Compost 07

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Cronache Vere stri tempi il disco era una specie di Sancta Sanctorum. Costava tanto (come oggi in fondo) ed era l’unico modo in cui si poteva sentire della musica. Quando qualcuno comprava un disco nuovo si passavano i pomeriggi a casa sua a sentirlo. Seduti. In silenzio. Oggi invece si brucia tutto subito. Si scarica il disco e, sentite due canzoni, lo si archivia per non sentirlo mai più. Il valore della musica era dato anche dalla relativa difficoltà di fruirne. Con i cd prima e internet poi si è distrutto questo valore. L’argomento successivo viene da se. Un classicone di Compost e di ogni discussione che si rispetti sulla musica genovese. Locali e pubblico. Ai tempi probabilmente c’erano più possibilità di suonare e di far suonare nomi anche grossi come, ad esempio, i Damned. Se i Totò Miggiano non fossero stati umiliati e massacrati ogni volta che hanno fatto un errore, forse oggi ci sarebbe qualcosa di più. E’ mancato e continua a mancare l’appoggio del Comune, delle Istituzioni. Inoltre c’è stata una grossa involuzione di pubblico. Sarà stato per l’esistenza di una scena più compatta o per la minor possibilità di vedere un gruppo suonare (oggi bastano youtube e cinque minuti), ma i concerti erano considerati un evento, un qualcosa a cui non si poteva mancare. Ora non è più cosi. Per fare un esempio un Gianni Serino all’Albatros non avrebbe fatto venti paganti. Chiaramente anche allora i concerti che richiamavano tanta gente erano quelli di artisti mediocri strapassati in radio come, per fare un nome, Carmen Russo, ma in generale mi sembra ci fosse più fame di musica dal vivo.

A proposito del concerto di Carmen Russo, so che avete aperto un suo concerto all’Acquasola... Abbiamo suonato davanti a tre-quattromila persone. E li ho fatto una delle più grandi cappelle della mia storia musicale. Ci eravamo messi per entrare uno per uno. Io dovevo arrivare da dietro il tendone. Entro, inciampo e casco sulla batteria tirando giù tutto. Per fortuna sono riuscito ad iniziare il pezzo in qualche modo, mentre un’anima pia mi infilava lo sgabello sotto il sedere. Diciamo che me la sono cavata. Tra uno spassoso aneddoto e l’altro, una giunonica cameriera ci scaccia dal tendonebirreria e concludiamo la chiaccherata nello studio di registrazione di Gianni in pieno centro storico, dove mi fa sentire qualche (bella) traccia che sta registrando con i Melamara (il cui bassista, Saverio Farina, ci ha fatto da accompagnatore per tutta la serata). Stiamo riregistrando un sacco di pezzi nel mio studio (n.d.r. Gianni è entrato nel gruppo a fine 2007) e chissà che non si riesca a far uscire qualcosa. Stiamo anche provando a suonare un po’ di più dal vivo, perché secondo me la dimensione live è fondamentale per un gruppo. Tra l’altro i Melamara, rifacendosi ad un genere orecchiabile come può essere il cantautorato italiano, possono accontentare uno spettro decisamente ampio di spettatori rispetto alle cose che facevo ad esempio con gli Alan Lads. Siamo anche disponibili a suonare in posti inusuali, come potrebbe essere un paesino dell’entroterra ligure, a patto di essere considerati l’attrazione del-

Gianni la serata e non la spalla di un dj che mette unz-unz a tutto spiano nel banchetto di fronte al palco. Capito? I Melamara cercano date...fatevi sotto! Trovate ancora info e molte scansioni di articoli molto interessanti su http://www.giannitama.it 7 CMPST #7[06.2008]


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