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Al venerabile martire Juan Gerardi Conedera, di Rita Notte, pag

Commento al poemetto dedicato AL VENERABILE MARTIRE JUAN GERARDI CONEDERA

di Rita Notte

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Carissimo Antonio, ho letto con interesse questa recente opera (anche se, in verità, la tua produzione letteraria da autentico intellettuale andrebbe studiata, lo ripeto) e desidero esternare un pensiero al riguardo.

Non conoscevo il protagonista, o -forse- ne avevo perso memoria.

I versi affidati al libro sono nitidi e coinvolgenti, descrivono, evidenziano, arricchiscono e spingono il lettore ad umana e cristiana riflessione; la scelta lessicale riflette la levatura morale che ti contraddistingue fra tutti.

Grazie a te ho consolidato ricordi e convinzioni.

Subito mi sono soffermata in particolare sulle pp. 9/10 e 22. (…) “emigranti giunti in Guatemala … fiumana in fuga verso … felicità e benessere…”: ho rivissuto le interviste e le immagini televisive dell’odissea di qualcuno dei milioni di persone che, con coraggio, hanno “cercato fortuna altrove”, fra esse anche i nostri avi. Ho ricostruito mentalmente parte del percorso storico che ha introdotto il periodo spazio-temporale nel quale hanno operato i missionari in America Latina, anche e soprattutto per via dei tanti film e documentari dedicati a questo spicchio di mondo stupefacente, multicolore, eppur tormentato.

Appena dopo lo “skimming¹”, la mia idea è stata ed è che Monsignor Conedera abbia incarnato lo spirito del Vangelo nella sua esplosiva beatitudine e magnificenza. Dedicarsi con amore e fermezza ai più emarginati, a chi soffre, a chi è schiacciato dall’enorme peso dell’ingiustizia, della miseria, dell’ignoranza, è compito che spetta alle ANIME ELETTE. Lui, è stato accanto a gente molto sfortunata, minata e depezzata dalle possenti chele malefiche di un odioso

potere politico che ha nebulizzato l’economia, impedendo il progresso ed il benessere della nazione.

Ricordiamo che il Guatemala ci parla della splendida ed antica civiltà dei Maya, gente fiera e raffinata in varie attività che spaziavano dall’architettura all’astronomia, dalla matematica alla scrittura e a scoperte scientifiche, per cui, nel presente stride ancor più la condizione affatto accettabile dei suoi figli, loro discendenti.

Dominati -(e depauperati ad abundantiam)- già dallo scudiscio degli Spagnoli nel 1500, hanno poi scritto sofferti capitoli di Storia, ad oggi ancora poco chiari e parecchio ingarbugliati.

Restano comunque date e certezze che missionari illuminati e dalla Fede incrollabile, fra essi il vescovo Conedera, hanno conosciuto e compreso, oltre che contrastato la tragedia di una popolazione oppressa e sfruttata nei secoli: “Venisti al mondo nella terra dei Maya, usurpata da brutale violenza coloniale … di padroneggiare” (pp.9/10).

E scatta un plauso sentito e sincero per te, Antonio, fin dalle prime battute, perché hai contribuito a divulgare la carica spirituale di un religioso che ha difeso l’umana dignità con “Sfoghi d’acerbo dolore” nelle sue “omelie”, senza il timore di denunciare la sparizione e la morte di molti dediti a costruire l’agognata pace.

Impossibile non destare lo spirito mentre lo sguardo scorre avidamente la pag.42, una delle più cariche di pathos, a mio modesto avviso.

Suona come un grido di salda protesta quel “NUNCA MÀS”! Due semplici parole che il religioso avrà ripetuto migliaia di volte, in nome della libertà e della missione primaria della Chiesa universale. È innegabile ed auspicabile che nel campo fiorito dell’Amore prosperino con-divisione, uguaglianza, fratellanza e quanto di buono e di nobile alberga nell’animo umano (malgrado i continui aggiornamenti sulle brutture che si susseguono ovunque e quotidianamente). Diventa perfino lecito “prendere per dare”!

MAI PIÙ, un’espressione linguistica che è e resta il fulcro dell’ammirevole rischioso compito di un sacerdote “Profeta della pace” che “Ora, alla mensa della grazia di Cristo”, siede … “raggiante della gloria di martire”.

Isernia, 24.11.2022.

NUVOLETTA ROSA

In alto! Molto in alto fra i cirri, cumuli e gli strati, una piccola nuvoletta rosa giocava con le stelle, saltava intorno alla luna, l'arcobaleno era la sua altalena.

Un giorno scese, alloggiandosi nel tiepido grembo di una bellissima ragazza, da quel momento... fu la creatura più sognata, amata ed attesa del mondo intero.

Il giorno che nacque... le api baciando il polline fresco dei fiori appena sbocciati, salutarono la sua nascita!

E nel fiume...i pesciolini all'unisono, facendo riflettere le loro squame... formarono un cuoricino colore argento!

Quel giorno, il sole scaldò i posti più freddi e lontani! E quella sera, le stelle scintillarono magicamente!

Quella nuvoletta rosa, sei tu Naira Ximena! Tua nonna Marcia

di Marcia Jelga Valer

Da: I canti di una rondine, Albatros Edizioni 2020

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