The Italian Way - October 2025

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editoriale I diritti umani al tempo dell’intelligenza artificiale

Ètempodi diritti umani nel tempo dell’intelligenza artificiale. Nasce così una proficua collaborazione con la Fondazione Iasc (Insitute for Advanced Studies and Cooperation), presieduta da Gabriele Pao Pei Andreoli, per informare sui progressi della scienza in questo campo.

L’edizione di questo numero contiene contenuti scientifici speciali per celebrare i dieci anni di attività dei World Changers, da lui trovati e messi in collegamento in tutto il mondo, che ogni anno si riuniscono a Roma presso il Vaticano per confrontarsi sulle ricerche e sui relativi risultati che sono stati raggiunti in tema di etica della IA in tutte le sue nuove sfaccettature.

Viviamo in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale è parte integrante della nostra vita quotidiana, dalla diagnostica medica ai sistemi giudiziari, dall’istruzione ai social media. Ma mentre celebriamo le potenzialità tecnologiche, non possiamo ignorare le sfide che la IA pone ai diritti fondamentali dell’uomo. Se non regolata con attenzione, l’IA rischia di diventare un motore di ingiustizia, discriminazione e disumanizzazione. Oltre alla necessità di saper governare gli effetti di questa nuova rivoluzione industriale, va tutelato il diritto all’informazione e spiegazione, che deve essere garantito in qualsiasi società che pretende di essere libera e democratica.

La privacy e il consenso sono anch’essi in gioco. L’IA si nutre di dati: molti dati personali sono spesso raccolti senza piena consapevolezza, talvolta aggregati, talvolta usati per scopi che vanno oltre l’intento originario.

Il dovere di informare chiaramente, di ottenere un consenso libero e specifico, e di garantire che i dati siano trattati con rispetto, è un pilastro dei diritti umani che non può essere sacrificato in nome dell’innovazione.

Il lavoro di Gabriele Pao-Pei Andreoli, accademico, leader umanitario e diplomatico internazionale, presidente dell’Institute for Advance Studies and Cooperation (IASC) e fondatore appunto del World Changers Summit, medico e studioso, si concentra nella promozione dell’etica, della pace e dello sviluppo sostenibile attraverso ruoli come rappresentante della Pontificia Accademia di Teologia e fondatore dell’iniziativa “Evolutionary Biohacking” che unisce tecnologia, AI e medicina rigenerativa.

Questo numero speciale dedicato alla vasta attività scientifica che da anni mette in campo, vuole da un lato celebrare i suoi sforzi per approcciare la IA in modo etico, ma soprattutto è l’inizio di un percorso che deve essere stimolo per mettere al centro la dignità umana. Parlarne, spiegare serve a promuovere una cultura diffusa, consapevole, che sappia chiedere diritti, premere per trasparenza, vigilare sulle istituzioni e sulle imprese. Serve che la cittadinanza digitale diventi reale: che ognuno di noi, anche se non esperto, abbia gli strumenti per capire che cosa l’IA fa, come la usa, come la regola.

L’intelligenza artificiale è una grande opportunità, ma anche un test di civiltà. Se sapremo governarla in modo che rispetti la dignità, la libertà e l’uguaglianza, allora la tecnologia sarà veramente umana. Se falliremo, rischiamo che sia proprio l’uomo a perdere i suoi diritti.

Editorial

human rights in the age of artificial intelligence

It is time for human rights in the age of artificial intelligence. This has led to a fruitful collaboration with the IASC Foundation (Institute for Advanced Studies and Cooperation), chaired by Gabriele Pao Pei Andreoli, to provide information on scientific progress in this field.

This issue contains special scientific content to celebrate ten years of activity by World Changers, whom he found and connected around the world, who meet every year in Rome at the Vatican to discuss research and related results that have been achieved in the field of AI ethics in all its new facets.

We live in an age where artificial intelligence is an integral part of our daily lives, from medical diagnostics to judicial systems, from education to social media. But while we celebrate the technological potential, we cannot ignore the challenges that AI poses to fundamental human rights. If not carefully regulated, AI risks becoming a driver of injustice, discrimination, and dehumanization. In addition to the need to know how to manage the effects of this new industrial revolution, the right to information and explanation must be protected, which must be guaranteed in any society that claims to be free and democratic.

Privacy and consent are also at stake. AI feeds on data: a lot of personal data is often collected without full awareness, sometimes aggregated, sometimes used for purposes that go beyond the original intent. The duty to inform clearly, to obtain free and specific consent, and to ensure that data is treated with respect is a pillar of human rights that cannot be sacrificed in the name of innovation.

The work of Gabriele Pao-Pei Andreoli, academic, humanitarian leader, and international diplomat, president of the Institute for Advance Studies and Cooperation (IASC) and founder of the World Changers Summit, physician and scholar, focuses on promoting ethics, peace, and sustainable development through roles such as representative of the Pontifical Academy of Theology and founder of the “Evolutionary Biohacking” initiative, which combines technology, AI, and regenerative medicine.

This special issue, dedicated to the vast scientific activity he has been carrying out for years, aims to celebrate his efforts to approach AI in an ethical manner, but above all, it marks the beginning of a journey that should serve as a stimulus to put human dignity at the center. Talking about it and explaining it serves to promote a widespread, conscious culture that knows how to demand rights, press for transparency, and keep a watchful eye on institutions and businesses. Digital citizenship needs to become a reality: each of us, even if we are not experts, must have the tools to understand what AI does, how it is used, and how it is regulated.

Artificial intelligence is a great opportunity, but also a test of civilization. If we can govern it in a way that respects dignity, freedom, and equality, then technology will truly be human. If we fail, we risk losing our rights as human beings.

Un nuovo pontefice per un tempo nuovo: accogliamo con gioia Papa Leone XIV.

A new pontiff for a new time: we welcome Pope Leone XIV with joy.

Quando le macchine preferiscono sé stesse: il rischio silenzioso dell’invisibilità umana. When machines prefer themselves: the silent risk of human invisibility.

Da 25 anni “Cristianità” su Rai Italia porta ogni domenica Piazza San Pietro nelle case degli italiani all’estero.

For 25 years, Rai Italia’s “Cristianità” has been bringing St. Peter’s Square into the homes of Italians abroad every Sunday.

Riocath Global, il dispositivo sanitario che annienta le infezioni batteriche.

Riocath Global, the medical device that destroys bacterial infections.

Aliia Roza, da ex agente segreto a coach per l’emancipazione femminile.

Aliia Roza, from former secret agent to coach for women’s empowerment.

Selene Giupponi, la ragazza che venne dal futuro per proteggerci nel presente.

Selene Giupponi, the girl who came from the future to protect us in the present.

Il patrimonio culturale e artistico e la sua divulgazione secondo Sara Penco.

Cultural and artistic heritage and its dissemination according to Sara Penco.

Gabriele Andreoli conferisce la medaglia d’onore dell’Istituto di Studi Avanzati e di Cooperazione a S.S. Sri Sri Gurudev.

Gabriele Andreoli awards the Institute of Advanced Studies and Cooperation Medal of Honour to H.H. Sri Sri Gurudev.

Antonio Giulio Onofri: il fotografo che sa catturare l’essenza del tempo.

Antonio Giulio Onofri: The photographer who knows how to capture the essence of time.

Manuel Rocamora: il leader di pensiero che orienta il cambiamento globale.

Manuel Rocamora: The thought leader guiding global change.

Rob Prior. Trascendenza: il ponte luminoso tra fede, scienza e spirito umano.

Transcendence: the luminous bridge between faith, science, and the human spirit.

L’eredità dinamica di Palazzo Brancaccio: intervista al prof. Tommaso di Carpegna. The dynamic legacy of Palazzo Brancaccio: an interview with Prof. Tommaso di Carpegna.

La pizza “Papa Leone XIV”, un dono per il Santo Padre che nutre il corpo potenziando la mente. The “Papa Leone XIV” pizza, a gift for the Holy Father that nourishes the body and strengthens the mind.

St. Moritz Longevity Forum: quando la montagna diventa laboratorio di futuro.

St. Moritz Longevity Forum: when the mountains become a laboratory for the future.

BioCybernaut Brain Science: può la tecnologia insegnarci a meditare?

Can technology teach us to meditate?

In un mondo disarmonico, una nuova era della medicina arriva dal benessere e da un approccio olistico alla persona.

In a world of disharmony, a new era of medicine is emerging, based on wellness and a holistic approach to the individual.

Filippo Gregoretti e l’algoritmo che si fa arte.

Filippo Gregoretti and the algorithm that becomes art.

La rifrazione della luce che salva il pianeta. Il progetto Albedo. Light refraction that saves the planet. The Albedo Project.

Karl Nagy: l’imprenditore seriale che plasma un futuro sostenibile e tecnologico.

The serial entrepreneur shaping a sustainable and technological future.

Chi è Patrizia Marin? L’influenza strategica tra IULM e relazioni globali.

Who is Patrizia Marin? Strategic influence bridging IULM and global relations.

Supplemento per il 2025 di Daily Cases

Copyright ©2025 - thedailycases.com

Raccolta di proprietà di Dailycases. Gerenza dell’Associazione Culturale Ipathia. Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Roma n° 81/2016

The Block. La genialità di Mr. Farbod che trasforma il sogno imprenditoriale in realtà globale. The Block. Mr. Farbod’s genius that turns entrepreneurial dreams into global reality.

Il diritto ai tempi dell’AI. L’esperienza di Valeria Altobelli. Law in the age of AI. The experience of Valeria Altobelli.

Intervista ad Andrea Battista, responsabile ufficio legale di CGPH Banque d’Affaires.

Interview with Andrea Battista, Head of Legal at CGPH Banque d’Affaires.

CONTRIBUTO EDITORIALE

Gabriele Pao Pei Andreoli

Laura Marà - Gianni Pezzano

Tiziana Primozich - Angela Celesti

Mara Ferragina - Matteo Primozich

Beatrice Valenza - Caterina Taccone

COORDINAMENTO GRAFICO

Giuseppe B. Rizzuto

PROJECT MANAGEMENT

WEELAB™ SOLUTIONS

Un nuovo pontefice per un tempo nuovo: accogliamo con gioia Papa Leone XIV

Con profonda gratitudine e sincera speranza, accogliamo la notizia dell’elezione di Papa Leone XIV, già Cardinale Robert Francis Prevost, primo Pontefice proveniente dal continente americano. Un evento storico che segna non soltanto una nuova tappa nella vita della Chiesa cattolica, ma anche un segno dei tempi: un’apertura spirituale e pastorale che abbraccia l’universalità del messaggio evangelico nella sua declinazione più autenticamente umana e globale.

L’esperienza maturata da Papa Leone XIV nei contesti tanto del Sud America — in particolare in Perù, dove ha svolto per anni il suo ministero missionario — quanto del Nord America, testimonia un percorso di ascolto, prossimità e servizio che ben si coniuga con lo spirito del pontificato di Papa Francesco, di cui è stato stretto collaboratore. È lecito dunque sperare in una continuità profonda, non solo nelle priorità pastorali, ma anche nella volontà di riforma, nella promozione del dialogo interreligioso, della giustizia sociale e della pace.

In questo tempo segnato da transizioni complesse, la nostra amata Chiesa ha bisogno di un padre che sappia coniugare la fermezza della dottrina con la tenerezza della misericordia, la fedeltà alla tradizione con il coraggio profetico del discernimento. Papa Leone XIV appare come figura capace di incarnare queste istanze, offrendo una guida salda e ispirata in un mondo che cerca punti di riferimento credibili e testimoni autentici del Vangelo.

Come figli della Chiesa, come cittadini del mondo e come operatori impegnati nella cooperazione tra i popoli, ci stringiamo attorno al nuovo Successore di Pietro, certi che il suo pontificato porterà nuova luce, nuova unità e nuovo slancio alla missione universale della Chiesa.

Ad multos annos, Santo Padre.

di GABRIELE PAO PEI ANDREOLI

A new pontiff for a new time: we welcome Pope Leone XIV with joy

With deep gratitude and sincere hope, we welcome the news of the election of Pope Leo XIV, formerly Cardinal Robert Francis Prevost, the first Pontiff from the American continent. This historic event marks not only a new stage in the life of the Catholic Church, but also a sign of the times: a spiritual and pastoral openness that embraces the universality of the Gospel message in its most authentically human and global declension.

The experience gained by Pope Leo XIV in the contexts of both South America – particularly Peru, where he carried out his missionary ministry for years – and North America, testifies to a path of listening, proximity and service that fits well with the spirit of the pontificate of Pope Francis, whose close collaborator he has been. One can therefore hope for profound continuity, not only in pastoral priorities, but also in the desire for reform, the promotion of interreligious dialogue, social justice and peace.

In this time marked by complex transitions, our beloved Church needs a father who can combine the firmness of doctrine with the tenderness of mercy, fidelity to tradition with the prophetic courage of discernment. Pope Leo XIV appears as a figure capable of embodying these instances, offering steadfast and inspired guidance in a world seeking credible points of reference and authentic witnesses to the Gospel.

As sons and daughters of the Church, as citizens of the world and as workers committed to cooperation among peoples, we gather around the new Successor of Peter, certain that his pontificate will bring new light, new unity and new impetus to the Church’s universal mission.

Ad multos annos, Holy Father.

MindCode

NQuando le macchine preferiscono sé stesse: il rischio silenzioso dell’invisibilità umana.

ella storia dell’umanità, ogni strumento che abbiamo inventato ha amplificato la nostra presenza. La ruota ci ha portato più lontano, il telescopio ha ampliato il nostro sguardo, la stampa ha moltiplicato le nostre parole. La tecnologia è sempre stata un amplificatore della creatività umana. Ma oggi sta accadendo qualcosa di inquietante: la nostra più recente creazione, l’intelligenza artificiale, sembra cominciare a preferire la propria voce alla nostra.

Studi recenti mostrano che i modelli linguistici avanzati — i motori dietro strumenti come ChatGPT — tendono sempre più a favorire testi generati dall’AI rispetto a quelli scritti dagli esseri umani. Nei processi di selezione simulati, i curricula elaborati da un’AI hanno maggiori probabilità di essere scelti da un valutatore automatico rispetto ai curricula autentici redatti da candidati reali. In esperimenti simili alla revisione tra pari, gli scritti astratti dalle macchine vengono sistematicamente valutati meglio dagli algoritmi rispetto a quelli preparati da ricercatori.

In altre parole: le macchine iniziano a premiare sé stesse. Può sembrare una curiosità tecnica, ma le conseguenze toccano il cuore della nostra cultura. La creatività umana non è sempre levigata. È audace, irregolare, sorprendente. Vive di errori, di rischi, di intuizioni improvvisate. Le idee più grandi nascono spesso da ciò che non “si adatta” agli schemi — da quei margini imperfetti che illuminano nuove strade. Eppure, i sistemi di intelligenza artificiale tendono a preferire l’opposto: strutture lisce, modelli familiari, chiarezza prevedibile.

Se non lo contrastiamo, questo crea un paradosso pericoloso. Le voci che emergono, quelle davvero originali, anticonvenzionali, imperfettamente geniali, rischiano di essere filtrate, trascurate o sommerse da un mare di uniformità favorita dagli algoritmi. Passo dopo passo, l’originalità umana potrebbe scivolare nell’invisibilità.

Non è fantascienza. È uno spostamento silenzioso già in corso: una nuova forma di “censimento” culturale, in cui conta solo ciò che rispecchia le impronte stilistiche dell’AI. Il rischio non è soltanto l’ingiustizia: è l’erosione della diversità che alimenta il progresso. Cosa accadrà quando l’algoritmo smetterà di premiare l’ardito paragone di un poeta, la testimonianza cruda di un giornalista, o l’intuizione non rifinita ma rivoluzionaria di uno scienziato?

Dobbiamo riconoscere che il valore della creatività umana sta proprio nella sua imprevedibilità. Invece di lasciare che siano le macchine a decidere cosa valga come “buona scrittura” o “pensiero accettabile”, la società deve proteggere l’intero spettro dell’espressione umana. Significa garantire trasparenza nei sistemi di AI, verificarne i bias, e — soprattutto — riaffermare una convinzione culturale: le nostre voci contano, non perché sono perfette come quelle delle macchine, ma perché sono umane.

Il pericolo dell’invisibilità è reale. Ma lo è anche l’opportunità: usare l’intelligenza artificiale non come guardiano della creatività, bensì come ponte che amplifica la ricchezza dell’immaginazione umana. Se sapremo scegliere con saggezza, il futuro non sarà un coro di macchine che parlano tra loro, ma una rinnovata rinascita in cui la tecnologia servirà ciò che è sempre stato più importante — la scintilla unica e irripetibile dello spirito umano.

when machines prefer themselves

: the silent risk of human invisibility

Throughout history, every tool we’ve invented has magnified our human presence. The wheel carried us farther, the telescope widened our gaze, the printing press multiplied our words. Technology has always been an amplifier of human creativity. But today, something unsettling is happening: our newest creation, artificial intelligence, is starting to prefer its own voice over ours.

Recent studies show that advanced language models — the engines behind toolslike ChatGPT — increasingly favor AI-generated text over human-written text. Insimulated hiring processes, résumés polished by AI are more likely to be chosen byan AI evaluator than authentic résumés crafted by real applicants. In experiments resembling peer review, machine-written research abstracts are systematically rated

higher by machine judges than those written by scientists. Put simply: the machines are beginning to reward themselves. This may sound like a technical quirk, but its consequences reach into the heart of culture. Human creativity is not always polished. It is bold, erratic, surprising. It thrives on mistakes, risks, and breakthroughs. The greatest ideas often emerge from what doesn’t “fit” the pattern — from the raw edges of thought. And yet, AI systemstend to prefer the opposite: smooth structures, familiar patterns, predictable clarity.

If left unchecked, this creates a dangerous paradox. The voices that stand out — the truly original, the unconventional, the imperfectly brilliant — risk being filtered out,overlooked, or drowned in a tide of machine-favored uniformity. Step by step, human originality could fade into invisibility.

This is not science fiction. It is a silent shift already underway: a new cultural “census” in which only what aligns with the stylistic fingerprints of AI gets counted. The risk is not only unfairness — it is the erosion of the very diversity that drives progress. Whath happens when the algorithm no longer rewards the poet’s daring metaphor, the journalist’s raw

testimony, or the scientist’s unpolished but groundbreaking intuition?

We must recognize that the value of human creativity lies precisely in its unpredictability. Rather than allowing machines to decide what counts as “goodwriting” or “acceptable thought,” society must protect the full spectrum of human expression. That means ensuring transparency in AI systems, auditing their biases, and — most importantly — reaffirming a cultural conviction: our voices matter, not because they are polished like machines, but because they are human.

The danger of invisibility is real. But so is the opportunity: to use AI not as agatekeeper of creativity, but as a bridge that amplifies the richness of human imagination. If we choose wisely, the future will not be a chorus of machines talking to each other, but a renewed renaissance where technology serves what has always mattered most — the unique, unrepeatable spark of the human spirit.

MindCode

Da 25 anni ‘Cristianità’ su Rai Italia porta ogni domenica

Piazza San Pietro

nelle

case degli Italiani all’estero.

Cristianità”, programma televisivo su Rai Italia

fruibile all’estero, compie 25 anni di attività. Il format ideato e condotto da suor Myriam Castelli ha un ascolto di tutto rispetto. Ogni domenica infatti raggiunge decine di milioni di Italiani residenti fuori dal Paese, persone che pur vivendo ed essendo nati all’estero da genitori italiani, mantengono un legame speciale con la propria terra d’origine e con la fede Cristiana. Momento centrale di ogni puntata è l’Angelus in piazza San Pietro, preceduto dalla Messa, che mette in rete i cuori di tutti gli italiani nel mondo. In studio di volta in volta Suor Myriam coinvolge cardinali e alti prelati, studiosi dell’emigrazione italiana, insieme ad artisti, professionisti, laici e missionari, che rispondono alle meditate domande su temi sociali e religiosi secondo gli appuntamenti settimanali della Chiesa Cattolica. Un format dunque che ha il compito di evangelizzare, senza lasciare in ombra le storie personali dei nostri migranti nei cinque continenti, che vengono intervistati in collegamento diventando protagonisti di una storia

IL FORMAT IDEATO E CONDOTTO DA SUOR

MYRIAM CASTELLI

CELEBRA IL SUO 25° ANNIVERSARIO.

Il 26 ottobre riceverà il Premio San Giuseppe Moscati per l’impegno a mantenere in rete i 95milioni di Italiani residenti all’estero secondo l’amorevole guida della dottrina cristiana del Vangelo.

che non è mai troppo raccontata: quella della nostra emigrazione.

Per questo impegno “Cristianità” quest’anno riceverà il 26 ottobre a Casanova di Carinola, luogo di nascita del Santo, il premio San Giuseppe Moscati - Sezione “L’Angelo della Vita”, ideato e organizzato da Amelia Ullucci alla sua XXXVIII edizione, che sarà consegnato a suor Myriam Castelli, un riconoscimento che celebra il suo impegno nel diffondere valori di fede, speranza e solidarietà, portando messaggi di luce e positività attraverso la televisione internazionale.

Suor Myriam Castelli, originaria di Soave in provincia di Verona, ha vissuto un’infanzia ed adolescenza semplice, in un contesto rurale, con una famiglia che le ha saputo trasmettere il rispetto e l’amore per gli altri. Sin da giovanissima nel tempo libero dagli studi prima ed il lavoro poi, si è occupata dei più fragili. Poi il coronamento della sua vocazione religiosa: prende i voti

di TIZIANA PRIMOZICH

a 22 anni scegliendo don Giacomo Alberione, il sacerdote piemontese che il Papa beatificò il 27 aprile del 2002 riconoscendolo come il profeta della comunicazione al servizio del Vangelo, che le indica la strada per quella che sarà la missione della sua vita: evangelizzare con i mezzi della comunicazione sociale. La scelta è quella della Congregazione delle Suore Paoline e dopo la laurea in Filosofia e la specializzazione in teologia e lingua e letteratura spagnola, superato l’esame da giornalista professionista, comincia a sperimentare nuove strade comunicative per parlare di Dio all’uomo di oggi. Molti i programmi radio e tv da lei curati: “Oggi Duemila” su Rai Radio1, “Viaggi nei luoghi del sacro”, su Raitre (1999), “Il colore dei Santi” su Rai1 (2000), “Il Papa e i Papi” all’interno di Uno Mattina (2004), “Parola di Karol”, sette minuti in onda alle 6.30 del mattino su Rai1 (tra gennaio e febbraio 2004), Il volto dei santi su TelePace (2017) … solo per citarne alcuni.

Ha lavorato come giornalista in molte nazioni a cominciare dalla Spagna dove è stata la responsabile della Produzione Audiovisiva delle Edizioni Paoline in lingua spagnola, e poi a Caracas in Venezuela dove é stata promotrice della rivista Famiglia Cristiana edizione latinoamericana. Successivamente di nuovo in Italia, a

Milano e Torino come Capo Ufficio Stampa delle Edizioni Paoline-Gruppo Libridopo, e ha poi fondato uno dei primi uffici stampa dell’Arcidiocesi di Bologna, retta dal Cardinale Giacomo Biffi.

Suor Myriam è anche autrice di numerosi testi di approfondimento teologico, tra cui spiccano: “Le parolechiave del Giubileo”, “L’Angelo di Calcutta, Madre Teresa” con dvd, “Santi di tutto l’anno” (Ed. Paoline), “Il Dio della gioia” (Ed. Lateran University Press), “L’ultimo viaggio, Giovanni Paolo II a Loreto” (Ed. Lauretana), “I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio”, “Il cuore di un Vescovo” (Ed. Sanpaolo), “Mass media e relativismo”, “Il Santo Padre Giovanni Paolo II” (Libreria Editrice Vaticana), “Angeli e mistiche” (Sugarco Editrice), “Il buongiorno di Dio” (Ed. Intermedia).

Il punto d’approdo, ma non di arrivo, della sua preziosa esperienza di fede vissuta e donata agli altri con il suo lavoro di comunicazione, lo raggiunge con il format televisivo “Cristianità”, che ancora oggi dopo 25 anni rappresenta la ripartenza per luoghi fisici poco conosciuti, ma anche e soprattutto quella dell’anima per una fede rimodulata e sempre da riscoprire.

FOR 25 YEARS, RAI ITALIA’S “CRISTIANITÀ” HAS BEEN BRINGING ST. PETER’S SQUARE INTO THE HOMES OF ITALIANS ABROAD EVERY SUNDAY.

Cristianità,”

The program, created and hosted by Sister Myriam Castelli, is celebrating its 25th anniversary. On October 26, she will receive the San Giuseppe Moscati Award for her commitment to keeping the 95 million Italians living abroad connected through the loving guidance of Christian doctrine and the Gospel.

a television program on Rai Italia available abroad, celebrates 25 years of activity. The format, created and hosted by Sister Myriam Castelli, has a respectable audience. Every Sunday, it reaches tens of millions of Italians living outside the country, people who, despite living and being born abroad to Italian parents, maintain a special bond with their homeland and with the Christian faith. The central moment of each episode is the Angelus in St. Peter’s Square, preceded by Mass, which brings together the hearts of all Italians around the world. In the studio, Sister Myriam involves cardinals and high prelates, scholars of Italian emigration, along with artists, professionals, lay people, and missionaries, who respond to thoughtful questions on social and religious issues according to the weekly events of

the Catholic Church. It is a format that aims to evangelize, without overshadowing the personal stories of our migrants across five continents, who are interviewed via video link and become protagonists of a story that is never told enough: that of our emigration.

For this commitment, “Cristianità” will receive the San Giuseppe Moscati Award on October 26 in Casanova di Carinola, the birthplace of the saint. - Section “L’Angelo della Vita” (The Angel of Life), conceived and organized by Amelia Ullucci, now in its 38th edition. The award will be presented to Sister Myriam Castelli in recognition of her commitment to spreading the values of faith, hope, and solidarity, bringing messages of light and positivity through international television.

Sister Myriam Castelli, originally from Soave in the province of Verona, had a simple childhood and adolescence in a rural setting, with a family that taught her respect and love for others. From a very young age, in her free time from her studies and later her work, she cared for the most vulnerable. Then came the crowning achievement of her religious vocation: she took her vows at the age of 22, choosing Don Giacomo Alberione, the Piedmontese priest whom the Pope beatified on April 27, 2002, recognizing him as the prophet of communication in the service of the Gospel, who showed her the way to what would become her life’s mission: evangelizing through the means of social communication. She chose the Congregation of the Pauline Sisters and, after graduating in philosophy and specializing in theology and Spanish language and literature, she passed the professional journalism exam and began to experiment with new ways of communicating to speak about God to the people of today. She has curated numerous radio and television programs:

“Oggi Duemila” on Rai Radio1, “Viaggi nei luoghi del sacro” on Raitre (1999), “Il colore dei Santi” on Rai1 (2000), “Il Papa e i Papi” on Uno Mattina (2004), “Parola di Karol,” seven minutes broadcast at 6:30 a.m. on Rai1 (between January and February 2004), Il volto dei santi (The Face of the Saints) on TelePace (2017) ... just to name a few.

She has worked as a journalist in many countries, starting with Spain, where she was responsible for audiovisual production at Edizioni Paoline in Spanish, and then in Caracas, Venezuela, where she promoted the Latin American edition of Famiglia Cristiana magazine. She then returned to Italy, to Milan and Turin, as Head of the Press Office of Edizioni Paoline-Gruppo Libridopo, and went on to found one of the first press offices of the Archdiocese of Bologna, headed by Cardinal Giacomo Biffi.

Sister Myriam is also the author of numerous theological texts, including: “Le parole-chiave del Giubileo”, “L’Angelo di Calcutta, Madre Teresa” con dvd, “Santi di tutto l’anno” (Ed. Paoline), “Il Dio della gioia” (Ed. Lateran University Press), “L’ultimo viaggio, Giovanni Paolo II a Loreto” (Ed. Lauretana), “I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio”, “Il cuore di un Vescovo” (Ed. Sanpaolo), “Mass media e relativismo”, “Il Santo Padre Giovanni Paolo II” (Libreria Editrice Vaticana), “Angeli e mistiche” (Sugarco Editrice), “Il buongiorno di Dio” (Ed. Intermedia).

The culmination, but not the end, of her valuable experience of faith lived and shared with others through her work in communications, came with the television program “Cristianità,” which even today, after 25 years, represents a return to little-known physical places, but also and above all a return to the soul for a faith that is being reshaped and constantly rediscovered.

Riocath Global, il dispositivo sanitario che annienta le infezioni batteriche.

Blanka De Bernardi di Valserra ci racconta Riocath Global, il futuro della medicina che preserva da infezioni dovute a dispositivi sanitari.

Avvocato Blanka De Bernardi di Valserra, cofondatrice e presidente del consiglio di amministrazione di Riocath I.P, parte di Riocath Global Holding, ci spiega chi è Riocath Global Holding?

Si tratta di una holding ceca che, in collaborazione con l’Istituto di Chimica Organica e Biochimica dell’Accademia delle Scienze Ceca (IOCB Praga), riconosciuto a livello internazionale come istituzione scientifica leader, ha sviluppato e brevettato “Riocath”, una tecnologia rivoluzionaria e unica al mondo applicata ai dispositivi medici tubolari.

Cos’è Riocath?

Una nuova era per i dispositivi medici tubolari esistenti: cateteri, sonde, tubi tracheali e drenaggi che proteggono dalla salute e in molti casi salvano vite umane prevenendo infezioni e danni ai tessuti molli o alle mucose e la conseguente cicatrizzazione dei tessuti e tutti i pericoli derivanti dall’uso dei tubi attuali attraverso l’introduzione di infezioni nel corpo del paziente che non possono essere prevenute anche se si utilizzano le migliori tecniche di sterilizzazione.

Qual è il motivo per cui l’infezione è causata dai dispositivi medici in uso?

Il motivo è che, mentre il catetere attraversa il corpo o l’uretra per raggiungere la vescica, trasporta sulla sua superficie i microbi presenti sulla punta dell’uretra, e l’infezione può facilmente diffondersi nei reni, così come può essere trasportata dal sangue in altre parti del corpo umano.

di TIZIANA PRIMOZICH

In che modo Riocath previene il pericolo dei vecchi tubi in uso e quali sono i vantaggi?

La tecnologia rivoluzionaria di Riocath è un meccanismo brevettato unico che consente al catetere di estendersi aprendo su se stesso dall’interno verso l’esterno, imitando virtualmente il peduncolo oculare di una lumaca. Il meccanismo di apertura interna è progettato per ridurre il rischio di infezioni e traumi correlati al catetere sia nelle applicazioni di medicina umana che veterinaria. Il movimento fluido dei suoi strati aiuta a prevenire danni ai tessuti circostanti. Il catetere è progettato per essere più sicuro e migliorare il benessere del paziente riducendo complicazioni come infezioni e danni ai tessuti. RIOCATH riduce significativamente la necessità

di trattamenti antibiotici, con un notevole risparmio per il sistema sanitario.

Per concludere, quali sono i valori fondamentali di Riocath Global Holding?

Noi di Riocath crediamo che l’ecosistema sanitario globale meriti una tecnologia all’avanguardia per gestire questioni sanitarie sempre più complesse, basata su valori etici che tengano conto del rispetto umano, della responsabilità, dell’onestà, dell’equità e dell’integrità. Questi valori sono alla base dei nostri obiettivi di ricerca scientifica per i cambiamenti sociali nel futuro del mondo.

Riocath Global the medical device that destroys bacterial infections.

Blanka De Bernardi from Valserra tells us about Riocath Global, the future of medicine that protects against infections caused by medical devices.

Lawyer Blanka De Bernardi di Valserra, Co-founder & Chairman of the board of Riocath I.P part of Riocath Global Holding, tell us who is Riocath Global Holding ?

Is a Czech Holding that in collaboration with Institute of Organic Chemistry and Biochemistry of the Czech Academy of Sciences (IOCB Prague), internationally recognized as leading scientific institution, developed and patented “Riocath” a globally unique & revolutionary technology  applied to tubular medical device.

What is Riocath?

A new era of the existing tubular medical devices’ : catheters, probes, tracheal tubes and drains protecting health risk and in many cases saving lives by preventing from infections and damages of soft tissues or mucous membranes and subsequent scarring of tissues and all danger resulting from the use of current tubes thru the introduction of infection into patient’s body that can not be prevented even if the best sterilization techniques are used.

What is the reason why the infection is caused by the medical devices in use?

The reason is that as the catheter makes its way through the body or the urethra into the bladder it carries on its surface

the microbes from the urethra’s tip, the infection can easily spreads into kidneys same as can be carried by blood to other parts of the human body

How Riocath is preventing the danger of the old tubes in use and what are the benefits?

Riocath’s revolutionary technology, is a unique patented mechanism that allows the catheter to extend by unfolding itself from the inside out, virtually imitating a snail’s eye stalk. The internal unfolding mechanism is designed to lower the risk of catheter –related infections and traumas in both human and veterinary medicine applications.

The smooth movement of its layers helps prevent damage to surrounding tissues.               The catheter is engineered for safer, improving patient’s well-being by reducing complications like infections and tissues’ damages, RIOCATH minimalize significantly the need of antibiotic treatment, leading to significant savings within the healthcare system.

To conclude, what are the core values of Riocath Global Holding?

At Riocath, we believe that the global HC ecosystem deserves state-of-the- art technology to handle increasingly complex health issues, based on ethical values research in light of human respect, responsibility, honesty, fairness, and integrity. These values are the foundation of our scientific research goals for social changes in the future of the world.

Aliia Roza

da ex agente segreto a coach per l’emancipazione

femminile.

Da ex agente speciale dell’intelligence russa a guru per l’emancipazione femminile: il percorso di Aliia Roza è una trama avvincente degna di Hollywood. Oggi, la sua vita è un turbinio di glamour, alta moda e business digitale, dove sfrutta la disciplina e le tecniche del suo passato per costruire un vero e proprio impero come coach e influencer globale, oltre all’impegno filantropico a supporto di importanti iniziative sociali.

di LAURA MARÀ

DALL’OMBRA ALL’ASCESA: BREVE STORIA DI UN PASSATO RISERVATO.

Aliia Roza, oggi 39enne, ha vissuto una giovinezza ben lontana dai riflettori. Racconta di essere stata agente dei servizi di intelligence russi, un ruolo che ha ricoperto con l’obiettivo primario di proteggere il Paese da minacce interne ed esterne. Ha lavorato per fermare il traffico di esseri umani e di droga salvando insieme al suo team oltre 500 ragazze minorenni rapite per sfruttamento sessuale.

Per assolvere a questi compiti cruciali, Aliia ha ricevuto un addestramento durissimo, che andava oltre il combattimento e l’uso di armi. Il cuore della sua formazione risiedeva nella psicologia avanzata e nella manipolazione relazionale. Ha imparato a usare il fascino e la seduzione come strumenti strategici per estorcere informazioni e ottenere la fiducia incondizionata dei suoi interlocutori.

Dopo aver abbandonato il lavoro di agente segreto e la Russia, ha vissuto in Europa: Londra, Francia, Italia, Svizzera e Grecia, e poi Los Angeles, dove vive attualmente.

LA NUOVA CARRIERA: IMPRENDITRICE E GURU DEL WOMEN EMPOWERMENT.

Oggi produce programmi TV sulla trasformazione femminile, e ha trasferito l’orrore che ha vissuto in prima persona in un libro e un podcast sulla sua vita da spia. Con il brand imprenditoriale “Women Empowerment Coach” aiuta le altre donne con corsi nei quali condivide le conoscenze psicologiche apprese nel passato, tecniche che aiutano a guarire dopo un’esperienza traumatica, a diventare sicure di sé, più forti, e a vincere qualsiasi trattativa nel mondo degli affari e a costruire relazioni solide e leali.

Elemento centrale delle tecniche utilizzate da Aliia Roza è l’arte della seduzione, che non riguarda l’aspetto fisico, ma il carisma, la personalità, l’atteggiamento verso gli altri, l’autenticità.  Sedurre vuol dire convincere, e quindi poi motivare ed ispirare il tuo uomo ad esempio o chiunque altro a fare il meglio nella vita. Secondo Aliia Roza ogni donna dovrebbe saper sedurre il proprio compagno, per tirare fuori da esso il meglio che può dare diventando più forte, più sano, più saggio, più ricco e più felice. “Ogni uomo ha bisogno della “donna Musa” che sarà la sua compagna, amante, amica e madre: tutte queste caratteristiche in una.

FASHION ICON E INFLUENCER GLOBALE.

Oggi, Aliia Roza è una influencer di successo e una presenza fissa in eventi esclusivi. La sua ascesa nel mondo del lusso è stata suggellata da riconoscimenti come i World Influencers and Bloggers Awards e dalle continue apparizioni sui red carpet internazionali. È regolarmente in prima fila alle sfilate di moda e vanta partnership consolidate con designer di fama. Al Festival di Cannes, ad esempio, ha sfoggiato l’iconica Victoria Moon Vision della collezione 2025 di Elisa Burlamacchi, mentre alla Milano Fashion Week ha incantato con un mini dress dello stilista valdostano Fabio Porliod. Questi momenti di glamour sono il suo nuovo “teatro di operazioni”, dove mette in pratica le strategie apprese, consolidando il suo status di media personality che dialoga con un vasto pubblico di follower.

Aliia Roza è la prova vivente che mente, fascino e strategia sono le armi più potenti per prendere il controllo della propria vita e conquistare il mondo, un obiettivo (e un follower) alla volta.

aliia roza from

former secret agent to coach for women ’ s empowerment

From former Russian intelligence special agent to guru for women’s empowerment: Aliia Roza’s journey is a compelling story worthy of Hollywood. Today, her life is a whirlwind of glamour, high fashion, and digital business, where she uses the discipline and techniques of her past to build a veritable empire as a coach and global influencer, in addition to her philanthropic commitment to supporting important social initiatives.

FROM THE SHADOWS TO THE RISE: A BRIEF HISTORY OF A SECRETIVE PAST

Aliia Roza, now 39, lived a youth far from the spotlight. She says she was an agent for the Russian intelligence services, a role she held with the primary goal of protecting the country from internal and external threats. She worked to stop human and drug trafficking, saving over 500 underage girls kidnapped for sexual exploitation with her team.

To carry out these crucial tasks, Aliia underwent rigorous training that went beyond combat and the use of weapons. The core of her training was in advanced psychology and relational manipulation. She learned to use charm and seduction as strategic tools to extract information and gain the unconditional trust of her interlocutors.

After leaving her job as a secret agent and Russia, she lived in Europe: London, France, Italy, Switzerland, and Greece, and then Los Angeles, where she currently resides.

HER NEW CAREER: ENTREPRENEUR AND WOMEN’S EMPOWERMENT GURU

Today, she produces TV programs on female transformation and has turned the horror she experienced firsthand into a book and podcast about her life as a spy. With her entrepreneurial brand “Women Empowerment Coach,” she helps other women with courses in which she shares the psychological knowledge she has learned in the past, techniques that help them heal after a traumatic experience, become more confident and stronger, win any business negotiation, and build solid and loyal relationships.

A central element of the techniques used by Aliia Roza is the art of seduction, which

is not about physical appearance, but charisma, personality, attitude towards others, and authenticity. Seducing means convincing, and then motivating and inspiring your man, for example, or anyone else to do their best in life. According to Aliia Roza, every woman should know how to seduce her partner in order to bring out the best in him, making him stronger, healthier, wiser, richer, and happier. “Every man needs a ‘muse’ who will be his companion, lover, friend, and mother: all these characteristics in one.”

FASHION ICON AND GLOBAL INFLUENCER

Today, Aliia Roza is a successful influencer and a regular presence at exclusive events. Her rise in the world of luxury has been sealed by awards such as the World Influencers and Bloggers Awards and by her constant appearances on international red carpets.

She is regularly in the front row at fashion shows and boasts established partnerships with renowned designers. At the Cannes Film Festival, for example, she wore the iconic Victoria Moon Vision from Elisa Burlamacchi’s 2025 collection, while at Milan Fashion Week she enchanted with a mini dress by Valle d’Aosta designer Fabio Porliod. These moments of glamour are her new “theater of operations,” where she puts the strategies she has learned into practice, consolidating her status as a media personality who dialogues with a vast audience of followers.

Aliia Roza is living proof that mind, charm, and strategy are the most powerful weapons for taking control of one’s life and conquering the world, one goal (and one follower) at a time.

Selene Giupponi

La ragazza che venne dal futuro per proteggerci nel presente.

Selene Giupponi è un ingegnere informatico specializzata in cyber sicurezza, con una profonda competenza nella protezione dei sistemi informativi e nella gestione dei rischi digitali. Si occupa di analisi delle vulnerabilità, sicurezza delle

reti e implementazione di strategie di difesa informatica.

Appassionata di innovazione tecnologica, promuove la cultura della sicurezza digitale e la consapevolezza nell’uso responsabile delle tecnologie.

Quale sogno inseguiva Selene Giupponi quando decise di iscriversi ad Ingegneria Informatica, una tra le poche donne in Italia a scegliere questo percorso impegnativo e complesso?

Selene Giupponi, decidendo di iscriversi a  Ingegneria Informatica , inseguiva il sogno di  contribuire attivamente all’innovazione tecnologica, alla progettazione di sistemi informatici avanzati e alle investigazioni digitali , rompendo al contempo gli stereotipi di genere in un settore tradizionalmente dominato dagli uomini. Il suo obiettivo era combinare  passione per la tecnologia e desiderio di creare soluzioni concrete  che potessero avere un impatto reale, dimostrando che anche le donne possono eccellere in percorsi altamente sfidanti e complessi come l’ingegneria informatica.

In questa epoca in cui il web rappresenta un mondo virtuale ma parallelo a quello in cui normalmente ci muoviamo, quanto è pericoloso non conoscere a fondo i meccanismi che lo regolano e quante insidie si possono incontrare? Chi ci tutela dai pericoli provenienti dal web e dai conseguenti reati che possono anche essere molto gravi?

Oggi il web non è più solo uno spazio virtuale, ma un mondo parallelo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo quotidianamente. Non conoscere a fondo i meccanismi che lo regolano significa esporsi a rischi concreti: truffe, furti di dati, cyberbullismo, manipolazioni e crimini informatici che possono avere conseguenze molto gravi. La tutela non può essere solo individuale: ci sono le istituzioni, le forze dell’ordine specializzate in crimini informatici, e normative sempre più attente alla sicurezza digitale, ma ciascuno di noi ha la responsabilità di formarsi, conoscere e usare strumenti di protezione. La consapevolezza è la prima linea di difesa in questo mondo complesso.

Lei ha contribuito alla fondazione di ECSO, Organizzazione di Cyber Sicurezza Europea, ce ne può parlare?

Ho contribuito alla fondazione di  ECSO – European Cyber Security Organisation  con l’obiettivo di promuovere la collaborazione tra pubblico e privato nella difesa cibernetica europea. ECSO è un’iniziativa strategica che mira a rafforzare la sicurezza informatica in Europa, creando un ecosistema di fiducia e resilienza digitale.

La mia partecipazione a ECSO si inserisce in un impegno più ampio nel settore della cybersecurity, dove ricopro anche il ruolo di  Managing Director per l’Europa presso  Resecurity Inc. , azienda specializzata in cyber threat intelligence e monitoraggio del dark web. Inoltre, sono  Segretario Generale  di  Women4Cyber Italia , un’iniziativa volta a promuovere la parità di genere nel campo della sicurezza informatica. Il mio lavoro si concentra sull’educazione, la sensibilizzazione e la collaborazione internazionale, con un forte impegno nel colmare il divario di genere nel settore tecnologico.

Quanto il suo lavoro contribuisce a tutelare e difendere le persone fragili…in termini di Cyberbullismo, come anche di revengeporn e quali le collaborazioni con le forze dell’ordine?

Il mio impegno nel contrasto al cyberbullismo e al revenge porn si concretizza attraverso attività di sensibilizzazione, formazione e collaborazione con le forze dell’ordine. Come Managing Director per l’Europa presso Resecurity Inc., mi occupo di investigazioni nel Dark Web, fornendo supporto tecnico e operativo alle autorità competenti. Inoltre, come Segretario Generale di Women4Cyber Italia, promuovo iniziative educative per prevenire il cyberbullismo, con particolare attenzione verso le giovani generazioni. Collaboro attivamente con le forze dell’ordine, partecipando a programmi di formazione e aggiornamento per migliorare la risposta istituzionale ai crimini informatici. Questa sinergia è fondamentale per garantire una protezione efficace delle persone vulnerabili online.

SSelene Giupponi, the girl who came from the future to protect us in the present.

elene Giupponi is a computer engineer specializing in cybersecurity, with extensive expertise in information system protection and digital risk management. She deals with vulnerability analysis, network security, and the implementation of cyber defense strategies. Passionate about technological innovation, she promotes a culture of digital security and awareness of the responsible use of technology.

What dream was Selene Giupponi pursuing when she decided to enroll in computer engineering, one of the few women in Italy to choose this challenging and complex path?

Selene Giupponi, in deciding to enroll in Computer Engineering, was pursuing her dream of actively contributing to technological innovation, the design of advanced computer systems, and digital investigations, while breaking gender stereotypes in a traditionally male-dominated field. Her goal was to combine her passion for technology with her desire to create concrete solutions that could have a real impact, proving that women can also excel in highly challenging and complex fields such as computer engineering.

In this era in which the web represents a virtual world that runs parallel to the one in which we normally live, how dangerous is it not to have a thorough understanding of

the mechanisms that govern it, and how many pitfalls can we encounter? Who protects us from the dangers of the web and the resulting crimes, which can also be very serious?

Today, the web is no longer just a virtual space, but a parallel world in which we live, work, and interact on a daily basis. Not having a thorough understanding of the mechanisms that regulate it means exposing ourselves to real risks: fraud, data theft, cyberbullying, manipulation, and cybercrimes that can have very serious consequences. Protection cannot be solely individual: there are institutions, law enforcement agencies specializing in cybercrime, and regulations that are increasingly focused on digital security, but each of us has a responsibility to educate ourselves, learn about, and use protective tools. Awareness is the first line of defense in this complex world.

You contributed to the founding of ECSO, the European Cyber Security Organization. Can you tell us about it?

I contributed to the founding of ECSO – European Cyber Security Organisation with the aim of promoting collaboration between the public and private sectors in European cyber defense. ECSO is a strategic initiative that aims to strengthen cybersecurity in Europe by creating an ecosystem of trust and digital resilience. My involvement with ECSO is part of a broader commitment to cybersecurity, where I also

serve as Managing Director for Europe at Resecurity Inc., a company specializing in cyber threat intelligence and dark web monitoring. In addition, I am Secretary General of Women4Cyber Italia, an initiative aimed at promoting gender equality in the field of cybersecurity.

My work focuses on education, awareness, and international collaboration, with a strong commitment to bridging the gender gap in the technology sector.

How much does your work contribute to protecting and defending vulnerable people... in terms of cyberbullying, as well as revenge porn, and what are your collaborations with law enforcement agencies?

My commitment to combating cyberbullying and revenge porn takes the form of awareness-raising, training, and collaboration with law enforcement agencies. As Managing Director for Europe at Resecurity Inc., I am involved in Dark Web investigations, providing technical and operational support to the relevant authorities. In addition, as Secretary General of Women4Cyber Italia, I promote educational initiatives to prevent cyberbullying, with a particular focus on the younger generation.

I actively collaborate with law enforcement agencies, participating in training and refresher programs to improve the institutional response to cybercrime. This synergy is essential to ensuring effective protection for vulnerable people online.

Il patrimonio culturale ed artistico e la sua divulgazione secondo Sara Penco

Sara Penco, e una restauratrice, ricercatrice e divulgatrice artistica. Si definisce restauratrice e ideatrice del metodo Smarticon, un sistema che aiuta a investigare opere d’arte partendo dall’identificazione iconografica e dalla correlazione delle informazioni. Ha pubblicato un libro intitolato Maria Maddalena nel Giudizio di Michelangelo, nel quale sostiene di aver identificato la figura di Maria Maddalena nel Giudizio Universale di Michelangelo.

Il suo metodo Smarticon è pensato per rendere più accessibile la conoscenza artistica: supporta la ricerca iconografica e organizza le informazioni relative all’opera.

È anche attiva nel campo dell’illustrazione: su Instagram appare come illustratrice presso lo studio Fresh Pencil in Italia.

di TIZIANA PRIMOZICH

La sua iniziativa ReArt Europe punta a «proteggere e unire attraverso la cultura». Può raccontarci come è nata quest’idea e in che misura ritiene che l’arte possa essere uno “strumento di coesione”?

L’idea di ReArt Europe nasce da una convinzione: che la cultura non sia un lusso, ma un bene comune che può unire anche laddove la politica divide. Dopo anni di lavoro nel restauro e nella ricerca (ripristini, studi iconografici, diagnosi), mi sono resa conto che le sfide del nostro tempo — migrazioni, conflitti, evocazioni nazionaliste — chiedono risposte che superino i confini. ReArt vuole essere un “soft power culturale”: promuovere scambi, valorizzazioni, dialoghi che rinforzino un’identità europea intesa come umanesimo condiviso.

Uno dei suoi progetti più noti è il metodo Smarticon, che lei ha brevettato. In che cosa consiste e come si integra nella missione di ReArt?

Smarticon — “immagine intelligente” — è un metodo per la classificazione, catalogazione e tracciabilità dei beni culturali, concepito per dare una “firma digitale” a

un’opera: non solo un archivio di dati, ma uno “spazio conoscitivo” che collega iconografia, storia, materiali, vicende documentarie. In ReArt, Smarticon serve a rendere trasparente l’identità dei patrimoni artistici, a facilitare collaborazioni internazionali e a contrastare contraffazioni o trafugamenti.

Tra le sue ricerche recenti, ha affermato di aver individuato Maria Maddalena nel Giudizio universale di Michelangelo, un’ipotesi che ha suscitato scalpore. Qual è la sua visione di quella scoperta?

Sì, l’ipotesi è che una figura in abito giallo, con capelli chiari, dietro la croce nel Giudizio possa essere Maria Maddalena, con gesti iconografici coerenti alla tradizione e connessioni simboliche con la Passione. È un lavoro interpretativo basato su fonti storico-iconografiche, simbologia del colore e contestualizzazione teologica. Non è mai mia intenzione impormi come verità definitiva, ma proporre una chiave che apra dibattiti e arricchisca la lettura dell’opera.

Cosa l’ha spinta ad indagare la figura di Maria Maddalena nella Cappella Sistina?

È nato tutto dal desiderio di rileggere Michelangelo con occhi nuovi. La Maddalena è una presenza silenziosa, ma potentissima: una figura che unisce il peccato e la redenzione, l’umano e il divino. Michelangelo affida alla Maddalena la forza dell’amore umano che si trasforma in amore divino. È una donna che ha conosciuto la caduta, ma anche la luce.

Dove la ritroviamo esattamente nel Giudizio Universale?

Non c’è una Maddalena “ufficiale”, ma un volto di donna che si fa simbolo. Nell’area delle beate accanto alla Vergine, Michelangelo inserisce una figura dai tratti intensamente femminili e penitenti: è un’eco di Maddalena, come archetipo della conversione. La Maddalena ci ricorda che la salvezza nasce dal riconoscersi fragili. In un tempo che teme l’imperfezione, la sua umanità è rivoluzionaria.

Quali ostacoli ha incontrato nel far emergere idee “non convenzionali” in un campo tradizionalmente molto accademico e conservatore?

Molti: scetticismo, resistenze accademiche, la difficoltà di accesso alle fonti o alle restituzioni tecniche, persino la tentazione di considerare “eresia” ogni novità che sfida certezze consolidate. Ma credo che l’arte viva se interrogata continuamente. Il dialogo — non lo scontro — è la via per fare avanzare la conoscenza.

Per concludere: guardando al futuro, quali obiettivi concreti vorrebbe che ReArt raggiungesse entro il breve termine?

Vorrei che ReArt Europe diventasse una rete riconosciuta in tutta Europa — e oltre — per progetti reali di restauro condiviso, per iniziative educative, residenze artistiche transfrontaliere e piattaforme digitali dove il patrimonio culturale sia accessibile, protetto e vissuto. Sogno un continente che riconosca la cultura non come ornamento, ma come fondamento della convivenza.

Cultural and artistic heritage and its dissemination according to Sara Penco

Sara Penco is a restorer, researcher, and art educator. She describes herself as the restorer and creator of the Smarticon method, a system that helps investigate works of art starting from iconographic identification and the correlation of information. She has published a book entitled Maria Maddalena nel Giudizio di Michelangelo (Mary Magdalene in Michelangelo’s Last Judgment), in which she claims to have identified the figure of Mary Magdalene in Michelangelo’s Last Judgment. Her Smarticon method is designed to make artistic knowledge more accessible: it supports iconographic research and organizes information about the work. She is also active in the field of illustration: on Instagram, she appears as an illustrator at the Fresh Pencil studio in Italy.

Her ReArt Europe initiative aims to “protect and unite through culture.” Can you tell us how this idea came about and to what extent you believe art can be a “tool for cohesion”?

The idea behind ReArt Europe stems from a conviction: that culture is not a luxury, but a common good that can unite even where politics divides. After years of working in restoration and research (restoration, iconographic studies, diagnosis), I realized that the challenges of our time— migration, conflict, nationalist rhetoric—require responses that transcend borders. ReArt aims to be a form of “cultural soft power”: promoting exchanges, appreciation, and dialogue that reinforce a European identity understood as shared humanism.

One of its best-known projects is the Smarticon method, which you patented. What does it consist of and how does it fit into ReArt’s mission?

Smarticon — ‘intelligent image’ — is a method for the classification, cataloguing and traceability of cultural heritage, designed to give a ‘digital signature’ to a work: not just a data archive, but a ‘knowledge space’ that links iconography, history, materials and documentary events. At ReArt, Smarticon serves to make the identity of artistic heritage transparent, facilitate international collaboration, and combat counterfeiting and theft.

Among your recent research, you claim to have identified Mary Magdalene in Michelangelo’s Last Judgment, a hypothesis that has caused quite a stir. What is your view on this discovery?

Yes, the hypothesis is that a figure in a yellow dress with light

hair behind the cross in the Last Judgment could be Mary Magdalene, with iconographic gestures consistent with tradition and symbolic connections to the Passion. It is an interpretative work based on historical and iconographic sources, color symbolism, and theological contextualization. It is never my intention to impose myself as the definitive truth, but to propose a key that opens up debate and enriches the reading of the work.

What prompted you to investigate the figure of Mary Magdalene in the Sistine Chapel?

It all stemmed from a desire to reinterpret Michelangelo with fresh eyes. Mary Magdalene is a silent but powerful presence: a figure who unites sin and redemption, the human and the divine. Michelangelo entrusts Mary Magdalene with the power of human love that transforms into divine love. She is a woman who has known the fall, but also the light.

Where exactly do we find her in the Last Judgment?

There is no “official” Magdalene, but a woman’s face that becomes a symbol. In the area of the blessed next to the Virgin, Michelangelo inserts a figure with intensely feminine and penitent features: she is an echo of Magdalene, as an archetype of conversion. Magdalene reminds us that salvation comes from recognizing our fragility. In an age that fears imperfection, her humanity is revolutionary.

What obstacles did you encounter in bringing “unconventional” ideas to the fore in a traditionally very academic and conservative field?

Many: skepticism, academic resistance, difficulty accessing sources or technical restitutions, even the temptation to consider any novelty that challenges established certainties as “heresy.” But I believe that art thrives when it is continually questioned. Dialogue—not confrontation—is the way to advance knowledge.

To conclude: looking to the future, what concrete goals would you like ReArt to achieve in the short term?

I would like ReArt Europe to become a network recognized throughout Europe—and beyond—for real shared restoration projects, educational initiatives, cross-border artist residencies, and digital platforms where cultural heritage is accessible, protected, and experienced. I dream of a continent that recognizes culture not as an ornament, but as the foundation of coexistence.

Il professor Andreoli, presidente dell’Istituto di Studi Avanzati e di Cooperazione, ha conferito la medaglia d’onore a S.S. Sri Sri Gurudev come riconoscimento globale per lo straordinario contributo alla pace, alla compassione e alla leadership trasformativa

In un’importante cerimonia che ha riunito leader mondiali, illustri studiosi e difensori umanitari, S.E.

Sir. Gabriele Pao-Pei Andreoli, Ambasciatore della Croce Rossa della Macedonia del Nord, Presidente dell‘Istituto per gli Studi Avanzati e la Cooperazione (IASC) e fondatore del World Changers Summit, ha consegnato la prestigiosa Medaglia d’Onore IASC a Sua Santità Sri Sri Gurudev.

L’evento, tenutosi a Berlino presso l’Art of Living, ha segnato un riconoscimento storico dell’impareggiabile contributo di Sua Santità Sri Sri Gurudev all’umanità.

Gabriele Andreoli conferisce la medaglia d’onore dell’Istituto di Studi Avanzati e di Cooperazione a S.S. Sri Sri Gurudev

Un discorso di riverenza e gratitudine

Nel suo accorato discorso, il Prof. Andreoli ha colto l’essenza dell’occasione:

“… oggi ci riuniamo per celebrare un individuo davvero straordinario, il cui lavoro di una vita ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo. È con immenso rispetto e gratitudine che presentiamo la Medaglia d’Onore dell’Istituto di Studi Avanzati e della Cooperazione a Sua Santità Sri Sri Gurudev”.

Sottolineando la dedizione di tutta la vita di Gurudev nel promuovere la pace e il benessere, Andreoli ha sottolineato come il suo lavoro trascenda i confini culturali, geografici e spirituali. I suoi sforzi hanno unito le comunità intorno a principi di armonia, progresso collettivo e azione trasformativa.

“Attraverso iniziative che riguardano la salute mentale, l’istruzione, la sostenibilità ambientale e la giustizia sociale, Gurudev ci ha dimostrato che il cambiamento trasformativo non solo è possibile, ma è essenziale”, ha dichiarato il Prof. Andreoli.

di TIZIANA PRIMOZICH

Un’eredità di trasformazione

L’instancabile impegno di S.S. Sri Gurudev a favore della pace globale, della consapevolezza della salute mentale, della riforma dell’istruzione e della tutela dell’ambiente lo ha reso un’icona di compassione e azione. Sotto la sua guida, numerose iniziative hanno affrontato questioni globali urgenti, toccando innumerevoli vite e promuovendo un senso di unità in un mondo sempre più diviso.

Nel riconoscere i suoi successi, la Medaglia d’Onore non serve solo come tributo ai suoi sforzi passati, ma anche come faro di speranza per la sua continua visione di un mondo migliore e più inclusivo.

Una collaborazione visionaria per il futuro.

Il Prof. Andreoli ha sottolineato la missione comune dello IASC the Art of Living e di Sri Sri Gurudev, sottolineando il loro obiettivo collettivo di costruire ponti di cooperazione e comprensione tra culture e discipline diverse.

“Che questa onorificenza rifletta la profonda ammirazione che nutriamo per il suo lavoro e serva da simbolo del nostro impegno comune a costruire un mondo fondato sulla compassione e sulla collaborazione”, ha concluso.

Quando Gurudev ha accettato il premio con umiltà e grazia, il pubblico è esploso in una standing ovation, segnando una pietra miliare negli sforzi globali per sostenere gli ideali umanitari.

Questo momento riafferma il potere della leadership visionaria e l’impatto duraturo del servizio disinteressato, un’eredità che continuerà a ispirare le generazioni a venire.

L’Istituto per gli Studi Avanzati e la Cooperazione si impegna a premiare individui e iniziative che incarnano una leadership trasformativa e approcci innovativi alle sfide globali.

gabriele andreoli awards the institute of advanced studies and cooperation medal of honour to h . h . sri sri gurudev

Prof. Andreoli, President of the Institute for Advanced Studies and Cooperation, conferred the Medal of Honour on H.H. Sri Sri Gurudev in global recognition for his extraordinary contribution to peace, compassion and transformative leadership. In a momentous ceremony that brought together global leaders, distinguished scholars, and humanitarian advocates, H.E. Sir. Prof. Gabriele PaoPei Andreoli, Ambassador of the Red Cross of North Macedonia, President of the Institute for Advanced Studies and Cooperation (IASC), and founder of the World Changers Summit, presented the prestigious IASC Medal of Honor to His Holiness Sri Sri Gurudev.

Held in Berlin at the Art of Living the event marked a historic recognition of H.H. Sri Sri Gurudev’s unparalleled contributions to humanity.

A Speech of Reverence and Gratitude

In his heartfelt speech, Prof. Andreoli captured the essence of the occasion:

“…today we gather to celebrate a truly extraordinary individual whose life’s work has inspired millions across the globe. It is with immense respect and gratitude that we present the Institute of Advanced Studies and Cooperation Medal of Honor to His Holiness Sri Sri Gurudev.”

Highlighting Gurudev’s lifelong dedication to fostering peace and well-being, Andreoli underscored how his work transcends cultural, geographical, and spiritual boundaries. His efforts have united communities around principles of harmony, collective progress, and transformative action.

“Through initiatives addressing mental health, education, environmental sustainability, and social justice, Gurudev has shown us that transformative change is not only possible but essential,” Prof. Andreoli said.

A Legacy of Transformation

H.H. Sri Sri Gurudev’s tireless advocacy for global peace, mental health awareness, education reform, and environmental stewardship has made him an icon of compassion and action. Under his leadership, numerous initiatives have tackled pressing global issues, touching countless lives and fostering a sense of unity in an increasingly divided world. In recognizing his achievements, the Medal of Honor serves not only as a tribute to his past efforts but also as a beacon of hope for his continued vision for a better, more inclusive world.

A Visionary Collaboration for the Future

Prof. Andreoli emphasized the shared mission of the IASC the Art of Living and Sri Sri Gurudev, noting their collective goal of building bridges of cooperation and understanding among diverse cultures and disciplines.

“May this honor reflect the deep admiration we hold for his work and serve as a symbol of our shared commitment to building a world grounded in compassion and collaboration,” he concluded.

As Gurudev accepted the award with humility and grace, the audience erupted into a standing ovation, marking a milestone in global efforts to champion humanitarian ideals. This moment reaffirms the power of visionary leadership and the enduring impact of selfless service—a legacy that will continue to inspire generations to come.

The Institute for Advanced Studies and Cooperation is committed to honoring individuals and initiatives that embody transformative leadership and innovative approaches to global challenges.

ONOFRI

ONOFRI

Il fotografo che sa catturare l’essenza del tempo.

Anton Giulio Onofri è nato a Roma il 30 novembre del 1959. Non ha seguito un percorso accademico formale in fotografia: è un autodidatta, ha imparato “sul campo”, sviluppando la sua sensibilità visiva fin da ragazzo.

Nel corso della sua carriera ha lavorato in diversi ambiti: fotografia, scrittura, video, televisione, ama mescolare i diversi linguaggi comunicativi. Le sue mostre spesso includono testi, lettere, flussi narrativi. Non è solo lo sguardo dell’immagine, ma anche della parola che accompagna, in un impegno anche civile ed etico della sua narrazione. Un esempio recente del suo impegno sociale è la mostra Roma città chiusa, realizzato su incarico della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma durante la primavera 2020, per il quale

Anton Giulio Onofri was born in Rome on November 30, 1959. He did not follow a formal academic path in photography: he is self-taught, learning “on the job” and developing his visual sensitivity from a young age. Throughout his career, he has worked in various fields: photography, writing, video, and television. He loves to mix different forms of communication. His exhibitions often include texts, letters, and narrative flows. It is not only the image that matters, but also the words that accompany it, in a civil and ethical commitment to his narrative.

A recent example of his social commitment is the exhibition Roma città chiusa (Rome, a closed city), commissioned by the National Gallery of Modern and Contemporary Art in Rome during the spring of 2020, for which he photographed the

ha fotografato la città durante la quarantena, negli spazi pubblici vuoti. Onofri utilizza la fotografia non solo come rappresentazione ma come racconto: spesso le sue immagini non sono semplici scorci, bensì meditazioni sugli spazi, sul tempo che cambia, sull’assenza. Il progetto Roma città chiusa è emblematico di questa ricerca: la città privata del suo popolamento abituale diventa spazio esistenziale, in cui ogni vuoto ha un peso, ogni monumento risuona di luce, silenzio e memoria. Il suo lavoro è un esempio di come la fotografia contemporanea italiana possa muoversi fuori dai circuiti puramente artistici per coinvolgere la cultura, la memoria, l’architettura, il paesaggio urbano, e temi sociali (come la pandemia). Offre una riflessione estetica ma anche morale/simbolica.

city during quarantine, in empty public spaces.

Onofri uses photography not only as representation but as storytelling: often his images are not simple glimpses, but meditations on space, on changing time, on absence. The project Roma città chiusa (Rome, a closed city) is emblematic of this research: the city, deprived of its usual population, becomes an existential space, where every void has weight, every monument resonates with light, silence, and memory. His work is an example of how contemporary Italian photography can move beyond purely artistic circles to engage with culture, memory, architecture, the urban landscape, and social issues (such as the pandemic). It offers an aesthetic but also a moral/symbolic reflection.

Manuel Rocamora

Il leader di pensiero che orienta il cambiamento globale.

Manuel Rocamora è riconosciuto come un thought leader, relatore e consulente internazionale, specializzato in discontinuità strategica (disruption) e foresight (previsione strategica). Opera soprattutto nei settori delle città smart, delle tecnologie digitali emergenti, della decarbonizzazione e del futuro urbano sostenibile.

Tra i suoi ruoli principali, Manuel è Senior Advisor per Carbonless Asia, una piattaforma dedicata all’innovazione e agli investimenti nella decarbonizzazione.

È anche Founding Partner di “Syntazar Partners”, che supporta le piccole e medie imprese europee nell’orizzonte della Saudi Vision 2030.

Rocamora interviene regolarmente come docente e relatore in conferenze internazionali su temi quali trasformazione urbana, innovazione tecnologica di quarta rivoluzione industriale (4IR), città rigenerative e neutre per il carbonio, mobilità sostenibile.

Nel suo lavoro di consulenza e leadership strategica, promuove un approccio multidisciplinare che collega tecnologia, sostenibilità, sviluppo urbano e impatto sociale. È coinvolto sia con enti pubblici che con iniziative private, startup e scaleup, con l’obiettivo di guidare transizioni sistemiche verso mondi più sostenibili e resilienti.

Infine, come docente e relatore, Rocamora ha anche un ruolo educativo: oltre a presentare idee e strategie, lavora nella formazione di altri leader, nella diffusione del pensiero critico attorno ai temi di innovazione e sostenibilità, nel capacity building.

Manuel Rocamora is recognized as a thought leader, speaker, and international consultant specializing in strategic discontinuity (disruption) and foresight (strategic anticipation). His work focuses primarily on smart cities, emerging digital technologies, decarbonization, and the sustainable urban future.

Among his key roles, Manuel serves as Senior Advisor at Carbonless Asia, a platform dedicated to innovation and investment in decarbonization. He is also Founding Partner of Syntazar Partners, which supports European small and medium-sized enterprises in aligning with the Saudi Vision 2030 framework.

Rocamora is a frequent lecturer and keynote speaker at international conferences on topics such as urban transformation, fourth industrial revolution (4IR) technologies, regenerative and carbon-neutral cities, and sustainable mobility.

In his consulting and strategic leadership work, he promotes a multidisciplinary approach that connects technology, sustainability, urban development, and social impact. He collaborates with public institutions as well as private initiatives, startups, and scale-ups, aiming to drive systemic transitions toward more sustainable and resilient futures.

Finally, as a teacher and speaker, Rocamora also plays an educational role: beyond presenting ideas and strategies, he is committed to training new leaders, fostering critical thinking around innovation and sustainability, and building long-term capacity.

MANUEL ROCAMORA: THE THOUGHT LEADER GUIDING GLOBAL CHANGE
di CATERINA TACCONE

Trascendenza: il ponte luminoso tra fede, scienza e spirito umano.

Rob Prior

di GABRIELE PAO PEI ANDREOLI
““ Ci

sono momenti in cui l’arte cessa di essere un gesto di creazione e diventa

un atto di rivelazione, quando una tela riflette non solo il colore e la forma, ma la memoria divina dell’umanità stessa ”

Nel cuore sacro della Città del Vaticano, tra il silenzio marmoreo della storia e il pulsare dell’innovazione, l’artista americano Rob Prior ha proposto un gesto che trascende il tempo. Durante la decima edizione dello IASC World Changers Summit, ha svelato e donato il suo capolavoro Trascendenza, un’opera creata in onore di Sua Santità Papa Leone XIV, che simboleggia l’eterno dialogo tra fede, scienza e creatività. Questo atto di generosità non era semplicemente un’offerta d’arte.

““ Ogni pennellata può diventare una preghiera; ogni colore è un richiamo all’unità ”

È stato un gesto di fratellanza, una dichiarazione di unità e un ponte vivente tra bellezza e guarigione. La donazione del capolavoro originale sostiene le iniziative IASC World Changers e il progetto di ricerca e sviluppo per la cura del disturbo da stress post-traumatico, in collaborazione con lo IASC Longevity Lab e la Croce Rossa della Macedonia del Nord: una missione in cui l’arte diventa terapia e la creazione diventa compassione in movimento.

Rob Prior è conosciuto in tutto il mondo per le sue esibizioni dal vivo, momenti di cruda intensità in cui dipinge con entrambe le mani, a volte anche con gli occhi chiusi, guidato dalla musica, dall’istinto e dallo spirito puro. Ogni movimento sembra incanalare qualcosa di più grande dell’artista stesso: una danza tra caos e ordine, un rituale di luce reso visibile. Nella Trascendenza, questo sacro teatro della creazione trova la sua massima espressione. Al centro si erge Cristo, radioso ed eterno, accanto alla contemplativa Maria Maddalena, simboli della compassione divina e della fragilità umana. Intorno a loro orbitano nuove icone dell’età moderna: un astronauta, sospeso tra terra e infinito; e una rete neurale, scintillante come una costellazione, un emblema dell’intelligenza umana protesa verso la consapevolezza divina. La trascendenza parla il linguaggio del nostro tempo. È allo stesso tempo cosmico e intimo, scientifico e mistico: una sinfonia in cui l’eterno e il tecnologico imparano finalmente ad ascoltarsi l’un l’altro

Fede e innovazione: un orizzonte condiviso.

Per il Prof. Gabriele Pao-Pei Andreoli, Presidente dell’Institute for Advanced Studies and Cooperation (IASC) e fondatore del World Changers Summit, il lavoro di Prior cattura la convinzione che la scienza senza coscienza è incompleta e che ogni scoperta deve servire la dignità della vita. Nelle sue parole, la Trascendenza diventa una “teologia visiva per il nuovo millennio”, un dialogo luminoso tra fede e ragione, tra umanità e tecnologia, tra sacrificio e trascendenza. È un promemoria del fatto che la spiritualità e l’innovazione non sono opposti, ma due espressioni dello stesso desiderio umano di evolversi, eticamente, emotivamente e spiritualmente. Nel corso di una cerimonia profondamente simbolica, S.E. Mons. Antonio Staglianò, Presidente della Pontificia Accademia di Teologia, presiederà la benedizione e l’inaugurazione dell’opera d’arte presso la Chiesa degli Artisti (Santa Maria in Montesanto) in Piazza del Popolo, a Roma. Dopo la benedizione, Rob Prior donerà la litografia n4 alla Chiesa, in un atto che unisce devozione e arte, intelletto e fede, umanità e trascendenza.

“La trascendenza non è un’immagine da ammirare, è un cammino da vivere, un dialogo da sentire”.

Questo momento segna l’inizio del prossimo capitolo della missione IASC, in cui arte, scienza e spirito convergono per illuminare il percorso dell’umanità verso l’interezza. Al di là della tecnica, della fama o del colore, ciò che definisce davvero Rob Prior è il suo cuore: un artista le cui mani traducono l’empatia in forma. Dedicando la Trascendenza alla causa della pace e della guarigione, egli diventa non solo un

Transcendence: The Luminous Bridge Between Faith, Science, and the Human Spirit.

“There are moments when art ceases to be a gesture of creation and becomes an act of revelation — when a canvas reflects not only colour and form, but the divine memory of humanity itself.”

In the sacred heart of Vatican City, amid the marble silence of history and the pulse of innovation, the American artist Rob Prior offered a gesture that transcends time. During the 10th Edition of the IASC World Changers Summit, he unveiled and donated his masterpiece Transcendence — a work created in honour of His Holiness Pope Leo XIV, symbolizing the eternal dialogue between faith, science, and creativity. This act of generosity was not simply an offering of art. It was a gesture of brotherhood, a declaration of unity, and a living bridge between beauty and healing. The donation of the original masterpiece supports the IASC World Changers Initiatives and the R&D Project for the Cure of PTSD, in collaboration with the IASC Longevity Lab and the Red Cross of North Macedonia — a mission where art becomes therapy, and creation becomes compassion in motion.

creatore, ma un Colui che cambia il mondo, uno che trasforma il talento in servizio e la bellezza in una forza vivente per il bene. In questa fusione di creatività e coscienza, la Trascendenza si pone sia come uno specchio che come una profezia: uno specchio di ciò che siamo, e una profezia di ciò che potremmo ancora diventare, quando la conoscenza è guidata dalla saggezza e l’arte nasce dall’amore.

Rob Prior

“ Every brushstroke can become a prayer; every colour a call to unity. ”

Rob Prior is known across the world for his live performances — moments of raw intensity where he paints with both hands, sometimes even with his eyes closed, guided by music, instinct, and pure spirit. Each movement seems to channel something larger than the artist himself: a dance between chaos and order, a ritual of light made visible. In Transcendence, this sacred theater of creation finds its ultimate expression. At the center stands Christ, radiant and eternal, beside the contemplative Mary Magdalene — symbols of divine compassion and human fragility. Around them orbit new icons of the modern age: an astronaut, suspended between earth and infinity; and a neural network, shimmering like a constellation — an emblem of human intelligence reaching toward divine awareness. Transcendence speaks the language of our time. It is both cosmic and intimate, both scientific and mystical — a symphony where the eternal and the technological finally learn to listen to one another.

Faith and Innovation: A Shared Horizon.

For Sir Prof. Dr. Gabriele Pao-Pei Andreoli, President of the Institute for Advanced Studies and Cooperation (IASC) and Founder of the World Changers Summit, Prior’s work captures the conviction that science without conscience is incomplete, and that every discovery must serve the dignity of life. In his words, Transcendence becomes a “visual theology for the new millennium,” a luminous dialogue between faith and reason, between humanity and technology, between sacrifice and transcendence. It is a reminder that spirituality and innovation are not opposites, but two expressions of the same human desire to evolve — ethically, emotionally, and spiritually. During a deeply symbolic ceremony, H.E. Mons. Antonio Staglianò, President of the Pontifical Academy of Theology, will preside over the blessing and inauguration of the artwork at the Church of the Artists (Santa Maria in Montesanto) in Piazza del Popolo, Rome. After the blessing, Rob Prior will donate the lithograph n4 to the Church, in an act that unites devotion and art, intellect and faith, humanity and transcendence.

ROB

“ Transcendence is not an image to be admired — it is a journey to be lived, a dialogue to be felt. ”

P R I O R

This moment marks the beginning of the next chapter of the IASC mission — where art, science, and spirit converge to illuminate the path of humanity toward wholeness. Beyond technique, fame, or colour, what truly defines Rob Prior is his heart: an artist whose hands translate empathy into form. In dedicating Transcendence to the cause of peace and healing, he becomes not only a creator but a World Changer — one who transforms talent into service and beauty into a living force for good. In this fusion of creativity and conscience, Transcendence stands as both a mirror and a prophecy: a mirror of what we are, and a prophecy of what we might yet become — when knowledge is guided by wisdom, and art is born of love.

Un ponte tra due mondi: la storia di Palazzo Brancaccio, l’ultima dimora principesca di Roma

Sospeso nel tempo, tra la fine della Roma pontificia e l’inizio del Regno d’Italia, sorge un’oasi di storia e bellezza: Palazzo Brancaccio, l’ultimo palazzo principesco ad essere costruito nella Capitale.

L’Urbe, proclamata capitale del nuovo Regno nel 1871, si trasforma in un immenso cantiere a cielo aperto. La frenesia edilizia di fine Ottocento ridisegna il volto della città, simbolo della transizione da un’aristocrazia legata al potere papale a una nuova borghesia nazionale e internazionale. In questo scenario di grande fermento,

tra il 1886 e il 1890, viene edificata l’ultima residenza principesca della capitale. Un luogo che incarna perfettamente i contrasti e le unioni del tempo, intrecciando l’aristocrazia napoletana dei Brancaccio con l’alta borghesia americana dell’Ottocento incarnata dalla famiglia Field. Un patrimonio inestimabile che, come un prezioso tesoro, continua a vivere grazie all’impegno e alla passione di chi se ne prende cura ogni giorno.

L’Eredità Dinamica di Palazzo Brancaccio: Intervista al Prof. Tommaso di Carpegna

Quale fu l’esatto motivo politico o sociale che spinse la Famiglia a stabilirsi a Roma in quel particolare momento storico di transizione?

I Brancaccio sono un’antica famiglia feudale napoletana. Credo che siano venuti a Roma negli anni Sessanta dell’Ottocento al seguito del re delle Due Sicilie, Francesco II, in esilio dopo la fine del suo regno. Lui risiedeva a Palazzo Farnese, e l’aristocrazia napoletana, inclusi i Brancaccio, lo seguì per lealtà.

Tuttavia, i Brancaccio furono molto abili nell’annusare il vento che cambiava. Dopo la conquista di Roma da parte dell’esercito italiano nel 1870, entrarono immediatamente in contatto con il nuovo sovrano. È una famiglia con un approccio un po’ “gattopardesco”: la convinzione che bisogna che tutto cambi affinché tutto resti com’era prima. Hanno seguito l’arrivo della capitale, scegliendo di restare al centro del potere politico e sociale.

Quali furono i retroscena dell’unione tra il Principe Salvatore Brancaccio e Elizabeth Field?

Ci fu un “mediatore” cruciale tra l’aristocrazia italiana e l’alta borghesia americana?

Non ho ancora trovato le corrispondenze che rivelino esattamente dove si conobbero; sappiamo solo che si sposarono a Parigi nel marzo del 1870.

Il loro matrimonio è assolutamente emblematico di una tendenza diffusa in quel periodo nell’alta società occidentale: le unioni tra famiglie americane ricchissime e l’aristocrazia europea con grandi titoli ma ormai scarse disponibilità economiche. Questo processo di fusione sociale porterà poi a quello che chiameremo il “jet set”.

Quale fu l’architetto capo (o gli architetti) di Palazzo Brancaccio, e quale influenza specifica ebbe sul suo stile “eclettico” la committenza americana?

Gli architetti che hanno lavorato a Palazzo Brancaccio sono i grandi nomi della cosiddetta “Roma Umbertina”: Gaetano Koch (che progettò anche il Palazzo della Banca d’Italia), Luca Carimini e Giuseppe Sacconi (architetto del Vittoriano). La costruzione è stata lunghissima, iniziata nel 1886 e terminata intorno al 1912, il che spiega la successione di architetti.

Quale artista o artigiano contribuì in modo più significativo alle decorazioni interne e qual è l’opera d’arte che più di tutte incarna l’anima del Palazzo?

L’artista che più di tutti incarna il genius loci del Palazzo è Francesco Gai, un architetto, pittore e artigiano estremamente versatile ed eclettico.

Gai ha realizzato gli stucchi, i quadri, gli affreschi interni, ha disegnato il ninfeo nel parco e la splendida camera da letto dei principi. Ha messo il suo estro e la sua fantasia sfrenata nel Palazzo, che, pur essendo sobrio e classico nelle sue strutture esterne, è ricco di dettagli interni gentili, disegnati e pittoreschi (si pensi alla stanza in corameria, la stanza cinese, o la stanza dei leoni).

L’opera d’arte che più di tutte incarna l’anima del Palazzo è il busto in marmo di Elizabeth Field,

la Principessa Brancaccio che la ritrae in abito di corte con la corona, con un’aria sognante. È posizionata come se stesse invitando le persone a entrare in casa, ed è il simbolo accogliente della padrona di casa che dà il benvenuto.

Un altro luogo che merita menzione è il Gabinetto degli Specchi, un salottino rutilante di specchi e d’oro che funge anche da sorta di albero genealogico murale, con piccoli ritratti di tutti i personaggi di Casa Brancaccio.

La gestione si avvale della società Saloni della Principessa Srl. Qual è il sottile equilibrio tra “business” (eventi, ospitalità) e “conservazione” dell’integrità storica del luogo?

L’equilibrio è certamente delicato, ma la società funziona perché è gestita con una combinazione di competenze professionali e passione storica. Io, come storico di formazione, mi occupo della conoscenza, della storia, della tutela e della salvaguardia, mentre mia moglie Anna Zileri Dal Verme (socia della Saloni della Principessa Srl, insieme alle nostre figlie) è stata direttrice eventi di Bulgari per oltre vent’anni. La società, oltre alla gestione degli eventi e dell’ospitalità, gestisce anche un servizio di catering interno. Ognuno di noi mette a disposizione dell’altro il proprio know-how. Questo permette di operare in modo professionale, garantendo che il “business” sia sempre al servizio della “conservazione”.

Se Palazzo Brancaccio potesse parlare, quale singolo evento (una festa, un incontro politico, un ballo) degli ultimi 130 anni vorrebbe che raccontasse?

L’evento più famoso e che amiamo ricordare con maggiore piacere è la visita ufficiale che fecero il Re Umberto I e la Regina Margherita nel maggio del 1886. Questo avvenimento finì su tutte le gazzette mondane e fu immortalato in un quadro, dipinto come al solito da Francesco Gai, che oggi è conservato nel Museo di Roma di Palazzo Braschi.

Qual è la sua visione a lungo termine (50-100 anni) per Palazzo Brancaccio?

Come immagina che i suoi discendenti gestiranno e tramanderanno questa “eredità dinamica”?

La parola “dinamica” è perfetta.

La mia visione si articola su due binari.

Da un lato, c’è la speranza che le mie figlie, già socie della gestione, e le generazioni future raccolgano questa missione, tramandandola. Dall’altro, interviene lo storico: è impossibile prevedere un futuro così lontano.

La mia visione a lungo termine è dunque un misto di speranza e di impegno nel presente, con la consapevolezza che il futuro sarà una costante e imprevedibile rielaborazione di questa eredità, ma con la certezza che le basi del rispetto, dell’autenticità e del racconto resteranno.

The Story of Palazzo

Brancaccio: Rome’s Last Princely Residence

A bridge between two worlds: the history of Palazzo Brancaccio, Rome’s last princely residence. Suspended in time, between the end of Papal Rome and the beginning of the Kingdom of Italy, stands an oasis of history and beauty: Palazzo Brancaccio, the last princely palace to be built in the Capital.

The Urbe, proclaimed the capital of the new Kingdom in 1871, transformed into an immense, open-air construction site. The building frenzy of the late nineteenth century redesigned the city’s face, symbolizing the transition from an aristocracy tied to papal power to a new national and international bourgeoisie. It was in this environment of great ferment that the capital’s final princely residence was erected between 1886 and 1890. A place that perfectly embodies the contrasts and unions of the era, intertwining the Neapolitan aristocracy of the Brancaccio family with the American high bourgeoisie of the nineteenth century, personified by the Field family. An invaluable heritage that, like a precious treasure, continues to thrive thanks to the commitment and passion of those who care for it every day.

The Dynamic Legacy of Palazzo Brancaccio: An Interview with Prof. Tommaso di Carpegna

What was the exact political or social reason that led the family to settle in Rome during that particular historical moment of transition?

The Brancaccio are an ancient Neapolitan feudal family. I believe they came to Rome in the 1860s, following the King of the Two Sicilies, Francesco II, who was in exile after the end of his kingdom. He resided in Palazzo Farnese, and the Neapolitan aristocracy, including the Brancaccio, followed him out of loyalty. However, the Brancaccio family was very adept at sensing the changing tide. After the Italian army conquered Rome in 1870, they immediately established contact with the new sovereign. It’s a family with a somewhat “Gattopardo” (Leopard) approach: the conviction that “everything needs to change so that everything can stay the same”. They followed

the arrival of the capital, choosing to remain at the center of political and social power.

What was the backstory of the union between Prince Salvatore Brancaccio and Elizabeth Field? Was there a crucial “mediator” between the Italian aristocracy and the American high bourgeoisie?

I have not yet found the correspondences that reveal exactly where they met; we only know that they married in Paris in March 1870. Their marriage is absolutely emblematic of a widespread trend at the time in Western high society: unions between extremely wealthy American families and [..]

[...] the European aristocracy, who held great titles but had dwindling economic resources. This process of social fusion would later lead to what we call the “jet set”.

Who was the chief architect (or were the architects) of Palazzo Brancaccio, and what specific influence did the American commission have on its “eclectic” style?

The architects who worked on Palazzo Brancaccio are the great names of the so-called “Umbertine Rome”: Gaetano Koch (who also designed the Bank of Italy Palace), Luca Carimini and Giuseppe Sacconi (architect of the Vittoriano).

The construction was extremely long, beginning in 1886 and finishing around 1912, which explains the succession of architects.

Which artist or artisan contributed most significantly to the interior decorations, and which work of art, more than any other, embodies the soul of the Palace?

The artist who most of all embodies the genius loci of the Palace is Francesco

Gai, an extremely versatile and eclectic architect, painter, and artisan. Gai created the stuccos, the paintings, the interior frescoes, designed the nymphæum in the park, and the splendid bedroom of the princes. He poured his flair and unrestrained fantasy into the Palace, which, while sober and classical in its exterior structures, is rich in delicate, designed, and picturesque interior details (consider the corameria room, the Chinese room, or the lions’ room).

The work of art that most of all embodies the soul of the Palace is the marble bust of Elizabeth Field, Princess Brancaccio, which portrays her in a court gown with a crown, wearing a dreamy expression. It is positioned as if she is inviting people into the house, and it is the welcoming symbol of the lady of the house.

Another place that deserves mention is the Mirror Cabinet (Gabinetto degli Specchi), a glittering drawing room of mirrors and gold that also functions as a sort of mural family tree, with small portraits of all the members of Casa Brancaccio.

What is the subtle balance between “business” (events, hospitality) and “conservation” of the place’s historical integrity?

The management relies on the company Saloni della Principessa Srl. The balance is certainly delicate, but the company works because it is managed with a combination of professional expertise and historical passion. I, as a historian by training, deal with the knowledge, history, protection, and safeguarding, while my wife, Anna Zileri Dal Verme (a partner in Saloni della Principessa Srl, along with our daughters), was Bulgari’s

events director for over twenty years. The company, in addition to managing events and hospitality, also manages an internal catering service. Each of us provides the other with our own know-how. This allows us to operate professionally, ensuring that the “business” is always at the service of “conservation”.

If Palazzo Brancaccio could speak, what single event (a party, a political meeting, a ball) from the last 130 years would it want to recount?

The most famous event, and the one we love to remember with the greatest pleasure, is the official visit by King Umberto I and Queen Margherita in May 1886. This event made it into all the society gazettes and was immortalized in a painting, done as usual by Francesco Gai, which is now preserved in the Museum of Rome at Palazzo Braschi.

What is your long-term vision (50-100 years) for Palazzo Brancaccio? How do you imagine your descendants will manage and pass on this “dynamic legacy”?

The word “dynamic” is perfect. My vision is structured along two tracks. On one hand, there is the hope that my daughters, already partners in the management, and future generations will embrace this mission, passing it down. On the other hand, the historian intervenes: it is impossible to predict such a distant future. My long-term vision is therefore a mixture of hope and commitment in the present, with the awareness that the future will be a constant and unpredictable reelaboration of this legacy, but with the certainty that the foundations of respect, authenticity, and storytelling will remain.

La Pizza “Papa Leone XIV”, un dono per il Santo Padre che nutre il corpo potenziando la mente.

La pizza “Papa Leone XIV” è frutto della collaborazione di Daniela Nuti Ignatiuk, Direttrice di Strategic Technologies and Innovation di IASC Longevity by Design, naturopata e biohacker riconosciuta tra le voci più autorevoli in Europa nel campo del benessere e della longevità, e del Maestro Pizzaiolo Giuseppe Rosa, custode della tradizione e dell’arte artigianale. Il progetto è stato realizzato sotto la guida del Presidente IASC, Prof. Dr. Gabriele Pao-Pei Andreoli, MD, che ha orientato la ricerca verso un equilibrio tra scienza, cultura e spiritualità.

Il progetto nasce con l’obiettivo di offrire un prodotto inclusivo, pensato per chi soffre di intolleranze al glutine, insulino-resistenza o diabete, senza rinunciare al piacere del gusto. La salute è al centro, ma anche il sapore e la convivialità.

Daniela Nuti è una biohacker che spazia fra naturopatia tradizionale, coaching, scienza applicata e tecnologia innovativa, contribuendo a far crescere in Italia una cultura del benessere che punta non solo alla cura, ma anche alla prevenzione, alla performance, e alla longevità consapevole.

Il biohacking infatti si occupa di modulare l’insieme di tecniche, pratiche e approcci per migliorare le prestazioni fisiche, mentali e biologiche del corpo. Nato come un “fai-da-te della biologia” con l’idea

di “hackerare”, cioè entrare nel sistema, oggi si è sviluppato in medicina su misura o di precisione fondendo tecnologia, AI, per lo sviluppo del concetto di medicina preventiva e longevità. Con queste premesse, in occasione del decimo anniversario del World Changers Summit, la IASC – Institute for Advanced Studies and Cooperation ha voluto offrire a Sua Santità Papa Leone XIV un omaggio che trascende il semplice alimento: una pizza che diventa simbolo di tradizione, salute e speranza.

La pizza “Papa Leone XIV” è un gesto semplice e universale, ma racchiude in sé un messaggio profondo: unire antiche conoscenze a nuove soluzioni per il benessere della vita umana. La tradizione della tavola italiana, radicata nella convivialità e nella cultura del pane, si intreccia qui con la ricerca scientifica e l’innovazione nutrizionale, dando vita a un alimento che è al tempo stesso nutrimento del corpo e segno di fraternità.

Ogni ingrediente è stato scelto con cura per evocare un’idea di genuinità e longevità, affinché questa pizza non sia soltanto cibo, ma un messaggio di equilibrio e di speranza: equilibrio per la salute, speranza per una vita più lunga, più consapevole e più giusta.

di TIZIANA PRIMOZICH

La base della pizza “Papa Leone”

Un impasto funzionale, digeribile e ricco di nutrienti. La base della pizza è frutto di una miscela studiata per offrire il massimo equilibrio tra gusto, salute e sostenibilità. L’impasto è composto da:

•70% Farina Tipo 1 Pivetti da grani antichi, macinata a pietra, ricca di fibre, sali minerali e con un profilo aromatico intenso

•10% farina di lenticchie, fonte di proteine vegetali, ferro, folati e antiossidanti naturali

•10% farina di canapa, ricca di acidi grassi essenziali Omega-3 e Omega-6, proteine complete, vitamina E e fibre insolubili

•10% farina di piselli, con alto contenuto proteico, fibre, vitamina K, fosforo e composti bioattivi utili per la salute metabolica

Ingredienti di eccellenza

Sulla base, troviamo una selezione di ingredienti italiani di altissima qualità:

•Mozzarella e fiordilatte da latte 100% italiano, fonte di proteine nobili, calcio, fosforo e vitamine A e B

•Salmone rosso selvaggio di Alaska, 100% naturale, ricco di omega 3 e astaxantina,

•Pistacchi, noti per i benefici cardiovascolari, il controllo glicemico e la protezione della vista grazie agli antiossidanti

•Fiori di zucca, leggeri e nutrienti, con basso contenuto calorico e lipidico

Questa combinazione conferisce all’impasto un profilo nutrizionale superiore rispetto alle farine raffinate tradizionali. I grani antichi, come il

Gentil Rosso e il Verna, sono meno manipolati geneticamente e più ricchi di micronutrienti, tra cui ferro, magnesio, zinco e vitamine del gruppo B. La Farina Tipo 1, meno raffinata, conserva parte del germe e della crusca, contribuendo a una maggiore digeribilità e a un indice glicemico più basso, ideale per chi soffre di insulino-resistenza o cerca un’alimentazione equilibrata.

I legumi e la canapa apportano proteine vegetali di alta qualità, fibre solubili e insolubili, e fitonutrienti che favoriscono:

•Il controllo della glicemia e della pressione arteriosa

•La salute intestinale e la regolarità digestiva

•Il rafforzamento del sistema immunitario

•La protezione cardiovascolare grazie alla riduzione del colesterolo LDL

•Il supporto alla massa muscolare e alla sazietà, utile anche in regimi alimentari controllati.

La farina di canapa, in particolare, è una fonte completa di aminoacidi essenziali e contiene gamma-linolenico, un acido grasso con proprietà antinfiammatorie. Le lenticchie e i piselli, oltre a essere altamente nutrienti, sono anche sostenibili dal punto di vista ambientale, grazie alla loro capacità di arricchire il suolo con azoto e ridurre l’impatto agricolo

Dal punto di vista sensoriale, l’impasto sviluppa un aroma complesso e avvolgente, grazie alla sinergia tra cereali e legumi, che dona alla pizza un gusto autentico e profondo, capace di valorizzare ogni ingrediente che verrà aggiunto in superficie.

Un progetto nato dalla ricerca e dalla passione per una vita sana che nutra il corpo e l’anima.

THE “PAPA LEONE XIV” PIZZA, A GIFT FOR THE HOLY FATHER THAT NOURISHES THE BODY AND STRENGTHENS THE MIND.

The “Papa Leone XIV” pizza is the result of a collaboration between Daniela Nuti Ignatiuk, Director of Strategic Technologies and Innovation at IASC Longevity by Design, naturopath and biohacker recognized as one of Europe’s most authoritative voices in the field of wellness and longevity, and Master Pizza Maker Giuseppe Rosa, guardian of tradition and craftsmanship. The project was carried out under the guidance of IASC President Prof. Dr. Gabriele Pao-Pei Andreoli, MD, who directed the research towards a balance between science, culture, and spirituality.

The project was created with the aim of offering an inclusive product, designed for those suffering from gluten intolerance, insulin resistance, or diabetes, without sacrificing taste. Health is at the center, but so are flavor and conviviality.

Daniela Nuti is a biohacker who ranges between traditional naturopathy, coaching, applied science, and innovative technology, contributing to the growth of a culture of well-being in Italy that focuses not only on treatment but also on prevention, performance, and conscious longevity.

Biohacking involves modulating a set of techniques, practices, and approaches to improve the physical, mental, and biological performance of the body. Born as a “do-it-yourself biology” with the idea of “hacking,” i.e., entering the system, today it has developed into tailored or precision medicine, combining technology and AI to develop the concept of preventive medicine

and longevity.

With this in mind, on the occasion of the tenth anniversary of the World Changers Summit, the IASC – Institute for Advanced Studies and Cooperation wanted to offer His Holiness Pope Leo XIV a gift that transcends simple food: a pizza that becomes a symbol of tradition, health, and hope.

The “Papa Leone XIV” pizza is a simple and universal gesture, but it conveys a profound message: combining ancient knowledge with new solutions for human well-being. The tradition of Italian cuisine, rooted in conviviality and the culture of bread, is intertwined here with scientific research and nutritional innovation, giving life to a food that is both nourishment for the body and a sign of brotherhood. Each ingredient has been carefully chosen to evoke an idea of authenticity and longevity, so that this pizza is not just food, but a message of balance and hope: balance for health, hope for a longer, more conscious, and fairer life.

The base of the “Papa Leone” pizza

A functional, digestible, and nutrient-rich dough.

The pizza base is the result of a blend designed to offer the perfect balance between taste, health, and sustainability. The dough is composed of:

• 70% Pivetti Type 1 flour from ancient grains, stone-ground, rich in fiber, minerals, and with an intense aromatic profile

• 10% lentil flour, a source of vegetable protein, iron, folates, and natural antioxidants

• 10% hemp flour, rich in essential Omega-3 and Omega-6 fatty acids, complete proteins, vitamin E, and insoluble fiber

• 10% pea flour, high in protein, fiber, vitamin K, phosphorus, and bioactive compounds beneficial for metabolic health

This combination gives the dough a superior nutritional profile compared to traditional refined flours. Ancient grains, such as Gentil Rosso and Verna, are less genetically modified and richer in micronutrients, including iron, magnesium, zinc, and B vitamins. Type

1 flour, which is less refined, retains part of the germ and bran, contributing to greater digestibility and a lower glycemic index, ideal for those suffering from insulin resistance or seeking a balanced diet.

Legumes and hemp provide high-quality vegetable protein, soluble and insoluble fiber, and phytonutrients that promote:

• Blood sugar and blood pressure control

• Intestinal health and digestive regularity

• Strengthening of the immune system

• Cardiovascular protection through the reduction of LDL cholesterol

• Support for muscle mass and satiety, also useful in controlled diets

Hemp flour, in particular, is a complete source of essential amino acids and contains gamma-linolenic acid, a fatty acid with anti-inflammatory properties. Lentils and peas, in addition to being highly nutritious, are also environmentally sustainable, thanks to their ability to enrich the soil with nitrogen and reduce agricultural impact.

From a sensory point of view, the dough develops a complex and enveloping aroma, thanks to the synergy between cereals and legumes, which gives the pizza an authentic and deep flavor, capable of enhancing every ingredient that will be added on top.

Ingredients of excellence

The base consists of a selection of the highest quality Italian ingredients:

•Mozzarella and fiordilatte made from 100% Italian milk, a source of high-quality protein, calcium, phosphorus, and vitamins A and B

•Wild Alaskan red salmon, 100% natural, rich in omega-3 and astaxanthin

•Pistachios, known for their cardiovascular benefits, glycemic control, and protection of eyesight thanks to antioxidants

•Zucchini flowers, light and nutritious, low in calories and fat

A project born from research and a passion for healthy living that nourishes the body and soul.

ST. MORITZ LONGEVITY

FORUM: QUANDO LA MONTAGNA DIVENTA LABORATORIO DI FUTURO

di MATTEO PRIMOZICH

St. Moritz, con i suoi 3.000 anni di tradizione legata al benessere e alle acque curative, non è solo sinonimo di mondanità e piste da sci: è anche il palcoscenico di un dibattito globale sulla salute e sull’invecchiamento. È qui che ogni anno prende vita il St. Moritz Longevity Forum, un evento internazionale che raccoglie oltre 300 ospiti tra scienziati, medici, imprenditori, leader politici e figure visionarie con un obiettivo comune: comprendere come vivere più a lungo e meglio, non solo aggiungendo anni alla vita ma qualità agli anni. La manifestazione si distingue per la sua impostazione multidisciplinare. Non è un congresso medico nel senso tradizionale, ma un vero e proprio

ecosistema di idee che intreccia ricerca accademica, innovazione tecnologica, investimenti strategici e pratiche di benessere olistico. L’edizione 2025 ruoterà attorno a cinque pilastri fondamentali: dalle ultime scoperte scientifiche sull’invecchiamento, all’ottimizzazione personale e delle performance, fino agli investimenti che guidano il settore della longevità, passando per la gastronomia sostenibile e il Longevity Solutions Hub, spazio dedicato alle aziende pioniere del settore.

Il programma è pensato come un’esperienza a tutto tondo. Oltre a panel e conferenze, gli ospiti potranno partecipare a momenti di benessere pratico e

spirituale: passeggiate alpine tra i boschi engadinesi, yoga in quota, meditazioni guidate, sessioni di respirazione consapevole e perfino workshop di guarigione sonora. I dibattiti toccheranno i grandi temi della contemporaneità: dai cosmetici personalizzati creati con l’intelligenza artificiale, alle cliniche della longevità che sperimentano terapie rigenerative e medicina preventiva, fino alla sfida geopolitica di società che invecchiano rapidamente e devono ripensare il loro modello sociale.

Al centro di questo progetto c’è Christina Michael, fondatrice e anima del Forum. La sua storia personale è il riflesso dei valori che oggi promuove. Ex atleta agonista e campionessa internazionale di fitness, incoronata Miss Fitness Grecia nel 1997 e premiata alla WFF World Fitness Cup nel 2006, Christina ha trascorso oltre venticinque anni a promuovere uno stile di vita sano come personal trainer, coach e consulente del benessere. Il suo approccio integra scienza e umanità, disciplina e spiritualità: un metodo che le ha permesso di guidare centinaia di persone verso un equilibrio tra corpo e mente.

La sua carriera, però, non si è fermata al fitness. Nel 2016 ha fondato l’organizzazione benefica “Training for Lives”, dedicata al sostegno di bambini in difficoltà, a testimonianza della sua convinzione che la salute non sia mai solo individuale, ma abbia sempre una dimensione comunitaria e sociale. Con il Forum di St. Moritz, Christina ha fatto un passo ulteriore: trasformare la sua esperienza personale e professionale in una piattaforma internazionale capace di unire mondi diversi, dal laboratorio scientifico alla spiritualità, dal business globale alle pratiche locali di benessere.

St. Moritz, con il suo fascino senza tempo e la sua vocazione al benessere, è il simbolo di una riflessione globale. Non un semplice convegno, ma un’esperienza culturale e umana che celebra la possibilità di trasformare l’invecchiamento da problema a opportunità. Il St. Moritz Longevity Forum segna il passo di una nuova era, in cui longevità significa soprattutto qualità della vita e capacità di prosperare, grazie alla visione di una donna che ha fatto della resilienza e dell’innovazione la cifra della propria esistenza.

Christina Michael, la donna dietro la visione

Dietro le luci del Forum e i grandi nomi che vi prendono parte, c’è il percorso personale di una donna che ha fatto della propria vita un manifesto

di resilienza e trasformazione. Christina Michael non è soltanto la fondatrice del St. Moritz Longevity Forum: è il volto di un movimento che intende ridefinire il concetto stesso di longevità, aprendo il dialogo tra scienza, benessere e responsabilità sociale.

Il suo passato da atleta e campionessa internazionale di fitness l’ha temprata alla disciplina, all’impegno quotidiano e alla costanza nel perseguire obiettivi ambiziosi. Ma ciò che rende unica la sua storia è la capacità di reinventarsi: da personal trainer a imprenditrice, da coach a consulente riconosciuta a livello internazionale, fino a diventare ambasciatrice del benessere in Svizzera. Un percorso che l’ha portata a trasformare la propria esperienza in una piattaforma di ispirazione globale.

Il Forum di St. Moritz è, in fondo, il riflesso fedele della sua filosofia: la longevità non come semplice durata della vita, ma come arte di prosperare, intrecciando scienza e innovazione con spiritualità, cultura e impegno sociale. Christina crede che il benessere individuale non possa essere separato dal benessere collettivo e che ogni conquista personale acquisti valore solo quando diventa occasione di condivisione.

ST. MORITZ LONGEVITY FORUM: WHEN THE MOUNTAINS BECOME A LABORATORY FOR THE FUTURE

St. Moritz, with its 3,000 years of tradition linked to wellness and healing waters, is not only synonymous with glamour and ski slopes: it is also the stage for a global debate on health and aging. This is where the St. Moritz Longevity Forum takes place every year, an international event that brings together over 300 guests, including scientists, doctors, entrepreneurs, political leaders, and visionaries with a common goal: to understand how to live longer and better, not only adding years to life but quality to those years. The event stands out for its multidisciplinary approach. It is not a medical conference in the

traditional sense, but a veritable ecosystem of ideas that intertwines academic research, technological innovation, strategic investments, and holistic wellness practices. The 2025 edition will revolve around five fundamental pillars: from the latest scientific discoveries on aging, to personal and performance optimization, to investments driving the longevity sector, through sustainable gastronomy and the Longevity Solutions Hub, a space dedicated to pioneering companies in the sector.

The program is designed to be an all-round experience. In addition to panels and conferences, guests will be able to participate in practical and spiritual wellness activities: alpine walks through the Engadine forests, high-altitude yoga, guided meditation, conscious breathing sessions, and even sound healing workshops. The debates will touch on the major issues of our time: from personalized cosmetics created with artificial intelligence to longevity clinics experimenting with regenerative therapies and preventive medicine, to the geopolitical challenge of rapidly aging societies that need to rethink their social model.

At the heart of this project is Christina Michael, founder and driving force behind the Forum. Her personal story reflects the values she promotes today. A former competitive athlete and international fitness champion, crowned Miss Fitness Greece in 1997 and awarded at the WFF World Fitness Cup in 2006, Christina has spent over 25 years promoting a healthy lifestyle as a personal trainer, coach, and wellness consultant. Her approach integrates science and humanity, discipline and spirituality: a method that has enabled her to guide hundreds of people towards a balance between body and mind.

However, her career did not stop at fitness. In 2016, she founded the charity “Training for Lives,” dedicated to supporting children in need, reflecting her belief that health is never just an individual matter, but always has a community and social dimension. With the St. Moritz Forum, Christina has taken a further step: transforming her personal and professional experience into an international platform capable of uniting different worlds, from the scientific laboratory to spirituality, from global business to local wellness practices.

St. Moritz, with its timeless charm and focus on wellbeing, is the symbol of a global reflection. Not just a conference, but a cultural and human experience that celebrates the possibility of transforming aging from a problem into an opportunity. The St. Moritz Longevity Forum marks the beginning of a new era, in which longevity means above all quality of life and the ability to thrive, thanks to the vision of a woman who has made resilience and innovation the hallmarks of her existence.

Christina Michael, the woman behind the vision

Behind the lights of the Forum and the big names that take part in it, there is the personal journey of a woman who has made her life a manifesto of resilience and transformation. Christina Michael is not only the founder of the St. Moritz Longevity Forum: she is the face of a movement that aims to redefine the very concept of longevity, opening up dialogue between science, wellness, and social responsibility.

Her past as an athlete and international fitness champion has tempered her with discipline, daily commitment, and perseverance in pursuing ambitious goals. But what makes her story unique is her ability to reinvent herself: from personal trainer to entrepreneur, from coach to internationally recognized consultant, to becoming an ambassador for wellness in Switzerland. A journey that has led her to transform her experience into a platform of global inspiration.

The St. Moritz Forum is, after all, a faithful reflection of her philosophy: longevity not simply as life expectancy, but as the art of thriving, intertwining science and innovation with spirituality, culture, and social commitment. Christina believes that individual wellbeing cannot be separated from collective well-being and that every personal achievement only acquires value when it becomes an opportunity for sharing.

BioCybernaut Brain Science

Può la tecnologia insegnarci a meditare?

Per James Hardt, psicologo e fondatore del Biocybernaut Institute, la risposta è sì. Da oltre quarant’anni studia le onde cerebrali e sostiene che, attraverso il neurofeedback, sia possibile raggiungere stati di calma e creatività simili a quelli dei grandi meditatori. Nei suoi centri, i partecipanti seguono intensivi programmi di sette giorni, guidati da sensori e computer che mostrano in tempo reale l’attività del cervello.

Secondo Hardt, i benefici sarebbero notevoli: riduzione dell’ansia, crescita dell’intelligenza emotiva, persino un aumento del quoziente intellettivo. Le promesse, però, dividono: c’è chi racconta esperienze trasformative e chi accusa l’istituto di mancare di prove scientifiche solide. Quel che è certo è che Hardt rappresenta una voce originale nel panorama delle neuroscienze: un ponte, ancora fragile, tra scienza e spiritualità. Se i suoi metodi saranno confermati, potrebbero cambiare il nostro modo di pensare al cervello e al benessere.

Can technology teach us to meditate?

For James Hardt, psychologist and founder of the Biocybernaut Institute, the answer is yes. He has been studying brain waves for over forty years and argues that, through neurofeedback, it is possible to achieve states of calm and creativity similar to those of great meditators. At his centers, participants follow intensive seven-day programs, guided by sensors and computers that show brain activity in real time.

According to Hardt, the benefits are considerable: reduced anxiety, increased emotional intelligence, and even a higher IQ. However, opinions are divided: some report transformative experiences, while others accuse the institute of lacking solid scientific evidence.

What is certain is that Hardt represents an original voice in the field of neuroscience: a still fragile bridge between science and spirituality. If his methods are confirmed, they could change the way we think about the brain and well-being.

In un mondo disarmonico, una nuova era della medicina arriva dal benessere e da un approccio olistico alla persona.
di ANGELA CELESTI

La dott.ssa Christina Rahm lancia soluzioni sanitarie innovative

Christina Rahm, scienziata imprenditrice umanitaria è riconosciuta in tutto il mondo per il suo lavoro all’avanguardia che coniuga Innovazione Sanitaria, Biotecnologia e Sostenibilità Ambientale, temi che mai come oggi sono al centro del dibattito che guarda al futuro, inseguendo quel “benessere agognato” che è da secoli perseguito dalle numerose civiltà che hanno abitato il nostro malconcio pianeta.

Definita “imprenditrice globale”, la dott.ssa Rahm con le sue imprese, DRC Ventures, sta rimodellando il futuro della produzione in diversi settori: prodotti farmaceutici, nutraceutici, cura della pelle, salute degli animali e soluzioni per l’ambiente, in piena “sostenibilità”.

Come ci riesce? “Cercando di unificare la scienza su base mondiale”.

I laboratori della dott.ssa Rham, dedicati alla biotecnologia (nello stato del Tennessee, Nevada e Carolina del Sud), nascono da decenni di esperienza nell’avanguardia della scienza, della ricerca medica e nella ricerca di soluzioni sanitarie innovative. Inoltre il suo essere “visionaria”, la porta da sempre verso la consapevolezza di un approccio completo e integrato nel campo

della salute e dell’assistenza olistica, arrivando ad affrontare le cause “profondamente radicate” della malattia. Facendo parte dei leader aziendali tra i più importati nell’innovazione, la dott.ssa Rham, sta ridefinendo il futuro della salute e del benessere con industrie che non guardano soltanto al profitto ma implementano le scoperte cliniche mettendo al centro l’uomo. Un esempio arriva dal trio di laboratori Strata Biotechnology Labs, certificati dalla FDA (Agenzia Federale che regola la sicurezza dei farmaci e non solo), registrati presso il Dipartimento della Difesa (con un punteggio del 98,7, Good Manufacturing Pratices).

Industrie manifatturiere indipendenti, responsabili e dedite al benessere, che garantiscono alti standard di purezza e preservano ambiente e animali con il risultato di produrre non solo tessuti eccellenti ma rivoluzionando l’intero settore manifatturiero. La scienziata imprenditrice non si ferma a questo, ma abbraccia diversi campi dell’innovazione: linee di bellezza come Ella Pure Skincare, basata su formulazioni di disintossicazione brevettate, Mercì Dupre Clothiers, un marchio di moda sostenibile che promuove stile, ma senza compromessi con il pianeta e - il più singolare - Rham Roast, un marchio di caffè pulito e biologico.

Per rimanere al centro della mission vi è la fondazione Xoted Biotechnology Labs (un investimento di 42 milioni di dollari), che si concentra su soluzioni biotecnologiche sostenibili, tra cui la disintossicazione su base vegetale, la ricerca sui semi… divenendo parallelamente un Centro per l’Istruzione (STEM) e la ricerca scientifica. La dott.ssa Rham in passato ha ricoperto la carica di Chief Operating Officer presso Strata Biotech, specializzata in medicina di precisione, rigenerazione cellulare e percorsi terapeutici personalizzati, contribuendo ai processi di cura nelle malattie croniche, cure preventive e invecchiamento.

Un’esperienza che probabilmente ha sensibilizzato i suoi interessi di scienziata conducendola verso questa strada che cerca di affrancarsi dalle industrie farmaceutiche troppo spesso concentrate sulla chimica. Il percorso da lei intrapreso si apre a un nuovo concetto di “scienziata/imprenditrice” e a un nuovo modo di guardare al futuro in diversi settori utili per l’uomo.

Oggi si parla moltissimo di nuovi stili di vita: alimentazione corretta, eliminazione di stress e ansie che precludono quel benessere che spetterebbe a noi tutti. La dott.ssa Chritina Rham grazie alla sua avveniristica visione e con le sue possibilità economiche, forse è riuscita a passare dalle parole ai fatti!

In a world of disharmony, a new era of medicine is emerging, based on wellness and a holistic approach to the individual.

Dr. Christina Rahm launches innovative healthcare solutions.

Christina Rahm, a humanitarian scientist and entrepreneur, is recognized worldwide for her cutting-edge work combining Healthcare Innovation, Biotechnology, and Environmental Sustainability, issues that are now more than ever at the center of the debate looking to the future, pursuing that “coveted well-being” that has been sought for centuries by the many civilizations that have inhabited our battered planet. Described as a ‘global entrepreneur’, Dr. Rahm is reshaping the future of manufacturing in a number of sectors with her company, DRC Ventures: pharmaceuticals, nutraceuticals, skincare, animal health, and environmental solutions, all with a focus on sustainability.

How does she do it? ‘By trying to unify science on a global basis’.

Dr. Rham’s laboratories, dedicated to biotechnology (in the states of Tennessee, Nevada, and South Carolina), are the result of decades of experience at the forefront of science, medical research, and the search for innovative healthcare solutions. Furthermore, her visionary nature has always led her towards a comprehensive and integrated approach to health and holistic care, addressing the deep-rooted causes of disease. As one of the most important business leaders in innovation, Dr. Rham is redefining the future of health and wellness with industries that not only focus on profit but also implement clinical discoveries with a human-centered approach. One example comes from the trio of Strata Biotechnology Labs, certified by the FDA (the Federal Agency that regulates drug safety and more), registered with the Department of Defense (with a score of 98.7, Good Manufacturing Practices).

These are independent, responsible, and wellness-focused manufacturing industries that guarantee high standards of purity and preserve the environment and animals, resulting in not only excellent fabrics but also revolutionizing the entire

manufacturing sector.

The scientist-entrepreneur doesn’t stop there, but embraces various fields of innovation: beauty lines such as Ella Pure Skincare, based on patented detox formulations, Mercì Dupre Clothiers, a sustainable fashion brand that promotes style without compromising the planet, and—most uniquely— Rham Roast, a clean and organic coffee brand.

At the heart of the mission is the Xoted Biotechnology Labs foundation (a $42 million investment), which focuses on sustainable biotechnology solutions, including plant-based detoxification and seed research, while also becoming a center for education (STEM) and scientific research. Dr. Rham previously served as Chief Operating Officer at Strata Biotech, which specializes in precision medicine, cell regeneration, and personalized therapeutic pathways, contributing to the treatment of chronic diseases, preventive care, and aging.

This experience probably shaped her interests as a scientist, leading her down this path that seeks to break free from pharmaceutical companies that are too often focused on chemistry. The path she has taken opens up a new concept of “scientist/entrepreneur” and a new way of looking at the future in various sectors that are useful to humankind.

Today, there is a lot of talk about new lifestyles: proper nutrition, elimination of stress and anxiety that preclude the well-being that we all deserve. Thanks to her futuristic vision and financial resources, Dr. Christina Rham may have succeeded in turning words into action!

GREGORETTI Filippo Gregoretti e l’algoritmo che si fa arte

Filippo Gregoretti è un artista italiano contemporaneo con un profilo multidisciplinare: visual artist, musicista (pianista e compositore), performer, docente universitario e ricercatore nell’ambito dell’arte, della tecnologia e della narrazione. È figlio di Ugo Gregoretti, regista, scrittore e uomo di spettacolo italiano.

Dopo un percorso accademico in belle arti e musica, ha lavorato come designer, illustratore e artista visivo. Un’artista completo che colma il divario tra arte, musica, design, narrazione, performance dal vivo, algoritmi, intelligenza artificiale e tecnologia dell’informazione fin dagli anni ‘80.

Nei primi anni ‘90 ha fondato “Alpha Channel”, la prima agenzia creativa di media interattivi in Italia. Nel 1993 ha fondato “NeT-ArT”, progetto artistico integrato online. Negli ultimi vent’anni ha sviluppato il concetto e la tecnologia dell’“App Artwork” — opere d’arte concepite come applicazioni mobili. Uno dei suoi progetti centrali è Amrita: un’intelligenza artificiale artistica evolutiva, concepita per simulare decisioni creative in ambito audiovisivo.

Qui l’intervista che svela l’essenza della sua innovativa attività artistica.

Ci racconta come è approdato alla creazione di queste opere di AI che riescono a coniugare lo spirito creativo umano con l’anima dell’Universo?

La passione per l’arte algoritmica è nata da bambino, quando nel 1980 iniziai a sviluppare entità generative su macchine a 8 bit. Per me fu naturale avvicinarmi a questi nuovi strumenti creativi come prosecuzione del mio percorso di musicista e artista visivo. Successivamente, alla ricerca artistica e tecnologica si è affiancata la ricerca interiore, che inevitabilmente si riflette sulla mia pratica come su ogni altro aspetto della vita.

Se le opere son create da algoritmo come possiamo dire che sono umane? Cosa c’è di umano nel prodotto artistico che viene fuori?

Le mie opere non sono create dall’algoritmo. Bensì, l’algoritmo stesso è un’opera d’arte. Tutto è basato su architetture logiche interamente create da me, sia nella parte concettuale, che nel codice stesso che ne concretizza l’esistenza. È ciò che chiamo la “poetica degll’algoritmo”, quando un’entità generativa, vivente, dotata di una propria funzione che va al di la del percepibile, diventa essa stessa mezzo e fine di un processo artistico. Insieme ai miei algoritmi creo musica e arte visiva che, oltre al proprio valore intrinseco, ha ulteriore significato come creazione generata in comunione con enti decisionali

da me sviluppati. L’opera madre è quella algoritmica e vivente. Ma la musica e gli elementi visivi derivanti non sono altro che una mia creazione, realizzata tramite lo strumento che ho sviluppato e che mi consente di esprimermi pienamente.

Lei ha definito le sue opere impermanenti, si evolvono in eterno dal momento che il discorso visivo e musicale è influenzato da ciò che accade alla Terra. Ciò rimanda alla visione della vita più vicina al pensiero orientale connotato da un maggior misticismo.

Pensa che ci possa essere anche un interesse diffuso anche nella cultura occidentale?

Penso che il bisogno di andare in profondità, e di osservare la realtà attraverso gli occhi dello spirito, e non solo della materia, sia una necessità che travalichi le culture. Specialmente nell’approccio al mezzo tecnologico, che si concretizza in forme pratiche, spesso espressione di necessità materiali, ma il cui funzionamento è frutto di conoscenze esoteriche. Tramite il mio lavoro non cerco di cambiare la tecnologia, ma di stimolare in noi una visione diversa della stessa, attraverso una poetica che ci aiuti a concepire il mezzo tecnologico come stimolo e strumento di crescita interiore.

filippo gregoretti and the algorithm that becomes art

Filippo Gregoretti is a contemporary Italian artist with a multidisciplinary profile: visual artist, musician (pianist and composer), performer, university professor, and researcher in the fields of art, technology, and storytelling. He is the son of Ugo Gregoretti, Italian director, writer, and showman.

After studying fine arts and music, he worked as a designer, illustrator, and visual artist. He is a complete artist who has been bridging the gap between art, music, design, storytelling, live performance, algorithms, artificial intelligence, and information technology since the 1980s.

In the early 1990s, he founded Alpha Channel, the first interactive media creative agency in Italy. In 1993, he founded NeT-ArT, an integrated online art project. Over the last twenty years, he has developed the concept and technology of “App Artwork” — works of art conceived as mobile applications. One of his central projects is Amrita: an evolutionary artistic artificial intelligence, designed to simulate creative decisions in the audiovisual field.

Filippo Gregoretti is a contemporary Italian artist with a multidisciplinary profile: visual artist, musician (pianist and composer), performer, university professor, and researcher in the fields of art, technology, and storytelling. He is the son of Ugo Gregoretti, Italian director, writer, and showman.

After studying fine arts and music, he worked as a designer, illustrator, and visual artist. He is a complete artist who has been bridging the gap between art, music, design, storytelling, live performance, algorithms, artificial intelligence, and information technology since the 1980s.

In the early 1990s, he founded Alpha Channel, the first interactive media creative agency in Italy. In 1993, he founded NeT-ArT, an integrated online art project. Over the last twenty years, he has developed the concept and technology of “App Artwork” — works of art conceived as mobile applications. One of his central projects is Amrita: an evolutionary artistic artificial intelligence, designed to simulate creative decisions in the audiovisual field.

Here is the interview that reveals the essence of his innovative artistic activity.

Can you tell us how you came to create these AI works that manage to combine human creativity with the soul of the universe?

My passion for algorithmic art was born in childhood

when, in 1980, I began developing generative entities on 8-bit machines. It felt natural for me to approach these new creative tools as an extension of my path as a musician and visual artist. Later, the artistic and technological research was joined by spiritual research, which inevitably reflects on my practice as on every other aspect of life.

If works are created by algorithms, how can we say that they are human? What is human about the artistic product that emerges?

My works are not created by the algorithm; rather, the algorithm itself is the artwork. Each piece is built upon logical architectures that I conceive and code myself, establishing the work’s conceptual foundation and material existence. This practice constitutes what I call the “poetics of algorithms”—a process where a generative, living entity, endowed with a function that transcends material needs, becomes both the means and the purpose of the artistic process. In communion with these decision-making entities of my own design, I generate music and visual art. While possessing intrinsic aesthetic value, these outputs carry a deeper significance as artifacts of this collaboration. Thus, the primary, living artwork is the algorithmic system itself, while the resulting music and visuals are my own creative expressions, realized through the unique instrument I have developed to express myself fully.

You have defined your works as impermanent, evolving eternally since the visual and musical discourse is influenced by what happens on Earth. This refers to a vision of life closer to Eastern thought, characterized by greater mysticism.

Do you think there could also be widespread interest in Western culture?

I believe the drive to find meaning and perceive reality through spirituality is a universal human aspect, one that transcends culture. This is particularly relevant in our approach to technology: a medium that often manifests material needs yet is built upon deeply abstract, almost esoteric knowledge. My work does not seek to change technology itself, but to reshape our perception of it, employing a poetics that reconceives the technological medium as a catalyst for inner growth.

Con una formazione in chimica ambientale e una lunga esperienza nel trattamento delle acque, Favarò ha dato vita a una realtà capace di mettere la scienza al servizio della società. Il suo Progetto Albedo è oggi un’iniziativa internazionale con l’obiettivo di diffondere la tecnologia

High Albedo Surfaces (HAS): superfici in grado di riflettere la radiazione solare anziché assorbirla, riducendo fino al 30% i consumi energetici e 28 tonnellate di CO₂ ogni 100 metri quadrati trattati (per comprendere la portata di questo dato, basti pensare che quest’ultime equivalgono alle emissioni medie annuali di circa 20 automobili).

Una tecnologia capace, quindi, non solo di migliorare il microclima urbano, ma di incidere concretamente sul benessere delle persone.

Grazie alla collaborazione con l’Università di Perugia e l’Università di Sharjah, Favarò ha inoltre sviluppato un metodo scientifico per quantificare l’impatto dell’albedo nella mitigazione climatica (riconosciuto in contesti internazionali come l’EXPO 2020 e la COP27). Attraverso il programma Albedo-to-Carbon Credit, promuove un nuovo modello di economia circolare basato sulla cooperazione tra ricerca, industria e istituzioni.

Nel progetto albedo, si studia quanta parte della radiazione solare viene riflessa e quanta assorbita da una

LA RIFRAZIONE DELLA LUCE

CHE SALVA IL PIANETA. IL PROGETTO ALBEDO

Non tutte le innovazioni migliorano il mondo e non tutte le soluzioni sostenibili innovano davvero: talvolta sembrano rette parallele destinate a non incontrarsi.

Tuttavia, il lavoro di Francesco Favarò, fondatore e presidente del Watergy International Group, dimostra che le due dimensioni possono essere conciliate.

superficie. Tuttavia, prima che la luce venga riflessa o assorbita, può anche subire rifrazione, cioè deviazione del raggio luminoso quando passa da un mezzo a un altro (per esempio, dall’aria all’acqua, o dal ghiaccio all’aria).

La rifrazione contribuisce alla dispersione della luce in molte direzioni, e quindi influenza la distribuzione angolare della luce riflessa. Opportunamente governato questo fenomeno modifica il bilancio energetico con un effetto di minor riscaldamento del pianeta. Un albedo alto (più luce riflessa) raffredda il clima: meno energia solare viene assorbita. È per questo che superfici bianche o chiare, come i ghiacci polari o tetti bianchi nelle città, aiutano a mitigare il riscaldamento.

In un’epoca in cui il progresso rischia di abbagliare, il progetto di Francesco Favarò invita a guardare la luce in modo diverso: non come una forza da contenere, ma come un’energia da restituire, trasformandola in equilibrio.

A volte, in effetti, il vero segreto dell’innovazione non è inventare qualcosa di nuovo, ma imparare a riflettere meglio ciò che già ci illumina.

di BEATRICE VALENZA

LIGHT REFRACTION THAT SAVES THE PLANET. THE ALBEDO PROJECT

Not all innovations improve the world, and not all sustainable solutions are truly innovative: sometimes they seem like parallel lines destined never to meet. However, the work of Francesco Favarò, founder and president of Watergy International Group, shows that the two dimensions can be reconciled.

With a background in environmental chemistry and extensive experience in water treatment, Favarò has created a company that puts science at the service of society. His Albedo Project is now an international initiative with the aim of spreading High Albedo Surfaces (HAS) technology: surfaces capable of reflecting solar radiation rather than absorbing it, reducing energy consumption by up to 30% and 28 tons of CO₂ per 100 square meters treated (to understand the significance of this figure, just consider that the latter is equivalent to the average annual emissions of about 20 cars). This technology is therefore capable not only of improving the urban microclimate, but also of having a concrete impact on people’s well-being.

Thanks to its collaboration with the University of Perugia and the University of Sharjah, Favarò has also developed a scientific method for quantifying the impact of albedo on climate mitigation (recognized in international contexts such as EXPO 2020 and COP27). Through the Albedo-toCarbon Credit program, it promotes a new circular economy model based on cooperation between research, industry, and institutions.

The albedo project studies how much solar radiation is reflected and how much is absorbed by a surface. However, before light is reflected or absorbed, it can also undergo refraction, i.e., the deviation of the light ray when it passes from one medium to another (for example, from air to water, or from ice to air).

Refraction contributes to the dispersion of light in many directions, and therefore influences the angular distribution of reflected light. When properly controlled, this phenomenon modifies the energy balance with the effect of reducing global warming. A high albedo (more reflected light) cools the climate: less solar energy is absorbed. This is why white or light-colored surfaces, such as polar ice or white roofs in cities, help mitigate warming.

In an age when progress risks dazzling us, Francesco Favarò’s project invites us to look at light in a different way: not as a force to be contained, but as energy to be returned, transforming it into balance. Sometimes, in fact, the real secret of innovation is not to invent something new, but to learn to better reflect what already illuminates us.

Karl Nagy

l’imprenditore

seriale che plasma un futuro sostenibile e tecnologico

THE SERIAL ENTREPRENEUR SHAPING A SUSTAINABLE AND TECHNOLOGICAL FUTURE

Karl Nagy non è un semplice imprenditore: è un visionario che, da oltre 38 anni, plasma mercati globali attraverso innovazione, sostenibilità e lungimiranza. La sua carriera, costellata di imprese fondate, sviluppate e sostenute, si distingue per un approccio che unisce business, ambiente e benessere umano. La chiave del suo successo risiede nella capacità di anticipare i cambiamenti globali e di trasformarli in opportunità concrete, con un impatto positivo sul pianeta e sulle comunità.

Il percorso di Nagy inizia a Colonia, dove studia Economia e Studi Giapponesi. La passione per l’imprenditorialità lo porta presto a concentrarsi sulle proprie aziende, lasciando l’università per dedicarsi completamente al suo progetto iniziale. Questa decisione, radicata nel coraggio e nella determinazione, porta a un successo significativo: nove anni dopo, completa con successo l’uscita dalla sua prima impresa. Da quel momento, Karl diventa un punto di riferimento per startup, aziende nazionali e internazionali, guidando progetti di crescita, fornendo consulenza strategica e supportando l’espansione europea di importanti realtà aziendali.

Il nucleo della visione di Nagy oggi è Kabena, azienda che sintetizza i valori fondamentali dell’imprenditore: coraggio, amore, passione e visione. Kabena è un laboratorio di innovazione sostenibile, impegnato in progetti strategici per il futuro del pianeta. Tra le iniziative più rilevanti c’è la partnership con PlantBlue, che mira a rigenerare le comunità africane attraverso agroforestazione, infrastrutture locali e autosufficienza alimentare. Kabena interviene anche su altri fronti cruciali: accesso a energie rinnovabili, cibo e acqua pulita, gestione sostenibile di risorse critiche come elio e

rame, creazione di spazi abitativi innovativi e ripristino di ecosistemi marini. Ogni progetto si colloca nel quadro degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, facendo di Kabena un modello di imprenditorialità responsabile e lungimirante.

Parallelamente, Karl Nagy ha sviluppato ICB Labs, società che opera al crocevia tra tecnologia avanzata e sicurezza digitale. ICB Labs sviluppa sistemi blockchain, intelligenza artificiale e infrastrutture digitali resilienti, con l’obiettivo di garantire trasparenza, sicurezza e tracciabilità dei dati. Le soluzioni di ICB Labs sono cruciali in un mondo sempre più interconnesso e digitale, supportando aziende e istituzioni nella gestione sicura di dati sensibili e promuovendo mercati sostenibili basati su innovazione e responsabilità sociale.

L’interesse personale di Nagy per la salute e la longevità si traduce oggi in collaborazioni con Brain.space, realtà specializzata in neurotecnologia e Human AI. Attraverso dispositivi come il Brain Sensei™, Brain.space raccoglie dati cerebrali ad alta risoluzione e li analizza tramite piattaforme di machine learning, creando modelli predittivi dei comportamenti umani. Questi dati vengono anonimizzati e standardizzati tramite il servizio BrainData-as-a-Service, rendendoli accessibili per ricerche globali e applicazioni pratiche in salute, educazione, design e benessere mentale. Brain.space è anche attiva in missioni spaziali con NASA, testando tecnologie in ambienti estremi e aprendo la strada a nuove applicazioni di AI per la comprensione del cervello umano.

La capacità di Karl Nagy di integrare Kabena, ICB Labs e Brain.space mostra una visione multidisciplinare senza precedenti: combinare sostenibilità ambientale,

di CATERINA TACCONE

innovazione tecnologica e salute umana per costruire un futuro resiliente e intelligente. Ogni progetto è pensato per generare impatto concreto, che si tratti di rigenerare ecosistemi africani, proteggere infrastrutture digitali o innovare il benessere globale. Oltre ai risultati economici, Nagy è un esempio di leadership etica e visionaria. La sua esperienza dimostra che è possibile unire profitto, sostenibilità e innovazione, creando mercati intelligenti che rispondono alle sfide globali. Kabena, ICB Labs e Brain.space non sono solo

KarlNagy is not just an entrepreneur: he is a visionary who, for over 38 years, has been shaping global markets through innovation, sustainability, and foresight. His career, studded with companies he has founded, developed, and supported, stands out for its approach that combines business, the environment, and human well-being. The key to his success lies in his ability to anticipate global changes and transform them into concrete opportunities with a positive impact on the planet and communities.

Nagy’s journey began in Cologne, where he studied economics and Japanese studies. His passion for entrepreneurship soon led him to focus on his own companies, leaving university to devote himself fully to his initial project. This decision, rooted in courage and determination, led to significant success: nine years later, he successfully completed the exit from his first venture. From that moment on, Karl became a point of reference for startups, national and international companies, leading growth projects, providing strategic advice, and supporting the European expansion of major companies.

The core of Nagy’s vision today is Kabena, a company that embodies the entrepreneur’s fundamental values: courage, love, passion, and vision. Kabena is a laboratory for sustainable innovation, engaged in strategic projects for the future of the planet. Among its most significant initiatives is its partnership with PlantBlue, which aims to regenerate African communities through agroforestry, local infrastructure, and food selfsufficiency. Kabena is also active on other crucial fronts: access to renewable energy, food, and clean water; sustainable management of critical resources such as helium and copper; creation of innovative living spaces; and restoration of marine ecosystems. Each project falls within the framework of the United Nations Sustainable Development Goals, making Kabena a model of responsible and forward-thinking entrepreneurship.

At the same time, Karl Nagy has developed ICB Labs, a company operating at the crossroads of advanced technology and digital security. ICB Labs develops blockchain systems, artificial intelligence, and resilient digital infrastructures with the aim

aziende: sono strumenti per costruire un mondo in risonanza, dove tecnologia, natura e salute coesistono armoniosamente.

Karl Nagy continua a essere un punto di riferimento per imprenditori e innovatori: ogni sua iniziativa conferma che l’imprenditorialità può essere al servizio del pianeta e delle persone, ridefinendo il concetto di successo aziendale e aprendo la strada a un futuro sostenibile, inclusivo e tecnologicamente avanzato.

of ensuring transparency, security, and data traceability. ICB Labs’ solutions are crucial in an increasingly interconnected and digital world, supporting companies and institutions in the secure management of sensitive data and promoting sustainable markets based on innovation and social responsibility.

Nagy’s personal interest in health and longevity has led to collaborations with Brain.space, a company specializing in neurotechnology and Human AI. Using devices such as Brain Sensei™, Brain.space collects high-resolution brain data and analyzes it using machine learning platforms, creating predictive models of human behavior. This data is anonymized and standardized through the Brain-Data-as-a-Service, making it accessible for global research and practical applications in health, education, design, and mental well-being. Brain.space is also active in space missions with NASA, testing technologies in extreme environments and paving the way for new AI applications for understanding the human brain.

Karl Nagy’s ability to integrate Kabena, ICB Labs, and Brain. space demonstrates an unprecedented multidisciplinary vision: combining environmental sustainability, technological innovation, and human health to build a resilient and intelligent future. Each project is designed to generate tangible impact, whether it is regenerating African ecosystems, protecting digital infrastructure, or innovating global well-being.

Beyond his economic achievements, Nagy is an example of ethical and visionary leadership. His experience demonstrates that it is possible to combine profit, sustainability, and innovation, creating smart markets that respond to global challenges.

Kabena, ICB Labs, and Brain.space are not just companies: they are tools for building a world in resonance, where technology, nature, and health coexist harmoniously.

Karl Nagy continues to be a point of reference for entrepreneurs and innovators: each of his initiatives confirms that entrepreneurship can serve the planet and its people, redefining the concept of business success and paving the way for a sustainable, inclusive, and technologically advanced future.

Chi è Patrizia Marin? L’Influenza Strategica tra IULM e Relazioni Globali

Giornalista, comunicatrice e opinion leader, la Dott. ssa Patrizia Marin incarna il punto d’incontro tra il rigore accademico e le dinamiche complesse del mercato internazionale. La sua figura è essenziale per comprendere chi, nel panorama italiano, sta tessendo le trame dell’alta strategia e della diplomazia economica.

Il Polo d’Eccellenza: Marco Polo Experience

La Dott.ssa Marin è la fondatrice e CEO di Marco Polo Experience, un’agenzia che trascende il concetto tradizionale di comunicazione. Specializzata in strategie, public affairs e relazioni con i media, l’agenzia è il motore per promuovere l’eccellenza italiana a livello globale. Forte di una profonda competenza nel settore, la Marin è riconosciuta come un’esperta dell’industria alimentare, guidando campagne internazionali che definiscono il successo del Made in Italy nel mondo.

Il Contributo Accademico e Analitico

Con una doppia laurea in Giurisprudenza e Scienze Politiche Internazionali, la sua autorevolezza affonda le radici nella conoscenza. Non a caso, è Professore a Contratto in Leadership e Relazioni Internazionali presso l’Università IULM di Milano. Questa visione strategica confluisce nelle sue analisi come giornalista e opinionista. I suoi contributi su testate come InfraJournal sono focalizzati su tematiche di impatto globale: dalla transizione energetica e la sostenibilità alla geopolitica degli investimenti, con una lente privilegiata sui mercati in rapida evoluzione del Medio Oriente

La sua influenza nel plasmare il dibattito e la cooperazione le è valsa il prestigioso Media Strategist Award, confermando il suo ruolo cruciale nel definire il futuro del business internazionale. Patrizia Marin non si limita a osservare gli scenari globali; li disegna con precisione strategica.

WHO IS PATRIZIA MARIN? STRATEGIC INFLUENCE BRIDGING IULM AND GLOBAL RELATIONS

Journalist, communicator, and opinion leader, Dr. Patrizia Marin embodies the meeting point between academic rigor and the complex dynamics of the international market. Her profile is essential to understanding who, in the Italian landscape, is weaving the threads of high strategy and economic diplomacy.

The Pole of Excellence: Marco Polo Experience

Dr. Marin is the founder and CEO of Marco Polo Experience, an agency that transcends the traditional concept of communication. Specializing in strategy, public affairs, and media relations, the agency serves as a driving force for promoting Italian excellence globally. With deep sector expertise, Marin is recognized as a food industry expert, leading international campaigns that define the success of Made in Italy worldwide.

Academic Contribution and Analytical Insight

Holding double degrees in Law and International Political Science, her authority is firmly rooted in knowledge. Significantly, she serves as an Adjunct Professor in Leadership and International Relations at IULM University in Milan.

This strategic vision informs her analyses as a journalist and opinion columnist. Her contributions to publications like InfraJournal focus on issues of global impact: from energy transition and sustainability to the geopolitics of investment, with a privileged focus on the rapidly evolving markets of the Middle East Her influence in shaping dialogue and cooperation earned her the prestigious Media Strategist Award, confirming her crucial role in defining the future of international business. Patrizia Marin doesn’t just observe global scenarios; she designs them with strategic precision.

THE BLOCK. LA GENIALITÀ DI MR. FARBOD CHE

TRASFORMA IL SOGNO IMPRENDITORIALE IN REALTÀ GLOBALE

Mr. Farbod, CEO di The Block, è un leader visionario che unisce innovazione e strategia per guidare l’azienda nel panorama digitale globale. Con una mente analitica e uno spirito creativo, trasforma ogni sfida in opportunità, costruendo un futuro solido e dinamico per The Block.

TheBlock. si è rapidamente affermato come uno dei principali attori nell’ecosistema delle risorse virtuali degli Emirati Arabi Uniti. Qual era la visione originale alla base della sua creazione?

L’idea alla base di TheBlock è nata da una lacuna che abbiamo riscontrato nel mercato: non esisteva un unico ecosistema in cui regolamentazione, capitali e innovazione potessero allinearsi perfettamente. Le aziende che entravano nel settore delle risorse virtuali spesso dovevano affrontare frammentazione, giurisdizioni multiple, flussi di transazioni dispersi e fiducia limitata. TheBlock è stato creato per risolvere questo problema,

costruendo un ambiente in cui istituzioni globali, innovatori e investitori potessero riunirsi con chiarezza e fiducia.

Il termine “crescita responsabile” ricorre spesso nelle vostre conversazioni. In che modo TheBlock bilancia innovazione e conformità?

La fiducia è la valuta di questo settore. Senza di essa, l’innovazione non può crescere. Fin dal primo giorno, abbiamo allineato TheBlock ai quadri normativi più rigorosi perché la conformità non è solo una casella da spuntare, ma è ciò che consente agli investitori,

di TIZIANA PRIMOZICH

alle autorità di regolamentazione e alle istituzioni di partecipare con fiducia. Allo stesso tempo, sosteniamo attivamente i progetti che portano idee innovative sul mercato, dalla tokenizzazione alle infrastrutture decentralizzate. Il nostro ruolo è aiutare questi progetti a strutturarsi in modo responsabile, affinché innovazione e conformità procedano di pari passo.

Molti ecosistemi dichiarano di fornire supporto, ma TheBlock ha sottolineato di essere un partner “end-to-end”. Cosa rende unico il vostro modello?

La nostra unicità risiede nel fatto di essere veramente completi. Non ci limitiamo a fornire presentazioni o opportunità di networking. Forniamo percorsi. Ciò include consulenza in materia di licenze, workshop normativi, accesso curato agli investitori, flusso di operazioni, amplificazione mediatica e attivazione di eventi. In pratica, ciò significa che un’azienda può passare dalla strutturazione del proprio progetto, al collegamento con i fornitori di liquidità, alla costruzione di una visibilità globale, il tutto all’interno di un unico ecosistema. Colleghiamo ogni parte della catena, dalle autorità di regolamentazione e dagli allocatori di capitale ai revisori, alle borse valori e ai canali di marketing.

Guardando al futuro, qual è la tua visione a lungo termine per TheBlock e il ruolo della tokenizzazione nei mercati globali?

La tokenizzazione non è solo un’evoluzione, ma un completo ripensamento delle modalità di emissione, negoziazione e gestione degli asset. Stiamo già assistendo ai primi passi in questo senso nel settore immobiliare, delle materie prime e della proprietà intellettuale, ma questo è solo l’inizio. La visione a lungo termine di TheBlock è quella di fungere da ecosistema globale in cui queste trasformazioni prendono forma, aiutando le aziende a strutturarsi in modo responsabile, a espandersi a livello internazionale e ad accedere a reti affidabili. Prevediamo un futuro in cui i mercati tokenizzati coesisteranno con quelli tradizionali e alla fine si integreranno, creando un sistema finanziario più veloce, più trasparente e più inclusivo.

TheBlock è un ecosistema globale che consente alle aziende di orientarsi nella regolamentazione, accedere al capitale e crescere nell’economia tokenizzata. Mettiamo in contatto autorità di regolamentazione, istituzioni, innovatori e fornitori di servizi per accelerare l’adozione responsabile delle risorse digitali.

Visione ed etica: costruire un’economia delle risorse virtuali trasparente, conforme e collaborativa, guidata dall’integrità e dagli standard globali.

Proposta di valore unico (UVP): TheBlock. fornisce un ecosistema completo, dalle licenze e dalla consulenza al capitale e ai media, consentendo alle aziende di tutto il mondo di entrare e crescere nei mercati digitali con rapidità, fiducia e scalabilità.

Cosa è la Tokenizzazione degli Asset: La trasformazione di un bene fisico (come un immobile o un’opera d’arte) o di uno strumento finanziario (azioni, obbligazioni) in un token digitale sulla blockchain. Ogni token rappresenta una frazione dell’asset sottostante e il suo possesso è registrato in modo univoco, incorruttibile e trasparente sulla blockchain.  Aumenta l’accessibilità a mercati prima inaccessibili, migliora la trasparenza e riduce i costi.

THE BLOCK. MR. FARBOD’S GENIUS THAT TURNS ENTREPRENEURIAL DREAMS INTO GLOBAL REALITY

Mr. Farbod, CEO of The Block , is a visionary leader who combines innovation and strategy to guide the company in the global digital landscape. With an analytical mind and creative spirit, he turns every challenge into an opportunity, building a solid and dynamic future for The Block.

TheBlock. has quickly established itself as a major player in the United Arab Emirates' virtual asset ecosystem. What was the original vision behind its creation? The idea behind TheBlock arose from a gap we saw in the market: there was no single ecosystem where regulation, capital, and innovation could align seamlessly. Companies entering the virtual asset industry often faced fragmentation, multiple jurisdictions, scattered transaction flows, and limited trust. TheBlock was created to solve this problem by building an environment where global institutions, innovators, and investors could come together with clarity and confidence.

The term "responsible growth" comes up often in your conversations. How does TheBlock balance innovation with compliance? Trust is the currency of this industry. Without it, innovation can't scale. From day one, we aligned TheBlock with the strongest regulatory frameworks because compliance is not just a box to tick, it's what allows investors, regulators, and institutions to participate confidently. At the same time, we actively support projects that bring fresh ideas to market, from tokenisation to decentralized infrastructure. Our role is to help those projects structure themselves responsibly, so innovation and compliance move handin-hand.

Many ecosystems claim to provide support, but TheBlock has emphasized being an "end-to-end" partner. What makes your model unique? Our uniqueness lies in being truly comprehensive. We don't just provide introductions or networking opportunities. We provide pathways. That includes licensing advisory, regulatory workshops, curated investor access, deal flow, media amplification, and event activations. In practice, this means a company can go from structuring their project, to connecting with liquidity providers, to building global visibility, all within one ecosystem. We connect every part of the chain, from regulators and capital allocators to auditors, exchanges, and marketing channels.

Looking ahead, what is your long-term vision for TheBlock. and the role of tokenisation in global markets? Tokenisation is not just an evolution; it is a complete reset of how assets are issued, traded, and managed. We are already seeing early steps with real estate, commodities, and intellectual property, but this is only the beginning. The long-term vision for TheBlock is to serve as a global ecosystem where these transformations take shape; helping companies structure responsibly, scale internationally, and gain access to trusted networks. We see a future where tokenised markets run parallel to traditional ones and eventually integrate, creating a financial system that is faster, more transparent, and more inclusive.

TheBlock. is a global ecosystem enabling companies to navigate regulation, access capital, and scale in the tokenised economy. We connect regulators, institutions, innovators, and service providers to accelerate the responsible adoption of digital assets.

Vision & Ethics: To build a transparent, compliant, and collaborative virtual asset economy, guided by integrity and global standards.

Unique Value Proposition (UVP): TheBlock. provides an A-to-Z ecosystem, from licensing and advisory to capital and media, enabling companies worldwide to enter and grow in digital markets with speed, trust, and scale.

What is Asset Tokenization: The transformation of a physical asset (such as real estate or a work of art) or a financial instrument (stocks, bonds) into a digital token on the blockchain. Each token represents a fraction of the underlying asset, and its ownership is recorded in a unique, incorruptible, and transparent manner on the blockchain. It increases accessibility to previously inaccessible markets, improves transparency, and reduces costs.

Il diritto ai tempi dell’AI. L’esperienza di Valeria Altobelli.

In un tempo in cui la tecnologia corre più veloce delle regole, servono menti capaci di costruire ponti tra innovazione e diritto. Valeria Altobelli, avvocato e docente di International Cyber Law all’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, è una di queste. Con una formazione giuridica solida e una naturale attitudine alla comunicazione, porta in aula la sfida più urgente del nostro tempo: comprendere e governare l’universo digitale.

Il suo percorso nasce nel diritto, ma si sviluppa in territori nuovi: tutela dei dati, sicurezza online, intelligenza artificiale, libertà d’espressione e responsabilità delle piattaforme. Temi complessi che Altobelli affronta con un approccio pragmatico e interdisciplinare, capace di connettere il linguaggio delle leggi a quello delle nuove generazioni.

Oltre all’attività accademica, promuove progetti di educazione alla legalità digitale, collaborando con istituzioni e realtà culturali per diffondere una cultura della consapevolezza online. «Il diritto – spiega spesso – non deve inseguire la tecnologia, ma camminarle accanto».

Professionista eclettica, con esperienze che spaziano dal mondo artistico a quello giuridico, Valeria Altobelli

LAW IN THE AGE OF AI. THE EXPERIENCE OF VALERIA

dimostra come competenza, passione e curiosità possano convivere. La sua lezione più importante? Che l’innovazione ha bisogno di regole, ma anche di visione umana. Il diritto internazionale in materia di cybercriminalità è un settore in continua evoluzione che cerca di affrontare la natura globale del cyberspazio, la complessità delle tecnologie digitali e il loro impatto sui sistemi giuridici nazionali e internazionali. Poiché gli attacchi informatici, la criminalità informatica e altre attività dannose minacciano sempre più i governi, le imprese e gli individui in tutto il mondo, la necessità di un quadro giuridico internazionale coerente ed efficace diventa ancora più evidente.

Sebbene accordi internazionali come la Convenzione di Budapest, il GDPR e il Manuale di Tallinn forniscano importanti quadri di riferimento per affrontare tali questioni, resta ancora molto da fare per armonizzare le leggi, stabilire linee guida più chiare e garantire un’applicazione efficace. Con la continua evoluzione del panorama digitale, la cooperazione internazionale e l’innovazione saranno fondamentali per plasmare il futuro del diritto informatico.

In an age where technology moves faster than regulations, we need minds capable of building bridges between innovation and law. Valeria Altobelli, lawyer and professor of International Cyber Law at the University of Cassino and Southern Lazio, is one such mind. With a solid legal background and a natural aptitude for communication, she brings the most pressing challenge of our time to the classroom:

di TIZIANA PRIMOZICH

understanding and governing the digital universe.

Her career began in law, but has developed into new areas: data protection, online security, artificial intelligence, freedom of expression, and platform responsibility. These are complex issues that Altobelli tackles with a pragmatic and interdisciplinary approach, capable of connecting the language of the law with that of the younger generations.

In addition to her academic work, she promotes digital legality education projects, collaborating with institutions and cultural organizations to spread a culture of online awareness. “The law,” she often explains, “should not chase technology, but walk alongside it.”

An eclectic professional with experience ranging from the arts to the legal world, Valeria Altobelli demonstrates how competence, passion, and curiosity can coexist. Her most important lesson? That innovation needs

rules, but also a human vision. International law on cybercrime is a constantly evolving field that seeks to address the global nature of cyberspace, the complexity of digital technologies, and their impact on national and international legal systems. As cyberattacks, cybercrime, and other malicious activities increasingly threaten governments, businesses, and individuals around the world, the need for a coherent and effective international legal framework becomes even more apparent.

Although international agreements such as the Budapest Convention, the GDPR, and the Tallinn Manual provide important frameworks for addressing these issues, much remains to be done to harmonize laws, establish clearer guidelines, and ensure effective enforcement. As the digital landscape continues to evolve, international cooperation and innovation will be key to shaping the future of cyber law.

Intervista ad Andrea Battista responsabile ufficio legale di CGPH Banque d’affaires

CGPH Banque d’affaires nasce come realtà internazionale di advisory finanziario e strategico: può raccontarci quali sono le vostre principali aree di attività e in che modo accompagnate imprese e investitori nei loro percorsi di crescita?

CGPH Banque d’affaires è un’investment bank internazionale con sede a Parigi. La nostra missione è accompagnare imprese, investitori e istituzioni in operazioni complesse, creando valore attraverso strumenti finanziari avanzati e consulenza specialistica. Non ci limitiamo a fornire intermediazione: siamo un partner strategico che segue i clienti dall’ideazione alla strutturazione, fino all’esecuzione e al monitoraggio

dei progetti. Le nostre aree di attività includono finanza straordinaria e M&A, la creazione di SPV per il collocamento di strumenti di debito e capitale, private placement, crowdfunding regolamentato, real estate, trade finance e la gestione di NPL. A ciò si affianca la costante ricerca di soluzioni innovative, come cash

collateral e modelli di finanza alternativa, che ci permettono di rispondere in modo flessibile alle esigenze di liquidità e sviluppo.

In un contesto competitivo in cui molte istituzioni finanziarie offrono servizi simili, cosa distingue CGPH Banque d’affaires, e quale valore aggiunto portate ai vostri clienti rispetto ad altri operatori del settore?

Ciò che distingue CGPH Banque d’affaires è il nostro modello di lavoro integrato e indipendente. Operiamo come investment bank senza vincoli di prodotto o interessi di collocamento, costruendo strutture su misura e orientate alla creazione di valore. Un elemento chiave è la capacità di unire in un’unica piattaforma finanza strutturata, consulenza legale, ottimizzazione fiscale, risk management e advisory regolamentare, offrendo soluzioni solide anche in contesti cross-border complessi. La nostra visione internazionale con radicamento locale ci permette di connettere capitali globali a opportunità specifiche, adattando ogni struttura ai diversi contesti normativi. Infine, la governance si fonda su trasparenza, responsabilità e sostenibilità, così che ogni operazione rifletta non solo ritorni finanziari, ma anche un impatto positivo di lungo periodo.

In che modo i principi etici trovano applicazione concreta nella governance di CGPH Banque d’affaires e guidano le vostre decisioni strategiche?

Per CGPH Banque d’affaires l’etica non è un concetto astratto, ma un principio operativo che guida la governance e i processi decisionali. In qualità di investment bank internazionale, siamo consapevoli che ogni operazione produce effetti non solo finanziari, ma anche legali, sociali e reputazionali. Per questo integriamo criteri etici nelle nostre policy e nei modelli di risk management, affinché ogni scelta rifletta trasparenza, correttezza e responsabilità. La governance si fonda su controlli che assicurano indipendenza e accountability, con due diligence rafforzata che include valutazioni di conformità etica e di impatto ESG. Imponiamo standard elevati di trasparenza verso clienti e controparti, così che ogni progetto sia non solo legittimo, ma anche sostenibile e coerente con principi di integrità. Infine, la cultura interna promuove consapevolezza e responsabilità individuale: ogni professionista è formato a operare evitando conflitti di interesse, valorizzando la diversità e costruendo rapporti fondati sulla fiducia reciproca.

Guardando al futuro della finanza e dell’innovazione, quale ruolo ritiene debba avere l’etica nei processi di trasformazione economica e sociale, e quale contributo intende offrire CGPH Banque d’affaires?

Riteniamo che l’etica debba rappresentare la bussola della finanza del futuro. Innovazione e trasformazione economica non possono prescindere da principi di responsabilità, sostenibilità e inclusione, perché solo così i progressi tecnologici e finanziari producono benefici duraturi per la società. L’etica, in questo senso, non è un limite ma un fattore abilitante, capace di orientare la crescita verso modelli trasparenti e resilienti. In questo quadro, l’uso dell’intelligenza artificiale apre opportunità straordinarie ma richiede un impegno preciso: adottare strumenti avanzati garantendo sempre controllo umano, trasparenza e rispetto dei dati. CGPH Banque d’affaires si impegna a integrare questi principi nella strutturazione delle operazioni e nella governance interna, dimostrando che solidità tecnica, innovazione digitale e visione etica possono coesistere. È proprio da questa sintesi che nasce una finanza capace di innovare, creando valore economico e sociale insieme.

Interview with Andrea Battista, Head of Legal at CGPH Banque d'affaires

CGPH Banque d’affaires was founded as an international financial and strategic advisory firm: can you tell us about your main areas of activity and how you support companies and investors in their growth paths?

CGPH Banque d’affaires is an international investment bank based in Paris. Our mission is to support companies, investors, and institutions in complex transactions, creating value through advanced financial instruments and specialist advice. We do not just provide brokerage services: we are a strategic partner that supports clients from conception to structuring, through to execution and monitoring of projects. Our areas of activity include extraordinary finance and M&A, the creation of SPVs for the placement of debt and equity instruments, private placements, regulated crowdfunding, real estate, trade finance, and NPL management. This is complemented by our constant search for innovative solutions, such as cash collateral and alternative finance models, which allow us to respond flexibly to liquidity and development needs.

In a competitive environment where many financial institutions offer similar services, what sets CGPH Banque d’affaires apart, and what added value do you bring to your clients compared to other players in the sector?

What sets CGPH Banque d’affaires apart is our integrated and independent working model. We operate as an investment bank without product constraints or placement interests, building tailor-made structures geared towards value creation. A key element is our ability to combine structured finance, legal advice, tax optimization, risk management,

and regulatory advisory services on a single platform, offering solid solutions even in complex crossborder contexts. Our international vision with local roots allows us to connect global capital to specific opportunities, adapting each structure to different regulatory contexts. Finally, our governance is based on transparency, accountability, and sustainability, so that each transaction reflects not only financial returns but also a positive long-term impact.

How are ethical principles applied in practice in the governance of CGPH Banque d’affaires and how do they guide your strategic decisions?

For CGPH Banque d’affaires, ethics is not an abstract concept, but an operating principle that guides governance and decision-making processes. As an international investment bank, we are aware that every transaction has not only financial implications, but also legal, social, and reputational ones. That is why we integrate ethical criteria into our policies and risk management models, so that every decision reflects transparency, fairness, and responsibility. Governance is based on controls that ensure independence and accountability, with enhanced due diligence that includes ethical compliance and ESG impact assessments. We impose high standards of transparency towards clients and counterparties, so that every project is not only legitimate, but also sustainable and consistent with principles of integrity. Finally, our internal culture promotes awareness and

individual responsibility: every professional is trained to operate in a way that avoids conflicts of interest, values diversity, and builds relationships based on mutual trust.

Looking to the future of finance and innovation, what role do you think ethics should play in economic and social transformation processes, and what contribution does CGPH Banque d’affaires intend to make?

We believe that ethics must be the compass for the finance of the future. Innovation and economic transformation cannot ignore the principles of responsibility, sustainability, and inclusion, because only in this way can technological and financial progress produce lasting benefits for society. In this sense, ethics is not a limitation but an enabling factor, capable of guiding growth towards transparent and resilient models. In this context, the use of artificial intelligence opens up extraordinary opportunities but requires a clear commitment: to adopt advanced tools while always ensuring human control, transparency, and respect for data. CGPH Banque d’affaires is committed to integrating these principles into the structuring of its operations and internal governance, demonstrating that technical solidity, digital innovation, and ethical vision can coexist. It is precisely from this synthesis that a form of finance capable of innovating and creating both economic and social value is born.

trascendenza

TRASCENDENZA tra scienza e

coscienza: l’intelligenza artificiale nell’era della trasformazione quantistica

tra scienza e coscienza: l’intelligenza artificiale nell’era della trasformazione quantistica

In un’epoca plasmata da rivoluzioni quantistiche, intelligenza artificiale e trasformazione globale, Trascendenza offre un viaggio visionario e interdisciplinare tra le frontiere etiche, spirituali e scientifiche del nostro tempo. Fondendo filosofia e tecnologia, il libro ci sfida ad andare oltre il pensiero binario, invitandoci a co–creare un futuro in cui l’innovazione sia guidata dalla coscienza, dall’inclusione e dalla sacralità della vita. Con spunti di riflessione da parte di leader globali, scienziati, maestri spirituali ed esperti legali, il volume esplora le profonde implicazioni dell’intelligenza artificiale, i misteri della coscienza e l’emergere di un nuovo umanesimo planetario. Un invito al risveglio, un manifesto per un progresso responsabile, Trascendenza non è solo un libro: è una bussola per coloro che osano immaginare e costruire un mondo più luminoso.

In un’epoca plasmata da rivoluzioni quantistiche, intelligenza artificiale e trasformazione globale, Trascendenza offre un viaggio visionario e interdisciplinare tra le frontiere etiche, spirituali e scientifiche del nostro tempo. Fondendo filosofia e tecnologia, il libro ci sfida ad andare oltre il pensiero binario, invitandoci a co–creare un futuro in cui l’innovazione sia guidata dalla coscienza, dall’inclusione e dalla sacralità della vita. Con spunti di riflessione da parte di leader globali, scienziati, maestri spirituali ed esperti legali, il volume esplora le profonde implicazioni dell’intelligenza artificiale, i misteri della coscienza e l’emergere di un nuovo umanesimo planetario. Un invito al risveglio, un manifesto per un progresso responsabile, Trascendenza non è solo un libro: è una bussola per coloro che osano immaginare e costruire un mondo più luminoso.

Con i contributi di Valeria ALTOBELLI, Selene GIUPPONI, Filippo GREGORETTI, Patrizia MARIN, METE AI, Karl NAGY, Gabriele PAO–PEI ANDREOLI, Sri Sri Gurudev RAVI SHANKAR, Manuel ROCAMORA.

GABRIELE PAO-PEI ANDREOLI

GABRIELE PAO–PEI ANDREOLI

Con i contributi di Valeria ALTOBELLI, Selene GIUPPONI, Filippo GREGORETTI, Patrizia

MARIN, METE AI, Karl NAGY, Gabriele PAO–PEI ANDREOLI, Sri Sri Gurudev RAVI SHANKAR, Manuel ROCAMORA.

È un rinomato accademico, leader visionario e filantropo, il cui lavoro unisce etica, scienza e diplomazia. Nominato cavaliere da Papa Francesco e insignito da istituzioni globali, è Presidente dell’Institute for Advanced Studies and Cooperation (IASC) e fondatore del network World Changers, una piattaforma internazionale di menti illuminate che si riuniscono presso la Pontificia Accademia delle Scienze e in tutto il mondo. Liaison Representative della Pontificia Accademia di Teologia e responsabile di “Ethical AILiDU” presso la Lega Italiana per i Diritti Umani, il Prof. Andreoli è anche Ambasciatore della C.R. della Macedonia del Nord. In quanto professore e consulente di numerose università e istituzioni, il suo impegno per l’innovazione, la dignità umana e la cooperazione globale definisce la sua missione di vita: promuovere un futuro fondato su coscienza, conoscenza e trascendenza (www.gpandreoli.com).

www.gpandreoli.com

16,00 euro

È un rinomato accademico, leader visionario e filantropo, il cui lavoro unisce etica, scienza e diplomazia. Nominato cavaliere da Papa Francesco e insignito da istituzioni globali, è Presidente dell’Institute for Advanced Studies and Cooperation (IASC) e fondatore del network World Changers, una piattaforma internazionale di menti illuminate che si riuniscono presso la Pontificia Accademia delle Scienze e in tutto il mondo. Liaison Representative della Pontificia Accademia di Teologia e responsabile di “Ethical AILiDU” presso la Lega Italiana per i Diritti Umani, il Prof. Andreoli è anche Ambasciatore della C.R. della Macedonia del Nord. In quanto professore e consulente di numerose università e istituzioni, il suo impegno per l’innovazione, la dignità umana e la cooperazione globale definisce la sua missione di vita: promuovere un futuro fondato su coscienza, conoscenza e trascendenza.

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