Insieme - Dicembre 2016

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DICEMBRE 2016 N. 11 ANNO XI € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO

QUI REGIONE Il punto sulle politiche sociali

IN CANTO Il CD prodotto dalla Diocesi

L’APPROFONDIMENTO

RACCONTI DI NATALE Una finestra sul mondo


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DICEMBRE 2016 INSIEME

/ villaitalianocera

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Foto di copertina Salvatore Alfano

DICEMBRE 2016 N. 11 ANNO XI € 1,00

sieme MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO

QUI REGIONE Il punto sulle politiche sociali

IN CANTO Il CD prodotto dalla Diocesi

L’APPROFONDIMENTO

RACCONTI DI NATALE

6. La lettera di mons. Vecchi

18. Qui Regione

Una finestra sul mondo

In copertina Fabio Di Stasio

DICEMBRE2016

Sommario

EDITORIALE 5 Con i passi dei poveri di Silvio Longobardi 6 LETTERE IN REDAZIONE a cura di Antonietta Abete L’APPROFONDIMENTO 9

Segni di speranza di Silvio Longobardi

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Un figlio d’amare di Antonietta Abete

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“Così ho deciso di chiamarmi Denise Crescenzo Vergati” di Mariarosaria Petti

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Racconti dell’altro mondo di Caterina Paladino

VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo 16 La povertà è giovane 18 Politiche sociali o politica e basta? di Andrea Pellegrino

28. In Canto: il cd prodotto dalla Diocesi

SCUOLA&UNIVERSITà di Martina Nacchio 24 Università sotto esame, promosso il merito? 26 “C’erano in quella regione alcuni pastori” VITA ECCLESIALE 28 Musica per il cuore 30 Non lasciamoci rubare la domenica di Antonietta Abete 32 L’agire di Dio di Carmine Cialdini 34 Le parole della fede di Silvio Longobardi

RUBRICHE 19 Il dottore dei bambini di Salvatore Guercio Nuzio 20 Insieme sì lo voglio di Mariarosaria Petti 59 Le suore francescane di Sant’Antonio di p. Paolo Saturno 60 Cultura 62 Miseria e nobiltà di Peppe Iannicelli

48 LA BACHECA a cura della redazione 43 NEWS PARROCCHIE Notizie dalle parrocchie a cura di Mariarosaria Petti 50 IN PARROCCHIA Pagine parrocchiali a cura di Antonietta Abete

61. I tesori del Museo diocesano


EDITORIALE di Silvio Longobardi

Con i passi dei poveri re alla conoscenza e alla meditazione della Scrittura e propone di dedicare una domenica all’anno alla Parola di Dio, “per comprendere l’inesauribile ricchezza” di queste pagine in cui il credente trova tutto il necessario per dare senso alla sua vita. Chiede, infine, di dare una giusta rilevanza anche al momento della morte, “passaggio doloroso e ineludibile ma carico di senso”. L’ultima parte è un convincente inno alla carità. Riprendendo una suggestiva espressione di Giovanni Paolo II, papa Francesco chiede di “dare spazio alla fantasia della misericordia per dare vita a tante nuove opere”. Non possiamo restare indifferenti dinanzi all’indigenza che affligge ancora tanta gente. La fede non solo apre gli occhi ma dona anche il coraggio di intervenire con nuovo vigore, senza concedere spazio né alla paura né a quella strisciante rassegnazione che sembra farsi strada nella nostra epoca. Il Papa parla di una carità “artigianale”, fatta di piccoli gesti, magari nascosti ma che raggiungono la persona più fragile e bisognosa. Per dare forza a questa cultura della misericordia, che può operare un’autentica rivoluzione sociale, il Papa istituisce la Giornata Mondiale dei poveri. Tutto questo non s’improvvisa, “si forma nella preghiera assidua, nella docile apertura all’azione dello Spirito, nella familiarità con la vita dei santi”. Così scrive il Papa nella pagina conclusiva. Per imparare a servire i poveri dobbiamo diventare noi stessi mendicanti di Dio.

Foto Salvatore Alfano

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lla vigilia del suo 80° compleanno, con il sorriso e il vigore di chi non ha perso il gusto di sognare, papa Francesco ci regala una Lettera in cui chiede alla Chiesa di camminare con passo ancora più spedito sui sentieri della misericordia. Queste pagine offrono un mosaico di temi e di proposte, la misericordia viene declinata nei suoi diversi e complementari ambiti ma due argomenti emergono con particolare evidenza: da una parte il forte richiamo alla dimensione liturgica e dall’altra l’insistenza sulla carità. Siamo portati a sottolineare il secondo aspetto per la sua maggiore visibilità sociale. Ma faremmo torto al Papa, e finiremmo per proporre una visione riduttiva della fede, se non dessimo la dovuta importanza alla celebrazione liturgica. In effetti, scrive Francesco, è questa la fonte a cui attingiamo quella misericordia che poi, fedelmente, possiamo seminare nella storia attraverso il perdono e la carità. Se la liturgia non viene vissuta come la sorgente che realmente cambia il cuore dell’uomo, non avremmo più nulla da dare, se non quell’impegno volontaristico che, sempre più spesso, lascia il tempo che trova. Il riferimento alla vita liturgica non è generico ma dettagliato e occupa una buona metà del documento. E forse più. Il Papa richiama la Messa ma si sofferma a lungo anche sulla riconciliazione sacramentale, invita a celebrare l’Unzione dei malati, rilancia l’esperienza delle 24 ore per il Signore, chiede di dare uno spazio maggio-

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LETTERE IN REDAZIONE a cura di Antonietta Abete

Mons. Ernesto Vecchi

“Mi congratulo per l’attenzione ai mezzi di comunicazione sociale”

M

ons. Ernesto Vecchi, vescovo ausiliare emerito di Bologna, dopo aver predicato gli esercizi spirituali ai sacerdoti della nostra diocesi, ha scritto una lettera di ringraziamento al vescovo Giuseppe Giudice nella quale dice di sentirsi in sintonia con gli orientamenti pastorali consegnati alla nostra Chiesa locale e si congratula per il lavoro svolto dalla rivista diocesana Insieme.

Eccellenza Reverendissima, celebrata la Solennità di N.S. Gesù Cristo Re dell’Universo, desidero farLe pervenire il mio ringraziamento, per aver potuto condividere con Lei e con i Suoi Sacerdoti il dono degli Esercizi Spirituali. È stata per me un’esperienza di comunione “nuova”, che mi ha arricchito e offerto l’occasione per una visione più ampia e “cattolica” della realtà ecclesiale italiana. Mi sento particolarmente in sintonia con gli orientamenti pastorali, consegnati alla Chiesa di Nocera Inferiore - Samo per il 2016-2017. Essi tendono a riscoprire l’anno liturgico come il grande itinerario di fede del Popolo di Dio, soprattutto la Domenica, che ne è il fondamento e il nucleo, come dice la Costituzione Sacrosanctum Concilium. Di fronte a questi obiettivi, ho riassaporato l’afflato di una Chiesa affascinata dalla Liturgia, vissuta come sorgen-

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te della spiritualità diocesana, fonte e culmine di tutta l’evangelizzazione. Mi congratulo anche per l’attenzione ai mezzi della comunicazione sociale, che nella rivista diocesana «lnsieme» ha una sua bella e qualificata espressione. Questo mensile di attualità e cultura – moderno, poliedrico, attraente e aperto – integra in modo esemplare gli obiettivi pastorali, dando loro un respiro territoriale ampio e promozionale. Non va dimenticata, infatti, una coincidenza singolare, non ancora messa in sufficiente evidenza: la Sacrosanctum Concilium e il decreto Inter mirifìca furono approvati nella stessa seduta conciliare. Tale circostanza mette in risalto il rapporto tra il mistero cristiano e la comunicazione apostolica, come rivela San Paolo: «Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga» (l Cor 11, 26). Mentre, Eccellenza, Le rinnovo la mia riconoscenza per la cordiale e generosa ospitalità, auguro a Lei, ai Sacerdoti e a tutta la Chiesa pellegrina in Nocera Inferiore - Sarno, un buon anno liturgico e un fruttuoso Avvento. Il Signore La benedica e la colmi di gioia pasquale! Bologna, 21 novembre 2016 Mons. Ernesto Vecchi


Nello e Maria Rosaria

La gioia di riprendere il cammino

S

iamo Maria Rosaria e Nello ed eravamo appena adolescenti quando abbiamo iniziato a frequentare il gruppo di Azione Cattolica della nostra parrocchia. Ed è proprio nel gruppo giovanissimi che ha iniziato a prender forma il nostro amore. Ricordiamo ancora con emozione e tanta nostalgia le attività, le feste, i campi estivi e i momenti di preghiera che per noi sono stati scuola di vita. Ma, presi dal lavoro e da impegni personali abbiamo iniziato a frequentare sempre meno, ci siamo allontanati poco a poco, fino a non riuscire a partecipare più nemmeno a Messa. E si sa, più stai lontano e più diventa difficile inserirsi nuovamente, soprattutto se nel frattempo è cambiato il gruppo e sono cambiati i parroci. Ma io ho sempre pregato Dio perché ci facesse riscoprire la nostra fede. Poi qualche domenica fa è arrivata la proposta a partecipare ad una giornata di ritiro di Azione Cattolica della nostra parrocchia. Abbiamo accolto con gioia l’invito e alla fine della giornata, dopo le attività, la preghiera e la condivisione, io e Nello ci siamo resi conto che tutto quello che avevamo vissuto in quelle poche ore era il riassunto di

ciò che ci mancava. Ci mancava l’AC e ci mancava la vita di parrocchia, ma la cosa più importante di tutta la giornata è stata quella di averlo riscoperto insieme. Il Signore aveva trovato il modo migliore per parlare ai nostri cuori. Oggi ci ritroviamo di nuovo qui, nella nostra comunità parrocchiale come coppia che ha scelto consapevolmente di fare il suo cammino di fede in Azione Cattolica, che è confronto, dialogo ed incontro con Dio. Ed è su questi valori che costruiremo la nostra famiglia, come la casa costruita sulla roccia. Maria Rosaria e Nello Parrocchia San Teodoro, Sarno Grazie amici per questa testimonianza che rallegra il cuore. Gesù è il buon pastore che lascia le novantanove pecore per andare a cercare l’unica che manca. Quella che si è smarrita. E quando la trova fa festa. È la logica dell’amore che ha usato anche con voi. Ripetete sempre con fiducia “Come la pupilla dell’occhio, difendici Signore”. Vi salutiamo con affetto.

Auguriamo ai nostri lettori, agli abbonati, ai nostri corrispondenti, a quanti ci aiutano nella diffusione della rivista, agli sponsor, di vivere con cuore disponibile e attento questo tempo di attesa che ci prepara a vivere la gioia del Natale.

Buon cammino di Avvento a tutti La redazione di Insieme DICEMBRE 2016 INSIEME

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Gaetano FABBRICATORE MAKEUP ARTIST AND HAIRSTYLIST

per un Natale pieno di gioia e serenità

Auguri

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VIA SANTISSIMI MARTIRI, 55 - SANT’EGIDIO DEL M. ALBINO cell 338 63 91 895 - fb GAETANO FABBRICATORE INSIEME DICEMBRE 2016


L'APPROFONDIMENTO

Illustrazione di Jonny Lindner

a cura della redazione

SEGNI DI SPERANZA

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a alcuni anni abbiamo l’abitudine di raccogliere nel dossier di dicembre storie cariche di vita e di speranza, sono i nostri racconti di Natale, quelli che vorremmo leggervi la sera in cui celebriamo la nascita del Redentore. Non abbiamo decorato queste storie con la facile retorica sentimentalista, s’impongono con la forza della semplicità. Nella recente Lettera Misericordia et misera papa Francesco, con la forza degli antichi profeti, annuncia che è “il momento di dare spazio alla fantasia della misericordia per dare vita a tante nuove opere, frutto della grazia” (n. 18). Si tratta, aggiunge il Santo Padre, di raccontare quei segni che Gesù ha compiuto ma che “non sono stati scritti” (Gv 20,30). Chi ha fede non si ferma sconsolato dinanzi alle contraddizioni della storia, anzi sono proprio queste ferite che lo sospingono ad intervenire con un’azione ancora più decisa. Ogni giorno, di buon mattino, la liturgia delle ore ci fa ripetere le parole di Zaccaria: “Grazie alla tenerezza e mise-

ricordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto” (Luca 1, 78). Con lo sguardo stupito del credente egli vede nel piccolo Giovanni il segno di quella misericordia che Dio si prepara a riversare nella storia dell’umanità. Con lo stesso sguardo anche noi continuiamo a raccogliere i frammenti di quella carità che, più e meglio, racconta l’amore di Dio. Lo facciamo non per assecondare quel buonismo sdolcinato che attraversa i giorni natalizi ma per comunicare speranza, per invitare ciascuno a vincere la comoda rassegnazione, per suscitare desideri e progetti di bene. “Il mondo continua a generare nuove forme di povertà spirituale e materiale che attentano alla dignità delle persone. È per questo che la Chiesa dev’essere sempre vigile e pronta per individuare nuove opere di misericordia e attuarle con generosità ed entusiasmo”, scrive papa Francesco. Vorremmo metterci anche noi in questa scia di bene che veste di gioia la nostra vita e rende più dignitosa quella del prossimo. Buon Natale. Silvio Longobardi DICEMBRE 2016 INSIEME

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L'APPROFONDIMENTO

Michela Gallo e Pierpaolo Di Stasio insieme al piccolo Fabio

UN FIGLIO D’AMARE

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on sono nato dalla pancia di mamma ma dal suo cuore”. Fabio, 8 anni e sguardo intenso, spiega così l’adozione. Nel tepore della cucina, in una mite serata d’inizio novembre, mostra libri e quaderni ordinati senza perdere mai di vista la mamma e il papà. Il 2013 è l’anno che cambia la sua vita e quella dei suoi genitori adottivi. Michela e Pierpaolo si conoscono fin da bambini. Sono cresciuti in due case che costeggiano un’unica strada, l’arteria che collega Angri e Sant’Egidio del Monte Albino alla cittadina di San Marzano sul Sarno. Amici e luoghi di aggregazione in comune, sotto le scarpe le stesse zolle di terra. Nel 1994 si fidanzano e dopo cinque anni si sposano. Michela ha appena 20 anni, Pierpaolo 26. Dopo qualche anno di matrimonio scoprono di non poter avere bambini. Seguono visite, esami e controlli. Michela e Pierpaolo sono due ragazzi semplici e puliti, abituati al lavoro e al sacrificio. Pierpaolo ha perso i genitori in poco tempo, la mamma nel ’92 quando aveva solo 19 anni, il papà nel ’94, appena due anni dopo. Esperienze che segnano e preparano il cuore ad accogliere scenari inediti. L’impossibilità di generare figli nella carne non determina una chiusura. I due sposi hanno il coraggio di fare uno scatto e aprirsi all’adozione. Nel 2005 parte il lungo iter, un percorso spinoso e complicato nel quale la burocrazia ha un posto di primo piano. Fanno domanda di adozione nazionale ed internazionale e affrontano il complesso cammino per ottenere l’idoneità di coppia. «Il decreto di idoneità per le adozioni nazionali scade ogni tre anni e va rinnovato. Quello internazionale deve essere consegnato ad un’associazione entro 8 mesi. Ti abilitano nei diversi Stati che hai scelto. Non si paga però ci vuole tanta pazienza. Esami del sangue, casellario giudiziale, colloqui nei quali ci si trova a dover rispondere a domande per le quali nessuno ha una riposta certa. Del tipo: come fai a sapere che sarai un bravo genitore?»,

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INSIEME DICEMBRE 2016

Fabio è arrivato nella vita di Michela e Pierpaolo, i suoi genitori adottivi, dopo 13 anni di matrimonio. Un’attesa riempita dalla condivisone e dalla capacità di conservare intatto il sorriso

Fabio insieme al fratello Gludson e alla sorellina Andriely, adottati da una famiglia di Roma


Don Gerardo Coppola insieme al bambino nel giorno del Battesimo

LA GIOIA DEL BATTESIMO Il 27 aprile del 2014, Fabio ha ricevuto il Battesimo dalle mani di don Gerardo Coppola. «Era grande – raccontano i genitori – e ha compreso a pieno il significato del sacramento». Un’emozione intensa, vissuta alla presenza di tutta la famiglia. C’erano anche i suoi fratelli, Gludsson e Andriely, con i genitori Paolo e Katia. Le due famiglie sono sempre in contatto, si incontrano per le feste e per le occasioni speciali. Nel biglietto d’auguri, preparato per ricordare quella giornata, Michela e Pierpaolo hanno scritto: «L’amore chiese alla vita: cosa mi doni? La vita rispose: un figlio da amare».

raccontano. Passano 8 anni e per l’adozione nazionale non sono mai convocati. Che sapore ha avuto questa attesa? Dolorosa, anche se hanno saputo indossare l’abito del sorriso. Parlarne oggi mentre Fabio gioca sereno è certamente più semplice. La chiamata. Nel 2010, decidono di percorrere con più vigore la strada dell’adozione internazionale e si affidano all’associazione “Il Mantello”. L’attesa è riempita dalla condivisione. Frequentano l’associazione, fanno amicizia con altri genitori che hanno presentato domanda di adozione, partecipano alle feste organizzate per il Natale e a giugno per le buone vacanze. La condivisione è un balsamo potente. Il 14 febbraio del 2013, giorno di San Valentino, ricevono una chiamata su Skype dalla presidente dell’associazione. Ci sono tre fratellini che cercano una famiglia. Se il giudice troverà una coppia disposta ad accoglierli tutti e tre, il Tribunale non li separerà. Diversamente, il più grande, Gludson, andrà con la piccola Andriely e il secondo, Fabio, cinque anni, sarà affidato ad un’altra famiglia. A loro. Il cuore inizia a tremare. L’incontro. Lo scenario ipotizzato diventa realtà. In associazione conoscono Paolo e Katia, la coppia che adotterà Gludson e Andriely. Si collegano via Skype con i bambini. I piccoli, abbandonati su una spiaggia dalla mamma quando Fabio aveva tre anni, vivono in una casa famiglia in Brasile. Inizia l’attesa per la partenza. Michela e Pierpaolo imparano il portoghese e, finalmente, il 24 maggio partono per Natal, la capitale di Rio Grande do Nord. «È un bel posto, la gente è accogliente e tranquilla. Dicono che gli italiani sono stressati». Sorride Pierpaolo mentre racconta la differenza di indole tra il popolo italiano e quello brasiliano. Alloggiano in un residence. Il 27 maggio, in Tribunale, incontrano il bambino. Ci sono anche gli altri genitori. Quando entrano dal giudice, lo affidano a Paolo e Katia, ma Fabio corre via, apre la porta, entra nella stanza del giudice e li abbraccia. Ha già scelto, finalmente ha trovato la mamma e il papà.

Trascorrono insieme 30 giorni nella casa che hanno preso in affitto, sotto il controllo vigile degli assistenti sociali. Conducono una vita normale: casa, spesa, piscina, passeggiate. Il piccolo è impaziente di partire, di correre incontro alla sua nuova vita. Così Pierpaolo, per aiutarlo a vivere l’attesa, prepara un cartellone, tanti foglietti da staccare un giorno dopo l’altro. Quando non ve ne sarà più neppure uno, un aereo li porterà finalmente a casa. «Trenta giorni dopo siamo ritornati in Tribunale e Fabio è diventato ufficialmente nostro figlio». Sono passati esattamente 13 anni dalle nozze. Tempo in cui i coniugi Di Stasio hanno dovuto imparare ad amarsi ancora di più e sperimentare che il primo figlio di una coppia è il matrimonio. Il ritorno a casa. Ripartono per l’Italia il 14 luglio. Nel frattempo, il 7 giugno festeggiano il 40esimo compleanno di Pierpaolo e il 12 il sesto compleanno di Fabio. Il viaggio è lunghissimo, ma il cuore è colmo di gioia. Alle 18.00 arrivano a Roma, alle 20.10 finalmente sono a casa. Ad attenderli c’è una grande festa, parenti, amici, torta e regali per il bambino. «Fabio ha fatto un anno di asilo – racconta Michela –, abbiamo preferito fargli fare un inserimento graduale per aiutarlo ad imparare la lingua». Adesso frequenta la terza elementare. Con orgoglio mostra la sua cartella. È inserito in parrocchia – frequenta il terzo anno di catechismo – la sua passione è il calcio, la Juve è la squadra del cuore. D’estate prende parte al campo estivo della parrocchia Sant’Antonio di Padova nella frazione di Orta Loreto. «Quanto è cambiata la vostra vita?», domando. «Mi impegna tantissimo», risponde Michela. «Ho perso 10 chili», aggiunge il papà. La risposta autentica e profonda la scorgo negli occhi di Pierpaolo, in quel misto di lacrime, commozione e gioia che gli vela lo sguardo. Non servono altre parole. Antonietta Abete DICEMBRE 2016 INSIEME

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L'APPROFONDIMENTO Denise al suo diciottesimo compleanno insieme ai genitori

“Così ho deciso di chiamarmi Denise Crescenzo Vergati”

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lcune vite hanno il respiro dell’Avvento fin dal primo vagito. Come se la parola attendere fosse incisa sulla porta d’ingresso del proprio cuore. È la storia della giovane Denise Crescenzo Vergati, diciannovenne della parrocchia Santa Maria della Grazie di Casatori in San Valentino Torio. La scelta dell’Università. Riavvolgiamo il nastro dal recente passato: la scorsa estate Denise consegue la maturità al Liceo Statale “A. Galizia” di Nocera Inferiore. Dopo il diploma si aprono orizzonti nuovi e diversi per la ragazza: il sogno di studiare Fisioterapia, il talento per la scrittura, l’amore per la psicologia. Ogni strada sembra giusta, soprattutto se coincide con la possibilità di allontanarsi da casa e conquistare un po’ di autonomia. «Per i test di ingresso per la Facoltà di Fisioterapia non mi sentivo pronta» spiega Denise, che inizia a confrontare i piani delle Offerte formative di diverse Facoltà di Psicologia d’Italia. Dietro l’angolo, l’alternativa comoda degli studi in Lettere all’Università di Salerno. Denise supera i test d’ingresso a L’A quila e il futuro assume contorni più chiari. Quella attesa estiva si conclude. C’è solo un problema: «I risultati del test sono stati pubblicati di venerdì e il lunedì successivo sarebbero cominciati i corsi. Nel fine settimana non era possibile visitare la residenza universitaria. Così mia madre ed io abbiamo visto le foto della struttura online e abbiamo prenotato, senza troppi ripensamenti». Mamma Antonella e la neo studentessa universitaria si lanciano senza paracadute nella nuova avventura, così come hanno fatto fin da quando Denise è venuta alla luce.

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INSIEME DICEMBRE 2016

Per coloro che hanno dimenticato la grammatica dell’attesa, la storia di una diciannovenne che ne conosce perfettamente le regole, anche quelle più dolorose


Due cognomi, una sola famiglia. Denise impara le regole dell’attesa appena il primo pianto ne consacra la nascita. È l’attesa per abbracciare il suo papà. Sua madre ha solo 21 anni quando partorisce il suo batuffolo, papà 17 in più. Il fidanzamento tra i suoi genitori non va a gonfie vele, le famiglie non approvano. «Quando avevo 3 anni e frequentavo già l’asilo, ho conosciuto mio padre. Ricordo vagamente il nostro primo incontro in un bar». All’appello a scuola risponde al nome di Denise Crescenzo: «Il giudice per non farmi avere dei traumi stabilì in seguito l’aggiunta del cognome paterno. Avrei potuto scegliere io successivamente quale tenere. Così ho deciso di chiamarmi Denise Crescenzo Vergati» chiarisce la giovane. Seguono anni difficili: «Non volevo stare con mio padre, anche se prometteva qualsiasi regalo per trascorrere del tempo con me». Anche mamma Antonella sprona la piccolina ad avere un rapporto equilibrato anche con l’altro genitore, che nel frattempo si è trasferito al Nord per lavoro. «Mia madre mi ha sempre accompagnato a Bologna – confessa – alle Superiori sono stata 10 giorni da lui, da sola. È stato difficilissimo». I due devono apprendere velocemente il codice dell’intimità casalinga. Per le due estati seguenti, Denise raggiunge il papà per un lavoretto estivo: «Nell’ultimo periodo abbiamo recuperato tutto il tempo perso, ricostruendo un’autentica relazione padre-figlia». Infatti, nonostante i ritmi lavorativi serrati, il

sieme MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA DELL’AGRO

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti e Martina Nacchio

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno

Segreteria di redazione e marketing Sofia Russo Maria Luisa Franco

Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06.

Hanno collaborato Mons. Ernesto Vecchi, Andrea Pellegrino, Peppe Iannicelli, Salvatore Guercio Nuzio, Gianfranco Cascone, Salvatore Alfano, Carmine Giordano, Laura Della Casa, Dina Grimaldi, Giusy Cesarano, padre Paolo Saturno, Federica Pepe, Colomba Contaldo, don Carmine Cialdini, Francesco Sessa, Giovanni Giordano, Marina Massa, Michele Senatore, Livia Rossi, don Natalino Gentile, Caterina Paladino, Anna Petrosino, Maria Rosaria Ingenito e Nello Liguori, mons. Carmine Citarella, Santa Celentano, Maria Russo

Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466 Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

maître di sala si è subito precipitato a L’A quila per rassicurarsi sulla nuova sistemazione di Denise. La fatica di diventare grandi. «Ho iniziato una nuova vita in residenza universitaria» racconta con emozione la nostra intervistata. Dalla sveglia al mattino alla spesa, dal bucato allo studio: Denise può contare solo su stessa e sul suo senso di responsabilità. «La ricchezza di questa esperienza è vivere una nuova dimensione di autonomia con altri ragazzi della mia età. Condividiamo la nostalgia di casa, la determinazione per il buon esito del percorso universitario ed è stimolante ritrovarsi di sera per una chiacchierata, una giocata a carte o una preghiera comunitaria». A L’A quila Denise è stata subito accolta dal gruppo Fuci, la Federazione degli Universitari Cattolici Italiani, che da oltre 120 anni forma generazioni di studenti: una piccola famiglia che intreccia preghiera e amore per la ricerca. E se dopo la prima settimana è scappata di nuovo nella sua San Valentino Torio, a due mesi dal trasferimento ha imparato cosa significhi diventare grandi. Lo si legge dallo sguardo. I suoi occhi hanno abbandonato il guizzo sfacciato dell’estate. Un’acerba saggezza le corre lungo i tratti del viso. Oggi è il tempo di essere adulti. Mariarosaria Petti

Abbonamenti € 5,00 digitale € 10,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 15,00 ordinario in spedizione postale € 25,00 contributo sostenitore € 50,00 contributo benefattore € 35,00 rivista + messalino UNICREDIT BANCA IBAN: IT 88 B 02008 76271 000103952691 Intestato a: PRISCUS SOCIETÀ COOPERATIVA Causale: Contributo annuale INSIEME Conto corrente postale n. 11278843 Intestato a: DIOCESI NOCERA INFERIORE-SARNO Causale: Contributo annuale Insieme Aggiungere l’indirizzo o la parrocchia a cui inviare la rivista Servizio diffusione Per informazioni: tel/fax 081 517 04 66 segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it Tiratura: 3.400 copie

Questo numero è stato chiuso in redazione giovedì 24 novembre 2016 Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: «Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione». La pubblicazione degli scritti è subordinata al­l’in­sin­da­cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Redazione Via Vescovado, c/o Palazzo Vescovile 84014 Nocera Inferiore (SA) insieme@diocesinocerasarno.it tel/fax 081 517 04 66

DICEMBRE 2016 INSIEME

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L'APPROFONDIMENTO Bambini per le strade di Koupela, Burkina Faso

RACCONTI dell’altro mondo Foto Salvatore Alfano

Caterina Paladino vive in Africa dal 2006. Questo mese racconta ai nostri lettori quello che accade dentro e fuori le mura della struttura che gestisce, l’Oasi Santa Teresa. L’ordinario si tinge di straordinario

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ennaio 2015. Esco dall’Oasi e vedo gli italiani intenti a lavare una marea di bambini con la pompa! Uno di loro, tra i più piccoli, attira la mia attenzione. Lo lavano bene bene, lo asciugano, lo coccolano. E lui, impaurito, li lascia fare senza piangere, senza sorridere, con gli occhioni spalancati. «È Albert», mi dice Elodie e allora capisco. Nei giorni precedenti, gli amici italiani, nelle loro passeggiate per Koupéla hanno visto questo bambino solo, sembrava abbandonato a se stesso e in parte lo era, visto che a badare a lui c’era il fratello di poco più grande. Albert non ha compiuto 3 anni e suo fratello non ne ha più di 5. La mamma è “al mercato” dice il grande, ma le vicine ci raccontano che in realtà è dalla “dolotière”, ovvero dalla donna che vende il dolò, la birra locale fatta con il miglio. E i due bambini sono soli, spesso ricevono del cibo dai vicini, altrimenti restano digiuni.

Ottobre 2015. Il pianto di Thérèse è insistente, interrotto solo dai “mamaaa”, con la a che si prolunga e continua nel pianto. La sento e vorrei scavalcare il muro per “salvarla” dalla solitudine della casa. Lo so che non è sola, con lei c’è la sorella di poco più grande, Ines, 5 anni. E non riesco a non pensare al padre che stamattina le ha chiuse in casa, lasciandole sole, e alla mamma che fidandosi del marito, e soprattutto spinta dalla necessità, è in una cittadina a oltre 100km da Koupéla per la formazione come inserviente all’ospedale. Torna il sabato pomeriggio per ripartire la domenica mattina, senza tregua, solo per vedere le sue bambine. Di figlie ne ha cinque, due sono in Costa d’Avorio dal fratello che le segue nello studio, la terza è a scuola a Koupéla, e le due piccole sono a casa, con il padre, pensa lei! Thérèse ha appena 2 anni e mezzo.

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INSIEME DICEMBRE 2016

Caterina è una consacrata della Fraternità di Emmaus, un movimento ecclesiale nato nella nostra diocesi. Dal 2006 vive in Burkina Faso, un Paese dell’Africa occidentale, nella città di Koupéla in una casa dedicata a santa Teresa di Lisieux. All’interno della struttura è nato il Centro Giovanni Paolo II che accoglie giovani studenti, offrendo loro un luogo fresco, libri, lavagne e computer per studiare e una mensa. L’ultimo germoglio è “La maison de Rose”, una struttura che accoglie per 8 ore al giorno 30 bambini piccoli, permettendo alle loro mamme di lavorare o studiare.


Foto Salvatore Alfano

Ragazzi al barrage, nei pressi di Tampellin. Burkina Faso

Natale 2015. Com’è usanza in questo Paese misterioso porto anch’io un piatto del cibo preparato per festeggiare l’arrivo del Divin Bambino al nostro vicino. Altri lo porteranno a me e la catena dell’amicizia continuerà spandendosi per tutta Koupéla, per tutto il Burkina. Entriamo battendo le mani per attirare l’attenzione e subito le persone presenti nel cortile ci vengono incontro, ci salutano con gioia, ci fanno sedere. Speravo in una cosa veloce, invece mi tocca armarmi di pazienza e affetto. Inizia la “coserì”, chiacchiere tra amiche, nella bellissima e, per me, incomprensibile lingua locale. A turno Elodie e Clarisse – due giovani ragazze che vivono presso l’oasi e si stanno formando alla vita consacrata – traducono, ma io faccio più attenzione a ciò che vedo intorno piuttosto che a quello che dicono. E il mio sguardo è attirato da un bimbo, Adolph, un anno e mezzo, non di più, che è sul dorso della mamma e piagnucola sommessamente. Le chiedo perché piange e lei tira fuori il bambino con molta attenzione mostrandomelo: è tutto nudo, è tutta una piaga. Pieno di bolle e di graffi, la mamma non sa dire cosa ha. Ha provato diversi rimedi tradizionali, lo ha portato anche in ospedale, tutto inutile. Lo fotografo e invio le foto e le informazioni ad un amico dottore il quale mi consiglia una determinata medicina, ma in farmacia si rifiutano di darmela, vogliono vedere il bambino. E così Elodie prende il bambino e ritorna in farmacia dove il dottore lo visita e… piano piano Adolph guarisce. Ottobre 2016. Albert, Thérèse, Adolph, con altri 27 bambini indossano un grembiulino rosa ed entrano a far parte dei bambini de “La maison de Rose”, la casa di Rosa, è il nome della benefattrice italiana che ha finanziato la costruzione, ma fa riferimento anche ai petali di rosa che santa Teresa di Gesù Bambino ha promesso di inviare dal cielo dopo

la sua morte. Sono i primi 30 bambini di questa nuova avventura che si apre al Centro “Jean Paul II”. Sono i bambini delle famiglie vicine, quelli che incontro ogni giorno per strada, quelli tutti sporchi delle foto che invio in Italia. Ora sono puliti, più o meno vestiti decentemente, con la stessa gioia che hanno quando li incontro per strada. Arrivano di buon mattino, li vedo correre per tutto il Centro vuoto, in attesa di entrare nella struttura a loro dedicata. Vedo dalla finestra, mentre prendo il mio caffè, le loro mamme chiacchierare tranquillamente, alcune affidano il proprio figlio a qualcun’altra perché hanno lasciato il più piccolo a casa o perché devono andare al mercato dove hanno il loro banchetto. Per loro è stato un miracolo piovuto dal cielo, mai avrebbero pensato di affidare i loro figli alla garderie, un asilo dove i piccoli potranno restare per 8 ore lontano dalla strada, con la possibilità di imparare qualcosa prima ancora di andare a scuola, se riusciranno ad andarci. Dicembre 2016. Natale non è ancora arrivato, ma siamo quasi in Avvento e inizio a sognare come vivere con questi bambini il santo Natale. Presto inizieremo a costruire il presepe, quello napoletano: per la prima volta potranno “vedere” un vero presepe. Il massimo sarebbe riuscire a fare un presepe vivente, ma… inizieremo il 28 novembre, così potremo costruirlo piano piano, magari mettendoci dentro anche qualche preghierina a memoria, in francese o in italiano, perché no! Poi lo riempiremo di foto, le loro foto, che piano piano si avvicinano alla grotta di Gesù, dove giungeranno qualche giorno prima di Natale. Il 24 dicembre faremo una bella processione con il Bambinello, dall’ingresso del Centro fino a “La maison de Rose” con canti e musica. E, poi, una festicciola per loro, con dolci a volontà e piccoli regali. Caterina Paladino DICEMBRE 2016 INSIEME

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VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo Foto di repertorio

Il Rapporto 2016 di Caritas italiana evidenzia che la povertà è inversamente proporzionale all’età dei bisognosi. I dati confermano anche l’aumento degli italiani ai centri di ascolto

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li italiani sono i nuovi poveri. Il dato impressionante emerge dagli ultimi dossier sulle povertà della Caritas. E il futuro all’orizzonte non sembra essere più roseo. Nella Giornata internazionale contro la povertà, Caritas italiana ha presentato il rapporto 2016. Il lavoro è frutto dell’analisi dei dati e delle esperienze quotidiane delle oltre duecento Caritas diocesane operanti sul territorio nazionale. «In Italia, secondo i dati Istat, vivono in uno stato di povertà 1 milione 582 mila famiglie, un totale di quasi 4,6 milioni di individui. Si tratta del numero più alto dal 2005 ad oggi. Le situazioni più difficili – si legge nel Rapporto 2016 – sono quelle vissute dalle famiglie del Mezzogiorno, dalle famiglie con due o più figli minori, dalle famiglie di stranieri, dai nuclei il cui capofamiglia è in cerca di un’occupazione o operaio e dalle nuove generazioni. Un elemento inedito è che oggi la povertà assoluta risulta inversamente proporzionale all’età, diminuisce all’aumentare di quest’ultima. La persistente crisi del lavoro ha infatti penalizzato soprattutto giovani e giovanissimi in cerca “di una prima/nuova occupazione” e gli adulti rimasti senza un impiego». Le domande più frequenti, indistintamente da italiani e stranieri, sono quelle relative a beni e servizi materiali (56,3%). All’interno di tale categoria prevalgono le richieste legate ai bi-

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sogni primari: viveri, vestiario, accesso alla mensa, servizi di igiene personale. Al secondo posto figurano le domande di sussidi economici: bollette/ tasse, canoni di affitto. La new entry è segnata dalle richieste di aiuto per le spese sanitarie, in maniera più marcata da cittadini italiani. Una fotografia del disagio che rispecchia la situazione campana. Circa 39mila le persone aiutate dalle Caritas della regione, così come è emerso dal Rapporto 2014. Il 60% è rappresentato da cittadini italiani, soprattutto famiglie, contro il 40% di migranti. Un quadro drammatico. Prima dell’avvento della crisi, la percentuale dei campani che si rivolgeva ai centri di ascolto era del 38%. La povertà è essenzialmente di natura economica, causata in primis da crisi e disoccupazione. Le persone e le famiglie si rivolgono ai centri di ascolto Caritas soprattutto per chiedere beni e servizi materiali (34,6%), lavoro (26,6%), sussidi economici (21,5%), ascolto approfondito (11,1%), alloggio (8,5). Solo a Salerno, secondo l’ultimo dossier territoriale, sono stati 4.896 i cittadini che hanno bussato alle porte della solidarietà, più 4.496 stranieri (2.516 extracomunitari e 1.980 comunitari). Ciro Grassini, sociologo e coordinatore del Dossier regionale sulle povertà della Caritas campana, sta elaborando i dati per la pubblicazione del report

La povertà è GIOVANE


Foto di repertorio

biennale 2015 e 2016. Il professionista non fa trapelare buone notizie: «A breve pubblicheremo il documento regionale e dai dati che abbiamo raccolto si evince una crescita continua di italiani ai nostri centri di ascolto. Persone che prevalentemente chiedono lavoro e aiuti economici, ma anche indumenti e alimenti». I numeri che Grassini e l’equipe della delegazione campana stanno elaborando sono ricavati da OSPO web, il portale telematico dell’Osservatorio sulle Povertà. La Chiesa italiana e quella campana non stanno a guardare. Sono numerose le iniziative messe in campo per andare incontro a chi ha bisogno. Dal punto di vista delle risorse economiche impegnate per la realizzazione di tali progetti, «nel corso del 2015 – si legge nel Rapporto nazionale – sono stati erogati oltre 18 milioni di euro, a cui va aggiunta una compartecipazione economica delle diocesi interessate di poco superiore ai 6 milioni di euro, per un importo complessivo di oltre 24 milioni». Salvatore D’Angelo

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Mensile Insieme


QUI REGIONE LA NUOVA RUBRICA «QUI REGIONE» GETTA UNO SGUARDO SULLE SCELTE E LE AZIONI DELLA REGIONE CAMPANIA

POLITICHE SOCIALI O POLITICA E BASTA?

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e politiche sociali insieme alla sanità sono i due argomenti che passano sulla pelle dei cittadini. E sono le due linee programmatiche che ogni amministrazione locale o regionale dovrebbe avere come priorità. Il sociale, in particolare, rappresenta quel tipo di argomento di cui tutti parlano (soprattutto in campagna elettorale) ma che nessuno mette in pratica. La politica c’entra tanto. Ed il caso di queste settimane riguarda proprio il territorio dell’A gro nocerino-sarnese. Qui i sindaci discutono e litigano sul sistema di gestione da applicare, inteso naturalmente sotto il profilo delle nomine, nei nuovi ambiti dei Piani di zona, il cui ruolo non è di poco conto. Da qui passa l’assistenza ai disabili, per esempio, che sempre più rischiano di restare senza le necessarie cure sanitarie. Un dramma, in pratica, che si somma a una sanità che di certo non eccelle (naturalmente fatte le dovute distinzioni) nella nostra Regione. La nuova struttura dei Piani di zona e la relativa confusione tecnica e politica ha origine da una recente legge regionale. A Palazzo Santa Lucia con una delibera pubblicata sul Burc dell’11 gennaio scorso, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore alle politiche sociali Lucia Fortini, ha appro-

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vato il Piano sociale regionale 20162018, che definisce i principi di indirizzo e coordinamento per la programmazione e la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. La legge, in particolare, disciplina la materia dei servizi sociali, infatti, attribuisce alla Regione funzioni di programmazione, indiriz-

di Andrea Pellegrino

zo e coordinamento degli interventi sociali. Sulla base degli indirizzi e gli obiettivi del Piano Sociale Regionale 2016-2018 i comuni associati in ambiti programmeranno l’offerta del prossimo triennio e realizzeranno gli interventi e i servizi sociali di zona. Ed è sulla programmazione comune che il meccanismo si è inceppato.

I NUOVI PIANI DI ZONA

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l vecchio Piano di zona S1 non esiste più. La Regione ne ha deciso lo spacchettamento. Ora ci sono tre sub ambiti parametrati sui distretti sanitari dell’Agro. Avrebbero già dovuto prendere il largo autonomamente, ma è stata decisa una proroga al 31 dicembre. Se non ne subentreranno altre, dal primo gennaio 2017 ci saranno i sub ambiti 1, 2 e 3. Il primo comprende i comuni di Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Castel San Giorgio e Roccapiemonte. È qui che si registrano le maggiori differenze di veduta sulla formula da adottare per la gestione dei servizi: convenzione tra comuni o azienda consortile? Il sub ambito 2, che ha scelto il sistema della convenzione, è composto da Scafati, Angri, Corbara e Sant’Egidio. Il sub ambito 3, composto da Sarno, Pagani, San Valentino e San Marzano, ha dato vita a un’azienda consortile.


IL DOTTORE DEI BAMBINI di Salvatore Guercio Nuzio

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La cute del neonato: le prime cure

l neonato di peso adeguato, nato al termine della gravidanza, sa termoregolarsi autonomamente. Una volta a casa, dunque, non copriamolo e non vestiamolo eccessivamente, per evitare che sudi. Il moncone ombelicale non va mai bagnato. Per la sua pulizia, è sufficiente una garza sterile e un prodotto batteriostatico o cicatrizzante (ad esempio, a base di eosina, zinSECONDO co, argento oppure clorexidina) da applicare alla base, solo se ancora umida. La caduta del APPUNTAMENTO moncone è prevista di solito a 4-7 giorni di vita. La cicatrice ombelicale va detersa per CON LA NUOVA qualche giorno con acqua ossigenata. Dopo 48 ore dal distacco, è consigliabile il primo RUBRICA CURATA bagnetto con un detergente oleato, e non con prodotti schiumogeni che seccano anDAL DOTTOR cor di più la cute delicata del neonato. Spesso la pelle si presenta secca ed esfoSALVATORE GUERCIO liante, per cui è buona abitudine un massaggio con olio di mandorle dolci, tutte NUZIO le sere, dopo il bagnetto. Altro aspetto che non di rado caratterizza la cute neonatale è il caput succeNato a Sarno, sposato e padre daneum (o “tumefazione da parto” figura 1), morbido rigonfiamento deldi due bambini si è specializzato la cute che può essere provocato dalla pressione esercitata sulla testa in Pediatria presso l’Università del del neonato durante il parto naturale o con uso di ventosa. ScompaPiemonte Orientale di Novara, lavora re al massimo nel giro di una settimana. Il cefaloematoma (figura presso l’Unità Operativa di Pediatria 2), invece, è una tumefazione bluastra, spesso presente solo da dell’ospedale di Battipaglia. un lato del capo, che si manifesta quando la pressione è stata particolarmente intensa o estesa tanto da provocare uno stravaso ematico. Scompare definitivamente dopo cirSe desideri sottoporre una domanda ca un mese e può associarsi a ittero cutaneo. Macchie al dottore Nuzio o chiedere un consiglio, scure, tendenti al blu, specie se localizzate sulla zoscrivi a insieme@diocesinocerasarno.it na lombare, con ogni probabilità sono le cosiddette macchie mongoliche. A volte simili ad ematomi, sono causate da un accumulo subcutaTumefazione da parto Cefaloematoma neo di pigmento e passano senza bisogno di prescrizioni mediche. Altre manifestazioni del tutto transitorie sono i “grani di miglio” o mili, piccoli accumuli di sebo biancastri dovuti a meccanismi di adattamento della cute alla vita extrauterina che scompaiono in qualche settimana.


INSIEME SI LO VOGLIO

DOVE SI SIEDONO GLI SPOSI?

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l velo bianco sul volto, il profumo del bouquet, la navata della chiesa da percorrere per raggiungere il proprio sposo. Emozione da inizio di liturgia nuziale. Attenzione sposi! La trepidazione potrebbe giocare brutti scherzi: tutti i dettagli sono importanti nel giorno del “sì”. Una volta dinanzi all’altare, come devono disporsi gli sposi? Ad aiutarci è don Carmine Cialdini, liturgista e parroco di Sant’Alfonso in Sarno. Ai piedi del presbiterio. «I nubendi giunti ai piedi del presbiterio si accomodano. Non vi sono norme liturgiche per il lato da occupare: generalmente si rispetta il lato dove è seduta la propria famiglia ma è soltanto una tradizione» spiega don Cialdini. Anche per i testimoni si segue la stessa consuetudine: «I testimoni possono sedersi accanto agli sposi su apposite sedute oppure al pri-

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mo banco» chiarisce ancora il sacerdote nocerino. L’ultima precisazione riguarda il numero dei testimoni: «Due o quattro». Non resta che dare istruzioni precise alle famiglie. La tradizione del compare d’anello. Nel Sud Italia, fino a trent’anni fa, era molto radicata la tradizione di scegliere un compare d’anello. Di che figura si tratta? Oggi è ancora in voga? I nostri nonni erano soliti eleggere un amico di famiglia – adulto o coetaneo – a padrino della propria coppia. Ruolo del compare era quello di raggiungere la sposa a casa durante la preparazione e aprire il corteo che l’avrebbe condotta in chiesa. Tra i suoi doveri, anche l’acquisto di un anello per la nubenda, che il sacerdote benediceva subito dopo lo scambio delle fedi. Un rapporto di stima e affetto da rinsaldare nel tempo, ad esempio chiedendo al compare oppure alla sua consorte di fare da pa-

SECONDO APPUNTAMENTO CON LA NUOVA RUBRICA INSIEME SÌ LO VOGLIO, UNO SPAZIO PER ACCOMPAGNARE I FIDANZATI ALLA PREPARAZIONE DELLA LITURGIA NUZIALE. QUESTO MESE CI AIUTA DON CARMINE CIALDINI, PARROCO E LITURGISTA

Alexandre e Beatrice

drino o madrina per il battesimo del primo figlio. Una figura dunque ben diversa da quella dei testimoni. Ancora oggi, molti fidanzati scelgono una coppia matura per farsi idealmente guidare nel cammino che conduce ad essere una sola carne. Attenzione ricambiata con il gesto simbolico del

dono delle fedi nuziali. Alexandre e Beatrice, giovani sposi, raccontano: «I nostri compari ci hanno aiutato a vivere in pienezza il giorno del matrimonio e anche adesso continuano a seguirci con affetto». Angeli custodi che vegliano sulla nuova famiglia. Mariarosaria Petti


Foto Salvatore Alfano

FOTO CHE PARLANO

UNO SCATTO DI SALVATORE ALFANO ESPOSTO IN OCCASIONE DELLA ROMANA MOSTRA PROMOSSA DAL CENSIS

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entre scattavo non avrei mai pensato che questa bambina sarebbe finita dal pavimento di un piccolo dispensario africano a quello di una delle più grandi e moderne stazioni romane, sotto lo sguardo di tanta gente», Salvatore Alfano commenta così la sua partecipazione a “Non passarci sopra”. È stato questo il titolo della mostra fotografica organizzata da Censis, Bnl e Roma Tiburtina, curata da Giulio De Rita, per raccontare – a chiusura del Giubileo della misericordia – i valori di gratuità e solidarietà incarnati dalle associazioni di volontariato italiano. L’esposizione si è chiusa il 4 novembre. Nella galleria vetrata della Stazione Tiburtina è stata allestita un’enorme infografica di 350 metri quadri, con cento fotografie propo-

ste da organizzazioni non profit, associazioni, fondazioni e aziende, italiane e straniere, che attraverso uno scatto illustrano il loro modo di interpretare la misericordia. Lo scatto di Salvatore Alfano, fotografo di Angri, grafico e fotografo di Insieme e della Diocesi, con all’attivo reportage in Libano, Israele, Palestina, Burkina Faso, Libia, Ucraina e varie località italiane, è stato scelto dall’Acisjf, Associazione cattolica internazionale al servizio della giovane, un sodalizio di volontariato fatto da donne a servizio di altre donne. «A Tiburtina – ha commentato Alfano – passano più di 50.000 persone al giorno. In tanti si saranno fermati a guardarla e si saranno chiesti se dorme, se è malata, se ha fame. Spero solo che nessuno abbia deciso di Passarci Sopra».

SÌ O NO? “Riforma della Costituzione. Cosa e come cambia?” è stato il tema del secondo #CaffeInsieme organizzato dalla nostra redazione, in collaborazione con Gi.Fra. e OPG, sul referendum del 4 dicembre. L’appuntamento è stato al Cibelli Café Bistrot di via Napoli, a Nocera Inferiore. Non è stato un semplice confronto tra sostenitori del sì e del no, ma un momento per cercare di capirne un po’ in più della consultazione referendaria grazie al contributo del costituzionalista Umberto Ronga, che svolge attività didattica e di ricerca presso l’Università Federico II di Napoli. Per le ragioni del sì c’era Nicola Maisto, per il no Raffaella Casciello.

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UNA NUOVA OPPORTUNITÀ DI VITA

L’

età anziana è una fase della vita caratterizzata da numerosi cambiamenti: sul piano fisico si registra una generale involuzione delle capacità intellettuali; sul piano psicologico si rileva una regressione del comportamento emotivo, con atteggiamenti di dipendenza. In questa fase l’anziano è inoltre chiamato a riformulare la propria identità personale, dal momento che è necessario il passaggio da una padronanza del mondo di tipo attivo ad una di tipo passivo. Si tratta quindi di un’età caratterizzata da numerosi fattori stressanti che, se non ben gestiti, possono determinare delle problematiche di tipo psicologico. Diventa quindi fondamentale sostenere l’anziano in questo particolare compito, e diventa centrale il ruolo della famiglia che deve cercare di favorire, attorno all’anziano, la costruzione di un ambiente che possa garantire il soddisfacimento sia dei suoi bisogni assistenziali, sia dei suoi bisogni emotivi. Quando la famiglia si sente impossibilitata a svolgere questo ruolo di sostegno, e si vede quindi costretta a rivolgersi ad un interlocutore terzo, una casa-albergo per anziani, diventa allora compito di chi accoglie l’anziano sostenerlo in questo processo. L’albergo Santa Rita di Sarno, con le molteplici attività che propone ai propri ospiti, cerca non solo di accompagnare al meglio l’anziano in questa delicata fase, ma anche di costruire attorno allo stesso una realtà che lo possa ancora arricchire.

di Santa Celentano*

Nel passaggio che l’anziano fa dalla propria casa ad una “nuova casa”, il momento dell’accoglienza rappresenta una delle fasi più importanti. Ancora una volta diventa fondamentale il ruolo della famiglia ed è per questo che all’interno dell’albergo Santa Rita viene dedicato ampio spazio anche ai familiari. Quando c’è l’ingresso di un nuovo ospite, come psicoterapeuta cerco di accogliere tutte le perplessità e i dubbi dei familiari, di conoscere le loro aspettative e i loro timori, di rassicurarli rispetto ad un probabile senso di colpa che li attraversa, di ricostruire insieme a loro la storia e le abitudini della persona che ci stanno affidando. Segue a ciò un incontro con l’anziano per definire non solo il suo assetto emotivo e il suo funzionamento cognitivo, ma anche e soprattutto per accogliere, sostenere e trasformare l’eventuale sentimento di abbandono che si trova a vivere. La conoscenza del nuovo ospite e della sua famiglia diventa poi oggetto di condivisione con gli operatori e i medici specialisti, in modo da costruire insieme un piano assistenziale individualizzato. L’obiettivo è duplice: assicurare alla persona anziana le cure e l’assistenza più rispondenti alle sue condizioni di salute; ricercare le condizioni che possano soddisfare le aspettative personali. La nostra mission, in sostanza, è quella di aiutare l’anziano a vivere il nostro albergo come una nuova opportunità di vita.

IL PASSAGGIO DA CASA PROPRIA ALLA NUOVA CASA ALBERGO

*Psicologa-psicoterapeuta DICEMBRE 2016 INSIEME

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SCUOLA & UNIVERSITÀ a cura di Martina Nacchio Immagine di repertorio

Università sotto esame, promosso il merito? In seguito all’inchiesta aperta dalla Procura di Nocera Inferiore su presunte borse di ricerca pilotate, abbiamo raccolto le testimonianze di chi ogni giorno sgomita perché prevalga il merito

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ipartimenti e commissioni non lavorano con lo stato di famiglia nel fascicolo». Secondo quanto riportato da La Repubblica sarebbe questa la prima risposta, giunta tramite nota, degli uffici dell’Università degli Studi di Salerno, in seguito alla recente inchiesta aperta dalla Procura di Nocera Inferiore sulla parentopoli universitaria. Figli, cognati, fratelli e sorelle di professori, membri del gabinetto del rettore Aurelio Tommasetti e componenti del nucleo di valutazione dell’ateneo salernitano. La lista presentata ai carabinieri è lunga e dettagliata. Tutto è partito con due lettere anonime, inviate ad agosto e settembre alla Procura, all’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone, alla Corte dei Conti, ai carabinieri, alla finanza, al quotidiano locale La Città e al sito Cronache della Campania. Un’inchiesta appena iniziata, che trascina con sé il sapore amaro del nepotismo e del baronato di un settore, quello universitario, che in gran parte dell’idea comune è blindato, inaccessibile ai non eletti. In questo marasma di presunte assunzioni pilotate e favoritismi, ci sono storie di successi personali, di fatica, di sacrifici di chi alla carriera universitaria ci crede, pur non avendo santi in paradiso. Francesco, lo studio e quel pizzico di fortuna. Sono le sto-

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rie, ad esempio, di Francesco e Alfonso, due dottori in Biotecnologie mediche, laureati presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Stesso percorso di studi, stessa fatica, stesso sogno: diventare ricercatori. Francesco Pepe, 28 anni, dopo la laurea magistrale si è subito dato da fare mandando curriculum e partecipando a concorsi in tutta Italia. La sua occasione si è presentata presto. Pochi mesi dopo la laurea ha partecipato e vinto una borsa nell’ambito di un progetto di formazione presso una casa farmaceutica milanese. Dopo due anni tra la Sicilia e la Lombardia, è tornato a casa, con il curriculum più ricco e una consapevolezza ancora più forte che la ricerca fosse il suo destino. E gli è andata bene: da quasi due anni Francesco svolge un dottorato di ricerca in diagnostica molecolare del carcinoma del colon retto, del polmone e linfomi. Un risultato che deve alla sua determinazione, insieme ad un pizzico di fortuna. Oggi definisce il suo mondo lavorativo un luogo viziato da baronie e giochi di potere che riducono la meritocrazia soltanto ad una felice utopia. «Nonostante ciò, chi ce la mette tutta ce la fa». Alfonso, due esiti negativi e il desiderio di riprovare ancora. Pensa altrettanto Alfonso Tramontano, 27 anni. Per lui il dottorato di ricerca non è un obiettivo già raggiunto. «Ho


tentato già per due anni consecutivi il concorso per il dottorato di ricerca, con esito purtroppo negativo. Se tenterò ancora? Certo, il dottorato è una tappa fondamentale per diventare ricercatore e ce la metterò tutta per realizzare il mio sogno, anche se dovessi lasciare l’Italia». Dallo scorso maggio Alfonso ha una borsa di studio presso un laboratorio di ricerca del policlinico di Napoli, un’assicurazione a breve termine. Purtroppo è questa la realtà dei dottori che lavorano in ambito universitario e di ricerca. Una realtà precaria, senza certezze e in cui la selezione è sempre più serrata. Ma negli occhi di Francesco e Alfonso si legge la passione. Per il loro lavoro, per la loro missione. «Avere a che fare con la salute umana, con il dolore, con la speranza, non è semplice. Ma sapere che il nostro ruolo, il compito della ricerca, è fondamentale per il miglioramento del benessere collettivo è lo stimolo più grande. E non è solo il caso dell’ambito della salute umana. Tutti i campi di ricerca sono fondamentali per lo sviluppo dell’uomo» è il pensiero di Francesco. «Essere ricercatore o dottorando di ricerca è un mestiere eccezionale. Non importa se bisogna sgomitare, se ogni giorno si ha a che fare con le prepotenze di un mondo viziato di favoritismi. Il merito, se non si demorde, prevarrà sempre».

Martina Nacchio

Alfonso Tramontano

Francesco Pepe

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SCUOLA & UNIVERSITÀ

“C’erano in quella regione alcuni pastori”

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i rinnova l’appuntamento con la Lettera di Natale firmata dal vescovo Giuseppe che quest’anno contiene un duplice messaggio. Mons. Giudice scrive ai bambini dell’Agro chiamati idealmente a consegnare ai genitori il testo riportato nella seconda parte della pubblicazione.

I protagonisti sono i pastori. Il vescovo invita i bambini a scrutare con attenzione la scena del presepe alla ricerca di quei pastori che non sono partiti. Bloccati da tante miserie umane, non hanno avuto il coraggio di mettersi in viaggio per andare ad adorare il Bambino nato a Betlemme. «Per trovarli – scrive – vi dovete allontanare dal centro del presepe ed esplorare zone sconosciute, periferiche, essi abitano nelle 167 della vita». C’è il pastore che dorme e non si accorge del fluire della vita che gli passa accanto. Quello stanco e preoccupato, corroso dalla paura di perdere le poche pecore che ha e delle quali è prigioniero. C’è il più vecchio della compagnia, ha tentato tante partenze, ma ha percorso solo vie di delusioni. Accanto al suo fuoco che va spegnendosi nella notte come la sua vita, egli si è fermato. C’è quello

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che piange. Sarebbe voluto andare al presepe, ma è stato messo da parte. A rischiarare la scena vi è un pastore intraprendente e speranzoso. Al ritorno dalla grotta, si avvicina agli amici che non sono partiti e consegna loro un regalo ricevuto a Betlemme. Un piccolo astuccio con un contenuto speciale, per ritrovare lo stupore natalizio e dell’infanzia. Le famiglie. Nella seconda parte della pubblicazione, l’attenzione del Vescovo si sposta dai bambini ai genitori ai quali indica quattro sentieri per arrivare al Natale con il vestito della festa. Il primo passo richiede l’assunzione di una decisione: andare fino a Betlemme. La vita cristiana è sempre la risposta ad una chiamata a cui si aderisce liberamente. «Sui passi dei pastori, vestiti di silenzio, andiamo decisi e senza indugio verso il presepe». In questo cammino – è la seconda indicazione – c’è la Parola ad illuminare il percorso. I due ultimi passi intrecciano riconoscimento del dono e lode a Dio. Prima ringraziamo per il dono ricevuto. Poi glorifichiamo e lodiamo Dio perché ci è stato dato un figlio. Antonietta Abete

SONO I PASTORI I PROTAGONISTI DELLA LETTERA DI NATALE CHE IL VESCOVO GIUSEPPE HA SCRITTO AI BAMBINI DELL’AGRO E ALLE LORO FAMIGLIE


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Buon Natale

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VITA ECCLESIALE Un momento della registrazione di Adeste fideles

MUSICA PER IL CUORE

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usica per il cuore e soprattutto con il cuore. In Canto, la compilation prodotta dalla Diocesi per Natale, è questo e molto altro ancora. Coniuga divertimento e solidarietà. Il lavoro di coordinamento dell’Ufficio diocesano comunicazioni sociali si è mosso su queste due direttrici. L’idea di un cd interpretato da sacerdoti e laici era da tempo custodita nel cuore del Vescovo, da quando li aveva sentiti cantare durante l’a gape fraterna natalizia. Perché non valorizzare questi talenti, aveva pensato, trasformandoli in semi di speranza e solidarietà? La scorsa estate, finalmente, l’intuizione ha iniziato a prendere forma. Di pari passo si è cominciato a pensare quale realtà sostenere con i proventi della distribuzione della compilation. Natale, Gesù Bambino, i bambini e immediatamente la mente è andata alla Terapia intensiva neonatale dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Fiore all’occhiello della sanità campana, ha continuamente bisogno del sostegno dei privati per fronteggiare le sfide quotidiane che medici e paramedici si trovano ad affrontare. Con i fondi raccolti, anche attraverso una serata a teatro, sarà acquistata una tecnologica e ultra moderna lampada per la fototerapia a corpo. Questa strumentazione, pratica e facilmente trasportabile, eviterà ai nati prematuri che ne usufruiranno di dover indossare degli occhialini protettivi.

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Con il piccolo contributo di ognuno, sarà ancora più facile salvare la vita a bimbi nati in situazioni di grande emergenza. Quattordici le tracce incise nell’album, grazie al lavoro di Antonio Iuliano e Bruno Falanga: tredici canzoni e la poesia In Canto. I cantanti d’eccezione si sono cimentati nell’interpretazione di brani del repertorio pop nazionale e internazionale. Fra Francesco Maria Rea ha cantato Notturno, don Antonio Mancuso Fiore di maggio, don Giuseppe Pironti con Scrivimi. Nel cd c’è anche la rock Mentre tutto scorre cantata da don Carmine Vitolo, le classiche Mediterraneo intonata da don Carmine Cialdini, Cercami cantata da mons. Domenico Cinque, Uno su mille interpretata da fra Michele Floriano e l’intramontabile Questo piccolo grande amore incisa da don Alessandro Cirillo. Non sono mancati due pezzi in inglese. La versione maschile di If ain’t got you cantata da don Alfonso Giordano e Stay with me interpretata da Piera Angela Cascone. Altri tre laici hanno prestato la loro voce. Alma Ciancone ha cantato L’amore della mia vita, mentre Angelo Santitoro e Salvatore D’Angelo si sono cimentati in un duetto di Meraviglioso. A chiudere il lavoro una versione registrata in studio e dal vivo di Adeste fideles eseguita da fra Francesco Maria Rea, con il supporto di Pietro Russo, Alfonso Dolgetta e degli altri “cantanti” coinvolti nel progetto benefico. La chicca finale è la poesia In Canto, scritta e recitata dal vescovo Giuseppe.

Un cd da regalare a Natale il cui ricavato sarà utilizzato per l’acquisto di un’importante apparecchiatura per la Tin di Nocera Inferiore


INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI AVVENTO NELLE PARROCCHIE

Il 4 dicembre, alle 11.00, il Vescovo presiede la Santa Messa della seconda domenica di Avvento nella Collegiata di San Giovanni Battista ad Angri. La Celebrazione sarà in diretta televisiva su Rai1. Il 6 dicembre, alle 19.00, Santa Messa nella parrocchia di Santa Maria Maddalena in Armillis a Sant’Egidio del Monte Albino. La terza domenica di Avvento, l’11 dicembre, alle 11.00, monsignor Giuseppe Giudice presiede la Santa Messa nella parrocchia Santa Maria del Carmine di Pagani.

INIZIO MINISTERO

Il 7 dicembre, alle 18.30, il Vescovo presiede la Santa Messa a Sant’Alfredo di Sarno per l’inizio del ministero di parroco di don Domenico

Notturno Fiore di maggio Stay with me Scrivimi Mentre tutto scorre If ain’t got you Mediterraneo

D’Ambrosi. Nella stessa occasione prenderà il via l’anno giubilare della parrocchia, nel cinquantesimo anniversario della sua apertura.

ce l’ha fatta e l’affidamento di tutti quei nati prematuri che hanno vinto la loro battaglia. L’appuntamento è sabato 17 dicembre, alle 10.30.

INCONTRO ALLE REALTÀ DIOCESANE

AUGURI DI BUON NATALE

Il 10 dicembre, alle 18.00, in Cattedrale, il Vescovo presiede la celebrazione per il rinnovo del mandato ai ministri della Comunione. Il 17, alle 18.00, il Vescovo partecipa all’incontro diocesano dei ministranti che si tiene nella Concattedrale di Episcopio a Sarno.

MESSA TIN

Si rinnova l’appuntamento nella cappella dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore con la Santa Messa per ricordare i bambini della Terapia intensiva neonatale. Una preghiera per chi non

Cercami Uno su mille L’amore della mia vita Questo piccolo grande amore Meraviglioso Adeste fideles In Canto

Il 19 dicembre, alle 11.00, in Curia a Nocera Inferiore, il Vescovo incontra i giornalisti della stampa locale. Il 20, in Cattedrale, ci sarà un momento di preghiera mattutina e un’agape fraterna per lo scambio di auguri con i sacerdoti e i laici della Curia.

SULLA SOGLIA

Il 21 dicembre, alle 11.00, il Vescovo presiede la Santa Messa nella struttura sanitaria Villa dei Fiori di Nocera Inferiore. Il 22, alle 11.30, la Santa Messa nell’aula consiliare del comune di Nocera Inferiore.

CELEBRAZIONI NATALIZIE Il 24 dicembre, il Vescovo presiede la Santa Messa della Mezzanotte nella parrocchia di Santa Maria del Presepe di Nocera Inferiore. Il 25 dicembre, alle 10.30, presiede il Solenne Pontificale di Natale in Cattedrale. Il 31 dicembre, alle 17.00, Santa Messa e Canto del Te Deum in Cattedrale.

Per maggiori info: www.diocesinocerasarno.it

dal 4 dicembre ascolta la musica per il cuore Il ricavato sarà utilizzato per l’acquisto di un’apparecchiatura per la Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Per richiedere il cd puoi scrivere a comunicazioni@diocesinocerasarno.it o chiamare allo 081 5170466


VITA ECCLESIALE Da sinistra: Salvatore D’Angelo, mons. Giuseppe Giudice e Bruna Costacurta

“NON LASCIAMOCI RUBARE LA DOMENICA”

«È

compito del vescovo dire una parola per procedere meglio nel cammino verso la santità» scriveva mons. Giudice nel novembre del 2011 consegnando alla Chiesa locale i primi orientamenti pastorali. Erano passati appena cinque mesi dal suo solenne ingresso nella Diocesi di Nocera InferioreSarno quando affidò alla sua gente il verbo ricominciare, per riprendere il cammino con rinnovato entusiasmo. Da quel primo anno, ad inizio autunno un verbo nuovo traccia la strada, indica la rotta sulla quale innestare e progettare il cammino pastorale diocesano, comunitario e personale. I verbi ascoltare, accogliere, rinascere, misericordiare, fino all’ultimo suggerito – ordinare –, anno dopo anno hanno ritmato il cammino della nostra Chiesa locale.

riscoperta della domenica senza tramonto. Si colloca in questo contesto l’invito a riprendere i tempi e i colori dell’Anno Liturgico, come cammino ordinario e ordinato di fede.

«È necessario mettere ordine nei cassetti della nostra vita, nei ripostigli della coscienza, nelle soffitte della memoria, (…) nei meandri delle solitudini, negli anfratti delle relazioni, nei portafogli dell’economia, negli oggetti della devozione, nei percorsi della fede, negli ambienti delle parrocchie e delle comunità», scrive il vescovo Giuseppe negli orientamenti pastorali dedicati quest’anno alla

«Nell’Esodo è chiesto all’uomo di osservare il sabato perché anche Dio lo ha fatto. In altre parole si chiede all’uomo di essere perfetto come il Padre» ha spiegato alla numerosa assemblea. «In sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra, il mare e quanto contiene, ma il settimo giorno si è riposato. Per questo il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato. Per sei giorni siamo colo-

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Lo scorso 28 ottobre, Bruna Costacurta, biblista e professore emerito presso la Pontificia Università Gregoriana, ci ha aiutato a riscoprire il significato della domenica, rileggendo gli orientamenti pastorali alla luce della Scrittura, nella bella cornice della parrocchia San Giovanni Battista a Nocera Inferiore. Uno sguardo gettato sul sabato, la festa ebraica per eccellenza, per riscoprire il senso della domenica. Tre i riferimenti biblici. Da un lato il capitolo 5 del Deuteronomio e il capito 20 dell’Esodo, dall’altro l’icona di Emmaus al capitolo 24 del Vangelo di Luca.

Lo scorso 28 ottobre, nella parrocchia San Giovanni Battista a Nocera Inferiore, Bruna Costacurta ha riletto gli orientamenti del vescovo Giuseppe


Il saluto di mons. Giudice «Grazie professoressa per questa iniezione di fiducia e di speranza di cui abbiamo sempre bisogno. Non è stato il popolo a custodire il sabato, ma è il sabato che ha custodito il popolo. Non siamo noi a custodire la domenica, ma è la domenica che ci custodisce. Se non vogliamo perdere la nostra identità di cristiani come il seme, come il lievito, ricordiamo una parola molto cara a papa Francesco: Non lasciamoci rubare la domenica».

ro ai quali il mondo è stato affidato, poi c’è il settimo giorno che ci ricorda che non siamo noi i creatori». Semplice custode del mondo, l’uomo rinuncia a fare, a creare, a gestire la propria vita e il mondo. Rinuncia all’illusione dell’autorealizzazione e riconosce che all’origine di tutto c’è il Signore. «Nel Deuteronomio invece si fa memoria della schiavitù egiziana per ricordare al credente il suo destino di libertà. Nel giorno di sabato, colui che è stato liberato dal Signore deve diventare il liberatore dei suoi fratelli e del mondo che lo circonda». Il passaggio successivo è stato applicare alla domenica, attraverso la bellissima icona di Emmaus, quanto l’Antico Testamento racconta sul sabato. Ha commentato la professoressa: «Il Signore è morto da tre giorni e non è ancora successo nulla. Le donne vanno al sepolcro per ungere di profumi il suo corpo, ma non lo trovano. Lo raccontano ai discepoli ma non vengono credute. Fino a quando non si

vive un’esperienza personale di incontro con il Signore non è possibile credere che sia risorto». Angosciati i discepoli fanno ritorno al villaggio fino a quando Gesù fa un pezzo di strada con loro, spiega le scritture e spezza il pane. Ed essi lo riconoscono. «È quello che avviene la domenica con la liturgia della Parola e la spartizione del pane». Ecco questa è la festa della domenica: un’esperienza personale con il Signore risorto e un incontro festoso con i fratelli. L’ultimo passaggio è sull’attualità. Dinanzi alla violenza insensata e gratuita che tinge di rosso il nostro tempo non è difficile identificarsi con i discepoli di Emmaus. Di fronte alle uccisioni di massa, ai fucili messi in mano ai bambini, alla criminalità organizzata che fa soldi con i migranti anche la nostra speranza trema. «Il regno di Dio è venuto, c’è stata la Pasqua. Ma cosa è cambiato? È necessario riscoprire che l’ultima parola non è quella del male. L’ultima parola è di Dio». Antonietta Abete

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SENTIERI LITURGICI di don Carmine Cialdini

Il tempo di Avvento e quello di Natale sono complementari: nel primo si rafforza la consapevolezza di vivere un’attesa, il secondo invece è la festa di un incontro che colma il tempo degli uomini

L’A GIRE DI DIO

P

roviamo a pensare a quante persone, in questo preciso istante, vivono nell’attesa di qualcosa o di qualcuno. Vi sono attese a breve e a lungo termine, attese che terminano appagate e piene di consolazione e attese che si dimostrano fatue illusioni, attese in cui soggiace la gioia e attese colme di preoccupazione. C’è chi aspetta la fine della scuola, chi i risultati di un esame medico, chi la vittoria di un concorso, chi aspetta l’amore, chi la nascita di un bambino, chi i frutti maturi per il raccolto, chi il periodo delle vacanze e chi un nuovo lavoro, chi la fine della prigionia e chi il figlio che torni da scuola. L’uomo per sua natura vive di attese e speranze. Il cristiano vive il tempo presente nell’attesa della venuta gloriosa del suo Signore: don Tonino Bello diceva che la santità di una persona si commisura dallo spessore delle attese. O il filosofo Kierkegaard il quale affermava che l’attesa è il cordone ombelicale della vita superiore. La Chiesa entra nell’itinerario di un nuovo Anno Liturgico mediante il tempo di Avvento. Il nome deriva dal

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latino Adventus che significa “Venuta”, in greco lo traduciamo con Parusìa. Questa parola indica l’agire di Dio: esso è venuto a noi nel mistero dell’Incarnazione e verrà, alla fine dei tempi, a giudicare i vivi e i morti, in quella che usiamo chiamare proprio Parusìa. Il tempo di Avvento e il tempo di Natale sono complementari: nel tempo di Avvento si rafforza la consapevolezza di vivere un’attesa; nel tempo di Natale quest’attesa è colmata dal Signore che nasce nell’umiltà del presepe e che si manifesta nella visita dei Magi, nel Battesimo al fiume Giordano e durante le nozze a Cana di Galilea. Il Natale è la festa di un incontro che colma il tempo degli uomini, i quali imparano a scoprire la presenza di un Dio che si manifesta ad essi, colmando e superando ogni attesa, con un incontro avvenuto nel passato, nell’Incarnazione; nel presente, con la sua venuta nello Spirito; nel futuro, quando tornerà, e il suo Regno non avrà fine. La Novena di Natale ci farà cantare: “Il Re Signore sta per venire, venite adoriamolo [...] se indugia attendilo perché certo verrà e non potrà tardare”. Buon tempo dell’Incontro!

“ASPETTANDO GODOT” Sul tema dell’attesa possiamo richiamare alla mente la più famosa opera teatrale di Samuel Beckett: Aspettando Godot. Personaggi che aspettano l’imminente arrivo di un certo Godot, il quale però non si presenterà mai sulla scena. È “teatro dell’assurdo”, che può farci riflettere su cosa accade quando vi sono “attese disattese”. Che grande consolazione scoprirsi come credenti esattamente all’opposto dei due personaggi che animano le scene di questo dramma. La nostra attesa è tale perché il “personaggio principale” del nostro “dramma” è già sulla scena, è già entrato nella Storia e sarà con noi fino alla fine del mondo.


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LE PAROLE DELLA FEDE di Silvio Longobardi

LA FEDE SI ESPRIME ATTRAVERSO LE PAROLE. ALCUNE SONO CADUTE IN DISUSO, ALTRE SONO COPERTE DI POLVERE, ALTRE SONO ORMAI INCOMPRENSIBILI. LA RUBRICA SI PROPONE DI RILEGGERE IL PATRIMONIO DELLA FEDE ATTRAVERSO ALCUNE PAROLE ESSENZIALI

Tutta bella, sei o Maria! Nel 1854, al termine di un’ampia consultazione, Pio IX dichiarava solennemente che la Vergine Maria era stata concepita senza peccato. La dottrina sull’Immacolata Concezione

È

il primo dogma dei tempi moderni ed è anche l’unico che ha ricevuto una sostanziale conferma dal Cielo. Nel 1854, al termine di un’ampia consultazione, che aveva coinvolto vescovi e teologi di tutto il mondo, Pio IX dichiarava solennemente che la Vergine Maria era stata concepita senza peccato. Quattro anni dopo a Lourdes, un oscuro paesino dei Pirenei francesi, la Vergine Maria appare a Bernadette, una ragazza di 14 anni e si presenta così, nel dialetto locale: “Que soy Immaculada Councepciou…” (Io sono l’Immacolata Concezione). Non fu il dogma pontificio a creare la festa liturgica, esisteva già grazie alla lungimiran-

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za dei francescani che la celebravano fin dal 1263 nei loro conventi. Ma dalla metà dell’Ottocento l’8 dicembre è diventato un appuntamento significativo per tutto il popolo cristiano. Vogliamo allora dire qualche parola, qualche parola soltanto, per illustrare il valore dottrinale di questa verità dogmatica.

PIENA DI GRAZIA

Il testo biblico utilizzato come fondamento dogmatico – come fondamento e non come prova – è quello che troviamo nel Vangelo di Luca: “Rallegrati, piena di grazia” (1,28). L’angelo la chiama “piena di grazia”,

come se fosse questo il suo vero nome. Questa espressione svela l’identità di Maria. Ella fu dunque ricolmata di grazia. Nel linguaggio biblico – scrive Giovanni Paolo II nella Redemptoris Mater – il termine grazia indica la gratuità dell’amore di Dio, un “dono speciale” di Dio che scaturisce dall’eterno amore della Trinità e diventa “germe di santità” in chi lo accoglie (Redemptoris Mater, 8). La pienezza di grazia, continua il Pontefice, “indica tutta l’elargizione soprannaturale, di cui Maria beneficia in relazione al fatto che è stata scelta e destinata ad essere Madre di Cristo” (Redemptoris Mater, 9). In Maria si compie il vertice della donazione


“Dichiariamo, pronunciamo e definiamo che la dottrina, che ritiene che la beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente ed in vista dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, sia stata preservata immune da ogni macchia della colpa originale, è rivelata da Dio e perciò da credersi fermamente e costantemente da tutti i fedeli” (Pio IX, Bolla Ineffabilis Deus, 8 dicembre 1854)

di Dio, in Lei Dio si riflette in tutta la sua infinita bellezza. Per questo viene salutata da Elisabetta come la “benedetta fra le donne” (Lc 1, 42), la Chiesa addita Maria come la più eccelsa tra le creature, colei che “precede di gran lunga tutte le altre creature, celesti e terrestri” (Lumen gentium, 53). Maria è la tota pulchra, l’immagine della nuova umanità. Chiudendo il Concilio Vaticano II, l’8 dicembre 1965, Paolo VI così parlava di Maria: “Immacolata, cioè innocente, cioè stupenda, cioè perfetta, cioè la Donna, la vera donna ideale e reale insieme, la creatura nella quale l’immagine di Dio si rispecchia con limpidezza assoluta”. L’espressione “piena di grazia” (Lc 1,28) mostra che la benedizione che Dio ha riversato su ogni uomo si riferisce a Maria “in misura speciale ed eccezionale”. In Maria si realizza perfettamente quello che è dato ad ogni uomo. In lei si rivela quella grazia che ogni uomo ha ricevuto in proporzione alla sua disponibilità. Giovanni Paolo II accosta il brano nell’annunciazione all’inno agli Efesini (Ef 1, 37) in cui Paolo rivela l’eterno disegno salvifico del Padre. In tal modo pos-

siamo rileggere il mistero e la grandezza di Maria nel contesto del piano salvifico che riguarda tutti gli uomini. L’evangelista non dice che Maria ebbe questo dono fin dal concepimento; ma la fede della Chiesa ha riconosciuto che la Madre del Redentore non poteva in alcun modo essere stata toccata dal peccato. Nelle parole angeliche ella vede l’annuncio che Maria è stata redenta in modo sublime: se ella è piena di grazia significa anche che è senza macchia, il peccato non è mai entrato nel suo cuore! Maria è stata preservata dal peccato per un dono gratuito del Padre.

PER L’ONORE DEL SIGNORE

Questa interpretazione trova ampia conferma nella tradizione patristica. S. Agostino, ad esempio, esclude chiaramente la Vergine Maria dalla condizione di peccatori che accomuna tutti gli uomini: “Della santa Vergine Maria, per l’onore del Signore, non voglio assolutamente che si faccia questione, quando si parla di peccato, poiché come possiamo sapere quale maggiore abbondanza di grazia le sia stata conferita per vincere da ogni parte il peccato, mentre meritò di concepire e partorire colui che

è ben certo non avere alcun peccato” (Sulla natura e sulla grazia, 42). Con il consueto acume teologico il santo vescovo di Ippona non solo prende posizione ma sottolinea anche la motivazione cristologica: “per l’onore del Signore”. È per singolare privilegio, dunque, che Maria è stata preservata dal peccato originale. Colei che doveva dare alla luce l’Innocente, l’A gnello senza macchia, non poteva nemmeno per un istante essere toccata dal peccato. Scrive a questo proposito Giovanni Paolo II: “Sin dal primo istante del suo concepimento, cioè della sua esistenza, Maria appartiene a Cristo […] Perciò, per opera dello Spirito Santo, nell’ordine della grazia, cioè della partecipazione alla natura divina, Maria riceve la vita da colui, al quale ella stessa nell’ordine della generazione terrena, diede la vita come madre” (Redemptoris Mater, 10). Questo singolare privilegio tuttavia non toglie la necessità della redenzione, anzi accentua la libera e gratuita iniziativa di Dio nei confronti di Maria. Essa diventa così l’immagine stessa della grazia: in Lei si celebra il trionfo della totale gratuità dell’amore di Dio. DICEMBRE 2016 INSIEME

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PER UNA COMUNITÀ VIVA, ATTIVA, SOLIDALE

SOSTIENI I SACERDOTI CON LA TUA OFFERTA

Mettiamoci per un istante nei loro panni: a chi appartiene un uomo che si fa prete? Come dovrà vivere se risponde alla vocazione sacerdotale? Cosa dovrà fare nella sua vita per essere credibile? Come si sosterrà? A rispondere ci aiuta Papa Francesco quando afferma che Dio “marchia a fuoco” l’esistenza di ogni sacerdote, “la conquista e la conforma a quella di Gesù Cristo, verità definitiva della sua vita”. Perciò ogni prete, attraverso il proprio ministero sacerdotale, deve annunciare, ascoltare, e fare “comunione”, ovvero saper costruire comunità intorno a Gesù. No a narcisismi ed egoismi. I sacerdoti non sono per se stessi, ma parte del popolo, da servire con fede e carità. A questo punto ecco trovata la risposta alla domanda: al prete chi ci pensa? Né lo Stato né il Vaticano, ma la sua gente. Non sono concessi lussi di nessun genere. Insiste Papa Francesco, quando parla del prete, che nel ministero per sé non chiede nulla che vada oltre il reale bisogno; il suo stile di vita deve essere semplice ed essenziale, sempre disponibile, per presentarsi credibile agli occhi della gente;

egli cammina con il cuore e il passo dei poveri; è reso ricco dalla loro frequentazione. Anche un presbitero, però, mangia, si veste, legge, viaggia, telefona. Il suo stile deve essere sobrio, ma deve poter avere il “tanto-quanto” gli serve per vivere. A quel “tanto-quanto” ci devono pensare gli stessi fedeli, in comunione con il proprio parroco. Strumenti a disposizione? Uno molto importante, che raggiunge tutti i 35mila sacerdoti (compresi quelli anziani e malati), è la donazione destinata all’Istituto Centrale Sostentamento Clero. Il 20 novembre si è chiuso il Giubileo straordinario della Misericordia. Ma se è vero, come è vero, che la comunione è uno dei nomi della misericordia, facciamo la nostra parte: anche sostenere i sacerdoti è un’opera di misericordia. E come ogni altra opera di misericordia, non finisce con il Giubileo. Maria Grazia Bambino biato e nemmeno la sua fiducia nell’uomo è stata scalfita da tanti anni di confronto con il dolore.

Don Giacomo Panizza con alcuni volontari, ha fondato nel 1976 a Lamezia Terme la comunità Progetto Sud, che si oppone al trasferimento in istituti del nord di persone portatrici di handicap. L’entusiasmo e l’empatia di don Giacomo, ha fatto sì che la comunità lavorasse per rendere indipendenti i suoi assistiti, insegnare loro un lavoro, far seguire terapie di riabilitazione, utilizzando anche beni confiscati alla criminalità, che più volte ha minacciato don Giacomo.

Don Alfredo Levis è parroco di Sospirolo e Gron nel bellunese, due paesi ormai lasciati dai giovani e abitati solo da anziani. I parrocchiani di don Alfredo si sentono abbandonati, emarginati, soli e il parroco ha deciso di cambiare la loro condizione: soprattutto d’inverno, quando le strade diventano ghiacciate, va a dire Messa nelle case. E così, la tavola della cucina diventa altare e il parroco legge la Parola di Dio. “Essere prete – dice lui – significa vivere con lo spirito di Gesù e trovarmi in mezzo alla mia gente come ha fatto lui”.

Don Antonio Vitiello nel 1981 ha fondato l’associazione La Tenda nel Rione Sanità di Napoli. Nata per occuparsi del recupero dei tossicodipendenti, si è poi dedicata anche all’accoglienza di persone senza fissa dimora e ha aperto un ambulatorio medico. Dopo tante battaglie, don Antonio non è più un giovane sacerdote, ma il suo sorriso pronto ad accogliere chiunque abbia bisogno, non è cam-

Don Tonino Palmese della diocesi di Napoli, è a fianco delle famiglie vittime della criminalità organizzata, uccise per sbaglio da un killer o in uno scontro tra bande. Si occupa inoltre dei giovani del carcere di Nisida per sensibilizzarli contro la violenza. Aiutato in questo, anche dagli stessi familiari delle vittime di camorra che, accanto ai ragazzi di Nisida, capiscono di avere una possibilità per superare la disperazione.

Scopri le storie dei sacerdoti anche su facebook.com/insiemeaisacerdoti

Con un contributo diretto all’Istituto sostentamento clero della tua diocesi. La lista degli IDSC è su www.insiemeaisacerdoti.it CHI PUÒ FARE L’OFFERTA PER I SACERDOTI? l Con carta di credito CartaSì, chiamando Ognuno di noi. Per se stesso, per una famiglia o un il numero verde CartaSì 800 825 000 o donando on line gruppo parrocchiale. Importante è che il nome del su www.insiemeaisacerdoti.it donatore corrisponda ad una persona fisica.

PER SAPERNE DI PIÙ

COME POSSO DONARE?

l Con

conto corrente postale n. 57803009 intestato a “Istituto centrale sostentamento clero - Erogazioni liberali, via Aurelia 796 00165 Roma” l Con uno dei conti correntiDICEMBRE bancari dedicati INSIEME 2016 alle Offerte, indicati sul sito www.insiemeaisacerdoti.it

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PERCHÉ DONARE L’OFFERTA SE C’È GIÀ L’8XMILLE?

Offerte e 8xmille sono nati insieme. Nel 1984, con l’applicazione degli accordi di revisione del Concordato. L’8xmille oggi è uno strumento ben noto che non costa nulla ai fedeli. Le Offerte invece sono un passo ulteriore nella partecipazione: comportano un piccolo esborso

Nella Chiesa Madre di Augusta padre Palmiro Prisutto celebra il 28 di ogni mese, la Messa per ricordare tutti i morti di cancro, ignorati da molti, chiamandoli nome per nome: bambini, adulti, anziani... Perché quello di Augusta è un eccidio che non risparmia nessuno. Qui si sono installate le più pericolose industrie chimiche che liberano nell’aria e nel mare le loro sostanze tossiche. E quella di don Palmiro è una Messa in difesa della vita, del diritto a diventare adulti e invecchiare nella propria casa. Padre Gaetano Greco, a Roma, è il fondatore di Borgo Amigò, una casa accoglienza alternativa al carcere. Qui, chi ha subito traumi o disagi sociali può cercare di superarli grazie all’aiuto di psicologi, psichiatri, o assistenti sociali. Può continuare gli studi interrotti e intraprendere corsi di formazione, fino ad arrivare a un inserimento lavorativo graduale. La missione della casa è quella di “luogo transito” dove riprendere il cammino per continuare a costruire. E padre Gaetano divide con i suoi ragazzi pasti, studio e tempo libero. in più ma indicano una scelta di vita ecclesiale. Tuttora l’Offerta copre circa il 2% del fabbisogno, e dunque per remunerare i nostri sacerdoti bisogna ancora far riferimento all’8xmille. Ma vale la pena far conoscere le Offerte perché questo dono indica una scelta consapevole di vita ecclesiale. E raggiunge anche i sacerdoti di parrocchie piccole e lontane.

PERCHÉ SI CHIAMANO ANCHE “OFFERTE DEDUCIBILI”?

Perché si possono dedurre dal reddito imponibile nella dichiarazione dei redditi fino a un massimo di 1.032,91 euro l’anno.


VITA ECCLESIALE

Un momento della Celebrazione

Foto Salvatore Alfano

Il 13 novembre si è concluso a livello diocesano il Giubileo della Misericordia. Tanti i pellegrini che hanno scelto di varcare la Porta santa della Cattedrale di San Prisco

Guardare oltre la porta chiusa

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fine Anno Santo sono stati oltre 10 mila i pellegrini, singoli e in gruppi, che hanno deciso di vivere a livello diocesano il Giubileo della Misericordia. In tanti hanno voluto varcare la Porta santa della Cattedrale di San Prisco sia raccolti nella preghiera personale, sia insieme a tanti fratelli che condividono lo stesso cammino di discernimento spirituale e comunitario. Un anno molto proficuo, quindi, che si è concluso con la solenne e al tempo stesso semplice celebrazione del 13 novembre. Intorno all’altare, insieme al vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, si è ritrovata tutta la Chiesa diocesana, a partire dal vescovo emerito, monsignor Gioacchino Illiano, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, tutto il popolo di Dio. Durante l’omelia monsignor Giudice ha ricordato che bisogna guardare oltre la porta chiusa. «Quella porta, cioè Cristo, anche se si chiude il segno, è, rimane e rimarrà aperta, perché una volta per sempre, sull’altare della Croce il Figlio, in obbedienza al Padre, ha donato lo Spirito, per ogni uomo e per l’uomo di sempre», ha detto il Vescovo nell’omelia. «L’Anno Santo, se vissuto bene, non ci lascia l’amaro in bocca – ha continuato mons. Giudice –, ma la certezza che la porta, che è Cristo, si nasconde e si identifica con tante porte, anche rovinate e sgangherate, messe in soffitta, che attendono di essere riprese e restaurate perché ogni uomo è una porta da attraversare o può diventare un muro sul quale sbatte e si infrange il mio orgoglio. Invochiamo lo Spirito Santo che, con brezza leggera o scuotendo con forza, può aprire e lasciare aperte tutte le porte, a cominciare da quella del nostro cuore, che tende sempre a rinchiudersi». Riprendendo l’incontro tra Maria ed Elisabetta, l’augurio del vescovo Giuseppe è stato: «Come Maria, alla scuola del Magnificat, ognuno ridiventi una porta,

aperta, spalancata, accogliente, capace di far risuonare il canto della misericordia e il pianto dei miseri e dei miserabili, in modo da non vivere di nostalgia per la porta che viene chiusa. Solo così l’Anno Santo continuerà nell’Anno Liturgico e ognuno si impegnerà ad essere una porta santa, vita ordinata, testimonianza, martirio». Salvatore D’Angelo

IN VISITA ALLA SUA TERRA

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i concluderà la prossima primavera la Peregrinatio dell’urna contenente le spoglie mortali di sant’Alfonso Maria Fusco. Dopo la festa che ha animato Angri dal 16 ottobre, giorno della Canonizzazione, al 23 ottobre, saranno ora le comunità locali a raccogliersi e pregare intorno al santo sacerdote, fondatore della Congregazione delle suore di San Giovanni Battista. La Peregrinatio è cominciata dalla forania di Angri. Il 12 novembre l’urna è stata accolta dalla parrocchia di Sant’Antonio a Orta Loreto. L’11 dicembre, dopo aver girato tra le comunità di Sant’Egidio, Corbara, Scafati e Angri, l’urna rientrerà nella Casa Madre di via Maddalena Caputo. La Peregrinatio riprenderà a metà febbraio nella forania di Nocera Superiore-Roccapiemonte. Le spoglie saranno accolte dalla parrocchia Maria Santissima di Costantinopoli il 12 febbraio, il 19 saranno a Santa Maria Maggiore, dal 27 nella chiesa di San Michele Arcangelo, dal 5 marzo a San Bartolomeo Apostolo, dal 12 marzo nella parrocchia di San Giovanni Battista di Roccapiemonte per l’intera cittadina.

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VITA ECCLESIALE Francesco Giraldo e mons. Ciro Miniero durante la formazione con i direttori diocesani UCS

La FISC da Mattarella

Fare pastorale e approfondire gli aspetti culturali attraverso il cinema, le opportunità offerte dalle Sale della comunità

FILM PER IMPARARE

«A

moris laetitia. Cinema, teatro e altre idee per raccontare la famiglia nelle sale della comunità» è solo una delle ultime proposte dell’ACEC, l’A ssociazione cattolica esercenti cinema, che raccoglie le Sale della comunità presenti in tutta Italia. Lo scorso 28 ottobre il segretario generale ACEC, Francesco Giraldo, ha incontrato i direttori diocesani degli Uffici comunicazioni sociali della Campania per presentare la realtà delle Sale della comunità, nell’ambito della formazione permanente organizzata dall’Ufficio regionale. Giraldo ha presentato le Sale come strutture multimediali e polivalenti, partendo dagli step che possono portare a una loro costituzione. Si va dall’assecondare le esigenze cinematografiche al servizio della pastorale, con la sottoscrizione di una polizza ombrello che consente di proporre film nelle parrocchie, al circolo del cinema fino alla realizzazione di una vera e propria Sale che, come recita la nota CEI sul tema «non è un modo diverso per indicare la tradizionale sala cinematografica parrocchiale. Esso racchiude la riscoperta di una vocazione propria della comunità ecclesiale, chiamata ad un dialogo franco e aperto nei confronti del mondo e della cultura di oggi». Insomma, la Sale della comunità deve essere luogo di confronto, di partecipazione e di testimonianza. Il segretario generale ACEC ha pure parlato delle opportunità che arriveranno con la nuova legge sul cinema, che consentirà di recuperare fondi per 50 milioni di euro in tre anni da utilizzare per l’apertura di nuovi centri o l’ammodernamento o recupero totale di Sale esistenti. Si apre un mondo, dunque, per le parrocchie che vogliono fare pastorale, fare cultura, attraverso la “settima arte”. Interessante e ricco di spunti il sito internet dell’A ssociazione (www.saledellacomunita.it) dove è possibile trovare percorsi da mettere in atto, ma anche tutte le informazioni sul mondo delle Sale della comunità.

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INSIEME DICEMBRE 2016

La delegazione FISC con il presidente Sergio Mattarella

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etrina al Quirinale per i settimanale cattolici. Lo scorso 8 novembre una delegazione della FISC, la federazione che rappresenta i settimanali cattolici tra cui Insieme, è stata ricevuta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Al Quirinale è stata portata una rassegna delle 191 testate FISC. «Sfogliando con il presidente i giornali che danno voce a tanti territori, che narrano da sempre le vicende di tantissima gente che vive, soffre, opera e si ingegna, una volta di più è stato apprezzato il nostro lavoro accanto alla gente e per la gente. Al presidente abbiamo raccontato tutte le nostre difficoltà, consegna postale a singhiozzo compresa», ha illustrato Francesco Zanotti, presidente nazionale FISC. «Il presidente della Repubblica ci ha fatto comprendere che siamo una ricchezza per il nostro Paese. Un mondo che favorisce il pluralismo e il dialogo e serve a tenere robusto il tessuto sociale. Per noi un compito affascinante ma al tempo stesso difficile, in particolare quando ci viene chiesto di gettare lo sguardo sul futuro, con le sfide cui il Web obbliga tutti. Una nuova frontiera da non temere ma da affrontare consapevoli dei rischi e dei numerosi vantaggi che può portare con sé, come stiamo sperimentando da tempo», ha aggiunto Zanotti.


Foto di gruppo

Esercizi spirituali del clero diocesano. A predicarli mons. Vecchi

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uando Maria di Nazaret, gravida della Parola per opera dello Spirito Santo, aprì la bocca per magnificare il Signore, profetizzò circa il modo ordinario che Egli ha di operare nella storia che è quello di capovolgere le situazioni umane dal male al bene, anzi dal bene apparente a quello reale. Disse, fra l’altro: “et divites dimisit inanes”, i ricchi, quelli che hanno tanto secondo la logica del mondo, li ha rimandati a casa poveri, a mani vuote. L’esperienza degli esercizi annuali per noi sacerdoti consiste proprio nel deporre davanti al Signore ogni falsa sicurezza terrena, ogni autosufficienza, ogni orgoglio del fare, ogni abitudine a mettersi al di sopra degli altri per riscoprire la bellezza, la semplicità e la gioia di un dono: servire e amare perché la Misericordia del Padre, fatta carne in Cristo, un giorno ci ha rag-

giunti nella nostra vita e l’ha cambiata. Tutto qui. Ma occorre tempo, silenzio, ascolto, riflessione e quella preghiera che è mettersi davanti a Lui non tanto per guardarlo ma per essere guardati e crescere nella consapevolezza di un Amore che sta prima di tutto: “in principio”, come direbbe la Sacra Scrittura. Ecco cosa abbiamo fatto anche in questi giorni. Ci ha guidato lo Spirito mediante la parola del predicatore monsignor Ernesto Vecchi, vescovo ausiliare emerito di Bologna, sul tema “la Spiritualità del presbiterio diocesano”: una parola “sgangherata”, come lui stesso l’ha definita, ma che ha spaziato dal magistero “tosto” di papa Francesco a quello vastissimo e profondissimo di Giovanni Paolo II fino a quello profetico e acuto di Paolo VI e Pio XII. Mons. Carmine Citarella

Riscoprire la gioia di un dono

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REDAZIONALE A CURA DELLA PIA UNIONE AMMALATI CRISTO SALVEZZA E DEI PICCOLI DISCEPOLI DELLA CROCE

“Ho sconfitto il mio dolore” «Fare volontariato non è una distrazione, al contrario ha risvegliato in me la capacità di guardare all’essenziale»: la testimonianza di Colomba, aspirante sorella della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza

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a due anni sono un’aspirante sorella della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza. L’entusiasmo dei volontari mi ha conquistato giorno dopo giorno, ho apprezzato molto la loro disponibilità verso un mondo che richiede sacrificio e costanza. Ho partecipato a quasi tutte le attività organizzate dall’associazione: tombolate, serate con gli anziani – persone piene di sensibilità che hanno ancora tanto da insegnare – e feste in piazza con lo scopo di partecipare al viaggio con gli ammalati a Lourdes e al pellegrinaggio al Santuario di San Gerardo. Proprio a Materdomini ho conosciuto la ragazza che mi era stata affidata per quella giornata. Sono rimasta profondamente colpita: era spaesata, impaurita, con occhi pieni di sofferenza. Ci siamo presen-

tate, ho detto ad Antonietta che poteva contare su di me per qualsiasi necessità. Mi ha guardato e poi ha aggiunto: «Lo sai che ho perso mamma da due mesi? Mi sento così sola». La sensazione provata appena l’avevo vista era giusta. Ecco cos’era quel lampo di dolore nei suoi occhi. Io potevo capirla perché ho vissuto lo stesso dolore, le ho ricordato che la mamma l’avrebbe protetta sempre, in ogni luogo e in ogni tempo. Quel giorno Antonietta indossava i suoi pantaloni, un gesto che facevo anch’io con gli abiti di mia madre per sentirne il profumo e ritrovare un pizzico di serenità. Ha passato la giornata aggrappata al mio braccio, alternando momenti di serenità a momenti di sconforto. Alla fine di questa bellissima esperienza mi ha ringraziato, ci siamo ab-

Gli ammalati nel Santuario di San Gerardo Maiella

bracciate promettendo di rivederci presto. Il dono ricevuto. Parlando con Antonietta sono riuscita a guardarmi dentro, ho sconfitto il mio dolore, ho ritrovato un senso di tranquillità: un altro piccolo tassello aggiunto al mio percorso di fede. Al rientro a casa mi sentivo raggiante e con l’animo sereno. Avrei dovuto io ringraziare lei… Fare volontariato non è una distrazione, al contrario ha risvegliato in me la capacità di guardare all’essenziale. E tutte le parole, i sorrisi e gli abbracci che non posso più dare alla mia adorata mamma, potrò regalarli a quanti sono abbandonati e senza speranza. Questa consapevolezza, unita alla tenacia a alla forza di volontà che sento dentro, mi fanno intuire che la strada intrapresa è quella giusta. Colomba Contaldo

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Foto di gruppo della giornata che si è svolta nella parrocchia San Michele Arcangelo a Nocera Superiore

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rova il tempo” è il titolo scelto per il sussidio delle attività invernali di Oratori e Circoli ANSPI per il 2017. Dedicato alla figura di santa Teresa di Calcutta, è uno strumento che offre spunti e suggerimenti per vivere un anno all’insegna della carità e dell’umiltà, tratti fortemente distintivi nell’opera terrena della Santa. Appuntamento ormai consueto, anche quest’anno il Comitato zonale Anspi Nocera-Sarno ha organizzato “la giornata dell’Animatore”: una domenica dedicata all’incontro tra oratori della diocesi, per la formazione degli animatori che vi svolgono servizio. Ispirata e modellata sul tema proposto per l’anno associativo, il 30 ottobre gli animatori hanno provato ad essere per una giornata “delle matite nelle mani di Dio”. La giornata. Il percorso si è svolto utilizzando i linguaggi suggeriti dalle linee guida nazionali “Oratorio 20.20Elle”, per riflettere su alcuni temi poco esplorati nei precedenti anni. Passando per il gioco, è stato sperimentato il dono di sé che avviene attraverso il servizio in oratorio. Il disegno di un proprio progetto di vita, tempestato da alcuni imprevisti, ha invitato gli animatori a riflettere sulla libertà d’essere se stessi (e sulla responsabilità che ne deriva) nonostante il progetto che Dio ha disegnato per ognuno di essi e per ciascuno dei bambini di cui ci si prende cura.

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Costruire una pagina social su Facebook, ha impegnato i gruppi oratori presenti a dare spunti per mettere in pratica la progettualità: mettere in ordine le idee sulle attività che si svolgono è un buon esercizio per far spazio alle idee per proporre nuovi servizi. Un nuovo modo di fare turismo ha rivelato l’importanza delle relazioni personali, soprattutto quando l’altro è percepito come “diverso”: tema molto attuale anche nella nostre realtà oratoriali, chiamate ad accogliere ed integrare persone di altre culture. Gli animatori sono stati chiamati a lottare in prima linea contro i pregiudizi e a portare l’essere oratorio “casa per tutti” anche oltre le mura della parrocchia. L’accoglienza. Il clima piacevole ha riscaldato gli animi rendendo questa una domenica di festa, di condivisione di esperienze e di esercizio per costruire nuove relazioni personali ed interparrocchiali. Un ringraziamento particolare al Comitato all’accoglienza e all’ospitalità della parrocchia San Michele Arcangelo in Nocera Superiore e al suo parroco, don Giuseppe Perano, il cui modello di oratorio è stato decretato fonte di ispirazione e stimolo per tanti animatori che si apprestano ad avviare le attività nelle loro parrocchie.

“Come una matita nelle mani di Dio” Il Comitato zonale Anspi ha organizzato “la giornata dell’Animatore”, una domenica dedicata all’incontro tra oratori della diocesi e alla formazione degli animatori I formatori Anspi


NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

Santa Maria Maddalena in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

San Michele Arcangelo Nocera Superiore

LA FESTA DELL’A CCOGLIENZA

UNA NOTTE D’ADORAZIONE PER HALLOWEEN

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l 9 ottobre scorso, con un invito incoraggiante tratto dall’epistolario di Giacomo, le catechiste ed i collaboratori di p. Massimo Staiano hanno programmato il nuovo Anno liturgico in una domenica “alternativa” trascorsa presso l’Oasi don Mascolo delle Suore Gerardine. Così, per i più piccoli, il tema su cui si è incentrata l’attenzione per l’inizio dell’anno catechistico è stato l’aumento della fede. Aiutati dagli organizzatori, i bambini hanno preparato un cartellone raffigurante un terreno pieno di semi, che devono essere alimentati con la vicinanza al Signore e la comunione con il prossimo. In metà mattinata di domenica 23 ottobre, attraversando il borgo tutti insieme, prima, e riuniti nelle sale parrocchiali, poi, con lo svolgimento di alcuni giochi di squadra e di solidarietà, è stato ben compreso quanto sia prezioso crescere con i fratelli che lo stesso Gesù ci pone affianco. Infine, durante la S. Messa sono stati portati all’altare un cestino contenente sacchetti di semi di lenticchie, che sono stati distribuiti ad ogni bambino a conclusione del momento di preghiera. Livia Rossi

o scorso 31 ottobre si è festeggiato, come da consuetudine, Halloween, una festa che in teoria non dovrebbe interessarci poiché di origine pagana e proveniente da paesi nordici. Si tratta, infatti, dell’acclamazione del Dio della morte che nell’antichità veniva celebrato, nel Nord della Francia, attraverso un falò sul quale venivano bruciati vari sacrifici costituiti da animali, cibo e persone. In molte comunità cattolico-cristiane è nata un’iniziativa per contrastare tutto ciò: un’adorazione che ha caratterizzato questa notte per accogliere invece il giorno della Solennità di tutti i Santi. Tra le parrocchie aderenti, quella di San Michele Arcangelo in Nocera Superiore ha visto la partecipazione di molti giovani che hanno capito l’importanza del dissociarsi da queste mode tutt’altro che sane. Federica Pepe

FOTONOTIZIA

Anche la squadra di calcio, A.S.D. Sant’Egidio Femminile, ha voluto iniziare il campionato affidandosi a Dio. Auguri dalla comunità parrocchiale di Santa Maria Maddalena in Armillis.

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NEWS DALLE PARROCCHIE San Sebastiano Sarno I giovani della Gifra di Scafati a Capaccio

Santa Maria dei Bagni Scafati

L’EUCARESTIA COME CENTRO

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pesso, forse troppo, ci lasciamo trasportare dai vari impegni che abbiamo e finiamo per allontanarci e trascurare le cose più importanti. Anche nella vita parrocchiale a volte succede, presi dalle varie attività finiamo per distrarci dall’obbiettivo principale. Talvolta basta solo trovare un po’ di tempo per fermarci e pensare. Per questo, in vista della Promessa, noi giovani della Gifra di Scafati, il 31 ottobre abbiamo vissuto un ritiro spirituale al santuario del Getsemani di Capaccio. Nel rito della Promessa ci impegniamo ad avere l’Eucaristia come centro e siamo partiti proprio da questo. Dopo un momento introduttivo ci siamo dedicati a un momento di riflessione, meditazione e di liberazione dal peccato con il sacramento della confessione e non sono mancati momenti di fraternità e festa. La giornata si è conclusa con la celebrazione della Messa e con l’obbiettivo di voler cercare sempre il Signore, e dopo averlo trovato, cercarlo ancora. Giusy Cesarano

FOTONOTIZIA Il gruppo di pellegrini, delle parrocchie Santa Maria Maggiore in Nocera Superiore e Sant’Alfonso in Sarno, a Fatima. Il terzo pellegrinaggio intriso di spiritualità e preghiera, accompagnati dalla dolce presenza della Vergine.

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UNA GITA AL MUSEO

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abato 28 ottobre, insieme a don Ciro Zarra, catechisti e alcuni genitori, abbiamo trascorso una mattinata all’insegna della storia locale, accompagnando i nostri fanciulli a visitare il Museo Archeologico della Valle del Sarno, situato presso il settecentesco Palazzo Capua, a pochi metri dalla nostra parrocchia. Questo palazzo prende il nome da una delle più antiche famiglie sarnesi. Dal 2011 è stato adibito a museo e dal 2014 appartiene al Polo museale della Campania. La collezione permanente ospita i reperti provenienti dagli scavi archeologici di Sarno e di alcune città limitrofe. Questo museo è organizzato in un percorso espositivo che parte dalla preistoria e arriva al Medioevo. Sono altresì conservati numerosi arredi e corredi funebri, provenienti dalle necropoli di Sarno, S. Marzano sul Sarno e S. Valentino Torio. Abbiamo ammirato tombe del periodo sannitico, dove sono visibili due pitture funebri su lastre di pietra. Nonostante la lunga durata della visita, dovuta alla possibilità di accesso a gruppi non superiori di dieci persone a turno, abbiamo avuto occasione di apprezzare e rivalutare un periodo della storia e dell’arte della nostra città. Sperando che sia la prima di tante altre esperienze. L’equipe parrocchiale I bambini della parrocchia in gita al Museo Archeologico della Valle del Sarno


La Santa Messa per accogliere le spoglie di sant’Alfonso Maria Fusco presieduta da don Antonio Mancuso

Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

AI PIEDI DI SANT’ALFONSO MARIA FUSCO

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uesto mese di novembre così triste e uggioso ha riservato un tocco di colore alla nostra parrocchia. Abbiamo avuto l’onore di avere le spoglie di sant’Alfonso Maria Fusco, pellegrino nella forania di Angri, ai piedi dell’altare, dal 12 al 16 novembre. Grande festa per la nostra comunità e immensa gioia nei cuori di ognuno di noi. Il Santo è stato accolto in processione con festoni e bandierine e, durante la messa di benvenuto, grazie alle testimonianze delle suore battistine e all’omelia del vicario foraniale don Antonio Mancuso, ci siamo immersi nella vita del Santo, e sulle sue orme abbiamo cercato di dare luce alla nostra vita. Diversi sono stati gli incontri al fine di approfondire miracoli e opere di bene che Egli ha com-

piuto: l’appuntamento con le scuole, con i bambini del catechismo, con i giovani e anche con tutte le famiglie. Le suore battistine ci hanno trasmesso la loro gioia, che non può essere spiegata con le parole, ma che si può leggere soltanto nei loro occhi, quando parlano del loro padre fondatore Alfonso Maria. Prima di consegnare il corpo del Santo alla successiva parrocchia (S.S. Lorenzo e Diodato Martiri), abbiamo vissuto un veglia di preghiera per affidare nelle mani del novello santo tutte le grazie e i desideri che la comunità di Orta Loreto possiede perché, come ci ha ricordato suor Lina Pantano, sant’Alfonso dal cielo continua a fare del bene come ha fatto sulla terra. Dina Grimaldi

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NEWS DALLE PARROCCHIE La parrocchia Sant’Alfredo in Sarno

Maria Immacolata Nocera Inferiore

UNA CHIESA SEMPRE APERTA PER TUTTI

D Sant’Alfredo Sarno

ANNO GIUBILARE

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arà un anno giubilare quello della parrocchia: una preparazione lunga 365 giorni per arrivare pronti alla celebrazione dei cinquant’anni dalla fondazione della chiesa, che ricorre il 24 dicembre 2017. Un percorso che sarà composto da diverse tappe. Tre le proposte: cinque appuntamenti, iniziati lo scorso 7 novembre e che si concluderanno il 6 marzo, in cui relatori con esperienza pastorale affronteranno cinque temi relativi alla bellezza della chiesa, una giornata eucaristica mensile – ogni 24 del mese – con adorazione e confessioni dalle 8.00 alle 23.00 e infine una lectio divina sul Vangelo della domenica, ogni giovedì. Un percorso intenso, per vivere il sogno realizzabile di “una Chiesa irrorata di Vangelo”.

FOTONOTIZIA Si è svolto lunedì 21 novembre, presso la parrocchia Sant’Alfonso di Sarno, un incontro guidato da don Carmine Cialdini sul rito del matrimonio: storia, teologia e liturgia per delle nuove prospettive rituali.

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opo la pausa estiva, ricominciano le attività nella parrocchia Maria Immacolata di Nocera Inferiore. Due gli appuntamenti che hanno visto protagonisti i bambini e i ragazzi dai 6 ai 13 anni. Sabato 22 ottobre, si è svolta nel piazzale parrocchiale la consueta “Festa del Ciao”. Ogni anno, infatti, l’Azione Cattolica Ragazzi festeggia l’inizio dell’anno associativo con un incontro di gioia e di condivisione. Gli ACRrini delle parrocchie Maria Immacolata, Santa Maria del Presepe e San Matteo, guidati dai loro educatori, sono stati introdotti, con il gioco e i canti, al tema dell’anno 2016/2017 “CIRCOndati di gioia”. Sabato 29 ottobre, presso il centro pastorale parrocchiale, invece, si è svolto un Open Day durante il quale ai circa 70 bambini e ragazzi intervenuti sono state presentate le numerose attività che affiancheranno la proposta formativa di Azione Cattolica. Numerosi e vari i laboratori attivati, tutti a titolo gratuito: dal canto alla danza sportiva, dal corso di chitarra a quello di inglese e di teatro, dagli scacchi al calciobalilla e al ping pong e poi ancora cartellonistica, découpage e riciclo creativo. Si svolgeranno tutti i sabato pomeriggio dalle 16.00 alle 19.30, invece una volta al mese spazio al cineforum per grandi e piccini. Laura Della Casa

L’Open Day


Santa Maria delle Grazie Angri

IL BUON SAMARITANO AD ANGRI

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nche la nostra parrocchia ha aperto quest’anno le porte all’associazione onlus Il Buon Samaritano di Nocera Inferiore, con un progetto fortemente voluto da don Ciro Galisi 7 anni fa, quando era parroco di Santa Maria del Presepe. Arrivato da appena un anno nella comunità di Angri, don Ciro ha saputo cogliere in pieno le problematiche della maggior parte delle famiglie del territorio e come il Buon Samaritano, senza perdersi d’animo, si è messo all’opera trovando subito molti seguaci attratti dal suo carisma. Il progetto – accolto con entusiasmo da tutto il consiglio parrocchiale – è rivolto a bambini con disagio socio-economico frequentanti la scuola primaria e intende fornire una qualifica-

ta competenza educativa, anche in situazioni di ritardo e di svantaggio, e un servizio mensa e di educazione al rispetto del cibo e della convivialità. Anche la famiglia è coinvolta assumendosi la responsabilità di condividere con i volontari linee educative comuni. Il progetto, che è iniziato martedì 8 novembre, si svolge tre giorni a settimana (martedì, mercoledì, giovedì) dalle ore 13.30 alle 17.30 per tutto l’anno scolastico 2016/2017. Molti sono i volontari che hanno aderito, dalle mamme ai giovani del gruppo scout Angri 3, fino ai docenti. Tutti uniti per il bene dei piccoli. Maria Russo (web & comunicazioni)

L’inizio delle attività al Buon Samaritano

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LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

AUGURI DI BUON COMPLEANNO

Don Rosario Villani (Maria Immacolata, Nocera Inferiore) ha compiuto 66 anni il primo dicembre; don Michele Fusco (S. Giovanni Battista, Striano) festeggia 68 anni il 18 dicembre; don Carmine Cialdini (S. Alfonso, Sarno) spegne 34 candeline, il 29 dicembre. Il Signore illumini sempre il vostro cammino. Buon compleanno!

BUON ANNIVERSARIO DI ORDINAZIONE PRESBITERALE A:

don Domenico Ambrosi (S. Alfredo, Sarno) e don Vincenzo Di Nardi (S. Maria del Carmine, Pagani), il 7 dicembre; padre Aldo D’Andria (S. Antonio di Padova, Poggiomarino), l’8 dicembre; don Giovanni Orlando (canonico della cattedrale), il 17 dicembre; don Enrico Ascolese (San Giacomo Maggiore Apostolo, San Valentino Torio), il 27 dicembre. Buon anniversario di ordinazione diaconale a: diac. Ivan Cerino, diac. Salvatore Di Prisco, diac. Franco Ferraioli, diac. Gerardo Guastaferro, diac. Luigi Loreto e diac. Vincenzo Vergati, il 26 dicembre. Auguri per un ministero che possa crescere sempre più nella fede e nell’amore.

BUON COMPLEANNO AI REFERENTI

Carmine Giordano (SS. Annunziata, Angri) e Ferdinando Faiella (S. Giovanni Battista, Nocera Superiore) compiono 35 anni rispettivamente il 22 e il 28 dicembre. Auguri di vero cuore dalla redazione di Insieme!

REDAZIONE IN FESTA

Don Silvio Longobardi, direttore editoriale di Insieme, festeggia 56 anni, il 3 dicembre. Che la fede che illumina il suo cammino sia sempre un faro anche per la nostra famiglia editoriale. Buon compleanno!

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AUGURI SPECIALI

Maria Bonfiglio, sostenitrice della nostra rivista, e Anna Alfano, nostra assidua lettrice, festeggiano il compleanno il 6 dicembre; Maria Francesca Savastano, responsabile del cerimoniale per gli eventi diocesani, compie gli anni, il 7 dicembre. Il piccolo Emanuele Zorzoli spegne 4 candeline, il 3 dicembre. Auguri di cuore! Un augurio speciale a padre Pier Luigi Ciocchi per i 50 anni di sacerdozio che festeggerà l’8 dicembre. La comunità di S. Alfredo augura buon anniversario presbiteriale, nel ricordo degli anni vissuti nella parrocchia da vice parroco, per sempre incisi nei cuori dei fedeli. La comunità Auguri a Silvio e Rosaria Ascolese per il quarantesimo anniversario di matrimonio. La comunità di Poggiomarino gioisce con voi e la vostra famiglia.

Un traguardo raggiunto con impegno e costanza: Maria Immacolata Crescenzo (Nocera Inferiore) ha conseguito la laurea in Scienze infermieristiche all’Università "La Sapienza" di Roma. A lei gli auguri di papà Paolo, della mamma Maria Paola Palladino, del fratello Emanuele e del fidanzato Luciano Vastola.


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IN PARROCCHIA a cura di Antonietta Abete

PAGINA A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI L’immagine usata per la copertina è stata scattata la scorsa estate durante il viaggio missionario di don Antonio in Messico, in una missione delle suore Battistine

UN’INIEZIONE DI FIDUCIA PER AFFRONTARE LA GIORNATA

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i rinnova l’appuntamento con il calendario Buongiorno di Gioia atteso da migliaia di persone che ogni giorno scelgono di iniziare la giornata con un’iniezione di fiducia e ottimismo. Per il terzo anno consecutivo, don Antonio Mancuso firma la raccolta dei suoi pensieri mattutini che giunge nelle case di moltissime famiglie dell’Agro e non solo. Il segreto di questo successo è da ricercare nella doppia valenza del messaggio che l’autore lancia: un’iniezione di fiducia unita ad un suggerimento per diventare persone migliori e cristiani coerenti. L’edizione di quest’anno è dedicata ad Alfonso Maria Fusco. Ogni mese saremo accompagnati da una foto del Santo canonizzato lo scorso 16 ottobre da papa Francesco. Un omaggio ad un confratello sacerdote che ha seminato tanto bene nella comunità parrocchiale nella quale don Antonio vive il suo ministero di guida e pastore. Alle spalle della Chiesa della SS. Annunziata ad Angri vide la luce la prima opera di sant’Alfonso, l’Istituto delle Suore di San Giovanni Battista. Le immagini sono anche un’occasione per tenere vivo l’entusiasmo e dif-

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fondere il carisma del sacerdote santo che oggi vive ed opera attraverso le sue figlie spirituali. L’esperienza del Buongiorno di Gioia è cominciata con la rubrica radiofonica che don Antonio conduce su Radio Base, attualmente arricchita dalla presenza di Salvatore e Antonella. Dopo il primo libro che ha raccolto i suoi pensieri quotidiani, don Antonio ha cominciato a diffondere il suo buongiorno anche su Facebook. Tra contatti personali, pagine e gruppi ogni giorno migliaia di persone leggono e condividono il suo messaggio di fiducia. Tre anni fa è arrivata anche l’esperienza del calendario per entrare nelle case di chi non utilizza i mezzi di comunicazione ma desidera iniziare la giornata con una parola buona. Dove trovarlo. Il calendario Buongiorno di Gioia 2017 sarà distribuito ogni domenica di dicembre e durante le festività natalizie nella comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine e SS. Annunziata di Angri. Il ricavato delle offerte sarà devoluto in beneficenza. Carmine Giordano

È IN DISTRIBUZIONE L’EDIZIONE 2017 DEL CALENDARIO BUONGIORNO DI GIOIA FIRMATO DA ANTONIO MANCUSO. IL RICAVATO SARÀ DESTINATO AD UN’OPERA DI BENEFICIENZA

RETTIFICA L’articolo pubblicato sul numero di novembre di Insieme, a cura della comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine e SS. Annunziata, è stato scritto da Antonella Viscardi e non da Antonella Malafronte come erroneamente riportato. La redazione si scusa per l’inesattezza.


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN MICHELE ARCANGELO - NOCERA SUPERIORE Alcuni momenti dell’emozionante incontro

La diversità è una ricchezza

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o scorso 5 novembre, i ragazzi dell’arco di età 9-11 anni dell’oratorio “Francesco Laudato” della parrocchia San Michele Arcangelo hanno avuto l’opportunità di conoscere nuovi amici provenienti da una realtà meno fortunata. I ragazzi della comunità “Scugnizzi in rada” di Cava de’ Tirreni sono stati felici – anche se un po’ intimoriti perché era il primo incontro – di sapere che altri giovani, quasi loro coetanei, avessero piacere ad accoglierli nel luogo in cui si ritrovano ogni sabato per conoscere la parola di Dio attraverso attività e giochi. Tante le emozioni suscitate dal racconto di storie delicate e commoventi. La sfavillante curiosità dei ragazzi dell’oratorio ha fatto da cornice alla giornata. I giovani accolti hanno raccontato di provenire da città diverse: Torre Annunziata, Scampia, Egitto, Mali. Per quello che è stato possibile raccontare, nel rispetto della privacy, i ragazzi hanno avuto l’opportunità di ascoltare l’esperienza di un giovane, proveniente dall’Egitto, che qualche anno fa ha dovuto raggiungere il nostro Paese su un barcone. «Il mio viaggio è durato 40 giorni. Avevamo paura, senza cibo, senza acqua. Il mare era agitato e la barca era piccola per contenerci tutti». «Sei stato molto fortunato, allora!» è stata la risposta un ragazzo della parrocchia. La giornata si è conclusa tra balli e degustazione di dolci offerti dalle mamme.

L’EMOZIONANTE INCONTRO CON LA COMUNITÀ “SCUGNIZZI IN RADA” DI CAVA DE’ TIRRENI. UN’OCCASIONE PREZIOSA PER I RAGAZZI DAI 9 AGLI 11 ANNI DELL’ORATORIO DELLA PARROCCHIA SAN MICHELE ARCANGELO DI NOCERA SUPERIORE “O’ SCARFALIETTO”: LA COMUNITÀ IN SCENA IL 3 DICEMBRE CON LA COMMEDIA DI EDUARDO SCARPETTA La parrocchia di San Michele partecipa alla I Rassegna Teatrale invernale 2016 “In scena stasera”, nell’ambito del progetto comunale “Nuceria 2020”. Il gruppo teatrale della nostra comunità andrà in scena il 3 dicembre. Gli spettacoli si terranno alle ore 20.30, nel salone del Santuario in Piazza Materdomini a Nocera Superiore il 12, 19 e 26 novembre; il 3 e il 17 dicembre.

Trova il tempo per… emozionarti! Questo è il tema sul quale gli educatori stanno lavorando dall’inizio dell’anno oratoriale. Quest’incontro è stato un’occasione preziosa per staccare i ragazzi dal mondo tecnologico e virtuale e aprirli al confronto con emozioni autentiche. Federica Pepe DICEMBRE 2016 INSIEME

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI COORDINATORE REDAZIONE PARROCCHIALE: MICHELE RAIOLA

“Stasera cultura” Alcuni momenti della serata

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h comme se fa’ a da’ turmiento all’anema ca vo’ vula’…”. Queste celeberrime parole della canzone “Cu ‘mme”, scritte da Enzo Gragnaniello e cantate da Roberto Murolo e Mia Martini, hanno costituito il leitmotiv della serata culturale dello scorso 11 novembre che ha avuto per tema “Libertà e felicità nel rapporto uomo-Dio” nell’antica Grecia, a Roma e nell’Antico Testamento. Si è recitato Omero con l’episodio di Odisseo e Calipso e un famoso monologo di Anton Pavlovič Čechov, “Il tabacco fa male” rimaneggiato da Michele Raiola e Renato Rescigno, il declamatore. Bravissimi gli interpreti che hanno stupito il pubblico intervenuto numeroso nonostante il tempo avverso: Alfonso Calandra e Maria Rosaria Bosco (musica e canto), Michele Maiorino, Giovanni Nacchia, Michelangelo Pisciotta e Titti Strino che hanno recitato e drammatizzato l’episodio omerico. E poi i relatori: la professoressa Anna Buonocore e don Giuseppe Pironti. Ha ingentilito le performances canore con i suoi passi di danza Nunzia Manuela Giordano e i suoi allievi del “Theatre District”. La serata è stata magnificamente coordinata da Michele Raiola. “Stasera cultura” si è rivelata una formula vincente che ha ricevuto forti e prolungati applausi dagli spettatori. È già in calendario una replica sullo stesso tema, con interventi diversi il prossimo 28 aprile 2017. La redazione

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GRANDE SUCCESSO PER LA SERATA ORGANIZZATA LO SCORSO 11 NOVEMBRE PRESSO LA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II IN PAGANI. “LIBERTÀ E FELICITÀ NEL RAPPORTO TRA UOMO E DIO” IL TEMA AFFRONTATO

IR-RADIO Si chiama IR-RADIO la web radio parrocchiale, un gioco di parole tra radio e il verbo irradiare, perché l’obiettivo di questa nuova avventura nel mondo della comunicazione è irradiare gioia. Diversi gli appuntamenti in programma e tante le rubriche proposte, dal tema del referendumm del 4 dicembre, il cinema, lo sport, l’attualità. Per seguire i programmi in diretta o riascoltare quelli già andati in onda, basta collegarsi al sito www.spreaker.com/ir-radio Particolare interesse sta riscuotendo la rubrica WAKE UP. Meno di un minuto per cominciare la giornata con una parola positiva. Un messaggio che ci si augura possa cambiare in meglio la giornata di chi lo riceve direttamente sul cellulare tramite whatsapp. È sufficiente scrivere WAKE UP SI al numero 3476962168 per ricevere il buongiorno mattutino.


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DELLE GRAZIE - CASATORI DI SAN VALENTINO TORIO L'apertura della 16esima assemblea parrocchiale

Maggio 2014: i presidenti di Azione Cattolica all'incontro con papa Francesco

Roma, incontro nazionale dei giovanissimi di A.C.

“CONTINUERÒ A SERVIRE L’A ZIONE CATTOLICA” IL PROSSIMO 8 DICEMBRE, NELLA COMUNITÀ SANTA MARIA DELLE GRAZIE A CASATORI, CI SARÀ IL RINNOVO DEL CONSIGLIO PARROCCHIALE DI AZIONE CATTOLICA. L’ESPERIENZA DI GIANFRANCO CASCONE, PRESIDENTE USCENTE AL SUO TERZO MANDATO

Gianfranco Cascone, presidente dell'Azione Cattolica di Casatori insieme a Franco Milano, presidente nazionale di A. C.

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i chiude per me un triennio raffigurato dall’immagine evangelica del Seminatore che “uscì a seminare” e che riprende i tre verbi che ci hanno guidato in questo tempo: rimanere con Gesù, andare per le strade, gioire ed esultare sempre nel Signore. Nel terzo anno insieme, ci siamo impegnati a trasmettere la gioia che nasce dall’incontro con il Signore, per abbracciare sempre più uno stile di comunione. Non possiamo non raccontare la gioia che nasce dall’esperienza associativa come occasione per essere pienamente corresponsabili nella vita della Chiesa, vivendo il carisma della formazione integrale e permanente, e valorizzando le scelte dell’unitarietà e della democraticità, in particolare in occasione del cammino assembleare. L’anno che ci apprestiamo a vivere sarà intenso e particolare. Il nostro itinerario assembleare ci porterà al rinnovo del Consiglio di Azione Cattolica parrocchiale e del Consiglio diocesano. Confesso che al termine di questo triennio da presidente dell’Azione Cattolica, e soprattutto al termine del mio terzo mandato, provo trepidazione e nostalgia. Si chiude un periodo lungo di servizio, anni intensi e meravigliosi durante i quali sono cresciuto e mi sono formato. Tempo in cui la mia vita è cambiata, prima ero

un giovane spensierato, oggi sono padre di due bambini. Desidero ringraziarvi per essermi stato accanto. Grazie di cuore a don Gaetano, nostro assistente diocesano, per aver condiviso gioia e fatica, scelte e passaggi. Grazie a Valeria Fedele, l’amica di sempre che non mi ha mai abbandonato in questo viaggio, consigliandomi e, a volte, anche rimproverandomi. Grazie a Marina Longobardi – è stata la mia educatrice da giovane ma per me lo è ancora – per tutto quello che mi ha trasmesso e continua a donarmi. Grazie a tutti i giovani, miei compagni di avventura, miei sostenitori, mia forza e mio coraggio. Tempo di bilanci. Ho cercato di fare del mio meglio, ho dedicato molte energia all’Acr, settore che ritenevo più debole e bisognoso di cure. Mi sono sforzato di essere un buon anello di congiunzione tra l’associazione parrocchiale e la diocesi, tra la parrocchia e l’associazione. Certamente avrò commesso degli errori. Per qualcuno sono stato troppo morbido con gli educatori, troppo amico dei bambini, troppo debole con il consiglio. Ma io sono una persona pacata e ho cercato di portare questo stile all’interno dell’associazione. Auguro buon cammino a chi prenderà il mio posto. Io continuerò a camminare insieme a voi, al servizio dell’Azione Cattolica. DICEMBRE 2016 INSIEME

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI - NOCERA SUPERIORE IN REDAZIONE GIOVANNI GIORDANO ED ELISA CALIFANO

La formazione dei capi squadriglia DAL 29 AL 31 OTTOBRE LA PARROCCHIA MARIA SS. DI COSTANTINOPOLI HA ACCOLTO A NOCERA SUPERIORE UN EVENTO SCOUT REGIONALE PER CAPI SQUADRIGLIA

Un momento del campo

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a Zona Faito, una delle suddivisioni regionali AGESCI di cui fa parte anche il gruppo scout della parrocchia, ha proposto l’evento sul territorio di Nocera Superiore allo scopo di diffondere e presentare meglio lo scoutismo in città. Che cos’è un campo per capi squadriglia? E, soprattutto, chi è il capo squadriglia? È un ragazzo – o una ragazza – che ha il compito di coordinare ed animare la propria squadriglia (una squadra composta da 6-8 elementi) in ogni momento della vita scout, assumendo la responsabilità del buon funzionamento. Solitamente è scelto, all’inizio dell’anno, dai componenti della squadriglia e riceve poi la nomina ufficiale dal capo reparto durante una cerimonia solenne. In genere, il capo squadriglia è scelto tra chi ha vissuto più anni di scoutismo con grande spirito di responsabilità

e dovrebbe avere buone qualità organizzative e di leadership, per trascinare tutti gli altri nelle attività. Il campo per capo squadriglia è un evento studiato per preparare i futuri capi squadriglia a svolgere questo delicato compito. Durante le tre giornate sono stati affrontati moltissimi argomenti. Quello che ha suscitato maggiore visibilità è stato l’IMPRESA. I capi squadriglia, divisi in più gruppi, hanno elaborato alcune idee per pubblicizzare l’associazione nel quartiere, le hanno tramutate in progetti e realizzate il 30 ottobre davanti alla chiesa. Un alzabandiera, un info point, musica, canti e giochi hanno reso speciale quella domenica: gli scout in uniforme, indaffarati e gioiosi, hanno incuriosito molti bambini. Ci auguriamo di essere coinvolti anche in futuro in eventi regionali che fanno tanto bene alla comunità. Francesco Sessa

IL NUOVO ANNO LITURGICO GLI APPUNTAMENTI PER LA COMUNITÀ PARROCCHIALE

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a vita di preghiera consiste nell’essere abitualmente alla presenza di Dio e in comunione con lui” (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 2565). Prima della Messa quotidiana, la comunità si riunisce abitualmente per la preghiera del Rosario. Con il nuovo Anno Liturgico, le proposte si arricchiscono con l’inserimento di altri momenti di lode e raccoglimento (i dettagli sono riportati nel box). A dicembre inizia anche l’Adorazione Eucaristica quotidiana, dalle 9.30 alle 18.30 – il gio-

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vedì anche dalle 19.30 alle 20.30 – per “intrattenersi con Lui e, chinati sul suo petto come il discepolo prediletto, essere toccati dall’amore infinito del suo cuore.” (Enciclica Ecclesia de Eucharistia, 25). Con l’Avvento ripartono anche le visite alle famiglie con la benedizione delle case, fino a Pentecoste, e i Centri di ascolto della Parola di Dio nei quartieri della parrocchia. Ci auguriamo che questo tempo possa allargare il cuore di ciascuno nello slancio verso Dio e nella carità verso i fratelli. Giovanni Giordano

Le reliquie dei Santi custodite in parrocchia


I piccoli che hanno partecipato alla festa insieme agli animatori

IL VALORE AGGREGATIVO DELLO SPORT

HALLOWEEN? NO! HOLYFEAST!

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n un mondo in cui la cristianità va sempre più scemando, abbiamo il dovere di annunciare a tutti la luce, la gioia e l’amore di Cristo. Per questo motivo, nel giorno di Halloween, considerato da tutti un giorno cupo e tenebroso, gli educatori della parrocchia hanno organizzato “La festa dei Santi”. Un’occasione per insegnare ai bambini che il 31 ottobre si iniziano a festeggiare tutti i Santi. Un cristiano non ha bisogno di travestirsi da fantasma o mostro, al contrario deve conoscere la vita dei Santi ed imi-

tarla, per diventare immacolati come loro. Il pomeriggio è stato allietato da tanta musica e balli, i bambini si sono divertiti giocando e imparando nello stesso tempo la vita dei Santi. Ad aiutare gli educatori sono arrivate anche le ballerine della scuola di danza “La Piramide” che si sono divertite ad insegnare alcuni balli hip hop ai bambini. A fine festa tutti insieme hanno fatto merenda con le torte preparate dalle mamme. La festa non poteva concludersi senza un momento di preghiera presieduto dal parroco. Marina Massa

IL CALENDARIO GLI APPUNTAMENTI DI PREGHIERA QUOTIDIANI, ALLE 18.00, PRIMA DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA Il lunedì, la Corona dei sette dolori di Maria Addolorata Il martedì, la Preghiera allo Spirito Santo Il mercoledì, la Coroncina alla Divina Misericordia Il giovedì, il Rosario Eucaristico prima della Messa e il Santo Rosario meditato dopo la Messa, l’ultimo giovedì del mese la Lectio Divina. Il venerdì, la Coroncina al Sacro Cuore di Gesù Il sabato, il Sacro Manto a San Giuseppe La domenica, il Santo Rosario

TRA MILLE DIFFICOLTÀ CREATE DAL MAL TEMPO SI È CONCLUSA LA QUARTA EDIZIONE DEL TORNEO PARROCCHIALE DI CALCIO A 5

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i è conclusa la quarta edizione del torneo parrocchiale di calcio a 5 a cui partecipano i vari gruppi presenti in comunità, con l’obiettivo di creare un momento di comunione fraterna. Quest’anno le numerose difficoltà legate al mal tempo e le piogge continue hanno reso inagibile il campetto dell’oratorio parrocchiale, rendendo impossibile disputare le partite con regolarità, come da calendario. L’amicizia, la sana competizione e la voglia di stare insieme hanno permesso di disputare comunque alcune partite, decretando un vincitore. Ad ogni squadra è stato regalato un trofeo in segno di fraternità. L’augurio di tutti i ragazzi e i bambini è che il campetto dell’oratorio possa essere ristrutturato al più presto, consentendo di svolgere le diverse attività sia d’estate che d’inverno. Michele Senatore

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO

LO SCORSO QUATTRO NOVEMBRE, POGGIOMARINO HA FESTEGGIATO IL BICENTENARIO DELLA FONDAZIONE DELL’ORDINE DEI PADRI STIMMATINI

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l Bicentenario della fondazione dell’ordine dei Padri Stimmatini è stato l’incontro dell’anno per la comunità di Poggiomarino: il 4 novembre tutte le attività parrocchiali sono state sospese. Duecento anni in missione e un posto da leone in Italia per la città di Poggiomarino e la parrocchia Sant’Antonio di Padova. La festa si è svolta di sera nel complesso dei Santi Sposi, dopo una giornata di riflessioni secondo “le direttive” del fondatore. Il superiore delegato della provincia del Sud, don Fulvio Procino, ha guidato un confronto con l’intera comunità: un momento di storia e spiritualità, con lo sguardo rivolto al futuro, a cui ha partecipato anche il sindaco Leo Annunziata. Al termine della serata non poteva mancare il taglio della torta, anzi di due torte, ognuna con le candeline e l’immagine di San Gaspare. Agli Stimmatini sono giunti gli auguri delle suore di Santa Giovanna Antida con le quali condividono a Poggiomarino l’azione di evangelizzazione: «I Santi fondatori della nostra realtà parrocchiale si rincorrono: don Gaspare come santa Giovanna Antida, hanno vissuto la stessa esperienza della rivoluzione francese e, proprio in quel contesto, hanno capito cosa Dio volesse da loro. Poggiomarino è un paese fortunato perché due sono le realtà religiose presenti, i Padri Stimmatini e le Suore della Carità. Un augurio tutto speciale ai nostri padri affinché il Signore rafforzi in loro il fervore e l’entusiasmo missionario per annunciare a tutti che Cristo è veramente Risorto».

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Il taglio della torta

Duecento anni di entusiasmo missionario Agostino Orefice insieme a Carmela Tortora, presidente diocesana di Azione Cattolica

SI SCRIVE AZIONE CATTOLICA, SI LEGGE ROSA VELARDO INTITOLATA A ROSA VELARDO L’AZIONE CATTOLICA DELLA PARROCCHIA DI POGGIOMARINO

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n uno stile di grande semplicità, una domenica sera, durante la celebrazione eucaristica nella chiesa di Sant’Antonio di Padova, è avvenuto un evento epocale per l’Azione Cattolica di Poggiomarino: l’intitolazione dell’associazione alla sua fondatrice, Rosa Velardo. Fulgido esempio di fraternità e di amore, verso Dio e il prossimo, nacque a Poggiomarino il 23 ottobre 1912. Nel 1928 fece sorgere la Gioventù femminile di Azione Cattolica e successivamente altri rami dell’associazione. Nel 1942, coinvolgendo un gruppo di adolescenti e un universitario di San Marzano sul Sarno, nacque anche la Gioventù maschile di Azione Cattolica. Rosa Velardo è stata un’instancabile testimone di Cristo anche in ambito sociale e politico. Commosso fino alle lacrime Agostino Orefice, presidente parrocchiale dell’Azione Cattolica durante la benedizione dello stendardo e la lettura della pergamena di intitolazione. Gioia grande per tutta la comunità e un invito a far risplendere questa eroica testimonianza di santità.


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA - CICALESI COORDINATORE DI REDAZIONE FRANCESCO COPPOLA

“IO SONO CON VOI TUTTI I GIORNI” LA CONCLUSIONE DEL VANGELO DI MATTEO ACCOMPAGNERÀ IL CAMMINO DELLA COMUNITÀ SAN GIOVANNI BATTISTA IN CICALESI NEL NUOVO ANNO LITURGICO

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Il Cristo risorto custodito nella parrocchia San Giovanni Battista a Nocera Inferiore

er ogni anno liturgico, la nostra comunità sceglie un passo del Vangelo che dia un filo conduttore a tutte le attività parrocchiali. L’anno scorso ci siamo soffermati sulla Parola che Gesù disse a Zaccheo: “Oggi devo fermarmi a casa tua” (Luca 19,5). Quest’anno siamo nell’anno A e quindi la domenica leggeremo il Vangelo di Matteo. Durante uno dei nostri incontri comunitari di formazione e preghiera, lo Spirito Santo ci ha suggerito di scegliere la conclusione del Vangelo di Matteo: “Io sono con voi tutti i giorni” (Mt 28,20b). Gesù risorto invia i suoi Apostoli in tutto il mondo e assicura loro la sua vicinanza, fino alla fine dei tempi. In questo anno cercheremo di riscoprire in che modo Gesù risorto è sempre con noi a partire dalla sua presenza nella celebrazione comunitaria della domenica e nello scorrere dell’Anno Liturgico, come suggerito negli orientamenti pastorali del nostro Vescovo. La Resurrezione e la presenza reale e costante del Signore sono temi fondamentali per la nostra fede, mai abbastanza approfonditi. Il tema scelto ci aiuterà a camminare insieme sulla via che il Signore ci indica.

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI

L’altare con il Santissimo Sacramento

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er la conclusione dell’Anno Liturgico, nella nostra parrocchia, si rinnova un appuntamento molto speciale. Ogni anno infatti la nostra comunità parrocchiale si prepara a celebrare la solennità di Cristo Re – e con essa la conclusione dell’Anno Liturgico – con le Sante Quarantore. Si tratta dell’esposizione solenne e prolungata del Santissimo Sacramento per quattro giorni, durante i quali i fedeli possono adorare Gesù vivo e realmente presente, con il Suo Santissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità, nell’Eucaristia. Un’occasione speciale per sostare alla presenza del Signore che sempre ci attende ed è pronto ad accoglierci, a consolare i nostri cuori e ad effondere su di noi le sue grazie. Ad aprire quest’adorazione prolungata, nella mattina di giovedì 17 novembre, c’è stata una Celebrazione eucaristica, al termine della quale ha avuto poi inizio l’esposizione solenne del Santissimo Sacramento che è proseguita per tutto il giorno, fino alla celebrazione vespertina, nella quale i fedeli hanno potuto ricevere la Benedizione Eucaristica. L’adorazione è proseguita poi anche nei giorni di venerdì, sabato e domenica pomeriggio. I momenti di adorazione silenziosa e personale si sono alternati a momenti di adorazione comunitaria; nel pomeriggio è stato recitato, in forma comunitaria, il Santo Rosario Eucaristico. Ogni sera la celebrazione della Messa vespertina è stata accompagnata da una riflessione sulla Parola di Dio proclamata, arricchita anche dalle rifles-

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sioni di alcuni santi, tra i quali sant’Alfonso Maria de Liguori, sull’importanza dell’Eucaristia. Un tempo favorevole. Una celebrazione solenne ha scandito la conclusione delle Quarantore, domenica 20 novembre, al termine della quale i fedeli hanno ricevuto la solenne benedizione eucaristica. Abbiamo vissuto un tempo di grazia - tempo favorevole - nel quale ognuno ha potuto sperimentare la presenza amorevole di Gesù, attingendo direttamente alla fonte del suo amore. Ciascuno ha potuto fissare il proprio sguardo su Gesù per effondere verso di Lui tutta la propria lode e adorazione. Nell’adorare Gesù, presente nell’Eucaristia, infatti, noi Cristiani lo riconosciamo come unico Signore e centro della nostra vita; gli apriamo il nostro cuore affinché Egli possa illuminare e rischiarare il nostro cammino. Quest’anno la conclusione dell’anno liturgico ha segnato anche la conclusione del Giubileo Straordinario della Misericordia, indetto da papa Francesco. A Roma la Solennità di Cristo Re ha coinciso, infatti, con la chiusura della Porta santa. Ovviamente si è trattato di una chiusura solo simbolica. Il cuore misericordioso di Dio non sarà mai chiuso di fronte alla miseria dell’uomo peccatore. Animati da questa consapevolezza ci proiettiamo nel nuovo tempo che verrà, pronti ad accogliere gli insegnamenti del Maestro e a camminare con Lui sulle strade che Egli stesso ci indicherà. Anna Petrosino

Davanti a Te PER LA CONCLUSIONE DELL’ANNO LITURGICO LA COMUNITÀ SANTA MARIA DEL CARMINE DI PAGANI HA VISSUTO LE SANTE QUARANTORE: UN TEMPO DI GRAZIA E DI CONSOLAZIONE

L’Ostensorio


LE SUORE FRANCESCANE DI SANT’ANTONIO: LA STORIA di p. Paolo Saturno

Madre Rita Fiore

Il governo di madre Rita Fiore Le decisioni assunte dal consiglio nelle sedute del 26 agosto e del 10 settembre 1949

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a quarta seduta del nuovo governo generalizio di madre Rita Fiore porta la data del 26 agosto 1949. Tante le decisioni assunte: si delibera di sostituire il confessore ordinario di Casa Madre, padre Giacomo Ricciardelli, “che ha terminato le sue facoltà”, con il Superiore Provinciale dei Francescani, padre Teodoro Muriando al quale bisogna comunicare la richiesta.

prima professione religiosa le novizie suor Genoveffa Serpico, suor Carmelita Urti, suor Pia Farina, suor Aurelia Rega, suor Modestina Barbato, suor Claudia Di Notte mentre si rimanda a casa, per motivi di salute, Michelina Vertucci. Sono ammesse alla vestizione religiosa Antonietta Daniele, Anna Diomiaiuti, Giovannina Aristide, Luchina Duilio, Contaldo Maddalena, Carmelina Calabrese.

Si stabilisce di nominare due nuove Superiore: madre Celeste Esposito sostituirà madre Fedele Primiano a Vatolla, in provincia di Salerno, mentre a Larino, in provincia di Campobasso madre Elisa Tonelli prenderà il posto di madre Agnese Russo. Si decide inoltre di richiamare da Larino alla casa di Napoli la suora cuciniera, Paolina Borzacchiello, affetta da dolori artritici e sostituirla con la consorella suor Gemma Bove.

Constatata l’esigenza di dotare la casa di servizi igienici presso i locali di ricevimento e di una scala interna per il disimpegno dei servizi di comunità, si decide di affidare l’incarico all’ing. Formicola di redigere un preventivo di spesa. I costi saranno sostenuti attingendo alla rendita dei titoli dell’Istituto.

Sentita la positiva relazione della Maestra delle Novizie, madre Veronica Esposito, si ammettono alla

Fuori dall’ordine del giorno, si stabilisce di vendere per l’importo di £. 1.200.000, due appartamenti che si trovano a Crotone a Giuseppe Carrelli che ne ha fatto richiesta, perché il Governo Generale non è in grado di aderire alle richieste degli inquilini. Con la

somma ricavata dalla vendita, il Governo potrà restituire un prestito di £ 600.000 alle case di Pagani, saldare le competenze per il rogito della compravendita della proprietà Sellitti in Nocera Inferiore, pari a lire 581.000, al notaio Cesare Greco, pagare la tassa erariale all’Ufficio di Crotone di £. 120.000. 10 settembre 1949. Nel quinto consiglio del 10 settembre 1949 si ratifica quanto deciso nella seduta precedente (la vendita dei due appartamenti di Crotone, la restituzione del prestito alle case di Pagani, il pagamento di lire 120.000 all’Erario di Crotone e lire 581.000 al notaio Greco. Due i nuovi atti: si dà comunicazione di quanto scritto dalla Sacra Congregazione dei Religiosi che permette l’acquisto del terreno di proprietà della parrocchia di San Matteo in Quisisana per l’erigendo ospizio di Santa Rita e la nomina di madre Celeste Esposito Superiora di Grumo Nevano, in provincia di Napoli, anziché di Vatolla, nel salernitano.

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CULTURA ARTE... RISCHI

di don Natalino Gentile

Scarabattole e carabattole

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l termine può sembrare dispregiativo, specie se associato alle carabattole che indicano cose di poco conto e di nessun valore. Ma non è così. Normalmente si indica una vetrina o teca o contenitore, in legno e vetro (le famose lastre), per l’esposizione di soggetti sacri o composizioni complesse, facendone una vera e propria scatola prospettica dipinta. A volte sono delle vere opere di ebanisti, di intagliatori e decoratori esperti. Gli esempi non mancano nelle nostre chiese. Anche perché è il sistema più semplice per proteggere le immagini sacre dalla polvere e da altri agenti corrosivi. L’arte si sviluppa lungo i secoli ed il ‘700 è stata l’epoca d’oro. Questi esemplari vanno dalla forma più semplice alla più elaborata. Così abbiamo conservato Immacolate, Addolorate, Calvari, Ecce homo, Natività, Presepi completi… Ma quante statue sono finite in soffitta o in cantina e i contenitori lasciati a marcire all’umido e all’oscuro, come pezzi di legno da bruciare o venduti ai rigattieri per un mobile moderno? L’arte è arte, sempre, soprattutto se pensiamo al suo significato liturgico e al valore umano. Perché va oltre il tempo e supera quello della nostra esistenza. L’arte come l’eternità.

APPUNTAMENTI CULTURALI a cura di Martina Nacchio

DA SEGNARE IN AGENDA PER IL PERIODO NATALIZIO Visita al Castello Fienga: sarà aperto ai visitatori durante tutto il periodo natalizio, dal 10 dicembre al 4 gennaio sarà possibile effettuare un giro nel castello su prenotazione negli orari 9.00-13.00 e 15.00-18.00. Un’occasione d’oro per visitare un bene culturale prezioso del nostro territorio nel pieno dell’atmosfera natalizia. Mostra d’arte “Floriano Pepe”: si terrà il 7 dicembre la VII edizione dell'evento promosso dall’associazione omonima dedicata all’illustre pittore paganese, autore di numerose opere in città. L’esposizione pittorica aperta al pubblico sarà allocata presso la pinacoteca Tommaso Fusco dell’auditorium Sant’Alfonso Maria de Liguori. La mostra, che avrà inizio alle ore 20.00, terminerà con una premiazione finale dell’artista più meritevole. Mostra d’arte RAW MATERIALS: si terrà presso il Castello Doria ad Angri la mostra interdisciplinare che ha come sottotitolo Laboratorio Angri. Vedrà presenti artisti del territorio con opere fotografiche, pittoriche e scultoree. L'inaugurazione si terrà il 22 dicembre e la mostra sarà visitabile fino al 6 gennaio. È natale! Tempo di mercatini e di passeggiate illuminate da decorazioni e luminarie di festa. Ecco gli eventi previsti per le città di Pagani e Nocera: il comune di Nocera Inferiore dal 10 dicembre al 4 gennaio si veste a festa con mercatini di Natale composti da 41 casette e suggestive video proiezioni in 3D sulla facciata comunale; mercatini di Natale anche nella villa comunale di Pagani. Nella città di sant’Alfonso sono previsti anche concerti all’aperto e i tradizionali “Cortili della memoria”.

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L'ANGOLO DELLE RECENSIONI a cura di Mariarosaria Petti

L’arte di essere fragili Autore: Alessandro D’Avenia Editrice Mondadori Prezzo: € 19.00

Esiste una ricetta per la felicità? Per Alessandro D’Avenia è nascosta tra le pagine di un insospettabile maestro della gioia quotidiana: Giacomo Leopardi. Tutt’altro che pessimista e sfortunato, il poeta recanatese può essere un prezioso riferimento per lo smarrimento degli adolescenti di oggi. Il libro è già primo in classifica, dopo soltanto due settimane dall’uscita e nei principali teatri del Paese sarà messo in scena – con ingresso gratuito – come “racconto teatrale”.

La custode del silenzio Autore: Antonella Lumini e Paolo Rodari Editore: Einaudi Prezzo: € 15.00

Il silenzio è una conquista che faticosamente si può raggiungere anche nel caos dei ritmi quotidiani. Lo sa bene Antonella Lumini, eremita nel cuore di Firenze. Al mattino lavora alla Biblioteca Nazionale Centrale, ma appena varca la soglia della sua casa s’immerge nel silenzio e guida in questo cammino le tante persone che bussano alla sua porta. Paolo Rodari, giornalista di La Repubblica, l’ha incontrata e ha visitato la pustinia, il suo deserto privato, restituendo al lettore la biografia della donna e le coordinate per seguirne l’esempio.

I TESORI DEL MUSEO DIOCESANO di Salvatore Alfano

IN QUESTA RUBRICA, OGNI MESE, PRESENTEREMO GLI OGGETTI CUSTODITI NEL MUSEO DIOCESANO. OPERE D’ARTE POSTE DAVANTI ALL’OBIETTIVO FOTOGRAFICO PER CATTURARNE TUTTO LO SPLENDORE

Foto Salvatore Alfano

Il museo diocesano “San Prisco” custodisce oggetti ed opere d’arte di diverso genere e rara bellezza: dalle manifatture del miglior artigianato napoletano degli ori e degli argenti alle lavorazioni in cartapesta, fino ad arrivare ad una quadreria di grande importanza storico artistica. Questo mese presentiamo ai nostri lettori una croce pettorale del ‘700, un oggetto di ottima fattura, in argento e pietre dure (ametista). È arricchita da un piccolo reliquiario, inserito dietro la pietra centrale. Il museo è aperto al pubblico ogni lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.30 alle 12.30.

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di Peppe Iannicelli

MISERIA E NOBILTÀ

CANI MOLESTI. PATENTE PER I PADRONI SCOSTUMATI IN SVIZZERA E IN AUSTRALIA È NECESSARIO FREQUENTARE DEI CORSI PRIMA DI ADOTTARE UN ANIMALE DOMESTICO, PERCHÉ PER AVERE UN BUON CANE BISOGNA PRIMA ESSERE BRAVI PADRONI

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ue cani feroci hanno sbranato nelle campagne di Battipaglia, il loro padrone. In Sicilia la vittima è stata un neonato che gli incoscienti genitori avevano lasciato solo con un pericoloso quadrupede. Episodi drammatici di cronaca che dimostrano l’insano rapporto che talvolta s’instaura tra cani e padroni incapaci ed incoscienti. Il cane è lo specchio del padrone. Se è aggressivo e sporco la colpa è del suo padrone altrettanto sporco ed aggressivo. Una patente, ci vuole, per i padroni di cani. Questo l’unico rimedio possibile contro le prevaricazioni che gli amici a quattro zampe – o meglio i loro scellerati padroni – c’impongono quotidianamente. Nell’ordinata Svizzera e nella moderna Australia chi voglia acquistare un animale domestico ha l’obbligo di frequentare dei corsi nei quali gli viene spiegato come “condurre” (è il termine che usa anche il codice civile italiano) la creatura della quale si assume la responsabilità. Durante i corsi s’insegna agli aspiranti proprietari cosa far mangiare ai propri cuccioli, come tutelarne la sa-

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lute, come addestrarli affinché non procurino fastidio agli altri esseri umani. In Italia invece si può acquistare un colibrì o un boa senza nessuna particolare formalità. Le conseguenze sono devastanti per i malcapitati animali e per gli umani che gli finiscono a tiro. Cuccioli svezzati a cioccolatini che rischiano ogni giorno il diabete, cani giganteschi in ascensore, abbaiamenti inconsulti che ti fanno sussultare se fossi distratto, feci evacuate dovunque, museruole e guinzagli sconosciuti in luogo pubblico, quadrupedi che scorrazzano per supermercati, ristoranti, chiese, treni, animali abbandonati per strada quando il “giocattolo” è diventato troppo complicato da gestire. Ma la colpa non è del cane che fa il cane. La colpa è dei padroni che essendo loro incivili fanno diventare incivili anche i loro animali. Ed allora ben venga la patente per i proprietari di cani ed animali domestici. Una patente a punti, soggetta a verifica periodica perché la bestia (a quattro zampe) merita rispetto e tutela contro i padroni che vogliano rovinargli la vita e rovinarla anche al prossimo.


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