Insieme - Gennaio 2017

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GENNAIO 2017 N. 1 ANNO XII € 1,00

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Fai il pieno con l’estrazione finale Chi sottoscrive o regala un abbonamento ad Insieme entro il 28 febbraio 2017 partecipa al grande sorteggio che assegnerà: al primo estratto, un posto gratuito al pellegrinaggio diocesano a Lourdes dell’agosto 2017 (in treno), organizzato ed offerto dalla Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza di Pagani; al secondo estratto, due biglietti per uno spettacolo al Teatro Verdi di Salerno; al terzo estratto, un buono benzina. Il sorteggio avverrà alla presenza del Vescovo della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, mons. Giuseppe Giudice, in data da destinarsi. GENNAIO 2017 INSIEME L’esito sarà tempestivamente comunicato ai vincitori.

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GEN N. 1NAIO ANN 2017 O € 1, XII 00


Foto di copertina Salvatore Alfano

GENNAIO 2017 N. 1 ANNO XII € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO

PICCOLI GUERRIERI

8. Natività, Walter Angelici

LA CHIESA SCENDE IN CAMPO PER LA TERAPIA INTENSIVA NEONATALE

In copertina un'immagine scattata all'interno del reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell'Umberto I di Nocera Inferiore

maggio2016

30. Il Vescovo incontra gli studenti

Sommario

EDITORIALE 7 Abuso di parola di Silvio Longobardi 10 LETTERE IN REDAZIONE a cura di Antonietta Abete L’APPROFONDIMENTO 11

Una questione di dignità di Silvio Longobardi

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Bisogna fare di più di Salvatore D’Angelo

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Ripresa da consolidare di Salvatore D’Angelo

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Bioplast, la quarta essenza del petrolio al servizio dell’ambiente di Martina Nacchio

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24. Maria Carmela e Espedito sposi

Prelibatezze per il palato di Mariarosaria Petti VITA NELL’AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

20 È necessario tornare all’umano di Salvatore D’Angelo

22 Qui Regione di Andrea Pellegrino 23 Il dottore dei bambini di Salvatore Guercio Nuzio SCUOLA&UNIVERSITÀ di Martina Nacchio 28 Scuola Viva 30 Il Vescovo Giuseppe incontra la scuola VITA ECCLESIALE 32 “Signore, dammi un segno” di Antonietta Abete

NEWS PARROCCHIE 44 Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti IN PARROCCHIA 48 Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete RUBRICHE 59 Le suore francescane di Sant’Antonio di p. Paolo Saturno 62 Miseria e nobiltà di Peppe Iannicelli

34 Una pioggia di petali e lacrime di Antonietta Abete 36 Le parole della fede di Silvio Longobardi 38 Sentieri liturgici di Carmine Cialdini LA BACHECA 41 a cura della redazione 61. I tesori del Museo diocesano


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Abuso di parola

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aceva freddo a Varsavia anche se la neve ancora non s’era fatta vedere. Prima di arrivare al seminario maggiore, dove sono stato invitato a fare una conferenza, sono andato a pregare sulla tomba di padre Jerzy Popiełuszko. Un passaggio obbligato per onorare la testimonianza eroica di questo giovane prete che non ha avuto paura di parlare per dare voce ad un popolo smarrito e schiacciato dal potere violento di un comunismo che soffocava ogni libertà, a partire da quella che abbiamo più cara, la libertà di parola. Con il sorriso mite don Jerzy sapeva comunicare speranza, con la parola invitava a custodire la verità, con il suo stile di vita scioglieva le catene della paura. Senza volerlo, proprio lui che aveva una salute fragile e non mostrava particolari capacità, divenne il simbolo della resistenza popolare. La gente accorreva sempre più numerosa alle sue Messe nelle quali parlava della fede e della carità ma anche della dignità e della libertà e di tutti quei valori che fanno grande la vita di una Nazione. Un personaggio scomodo per il regime che cercò in ogni modo di ostacolare la sua missione. Le minacce e le intimidazioni non fermarono don Jerzy fino alla morte, avvenuta il 19 ottobre 1984: quella sera, mentre tornava da una predicazione, fu rapito da funzionari governativi, torturato con inumana crudeltà e gettato nel fiume ancora vivo, con una pietra al collo. Nella vicenda di padre Popiełuszko

c’è un particolare che mi ha incuriosito: nel codice penale polacco di quegli anni esisteva il reato di “abuso della libertà di parola”. Una sorta di libertà vigilata. Un’evidente intimidazione politica che permetteva di mettere in galera come sovversivi tutti coloro che criticavano la politica del governo. Un’epoca lontana e superata, in apparenza. In realtà, nella Francia che innalza il vessillo della libertà pour tous, stanno per approvare una legge che di fatto impedisce ogni attività pro life, ogni iniziativa che tende a impedire l’aborto sarà considerata un oggettivo intralcio alla Legge e come tale punita con un’ammenda salata e con il carcere. In Italia non stiamo meglio: se passa la Legge Scalfarotto ogni presa di posizione contro la cultura gender potrà cadere nel reato di omofobia. Nell’attesa di una legge i guardiani della rivoluzione LGBT sono sempre vigilanti e pronti a stigmatizzare ogni parola che non collima con le loro idee. Padre Popiełuszko invitava la gente a non cedere a quel Potere che semina menzogna e “vieta di difendere le proprie convinzioni o quelle comuni al genere umano”. Lui non ebbe paura di parlare e di oltrepassare i confini imposti da una cultura oppressiva. Quando è in gioco la dignità dell’uomo e quando i suoi diritti sono calpestati, la Chiesa non può e non deve tacere. È questo l’augurio che ci facciamo all’inizio di un anno che Dio è pronto a vestire con la sua amorevole Provvidenza.

Padre Jerzy Popiełuszko

GENNAIO 2017 INSIEME

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DOVE C’È UN INIZIO, C’È UNA MADRE INSIEME AUGURA AI LETTORI E AGLI ABBONATI UN FELICE 2017 CON LA PREGHIERA DI MONS. GIUSEPPE GIUDICE, DEDICATA A MARIA MADRE DI DIO. DODICI STROFE, UNA PER OGNI MESE, PER VIVERE IL NUOVO ANNO ACCOMPAGNATI DALLA VERGINE MARIA

Sull’esile ramo che sta per spezzarsi, l’uccello continua a cantare perché sa di avere le ali. (San Giovanni Bosco)

Santa Madre di Dio, la Chiesa, mia madre, prova le vertigini della fede nel pronunciare il tuo nome e venerarti quale Madre del Signore. Sì, Maria Santissima madre di Dio! Tu, una piccola creatura, hai portato in grembo e generato il Creatore. Tu, una piccola casa, hai ospitato l’architetto e il costruttore. Tu, un piccolo cuore, ti sei dilatato fino a raggiungere la dimensioni del cuore di Dio. Ave Maria, con te anche Dio ha una madre! Santa Maria, Madre di Dio! Rallegrati, piccola fanciulla di Nazareth, perché il tuo sì ha permesso a Dio di abitare il mondo e le nostre case. Come è saggia la mia Chiesa che ha posto la tua festa nel primo giorno del nuovo anno civile. È saggia proprio perché è madre e, come ogni madre, conosce lo stupore dell’inizio, di ciò che comincia e sa che, senza una madre, non c’è pace.

Natività, Walter Angelici, 2007

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INSIEME GENNAIO 2017


Nel capo d’anno del tempo, Tu sei il capo d’anno della vita, perché una madre - checché ne dica la cultura odierna – è sempre posta all’inizio del varco della vita. Sempre, e da sempre, dove c’è un inizio c’è una madre, un incipit, un libro della genesi, un natale ed un’epifania. Ieri, tra luci ed ombre, un anno si è concluso; oggi, tra le tue braccia, un altro anno ricomincia e Tu, come ogni madre, lo accogli e lo nutri sul tuo seno come un bambino, sapendo che ha bisogno di tutto. È bello iniziare con te, Madre di Dio e Madre mia: protetti dal tuo manto, sorretti dal tuo sguardo, accarezzati dalla tua bellezza, educati dalla tua speranza, sostenuti dalla tua carità, nutriti dal latte della tua fede si possono vivere giorni di pace. Nel tuo sguardo, Madre di Dio, non c’è posto per il rancore, l’odio e la guerra perché Tu, bellissima dall’inizio, sei solo pace, riconciliazione e armonia, casa d’oro, Regina della pace e della famiglia. Con te, Madre della pace perché Madre di Dio, e assieme al nostro impegno operoso, il nostro calendario diventa corona di giorni di pace, e sarà un anno di pace solo se ci saranno artigiani e costruttori della pace, uomini e donne riconciliati. Con te, Madre della pace che è Cristo, nato da donna, la pace si costruisce con i mattoni della giustizia, della solidarietà e della gratuità; disposti, per il bene comune, non a mettersi in bella vista, ma ad essere coperti dalla malta e dal cemento, come pietra nascosta che sostiene l’edificio.

Tu sei la casa della pace costruita nel canto del Magnificat. Tu sei il volto sorridente e materno; Tu sei il cuore che ama a dismisura; Tu sei braccia per accogliere i poveri e i naufraghi della vita. Tu sei il già, noi il non ancora, e sei tutto ciò che noi non siamo e vorremmo essere; come te, segno di consolazione per il peregrinante popolo di Dio. Madre di Dio Madre mia, Madre della Chiesa, Madre offerente e sofferente, Madre gioiosa, Madre in cielo e ancora in cammino con noi, aiutaci a vivere giorni di pace, settimane sante, mesi di onesto lavoro e tempi di riposo, e a fare del nostro calendario, non solo tempo che fugge e scorre, ma canto di lode a te e servizio concreto verso ogni uomo e donna che in questo anno 2017 incontreremo sulle strade polverose della nostra vita e con i quali cammineremo insieme, felici e contenti, verso la città eterna. Grazie, Madre di Dio, Madre della pace e pace di ogni uomo e di ogni madre. Amen. +Giuseppe, vescovo

Ai nostri lettori, agli abbonati, ai corrispondenti, ai curatori di rubrica, a quanti ci aiutano nella diffusione della rivista, agli sponsor

Felice Anno Nuovo LA REDAZIONE DI INSIEME GENNAIO 2017 INSIEME

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LETTERE IN REDAZIONE a cura di Antonietta Abete Il papa bacia Gioacchino

L’A BBRACCIO DEL PAPA Cari amici, il 12 novembre del 2016 è una data che non dimenticheremo. Un pomeriggio Anna, la nostra primogenita, di ritorno dall’incontro settimanale con i giovanissimi di Azione Cattolica ci ha informato che il 12 novembre c’era il pellegrinaggio a Roma aperto alle famiglie. Tra indecisioni e possibili impedimenti abbiamo deciso di partecipare, certi della collaborazione e dell’affetto della nostra comunità Santa Maria delle Grazie di Angri che da sempre ci coccola con il suo affetto sincero. La sveglia è suonata alle 3.15. Anna e Chiara hanno preso ciascuna il suo zaino, mentre io e mio marito ci siamo occupati di Gioacchino e Alessandra. Per strada, la più piccola mi ha chiesto: «Mamma, vedremo da vicino papa Francesco?». Le ho risposto che speravo di sì, ma mai avremmo pensato di arrivare così vicino al Pontefice. Arrivati in Piazza San Pietro ci hanno detto di andare più avanti perché con la carrozzina avevamo la precedenza. Che gioia. Da lì a poco, il magico incontro, un’emozione che non può essere spiegata con le parole. Sono stati attimi preziosi, ricchi di grazia, che ci hanno fatto percepire il calore e la carezza di Dio nella persona di Papa Francesco. Quando ho chiesto al Santo Padre se potevo abbracciarlo, ha spalancato le braccia dicendo: «Certo!». Un incontro tenero, affettuoso, non frettoloso: il Papa non solo voleva salutarci, ma desiderava conoscere i nostri pensieri e alleviare le nostre angosce. Oltre al desiderio di condividere la nostra emozione, ciò che ci spinge a raccontare quest’esperienza è il messaggio di serenità e gioia che si può provare nonostante tutto! Nonostante le difficoltà quotidiane, le ansie, le preoccupazioni, il dolore di un genitore chiamato a crescere un bimbo con una disabilità seria. Nulla è semplice, nulla è

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scontato. Quello di cui siamo certi è che da soli non si va da nessuna parte. Dall’incontro con il Papa è scaturita la certezza di non essere soli. Anastasia Calabrese e Paolo Aprea Anna, Chiara, Gioacchino e Alessandra Carissimi, l’immagine del Papa che accarezza e bacia Gioacchino commuove fino alle lacrime. Al Giubileo degli ammalati, il Papa ha ricordato che “il modo in cui viviamo la malattia e la disabilità è indice dell’amore che siamo disposti a offrire”. E il vostro è immenso. Auguri di cuore.

A Maria Immacolata A Maria Immacolata Che a noi ti sei donata Per le nostre esistenze Allevi le sofferenze. Tu, che sei Vergine beata Da tutti noi sei amata Anche quando ti offendiamo Sempre a te ricorriamo. Tu che sei madre santa Ognun di te si incanta Perché tu molto insegni

E di te vogliamo esser degni. Tu che sei regina di pace Fa che ognun sia tenace Sulla via della preghiera Persona sempre sincera. Tu che sei solo amore Guarda a noi nel cuore Affinché possa donare E ancor più perdonare Ciro Grimaldi

Ringraziamo Ciro Grimaldi, abbonato di Insieme della comunità parrocchiale Maria Immacolata di Nocera Inferiore, per la preghiera dedicata alla Vergine che ci ha fatto pervenire.


L'APPROFONDIMENTO a cura della redazione Foto di repertorio

UNA QUESTIONE DI DIGNITÀ

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sentire alcuni amici francesi, la causa principale della disfatta di François Hollande, che ha rinunciato a ricandidarsi alle Presidenziali della prossima primavera, è la crescente disoccupazione che, specie in alcune Regioni, ha raggiunto livelli di autentica esasperazione sociale. Eppure la Francia vanta dati migliori rispetto all’Italia. Il lavoro è uno dei capitoli più importanti dell’a genda politica, tanto nazionale quanto locale. Non è solo una questione economica. Agli inizi degli anni ’80 Giovanni Paolo II firmava un’enciclica interamente dedicata a questo tema e scriveva: “il lavoro umano è una chiave, e probabilmente, la chiave essenziale, di tutta la questione sociale” (Laborem exercens, 3). Nella recente Esortazione Amoris laetitia Papa Francesco ricorda che “il lavoro rende possibile nello stesso tempo lo sviluppo della società, il sostentamento della famiglia e anche la sua stabilità e la sua fecondità” (n. 24). Lavoro e dignità dell’uomo vanno di pari passo. Se viene a mancare uno sbocco lavorativo stabile, l’uomo si sente inutile, incapace di mettere al servizio della società quelle risorse che sente di avere dentro di sé. Quante sofferen-

ze e, purtroppo, quante tragedie nascono da questa oscura sensazione di fallimento! Uno sguardo di fede va anche oltre e vede nel lavoro uno strumento per plasmare la creazione a misura di Dio. Possiamo e dobbiamo collaborare con il Creatore per fare di questo mondo una casa rivestita di umanità. Non è un’ingenua utopia ma un ideale che non dobbiamo abbandonare. Questo dossier affronta il tema con gli occhi puntati alla nostra realtà locale. Abbiamo scelto di raccontare alcune esperienze di valore nate nella nostra terra e capaci di affermarsi ben oltre i confini nazionali. Ma non ci facciamo illusioni. Quante altre capacità restano sommerse perché non trovano un ambiente favorevole e una politica collaborativa? E quante attività imprenditoriali non riescono a svilupparsi a causa dei tentacoli perversi di una criminalità che non fa rumore ma non è meno attiva. Un monito per tutti ma anche un motivo in più per impegnarci e lasciare alle nuove generazioni una società dove creare opportunità di lavoro non è una chimera ma una concreta possibilità. Ce lo auguriamo. Per il bene di tutti. Silvio Longobardi GENNAIO 2017 INSIEME

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L'APPROFONDIMENTO

Alcuni settori dell’economia salernitana, come il turismo, crescono. Altri, come il settore elettrico ed elettronico, reggono grazie alle esportazioni. Tuttavia, in un territorio fortemente provato dalla crisi economica, occorre fare di più per scongiurare la crescita zero

BISOGNA FARE DI PIÙ

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itorna il segno più per il comparto economico di Salerno e provincia. Ma l’attenzione deve restare alta perché lo “zero virgola” è sempre in agguato nonostante da più parti si sostiene che la crisi economica cominci ad essere un ricordo passato. È vero forse per i numeri, ma non per la quasi totalità delle famiglie e per una grande fetta delle imprese.

Attivazioni e cessazioni

Gli ultimi dati forniti dalla Camera di Commercio salernitana, quelli relativi al terzo trimestre 2016, presentano un saldo positivo di 413 tra iscrizioni e cessazioni di imprese, pari ad un tasso di crescita dello 0,35%, dato superiore all’andamento nazionale (0,27%) e leggermente al di sotto di quello regionale (0,38%). La lettura della serie storica dei trimestri corrispondenti relativi agli anni precedenti fornisce l’immagine di una sostanziale tenuta del sistema imprenditoriale provinciale, almeno in termini di vitalità anagrafica. Le 995 imprese che hanno cessato l’attività nel periodo luglio-settem-

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bre 2016 rappresentano il miglior risultato degli anni esaminati, secondo solo a quello dello stesso periodo del 2010, mentre le iscrizioni appaiono ridimensionarsi, segnando il risultato meno brillante della serie. Ad aumentare su tutte sono state le imprese turistiche.

Trend economici

I dati complessivi più aggiornati riguardano il 2015, quelli 2016 arriveranno tra qualche mese. Nell’ultimo trimestre l’industria manifatturiera della provincia di Salerno mostra favorevoli segni di vitalità, confermando l’inversione di tendenza già rilevata nel trimestre precedente, con indicatori di performance che presentano nuovamente il segno più: produzione 1,4%, fatturato 1,5%, ordinativi 0,5% ed export 2,1%. La dinamica favorevole riguarda i comparti produttivi delle industrie alimentari, chimiche e delle materie plastiche, dei metalli, elettriche ed elettroniche. La provincia salernitana si distingue dal Mezzogiorno, ancora in affanno, e dal contesto regiona-

le caratterizzato dal persistere di difficoltà. Anche se il saldo 2015 è stato positivo, occorre riporre le bottiglie di champagne. Per brindare bisognerà attendere ulteriori segnali, soprattutto dal commercio. Se, infatti, le industrie in media reggono, i negozi presentano un conto in rosso. Il settore, nel 2015, è risultato ancora interessato da dinamiche non favorevoli, registrando una flessione delle vendite del - 4,3%. Trend che ha continuato a peggiorare nell’anno in corso, come ampiamente previsto.

Export

Il commercio con l’estero ha “salvato” le imprese salernitane. Nei periodi più bui della crisi gli indicatori sono stati quasi sempre positivi. Un’àncora di salvezza per numerose attività, che hanno retto agli scossoni provenienti da tutto il mondo, non solo a quelli della crescita zero italiana. Il 2016 ha però sorprese, in negativo. Gli ultimi dati diffusi dall’Istat evidenziano, per le esportazioni dalla provincia di Salerno, una variazione


del -5,1 % rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Tale andamento è determinato soprattutto dai risultati conseguiti nella prima parte del semestre (-6,2%), in parte compensato dalla minor flessione registrata nel secondo trimestre (-4, 0%). Un calo maggiore di quello regionale (-0,3%). Ferme anche le importazioni (-12,1%). Anche in questo caso ha pesato l’andamento dei primi mesi dell’anno, con il picco del -17,2% di gennaio-marzo. Analizzando i dati per ambiti di attività, l’unica performance positiva è quella del settore primario grazie ad un incremento dell’export del 9,7% scaturito dalle commissioni arrivate dall’area euro e, più in generale, dall’intero vecchio continente. Il manifatturiero, che compone quasi l’89% del totale delle esportazioni dell’intera provincia, registra una variazione del -6,6% rispetto allo stesso periodo del 2015, riducendosi da 1.097 milioni a quasi 1.025 milioni di euro. Preoccupa, inoltre, il calo delle esportazioni attinenti al comparto alimentare. In media si registra un -3,2%, reso meno grave dal +2,5% di aprile-giugno altrimenti sarebbe stato un bagno di sangue. Una ripresa, quella primaverile, che fa ben sperare per il saldo di fine anno. Un ana-

logo percorso di recupero si segnala per l’export dei prodotti in metallo. Complessivamente in crescita, invece, il settore degli apparecchi elettrici (+4,3%), trainato dal comparto della fabbricazione di cavi in fibra ottica. Si passa dal -5,1% del primo trimestre al +13% di aprile-giugno. Un risultato frutto del rafforzamento sul mercato dell’Unione Europea e asiatico. Insomma, realtà che fanno la differenza e fanno ben sperare, spinte dalla continua espansione del settore tecnologico.

Il raffronto

Una crescita generale risicata. Tuttavia è incoraggiante se raffrontata ai numeri dell’ultimo trimestre 2010, quando la crisi aveva ormai pervaso tutti i settori dell’economia e dell’industria nazionale e locale. Nel periodo ottobre-dicembre 2010, le imprese manifatturiere registrarono una riduzione tendenziale della produzione (-5,1%), del fatturato (-6,6%) e degli ordinativi (-6,4%). Anche il dato export fu negativo (-1,4%). Calò anche il volume d’affari delle imprese dei servizi: –1,7% contro il –0,7% del periodo luglio-settembre. A pagare furono anche le costruzioni: se oggi sono in pareggio, all’epoca registrarono un -4,9%. Salvatore D’Angelo

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L'APPROFONDIMENTO Mauro Maccauro

RIPRESA da consolidare In dialogo con Mauro Maccauro, capo degli industriali della provincia di Salerno

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ltro che coda della crisi. Mauro Maccauro nei suoi anni alla presidenza di Confindustria Salerno ha dovuto gestire a pieno il più grande terremoto che l’economia mondiale abbia subito dal dopoguerra. Dopo quattro anni alla guida dell’associazione di categoria dice: «L’impresa salernitana è come una persona ripresasi dopo una forte febbre, deve coprirsi per evitare ricadute». La sua presidenza ha dovuto fare i conti con la coda della crisi. È stato difficile?

Altro che coda. Noi abbiamo fatto i conti con la crisi. Quella delle aziende c’è stata negli ultimi cinque anni. Abbiamo avuto un fermo della produzione nel 2012, una serie di provvedimenti del Governo Monti che non hanno aiutato le imprese sane. Questi sono stati anni nei quali le ore di cassaintegrazione e mobilità si sono moltiplicate. Soltanto nell’ultimo biennio abbiamo invertito la rotta e normalizzato la situazione, lasciandoci dietro un vero e proprio disastro.

stro possesso. Oggi la temperatura corporea è stata abbassata, ma dobbiamo continuare a girare ben coperti, con cappotto, sciarpa e cappello, per evitare una ricaduta. Siamo cagionevoli. Una situazione particolarmente compromessa, che l’instabilità politica non aiuta.

L’instabilità influisce, e come. Il Paese ha bisogno di un Governo stabile. Un Paese serio, sulle politiche strategiche, ha bisogno di univocità di intenti. Invece non so più quanti governi abbiamo avuto. Ora c’è anche un nuovo Governo.

Per fortuna che c’è questo Governo ritenuto da alcuni “fotocopia” del precedente. Se non fosse stato così avremmo buttato a mare i mesi che ci separano dal voto. Sulle scrivanie dei ministeri ci sono dossier che gli attuali ministri potranno vagliare, conoscendone il contenuto. Diversamente avremmo bloccato il Paese per altro tempo prezioso.

Qual è dunque lo stato di salute dell’impresa salernitana?

A suo parere i populismi all’orizzonte rappresentano un problema?

Voglio usare una metafora: abbiamo avuto una febbre altissima e l’abbiamo combattuta con tutti i farmaci in no-

Viviamo nell’epoca dei populismi. Bisogna capire però quando si passa dalla protesta alla proposta. I populismi

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Bisogna fare i conti con la disoccupazione, soprattutto giovanile.

C’è un tasso di disoccupazione scandaloso. Alcuni analisti ridimensionano il dato, discutendo sul grande fenomeno del sommerso. Sollecito le forze dell’ordine a debellarlo, a mettere in campo tutte le possibili strategie perché il sommerso non fa bene né alle imprese sane, né ai giovani. La percentuale è comunque molto alta. Su cosa bisogna incidere?

sono frutto della crisi che c’è dal punto di vista economico e sociale. A volte sono il frutto della disperazione e del disagio. È chiaro che dobbiamo fare attenzione. Il Paese deve essere pragmatico perché c’è differenza tra governare e protestare. Al di là del supporto nazionale. Le amministrazioni locali come supportano le aziende?

I comuni possono fare poco, se non sbrigare nei tempi dovuti le pratiche delle varie aziende. Se ci riferiamo alla politica regionale, invece, quella è un’istituzione con la quale le aziende si interfacciano da tempo, per esempio per i fondi europei. I provvedimenti dell’ultimo anno dimostrano che non c’è un atteggiamento ostile. Alcuni esempi sono l’attenzione verso il credito d’imposta, l’occupazione e gli investimenti, poi ci sono tracce di semplificazione. Questo ci fa ben sperare. La Regione ha indicato le aree di crisi industriale, tra cui l’Agro nocerino-sarnese. Cosa le sembra?

Questo è un Paese che deve dare opportunità. Bisogna fare attenzione alla formazione dei ragazzi. Per esempio a partire dall’alternanza scuola lavoro che deve avere un rodaggio migliore, vanno riviste alcune forme. Dobbiamo avere fiducia nei giovani, ma loro devono averla nelle loro forze e in quello che possono trovare nel mercato del lavoro, non tanto sotto casa quanto piuttosto in giro per il mondo. Ovviamente comprendo il dramma dei giovani che con grande sacrificio, loro e delle famiglie, si laureano e poi non trovano lavoro in un territorio depresso come il nostro. Confindustria nazionale ha finalmente un presidente del Mezzogiorno, di Salerno nello specifico. La presenza di Vincenzo Boccia ai massimi livelli dell’associazione può aiutare il salernitano?

Il presidente Boccia è un imprenditore del Mezzogiorno, conosce pregi e difetti, difficoltà e potenzialità, ed è un uomo di sistema all’interno di Confindustria. Queste due cose aiutano ad avere un osservatorio privilegiato, ma anche sensibilità diverse. Questo significa che nei tavoli di confronto è chiaro che lui, conoscendo il Mezzogiorno, la Campania e Salerno, può tenerne conto nella condizione complessiva. Io personalmente ho grande stima e fiducia nel suo lavoro. Salvatore D'A ngelo

I provvedimenti, gli incentivi all’occupazione, la decontribuzione valgono nel momento in cui l’azienda ha domanda. Se l’economia non si mette in moto in maniera più forte e piena le imprese non possono assumere. C’è da vitalizzare un mercato. Chi è più propenso all’esportazioni regge. Chi, invece, ha un mercato prettamente locale vive un problema oggettivo. Gli strumenti a disposizione ci sono, è chiaro che bisogna fare i conti con mercato e concorrenza. Quali provvedimenti suggerisce?

Si può fare tanto. Ma in realtà le sorti delle aziende dipendono o da problemi atavici e strutturali, come il costo dell’energia, le infrastrutture, il costo del lavoro, o da difficoltà generate dalla globalizzazione.

La sede salernitana di Confindustria

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L'APPROFONDIMENTO Marco Gambardella insieme ad un operaio supervisiona la produzione

BIOPLAST,

la quarta essenza del petrolio al servizio dell’ambiente

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asseggiando negli stabilimenti Bioplast si ha l’impressione di esser finiti in un quadro futuristico. Uno di quelli in cui dominano il grigio, il blu e le forme. Perché qui il futuro è di casa. A capo dell’azienda con sede a Fisciano la famiglia Gambardella di Nocera Inferiore. Marco Gambardella, guida dell’azienda insieme alla sorella Susy, ci racconta lo sviluppo dell’impresa leader nel settore della biodegradabilità. La Bioplast è una sfida di famiglia iniziata nel 1989 a Nocera Inferiore, grazie al capofamiglia Gerardo, uno dei pionieri della biodegradabilità. Nel 1999 nasce il primo stabilimento a Fisciano. «Parlare di bioplastica nel 1989 era follia, nel 1999 utopia» dichiara Marco mentre sorride con un pizzico di orgoglio. Compiere un passo sempre avanti agli altri è il successo della loro impresa. «Mio padre aveva intuito che l’ambiente avrebbe assunto un ruolo sempre più importante nelle produzioni. Ci ha visto giusto». La prima commissione fiscianese è per il comune di Mercato San Severino: Bioplast diventa fornitore di buste biodegradabili per la raccolta differenziata. Oltre i confini nazionali. Nel 2004, dopo una divisione societaria, la svolta. L’azienda della famiglia Gambardella entra nel segmento del food, il confezionamento di prodotti alimentari, e amplia le proprie linee di produzio-

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La Bioplast è un’azienda leader nella produzione di prodotti biodegradabili e compostabili. Venticinque anni di storia, tra innovazione e intraprendenza: a colloquio con Marco Gambardella


Macchine in funzione nello stabilimento Bioplast

ne. Sono anni di investimenti ad alto rischio, soprattutto quelli della crisi economica, che ha avuto nel 2010 il picco. «Ci siamo domandati cosa bisognava fare e abbiamo deciso di non fermarci, continuando ad investire. Nel 2012 abbiamo aperto un nuovo stabilimento, puntando all’internazionalizzazione del nostro brand e ad una maggiore sostenibilità. Se ci fossimo fermati, sarebbe stata l’apocalisse». In quello stesso anno, la Bioplast varca i confini nazionali e apre un ufficio in Canada. Parte da qui lo sviluppo di un mercato di élite. Barilla, Nestlè, Unilever, sono solo alcuni dei brand divenuti loro clienti. Le esportazioni arrivano in Inghilterra, Germania, Spagna, Austria, Tunisia, Algeria, Marocco e California. «Il mercato nord americano e canadese è stato il trampolino di lancio per quello nord-africano. Questi paesi si fidano molto del Canada perché parlano tutti il francese». La Bioplast invece parla quattro lingue: inglese, francese, tedesco e italiano. Corsi di formazione linguistica sono previsti per tutti i collaboratori, in totale 74. Anche gli aggiornamenti informatici sono ricorrenti, poiché il ruolo degli operai specializzati è ormai strettamente connesso al sistema operativo della macchina. L’ultima creatura, in funzione da un mese circa nel nuovo stabilimento, è chiamata “astronave”. Tutte le fasi di composizione del prodotto, composto da carta e plastica, avvengono nei diversi settori da cui è costituita. Quando gli chiedo se nel lungo termine questa alta tecnologia penalizzerà la forza lavoro umana, Marco scuote la testa: «Le risorse umane sono una ricchezza inestimabile. Nell’ultimo triennio abbiamo assunto 18 nuove figure professionali. Certo, diminuisce il lavoro manuale ma non il capitale umano, indispensabile per avanzare sempre di più nell’innovazione». Oggi i clienti sono 358, per una produzione di film che potrebbe avvolgere l’intero continente europeo, Russia compresa.

Al servizio dell’ambiente. Gli sviluppi degli ultimi anni hanno rafforzato ancora di più la mission dell’azienda: innovazione con un occhio sempre rivolto all’ambiente. La licenza d’uso del marchio Mater-Bi (materiale completamente biodegradabile e compostabile) ne è la prova. «Prima il fatturato delle bioplastiche era meno dello 0,5%, oggi è del 35%. I nostri clienti chiedono prestazioni sempre più elevate perché, anche se il costo è maggiore, è fondamentale diversificarsi. Anche per questo chiedono un supporto a 360 gradi». Nella direzione della cura completa del cliente, l’ultima novità: la “digitalizzazione” del film usato per proteggere l’alimento. Il progetto prende il nome di “StealthCode”. Attraverso un’app si avvia una scansione grazie alla quale è possibile tracciare e informarsi sul prodotto, ottenendo informazioni aggiuntive rispetto a quelle indicate per legge. Un modo per combattere la contraffazione e fidelizzare i consumatori. Grazie a quest’app, Bioplast si è aggiudicata il riconoscimento “Best practices per l’innovazione 2016” nel campo web. Tra i tanti riconoscimenti che hanno costellato i venticinque anni di attività, il più prestigioso: dopo l’oscar dell’imballaggio vinto nel 2016, la Bioplast la prossima primavera dovrà ritirare l’oscar di caratura internazionale. Venticinque anni di storia e un futuro tutto da costruire. Marco Gambardella ha le idee chiare e il cuore diviso tra il sogno americano e la fioritura nella sua terra, Nocera Inferiore. «La decisione di lasciare Nocera ci è costata. Le aziende sono creature familiari. Ma non è detto che in futuro il nostro territorio non ci offra un’accoglienza migliore, come quella riservataci dal comune fiscianese. E, poi, c’è anche l’America ad aspettarci, un riscatto per tutti gli italiani espatriati che portano in alto il nostro nome». Martina Nacchio GENNAIO 2017 INSIEME

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L'APPROFONDIMENTO

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l profumo dei cornetti appena sfornati, il forno ancora caldo. L’arte pasticciera nel clima accogliente di un piccolo laboratorio. Inizia così l’avventura di Sabato Bruno, fondatore della San Giorgio S.p.a., tra le più importanti realtà aziendali in crescita nell’ultimo periodo, come attestano i dati raccolti da Confindustria Salerno. Con Annamaria Bevilacqua, marketing Ho.re.ca. specialist, conosciamo meglio l’azienda dolciaria. «Il nostro core business riguarda la prima colazione. Puntiamo a far svegliare bene i nostri clienti» spiega Bevilacqua. La produzione della prima ora ha riguardato i cornetti da lievitare, per poi arricchirsi sempre di più, andando sui cornetti prelievitati e tante altre specialità come sfoglie e già cotti. «La distribuzione si indirizza soprattutto ai distributori del freddo, che poi si occupano di rifornire bar, hotel, bistrot» prosegue l’esperta. Si tratta del cosiddetto settore Ho.re.ca., comparto di utilizzatori professionali del prodotto, che ne terminano la preparazione e servono il prodotto al bar e negli hotel. Il vero ampliamento che sancisce il passaggio da laboratorio artigianale a vera e propria industria avviene nel 2006: «Oggi la distribuzione è fortemente radicata nel Sud Italia, ma si estende bene anche in tutta la nazione con 250 distributori» continua Bevilacqua. A breve sarà tagliato il nastro di un nuovo stabilimento, adiacente all’attuale sito in Castel San Giorgio, in via Petti. Una realtà in crescita che assicura un lavoro a 150 dipendenti, tra addetti al-

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Prelibatezze per il palato Da laboratorio artigianale ad industria in forte crescita: i segreti della San Giorgio Spa


Panoramica dall’alto dell’azienda San Giorgio Spa

la produzione, amministrativi e funzionari di vendita. «Proprio nell’ultimo periodo è stata ampliata la rete dei commerciali. Avevamo sempre accolto le richieste dall’estero in modo passivo, ora abbiamo risorse che si occupano di ricercare e coltivare nuovi contatti oltre i confini nazionali». L’azienda oggi trova i suoi capisaldi nei figli di Sabato Bruno, anime portanti della produzione e del settore commerciale. I numeri positivi sono frutto di una continua ricerca di un baricentro: «Desideriamo sfruttare al massimo il territorio locale e le sue potenzialità, senza dimenticare l’importanza di espanderci all’estero. In questa direzione s’inserisce la scelta di assumere personale qualificato proveniente da tutta Italia e macchinari da tutto il mondo» chiarisce ancora Bevilacqua. E le prime soddisfazioni non tardano

sieme MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti e Martina Nacchio

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno

Segreteria di redazione e marketing Sofia Russo Maria Luisa Franco

Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06.

Hanno collaborato Mons. Giuseppe Giudice, Anastasia Calabrese, Paolo Aprea, Andrea Pellegrino, Salvatore Guercio Nuzio, don Carmine Cialdini, Lucia Squitieri, Annalisa Di Donato, Federica Pepe, Dina Grimaldi, Michele Lanzetta, Livia Rossi, Raffaella De Vivo, Federica Pepe, Michele Mura, sem. Domenico Petti, Giovanni Giordano, Elisa Califano, Caterina Mansi, Gennaro Pagano, Anna Apicella, Annabella Iannone, Giusy Cesarano, Rosario D’Aniello, Renato Rescigno, Ludovica Amodio, padre Paolo Saturno, don Natalino Gentile, Peppe Iannicelli.

Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466

ad arrivare: dal 16 al 20 ottobre scorso, la San Giorgio Spa ha partecipato alla Fiera “Sial Paris”, salone internazionale dell’innovazione alimentare. Il successo della San Giorgio Spa è tutto racchiuso nell’equilibrio tra innovazione e tradizione: «Accanto ad investimenti importanti per rendere le linee produttive sempre più all’avanguardia, rispettiamo alcune procedure artigianali che vedono impegnati i nostri operatori su ogni singolo pezzo, come per la linea “Tradizione Napoli”». Così, accanto alle mani più esperte dei maestri pasticcieri si affiancano le menti creative dei dipendenti più giovani. Una forte spinta propulsiva per l’ampliamento della diffusione dei prodotti con marchio San Giorgio Spa. Piccolo miracolo aziendale del nostro Agro nocerino-sarnese. Mariarosaria Petti

Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

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VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo Tonino Cantelmi

TONINO CANTELMI ANALIZZA LE DERIVE DEL MONDO SOCIAL. IN QUESTA INTERVISTA LO PSICOLOGO ANTICIPA I TEMI DELL’INCONTRO IN PROGRAMMA IL PROSSIMO 28 GENNAIO, IN OCCASIONE DELLA FESTA DEI GIORNALISTI

È NECESSARIO TORNARE ALL’UMANO

N

essun vaccino, solo buon senso. Questa la ricetta di Tonino Cantelmi per gestire la rivoluzione digitale che rischia di risucchiare la vita di giovani e adulti. Il lato oscuro del web e le responsabilità di Facebook, Youtube e Google. Un’anticipazione dei temi che saranno affrontatati in maniera più ampia il prossimo 28 gennaio, presso la parrocchia di San Giovanni Battista in Cicalesi, alle ore 9.00. Professore, i social incidono molto nella vita delle persone, c’è un antidoto, un vaccino?

Incidono in modo fatale: modificano l’assetto cognitivo, emotivo, affettivo e sociorelazionale. Nessun vaccino, solo buon senso. Nessuno vuole rinunciare alle enormi potenzialità della rivoluzione digitale, ma attenzione ad esserne risucchiati inesorabilmente. Lo smartphone è ormai una propaggine del corpo, quando rendersi conto di essere al limite?

La tecnologia digitale è una dimensione del Sé: questa è la novità. La nostra identità è anche una cyberidentità. Il limite? Quando al ristorante una coppia scambia poche

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parole, ciascuno dei due smanetta sullo smartphone e il bimbo di tre anni è anestetizzato col tablet. Sono i web-ebeti del terzo millennio. Perché una tale deriva?

Perché il terzo millennio è caratterizzato dalla più straordinaria crisi della relazione interpersonale. Troppo narcisismo, troppa ambiguità, troppo emotivismo, troppi bisogni egocentrici da soddisfare, troppo individualismo. La tecnomediazione della relazione sembra essere una soluzione facile. Non solo giovani, ma anche adulti.

Soprattutto adulti. Direi però adultescenti, adulti con troppi temi adolescenziali aperti e irrisolti, affascinati dai social e dal digitale, immersi nel tentativo di soddisfare gli elefantiaci bisogni dell’ego e incapaci di porsi in relazione con i loro figli. C’è un rischio per le famiglie, la Chiesa, la scuola? Ovvero le agenzie educative in generale?

C’è una sfida. Come dice papa Francesco nell’Amoris La-


LA BIBLIOTECA DONATA AL POLO ONCOLOGICO: IL PUNTO

etitia nei punti in cui parla delle sfide. La sfida è una opportunità. Perciò nessun ripiegamento melanconico, ma con coraggio dobbiamo raccogliere la sfida. E partirei dagli adulti. È sempre più facile riscontrare commenti virulenti, lesivi. C’è chi non riesce a gestirli, portando i giovani a stati depressivi o azioni autolesioniste. Come intervenire?

Umberto Eco disse che il web dava parola ad una legione di imbecilli, che un tempo avrebbero fatto i loro commenti al bar e oggi li postano sul web. Io non credo questo. Credo però che esista un lato oscuro del web, crudele, violento e che non perdona, come nel caso di Tiziana Cantone. Qui però c’è una responsabilità dei grandi padroni del web: Facebook, Youtube e Google. Non è vero che non si possa limitare e combattere la violenza del web. I social sono un ottimo strumento per informare e informarsi, ma spesso sono veicolo di notizie sbagliate o artefatte. Per difendersi basta solo il buon senso?

Oggi si parla di postverità: nel web circolano narrazioni false e sembra che il popolo del web sia disinteressato alla verità. È un problema che è emerso nel caso di Trump e delle sue affermazioni. In realtà il web amplifica in modo esponenziale un dato comune: noi crediamo ciò che conferma le nostre convinzioni e facciamo fatica a verificarle. È il difficile percorso della verità. La verità fa paura, perché ci costringe a metterci in discussione. I giornalisti utilizzano dichiarazioni, foto, notizie e stati veicolati tramite Facebook e Twitter, quando e perché ci si dovrebbe fermare?

Anche i giornalisti si sono piegati alla logica dell’emotivismo, della spettacolarizzazione e della ultra semplificazione. Un mix letale, favorito dalla velocità dei social e dalla loro apparente capacità di penetrazione. Se poi aggiungiamo un po’ di narcisismo, il piatto è servito. Nati come strumenti di cui servirsi, sembra che siano loro a servirsi di noi umani. La situazione è sfuggita di mano?

È necessario tornare all’umano. Tutto qui. Salvatore D’Angelo

È

la psicologa Tiziana Battista, borsista dell’Ail, ad occuparsi della biblioteca dedicata a mons. Mario Vassalluzzo, donata lo scorso anno al polo oncologico dell’ospedale “Andrea Tortora” dall’Ufficio diocesano Comunicazioni Sociali, grazie alla collaborazione dei giornalisti del territorio, della rivista diocesana Insieme e di alcune case editrici. La dottoressa chiede ai pazienti che libro desiderano, segna i nomi, consegna i testi e li ritira a lettura terminata. «È necessario custodire i beni che ci sono stati donati – racconta il primario Califano –, soprattutto quelli che offrono la possibilità di una “distrazione” durante un percorso di cura delicato e impegnativo». Un segno di misericordia culturale, frutto del Giubileo della comunicazione, intitolato alla memoria di mons. Mario Vassalluzzo, già vicario generale, scrittore e decano del giornalismo dell’Agro nocerino-sarnese. Nel 2015, anno a cui risalgono gli ultimi dati aggiornati, 1800 ammalati hanno ricevuto cure presso questa struttura, 1100 in regime di day hospital e 700 con ricoveri in degenza ordinaria.

IL RICORDO DI MIMMO

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opo il Premio, il libro. È stato presentato a Napoli “Mimmo Castellano – La forza del giornalismo”, il volume che ricorda uno dei leader della categoria a livello regionale e nazionale. Il lavoro, curato da Salvatore Campitiello ed Elia Fiorillo, è edito da Realtà Sannita. Nel libro si rievoca – con testimonianze di colleghi e amici di Mimmo – la figura di un giornalista pubblicista molto noto e stimato, amato in tutta Italia. Il ricordo di Castellano è affidato a numerosi giornalisti. Tanti i pubblicisti che lo hanno stimato e avuto come guida; una categoria che Mimmo Castellano ha difeso fino all’ultimo giorno della sua vita. L’iniziativa segue il Premio a lui dedicato e organizzato, ogni anno a Castel San Giorgio, dall’Assostampa Valle del Sarno. Tra i premiati dell’ultima edizione Vania De Luca, che ha ricevuto il riconoscimento dalle mani di monsignor Giuseppe Giudice. GENNAIO 2017 INSIEME

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QUI REGIONE LA GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA HA INDICATO LE AREE DI CRISI INDUSTRIALE NON COMPLESSA, PER REALIZZARE PROGRAMMI DI INVESTIMENTO FINALIZZATI ALLA RIPRESA DELL’OCCUPAZIONE E ALLO SVILUPPO ECONOMICO

LE AREE DI CRISI INDUSTRIALE NON COMPLESSA: LA MAPPA DELL’AGRO

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ra i provvedimenti più rilevanti messi in campo dalla giunta regionale della Campania c’è l’indicazione delle Aree di crisi industriale non complessa, ai sensi del decreto ministeriale del 4 agosto del 2016, per realizzare programmi di investimento finalizzati alla reindustrializzazione, alla ripresa occupazionale e allo sviluppo economico dei territori interessati. Il provvedimento ha dichiarato Aree di crisi non complessa il 50% delle aree candidabili, per un totale di 2.955.968 abitanti. Tra i comuni interessati ed individuati nel comprensorio dell’Agro nocerino sarnese ci sono Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Roccapiemonte, Siano, San Valentino Torio, Sarno, Angri, Corbara, Pagani, San Marzano sul Sarno e Sant’Egidio del Monte Albino. Anche la stessa città di Salerno è stata inserita nel provvedimento regionale. I criteri indicati dal Ministero per lo Sviluppo Economico erano legati ai Sistemi Locali del Lavoro, che sono stati selezionati dalla Giunta Regionale sulla base del peso comparato del numero di addetti alle attività manifatturiere, delle superfici destinate alle attività produttive e del grado di dinamismo del tessuto industriale localizzato nei singoli territori. Allo

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scopo di individuare le aree industriali è stata effettuata una ricognizione puntuale, avvalendosi di una prima elaborazione e mappatura realizzata dalla Direzione Generale Attività Produttive e del sistema informativo territoriale (I. Ter Campania). In questo modo è stato possibile scegliere, sulla base di criteri oggettivi, le aree territoriali che, seppure in crisi, presentano un tessuto produttivo in grado di accogliere nuovi investimenti industriali e di esprimere proposte di intervento in linea con le finalità del decreto ministeriale. Ma non solo. Palazzo Santa Lucia ha deciso di attivare ulteriori misure volte al rilancio di tutte le aree colpite da una crisi diffusa delle attività produttive, dando priorità ai Comuni esclusi dalle aree di crisi non complessa sia per l’utilizzo dei 48 milioni di eu-

di Andrea Pellegrino

ro resi disponibili dal Ministero per lo Sviluppo Economico, in relazione agli Accordi di Programma per la reindustrializzazione in Campania, sia per ulteriori misure già previste negli strumenti di programmazione dei fondi nazionali e comunitari. Infine, nello stesso atto deliberativo, la Giunta Regionale ha disposto il rapido avvio della definizione delle Aree di crisi complessa, che una volta recepite dal Governo, potranno lasciare ..... spazio ad altri Sistemi Locali del Lavoro per l’ingresso tra le Aree di crisi non complessa. All’orizzonte, invece, da chiarire c’è la partita delle Asi. Si mormora che ben presto i Consorzi di sviluppo aree industriali possano essere commissariati per dare vita ad un’unica agenzia regionale. Ma al momento le strutture restano in piedi con tanto di management e società collegate.

Immagine di repertorio


IL DOTTORE DEI BAMBINI di Salvatore Guercio Nuzio

L’

La febbre nel primo anno di vita

evento febbre, soprattutto nel primo anno di vita del bambino, scatena uno stato di grande agitazione nei genitori. Il rialzo termico centrale che provoca la febbre, in realtà, è una condizione che generalmente è parte di una risposta difensiva nei confronti di microrganismi che sono riconosciuti dall’ospite (uomo) come patogeni o comunque estranei. COSA FARE L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera febbrile una temperatura centrale QUANDO IL superiore a 37,5°C. Il modo più attendibile e sicuro per rilevare la temperatura corNOSTRO BAMBINO porea quando si sospetta una febbre è utilizzare il termometro elettronico in seHA LA FEBBRE? de ascellare. Quando siamo di fronte a rialzo termico febbrile, non copriamo COME MISURARE eccessivamente il nostro bambino, riservando l’uso di spugnature con liquidi CORRETTAMENTE LA tiepidi e applicazione di borse del ghiaccio solo in caso di temperatura rileTEMPERATURA E QUALI vata superiore a 40°C. FARMACI SOMMINISTRARE? I farmaci antipiretici utilizzabili in età pediatrica, impiegati solo quando alI CONSIGLI DEL DOTTOR la febbre si associ un quadro di malessere generale, sono il ParacetaGUERCIO NUZIO molo (somministrabile sin dalla nascita, ogni 4-6 ore fino a 6 somministrazioni giornaliere) e l’Ibuprofene (ogni 6-8 ore, preferibilmente Nato a Sarno, sposato e padre di due dopo i pasti, per 3 somministrazioni giornaliere). L’uso combinabambini si è specializzato in Pediatria to dei due farmaci non è raccomandato sulla base delle scarse presso l’Università del Piemonte Orientale evidenze disponibili riguardo la sicurezza e l’efficacia rispetdi Novara, lavora presso l’Unità Operativa di to alla terapia con un singolo farmaco. È invece altamente Pediatria dell’ospedale di Battipaglia. consigliabile la somministrazione di paracetamolo per via orale perché l’assorbimento è più costante ed è Se desideri sottoporre una domanda possibile avere una maggiore precisione nel dosagal dr Nuzio o chiedere un consiglio, gio che si calcola in base al peso corporeo. Ricorscrivi a insieme@diocesinocerasarno.it diamo che nel primo anno di vita, un bambino con febbre deve essere sempre valutato clinicamente in tempi rapidi per l’elevato rischio di patologia grave. Inoltre, se la febbre supera i 38°C senza segni di localizzazione di infezione deve essere sempre sospettata un’infezione delle vie urinarie ed è quindi necessario eseguire un esame delle urine e un’urinocoltura.


INSIEME SI LO VOGLIO

COME SCEGLIERE LA LITURGIA DELLA PAROLA

«Q

uando a fine giugno abbiamo deciso di coronare il nostro sogno e diventare una nuova famiglia in Cristo, in poco più di 100 giorni, ci siamo imbattuti in una difficoltà che non avevamo messo in conto: la scelta della liturgia della Parola». È Maria Carmela Petrosino a raccontare il delicato momento della selezione delle letture bibliche per la liturgia nuziale. «Avendo entrambi da anni compiuto un percorso di formazione in Azione Cattolica, i brani che ci hanno accompagnati durante il fidanzamento erano tanti» precisa la neo moglie. Insieme allo sposo Espedito Esposito «ci siamo messi a tavolino e abbiamo letto, e poi letto ancora» fino a quando lo Spirito non ha suggerito loro che stile di vita matrimoniale avrebbero voluto avere. La Prima Lettura. «Il cuore ci ha suggerito come Prima Lettura il testo tratto dal libro del profeta Osea: l’amore di Dio, anche difronte al tradimento del suo popolo non si ferma. Era proprio quello che volevamo ribadire a noi stessi» è ancora Maria Carmela a spiegare. Il Salmo. «Il Salmo collegato acclama “Siamo pronti o Signore a fare la tua volontà”: dopo un lungo fidanzamento e tanti ostacoli, che si sono presentati nei 12 anni di fidanzamento, abbiamo scelto di confidare nella Provvidenza – chiarisce Espedito –

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il Salmo 130 poneva il sigillo al nostro “sì” mettendo da parte i nostri progetti e lasciando spazio al Suo». La Seconda Lettura proclamata è radicata «nella nostra devozione a santa Rita: abbiamo meditato negli anni tante volte la Lettera di S. Paolo ai Romani, al capitolo 12, ci ha dato spesso le dritte per crescere nella fede e somigliare sempre più a Gesù, sull’esempio della Santa dei casi impossibili» prosegue Espedito. Il Vangelo. «Nel cuore entrambi avevamo un passo molto bello ma non essendo proposto come lettura propria del matrimonio ci sembrava inadatto». Questa volta i nubendi si affidano al presbitero che ha presieduto la celebrazione eucaristica. Don Raffaele Ferrentino ha provveduto con l’omelia a fare da collante tra tutti i brani: «Con risolutezza abbiamo scelto il brano della moltiplicazione dei pani e dei pesci. “Date loro voi stessi da mangiare”, nella versione di Marco in cui Gesù appare commosso nel guardare la folla come “pecore senza pastore”». È così che Maria Carmela e Espedito desiderano camminare verso la santità coniugale: «Capaci, come Gesù, di percepire i bisogni, i timori e i limiti altrui e farci pane (con quel poco che siamo e che abbiamo) per tutti coloro che incroceranno la nostra strada». Auguri! Mariarosaria Petti

MARIA CARMELA E ESPEDITO, SPOSI LO SCORSO OTTOBRE, RACCONTANO LA PREPARAZIONE DI UNO DEI MOMENTI PIÙ IMPORTANTI DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Maria Carmela e Espedito


Campioni mondiali DI BALLO

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ono dell’Agro i campioni del mondo di danze standard. Guidati dal maestro Mauro D’Ambrosi dell’Antares 7, i dieci giovani hanno conquistato la vetta durante le gare disputatesi a Parigi, danzando sulla musica de Il gladiatore. «Abbiamo toccato la vetta del mondo. Il ritiro della squadra concorrente, la Polonia, ci ha spianato la strada verso un successo inaspettato ma a cui abbiamo lavorato con sacrificio e passione. Grazie di cuore ai miei allievi», ha commentato D’Ambrosi. Il gruppo era formato dal ballerino nocerino Rosario Palermo, Caterina Corrado, Nicola Salerno, Gilda Cava, Michelangelo Todisco, Regina Giacomaniello, Luigi Tortora, Mariarosaria Ponzo, Domenico Paolella e Maddalena Russo.

FOTONOTIZIA Alternanza scuola/lavoro per il liceo scientifico “Sensale” di Nocera Inferiore, con un progetto in collaborazione con l’associazione “Marco Levi Bianchini”. Al centro, il presidente e promotore dei seminari, il dott. Carlo Montinaro.

Aggregazione VINCENTE

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Il gruppo di ballerini

italismo associativo, l’esperienza di Neos Nuk, il sodalizio nato a Nocera Inferiore nel gennaio 2015. I primi passi vengono mossi durante gli incontri di alcuni amici per giocare al Fantacalcio. «L’idea all’origine era quella di creare una canale che permettesse di realizzare progetti e nuove attività per la città», ha dichiarato il presidente Lorenzo Maria Ferrigno. Dalla sua fondazione, è nel 2016 che si parte con le prime attività che i membri di Neos Nuk chiamano One Shot. Si parte da un macro argomento, per poi sviluppare una serie di dibattiti: «Una sorta di forum che favorisce la partecipazione attiva di tutti». Diversi gli ambiti finora trattati: nail art, sicurezza stradale, informatica, enogastronomia, fai da te. Tutti gli eventi nascono dagli hobby e gli interessi degli associati che portano poi avanti i singoli eventi.

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Per info e contatti: tel. 0815136548-3281679976, info@albergosantarita.it Per essere sempre aggiornati sulle attività visitate il sito www.albergosantarita.it REDAZIONALE A CURA DELLA CASA ALBERGO PER ANZIANI SANTA RITA

IL SOGGIORNO BREVE

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ggregazione, cultura e divertimento: potrebbe essere questa la giusta sintesi per identificare l’Albergo per Anziani “Santa Rita”. Accoglienza e massima qualità restano prerogative indispensabili nelle diverse attività, specialmente durante le festività natalizie. Oltre al ricco e dinamico programma annuale, il “Santa Rita” offre una possibilità unica, sia agli ospiti che alle famiglie: il soggiorno breve. Una formula vantaggiosa per un periodo da favola con un programma personalizzato d’eccezione. Danza, teatro, sport, benessere, ma anche uscite sul territorio con visita ai presepi della provincia. C’è questo, ma anche la consueta possibilità di soggiorni a medio e lungo termine, periodi scanditi da momenti ludici, culturali e dediti al benessere. Se è vero che l’Albergo per Anziani “Santa Rita” offre una gamma di servizi capace di soddisfare qualsiasi esigenza, resta fondamentale la massima attenzione alle esigenze dell’ospite della struttura di via Isonzo. Insomma una realtà singolare, unica nel suo genere, per un benessere mentale e fisico a 360 gradi. Tutto questo e tanto altro è l’Albergo per

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Anziani “Santa Rita” di Sarno che, grazie alla professionalità del personale e alla massima qualità, fattore indispensabile, riesce a donare sicurezza ma anche un sorriso, ingrediente principe. La formula del soggiorno breve inoltre rappresenta un vantaggio sia per gli ospiti che per le famiglie che vorranno assicurare ai propri cari un inverno particolare, ricco di attività e alla scoperta di nuove e stimolanti realtà. Da qui al comfort e ai servizi quali lavanderia, stireria, pulizia ed igiene degli ambienti, ristorazione con diete ad hoc, biblioteca e sala computer. C’è poi un’altra importante priorità concernente i servizi relativi all’assistenza infermieristica e medica, riabilitazione, percorsi benessere ed idromassaggio. Il cerchio si chiude con le attività ludico-educative attraverso vari laboratori, dall’arte grafica a quella creativa, l’uso dei servizi informatici, il laboratorio di cucina, quello di ceramica, così come il cineforum, i corsi di danza e di teatro. Insomma una realtà poliedrica e confortevole, a favore di una volontà comune che non si limita all’assistenzialismo, ma che si lega alla passione e all’eccellenza.

NUOVE OCCASIONI PER GLI OSPITI DELL’ALBERGO PER ANZIANI “SANTA RITA” DI SARNO Gli ospiti impegnati in diverse attività


L’EQUIPE EUDENTAL SI PRENDE CURA DEL TUO SORRISO CON PROFESSIONALITÀ. BASTA SOLO LA RICETTA MEDICA Il centro dentistico Eudental è una struttura convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale: qui vengono eseguite tutte le prestazioni sanitarie odontoiatriche e le terapie mirate per la cura delle patologie dentali e del cavo orale con la sola esibizione della ricetta del proprio medico. Principale obiettivo è fornire un’assistenza di qualità in un adeguato contesto umano ed ambientale. Nato nel 1998 grazie al dottor Vincenzo Battaglia, medico di base, il centro Eudental offre a tutti l’opportunità di effettuare cure odontoiatriche eseguite da uno staff preparato e professionalmente valido. Per saperne di più abbiamo intervistato la

dottoressa G. Stefania Battaglia, direttore sanitario della struttura. Dottoressa, a quali interventi è possibile sottoporsi presso il vostro studio e quali sono le prestazioni di eccellenza? «Con la ricetta del proprio medico curante è possibile effettuare ricostruzioni di elementi dentali compromessi, estrazioni chirurgiche dentali, endodonzia mono e pluri radicolare – comunemente denominate “devitatalizzazione” –, trattamenti paradonatali, igiene dentale con e senza levigatura delle radici, trattamenti ortodontici, trattamenti per le disfunzioni temporomandibolari, tutte le forme di ria-

bilitazione protesica sia fissa che mobile, implantoprotesi, trattamenti estetici di sbiancamento dentale». Qual è il punto di forza del vostro centro? «Gli altissimi standard qualitativi ed igienici con cui vengono eseguite le prestazioni odontoiatriche e le protesi fisse e mobili. Grande attenzione è rivolta alla sterilizzazione di tutti gli strumenti e dell’ambiente lavorativo. Garantiamo ai pazienti e agli stessi operatori sanitari la sicurezza di un ambiente sano e asettico. Inoltre, il centro dentistico Eudental utilizza le più avanzate tecnologie, apparecchiature di prima generazione e si avvale di un team preparato di odontoia-

tri che vanta un’esperienza lavorativa decennale, in costante aggiornamento professionale sia in Italia che all’estero». Qual è l’approccio nei confronti del paziente? «Il paziente non è un soggetto da sottoporre a fredde procedure odontoiatriche o strumento di arricchimento, ma una persona che ha problemi dentali, che soffre e che si rivolge a noi per essere aiutato e sostenuto. Il fondatore dell’Eudental, noto professionista attento alle esigenze dei più bisognosi, desidera curare e trattare i pazienti nello stesso modo in cui vorremmo essere curati e trattati noi stessi. Questo è il nostro punto di forza».

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SCUOLA & UNIVERSITÀ a cura di Martina Nacchio

I PROGETTI NELL’AGRO

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nclusione scolastica, potenziamento delle attività didattiche e ricreative, strumento per combattere la dispersione scolastica. Questo e tanto altro è Scuola Viva, il programma triennale promosso dalla Regione Campania, che si avvia in queste settimane. Sono 454 le scuole vincitrici dei progetti, per un totale di 25 milioni di euro investiti. Tra le assegnatarie anche alcune scuole del nostro Agro nocerino-sarnese. Istituti comprensivi, circoli primari, ma soprattutto scuole secondarie di secondo grado, tra cui licei e istituti professionali. L’obiettivo è ricreare una nuova idea di scuola che interagisca con il territorio. Una scuola a porte aperte in cui non esistono alunni fissi o statici, in cui anche i non iscritti possono diventare studenti. Il limite di età dei partecipanti è di 25 anni. Proprio coloro che hanno abbandonato il proprio percorso formativo o vorrebbero acquisire ulteriori competenze sono i primi destinatari del programma. Soprattutto le scuole secondarie di secondo grado dovrebbero attrarre quanti più cittadini esterni al circuito scolastico. Le scuole dell’Agro vincitrici dei progetti sono quattordici: tre istituti comprensivi (I.C. Sant’Alfonso Maria de Liguori di Pagani, I.C. De Filippo di Sant’Egidio del Monte Albino, I.C. di Siano), quatto circoli didattici (3° circolo Nocera Inferiore, 2° circolo di Angri, 3° circolo di

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Il programma triennale della Regione Campania partirà in quattordici scuole dell’Agro nocerino-sarnese. Ecco i progetti volti a coinvolgere studenti ma anche giovani non iscritti, fino a 25 anni di età


FOTONOTIZIA

Si è tenuto dal 17 al 21 dicembre il ciclo di quattro seminari sul tema dell’alimentazione presso il liceo classico “G.B. Vico” di Nocera Inferiore. Promosso dal professor Montinaro, presidente dell’associazione "Marco Levi Bianchini", l’argomento – così importante per le nuove generazioni – è stato analizzato in relazione alle emozioni connesse al cibo e all’autocontrollo, che ognuno di noi può riscontrare nella propria alimentazione.

Pagani, 2° circolo di Sarno), due scuole secondarie di primo grado (“Fresa-Pascoli” di Nocera Superiore e “Amendola” di Sarno), e cinque istituti superiori (l’istituto professionale statale polispecialistico “Cuomo-Milone” di Nocera Inferiore, il liceo scientifico “Don Carlo La Mura” di Angri, l’I.P.S.S.E.O.A. Pittoni di Pagani, l’istituto tecnico industriale “Fermi” di Sarno e il liceo scientifico “Mangino” di Pagani). I progetti sono costituiti dai cinque ai sette moduli, ognuno dei quali da sviluppare in almeno 30 ore pomeridiane. Ecco di seguito alcuni dei progetti delle scuole del nostro Agro, che si spera possano incentivare la partecipazione anche di quei giovani senza lavoro che non hanno smesso di aver fiducia nella formazione. A scuola di creatività. “Inclusione globale in una comunità accogliente” è il nome del progetto di 240 ore del “Fresa-Pascoli” di Nocera Superiore. Costituito da 7 moduli, i percorsi sono vari, dalla storia all’ecologia ambientale, dall’informatica alla comunicazione, dal cinema alla lingua straniera, dalla musica al teatro. All’istituto comprensivo “De Filippo” di Sant’Egidio prende il via “Uno, noi, tutti per i Saperi”, un progetto che oltre ai temi della scuola di Nocera Superiore, punta i riflettori anche sul benessere a tavola e l’orientamento.

Costruire una professionalità. Ma è nei progetti delle scuole secondarie di secondo grado che si possono cogliere strumenti di potenziale crescita professionale. È il caso del programma del liceo scientifico “Bartolomeo Mangino” di Pagani. È la tecnologia Wiki il perno principale attorno a cui ruotano i moduli. I partecipanti al programma potranno acquisire competenze sia del mondo multimediale che recuperare le carenze disciplinari in lingua italiana e straniera. Altamente innovativo poi il modulo di tecnologie digitali, dedicato alla progettazione di un’app o di un sito web, e il laboratorio di tecnologie innovative applicate allo studio di materiale organico e ai metodi fisici e chimici per la valorizzazione di reperti provenienti da siti archeologici campani. Scuola Viva anche all’istituto tecnico “Fermi” di Sarno. Il progetto, costituito da cinque moduli, prevede lezioni volte all’apprendimento della tecnica del disegno e la creazione di un mosaico, ma anche moduli dedicati al mettere in discussione se stessi, con la creazione di gruppi di confronto e discussione, per l’individuazione di problemi affettivi. Infine, trenta ore di formazione saranno dedicate alla legalità, attraverso una serie di incontri e seminari in collaborazione con l’associazione Libera. Martina Nacchio

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SCUOLA & UNIVERSITÀ Alcuni momenti dell'incontro

IL VESCOVO GIUSEPPE INCONTRA LA SCUOLA GLI ALUNNI DELLA PERIFERIA DI ANGRI HANNO RICEVUTO IN DONO LA LETTERA DI NATALE “PASTORI, POLVERE E PAGLIA”

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alloncini, bandierine e un canto natalizio che scalda il cuore. Questa l’accoglienza riservata dagli studenti dell’Istituto “Don Enrico Smaldone” a mons. Giuseppe Giudice, giunto nella periferia di Angri per consegnare la Lettera di Natale “Pastori, polvere e paglia”. La pubblicazione si rivolgeva infatti ai bambini – nella prima parte – e attraverso loro ai genitori e alle famiglie. L’incontro è stato promosso dal Servizio di Pastorale Scolastica della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, diretto dal prof. Filippo Toriello, e ha esaudito il desiderio del dirigente scolastico Raffaele Palomba di ricevere una visita dal Pastore della nostra Chiesa locale. Mons. Giudice è entrato in tutte le classi. Qualche alunno ha chiesto una benedizione, qualche altro ha rivolto una domanda. Da alcuni laboratori in attività, il Vescovo ha ricevuto omaggi floreali. È entrato subito in empatia con gli alunni, rispolverando la sua vocazione da maestro. Dopo avere salutato gli studenti dell’Istituto in via Stabia, il colloquio è proseguito in via Europa, dove ogni giorno al suono della campanella scappano in aula i piccolissimi, dai 3 ai 6 anni. I bambini hanno spiegato all’ospite speciale la loro “scuola senza zaino”, sulle note di “Seconda stella a destra” con un testo rivisitato. Al termine, mons. Giuseppe Giudice ha affermato: «Se ho ben compreso, voi non volete una scuola alla buona. Neanche la buona scuola. Ma una scuola buona». Un giorno di festa per i piccoli di Angri. Mariarosaria Petti

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VITA ECCLESIALE a cura della redazione

Foto Salvatore Alfano

Il seminarista Francesco Amarante

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anca un solo esame per terminare gli studi in Economia aziendale presso l’Università degli Studi di Salerno quando Francesco lascia tutto ed entra in Seminario. È il 3 novembre del 2010. Il Signore ha altri progetti in serbo per lui. Ricorda a memoria tutte le date, riesce a metterle in fila una dietro l’altra come i pezzi ordinati di un puzzle. La prima precede la sua nascita. È il 1979 e Pasquale, il suo papà, in un caldo giorno d’estate è vittima di un grave incidente stradale. Un evento che segna in maniera drammatica la sua vita e quella della sua famiglia. Rimane in coma fino al 15 agosto. «Mio padre non festeggia né il compleanno né l’onomastico, celebra solo il 16 agosto, l’inizio della sua seconda vita», racconta Francesco. Un numero infinito di interventi chirurgici, due trapianti allo stomaco in Francia, le feste di Natale e Pasqua trascorse in ospedale: sono queste le coordinate dei primi anni di vita di Francesco. Anni impegnativi nei quali tuttavia la presenza paterna non è mai mancata: «Papà mi ha sempre incoraggiato e ha saputo trasmettermi valori morali, sociali e religiosi». Nel 1992, a sei anni riceve la Prima Comunione. «Mio padre doveva ricevere il secondo trapianto e aveva il desiderio di vedere i figli accostarsi all’altare». Ma Francesco è troppo piccolo, così il parroco – in quegli anni la comunità Sant’Antonio di Padova a Orta Loreto era affidata a don Silvio Longorbardi – pianifica per il bambino un anno speciale di catechismo. «È il più piccolo e anche il più bravo». Il giudizio della catechista Anna Petrosino fuga i dubbi del sacerdote. E Francesco riceve la prima eucaristia insieme al fratello Sal-

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“SIGNORE, DAMMI UN SEGNO” Francesco Amarante, classe 1985, sarà ordinato diacono dal vescovo Giuseppe il prossimo 5 gennaio. Il percorso vocazionale, la preparazione e l’attesa


vatore. Poi continua il cammino nel gruppo ministranti. Negli anni successivi, diversi sacerdoti si alternano nella guida della comunità: don Enzo Di Nardi, don Rosario Villani, nel 2000 arriva don Alessandro Cirillo. Sette anni dopo, nel 2007 la parrocchia è affidata a don Gerardo Maria Coppola. Sono gli anni in cui Francesco si allontana ma rimane fedele all’Eucaristia domenicale. Nel 2005 si iscrive alla Facoltà di Economia aziendale presso l’Università di Salerno. Riprende a frequentare la parrocchia per la preparazione al sacramento della Confermazione che riceve dalle mani di mons. Gioacchino Illiano il 14 luglio del 2006. Nello stesso anno la comunità è chiamata ad eleggere il Consiglio pastorale e don Alessandro Cirillo lo nomina scrutatore: «Mi ha dato fiducia, mi sono sentito incoraggiato». Una domenica il sacerdote pranza a casa Amarante e domanda al papà: «Pasquale, lo facciamo sacerdote?». Aveva visto più lontano di lui ma la reazione di Francesco è brusca: «Studio, sto bene». Il tempo non è ancora maturo. 23 settembre 2007. In parrocchia arriva don Gerardo Maria Coppola. Il giovane sacerdote cresciuto alla scuola della P.U.A.C.S. chiede di incontrare i giovani che l’anno prima hanno ricevuto il dono dello Spirito. Tra loro c’è anche Francesco. Il giovane aveva vissuto un’esperienza di fidanzamento, ma la sua sete interiore non era saziata. È il tempo delle domande: Signore cosa vuoi da me? In ginocchio cerca una risposta autentica e sincera, di mattina nella cappella dell’Università, di pomeriggio in parrocchia. Un giorno, don Gerardo gli chiede a bruciapelo: «Stai pensando di diventare sacerdote?». Per la prima volta il ragazzo butta fuori ciò che porta nel cuore. Inizia così un lungo cammino di discernimento. Altro tassello: primo maggio 2008. Francesco chiede di poter riprendere il servizio all’altare. «Quando ho indossato l’abito bianco, tremavo. Sentivo che il Signore mi chiamava a qualcosa di più grande». Ha 23 anni ma non è pronto ad entrare in Seminario. Chiede un segno. Ad agosto vive la sua prima esperienza a Lourdes insieme agli ammalati. Vi ritorna nel 2010. Domanda alla mamma e a don Gerardo di pregare per lui. Di sera, si reca insieme al sacerdote alla grotta delle apparizioni per recitare il Santo Rosario. Nel cuore la stessa richiesta: Signore, dammi un segno. Mentre recitano la terza posta di Rosario, un fuoco intenso lo avvolge. Francesco non ha più dubbi: è l’amore di Dio. Ogni vocazione è la storia di un innamoramento. Le nubi nel suo cuore si sono diradate ma adesso è don Gerardo a voler sondare la solidità della sua vocazione. In ginocchio davanti a Dio nascono i frutti più belli. A furia di scorgerlo così gli ultimi dubbi del sacerdote crollano e l’11

ottobre Francesco incontra mons. Gioacchino Illiano che lo accoglie a braccia aperte: «Finalmente!». Il 3 novembre entra in Seminario. Sei anni volano tra studio, formazione e confronto con altri giovani che vivono lo stesso cammino. Il prossimo 5 gennaio, alle ore 17.00, nella Cattedrale di San Prisco a Nocera Inferiore riceverà l’ordinazione diaconale. «Quando ho visto la locandina, ho pianto» confessa. La preparazione è iniziata a settembre con gli esercizi spirituali vissuti a Bari presso i padri Gesuiti ed è continuata dal 26 al 30 dicembre, con cinque giorni di silenzio presso l’Abbazia del Goleto, il complesso religioso di Sant’Angelo dei Lombardi. “Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce” (Is, 60,1) ci ricorda la liturgia del giorno. «Anch’io mi sono incamminato seguendo la luce della mia vocazione. Negli anni di formazione ho approfondito la conoscenza e l’amore di Dio. Ora sono chiamato a raccontare agli altri quello che ho sperimentato. Afferma sant’Agostino: Tu sei chiamato ad essere un’eco preziosa di quanto il Signore fa risuonare dentro di te e tutto diventa più gradevole e gustoso quando passa attraverso il tuo ministero». La trepidazione accompagna quest’attesa insieme alla preghiera di tutta la chiesa diocesana e al sorriso di nonna Saveria, 93 anni, che la domenica mattina radunava tutti i nipoti per accompagnarli a Messa. Antonietta Abete

I RINGRAZIAMENTI DI FRANCESCO «Desidero ringraziare il vescovo Illiano che mi ha accolto, il vescovo Giudice che mi ha accompagnato in questo cammino di formazione facendomi sentire la sua presenza paterna e la sua cura. Don Gerardo Coppola che mi ha guidato nel cammino di discernimento e in quello di formazione. Grazie a tutti i sacerdoti che guidano – o hanno guidato – le comunità nelle quali ho svolto il servizio in questi anni: don Andrea Amato (San Giovanni Battista a Pucciano e San Bartolomeo Apostolo a Pareti), don Antonio Adinolfi (Santa Maria Maggiore a Nocera Superiore), don Alfonso Giordano (San Teodoro Martire a Sarno), padre Massimo Staiano (Santa Maria Maddalena in Armillis a Sant’Egidio del Monte Albino). Grazie alla comunità Sant’Antonio di Padova ad Orta Loreto che mi ha generato e ai sacerdoti che in qualità di responsabili dei seminaristi mi hanno accompagnato in questi anni: don Mimmo Cinque, don Raffaele Ferrentino, don Gerardo Maria Coppola».

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DON ENRICO SMALDONE Il prete che amava i bambini

UNA PIOGGIA di petali e lacrime

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na foto in bianco e nero logorata dal tempo ritrae don Enrico Smaldone con un bambino in braccio. Alle spalle si scorge la Città dei Ragazzi ancora in costruzione, l’opera a cui il sacerdote angrese ha dedicato la sua vita bruscamente interrotta cinquant’anni fa, il 29 gennaio del 1967. Un’esistenza consumata al servizio degli orfani e dei bambini con difficoltà familiari. Il secondo conflitto mondiale si era concluso da pochi anni, ad Angri si contano macerie materiali e spirituali. Tanti ragazzi passano le giornate in strada, abbandonati a se stessi. Don Enrico, classe 1914, li scorge in silenzio dalle scale della Congrega di Santa Caterina. Come Maria, custodisce tutto nel cuore. Anno 1949. Don Enrico ha 34 anni ed è sacerdote da 8 (era stato ordinato l’11 luglio 1941). Il 6 gennaio va al cinema insieme ai suoi esploratori. Sullo schermo le immagini del film “Gli uomini della Città dei Ragazzi” raccontano la storia di padre Flanaghan, un sacerdote che nel Nebrasha (Stati Uniti) aveva fondato una casa per ragazzi a rischio. Don Enrico ha un sussulto, nel suo cuore matura l’idea di costruire anche ad Angri una Città dei Ragazzi. Quello che accade nei mesi successivi offre una fotografia del temperamento del giovane prete. Il 13 febbraio – appena un mese dopo – un corteo in festa arriva nel fondo di 5.000 metri quadrati donato dal dott. Giusep-

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pe Adinolfi e fissa un cartello con la scritta “Qui sorge La Città dei Ragazzi”. Il 10 marzo stila il “Metodo pedagogico” da adottare nella Città. Passano altri 4 mesi e il 10 luglio vi è la posa della prima pietra. Il 4 marzo del 1951, insieme a tre bambini si trasferisce dalla casa paterna alla casetta in blocchi, con il tetto di tegole, che gli operai avevano costruito per custodire gli attrezzi. Più volte negli anni a venire la ditta Lamaro sospende i lavori per mancanza di fondi. Ogni volta don Enrico con geniale fantasia e una fiducia sconfinata nella Provvidenza inventa soluzioni per raccogliere fondi. Grazie all’aiuto dell’amico Federico Russo, redattore in America del Progresso Italo Americano, nascono i comitati a favore della Città. I camionisti di Angri si recano sul Vesuvio a caricare pietre per la struttura. Gli operai delle Manifatture Cotoniere Meridionali rinunciano due volte al mese alla mensa aziendale a favore dell’opera di don Enrico. Anche l’ELVEA è coinvolta in questa gara di solidarietà. Il sacerdote riesce ad ottenere il primo piano, incompleto perché mancano gli infissi, e vi si trasferisce con i ragazzi. Ad agosto dello stesso anno nella Città è impiantata una falegnameria. Sono i ragazzi a realizzare gli infissi per la struttura. Il 25 dicembre del 1953 la Città ospita già decine di ragazzi che a Natale ricevono la visita del vescovo Fortunato Zoppas. Tra il 1955 e il 1966 è impiantata anche

Cinquant’anni fa, il 29 gennaio 1967, tornava in Cielo don Enrico Smaldone. La Chiesa diocesana ricorda il fondatore della Città dei Ragazzi con una solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Giudice, alle ore 18.00, nella parrocchia della SS. Annunziata ad Angri


GLI APPUNTAMENTI DIOCESANI Domenica 29 gennaio: ore 18.00, solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Giudice, parrocchia SS. Annunziata. Martedì 31 gennaio: ritiro mensile del clero diocesano sulla figura di don Enrico Smaldone. Ore 9.30 presso la Cittadella della Carità “don Enrico Smaldone”.

IL TRIDUO un’officina meccanica. Al primo piano dell’edificio si aggiunge un secondo e un terzo, un dormitorio, una cucina, un refettorio e una chiesa. Anche il sogno del campo sportivo diventa realtà. La morte prematura. Il 1966 volge al termine, tanti i progetti realizzati da quel lontano 1949. Da qualche mese don Enrico non si sente bene, è stanco, non ha più la forza di celebrare neppure la Messa. Fa i conti con una febbre alta che non gli dà tregua. Al suo capezzale si alternano diversi medici che prescrivono esami del sangue e delle urine. Viene diagnosticata un’epatite. Ma qualcosa non convince il dott. Giuseppe Adinolfi, giunto da Roma al capezzale del sacerdote. Il medico, che ha donato il fondo alla Città, fa ripetere gli esami del sangue. La mattina del 28 gennaio, Armando Oliviero, il “sindaco” della Città, ritira il referto. Una diagnosi terribile spazza via ogni briciolo di speranza: don Enrico è affetto da leucemia fulminante. «Ci sembra di impazzire dal dolore». Poche parole fotografano lo sgomento che cala sulla Città.

Chiede di ricevere i sacramenti. La sera don Pierino Selvino cerca di rincuorare l’amico: «Non preoccuparti, la Madonna ti farà la grazia!». La risposta del sacerdote è una perla spirituale: «Morire non è forse una grazia?». Quella notte nessuno chiude occhio. Don Enrico si confessa, è lucido, partecipa alla preghiera. Poi l’ultimo gesto: i ragazzi si inginocchiano accanto al suo letto e il sacerdote li benedice. Fiumi di lacrime scavano i volti. Segue una calma apparente, don Enrico riposa tranquillo per un quarto d’ora, poi sorella morte, tanto attesa e desiderata, lo accoglie tra le sue braccia. La notizia fa il giro della città, un silenzio impressionante avvolge Angri. Si odono solo i rintocchi delle campane della sua Santa Caterina che si sovrappongono al lamento della sirena delle Manifatture Cotoniere Meridionali. I funerali presieduti da mons. Alfredo Vozzi, Amministratore Apostolico di Nocera dei Pagani, sono celebrati alle 4 del pomeriggio del 29 gennaio 1967. Don Enrico ha appena 52 anni. Sulla bara portata a spalla dai suoi ragazzi e dai suoi “esploratori”, una pioggia di petali e lacrime. Antonietta Abete

Per ricordare i cinquant’anni dalla morte di don Enrico Smaldone la parrocchia S. Maria del Carmine e SS. Annunziata e la Cittadella della Carità “don Enrico Smaldone” hanno organizzato un triduo in memoria del presbitero angrese. Ecco gli appuntamenti. Giovedì 26 gennaio: adorazione eucaristica, alle ore 20.00, presso la parrocchia Santa Maria del Carmine. Venerdì 27 gennaio: inaugurazione della mostra sulla vita di don Enrico Smaldone. L’appuntamento è per le ore 20.00 presso l’ex Città dei Ragazzi. Sabato 28 gennaio: omaggio a don Enrico Smaldone alle ore 19.15, presso la congrega Santa Caterina. Domenica 29 gennaio: ore 12.00, concerto banda musicale don Enrico Smaldone, parrocchia SS. Annunziata.

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LE PAROLE DELLA FEDE di Silvio Longobardi

LA FEDE SI ESPRIME ATTRAVERSO LE PAROLE. ALCUNE SONO CADUTE IN DISUSO, ALTRE SONO COPERTE DI POLVERE, ALTRE SONO ORMAI INCOMPRENSIBILI. LA RUBRICA SI PROPONE DI RILEGGERE IL PATRIMONIO DELLA FEDE ATTRAVERSO ALCUNE PAROLE ESSENZIALI

L’arte del discernimento Il Papa ha lasciato alla comunità ecclesiale il compito di decidere se e a quali condizioni i divorziati risposati possono essere riammessi ai sacramenti. Alcune indicazioni sul discernimento, esercizio necessario per rimanere in ascolto del Signore

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apa Francesco non ha voluto dare una regola valida sempre e per tutti ma ha lasciato alla comunità ecclesiale il compito di attuare un sano discernimento – caso per caso – per decidere se e a quali condizioni i divorziati risposati possono essere riammessi ai sacramenti. Un compito che riguarda tutti, ovviamente ciascuno secondo il ministero e la responsabilità che esercita nella Chiesa. Mi sembra utile perciò dare alcune indicazioni sul discernimento.

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UN PASSAGGIO OBBLIGATO Il discernimento è un esercizio importante e necessario per una comunità che vuole rimanere in ascolto del Signore per comprendere e fare la sua volontà. La parabola del seminatore si chiude con un ammonimento: “Chi ha orecchi ascolti” (Mt 13, 9). Nell’Apocalisse troviamo un’analoga esortazione: “Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle Chiese” (Ap 2, 29). Non basta neppure ascoltare, alla folla che si accalca Gesù dice: “Ascol-

tate e comprendete bene!” (Mt 15, 10). In un’altra occasione l’evangelista annota con evidente amarezza: “non avevano compreso il fatto dei pani, il loro cuore era indurito” (Mc 6, 52). Non avevano capito perché si erano fermati alla cronaca. Fare discernimento invece significa leggere i fatti con gli occhi della fede, passare dalla cronaca all’evento salvifico. Si tratta insomma di capire quello che Dio vuole dirci attraverso i fatti di cui è intessuta la nostra esistenza. Il contrario del discernimento è l’anarchia, intesa qui nel senso etimologico (an-archè) come colui che si allontana dal principio, non riconosce o perde il contatto con l’Origine. E cade perciò nella logica emozionale del “fai da te”, come se ciascuno potesse ricreare il mondo a sua immagine. Anche l’omologazione si oppone al discernimento: in questo caso si cade nella trappola opposta, quella della massificazione: la legge vale sempre e vale per tutti. Il discernimento, invece, chiede di riconoscere la persona nella sua singolarità e domanda ai credenti di vivere in una più grande familiarità con lo Spirito Santo, il vero maestro interiore.


“Se si tiene conto dell’innumerevole varietà di situazioni concrete, come quelle che abbiamo sopra menzionato, è comprensibile che non ci si dovesse aspettare dal Sinodo o da questa Esortazione una nuova normativa generale di tipo canonico, applicabile a tutti i casi. È possibile soltanto un nuovo incoraggiamento ad un responsabile discernimento personale e pastorale dei casi particolari” (Papa Francesco, Amoris laetitia, n. 300)

SEGNI DEI TEMPI È stato Giovanni XXIII a utilizzare per primo in un documento pontificio l’espressione “segni dei tempi” per indicare alcuni fenomeni storici che avevano un chiaro significato epocale (Pacem in terris, 21-25). Il Papa invitava così la Chiesa a interpretare la storia, a trovare in essa gli appelli dello Spirito. L’espressione è poi passata nel Concilio: nella Gaudium et spes si afferma che la Chiesa è chiamata a scrutare i “segni dei tempi” (n. 4). Essa deve lasciarsi continuamente interrogare dagli eventi e dallo Spirito che attraverso di essi semina le sue sollecitazioni. Fare discernimento per la Chiesa non significa solo verificare il cammino compiuto, e prendere coscienza degli eventuali errori commessi, ma individuare nella storia “veri segni della presenza o del disegno di Dio” (Gaudium et spes, 11), riconoscere e accogliere gli appelli dello Spirito. La purificazione della memoria, voluta con insistenza da Giovanni Paolo II, ha permesso di comprendere che molte volte, lungo i secoli, la Chiesa ha seguito più la cultura del tempo che non la luce del Van-

gelo. Per interpretare gli eventi occorre perciò una coscienza nuova, uno sguardo limpido, la capacità di prendere le distanze da una cultura che esalta valori e scelte che sono incompatibili con il Vangelo. L’accelerazione dinamica della storia rende il discernimento sempre più necessario, i continui cambiamenti chiedono di coniugare in forme sempre nuove la verità del Vangelo. Il discernimento diventa allora un esercizio permanente che coinvolge tutta la Chiesa e ciascuno secondo la sua responsabilità. In questa luce si situa la nascita e il ruolo assunto dai nuovi organismi di partecipazione: a livello mondiale l’istituzione del Sinodo dei Vescovi; a livello nazionale le conferenze episcopali; a livello diocesano e pastorale i vari Consigli in cui si esplicita la comunione e la corresponsabilità. Se ben vissuti, questi organismi sono autentici laboratori in cui, attraverso l’esperienza della comunione e sotto la guida dello Spirito, si cerca di attuare un adeguato discernimento.

CON GLI OCCHI DI DIO Fare discernimento significa imparare a vedere le cose con gli occhi di Dio. Non è facile, anzi richiede molta fatica e tanta perseveranza. Non dimentichiamo ciò che dice il profeta: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie - oracolo del Signore” (Is 55, 8). Quante esperienze di santità non hanno trovato iniziale accoglienza proprio perché apparivano assai discordanti rispetto al comune modo di pensare, anche di quello ecclesiale. Al buon Dio piace spesso condurre la sua Chiesa per vie nuove e imprevedibili. Nella misura in cui accoglie lo Spirito la Chiesa si apre alla verità e cammina nella verità. Per compiere un retto discernimento dobbiamo invocare e accogliere lo Spirito che soffia dove vuole (Gv 3,8) e ci conduce dove vuole. Il discernimento consiste nell’avanzare nelle vie di Dio. Occorre chiedere la docilità del cuore per accogliere la luce di Dio, anche quando contrasta con le nostre attese; e una più coraggiosa intraprendenza per sognare altri e impossibili itinerari. GENNAIO 2017 INSIEME

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SENTIERI LITURGICI

IL COLORE DEI PARAMENTI SACRI CAMBIA DURANTE L’ANNO LITURGICO: DAL BIANCO AL ROSSO, DAL VERDE AL VIOLA, PASSANDO A VOLTE PER IL ROSACEO, IL ROSSO E IL NERO. SCOPRIAMO INSIEME IL PERCHÉ

I COLORI LITURGICI

L’

Eucaristia è un rito liturgico caratterizzato dal sapore del pane, dall’aroma del vino, dal profumo dell’incenso, dal colore e dalle fragranze dei fiori che adornano la mensa, da parole, canti, gesti e suoni che rendono il rito stesso un’esperienza che coinvolge tutto l’uomo (un’esperienza olistica), con l’impegno di tutti e cinque i sensi, la ragione, l’emotività. A dare carattere alle celebrazioni durante l’Anno Liturgico vi sono anche i colori dei paramenti sacri. Per ogni tempo, per ogni celebrazione, le norme liturgiche prescrivono un colore peculiare.

Pentecoste, nelle celebrazioni della Passione del Signore, nella festa natalizia degli Apostoli e degli evangelisti e nelle celebrazioni dei Santi Martiri. Il rosso rappresenta il colore della testimonianza fino all’effusione del sangue. Il colore verde si usa nelle Messe del tempo ordinario ed è simbolo del cammino cristiano nella speranza. È il colore più comune in natura e rappresenta la calma e la tranquillità delle cose.

Il colore bianco si usa nel tempo pasquale e nel tempo natalizio. Nelle celebrazioni del Signore, nelle feste e nelle memorie della beata Vergine Maria, degli Angeli e dei Santi. È il colore che rappresenta Cristo Risorto, il nostro sole che ha vinto le tenebre.

Il colore viola si usa nel tempo di Avvento e di Quaresima. Si può usare anche negli Uffici e nelle Messe per i defunti. È il colore della mestizia, della penitenza, della riflessione e dell’attesa. È il colore che assume l’orizzonte nell’attesa che sorga il sole, giusto a metà tra il nero e il blu della notte e il rosso dell’alba.

Il colore rosso si usa nella domenica di Passione (o delle Palme) e nel Venerdì santo, nella domenica di

Vi sono inoltre dei colori facoltativi da usare durante l’Anno: il colore

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COLORI FACOLTATIVI

rosaceo si può usare, dove è tradizione, nelle domeniche Gaudete (III di Avvento) e Laetare (IV di Quaresima). È il colore rosso/viola già misto col bianco del Natale o della Pasqua. Il colore nero si può usare, dove è prassi consueta, nelle Messe per i defunti. Don Carmine Cialdini

LA CURIOSITÀ Le compagnie teatrali e televisive dicono che il viola porti male. Infatti nel medioevo, nei quaranta giorni quaresimali, la Chiesa vietava tutte le rappresentazioni teatrali, causando un disagio economico a queste categorie. Le origini di questa superstizione sono quindi tutt’altro che magiche!


Foto Salvatore Alfano

Dieci anni di speranza Il 17 dicembre il Vescovo ha presieduto la messa per i bambini della Terapia intensiva neonatale di Nocera Inferiore. La celebrazione nella cappella ospedaliera si conferma un momento di grande commozione, rendimento di grazie per i bimbi accolti nel reparto

Un momento della messa

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lziamo la voce contro chi distrugge l’innocenza, contro chi fa male all’infanzia»: parole inequivocabili quelle pronunciate da monsignor Giuseppe Giudice durante la messa per i bambini della Terapia intensiva neonatale, celebrata nella cappella ospedaliera dell’Umberto I di Nocera Inferiore. Chiaro il riferimento alla piaga della pedofilia, ma anche alla violenza e alla prevaricazione che talvolta arriva fin dentro le mura domestiche. Ma l’innocenza, l’infanzia, è distrutta anche quando c’è chi se ne serve vendendoli o sfruttandoli per lavoro o per chiedere l’elemosina. «Abbiamo, invece, il compito – ha detto il vescovo – di accogliere questo filo della vita e con esso costruire la tunica della bellezza». Parole che hanno raggiunto le coscienze dei presenti alla messa. Si tratta di un appuntamento a cui il vescovo non manca mai da quando è arrivato nella diocesi di Nocera Inferiore-Sarno. La celebrazione del 17 dicembre scorso era la decima ed è caduta nel giorno in cui tutto il mondo faceva gli auguri a papa Fran-

cesco per i suoi 80 anni. Monsignor Giudice si è soffermato sui risultati d’eccellenza della Terapia intensiva neonatale e poi si è rivolto paternamente ai più piccoli: «Grazie a voi. Se non ci mettessimo accanto alla vostra culla non sarebbe Natale. Poiché ci siete voi il Natale è più bello e la culla non è vuota». Tante le storie raccontate al termine della celebrazione. Toccante il “Buon Natale” dato da Matteo, nato senza arti inferiori e superiori e adottato da una famiglia del napoletano dopo che i genitori naturali l’avevano lasciato in ospedale. «Dopo questo saluto di Matteo – ha rimarcato il Vescovo – tutte le altre parole sono inutili». C’è stata anche la mamma di due gemelli, lo scorso anno durante la messa lei era al loro capezzale. Grazie alle cure degli operatori Tin i piccoli sono ritornati a casa dopo sei mesi di degenza. Al termine della celebrazione monsignor Giudice ha ricordato l’impegno della diocesi per la realizzazione del cd e dello spettacolo In Canto. Sa. D'A n.

TRE NUOVI ACCOLITI

Il vescovo ha presieduto la celebrazione per il conferimento di questo ministero il 18 dicembre, quarta domenica di Avvento, in Cattedrale. Sono diventati accoliti Aniello Cipriani, Rosario Mormone e Vincenzo Spinelli.

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VITA ECCLESIALE

INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI INSIEME ALLE COMUNITÀ

Il 6 gennaio alle 19.00, mons. Giuseppe Giudice presiederà la celebrazione eucaristica dell’Epifania presso la concattedrale di Sarno. L’8 gennaio alle 10.00, celebrerà la Santa Messa e il sacramento del Battesimo a Santa Maria Maggiore, in Nocera Superiore. Il 29 gennaio, alle ore 18.00, in occasione dell’anniversario della nascita al Cielo di don Enrico Smaldone, il Vescovo presiederà la celebrazione eucaristica nella comuni-

tà della SS.ma Annunziata di Angri.

INCONTRI CON LA REGIONE ECCLESIASTICA

Dal 23 al 27 gennaio, il vescovo Giuseppe predicherà gli esercizi spirituali al clero della Diocesi di Napoli. Il 30 gennaio, mons. Giudice sarà impegnato con l’incontro della Conferenza Episcopale Campana.

RITIRI SPIRITUALI

Il 14 gennaio, dalle 16.30, il Pastore della diocesi di

Nocera Inferiore-Sarno guiderà il ritiro delle religiose, presso la parrocchia di San Giovanni Battista di Nocera Inferiore. Il 31 gennaio presiederà invece il ritiro del clero diocesano.

ORDINAZIONE DIACONALE

Il 5 gennaio, alle ore 17.00, presso la cattedrale di San Prisco in Nocera Inferiore, il vescovo Giudice ordinerà diacono l’accolito Francesco Amarante della parrocchia di S. Antonio di Padova di Orta Loreto.

I SACERDOTI CANTANO PER LA TIN Il 4 gennaio, mons. Giudice parteciperà a “In Canto, musica per il cuore”, la serata di beneficenza durante la quale i sacerdoti canteranno per i bimbi della Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore.

Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it

CARITÀ AL CENTRO DURANTE GLI AUGURI CON LA STAMPA IL VESCOVO HA LANCIATO L’EMPORIO E L’AMBULATORIO SOLIDALE

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AUGURI

Il 20 dicembre il vescovo si è ritrovato con i sacerdoti e i collaboratori laici di Curia per la tradizionale agape fraterna natalizia. Un momento di famiglia.

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arità culturale e carità materiale: due argomenti trattati da monsignor Giuseppe Giudice durante gli auguri natalizi alla stampa locale. Rispetto al primo tema, il vescovo ha ricordato le attività di formazione promosse nell’ultimo periodo anche attraverso Insieme: «È molto più facile dare un pezzo di pane, ma noi dobbiamo anche fare attenzione alla crescita culturale delle persone». Per quanto concerne la carità materiale, invece, ha presentato la ripresa delle attività di “Casa Betania” a Roccapiemonte, per l’accoglienza notturna dei senzatetto, e l’entrata a regime di “Casa: cuore di famiglie” a Sarno. «Abbiamo una grande tradizione di carità, di assistenza, anche educativa, che si ritrova in questi segni», ha detto monsignor Giudice. Il vescovo Giuseppe ha poi annunciato due progetti da realizzare nei prossimi mesi: l’emporio e l’ambulatorio solidale, perché «con il pacco non sempre si salvaguarda la dignità delle persone».


LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

AUGURI DI BUON COMPLEANNO

Mons. Benedetto Abate (arciprete della cattedrale) compie 89 anni, il 5 gennaio; don Antonio Guarracino (Gesù Risorto e Madonna di Fatima, Pagani) festeggia 60 anni, il 18 gennaio; don Ciro Galisi (Santa Maria delle Grazie, Angri) spegne 52 candeline, il 22 gennaio; padre Damiano Antonino (SS.mo Corpo di Cristo, Nocera Inferiore) compie 54 anni, il 29 gennaio. Che il vostro ministero illumini la vostra vita di pastori e di riflesso quella del vostro gregge!

DIOCESI IN FESTA

Il 27 gennaio, mons. Giovanni Iaquinandi, vicario generale della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno dallo scorso 2012, compie 79 anni. Animo mite e cuore saggio, il Signore ricolmi di bene la sua vita nell’umile servizio alla nostra Chiesa locale. Il Signore gli doni sempre la forza di prestare il suo servizio alla nostra diocesi. Auguri di vero cuore!

IL NOSTRO CORDOGLIO

Lo scorso 16 dicembre, è tornato alla casa del Padre Domenico Iannicelli, papà del nostro editorialista Peppe. Alla famiglia la preghiera più affettuosa affinché al caro padre siano spalancate le porte del Paradiso.

BUON COMPLEANNO AI REFERENTI

Francesco Silvestri (Santa Maria di Costantinopoli, Angri) spenge 76 candeline, il 7 gennaio; Rita Cerciello (Santa Maria dei Bagni, Scafati) compie gli anni il 16 gennaio; Domenico Attianese (San Bartolomeo Apostolo, Corbara) festeggia 43 anni, il 21 gennaio. Un augurio sincero dalla redazione di Insieme a voi che siete il cuore pulsante della nostra rivista.

AUGURI SPECIALI

Nonna Tanina

100 candeline per nonna Gaetana Attanasio, per nonna Anna Salvati di Roccapiemonte e per nonna Rosa di Poggiomarino, che hanno raggiunto il traguardo del secolo di età. Auguri!

Maria Petti

Nonna Anna

Nonna Rosa

Maria Petti ha compiuto 80 anni lo scorso 18 dicembre. Prima sorella di 10 fratelli, donna forte e caparbia, perno dell’intera famiglia Petti e punto di riferimento prezioso per il marito Eugenio, i tre figli e i 5 nipoti. Dall’intera famiglia, auguri di cuore!

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REDAZIONALE A CURA DELLA PIA UNIONE AMMALATI CRISTO SALVEZZA E DEI PICCOLI DISCEPOLI DELLA CROCE

Due momenti della celebrazione del 13 novembre

UN FINALE A SORPRESA

LO SCORSO 13 NOVEMBRE LA PORTA SANTA DELLA CATTEDRALE DI NOCERA INFERIORE È RIMASTA APERTA, COME L’ABBRACCIO DEL PADRE CHE CORRE INCONTRO AI SUOI FIGLI

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l 13 novembre 2016, a distanza di quasi un anno, eravamo di nuovo in cammino verso la Cattedrale di San Prisco, verso quella Porta della Misericordia dalla quale, per un anno intero, abbiamo attinto tutta la grazia della bontà divina. Stavolta, l’occasione è stata la chiusura della Porta Santa nelle diocesi. Nell’attesa che iniziasse la celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Giuseppe Giudice, risuonavano nella Cattedrale le splendide parole dell’Inno del Giubileo “Misericordies sicut Pater”. Un promemoria che aleggiava nell’aria e ci indicava che, come quella del Padre, la nostra misericordia non può avere un limite, un termine, ma deve essere smisurata. Tante le persone accorse per l’occasione, con lo sguardo cercavo i fratelli e sorelle della P.U.A.C.S. con cui avevo condiviso tanti momenti importanti dell’Anno Santo. Li intravedevo in ogni angolo della Cattedrale, assorti nei loro pensieri, avvolti dalla solennità di quel momen-

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to. Al termine della celebrazione, ci siamo riversati fuori dalla Cattedrale, in attesa della chiusura simbolica di quella Porta. Il Vescovo, i concelebranti e i ministri sono usciti fuori ma quella chiusura che in molti attendevamo non c’è stata. Innegabile lo sgomento di alcuni fedeli che chiedevano: “ma non chiudono la Porta?”. No, la Porta è rimasta aperta. Aperta come la piaga del Cuore di Gesù che è “la sorgente della misericordia senza limiti” (Santa Faustina Kowalska, Diario, 643). Aperta come l’abbraccio del padre che corre incontro al figliol prodigo, perso e ritrovato. Una porta spalancata, capace di accogliere tutta la miseria umana “in aeternum”. Lo stupore per questa conclusione inaspettata, la consapevolezza di essere così misera di fronte all’Amore di Dio, ha ricolmato di fiducia il mio animo. L’Anno Santo è stato una preziosa opportunità per conoscere meglio la Misericordia divina, per ricordarci di questa inesauribile bontà, per testimoniarla con le parole e le opere.

Dio non pone limiti al Suo amore, non “chiude la porta”, la Sua bontà non si può misurare né contenere. Dopotutto, Colei che più di chiunque altro Lo conosce, ci ricorda come la Sua Misericordia si stende “di generazione in generazione” (Magnificat). Quest’anno di grazia ha imbevuto le nostre anime del massimo attributo di Dio. Andiamo avanti, lasciando aperta la porta dei nostri cuori, affinché possiamo essere degni del Padre Celeste. Lucia Squitieri


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NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

Santa Maria delle Grazie Angri

Sant’Alfredo Sarno

San Michele Arcangelo Nocera Superiore

CHI CANTA PREGA DUE VOLTE

NASCE A SARNO L’ORATORIO SAN LODOVICO PAVONI

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La corale “I girasoli”

Don Domenico D’Ambrosi con il gruppo dell’Oratorio San Lodovico Pavoni

Don Giuseppe Perano, le suore Alcantarine e i giovani della parrocchia

o scorso 4 dicembre I girasoli, corale dei piccoli della parrocchia, si è esibita alla rassegna dei cori che si è svolta a S. Egidio del Monte Albino presso l’Abbazia di Santa Maria Maddalena in Armillis. La corale nata nel 2006 – grazie al paziente impegno e alla passione di Anastasia ed Annamaria – conta circa 40 ragazzi di età compresa tra i 7 e 14 anni, che con i loro canti accompagna la Messa dei ragazzi, ogni sabato alle 17.30. Quest’ultima esperienza è stata davvero emozionante: un modo per pregare con gioia quel Gesù che, costantemente è in mezzo a noi, ma che troppo spesso escludiamo dalla nostra vita. Gruppo Web & comunicazioni

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esperienza con i padri pavoniani, che la comunità del luogo ha vissuto per un ventennio, unita al forte spirito costruttore del nuovo parroco, don Domenico D’Ambrosi, si è tradotta nella volontà di essere Chiesa al servizio dei fratelli. “Essere comunità educante” è il messaggio che l’oratorio vuole lanciare alla comunità parrocchiale, dando forma ad iniziative che permeano vari ambiti: infanzia, turismo, sport, arti e teatro, musica, nella gioia del dono di sé. È così che allo scoccare del 50esimo anno di vita, la parrocchia S. Alfredo vede piantare il seme che può rendere reale il sogno di una comunità viva, che avvicini giovani, adulti e anziani, e le generazioni tra di loro, per Educare alla Vita Buona del Vangelo. Annalisa Di Donato

UNA GIORNATA CON LE SUORE ALCANTARINE a parrocchia di San Michele il 20 novembre ha trascorso una giornata, a partire dalla Santa Messa, in compagnia delle suore Francescane Alcantarine, dotate di uno spirito d’evangelizzazione che si serve della musica. A chiusura della celebrazione, infatti, i fedeli sono stati coinvolti in un ballo francescano. Dopo la condivisione del pranzo si è dato avvio ad una serie di attività attraverso le quali le suore hanno voluto comunicare la comune difficoltà nell’intercettare avvenimenti felici della nostra vita: i nostri cuori sono colmi di cupezza. La testimonianza di Laura, una novizia, è stata definita espressione di evangelizzazione che si spinge fino ai luoghi quotidiani – la scuola, le piazze – sempre con un solo obiettivo: far conoscere Dio amandolo. Federica Pepe


Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

Un momento di festa dopo il mandato catechistico

IL SIGNORE CI RICOMPENSA CON IL SUO AMORE

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olte volte, presi da impegni lavorativi e scolastici, finiamo per allontanarci dalla vita parrocchiale e dalle attività che vengono proposte. Ma se davvero c’è il desiderio di conoscere Gesù, di stare insieme e fare qualcosa per gli altri, con un pizzico di organizzazione, il tempo si trova. E Gesù ci ricompensa con il suo amore. Dicembre è un mese che mi è sempre piaciuto perché, accompagnati dallo spirito natalizio, la comunità di Orta Loreto vive diversi momenti forti. L’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, i bambini hanno recitato il Santo Rosario in piazza De Ruggiero e, grazie ai Vigili del fuoco, è stato fatto un omaggio floreale alla Madonna Immacolata, che troneggia sul campanile della chiesa. La serata è stata allie-

tata da un concerto gospel in parrocchia. Domenica 11 dicembre, don Gerardo ha indetto il mandato catechistico per tutti coloro che si occupano di diffondere la Parola di Gesù: ai piccoli, ai giovani e agli adulti. Dopo un momento di condivisione il sacerdote ha consegnato loro un’immagine raffigurante il buon pastore come simbolo da seguire. Come ogni anno, ricordiamo l’appuntamento con il presepe vivente in Orta Loreto – giunto ormai alla X edizione – nei giorni 26 e 27 dicembre e 6 gennaio. Circa cento figuranti, di ogni età, si impegnano a rappresentare diversi momenti della nascita di Gesù: l’annunciazione a Maria, l’arrivo a Betlemme e la ricerca di una camera, la nascita e la visita dei Magi. Dina Grimaldi

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NEWS DALLE PARROCCHIE

Santa Sebastiano Sarno San Sebastiano, Antonello da Messina

ALLA SCOPERTA DEL PATRONO

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a nostra comunità parrocchiale, in occasione dell’anniversario dell’elevazione a rettoria della nostra chiesa parrocchiale, avvenuta nel 1927, si appresta a un cammino di conoscenza della biografia del suo Patrono, san Sebastiano. Le fonti agiografiche sono relativamente poche. Solo due a nostra conoscenza: la Passio sancti Sebastiani, composta dal monaco Arnobio il Giovane, risalente al V secolo d. C.; la Legenda aurea, di Jacopo da Varagine. Da entrambe le fonti apprendiamo che san Sebastiano nacque a Narbona, in territorio francese, nel 256 d. C., la sua vita già dalla nascita fu orientata alla fede cristiana, tanto che proseguì verso Milano, dove allora si poteva liberamente professare il credo cristia-

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no. Si trasferì a Roma, dove entrò in contatto con l’Imperatore Diocleziano, la sua vita però tende sempre al Signore, tanto che proprio per non abiurare alla fede cattolica fu martirizzato. Il martirio si consumò sul colle Palatino. Le spoglie mortali sono venerabili presso le Catacombe di San Sebastiano a Roma. Stando a una statistica, sappiamo che le due regioni per eccellenza che godono del suo patronato sono la Sicilia e la Sardegna, per i numerosi miracoli che gli sono stati attribuiti. Anche nell’arte si trovano numerose espressioni circa il suo culto, infatti anche nelle nostre zone possiamo ammirare alcune opere artistiche, non lontano da qui… presso il museo di Capodimonte. La comunità parrocchiale


FOTONOTIZIA

“COME FUOCO VIVO”: LA PREGHIERA CHE RISCALDA I CUORI

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ome Fuoco Vivo” è stato il tema dell’iniziativa promossa domenica 27 novembre 2016 dall’Azione Cattolica della nostra parrocchia, che nel piazzale del Campo Sportivo di Sarno ha riunito in preghiera quasi un centinaio di fedeli. Si è scelto di iniziare così il tempo di Avvento, con la semplicità del Rosario e il calore di un fuoco vivo. Un focolare ardente, posto sotto lo sguardo materno di Maria, ha accolto le intenzione di tanti che si sono avvicinati per sostare, riflettere e pregare in un con-

LE EDICOLE PARTNER IN CUI È POSSIBILE TROVARE INSIEME

testo diverso. La strada è stata lo scenario di questo momento di condivisione. Nonostante il freddo, si è scelto di vivere all’aperto questa particolare serata, per consentire a chiunque di accostarsi liberamente alla fiamma della preghiera comunitaria. “Come fuoco vivo” è stata una prima intensa esperienza di evangelizzazione in missione per la nostra associazione, che vuole essere parte attiva di una Chiesa in uscita che non dimentica, però, mai la sua tradizione. Michele Lanzetta

Dopo 20 anni a Poggiomarino ritorna il Presepe vivente, nella splendida cornice della Masseria Boccapianola. Con il patrocinio morale delle parrocchie di S. Antonio di Padova e del SS. Rosario di Flocco, il Presepe vivente, realizzato grazie al gran cuore e alla disponibilità delle famiglie Marano e Izzo, sarà allestito fino all’Epifania.

Edicola Amato Giornali Via dei Goti 11 Angri Cartolibreria Edicola Nasta Via Giudici 46 Angri Cartolibreria Corinto Via Loria 31 Nocera Inferiore Edicola Attianese Vincenzo Via Petrosini 17 Nocera Inferiore Edicola Civale Teresa Via G.B. Vico 3 Nocera Inferiore Centro Edicola Via San Clemente Nocera Superiore Edicola Mercurio Antonio C.so Ettore Padovano 43 Pagani Sardo Art Via Cesarano Pagani Edicola D’Andria Giuseppe Via Gramsci S. Marzano S/Sarno Edicola Il Giornale Via Tortora 79 Sarno Cartofantasy Via Turati 280 Poggiomarino Cartolibreria Archimede di Vincenzo Palmieri, Via Dante Alighieri 37 Poggiomarino Edicola Laperuta Amerigo, Via Roma, Poggiomarino

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Mensile Insieme


IN PARROCCHIA a cura di Antonietta Abete

Il consiglio pastorale

PAGINA A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

AMBIENTE E SALVAGUARDIA DEL CREATO: IL CONSIGLIO PASTORALE DELLA COMUNITÀ SANT’ANTONIO DI PADOVA SCRIVE UNA DURA LETTERA AL SINDACO DI POGGIOMARINO LEO ANNUNZIATA

“Percepiamo un senso di immobilismo”

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ogliamo comunicarle, nel solco di un dialogo con alcune amministrazioni passate, quanto il consiglio pastorale ha evidenziato nel novembre scorso in merito alla situazione ambientale e al nostro territorio». Sono le parole con cui comincia la lettera del consiglio pastorale della parrocchia Sant’Antonio di Padova inviata al sindaco di Poggiomarino, Leo Annunziata, subito dopo la riunione di novembre. «Il rilievo sul dato di realtà che ogni cittadino solleva fa emergere una condizione igienica estremamente precaria: strade sporche, rifiuti abbandonati e non smaltiti non solo in periferia ma anche al centro. Cani randagi che, nella ricerca di cibo, aprono le buste della spazzatura provocando dispersione dei rifiuti che imbrattano ulteriormente i luoghi di deposito, dove i topi si alimentano e si moltiplicano», c’è ancora scritto nella missiva. E poi: «L’incenerimento di materiali vari con produzione di diossina la cui tossicità è nota a tutti. I liquami che il nostro territorio assorbe, provenienti dalle vasche Pianillo e Fornillo, sono un fattore di for-

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te e devastante impatto che moltiplica la diffusione di patologie gravi e spesso mortali. Così come l’esistenza di antenne private per la telefonia mobile collocate in prossimità di edifici abitati con una popolazione particolarmente esposta all’insorgenza di tumori. Nel consiglio pastorale è stato denunciato tra l’altro l’elevato livello di disagio sociale per la mancanza di sicurezza e l’assenza quasi totale di controllo sul territorio: scenario di furti ricorrenti e lesivi, l’assenza di vigilanza sulle nostre strade specialmente alla villetta di via Nuova San Marzano dove tanti preadolescenti e adolescenti in prima e tarda serata fanno uso di droga e di alcol, lo sversamento impunito di rifiuti per le strade. Stiamo percependo come cittadini un senso di immobilismo totale a livello amministrativo, quasi un abbandono di responsabilità da parte di coloro che sono chiamati al servizio dell’amministrazione pubblica. Fiduciosi dell’accoglimento di quanto richiesto - conclude la lettera - il consiglio pastorale formula a lei e alla sua Amministrazione gli auguri per un Natale di speranza e di solidarietà per tutti, nonché per un anno nuovo di rinascita sociale».

CARITAS, FESTA DI NATALE PER TUTTI I BIMBI

Magnifica serata con i ragazzi seguiti al dopo scuola. Italiani e stranieri, dalla carnagione chiara o scura, cattolici o musulmani. Ai Santi Sposi è stata solo festa! La voce dei promotori: «Un’emozione unica avere a che fare con i bambini: si entusiasmano per un bacio, un abbraccio e un regalo di poco valore. Li abbiamo fatti cantare, recitare poesie, stare per un giorno al centro dell'attenzione». Enorme, infine, la gioia quando è arrivato Babbo Natale a distribuire i regali.


SANTA MARIA MADDALENA IN ARMILLIS SANT’EGIDIO DEL MONTE ALBINO

I coniugi Damiano con papa Francesco

LA “BELLISSIMA SORPRESA”: TERESA E ROSARIO DAMIANO CON PAPA FRANCESCO E LE MELODIE IN ONORE DI SAN NICOLA, PATRONO DI SANT’EGIDIO DEL MONTE ALBINO

UN NATALE PRODIGIOSO

L’

inizio dell’Anno Liturgico, il tempo forte di Avvento, l’attesa del Natale del Signore, momenti caratterizzati da eventi straordinariamente belli e, per questo, indimenticabili. «Un tempo per non stare fermo» ma per essere «vigilanti nella preghiera, operosi nella carità ed esultanti nella lode» come precisato da papa Francesco nell’omelia del 28 novembre. L’uomo vestito di bianco. Una coppia di sposi della comunità parrocchiale di Santa Maria Maddalena in Armillis, Teresa Catania e Rosario Damiano, si è messa in viaggio nella prima domenica d’Avvento alla volta di Roma, destinazione San Pietro. L’indomani, proprio il 28 novembre, hanno ascoltato quel monito, partecipando alla celebrazione eucaristica a Santa Marta, presieduta come di consueto alle sette del mattino. Sin dallo scorso gennaio avevano fatto ri-

chiesta di parteciparvi nella ricorrenza del loro 25esimo anniversario di matrimonio, il 4 luglio 2016. Tuttavia non avendo avuto alcun riscontro, ormai non ci contavano più. Ma un giorno di ottobre ogni dubbio svanisce. Ricevono l’attesa convocazione ed ecco il cuore a mille: «Noi, così “piccoli” davanti ad un uomo così “grande”» raccontano emozionatissimi i coniugi Damiano. In seconda fila per vivere l’Eucarestia: «Attimi che avremmo voluto non finissero mai» continuano. “Incontro” – strana coincidenza – la parola chiave che caratterizza l’omelia: semplice, chiara ed immediata in un clima di raccoglimento senza uguali. A fine celebrazione i coniugi si avvicinano a quell’uomo vestito di bianco. Uno scambio di battute, per rompere il ghiaccio dell’imbarazzo e dell’incredulità, e un dono, un calice ed una pisside in ceramica vietrese, fatto realizzare per l’occasione, per essere grati al Signore dell’op-

portunità di aver incontrato il Pastore della Chiesa universale. La rassegna polifonica. Per concludere, il 4 dicembre, in occasione dei festeggiamenti in onore di San Nicola, si è svolta la VI edizione dei cori polifonici “Cantate inni al Signore, cantate inni” con l’ampia partecipazione di dieci corali diocesane. Ogni corale prima dell’esibizione ha portato in processione una candela accesa all’altare, dopodiché un esponente ha letto un passo di Salmo e un pensiero di Sant’Alfonso Maria Fusco. Per l’evento canoro p. Massimo ha omaggiato tutti i partecipanti con un piccolo ricordo, una campanella in ceramica, simbolo proprio dell’essere sempre vigilanti nella preghiera, pronti per accogliere il Signore nella propria vita anche attraverso il canto. Perché, come scriveva Sant’Agostino, “Chi canta prega due volte”. Livia Rossi GENNAIO 2017 INSIEME

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI Alcuni membri del Servizio della Musica e del Canto che animano le celebrazioni

Un dono speciale IL SERVIZIO SVOLTO DAL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTO NELLA PARROCCHIA SANTA MARIA DEL CARMINE E SS. ANNUNZIATA IN ANGRI

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ì! Il Rinnovamento nello Spirito può considerarsi un dono speciale dello Spirito Santo alla Chiesa in questo nostro tempo»: queste le parole che Giovanni Paolo II pronunciò durante l’udienza del 14 marzo 2002. Come dono speciale il Rinnovamento nello Spirito Santo è sorto in parrocchia nel 1990 e da quel momento opera secondo i vari carismi che lo Spirito suscita, attraverso il servizio di musica e canto che anima la Messa domenicale serale e altre celebrazioni; il servizio della misericordia che fa visita agli anziani e agli ammalati portando conforto e pregando insieme a loro; il servizio d’intercessione che dinanzi al Santissimo Sacramento prega per tutti i bisogni della comunità, della Chiesa intera e di tutti coloro che si affidano alle nostre preghiere. Ancora, attraverso il servizio d’ordine che è di aiuto nelle processioni e in altre funzioni che si svolgono in parrocchia; il servizio di evangelizzazione che organizza cenacoli di preghiera e di ascolto della Parola presso le famiglie. Inoltre, ogni singolo membro è impegnato in parrocchia come catechista o offrendo un servizio in conformità al proprio carisma. Note storiche. Il Rinnovamento nello Spirito Santo è un movimento ecclesiale na-

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dello Spirito

to nel 1967 in seno alla Chiesa Cattolica a Pittsburgh, negli Stati Uniti. Qui, alcuni giovani universitari si riunirono per pregare e implorare lo Spirito Santo. In poco tempo, l’eco di questa rinnovata esperienza della presenza e dell’azione dello Spirito ha raggiunto ogni angolo della Terra. Una straordinaria e rapidissima diffusione senza fondatori e propagatori, solamente grazie alla forza della testimonianza di un evento vissuto. In Italia il Rinnovamento è un’associazione che promuove un cammino di fede tra gli aderenti riuniti in gruppi e comunità, attraverso la preghiera comunitaria e la formazione umana, spirituale ed ecclesiale. Entrano a far parte dell’associazione i fedeli che, dopo un attento cammino di preparazione, hanno ricevuto la preghiera per una rinnovata effusione dello Spirito Santo e operano attivamente nell’associazione. Gli incontri. In questa comunità il gruppo si riunisce due volte alla settimana, vi sono incontri di ascolto della Parola di Dio e di preghiera spontanea di lode e ringraziamento, per “riaprire le labbra chiuse alla preghiera, al canto, alla gioia e alla testimonianza”, come affermò Paolo VI durante la Pentecoste del 1975. È sarà una grande chance per il nostro tempo. Raffaella De Vivo


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN MICHELE ARCANGELO - NOCERA SUPERIORE

Gli incontri tra i giovani della parrocchia e gli ospiti della struttura riabilitativa

La ricchezza della diversità NASCE IL SODALIZIO TRA LA PARROCCHIA SAN MICHELE ARCANGELO IN NOCERA SUPERIORE E IL CENTRO DI RIABILITAZIONE “VILLA SILVIA” DI ROCCAPIEMONTE PER SCOPRIRE IL VALORE DELLA DIVERSITÀ

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LA BENEDIZIONE DELLA SQUADRA Lo scorso 20 novembre, durante la celebrazione eucaristica, don Giuseppe ha benedetto la nascente squadra «San Michele» a cui facciamo i nostri più cari auguri.

a scorsa estate è nata l’idea di un sodalizio tra la parrocchia San Michele Arcangelo in Nocera Superiore e il centro medico di riabilitazione “Villa Silvia” di Roccapiemonte. Progetto fortemente voluto dal parroco don Giuseppe Perano che ha fatto visita alla struttura, accompagnato da Mario Casillo, responsabile del gruppo giovani - giovanissimi, per firmare il “Patto d’Intesa”. Si tratta di un’iniziativa volta a creare una comunità fraterna che cammini insieme nella fede e insegni la ricchezza dell’essere diverso. Lo scorso 28 settembre – il primo di una lunga serie di incontri – i ragazzi hanno visitato la struttura riabilitativa. Hanno recitato il Rosario e preso parte ad una piccola processione durante la quale è stata portata la statua della Madonna all’interno della struttura. Il 16 novembre, il gruppo giovani ha partecipato alla visione di un filmato realizzato dai ragazzi della comunità, un’accoglienza che hanno voluto personalizzare per far capire agli “ospiti” in che modo trascorrono la giornata nella struttura e quali feste vivono durante l’anno, curate e definite da tutti loro. Il 24 novembre, invece, alcuni ragazzi di Villa Silvia sono venuti in parrocchia, accolti dai giovani con balli e canti. Un momento di festa, allietato dalla tammorra suonata insieme e dal contribuito di Marco Tramontano e Francesco Bosco che hanno deliziato gli ospiti con zampogna e ciaramella. Molte attività ed eventi sono in programma per i prossimi mesi, a partire da una passeggiata in un centro commerciale per comprare un orsacchiotto, la mascotte del nascente gruppo. È davvero intenso il sentimento di amicizia che i ragazzi stanno coltivando nei riguardi di questi fratelli meno fortunati i quali, oltre che ricevere, possono donare tanto. Federica Pepe GENNAIO 2017 INSIEME

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE - CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO La presidenza

Il nuovo presidente, Michele Mura

“PREGATE PER ME” IL SALUTO DI MICHELE MURA, IL NUOVO PRESIDENTE DI AZIONE CATTOLICA DELLA PARROCCHIA SANTA MARIA DELLE GRAZIE A CASATORI Carissimi, dopo nove anni da presidente di Azione Cattolica, il mio amico Gianfranco Cascone passa il testimone ed io voglio ringraziarlo per il servizio svolto in questi tre mandati e per il prezioso contributo che continuerà a dare all’associazione. Il Consiglio neo eletto ha deciso di affidarmi questo servizio che io ho accettato con gioia. Mi preme ricordare che in Azione Cattolica non esistono persone speciali, non ci sono leader: ognuno vale uno e tutti sono chiamati a fare la propria parte in relazione ai talenti ricevuti. Tra le tante definizioni di AC, negli anni ho fatto mia quella di Vittorio Bachelet: “una realtà di cristiani che si vogliono bene”. È tanto semplice eppure così bella. L’AC ci consente di

Foto di gruppo insieme a don Gaetano Ferraioli

diventare laici impegnati ad ogni livello: ragazzi, giovanissimi, giovani, giovani-adulti, adulti e famiglie. Proprio alle famiglie la nostra parrocchia ha deciso di dedicare maggiore attenzione in questo triennio, con incontri di formazione per genitori che, in parallelo con i figli, vivono un cammino basato sugli insegnamenti del Vangelo. La Parola è alla base del cammino di Azione Cattolica, rappresenta le fondamenta per ogni tesserato e responsabile. Se testimoniare il Vangelo è il fine ultimo, l’AC si serve di mezzi diversi a seconda dell’interlocutore. Far comprendere il messaggio evangelico ad un acierrino è un conto, parlare ad un adulto è cosa completamente diversa.

Gli obiettivi. In questo triennio mi impegnerò affinché tutti si avvicinino all’Azione Cattolica, in particolare gli adulti e i giovani, seguendo le nostre iniziative. Il sito di AC nazionale e diocesano sono un valido supporto, strumenti dai quali è possibile conoscere i contenuti e le attività proposte. Sarà importante condividere ogni gioia, dubbio o malcontento, la condivisione è un momento basilare in ogni attività associativa, in Azione Cattolica non servono figuranti o belle statuine ma persone attive che si mettano in gioco con gli altri. Non dovrà più esistere il concetto dello scaricabarile, passando sempre le proprie responsabilità agli altri. Per quanto mi riguarda, so che sarà un triennio impegnativo ma non mi scoraggio. So di poter contare su persone valide e responsabili: il Consiglio, il responsabile ACR Ferdinando Lomonte, il segretario Samantha Squitieri e l’amministratore Francesco Mura. Voglio ringraziare loro e tutte le persone che mi hanno arricchito in questi anni: i miei educatori, don Gaetano, nostro padre nella fede, la mia famiglia, la comunità parrocchiale che invito a pregare per me e per la nostra associazione. Infine, voglio esortare ognuno ad impegnarsi e a rinnovare il proprio sì, forte, sincero e disinteressato. Buon anno associativo e buon cammino cristiano a tutti. Michele Mura GENNAIO 2017 INSIEME

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI - NOCERA SUPERIORE IN REDAZIONE GIOVANNI GIORDANO ED ELISA CALIFANO

Al servizio della bellezza e della gioia

Foto di gruppo del gruppo ministranti, insieme al parroco don Roberto Farruggio

Lo scorso 11 dicembre è stato conferito il mandato ai ministranti per il servizio all’altare

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o scorso 11 dicembre, III domenica di Avvento, domenica della gioia, la nostra comunità ha vissuto la celebrazione del mandato ai ministranti, un momento importante e prezioso per quanti vivono il servizio all’altare. I ministranti già impegnati in questo servizio hanno rinnovato con gioia l’impegno a servire con dedizione e amore alla mensa eucaristica, contri-

COMUNICARE LA BUONA NOTIZIA

buendo a rendere più bella la liturgia. Quelli che iniziano quest’anno hanno promesso di fare del loro meglio per servire all’altare e imparare da chi è più avanti nel cammino. Durante la celebrazione, particolarmente solenne, è stato conferito anche il mandato ai responsabili, invitati dal parroco a promettere dedizione all’Altare, a farsi garanti di tutti i ministranti e a guidarli nel cammino di formazione. Sem. Domenico Petti Un momento del confronto

CONFERITO LO SCORSO 27 NOVEMBRE IL MANDATO AI CATECHISTI

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o scorso 27 novembre, durante la celebrazione eucaristica delle 11.00, dedicata ai fanciulli, don Roberto Farruggio ha invitato i catechisti ad essere “apostoli delle genti” per annunciare al mondo la buona notizia. La data scelta non è casuale, la prima domenica di Avvento infatti apre un tempo di attesa, silenzio e preghiera per preparare il cuore ad accogliere Gesù e ad essere testimoni autentici e credibili. Giovanni Giordano

Il conferimento del mandato

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CITTADINANZA ATTIVA Incontro con il costituzionalista Umberto Ronga

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o scorso 17 novembre, presso la parrocchia Maria SS. di Costantinopoli, i gruppi giovani e adulti di Azione Cattolica hanno promosso, insieme al parroco don Roberto Farruggio, un incontro con il costituzionalista Umberto Ronga per informare i cittadini e dialogare con loro sui contenuti della riforma costituzionale. Il costituzionalista ha messo in atto quell’esercizio difficile quanto indispensabile

chiamato “confronto”, attraverso un ascolto reciproco e spontaneo. Nessuna posizione di interesse, nessuna strumentalizzazione, nessuna volontà di carpire consensi da una parte o dall’altra. Tutti i cittadini, in particolar modo i giovani, hanno avuto la possibilità di approfondire il testo della riforma costituzionale e formare una propria idea per un voto libero e consapevole. Elisa Califano


Un momento dell’elezione

“Fai bene quello che sei chiamato a fare” Eletti il nuovo consiglio e la presidenza dell’A zione Cattolica parrocchiale

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a ottobre a dicembre l’Azione Cattolica è in pieno clima assembleare, tempo che anche la nostra parrocchia si è impegnata a vivere a pieno. Abbiamo cercato di curare con attenzione ogni momento perché “si ama ciò che si cura e si cura ciò che si ama”. E noi amiamo la nostra associazione. Il cammino assembleare contribuisce alla crescita dell’intera associazione e diventa esperienza di corresponsabilità e discernimento per tutti, per riscoprire il senso di appartenenza associativo come per-

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sone nuove in Cristo. Tutti i settori si sono riuniti per fare un resoconto del triennio passato e progettare il futuro. La nostra assemblea si è conclusa domenica 27 novembre con le votazioni del nuovo consiglio e, il martedì successivo, con l’elezione della nuova presidenza. Vittorio Bachelet diceva “fai bene quello che sei chiamato a fare” e noi siamo pronti a lavorare insieme con gioia. Buon cammino a noi. Buon cammino a tutti. Caterina Mansi

GENEROSI NEL SILENZIO

ilenzioso ma attento è il ruolo dei sacristi, dei custodi e degli addetti al decoro della parrocchia. Durante l’Avvento, tempo nel quale tutte le associazioni rinnovano il loro sì a Cristo, anche queste preziose figure hanno riconfermato il loro impegno. Sabato 3 dicembre, durante la celebrazione eucaristica, è stato conferito loro il mandato insieme ad un piccolo dono: una corona del rosario. Segno e augurio di unire il sevizio con la preghiera perché, come ha ricordato don Roberto, “un servizio senza fede è come un pane senza lievito, l’impasto sarà anche buono ma non riesce a crescere”. Gennaro Pagano

La celebrazione conclusiva del ritiro diocesano per le giovani suore, guidato da padre Gigi Lamberti

“CONTAGIATE GLI ALTRI CON LA GIOIA DELLA VOSTRA SCELTA VOCAZIONALE”

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apete quando sarete davvero felici? Quando con la tranquillità nel cuore direte: Ora posso anche morire». Con queste parole padre Gigi, eremita diocesano, ha concluso il secondo ritiro diocesano per le giovani suore nella parrocchia Maria SS. di Costantinopoli. Religiose di vari ordini si sono interrogate sul proprio rapporto con Dio a partire dal brano evangelico dell’incontro di Gesù con la samaritana. Una canzone di Mina ha accompagnato la riflessione di padre Gigi. «Siete donne che hanno scelto Gesù come uomo della vostra vita. È Lui che ha asciugato quella sete umana di felicità. A volte, di fronte alle difficoltà e agli impegni che la vita consacrata presenta, dimentichiamo di fermarci e rivivere, in silenzio, i momenti passati insieme a Lui. Dimentichiamo di bere quell’Acqua che dà senso a tutta la nostra vita». Il sacerdote ha invitato le suore a ricordare i primi passi della loro scelta vocazionale per contagiare con quel gioioso incontro le persone che Dio pone ogni giorno sul proprio cammino. L’incontro si è concluso con la celebrazione e un momento di thè bar insieme a tutta la comunità. Anna Apicella GENNAIO 2017 INSIEME

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEI BAGNI - SCAFATI Carmine Aufiero a Roma con la parrocchia

L’OPERAIO DELLA PRIMA ORA CARMINE AUFIERO: UN UOMO CHE GRAZIE ALLA FEDE IN DIO È RIUSCITO A SUPERARE TUTTI I GRANDI OSTACOLI DELLA VITA

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uono, irascibile e simpatico». Si definisce così Carmine Aufiero, 29 anni, giovane della parrocchia di Santa Maria dei Bagni in Scafati. Il ragazzo preferisce descriversi con tre aggettivi ma sulla sua carta d’identità pesa una grave disabilità: la tetraparesi spastica. «Sono nato a 8 mesi con problemi respiratori e sono stato messo in incubatrice – spiega Carmine – ma l’ossigeno troppo forte mi ha bruciato la retina degli occhi e stirato i nervi degli arti». Cecità assoluta e perdita dell’uso delle gambe sono state le conseguenze. Conosciamo meglio l’uomo che considera la sua vita «come un dono per gli altri». Che scuola hai frequentato?

Ho cominciato all’asilo ad Angri poi mi sono trasferito a Trieste per due anni dove ho seguito i primi anni delle elementari. Ho completato la scuola qui, mentre per le medie e le superiori sono stato in un istituto a Napoli e tornavo a casa solo nel fine settimana. Non ho avuto problemi a scuola, mi sono sempre sentito accettato dai miei compagni. Ho trovato invece delle difficoltà con la mia maestra di sostegno alle elementari: non mi faceva seguire in classe, mi portava sempre fuori e faceva tutti i compiti al posto mio, anche quelli che avrei potuto fare. Cosa ti ha aiutato a superare la tua disabilità?

Non ho affrontato la mia disabilità da solo ma con l’aiuto

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della mia famiglia e dei miei amici, che mi hanno aiutato a non sentirmi un peso per gli altri. Poi sono andato avanti anche grazie alla fede in Dio. Come e quando hai cominciato il tuo cammino di fede?

È iniziato 17 anni fa nella parrocchia di Bagni. Mi hanno spinto i miei genitori, poi i miei nonni, che mi sono stati vicini nell’educazione alla religione, soprattutto la mia bisnonna. Insieme recitavamo sempre il rosario. Anche fra Michele mi ha aiutato molto, da qui nasce il mio soprannome “l’operaio della prima ora” poiché abbiamo cominciato insieme il nostro cammino. Nella comunità ho fatto il catechista e mi sono occupato di alcuni gruppi come quello per disabili. Tra i tanti ostacoli, anche la perdita di tua madre. Come hai affrontato la sua scomparsa?

Lei è sempre stata per me un punto di riferimento. È stata i miei occhi, le mie gambe… come ci si sentirebbe se i propri occhi venissero a mancare? Io lo so: assaliti dalla tristezza, che ha la capacità di far vacillare le certezze più solide. Mi sono chiesto “Dio c’è?”. Poi però sono tornato in me». Un vuoto colmato da una grande famiglia. Nessun vincolo di sangue, solo affetto incondizionato. La Gi.Fra e la parrocchia intera riempiono di gioia il cuore di Carmine. Annabella Iannone, Giusy Cesarano, Rosario D’Aniello


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI COORDINATORE DI REDAZIONE FRANCESCO COPPOLA Il presepe

LA FESTA del concepimento LA COMUNITÀ SAN GIOVANNI BATTISTA IN CICALESI HA CELEBRATO IL MIRACOLO DEL CONCEPIMENTO CON UNA FESTA DAL SAPORE ANTICO E ANCESTRALE

Q Il coro dei bambini

La comunità raccolta intorno al fuoco nel giardino della parrocchia

uest’anno la parrocchia ha voluto vivere e condividere il mistero e il miracolo del concepimento con una festa dal sapore antico e a tratti ancestrale. Dopo la celebrazione eucaristica, nel giardino della chiesa, la comunità si è raccolta intorno ad un fuoco anch’esso segno e segnale di vita, nel quale, dopo la benedizione impartita da don Andrea, ognuno ha bruciato una manciata d’incenso quale simbolo della preghiera che s’innalza fino a Dio. Diversi i momenti e i punti d’incontro della piacevole serata. Nella chiesetta di Merichi, infatti, i giovanissimi della parrocchia hanno raccontato l’Annunciazione esibendosi in una rappresentazione teatrale. Nel giardino, invece, una rappresentanza del Gruppo giovani ha messo in scena una lettura teatralizzata dell’incontro di Maria con l’arcangelo e con Giuseppe. Le voci del coro dei bimbi che hanno cantato i classici motivi natalizi e i suoni della tradizione, misti a canzoni dalle note sicuramente più moderne, hanno fatto da sottofondo al piacevole brusio dei tanti presenti. Non è mancata la degustazione di alcune prelibatezze sapientemente preparate dalle donne e dagli uomini di questa bella comunità parrocchiale nocerina. Renato Rescigno La chiesetta di Merichi

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI Un momento della celebrazione

LE CATENE DELLA MALATTIA E DEL PECCATO

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l verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi…”. Queste le parole dell’evangelista Giovanni per annunciarci la venuta di Gesù Bambino che ci siamo preparati ad accogliere durante il periodo di Avvento. Anche quest’anno gli educatori e gli animatori della parrocchia Santa Maria del Carmine di Pagani hanno ideato un percorso da seguire con i loro bambini che li ha condotti a costruire, domenica dopo domenica, una clessidra: con i suoi granelli di sabbia ha scandito il tempo che ci separava dal Natale. La visita del Pastore. Nella terza domenica di Avvento, la domenica dedicata alla gioia, la celebrazione eucaristica è stata presieduta dal nostro vescovo, mons. Giuseppe Giudice, calorosamente accolto da un popolo numeroso, composto da adulti e bambini. Sua Eccellenza ha saputo aprire il nostro cuore alla nascita del Cristo e si è soffermato sulle “carceri” del cuore che ostacolano il nostro essere cristiani, a partire dal brano dell’evangelista Matteo. Giovanni

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Battista, in carcere, ha dei dubbi sulla venuta di Gesù come Messia mandato da Dio o come un altro profeta. Le carceri di cui ha parlato il Vescovo sono le malattie e il peccato che affliggono non solo il singolo individuo, ma tutti coloro che lo circondano. Un dono per i piccoli. Conclusa la celebrazione, Sua Eccellenza, attorniato dai bambini della parrocchia, ha distribuito la prima porzione di sabbia da versare nella clessidra che è stata ultimata la quarta domenica del tempo di Avvento. Ma le sorprese per i ragazzini non sono finite qui: infatti, una volta ricevuti i sacchetti di sabbia, il Vescovo ha distribuito loro anche barrette di cioccolato Kinder, come fa sempre quando viene a trovarci. E così, anche quest’anno l’Avvento è stato un tempo di grazia che ci ha permesso di accogliere Gesù Bambino con uno spirito rinnovato. Il nostro augurio è che la nascita del Salvatore possa liberare tutti dalle catene della malattia e del peccato. Ludovica Amodio

È QUESTO IL TEMA SU CUI SI È SOFFERMATO MONS. GIUSEPPE GIUDICE IN VISITA ALLA COMUNITÀ SANTA MARIA DEL CARMINE DI PAGANI LO SCORSO 11 DICEMBRE

La clessidra donata ai bambini per vivere l’attesa del Natale


LE SUORE FRANCESCANE DI SANT’ANTONIO: LA STORIA di p. Paolo Saturno

Madre Rita Fiore

Il governo di madre Rita Fiore

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Le decisioni assunte dal consiglio nelle sedute del 31 marzo e del 6 agosto del 1950

l sesto consiglio generale di madre Rita Fiore si apre il 31 marzo 1950 con il ricordo di madre Elena Tucci chiamata alla casa del Padre il 21 novembre 1949, dopo due mesi di fatale malattia. Madre Elena ricopriva il ruolo di superiora della Casa di Salute De Vennera in Crotone, al suo posto è nominata madre Fedele Primiani. Nella stessa seduta si stabilisce l’espulsione in tronco della novizia Ermelinda Calabrese perché nel chiedere l’ammissione al noviziato delle Francescane ha nascosto la precedente esperienza negativa presso le Suore Compassioniste di Scanzano; l’invio di suore presso l’Asilo Inabili al Lavoro di Sansevero, dopo che suor Maria Rita Fiore e Letizia Manganelli hanno preso visione del luogo e accertato le sue condizioni, la revoca a madre Celeste Esposito del permesso di lavare la biancheria personale di padre Egidio M. Savio di S. Lucia al Monte, ex confessore della comunità, a causa della “insubordinazione della Suora” e “dell’ammirazione esterna”; l’ammissione alla professione dei voti perpetui del-

le suore Dorotea Ceraldi e Angelica Grammatica. Si decide anche il ritiro delle suore da Grumo Nevano, constatata l’impossibilità di continuare a vivere nelle difficoltà in cui versano; la preparazione da parte della Vicaria, madre Manganelli, della revisione del programma di ammissione all’Istituto per le postulanti nella parte relativa al corredo e alla dote; l’invio di una circolare alle Superiore per il rinnovo dei voti il 16 aprile di ogni anno, in memoria della prima emissione dei voti da parte di san Francesco e compagni. Il settimo consiglio. Il 6 agosto 1950 si riunisce il settimo Consiglio che delibera la stampa del programma di ammissione delle aspiranti all’Istituto, omettendo la quota fissa della dote che sarà stabilita secondo le possibilità economiche delle famiglie; si stabilisce di tenere in osservazione per due mesi la novizia Liliana Duilio affetta da malattia agli occhi, secondo il consiglio dell’oculista, prof. Pietro Vito; di nominare direttrice, per il settore di propria competen-

za, le consigliere madre Manganelli per la direzione delle scuole elementari, madre Vernavà per la direzione degli asili, madre Continelli per la direzione dei laboratori femminili, madre Manganelli e madre N. Petralita (economa) per l’assistenza al settore economico. Il consiglio decide anche di concedere un periodo di vacanza in famiglia alle suore che ne hanno fatto richiesta, in attesa della revisione dell’art. 169 delle Costituzioni. Si affida a madre Manganelli l’incarico di provvedere all’arredamento degli asili di Nocera e Quisisana; madre Fara Carrano è nominata direttrice di Nocera, con madre Dolores Pepe come maestra di lavoro e suor Aurelia Rega come assistente; si stabilisce il cambiamento di residenza da Pagani a Napoli di madre Clementina, da Pagani a Frignano di suor Delfina, da Frignano a Napoli di madre Assunta e da Napoli a Frignano di suor Modestina. È deliberata infine l’ammissione alla professione religiosa delle novizie Gioconda Aristide, Virginia Contaldi, Clorinda Diomiaiuti e Franceschina Daniele.

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CULTURA ARTE... RISCHI

APPUNTAMENTI CULTURALI

di don Natalino Gentile

a cura di Martina Nacchio

La tela… poliziotta!

ABBIAMO APPENA SALUTATO UN NUOVO ANNO. ECCO QUALCHE IDEA TRA CULTURA E RISCOPERTA DEL NOSTRO TERRITORIO

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a distanza è enorme, di circa 300 anni. Eppure è stata sufficiente a risolvere una specie di enigma artistico. Dal sisma dell’80 era in giacenza al deposito della Soprintendenza di Salerno una grande tavola del ‘500, rappresentante l’A ssunzione della Vergine. Ora, restaurata, è al Museo Diocesano. Se ne era persa quasi memoria e solo un controllo casuale ne indicava l’appartenenza alla diocesi di Nocera. Ma col dubbio: alla Cattedrale o all’Arciconfraternita? Si sa che in questi casi ognuno rivendica la proprietà, trattandosi di un bel pezzo. E per un bel pezzo non si è stati capaci di decidere, anche se un inventario degli anni ‘70 la riportava alla Cattedrale. Poi la svolta. Nella Congrega, sulla sinistra, si nota una grande tela del 1877 “S. Alfonso M. de Liguori in atto di predicare la divina Parola ai Confratelli”. L’autore – Vincenzo De Mita – ha dipinto la scena proprio nell’oratorio domenicano, con lo stesso altare e perfino il quadro alla parete. Sorpresa. Non è l’attuale dipinto di Angelo Solimena (S. Michele che presenta un’anima del Purgatorio alla Trinità), ma, sia pure in forma abbozzata, è riconoscibile proprio l’A ssunzione della Vergine! Non ci sono dubbi e la questione è stata risolta. Res per seipsa patet (la cosa è chiara per se stessa) avrebbe sentenziato Fedro. Ed anche noi.

La tela di Vincenzo De Mita che ritrae sant’Alfonso Maria de Liguori

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Si è chiuso all’insegna della legalità l’anno 2016. Nel mese di dicembre, in occasione della due giorni – l’11 e 12 dicembre – in memoria di Marcello Torre, indimenticato sindaco paganese vittima di camorra, è tornato in edicola come inserto del quotidiano La Città “Il piccolo giornale”, progetto editoriale fondato dal sindaco gentile. Oltre all’appuntamento mensile, “Il piccolo giornale” ci offrirà perle di legalità quotidiane da scoprire online. Il 5 gennaio il museo Sant’Alfonso Maria de Liguori apre le porte ai visitatori notturni. Dopo il successo dell’8 dicembre scorso i volontari invitano nuovamente i visitatori a scoprire i luoghi del Santo, patrono di Pagani e rivivere momenti della sua opera e della sua arte. La “Caccia al tesoro culturale” si svolgerà il 6 gennaio, organizzata dal Forum dei Giovani di Pagani. Il percorso itinerante porterà alla riscoperta della città e la sua storia antica durerà per l’intera giornata. Gennaio è il mese della neve. Chi ha detto che per goderne c’è bisogno di affrontare lunghi viaggi? Il lago Laceno offre la possibilità di fare escursioni in montagna e passeggiare tra percorsi innevati. Un’occasione da non perdere!


L'ANGOLO DELLE RECENSIONI a cura di Mariarosaria Petti

Due madri Autore: Cristiana Caricato con un saggio di Giuseppe Noia Editore: Città Nuova – 2016 Prezzo: € 10.00

Due donne diverse e distanti, un solo dolore le accomuna: la perdita. Alice, barbona e schiava della libertà, si è allontanata da una figlia nata per caso e mai amata. Ilaria dopo un aborto spontaneo non riesce a generare un figlio nella carne. Le due donne si incontrano alla notizia di una nuova gravidanza per Alice e impareranno ad essere madri, ciascuna a proprio modo.

Wondy. Ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro Autore: Francesca Del Rosso Editore: Rizzoli – 2015 Prezzo: € 10.00

Giornalista, mamma e moglie. Ironica e con la passione per i viaggi. Wondy – diminutivo di Wonder Woman – scopre di avere un cancro al seno. Dopo aver combattuto a colpi di ottimismo la battaglia con la malattia e averne descritto una possibile vittoria, Francesca Del Rosso se ne è andata a 42 anni. Con un enorme bagaglio come eredità. Un libro imperdibile per imparare a scoprire la forza nascosta dentro ognuno di noi.

I TESORI DEL MUSEO DIOCESANO

di Salvatore Alfano

Nella foto di questo mese possiamo ammirare una splendida Corona di statua risalente alla metà del XVIII sec. La pregevole manifattura ci riporta alla migliore oreficeria sacra di ambito Napoletano. L'opera in argento e pietre dure, adesso custodita al Museo, proviene dall'Arciconfraternità del SS. Rosario, della Cattedrale di Nocera Inferiore. Foto Salvatore Alfano

Il museo è aperto al pubblico ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30.

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di Peppe Iannicelli

MISERIA E NOBILTÀ

LA BUONA EDUCAZIONE ESISTONO ANCORA LE BUONE MANIERE? CHE FINE HA FATTO LA GENTILEZZA? DOVREBBERO INSEGNARLA A SCUOLA O MEGLIO FARNE SPOT TELEVISIVI COME PER I CELLULARI

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l portone è chiuso e mi accingo ad infilare le chiavi per poterlo aprire. Al di là della vetrata trasparente del portone una fanciulla mi vede chiaramente armeggiare con le chiavi ed invece di aprire il portone si precipita verso l’ascensore infilandosi nella cabina per non dover condividere la corsa con gli altri inquilini. Scena seconda. Apro il portone ad una ragazzina mettendomi di fianco per cederle il passo. La signorina non mi degna di uno sguardo o di un grazie infilando rapidamente le scale. I due episodi condominiali sono “banali”. Un grazie o un’apertura di portone non cambiano la vita di una persona. A bordo dei mezzi pubblici affollati è ancora buona educazione cedere il proprio posto ad una persona anziana, ad una donna con bambini? Entrando in un pubblico locale di dimensioni ridotte il “buongiorno” viene ancora pronunciato? Accomodandosi ad uno sportello pubblico o privato gli interlocutori riescono a salutarsi prima di cominciare a svolgere la propria pratica? Personalmente, mi capita sovente di frequentare mezzi di pubblico trasporto, locali ed uffici, riscontro una pericolosa ignoranza dei fondamenti

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della buona educazione ed una tragica decadenza del vivere civile. Questo progressivo imbarbarimento è frutto dell’incapacità delle famiglie e della comunità civica di trasmettere modelli positivi di comportamento sociale ai propri ragazzi. Da ragazzino mi seccava dannatamente dovermi alzare dal mio posto sull’autobus per cederlo ad un’anziana sconosciuta. Bastava però lo sguardo di mamma Gioconda – ed il ricordo di qualche scappellotto – per farmi balzare dalla sedia. Quando entravo nella macelleria rionale ritenevo superfluo pronunciare un saluto ai presenti. Il gestore non perdeva un secondo per rimbrottarmi con uno sferzante “Hai lasciato la lingua a casa?”. Riusciamo a fare altrettanto con i nostri figli e con i ragazzi che ci passano accanto? Forse le buone maniere dovrebbero esser insegnate a scuola, dove non a caso esiste un voto anche per la condotta, o meglio ancora esser promosse con adeguati spot televisivi come i telefonini. Magari potrebbero finalmente ritornare di moda ed aiutarci tutti a vivere meglio. Un portone aperto, un buongiorno non cambiano la vita, ma forse migliorano l’umore di una giornata.


Notturno Fiore di maggio Stay with me Scrivimi Mentre tutto scorre If ain’t got you Mediterraneo

Cercami Uno su mille L’amore della mia vita Questo piccolo grande amore Meraviglioso Adeste fideles In Canto

I sacerdoti cantano per i bimbi della Tin

4 gennaio, ore 20.30

TEATRO DIANA - Nocera Inferiore (Sa) Serata di beneficenza a favore della Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Ospite della serata

Ciro Giustiniani MADE IN SUD

Coreografie Denita Cozzolino - Daniela Iantorno

Diocesi Nocera Inferiore-Sarno

Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali

Info: comunicazioni@diocesinocerasarno.it - 081 5170466


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