Anno xxxii n° 18 17 maggio 2015

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ANNO XXXII N° 18 - 17 Maggio 2015 € 1.00

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EDITORIALE

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Il tormentone della Scuola Italiana ovvero la Buona Scuola Quando leggo grandi numeri in merito allo sciopero che «da Aosta a Palermo studenti, presidi e docenti protestano nelle strade per esprimere il proprio dissenso contro l’intervento del governo», un sorrisino beffardo mi si legge in volto, nell’allineamento che fanno i mezzi di comunicazione con gli altri scioperi. È normale che lo studente ami qualsiasi fatto che lo porti lontano dalla monotonia delle lezioni. Si prestano pure a riempire auditorium per le celebrazioni ricorrenti. Sta poi all’oratore di turno ottenere, non senza fatica, l’interesse e l’attenzione. Ho ascoltato alcuni giudizi di studenti che hanno partecipato allo sciopero: per lo più venivano riportati slogan soliti e senza costrutto, a dimostrazione di una goliardia a servizio di una protesta. Si rinnova, ancora una volta, il peccato originale delle Riforme scolastiche italiane, quello di prepararle a tavolino e imporle con una circolare. Questa volta si è voluto rispolverare anche il titolo della “Buona Scuola” che era incluso nella Legge di Iniziativa popolare per una buona scuola della Repubblica, portata in commissione nel 2006; questo prima della riforma Gelmini che riportò in auge il vituperato voto ed altre contestate riforme specie nella scuola primaria. Non c’è stato governo che non sia intervenuto sulla scuola: riforme continue e spesso contestate, dimostrando superfacilità e improvvisazione con i risultati da vergogna in classifiche internazionali. Se mi mettessi ad elencare tutti i cambiamenti portati dai vari Ministri della Pubblica Istruzione, soltanto da dopo guerra in poi, mi troverei in difficoltà col rischio di lasciare qualcuno che magari è rimasto nella storia dell’istruzione italiana per aver cambiato solo l’esame di maturità che doveva essere in forma sperimentale ed è rimasto per decenni. “ I decreti delegati” fecero scalpore; approvati nel 1974, introdussero nella vita della scuola una rappresentanza dei genitori, del personale ATA (Amministrativo, Tecnico, Ausiliario) e degli studenti (solo nella scuola superiore). Idea illuminante quella dell’innesto della famiglia nella vita della scuola, ma senza quella preparazione necessaria, specie dei componenti della famiglia, per cui, dopo quarant’anni non riesce ad andare al di là di un fatto semplicemente amministrativo. Lungo sarebbe il discorso sulle scienze quali la filosofia, la pedagogia, la psicologia, la didattica che non possono essere oscurate da una crisi economica che ha investito la nostra nazione. Una delle ultime iniziative del “Dirigente scolastico” ad assottigliare i “Direttori didattici” e i “Presidi”, non tenendo in alcun conto le tappe evolutive degli studenti con tutte le problematiche ad esse attinenti, è stata pessima. Per un motivo molto semplice, non erano preparati a tale scopo. Ed oggi giustamente viene contestato il plus di compiti a loro assegnati. Occorreva istituire prima un ulteriore studio universitario, una specializzazione come viene richiesta a tante altre lauree. Con troppa superficialità si tratta il lavoro faticosamente conquistato, lasciandolo per anni aleatorio e poi metterlo in mano a dirigenti che nella loro scelta possono essere guidati da tante motivazioni. Si continua ad improvvisare con la sicumera di chi è convinto di essere sempre nel giusto. Basta a riempirci la bocca di gioventù e di futuro. Una riforma della scuola non è più procrastinabile. Studiamola per tempo, attingendo alle tante buone esperienze che ci sono in Italia. Usiamo i mezzi tecnologici non solo per il 730/740; ridiamo vigore al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione voluto nel lontano 1948 dal ministro Gonella. Non è possibile fare riforme nella scuola ogni legislazione! Pietro Pompei

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Misericordiosi come il Padre

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UNITALSI A LOreTO cON I SAcerdOTI ANzIANI

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Seminaristi, figli del tempo e della vita digitale

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L’ACR si EXPOne! Festa degli Incontri 2015 DIOCESI - Domenica, 24 maggio, si terrà nella parrocchia SS. Annunziata di Porto d’Ascoli la Festa degli Incontri, tappa finale del cammino ACR. “Tutto da Scoprire“: questo lo slogan che ha accompagnato bambini e ragazzi durante il percorso annuale; “Tutto da scoprire quello che mi porta a te” l’invito rivolto, a loro, dagli educatori, a mettersi in discussione per scoprire le proprie risorse, uniche e irripetibili, e l’importanza di metterle a disposizione di tutti lungo il cammino della vita. Come piccoli scienziati i bambini e i ragazzi hanno “lavorato” per scoprire la “formula, perché testimoniando la Parola, rendendola ogni volta nuova, con l’ACR ci riesco anch’io“, come cantato nell’inno ACR 2014/2015. La Festa degli Incontri trasformerà l’Annunziata, per un giorno, in un grande EXPO ACR 2015: i gruppi parrocchiali potranno esporre in un proprio “padiglione” tutte le belle attività e iniziative che hanno vissuto durante l’anno (Meeting della Pace, raccolta alimentare per i poveri della parrocchia, l’incontro con un testimone nelle attività di gruppo, giochi, cartelloni, ecc...). Sarà un momento di condivi-

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PRIMA COMUNIONE A MONTELPARO

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sione e di incontro per capire l’importanza e la gioia di condividere lo stesso cammino con altre realtà, uniti nella Chiesa diocesana. Il tutto accompagnato da animazioni, giochi e dai divertenti esperimenti che verranno condotti dai FUN SCIENCE. A conclusione della giornata il Vescovo Carlo presiederà la celebrazione nella Solennità della Pentecoste a cui seguirà la merenda con la chiusura dell’EXPO. Chiappini Janet

ANCI Marche al fianco dei piccoli Comuni

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#FREE2PRAY

Per i martiri, nostri contemporanei… #free2pray è l’hashtag lanciato dalla Conferenza episcopale italiana dal suo account Twitter (@UCSCEI) per invitare a condividere “testimonianze e storie, dai diversi Paesi” “racconti di fede e di amore estremo, eventi di condivisione, fatti di carità” - dei “martiri nostri contemporanei”. La Cei ha infatti proposto di “dedicare, in Italia e in tutte le comunità del mondo che vorranno aderire, la prossima Veglia di Pentecoste, sabato 23 maggio 2015, ai martiri nostri contemporanei”. Da qui l’idea di lanciare un hashtag per raccontare storie e testimonianze dei “moltissimi cristiani” e degli “uomini di ogni confessione capaci di testimoniare l’amore a prezzo della vita”. Questa testimonianza, spiega la Cei nel comunicato con cui annuncia la Veglia di preghiera, “non può passare sotto silenzio perché costituisce per tutti una ragione d’incoraggiamento al bene e di resistenza al male”. La tragedia dei “tanti cristiani” e delle “tante persone” i cui “diritti fondamentali alla vita e alla libertà religiosa” vengono violati, ribadiscono i vescovi, “c’interroga profondamente e deve spingerci ad unirci, in Italia e nel mondo, in un grande gesto di preghiera a Dio e di vicinanza con questi nostri fratelli e sorelle”. #free2pray, allora, non per cedere alla moda social del mo-

mento, ma per far sentire la vicinanza dell’amore nostro e delle nostre comunità ai tanti martiri, missionari e laici, di questi tempi. #free2pray per esprimere commossa gratitudine per l’esempio d’intrepida fede di tanti cristiani perseguitati. “Oggi - ha detto più volte Papa Francesco - ci sono più testimoni, più martiri nella Chiesa che nei primi secoli”. E ancora: “Con il loro sangue fanno crescere il seme di tante Chiese piccoline che nascono”. #free2pray perché abitare il continente digitale con uno stile responsabile, da testimoni, significa anche condividere, dare voce a chi non ha voce, non far passare sotto silenzio la persecuzione patita da tante persone solo a causa della loro fede. #free2pray per dire grazie: il sangue dei martiri, diceva Tertulliano, è seme di nuovi cristiani!

NEONATI ABBANDONATI. SUBITO UNA LEGGE PER CREARE CULLE PER LA VITA IN TUTTI GLI OSPEDALI «Il ritrovamento di due neonati, una vicino nel napoletano vicino a un cassonetto, per fortuna ancora viva, ed uno in provincia di La Spezia, morto dopo essere stato abbandonato in uno scantinato, ripropone l’urgenza di promuovere nel nostro Paese il parto in anonimato e l’uso delle culle per la vita» afferma Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la vita. «Il Movimento per la vita, che ha già scritto in tal senso al ministro per la Salute in occasione di altri recenti casi, si farà carico di una proposta di legge finalizzata alla istituzione e valorizzazione delle culle per la vita nei pressi di tutti gli ospedali più importanti. «Nel dibattito in corso in Parlamento sul diritto a conoscere la propria identità biologica, occorre inoltre che il diritto del bambino sia sempre anteposto ad altre considerazioni,

distinguendo il caso dell’adottato o del nato da eterologa, in cui potrà prevalere il diritto alla conoscenza della identità biologica, da quello del bambino a rischio di aborto o infanticidio» conclude Gigli «per il quale deve prevalere il diritto alla vita». Daniele Nardi

Parola del Signore ASCENSIONE DEL SIGNORE - ANNO B ASCENDE IL SIGNORE TRA CANTI DI GIOIA

Dal VANGELO secondo MARCO In quel tempo Gesù apparve agli undici e disse loro: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. .. (MARCO 16,15-20) Oggi celebriamo la festa dell’Ascensione del Signore, l’Ascensione potrebbe essere definita la festa dell’Arrivederci tra il Cristo e gli uomini. Cristo Gesù, vero Dio e vero uomo, che per poco più di trenta anni ha camminato con gli uomini, e con loro ha sofferto, gioito, pianto, riso, con loro ha condiviso anche la morte. Dopo aver dato all’umanità una nuova speranza, una nuova conoscenza dell’amore di Dio, ora dopo essere stato il primogenito nella resurrezione, torna alla casa del Padre, ma non prima di aver affidato agli uomini (i discepoli), il mandato di continuare la sua missione. Missione di far conoscere a tutti gli uomini, di tutti i tempi, di tutte le razze, il suo Vangelo, la sua buona novella: Dio ci ama, e vuole essere riamato. Cristo ce lo ha rivelato, ce lo ha dimostrato. I credenti saranno sempre accompagnati da Lui in questa missione di evangelizzazione, e per mezzo di Lui avranno nuove possibilità nei confronti dell’eterno nemico, il Male. Scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno. Proviamo a dare una lettura diversa e personale a queste possibilità.,1) Scacciare i demoni: in Cristo non siamo più “i sempre sconfitti” nella lotta con il male, ma abbiamo la forza di farlo fuggire e di rifugiarci nei momenti più difficili tra le braccia amorose di Gesù.

Misericordiosi come il Padre Presentazione del Giubileo della Misericordia Nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, che permane come la carta programmatica del pontificato di Papa Francesco, un’espressione è sintomatica per cogliere il senso del Giubileo straordinario che è stato indetto lo scorso 11 aprile: “La Chiesa vive un desiderio inesauribile di offrire misericordia, frutto dell’aver sperimentato l’infinita misericordia del Padre e la sua forza diffusiva” (Eg 24). È a partire da questo desiderio che bisogna rileggere la Bolla di Indizione del Giubileo Misericordiae vultus dove Papa Francesco delinea le finalità dell’Anno Santo. Come si sa, le due date indicative saranno l’8 dicembre solennità dell’Immacolata Concezione che segna l’apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro e il 20 Novembre 2016, Solennità di Gesù Cristo Signore dell’Universo, che costituisce la conclusione dell’Anno Santo. All’interno di queste due date si sviluppa un calendario di celebrazioni con differenti eventi. E’ bene ribadire da subito, a scanso di equivoci, che il Giubileo della Misericordia non è e non vuole essere il Grande Giubileo dell’Anno 2000. Ogni confronto, quindi, è privo di significato perché ogni Anno santo porta con sé la sua peculiarità e le finalità proprie. Il Papa desidera che questo Giubileo sia vissuto a Roma così come nelle Chiese locali; questo fatto comporta un’attenzione particolare alla vita delle singole Chiese e alle loro esigenze, in modo che le iniziative non siano un sovrapporsi al calendario, ma tali da essere piuttosto complementari. Per la prima volta nella storia dei Giubilei, inoltre, viene offerta la possibilità di aprire la Porta Santa - Porta della Misericordia - anche nelle singole diocesi, in particolare nella Cattedrale o in una chiesa particolarmente significativa o in un Santuario di particolare importanza per i pellegrini. Alla stessa stregua, è facile cogliere dalla Bolla di indizione altre caratteristiche che ne fanno un unico. Già il richiamo alla misericordia, comunque, rompe gli schemi tradizionali. La storia dei Giubilei si caratterizza per la scadenza dei 50 e dei 25 anni. I due Giubilei straordinari hanno rispettato la scadenza dell’anniversario della redenzione compiuta da Cristo (1933.1983). Questo è invece un Giubileo tematico. Si fa forte del contenuto centrale della fede e intende richiamare la Chiesa alla sua missione prioritaria di essere

segno e testimonianza della misericordia in tutti gli aspetti della sua vita pastorale. Penso, da ultimo, al richiamo fatto da Papa Francesco all’Ebraismo e all’Islam per ritrovare proprio sul tema della misericordia la via del dialogo e del superamento delle difficoltà che sono di dominio pubblico. Per non dimenticare, da ultimo, un ulteriore tratto di originalità è offerto dai Missionari della Misericordia. Papa Francesco darà loro il mandato il Mercoledì delle Ceneri con la celebrazione in san Pietro. I Missionari dovranno essere sacerdoti pazienti, capaci di comprendere i limiti degli uomini, ma pronti ad esprimere l’afflato del buon Pastore, nella loro predicazione e nella confessione. Il logo Il logo rappresenta una summa teologica della misericordia e dal motto che lo accompagna. Nel motto, tratto da Lc 6,36, Misericordiosi come il Padre, si propone di vivere la misericordia sull’esempio del Padre che chiede di non giudicare e di non condannare, ma di perdonare e di donare amore e perdono senza misura (cfr Lc 6,37-38). Il logo è opera di p. M. I. Rupnik. L’immagine, molto cara alla Chiesa antica, perché indica l’amore di Cristo che porta a compimento il mistero della sua incarnazione con la redenzione, propone il Figlio che si carica sulle spalle l’uomo smarrito. Il disegno è realizzato in modo tale da far emergere che il Buon Pastore tocca in profondità la carne dell’uomo e lo fa con amore tale da cambiargli la vita. Un particolare, inoltre, non può sfuggire. Il Buon Pastore con estrema misericordia si carica l’umanità, ma i suoi occhi si confondono con quelli dell’uomo. Cristo vede con l’occhio di Adamo e questi con l’occhio di Cristo. Ogni uomo quindi scopre in Cristo la propria umanità e il futuro che lo attende. La scena si colloca all’interno della mandorla, anch’essa figura cara all’iconografia antica e medioevale che richiama la compresenza delle due nature, divina e umana, in Cristo. I tre ovali concentrici, di colore progressivamente più chiaro verso l’esterno, suggeriscono il movimento di Cristo che porta l’uomo fuori dalla notte del peccato e della morte. D’altra parte, la profondità del colore più scuro suggerisce anche l’imperscrutabilità dell’amore del Padre che tutto perdona.

2) Parleranno lingue nuove: molti di noi credono di essere incapaci di parlare di Gesù Cristo, di non essere adatti a essere evangelizzatori, ma Gesù ci promette la sua assistenza, quando con cuore sincero e fede grande saremo chiamati ad essere suoi testimoni, ci promette l’assistenza dello Spirito Santo che sarà nostro suggeritore per quello che dovremo dire. 3) Prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno: nell’incontro scontro con il maligno (il serpente figura del diavolo) i discepoli di Cristo avranno sempre il suo aiuto, non avranno timore, e il diavolo su di essi non avrà alcun potere, e non potrà fare loro alcun male, finché i discepoli saranno attaccati al Signore come il tralcio alla vite, poiché egli ha sconfitto il male, Egli è colui che toglie il peccato del mondo. 4) Imporranno le mani ai malati e questi guariranno: in questo caso il dono del Signore mi sembra che abbia una valenza più specificatamente presbiteriale: il potere di perdonare, di rimettere i peccati, tipico del sacramento della riconciliazione, quale malattia più grande di quella dell’anima, quale guarigione più grande della possibilità di essere di nuovo in armonia col Signore? Chiediamo al Signore di darci la forza, il coraggio, la fede per dire: Signore manda me. RICCARDO

PILLOLE DI SAGGEZZA: LA MISSIONE DEL CRISTIANO CONSISTE, SAPENDOSI AMATO, NELL’AVER VOGLIA DI DIRLO.


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La Dottrina sociale della Chiesa. Una verifica a dieci anni dal Compendio (2004-2014) Ben più di altre realtà di questo mondo, la vita della Chiesa è legata in modo speciale agli anniversari: facendone periodicamente accurata memoria essa ribadisce il primato del Signore sulla storia umana ricordando a tutti – oltre che a se stessa, particolarmente nei periodi di maggiore persecuzione e secolarizzazione – la sua origine ultima e il suo fine soprannaturale. E’ a partire da questa premessa fondamentale che l’Osservatorio ha scelto di commemorare un anniversario passato perlopiù inosservato sugli organi di comunicazione specializzati come all’interno del corpo ecclesiale: il decennale dalla pubblicazione, da parte del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, del Compendio di Dottrina Sociale (2004), fortemente voluto da Papa San Giovanni Paolo II e per la cui realizzazione il nostro compianto Cardinale Van Thuân offrì l’ultima parte della sua vita segnata da numerose sofferenze fisiche. Non è esagerato dire che quando uscì il Compendio fu un documento storico: per la prima volta, infatti, sotto la guida autorevole della Cattedra di Pietro veniva organizzato in modo organico in un’unica raccolta tutto il patrimonio rappresentato dal Magistero sociale nel suo insieme, discorsi pontifici come encicliche sociali come scritti patristici e della migliore tradizione apostolica. Il documento in realtà sarebbe già dovuto uscire per il Grande Giubileo nel 2000 ma all’ultimo momento vari ritardi e rifiniture fecero sì che la data programmata all’inizio fosse procrastinata più avanti. Dopo i primi entusiasmi, tuttavia, le traduzioni nelle principali lingue e la presentazione dell’opera un po’ in tutto il mondo, è successo qualcosa d’imprevisto e in poco tempo l’euforia dell’esordio si è molto ridimensionata. Ovviamente, la valutazione non attiene solo al destino materiale del volume in sè (poco o per nulla letto e studiato che sia) ma alla situazione di salute critica attraversata dalla Dottrina sociale della Chiesa negli ultimi anni, dopo che Giovanni Paolo II tanto aveva fatto per un suo rilancio su scala globale. E’ a partire da qui che il Direttore Stefano Fontana ha intervistato monsignor Giampaolo Crepaldi ponendogli una serie di questioni controverse anche e soprattutto alla

FORMAZIONE ON LINE

I seminaristi di oggi? Figli del tempo e della vita digitale L’Ufficio di pastorale della comunicazione della diocesi di Padova, in collaborazione con l’Associazione webmaster cattolici italiani, ha realizzato un percorso di formazione online da proporre a seminaristi e religiosi e a tutte le persone impegnate in varie forme nella pastorale. Non è una questione di tecnica quanto di strategia da adottare per raggiungere le persone e annunciare il Vangelo nel web Riccardo Benotti

luce della sua pluridecennale esperienza nel campo (dal 1994 al 2001 in qualità di Sottosegretario del Pontificio Consiglio, dal 2001 al 2009 come Segretario). Il risultato è la pubblicazione che in poco più di cento pagine suddivise in cinque capitoli (“Il significato del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa a dieci anni di distanza” (pag. 11-24), “La Dottrina sociale della Chiesa in difficoltà” (pagg. 25-45), “La struttura del Compendio: novità e attualità della Dottrina sociale della Chiesa” (pagg. 47-68), “I nodi della questione non ancora sciolti” (pagg. 69-86) e “Papa Francesco e la Dottrina sociale della Chiesa” (pagg. 87-101)) tocca tutti i punti più scoperti del rapporto Chiesa-mondo, così come del rapporto fede-ragione ed evangelizzazione-secolarizzazione riflettendo propositivamente sulle principali criticità attraversate oggi dalla Dottrina sociale della Chiesa soprattutto in Omar Ebrahime Italia e in Europa.

G. CREPALDI con S. FONTANA, La Dottrina sociale della Chiesa. Una verifica a dieci anni dal Compendio (2004-2014), Cantagalli, Siena 2014, Pp. 102, Euro 9,00.

LORETO - L’Unitalsi regionale ha organizzato una giornata con tutti i sacerdoti e religiosi anziani del territorio, proprio nella Santa Casa, sotto la protezione della Vergine Lauretana. La giornata si è articolata in più fasi, nella mattinata tutti i pellegrini hanno avuto modo di venerare le reliquie della Santa Bernadette nella Basilica Inferiore. A seguire, insieme a tutti i Vescovi della CEM, è stata celebrata la Santa Messa, presieduta dal Cardinal Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona e neo Presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana. Durante l’omelia, il Card. Menichelli ha ringraziato tutti i presenti, in modo particolare tutti i sacerdoti e l’UNITALSI, la grande missione che svolge per coloro che soffrono non può essere sottovaluta. Menichelli inoltre afferma: “occorre entrare nella Santa Casa poiché in questo luogo di Dio si è compiuto il progetto della Misericordia che è l’incarnazione della presenza di Cristo. Il “si” di Maria è collegato al nostro si di sacerdoti e la persona si unisce al progetto di Dio con la sua misericordia per mezzo del sacrificio di Cristo. È importante il richiamo fatto nelle sacre scritture

Cosa significa essere preti e suore del terzo millennio? È ormai indispensabile, nel percorso di formazione, imparare ad utilizzare le nuove tecnologie? E quali sono i rischi nell’annunciare il Vangelo in Rete? Di fronte ai nuovi scenari che si aprono per sacerdoti e consacrati, alle prese con un cambiamento culturale talvolta destabilizzante, l’Ufficio di pastorale della comunicazione della diocesi di Padova, in collaborazione con l’Associazione webmaster cattolici italiani (WeCa), ha realizzato un percorso di formazione online da proporre a seminaristi e religiosi e a tutte le persone impegnate in varie forme nella pastorale. Quattro moduli formativi sul possibile utilizzo pastorale dei media digitali, non tanto orientati alla tecnica quanto alla strategia da adottare per raggiungere le persone. Tecnologia e fede. Ma chi sono i seminaristi di oggi? “Sono figli del tempo che stanno vivendo - spiega don Marco Sanavio, direttore dell’Ufficio comunicazione della diocesi di Padova e coordinatore del corso -, anche se non tutti sono grandi frequentatori dei social media. Hanno, comunque, bisogno di acquisire competenze che consentano loro di entrare in contatto profondo con giovani e adulti che vivono anche la dimensione digitale delle relazioni e di alcune indicazioni su come proporre una comunicazione più efficace”. Al sacerdote del terzo millennio, prosegue don Sanavio, “mi sembra venga chiesto di essere più accompagnatore che maestro, inserito in una dinamica permeata dalla tecnologia che ha ridefinito i concetti di autorità e relazione personale”. Per questo, “negli spunti inseriti nei contributi multimediali da noi curati, cerchiamo di spiegare che non riteniamo fondamentale essere esperti di elettronica ma sapere come la tecnologia stia cambiando anche l’approccio alla spiritualità e ai percorsi di fede”. Quanto ai rischi che si corrono nell’annunciare il Vangelo nel web, don Sanavio osserva che “ce ne sono pure nell’annunciarlo in altri ambiti della convivenza umana”. Bisogna però essere preparati: “La Rete comprime sino ad annullarli gli spazi di attesa, luoghi privilegiati per far emergere domande di senso personali. Proprio per evitare alcuni rischi, come la dispersione o la de-corporeizzazione, abbiamo suggerito di operare con una strategia ‘mista’, in parte sul web e in parte in presenza, così da potenziare rapporti umani e messaggi”. Virtuale, conclude il coordinatore del corso, deattraverso la metafora della Vite e dei Tralci, Gesù infatti rappresenta la vite e noi siamo i suoi tralci…occorre essere consapevoli del mistero compiuto, quel mistero pasquale che passa attraverso la nostra fede. Concludo invocando l’aiuto della Vergine santissima affinché ci aiuti a vivere e che ci accompagni in questo mistero.” “Se siamo mistero di consolazione per coloro che soffrono, lo dobbiamo essere anche per coloro che hanno donato la vita per il servizio della Chiesa

riva dal latino “virtus” ed indica “la forza che deriva da un ulteriore ambito di relazione attraverso il quale far transitare anche l’annuncio cristiano”. Verso Firenze 2015. Il corso è già disponibile per Seminari e Comunità religiose che ne fanno richiesta. Per gli altri operatori pastorali, invece, verrà messo a disposizione nei prossimi mesi. Insieme a don Sanavio, i moduli formativi sono stati condotti da Arianna Prevedello, responsabile dei progetti dell’Ufficio comunicazione patavino, e da Michele Visentin, dirigente scolastico e pedagogista. Per Giovanni Silvestri, presidente di WeCa, l’iniziativa della diocesi di Padova è in profonda sintonia con l’impegno dell’associazione: “Fin dalla nascita, WeCa favorisce la formazione alla comunicazione in Rete da parte di operatori pastorali, genitori, educatori. Vogliamo essere vicini ai ragazzi, ai giovani e alle persone che ‘abitano’ sempre di più l’ambiente digitale”. L’iniziativa si inserisce nel percorso indicato dal documento preparatorio del 5° Convegno ecclesiale nazionale sul tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” (Firenze, 9-13 novembre). La proposta formativa, infatti, è stata pensata nella logica dell’uscire, non solo dai limiti imposti dalla geografia o dai contesti parrocchiali ma anche dagli schemi classici con i quali solitamente si comunica con lo scopo di annunciare il Vangelo. Da un paio d’anni i tre autori del corso sono impegnati a sondare come sia possibile oggi abitare le nuove relazioni di prossimità che adulti e giovani hanno costruito grazie alla mediazione digitale ed educare in un contesto profondamente mutato rispetto al passato recente. Il corso suggerisce anche la via della contemplazione e della trasfigurazione della realtà attraverso cinema e arte come itinerari che possono essere percorsi anche grazie alla mediazione della comunicazione digitale.

di Cristo” afferma convinto l’avvocato Salvatore Pagliuca, presidente nazionale dell’UNITALSI al termine della celebrazione eucaristica.


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I genitori non divorziano mai dai loro figli Relatore il dott. Ezio Aceti SAN BENEDETTO DEL TRONTO, MAGGIO 2015 – Il consultorio familiare Centro Famiglia presenta il primo di una serie di incontri pubblici, aperti alla cittadinanza, relativi a tematiche legate alle dinamiche familiari. Il primo degli appuntamenti in programma è l’incontro: “I genitori non divorziano mai dai loro figli”, fissato per martedì 19 maggio alle ore 21.15 presso la sala della parrocchia Sacro Cuore di Gesù in viale De Gasperi n° 152 a Centobuchi di Monteprandone. A tessere le fila del discorso il Dott. Ezio Aceti, affermato psicologo esperto in Psicologia dell’Età Evolutiva, Psicologia dell’Handicap e della Disabilità, Psicologia Scolastica e in Interventi psicologici di Mediazione in Ambito Familiare e Culturale. I genitori, quando intraprendono la strada della separazione, che porta poi magari verso il divorzio, non devono dimenticare mai che le loro funzioni genitoriali non si sospendono. Avere alcuni punti fondamentali di riferimento

può forse facilitare le cose per evitare che i bambini si sentano sovraccaricati di responsabilità e non paghino le scelte dei genitori. Quando il conflitto tra coniugi ed ex-coniugi assume caratteristiche particolarmente distruttive, si perde la possibilità di separare ciò che attiene al legame coniugale da ciò che riguarda il legame genitoriale. L’iniziativa rientra nel progetto “Famiglia al centro”, promosso dall’associazione Centro Famiglia realizzato insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno. Il progetto, partito a gennaio 2015, ha come obiettivo quello di prevenire i disagi della famiglia, curarne le situazioni difficili e promuoverla come bene sociale. La Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e l’Associazione Centro Famiglia hanno scelto di mettere al centro del progetto “Famiglia al centro” la comunità sociale, sia nella lettura dei suoi problemi, sia nella ricerca e nell’attuazione delle soluzioni possibili, attraverso la edificazione di reti ed il coinvolgimento del più ampio numero di soggetti che operano nel Terzo Settore.

Marche Centro d’Arte è partito il tour: prima tappa Monteprandone Sabato 9 Maggio Marche Centro d’Arte ha dato avvio al tour del territorio coinvolto nel progetto MCdA: la prima giornata dedicata interamente a Monteprandone è riuscita grazie al sostegno dell’Amministrazione comunale e la partecipazione dei ragazzi dell’ISC di Monteprandone. La mattina è iniziata insieme agli studenti dell'Isc di Monteprandone che hanno assistito, presso il Centro Pacetti (magnifica struttura del comune di Monteprandone), alla rappresentazione dello spettacolo " Quando i Piceni divennero Romani": un momento di fantastica partecipazione corale allo spettacolo interpretato dai ragazzi, che sono risultati tutti coinvolti, chi in qualità di attore, chi contribuendo dalla platea alla rappresentazione degli eventi narrati. La presenza del delegato comunale Daniela Morelli e di altri amministratori del comune limitrofo Monsampolo del Tronto (Ass. alla Cultura Valeri Noci e Ass. all’Urbanistica Marika Travaglini) ha dato il senso della vicinanza istituzionale al progetto ed all’idea di usare l'Arte e i suoi riti quale elemento aggregante del territorio. Fra gli attori adulti e presenti in sala c'erano numerosi esponenti dell'Archeoclub d'Italia e in particolare il presidente della sezione di Ripatransone dott.sa Donatella Sarti Donati, figura straordinaria del nostro territorio. La rappresentazione dello spettacolo sarà portata in scena di settimana in settimana fino al 14 di Giugno nei comuni coinvolti nel progetto MCdA. Il pomeriggio è iniziato con la re-inaugurazione dell’Expo di MCdA ospitata dentro Palazzo Parissi, palazzo storico di Monteprandone magnificamente restaurato e restituito alla fruizione della comunità per eventi culturali. Numerose le presenze fra queste, gli artisti in esposizione che compongono la sezione TERATOPHOBIA - chi ha paura dei mostri?. La mostra curata da Letizia Parato è stata illustra dalla Critica d'Arte Valentina Falcioni che ha presentato le opere esposte. Un momento di intimità artistica molto bello. Alla reinaugurazione ha fatto seguito la visita al borgo. La prima tappa al Museo dei Codici di S. Giacomo della Marca dove il prof. Saturnino Loggi ne ha raccontato la storia, subito dopo attraverso le stradine del borgo fino al museo di Arte Sacra dove sono custoditi, fra gli altri, un coro ligneo della collegiata e un crocifisso ligneo del tredicesimo secolo. La visita è poi arrivata alla chiesa di Santa Maria delle Grazie che ospita la salma di S. Giacomo della Marca. I frati del convento hanno fatto da guida alla visita dei luoghi. La cappella con l'urna di vetro che contiene il corpo del Santo, il Museo Sistino e infine una mostra fotografica, ospitata nel chiostro, dell'epoca in cui molti italiani emigravano in Belgio per lavorare nelle miniere di carbone. È stato un tour che si è rivelato molto coinvolgente anche dal punto di vista emotivo. L’ultima tappa di questa faticosa giornata è stato il ristorante la Dimora di Bacco che ha ricevuto gli ospiti con simpatia e aiutando i presenti a passare una bella serata servendo un'ottima cena con un più che giusto rapporto qualità/prezzo, da consigliare agli amici.

Gioia grande al «Centro Famiglia» Dina Maria e Diego, sposi E’ motivo di gioia grande partecipare ad una liturgia matrimoniale soprattutto perché l’Amore di Dio per noi si rende visibile negli sposi; è il momento in cui si conclude il fidanzamento ed inizia la testimonianza di fede in un Dio Fedele per Sempre al Suo progetto d’Amore per l’uomo. Anche Dina Maria Laurenzi, attiva e competente collaboratrice del Centro Famiglia, e Diego Dari, hanno chiesto di essere inseriti in questo Mistero d’Amore, il 25 aprile scorso nella Chiesa di San Pio X. Alla presenza di parenti ed amici, il parroco don Vincenzo Catani ha presieduto al sacro rito; la sua parola affettuosa ed incisiva, le voci del coro parrocchiale, i lettori hanno saputo creare un’atmosfera di gioia e di raffinata semplicità. Tutti noi del Centro Famiglia sosterremo gli sposi con l’affetto e con la preghiera. Noi de “l’Ancora” partecipiamo alla gioia della nostra collaboratrice Dina Maria e di Diego ai quali formuliamo affettuosi Auguri.

La prima Comunione a Montelparo di Giuseppe Mariucci E’ stato il Priore-Parroco Padre Agostino Maiolini a introdurre, dal fondo della chiesa, i comunicandi della Parrocchia di San Michele Arcangelo di Montelparo. Una processione, accompagnata dalle note di “Un solo canto” della locale Corale Gregorio Petrocchini, ha portato all’altare CATERINA, MICHELE, ELISA ed ANDREA! Una grande emozione era nell’aria: soprattutto nei piccoli vestiti di una candida tunica bianca, ma anche nei loro genitori e nella comunità tutta, che si stringeva intorno a loro. Preparati a dovere dalle catechiste Vittoria Schiavone ed Elisabetta Spinelli, i bambini hanno anche espresso il loro pensiero, sul momento che stavano per affrontare, con delicate e struggenti preghiere rivolte a Gesù. Uno dei piccoli, tra l’altro, si dichiarava “…sono un po’ in ansia perché è la prima volta che ricevo il tuo corpo e…davanti a tanta gente!….”; un altro l’ha voluto ringraziare “… per tutto quello che hai fatto per me….”; e un altro “…e, come un papavero fiorito cresciuto da un piccolo seme, così fai con noi….!”; e un altro infine: “…fai crescere nel mio cuore questo amore per te….!”. I fedeli presenti, già commossi per tutto questo, riuscivano a stento a trattenere le lacrime quando, guidati dalle chitarre di Angelo Antodicola e Cristian Mostardi, i bambini, con qualche rinforzo di loro coetanei, si raggruppavano in cima all’altare eseguendo due bellissimi pezzi cantati. Uno scrosciante e

spontaneo applauso concludeva il loro intervento canoro e la cerimonia! Un perfetto servizio fotografico è stato realizzato da uno degli elementi della Corale Petrocchini: Gabriele Baglioni. Quelle pubblicate sono soltanto alcune dei suoi tantissimi scatti!

Progetto FAMIGLIEDICUORE Sabato 9 maggio 2015 è stato inaugurato alle ore 13,00 in Via III Ottobre 9 lo Sportello Famigliedicuore. Finalmente anche ad Ascoli Piceno sarà attivo un punto di riferimento per tutte le famiglie adottive e per quelle che intendono avvicinarsi all’adozione. Lo sportello, che rimarrà aperto il lunedì e il giovedì dalle 17,00 alle 19,00 (tel. 324 9538888), fornirà servizi di informazione e di sostegno alla genitorialità gratuiti a tutte le famiglie interessate del territorio provinciale. L’apertura dello Sportello, prevista dal Progetto Famigliedicuore realizzato insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, è stato preceduta dal convegno “Il diritto di tutti a crescere in una FAMIGLIA: obiettivo possibile in una SOCIETA’ aperta all’ACCOGLIENZA” che si è tenuto lo stesso sabato 9 maggio 2015 presso la Sala dei Savi di Palazzo dei Capitani (Piazza del Popolo) alle ore 10,30. Al convegno, che ha avuto l’intento di contribuire a divulgare e sostenere l’istituto dell’adozione come uno dei percorsi possibili nel più ampio contesto della cultura dell’accoglienza e dell’inclusione sociale, sono intervenuti esperti di rilevanza nazionale nel campo della famiglia e dell’adozione. Proprietà: “confraternita SS.mo Sacramento e cristo Morto”

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Sulla scia della parabola del seminatore

54. LA PArOLA dI dIO dA AccOGLIere e dIFFONdere Leggiamo Lc 8,16-18. Dopo aver riferito la parabola del seminatore e la spiegazione che Gesù dà di essa, Lc scrive i tre versetti della presente puntata. Data la brevità del brano lo riproduciamo per offrirlo subito al lettore; poi, una volta individuato il suo contesto, lo leggeremo versetto per versetto. 16 «Nessuno accende (ápsas = avendo accesa) una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. 17 Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce. 18 Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere» (Lc 8,16-18; cf Mc 4,2125). 1. Il contesto. Noi riteniamo che questi tre versetti devono essere letti alla luce del contesto precedente, quello della parabolaspiegazione delle ultime puntate, come eco del tema della Parola di Dio da accogliere e da annunciare. Ecco tre ragioni. a) La parabola del seminatore ricontata subito prima ha per oggetto la Parola; la famiglia di Gesù, del brano seguente, nasce dalla Parola. Ne segue che la lampada sul candelabro vuole rimandare alla Parola che Gesù annunciando. Nel testo parallelo di Mc 4,21-25 non si ha questo contesto. b) La lampada è stata già accesa (ápsas = avendo accesa) e sta ardendo nell’ambiente. Ancora per contrasto, Mc 4,21 dice letteralmente: «viene la lampada…», quindi usa una metafora diversa. c) Raccogliendo l’essenziale si può dire che per Luca la «lampada che è stata accesa» è Gesù stesso morto e risorto che con la sua parola e il suo mistero di salvezza illumina «chi entra» nella comunità cristiana. In Giovanni leggeremo un messaggio analogo: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12). 2. La lampada già accesa, cioè la Parola, deve fare luce. «Nessuno accende (ápsas = avendo accesa) una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce» (Lc 8,16). «Avendo acceso una lampada». Gesù aveva detto: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio» (8,10). Tali misteri sono le parole che Gesù ha già pronunciato (e che completerà col suo mistero di morte e risurrezione). Questi «misteri» sono a disposizione degli Apostolo e dei predicatori del Vangelo. E’ la lampada della Parola a disposizione degli Apostoli e delle comunità cristiane.

«Non la copre con un vaso, ma la pone su un candelabro perché chi entra veda la luce». Luca tiene presente la casa nobile greco-romana assai ampia e illuminata da una forte sorgente di luce. Nella trasposizione di Luca chi entra vede quella luce già presente, perché i suoi membri vivono della luce della Parola e la annunciano con la predicazione. Infatti, quelli che la proclamano sono «coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza» (8,15). I frutti sono quanti man mano diventano cristiani: «Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno aggiunte furono circa tremila persone» (At 2,41); «Molti però di quelli che avevano ascoltato la Parola credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila» (At 4,4).. 3. Tutto deve essere manifestato. «Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce» (Lc 8,17). Nella Chiesa della Pentecoste il Risorto dice che è passato per sempre il tempo nel quale «a voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole» (8,9). Si entra nel tempo dell’universale annuncio della Parola, anche «agli altri»: «Riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra» (At 1,8). 4. L’annuncio deve essere autentico. «Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere» (Lc 8,18). L’impegno dell’annuncio deve essere genuino e autentico, «come ascoltate», cioè nell’esatta padronanza dei contenuti di fede. Nella prima lettera di Giovanni l’autore presenta uniti, con necessario legame, l’unzione del Santo nel cristiano e l’autorità ecclesiastica: «Ora voi avete ricevuto l’unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza» (1Gv 2,20). Poco dopo aggiunge il richiamo gerarchico: «Noi siamo da Dio: chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da questo noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell’errore» (1Gv 2,24), Nel «noi» viene indicato il corpo ecclesiastico che dirige la comunità giovannea. Conclusione. Ripetiamo l’acclamazione pasquale: «Cristo è risorto e ha illuminato il mondo. Alleluia». Ci illumini con la sua Parola piena d’amore. Crocettigiuseppe@yahoo.it

Impegni Pastorali del Vescovo DAL

17 AL 24 MAGGiO 2015

dOMeNIcA 17 MAGGIO Ore 11.00 Grottammare - Parrocchia S. Giovanni Battista: Cresime Ore 18.30 San Benedetto Tr. Parrocchia S. Pio X: Cresime Ore 21.00 Villa Rosa - Parrocchia S. Gabriele dell’Addolorata: S. Rosario con Fides Vita LUNedì 18- GIOvedì 21 MAGGIO Roma Assemblea Generale della CEI

SAbATO 23 MAGGIO Ore 21.00 San Benedetto Tr. Veglia di Pentecoste dOMeNIcA 24 MAGGIO Ore 11.00 San Benedetto Tr. Parrocchia S. Maria della Marina: Cresime Ore 16.00 Porto d’Ascoli - Parrocchia SS.ma Annunziata: Festa degli Incontri ACR Ore 18.00 Colonnella - Parrocchia S. Cipriano: Cresime

NOMINE Il Vescovo S.E. Mons. Carlo Bresciani ha nominato don Mariano D’Ercoli Vice Assistente dell’UNITALSI diocesana, in particolare per la zona interna della diocesi (prot. n. 13/2015 del 4 maggio 2015)

don Gianni Capriotti Vice Economo e Incaricato per l’edilizia di culto (prot. n. 15/2015 dell’8 maggio 2015)

AGENZIA GENERALE DI S. BENEDETTO DEL TRONTO

Agente Generale Cinzia

Amabili

Via F. crispi, 107 - Tel. e Fax 0735 582101

don Claudio Capecci Vicario Parrocchiale della Parrocchia S. Pio X in San Benedetto del Tronto (prot. n. 14/2015 del 10 maggio 2015)


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Da Ripatransone a cura di Silvio Giampieri CORSO DI BASE DI FOTOGRAFIA ORGANIZZATO

DAL CINEFOTOCLUB DI RIPATRANSONE Il Cinefotoclub di Ripatransone è una delle realtà più vivaci ed attive del territorio sin dalla sua fondazione. Questa associazione è intitolata al Marchese Alessandro Bruti Liberati che agli inizi del XX secolo sviluppò la sua passione per la neonata fotografia, ritraendo gli scorci più significativi di Ripatransone, che dal punto di vista paesaggistico ben si prestava e si presta tutt’ora ad essere immortalata. Della sua produzione è stata fatta in passato ampia pubblicazione costituendo essa un patrimonio prezioso per le sue testimonianze di vita quotidiana, oltre che per gli spunti storici e paesaggistici. Il Marchese infatti dando corso alla propria passione per la fotografia si dilettava ad immortalare anche scene di lavoro nei campi o scorci più mondani di città consegnandoci una visuale sulle consuetudini ed i costumi dell’epoca. Il Cinefotoclub cura an-

nualmente iniziative rivolte a valorizzare l’immagine del territorio ripano e a sviluppare la passione per la tecnica fotografica. In tal senso va anche l’ultima iniziativa, patrocinata anche dal Comune di Riaptransone, che propone un corso di base di fotografia composto da sette lezioni che culmineranno con un’uscita pratica. Le sedute di formazione saranno tenute da Roberto Casoni a partire dall’11 Maggio 2015 alle ore 21,00. Per ulteriori informazioni sui costi ed iscrizioni è possibile scrivere all’indirizzo mail cinefotoclubripa@gmail.com oppure telefonare ai numeri 3281236399 o 3334900566. Un’opportunità sicuramente da cogliere e che riscuoterà consensi, visto il numero crescente di giovani che si appassionano all’arte della fotografia, stimolati dal moltiplicarsi dell’uso delle immagini nei social network.

Parrocchia S. Benedetto Martire Festa della Mamma sotto “ Lu Campanò”. AUGURI MAMME!!! Domenica 10 maggio, in occasione della “Festa della Mamma, l’«Associazione Amici del Paese Alto» in collaborazione con il «Comitato del Quartiere Paese Alto», ha voluto festeggiare le Mamme in modo diverso dagli altri anni: Dietro suggerimento del parroco Mons. Romualdo Scarponi, è stata offerta alle Mamme una buona colazione. Sulla piazza antistante la “Torre dei Gualtieri, comodamente sedute ai tavoli, le Mamme presenti hanno gustato i dolci gentilmente offerti dalle pasticcerie Azzari, Bon Bon, Romani, dal Panificio Giuliani e dal ristorante Relitto, accompagnati dal caffè e latte offerti dal Bar Storico e dal thè caldo preparato dalla paninoteca “il Torrione”. È stato bello vedere la comunità in festa: scambi di Auguri tra le Mamme; i bambini che giocavano spensierati in piazza; i papà che collaboravano al servizio della colazione … il tutto nel suggestivo scenario del Belvedere e sotto l’occhio vigile del “Torrione”, simbolo della nostra città.

Progetto “Anziani cre-attivi”, avviati i laboratori per over 65 E’ entrato nel vivo il progetto promosso dall’associazione I Girasoli e realizzato insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno: dal movimento e l’alimentazione all’esercizio della memoria e lo scambio intergenerazionale, in partenza in diversi comuni del Piceno una serie di attività pomeridiane gratuite dedicate agli over 65 ACQUAVIVA PICENA (Ap) – É entrato nel vivo, con l’avvio dei primi laboratori, il progetto sociale “Anziani Cre-Attivi” promosso dall’associazione I Girasoli e realizzato insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno. Il percorso, che ha l’obiettivo di attivare creatività e spirito di azione negli over 65 in buona salute, affinché si sentano ancora appieno una risorsa per il proprio territorio, si realizza appunto attraverso tre laboratori pomeridiani, condotti da esperti: il laboratorio del ricordo, guidato da un counselor, con il fine di stimolare l’esercizio della memoria; il laboratorio movimento e alimentazione, condotto da un chinesiologo e un nutrizionista, che “educano” gli anziani ai movimenti più corretti da compiere e alla dieta più equilibrata da seguire; il laboratorio esperienziale, con l’ausilio di un animatore, in cui si realizzano occasioni di incontro e scambio intergenerazionale tra anziani e bambini. Alle attività possono partecipare, gratuitamente, gli over 65, nei comuni partner ade-

Da Montalto Marche a cura di Lauretanum UN PRANZO IN FRATERNITÀ PER AIUTARE LA LONTANA TERRA DI UGANDA Da San Pietro Apostolo in Contrada Lago di Montalto una proposta in spirito di missionarietà. “Casa della Speranza” è un’Associazione di volontari che opera principalmente in Uganda nei distretti di Gulu e Pader. Il suo riferimento è don Ciprian Ocen P’Akec, che attualmente è Parroco nella Parrocchia di Atamka (Arcidiocesi di Gulu). Don Ciprian è stato ordinato diacono in Italia, nella nostra Comunanza, il 20 aprile del 1991. Lo scopo dell’associazione è soprattutto quello di donare speranza a un popolazione che si sente isolata ed abbandonata, che si vede rapire i propri figli, uccidere i propri famigliari, e tutto questo nell’indifferenza generale. Egli stesso scrive: “La storia di questa Parrocchia riaperta dopo diverse chiusure è sempre quasi uguale a se stessa: niente acqua dentro casa, niente luce, e così via. Atamga è situata a circa 60 chilometri, lungo la strada che corre da Gulu a Kitgum, nel distretto di Pader. Le nostre preoccupazioni sono state principalmente: il rinnovamento della Fede nella Catechesi, la salute, l’educazione, poi i beni materiali, e prima di tutto la Pace. Dal 1996 fino a tre anni fa si abitava nei campi-profughi a causa della guerra. Allora gli abitanti hanno perso quasi tutto; quindi bisogna cominciare da capo se riusciremo a capire dove sta il principio! La Medicheria sta per finire le scorte. Questa serve per

tenere sotto controllo le malattie prevenibili; il trattore, che i nostri amici italiani di Valdaso ci hanno donato, ci aiuterà invece a coltivare, dal momento che la nostra terra è molto ricca. Così avremo da mangiare, e anche materia prima per commerciare. Per l’educazione ci sono poi 26 scuole nella Parrocchia; cerchiamo di incoraggiare sia i bambini che i Genitori con gli Insegnanti a impegnarsi. Per la Pace continuiamo infine a portare avanti la cultura di pace tra i più giovani”. L’Oratorio della Parrocchia di San Pietro Apostolo è desideroso di informare tutta la Diocesi e di invitare chi desidera al Pranzo solidale di Domenica 17 maggio p. v., alle ore 12:30 che seguirà la Santa Messa parrocchiale delle ore 11 e un incontro con le testimonianze dei volontari e la proiezione di alcuni filmati che aiutano a capire meglio la realtà nela quale si ta già operando da anni, con l’aiuto di tanti. Insieme si può fare di più e meglio, e aiutare dove c’è davvero bisogno! I fondi raccolti infatti saranno impiegati sia per aiutare la costruzione dell’Asilo nella Parrocchia di don Ciprian, sia per sostenere alcune situazioni locali di vera necessità. Grazie di cuore a tutti coloro che vorranno partecipare e contribuire.

INCONTRARE LO SGUARDO DI MARIA E CONTEMPLARE IN ESSO LA SALVEZZA Si rafforza col mese di maggio l’attaccamento alla preghiera mariana nelle Parrocchie montaltesi. Ogni anno il mese di maggio ci riporta tra le dolci braccia di una Madre speciale, Maria, e ci chiede quali figli di mostrare il nostro affetto altrettanto speciale per lei. La preghiera del Santo Rosario, e gli altri esercizi di pietà, che la tradizione più che millenaria della Chiesa ci consegna, ci aiutano in questo itinerario di amorevole e autentica devozione alla Vergine Santissima. Le Parrocchie del Comune sistino ancora una volta si sono date appuntamento in vario modo per riscoprire la bellezza di questa devozione e per rinnovarne nei diversi aspetti la pratica da parte di piccoli e grandi. Così lo scorso Venerdì 8 maggio, alle ore dodici, ci si è raccolti dinanzi all’immagine della Madonna di Pompei, conservata in una delle Cappelle laterali della navata destra della Basilica Concattedrale, per recitare, dopo la preghiera del Rosario e le Litanie lauretane, la tradizionale Supplica alla Regina del Sacratissimo Rosario di Pompei. La Supplica è una pratica devozionale cattolica che viene recitata ogni anno l’8 maggio (in quanto proprio l’8 maggio ebbe inizio la costruzione della Basilica pompeiana) e la prima Domenica del mese di ottobre davanti a un’immagine della Madonna di Pompei. La tela originale è attribuita alla scuola di Luca Giordano ed è un’opera del Seicento, che si trova all’interno del Santuario, ma questa immagine è poi divenuta estremamente popolare e si è diffusa in tutto il mondo, soprattutto nell’Italia meridionale e tra gli emigranti italiani. Il culto fu introdotto dal Beato Bartolo Longo, e in breve tempo acquistò fama internazionale per i prodigi verificatisi. Il testo della supplica ha subito diversi ritocchi negli anni seguenti il Concilio Ecumenico Vaticano II, quando si è rivisto il testo eliminando però così gli accenti più sinceri e genuini della spiritualità del Beato. Tuttavia, molto sentita dalla nostra gente, essa continua ad essere pregata nelle nostre chiese e nelle nostre case, come lo stesso Rosario, che in Concattedrale, come durante tutto l’anno, prepara l’assemblea all’incontro con il Signore nella Celebrazione eucaristica. A Patrignone e a Porchia invece, il mese di maggio vede raccogliersi i Fedeli nelle ore serali: presso la chiesa della Madonna di Reggio per la prima e in quella di Sant’Antonio di Padova per l’altra Parrocchia, sempre dalle ore ventuno in avanti. renti al progetto (Acquaviva Picena, Carassai, Cossignano, Force, Grottammare, S. Benedetto del Tronto, Monteprandone, Montefiore dell’Aso, Montedinove, Offida, Ripatransone e Venarotta) e proprio nei giorni scorsi sono partiti il laboratorio di movimento e alimentazione a Carassai, ad Acquaviva Picena, a Montedinove e a Montefiore dell’Aso, il laboratorio del ricordo invece è stato attivato a Venarotta. Dai prossimi giorni e fino alla metà di giugno le attività saranno avviate anche sugli altri comuni; gli anziani interessati, possono ancora iscriversi contattando l’associazione I Girasoli onlus al numero 0735 765089. Il progetto prevede anche l’organizzazione di tre escursioni della memoria, al Museo della Civiltà Contadina all’Abbadia di Fiastra (già in programma per il 21 giugno), al Museo della Bachicoltura a Padova (prevista il 12 luglio) e al Museo del Risorgimento a Roma (in data da definire).


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Anno XXXII 17 Maggio 2015

PAG

ANCI Marche al fianco dei piccoli Comuni

MArcHe, FreNA LA cAdUTA deLLe IMPreSe MA dA GeNNAIO A MArzO IL bILANcIO e’ ANcOrA PeSANTe

Il futuro dei Comuni dipenderà innanzitutto dall’atteggiamento e dalla misure che il Governo e le Regioni adotteranno nei nostri confronti a stretto giro e ci auguriamo possano segnare una svolta rispetto alle azioni intraprese fino ad ora. La situazione nei Comuni diventa ogni giorno sempre più critica. Fatichiamo oramai a garantire anche i servizi minimi indispensabili ed è netta la sensazione di una mancanza di piena consapevolezza di queste situazioni da parte del Governo e del Parlamento. Sono i Sindaci dei Comuni più piccoli quelli in maggiore difficoltà. E non potrebbe essere altrimenti considerati i loro bilanci strutturalmente molto rigidi e fortemente ingessati da una normazione non adeguata alla situazione. Dai piccoli Comuni arriva una pressante richiesta di aiuto, soprattutto su come proseguire nell’attività quotidiana a fronte delle spese incomprimibili, le sempre meno risorse disponibili, con i vincoli sul personale, con la progressiva chiusura di alcuni ed importanti servizi, con la progressiva difficoltà di gestire territori estesi. In questi anni i Comuni hanno contribuito più di altre istituzioni al risanamento della finanza pubblica. Dal 2007 al 2014 i Comuni italiani hanno subìto una stretta finanziaria di oltre 17 miliardi di euro a cui aggiungere nel 2015 un ulteriore sforzo, oramai insostenibile, di 1,5 miliardi di euro dalla spending review, che per le Marche, rispetto ai 236 Comuni marchigiani, equivalgono a circa 37,5 milioni di euro in meno di cui il 28% a carico dei piccoli Comuni, oltre gli obiettivi del patto di stabilità. Tagli e vincoli che hanno portato nel quadriennio 2008-2012 ad una riduzione degli investimenti, su scala nazionale, pari a circa il 30%. Tagli e vincoli aggravati dai rispettivi tagli applicati ai bilanci delle Regioni e delle Province e che ricadono tutti su di noi. Per non parlare della penalizzazione causata dall’introduzione del Governo dell’Imu agricola anche ai Comuni collinari o parzialmente montani, che per il 2014 ha comportato, solo nelle Marche, un recupero forzoso - ancora in corso, nostro malgrado - a discapito dei cittadini, stimato in circa 6,2 milioni di euro e che per il 2015 si prevede un nuovo e maggiore prelievo di circa 7,4 milioni di euro. Un recupero che, in aggiunta, va a colpire gran parte dei territori gestiti dai piccoli Comuni e che a sua volta si riverbera negativamente su coloro che coltivano la terra mentre dovrebbero essere premiati per il ruolo fondamentale che questi svolgono o potrebbero svolgere nel preservare il territorio e l’ambiente. Se ai tagli incisivi sommiamo anche le nuove regole di bilancio sempre più severe, rideterminare gli equilibri di bilancio per il 2015 sarà arduo per gran parte dei Comuni. Questa fragilità della finanza comunale non può che scaricarsi sulla programmazione concreta delle attività comunali, sulle scelte degli Amministratori e, infine, sulla qualità della vita delle comunità rappresentate e dei servizi erogati ai cittadini. Da troppo tempo attendiamo risposte e fatti concreti. Ogni giorno vediamo allungarsi la coda dei cittadini che chiedono aiuto presso i nostri uffici e, visto le scarse risorse di cui disponiamo, non riusciamo più a far fronte a tale istanze. A tutto ciò si aggiunge il caos normativo per reiterate modifiche alle leggi e a cui i Comuni stessi non riescono più a stare dietro. Eppure il Sindaco continua a riscuotere dai cittadini la loro fiducia - e sappiamo bene che così non è per le altre figure istituzionali -, motivo d’orgoglio che ripaga parte delle nostre fatiche e battaglie e che ci sprona ancora ad andare avanti, con concretezza e a testa bassa. Per guardare lontano, tuttavia, abbiamo bisogno di un leale e concreto spirito di collaborazione da parte dei Governi, altrimenti assisteremo inevitabilmente, impotenti e indifesi, ad una implosione del sistema istituzionale, a partire dagli enti locali, quelli più vicini ai cittadini e in grado di rappresentare meglio le necessità della collettività. Attraverso la Consulta nazionale, che in via del tutto eccezionale si è svolta qui ad Ancona, nelle Marche, abbiamo fatto il punto sui provvedimenti che regolano la vita dei Comuni, ragionato su alcune prospettive, raccolto suggerimenti e indicazioni, rielaborato un nuovo e chiaro messaggio al Governo per tentare di far invertire la tendenza, sempre più chiara e preoccupante. Attraverso la prossima Conferenza nazionale dei piccoli Comuni, che si terrà a Cagliari il 10 luglio prossimo venturo, si riproporrà all’attenzione del Governo il tema del ruolo strategico dei Comuni, a partire dai più piccoli, ripartendo da un’inevitabile e faticoso lavoro di valutazione e revisione della normazione vigente e la condivisione di direttive specifiche del cambiamento, capaci di realizzare un disegno coerente e coraggioso di riforma strutturale della finanza locale e dell’ordinamento delle autonomie locali. Dunque autonomia reale e dignità per la rinascita dei Comuni e la tutela dei diritti dei cittadini.

di battista: “nel nostro sistema produttivo vi sono segnali di ripresa, come la riduzione dei fallimenti, e si coglie un certo ritorno della fiducia imprenditoriale anche se alcuni settori mostrano ancora un certo affanno. In particolare l’artigianato che perde 618 imprese, soprattutto nell’edilizia e nel manifatturiero”. In calo le imprese che cessano l’attività ma duttivo vi sono segnali di ripresa, come la ridusono sempre meno anche quelle che nascono. zione dei fallimenti, e si coglie un certo ritorno Il risultato è un sistema produttivo che nei primi della fiducia imprenditoriale anche se alcuni tre mesi del 2015 perde 1.394 aziende mentre settori mostrano ancora un certo affanno. In nello stesso periodo dell’anno precedente il calo particolare l’artigianato che perde 618 imera stato di 1.628 imprese. Magra consolazione prese, soprattutto nell’edilizia e nel manifattuper le Marche, che stentano ancora a lasciarsi riero”. Secondo il Centro Studi Unioncamere Marche, alle spalle questa lunga crisi. che ha elaborato i dati MoTra gennaio e marzo, sevimprese per i principali condo i dati Infocamere, settori produttivi marchipresentati dal presidente di giani, prosegue la costante Unioncamere Marche Grariduzione delle imprese ziano Di Battista, le imagricole (-497) che scenprese marchigiane che dono per la prima volta hanno cessato l’attività sotto quota 29 mila, attesono state 4.397 mentre le standosi a 28.530. Male nuove aziende sono state (anche il commercio 3.003, con un saldo nega377) e le costruzioni (-373). tivo di 1.394 imprese. L’industria manifatturiera Nello stesso periodo delmarchigiana perde coml’anno scorso le cessazioni plessivamente 163 aziende, erano state 4.887 e le iscridi cui 61 nel calzaturiero, zioni 3.259, con un saldo 22 nel mobile e 18 nella negativo di 1.628 imprese. metallurgia. Negativi anche In un contesto di difficoltà, i saldi dell’alloggio e ristoè rimasto praticamente stabile il numero delle cooperative in attività nella razione (-73), dei trasporti (-37), delle attività nostra regione (da 2.594 a 2.592) mentre un se- artistiche (-37) e di quelle finanziarie e assicugnale incoraggiante è dato dalle 14 start up in- rative (-27). In aumento le imprese dei servizi novative che sono state costituite nel primo alle imprese (+64), le attività immobiliari (+36) trimestre dell’anno, in crescita rispetto alle 8 e quelle impegnate nei servizi sanitari e sociali start up nate nello stesso periodo del 2014. Altro (+14) mentre gli altri servizi alla persona persegnale incoraggiante viene dalla diminuzione dono 58 aziende. Pesante il bilancio dell’artidelle imprese fallite: tra gennaio e marzo sono gianato che registra la scomparsa di 1.394 state 108 mentre nel primo trimestre del 2014 imprese a fronte di 938 iscrizioni , con un saldo erano state 148 (-40 pari al 26,5 per cento). negativo di 618 aziende. Alla fine di marzo le Nessuna regione ha fatto meglio delle Marche imprese artigiane erano 47.683 su un totale di e solo Toscana (-18,1) e Piemonte (-13,8) 172.711 imprese iscritte ai registri delle Camere si avvicinano al dato marchigiano, mentre a li- di commercio marchigiane. vello nazionale i fallimenti calano di appena lo Il sistema produttivo marchigiano cambia anche nella ragione sociale: continuano a diminuire le 0,5 per cento. “I numeri” spiega Di Battista “sembrano pe- imprese individuali (-1.363) che sono ormai santi anche se il bilancio è meno negativo di un scese stabilmente sotto la soglia delle 100 mila anno fa. Bisogna anche tener conto del fatto unità, fermandosi a 98.229. In calo anche le soche sono proprio i primi giorni dell’anno quelli cietà di persone (-266) mentre prosegue la credove si concentra gran parte delle imprese che scita delle società di capitale (+250) che sono decidono di cessare l’attività. Da sempre i dati arrivate a 37.120. del primo trimestre sono negativi e il 2015 non Andando sul territorio, il saldo è negativo in poteva fare eccezione. Ora bisogna vedere se tutte le province. A cominciare da Macerata (nei prossimi nove mesi si riuscirà a recuperare 440), seguita da Ancona (-299), Pesaro Urbino in modo da riportare in attivo il numero delle (-251), Fermo (-249) e Ascoli Piceno (-155). imprese marchigiane. Nel nostro sistema pro-

Roberto De Angelis Sindaco di Cossignano Coordinatore dei piccoli Comuni

GARA DI BRISCOLA AL CENTRO ANZIANI DI PAOLANTONIO di Sara De Simplicio

Sabato 9 e domenica 10 maggio, presso il centro anziani della parrocchia San Giuseppe di Paolantonio, si è svolta una gara di briscola a coppie a cui hanno partecipato sessantaquattro persone, tutte entusiaste di gareggiare e cimentarsi in un “duello a carte” che li ha visti protagonisti per ben due pomeriggi. A contribuire al successo dell’iniziativa la voglia di stare insieme in compagnia, a suon di allegria e semplicità, e anche i bei premi in palio. Previsti, infatti, per le prime tre coppie vincitrici gustosi ed ambiti prodotti alimentari, come baccalà, lonze e salamini, oltre a due lucenti coppe assegnate ai vincitori. Lo spettacolo non è certo mancato perché la finale ha visto scontrarsi tre uomini e l’unica signora partecipante alla gara ed è stata molto avvincente: i vincitori hanno avuto la meglio solo dopo una lunga ed estenuante partita conclusasi alla fine con il risultato di misura di 3 a 2. I commenti, poi, a seguire sono stati altrettanto curiosi e particolarmente significativi: la giocata risolutrice è stata quella “di aver gettato l’asso di denari a mio rischio e pericolo” , a detta del vincitore Pasquale Cianchè, di Villa Marchesa, che ha sconfitto, insieme al compagno Gabriele Verdi, ex parrocchiano attualmente residente ad Alba Adriatica, la coppia formata da madre e figlio, Gaetana D’Angelo

e Annibale Barcaroli, di Ancarano; terzi classificati, invece, Tosti Vittorio e Di Gregorio Gino. Il gradimento per l’iniziativa è stato forte e molti, nei giorni precedenti, si sono ritrovati insieme per allenarsi e sfidarsi a suon di partite a briscola informali…come anche il vincitore Pasquale, che, con i suoi 93 anni e alla guida della sua Fiat Panda, ogni giorno per primo ha dato inizio agli “allenamenti”. Vittoria sfuggita, dunque, ai giocatori “in casa”, gli adulti - anziani di Paolantonio a cui non sono bastati energia e trucchi del mestiere per avere la meglio… , cioè gli assidui frequentatori del Centro Anziani come Silvestri Serafino, Di Feliciantonio Emidio, Olivieri Achille, Isopi Giacomo, Capriotti Benito, Vanni Domenico, Marinozzi Alberto, Di Pietro Fiorindo, Ferri Giacomo, Zucconi Antonio, Silvestri Ugo, Silvestri Giuseppe, Cicalè Nazareno, Forlini Pasquale, Di Clemente Luigi e Cialini Alfonso. L’iniziativa, che da anni si ripete e viene accolta con fervore ed entusiasmo, è stata organizzata dai responsabili del Centro Anziani con l’approvazione del parroco Don Marco Di Giosia, intervenuto poi, a gara conclusa, per premiare e ringraziare tutti i partecipanti del torneo. Particolarmente apprezzata è stata anche la “presenza” e la partecipazione alla gara del parroco emerito Don

Pacifico Forlini, il caro“Don Pacì” quasi novantacinquenne..Al termine , a completare il tutto e a rendere festosa l’atmosfera, anche un’abbondante “merenda” a base di fava, ventricina, pane e olio, formaggio piccante e vino, alla quale si sono uniti anche altri parrocchiani, di tutte le età, giovani compresi. Giornate come questa rappresentano un momento importante di socializzazione e di aggregazione: il Centro Anziani è un luogo nato per condividere insieme attimi e ricordi, per tutti coloro che, dopo tante fatiche e tanti sacrifici di vita vissuta, vogliono rilassarsi e trascorrere il tempo del “riposo” in serenità e con gli amici di sempre. Loro, gli adulti– anziani frequentatori del Centro, si sono già augurati di rivedersi al più presto per un’occasione simile e anche, o forse soprattutto, per un’auspicata rivincita!!!


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Anno XXXII 17 Maggio 2015

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Raul Castro da papa Francesco “Ho ringraziato il Santo Padre per il suo contributo al riavvicinamento tra Cuba e gli Stati Uniti”. E’ quanto dichiarato dal presidente Raul Castro al termine dell’udienza privata con Papa Francesco

durata circa 50 minuti. Il leader cubano ha presentato al Papa i sentimenti del suo popolo nell’attesa e preparazione della sua prossima visita nell’Isola nel mese di settembre.

DIOCESI DI S. BENEDETTO DEL TRONTO – RIPATRANSONE – MONTALTO

Veglia di PENTECOSTE Presiede il Vescovo Mons. Carlo Bresciani

GRANDE E’ LA CARITA’ Sabato Sa abatoo 23 maggio m gio oree 21.00 ritrovo ritr rovo in cattedrale rale A seguire guire la celebrazione brazione Eucaristica caristica presso esso le Suoree Concezioniste niste

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