Insieme - Luglio-Agosto 2016

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LUGLIO-AGOSTO 2016 N. 7 ANNO XI € 1,00

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DICEMBRE 2015 INSIEME / villaitalianocera

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Foto di copertina Salvatore Alfano

LUGLIO-AGOSTO 2016 N. 7 ANNO XI € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

PAVONIANI La gratitudine della Diocesi

ESTATE L’APPROFONDIMENTO

I nostri consigli

A COLPI DI SACRIFICI I talenti dell'Agro

In copertina Gianluca De Vivo, vicecampione europeo di karate

luglio-agosto2016 5 EDITORIALE Quelle mamme in attesa di Silvio Longobardi

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L'APPROFONDIMENTO Scendiamo in campo per vincere di Silvio Longobardi

22. La Caritas rilancia lo sportello antiusura

24. Il Beato Fusco canonizzato il 16 ottobre

VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo 18 Aperti per ferie 19 Sagre e concerti 20 Consigli di lettura 23 LA BACHECA a cura della redazione

Rossoneri: un sogno iniziato nel 1910 di Mariarosaria Petti

VITA ECCLESIALE 24 Alfonso Maria Fusco è santo di Salvatore D’Angelo

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Scafati, il sogno a spicchi continua di Danilo Sorrentino

26 Pavoniani: grazie di Antonietta Abete

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Bocce: determinazione e caparbietà di Antonietta Abete Gianluca De Vivo, la forza del Karate di Martina Nacchio SCUOLA&UNIVERSITà di Martina Nacchio

16 Studenti ai fornelli 17 Poggiomarino irradiata di poesia

sui giovani e la fede

Sommario

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31. Una ricerca

48 IN PARROCCHIA Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete RUBRICHE 60 Le suore francescane di Sant’Antonio di p. Paolo Saturno 61 Carissimi di Mons. Giuseppe Giudice

28 Sinodalità da vivere di Salvatore D’Angelo 30 “Ammonire i peccatori” di Mariarosaria Petti 35 Il pane della domenica a cura della famiglia Gambardella NEWS PARROCCHIE 43 43 Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti

32. Il dovere

di evangelizzare


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Quelle mamme in attesa

L

o scorso anno, quando la Suprema Corte decise di abbattere il muro della fecondazione eterologa, molti Governatori si affrettarono a dire che avrebbero inserito questo procedimento tra i servizi offerti dalla sanità pubblica. Tutto a spese dello Stato, salvo il ticket. Un improvviso amore per la maternità oppure un senso di colpa per tutti i bambini che, sempre a spese dello Stato, vengono soppressi prima della nascita? O forse, un assist alle cliniche che praticano la fecondazione artificiale? Chissà! La politica segue sentieri misteriosi che il cittadino medio fatica a comprendere. Una cosa è certa, non ho mai sentito politici fare dichiarazioni così nette a favore dell’adozione. Eppure, sappiamo che in Italia le coppie infertili sono sempre più numerose, il 15% secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità. A quanto mi risulta, nessuna di loro riceve sostegno da parte dallo Stato. È paradossale, se vuoi sopprimere una creatura che già vive nel grembo della madre, la struttura pubblica apre tutte le porte; e ti sostiene in ogni modo. Se invece vuoi accogliere una vita, se vuoi dare il calore di una casa ad un bambino che non può più contare sulla presenza dei genitori, lo Stato fa poco o nulla. Non a caso, il numero delle adozioni internazionali è drasticamente calato negli ultimi tempi. L’iter dell’adozione è particolarmente farraginoso, una corsa ad ostacoli, forse lo fanno apposta per scoraggiare quelli che non sono troppo convinti. Lo dice assai bene Michela Giordano, nostra conterranea, nel suo ultimo libro “Aiuto! Mi si sono rotte le acque” in cui racconta l’esperienza dell’attesa che lei ha vissuto in prima

persona. Un’attesa durata otto anni, fatta di speranze e delusioni. La sua è una storia a lieto fine ma le pagine del libro mostrano impietosamente le strette di una burocrazia fredda e ottusa, incapace di adattarsi alle necessità delle persone. Dov’è e cosa fa la politica per sostenere il legittimo desiderio di maternità? E cosa fa la Chiesa per accompagnare gli sposi che vivono questo dramma – la notizia di non poter avere figli è un vero terremoto! – in una fase così delicata del loro percorso coniugale? Cosa possiamo dire a quegli sposi che sono tentati dalla fecondazione artificiale? Quante coppie si lasciano convincere da quei medici che, con una fretta un po’ sospetta, propongono di affidarsi alla tecnica sanitaria? “L’adozione è una via per realizzare la maternità e la paternità in un modo molto generoso. […] Adottare è l’atto d’amore di donare una famiglia a chi non l’ha”, scrive Papa Francesco. E aggiunge: “Coloro che affrontano la sfida di adottare e accolgono una persona in modo incondizionato e gratuito” sono testimoni privilegiati dell’amore di Dio (Amoris laetitia, 179). L’adozione non è una via minore, una sorta di dura necessità per sopperire ad un bisogno, ma una forma di maternità ancora più gratuita. È bello sapere che vi sono coppie con figli che hanno accettato questa sfida. Mentre i media impazzano per Ed e Nichi, queste esperienze di autentica carità restano nascoste. Diamo voce a questi sposi, mamme e papà che da troppo tempo attendono ed hanno il diritto di non essere costretti a irrigare i fertili guadagni delle cliniche.

Foto Tawny van Breda

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L'APPROFONDIMENTO a cura della redazione

Scendiamo in campo per vincere

A

leggere le cronache, anche quelle più recenti, lo sport agonistico risveglia passioni meschine, quelle che portano allo scontro e alla violenza tra le opposte tifoserie. Non so perché la stupidità occupa sempre le prime pagine. Ma so che lo sport è ben altro: è relazione, allegria, abilità. Fare sport significa imparare il gioco di squadra, intrecciare diverse competenze. Anche nelle discipline individuali, nessuno diventa campione senza un allenatore che sa plasmare e orientare le sue capacità fisiche. “L’importante non è vincere ma partecipare”, diceva De Coubertin. Una retorica che ogni tanto viene riproposta ma alla quale nessuno ha mai creduto. Il desiderio di vincere appartiene alla natura umana e co-

me tale non va demonizzato. Anzi, è un incentivo che sostiene la fatica e permette di superare gli ostacoli. Quello che fin dall’inizio dell’attività sportiva dobbiamo rifiutare con decisione è la pretesa di vincere a tutti i costi e con ogni mezzo, compreso il doping. Si vince anche quando si perde, se abbiamo il coraggio di riconoscere che gli altri sono stati più bravi o più fortunati. Non importa. Quanti atleti, veri campioni nello sport, nella vita erano un disastro! In queste pagine parliamo dello sport agonistico, quello che muove passioni e interessi. Ma c’è anche lo sport dilettantistico, quello che coinvolge una fetta sempre più ampia della popolazione e, in particolare, quello che si rivolge ai più piccoli e insegna loro a vivere l’attività

sportiva come una scuola di vita. Fare sport in modo sano significa conoscere meglio se stessi, le proprie risorse ma anche i propri limiti; significa gareggiare con se stessi, misurarsi con le proprie capacità, imparare a dare il meglio di sé. Fare sport aiuta a comprendere che i traguardi si conquistano con pazienza e fatica, senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi e dagli ostacoli imprevisti, come insegna la storia di Gianluca De Vivo, vicecampione europeo di karate. Dedichiamo questo dossier a tutti quelli che hanno fatto della vita una bella gara. E a tutti coloro che, nonostante l’età, non sono stufi di vivere ma continuiamo a correre e a … far correre. Silvio Longobardi LUGLIO - AGOSTO 2016 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO

Rossoneri:

un sogno iniziato nel 1910

S

ui colori rosso e nero dello stemma campeggia un cane da guardia. È il 1928 e un giornalista sportivo paragona i calciatori nocerini a dei mastini, perché impressionato dalla loro grinta in campo, in un’amichevole con il Napoli. Una determinazione che accompagna il club da più di 100 anni in una storia di alti e bassi, segnata sempre dal desiderio di rialzare la testa e onorare una tifoseria esigente ma sempre presente. Fino ai recenti episodi del 2014, quando con sentenza della commissione disciplinare della FIGC la Nocerina viene esclusa dal campionato di Lega Pro per illecito sportivo e la sua corsa riparte dall’Eccellenza con il nome di Città di Nocera. Ripercorriamo alcune tappe del passato e i progetti per il futuro con Giuseppe Prete, dirigente dell’area tecnica della Città di Nocera.

Direttore, una storia importante e a volte ingombrante quella della Nocerina. Come si convive con questa responsabilità?

«La responsabilità prescinde dalla storia. Sono nato a Nocera e questo fa capire cosa rappresenti per me la Nocerina. Sono orgoglioso di poterla rappresentare nella mansione che svolgo. Ho un compito importante, perché devo soddisfare le esigenze di una tifoseria importante, ma anche rispondere alle attese di chi ha creduto che la mia figura potesse ben rappresentare la squadra, cioè la società. Tento di essere sempre attento, oculato, per sbagliare il

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Una storia ultracentenaria quella del club rossonero, caratterizzata da alti e bassi e da una costante: una tifoseria numerosa e sempre presente. A colloquio con Giuseppe Prete, direttore dell’area tecnica della Città di Nocera

Giuseppe Prete

Curiosità Presidente: Nicola Padovano Allenatore: Vincenzo Maiuri Direttore area tecnica: Giuseppe Prete 3 stagioni in Serie B: ’47-’48; ’78-’79; 2011-2012 Record nel 2011: con 72 punti e tre giornate di anticipo miglior risultato mai raggiunto per il girone B Stagione 2015-2016: Promozione in Serie D


vinto, ancora oggi a distanza di tempo, che quella fu una decisione mediatica». La Nocerina ha 106 anni. Mister e giocatori importanti sono passati sulla sua panchina. Da Luigi Delneri a bomber come Lorenzo Battaglia. Partite storiche sono state disputate, come quella con la Juventus nel 1997 per gli ottavi di finale di Coppa Italia. A quale ricordo è più legato?

meno possibile, con la certezza però che ogni possibile errore è dettato sempre da un pensiero positivo».

«In questa società ho fatto quasi tutto: sono stato giocatore, addetto alle pubbliche relazione e al marketing, team manager, coordinatore dell’area tecnica, sono stato commentatore a spalla con il cronista delle partite (anche per quella con la Juventus). Per 15 giorni sono stato anche il vice allenatore di Cucchi. Adesso sono il direttore dell’area tecnica. Solo un compito non ho mai svolto: il magazziniere. Non potrei mai eguagliare la bravura del nostro Giovanni Oliva! Ho collezionato tanti ricordi. Penso soprattutto ai rapporti umani con personaggi poco pubblicizzati, veri esempi di correttezza».

Può darci qualche anticipazione sulla riassunzione del nome di “Nocerina”?

Qual è l’augurio per la squadra per il prossimo campionato?

«Tutto quello che era di pertinenza della società è stato affrontato. La documentazione è stata presentata, ma dobbiamo aspettare l’ufficialità della Lega. Ma se mi chiede un parere, sono ottimista».

«Continuare il lavoro iniziato un anno fa, trasmettendo la serietà della società per fare affezionare di nuovo i tifosi ai colori della squadra. Speriamo di risanare anche la spaccatura con la parte più scettica che non ha più seguito la squadra per la questione della denominazione».

Se parliamo di rossoneri pensiamo subito ad una tifoseria importante. Come la descriverebbe?

«I tifosi dei molossi hanno vissuto tutto: esaltazione con le promozioni in serie B, delusione per le retrocessioni, amarezza per la macchia del recente passato quando la società è stata estromessa dai campionati. In tutte le vicende le responsabilità non sono mai dei singoli. Sono con-

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio e Donatella Salvati Segreteria di redazione Maria Luisa Franco Marketing Sofia Russo Hanno collaborato Danilo Sorrentino, Agostino Ingenito, don Natalino Gentile, Luciano e Mena Gambardella, Chiara Pagano, Maria Grauso, Chiara Bruno, Maria Ermelinda Di Lieto, Vincenzo Scalogna, Federica Pepe, Dina Grimaldi, Aldo Longobardi, Ilaria Benigno, Marina Massa, don Roberto Farruggio, Giovanni Giordano, Antonella Malafronte, Mons. Giuseppe Giudice, Mariano Rotondo Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466

Parliamo di calcio e non di poesia. Eccessivo tirare in ballo Shakespeare e il verso “Che cosa c’è in un nome?”. Forse i 5000 tifosi presenti per una partita d’Eccellenza conoscono il testo di Giulietta e Romeo, perché l’unica cosa che conta è la maglia. Forza rossoneri! Mariarosaria Petti Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

Questo numero è stato chiuso in redazione giovedì 23 giugno

Abbonamenti € 10,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 15,00 ordinario in spedizione postale € 25,00 contributo sostenitore € 50,00 contributo benefattore

Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: «Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione». La pubblicazione degli scritti è subordinata al­l’in­sin­da­cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.

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L'APPROFONDIMENTO Una partita della Givova

Scafati, il sogno a spicchi continua C

i sono alcune realtà, poche ed elette città italiane, in cui il calcio è derubricato alla categoria “Altri Sport”. Solitamente, sotto questa voce, troviamo il basket, la pallavolo ed altre discipline di squadra o individuali che attirano meno tifosi rispetto alla sfera che ruota su un rettangolo verde giocata da ventidue uomini. Ci sono una serie di città italiane in cui il primo sport, quello più seguito e anche più praticato, è il basket. Una di queste è senza dubbio Scafati. Città che segna il confine fra due delle province più popolose di tutto il Sud Italia e che, forse anche per la sua conformazione, abbraccia un’intera area e ha creato un vero e proprio movimento cestistico. Merito dello Scafati Basket, che ha vissuto i suoi anni di gloria proprio nel primo decennio del 2000. Ne è passata di acqua sotto i ponti dalla prima storica promozione in Serie A2 dell’allora Ovito Scafati (le squadre cambiano nome a seconda del main sponsor). La seconda serie italiana ora è una realtà per Scafati che quest’anno ha sfiorato il ritorno in Serie A1, dopo un campionato favoloso, chiuso al

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Il basket approda per la prima volta a Scafati nel 1949, quando i ragazzi dell’Azione Cattolica fondano la squadra Silvio Pellico. La storia e il campionato strabiliante della Givova e della Cesarano Basket


Scafati festeggia la Coppa Italia

La Cesarano Basket festeggia promozione in B

primo posto nel suo girone e vincendo anche la Coppa Italia di categoria, la seconda nella sua storia. Purtroppo un regolamento beffardo – che premia solo una squadra su 32 partecipanti – ed un suicidio sportivo nella semifinale playoff contro Brescia (da 2-0 a 2-3 nella serie) non hanno permesso alla Givova di giocarsi la finale promozione contro la quotata Fortitudo Bologna.

sima, a partire dal coach Luigi Iovino, 27 anni. «Iniziammo sei anni fa come un divertimento, decidemmo di fare questa squadra e cimentarci in un campionato regionale. Mai avremmo pensato di riuscire ad arrivare fino in Serie B», le parole dell’allenatore della Cesarano che si sta preparando per l’esame di avvocato, in programma il prossimo dicembre.

La prima volta che la palla a spicchi arrivò a Scafati fu nel 1949 quando alcuni ragazzi dell’Azione Cattolica fondarono la squadra "Silvio Pellico". Per oltre trent’anni ( fra fallimenti e rifondazioni) il cammino della formazione gialloblù fu travagliato ed anonimo, ma la svolta la segnò Nello Longobardi, imprenditore conserviero che ha trascinato Scafati dai meandri del dilettantismo sino al paradiso della Serie A. 25 anni di grandi successi, con l’apice dell’approdo nella massima serie nel 2006, dopo un torneo letteralmente dominato e stravinto con una giornata d’anticipo. Una stagione da incorniciare per l’Eurorida Scafati che in Serie A si tolse anche la soddisfazione di battere Milano (che un mese fa ha festeggiato il 27esimo scudetto della sua storia) al PalaMangano, in una serata che resterà indelebile nella storia di Scafati. Quest’anno pareva essere la volta buona per il ritorno in Serie A, invece è arrivata una delusione cocente. Talmente tanto forte che patron Longobardi ha deciso di lasciare: «La mia decisione non è figlia del risultato, ma vivo le partite con enorme stress: mi rendono poco lucido, irascibile e molto teso, al punto tale da non chiudere occhio durante le notti che precedono e seguono le gare. La storia di Scafati non finirà perché ci sono i miei amici Rossano e Acanfora (presidente e main sponsor, ndr) che vorranno continuare. Speravo di poter raggiungere la finale, probabilmente se avessimo vinto i playoff e conquistato la promozione in serie A, avrei trovato nuovi stimoli per proseguire e restare al timone della società, desideroso di confrontarmi con le società più importanti e prestigiose dello Stivale».

La forza della Cesarano Basket è il collettivo. «Si è creato un gruppo davvero molto bello, siamo gli stessi del 2010 anche se con ruoli diversi. Anche quelli che non giocano più perché il quoziente di difficoltà delle categorie è diventato più importante, ora ci sono affianco sotto altre vesti: chi fa il direttore sportivo, chi il general manager, ognuno vuole far parte della Cesarano. Siamo tutti amici, ci vediamo anche al di fuori degli allenamenti o delle partite e questa è sicuramente la nostra vittoria più bella». Più bella dei cinque campionati vinti (“davvero non ce lo aspettavamo, non era questo il nostro obiettivo”, ha detto Iovino), più bella anche dell’approdo ai playoff al primo anno di Serie B. «Per noi che dovevamo salvarci è stata già una vittoria essere arrivati fino a questo traguardo. La cosa che ci fa piacere è che negli anni è aumentata anche l’affluenza al palazzetto alle nostre partite». Perché è vero che in campo – o sul parquet, dove c’è – vanno bene giocatori rispetto al calcio (“solo” 5), ma è pur vero che alle spalle dei canarini gialloblù, Cesarano o Givova che sia, c’è una città intera, Scafati. Il cui sogno a spicchi continua.

La Cesarano Basket. Non solo la Givova, però, perché dal 2010 è nata un’altra realtà a Scafati, la Cesarano Basket, che ha scalato le categorie e ora milita in Serie B, appena una categoria sotto i “cugini” più grandi. Cinque promozioni in cinque anni per la Cesarano, con una storia più giovane ma anche dal volto più fresco. Età media bassis-

Danilo Sorrentino

Nello Longobardi e Giovanni Acanfora, main sponsor della Givova

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L'APPROFONDIMENTO

Bocce:

determinazione e caparbietà La terna della Santa Lucia e Sant’Alfredo: il capitano Marco Pappacena, Michele e Ferdinando La Marca. I più giovani del campionato

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raccio teso, boccia accarezzata nella mano, corpo delicatamente piegato verso il basso. Poi il tiro. La sfida è individuare la strada migliore per avvicinarsi al pallino o colpire la boccia dell’avversario. La potenza del tiro è scelta dal giocatore, l’arbitro invece misura le distanze e assegna il punto. Pazienza, tecnica e concentrazione sono elementi indispensabili in questo sport. Ne abbiamo parlato con Vincenzo Fortino, classe 1950, di Nocera Inferiore, tecnico dell’Associazione sportiva Santa Lucia e Sant’Alfredo di Sarno. La sua passione nasce in giovane età quando per strada vede giocare a bocce. Inizia a frequentare il circolo bocciofilo S. Raffaele di Pagani, ha stoffa e a 16 anni comincia a giocare a livello agonistico. Tante le vittorie che porta a casa. Ha giocato fino a 10 anni fa, quando è stato costretto a smettere per problemi fisici. Ma la passione è rimasta e ha deciso di passare dall’altra parte, nel settore della formazione. Ha frequentato a Roma un corso presso il Coni ed è diventato allenatore. Ha passato 4 anni al Comitato di Salerno e ha vinto la Coppa Italia nel 2010 a Mantova. «È stato bellissimo – racconta ­– ho rivissuto le stesse emozioni di quando giocavo. È meraviglioso stare con i ragazzi». Successivamente passa ad allenare l’associazione sportiva Santa Lucia e Sant’Alfredo di Sarno. La squadra che partecipa alle manifestazioni di Alto Livello e il cui sponsor ufficiale è il Centro Lars, con il mister Fortino passa prima dalla Serie C in B, e poi dalla B in A. «Al mio arrivo la squadra lottava per la retrocessione, l’anno successivo non abbiamo perso un incontro». Era il campionato 2104-2015. Quest’anno sono ritornati in B.

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A colloquio con Vincenzo Fortino, classe 1950, di Nocera Inferiore, che ha iniziato a giocare a livello agonistico a 16 anni, collezionando tante vittorie. È l’attuale tecnico dell’associazione sportiva Santa Lucia e Sant’Alfredo di Sarno Ci si allena due volte a settimana, il martedì e il giovedì. Contrariamente a quanto si è portati a credere, l’età dei giocatori va dai 20 ai 50 anni e abbraccia un’ampia area geografica. Oltre a Sarno, i giocatori sono di Nocera Inferiore, Nocera Superiore e Nola. «La composizione delle squadre di Alto Livello è di sei giocatori a cui si aggiungono le riserve, più il tecnico e il dirigente. Il tecnico in settimana assiste agli allenamenti e decide chi portare alle gare - racconta -. C’è un allenamento di 15 minuti che precede la partita e i giocatori da sei diventano quattro. La partita si gioca in 4 set, due individuali e due a coppie. Per la vittoria bisogna sommare 8 punti». Quali sono le caratteristiche fisiche per praticare questo sport? «Ci vuole anzitutto passione, unita ad una buona forma fisica. Il talento, poi, è un dono. Quando ho davanti i ragazzi, capisco subito chi può avere successo e chi invece ha dei limiti. La passione è l’ingrediente che consente di superare qualsiasi ostacolo. È necessaria anche una buona dose di sacrifici, perché senza allenamento non si raggiungono i risultati». Passione che non manca certamente a Vincenzo Fortino. A Nocera Inferiore sta nascendo l’Associazione Sportiva Cicalesi, in via S. Pietro, vicino alla Scuola Media Genovesi. Vi sono già 60 iscritti. «Il mio sogno è aprire una scuola di bocce per ragazzi. Due ore, due volte alla settimana, per avvicinarli ad uno sport sano». Un progetto da realizzare in collaborazione con le scuole di Nocera per andare incontro alle esigenze di tanti ragazzi e famiglie che non hanno la possibilità economica di praticare uno sport. Vincenzo, padre di due figli, con una nipotina con cui passa molto tempo e un’altra


in arrivo, ha la passione per l’orto, frequenta la parrocchia di Gesù Risorto a Pagani e ha il mal d’Africa. Campo sportivo di Sarno. In collaborazione con l’assessore allo sport, lo scorso 29 maggio è stata organizzata una giornata per far conoscere ai ragazzi il gioco delle bocce. Sulla destra, Michele Fortino 7 novembre 2015, II Giornata di andata, a Virtus L’Aquila

24 ottobre 2015, I Giornata di campionato, a Sarno

9 aprile 2016, VI Giornata di ritorno, Montegridolfo

Dopo aver lavorato nel campo della vigilanza per 36 anni, a 57 anni è andato in pensione. Insieme ad un amico di Como, originario di Sarno, è andato in Ghana a trovare un amico sacerdote. Dopo quella prima e indimenticabile esperienza, ritorna ogni anno. L’amico aveva una ditta di carpenteria ed insegna come fare le riparazioni, Vincenzo invece come seminare e prendersi cura delle piantine. Parte ogni anno per uno o due mesi, il martedì in Albis. La terra rossa, come quella del campo di bocce, gli è rimasta attaccata sotto le scarpe. Antonietta Abete

Geografia dell’Agro Il gioco delle bocce è molto diffuso nel nostro territorio. Negli anni tante società sono sparite a causa degli alti costi fissi di gestione delle strutture. Altre realtà fortunatamente sono nate. A San Marzano c’è la società San Biagio, ad Angri l’M.C.M., a Pagani La Comunale, a Nocera Superiore l’Associazione sportiva Dei Cacciatori e La Rotonda, a Sarno l’Associazione sportiva Santa Lucia e Sant’Alfredo. A Roccapiemonte, in passato, c’era l’Associazione sportiva San Giovanni. A Nocera Inferiore è nata proprio in questi mesi l’Associazione sportiva Cicalesi.

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L'APPROFONDIMENTO Foto Salvatore Alfano (2)

Gianluca De Vivo, la forza del karate

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uarda la sua immagine riflessa. Respira. La gamba si muove sincrona al braccio. Calcio. Colpisce l’avversario nello specchio. È lui il principale rivale che deve sfidare ogni volta che inizia una gara. Gianluca De Vivo, vicecampione europeo di karate, è l’atleta che non ti aspetti. Ventiquattro anni ad agosto, occhi chiari e determinati, sorriso contagioso. Fuori dal suo kimono è un giovane di San Valentino Torio, uno di quelli che puoi trovare per strada la sera tardi a divertirsi con gli amici. Stretto dentro la sua cintura nera 3°dan è invece uno dei karateka più forti del mondo. Parliamo del suo percorso agonistico prima tra le strade in cui è cresciuto e poi nella sala in cui si allena. Il racconto della sua vita scivola tra le parole, intrecciato alle medaglie che ha vinto, alle delusioni che ha scontato, ai successi guadagnati. Gianluca si avvicina al Karate nel 2005, a 13 anni. «Tardi – spiega –, il karate è uno sport da iniziare a praticare da piccoli, quando la corporatura non è ancora sviluppata». Eppure un anno dopo già vince il primo Campionato italiano. Un talento innato, coltivato grazie agli insegnamenti dell’eccezionale maestro Antonio Califano. Cintura nera 5°dan, tecnico della Nazionale Master dal 2015, il maestro Califano è il fondatore della Shirai Club San Valentino, società di karate tra le più forti d’Italia. Vincitri-

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Insieme LUGLIO - AGOSTO 2016

Il 5 maggio scorso Gianluca De Vivo, classe 1992, ha conquistato il titolo di vicecampione europeo di Karate. La storia del campione di San Valentino Torio, intessuta di prove e vittorie

Gianluca e il maestro Antonio Califano


Foto Antonio Genovese Il Risorgimento Nocerino

ce dello scudetto come società campione d’Italia nel 2012 e 2013 grazie al numero dei podi ottenuti dai suoi atleti ai Campionati italiani, la Shirai Club è seconda negli ultimi due anni solo agli atleti delle Forze Armate. A dimostrarlo sono le coppe che sommergono tutte le pareti della reception della palestra in cui gli atleti si allenano. Un colpo d’oro agli occhi in un ambiente piccolo e semplice. «È soprattutto grazie al maestro Califano se oggi sono quello che sono» sottolinea Gianluca. Mentre chiacchieriamo, tra i due c’è la complicità tipica di chi sa che sta costruendo qualcosa di grande. Le medaglie. La grinta di chi non può mai abbassare la guardia, Gianluca nella sua giovane carriera ha vinto tanto, ma ha anche pagato a caro prezzo le sconfitte. Tredici campionati italiani vinti, di cui tre a squadre. Nel 2009 approda nella Nazionale italiana under 18. L’inizio del sogno vero. Da lì due bronzi conquistati ai Campionati europei di Parigi e ai Campionati Mediterranei a Montenegro. Tutto sembra andare per il meglio, ma nel 2010 subisce un brutto infortunio, che lo tiene fuori dai giochi per quasi due anni. «Nonostante mi fossi ripreso, per un periodo non riuscivo a rientrare perché a competere ad alti livelli erano i campioni che avevano vinto durante l’anno in cui sono stato fermo». Nel 2012 il karateka di San Valentino Torio rientra in Nazionale. Nel 2013 conquista un bronzo alla Bosphorus Cup in Turchia. Nel 2014 è terzo nel Ranking mondiale, un circuito di 10 gare in giro per il mondo. In questo periodo si delinea il suo carattere da vero campione, anche grazie al lavoro di Giovanni Savarese, mental coach di diversi atleti di fama internazionale dell’Agro, tra cui il pugile sarnese plurititolato Samuele Esposito.

Serie B per al Swim Academy Ha appena conquistato la promozione in Serie B la Swim Academy, squadra di pallanuoto della Diver’s Drive di Pagani. A soli 5 anni dalla sua nascita, è un sogno che si tramuta in realtà quello dell’allenatore Giuseppe Fasano e dei suoi ragazzi. Pronta per il campionato professionistico, la squadra è già alla ricerca di sponsor che possano sostenere la società. M. N.

La forza dal dolore. La carriera atletica di Gianluca è in ascesa. Il 2015, però, segna la delusione sportiva più amara della sua vita. Istanbul, primo europeo della categoria Senior. Gianluca perde al primo turno contro il suo rivale storico, l’ungherese Yves Tadissì. E nei mesi successivi accumula sconfitte su sconfitte. Un anno amaro, preludio di una disgrazia che lo avrebbe devastato e allo stesso tempo spinto a rialzarsi. Nel marzo di quest’anno, mentre si sta preparando a partire per il Campionato europeo in Francia, Gianluca perde il suo miglior amico. Mentre racconta l’accaduto, la scintilla che accendeva i suoi occhi fino ad un momento prima si spegne. «Si chiamava Adriano, era mio fratello». È successo all’improvviso. Un aneurisma se l’è portato via nel fiore degli anni. «Fino a poche ore prima eravamo insieme. Avrebbe voluto accompagnarmi in Francia, era il mio più grande sostenitore». Gianluca tre settimane dopo parte, deciso a portare a casa la medaglia. «Per Adriano» sussurra. Il 5 maggio 2016, nell’anniversario della frana di Sarno che travolse anche la sua casa diciotto anni prima, conquista il titolo di vicecampione europeo. La medaglia più importante della sua giovane carriera. Una vittoria che profuma di amore e di determinazione. Martina Nacchio

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SCUOLA & UNIVERSITà a cura di Martina Nacchio A sinistra, il vescovo Giuseppe con gli insegnanti e gli studenti del laboratorio enogastronomico dell’I.S. “G. Fortunato” di Angri Sotto, da sinistra: Salvatore Campitiello, mons. Giuseppe Giudice, Giuseppe Santangelo e Agostino Ingenito

All’I.S. “G. Fortunato” di Angri un incontro per promuovere il progetto di alternanza scuola-lavoro. Alla presenza del vescovo Giuseppe, i giovani del laboratorio enogastronomico hanno preparato una cena

Studenti ai fornelli

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ornire competenze e professionalità per una scuola buona e non alla buona». Così ha esordito il vescovo Giuseppe Giudice all’incontro che si è svolto lo scorso 26 maggio preso la sede centrale dell’I.S. “Giustino Fortunato” di Angri. «Formare giovani consapevoli che tutelino e valorizzano il territorio e che condividano obiettivi comuni non trincerandosi in solitudini alienanti» ha continuato mons. Giudice, presente al tavolo di confronto con il dirigente scolastico Giuseppe Santangelo. «Siamo onorati della presenza del Vescovo, che con il suo intervento ha offerto importanti spunti di riflessione sulle necessarie competenze e responsabilità dei docenti e il bisogno di acquisire conoscenze fondamentali per la maturità dei nostri studenti, che formiamo alla professionalizzazione in importanti ambiti commerciali e del turistico alberghiero» ha dichiarato Santangelo. «Ospitalità ed accoglienza non sono forma ma sostanza» ha conti-

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nuato il Pastore della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, rivolgendo anche apprezzamenti per l’organizzazione dell’Istituto angrese frequentato da una platea di circa 1200 alunni. All’incontro – promosso in occasione della presentazione del progetto di alternanza scuola-lavoro “I percorsi del gusto tipico” – è intervenuto anche Salvatore Campitiello, presidente dell’associazione Assostampa Valle del Sarno e Agostino Ingenito, presidente nazionale Aigo Confesercenti e rappresentante regionale di Assoturismo. Cogliere le opportunità turistiche della vicina Pompei e della Costiera Amalfitana per generare occasioni di lavoro ed economia per il territorio è nelle intenzioni del progetto, che punta anche alla valorizzazione delle eccellenze agroalimentari dell’Agro nocerino-sarnese. Al termine dell’incontro, è stata offerta una cena elaborata con pietanze realizzate dagli studenti del laboratorio enogastronomico. A. I.

FOTONOTIZIA

In memoria di Vincenzo Vastola si è svolta la III edizione del concorso artistico letterario sul tema “Ricostruisci il deserto”, presso Palazzo Celentano a San Marzano sul Sarno. L’evento è stato promosso dalla famiglia Vastola in collaborazione con la dirigente scolastica Emma Tortora.


NEWSDALLESCUOLE Poggiomarino irradiata di poesia

G Alla Fresa-Pascoli un omaggio a Troisi

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e colonne sonore dei film più celebri di Massimo Troisi in sottofondo. Una platea gremita che partecipa estasiata. È stata una giornata piena di emozioni quella dedicata a Massimo Troisi lo scorso 24 maggio alla Scuola secondaria di primo grado “Fresa-Pascoli”, di Nocera Superiore. Giunta alla seconda edizione, la giornata culturale, fortemente voluta dal preside Michele Cirino, è coordinata dalla professoressa Maria Anna Giugliano. Ospite d’onore quest’anno Rosaria Troisi, sorella del celebre attore. Cuore della giornata la performance “Omaggio a Troisi” della compagnia teatrale dell’ICATT, istituto di custodia attenuata ebolitano. I cinque detenuti, che ogni giorno affrontano un percorso di riabilitazione, si sono esibiti in sketch tratti da La Smorfia, coordinati dal regista Massimo Balsamo, ospite della struttura detentiva. Un evento in cui cultura e legalità si sono uniti per regalare emozioni e insegnamenti. M. N.

rande successo il 13 maggio per la 27esima edizione del Concorso nazionale di poesia “Città di Poggiomarino”. La cerimonia, tenutasi presso l’Istituto d’istruzione superiore Leonardo Da Vinci, ha visto la partecipazione di 240 istituzioni scolastiche tra scuole elementari, medie e superiori provenienti da tutta Italia. Più di seimila gli elaborati presentati, circa 4500 gli alunni di ogni ordine e grado partecipanti. Un compito arduo quello che è spettato alla giuria, composta da 12 membri, tra cui dirigenti scolastici di alcune scuole di Pog-

giomarino, il primo cittadino Pantaleone Annunziata, il presidente del Lions Clud Pompei Mariù La Marca e membri della Pro Loco Poggiomarino, quali il presidente Renato Palmieri e Pino Colace, segretario generale del premio di poesia. Medaglie della presidenza, della Camera e del Senato, sono state assegnate ai premiati. Franco Esposito, Salvatore Gargiulo e Brenda Garozzo i tre vincitori del primo premio di ciascun ordino scolastico, ragazzi provenienti dalla provincia di Caserta, Napoli e Catania. Martina Nacchio

Alla Sant’Alfonso un murales per la legalità Legalità, arte, memoria, questo e tanto altro rappresenta il murales di Marcello Torre, che illumina i corridoi della Scuola Sant’Alfonso di Pagani. L’opera, nata dal pennello del prof. Roberto Barbato, è una riproduzione dei lineamenti e del cuore dell’indimenticato sindaco di Pagani, ucciso dalla camorra l’11 dicembre 1980. La cerimonia di scopritura del murales si è tenuta lo scorso 25 maggio, in presenza del dirigente scolastico Maurizio Paolillo, della vedova del compianto sindaco Lucia Torre, del coordinatore del presidio di Libera Pagani Federico Esposito e del sindaco Salvatore Bottone. M. N. Il murales in memoria di Marcello Torre

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VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

Aperti per ferie Sagre, concerti, iniziative e semplici passeggiate all’aperto, approfittando dei sentieri dei Monti Lattari o quelli della Costiera amalfitana e sorrentina, l’estate è il momento opportuno per ritrovarsi e ritrovare gli altri

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state, tempo di vacanze. Insieme vi propone, come ogni anno, una serie di iniziative per trascorre il tempo libero nei mesi più caldi dell’anno. Che ci si trovi in riva al mare o in montagna, al lago o in città, c’è sempre qualcosa da fare per riempire le calde serate estive. Ci sono occasioni per tutti, anche per chi a causa della crisi economica non può muoversi di casa. Quasi tutte le amministrazioni comunali organizzano qualche iniziativa interessante. Chi non può trascorrere qualche giorno fuori, la sera però potrà cogliere qualche nostro suggerimento. Sono tantissime le sagre che le associazioni e le Pro loco organizzano in Campania per far gustare i prodotti tipici del nostro fantastico territorio. Ci sono anche tanti concerti, a pagamento le rassegne di Ravello e quelle nei templi di Paestum, ma ci sono pure numerose feste di piazza. Anche leggere un buon libro, ascoltando in sottofondo un po’ di musica, potrebbe aiutare a ritrovare un attimo di pace dopo un anno di intenso lavoro e stress. A voi la scelta.

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I concerti Stefano Bollani Martedì 19 luglio Arena flegrea – Napoli Francesco De Gregori 22 luglio Arena del mare – Salerno

Le sagre Oro Rosso 10-12 luglio Sant’Antonio Abate

Sagra del mare flegrea 6-9 agosto Monte di Procida

Festa della mulignana cu’ ‘a ciucculata 17-19 luglio Fisciano

Festa delle bontà di bufala 7-14 agosto Matinella

Sagra del mascuotto 29 luglio – 2 agosto Bracigliano

Sagra della trippa e del prosciutto 7-10 agosto Castel San Giorgio

Sagra del fiordilatte e dei sapori agerolesi 2-4 agosto Agerola

Sagra del cavatiello e dello stoccafisso 20-23 agosto Castel San Giorgio

Sagra dell’asparago e del cinghiale 1-3 agosto Montoro

Festa del vitello podolico intero allo spiedo 25-26 agosto Santo Stefano del sole

Sagra del fusillo e della braciola pietrafusana 7-8 agosto Pietradefusi

Sagra gnocchi e cavatielli 28-30 agosto Sant’Agata dei Goti

Fiorella Mannoia 3 agosto Arena del mare – Salerno Antonella Ruggero 8 agosto Castello normanno – Ariano irpino Concerto all’alba Orchestra filarmonica salernitana “Giuseppe Verdi” 11 agosto Villa Rufolo – Ravello Gianna Nannini 13 agosto Teatro dei templi – Paestum Antonello Venditti 16 agosto Teatro dei templi – Paestum Massimo Ranieri 26 agosto Teatro dei templi – Paestum

(A) Braccia Aperte per l’Africa L’associazione Braccia Aperte organizza la V edizione del Festival della solidarietà per sostenere progetti umanitari in Africa. L’appuntamento è per il 9 e il 10 luglio, presso la Villa comunale di Angri.

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VITA NELL'AGRO

Consigli di lettura Estate: tempo per riposarsi e leggere un buon libro. Insieme vi segnala alcuni titoli imperdibili

Aiuto! Mi si sono rotte le acque Autore: Michela Giordano Editrice Punto Famiglia Prezzo: € 9,00

L’uomo del futuro. Don Lorenzo Milani Autore: Eraldo Affinati Editore: Mondadori Prezzo: € 18,00

Mio fratello rincorre i dinosauri Autore: Giacomo Mazzariol Editore: Einaudi Prezzo: € 16,50

Lisbeth e il segreto della città d’oro Autore: Mavis Miller Editore: De Agostini Prezzo: € 14,90

L’autrice, classe 1979, giornalista salernitana freelance condivide la sua esperienza di mamma in attesa di un’adozione. Una giungla in cui imparare a sopravvivere. Al termine della stesura del libro è arrivata la telefonata dal Tribunale: «C’è una bimba per voi».

Riannodare i fili della vita di un grande sacerdote e un infaticabile educatore: don Lorenzo Milani. L’autore ripercorre le tappe salienti dell’operato del prete di Barbiana, accostando il racconto di “altri don Milani” incontrati in tutto il mondo. Finalista al Premio Strega 2016.

A 19 anni Giacomo si attesta come brillante autore di un romanzo di formazione che attinge dalla sua esperienza di vita. Suo fratello Giovanni è un supereroe, ha un cromosoma in più. Ha la Sindrome di Down. Viaggio nel mondo della disabilità con gli occhi sensibili di un fratello.

Dalla fervida penna della Miller nasce un romanzo d’avventura con messaggio educativo adatto a lettori dai 10 ai 14 anni. Al centro della narrazione, la piccola Lisbeth e una città speciale. Un viaggio per apprendere i cambiamenti legati all’adolescenza.

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redazionale a cura dellA CASA Albergo per anziani Santa Rita - SARNO

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n’estate nel segno del sole, del mare, dei bagni in piscina e delle passeggiate, immersi nella natura. La lista delle attività che gli ospiti del Campus organizzato dal Santa Rita è lungo e ricco. Nell’elenco ci sono anche laboratori di pittura, danza e canto. Momenti di benessere e relax corporale e spirituale. Da giugno a settembre, dalle 9.00 alle 19.00, il Campus Estivo per Anziani dell’Albergo Santa Rita di Sarno sarà un turbinio di emozioni. Un tuffo in un’estate indimenticabile! Il contatto con l’acqua per la conoscenza di sé ed il superamento delle ansie; i giochi all’aria aperta, i balli di gruppo, le serate a tema, le grigliate, giornate da chef. Ed ancora: escursioni e visite guidate per esplorare borghi, campagne, vicoli della memoria, culti popolari e religiosi, parchi naturali. “Campus Estivo

Il Campus estivo per anziani per Anziani” è un nuovo strumento di incontro, aggregazione ed integrazione; un punto di riferimento per una terza età serena e piacevole attraverso momenti pieni e ricchi di attività. Spazi per interagire, per confrontarsi; situazioni di socializzazione, di benessere fisico e psicologico. Una vasta gamma di servizi capace di soddisfare le esigenze di tutti secondo predisposizioni ed attitudini, ponendo al centro dell’attenzione l’anziano ospite e la famiglia. L’impegno di corpo e mente, la relazione stretta tra un allenamento costante cognitivo e fisico per un benessere a 360 gradi attraverso attività ricreative, culturali e sociali ed assistenza socio sanitaria, infermieristica, fisioterapica. “Campus Estivo per Anziani”: per stare insieme, in compagnia, impegnare il proprio tempo e non sentirsi mai soli!

L’Albergo per anziani Santa Rita di Sarno propone quattro mesi di attività laboratoriali, escursioni e divertimento

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VITA NELL'AGRO

Mano tesa verso chi ha bisogno La Caritas diocesana rilancia lo sportello antiusura della Fondazione Moscati e il Prestito della Speranza

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Tunz, tunz, tuning

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obbiamo abituarci al linguaggio moderno. Un nuovo termine è tuning, con il quale si intende la modifica di un veicolo rispetto agli standard produttivi di serie per adeguarlo ai propri gusti, esigenze e tendenze. Modifiche di ogni tipo, dalla carrozzeria al motore, dall’impianto audio a quello di illuminazione. Ne abbiamo avuto un esempio l’11 e 12 giugno, al 3° raduno che si è tenuto in via Starza a Roccapiemonte. Un caleidoscopio di suoni e colori, un mix rompitimpani con musiche a tutto volume. Perfino una bici con altoparlanti incorporati. Vedere per crederci, anzi sentire per crederci! Natalino Gentile

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risi economica e usura, la Caritas diocesana accanto a chi ha bisogno. La mano è stata tesa dal direttore, don Alessandro Cirillo, e dal referente Prestito della Speranza, Luigi Giangiacomo. Opportunità per famiglie e micro-attività che sperimentano difficoltà finanziarie: «Certamente non possiamo risolvere tutti i casi e specialmente quelli più gravi – scrivono in una lettera ai parroci della Diocesi –, ma certamente possiamo risolvere molti di essi». Purtroppo ci si dimentica di questi strumenti, che forniscono non solo aiuto economico, ma anche ascolto e accompagnamento, ugualmente efficace per chi è sull’orlo del baratro. «Vediamo quotidianamente il disagio che tormenta le famiglie – afferma Luigi Giangiacomo – e tanti giovani che conoscono l’amara esperienza di sentirsi inutili e destabilizzati poiché privi di una prospettiva sicura». Davanti a tutto questo nasce il bisogno di rilanciare il Prestito della Speranza. La Caritas diocesana ricorda che presso l’ufficio diocesano è presente un referente al quale potersi rivolgere per qualsiasi informazione, sia per il prestito che per lo sportello antiusura della Fondazione San Giuseppe Moscati. «Queste informazioni – spiegano don Cirillo e Giangiacomo – saranno utili e feconde nella misura in cui perverranno ai fedeli potenzialmente interessati nel momento “giusto”, cioè nel momento in cui possiamo effettivamente servire». Una presenza che salva le famiglie dalla disgregazione, molto spesso un quadro economico precario è alla base di separazioni e divorzi molto dolorosi. Nella nota della Caritas però si specifica che «risulterà inutile, se non danno, alimentare false speranze nelle persone già gravate psicologicamente da una situazione debitoria. Il Prestito della Speranza è utile per sostenere famiglie monoreddito che dinanzi a spese improvvise vanno in affanno economico». Il suggerimento, dunque, che da Caritas diocesana danno ai parroci è di «fare una previa valutazione se vi sono le condizioni per accedere al Prestito della Speranza, quanto alla Fondazione San Giuseppe Moscati per persone vessate da terzi». Salvatore D’Angelo


LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Auguri di buon compleanno Mons. Mario Ceneri ha compiuto 73 anni e don Giuseppe Perano 30, il primo luglio; don Pietro Califano compie 91 anni il 4 luglio; p. Luigi Lamberti festeggia 44 anni il 5 luglio; don Salvatore Fiore spegne 33 candeline il 12 luglio; don Enrico Ascolese festeggia 56 anni il 15 luglio; p. Pietro Lombardi compie 75 anni il 24 luglio; don Massimo Staiano festeggia 42 anni il 26 luglio; don Rosario Ingenito compie 51 anni il 2 agosto; don Antonio Mancuso e don Vincenzo Buono compiono rispettivamente 52 e 35 anni il 18 agosto; il diac. Edoardo Tafuto festeggia 63 anni il 20 agosto; don Andrea Amato festeggia 34 anni il 24 agosto; don Diodato Ruggiero compie 83 anni il 26 agosto; don Aniello Mario Carillo e il diac. Vincenzo Vergati festeggiano rispettivamente 78 e 61 anni il 27 agosto. Gli auguri più cari dalla redazione di Insieme!

Diocesi in festa Il 27 luglio, mons. Gioacchino Illiano festeggerà 81 anni. Al Pastore che ha guidato la nostra Chiesa locale per tanti anni, auguri di vero cuore dalla diocesi di Nocera Inferiore-Sarno.

Redazione in festa

Don Antonio Adinolfi

Don Antonio Adinolfi, presidente del Consiglio di amministrazione di Insieme spegne 42 candeline, il 4 agosto. Salvatore D’Angelo, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della diocesi e redattore di Insieme, compie 32 anni il 14 agosto. Martina Nacchio, collaboratrice di redazione, compie 24 anni il 29 agosto. Auguri!

Buon anniversario di ordinazione a: p. Raffaele Bufano, mons. Alfonso Desiderio, mons. Vincenzo Leopoldo, il primo luglio; don Antonio Palumbo il 2 luglio; don Ciro Scarpetta il 3 luglio; don Alessandro Cirillo e don Antonio Cuomo il 4 luglio; don Giuseppe Perano il 5 luglio; don Luigi La Mura e don Gianfranco Marotta il 6 luglio; don Aniello Mario Carillo l’11 luglio; don Eugene Dushimurukundo il 13 luglio; mons. Pietro Milite il 25 luglio; don Gerardo Rosolia il 4 agosto. Ricorrenza speciale per don Diodato Ruggiero e mons. Benedetto Abate, che festeggiano rispettivamente il sessantesimo e il sessantacinquesimo anniversario di ordinazione presbiterale, l’11 e il 15 luglio. Il Signore vi guidi verso la santità.

Buon compleanno ai referenti Luciano Vastola (Confraternita del S. Rosario, S. Marzano sul Sarno) compie 69 anni il 16 luglio; Michele Lanzetta (S. Teodoro, Sarno) festeggia 32 Luciano Vastola Antonella Salvati anni il 2 agosto; Antonella Salvati (Regina Pacis, Angri) spegne 28 candeline il 20 agosto; Emiddia Avitabile (S. Lorenzo Martire, S. Egidio del M. Albino) compie gli anni il 23 agosto. Auguri!

Auguri speciali Il 30 giugno, Micol Mancusi ha compiuto 1 anno. Auguri di vero cuore dal team di Insieme!

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VITA ECCLESIALE a cura della redazione

Alfonso Maria Fusco è santo

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na gioia immensa per la diocesi e l’Agro nocerino sarnese. Un figlio di questa terra, il beato Alfonso Maria Fusco, sarà proclamato Santo il prossimo 16 ottobre. A ufficializzare la data è stato papa Francesco durante il Concistoro ordinario pubblico del 20 giugno. «Il canto della Provvidenza, di cui Alfonso Maria fu operaio, e i passi della sua vita di sacerdote santo – ha scritto il vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, nell’annuncio alla Diocesi – risuonino ancora nelle case delle sue Figlie, le Suore del Nazareno, le Battistine, sparse per il mondo; nei cortili e nelle abitazioni della sua Angri, che oggi lo riaccoglie come Santo; per le strade e i vicoli della sua Diocesi per indicare a tutti, in primis ai sacerdoti e consacrati, la santità quale misura alta della vita cristiana». Due i momenti che caratterizzeranno la Canonizzazione. Il sacerdote di Angri, nato il 23 marzo 1839 e morto il 6 febbraio 1910, fondatore delle suore Battistine, sarà innalzato agli onori degli altari domenica 16 ottobre, durante una solenne celebrazione presieduta dal Pontefice in piazza San Pietro. Il 22 ottobre ci sarà la messa di ringraziamento ad Angri, presieduta dal cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle cause dei santi. «I santi – ha aggiunto il Vescovo – ci aiutano a guardare il cielo, nostra patria, e a percorrere le strade e la storia della nostra terra come autentici testimoni del Risorto». Alla canonizzazione di don Alfonso Maria Fusco si arriva dopo il riconoscimento di due miracoli. Il primo, che portò alla beatificazione del 7 ottobre 2001 presieduta da Giovanni Paolo II, risale al 3 febbraio 1998, quando un bambino africano affetto da malaria cerebrale guarì istantaneamente. Il prodigio decisivo è arrivato nel 2009, con la guarigione di suor Mariadulcis Miniello, colpita da un doppio aneurisma cerebrale. Il miracolo ha permesso al Papa di autorizzare, lo scorso 26 aprile, la promulgazione del decreto che ha consentito, durante il Concistoro del 20 giugno, di fissare la data della Canonizzazione per il 16 ottobre. Salvatore D’Angelo

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Il Vescovo con un messaggio e un manifesto ha annunciato alla Diocesi «la riconosciuta santità da parte della Chiesa» e a tutti ha chiesto: «Nella preghiera approfondiamo la sua vita»

In buona compagnia

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l 16 ottobre, insieme al santo dell’agro, sarà canonizzato anche il sacerdote Lodovico Pavoni, fondatore della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata, famiglia religiosa presente con una comunità a Sarno e che, grazie ai suoi sacerdoti e laici, è stata protagonista indiscussa dell’immediato post frana del 1998. Con Pavoni e Fusco, il papa canonizzerà anche il martire Salomone Leclercq, dei Fratelli delle Scuole Cristiane, Manuel González García, fondatore dell’Unione Eucaristica Riparatrice e della Congregazione delle Suore Missionarie Eucaristiche di Nazareth, ed Elisabetta della Santissima Trinità, monaca professa dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi.


Da sinistra: suor Lina Pantano, mons. Giuseppe Giudice e suor Rosaria Di Iorio

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ra il 1866 quando Garibaldi inviò al generale La Marmora il famoso telegramma: Obbedisco! Don Alfonso, nato nel 1839, aveva 27 anni ed era sacerdote già da 3. Ma non poteva prevedere quanto gli sarebbe costato questa semplice parola. Sacrifici e mortificazioni, obbedienza ed umiltà, pazienza soprattutto nell’attendere i tempi di Dio e non la frettolosa ansia dei progetti umani. E ne sa qualcosa quando deve attendere mesi per essere ricevuto dal vescovo diocesano, Ammirante prima e Vitagliano dopo, irascibile ed umorale. E quando nel 1895 si reca a Roma, viene letteralmente messo alla porta dalla sue suore! E lui obbedì. Si racconta dei genitori che, prima della sua nascita, si recarono a Pagani per chiedere l’intercessione del Beato Alfonso Maria de Liguori. Un redentorista disse loro che avrebbero avuto un figlio, si sarebbe chiamato Alfonso e sarebbe stato prete. E così fu. Alfonso Fusco nasceva il 23 marzo del 1839; dopo due mesi, era il 26 maggio, il Santo veniva canonizzato. Dovette ricordare il nostro Alfonso che anche il suo Santo aveva sofferto la stessa pena lancinante, nel constatare di essere fuori dalla sua stessa congregazione, quella del ramo di Roma! Il florilegio, doloroso e mistico, potrebbe aprirci squarci evangelici che vanno dalla sua fiducia immen-

Alfonso come Garibaldi: obbedisco sa nella Provvidenza, al suo amore sconfinato all’Eucaristia, dalla totale “schiavitù” alla Madonna Addolorata, al delicatissimo rispetto per le suore, che chiamava spose del Nazareno. Quale afflato filiale e quanta devozione ho potuto leggere nell’espressione di una suora anziana che mi ha commosso: «Ora posso morire in pace, perché i miei occhi stanno per vedere la glorificazione del Mio Padre fondatore sugli altari!». E quanto entusiasmo abbiamo letto negli occhi e nelle parole della madre generale, suor Rosaria Di Iorio, e della superiora provinciale, suor Lina Pantano, al nostro ritiro, lì proprio nella Betlemme, la casa culla delle Battistine di Angri. E siamo tutti in attesa di questo evento che segnerà la gloria della nostra Diocesi e della nostra terra meridionale. Terra di navigatori, di poeti ma soprattutto di santi. Ma torniamo a Garibaldi. Mi piace concludere con i versi di D’Annunzio, al ritiro dell’eroe a Caprera nel 1882: «Fece quel che poté. /E seco porta un sacco di semente». Il nostro Alfonso aveva ancora 28 anni da vivere e da spendere per la gloria di Dio ed il bene del prossimo. Fece davvero tutto quello che poté per fede e per amore. E dal suo “sacco di semente” quanti frutti sono nati in ogni parte del mondo che ancora oggi, nelle diverse lingue, raccontano la grandezza di Dio e la sua santità. don Natalino Gentile

In vista della canonizzazione del Beato Fusco si è svolta, lo scorso 31 maggio, una speciale assemblea del clero diocesano, presso la Casa Madre delle Suore di San Giovanni Battista ad Angri. Erano presenti suor Lina Pantano, superiora provinciale della Congregazione, e suor Rosaria Di Iorio, madre generale

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VITA ECCLESIALE

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anni di sacerdozio, 20 vissuti al servizio della nostra Chiesa locale. Faceva il chierichetto a Concesio padre Pietro Lombardi, il paese che ha dato i natali a Paolo VI, quando sente dentro il suo cuore di fanciullo una voce che segna per sempre la sua vita. Il piccolo Pietro, in quinta elementare, entra nel Seminario dei Pavoniani. Il Capitolo Generale della Congregazione Figli di Maria Immacolata, fondata l’8 dicembre del 1847 da Ludovico Pavoni (che sarà canonizzato il prossimo 16 ottobre insieme al beato Alfonso Maria Fusco), dopo il Convegno ecclesiale nazionale di Palermo del 1995 accetta la sfida di portare il suo carisma al Sud. «La scommessa era ­far convivere due mentalità differenti», spiega il sacerdote. Negli anni in cui la Lega Nord, fondata da Umberto Bossi, inneggiava alla secessione, padre Pietro Lombardi raggiunge Roma. Alla CEI tenta di capire dove la presenza dei Pavoniani può essere più utile. La riposta è unanime: in Campania. Due le diocesi segnalate: Pozzuoli e Nocera-Sarno. Mons. Gioacchino Illiano lo accoglie con gioia: «Vi manda il Signore!». Nel dna dei Pavoniani vi è l’impegno nel

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Da sinistra: fratel Ennio, padre Pietro Lombardi e don Domenico D’Ambrosi

mondo del lavoro e l’attenzione ai giovani. «In questi due ambiti c’è tanto da fare», aggiunge il presule. Inizia così, con la semplicità di un incontro tra un padre e un figlio, la storia della ricca presenza dei Pavoniani nella nostra terra. È l’ottobre del 1996. Il primo anno padre Pietro è solo: «Bisognava vedere se la piantina attecchiva», racconta con un sorriso tenero. Nel luglio del 1997 arriva padre Pierluigi Ciocchi, a settembre fratel Ennio. La squadra è al completo. «Cosa possiamo fare?» è la domanda che portano nel cuore. Viene loro affidata la parrocchia Sant’Alfredo a Sarno. Nel 1998 la città è ferita a morte da una terribile alluvione che miete 137 vittime. Le case invase dal fango si trasformano in trappole di morte. «È stato il Padre Eterno a dirci cosa fare» aggiunge con gli occhi socchiusi. Seduti intorno al tavolo, fratel Ennio e don Domenico D’Ambrosi – che dal settembre del 2015 collabora in parrocchia – seguono con attenzione la tela dei ricordi. Gli ammalati dell’ospedale “Villa Malta”, duramente colpito dalla frana, sono trasportati in elicottero al Mercato ortofrutticolo. Quella notte il salone parrocchiale ne accoglie

Grazie La Chiesa di Nocera-Sarno ringrazia i Figli di Maria Immacolata per il bene seminato nella nostra terra. Da Brescia a Sarno: vent’anni di servizio appassionato e fantasioso


“Pure la presenza dei Pavoniani in Diocesi porta con sé una ventata profetica di novità, dal momento che l’opera di questi religiosi si allarga in modo per noi esemplare dal campo parrocchiale all’impegno sociale e alla pastorale giovanile” (Libro I del Sinodo, pagina 138) È doveroso ricordare la grande la disponibilità dei Pavoniani nell’andare incontro alle necessità pastorali o liturgiche delle parrocchie di Sarno e non solo. Tra i tanti incarichi diocesani ricoperti, nel 2000 fu loro affidata un’ala del palazzo vescovile di Sarno. Divenne centro di pastorale giovanile e vocazionale diocesano guidato da padre Antonio Andreella.

L’altare della parrocchia S. Alfredo in Sarno Ottobre 1996, parrocchia S. Alfredo a Sarno. Consegna delle chiavi a padre Pietro Lombardi alla sua sinistra mons. Illiano

dieci. L’entità della tragedia si manifesta il giorno dopo. C’è una scuola poco distante dalla parrocchia. Padre Pietro chiede le chiavi alla bidella. «Devo domandare alla Dirigente», risponde la donna. «Dica che gliele ho strappate dalle mani e l’ho anche minacciata!». È così: ironico e risoluto, più abituato a fare che a raccontare. Chiedono letti al Comune. I giovani sono in prima linea ad occuparsi dei bambini mentre le mamme preparano il pasto. 130 le persone accolte. Grazie al sostegno economico dei Pavoniani, della Provincia autonoma di Trento, della Caritas diocesana di Bergamo e dei Focolarini viene sostenuto chi non può pagare l’affitto o ricomprare i mobili. «Questo evento doloroso è servito a cementare la comunità parrocchiale. Da qui è nato tutto il resto». E tutto il resto è formato da tantissimi rivoli di bene. Le opere più significative sul piano sociale. Nel 1998 nasce l’A ssociazione di volontariato “Centro S. Alfredo – Pavoniani” in collaborazione con alcuni sacerdoti della città di Sarno e tantissimi volontari, con un’attenzione ai minori in difficoltà e alle loro famiglie. Nel 1999, è fondata la cooperativa di inserimento lavorativo “La Strada”, l’anno successivo vede la luce la cooperativa sociale “Debora” per il servizio ai minori in difficoltà. Nel 2001 è sistemato l’ex asilo nido di Lavorate, ridotto a deposito di materiali dopo l’alluvione e affidato dal Comune ai Pavoniani. La struttura ha ospitato fino al 2012 la casa famiglia “La casa” e un centro pomeridiano di aggregazione per sostenere le famiglie in difficoltà. Un’opera nella quale padre Pierluigi Ciocchi ha speso le sue migliori energie, insieme a padre Flavio Paoli e padre Giovanni Castellaz.

Nello stesso anno il Comune affida loro l’ex macello: diventa il Centro di ascolto "Lodovico Pavoni" e sede della legatoria per attività lavorative, affidata a fratel Mario. Negli anni ha accolto molti giovani che hanno lavorato in alternativa al carcere e mamme con difficoltà familiari. La Caritas nata inizialmente in parrocchia diventa Caritas foraniale di Sarno. 500 le famiglie assistite, 30 i volontari impegnati coadiuvati da un coordinatore. L’Estate Ragazzi, avviata nel 1997, coinvolge tantissimi ragazzi ed animatori. Oltre ai momenti formativi e ludici, offre ogni settimana una giornata al mare e una gita culturale. «Padre, perché andate via?», domando mentre c’è un grande via vai di persone che chiedono di lui. «Nella Congregazione l’età media è molto alta, così è stato deciso di chiudere Sarno per rafforzare le opere tradizionali», spiega. Padre Pietro farà il vice parroco a Milano. «Il sacerdote è un ragazzo che ho formato io», racconta con una punta di orgoglio. Fratel Ennio andrà a Montegnano, in provincia di Padova, in un istituto con una scuola media e professionale, fratel Mario a Trento. Poi, con il suo modo di fare risoluto, aggiunge: «Certo che mi dispiace, ma non è una tragedia! Un conto è avere 55 anni, altra cosa è averne 75». Dopo 20 anni di servizio vivo e generoso i Figli di Maria Immacolata lasciano un sacerdote in dono a questa terra. “Custodite i giovani come un deposito prezioso e santo (…). Concepite su di loro le più belle speranze” (Lodovico Pavoni). La vocazione di don Giuseppe Perano, oggi parroco a San Michele Arcangelo in Nocera Superiore, è nata all’ombra di questi insegnamenti. Tra le tante opere, l’eredità più bella. Antonietta Abete LUGLIO - AGOSTO 2016 Insieme

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VITA ECCLESIALE

Un momento del primo giorno della Sosta

Il Vescovo e don Franco Magnani

Sinodalità da vivere

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inodalità e Anno Liturgico sono stati i punti cardine della Sosta ecclesiale 2016. Due realtà che vanno di pari passo perché «la sinodalità si vive nell’Anno Liturgico», ha detto il Vescovo. Il primo giorno della Sosta, guidati da monsignor Giuseppe Giudice, i delegati delle parrocchie hanno analizzato i numeri e i risultati della convocazione di aprile sui nuovi testi dello Statuto e del Regolamento del Consiglio pastorale parrocchiale. I dati emersi, presentati dalla Segreteria pastorale, sono noti: maggiore partecipazione nella scelta dei membri, utilizzo di termini più chiari e eliminazione di ruoli ridondanti. Ora sarà il Vescovo a dare i testi definitivi. «Consultarsi con i delegati non è secondario – ha spiegato monsignor Giudice – ha voluto dire ascoltare il popolo di Dio, recepirne le istanze e comprenderne le sollecitazioni». La prima serata è stata importante pure per il contributo esperienziale di don Guy Stéphane Adjitin e suor Filomena Cosentino. Il sacerdote ha rilevato gli aspetti di sinodalità e crescita nella sua esperienza di prete africano che studia e vive il suo servizio in Italia. La religiosa ha tratteggiato alcuni aspetti della spiritualità del prossimo santo Alfonso Maria Fusco. Relatore della seconda serata è stato don Franco Magnani, direttore dell’Ufficio Liturgico nazionale della Conferenza episcopale italiana. Il sacerdote ha parlato dell’Anno Li-

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Insieme LUGLIO - AGOSTO 2016

turgico, tema che caratterizzerà il prossimo anno pastorale. Don Magnani si è chiesto se oggi ha senso parlare di Anno Liturgico: «Sì, vale la pena sostare, riscoprire l’Anno Liturgico come fondamentale nel nostro cammino di Chiesa. Non si tratta solo di un tema da trattare, ma di una realtà da accostare, riscoprire, celebrare e vivere». Due i punti su cui don Magnani ha battuto: l’Anno Liturgico è un rito, un richiamo all’ordine, anche nella nostra vita disordinata; l’Anno Liturgico si dipana dalla domenica, la festa primordiale. Il direttore dell’Ufficio Liturgico nazionale ha fatto anche una raccomandazione: «Attenzione a considerare i riti dell’Anno Liturgico come una realtà quasi magica. Le nostre domeniche, tutte le celebrazioni, devono sempre essere sottoposte alla verifica del Vangelo, alla sua luce, alla sua novità». Un aspetto che incide in particolare sulla pietà popolare: «L’Anno Liturgico fa sintesi per tutto, anche per le devozioni. Non vogliamo disprezzare ciò che emerge dal vissuto. Allo stesso tempo evitiamo di dare drastici giudizi sulla pietà popolare e vediamo che cosa c’è dentro. In alcuni casi ci insegna a essere meno “cerebrazione” e più “celebrazione”». Infine, altri due piccoli altolà: «Difendiamo la domenica dalle numerose “giornate” proposte; non utilizziamo la domenica, l’Anno Liturgico, per fare catechismo». Sa. D’An.

Nella parrocchia Santa Maria delle Grazie di Angri la comunità diocesana si è ritrovata, il 16 e 17 giugno, per ultimare il lavoro sul Consiglio pastorale parrocchiale e intraprendere il cammino per il prossimo anno pastorale


Un momento del sorteggio

Insieme a Lourdes

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veva espresso il desiderio di ritornare a Lourdes, lo farà grazie a Insieme. Filomena D’Aniello della parrocchia Santa Maria di Costantinopoli di Angri, dove è parroco don Luigi La Mura, è la fortunata il cui nome è stato estratto tra quelli degli abbonati alla rivista diocesana. Come ogni anno, grazie alla disponibilità della P.U.A.C.S. che offre un posto al pellegrinaggio diocesano nella città mariana, Insieme premia un suo abbonato. Il sorteggio è avvenuto il 17 giugno, in occasione della seconda serata della Sosta ecclesiale. Ad estrarre i nominativi, alla presenza del vescovo mons. Giuseppe Giudice, è stata la presidente di Azione Cattolica diocesana Carmela Tortora. Secondo e terzo estratto sono stati Ciro Robustelli della parrocchia San Francesco di Sarno e Anna Laudato del Santuario di Gesù Bambino di Praga a Pagani. In caso di rinuncia da parte della signora D’Aniello, il premio sarebbe stato assegnato a loro, rispettando l’ordine dell’estrazione. Donatella Salvati

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LE OPERE DI MISERICORDIA a cura di Mariarosaria Petti come possiamo vivere al meglio questo Anno Santo? Riscopriamo le Opere di misericordia, lasciamo che la santità di alcune figure esemplari illuminino il nostro agire, valorizziamo tempi e spazi della preghiera personale e comunitaria per rivestirci di misericordia

“Ammonire i peccatori” I

l viadotto Gasena, lungo la SS 640 che collega Canicattì ad Agrigento è itinerario consolidato per Rosario Livatino. Ogni mattina con la sua Fiesta percorre quella strada per arrivare in Tribunale. È abitudinario, stesso orario, solita sosta per il caffè. Non ci sono giorni di festa o ritardi. Fino al 21 settembre del 1990, quando una Uno bianca affianca la vettura del giudice. Dal finestrino una mitraglietta spara a raffica. Un proiettile ferisce Livatino alla spalla, comincia la corsa per sfuggire alla morte. I sicari lo raggiungono e lo finiscono con un colpo in bocca vicino alla Valle dei Templi. La stessa da cui Giovanni Paolo II, tre anni dopo, griderà il suo anatema ai mafiosi: «Convertitevi! Una volta verrà il giudizio di Dio. Questa terra vuole la vita». Un uomo dalla schiena dritta. Mandante dell’attentato è la Stidda agrigentina, organizzazione mafiosa in contrasto con Cosa Nostra. L’omicidio è la firma per attestarsi come forza malavitosa alla pari dei rivali. Nel mirino della piovra un magistrato modello: dedito a lavoro a tempo pieno, senza smania di protagonismo, nessuna ostentazione. Un uomo capace di presentarsi in Procura a ferragosto solo per firmare un ordine di scarcerazione, per non lasciare un imputato in cella neanche un’ora

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in più del dovuto. Wojtyla lo ha definito “martire della giustizia e indirettamente della fede”. «Rosario Livatino, “giudice ragazzino”, ha incarnato nella sua breve ma luminosissima esistenza i nuovi tratti dell’essere oggi cristiano autentico, mostrandosi anche come magistrato un vero “bambino evangelico, che crede all’amore; che sa che tutto quello che succede è per il bene suo, che Dio lo voglia o che Dio lo permetta”»: lo ha descritto così Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari. La “Tangentopoli siciliana”. Dopo una rapida e brillante carriera scolastica e universitaria, Livatino ricopre la carica di Sostituto Procuratore della Repubblica, occupandosi di quella che negli anni ’90 sarebbe stata la “Tangentopoli siciliana”. È stato tra i primi a scoprire le connessioni tra mafia e appalti per il riciclaggio del denaro sporco, mettendo in ginocchio la criminalità organizzata con la confisca dei loro beni. Pochi sono gli scritti rimasti, oltre le sentenze e le requisitorie. «Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili» un appunto eloquente nei suoi quaderni. Infatti, la sua vita, il suo esempio continuano a parlare ancora oggi. Mariarosaria Petti

Rosario Livatino è stato un brillante magistrato italiano, morto a soli 38 anni per mano della Stidda agrigentina. Wojtyla lo ha definito “martire della giustizia e indirettamente della fede”

Rosario Livatino


Paola Bignardi

Dio

a modo mio Paola Bignardi ha presentato una ricerca su giovani e fede in Italia, realizzata con Rita Bichi nell’a mbito del Rapporto giovani

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e è difficile capire i giovani oggi, lo è ancor di più comprendere il loro rapporto con la fede. I dati forniti da Paola Bignardi, durante un incontro di formazione tenutosi a Roma e rivolto ai Direttori degli Uffici comunicazione sociale delle diocesi italiane, sono inequivocabili. La ricerca che ha condotto con Rita Bichi nell’ambito del Rapporto giovani, promosso dall’Istituto Toniolo, evidenzia una situazione controversa. Nel 2014 il 52,2% di giovani si diceva cattolico, nel 2013 era il 56%. Quattro punti persi in un anno, nonostante l’effetto papa Francesco. Partendo da questi numeri, Bignardi e Bichi hanno provato a capire cosa genera il calo. Hanno intervistato 150 battezzati, definitisi credenti e non, di età compresa tra 19 e 21 anni e tra 27 e 29 anni: i cosiddetti Millenial. «La prima reazione – ha affermato la professoressa Bignardi, già presidente di Azione Cattolica – è stata dirci grazie perché gli abbiamo dato l’occasione di parlare di temi mai trattati». La ricerca ha fatto emergere che i Millennial vedono «Dio come un padre con le braccia spalancate, ma non

prende il volto di Gesù. È stato difficile portarli a riflettere su questo aspetto». Il rapporto con la preghiera è controverso: «I giovani pregano a modo loro. Non vanno a messa e non capiscono perché devono andarci. La pratica religiosa appare rituale, codificata, impersonale». Con la Chiesa «hanno un rapporto di estraneità, ma non ostilità». I ragazzi si chiedono: «Cosa c’entra la Chiesa con la mia fede. Anche se qui ricade il pregiudizio generale verso le istituzioni». Si riscontra, poi, una sorta di ossimoro: «C’è ostilità verso l’istituzione, ma un amore per papa Francesco. Tra i pregi che i giovani mettono in luce c’è il linguaggio semplice, diretto e immediato del Santo Padre». I Millennial nella comunità cristiana cercano relazioni calde: «Vogliono una comunità non di nome, ma sperimentabile». Oltre il 90% degli intervistati, quindi anche parte di chi si dice non cattolico o credente, pensa che «è bello credere e riconosce il fascino dell’apertura alla dimensione di Dio, a quella religiosa, perché dà spe-

ranza, senso alla vita, perché “se credi non ti senti mai solo”». È su quest’ultimo aspetto, ha suggerito Bignardi, che «devono ragionare gli educatori». Sconcertante la prima esperienza di Chiesa raccontata. Nel mirino finisce l’iniziazione cristiana: «Il catechismo viene visto come un momento scolastico proposto a chi è già stufo di stare dietro un banco di scuola. Nella memoria di tanti sono rimaste solo regole, riti e senso di costrizione». Una strada da percorrere c’è: «Occorre creare relazioni. I giovani cercano esperienze, testimoni, figure educative che non pensano di porsi con l’atteggiamento di chi insegna, ma di chi accompagna». L’ex presidente di Azione Cattolica ha parlato anche delle ribellioni: «I giovani hanno ricevuto dai percorsi ecclesiali una visione della vita e non hanno sviluppato il senso di appartenenza. Se l’ho sviluppato posso anche discutere la regola, ma è la mia famiglia, ci sto dentro e la vivo. Non sempre accade ed è anche su questo punto che bisogna interrogarsi». Salvatore D’Angelo LUGLIO - AGOSTO 2016 Insieme

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LE PAROLE DELLA FEDE di Silvio Longobardi

La fede si esprime attraverso le parole. Alcune sono cadute in disuso, altre sono coperte di polvere, altre sono ormai incomprensibili. La rubrica si propone di rileggere il patrimonio della fede attraverso alcune parole essenziali

Parlate di Gesù! Possiamo ancora dire che Gesù è il Salvatore? Nella cultura odierna è sempre più difficile riconoscere la specificità del cristianesimo. Eppure senza Cristo, il volto di Dio rimane avvolto nel mistero e la verità dell’uomo resta nell’ombra

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l dovere di evangelizzare, che Gesù ha lasciato alla Chiesa come testamento (Mt 28, 16-20 e paralleli), non riguarda gli ebrei. Così ha detto recentemente il cardinale Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, suscitando non poche polemiche e costringendo lo stesso p. Lombardi, portavoce della Santa Sede, a precisare che evangelizzare non significa convertire. È vero, ma l’autentico annuncio contiene il desiderio della conversione. “È sempre bello e legittimo augurare all’altro ciò che è per te un bene o una gioia”, scriveva lo scrittore francese Julien Green. Amare qualcuno vuol dire desiderare il suo bene. E quale bene più grande esiste per noi credenti se non incontrare Cristo, luce del mondo? La missione appartiene intimamente all’esperienza cristiana ma questo slancio oggi è più affievolito, anche a causa di una mentalità che, in nome di un malinteso rispetto, vede l’annuncio come un’invadenza. Si tratta invece di un gesto di fede. Teresa di Lisieux ha consumato la sua vita all’interno del monastero, eppure percepiva un’appassionata ansia mis-

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sionaria: “Nonostante la mia piccolezza, vorrei illuminare le anime come i profeti, i dottori, ho la vocazione di essere apostolo. Vorrei percorrere la terra, predicare il tuo nome, e piantare sul suolo infedele la tua Croce gloriosa”. La missione nasce dall’intima certezza che Gesù Cristo è l’unico Salvatore. Nella Novo millennio ineunte, pubblicata all’inizio del terzo millennio, Giovanni Paolo II scriveva con tono profetico: “Non ci seduce certo la prospettiva ingenua che, di fronte alle grandi sfide del nostro tempo, possa esserci una formula magica. No, non una formula ci salverà, ma una Persona, e la certezza che essa ci infonde: Io sono con voi!” (n. 29). È bene allora rispolverare una dottrina che, nel contesto di un diffuso relativismo, non appare più così scontata come era e dovrebbe essere. L’unico Salvatore. Nella cultura odierna è sempre più difficile riconoscere la specificità del cristianesimo, anch’esso appare come una religione, una risposta all’istintivo desiderio di religiosità presente nell’uomo. Tra gli stessi cristiani è sempre più diffusa la


“Dio è entrato nella storia dell’umanità e, come uomo, è divenuto suo «soggetto», uno dei miliardi e, in pari tempo, Unico! Attraverso l’Incarnazione Dio ha dato alla vita umana quella dimensione che intendeva dare all’uomo sin dal suo primo inizio, e l’ha data in maniera definitiva” (Giovanni Paolo II, Redemptor hominis, 1)

convinzione che non esiste una religione vera ma che tutte le religioni, compresa quella cristiana, contengono semi di verità. In questo orizzonte culturale Gesù Cristo non è più come l’unico Salvatore, l’unico Mediatore, il Dio che si è fatto carne. Di conseguenza la sua Parola, annunciata dalla Chiesa, non contiene più la verità che salva, ma è semplicemente una proposta se non addirittura un’opinione. Contro ogni forma di riduzionismo, il Vaticano II afferma con una chiarezza esemplare: “solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo. […] Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione”. Senza Cristo non solo il volto di Dio rimane avvolto nel mistero, ma anche la verità dell’uomo resta nell’ombra. L’incarnazione del Verbo perciò costituisce il culmine della rivelazione e nello stesso tempo il punto di partenza di una storia nuova. “Gesù Cristo è il nuovo inizio di tutto – scrive Giovanni Paolo II – tutto in lui si ritrova, viene accolto e restituito al Creatore dal quale ha preso origine” (Tertio Millennio Adveniente, 6). Cristo rivela il volto misericordioso di Dio (Col

1,15) e comunica lo Spirito che diviene in noi principio di vita nuova (Rm 5,5). La sua Presenza riempie la storia. In nessun altro c’è salvezza se non in Gesù, annunciava Pietro con franchezza dinanzi al Sinedrio (At 4,12). La vicenda terrena che ha per protagonista Gesù di Nazaret non è soltanto una significativa espressione della religiosità ma l’evento che illumina ogni cosa. Cristo non è una via, una proposta di salvezza; egli è “la via, la verità e la vita” (Gv 14,6). Nessun uomo, sano di mente, potrebbe dire queste parole, in esse è come racchiuso il mistero di un’esistenza che riflette senza ombre la luce divina. Cristo è “il compimento dell’anelito presente in tutte le religioni”, è “l’unico e definitivo approdo” (Tertio millennio adveniente, 6). Tutta la storia della salvezza può essere sintetizzata in questa frase paolina: “ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra” (Ef 1,10). In effetti, senza di Lui non possiamo conoscere in modo pieno e definitivo la verità di Dio e quella dell’uomo, il senso della vita e della morte, non possiamo dare una risposta all’eterna domanda sull’amore e sul dolore… senza di Lui tutto rimane avvolto nella nebbia dell’umana sapienza.

Alcune domande. Che rapporto c’è tra l’umano e il divino, in che modo Cristo, vero Dio e vero uomo, riscatta la nostra umanità? Che significa dire, come spesso si usa nel linguaggio catechistico, che egli ci libera dal peccato? È possibile salvarsi senza incontrare Cristo? In che misura l’uomo realizza se stesso se non accoglie e segue la Parola di Gesù? Insomma, chi è Cristo per noi: è solo una possibilità, una delle tante, oppure è la condizione stessa del nostro esistere? L’Incarnazione del Verbo viene solo in seguito al peccato per sanare le ferite che esso ha introdotto nella storia oppure è il necessario compimento di una storia che trova in Lui la sua origine e il suo approdo ? Sono queste le domande decisive a cui dovremmo dare una risposta non superficiale, sono queste le domande che strutturano la fede. In apparenza possono sembrare di carattere accademico, in realtà rispondono agli interrogativi e ai desideri più profondi dell’animo umano. Il cardinale Franz König, arcivescovo di Vienna, uno dei protagonisti del Vaticano II, a chi gli domandava qual era il cuore del Concilio, rispondeva: “Parlate di Dio. Parlate del Verbo che si incarna e di Gesù di Nazareth che muore e risorge per noi”. LUGLIO - AGOSTO 2016 Insieme

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ILPANEDELLADOMENICA commenti a cura della famiglia Gambardella

Sussidio liturgico dalla XVI alla XXII domenica del Tempo Ordinario (Anno C) Mat’ Marija

Soltanto la gioia del dare Detesto l’inutile ricercatezza detesto le parole e i capoversi, quando a ogni passo ci sorprendono volti morti disperazione, angoscia, suicidio. O Dio, perché siamo così vagabondi? Perché ci sono tanti poveri e orfani? Perché il tuo santo popolo erra nel deserto del mondo, eterno e immenso? Conosco soltanto la gioia del dare, per estinguere il dolore del mondo, perché il fuoco e l’urlo delle albe di sangue siano affogati in un pianto di compassione. Mat’ Marija

17 XVI domenica luglio del Tempo Ordinario 2016 (Anno C)

Giambattista Tièpolo, pittore veneziano vissuto tra il 1696 e il 1770. Uno dei massimi esponenti del rococò italiano e ultimo grande esponente della decorazione monumentale. Lavorò in Italia e all'estero, le sue numerose opere denotano padronanza tecnica e un lavoro sempre al passo con i tempi. Grazie a lui la tradizione decorativa veneziana tornò a imporsi sulla scena artistica. Tra le opere più significative dell'evoluzione della sua arte vi sono gli affreschi del palazzo arcivescovile di Udine (1726-30), le tele per la Scuola del Carmine a Venezia (1743) e gli affreschi per la residenza di Carlo Filippo di Greiffenklau a Würzburg (1751-53).

Le letture: “Marta lo ospitò” Prima lettura: Gn 18,1-10 Salmo: Sal 14 Seconda lettura: Col 1,24-28 Vangelo: Lc 10,38-42 Il Vangelo: Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». (Cfr Lc 10, 40-42) Colore liturgico: VERDE

Giovanni Battista Tiepolo, 1750-1753

Cosa metto al primo posto?

«P

rof. non riesco a comprendere perché Gesù rimproveri la povera Marta che si spacca la schiena per fare le faccende domestiche. Capisco che Maria faceva una cosa buona ma anche mia mamma mi dice: “Prima il dovere e poi il piacere”». Come darle torto? Nelle nostre famiglie si pone al primo posto della giornata l’ascolto della Parola? Nemmeno a pensarci! Siamo figli delle connessioni ultra veloci di internet. Vogliamo tutto e subito. Eppure ogni attività dovrebbe trarre origine e ispirazione dalla Parola di Dio. Affidare a Dio il nostro studio o il lavoro, aiuterebbe a decentrarci per mettere Lui al centro di ogni nostra opera affinché “ogni nostra attività abbia sempre da Te il suo inizio e in Te il suo compimento”. LUGLIO - AGOSTO 2016 Insieme

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24 XVII domenica luglio del Tempo Ordinario 2016 (Anno C)

31 XVIII domenica luglio del Tempo Ordinario 2016 (Anno C)

Le letture: “Chiedete e vi sarà dato”

Le letture: “Quello che hai preparato, di chi sarà?”

Prima lettura: Gen 18,20-32 Salmo: Sal 137 Seconda lettura: Col 2,12-14 Vangelo: Lc 11,1-13

Prima lettura: Qo 1,2;2,21-23 Salmo: Sal 89 Seconda lettura: Col 3,1-5.9-11 Vangelo: Lc 12,13-21

Il Vangelo: «Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». (Cfr Lc 11, 11-13)

Il Vangelo: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». (Cfr Lc 12, 13-15)

Colore liturgico: VERDE

Colore liturgico: VERDE

Genitori: primi testimoni dell’incontro con Dio

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l rischio più frequente nella preghiera è quello di ripetere delle parole una dietro l’altra senza metterci il cuore. Ciononostante, pretendiamo che Dio ci ascolti ed esaudisca i nostri desideri come se fosse il genio della lampada di Aladino. Basta strofinare e voilà, il gioco è fatto. Il vero problema è che non vogliamo metterci in gioco nella relazione con Dio. E qui si tratta di un rapporto tra un padre e un figlio, un padre che non conosciamo in profondità e per farlo dovremmo pregare di più. Ma come pregare di più chi non conosciamo? Occorre qualcuno che testimoni di averlo incontrato, conosciuto e pregato. Chi meglio dei genitori può testimoniare l’incontro con il Padre? Sarà questa testimonianza di fede ed opere che susciterà la curiosità di chiedere, cercare e bussare alla porta del cuore di Dio.

Cacciata degli angeli ribelli, Giovanni Battista Tiepolo

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L’avarizia appesantisce il cuore

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a settimana scorsa abbiamo parlato della preghiera del “Padre nostro” con cui Gesù invitava i discepoli a chiedere qualsiasi cosa con tenacia e fiducia. Oggi Gesù è costretto a precisare quale debba essere l’oggetto della preghiera: all’uomo che gli chiede di intervenire in tema di eredità, Gesù oppone un rifiuto spostando il focus del problema sul cuore degli uomini. È nel cuore dei fratelli che si annida il problema, non nelle cose. I loro cuori, infatti, sono appesantiti dal desiderio del denaro e soggiogati dall’avarizia; e in questo terreno germogliano la divisione e la lotta. Paolo scrive a Timoteo: “L’avarizia è la radice di tutti i mali” (1Tm 6,9-10).


7 XIX domenica agosto del Tempo Ordinario 2016 (Anno C) Le letture: “A chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più” Prima lettura: Sap 18, 6-9 Salmo: Sal 32 Seconda lettura: Eb 11, 1-2.8-19 Vangelo: Lc 12, 32-48

14 XX domenica agosto del Tempo Ordinario 2016 (Anno C) Le letture: “Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra?” Prima lettura: Ger 38,4-6.8-10 Salmo: Sal 39 Seconda lettura: Eb 12, 1-4 Vangelo: Lc 12, 49-57

Il Vangelo: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». (Cfr Lc12, 39-41)

Il Vangelo: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!». (Cfr Lc 12, 49-51)

Colore liturgico: VERDE

Colore liturgico: VERDE

Siamo creature, non creatori

Avvolti dall’amore di Dio

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“M

ratello, ricordati che devi morire! Va bene, adesso me lo scrivo”. Questa battuta è stampata nella mente e nel cuore di quanti hanno apprezzato l’arte del compianto Massimo Troisi nel celebre film Non ci resta che piangere. Mai battuta fu più felice perché rappresenta davvero ciò che dovremmo fare: scrivere nella nostra mente che non siamo eterni e che ci verrà chiesto come abbiamo utilizzato il tempo donatoci. Noi siamo quelli del “cogli l’attimo”, viviamo come se Dio non esistesse illudendoci di essere i padroni assoluti della nostra vita. Dimentichiamo di essere creature e non creatori e, soprattutto, dimentichiamo di essere figli. Quando ciò accade diventiamo simili a quel figliol prodigo che uccide in cuor suo il padre chiedendogli l’eredità. Perciò, seguiamo il consiglio di Troisi fissando nel nostro cuore con caratteri di fuoco che la vita è un dono da donare agli altri e non una nostra proprietà.

a come, Gesù porta la divisione tra noi invece dell’amore fraterno?” Ai più sembrerebbe quasi scandaloso questo brano di Luca. Leggerlo senza collegare a quanto Luca scrive solo un capitolo prima, potrebbe condurci a conclusioni errate, ma non è così che si fa. Luca insiste moltissimo sulla relazione Padre-figli. Se non viviamo la relazione con Dio in questi termini oseremmo dire che sia inutile cercar di capire i Vangeli. La preghiera biblica dello Shemà Israel dovrebbe essere il centro di tutto. Se Dio è amato con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze allora le nostre relazioni saranno come avvolte dall’amore di Dio. Bisogna decidersi per Dio e smettere i panni della tiepidezza e del calcolo. Bisogna essere testimoni coerenti del Vangelo sempre e dovunque.

Santa Tecla, Giovanni Battista Tiepolo

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15 Assunzione AGOSTO della Beata Vergine Maria 2016 (Anno C)

21 XXI domenica AGOSTO del Tempo Ordinario 2016 (Anno C)

Le letture: “Benedetto il frutto del tuo grembo!”

Le letture: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”

Prima lettura: Ap 11,19;12,1-6.10 Salmo: Sal 44 Seconda lettura: 1Cor 15, 20-26 Vangelo: Lc 1, 39-56

Prima lettura: Is 66, 18-21 Salmo: Sal 116 Seconda lettura: Eb 12, 5-7.11-13 Vangelo: Lc 13, 22-30

Il Vangelo: In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. (Cfr Lc 1, 39-41)

Il Vangelo: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”». (Cfr Lc 13, 24-25)

Colore liturgico: BIANCO Colore liturgico: VERDE

Maria: stella polare

Fedeli alla porta

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he grande speranza viene immessa nel nostro cuore in questo giorno solenne. Maria assunta in cielo dona a ciascuno la certezza che Dio ci ama. Maria è la nostra stella polare e volgendo lo sguardo verso la sua luce riusciremo a percorrere con meno timore il pellegrinaggio terreno della fede. Se Luca, nel brano evangelico di ieri, ci chiamava ad assumere una decisione netta e decisa per Dio e il suo Vangelo, oggi Maria ci viene presentata come colei che “in fretta” prende posizione nel mondo in favore di Dio e del suo Amore per tutti. Nel suo cuore risuona l’annuncio dell’angelo e il suo amen. Non conosce di preciso cosa ne sarà di lei e del figlio promesso ma sa che ama Dio con tutta se stessa ed è in nome di questo amore che senza indugio inizia il suo pellegrinaggio della fede. La sua assunzione in cielo è il lieto approdo di quella entusiasmante avventura con Dio e il suo Unigenito.

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Insieme LUGLIO - AGOSTO 2016

i può mangiare e bere alla presenza del Signore, ascoltare la sua parola e poi essere messi fuori dalla porta? Sembra impossibile eppure succede spesso. Quanti di noi partecipano alla celebrazione eucaristica, alle catechesi del parroco e poi, una volta fuori, non resta più niente di quello che ci è stato donato? Sì, succede proprio così perché siamo troppo pieni di noi e Dio non trova spazio, anzi, trova un sereno rifiuto quando si presenta ai nostri occhi come l’orfano o la vedova della Bibbia. Peggio ancora, a volte siamo addirittura artefici delle sofferenze altrui gestendo le nostre faccende lavorative con ingiustizia, frodando alla ricerca di beni per riempire il nostro io. Se Dio non è il nostro primo e grande amore, in noi regnerà l’ingiustizia ed essa ci gonfierà a tal punto da non riuscire a passare per la porta stretta.

Martirio di sant'Agata, Giovanni Battista Tiepolo


28 ASCENSIONE AGOSTO del Signore 2016 (Anno C) Le letture: “Chi si umilia sarà esaltato” Prima lettura: Sir 3,19-21.30-31 Salmo: Sal 67 Seconda lettura: Eb 12, 18-19.22-24 Vangelo: Lc 14, 1. 7-14

Minerva trattiene Achille, Giovanni Battista Tiepolo

Il Vangelo: Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto». (Cfr Lc 14, 7-9) Colore liturgico: VERDE

L’unico “primo posto” a cui ambire

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omenica scorsa abbiamo parlato della coerenza della testimonianza cristiana prendendoci cura dell’orfano e della vedova. Oggi ci viene insegnata la modalità con cui operare la carità nella carità. Non occorre, infatti, sventolare ai quattro venti il servizio reso agli indifesi ma farlo secondo la modalità evangelica del “non sappia la destra ciò che fa la sinistra”. Se non agiamo così, il nostro orgoglio potrebbe gonfiarsi a tal punto da rovinare anche il bene che abbiamo fatto facendoci ergere a giudici e moralizzatori delle opere altrui. Il Vangelo odierno, invece, ci invita a seguire l’esempio di Gesù che ha dato la sua vita per noi pur sapendo che non potremmo mai ricambiare un dono così prezioso. Questa carità è il passepartout per i primi posti alle nozze eterne con Dio padre. Questo è l’unico “primo posto” a cui possiamo e dobbiamo aspirare.

INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI Nelle comunità

Il Vescovo presiederà la Santa Messa nella parrocchia Santa Maria del Carmine di Pagani il 12 luglio, alle 19.30, in occasione della festa parrocchiale. Il primo agosto, giorno della festa di sant’Alfonso, il Vescovo presiederà il solenne pontificale delle 11.00 nella basilica di Pagani. Il 12 agosto trasferta a Tolve, in provincia di Potenza, per la Santa Messa delle 19.00 nel Santuario di San Rocco.

Con le religiose

Dal 4 al 9 luglio il Vescovo presiede gli esercizi spirituale delle religiose. Il 13 luglio, alle 18.30, sarà nella parrocchia Santa Maria degli Angeli di Nocera Superiore per la Celebrazione di ringraziamento per il riconoscimento delle Virtù eroiche di madre Maria Consiglia dello Spirito Santo, fondatrice delle Suore Serve di Maria Addolorata. L’11 agosto sarà al Monastero delle clarisse di Nocera Inferiore per la festa di santa Chiara.

Ai piedi di Maria

Come ogni anno, il Vescovo presiederà il pellegrinaggio diocesano a Lourdes organizzato dalla P.U.A.C.S.. Il treno bianco partirà dalla stazione di Nocera Inferiore, con a bordo ammalati e fedeli desiderosi di pregare la Madonna nella grotta di Massabielles, il 21 agosto, e farà ritorno il 27.

Verso la GMG Una Santa Messa per pregare e incontrarsi con chi andrà a Cracovia. L’appuntamento del Vescovo con i giovani che parteciperanno alla Giornata Mondiale della Gioventù è in programma il 17 luglio, alle 20.00, nella parrocchia San Sisto II di Pagani.

Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it

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VITA ECCLESIALE

Davanti a madre Maria Consiglia Dall’11 al 13 luglio le Suore Serve di Maria Addolorata organizzano un triduo in onore della fondatrice dichiarata Venerabile

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omunità delle Suore Serve di Maria Addolorata in festa per la fondatrice. Lo scorso 26 aprile, papa Francesco ha riconosciuto le virtù eroiche di madre Maria Consiglia dello Spirito Santo, proclamandola Venerabile. Le sue figlie spirituali hanno voluto organizzare un triduo per ringraziare il Signore di questo dono. Dall’11 al 13 luglio la parrocchia Santa Maria degli Angeli di No-

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cera Superiore sarà il cuore delle celebrazioni. L’11 e il 12, dopo la Santa Messa delle 18.30, ci sarà l’adorazione eucaristica e la recita del vespro durante il quale una suora terrà una meditazione sul carisma della fondatrice . Il primo giorno si approfondirà il tema «Madre Maria Consiglia quale donna eucaristica», il secondo giorno il tema «Madre Maria Consiglia, donna di carità».

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Il 13 luglio, alle 18.30, ci sarà la Santa Messa di ringraziamento presieduta dal vescovo diocesano, monsignor Giuseppe Giudice. Al termine ci sarà un momento di memoria e di agape fraterna nel Chiostro della Casa Madre, in via Portaromana a Nocera Superiore. La data del 13 luglio non è casuale, coincide con il 144esimo anniversario dell’arrivo di madre Maria

Consiglia a Nocera Inferiore, al rione Casolla, con tre ragazze per la fondazione della Congregazione. «La madre Maria Consiglia, figlia della Chiesa, mossa dallo Spirito, ardente di carità verso gli ultimi, serva della Vergine Addolorata – hanno scritto le suore nell’invito al triduo –, interceda per noi dal Signore grazie e benedizioni». Sa. D’An.


Coppe e targhe consegnate ai partecipanti Gli oratori premiati

“Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”

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avvero singolari le parole utilizzate da don Michelangelo Gargiulo, lo scorso 2 giugno, durante la Celebrazione eucaristica che ha chiuso la premiazione del torneo zonale di calcio “Gioca con il Sorriso”, organizzato dall’Anspi. Il sacerdote, a cui è affidata la comunità Sacri Cuori di Gesù e Maria in località Messigno a Pompei, ha catturato l’attenzione dei ragazzi, degli allenatori ed educatori facendo ascoltare la canzone “La leva calcistica della classe 68” di Francesco De Gregori. Un brano in cui si parla di calcio e del suo significato allegorico: questo sport, infatti, è lo specchio dell’esistenza. Come su un rettangolo verde, così nella vita siamo chiamati a lottare: vinciamo, perdiamo, sudiamo, soffriamo, piangiamo, gioiamo. C’è un’etica, una rettitudine morale che come nello sport influenza le scelte dell’esistenza. In un momento di stanchezza, tensione, momentanea debolezza, anche un grande giocatore può sbagliare un rigore determinante, capace di cambiare il corso de-

gli eventi, nonostante “metta il cuore dentro le scarpe e corra più veloce del vento”. Il protagonista della canzone fa parte di una schiera di “Magnifici Perdenti”, uomini che hanno preferito la rettitudine all’inganno o che semplicemente hanno sbagliato nel momento decisivo della propria vita. Sbagliare un rigore è un po’ come commettere un errore nella vita; Dio non ci giudica per quello sbaglio ma per il nostro impegno, per le nostre opere, per il nostro amore. In perfetta sintonia con le parole di don Michelangelo, i versi del ritornello di questa splendida canzone: “Ma Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”.

Si è concluso, lo scorso 2 giugno, il torneo zonale di calcio “Gioca con il Sorriso” organizzato dall’Anspi. Toccante la riflessione di don Michelangelo Gargiulo Don Michelangelo Gargiulio e i responsabili dello Sport Anspi Antonio De Vivo e Giulio Volante

Qualità che noi giovani, desiderosi di costruire un mondo più vero e più giusto, siamo chiamati a coltivare con passione. Chiara Pagano LUGLIO - AGOSTO 2016 Insieme

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Redazionale a cura della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e dei Piccoli discepoli della Croce

Lourdes,

Un momento della Via Crucis

Nell’anno dedicato al Giubileo straordinario della Misericordia, il pellegrinaggio a Lourdes, organizzato dalla P.U.A.C.S. dal 21 al 27 agosto, assume un significato particolare. Un’occasione da non lasciarsi scappare

Gli ammalati insieme ai volontari

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luogo di Misericordia per eccellenza

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ella bolla di indizione Misericordiae Vultus del Giubileo straordinario della Misericordia, il Santo Padre Francesco definisce il pellegrinaggio come «segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata» (Misericordiae Vultus n. 14). Nel pellegrinaggio della nostra vita, Lourdes diventa un momento privilegiato per vivere l’esperienza della felicità e sperimentare la misericordia divina. Infatti, con le apparizioni a Bernardette, la Vergine Maria ha manifestato la sua grande sollecitudine verso di noi, poveri peccatori. In quest’anno giubilare, dal 21 al 27 agosto, la Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza, insieme al suo pasto-

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re mons. Giuseppe Giudice, si mette in cammino verso la grotta della misericordia, il luogo in cui la Vergine indica la rotta verso il cuore misericordioso del Figlio Gesù. A Lourdes la misericordia si riceve e si dà. Questo avviene nell’incontro con l’amore di Dio attraverso la celebrazione dei sacramenti, in particolare quelli dell’eucarestia e della riconciliazione, ma anche mediante la preghiera comunitaria e personale. Il Santuario di Lourdes, in questo anno di grazia, propone ai pellegrini un percorso spirituale che li condurrà dalla porta della misericordia alla cappella della riconciliazione, passando per la Grotta, le piscine, la Via Crucis, la processione eucaristica e il flambeux dedicato all’Immacolata. Ogni singola tappa sarà segno tangibile dell’immenso ed eterno amore che il Padre misericordioso riserva ai suoi figli. Segno di amore che non si esaurisce nei giorni di pellegrinaggio, ma lascia un’impronta nel cuore che necessita di uno slancio di testimonianza nelle vicende ordinarie della vita, con gesti che traducono la vocazione dei cristiani: essere misericordiosi come il Padre! Un’alta manifestazione dell’amore divino si rivela nella coppia volontario/ammala-

to. Le migliaia di fratelli ammalati, che attraversano il Santuario, vengono perennemente accolti e sostenuti dalle braccia aperte e forti dei volontari. Quelle braccia sono la manifestazione dell’amore di Dio che tocca, bacia, abbraccia, solleva e sana le ferite della fragilità umana. Il volontario, con il suo costante impegno, diventa porta della misericordia che apre gli interrogativi umani degli ammalati verso l’orizzonte della certezza di salvezza eterna che Dio dona. Lourdes è luogo di misericordia, è luogo giubilare! Mancano pochi mesi al fischio di quel treno bianco carico di amore e di speranza. Oltrepassiamo insieme quella porta che permette a Dio di entrare dentro di noi, cogliamo quest’occasione per poter dire “ci sono stato, ho visto, toccato e sono rinato”. Maria Grauso

I pellegrini presso il Santuario


NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti I giovani della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno eletti al consiglio regionale della GiFra

Gesù Risorto Pagani Il murales che ha vinto il primo premio al concorso

Ottima risposta per la Sagra dello gnocco alla fontana

Rinnovo delle cariche per la GiFra

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ono della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno il nuovo presidente e vicepresidente regionale della Gioventù Francescana di Campania e Basilicata, eletti insieme al nuovo consiglio regionale della GiFra lo scorso 20 maggio a Benevento presso il centro “La Pace”. Il presidente regionale è Pierfrancesco Bruno, 23 anni, studente di Ingegneria Ambiente e Territorio presso l’Università di Napoli Federico II. Vive il suo carisma francescano presso il Convento di Sant’Antonio, parrocchia del SS.mo Corpo di Cristo di Nocera Inferiore. Il vicepresidente regionale è Alfonso Dolgetta, 27 anni, musicista, diplomato e laureato presso il Conservatorio di Salerno in violino. Lavora come insegnante di musica ed è parte della comunità di San Francesco a Sarno. La nostra diocesi ha portato ancora altri frutti: elette anche due consigliere regionali. Luciana Battipaglia, 22 anni, studentessa di Lettere e Filosofia presso l’Università federiciana di Napoli, della parrocchia SS.mo Corpo di Cristo di Nocera Inferiore. Stefania Scalea, 24 anni, laureata in Biologia presso l’ateneo salernitano, condivide il cammino della GiFra a Nocera Superiore, presso il Santuario di Materdomini. Agli eletti il miglior augurio per un buon cammino! Chiara Bruno

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rmai è diventato un appuntamento tradizionale e si è confermata un grande successo la Sagra dello gnocco alla fontana, giunta alla sua ottava edizione. L’evento gastronomico ancora una volta ha portato nella periferia di Pagani centinaia di persone, che hanno potuto gustare il piatto tipico della sagra, lo gnocco preparato con gli ortaggi e i prodotti della terra. Lo scopo è sempre lo stesso, quello di destinare i fondi al nuovo complesso parrocchiale, inaugurato lo scorso ottobre ma che necessita ancora di interventi e rifiniture. Contestualmente, si è svolta anche la nona edizione del concorso “Murales e dintorni”, al quale hanno partecipato 23 artisti provenienti da tutta la provincia e non solo. A trionfare, per la categoria professionisti, l’autore di un murales davvero significativo, con un bambino che abbraccia e protegge un cagnolino. Per la giuria, è stata l’opera che meglio ha rappresentato il tema “Gesti di bontà, che emozione!”. Danilo Sorrentino

FOTONOTIZIA Conclusa con successo la due giorni gastronomica organizzata dagli amici de “Il buon samaritano” Onlus di Nocera Inferiore, lo scorso 17 e 18 giugno, per la raccolta fondi a favore delle attività per i bambini seguiti al centro interparrocchiale.

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NEWS DALLE PARROCCHIE Santa Maria Maddalena in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

Santa Maria dei Bagni Scafati

Il Giubileo dei ragazzi a Roma

«N Don Massimo Staiano con i bambini che hanno ricevuto la Prima Comunione e le catechiste

Perdono, Parola e pane della Prima Eucarestia

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abato 11 e domenica 12 giugno, la comunità parrocchiale si è riunita in festa per celebrare la Prima Eucarestia di 9 bambini che per quattro anni hanno seguito con costanza ed impegno il ricco cammino di catechesi. Nella celebrazione della Prima Comunione i bambini scoprono la consapevolezza eucaristica del “rendere grazie” a Gesù che nell’ultima cena distribuì ai suoi discepoli il pane ed il vino come suo corpo e suo sangue, offerti come sacrificio per la salvezza degli uomini, incaricandoli di fare lo stesso in sua memoria. Per questo al centro dello spazio destinato alla celebrazione eucaristica si trova l’altare, che è una mensa, ricoperta da una tovaglia, e questo ci fa pensare ad un banchetto. Sulla mensa c’è una croce, ad indicare che su quell’altare si offre il sacrificio di Cristo: è lui il cibo spirituale che lì si riceve, sotto i segni del pane e del vino. Il perdono dei peccati, la Parola ed il Pane nella Messa diventano le tappe fondamentali del cammino cristiano che inizia il giorno della Prima Comunione e si rinnova ogni domenica. Maria Ermelinda Di Lieto

on ci sono confini o distanze che possano impedire alla misericordia del Padre di raggiungerci e rendersi presente in mezzo a noi». Così papa Francesco ha invitato tutti al Giubileo dei ragazzi svoltosi a Roma. L’invito del Papa è stato accolto anche da una ragazza della nostra parrocchia, Margherita. «Ho partecipato perché è stato un evento voluto direttamente dal pontefice e dedicato a noi giovani. Questo mi ha fatto capire quanto siamo importanti per lui e mi ha spinto ad esserci». Bergoglio ha affermato: «La vostra felicità non è un’app che si scarica sul telefonino». «La felicità è più semplice di un’app, è ovunque – continua la giovane – nelle cose belle ma anche nelle difficoltà. Riesco a trovarla grazie alla fede che coltivo cercando di mettere in pratica gli insegnamenti che ricevo. Non è sempre semplice ma sono accompagnata da fratelli pronti ad aiutarmi e, soprattutto, ho Dio a guidarmi e aiutarmi». Vincenzo Scalogna

Gli araldini della provincia campana lucana a Roma

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Santa Maria delle Grazie Angri

Grande successo per la sagra della Grangia di Pizzauto

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erminati i festeggiamenti della parrocchia, iniziati il 31 maggio scorso, con la Messa e la consueta processione delle statua della Madonna per le vie del rione Alfano. Celebrazioni che hanno visto calare il sipario anche sul tradizionale appuntamento della sagra della Grancia di Piazzauto, svoltasi il 4 e 5 giugno scorso, quest’anno arrivata al XIX edizione. Molte le novità, tra le quali la nuova disposizione degli stand gastronomici, allestiti intorno al complesso parrocchiale. I partecipanti hanno potuto gustare piatti tipici come gnocchi con braciola di capra, pasta e fagioli e tante altre pietanze. Tanto divertimento con lo stand babylandia e tanta musica sul palco, dove si sono esibiti artisti emergenti – e non solo – del nostro territorio e il coro parrocchiale “Girasoli della gioia”, che ha eseguito brani del repertorio della canzone napoletana. Altra sorpresa è stata la visita alla Certosa di S. Giacomo, guidata da Legambiente, promotrice del progetto “Salvalarte”, che ha permesso a molti cittadini e amanti della storia e cultura di visitare i resti delle mura dell’antica Certosa ubicati nel territorio parrocchiale, ai confini con Sant'Antonio Abate. Gruppo web & comunicazione

I partecipanti alla sagra della Grangia di Pizzauto

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NEWS DALLE PARROCCHIE Gioconda e Arianna mostrano la targa ricevuta alla fine del concorso

San Michele Arcangelo Nocera Superiore

Arte: tra passione e misericordia

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a realizzazione dei disegni in onore dei festeggiamenti per San Pasquale ha visto la partecipazione di giovani appartenenti alla parrocchia di San Michele. “Misericordia del Padre” è il disegno realizzato dai giovani chierichetti, nel quale si evince il valore della misericordia che Dio ha nei confronti di una persona che indossa abiti d’epoca. Dio non osa giudicare noi comuni mortali, ed è sempre misericordioso con noi. Questa realizzazione ha vinto il premio “Sezione parrocchie”. “Cristo misericordioso” è il disegno di Gioconda e Arianna, che hanno vinto nella sezione professionisti il premio della giuria popolare con 189 voti. «La preoccupazione di non riuscire a disegnare sull’asfalto ciò che si immagina è molta» hanno commentato le vincitrici. Federica Pepe

FOTONOTIZIA Cinque gemelli di San Giovanni Battista ad Angri hanno confermato la loro fede insieme. Tre fratelli hanno vissuto un percorso di preparazione alla cresima durato sette anni per aspettare le due sorelle gemelle, nate da una seconda gravidanza. In foto, i gemelli con gli altri cresimati insieme a mons. Giuseppe Giudice.

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Foto Michele Novi


FOTONOTIZIE Nozze di diamante per Anna Torino e Gaetano Calvanese, sposi il 10 giugno 1956 nella parrocchia dell’Addolorata di San Potito di Roccapiemonte.

Auguri alla famiglia Notari della parrocchia S. Maria del Carmine di Angri per il matrimonio di Giulia e Mario.

Il 18 giugno scorso l’Azione Cattolica diocesana ha vissuto un momento di festa con ragazzi, giovani, adulti e famiglie dell’associazione. “In con tra tutti” il titolo della giornata, che si è svolta presso l’area mercatale di Nocera Superiore, in via Luigi Petrosino, alla presenza del vescovo Giuseppe Giudice.


IN PARROCCHIA a cura di Antonietta Abete

Tra fede e cultura Grande successo per la seconda edizione della festa di San Vito, dal 9 al 15 giugno a Pagani, che ha coniugato fede, tradizione, cultura e fraternitĂ . La fotocronaca dei momenti piĂš belli

Il momento culturale

Con don Carmine Cialdini

La serata gastronomica

Con don Alfonso Giordano

La processione

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI Coordinatore redazione parrocchiale: Michele Raiola

“Insieme per rinascere” L’associazione ha sede a Pagani ed è al servizio dei malati oncologici Con don Andrea Annunziata

Con padre Gigi Lamberti

È nata lo scorso 19 marzo l’associazione “Insieme per rinascere” che ha l’obiettivo di aiutare e sostenere i pazienti oncologici grazie ad un’equipe specializzata in grado di ascoltare i loro bisogni e migliorarne la qualità di vita, durante e dopo la malattia. Ridurre lo stato depressivo che segue la diagnosi di un tumore e lo stress che investe i pazienti e le loro famiglie è una priorità e un importante fattore che agisce sul percorso terapeutico. Nell’equipe è presente un nutrizionista perché i dati testimoniano il legame tra malattia e alimentazione, senza trascurare il supporto medico-infermieristico e la fisioterapia che possono favorire la ripresa del paziente. L’associazione si impegna anche ad aiutare le donne a migliorare il proprio aspetto fisico durante e dopo le cure che hanno un impatto importante sulla femminilità. Il motto dell’associazione - che deve molto all’esperienza del presidente Giandomenico Torre, psicologo e psicoterapeuta presso il polo oncologico dell’ospedale “A. Tortora” di Pagani – si può riassumere nella famosa frase del medico statunitense Patch Adams: “Se si cura una malattia si vince o si perde; ma se si cura una persona si vince sempre”. “Insieme per rinascere” ha sede in Piazza B. D’Arezzo a Pagani, già sede dell’ambulatorio AISTOM con il quale collabora.

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT'ALFONSO - SARNO Le signore che seguono il corso di tombolo e chiacchierino

Foto di gruppo ad Assisi

Insieme a Montevergine

Un anno al top Dopo le numerose attività portate avanti negli ultimi mesi, la comunità di Sant’Alfonso a Sarno si prepara alla festa parrocchiale dal 30 luglio all’1 agosto

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na parrocchia viva e propositiva, è la comunità di Sant’Alfonso Maria de Liguori di Sarno. Don Carmine Cialdini ha messo in moto, grazie alle sollecitazioni e ai suggerimenti dei parrocchiani, una serie di iniziative che hanno raccolto numerosi consensi. Don Carmine è a Sarno da quasi due anni, la sua presenza si vede e si sente, per le tante attività programmate. Ora la comunità si prepara per vivere la festa patronale. Tre giorni di preghiera e fraternità, per riscoprire e alimentare l’essere famiglia parrocchiale. Il 30 e il 31 luglio e il primo agosto Sarno ci si riunirà per celebrare e

pregare sant’Alfonso. Il momento clou sarà la processione per le strade della parrocchia con il simulacro del fondatore dei missionari redentoristi. L’appuntamento è per il primo agosto, alle 20.00. La festa patronale rappresenta il culmine di un anno vissuto con grande intensità. Ai momenti di preghiera, la messa domenicale e agli incontri di evangelizzazione e iniziazione cristiana, don Carmine ha favorito la nascita di momenti paralleli di formazione. Ne è esempio la catechesi parrocchiale, ogni 15 giorni, sulle basi del Cristianesimo. «Alle attività ordinarie – ha spiegato il giovane sacerdote – ab-

biamo abbinato il corso di tombolo e chiacchierino, è diventato un momento catechetico per le signore che lo frequentano». Tra i momenti forti vissuti quest’anno c’è stata la peregrinatio della Madonna di Montevergine. L’icona mariana, accompagnata dai padri benedettini, ha visitato la comunità parrocchiale sarnese dal 13 al 15 maggio scorso. Importanti sono state anche le uscite fuoriporta ai giardini vaticani e ad Assisi, come i ritiri di avvento e quaresima e lo spettacolo natalizio. Momenti di formazione e aggregazione durante i quali la comunità si ritrova unita nel testimoniare l’adesione a Cristo.

Una vacanza di famiglia Dal 17 al 21 agosto la comunità parrocchiale si ritroverà a Ostuni per il campo scuola annuale. Un’occasione per mettersi alla sequela del Signore attraverso attività formative e momenti di divertimento e gioco. L’iniziativa è aperta ai parrocchiani di tutte le età.

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La recita di Natale

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT'ANTONIO DI PADOVA - ORTA LORETO

Don Gerardo benedice con la reliquia di sant’Antonio

I piccoli “Antonini”

L’A BBRACCIO DI SANT’ANTONIO

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iorni di grazia e fraternità sono stati vissuti nella nostra comunità il mese scorso per la festa di sant’Antonio di Padova in Orta Loreto. Case e strade addobbate con palloni e coccarde, tutto rigorosamente in tema con il bianco e il giallo. In preparazione alla festa dal 1° al 12 giugno, durante la Celebrazione delle 19.00, il padre predicatore fra Giancarlo Orlando ha tenuto la tredicina in onore del santo delineando, attraverso il Vangelo, i punti salienti della sua vita e ha invitato la comunità a vivere sulle sue orme. Alla vigilia della solennità, come ogni anno, nella cappella di Sant’Antonio in Avagliana abbiamo rivissuto, attraverso alcuni scritti, le ultime ore della vita del santo nel sua regione natia. Il 13 giugno, solennità di sant’Antonio di Padova, in piazza c’è stata la celebrazione con la partecipazione delle famiglie e la consacrazione dei piccoli “Antonini” al santo. Tanti sono stati i bambini che, ai piedi dell’altare, hanno in-

dossato il saio come quello di sant’Antonio per ricevere la benedizione. Domenica 19 le famiglie della comunità hanno aperto le loro case e soprattutto il loro cuore alla processione della statua di sant’Antonio, benedetta nel 2009 dal papa emerito Benedetto XVI. Lunedì 20 si sono conclusi i festeggiamenti con l’atto di affidamento della comunità a sant’Antonio da parte del sindaco, dott. Nunzio Carpentieri, e dell’amministrazione comunale. Di questi giorni, a don Gerardo Coppola è rimasta impressa la felicità dei bambini, la loro gioia per questo momento di festa e anche la loro piccola devozione trasmessa da genitori e nonni. La comunità ha accolto con grande disponibilità tutte le proposte del parroco ed è proprio a lui che rivolge un “grazie speciale”. Grazie perché da 9 anni riviviamo le tradizioni legate al santo e alla parrocchia mettendo al centro Gesù. Dina Grimaldi

La comunità parrocchiale ha vissuto con intensità e partecipazione i festeggiamenti in onore del santo patrono, mettendo al centro di ogni evento Gesù

La statua del santo patrono portata in processione

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE - CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO

La misericordia raccontata con i fiori

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Alcuni tappeti della precedente edizione dell’Infiorata

ella bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia, papa Francesco ha ricordato che la “Misericordia è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato”.

zione Cattolica di Casatori che quest’anno festeggia 80 anni di presenza nella parrocchia S. Maria delle Grazie. Insieme alle scuole dell’A gro, quest’anno anche gruppi di Azione Cattolica Ragazzi delle varie parrocchie della diocesi saranno impegnati nella realizzazione dei tappeti.

I tappeti floreali realizzati dagli artisti saranno occasione di riflessione per noi cristiani. Un modo originale per ripassare lezioni di catechismo e soprattutto un monito, un richiamo alla condivisione con i bisognosi, che non si ferma alla semplice carità e va oltre il mero fabbisogno materiale. Le opere di misericordia corporali non sono le uniche a rendere piena la vita del cristiano: in questa società, dove l’individuo è sempre più solo, le opere di misericordia spirituale sono spesso l’unica salvezza. Se è vitale dar da mangiare, da bere, vestire, alloggiare, in questi ultimi anni, anche consigliare, perdonare, sopportare, consolare e soprattutto pregare, può aiutare tantissima gente. Omaggio all’Azione Cattolica. I Piccoli Infioratori, invece, omaggeranno l’A zione Cattolica in modo singolare: tappeti ispirati al libro di Antoine de Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe, un racconto molto poetico che nella forma di un’opera letteraria per ragazzi affronta temi importanti come il senso della vita e il significato autentico dell’amore e dell’amicizia. Temi cari all’A-

A rendere la kermesse internazionale, oltre ad alcuni gruppi provenienti dalle diverse città gemellate, ci sarà un gruppo proveniente dalla Spagna. Bueu è un comune spagnolo di 12.350 abitanti, situato nella comunità autonoma della Galizia, nella provincia di Pontedreva. Tra le sue attrazioni, le 24 spiagge e l’isola di Ons che appartiene al Parco Nazionale delle Isole Atlantiche.

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Le date. La manifestazione avrà inizio venerdì 16 settembre con l’offerta dei fiori alla Vergine Addolorata e la realizzazione del Grande tappeto verticale. Sabato 17 la realizzazione dei 30 tappeti floreali andrà avanti per l’intera giornata. Domenica 18 la visita guidata ai tappeti e, a tarda sera, il passaggio storico della Vergine sui tappeti. La miscela di dialetti, lingue, fiori, colori, sapori, profumi, musiche, canti, opere, cortesia e accoglienza renderanno, per tre giorni, la piccola frazione simile ad un angolo di paradiso in cui ritrovarsi. Aldo Longobardi

“La misericordia e le sue opere” al centro dell’edizione 2016 dell’Infiorata di Casatori mentre i Piccoli Infioratori omaggeranno l’A zione Cattolica. L’appuntamento è dal 16 al 18 settembre


A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI COORDINATORE DI REDAZIONE FRANCESCO COPPOLA

I ragazzi coinvolti in vari giochi ed attività

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iniziata, lo scorso 8 giugno, la terza edizione dell’Estate Ragazzi. Il tema che ci ha accompagnato è “In Te c’è di Più”, come suggerito dal sussidio dell’ANSPI. Attraverso brevi rappresentazioni, balli, inni e piccoli passi del Vangelo, ogni giorno è stato trasmesso un messaggio ai bambini per aiutarli a crescere insieme e scoprire cosa c’è di bello in ciascuno. Il divertimento ha caratterizzato queste giornate, era dipinto a tinte forti sui volti sorridenti dei bambini e dei loro educatori. Giochi di abilità e giochi d’acqua si sono intrecciati con laboratori manuali per lasciare a ciascuno un ricordo di questa magnifica esperienza. Oltre alle sette giornate di giochi, sono state organizzate due serate di svago e condivisione. Giovedì 9 giugno, la messa in scena dello spettacolo “O’ Gel”, già rappresentato qualche settimana prima nel salone parrocchiale. Una rivisitazio-

E-state con noi ne moderna del noto musical “Grease” portata in scena dalla compagnia teatrale “I matti siamo noi”, composta da alcuni giovanissimi ed educatori della parrocchia. Ragazzi che hanno deciso di mettersi in gioco con la recitazione, il canto e il ballo. La seconda serata, all’insegna del valore della “Famiglia”, si è svolta giovedì 16 giugno ed ha avuto come protagonisti bambini e genitori che hanno trascorso insieme alcune ore tra giochi e condivisione.

“In te c’è di più”: questo il tema che ha accompagnato la terza edizione dell’Estate Ragazzi. Giochi, laboratori manuali e due serate di svago per la gioia di tanti bambini

L’obiettivo principale dell’Estate Ragazzi è insegnare ai bambini la bellezza dello stare insieme e far conoscere loro un amico speciale che li accompagnerà sempre: Gesù. L’esperienza si è conclusa con la dodicesima edizione di “Bicicalesando”, un’iniziativa ecologica che insegna il rispetto per l’ambiente spesso violato e calpestato dallo smog cittadino. Ilaria Benigno

Foto di gruppo

Lo spettacolo “O’ Gel”, portata in scena dalla compagnia teatrale “I matti siamo noi”

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI - NOCERA SUPERIORE IN REDAZIONE GIOVANNI GIORDANO ED ELISA CALIFANO

La benedizione dei tappeti

Una pioggia di colori Si è svolto a Nocera Superiore, dal 17 al 23 maggio, il XVIII Concorso internazionale dei Madonnari, evento legato ai festeggiamenti in onore di Maria SS. di Costantinopoli e San Pasquale Baylon. LE FOTO dei momenti più belli

Alcuni dei numerosissimi tappeti realizzati con i gessetti colorati

18 anni insieme

Festa di ringraziamento per don Roberto Farruggio

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el corso dei festeggiamenti in onore di San Pasquale Baylon e della Madonna di Costantinopoli, con la presenza di tutta la città e del sindaco, la parrocchia ha festeggiato i 18 anni che don Roberto ha trascorso insieme alla comunità. Una serata ricca di emozioni come il tempo passato insieme.

La lettura della lettera scritta dalla comunità

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Ad aprire il momento di festa, l’esibizione delle scuole di ballo della città mentre lo spettacolo del famoso comico Mino Abacuccio ha messo il sigillo alla serata. Grande emozione ha suscitato la lettera che la comunità ha scritto per il sacerdote e la proiezione di un video che ha ripercorso le tappe più belle del suo ministero sacerdotale. Come ogni festa che si rispetti, non potevano mancare il taglio della torta, lo spumante e i fuochi d’artificio. Grazie di cuore don Roberto, per tutto quello che fai per noi ogni giorno. Marina Massa


Uniti a Gesù Don Roberto Faruggio ha partecipato al Giubileo dei Sacerdoti. Intensi giorni di grazia guidati da Papa Francesco: il racconto della sua esperienza

I

l Sacerdote è strumento nelle mani di Dio per rendere presente Cristo nella storia dell’umanità. Il Giubileo dei Sacerdoti è stato un tempo speciale per ritornare alle sorgenti di questo dono immenso. In questi giorni luminosi che Dio mi ha dato la grazia di vivere, dal primo al 3 giugno, il Papa in persona ha tenuto le meditazioni ai Sacerdoti convenuti da tutto il mondo. «Essere misericordioso non è solo “un” modo ma “il” modo di essere. Non c’è altra possibilità di essere Sacerdote» ha sottolineato papa Francesco. Nella vita sacerdotale non mancano le sofferenze per amore di Cristo e della Sua Chiesa. Su questo aspetto il Papa ha ricordato che il pastore secondo il cuore di Dio non difende le proprie comodità, non è preoccupato di tutelare il proprio buon nome, ma sarà calunniato, come Gesù. Senza temere le critiche, è disposto a rischiare, pur di imitare il suo Signore. Non è un capo temuto dalle pecore, ma il Pastore che cammina con loro e le chiama per nome (cfr Gv 10,3-4). E desidera radunare le pecore che ancora non dimorano con Lui (cfr Gv 10,16). Quanta grazia in questi giorni importanti, come quelli vissuti nel giugno 2010 a conclusione dell’Anno Sacerdotale. «Vi ringrazio per il vostro “sì” a donare la vita uniti a Gesù: sta qui la sorgente pura della nostra gioia», ha concluso il Pontefice. Don Roberto Farruggio

Papa Francesco durante una catechesi

I sacerdoti che hanno partecipato al Giubileo. In prima fila don Roberto

Solenni festeggiamenti in onore di Sant’Antonio

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a festa di sant’Antonio alla Cappella di Camerelle è stata vissuta dalla comunità come occasione di comunione tra le persone e le famiglie. Insieme ai momenti liturgici, dopo la solenne Tredicina in Cappella, i giorni 11, 12 e 13 giugno sono stati allietati dalla tradizionale sagra, con tante pietanze succulenti, buona musica e i comici di “Made in Sud”. Il 12 c’è stata la Processione del Santo, il 13 le Celebrazioni in Cappella con tantissimi fedeli e, di sera, tutti insieme a tifare per la nazionale di calcio dell’Italia con l’ausilio di un maxischermo. Giovanni Giordano

Successo per la settima edizione dell’Estate Ragazzi

La condivisione del pranzo

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i è conclusa l’Estate Ragazzi. Al centro della settima edizione le Beatitudini cucite a misura di bambino grazie ai giochi e alle attività che hanno condotto i piccoli a vivere un itinerario di riflessione sulla misericordia. Apprezzata da tutti la nuova piscina nella quale ogni mattina i bambini hanno trascorso ore spensierate. Non sono mancati i giochi, attesi con grande entusiasmo come la caccia al tesoro. Nel corso della festa finale è stata decretata la squadra vincitrice e tutti hanno potuto gioire della bellissima esperienza vissuta in attesa dei Campi Scuola. Chiara Palmieri

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI

Immagine di repertorio

“Ammaestratevi a vicenda”

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urante il mese di maggio, ricco di celebrazioni significative per la Chiesa, le parrocchie Santa Maria del Carmine e SS. Annunziata di Angri hanno utilizzato la Parola della domenica per l’adorazione comunitaria del giovedì. Il parroco don Antonio Mancuso, uscendo dagli schemi tradizionali, ha voluto che alcuni fedeli, laici e religiosi, raccontassero il proprio incontro con Gesù e come Egli sia vivo e presente nel loro quotidiano. Così, tanta “gente comune” si è fatta portavoce di Cristo e dello Spirito Santo, arricchendo la comunità con la propria esperienza personale. Nella chiesa affollata, al centro dell’altare, Gesù Eucaristia. Luci soffuse per immergersi nel silenzio orante, nella penombra la voce tremolante di chi vuole condividere la sua esperienza. Davanti a Gesù tutto diventa più difficile, ma lo Spirito guida all’ascolto del racconto di un incontro che sconvolge la vita. A cuore aperto. Voci di uomini e donne semplici che, senza tanti paroloni, hanno trasmesso ciò che vivono quando si donano al Signore, quando il “sì” di Maria diventa opera gratuita nella Chiesa. Educatori di giovani, responsabili di gruppo, animatori liturgici o religiose, ognuno ha parlato al cuore dei presenti, per risvegliare il senso dell’amore e del servizio, per riscoprirsi cristiani, per ricordare in quale momento ciascuno ha fatto il suo incontro con Gesù e capire il valore di una così grande ricchezza. Tutti hanno qualcosa da donare all’altro, così si costruisce una Chiesa che ama, si fortifica e cresce nell’unità, consapevole di quanto ogni fratello è indispensabile per l’edificazione della comunità. Questa proposta del parroco è stata accolta con favore e ha dato la possibilità a tutti i presenti di scoprire che nella persona “seduta accanto” è racchiusa una storia importante capace di sensibilizzare e stupire. Antonella Malafronte

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Ogni giovedì, nella penombra che avvolge le ore dedicate all’adorazione comunitaria, laici e religiosi hanno condiviso, nel mese dedicato a Maria, il loro incontro personale con Gesù


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

Il parroco indossa i paramenti sacri con l’immagine di sant’Antonio

Gli Amici del Presepe

A giugno, Poggiomarino è solo per Sant’Antonio Gioia, devozione e grande affluenza per la “tredicina”

La processione guidata da padre Aldo D’Andria

Una delle soste di preghiera nelle case

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esta grande, festa vera. Sant’Antonio ha unito in modo particolare la comunità parrocchiale nei 13 giorni intensi di preghiere ed incontri. Sono state, infatti, tante le famiglie che hanno accolto per una giornata la statua del santo. E lo hanno fatto come si fa con un ospite speciale. Grazie all’insostituibile presenza degli Amici del Presepe, sant’Antonio è stato fatto accomodare nel posto più in vista della casa o del cortile. Alle 18.30 il Rosario, a seguire la Santa Messa e quindi tutti in processione verso un’altra famiglia, tanto da far dire ad una di queste, con le lacrime agli occhi: «Vi raccomandiamo, trattatelo bene come uno di famiglia». Come cornice, fuochi d’artificio, petali di fiori, striscioni inneggianti al patrono, distribuzione del pane di

sant’Antonio e l’immancabile buffet. Circa quattromila persone hanno potuto guardare negli occhi la statua del Santo peregrino donata dalla famiglia di Antonia Arpaia due anni fa per grazia ricevuta. Con più di 1000 “like” e 200 condivisioni anche la pagina Facebook della parrocchia ha svolto il suo compito di evangelizzare la peregrinatio. Ad impreziosire il 13 giugno è stato il dono dei padri di Padova, in pellegrinaggio nel mese di marzo, che hanno donato in occasione dell’anniversario numero 110 una piccola reliquia del santo patrono di tutta Poggiomarino. Le elezioni comunali hanno fatto slittate il programma civile a fine giugno, ma sant’Antonio ha magnificamente rubato la scena a tutti, luminarie comprese. LUGLIO - AGOSTO 2016 Insieme

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI

La chiesa di S. Maria del Carmine tra fede e storia

Da sinistra: la dirigente Ezilda Pepe, il prof Sigismondo Somma, mons. Giuseppe Giudice, padre Paolo Saturno e don Enzo Di Nardi

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n paesaggio campestre, con grandi terreni per la coltivazione, vigneti e castagneti sulle alture, poche strade. E tante chiese. Così si presentava Pagani due secoli fa, inclusa nel territorio di Nocera sottana, insieme a Barbazzano, Sant’Egido e Corbara. Un popolo dall’alta spiritualità, cresciuta soprattutto grazie all’opera dei carmelitani, giunti a Pagani per volontà del conte di Nocera Francesco Zurlo, alla fine del secolo XV. Per la loro venuta fu eretto un monastero adiacente ad una vecchia chiesa già presente nella zona denominata “Fossa di Gennaro”. Quella che in quegli anni sorgeva è la chiesa di S. Maria del Carmine. A ricostruire la storia della nostra comunità parrocchiale, che ben si intreccia con il contesto urbanistico e sociale della città di Pagani, è stato il professor Sigismondo Somma, storico e docente di lettere. La sua opera “I padri carmelitani, il culto, la fede e le vicende di una città di provincia. La chiesa del Carmine a Pagani” è stata presentata il 31 maggio, a conclusione del mese dedicato alla Madonna, grazie all’impegno del parroco don Enzo Di Nardi. Presenti il nostro vescovo, mons. Giuseppe Giudice, Ezilda Pepe, dirigente scolastica del Liceo scientifico "B. Mangino" di Pagani, padre Paolo Sa-

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turno, sacerdote redentorista, e la dottoressa Marisa Cesarano, moderatrice dell’evento. Una serata emozionante in cui la storia della nostra parrocchia, emersa attraverso la lettura di alcuni passaggi dell’opera e il commento degli intervenuti, è stata accompagnata dalla musica di due talenti della comunità, Chiara e Vittorio Civale, che hanno estasiato la numerosa platea con melodie di violino e pianola. La fede è l’elemento trainante degli eventi storici presentati. Una spiritualità che nel popolo paganese è strettamente legata alla figura di Maria, come sottolineato dal vescovo Giuseppe. Elementi che il professor Somma ha messo in evidenza nel suo libro servendosi di documenti e fonti storiche, ma soprattutto estrapolando dal passato una realtà più che mai presente. Un lavoro culturale in cui spiritualità, arte ed economia si intrecciano attraverso il racconto della vita di chi ha fatto la storia di Pagani. Ma anche un’opera con una finalità sociale: tutto il ricavato delle vendite sarà devoluto per la costruzione dell’oratorio parrocchiale. Un libro che racconta le nostre radici e – come ha sottolineato mons. Giudice – «da cui ripartire per costruire una città più consapevole e aperta verso il cielo». Martina Nacchio

È stata presentata, lo scorso 31 maggio, l’opera del professor Sigismondo Somma che racconta la storia della parrocchia Santa Maria del Carmine, innestata nel contesto urbanistico e sociale della città di Pagani Festa in onore della Madonna del Carmine GLI APPUNTAMNTI Inizio della Novena: giovedì 7 luglio alle 18.50 X Settimana Mariana: 9-15 luglio, con S. Messa alle 19.30 S. Messa presieduta dal Vescovo Giuseppe: 12 luglio alle ore 19.30 Solennità della Madonna del Carmine: 16 luglio, Messa solenne alle 20.30 Processione della Statua della Vergine del Carmelo 16 luglio ore 17.00


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN MICHELE ARCANGELO - NOCERA SUPERIORE

Don Giuseppe Perano con Susy Ferrentino e il clown

L’intermezzo musicale eseguito dai ragazzi

Si è svolta lo scorso 5 giugno la giornata inaugurale di “Famiglie in festa”, cammino pastorale pensato per le famiglie sullo stile della Santa Famiglia di Nazareth

Sulle orme della Santa Famiglia di Nazareth

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n susseguirsi di emozioni ha caratterizzato la giornata dello scorso 5 giugno. Nel pomeriggio, molte famiglie si sono ritrovate presso la parrocchia di San Michele Arcangelo per “mettersi in gioco”. Accolte sul sagrato, luogo di partenza e della missione, hanno ascoltato un canto per invocare lo Spirito Santo e a seguire un intermezzo musicale eseguito dai bambini del corso di chitarra, attivo in parrocchia dal mese di settembre. Grande l’entusiasmo per aver constatato, ancora una volta, quanto sia importante e benefica l’attività oratoriale. Il momento di accoglienza ha dato il via ai “Giochi di una volta” guidati dagli educatori ed animatori di San Michele. Corsa nei sacchi, gioco della settimana e tante altre attività hanno visto impegnati gli adulti con i rispettivi bambini in sfide avvincenti ed entusiasmanti. A curare questa giornata, con il supporto e il sostegno di don Giuseppe Perano, sono stati Marco D’Amico e Susy Ferrentino. Li abbiamo intervistati per farci raccontare la loro esperienza.

Susy, com’è nata questa idea?

«La festa per le famiglie nasce dal desiderio di mettere su una pastorale per le famiglie in vista del nuovo anno. Si partirà con questo progetto consegnato già sull’altare, dedicato al modello della Santa Famiglia di Nazareth. La fe-

sta del 5 giugno ha inaugurato questo cammino evangelico per sostenere e incoraggiare le fatiche e i desideri di ogni singola famiglia. Perché abbiamo pensato ad una festa? Il tempo della festa è sacro poiché Dio lo abita in modo speciale». Cosa si prova ad avere una simile responsabilità?

«Quando ti viene affidato un incarico così importante è fondamentale avere il sostegno del parroco. Don Giuseppe ci aiuta ad avere uno sguardo nuovo, capace di andare oltre le aspettative. “Dio ha visitato il suo popolo”: domenica non speravamo venissero tante famiglie. La grazia di Dio è grande. E quando Egli chiama, non si può dire di no». Marco, cosa rappresenta per te la realtà oratoriale?

«È come una palestra, siamo tutti in allenamento continuo, non per ottenere premi ma per amare sempre di più e in maniera incondizionata il prossimo. L’Amore determina il nostro agire pastorale ed è efficace per raggiungere il cuore del fratello. Umiltà e gioia sono all’ordine del giorno. Ringrazio chi, giorno per giorno, alimenta la mia, la nostra fede: unica àncora nei momenti di sconforto». Federica Pepe LUGLIO - AGOSTO 2016 Insieme

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Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

Il generalato di Madre Luciano Continua l’excursus sull’opera di madre Chiara Luciano negli anni 1947 e 1948

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ella riunione del 24 giugno 1947 madre Chiara Luciano comunica ufficialmente che la Segreteria di Stato del santo Padre Pio XII, tramite il cardinale Giovanni Battista Montini ( futuro Paolo VI), ha nominato il cardinale di Napoli, Alessio Ascalesi, Protettore della Congregazione delle Suore. Nel medesimo Consiglio si stabilisce di ammettere alla professione perpetua suor Consolata Liberatore, residente a Quisisana di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, e di inoltrare richiesta al Cardinale per l’esame di ammissione alla professione temporanea di due novizie e alla vestizione religiosa di due postulanti. Nella seduta del 10 settembre 1947 si delibera di fissare l’apertura dell’asilo “Criscuolo” di Pagani al 3 novembre; di ammettere alla professione dei voti perpetui, il giorno 30 dicembre, nella chiesa del Carminello, suor Eugenia Cassandra, suor Cleonice Elefante, suor Giulia Bellavita e suor Saveria Colucci. Si decide

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anche la vestizione delle postulanti Rosa Spadaccino e Aloia Antonietta e la professione dei voti temporanei delle novizie Angela Carrano e Aurora Paolillo il 10 ottobre. Si conclude dando un doppio plauso a suor Letizia Manganelli per i sacrifici di ordine economico affrontati per permettere a suor Valentina Colombo di conseguire l’abilitazione magistrale. Nel consiglio del 3 aprile 1948 si delibera l’acquisto della palazzina, con annesso terreno, del defunto francescano padre Luigi Sellitti. La struttura si trova in via Matteotti a Nocera Inferiore, l’idea è crearvi un convitto femminile e un asilo infantile. Si affida a madre Letizia Manganelli il compito di redigere il compromesso e trattare l’acquisto con padre Pacifico Capobianco, delegato dell’O.F.M. Nella riunione del 2 agosto 1948 è presentato il compromesso stipulato al Consiglio generalizio: le suore s’impegnano ad acquistare la proprietà per la somma di dieci milioni di lire. Il pagamento sarà effettuato in questo modo: un

milione e mezzo al compromesso, quattro milioni e mezzo a fine luglio 1948, e quattro rate, da un milione ciascuna, il 30 giugno e il 31 dicembre 1949 e 1950. Nella seduta del 26 agosto 1948 il Consiglio generalizio delibera, previo assenso del Vescovo di Larino e Termoli, Mons. Oddo Bernacchio, di accettare la richiesta di cinque suore da parte di don Pasquale Morrone per l’opera sociale “Casa di Riposo Achille Morrone” a Larino e di ammettere alla vestizione sette postulanti, previo esame canonico da parte del cardinale Ascalesi. Nella seduta del 10 settembre 1948, il Consiglio, avuto notifica dell’assenso di mons. Bernacchio, delibera di inviare quattro suore per l’assistenza alla “Casa di Riposo Achille Morrone” e sceglie il giorno 28 ottobre per la vestizione delle sette postulanti Sofia Vertucci, Maria Serpico, Emilia Urti, Anna Farina, Maddalena Rega, Concettina Barbato e Leonina Di Notte.


CARISSIMI di mons. Giuseppe Giudice

La parte migliore di questo mondo «Senza di voi che date da mangiare agli affamati, da bere agli assetati e sopportate pazientemente le persone moleste, il mondo sarebbe più povero e lo Stato sempre più in difficoltà». Il vescovo Giudice scrive agli operatori di misericordia Carissimi, visito, visitare gli infermi; poto, dar da bere agli assetati cibo, dar da mangiare agli affamati; redimo, visitare i carcerati; tego, vestire gli ignudi; colligo, alloggiare i pellegrini; condo, seppellire i morti: ecco le opere di misericordia corporale. Consule, consigliare i dubbiosi; carpe, ammonire i peccatori; doce, insegnare a chi non sa; solare, consolare gli afflitti; remitte, perdonare le offese; fer, sopportare pazientemente le persone moleste; ora, pregare Dio per i vivi e per i morti: opere di misericordia spirituale.

Sono le parole chiave - in latino -, già usate da san Tommaso D’Aquino, per rammentare le opere di misericordia corporale e spirituale e, tenendole ben conservate nella memoria, poterle usare nel momento del bisogno. Sono frammento di quel catechismo che, mandato giù a memoria, checché se ne dica, tanto bene ha fatto ai cristiani, permettendo loro di avere le basi per coniugare, sempre in modo originale e sorprendente, verità e carità. Carissimi, scrivo a voi che, in diversi modi e diversi luoghi, siete operatori di misericordia, a volte senza nemmeno saperlo. Scrivo a voi che, in questo anno straordinario della Misericordia, siete ritornati di moda per ricordare che, da sempre, la misericordia è stata un gesto, un’opera, un segno, una realtà concreta per l’uomo, che è corpo e spirito, o spirito incarnato in un corpo. Carissimi, che date da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, che sopportate pazientemente le persone moleste, senza di voi il mondo sarebbe più povero e lo Stato sempre più in difficoltà.

San Tommaso d'Aquino, ritratto di Carlo Crivelli

Voi arrivate dove altri non arrivano e vi inserite negli spazi lasciati vuoti da coloro che dovrebbero intervenire, ma non lo fanno. Voi stanate, con la vostra gratuità, coloro che si improvvisano operatori per profitto e per truffare. Voi siete la parte nobile della società, quella che investe in buone azioni. Soci della banca della Provvidenza, che non chiude e non fallisce, perché non è previdenza. Carissimi, siete sempre i primi ad arrivare dove staziona il dolore e gli ultimi ad andare via, quando c’è da fare misericordia e i curiosi, dopo aver sbirciato, già si sono ritirati. Carissimi, voi siete la parte migliore di questo mondo perché ci ricordate che in ogni povero – materiale o spirituale – sempre si nasconde Gesù, il grande Povero che ci arricchisce con la sua esistenza tutta giocata sul filo del dono e del sacrificio. Carissimi, grazie perché ci indicate Gesù in un bicchiere d’acqua, in una carezza, in una parola buona… anche quando non sapete che è Gesù! † Giuseppe, Vescovo LUGLIO - AGOSTO 2016 Insieme

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