accompagnato a visitare la struttura dove si svolgono tutte le molteplici attività della Casa, dalla psicoterepia all’assistenza ai disabili, alla parte alberghiera, all’assistenza ai poveri, al Borgo dell’Accoglienza di recente attuazione e molte altre attività.

Particolarmente intenso è stato il secondo momento di formazione con l’intervento trascinatore ed entusiasmante di don Massimiliano (Max) Parrella, che ha commentato le varie parti di una lettera di don Calabria, vecchia come data ma modernissima nei contenuti, invitando tutti a “sporcarsi le mani”, come atteggiamento del donare e donarsi.

La S. Messa domenicale e conclusiva del seminario è stata celebrata dal Casante con tutti i volontari riuniti. È seguito il pranzo, ultima occasione per familiarizzare con tutti i gruppi prima della partenza per le proprie sedi. I saluti e gli abbracci sono stati accompagnati dalle allegre note diffuse dalla fisarmonica dell’instancabile e generoso nostro caro amico volontario Mirko.

Alla prossima, Carlo Trevisani

Tra le braccia della Misericordia SPAZIO FIORITO MARIANO

Famiglia calabriana

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opo una attenta verifica e accorta preparazione, accompagnati dalla preghiera e dallo Spirito Santo, eccoci partiti per questo anno pastorale 2015/2016 all’insegna della MISERICORDIA. Siamo carichi di entusiasmo e con tanta voglia di fare bene tutto ciò che il Signore vorrà. Ogni singolo incontro, adorazione, esperienza di evangelizzazione sono state sorgenti di grazia continue; animati e assetati sempre più dallo Spirito puro e genuino dell’OPERA sentiamo crescere la consapevolezza di appartenere a quest’unica e grande Famiglia.

Vivremo questo anno all’insegna della Misericordia in quanto vogliamo essere in sintonia con tutta la Chiesa e il Santo Padre che ha indetto il Giubileo della Misericordia.

Noi della Casa Incontri dell’Oasi San Giacomo abbiamo questo logo a forma di croce che ci accompagna: Nel logo, la parola centrale in verticale, scritta forse in una forma un po’ strana, è “MISERICORDIOSI” con alla base questo “IO SÌ’”. Ai piedi della croce quando Gesù fu crocifisso c’erano Maria e Giovanni, il discepolo che Gesù amava; allora ecco che quell’IO rappresenta ognuno di noi e quel SÌ rappresenta il SÌ di Maria, il SÌ che ha cambiato la storia. Nel nostro essere discepoli non dobbiamo mai sentirci soli perché Maria è sempre al nostro fianco.

Le braccia della croce sono rappresentate dalle parole del nostro San Giovanni Calabria: “TOTALE ABBANDONO TRA LE BRACCIA DELLA DIVINA MISERICORDIA”.

Don Calabria, “maestro di abbandono”, quest’anno ci invita ad abbandonarci alla misericordia di Dio che è per ciascuno di noi.

I colori sono ispirati dal quadro del Gesù Misericordioso di santa Faustina Kowalska: il blu rappresenta l’acqua del nostro Battesimo ed il rosso il sangue di Gesù versato per tutti noi.

Allora l’invito forte che ci facciamo è quello di camminare insieme in questo anno pastorale e vivere pienamente il nostro “SÌ” sull’esempio di Maria nel nostro essere discepoli di Gesù, sperimentando quest’abbandono tra le braccia della divina misericordia.

Marcello e Lisa

Don Calabria è vivo a Costozza

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ra un sabato di gennaio, di quest’anno, il 17 mi sembra. Eravamo tutti seduti a tavola davanti ad un piatto di baccalà alla vicentina, la giornata era limpida e fredda come spesso accade in questi primi mesi dell’anno. C’eravamo tutti al completo, dalla presidenza centrale, al direttivo Ex allievi della nostra sezione: Cesare, Gianni B., Gianni R., Giorgio, Enzo e il sottoscritto Massimo. Tra un bicchiere di vino e una fetta di polenta, ad un certo momento Giancarlo esordì con la naturalezza di un bambino: «Ma perché il prossimo convegno non lo fate proprio nella vostra casa?

Perché non chiedere alla Fondazione di condividere una domenica di festa?».

Lui non se ne rendeva conto, ma già in quel momento la prima pietra era stata posata! Di lì a poco avvenne il primo positivo incontro con il prof. Baschirotto, presidente della Fondazione proprietaria della casa. I mesi passarono e tutto il resto era solo

gestione organizzativa; la possente macchina dei Buoni Fanciulli di Costozza era stata avviata e puntava lenta ed inesorabile fino alla meta: il 13 settembre 2015, data fissata per il Convegno. Il consiglio si riuniva con una frequenza insostenibile, la fitta tela di rapporti con l’associazione Bird veniva lentamente intrecciata, frequenti erano le visite alla casa per creare le condizioni ideali, anche logistiche, per il primo convegno di Costozza dopo la cessione della Casa.

Solamente per ridare lo splendore originale alla Madonna posta davanti alla chiesa, ormai ingrigita dal tempo, ci volle un’intera giornata di idro-pulitrice e spazzole. Alla fine la soddisfazione fu enorme. Sembrava di rivederla in quegli anni... già passati da qualche anno...!

Nei giorni che precedevano questo primo e unico convegno, la tensione era veramente alle stelle.

Gli Ex allievi avevano risposto in massa alla chiamata, con telefonate frequenti da tutta Italia. Qualcuno che non poteva essere presente chiedeva di rintracciare il compagno o di mandare saluti. Qualcun altro era incredulo, altri chiedevano di portare amici, il clima era quello di un grande evento!

E venne il giorno della grande festa. Eravamo tranquilli sapendo di poter contare su tante illustri presenze: il Delegato per l’Europa don Ivo Pasa, il presidente centrale Ex allievi Giancarlo Miglioranzi, fratel Giuseppe Piccolo, fratel Italo Pasetti e tanti altri.

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Famiglia calabriana Il messaggio di don Ivo durante il suo intervento è pezzi di vita, degli insegnamenti di don Calabria. Siete le stato forte e chiaro. Costruire, lavorare, agire e pensare piante che qua sono state seminate, innaffiate, concimate, con lungimiranza; ovvero tutto quello che facciamo, legate ai pali per crescere diritte e resistere al vento.

Oggi la vera Casa Buoni Fanciulli siete proprio voi! facciamolo in funzione di qualcosa che debba durare a La S. Messa si è tenuta nella chiesetta e, se anche spolungo oltre ai nostri figli. Non guardare all’immediatezgliata dei suoi decori, si è mostrata in tutta la sua bellezza, essa non è costruzione ma solo speculazione. Anche za e nello splendore degli affreschi, come una reggia.

Giuseppe Baschirotto presidente e fondatore della Bird Alla fine il pranzo nella sala parrocchiale è stato un Foundation, associazione che si occupa dello studio e vero successo, con il cuoco semplicemente fantastico analisi delle malattie rare e che ha la sua sede proprio in nel gestire i 50 esuberi (prenotati un centinaio, effettivi Casa Buoni Fanciulli, ci ha spiegato il ruolo essenziale più di 150). del suo lavoro.

Non si possono non ringraziare i professori Riello e Già dall’accoglienza si poteva notare, nelle piccole Visentin per la loro significativa presenza al convegno, gesta, la nostalgia che attraversava gli Ex allievi di Couna citazione particolare va poi al presidente centrale stozza. Qualcuno ammirava immobile una parte del paGiancarlo Miglioranzi per il supporto continuo ed inlazzo centrale, qualcun altro si apprestava ad entrare instancabile, a tutti i religiosi per la loro disponibilità e certo nella chiesetta, e qualcuno accarezzava con la masoprattutto a fratel Italo per aver accettato l’incarico cono un muro come a voler assicurarsi che fosse veramenme religioso di riferimento per la nostra sezione. te reale e non un sogno il fatto di essere lì quella mattina. Il vociferare fra gli Ex allievi era intenso di ricordi e Massimo Tovo di episodi e iniziava sempre con il: «Ti ricordi quella volta che...».

In quei momenti io mi sono La prima filiale dell’Opera convinto che don Calabria sia risorto e in quella giornata lo abbiamo visto più vivo che La Casa Buoni Fanciulli di Costozza fu la prima filiale dell’Opera calabriana. Venne inaugurata il 7 mai! Magnifico. Sempliceagosto 1919, con una S. Messa celebrata da don Calabria e da quello che sarebbe stato il primo mente magnifico e bello. Mi superiore della Casa, ovvero don Luigi Pedrollo. Si trattava di una villa donata dall’on. Gaetano dispiace solo di non aver visRossi al vescovo di Vicenza per opere di bene. Il vescovo, mons. Rodolfi, la affidò a don Calabria. suto i tempi in cui qui era proLa Casa funzionava come internato, sul modello di San Zeno in Monte. Ben presto sorsero i laboratori prio una Casa, perché sono di meccanica e tipografia, quindi nacque la colonia agricola dove i Buoni Fanciulli imparavano il “giovane” e ho frequentato solavoro dei campi. Naturalmente ai ragazzi venivano date anche un’educazione e un’istruzione lo la scuola. Cari amici Ex alscolastica. Ancora negli anni Sessanta la Casa ospitava 140 allievi interni e 180 esterni. Negli anni lievi, tanto e forse tutto di Ottanta ormai gli allievi erano solo esterni e la Casa era diventata un vero e proprio centro quello che conosco, storia, viprofessionale. Parallelamente era nata anche un’attività di casa famiglia. La chiusura avvenne alla cende, usanze e avvenimenti metà degli anni Novanta. l’ho imparato dalle vostre testimonianze. E non nascondo Veduta panoramica della casa (anni ’30) che qualche volta mi fermo a riflettere e cerco di vedere con i vostri occhi quello che voi avete vissuto e visto. Ognuno di voi ha la sua storia da raccontare, ognuno ha nel cuore emozioni che nessun altro conosce, ognuno di voi è legato a qualcosa di forte e di intenso, voi siete i custodi di quei

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Un convegno “diverso”

Famiglia calabriana

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a giornata del nostro Convegno annuale, domenica 4 ottobre, lascerà senza dubbio un bellissimo ricordo. Tutto si è svolto in un clima di gioia, ancor più grande rispetto gli anni precedenti. Grazie al costante aggiornamento dell’archivio anagrafico e alla diretta ed efficace comunicazione, oltre agli Ex allievi e agli educatori, hanno partecipato anche molti nuovi amici che non si vedevano da anni a quest’incontro. Tutti sono stati accolti ed invitati a verificare i dati che ci permettono di mantenere sempre un buon contatto e ad informare degli eventi in programma per il futuro, per poi prendere parte alle attività della giornata.

La mancata partecipazione di don Mazzi, che nelle nostre intenzioni doveva essere il relatore, ci aveva inizialmente preoccupato, ma questo contrattempo si è rivelato un’ottima possibilità per creare un incontro diverso dal solito, originale, interessante e costruttivo.

Abbiamo infatti potuto dare la parola proprio agli Ex allievi presenti nella sala del teatro, dando vita a un evento in cui tutti erano uniti e partecipi.

Due brevi ma interessanti interventi del presidente centrale Miglioranzi e del superiore della Casa di San Zeno, don Paulo, hanno preceduto il breve saluto di Madre Lucia, nuova Superiora generale delle Povere Serve, che ha da subito ispirato fiducia e simpatia. Il suo apprezzato intervento ha coinvolto tutta l’assemblea, grazie alle parole semplici che sono giunte a tutti gli ascoltatori.

Al presidente di San Zeno, poi, è toccato il compito di illustrare le attività dell’Associazione che si sono svolte durante l’anno (adozione a distanza, aiuto agli Ex allievi, La Presidenza Centrale Ex allievi porge a tutti gli Ex allievi, alle loro famiglie, ai religiosi e religiose dell’Opera, ai Fratelli e Sorelle Esterni e ai componenti della Famiglia Calabriana i più sentiti e calorosi Auguri di un Santo Natale e di un Felice anno nuovo, con l’invito a visitare il sito dell’Opera: www.doncalabria.org Nel menu principale cliccare su Famiglia calabriana, aperta la quale cliccare su Associazione Ex allievi.

incontri con i ragazzi delle Case Famiglia), e di illustrare le prossime iniziative in programma. In seguito il presidente ha aperto e condotto il dialogo con i presenti in sala. Così tra un intervento e l’altro, tra una riflessione e un ricordo, il tempo è volato. Questo incontro sarà sicuramente di ispirazione per i prossimi, in cui si riproporrà questo nuovo approccio, che ci ha reso entusiasti e soddisfatti.

Estremamente apprezzata è stata anche l’esibizione canora del Coro polifonico di Caldiero, che ha accompagnato la celebrazione della S. Messa. Dedichiamo un grazie particolare al Casante, don Miguel, che nonostante i tanti impegni ha trovato il tempo per portarci un caloroso saluto di benvenuto.

La mattinata si è conclusa con uno splendido e gustoso pranzo conviviale, allietato come sempre da ricordi, battute e divagazioni, ed animato da una sottoscrizione a premi, importante per raccogliere fondi da destinare alle iniziative dell’associazione. Un grazie particolare agli organizzatori della cronaca fotografica, al cuoco e allo staff di cucina che per la prima volta hanno autonomamente organizzato e servito il pranzo, ottenendo un grandissimo successo.

Il Convegno si è concluso con i saluti e l’arrivederci all’anno prossimo. Speriamo si uniranno a noi anche tanti altri volti nuovi, di cui riconosceremo i lineamenti tra i tanti ancora presenti nella nostra memoria. Certi che la giornata abbia portato felicità e calore nei cuori di tutti, rinnoviamo già da ora il nostro invito per il prossimo anno!

Francesco Zenaro con Daniele Ronca

Cittadini italiani BAGLIORI AI MARGINI

Continua la nuova rubrica dell’Amico dedicata alle piccole luci che troviamo nei posti più impensati della nostra società. Luci che ci aiutano a guardare la realtà con una nuova prospettiva di speranza, anche laddove pensavamo ci fosse solo disperazione...

Italia si sta dando una legge che consente ai cittadini stranieri minori residenti nel nostro Paese di conseguire la cittadinanza italiana. Stiamo parlando di circa un milione di persone, un provvedimento che interessa quindi un gran numero di soggetti. Si delineeranno sostanzialmente due tipi di Ius soli: quello culturae e quello temperato.

Il primo individua coloro nati in Italia o entrati nel territorio nazionale entro il compimento del dodicesimo anno di età (vale anche per coloro che oggi siano già maggiorenni, purchè entrati in Italia prima dei dodici anni). Per costoro, i requisiti per la cittadinanza sono l’aver frequentato positivamente per almeno cinque anni la scuola italiana, ovvero cicli appartenenti al sistema nazionale di istruzione e formazione professionale idonei al conseguimento di una qualifica. Il secondo, cioè lo ius soli temperato, è riservato ai minori nati nel territorio italiano da genitori stranieri di cui almeno uno in possesso di regolare permesso di soggiorno UE. Il Senato della Repubblica dovrà esprimersi, speriamo in tempi brevi, su ciò che la Camera dei Deputati ha approvato a larga maggioranza (310 favorevoli, 66 contrari, 83 astenuti). L’Italia finalmente accoglie a livello legislativo un crescente desiderio di dignità di cittadinanza per i moltissimi emigrati che nel nostro Paese da anni (in molti casi molti anni) vivono, lavorano e danno vita a nuclei famigliari.

La situazione per alcuni minori figli di stranieri è talvolta paradossale: nati e cresciuti in Italia, istruiti qui da noi, conoscono perfettamente la lingua e sono inseriti nel tessuto sociale e culturale esattamente come i nostri minori italiani. Hanno amici e amiche italiani, usi e costumi prevalentemente afferenti alla comunità e alla tradizione italiana, insomma sono culturalmente integrati a tutti gli effetti, nel senso che partecipano della vita pubblica di una specifica comunità territoriale, politica e sociale. Ma con un particolare: non sono italiani per la legge, ovvero sono privi di quell’insieme dei diritti e doveri che l’ordinamento giuridico riconosce al civis.

Sugli effetti concreti di tale situazione accenno al caso di un’amica camerunese, Felìcitè.

L’

Giunta in Italia nel 2002 per cercare una vita migliore, da irregolare e in stato di gravidanza, è diventata poi madre a Verona di una bambina, Audrey.

Per Felìcitè è iniziata una sorta di vita parallela: inesistente per le istituzioni ha saputo con determinazione e competenza tessere relazioni, dimostrando capacità professionali come sarta, cosa che le ha permesso di lavorare, di farsi apprezzare e piano piano, acquisendo i requisiti, di regolarizzarsi. Pur sostenuta da una preziosa rete di amici il quotidiano era affrontato nel timore di un’espulsione che avrebbe fatalmente interessato anche la figlioletta, una vita seppur laboriosa che rimaneva “sospesa” in attesa di una lunga e logorante pratica di permesso di soggiorno. Nel frattempo la figlia Audrey, cresciuta, ha frequentato regolarmente e con successo i cicli della scuola pubblica fino ad approdare, oggi, alla scuola media: parla la nostra lingua più correttamente di molti italiani, è intelligente e brillante e una volta cresciuta potrà dare il suo contributo di qualità e talento alla comunità. E, secondo la legge in via di approvazione, potrà diventare ufficialmente ciò che è (cittadina italiana, di fatto nata e cresciuta qui) ed esercitare i propri diritti e doveri, compreso quello di tenere la propria madre con sé.

Se vorrà potrà andare in gita scolastica con i compagni all’estero senza sentirsi discriminata, potrà essere, speriamo, fiera del proprio Paese e di appartenervi. Se vorrà potrà accedere ai pubblici uffici, all’università, ai concorsi pubblici, alla rappresentanza politica, e molto altro, senza estenuanti distinguo, senza sentirsi ai margini.

E potrà con orgoglio esibire la sua pelle nera e le sue origini senza sentirsi penalizzata da leggi anacronistiche che riconoscono cittadinanza e libertà di movimento più volentieri alle merci che agli esseri umani. E noi autoctoni italiani dalla nascita potremmo essere finalmente orgogliosi di una accoglienza degna di questo nome.

Renato Perina

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Amici a colloquio Ricordo di sor. Martina Zerman Un pensiero per Antonio Lamezia Terme, 25 settembre 2015 Gentilissima redazione de «L’Amico», siamo un gruppo di parrocchiani della parrocchia di San Giovanni Calabria di Lamezia Terme che collaborano alle attività della parrocchia e che, grazie alle varie figure religiose che qui da noi si sono succedute, si sono innamorati di San Giovanni Calabria e della sua spiritualità.

Mercoledì 23 settembre la nostra parrocchia ha subìto una tragica perdita: Antonio Valentini, un ragazzo di 30 anni, buono e gentile, fortemente e proficuamente impegnato nella nostra parrocchia in tanti ambiti, è improvvisamente volato in Cielo, lasciando tutti sconvolti e attoniti. Il suo cuore generoso ha cessato di battere.

Ma il suo ricordo e la sua risata non ci lasceranno mai. Antonio era «un buono, dal cuore puro, amico di tutti», come ha detto don Tiziano nell’omelia della S. Messa per il suo funerale. Era molto legato alla figura di san Giovanni, collaboratore attivo nell’organizzazione della Festa Patronale in suo onore.

A causa di questo grave lutto le iniziative che avevamo in programma per la festa di san Giovanni Calabria sono state annullate. Annullate le serate del 3 e 4 ottobre, annullati i vari tornei e giochi. Sono rimasti solo gli appuntamenti di preghiera: una S. Messa solenne domenica 4 ottobre e la novena itinerante iniziata il 25 settembre. In tali momenti la comunità in preghiera ha rivolto tanti pensieri ad Antonio e alla sua famiglia.

In allegato inviamo una foto del nostro Antonio: sarebbe bello se tutta la famiglia calabriana, attraverso la pubblicazione di poche righe sul giornale «L’ Amico», lo conoscesse e si unisse alla nostra preghiera per lui, di sicuro già tra le braccia di Dio Padre, per la sua famiglia e per la nostra parrocchia, fortemente provata per questa perdita.

Grazie mille!

I Parrocchiani della Chiesa di San Giovanni Calabria di Lamezia Terme

Verona, 20 agosto 2015 Cara Sor. Martina, il tuo funerale di ieri 19 agosto non era triste, pur nella mestizia e consapevolezza di non poter più vederti.

Tantissimi i sacerdoti concelebranti con padre Miguel attorno all’altare, i bei canti animati dalle Sorelle, la Madre Suor Lucia, i Fratelli, i tuoi parenti e tanti conoscenti. Un bellissimo cuscino di rose rosa pallido e gerbere con il quale le tue Sorelle hanno voluto ornare la piccola bara e Tu, sempre discreta e in disparte, sarai stata meravigliata di tanti onori. Chissà che festa in Cielo ti hanno fatto San Giovanni, don Pedrollo e tutti quelli che hai servito per amore di Gesù!

Suor Martina era una persona speciale, il suo cuore era ricco di grazia calabriana che trasmetteva alle persone che incontrava, con semplicità. Quando consegnava un santino di san Giovanni raccomandava di guardarlo attentamente. Tanti ricordi mi legano a lei, frequentandola da circa 20 anni. La ricordo aiutante in cucina che per poter lavare le pentole si metteva uno sgabello sotto i piedi, sempre sorridente e accogliente con chi entrava.

Incontrandoci a pregare in Chiesa a San Zeno in Monte le ho offerto qualche passaggio in macchina e poi mi sono offerta per accompagnarla a trovare sua sorella Anna e parenti a Raldon (Vr). Mi aspettava puntuale e felice, col caffè pronto. Usavo allora la vettura sportiva di mio figlio Alberto, non tanto adatta a noi, ma lei era soddisfatta perché era “bassetta” ed essendo piccolina, saliva comodamente.

Lungo il percorso ci fermavamo a comperare le ciabatte o in merceria e spesso al Santuario di Santa Teresa del Bambin Gesù.

Tutti i parenti l’aspettavano con grande gioia. Lei aveva per tutti un regalino. Durante il viaggio si parlava confidenzialmente e quando c’era qualche mio

problema difficile e spinoso, si pregava la coroncina della Provvidenza. Era partecipe di tutta la vita comunitaria, felice di farne parte e con affetto e preghiera accompagnava tutti quando partivano per le missioni in terre lontane.

Lei si preoccupava per me e per i miei famigliari, che aveva conosciuto. Sì, cara Martina, sei diventata parte della nostra famiglia, Ti raccomandiamo di continuare a pregare per noi qui in terra, perché possiamo anche noi vincere la buona battaglia e meritare il premio promesso.

Maria Dal Colle

Gianfranco Lorenzi Maguzzano, 27 settembre 2015 Egregio direttore, a quasi un anno dalla sua morte, avverto il bisogno di ricordare il caro amico Gianfranco Lorenzi. Siamo stati Buoni Fanciulli insieme, accolti nelle case di san Giovanni Calabria. Con Gianfranco sono stato compagno di classe negli anni della scuola media a Maguzzano e poi nel ginnasio a Nazareth. Finite le elementari ci accoglieva, ragazzi spauriti, l’abbazia sul lago, con il suo portone, il cortile di ghiaia, le camerate lunghe e bianche di letti in fila, il refettorio con le tavolate, il quartino di vino annacquato (ma solo per chi era in terza media), la ruota girevole delle suore invisibili da cui veniva il cibo per i pasti, il pane avanzato da mettere sotto il tovagliolo per il giorno dopo, l’olio di merluzzo da ingoiare inzuppato nel pane.

E poi i corridoi, le aule, la chiesa, il chiostro, le mattinate di scuola con professori più o meno atipici (fratel Cornale insegnava disegno con le sue grosse manone da muratore), le partite a guerra francese nel pomeriggio, le ore di studio e di preghiera, il canto gregoriano accompagnato dall’armonium, la stradina tra gli ulivi e le vigne che portava all’antico cimitero trappista, le corse per scaldarci, il freddo addosso nell’inverno, i ritmi severi della giornata, don Leone Zignaghi e i sassi di fratel Perin, la campanella, il fischietto del prefetto...

Amici a colloquio

L’acqua dei rubinetti era fredda ma dentro avevamo la voglia di vivere, i sogni e i sospiri, l’ansia e le incertezze di ragazzi venuti dai campi e dai paesi dei dintorni. Tutti accolti con generosità e gratuità, aiutati ad arrampicarci nella vita in quel Dopoguerra faticoso d’inizio anni Cinquanta. Alcuni di noi sarebbero diventati preti o missionari; altri, usciti, sarebbero diventati operai, maestri, professori, medici, impiegati, imprenditori, professionisti, formando una loro famiglia. Anni di sacrificio e di impegno, quelli. E Gianfranco Lorenzi si distinse subito: dotato più di ogni altro, rivelava un’eccezionale intelligenza scolastica. Geniale, curioso, con un profitto altissimo in tutte le materie, risultava sempre il primo della classe. Non terminò il liceo; usci, prima della maturità, da Nazareth e imparò subito la vita commerciando e piazzando in Italia e all’estero i marmi della Valpolicella, con sempre sulla bocca e nel cuore il suo paese, Mazzurega.

Noi Ex allievi di don Calabria ci troviamo ogni anno a Maguzzano e a Nazareth. Gianfranco era sempre presente. Ora la sua assenza darà tristezza a noi compagni di anni ormai remoti, ma siamo sicuri che Gianfranco ci vedrà da lassù entrare non più spaventati ragazzi dal portone gigantesco di legno, noi sempre meno numerosi testimoni di una storia sorprendente di Provvidenza e di sogni avverati. Nelle foto, che ogni anno Mario Mario estrae dagli archivi, vedremo anche Gianfranco infilato nel nostro gruppo: avevamo occhi e volti spalancati alla vita, ansiosi e sorridenti al suo misterioso inizio.

Gli lasceremo un posto a tavola, nel vecchio refettorio di Maguzzano, un posto nel banco di chiesa. Ricordi, Gianfranco, le alzate gelide, le preghiere, la Messa mattutina e, in alto dietro l’altare, l’affresco della crocifissione che un po’ ci spaventava? E la campanella che chiamava in classe dal cortile? La campanella ora ha chiamato te, troppo presto ed improvvisamente, ma resterà nel nostro ricordo la fedeltà riconoscente che tu hai sempre dimostrato per il dono che don Calabria ha dato alla nostra adolescenza lontana.

Dante Clementi

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Incontro al Dopo di Noi

Sabato 10 ottobre, al Centro Don Calabria di via San Marco, le famiglie e i rappresentanti della Fondazione Dopo di Noi si sono incontrati con i religiosi dell’Opera. Dopo i saluti iniziali, l’incontro si è aperto con la S. Messa celebrata da don Giacomo Cordioli, presidente della Fondazione, e don Giuseppe Menini. A seguire, don Giacomo ha parlato di cosa voglia dire aver fiducia nella Provvidenza, portando come esempio molti episodi della vita di san G. Calabria.

Nell’incontro ci sono stati due momenti particolarmente intensi e importanti. Anzitutto abbiamo potuto fare la conoscenza con la nuova Madre generale delle Sorelle Povere Serve, sor.

Lucia Bressan. In secondo luogo ci ha fatto una graditissima sorpresa il Casante padre Miguel Tofful, che ci ha

Sorelle

Delegazione Rainha da Paz

In ottobre è stato nominato il nuovo Consiglio della Delegazione Rainha da Paz, comprendente le missioni delle Sorelle Povere Serve in America Latina. Il consiglio risulta così composto: sor. Beatriz Paulin (delegata), sor. Fabiana Lazzari, sor. Justina Danieli, sor. Gloria Dolzani, sor. Aida Fabrin (economa).

incoraggiato e si è fermato un po’ di tempo con noi. È stato un incontro che, come sempre accade, ha lasciato un segno importante. Nella cappella si “percepiva” tanto dolore ma anche speranza e all’uscita erano molti i sorrisi sui nostri volti.

Per noi famiglie c’è bisogno di speranze e di risposte. C’è bisogno di avere fiducia nel domani e di non sentirsi soli nel nostro dolore e nella nostra preoccupazione.

Successivamente c’è stato il pranzo conviviale, al quale hanno partecipato anche sor. Lucia e padre Miguel.

Le famiglie del Dopo di Noi

Don Leone Ledri Giovedì 19 novembre a Marituba (Brasile) è tornato alla Casa del Padre il Povero Servo don Leone Ledri.

Aveva 92 anni. Don Leone era nato a Sant’Anna d’Alfaedo (Verona) il 5 settembre 1923 ed aveva fatto la prima professione religiosa nel 1944. Si trovava in Brasile da circa 50 anni. Sul prossimo numero de L’Amico dedicheremo a don Leone un ampio servizio.

Aparecida

On line il nuovo sito di Delegazione È on line il nuovo sito della Delegazione Aparecida dell’Opera (corrispondente alle Case e comunità calabriane del Brasile). Il nuovo indirizzo è il seguente: www.portal.pobresservos.org.br.

Delegazione San Giovanni Calabria

Incontro dei superiori Inmaculada / 1

Le autorità all’Hogar S. Teresa Lo scorso 2 novembre alcuni rappresentanti del governo italiano hanno visitato l’Hogar Santa Teresa di Ciudad del Este. Si tratta del sottosegretario Giovanna Martelli, dell’ambasciatrice Antonella Cavalleri, del console Armando Nasser e la deputata Renata Bueno. Le autorità hanno visitato l’attività e si sono interessate in modo particolare al lavoro che si fa con i bambini e con le loro famiglie.

Il 17 e 18 novembre si è svolto a San Zeno in Monte l’incontro dei superiori di comunità della Delegazione San Giovanni Calabria. Un secondo incontro, sempre di due giorni, si svolgerà in aprile.

Ex allievi / 1

Festa della famiglia a Roma

Inmaculada / 2

Festa di san Giovanni Calabria I ragazzi dell’Hogar Santa Teresa di Ciudad del Este (Paraguay) si sono preparati alla festa del fondatore con una novena molto intensa, durante la quale hanno realizzato diverse rappresentazioni della vita di don Calabria. Poi il giorno 7 ottobre si è svolto presso l’Hogar un grande pranzo per tutti, preparato dalla pastorale sociale della parrocchia “Nuestra Senhora de Caacupè”. Quindi è stata celebrata la S. Messa, seguita da un festival preparato dai ragazzi e dagli educatori. Il giorno 8 ottobre i ragazzi hanno partecipato alla processione e alla festa nella cappella San Giovanni Calabria.

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Lo scorso 11 ottobre si è tenuta la Festa della Famiglia presso il Collegino di Primavalle (Roma). Si tratta di un appuntamento nuovo per gli Ex allievi di Roma, che ha riscosso un ottimo successo e ha visto una partecipazione numerosa all’insegna dell’allegria e della convivialità.

Ex allievi / 2

Incontro della Presidenza centrale

Sabato 14 novembre si è tenuto, presso la Casa Madre delle Sorelle a Santa Toscana, il Consiglio Centrale degli Ex allievi. Erano presenti: il Delegato don Ivo, sor. Maria Rosa (vicaria generale delle Sorelle) e i presidenti delle sezioni Ex allievi d’Italia, eccetto il rappresentante di Roma, assente per motivi di salute.

Tra gli argomenti all’OdG, di particolare importanza era l’approvazione delle modiche apportate allo Statuto e già approvate dal Delegato. Lo Statuto così modificato sarà consegnato al Casante per la definitiva ratifica. Un ringraziamento particolare alla Madre Generale Lucia e a tutte le Sorelle della Casa Madre per la loro disponibilità e accoglienza.

Giancarlo Miglioranzi

Felicitazioni ❖ Carli Ferdinando, Ex allievo di Ferrara, annuncia che è nato il nipote Leonardo Vigato il 6 dicembre 2014, battezzato il 20 ottobre 2015. Tantissime felicitazioni e auguri dalla Famiglia calabriana!

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Un capitello alla “Regina della pace”

C’erano anche don Emilio e una rappresentanza degli ospiti della Casa San Giuseppe tra le splendide montagne di Cortina d’Ampezzo, lo scorso 21 settembre, per l’inaugurazione di un capitello dedicato alla Madonna “Regina della Pace”. L’iniziativa, promossa dalla Sorella Esterna dell’Opera Maria Dal Colle, ha visto anche la partecipazione di mons. Gino Oliosi e di numerosi altri religiosi e laici del luogo e provenienti da Verona.

Un libro su Decollatura

Nel mese di settembre 2015 è stato pubblicato il libro “Decollatura. Affari ecclesiastici” di Mario Gallo. Si tratta di un approfondimento di carattere storico e pastorale sulle parrocchie di una zona della Calabria (provincia di Catanzaro, diocesi di Lamezia Terme) dove per tanti anni sono stati presenti anche i Poveri Servi della Divina Provvidenza (dal 1970 al 2005). Nel testo, corredato da fotografie particolarmente curate e interessanti, sono presenti molti riferimenti ai religiosi calabriani che qui hanno lasciato un ricordo indelebile: da don Guglielmo

PREGhIAMo CoN L’oPERA Preghiera per il Capitolo 2014 dei Poveri Servi della Divina Provvidenza

O Dio nostro Padre Tu che ci invii ad abitare le strade deserte risveglia in noi un grande amore per Te e per il mondo, perché possiamo testimoniarti in parole e opere.

O Signore Gesù ci invii con la forza della Tua parola che conforta gli oppressi, sana le ferite, dà la vista ai ciechi, la voce ai muti, guarisce ogni lebbra, ridona la vita.

O Spirito Santo riforma il nostro stile di vita, rendilo calabriano e radicalmente apostolico.

Rendici disponibili a vivere della volontà del Padre sull’esempio di san Giovanni Calabria e come Maria la Madre a cui tutto affidiamo.

Amen

Tornati al Padre ◆ Lo scorso 5 luglio a Bonavigo (Vr) è tornato alla Casa del Padre l’Ex allievo Dario Gambin. Aveva 74 anni. Siamo vicini alla sua famiglia nella preghiera. ◆ Ai primi di agosto 2015 è deceduto il sig. Laupa Davide, uno dei primi allievi del gruppo studenti che erano al Patronato ex Gil di Verona e frequentavano le magistrali al Montanari. Lo ricordiamo con affetto nella preghiera. ◆ A Roma il 13 ottobre è deceduta la signora Angela Gadili, sorella di don Mario. Aveva 90 anni. I funerali si sono svolti nella chiesa di San Filippo Neri in Eurosia, sua parrocchia. Ci stringiamo al caro don Mario e ai suoi familiari in questo momento di dolore. ◆ Il 16 novembre dopo una lunga malattia è deceduta in Kerala (India) la sig.ra Mary, mamma del nostro religioso don Shinoj Thomas Pichappillil, che attualmente opera nella casa di formazione a Calbayog nelle Filippine. Affidiamo alla misericordia del Padre la sig.ra Mary e preghiamo per Thomas e per i suoi familiari affinché trovino conforto e consolazione in questo difficile momento.

Momi a don Giuseppe Batocchio, da don Bartolomeo Bacilieri a don Mario Perin, fino a don Antonio Piro, don Francesco Sciullo e don Maurizio Bellantoni. Nella stessa pubblicazione è presente anche una monografia dedicata alla chiesa del Carmine in Adami, storico luogo di culto di Decollatura.

La parola del Padre

Piccole ma grandi cose Siamo religiosi e religiosi speciali.

Dobbiamo tenerci nella dovuta dignità e compostezza esteriore.

Facciamo tutto con “spirito buono”. È lo spirito con cui si fanno le cose che dà anima ad esse. Ma se manca lo spirito sono inutili le raccomandazioni e le limitazioni.

La grandezza delle azioni dipende unicamente dall’amore con cui si fanno.

State attenti a tutte le cose; anche le minime possono compromettere il nostro spirito e falsare la fisionomia dell’Opera.

Al Povero Servo si addice la nettezza della persona, la proprietà del vestito e la massima semplicità in tutto.

(SAN GIOVANNI CALABRIA, Parole vive, pag. 232)

Professioni in Asia

India Grande festa lo scorso 10 novembre nella Delegazione Ish Kripa. In mattinata durante la celebrazione eucaristica presieduta dal Casante, presso la Casa di formazione e sede della Delegazione a Nagpur, si è consacrato a Dio Padre con la prima professione religiosa bro. Jojo Abraham. Nella stessa celebrazione ha fatto la prima professione triennale bro. Telesphor Majhi.

Nel pomeriggio presso la chiesa Rosary Parish il vescovo dell’Arcidiocesi di Nagpur mons. Abraham Viruthakulangara ha conferito l’ordine del diaconato ai nostri religiosi bro.

Jitheesh Thottathil, bro. Alex Koonthanam, bro. Prasantha Kannapala Raju e bro. Rajesh John K.J. Ad entrambe le celebrazioni hanno partecipato molti fratelli e sorelle Poveri Servi, numerosi parenti, amici e altri religiosi. Era inoltre presente il segretario generale della Congregazione, fratel Matteo.

Filippine Sabato 14 novembre. nel villaggio Mother of Divine Mercy di Opol (Filippine), hanno fatto la prima professione religiosa le Sorelle indiane Saroj Kullu, Sabina Kullu e Jenipha Lakra. Era presente anche la Madre generale sor. Lucia Bressan.

Appuntamenti Ex ALLIEVI FERRARA INCoNTRI FoRMATIVI 2016 Nel corso del 2016, nelle domeniche 10 gennaio, 14 febbraio, 10 aprile, 8 maggio, 12 giugno, 11 settembre, alle ore 9.30 alla Città del Ragazzo si terranno incontri formativi sulla “Spiritualità calabriana” seguiti dalla S. Messa. L’invito è rivolto agli Ex allievi e a tutta la Famiglia Calabriana.

Per informazioni: tel. 0532.74.79.50 - 0532.74.15.15; exallievi@cittadelragazzo.it

DELEGAzIoNE SAN GIoVANNI CALABRIA ASSEMBLEE DEI RELIGIoSI In febbraio si terranno due assemblee dei religiosi della Delegazione. La prima a San Zeno in Monte il 17 febbraio dalle ore 8.30 alle ore 19.00. La seconda al Collegino di Roma il 23 febbraio dalle ore 8.30 alle ore 19.00.

Il programma è uguale per le due assemblee, in modo che i religiosi possano scegliere a quale delle due partecipare (scelta fatta per favorire la partecipazione di tutti).

CENTRo DI CuLTuRA E SPIRITuALITà CALABRIANA Venerdì 22 gennaio 2016 77A GIoRNATA DI STuDI CALABRIANI Il poeta MASSIMILIANO MANDORLO (Università di Milano) interviene sul tema “Ti amo! Come dire l’amore”.

Inizio alle ore 17.30 a San Zeno in Monte.

Ex ALLIEVI PATRoNATo VIA RoVEGGIA - SAN MARCo (sono tutti invitati: Ex allievi con familiari ed amici, religiosi/e e operatori)

Venerdì 19 febbraio 2016 78A GIoRNATA DI STuDI CALABRIANI

Sabato 19 dicembre 2015 INCoNTRo DI PREPARAzIoNE AL SANTo NATALE

La prof.ssa ELENA MARTA (Università Cattolica di Milano) interviene sul tema: “Questa casa non è un albergo. L’amore tra genitori e figli”.

Inizio alle ore 17.30 a San Zeno in Monte.

ore 16.00 ritrovo presso il Centro Polifunzionale di via San Marco. A seguire: meditazione e Confessioni. Alle ore 17.30 Concerto di Natale, eseguito dal Coro Polifonico di Caldiero; poi S. Messa e conclusione con cena e scambio degli auguri.

Sabato 30 gennaio 2016 S. MESSA DI SuFFRAGIo

Il programma culturale 2015-2016 del Centro di Cultura e Spiritualità Calabriana, sul tema dell’amore, ha ricevuto il patrocinio e l’accreditamento dell’Università degli Studi di Verona. Inoltre gli incontri sono riconosciuti e accreditati per gli insegnanti di religione cattolica dall’Ufficio Scuola della Diocesi di Verona.

Alle ore 18.00 presso il Centro Polifunzionale di via San Marco sarà celebrata la S. Messa in suffragio di don Giuseppe Favarin, don Gabriele Cordioli, don Primo Ferrari e di tutti i nostri Ex allievi e religiosi/e defunti. A Questa notte i sogni conclusione, come di consueto, ci sarà una cena conviviale. oscillano e gemono

Domenica 5 marzo 2016 64° CoNVEGNo ANNuALE Ex ALLIEVI Il convegno si svolgerà presso il Centro Polifunzionale di via San Marco con inizio alle ore 9.00.

Per informazioni: Bortolazzi T. (348.88.22.266), Miglioranzi T. (045.57.60.62 339.43.05.525), Salvagno (348.49.04.511); Exallievi.roveggia@doncalabria.it; www.doncalabria.org/ famiglia calabriana/associazione ex allievi...

s’affollano,

come rami nel vento.

Un Dio bambino è la chiave d’ogni segreto, lama che apre una ferita, mistero cieco e penetrante che rivela in me la vita e tutta la riempie.

La redazione de L’Amico augura a tutti i lettori buon Natale e un felice anno nuovo