NewsMagazine Rotary 2120 - Novembre/Dicembre

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Sommario 4 Editoriale di A. Forte

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14 Eventi Distrettuali Premio internazionale Magna Grecia Forum Turismo e Agricoltura Seminario Espansione e Immagine pubblica Natale di solidarietà

Editoriale del Governatore di G.Lanzilotti

8 Il Presidente del R.I. 2017/18

28 Dossier 1 L’acqua e il territorio

10 Lettera del Governatore Novembre - Dicembre

12 Riflessioni rotariane

40 Dossier 2 Le quattro domande

12 Riflessioni rotariane

48 La voce dei Club a cura di Livio Paradiso

In Copertina: Particolare del Presepe di Stefano da Putignano, custodito presso la Chiesa di Santa Maria del Carmine a Grottaglie (TA)

Presidente Commissione Informazione rotariana Coordinatore Editoriale Commissione Stampa rotariana e Redazione Rivista rotariana Alfonso Forte (alfonsoforte3@libero.it) Direttore responsabile Livio Paradiso (livpar@libero.it) Concept grafico ed impaginazione Il Riscatto delle Cicale (www.ilriscattodellecicale.it) Spedizione Online La Segreteria distrettuale

(Il presente numero della Rivista distrettuale è stato chiuso il 21 dicembre 2017) Rotary 2120 Bimestrale online dedicato ai rotariani del Distretto R.I. 2120 Puglia e Basilicata Anno 2017/18 - n. 3 Novembre/Dicembre 2017 Autorizzazione Tribunale Bari RS/1512/08

Il Coordinatore e il Direttore responsabile si riservano a loro insindacabile giudizio, la pubblicazione del materiale che, in ogni caso dovrà rispettare i principi e l’etica del R.I. e che non sarà restituito.

I medesimi declinano ogni responsabilità per le opinioni espresse dagli Autori.

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EDITORIALE

Il dono natalizio di Malena S

tanotte, la notte è passata male.

Sarà per via dei troppi anni che mi porto addosso, certo è che da tempo il mio sonno non è più quello di una volta. E’ irrequieto, di Alfonso Forte a tappe, interrotto com’è da pensieri, ricordi, rimpianti, nostalgie…

Stanotte, una figura pure a me nota, mi si è posta davanti, serena gioiosa felice. Non mi è stati difficile riconoscerla. Maddalena, meglio Malena come da bambina la chiamarono, forse per vezzo o per altra ragione, non seppi mai.

La conobbi, per caso, tanti anni fa; verso gli anni ‘40, o giù di lì, nel piccolo paese in cui abitavo con la famiglia. Appena la vidi, quella volta, sentii una fitta, provai un’emozione forte, mai prima avvertita. Ci volemmo bene là per là. Un bene che, ben presto divenne sentimento più forte, più profondo. Fu amore.

Poi, gli studi, la laurea, il primo impiego mi allontanarono dal paese di provincia, il primo lavoro mi portò al nord, in una metropoli sin d’allora caotica, vivace, dalle mille attrazioni e dalle mille tentazioni.

Di Malena si affievolì il ricordo, anche se in un angolo piccolo piccolo dei nostri cuori rimase sempre il ricordo di quel primo timido amore.

Dai miei parenti di laggiù seppi che Malena non aveva accettato le proposte di matrimonio pervenutele da diversi giovani del posto.

Aspettava, aspettava me. Il patto era quello!

Poche volte mi riuscì di tornare al paese; il lavoro e le responsabilità mi avevano preso nelle loro grinfie e mi impedirono di tornare laggiù, dai miei, ma soprattutto da Malena.

Ricordo che in una di quella rare occasioni, ci allontanammo lungo i tornanti della montagna che dominava il paese, ci perdemmo 4

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Malena aveva capito che vivere non significa soltanto soffrire ma può, deve significare anche gioia.

„

in una radura. Ci fermammo. Spensi le luci dell’auto. Rimanemmo là, in quella solitudine, abbracciati, stretti in un amplesso che andava oltre ogni sensazione; era intimità, era passione.

Ritornato nella grande città del nord, il lavoro mi riprese, ma il pensiero di Malena mi torturava. In poco tempo decidemmo di consoli-

EDITORIALE

dare il nostro amore col matrimonio.

I preparativi erano a buon punto, quando una notizia imprevista, lacerante, mi raggiunse.

Malena, che mi aveva nascosto i primi sintomi di un male misterioso, era stata ricoverata in ospedale, per le cure necessarie. Ben presto, la diagnosi fu irreparabile, impietosa. Quando la raggiunsi, la fine si presentava ormai prossima. Si accorse appena di me; mi mandò un piccolo confuso sorriso. Non aveva dimenticato l’impegno contratto tra noi due; fece capire che voleva presto, subito al suo letto il parroco; voleva realizzare quel sogno sognato per anni, in mia attesa; voleva sposarsi con me, ‘in extremis’.

Un’ora dopo la mesta cerimonia venne conclusa. In pochi minuti il rito venne concluso. I presenti alla triste cerimonia versarono mute lacrime. Lei sola, Malena, accennò appena un lieto sorriso. L’ultimo. Poi, all’alba nel nuovo giorno, -era il giorno di Natale!- si spense nelle mie braccia. L’amore mio, l’amore nostro era stato distrutto! Un amore grande, immenso, che ancora mi attanaglia, mi dà sofferenza, non mi dà riposo; che non mi ha fatto pensare mai più di legarmi ad altra donna.

Il giorno dopo, l’altra stupenda sorpresa. Il medico che aveva con affetto curata Malena dal principio alla fine, venne a salutarmi e mi rivelò un segreto, un grande inatteso segreto.

Mi disse, il dottore, che Malena qualche giorno prima, avvertendo l’arrivo della ‘strega’, gli aveva confidato il proprio ultimo desiderio, quello di donare gli organi lasciati indenni dal tumore, a coloro che ne avessero avuto necessità, urgenza.

Immenso il significato di quell’ultima volontà.

Marena aveva capito che vivere non significa soltanto soffrire ma può, deve significare anche gioia. La gioia di essere utili agli altri, soprattutto quando questi ‘altri’ sono persone che patiscono malattie, che hanno fame di vivere, di amare.

Nel chiudere questa storia, non mi sembra inutile andare col pensiero al Rotary, alla nostra associazione che, da un secolo e oltre, ci ammonisce e dona in ogni continente aiuti a tanti derelitti che soffrono fame, sete, malattie e li aiutano a sperare nella vita e in un domani migliore.

Dare, donare, aiutare i poveri, gli ammalati, i senza dimora, i senza amore; questa, la missione di un autentico rotariano.

Quella missione che fece serena e felice Malena, che aveva lasciato il mondo consapevole che il suo dono degli organi sani avrebbe concesso vita ad altra persona; dando forse a quest’ultima la possibilità di donare, domani, a sua volta e in altra maniera e in altra misura, il proprio contributo alle necessito altrui.

Stupenda irrefrenabile catena di solidarietà, di luce, di pace. Era Natale…

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M E S S A G G I O D E L G O V E R N AT O R E

Messaggio del Presidente Internazionale

Ian H.S. Riseley - Presidente 2017-18

Le Nazioni Unite sono state fondate settan-

tadue anni fa “per salvare successive generazioni dal flagello della guerra ... [e] per praticare la tolleranza e vivere insieme in pace con il prossimo come buoni vicini”. Nonostante queste elevate aspirazioni, e generazioni di investimenti per realizzarli, il “flagello della guerra” è ancora con noi: L’anno scorso, oltre 102.000 persone sono morte in 49 conflitti armati nel mondo. Alcuni dei conflitti sono nel quinto decennio e oltre. Terrorismo, intolleranza e estremismo; il degrado nell’ambiente adesso sono delle sfide globali.

Collettivamente sembra che siamo più lontani dal raggiungere gli obiettivi stabiliti con tale ambizione e ottimismo nel 1945. Nonostante tutto, la speranza resiste, fino a quando ci saranno persone impegnate a creare un futuro più pacifico – non solo attraverso i rispettivi governi, ma insieme ad altri. Oggi, il Rotary è ha una posizione vantaggiosa per avere un impatto reale e duraturo per la pace: attraverso i nostri programmi come le borse della pace, e attraverso ogni area del nostro service. Acqua, strutture igienico-sanitarie, salute, istruzione e sviluppo economico sono tutti correlati e fanno parte delle complesse interazioni che possono portare ai conflitti – o evitarli. Per fare maggiore leva sui nostri progetti di service in tutte queste aree, e per massimizzare il loro impatto per la pace, è es6

senziale comprendere queste interazioni e pianificare il nostro service.

Per queste ragioni, abbiamo programmato una serie di sei conferenze presidenziali tra febbraio e giugno in Canada, libano, Gran Bretagna, Australia, Italia e Stati Uniti. Le conferenze non si concentreranno sulla pace, ma sull’edificazione della pace: parleremo dei modi in cui potremo lavorare per edificare la pace attraverso il service dei nostri Rotary club e distretti. Cinque delle conferenze di una giornata evidenzieranno i collegamenti tra la pace a un’altra area d’intervento. La prima conferenza, a Vancouver, B.C., esplorerà il collegamento tra la pace e un’altra sfera di grande preoccupazione per noi nel Rotary: la sostenibilità ambientale. È possibile visionare l’intero programma e registrarsi al sito www. rotary.org/it/presidential-conferences.

Gli obiettivi sono semplici: aiutare i Rotariani a trovare nuovi modi per migliorare la pace attraverso il service, per imparare dagli esperti e per rafforzare le nostre capacità di edificare la pace. Spero e credo che queste conferenze ci aiuteranno ad avvicinarci a un mondo più pacifico, attraverso il nostro motto: Il Rotary fa la differenza.

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E D I T O R I A L E D E L G O V E R N AT O R E

Natale non e’ solo il 25 dicembre L

e parole di Papa Francesco, che rimandano a quel “servire” che è il cuore stesso dell’agire rotariano, possono rappresentare la pista migliore per cogliere il senso autentico della universalità del Natale. Festa cristiana per eccellenza il Natale si arricchisce di valori che vanno anche al di là dell’adesione a una specifica fede e ci riportano al grande mistero dell’Uomo che si fa Assoluto perché l’Assoluto stesso ha deciso di farsi uomo.

Non può esserci umanesimo più grande della visione di un Dio che sceglie di entrare nella storia stessa dell’umanità, abbassandosi al livello dell’umano, ma, nello stesso tempo, innalzando l’uomo al livello del divino.

Il senso di questo sconvolgente cambio di prospettiva, che rompe ogni regola della logica e ogni certezza della sapienza, conduce a identificare l’uomo, pur nella fragilità della sua condizione terrena, con l’Uomo, centro e misura del tutto. E’ nell’uomo che il trascendente si fa immanente e si rende visibile.

E allora, al di là di ogni speculazione possibile, la ricerca del divino –questa ansia che resta comunque ineludibile e centrale della nostra ricerca esistenziale- trova la sua vera e forse unica possibilità nell’azione dell’incontro con l’altro.

Ogni incontro è certamente un’occasione di festa, perché è proprio del riconoscersi e accettarsi come fratelli quel senso di appagamento sentimentale che chiamiamo gioia. Ma come dare concretezza all’incontro se non all’interno di una prospettiva di servizio?

“Qualunque cosa avete fatto ai più piccoli, lo avete fatto a me”. Così recita il Vangelo di Matteo, invitandoci a riportare sul piano della prassi, nel senso di una vita segnata dalla solidarietà, il ritrovamento dell’Uomo/Dio e, quindi, il ritrovamento di noi stessi e della nostra salvezza.

Non c’è alternativa al servizio verso il fratello quindi per ricondurci nel cuore del mistero del Natale. E questo vale per tutti, credenti e non credenti, perché la centralità dell’uomo inteso come valore di riferimento assoluto 8

di Gianni Lanzilotti Governatore 2017-18

resta comunque la prospettiva che può dare senso e valore al nostro essere cittadini del mondo e protagonisti di storia.

Parliamo di un Natale che non è solo il 25 dicembre, ma che attraversa tutta la storia dell’umanità, anzi che dà senso alla storia dell’umanità. Quello stesso senso che Paul Harris ha assegnato al Rotary, al di là di ogni differenza di fede o di concezione filosofica, indicandogli la via del servizio globale in nome dell’amicizia globale.

E se è giusto sceglier una data simbolica, come quella del 25 dicembre, per fare memoria del grande mistero cristiano dell’Incarnazione, a maggior ragione abbiamo tutti il dovere di far memoria, quel giorno, del senso ultimo della nostra stessa vocazione all’incontro con tutti gli uomini e, soprattutto, con il “più piccoli” di essi.

Gianni

“

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Chi non vive per servire Non serve per vivere…

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L E T T E R A D E L G O V E R N AT O R E

Novembre 2017 Mese della Rotary Foundation

Carissimi amici rotariani di

Puglia e Basilicata, il calendario rotariano per questo mese di Novembre ci invita a parlare della Rotary Foundation, la benefica istituzione creata dal Rotary International che da un secolo coordina e finanzia su tutto il pianeta i maggiori progetti finalizzati al miglioramento delle condizioni di vita dell’umanità.

E’ un programma ambizioso quello della Fondazione, nata per “fare del bene nel mondo” e per diffondere la felicità nel maggior numero possibile di esseri umani. La felicità può essere affidata allo sgorgare di acqua pulita da un pozzo in un’area desertica o al sorgere di una struttura sanitaria lì dove si muore per mancanza di cure, ma anche alla diffusione di nuova cultura giovanile. E’ di questi giorni la bella notizia, per noi del Distretto 2120, che la domanda di Sovvenzione Globale per il finanziamento della borsa di studio della candidata Alessia Mastrodonato, sponsorizzata dal RC Potenza, è stata approvata, 10

per cui la brava Alessia condurrà una ricerca sulla prevenzione dei disturbi mentali alla Columbia University di New York. La notizia segue quella della borsa di studio assegnata alla studiosa albanese Prebibaj Moltine, sponsorizzata dal RC Bari Sud, che studierà presso il CIHEAM con l’obiettivo di creare opportunità di lavoro in agricoltura biologica sociale in Albania.

Parlare di Fondazione significa parlare di Rotary e non solo perché, tecnicamente, la Fondazione è braccio operativo del Rotary. Al centro dell’azione della Fondazione, come al centro di tutto l’essere del Rotary, ci sono i Club e i rotariani che ad essi danno vita e sostanza: questa straordinaria rete di presenza progettante e operativa fatta non di istituzioni, ma di uomini di buona volontà che abbracciano il pianeta sotto il segno dell’amicizia operosa e benefica.

La visione di fondo resta sempre quella harrisiana della globalità: globalità nell’amicizia, globalità nel servizio.

Possiamo dire che, a voler definire la mission umanitaria dei rotariani, potremmo giustamente parlare di globalizzazione della solidarietà.

Di questa visione la Fondazione è l’interprete migliore, ma non la depositaria. Depositari restano i Club, cioè i rotariani, chiamati a viverla contribuendo a rendere pos-

sibile l’azione della Fondazione, ma anche realizzando l’ideale del servizio al di fuori di essa.

Fare un bilancio complessivo dell’impegno di servizio rotariano è quasi impossibile, perché se la Fondazione è il grande fiume della solidarietà, ad essa bisognerebbe aggiungere gli innumerevoli corsi d’acqua rappresentanti dai tantissimi progetti che i singoli Club realizzano all’interno delle proprie comunità senza ricorrere alle risorse della Fondazione.

Questo vale anche per il nostro Distretto. L’esperienza delle visite ai Club, che mi sta impegnando intensamente in questi mesi, mi conforta proprio nel constatare quante risorse di passione, di fantasia, di lavoro, di disponibilità, di sensibilità siano messe in campo in ogni luogo dai nostri soci nella quotidianità del loro impegno di rotariani.

Certo, ci sono letture e interpretazioni diverse del servizio, ci sono priorità e scelte di campo differenziate e originali modalità operative.

Ma questo appartiene proprio alla natura del nostro movimento che riconosce autonomia ai Club e che si fa ricchezza proprio di questo pluralismo di visioni e di azioni, nella comune e immutata fedeltà all’identità di valore comune. Possiamo dire che questo è il bello del Rotary.

Gianni

L E T T E R A D E L G O V E R N AT O R E

Dicembre 2017 Mese della Prevenzione e cura delle malattie

Carissimi amici rotariani di

Puglia e Basilicata, la salute, lo si è sempre saputo, è un bene prezioso, perché influisce direttamente e prioritariamente sulla qualità della nostra vita. La saggezza antica ha sempre sostenuto il principio che la salute sia al primo posto tra i bisogni umani. “Finché c’è la salute…”, questo il rèfrain tante volte ascoltato e ripetuto, magari con funzione consolatoria o autoconsolatoria.

Oggi, con il crescere della consapevolezza delle problematicità del vivere comunitario, emerge sempre più il concetto che la salute non sia più un bene individuale, bensì un bene comune. All’immagine del soggetto ammalato da assistere e curare si unisce sempre più spesso quella di intere società ammalate. Troppe infatti sono le patologie che, soprattutto in ambienti metropolitani, possono essere riferite non più a singoli individui, ma ad intere popolazioni. Pensiamo ai danni da inquinamento industriale o da traffico oppure alle patologie sociali da dubbia qualità dei cibi o da cattive abitudini alimentari, da stress

o da processi di alienazione e così via: danni e patologie che sempre più spesso fanno delle nostre moderne città ambienti altamente insalubri. Pensiamo alle dipendenze o alle cosiddette malattie croniche non trasmissibili, come il diabete, per le quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha parlato di “nuova epidemia urbana”, in grado di compromettere la stessa vivibilità delle città, che andrebbero addirittura riprogettate, e, soprattutto, il benessere delle future generazioni.

Si tratta di scenari nuovi e inquietanti che, purtroppo, si aggiungono alle narrazioni tradizionali e tuttora irrisolte delle endemie proprie delle aree sottosviluppate del nostro pianeta. Il tutto contribuisce a delineare un quadro di ombre in cui vecchie e nuove povertà concorrono a rendere oscure le prospettive del pianeta.

A maggior ragione trova legittimazione e attualizzazione l’attenzione che il Rotary ha sempre riservato al tema della prevenzione e cura delle malattie, facendone anche, per tutti i Club, il focus tematico del mese di dicembre.

In verità occorre riconoscere che a queste problematiche il Rotary –e anche il nostro Distretto- ha sempre dedicato spazi e attenzioni non comuni, mettendo in campo progettualità comunitarie e testimonianze personali nutrite di passione e professionalità. Un elenco completo degli interventi sarebbe estremamente

lungo.

Per rimanere nel campo delle patologie sociali –e chiedendo scusa per le omissioni-, lasciatemi tuttavia ricordare il progetto distrettuale sulla prevenzione dell’obesità e del diabete mellito, presentato nel recente seminario sulla Rotary Foundation, come anche i correlati progetti “Dalla bocca al cuore” del Club Acquaviva delle Fonti-Gioia del Colle e “Giovani per la vita” dei Club Foggia e Foggia Capitanata ovvero il progetto “Rotary Social Service” del Club Molfetta.

Ma come dimenticare le azioni proposte da tanti Club, anche in associazione tra di essi, per la prevenzione e cura delle popolazioni del Benin, della provincia peruviana di Apurimac o della Guinea Bissau. A questi interventi dovremmo poi aggiungere le numerose iniziative per borse di studio nel settore sanitario o gli interventi per dotare di strumentazioni strutture sanitarie e socio-assistenziali, gli interventi di screening sanitario o le azioni di informazione e studio.

Certo, si tratta spesso di piccole gocce rispetto all’oceano dei bisogni, ma quel che conta è che su questo fronte, quanto mai strategico, il Rotary c’è e intende esserci.

Buon Rotary a tutti.

Gianni 11

RIFLESSIONI DI UNA ROTARIANA

RIFLESSIONI DI UNA ROTARIANA La magia del presepe…non solo poesia

di Maria Carmela Bonelli

Docente Presidente Commissione distrettuale Beni Culturali Past Pres. RC Riva dei Tessali

Con l’avvicinarsi del Natale

un respiro di poesia attraversa le menti ed il cuore, le case e le vie, nel ricordo di tradizioni che persistono, perché non del tutto cancellate dai tempi attuali, dominati dalla fretta e dall’indifferenza, che noi, come cittadini attivi e come rotariani, siamo impegnati ad arginare. Tra le diverse tradizioni natalizie occupa indubbiamente un posto preminente il presepe, con tutta la sua forza simbolica e misteriosa, che nulla ha a che fare con una fiaba anestetizzante, mista di nostalgia di tempi lontani ed evasione da quelli attuali. La magia del presepe è difficile da spiegare con le parole, proprio perché la sua valenza simbo12

lica trascende ogni possibile “racconto” ed in quanto simbolo supera l’impatto visivo.

Non esiste ornamento natalizio che tenga dinanzi ad un presepe: è la bellezza dei grandi allestimenti artistici, ma anche dell’antico e sempre attuale fascino di quello più piccolo, quello di casa, intimo e suggestivo, frutto di un rituale che - coinvolgendo l’intera famiglia - ravviva il calore del focolare domestico.

Nonostante le campagne laiciste ed i pregiudizi anticattolici – campagne che ad onor del vero registrano una sensibile battuta d’arresto – il presepe resiste nel tempo: ve ne sono nelle case, lungo le vie, nei negozi, nelle scuole, nelle chiese. Si può dire che ve ne siano ovunque, a riprova che la Verità riportata dagli evangelisti, nell’attraversare il tempo, continua a sostenere uomini e donne, animati dalla fede e dal profondo desiderio di bene, giustizia, pace, fratellanza.

E’ qualcosa a cui siamo particolarmente legati, anche perché consapevoli che la cultura presepiale sia un “fatto” tutto italiano - nato con il Poverello d’Assisi ed evolutosi nell’arco di circa otto secoli- ed in particolare un vanto meridionale. Per dovere di cronaca mi piace ricordare che i Del Balzo (de

Baux), feudatari di Ginosa, Città in cui risiedo, vantavano la discendenza da uno dei tre Magi, donde la stella crinita che campeggiava sullo scudo araldico: se da Melchiorre re dei persiani, da Baldassarre re degli indiani o da Gaspare re degli arabi, non ci è dato sapere.

Il Sud ha registrato una diffusione popolare nella seconda metà dell’ ‘800, periodo in cui si è avuto l’apporto delle botteghe artigiane, nelle quali i figuli tra ottobre e novembre - trascurando orci, cantari e lucerne - realizzavano natività, pastori, pecorelle, oggettistica in miniatura e scenette bucoliche di gran pregio e rara grazia.

Mentre gli artigiani napoletani fin dal ‘700 avevano adottato la teatralità, la Puglia e la Basilicata rimanevano legate all’umile spirito francescano, trasfuso appunto nelle statue di creta, di larga produzione, ed in quelle di cartapesta, tipiche di Lecce; non sfuggano le straordinarie realizzazioni in pietra locale degli scultori Altobello Persio da Montescaglioso, Nuzzo Barba da Galatina, Stefano da Putignano. In queste regioni il presepe si è diffuso tra la gente, divenendo una delle più genuine espressioni del sentire religioso del popolo, il quale, da sempre, ha fatto

RIFLESSIONI DI UNA ROTARIANA

Presepe in pietra pugliese, dello scultore Angelo Potenzieri Pace

sua la grande Verità cristiana: l’Incarnazione, l’Amore fattosi Storia, l’Eternità scesa nel tempo. Sebbene non si possa restare indifferenti dinanzi ad un presepe napoletano, siamo consapevoli che l’alone mistico della rappresentazione sacra sia alimentato proprio dagli elementi dalla nostra cultura contadina; una cultura, che ha trovato la sua miglior espressione in Puglia e Basilicata - l’area afferente al Distretto 2120 - quasi a riproporre le nostre “Città – presepe”, abbarbicate sui pendii collinari o inscritte nei villaggi di pietra; villaggi imperituri, segni di una cultura, quella rupestre, che ha

caratterizzato terre legate da una storia comune, protrattasi per secoli. Tutto riemerge dai meandri della memoria, così,mentre nelle vie dei centri storici si odono.

L’arcano misticismo di ogni presepe riempie i nostri spazi ed i nostri sensi di Altro, di Alto e per un mese circa diventa un modo diverso per esprimere la certezza di non soffrire della più grave forma di amnesia: la dimenticanza d’esser uomini. Guardiamo l’umanità laboriosa orientata verso la Natività: non siamo forse noi, che con il lavoro delle braccia o della mente, continuiamo l’opera creatrice del Signore? E le figure in

cammino? Non rappresentano forse il nostro cammino – quello di ogni giorno, quello che percorriamo anche da rotariani - e l’offerta di noi stessi, del nostro tempo, delle nostre competenze? Ed i Magi, sono forse uomini del passato o noi tutti, uomini che sentiamo il bisogno di una stella da seguire? Il presepe è tradizione, arte, cultura, ma soprattutto è una voce, un richiamo, un messaggio, valido ieri come oggi: è un invito a vivere la vita secondo la logica dell’Amore che si fa servizio. Quel servizio, che - rifuggendo l’egoismo in tutte le sue declinazioni siamo chiamati a testimoniare, accogliendo la Speranza che non delude e restituendo la speranza a quanti - vicini e lontani, vittime di guerre, prepotenze, ingiustizie ed arroganza - incrociano ed interrogano la nostra quotidianità.

Sono davvero grata al caro Alfonso Forte di avermi proposto una riflessione sul presepe e, pertanto, avermi consentito di esprimere sentimenti che fanno parte della mia vita; sentimenti, radicati nei felici momenti dell’infanzia e divenuti nel tempo anche passione… La passione per il presepe, per l’appunto.

Grazie ancora Alfonso, perché attraverso le pagine della Rivista, che si avvale della Tua magistrale regia, consenti a noi rotariani di “conoscerci tra le righe” e di “svelarci”…

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EVENTI DISTRETTUALI

EVENTI DISTRETTUALI Melfi, 30 Settembre 2017

Il premio colonie Magna Grecia nella città di Federico II di Anna Giannini

Rotary Club Lecce Sud

Dal 21 È toccato a Melfi

accogliere la XXXVII edizione del Premio Internazionale Colonie Magna Grecia “Arialdo Tarsitano”, organizzata il 30 settembre scorso dal Rotary Club della cittadina Federiciana.

Dopo il saluto e l’apertura dei lavori da parte del Presidente del Comitato organizzatore Antonio Bisceglia e della delegata del Premio Rosanna Cardone, il presidente del

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Rotary Club di Melfi Angelo Di Muro ha porto un breve messaggio di benvenuto a nome del Club. È intervenuto, quindi, l’assessore Luigi Simonetti per un breve indirizzo di saluto a nome dell’Amministrazione comunale di Melfi ed ha preso successivamente la parola il Governatore del Distretto 2120 Giovanni Lanzillotti, che ha elogiato l’impegno profuso dal Club Rotary di Melfi per realizzare, unitamente al Comitato Direttivo del Premio Magna Grecia, questo importante evento di risonanza nazionale ed interna-

zionale. A tal proposito, ha precisato che il Premio è dei Club organizzatori, i quali dimostrano, attraverso esso, la loro sensibilità culturale ed il grande amore per la propria terra, ricca di patrimoni storico-archeologici legati agli insediamenti delle colonie greche, e non solo, veramente unici ed interessanti.

Il Presidente del Premio Gianfranco Cammisa, intervenendo subito dopo, ha rimarcato gli obiettivi del Premio ed ha tracciato alcune linee di storia che ha lo hanno reso famoso nella nostra realtà attuale.

EVENTI DISTRETTUALI

Entrando nel vivo dei lavori, l’archeologa Maria Grazia Liseno ha illustrato le problematiche culturali relative a “Melfi e il Vulture Melfese nell’antichità” sin dall’età preistorica e i reperti archeologici in età storica sin dal VII sec. a.C.: tombe con relativi corredi funebri e testimonianze dei primi insediamenti di Melfi, costituite da acroteri (cavalli) ed antefisse (gorgoni) di palazzi che sostituirono le antiche capanne di epoca più remota e che richiamano insediamenti simili nel territorio dei Dauni di Canosa e di Ascoli Satriano. Dell’evoluzione degli insediamenti urbani resta traccia anche nei territori di Metaponto; di Lavello, con l’abitato sull’acropoli; di Banzi dove l’insediamento si concentra intorno ad un’area che diventerà la Badìa medievale. Gli insediamenti urbani sono organizzati in stretta connessione tra vivi e morti con tombe accanto alle case. Tombe a fossa con il morto rannicchiato in posizione fetale e un prezioso corredo, fonte di conoscenza del sesso del morto e degli aspetti sociali della sua vita: fibule, monili, armi,abbondanza di oggetti conviviali per le frequenti pratiche simposiali a Melfi, VI e V sec.a.C..

Il corredo funebre, rinvenuto nelle tombe di Lavello, VII sec. a.C. , manifesta i contatti della cittadina del Vulture con Canosa (per il materiale ceramico) e con l’Etruria campana (per il metallo-bronzo).

La caratteristica coppa con labbro è di origine greca.

Testimonianze di un’evoluzione socio-economica sono

le tombe di Lavello e di Banzi, IV sec. a.C.: tombe a camera profonde, familiari, scavate nel terreno roccioso e raggiungibili attraverso lunghi dromoi (corridoi), con ricco corredo funerario d’argento simposiale maschile e femminile, abbondanza di monili (bracciali e fibule) di argento e di ambra (collane a più giri) per le donne e per gli uomini, reperti in ceramica a figure rosse coloniale. La presenza di armi simili a quelle sannitiche e romane testimoniano che Lavello e Banzi vivono in pieno la fase dell’espansione romana: spade, cinturoni in bronzo, panoplie appartenute ad un uomo di chiara condizione elevata.

Segue l’intervento di Antonio De Siena, già Soprintendente per i Beni Archeologici della Basilicata, che illustra con vivace esposizione gli aspetti antichi della geografia e della cultura del territorio del Vulture Melfese, sottolineando l’importanza dei graffiti preistorici nei siti, segni della presenza dell’uomo sin dai tempi più remoti risalenti all’uomo di Neanderthal. urali del territorio.

Mario Mello, coordinatore del comitato scientifico del Premio Internazionale Magna Grecia, sottolinea la peculiarità dell’intestazione del premio “Arialdo Tarsitano”, ricordando le parole di Tarsitano, il quale affermò che il Premio Colonie Magna Grecia è sorto come esigenza di organizzare una manifestazione culturale, sociale, civile e morale. Il Rotary con l’istituzione del Premio Colonie Magna Grecia vuole essere uno strumento al servizio della collettività.

I lavori si concludono con la cerimonia di premiazione del prof. Angelo Russi, al quale viene consegnato il premio dell’evento, consistente in un pregevole alto rilievo in argento, insigne opera artistica del Maestro Geraldo Sacco, e con l’impegno di rivederci il prossimo anno a Lecce per la XXXVIII edizione Premio Colonie Magna Grecia, che si terrà 14 al16 settembre 2018.

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EVENTI DISTRETTUALI

EVENTI DISTRETTUALI 28 Ottobre 2017 , Azienda vinicola “Due Palme”, Cellino San Marco

Convegno su “Turismo e Agricoltura”

di Paolo Perrone

RC Brindisi Assistente del Governatore

Sabato 28 ottobre 2017 si

è tenuto presso la sala congressi della Cantina Due Palme in Cellino San Marco (BR) il Forum “Turismo e Agricoltura” del Distretto 2120 del Rotary.

Dopo il saluto ai partecipanti del Segretario Distrettuale, Mauro Magliozzi, hanno preso la parola il padrone di casa e rotariano, Angelo Maci (Presidente della Commissione Distrettuale Agricoltura), Livia Antonucci, Presidente del R.C. Brindisi Valesio e il Sindaco di Cellino San Marco, dr. Salvatore De Luca. Ha chiuso i saluti istituzionali il Governatore in carica, Gianni Lanzillotti, il quale ha dato il via alla prima sessione dei lavori dedicata al turismo e moderata dalla giornalista, Anna Saponaro.

Il primo dei temi affrontati è 16

stato quello della presentazione del Progetto Distrettuale “Sorelle d’Unesco quando l’UNESCO fa la forza”. Ne hanno parlato Angelo Di Summa, Delegato del Governatore e il giornalista e rotariano, Francesco Pepe, i quali, partendo dal concetto della centralità della promozione del territorio nella visione distrettuale, hanno delineato gli obiettivi del progetto, individuati nella valorizzazione dei siti UNESCO, presenti nel territorio della Puglia e della Basilicata, al fine di incentivare il turismo culturale ed esperienziale. Tanto, attraverso la creazione di un brand unico e di una piattaforma online (che consenta al turista, tra l’altro, di crearsi una propria guida turistica su misura), che anche e soprattutto con l’ausilio degli organi istituzionali (in primis della Regione Puglia) contribuiscano a incentivare il turismo nei territori compresi nel Distretto 2120.

Alla presentazione del progetto distrettuale sono seguiti alcuni interventi istituzionali.

Il primo a prendere la parola, in rappresentanza della Regione Puglia, è stato il dr.

Salvatore Patrizio Giannone, dirigente del dipartimento turismo dell’ente regionale,

il quale, dopo aver espresso vivo apprezzamento per il progetto “Sorelle d’Unesco”, ha sottolineato l’attenzione del governo regionale per le tematiche del turismo e dell’agricoltura. In particolare, il dr. Giannone ha evidenziato come la Regione Puglia abbia in questi anni portato avanti delle politiche trasversali sul turismo, incentivando in particolare il sistema aeroportuale, che in 5 anni ha visto raddoppiare il numero dei passeggeri. Il dr.

Giannone ha concluso il suo intervento affermando che la grande scommessa per il futuro è quella di incentivare il turismo di qualità (e non di quantità) ed, in particolare, promuovere il turismo esperienziale.

Sulla stessa linea si è posto l’intervento di Paola D’Antonio, assessore al patrimonio Unesco e ai Sassi di Matera, la quale ha sottolineato l’importanza che ha avuto per la rinascita della città di Matera il riconoscimento ricevuto dall’Unesco e ha evidenziato la necessità di puntare sul turismo culturale e non di massa.

Sono poi intervenuti Pierpaolo D’Arienzo, sindaco di Monte Sant’Angelo e telefonicamente Michele Maria Longo, sindaco di Alberobel-

EVENTI DISTRETTUALI

lo, i quali hanno focalizzato il loro discorso sulla necessità di una promozione territoriale integrata e complessiva e sulla opportunità di fare rete tra i vari siti Unesco di Puglia e Basilicata.

Ha chiuso la sessione sul turismo il Governatore, Gianni Lanzillotti, il quale ha posto l’attenzione sulla necessità di coordinamento delle politiche locali sul turismo, formulando l’auspicio che la Regione Puglia se ne faccia attiva promotrice.

La seconda sessione del forum, dedicata all’agricoltura, è stata aperta da Angelo Maci, il quale ha evidenziato come il tema dell’agricoltura sia rilevante non solo per i suoi aspetti e per le sue ricadute economiche, ma anche e soprattutto per le sue implicazioni culturali.

Si è poi passati all’intervento dell’ing. Davide Arpa, il quale ha parlato del progetto “WINETEK” e della cd. agricoltura 4.0.

In particolare, l’ing. Arpa ha evidenziato come l’utilizzo della tecnologia in agricoltura possa consentire non solo un migliore sfruttamento dei terreni, ma l’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale che potranno aiutare a gestire meglio i cambiamenti climatici e le calamità naturali.

E’ seguito l’intervento di Donato Rossi, Presidente Regionale Confagricoltura, il quale, da un lato, ha sottolineato l’importanza dell’agricoltura digitale e, dall’altro, del binomio agricoltura turismo e della necessità di incentivare il cd. turismo rurale.

Analoga attenzione al tema

della contiguità tra agricoltura e turismo l’ha posta Leonardo Di Gioia, assessore per l’agricoltura della Regione Puglia, il quale ha in particolare evidenziato la necessità della diversificazione del reddito agricolo, proprio con l’incentivazione dell’accoglienza e lo sviluppo del settore degli agriturismo.

L’assessore Di Gioia ha altresì sottolineato che la Regione Puglia, conscia dell’importanza economica e culturale dell’agricoltura, ha come obiettivi quello di incentivare il concetto di qualità sia nel settore vinicolo, che in quello olivicolo. A tal proposito, Di Gioia ha dato conto delle misure poste in essere dall’ente regionale per combattere il problema della Xilella, che vanno dal sostegno alle aziende agricole colpite alla 17

EVENTI DISTRETTUALI

incentivazione del rimpianto e delle buone pratiche atte a garantire la prevenzione dalla diffusione della malattia.

Sempre sul tema Xilella vi è poi stato l’intervento del prof.

Giovanni Martelli, virologo e docente emerito di patologia vegetale presso l’Università di Bari, il quale ha esposto i progressi della ricerca a cin-

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que anni dalla individuazione della malattia nel Salento. Il prof. Martelli, dopo aver delineato le cause e l’origine dell’infezione da Xilella fastidiosa nel territorio pugliese, ha parlato delle prospettive non rosee dell’olivicoltura in Puglia e a indicato le possibili soluzioni del problema ad oggi percorribili.

E’ stato poi trasmesso il videomessaggio di Paolo De Castro, primo vice presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo, docente di economia e politica agraria presso L’Università di Bologna, il quale ha sottolineato l’importanza per l’Unione Europea delle politiche agricole e ha esposto le iniziative poste a sostegno dell’agricoltura dal Parlamento europeo.

I lavori del forum sono stati chiusi dal Governatore, Gianni Lanzilotti, il quale ha ringraziato tutti gli intervenuti per il contributo dato ed ha espresso vivo apprezzamento per l’esito dei lavori svolti e il successo dell’iniziativa.

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EVENTI DISTRETTUALI

EVENTI DISTRETTUALI 11 Novembre 2017, Foggia - Seminario su:”Espansione e Immagine pubblica”

Parliamo di … Effettivo, espansione ed Immagine Pubblica

di Nicola M. Auciello e Antonella Quarato, RC Foggia

Il Seminario Distrettuale Ef-

fettivo, Espansione ed Immagine pubblica si è tenuto a Foggia l’11 novembre scorso con una serie di novità che ha voluto il nostro Governatore Gianni Lanzilotti che per porre l’attenzione anche sulla questione dell’immagine pubblica e chiedendo che il Seminario si svolgesse in un luogo aperto al pubblico, in una zona centrale della città.

I tre club organizzatori, R.C. Foggia, R.C. “U. Giordano e R.C. Capitanata hanno scelto come location la bellissima Sala del Tribunale di Palazzo Dogana oltre che per la sua posizione centrale anche per la valenza storica del Palazzo. anche per la valenza storica del Palazzo.

Nella sala affollata, prima il sempre emozionante Onore alle bandiere poi il saluto 20

e l’introduzione ai lavori del Segretario Distrettuale Marco Magliozzi e il saluto della città da parte di Luigi Miranda, Presidente del Consiglio Comunale.

Miranda, rotariano, ha sollecitato tutti i soci ad essere i testimoni principali di quello che è l’agire, l’operare e l’essenza stessa del Rotary, un’associazione di servizio sempre presente in quello che è stato il divenire sociopolitico. È seguito, poi il saluto del Comitato Organizzatore, per voce del Presidente del Rotary Club Foggia, Francesco Corvelli anche a nome di Luciano Magaldi, Presidente del Rotary Club “U. Giordano” e di Domenico Ciampanelli, Presidente del Rotary Club Capitanata.

Il Presidente Corvelli ha espresso la sua gratitudine e riferito il percorso condiviso che ha condotto alla realizzazione della manifestazione, in collaborazione con i componenti dello Staff del Governatore Antonio Bisceglia e Maria Teresa Cavalli, dell’Assistente di zona Antonio Stango e degli altri componenti del comitato organizzatore.

Ha preso, poi, la parola il Governatore Lanzilotti che ha tenuto in modo partico-

lare ad evidenziare il tema dell’immagine pubblica.

“Non è più possibile -infatti ha sostenuto- portare avanti iniziative fatte solo per noi e da ciò è nata anche la necessità di un addetto stampa per ogni club anche in funzione del nuovo sito del Distretto, un sito notiziario, aggiornato continuamente con quanto avviene nei club.

Riferisce anche della nascita, grazie alla collaborazione di Marco Milanesi e dei 13 governatori della zona 12 del Portale Rotary Italia, una voce unica per divulgare le iniziative di risonanza nazionale.

Moderata da Angelo Di Summa, Responsabile Distrettuale per la Comunicazione, che ha fornito alcuni risultati relativi al nuovo sito, ben 29.207 contatti da vari Paesi di cui 6.670 di singoli utenti, è iniziata la prima tavola rotonda.

Nicola Auciello, Presidente della Commissione Effettivo, ha esposto una ridotta sintesi della relazione che aveva preparato e che, però, avendo io avuto l’opportunità di leggere, vorrei riassumere in questa sede.

Il Governatore Lanzilotti, rimarcando l’importanza delle tematiche riguardanti l’effettivo, ha percorso la via della continuità affidando alla Commissione il compi-

EVENTI DISTRETTUALI

to di perseguire le strategie di indagine e le linee guida tracciate dalla commissione nell’anno 2016/17 e confermando la Presidenza a Nicola Auciello.

Per effettuare l’analisi Nicola Auciello e la commissione hanno preso in in considerazione: il numero dei soci nei club e conseguente analisi delle variazioni percentuali registrate negli ultimi dieci anni, dal 2006 al 2017; la distribuzione territoriale nelle regioni Puglia e Basilicata assemblata per province e l’analisi comparativa dei dati forniti dal Rotary International, tramite la piattaforma rotary.org, negli anni 2012 fino ad oggi; il numero dei soci dimessi dal 2012 ad oggi con le relative motivazioni dichiarate e registrate sul rotary. org; ed una serie di altre notizie fornite dalla Segreteria Distrettuale.

Il lavoro completo- ci ha riferito Auciello- deve essere visto come una guida, peraltro non unica, per affrontare la questione.

Ho riassunto le informazioni più significative tratte dal dossier pervenuto alla scrivente dalla Commissione Effettivo e che verrà divulgato in dettaglio nelle settimane successive perché val la pena ricordare alcuni aspetti interessanti.

Il distretto 2120 conta 55 club e un totale di 2.517 soci (al 1 luglio 2017) perciò contiamo un rotariano ogni 2000 abitanti e dallo scorso anno all’attuale si è registrata solo una quasi impercettibile flessione. È l’analisi sui dati dal 2006 ad oggi che ci pone faccia a faccia con una situazione diversa. Dal 2006 al 2017, infatti, a fronte di una crescita di club (da 49 a 55) il numero dei

soci, che era cresciuto fino al 2011, dal 2012 ha iniziato una discesa rapida che si riassume in un totale dell’8,4% e, dato significativo, l’11,5% dei soci in meno nell’ultimo quinquennio. Questa circostanza ci deve far riflettere sulle strategie poste in atto riguardo allo sviluppo dell’effettivo poiché i risultati mostrano che negli ultimi 5 anni si è lavorato più per incrementare la presenza di club sul territorio senza sviluppare una strategia per lo sviluppo dell’effettivo.

Un’ulteriore riflessione va fatta in relazione all’anzianità rotariana dei dimessi che al 68% sono rappresentati da soci con 6 o più anni dalla cooptazione, ciò sottolinea la scarsa propensione al mantenimento dei soci nel medio e lungo termine.

Molto interessante esaminare la serie delle motivazioni, 21

EVENTI DISTRETTUALI

la maggior parte delle quali, legate a problemi di lavoro, familiari, di salute o personali (oltre ai decessi) ma è interessante anche considerare la voce “adesione ad altro club” insieme con una grande quantità che dichiara “altro”. Probabilmente è proprio in quella voce “altro” che dobbiamo cercare il motivo di una così importante emorragia di soci negli ultimi 5 anni!

Ma passiamo ad analizzare un dato positivo! Le donne.

Le socie del nostro distretto sono in aumento e. sempre più, rappresentano una forza trainante. Nel nostro Distretto la presenza femminile nei club è in percentuale in linea con il dato italiano.

Le analisi dei dati si concludono sull’attivismo dei soci perché in realtà, lo sappiamo, se anche molti sono soci, quanti sono attivi, presenti, efficaci nel servizio? Riguardo questo aspetto un dato efficace lo fornisce l’esame dei soci accreditati su Rotary.org, come forma di interesse, sia pur in forma indiretta e il dato si commenta da solo poiché solo il 76% dei soci del distretto no è mai entrato sulla piattaforma del Rotary International!

Concludendo pare proprio che ci sia qualcosa da rivedere e il nodo cruciale è che in realtà il Rotary, pur essendo attrattivo perché le cooptazioni non mancano, non ha in questo momento, la capacità di conservare l’effettivo a medio e lungo termine.

Un compito, questo, che spetta a ciascuno di noi, ai club e al distretto perché 22

ogni socio senta di essere rotariano e di appartenere non ad un club, non ad un Distretto ma alla grande famiglia del Rotary International che “fa la differenza”.

Il seminario è proseguito dando la parola a Sabino Chincoli, Presidente della Commissione Espansione che, nel suo intervento, ha citato quelle che, più che motivazioni, considera vere e proprie scuse utilizzate per giustificare questa perdita di soci tra le quali la crisi dell’associazionismo che, però, viene immediatamente smentita dal proliferare di associazioni di tipo socialistico sul territorio che sono in aumento.

Probabilmente la considerazione che va fatta è di tipo economico (i dati di flessione coincidono con l’esplosione della crisi in Italia) e già in questo senso molti club si stanno muovendo abolendo

le una tantum di iscrizione e riducendo le quote annuali.

Di Summa, riprendendo il concetto sopra espresso “non si diventa soci di un club ma si diventa rotariani” ci ha posto anche questo interrogativo. “Quanto conta la formazione?”

Il più adatto a rispondere era sicuramente il PDG Rocco Giuliani, istruttore distrettuale, che ha posto l’accento soprattutto sull’azione interna ai club e sull’importanza di accettare il cambiamento nel Rotary perché è fisiologico ed è necessario per adeguarsi ai tempi e al mutamento della compagine sociale.

Ha poi ribadito la necessità di coinvolgere sempre più i giovani, classi dirigenti del presente e soprattutto del futuro, perché il Rotary, in un momento grigio come quello di oggi, rappresenti un’occasione di speranza. Ha

EVENTI DISTRETTUALI

concluso con il richiamo alla necessità dell’informazione fondamentale per fare formazione e all’espansione come opportunità di avere cellule di sviluppo e di crescita culturale sul territorio.

Il PDG Vito Casarano si è invece soffermato molto sul concetto di immagine pubblica strettamente legata alla credibilità e pertanto di quanto sia fondamentale la qualità dei soci poiché rappresentano i club nella società. Sarebbe forse necessario interrogarsi per entrare nel vero spirito del Rotary perché tutti dobbiamo contribuire a “fare Rotary” in termini di organizzazione e di indirizzo. Bisogna anche fare azione, farla bene e farla conoscere portandola all’esterno senza temere i pregiudizi di un tempo.

Nella seconda parte della mattinata, dopo la pausa,

si è svolta la seconda Tavola Rotonda, un vero e proprio talk show dal titolo “Where is Rotary going? Rotariani e non a confronto” prendendo spunto dalla celebre invettiva di George Bernard Shaw “Where is Rotary going? To lunch” che relegava i rotariani a persone benestanti che finivano sempre per banchettare e che, dal 1925, anno in cui fu pronunciata, ha rappresentato uno dei pregiudizi più radicati nei confronti dei rotariani.

Angelo Di Summa ha chiarito che si è proprio voluti partire dalla domanda stessa di Bernard Shaw per giungere ad una conclusione possibilmente diversa. Un tipo di operazione che aveva già fatto Paul Harris quando rubò a Chesterston l’espressione “questa è un ‘epoca rotariana” in seguito alla crisi dell’epoca vittoriana, sinonimo di

impoverimento e caduta dei valori dell’aristocrazia. Paul Harris rivoltò l’espressione a favore del Rotary.

Il primo intervento è stato di Mons. Rocco Talucci, arcivescovo emerito di Brindisi Ostuni la cui presenza ci ha ricondotto inevitabilmente ai tempi in cui tra Chiesa Cattolica e Rotary non correva buon sangue per le accuse di “illeciti connubi” con la Massoneria. L’arcivescovo, facendo riferimento a San Martino, ha ricordato come ciascuno sia come sodalizio ma anche come singola persona, abbia la possibilità di intravedere nel bisognoso un altro sé con cui condividere.

E siamo giunti all’atteso intervento del PDG Marco Milanesi, Coordinatore dell’Immagine Pubblica del Rotary, che è stato forte ed intenso.

Alla domanda-provocazione di Angelo Di Summa “Forse l’immagine pubblica è un nervo scoperto nel Rotary?”, Milanesi ha risposto con un linguaggio aperto e franco. Il Rotary, nella sua opinione, va dove è sempre andato, con una filosofia e dei valori immutati nel tempo, le stesse ragioni che Paul Harris espose nel “This Rotarian Age”.

Paul Harris aveva compreso che, in quel tipo di società, fare business in maniera etica era un modo di moralizzarla.

Si tratta - secondo Milanesi di una questione intima che riguarda la nostra individualità! La nostra immagine siamo noi, con le nostre azioni, con le nostre parole, con il nostro modo di essere che trasmettiamo e con cui attiriamo.”

Ha, inoltre, suggerito di sem23

EVENTI DISTRETTUALI

plificare il nostro linguaggio (ha fatto riferimento in particolare ai numerosi acronimi utilizzati ed incomprensibili all’esterno), ma anche di comunicare qualcosa che superi i pregiudizi.

Con riferimento all’espansione esterna, Milanesi ritiene che sia meglio lasciar morire i club che sono in sofferenza per dar vita a nuovi club più dinamici e che si debba eliminare la distonia tra il vertice e la base così come pensa che per comunicare bene sia necessario riscoprire la partecipazione al Rotary ritornando dal Rotary del fare al Rotary dell’essere!

Laura Mitarotondo, docente di Storia delle Dottrine Politiche dell’Università di Bari “Aldo Moro, autrice tra l’altro della postfazione del libro di Angelo Di Summa “Paul e il ragazzo”, intervenuta subito dopo, è risalita al cardine culturale dell’esperienza rotariana che proviene da una filosofia dell’individuo maturata nell’800, ben messa a fuoco da Paul Harris e che considera il rotariano come soggetto 24

“eretico” all’interno della società. Paul Harris fu un portatore di dissenso, di idea, di cultura della differenza. La Mitarotondo ha citato Antonio Gramsci, fondatore del Partito Comunista Italiano, che riteneva il “serve above self”, come un modo assolutamente innovativo di pensare il capitalismo e sosteneva che il Rotary con la sua concezione sociale del ruolo degli individui aveva la capacità di rivisitare e ripensare in termini di moralizzazione il capitalismo. Un pensiero assolutamente attuale nella società odierna che riporta al tema della umanizzazione citato precedentemente da Mons. Talucci e che riporta al concetto di eticizzazione del business auspicata da Milanesi nel suo discorso che è già presente nella storia del Rotary. Il grande ideale utopistico del Rotary è rappresentato dal grande valore universale dell’amicizia, una grandissima sfida al presente!

Il dibattito è proseguito con l’intervento di Donatella Pa-

celli, Presidente del Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione LUMSA di Roma che, da un punto di vista sociologico, ha fatto riferimento alla capacità e alla necessità di dare senso all’esistenza.

La domanda “dove stiamo andando?” è una domanda che ci si pone regolarmente quando siamo nella consapevolezza che si sta vivendo una fase di cambiamento, ne intercettiamo il bisogno e non sappiamo come canalizzarlo.

La prof.ssa Pacelli ha citato, a questo proposito, Martin Luther King che si poneva la stessa domanda negli anni ’60.

Il Governatore Gianni Lanzilotti, al termine dei lavori, ha tirato le somme di una intensa e proficua giornata di riflessione che, in diretta streaming su Sharing TV, ha visto connettersi più di 18.000 persone!

Riflettere sui propri punti di debolezza è un segno di maturità che, se fatto in tutta onestà e con la volontà di migliorarsi, può portare solo ottimi frutti!

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EVENTI DISTRETTUALI

EVENTI DISTRETTUALI 17 Dicembre 2017, Barletta

Natale di solidarietà, natale di svolta.

La lezione di Barletta

di Angelo Di Summa

Responsabile della comunicazione del Distretto 2120

Straordinario,

coinvolgente, indimenticabile, particolarissimo. Gli aggettivi si sono sprecati sui social a commento del “Natale di solidarietà”, il concerto/evento, tenutosi domenica 17 dicembre nello splendido Teatro Curci di Barletta, con cui il Distretto 2120 del Rotary International ha celebrato il suo specialissimo Natale. Un evento innovativo, caparbiamente voluto dal Governatore Gianni Lanzilotti e organizzato dalla sua squadra insieme al Rotary Club di Barletta. Un Natale diverso, di solidarietà autentica, di gioioso stare insieme, di sobrietà finanziaria: un Natale autenticamente rotariano nello spirito del servizio e nei valori di amicizia solidaristica, un Natale che ha voluto 26

superare anacronistici modelli di banchetti a inviti selettivi e discrezionali per farsi Natale di unità, in cui tutto il popolo rotariano di Puglia e Basilicata ha potuto e voluto identificarsi, dimostrando di volerci essere e di esserci consapevolmente. Anche il PDG Riccardo Giorgino, autorevole presidente dell’Associazione dei PDG italiani, prendendo la parola al termine della manifestazione, ha voluto parlare di un Natale di svolta.

Qualcuno, a manifestazione appena conclusa, al momento dello scambio fraterno degli auguri, ha richiamato il “coraggio” del Governatore Lanzilotti per aver cercato e aperto una via mai prima percorsa ma capace di offrire

l’immagine migliore del Rotary, ma più che di coraggio occorre forse parlare di capacità di lettura dei segni dei tempi e, soprattutto, di profonda sintonia con la “verità” dei rotariani di Puglia e Basilicata, cioè con quella base di soci che si impegna e vive il servizio nelle realtà dei Club, interpretando così nella quotidianità l’autenticità del Rotary.

Parliamo del Rotary vero, di quello che ha voluto coinvolgersi, prima dalla proposta del Distretto di offrire un contributo in danaro da devolvere in solidarietà per partecipare alla serata barlettana e poi, una volta nel teatro, dalle straordinarie esecuzioni dell’orchestra giovanile “Sonora Junior Sax”. E qui arri-

EVENTI DISTRETTUALI

viamo all’emozione pura di tanta gente che ha reso gioia e esperienza vissuta la sua amicizia applaudendo fino alla standing ovation, cantando, agitando le braccia, filmando con lo smartphone il proprio pezzo di concerto da inserire su Facebook, chiedendo bis una due tre volte, accendendo le torce dei telefonini per fare cielo stellato di un teatro diventato abbraccio e magia.

E cosa aggiungere dell’orchestra, il cui repertorio ha spaziato dal classico al pop?

Ben ottanta giovanissimi e affiatatissimi esecutori sassofonisti, dai 10 a 23 anni, accompagnati da tutor esperti concertisti e diretti dal M° Domenico Luciano, campani, vincitori di Premi internazionali e in grado di offrire un mix straordinario di bravura, ironia e simpatia. A loro merito va ascritta pure la partecipazione all’evento barlet-

tano a titolo assolutamente gratuito (fatte salve le spese di viaggio sostenute dalla squadra distrettuale di Gianni Lanzilotti a titolo di “regalo” al Governatore), per far sì che l’intero ricavato della serata fosse devoluto per iniziative benefiche: in favore della campagna Polio Plus del Rotary International e, sottolineando l’attenzione ai bisogni del territorio, in favore del Progetto Alzheimer del Rotary Club di Barletta. Lo stesso può dirsi per l’Amministrazione Comunale di Barletta che ha messo a disposizione del Rotary senza oneri il Teatro Curci. Evidente la soddisfazione del presidente Donato Storelli, “responsabile” pure, con gli amici del Club, di un pranzo offerto, prima del concerto a 120 bisognosi di ogni colore: un pranzo di Natale che ha pure visto il Governatore Lanzilotti, con alcuni amici della squadra,

addetto al servizio ai tavoli.

In altre parole, a Barletta si è potuto assistere a un modo nuovo di fare Rotary, sotto il segno della sintesi felice e ineliminabile (se il Rotary fa davvero il Rotary) tra fraternità e solidarietà, che ha moltiplicato gli effetti benefici pur a costo zero per il Distretto.

La consapevolezza di questo dato fattuale era chiaramente leggibile negli sguardi, nelle parole, nella commozione e nelle emozioni di tutti i partecipanti allorché, al termine del concerto, ci si è ritrovati tutti per lo scambio di auguri nella Galleria annessa al teatro, lungo le cui pareti dei grandi fogli bianchi invitavano i partecipanti ad apporre la propria testimonianza utilizzando appositi pennarelli colorati. Lapidaria quella del Governatore Lanzilotti: “Il Rotary fa la differenza a Barletta”.

Impossibile una smentita.

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DOSSIER

DOSSIER 1 L’acqua e il territorio

“ di PDG Ing. Vito Casarano

Anche noi dovremmo oc-

cuparci dell’acqua come della più preziosa delle risorse naturali, un bene primario, collettivo, un bene non rinnovabile, un bene, anche se noi facciamo fatica a percepirlo così, ancora più prezioso del petrolio. La dott.ssa Liliana Santoro, dirigente della Regione Basilicata in un articolo apparso su “Acqua: Regioni e ragioni”, un libro del 2016 curato dal Club Rotary di Potenza Torre Guevara, scriveva: “Il 5 agosto 1999 la Regione Basilicata, la Regione Puglia ed il Ministero dei Lavori Pubblici hanno sottoscritto un 28

„

L’acqua, croce e delizia per la Puglia e la Basilicata

Accordo di Programma finalizzato alla regolamentazione dei processi di pianificazione e gestione delle risorse idriche condivise tra le regioni Basilicata e Puglia. Esso rappresenta la prima organica e ad oggi unica forma di federalismo solidale, per l’uso di un bene tanto limitato e prezioso, e rappresenta uno strumento istituzionale di grande forza innovatrice in quanto pone alla base della “politica idrica” dell’Italia meridionale lo strumento della concertazione tra Regioni, superando l’anacronistica ed iniqua scissione tra regioni ricche in risorse idriche e regioni a scarsa disponibilità di risorse ma con alti fabbisogni, stabilendo nuove forme di remunerazione dei costi e di compensazione ambientale.

Grazie all’Accordo sono stati composti vecchi conflitti e antiche incomprensioni e, con la definizione della tariffa dell’acqua all’ingrosso, è stato finalmente stabilito un criterio per la condivisione, tra le regioni interessate, dei costi da sostenere per raccogliere l’acqua, distribuirla e conservarla a beneficio delle future generazioni. Con i

proventi tariffari è stato possibile dar corso ad interventi di manutenzione e conservazione ambientale del territorio, sostenere le spese energetiche necessarie per cedere le acque alle regioni vicine, ed è stato possibile effettuare interventi di riequilibrio territoriale a favore dei territori e delle comunità che sostengono il peso dell’approvvigionamento idrico ed ai quali sono state sottratte consistenti porzioni di territorio per consentire lo stoccaggio ed il vettoriamento delle acque”.

L’accordo tra le Regioni Basilicata e Puglia è un esempio classico di strumento base di valorizzazione del territorio appulo-lucano, che ha trovato poi fondamento nel quadro normativo nazionale vigente in materia di risorse idriche all’epoca della sottoscrizione del decreto legislativo 152/99 che delegava alle Regioni e agli enti locali le funzioni amministrative inerenti la gestione dei beni del demanio idrico.

La dott.ssa Santoro continuava dicendo: “Elemento di forza dell’Accordo di Programma è ri-

DOSSIER

sultato essere anche la individuazione dell’Autorità di Governo, organo responsabile dell’attuazione della concertazione tra le Regioni e tra Stato e Regioni allo scopo di pervenire ad una scelta condivisa dei sistemi di pianificazione e gestione della risorsa idrica, assicurando in tal modo l’individuazione di sistemi d’uso delle risorse idriche compatibili e condivisi con le caratteristiche dell’ambiente ed in linea con le necessità di sviluppo socio-economico dei territori interessati.

L’Accordo stabilisce, inoltre, di subordinare eventuali interventi di ottimizzazione delle reti idriche alla realizzazione di studi che vedano coinvolte le Università operanti sul territorio, quali l’U-

niversità della Basilicata ed il Politecnico di Bari”.

Ora, se vogliamo inquadrare meglio il problema dell’acqua nel territorio appulo-lucano, bisogna fare riferimento ad alcuni dati.

La Puglia conta 4,087 milioni di abitanti (censimento di febbraio 2015) e dispone di circa 527 milioni di mc di acqua potabile all’anno, dei quali però soltanto 237 milioni di mc vengono consegnati all’utenza, con un’elevata incidenza delle perdite, pari ad oltre il 55%. La dotazione idrica media giornaliera per abitante è di circa 161 litri.

Dai dati forniti dall’Autorità di Bacino della Basilicata, la quota parte di questa risorsa che proviene dalla Basilicata è stata nell’anno 2008 pari a circa 217 milioni di mc (pari al

41% dell’intera disponibilità) di cui 100 milioni di mc prelevati dall’invaso del Pertusillo e 117 milioni di mc dall’invaso del Sinni.

La restante parte che consente di integrare la portata idrica dell’Acquedotto Pugliese, proviene dalle sorgenti di Cassano Irpino in provincia di Avellino, dall’acquedotto del Fortore che utilizza le acque dell’invaso di Occhito e dall’acquedotto del Locone.

La regione Basilicata, come si può rilevare dal Piano d’Ambito redatto dall’ex Autorità dell’Ambito Territoriale, con i suoi 574.782 abitanti (censimento di luglio 2015), dispone di circa 112 milioni di mc annui di acqua potabile dei quali però soltanto 42,5 milioni di mc vengono misurati e consegnati all’utenza.

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DOSSIER

Complessivamente la dotazione idrica giornaliera per abitante è di circa 195 litri. Le perdite idriche stimate sono dell’ordine del 62%.

Oggi il Servizio Idrico Integrato in Basilicata è gestito dalla società Acquedotto Lucano Spa, società partecipata dalla Regione Basilicata.

Le decisioni da intraprendere sono spesso difficili perché devono essere, per le particolarità del servizio, condivise dalle amministrazioni locali e, principalmente, dai cittadini.

Troppo spesso il dibattito pubblico ha dimostrato di non capire la differenza fra l’acqua intesa come risorsa e i servizi di cui necessita per essere fruita.

L’apparente abbondanza di acqua nelle nostre regioni ci porta erroneamente a credere che questo sia un bene cui attingere senza limiti. Ma non è così.

L’acqua va usata in modo intelligente e, comunque, mai sprecata.

Le norme che regolano la materia a livello Comunitario,

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Nazionale e Regionale sono numerose e spesso di complicata applicazione. Ha fatto un po’ di chiarezza la Legge n°13 del 27 febbraio 2009 che in recepimento di una direttiva comunitaria ha previsto la realizzazione dei Piani di Gestione con la costituzione delle Autorità di Bacino.

Il Piano di Gestione costituisce lo strumento di pianificazione attraverso il quale si perseguono le finalità della Direttiva comunitaria, secondo il principio in base al quale “l’acqua non è un prodotto commerciale al pari di altri, bensì un patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale”.

Quello idrico è un settore che ha bisogno di molta concretezza, di scelte responsabili, di capacità imprenditoriale, ma soprattutto di entrare nel cuore dei pugliesi.

Le nostre abitudini di consumo che ci sono familiari, essendo solo abitudini, vanno cambiate.

Se modifichiamo il nostro comportamento, perché lo vogliamo o siamo obbligati a

farlo, cambiano rapidamente anche le nostre aspettative e spesso prende avvio un circolo virtuoso.

Oggi giorno faremmo quasi sicuramente un balzo sul sedile se il passeggero di fianco a noi si accendesse una sigaretta in aereo, ma chi ha più di quarant’anni ricorderà senz’altro che un tempo era normale fumare in volo.

Il gestiamo il cambiamento con creatività e lungimiranza, invece di doverci trovare ad affrontare una crisi.

Abbiamo di fronte a noi una sfida enorme: la prevista scarsità di acqua si combinerà con l’inevitabile crescita della popolazione. Per non incorrere in una crisi senza precedenti.

DOSSIER

L’acqua e il territorio

“

L’AQP e l’impegno istituzionale teso alla salvaguardia di un bene inestimabile per la popolazione ed il complesso mondo della Puglia

di Maurizio Cianci

„

Dirigente AQP Past President RC Bari

Qualche giorno fa, abbia-

mo letto con grande piacere sui quotidiani che è stato finalmente abbattuto anche l’ultimo diaframma della galleria Pavoncelli bis, un’opera importantissima che permetterà di alternare il flusso idraulico delle sorgenti di Caposele e di Cassano Irpino con la vecchia galleria, Pavoncelli che, ultimata nell’anno 1914, rimase seriamente danneggiata dal terremoto dell’Irpinia del 1980. Abbiamo anche letto che si tratta di un’opera di alta ingegneria, con i suoi 10.225,29 m di lunghezza e con sezione interna circolare di diametro pari a 3.400 mm., che corre parallela alla vecchia galleria e che, quando sarà pronta, consentirà di alimentare il canale principale pur mettendo in secco e manutenendo la galleria originaria.

Lo stesso canale principale, costruito più di cento anni fa, è un’opera eccezionale: oltre 245 km interamente a pelo libero, con una pendenza me-

dia di 45 millimetri per chilometro.

Così come lo è la prima Galleria Pavoncelli e l’intero acquedotto pugliese (inteso come sistema idrico-fognario) costituisce una fra le più imponenti opere d’ingegneria idraulica mai realizzate al mondo e che oggi conta oltre 42.000 chilometri (6 volte lo Yangtze, il lunghissimo fiume cinese) di reti idrico-potabili e fognarie, 5 potabilizzatori e 185 impianti di depurazione al servizio di 330 centri abitati e 4 di milioni di abitanti.

Il sistema idrico potabile è

costituito da cinque schemi idrici interconnessi che ne fanno un unicum e permette l’approvvigionamento idrico da molteplici fonti: - le sorgenti del fiume Sele, a Caposele (AV); - le sorgenti del fiume Calore a Cassano Irpino (AV); - l’invaso artificiale di Occhito sul fiume Fortore, le cui acque sono potabilizzate nell’impianto di Castelnuovo della Daunia (FG); - l’invaso artificiale del Pertusillo sul fiume Agri, le cui acque sono potabilizzate nell’impianto di Missanello

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(PZ); - l’invaso artificiale di Senise sul fiume Sinni, le cui acque sono potabilizzate nell’impianto di Laterza (TA); - l’invaso artificiale di Conza sul fiume Ofanto: le cui acque sono potabilizzate a Conza della Campania (AV); - l’invaso artificiale del Lago Locone sul torrente omonimo, le cui acque sono potabilizzate nell’impianto di Minervino Murge; - circa duecento pozzi, dislocati su tutto il territorio regionale.

Non è un caso, dunque, se l’Acquedotto Pugliese è ancora oggi oggetto di studio e di ammirazione in tutto il mondo.

A nessuno sfugge, però, che questo complesso apparato trova la sua ragion d’essere non certo nel desiderio delle nostre comunità di battere qualche record ma in quello, molto più pragmatico – e, al contempo, visionario – di portare acqua ad un vasto territorio siccitoso. Già Orazio, nel descrivere la Puglia, riferiva che “siderum insedit vapor siticulosae Apuliae” (arriva alle stelle l’afa della Puglia sitibonda).

Difatti, non essendo il sottosuolo pugliese ricco di acqua facilmente estraibile, da sempre veniva adoperata l’acqua piovana raccolta in cisterne, che non garantivano quantità sufficienti e la necessaria prevenzione da epidemie.

Fu lo Stato Italiano che, nel 1902, statuì per legge la nascita dell’Acquedotto Pugliese ed affidò allo stesso il compito di attingere acqua salubre a centinaia di chilo32

metri di distanza per distribuirla ad un vasto territorio privo di fiumi e laghi.

L’ o p e ra venne caldeggiata da alcuni deputati pugliesi che ottennero la creazione dapprima di una commissione di studio cui seguì il finanziamento e l’affidamento dei lavori in concessione, a seguito di una gara internazionale.

La realizzazione dell’opera fu possibile grazie all’utilizzo di ingenti mezzi finanziari (125 milioni di lire dell’epoca) e materiali, e non mancò chi pronosticava l’irrealizzabilità della stessa.

Agli albori del secolo scorso, dunque, figure illuminate avvertirono come preciso dovere della Nazione Italiana porre mano, con norme e mezzi straordinari, ad un’opera assolutamente straordinaria per far fronte ad una situazione assolutamente straordinaria.

A giusta ragione, perciò, ci ha preoccupato molto (e ci preoccupa ancora) l’annuncio, anch’esso dei giorni scorsi, che ove piogge abbondanti non tornino a riempire le fonti di approvvigionamento, da

marzo 2018 si renderà necessario procedere al razionamento dell’acqua!

Sembra quasi che Madre Natura, accorgendosi di quanto poca consapevolezza vi è oggi, si stia peritando di attirare la nostra attenzione sulla straordinarietà quasi miracolosa del poter disporre, nelle nostre case, di acqua corrente per 24 ore al giorno.

Sembra quasi che Madre Natura si sia accorta che, ormai, tutti noi diamo per scontata la disponibilità della risorsa idrica in Puglia e che si stia peritando di attirare la nostra attenzione su cosa accadrebbe se, improvvisamente, quell’imponente opera di ingegneria idraulica che si chiama Acquedotto Pugliese smettesse di funzionare.

Beh, forse, questo timore potrà permetterci di svegliarci improvvisamente dallo strano torpore intellettuale che ci ha sin qui portato a discute-

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re su chi sia, in Puglia, il soggetto legittimato a disporre della risorsa idrica (i Comuni?

La Regione? Entrambi?) e su quale sia il modo migliore per gestirla (un ente pubblico, come si vorrebbe da alcuni o un soggetto privato, come spererebbero altri?): ma di quale risorsa idrica parliamo? Di una risorsa che in Puglia non esiste o, quanto meno, non esiste in misura neppur vagamente vicina alla sufficienza?

E allora, se è vero che l’acqua in Puglia non esiste in natura oggi come non esisteva cent’anni fa, non appare singolare che le vigenti normative nazionale e comunitaria, trascurino completamente l’esistenza di una situazione assolutamente atipica sullo scenario europeo, che impone una regolamentazione speciale, come fecero i nostri avi più di 100 anni fa?

Non appare singolare che

alla fine del 2018, in applicazione del principio di libera concorrenza al “merc a t o ” dell’acqua potabile, venga a scadere la gestione di quella immane opera da parte del soggetto pubblico che è nato con essa per legge dello Stato, che per oltre 100 anni l’ha fata evolvere e sviluppare e che, unico nel panorama mondiale, è da sempre strutturato per gestirla e per far arrivare l’acqua nelle case dei pugliesi?

Francamente il dibattito in corso (gestione pubblica, gestione privata) non mi appassiona.

Mi piacerebbe molto di più sentire discutere di come raggiungere urgentemente la consapevolezza giuridica, a li-

vello comunitario, nazionale, regionale e locale, che esiste un vasto territorio europeo naturalmente privo di acqua, la Puglia, che non può adeguarsi al modello pensato per aree geografiche che – fortunate loro – dispongono della risorsa idrica a chilometri zero. La Puglia ha necessità che la tematica sia regolamentata da una legislazione speciale, come speciale è la situazione in rapporto al resto dell’Italia e dell’Europa.

Solo così, forse, la nostra Regione sarà in grado di affrontare un futuro nel quale è previsto l’aumento della domanda di acqua potabile conseguente all’aumento della popolazione e la contemporanea, importante riduzione delle risorse idriche disponibili (è stato calcolato che ad ogni grado di aumento della temperatura, corrisponderà una riduzione del 20% dell’acqua dolce presente sul pianeta).

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L’acqua : carenze/aridità, eccessi/ alluvioni

di Giovanni Tiravanti Consulente ambientale Past Pres. Bari Castello

Come è noto l’acqua è indi-

spensabile per tutte le forme viventi: una risorsa preziosa che deve essere salvaguardata perché possa mantenersi pura e utilizzabile. Negli ultimi cento anni il consumo di acqua è aumentato vertiginosamente rispetto alle risorse disponibili e, contemporaneamente, l’inquinamento ambientale ne ha peggiorato la qualità. I tempi cambiano.

E con essi, le esigenze in termini di acqua sana da parte del consumatore, delle industrie e del mondo in generale cambiano e si fanno sempre più stringenti, in accordo con le normative di riferimento che periodicamente aggiornano i limiti che occorre rispettare in funzione dei diversi usi (potabile, agricolo, industriale). A tal fine anche gli impianti di trattamento delle acque (potabili, reflue) devono aggiornare e migliorare le tecnologie utilizzate per ottenere la qualità delle acque trattate in accordo con 34

i limiti imposti dalla normativa vigente. In questa nota si illustreranno brevemente le principali cause di inquinamento delle acque, le tecnologie disponibili per ottenere acque potabili e trattate nel rispetto delle norme attualmente imposte e, in generale, la situazione nel territorio di Puglia e Basilicata.

Le principali cause di inquinamento dell’acqua sono: 1.

Gli scarichi domestici 2.

Le attività industriali 3.

Gli allevamenti e l’agricoltura 4.

Le centrali termoelettriche e nucleari.

SCARICHI DOMESTICI Attraverso i lavandini e i servizi igienici delle nostre case eliminiamo detersivi, rifiuti organici e i derivati dagli escrementi e dai residui alimentari. Portano alla proliferazione di microrganismi patogeni del tifo e del colera.

Tutte queste sostanze vengono immesse, attraverso una fitta rete di fognature, nelle acque superficiali dove i batteri decompositori demoliscono le sostanze organiche biodegradabili riducendole a sali minerali.

Quando la demolizione delle sostanze organiche avviene su una massa eccessiva, le acque si impoveriscono di ossigeno e il lavoro dei batteri rallenta. Nell’acqua si accumulano sostanze organiche solo in parte demolite che vengono trasformate da batteri anaerobi in sostanze

dannose per molti organismi.

Quindi l’ossigeno disponibile per gli organismi acquatici necessari per la biodegradazione si riduce e molti di essi muoiono. In particolare i composti più dannosi per gli ecosistemi acquatici possono essere così sintetizzati: Sostanze inorganiche tossiche costituite da ioni dei metalli pesanti provenienti dall’industria che possono determinare la morte degli animali.

Sostanze inorganiche eutrofizzanti quali fosfati e polifosfati presenti nei detersivi, nei fertilizzanti e negli scarichi industriali.

Sostanze organiche non naturali quali i solventi organici usati nelle industrie come acetone, trielina, benzene e toluene.

Oli liberi e emulsionanti che si stratificano nella superficie creando dei film oleosi che impediscono la solubilizzazione dell’ossigeno nell’acqua.

Solidi sospesi che sono di varia natura ma che intercettano la luce solare diminuendone l’afflusso.

Calore immesso dalle acque di raffreddamento delle industrie.

SCARICHI INDUSTRIALI Nelle acque superficiali vengono spesso scaricate acque che provengono dalle industrie (chimiche, tessili, metalmeccaniche, le tintorie, le cartiere) e che contengono sostanze tossiche prodotte

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nel corso delle lavorazioni.

Queste acque raggiungono poi la falda acquifera compromettendola per la presenza di metalli pesanti (piombo, mercurio, rame, cromo, zinco, cadmio), composti organici non biodegradabili (trielina, benzolo, formalina) e diversi solventi organici clorurati. L’inquinamento industriale causa la moria di numerosi organismi che vivono negli ecosistemi acquatici e indirettamente raggiungono anche l’uomo attraverso l’acqua e i cibi ingeriti. Senza un efficace sistema di depurazione, le acque inquinate provocano morie di pesci.

INQUINAMENTO AGRICOLO Gli allevamenti e l’agricoltura, oltre ad utilizzare enormi quantità di acqua, contribuiscono notevolmente ad inquinarla per l’elevata quantità di escrementi, diser-

banti, pesticidi e concimi chimici che, trasportati dall’acqua piovana, raggiungono fiumi e laghi, arrecando danni spesso maggiori a quelli provocati dagli scarichi domestici. Sono proprio i fosfati e i nitrati, cioè i concimi che sono nutrimento per i vegetali, i principali responsabili di un particolare fenomeno chiamato eutrofizzazione.

Questo termine significa “abbondanza di nutrimento”.

Un’elevata presenza di queste sostanze nell’acqua favorisce una rapida crescita delle alghe che si riproducono in breve tempo. Le alghe hanno però vita breve e quando muoiono determinano lo sviluppo di una grandissima quantità di batteri decompositori, che consumano buona parte dell’ossigeno disciolto nell’acqua, provocando la morte di pesci, crostacei e molluschi.

INQUINAMENTO TERMICO Un particolare tipo di inquinamento è provocato dalle centrali termoelettriche e nucleari e da alcune industrie che prelevano grandi quantità di acqua dai fiumi, laghi o dal mare per raffreddare i propri impianti e le restituiscono ad una temperatura più elevata, rispetto a quella originaria.

Il riscaldamento delle acque riduce la quantità di ossigeno disciolto nell’acqua e può essere letale per alcune specie di organismi o può agire sui loro comportamenti riproduttivi.

Tra i più comuni agenti inquinanti delle acque si annoverano: - Sostanze inorganiche tossiche costituite da ioni dei metalli pesanti provenienti dall’industria che possono determinare la morte degli animali.

- Sostanze inorganiche eu35

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trofizzanti quali fosfati e polifosfati presenti nei detersivi, nei fertilizzanti e negli scarichi industriali.

- Sostanze organiche non naturali quali i solventi organici usati nelle industrie come acetone, trielina, benzene e toluene.

- Oli liberi e emulsionanti che si stratificano nella superficie creando dei film oleosi che impediscono la solubilizzazione di ossigeno nell’acqua.

- Solidi sospesi che sono di varia natura ma che intercettano la luce solare diminuendone l’afflusso.

- Calore immesso dalle acque di raffreddamento delle industrie.

LA SITUAZIONE AMBIENTALE DELLE ACQUE IN PUGLIA E BASILICATA Come è noto, abbiamo la fortuna di avere l’Acquedotto Pugliese (AQP) che gestisce in maniera unitaria (acque potabili, acque reflue e fanghi di depurazione) tutto il territorio di Puglia, Basilicata e parte della Campania, e costituisce il Gestore più grande nell’Unione Europea.

Le principali fonti di approvvigionamento idrico a scopo potabile sono costituite dagli

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acquedotti del Sele – Calore, del Fortore, del Pertusillo, del Locone e dell’Ofanto. Per quanto riguarda la depurazione delle acque reflue l’Acquedotto Pugliese garantisce il servizio attraverso la gestione di una fitta rete di depuratori dislocati lungo tutto il territorio servito. Alcuni di essi sono allocati in prossimità del mare, e pertanto richiedono una attenzione particolare per evitare che malfunzionamenti dell’impianto provochino l’inquinamento della costa balneabile. A tal fine l’AQP adotta tutte le più moderne strutture di rimozione e controllo degli effluenti, in modo da restituire, al termine del processo di trattamento, acqua compatibile con l’ambiente. Per l’acqua potabile particolare attenzione deve essere comunque prestata dal Gestore AQP affinché i delicati processi di trattamento e gestione siano condotti nel pieno rispetto delle vigenti normative nazionali ed internazionali. della pace; delle ingiustizie subite, che insegnano l’importanza dell’ etica e della morale; della cultura altrui, che determina 1’arricchimento intellettuale . Il Rotary, attraverso il suo impegno

di “servizio” nella società, esprime un modello di vita che presuppone l’impegno a migliorare la qualità della vita nella comunità, ad affrontare i piccoli e i grandi problemi del vivere quotidiano per tentare di migliorare le condizioni esistenziali delle fasce deboli, tutelare la loro dignità, con etica, professionalità e amicizia. E’, quindi, l’etica nell’agire dei singoli la pietra angolare del sistema di relazioni interne ed esterne nei nostri Club. Il Rotary si muove, quindi, con un’Etica concreta e “attiva” cercando di fare in favore degli altri quello che vorremmo fosse fatto in nostro favore, cercando però anche di comprendere le esigenze e le culture degli altri, senza imposizioni. L’Etica nel Rotary significa aderire con coerenza ai suoi principi, significa seguire i regolamenti del proprio Club e condividere gli stessi fini con tutti gli altri Soci, significa comportarsi verso gli altri Soci e verso tutti in modo Rotariano e con amicizia. Per un rotariano il chiedersi costantemente se “ciò che penso dico e faccio sarà vantaggioso per tutti gli interessati?” deve costituire il faro del suo vivere quotidiano. Questo precetto non può assolutamente essere posto in discussione sulla base di mutate condizioni sociali , culturali o ambientali ed il rotariano, in quanto tale, deve esserne testimonianza concreta sia nella vita del Club che in quella di tutti i giorni.

Esso è un fondamento del Rotary, una chiamata verso l’eccellenza morale. Eloquentemente semplice, stupe-

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facente nella sua potenza, innegabile nei suoi risultati, questo test offre una visione fresca e positiva in mezzo a un mondo pieno di tensione, confusione e incertezza.

Al tempo d’oggi si potrebbe anche pensare che si tratti di un test che ormai appartiene a un mondo lontano, è vero, ma non possiamo affermare che quel mondo sia scomparso del tutto. Forse si è offuscato alla nostra vista al punto che, immersi in un turbinio di fatti spesso scellerati, non riusciamo più a vederlo, o meglio, a distinguerlo. O forse non lo cerchiamo più. È vero, il mondo è in declino morale, culturale, sociale. Oggi viviamo uno dei momenti oscuri della storia dell’umanità e si fa fatica a parlare di bene realmente comune, a ragionare in termini collettivi. È tutto vero, ma non bisogna perdere mai la speranza di trovare i giu-

sti equilibri per un riassetto deontologico della società, anche di quella rotariana. Il Rotary non può e non deve fermarsi, perché il nostro è un mondo che cambia e noi dobbiamo cambiare con lui . Il nostro impegno è di essere testimoni di speranza, operando nel Rotary per cercare di aprire la via a un futuro migliore. Il Rotary deve confrontarsi costantemente con i valori che lo hanno qualificato all’attenzione del mondo: l’integrità morale, l’etica, la lealtà, il rispetto, la correttezza nelle professioni e negli affari. Esso ha il dovere, ma anche la necessità, di ritrovare la propria statura e di rientrare nei confini di una realtà umana e spirituale che consenta di affrontare le sfide che il futuro propone. Superando quel materialismo esasperato, proprio delle società del profitto, chiedendosi con attenzione “ciò che penso

dico e faccio sarà vantaggioso per tutti gli interessati?”, il Rotary deve riaffermare costantemente il suo carisma, la sua essenza ideologica, ed il suo originario significato. Il riferimento continuo a questo importante “test” deve essere il cammino di noi Rotariani per avvicinarci al nostro utopico ideale di un mondo in pace. Il far parte del Rotary è una irripetibile opportunità d’usare il proprio tempo libero per tentare di migliorare la vita degli altri e, quindi, anche la propria. Non è assolutamente una delle tante occasioni fatue, d’incontrare persone di livello per mettersi in mostra, ma è un impegno gratificante di un servizio volontariamente scelto.

Il Rotary rappresenta l’occasione per servire la comunità aiutando i cittadini a rendere più efficaci e produttivi i loro comportamenti.

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Il risparmio idrico ed energetico negli acquedotti della Basilicata.

di Lorenzo D’Anisi

Ingegnere civile idraulico Past Pres. RC Potenza Torre Guevara

N

el ringraziare il grande Amico Alfonso Forte per la fiducia che mi continua a trasmettere, ho ritenuto di riassumere il tema affidatomi, con particolare riguardo al territorio della Basilicata, non tanto perché è il mio territorio prevalente di attività professionale, ma perché esso, per le sue caratteristiche e peculiarità ne costituisce un piccolo prototipo per quanto segue.

La Basilicata infatti, più che altre regioni d’Italia, presenta problematiche gestionali della risorsa acqua per scopo idropotabile legate alla geologia e geomorfologia (presenza costante di fenomeni franosi), alla presenza di piccoli Comuni molto distanti tra loro e mal collegati (costi di esercizio elevati e manutenzioni complicate), temperature molto rigide nei mesi invernali (rotture delle condotte frequenti, soprattutto quelle più vetuste), fonti di approvvigionamento 38

idrico spesso poste a quote più basse dei centri abitati (necessità di sollevamenti meccanici per servire tutte le utenze), sorgenti idriche che nei periodi di magra non riescono a far fronte alle richieste (necessità di integrazioni di portate idriche con dighe e laghi artificiali).

Questa mia semplice nota ha, per quanto detto, lo scopo di evidenziare la convenienza del gestore del servizio idrico di promuovere attente azioni per il risparmio idrico, necessario al superamento delle criticità esposte. In particolare si vuole evidenziare che, nel sistema degli acquedotti della Basilicata, l’utilizzo di minori volumi di acqua, comporta anche notevoli risparmi energetici e quindi maggiori economie gestionali, soprattutto per le acque di invaso che necessitano di trattamenti di potabilizzazione per poter consentirne l’uso umano. Dai dati noti dal Piano d’Ambito dell’Ex Autorità d’Ambito Ottimale della Basilicata, organo di controllo del Servizio Idrico Integrato e del gestore unico Acquedotto Lucano S.p.A., risulta che per l’erogazione del servizio, vengono immessi negli acquedotti della Basilicata circa 120 milioni di metri cubi di acqua l’anno. In Basilicata, come detto, spesso le quote geodetiche ove sono ubicate le fonti idriche sono a quota inferiore rispetto alla zone di utilizzazione. E’ quindi necessario, per far funzionare gli

acquedotti, impiegare notevoli quantità di energia elettrica per azionare gli impianti di sollevamento. Il problema riveste un aspetto rilevante.

Infatti, nella regione il Servizio idrico integrato utilizza: • 93 impianti di sollevamento di acquedotto.

• 2 impianti di potabilizzazione.

• 15 impianti di sollevamento di fognatura.

• 160 impianti di depurazione dei liquami.

E’ noto che dei 120 milioni di mc di acqua immessi negli acquedotti ogni anno, circa 80 milioni vengono sollevati e quindi con impiego di energia elettrica. Secondo i dati disponibili, i principali impianti di sollevamento di acquedotto sono 29 e sollevano circa 59 milioni di mc di acqua ogni anno, impiegando circa 68 milioni di kw-h/ anno. Se assumiamo come parametro 1,15 kw-h/mc, pari al rapporto tra i kwh consumati ed i mc sollevati, per sollevare 80 milioni di mc di acqua si consumano 92 milioni di kwh/anno. Dal Piano d’Ambito del S.I.I. si ricava anche che le perdite idriche sono dell’ordine del 60%, considerando anche le perdite agli sfiori de serbatoi (per mancanza spesso di valvole di troppo pieno) e le perdite per allacci abusivi, mai completamente risolte, ma che si potrebbero abbattere con una campagna adeguata a mezzo delle più moderne tecnologie di telecontrollo,

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oggi finanziate peraltro anche dai fondi europei. Supponendo di poter ridurre l’entità delle perdite dal 60% al 40 %, si potrebbe conseguire un risparmio di acqua sollevata dell’ordine di 16 milioni di mc e di energia di 18,4 milioni di kwh/anno. Per misurare l’entità di tale risparmio possiamo confrontarlo con il consumo di energia elettrica di una famiglia che è dell’ordine di 2500 kwh/anno.

Si ricava, quindi che, con l’energia risparmiata, si potrebbero alimentare circa 7300 famiglie, ovvero circa 22.000 abitanti. Il vantaggio economico che si consegue con il risparmio di energia, si può valutare intorno a 2.700.000 €/anno, supponendo che il costo dell’energia elettrica sia dell’ordine di 0,15 €/kwh.

Quindi, le attività gestionali da mettere in campo, per conseguire il risparmio idrico ed energetico possono essere in parte autofinanziate. I conteggi fatti, anche se sono molto approssimati, permettono di determinare l’ordine di grandezza del fenomeno e di evidenziare quanto sia conveniente percorrere la strada del risparmio idrico ed energetico. Le tecniche da porre in essere sono quelle del telecontrollo e della contabilizzazione delle risorse alle fonti, il recupero energetico alle condotte adduttrici a mezzo di centraline idro-elettriche in corrispondenza di arrivi ai serbatoi di linea e/o cittadini in luogo di valvole dissipatrici di pressione (e quindi di energia), la distrettualizzazione del-

le condotte di distribuzione per il migliore controllo delle perdite idriche, magari completate dal telecontrollo con strumenti posti nei pozzetti di diramazione, che consentano di prevenire fenomeni di rotture, ed infine, perché no, il recupero energetico negli impianti di depurazione con cogenerazione dei gas prodotti dai digestori e produzione di vapore dagli stessi, a mezzo di installazione di impianti idroelettrici. Altra fonte di energia che è possibile recuperare all’interno degli schemi idrici della Basilicata, riguarda il recupero di energia idraulica in eccesso legata alle condizione idrodinamiche degli acquedotti.

Infatti, esistono situazioni per le quali è necessario dissipare energia, per la regolazione delle portate, impiegando valvole particolari, complesse e dal funzionamento costoso, oltre che spesso non completamente affidabile.

L’energia idraulica disponibile, per quanto detto, potrebbe essere, invece, trasformata in energia elettrica, ed essere utilizzata per le esigenze proprie degli stessi acquedotti ovvero immessa nella rete elettrica nazionale.

Negli acquedotti è anche possibile l’impiego di pannelli fotovoltaici per alimentare le centraline di protezione catodica, i sistemi di misura e telecontrollo, gli impianti di clorazione, l’illuminazione dei manufatti lontani dalle reti elettriche, trattandosi di impianti a bassa potenza elettrica. Da quanto esposto, risulta che le attività necessarie per consegui-

re il risparmio idrico e quindi energetico, possono essere finanziate anche con l’accesso ai cosiddetti certificati verdi, bianchi e neri riguardanti rispettivamente: • La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (Impiego di centraline idroelettriche e pannelli fotovoltaici).

• Il risparmio energetico: (Efficienza idraulica: riduzione delle perdite. Efficienza elettrica negli impianti di sollevamento e di potabilizzazione).

Così facendo si consente anche agli addetti al servizio di crescere professionalmente, acquisendo formazione specifica e specialistica tecnica e gestionale.

Perseguendo tali strade, è possibile rendere il “sistema acqua” ad uso umano più efficace, efficiente ed economico e quindi rientrare nello spirito delle normative di settore europee e nazionali, nel rispetto e nella salvaguardia dell’ambiente e delle generazioni future, che sono i principi ispiratori, tra l’altro, di ogni azione rotariana.

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DOSSIER 2 Riflessioni sulla “Quattro domande”

“ di Alberto Cecchini Ingegnere PDG Distretto 2080 Training Leader

Ho

raccolto con piacere l’invito a condividere alcune riflessioni su una delle 4 domande della prova rotariana.

Il tema che questa domanda introduce è quello della coerenza tra quello che pensiamo, diciamo e facciamo.

Per cercare di sviluppare delle riflessioni su questo tema ho cercato di considerare innanzi tutto le motivazioni che sono alla base della nostra appartanenza e ritengo che il nostro essere rotariani oggi più che mai deve trovare forza nel valore delle nostre competenze professionali.

Alla base di ogni riflessione 40

„

“Ciò che penso, dico e faccio risponde a verità?”

credo che debba esserci la consapevolezza di chi siamo e soprattutto dove stiamo andando come associazione.

Le nuove regole approvate nell’ultimo Consiglio di Legislazione semplificano i criteri di ammissione in termini di requisiti per la cooptazione con l’evidente obiettivo di facilitare l’ingresso di figure professionali più giovani, non ancora espressione di una leadership matura, ma in ogni caso motivate e qualificate. Il tema delle ammissioni è quello che maggiormente condiziona il presente ed il futuro dell’associazione. Una formula unica si è dimostrata non efficace per l’intero sistema associativo e quindi è a livello locale che bisogna comprendere come gestire al meglio la flessibilità che ci viene oggi messa a disposizione.

Perchè questa lunga premessa? Perchè è sempre più importante la consapevolezza di coinvolgere nuovi soci motivati e consapevoli. Il nosto futuro sarà determinato dalla credibilità che riusciamo a mettere in gioco nelle nostre comunità e la credibiltità dell’associazione è determi-

nata dalla somma delle credibilità dei singoli soci. Essere portatori di valori quali l’etica, l’integrità, l’amicizia è una grande responsabilità soprattutto in una società dove spesso questi valori sembrano anacronostici. E’ evidente che tutto questo però laddove non sia sostenuto da un’adeguata coerenza di comportamenti perde di forza ed indebolirci in quello che rappresenta ciò che ci contraddistingue dalle altre associazioni vuol dire perdere il nostro posizionamento.

La stessa domanda tuttavia può essere posta e può trovare diverse risposte se consideriamo i diversi livelli di impegno all’interno dell’associazione.

Ciò che penso, dico e faccio risponde a verità? È una domanda a cui dobbiamo innanzi tutto cercare di dare una risposta di tipo personale. La forza della prova delle quattro domande sta nella loro valenza dentro e fuori dal Rotary, ecco che allora la domanda che siamo invitati a porci va prima di tutto considerata indipendentemente dal nostro essere soci del

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club. E’ la coerenza nella vita professionale, personale, nelle relazioni che può portarci ad affrontare il nostro essere rotariani con altrettanta coerenza. Il singolo è il motore dell’ingranaggio rotariano ed è quindi necessario che la coerenza di pensiero, parola ed azione sia soprattutto del singolo che porta il suo vissuto all’interno del gruppo.

Le dichiarazioni che si fanno in occasione dell’ammissione ricche di entusiasmo ed interesse devono poi però trovare la loro verità in un reale impegno che rispecchi la coerenza del comportamento del singolo nell’impegno sociale e comunitario. La coerenza di assumere l’impegno di portare il proprio contributo all’interno dell’associazione ma anche la necessità di scoprire quello che l’associazione può offrire al singo-

lo. Oggi non ci sono più alibi rispetto la conoscenza, è tutto online, è tutto disponibile per tutti senza filtri.

La coerenza sta allora nella capacità, ma a volte anche nella possibilità, di conoscere le regole del gioco per poter poi esprimere le proprie idee nell’ambito di un gruppo, certi del rispetto della pluralità e della diversità e sapendo di avere l’obbligo di reciprocità in questo. E’ in questa dimensione che la dirigenza del club deve far sentire i soci liberi di esprimere le proprie idee e non semplicemente assecondare le decisioni altrui, unico modo per poter avere un reale coinvolgimento di soci motivati. Ogni singolo socio deve sentire che il contesto in cui si trova lo mette nelle condizioni di esprimere le sue idee, anche se diverse da quelle degli altri,

ma allo stesso tempo deve essere pronto ad accogliere e rispettare quelle diverse dalle proprie ed insieme trovare un punto di mediazione che porti alla pianificazione di azioni condivise. E’ quindi necessario che intervenga un’intelligenza collettiva ovvero la capacità del gruppo di far si che le idee dei singoli trovino una loro verità ed una sintesi.

Il supporto a questo esercizio è fornito nel club dal piano strategico, lo strumento con cui oggi siamo chiamati a gestire i nostri club e che rappresenta proprio quella coerenza tra il pensiero dei soci, la formulazione delle loro idee e la scelta delle azioni conseguenti.

Ma se dalla dimensione del club passiamo a quella superiore della pluralità dei club a livello distrettuale o ancor

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più internazionale la domanda con cui abbiamo aperto la nostra riflessione si traduce nella capacità dell’associazione di esprimere con forza la sua credibilità e quindi nella coerenza dei messaggi che rivolgiamo all’esterno. Sono anni, per esempio, che continuiamo ad inseguire numeri nella crescita parlando della necessità di far entrare soci più giovani, di arricchire la diversità di genere e incrementare il numero delle donne.

Due target (giovani e donne) che di fatto avrebbe dovuto far triplicare il numero dei soci, eppure siamo sempre sostanzialmente fermi (con le dovute eccezioni e specificazioni nelle diverse parti del mondo). Forse è proprio nella capacità di dare coerenza a quello che pensiamo e diciamo a far in modo che ci sia una verità tra il dichiarare la volontà di aprire gli orizzonti della compagine sociale e quella di creare davvero nuovi spazi per una leadership 42

che sia coerente con quello che dichiariamo. La verità va cercata nella convinzione delle affermazioni che facciamo dai palchi.

La declinazione dell’interrogativo nelle tre diverse dimensioni appena accennate (personale, club, internazionale) in qualche modo ripercorre anche le nostre tre grandi aree di azione: l’effettivo, che attiene alla dimensione personale, alla capacità di trovare una coerenza tra il nostro essere individui ed il nostro essere rotariani; i progetti, ovvero le nostre azioni come risultato di una coerenza di sviluppo della coralità di pensiero del club, e la pubblica immagine, ovvero la coerenza tra quello che diciamo di essere o di volere essere e quello che realmente siamo e come ci vedono gli altri.

Mi è capitato in diverse occasioni di dire che il dono forse più grande che ho avuto dal Rotary è quello di avermi fatto comprendere che non c’è

una verità assoluta nel fare Rotary non esiste un modello applicabile a tutti i contesti ma esistono dei valori di fondo che non possono essere smentiti ed allora diamo voce alle nostre convinzioni ma facciamolo con coerenza e con credibilità, facendo in modo che i “pensieri e parole” non rimangano solo dei bellissimi versi di battistiana memoria ma trovino una possibilità di trasformarsi in azione perchè crediamo davvero e ci rendiamo parte attiva nel far in modo che il Rotary sempre di più sia espressione di una società contemporanea con tutte le sue complessità e le sue diversità e la coerenza non sia fare le cose nel modo che si sono sempre fatte ma vivere secondo i principi che diciamo di seguire.

Visita il nostro nuovo sito rotary2120.org 43

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Quello che penso, dico e faccio risponde a verità?

di Maria Concetta Piacente Già docente di Filosofia nei Licei Past Pres. RC Bari Ovest

Il Rotary è un’associazione

internazionale costituita da uomini e donne - liberi pensatori - protesi pragmaticamente verso la realizzazione concreta degli ideali a cui si ispira; il Servizio, l’Amicizia, la Diversità, l’Integrità, la Leadership sono i cardini su cui si incentra l’attività del Rotary.

Questi prototipi valoriali non basta enunciarli in termini programmatici perché si rischia di farne un puro esercizio lessicale prettamente retorico, al contrario vanno costantemente approfonditi e riproposti all’attenzione dei/delle Rotariani/e e in particolare ai giovani amici di più o meno recente cooptazione a cui va ben spiegato il senso autentico dell’ “essere Rotariani”.

A tal fine uno dei metodi più efficaci, per essere in medias res, consiste nel servirsi della (celebre per i Rotariani storici!) prova delle quattro domande: posso affermare - per esperienza acquisita - che 44

offrire e stimolare riflessioni sul contenuto delle quattro domande si è sempre rivelata un’ottima occasione di autocoscienza individuale.

Si pensi a quale senso di responsabilità rimanda il quesito...”ciò che penso, dico e faccio risponde a verità?”

Questa formulazione, pur nell’estrema sintesi, è degna di un trattato di filosofia.

Tale, infatti, gentili Amici che leggete queste mie note, dovrebbe essere l’assunto teoretico e pratico del vero Rotariano.

Invero, chi è il Rotariano se non un essere pensante? qual è il contenuto a cui si ispira il suo pensiero? quale valore predilige? La risposta più ovvia rimanda al patrimonio culturale di ciascuno/a inteso come complesso di nozioni tecnicamente acquisite e messe a frutto nell’ambito delle più svariate professionalità.

Naturalmente perché questo si verifichi è necessario non solo il pensare ma anche il saper dire e il saper fare: dall’intrecciarsi di queste tre abilità scaturisce la personalità dei singoli. Esiste, infatti, il pensiero astratto e spesso inerte di chi indugia sulle teorie e si nutre di velleità avveniristiche; per contro esiste anche il pensiero alacre e febbrile degli attivisti (ad ogni costo e con qualunque mezzo), paghi di facili non sempre morali successi.

Queste - sul piano ontologico - sono due pericolose degenerazioni del vivere civile perché se è vero che il pensiero è certamente proteso verso l’azione meditando fini, individuando motivazioni, determinando mezzi che portino al successo..., non è meno vero che a sua volta non può non lasciarsi saggiamente illuminare dall’intelletto. Ciò che però contrad-

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distingue il pensiero, il dire, il fare non è il risultato immediato che ne può derivare quanto piuttosto i valori a cui questi atti antropologici si ispirano. Tra questi al di là di qualsiasi dubbio c’è la Verità.

Il mondo contemporaneo purtroppo lancia continui stimoli e appelli all’azione, fedele seguace della scienza e della tecnica, tende a dominare non di rado asservendola a suoi interessi. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce il gap tra il pensiero, la parola, l’azione e la Verità.

La verità non può essere confusa con il successo di un’idea, con la sibillina prevaricazione, né con le singole opinioni soggettive e utilitaristiche; la verità in sé è un valore assoluto che trascende la comune umanità, è un’idea nel senso platonico, cioè

un prototipo a cui gli uomini onesti dovrebbero tendere; ne consegue che la ricerca della verità è un atto dinamico, mai concluso, mai fine a se stesso e per di più perché questo percorso giunga a buon fine è necessario Kantianamente “sapere aude”.

La cultura - fonte della verità non va confusa con l’erudizione tantomeno con il dilettantismo, la cultura - quella vera rimanda alla rielaborazione problematica fatta dalla coscienza dei singoli.

La cultura oggi è malata di un languore letale che proviene da sorgenti metafisiche inquinate. Lontana dalla coscienza dei valori, in balia di uno scetticismo frivolo e accomodante, fuorviata e fuorviante nelle sue premesse, circola sorda, opaca, anemica nella società generando

quella crisi di valori di cui i cosiddetti benpensanti parlano.

Qui nasce la grandezza del Rotary che non solo oggi ma da tempi non sospetti rimanda, richiama, impone riflessioni sul senso della verità tanto in termini teoretici (pensare - dire) quanto pratici (fare).

Ripudiando ipocrisie, mistificazioni, fariseismi, falsità è ancora una volta dovere morale del Rotary cercare di restituire all’Umanità il senso della Verità, la coscienza dei Valori, nella convinzione profonda e radicata che senza Verità non c’è pace, non c’è giustizia, non c’è libertà.

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Quello che penso, dico e faccio risponde a verità?

di Vito Denora

Past Pres. RC Altamura Gravina Riflessione di Vito Denora Past Presidente RC Altamura - Gravina

Appena il nuovo socio en-

tra nel mondo rotariano, gli amministratori provvedono alla sua formazione dando le prime nozioni sulla storia e sul pensiero dell’associazione, ponendo il novizio subito a confronto con la “Prova delle quattro domande”.

Le quattro domande, come tutti i rotariani ben sanno, sono uno dei pilastri a sostegno del codice etico e comportamentale degli aderenti all’associazione di Paul Harris e dei suoi amici. Occupiamoci della prima.

La prima domanda, riguardo a “quello che penso, dico e faccio”, chiede se ciò risponde a VERITA’.

La riflessione su concetti di alto valore come la Verità, impone, innanzi tutto, una introspezione profonda per il riconoscimento della Verità in senso assoluto, non relativa al punto di vista personale che la distorce, spesso, a nostra convenienza. La Verità 46

va tenuta in conto sempre, in ogni circostanza, in ogni ambito e situazione, anche se dovesse costarci fatica. Essa va osservata secondo il giudizio della nostra coscienza, che ci soccorre per tenere saldi i nostri principi che regolano il nostro agire nella socialità. La Verità racchiude in sé molti altri concetti virtuosi che ne rafforzano ulteriormente la potenza di espressione, come la trasparenza, la sincerità, l’onestà.

Persino quando si cercano riferimenti che sostengano la propria Fede, si vuole cogliere comunque elementi di Verità, anche se la Fede, per definizione, non chiede prove di Verità, come, al contrario, lo scienziato che, nei suoi approfonditi studi, ricerca prove concrete di Verità su cui porre le basi per il prosieguo del suo lavoro.

Nel vivere quotidiano, nella nostra società complessa ed insidiosa, tali concetti ci permettono di conservare il giusto equilibrio per non deviare, nella negatività, il nostro percorso di vita.

Sta a noi compiere lo sforzo di comprendere, a volte, tra diverse verità che si somigliano nell’apparenza, perché sostenute da diversi, spesso opposti, punti di osservazione. In nostro soccorso, alla ricerca di Verità, il Rotary ci offre un altro dogma, pilastro della filosofia dei quattro di Chicago, cioè l’agire “al di sopra dell’interesse personale”, quell’interesse che

spesso deforma, a nostro piacimento, la Verità in verosimiglianza.

La profondità della premessa delle domande, “quello che penso, dico e faccio...”, ci obbliga a un gravoso percorso di sollecitazione alla coerenza totale del nostro agire.

Non è sufficiente riconoscere e pensare quel che è vero e giusto; non è sufficiente, a parole, fare proclami di Verità per attrarre a sé convenienti consensi; ma si è chiamati anche alla parte più impegnativa, ad agire di conseguenza, secondo quanto pensato e detto.

Il rotariano dovrebbe spesso confrontarsi con le quattro domande, come costante verifica del proprio agire, non solo nella comunità ristretta dei club di appartenenza. Al rotariano si chiede di rinsaldare i principi etici e morali del suo vivere, in ogni momento, nella società, nella famiglia, con gli amici, nel lavoro.

La Verità illumina il cammino, incoraggia comportamenti giusti e virtuosi che conducono alla costante ricerca della Civiltà e della Cultura, elementi primari della crescita della società. Nella società moderna si ha bisogno di molta forza interiore, in particolare laddove si è chiamati alla costruzione di un futuro migliore per le nuove generazioni, tenendo dritta la rotta della Verità senza tentennamenti o compromessi al ribasso.

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Il Rotary ha una storia lunga più di centodieci anni perché ha saputo tenere vivi nel tempo i suoi principi fondanti, ribadendoli costantemente e con forza a tutti gli associati che sono entrati a farne parte per tante generazioni. Certo, la società si evolve continuamente, mettendo a dura prova dogmi e certezze che sembravano sicuri riferimenti immutabili nel tempo. Il ventesimo secolo, attraversato interamente, non senza difficoltà, dal Rotary e dai rotariani, ha portato cambiamenti epocali per la vita dell’Uomo.

La società di inizio secolo non esiste più, ma oggi riceviamo messaggi negativi, constatiamo il dilatarsi delle contraddizioni, le nuove generazioni vivono gravi difficoltà, nonostante un generico benessere, e non vedono un roseo futuro, si registra una cresci-

ta della distanza economica tra ricchezza e povertà e una perdita progressiva di valori.

In questi spazi il Rotary può continuare ad essere protagonista e rappresentare a sua volta un solido punto di riferimento.

E’ evidente che il Rotary è sempre stato capace di adeguarsi al cambiamento, resistendo anche alle rivoluzioni sociali e culturali degli ultimi decenni, ma sappiamo anche che il Rotary deve ancora impegnarsi per il riconoscimento del ruolo che ha assunto, con interventi di alto spessore e grande efficacia in tutto il mondo. Oggi, nonostante il lungo periodo di crisi, che ancora attraversiamo, bisogna continuare a fare leva sul pensiero di Paul Harris, che si dimostra, nonostante tutto, ancora efficace ed attuale, con l’Etica rotariana che defi-

nisce il Rotary come luogo di esempio, di incoraggiamento e conferma di valori. La sua forza non è data dai numeri, ma dalla qualità degli associati che devono comprendere le difficoltà dei tempi, averne consapevolezza e impegnarsi coinvolgendo tutto l’effettivo.

Per questo il Rotary contribuisce a migliorare la persona, sollecita il confronto tra soci, dà forza alla compagine e all’agire del club. Ma ciò deve essere portato fuori dai club, alla conoscenza della comunità del territorio, per avere la credibilità necessaria per la partecipazione attiva alla soluzione dei fabbisogni, privilegiando il bene comune e cominciando dalla individuazione delle necessità dei più deboli

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LA VOCE DEI CLUB

LA VOCE DEI CLUB A cura di Livio Paradiso “I Presidenti dei Club e i Corrispondenti possono inviare articoli aventi eclusivo contenuto rotariano a mezzo posta elettronica all’indirizzo livpar@libero.it, contenendo la lunghezza in non oltre 2.500 battute, spazi inclusi, e allegando una foto dell’evento. Per esigenze di spazio, potrà essere ospitato un unico articolo per Rivista e per Club, il più importante nel periodo. (l.p.)

RC Bari

Progetto Wingbeat di Christian Montanaro

Il RC Bari ha realizzato, in

una delle recenti riunioni, un incontro con la giovane Ilaria Fico, rappresentante Rotaract per il 2120, la quale ha esposto il “Progetto Wingbeat”, che va assumendo una risonanza particolare nel mondo della nuova medicina.

L’idea del progetto è nato dall’iniziativa di un ingegnere 23enne Alec Momont, il quale ha presentato in Olanda nel 2014 il prototipo del primo Drone-ambulanza in grado di trasportare un defibrillatore, una maschera di ossigeno e una dose di insulina, in tempi record, Il Service Nazionale Rotaract ha progettato l’acquisto di un Drone-ambulanza, che verrà donato al ‘118’ di Bologna , capace di trasportare un defibrillatore di 4 kg. sul posto della chiamata, localizzata

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dal GPS e dal personale che sarà in grado di pilotare tale strumento.

Il Drone da impiegare ha ottenuto la Certificazione di Progetto da parte dell’ENAC- Ente Nazionale per l’Aviazione Civile. Il costo complessivo del Service sarà di 50mila euro.

IL drone selezionato sarà in grado di raggiungere il luogo in cui è presente un infartuato in appena 16 minuti, in anticipo rispetto ad un’autoambulanza. Lo studio è stato

condotto dal Karoliniska Instituto svedese.

Ilaria ha informato che il Drone è stato presentato alla “Giornata Puglia”, durante la quale l’IDS spa ha donato alla sezione della Croce Rossa italiana il primo esemplare.

Lo speciale strumento medico sta ottenendo il riconoscimento e il patrocinio di diversi organismi mondiali di assistenza sanitaria-umanitaria.

LA VOCE DEI CLUB

RC Barletta

Ripresa economica e ruolo delle banche di Nuccia Cafagna

Un

interessantissimo incontro-dibattito sul tema ”Ripresa Economica e Ruolo delle Banche” con due relatori prestigiosi: il Dott. Giuseppe Ghisolfi ,Consigliere esecutivo del Presidente ABI Antonio Patuelli, e il Dott.

Ignazio Maffei , General Manager del Pastificio Maffei.

Una serata davvero stimolante con un uditorio attento e partecipe, un mix vincente all’altezza delle aspettative.

Non è dote comune parlare di economia ed avere un pubblico” avvinto” e stimolato ad una attenta riflessione su problematiche internazionali, che però incidono anche pesantemente sul “quotidiano” di tutti noi. Introduce il confronto il Presidente del Rotary Club di Barletta, Nardo Storelli, che rivolge i saluti del club ad una nutrita platea e ringrazia del supporto organizzativo la Socia Nuccia Cafagna ed il Segretario Sandro Attolico. Presenti in sala anche numerosi direttori di banca, docenti di istituti tecnici ed imprenditori locali . Giuseppe Ghisolfi, attualmente Consigliere Esecutivo del Presidente ABI Antonio Patuelli , già Vice-Presidente dell’ABI, nonchè VicePresidente dell’ACRI ( Associazione Casse Risparmio Italiane):un relatore di livello eccezionale che ha saputo tenere viva l’attenzione di

tutti, e non solo degli addetti ai lavori. Autore di un Manuale di educazione finanziaria , da anni si batte per diffondere la cultura della conoscenza consapevole in un settore spesso considerato ostico come la finanza. Il suo progetto tende a cercare di ampliare la conoscenza di concetti di base come inflazione, tasso di interesse, diversificazione del rischio, educazione al risparmio inteso come valore etico e previdenza per il futuro, per fronteggiare la crisi economica purtroppo ancora perdurante, nonostante i lievi segni di miglioramento. Ignazio Maffei, giovane e brillante imprenditore a capo dell’azienda di famiglia “Pastificio Maffei” di Barletta, produttrice di pasta fresca di qualità Made in Italy. Maffei sottolinea l’importanza della serietà e dell’ impegno che deve caratterizzare il lavoro di un imprenditore : la prova più tangibile è il suo presti-

gioso “brand”, vera eccellenza non solo per il nostro territorio, ma anche a livello internazionale. Le strategie adottate per evitare la crisi affondano le radici nella continua ricerca sul prodotto e nell’innovazione dei processi che hanno portato l’azienda a rinnovarsi tecnologicamente per sfidare nuovi mercati e nuovi settori.Evidenziata inoltre da entrambi l’importanza della rappresentanza politica in Europa, dove si giocano le partite economiche più importanti ,ma dove spesso chi ci rappresenta non ha sufficiente competenza e quindi rilevanza. Numerosi e motivati gli interventi del pubblico, ai cui interrogativi i relatori hanno saputo rispondere in modo specifico ed esauriente e facendo emergere spunti di analisi e riflessione interessanti per tutto il pubblico presente, dando vita ad un dibattito vivace e stimolante.

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LA VOCE DEI CLUB

RC Valle dell’Ofanto

Tre defibrillatori donati al territorio di Emanuela Termine

Un

service che porta in dono, al territorio del Club, tre defibrillatori salvavita.

Questa l’iniziativa portata a termine dal RC Valle dell’Ofanto - a poco più di un anno dalla costituzione - che ha donato i tre apparecchi defibrillatori alle AVIS rispettivamente di Margherita di Savoia, Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia, comprendendo anche il corso gratuito BL-SD per essere abilitati all’utilizzo dell’apparecchio.

Il defibrillatore cardiaco è un apparecchio che, rilevando le alterazioni del ritmo della frequenza cardiaca, è in grado d’erogare una scarica elettrica al cuore per azzerare il battito cardiaco e, successivamente, ristabilirne il rit-

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mo regolare, quindi è immaginabile che si possa usare quest’apparecchio senza un corso specifico, per questo ringrazio personalmente il Dott. Antonio Carpagnano, Presidente dell’Associazione ASL BAT CUORE, che ci ha dato questa possibilità. Questo il risultato concreto che il Club ha raggiunto con la Presidenza di Andrea Minervino, di un direttivo unito, che la sera di giovedì 28 settembre 2017, rimarcando il perseguimento della finalità di agire nel sociale e valorizzare il territorio, ha consegnato i tre defibrillatori nell’ambito di una riuscitissima serata conviviale “Festa di fine estate”. La finalità di questa serata non si limitava però al dono dei defibrillatori, ma è stato concordato un patto con le Avis dei tre comuni, ovvero quello di mettere a disposizione defibrillatore e addetto abilitato per tutte quelle associazioni che ne sono sprovviste

e magari vogliono organizzare manifestazioni sportive benefiche, per esempio. Tra le autorità rotariane presenti i PDG Mirella Guercia, nel cui anno apicale fu istituito il Club, e Luca Gallo, e Nicola Liso Assistente del Governatore Lanzillotti. Ampia la partecipazione di rotariani anche dei Club viciniori – Cerignola, Canosa, Trani, Andria, Bisceglie, Bari Mediterraneo - oltre ai numerosi ospiti che hanno conosciuto l’attività del Rotary in un contesto molto bello: l’Oasi Beach raffinato ristorante e sala ricevimenti sul lungomare di Margherita di Savoia, nonché sede del Club. Una lotteria di beneficenza, messa in piedi grazie al contributo di generosi sponsor di aziende locali, hanno permesso di alleviare i costi d’acquisto degli apparecchi. E il Rotary, seguendo il motto del Presidente Internazionale Ian Riseley, continua a “fare la differenza”.

RC Trani

Visita del Governatore di Achille Cusani

Importante

serata, quella svoltasi martedì 24 novembre nella nostra sede per la visita del Governatore Gianni Lanzillotti. Il nostro Presidente, Giuseppe D’Angelo, ha aperto la serata con un cenno alla raccolta dei centesimi fatta in favore della Rotary Foundation: un piccolo contributo per la lotta contro la poliomielite. Gianni ha preso la parola, complimentandosi innanzitutto con il nostro Club per l’incontro molto produttivo avuto, ad inizio serata, col Consiglio Direttivo. Egli ha poi tracciato, in una chiara e lineare prolusione, le linee guida del suo mandato.

Ha richiamato la struttura del nostro Rotary, nella quale ogni Club è autonomo, pur nell’ambito dell’organizzazione generale: ciò consente

un migliore apporto di ogni Club all’opera del nostro sodalizio. A tale proposito, il Presidente Internazionale vuole “fare la differenza” e questo motto è talmente ricco e pregnante, che non è stato adottato un motto proprio del nostro Governatore.

Egli ha sottolineato come tutto il Rotary si stia muovendo in vista della manifestazione Matera 2019, anche tramite una maggiore diffusione dei 4 siti UNESCO della Puglia.

Inoltre, nella costante attenzione dedicata dal Rotary ai giovani, sarà lanciato un concorso dedicato alle startup, onde sostenere la nascita di nuove aziende. I titolari delle startup prescelte, parteciperanno, l’11 e il 12 Maggio, ad un incontro con 40 imprenditori locali per verificare la fattibilità delle idee proposte. I Club dovranno concentrarsi sulla possibilità di sviluppo, ricercando nuovi rotariani (non semplici Soci) rinnovando e ringiovanendo la compagine sociale, a mezzo del. completamento delle clas-

sifiche. “Fare la differenza” vorrà dire, anche, dare priorità alla visibilità, attraverso la narrazione dei traguardi ottenuti e alla presenza sul territorio. In questa direzione andrà di certo la Conferenza cui prenderà parte il Presidente Internazionale il prossimo 28 Aprile a Taranto: un momento importantissimo per tutti noi. Terminata la prolusione, il nostro Presidente, durante il ringraziamento finale, ha fatto una donazione alle iniziative benefiche della Signora Gianna, purtroppo costretta ad assentarsi, per la ONLUS “La nostra famiglia” di Brindisi. La serata si è conclusa con un simpatico scambio di gagliardetti, uno dei quali è andato, da parte del Governatore alla bravissima Presidente del nostro Rotaract Angela Soldano.

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La Segreteria La Segreteria Distrettuale Via Piccinni, 33 - Bari 080 523 4620 segreteria1718@rotary2120.it www.rotary2120.org

Segretario Distrettuale Mauro MAGLIOZZI RC Grottaglie +39 347 913 1063 magliozzi.mauro@gmail.com

Erika BRESCIA Responsabile della Segreteria Distrettuale

Luciana LOPOPOLO Addetta alla Segreteria Distrettuale

Orario Estivo Dal LunedĂŹ al VenerdĂŹ: dalle ore 9.00 alle ore 16.00 Chiusura per ferie: dal 7 al 20 agosto 2017 Per informazioni e richieste potete contattare il numero o la mail della Segreteria Distrettuale

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