Andrea Berton Nuova stella sul lago Ha tutto per ambire al massimo del massimo: il ristorante, la brigata, la personalità, la creatività, la cucina. I motori sono accesi a mille e a mille andranno anche in futuro.
Andrea assieme a Raffaele Lenzi
M
ettiamola così, la stella conquistata con Il Sereno ha leggermente affievolito il dispiacere per non aver ottenuto la seconda con il suo ristorante principale. A dire il vero, sono due anni che l’aspetta e, onestamente,
che la merita. Perché il suo regno in Via Mike Buongiorno, zona Porta Nuova, le vale davvero, le due stelle: dall’estetica al servizio, dall’atmosfera ai piatti è tutto perfetto. Ogni volta che mettiamo piede rimaniamo incantati. Forse siamo di parte, non importa. Anzi, non vediamo nulla di male nell’avere un’ammirazione sconfinata per uno chef straordinario. In più, ha una capacità e una voglia devastante di fare, di migliorarsi, di guardare avanti: un vincente. I suoi piatti sono facilmente riconoscibili: leggeri, eleganti, non ti stanchi mai di assaggiarli. Perfetti, quasi tutti. Eppure la seconda stella tarda ad arrivare e per lo chef diventa quasi una ossessione, perché si fa fatica a capire la ragione. Tutte le volte che usciamo dal suo ristorante abbiamo quella piacevole sensazione e convinzione di aver mangiato qualcosa di speciale. Piccolo elenco delle ultime magie: l’insalata di gamberetti di laguna leggermente arrostiti è velluto puro. Gli spaghetti alle erbe con lumache di mare, anche. I fegatini di vitello cantano, sono favolosi. Oltre alle novità che propone c’è sempre il menù dei brodi, l’evergreen che piace sempre, non a caso continua ad essere il più richiesto in assoluto. E’ un menù da tristellato, non ci sono dubbi. Certo, la seconda stella arriverà, può essere l’anno prossimo come quello prossimo ancora, però capiamo lo stato d’animo e l’impazienza di Berton. Intanto, perché sa di aver lavorato duramente e seriamente, poi perché, anche se non lo ammetterà mai, vuole già volare verso la terza. Ha tutto per ambire al massimo del massimo: il ristorante, la brigata, la personalità, la creatività, la cucina. I motori sono accesi a mille e a mille andranno anche in futuro. Lui non si ferma mai e non si fermerà: è nato per spingere sempre sull’acceleratore. Non c’è
dubbio che arriverà a due e, perché no, a tre stelle: intanto medita sul perché tarda, senza trovare una spiegazione logica. L’uomo è navigato, conosce i meccanismi, ha già vissuto l’ebbrezza da bistellato, ai tempi del Trussardi: forse per questo fatica a mettere a fuoco i motivi, sa di cucinare meglio di sette anni fa, quando guidava il ristorante del levriero. Si può consolare con la stella guadagnata con Il Sereno, l’hotel della famiglia Contreras progettato da Patricia Urquiola: primo anno ed eccoci, già premiato il ristorante Berton al Lago. Si è partito da zero assoluto, con una certa diffidenza, perché lo chef aveva chiesto alla proprietà uno sforzo non indifferente, ovvero costruire una cucina degna di questo nome: qualche perplessità ci fu, però ha avuto ragione lui, come sempre. Sul palco è salito Raffaele Lenzi, l’executive chef: se lo merita. Piccola nota: per la prossima stagione vorrebbe proporre un menu degustazione interamente vegetariano. Intanto, andrà in California per uno stage in un ristorante tristellato.
No 21