Insieme - Aprile 2012

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insieme mensile di attualità e cultura dell’Agro

Anno VII - n. 4 Aprile 2012 € 2,00

STORIE DI RESURREZIONE Gente che crede nel Vangelo ALZATI, rivestiti di luce! Il Vescovo Giuseppe scrive agli adolescenti per riannodare il filo della fede

Santa Pasqua 2012

Diocesi di Nocera Inferiore - Sarno

Pasqua 2012, il Vescovo scrive agli adolescenti




Sommario Sommario Sommario

Sommario

Sommario Sommario Sommario

Foto di copertina Salvatore Alfano

Sommario Sommario Sommario Sommario Sommario aprile 2012 Sommario Editoriale

News dalle parrocchie

05 La vita, una splendida avventura

Cultura

39 Notizie dalle parrocchie

58 Libri, storia e arte

di Silvio Longobardi

a cura della Redazione

La bacheca

L’ABC della fede 06 Risponde mons. Giudice

a cura di Sofia Russo

45 Pagine parrocchiali

20 Notizie dall’Agro-nocerino a cura di Salvatore D’Angelo

Le parole della crisi 62 Il potere di un sorriso di Peppe Iannicelli

a cura di Antonietta Abete

07 Più vivo che mai, anzi risorto

28 L’ombra di Pietro

08 La grazia della conversione

Il Pane della Domenica 34 Dalla II alla IV domenica di Pasqua a cura di Mons. Giudice

Direttore Responsabile Andrea Annunziata

a cura dell’avv. G. Severino

PRIMO PIANO

Vita ecclesiale

Editore Associazione Editrice Insieme Luciano Vastola (presidente)

61 Il legale risponde

a cura della Redazione

Vita nell’Agro

Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

di Carmine Giordano

54 Uffici diocesani e associazioni

a cura della Redazione

Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006. Iscritto al R.O.C. n. 14248 dal 28/07/06.

60 Congregazione Suore di S. Giovanni Battista

In diocesi

16 Premio Euanghelion 2012

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale nocerino-sarnese

di Carolina Rossi

In parrocchia

Speciale

insieme

59 Spazio consulenza

a cura della Redazione

Spazio Scuola 15 La ricerca dell’informazione

Le rubriche

44 I nostri auguri

10 “Voglio strillare il suo nome” 11 A Messa tutti i giorni 12 Le pulizie dell’anima 13 La rettitudine della quotidianità

Direttore Editoriale Silvio Longobardi Redazione Salvatore D’Angelo, Mariangela Giudice Mariarosaria Petti e Carmine Giordano Coordinatrice Antonietta Abete Segreteria di redazione Maria Luisa Franco Marketing Sofia Russo Amministrazione don Gaetano Ferraioli Hanno collaborato

Mons. Giuseppe Giudice, Carolina Rossi, Sofia Russo, Giovanni Severino, Peppe Iannicelli, Maria Ermelinda Di Lieto, Paolo Saturno, Giovanni Battista Esposito, Achille Benigno, Mariano Rotondo, Guido Caringi, Salvatore prof. D’Angelo, Mario Giordano, Carlo Atta-

nasio, Elena Carrara, Gaetano Ferraioli, Valeria Fedele, don Natalino Gentile, Gabriella Calenda, Donatella Salvati

Amministrazione Via Adriana, 18 - 84012 Angri (SA) Tel/Fax 081 5134504 redazioneinsieme@alice.it Fotografia Le foto, salvo diversa indicazione, sono dell’Archivio Insieme Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano Stampa Grafica Metelliana s.p.a. - Cava de’ Tirreni (SA) Abbonamenti € 15,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 18,00 ordinario con ritito in edicola € 20,00 ordinario con ritiro postale € 25,00 sostenitore

€ 50,00 benefattore MODALITÀ DI PAGAMENTO c.c.p. 77164507 intestato ad Editrice Insieme, via Adriana 18, 84012 Angri (SA) Questo numero è stato chiuso in redazione martedì 27 marzo 2012 “Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: “Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione”. La pubblicazione degli scritti è subordinata all’insindacabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti”.


EDITORIALE di Silvio Longobardi

La vita, una splendida avventura emergere mai e di restare sommerso se non incontrano adulti che hanno e danno fiducia. Adulti che aiutano i giovani a prendere coscienza di avere una ricchezza interiore e ad acquisire una fiducia che non diventa presunzione ma genera il desiderio di vivere da protagonisti, donando agli altri gratuitamente quello che ciascuno gratuitamente ha ricevuto.

“Q

uali sono le tue paure?”. Ho chiesto ad una ragazza che attraversa la difficile età di mezzo. La paura della morte, mi ha risposto. Parole sofferte che svelano una precisa situazione familiare. Quante altre paure si annidano nel cuore, soprattutto in quel periodo della vita in cui la persona matura e acquista una sua precisa identità. “Il brutto della vita è che non ci sono istruzioni per l’uso. Tu le segui, e se il cellulare non funziona, c’è la garanzia. Lo riporti indietro e te ne danno uno nuovo. Con la vita no, se non funziona non te la danno indietro nuova, ti devi tenere quella che hai, usata, sporca e mal funzionante”. Così ragiona Leo, il protagonista di Bianca come il latte, rossa come il sangue, il primo romanzo di Alessandro D’Avenia. È confuso, non sa cosa fare, ha paura di sbagliare. La mamma gli legge nel cuore e lo provoca con domande precise. E risponde così ad una sua domanda: “Le verità più importanti sono nascoste, ma questo non vuol dire che non esistono. Sono solo più difficili da scovare”. I nostri giovani sono come i pozzi del Burkina Faso, a volte dobbiamo scavare molto per raccogliere l’acqua. Ma dobbiamo farlo con la certezza di trovarla. Hanno risorse nascoste, desideri buoni. Ma tutto questo rischia di non

I giovani hanno bisogno di adulti che non dimenticano di essere stati giovani e gli errori che hanno commesso; che non intendono rubare la libertà e i sogni che i giovani custodiscono gelosamente nel sacrario della loro coscienza; che s’impegnano a dare ai giovani quella parte di responsabilità che li fa crescere e diventare protagonisti in ogni ambito della vita, sociale ed ecclesiale. Adulti che non fanno concorrenza ai giovani e non pretendono di ritornare giovani. Ma sentono la responsabilità di consegnare loro una sapienza acquisita con gli anni e con gli errori. Dobbiamo ricordare ai giovani che la vita non è una passeggiata. Per nessuno. Che gusto c’è ad ottenere la vittoria senza combattere. Anche l’amore si conquista con fatica e non senza pagare un prezzo. Con la stessa parola – passione – che abbiamo usato nella settimana santa il vocabolario italiano indica sia l’emozione che travolge il cuore che l’esperienza del soffrire. Ai giovani dobbiamo dire: vivi la vita, quella che hai. Non ce n’è un’altra. Vivi oggi. Ama e non aver paura di soffrire. Nonostante tutto la vita rimane ancora una splendida avventura, quello che rende più bello l’universo. I giovani hanno bisogno di adulti che sanno testimoniare la speranza che nasce dalla fede. “Io sono con voi”, ha detto Gesù. Sono le ultime parole che registra il Vangelo, come un sigillo su tutto quello che verrà. Dobbiamo ripartire da questa certezza, così spesso dimenticata quando ci troviamo dinanzi a problemi più grandi noi. Pasqua è la porta del futuro, la prima pagina di una storia tutta da costruire. Icona della giovinezza, ai sogni spesso ingenui ma carichi di vita, agli slanci sinceri che spesso s’intrecciano con cadute repentine. I giovani sono il nostro futuro. Non dobbiamo coccolarli ma accompagnarli perché imparino a prendere in mano le redini della vita, la propria e quella degli altri.

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L’ABC DELLA FEDE risponde mons. Giuseppe Giudice

È Risorto Mons. Giudice parla della resurrezione di Cristo. «È Risorto - scrive -, me lo dice la primavera, che impazzisce dopo ogni inverno. Me lo dice l’alba, che sorge dopo ogni notte» Eccellenza, risorgeremo? Angela Sono certo, perché già ne vedo i segni ogni giorno. Ho detto al mio amico: penso di sì; credo di sì; spero di sì. Me lo dice la primavera, che impazzisce dopo ogni inverno. Me lo dice l’alba, che sorge dopo ogni notte. Me lo dice il sorriso del bambino dopo il pianto. Me lo dice l’arcobaleno dopo ogni tempesta. Me lo dice quella ferita sul corpo che si è rimarginata. Me lo dice quella coppia, che si è rimessa insieme dopo un tempo di burrasca. Me lo dicono quei due giovani innamorati, che, nonostante tutto, hanno deciso di sposarsi in Chiesa. Me lo dice quell’uomo che, uscito dalle carceri, ha ripreso con fatica il suo lavoro. Me lo dicono l’alternarsi delle stagioni. Me lo dice quella vecchietta che prega, nonostante gli anni, le privazioni e gli acciacchi. Me lo dice quella donna che è nella gioia dopo il parto.

Me lo dice quella famiglia che ha accolto un bambino che viene da lontano. Me lo dice la stupenda celebrazione della Veglia Pasquale, che è un cammino dalle tenebre alla luce. Me lo dice quella spiga, frutto di un seme marcito. Me lo dice il mio parroco, che celebra con fede. Ma, innanzitutto, me lo dice il mio Signore; me lo dice la mia Chiesa; me lo dice la mia fede. Ed io credo, semplicemente mi fido e mi affido; si credo, perché Cristo, mia speranza, è Risorto. E, in Lui, noi risorgeremo. Mons. Giuseppe Giudice

Il vescovo Giuseppe e la redazione di Insieme augurano a tutti i lettori una santa Pasqua

Ecco le edicole dove puoi trovare Insieme!

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EDICOLA

INDIRIZZO

CITTÀ

GIORNALI Amato Antonio EDICOLA Diodato EDICOLA Ruocco Bruna EDICOLA Attianese Vincenzo EDICOLA Auletta Gambilongo Enrico EDICOLA Ferro Francesca CARTOLIBRERIA Corinto CENTRO EDICOLA EDICOLA De Bartolomeis Antonio EDICOLA Lambiase SARDO ART KAIROS EDICOLA Daniele Raffaela CART’EDICOLA EDICOLA D’andria Giuseppe EDICOLA Zambrano Valentino TUTTO srl di Bello M.Rosaria MIR MIR MIR CARTOLIBRERIA Archimede

Via dei Goti, 11 Via dei Goti Piazza Doria C.so Vitt. Eman. 42 Via M. Nonio Balbo Via Roma, 79 Via Loria, 31 Via Russo Via Pecorari, 125 Piazza Zanardelli Via Cesarano Via Caduti di Superga, 5 Via G. Marconi Via Ugo Foscolo, 34 Via Gramsci C.so Umberto I, 11 Via Roma, 50 Via Roma, 85-87 Via Dante Alighieri

ANGRI ANGRI ANGRI NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA INFERIORE NOCERA SUPERIORE NOCERA SUPERIORE ROCCAPIEMONTE PAGANI PAGANI PAGANI S. EGIDIO DEL M. ALBINO SAN MARZANO/SARNO SAN VALENTINO TORIO SARNO SARNO POGGIOMARINO

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Foto Salvatore Alfano

IN PRIMO PIANO di Antonietta Abete

PIÙ VIVO CHE MAI, ANZI RISORTO

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io è morto! Gridava Nietzsche alla fine dell’Ottocento. L’uomo non ha più bisogno di Dio, scriveva Jean Paul Sartre a metà del Novecento. Molti hanno creduto a questi annunci funebri e si sono accodati alla lista di coloro che pensano di gestire il mondo senza Dio. Ai loro contemporanei sono apparsi come profeti che annunciavano un avvenire finalmente liberato da quella superstizione che si chiama religione. Ed invece, contro ogni previsione, Dio riappare sulla scena. Per meglio dire: risorge. In fondo, è un mestiere che conosce assai bene, avendolo inventato duemila anni fa. No, non intendiamo entrare nella querelle sul rapporto tra scienza e fede, anche se certe letture approssimative che oggi propongono nelle aule scolastiche mi sembrano assai poco scientifiche. Non vogliamo addentrarci neppure nei meandri di una filosofia che da sempre dibatte sull’esistenza di Dio senza poter dire nulla di definitivo. Vorrei partire dalla persona, da quella ricerca religiosa insita in ogni uomo. Anni fa annotai questa dichiarazione di Eugene Ionesco, un grande drammaturgo del Novecento. A chi lo definiva “padre del teatro dell’assurdo”, ribatteva: “Io ho soltanto costatato l’assurdo

di un mondo dove Dio non c’è”. Anche se i media fanno di tutto per dipingere un mondo senza Dio, anche se le storie targate dalla fede non trovano spazio, salvo eccezioni, anche se le statistiche dicono che sempre meno gente si sposa in chiesa, dobbiamo sapere che Dio opera sempre. Anche oggi. E non resta relegato negli spazi angusti delle sacrestie. Uno dei segni più evidenti di questa Presenza sono le conversioni, quei cambiamenti repentini e radicali che non ti aspetti. Parliamo di Claudia Koll e di Paolo Brosio, per citare due nomi tra i più famosi. Ma tanti altri personaggi molto conosciuti hanno conservato la fede ricevuta da bambini e non hanno vergogna a dirlo. Il nostro dossier non parla solo di grandi nomi ma racconta anche piccole storie, tratte come sempre facciamo dal nostro territorio, storie di giovani manager che vogliono realizzarsi ma non senza calpestare la fede, di umili operai che tutto il giorno vestono la tuta da lavoro con amore e a sera, con o senza tuta, vanno a Messa. Un mosaico di storie che disegnano il volto di una Chiesa giovane fatta di gente che crede nel Vangelo e su di esso scommette la sua vita. Silvio Longobardi


Foto Salvatore Alfano

Lo scorso anno, in una parrocchia di Portici, Claudia Koll ha raccontato la sua conversione e lo spirito nuovo con cui vive il suo lavoro di attrice. Ecco la sua testimonianza

La grazia della conversione

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a grazia che ho ricevuto dal Signore è la conversione, capire che senza di Lui non si può vivere, non si può fare nulla. Capirlo quando la mia vita andava in tutt’altra direzione, quando guadagnavo molti soldi e ottenevo tutto ciò che desideravo e cercavo, è una grazia. Mi sentivo onnipotente e sicura. La mia vita girava come gira la vita di molte persone che non hanno ancora incontrato Dio, molto centrata su me stessa, sulla mia realizzazione personale, sui miei problemi, le mie preoccupazioni. Per incontrare il Signore si è dovuto sgretolare l’edificio della mia vita. Ho vissuto il Giubileo, ho attraversato la Porta santa, ma senza consapevolezza. Ricordo solo la sacralità del momento. Con il tempo ho compreso che quel gesto significava rientrare nella Chiesa che non frequentavo più perché non davo la giusta importanza alla parola di Dio e ai sacramenti. Stavo per girare un film, lavoravo molto, di giorno e di notte. Accade qualcosa di imprevedibile. Devo girare una scena: vengo a sapere al telefono che l’uomo che amo è in coma. In questo primo piano si doveva vedere l’amore che provavo per lui e il dolore di quel momento. Dovevo provare un’emozione autentica. Ho sempre lavorato così, non ho mai usato lacrime artificiali. L’emozione partiva, ma si fermava. C’era un tappo, le lacrime non uscivano. Chiedo aiuto alla persona che mi aiuta nella recitazione. C’è una definizione che

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dice che “l’attore è l’atleta del cuore”, si recita con il cuore. Lei si avvicina per suggerirmi come cambiare le intenzioni del cuore e mi dice una cosa che mi folgorò: «Claudia, ma se nella tua vita non c’è verità, come ci può essere nel tuo mestiere?». Era una fotografia della mia vita. Avevo successo e soldi ma mi mancavano le cose fondamentali. Non avevo un amore autentico. Vivevo l’amore con tanti compromessi. Iniziai ad interrogarmi: possibile che quello che sto facendo è così grave che mi impedisce di lavorare bene? Il mio cuore era indurito dal peccato. Ho iniziato a pensare: «Claudia, allora non sei così furba, intelligente come pensavi». Considero la prima misericordia di Dio nei miei confronti lo sgretolarsi delle mie sicurezze. Sono andata in ospedale - c’erano delle scene da girare - e mi dissero che c’era una donna che stava male e voleva vedermi. Vado a trovarla e ritrovo un pezzo della mia storia in quell’incontro. Aveva avuto una bambina, erano tutte e due al centro ustioni. Per una tradizione, aveva bruciato il cordone ombelicale della bambina e avevano preso fuoco entrambe. Appena sono nata, mia mamma è stata molto male e ci hanno separato subito. Lì vedo un’altra parte della storia, non la mia, ma quella di mia madre attraverso la sofferenza di quella donna che non sa come sta la figlia, che non può vederla, abbracciarla. Dio comincia a far passare nella mia vita qualcosa di nuovo. Come ho già raccontato altre volte, di colpo si viene a


LA STAR ROSE ACADEMY

creare una situazione dolorosa. Per la prima volta mi accorgo che c’è qualcosa che non so gestire, che mi rende fragile. Inizio ad avere paura, una paura che mi blocca il respiro. Sono nella mia stanza e grido a Dio che solo lui mi può salvare. Perché afferrò il crocifisso e chiedo aiuto? Perché sono cresciuta con una nonna non vedente che era abituata a chiedere aiuto a Dio per ogni piccola cosa. Immaginate cosa significa prendersi cura di una bambina senza vedere cosa fa, dove sta, come sta. Ho detto al Signore: «Ho bisogno di te» e ho ritrovato la pace.

IL LAVORO Avevo paura di rimanere senza lavoro, di diventare povera. Non lavoravo più perché mi arrivavano dei copioni impossibili da interpretare. Non avevo più accanto le persone di riferimento con le quali avevo lavorato negli anni precedenti, erano tutte morte a partire da Nino Manfredi, il produttore di “Linda e il brigadiere”, il produttore di teatro con il quale lavoravo tutti gli anni. Quelli che mi offrivano lavoro, mi proponevano ruoli negativi: una donna assassina, una donna che bestemmiava, una donna che tradiva il marito il primo giorno di matrimonio. Erano ruoli che non potevo più interpretare, avendo iniziato un cammino di conversione. Mi arriva una proposta che accetto per questa paura della povertà, nonostante avessi promesso al Signore di non frequentare più certe persone. Ma Gesù mi manifesta di nuovo la sua misericordia, mi fanno un’altra proposta: essere testimonial dei Missionari Salesiani che avevano bisogno di raccogliere fondi per le loro missioni. Vado con loro in Etiopia e scopro un mondo sconosciuto. Avevo firmato un contratto per paura della povertà e il Signore mi porta a vedere i poveri. Inizia così il mio impegno umanitario con l’Associazione “Le opere del Padre”. Per maggiori informazioni, www.leoperedelpadre.it

Il mio mestiere rimane indietro. Chiedo aiuto a Dio: «Signore, fammi lavorare». Sapevo fare solo quello. Un’amica mi porta al Santuario della Divina Misericordia. Sotto quell’immagine che ha cambiato la mia vita, leggo una frase: “Gesù confido in Te”. Capisco dove ho sbagliato. Ho confidato in me, volevo portare da sola il peso del mio futuro. Il metodo di lavoro che usavo nella recitazione non era buono. Per piangere, dovevo usare le ferite del cuore. Secondo una tecnica americana, ricostruivo nella scena qualcosa che mi aveva fatto soffrire, soprattutto nell’infanzia, e attraverso la sovrapposizione dei volti e la sostituzione dei testi, le lacrime sgorgavano perché si riapriva una ferita. Arrivarono dei lavori diversi, le poesie di Giovanni Paolo II, il Cantico dei Cantici. Non li potevo leggere usando le ferite del passato, il livello era troppo alto, erano testi teologici, filosofici. Dovevo andare ad attingere da un’altra parte per interpretarli bene. «Istruiscimi, fammi capire come devo leggerli», chiedevo al Signore. E pian piano lo Spirito Santo operava in me e mi guidava nello studio del tema. Due anni fa è nata l’accademia di spettacolo Star Rose Academy, dedicata alla Lettera agli artisti di Giovanni Paolo II (www.starroseacademy.com). Il Papa parla dello Spirito Santo, di un’arte che è profezia, che porta la luce, la speranza, la gioia, la verità. I ragazzi studiano canto, recitazione, musica, antropologia, lingua inglese, fanno anche lezioni di trucco. È una scuola seria, ma alla professionalità si aggiunge la spiritualità. Nella lezione di recitazione, essi invocano lo Spirito Santo. Prima degli spettacoli pregano e c’è l’Adorazione eucaristica. È un’esperienza bellissima. Mi piace pensare che l’opera di Dio è sempre più grande di ogni nostro errore».

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Quattro piccole storie, tratte come sempre facciamo dal nostro territorio, storie di giovani manager che vogliono realizzarsi senza calpestare la fede, di umili operai che tutto il giorno vestono la tuta da lavoro con amore e a sera, con o senza tuta, vanno a Messa. Giovani che coniugano con passione studio e impegno ecclesiale, mamme che mettono Dio al primo posto. Piccole vicende che disegnano il volto di una Chiesa giovane fatta di gente che crede nel Vangelo.

“Dobbiamo pensare un po’ anche alla vita eterna”: l’esperienza di Francesco

Francesco Petrosino

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Foto Salvatore Alfano (3)

Gente che crede nel Vangelo

A Messa tutti i giorni

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cchi chiari e trasparenti come l’acqua del mare. Sul volto una serenità che lascia il segno. Francesco Petrosino fa l’idraulico, è sposato con Annarita ed è papà di due bambine, Maria di 11 anni e Sara di 8. «Ho una terza figlia», aggiunge. Nel fine settimana, infatti, accolgono una bambina in affido. Nella sua vita c’è sempre stato il profumo di Cristo, ha passato l’adolescenza in Azione Cattolica a Santa Monica e al Corpo di Cristo a Nocera Inferiore. Il cambiamento radicale è avvenuto dopo il matrimonio, quando insieme alla moglie Annarita ha iniziato un percorso per sposi. Tre anni fa ha scelto di andare a Messa tutti i giorni. «Ho cambiato letteralmente stile di vita - racconta -. Prima ero il titolare della ditta, avevo tre operai che lavoravano per me e correvo dalla mattina alla sera dietro ai clienti». C’era il desiderio e la voglia di costruire una buona posizione economica. Adesso, invece, sono cambiati i punti cardinali. Sorridendo Francesco aggiunge: «dobbiamo pensare un po’ anche alla vita eterna». Sembrano parole di altri tempi, invece

a pronunciarle è un idraulico di 38 anni. «Con la crisi due operai sono andati via. Così ho deciso di mettere su una società con l’unico ragazzo rimasto, Dimitar, di nazionalità bulgara, che da operaio è diventato socio. In questo modo ho diviso le spese, le entrate, ma anche le responsabilità. Dimitar sa che di mattina mi impegno di più io, dopo le 18:00 invece tocca a lui perché io ho la Messa». C’è chi non ha compreso la sua scelta. «Mi è capitato di dover dire a qualche cliente che ero impegnato; poi mi hanno incontrato per strada mentre andavo a Messa». Qualcuno ha storto il naso, un idraulico che alle 18,00 del pomeriggio non lavora più? Chissà, forse non ha troppa voglia. È il prezzo che si paga quando si sceglie di mettere Gesù Cristo al primo posto. Dimitar, il giovane socio bulgaro di Franceso, non ha ricevuto la prima Eucaristia. Quando al mattino con il furgone accompagnano le bambine a scuola, le vede pregare insieme al papà. Una testimonianza che scuote e lo ha spinto ad iniziare un cammino di fede perché desidera ricevere anche lui questo Gesù che ha cambiato la vita di Francesco.


“Voglio strillare il suo nome” Coniugare fede e carriera: la storia di Raimondo

S

i laurea a 23 anni con il massimo dei voti in Chimica farmaceutica. Non è uno che perde tempo Raimondo Giangrande. Uno stile che ha acquisito in famiglia, dal papà sottufficiale dei Carabinieri e dalla mamma che gli ha insegnato la capacità di prendersi cura, anche col silenzio. Quattro giorni dopo la laurea è contattato da un’azienda che selezionava due giovani per ogni Università. I criteri erano il voto e l’età, e lui era vincente su tutte e due i fronti. Sarà assunto poco dopo da un’altra azienda, una tra le più importanti nel settore farmaceutico. Non c’è posto per la sede di Napoli, ma per non perdere un elemento valido, il direttore del personale gli propone di lavorare per quella di Roma. Raimondo parte, anche se ha tanti legami con la nostra terra, fili intessuti negli anni che non vuole assolutamente recidere. L’incontro con Gesù è avvenuto anni prima, quando un cugino pastore evangelico gli fece una domanda che aprì un vortice di riflessioni: se dovessi morire oggi, pensi che andresti in Paradiso o in Purgatorio? Come rispondere se non misurando le proprie forze, quello che di buono o cattivo realizziamo nella vita di tutti i giorni? Sente parlare per la prima volta della croce di Gesù. Capisce che forse c’è bisogno di approfondire la fede tiepida vissuta fino a quel momento. Legge 4 volte i Vangeli, ogni volta scopre elementi nuovi e si innamora di Gesù. Inizia a frequentare la parrocchia, va a Messa più assiduamente, si confessa. Il parroco lo invita ad entrare nel gruppo giovani. Gli incontri lo aiutano, ma c’è un limite. Si parla di cosa ognuno pensa di Gesù, lui invece desidera capire cosa dice, pensa e vuole

Raimondo Giangrande

Gesù. Incontra la Fraternità di Emmaus, inizia gli incontri di formazione, riceve quel nutrimento che tanto desidera. Dopo qualche anno, frequenta la Scuola per catechisti e comprende che è quella la sua strada, il suo carisma è “strillare il nome di Gesù”. Diventa catechista di una comunità di giovani. Nel frattempo continua a coltivare la sua passione per il nuoto, si laurea e arriva il fidanzamento che il prossimo 26 luglio lo condurrà al matrimonio con Serena. Nasce il quel periodo anche La Compagnia del Sorriso, una compagnia di teatro amatoriale che finanzia progetti di solidarietà in Burkina Faso di cui Raimondo è una delle anime. In questo contesto, spunta all’orizzonte l’assunzione a Roma. Raimondo sa che non può dire di no, ma non è disposto a rinunciare a tutto quello che ha costruito. Non vuole lasciare i giovani che accompagna nel cammino e che mantengono vivo anche il suo amore per Gesù, né la compagnia che dà colore alla sua vita. E così, iniziano i viaggi nel fine settimana. Tutte le attività sono concentrate tra il venerdì sera e la domenica pomeriggio. Due anni di lavoro impegnativi, arriva la possibilità di trasferirsi a Napoli. Raimondo è un giovane brillante, con un incarico di grande responsabilità (è Customer Development Manager e segue l’aspetto scientifico e commerciale di una linea di farmaci distribuiti negli ospedali). È sempre in giro, con la macchina macina chilometri su chilometri, ma nel suo cuore e nella sua vita il primato è di Gesù di cui è profondamente innamorato. Da un anno anche lui ha scelto la Messa quotidiana.

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Foto Salvatore Alfano (2)

Le pulizie dell’anima

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na giovane mamma, un marito e due figli, Sara, 17 anni che vive la stagione dell’adolescenza e Antonio che a maggio compierà 14 anni. Adriana vive con semplicità il suo amore per Cristo. Dopo aver trascorso molti anni nell’Azione Cattolica, insieme al marito Gerardo ha iniziato a frequentare degli incontri del Rinnovamento nello Spirito Santo nella parrocchia san Giovanni Battista di Angri. «Con il Rinnovamento c’è stata la pienezza dell’incontro. Mi sono sentita come un bambino piccolo a cui si dà da mangiare. Ho imparato a conoscere Gesù e la Chiesa, mi sono riconosciuta

come figlia di Dio. Ho compreso che il matrimonio, il marito, i figli, tutto era suo dono. E ho scoperto i talenti che mi aveva affidato e che cerco con semplicità di mettere al servizio della Chiesa». Una vocazione che si svela e che apre un orizzonte infinito: la certezza che il posto che si occupa non è frutto del caso, ma è la manifestazione della volontà di Dio che chiama a servirlo, qui e ora. Quando le chiedo in che modo la presenza di Dio ha cambiato il rapporto con i suoi figli, Adriana sorride. «Non posso negare che educare due figli adolescenti non è facile, è una sfida quotidiana, ma vivo ogni scontro con maggiore serenità. La fede ha mitigato molto i miei

Una mamma che lascia tutto per andare a Messa e agli incontri del Rinnovamento nello Spirito

Adriana Belmonte

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atteggiamenti. Ai figli - racconta - bisogna offrire delle occasioni per crescere bene e per conoscere il Bene». Questa è la convinzione profonda che alberga nel suo cuore di mamma attenta e premurosa. «Proprio domenica scorsa li abbiamo accompagnati ad un incontro regionale per giovani. Mi ha emozionato vedere la proposta che il movimento fa ai ragazzi. Ho sempre creduto che il Rinnovamento ha una marcia in più: canti travolgenti, invocazioni allo Spirito, preghiere intense e adorazioni che ti permettono di trovarti faccia a faccia con Lui. Mi rende felice sapere che i miei ragazzi respirano questo clima e, soprattutto, che camminiamo tutti insieme come famiglia». Adriana svolge il suo servizio nella parrocchia Santa Maria di Costantinopoli di Angri. Accompagna i bambini che si preparano a ricevere la Prima Eucaristia. «Si serve dove c’è bisogno», aggiunge. Affrontiamo il tema del tempo. Come fa a incastrare tanti impegni? «A volte penso a quelle mamme e a quelle casalinghe che passano tutta la giornata chiuse in casa, che non hanno mai tempo per altre cose, perché devono pulire e mettere a posto. Chiedo perdono al Signore, perché non voglio cadere in nessuna forma di giudizio, ma mi domando: le pulizie dell’anima quando le facciamo? Io mi sento gratificata quando faccio qualcosa per Lui. Lascio tutto per Lui, soprattutto per la Messa quotidiana. Quando vedo che si avvicina l’orario, mollo ogni cosa e scendo. Se ci pensi, è mezzora, 45 minuti. Un tempo minimo rispetto alle 24 ore di un giorno. Scendo a piedi, con il sole o la pioggia (Adriana non ha la patente). Quello che ricevo in cambio non si può misurare; forze e dolcezza per essere sposa e madre e per affrontare i mille problemi della vita».


La rettitudine della quotidianità Lo stupore di una studentessa che ama Gesù

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oi dovete imparare a trovare del tempo nella giornata per pensare, perché è più importante, alla vostra età, pensare che pregare. Chi infatti pensa ed è credente, dalla fede è indotto a pregare». Queste poche parole di Enzo Bianchi sintetizzano al meglio la vita di fede e di studio di un giovane. Almeno riescono a racchiudere il senso della mia: pensare, pregare e gustare il tempo. Io sono cresciuta in Azione Cattolica, poi è arrivata la Fuci e i due anni, al suo servizio, come vicepresidente nazionale a Roma. Un tempo speciale, nel quale ho imparato cosa significhi l’espressione “differenza cristiana”: per me ha voluto dire maturare dentro di me uno spazio di ardore e di tenacia illuminato dalla fede, che ha benedetto – detto bene – la mia vita, dando forma alla passione che mi attraversava e accendendo il desiderio di bruciare il mondo. Le pagine da studiare, i lavoretti saltuari per mantenersi, la passione per la scrittura, l’impegno con una compagnia teatrale sono le direzioni verso le quali ho deciso di spendere le mie energie migliori, perché credo che la fede non si esprima, tanto e solo, riempiendo l’agenda d’impegni in parrocchia, quanto abitando ogni luogo che siamo chiamati a frequentare con lo stile evange-

Mariarosaria Petti

lico. Il Signore amava stare per le strade e fermarsi con le persone più diverse. I banchi dell’aula, i ragazzi del doposcuola, i libri e la tastiera del computer sono il mio altare. Si tratta di ambiti nei quali spesso incontriamo radicamenti differenti, contesti in cui non è sempre facile parlare di Gesù Cristo e della sua straordinaria contemporaneità. La Fuci mi ha chiamato e l’ha fatto con una compagnia di santi che mi hanno guidato per mano: ho assaporato la fatica di “tirare la carretta” con Bachelet; ho sofferto per il sacrificio in nome della legalità con Livatino; ho provato stupore per la freschezza della santità di Frassati. Per loro niente grandi proclami, solo la rettitudine della quotidianità. Penso alle loro vite, prego perché il loro esempio continui a camminare sulle mie gambe e gusto ogni minuto affinché non vada sprecato. Mariarosaria Petti

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I SACERDOTI AIUTANO TUTTI.

AIUTA TUTTI I SACERDOTI.

Ogni giorno 38.000 sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità, conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per il sostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e vengono distribuite tra tutti i sacerdoti, specialmente a quelli delle comunità più bisognose, che possono contare così sulla generosità di tutti.

O FFE R T E PE R I N O S T R I S AC E R D OT I . U N S O S T EG N O A M O LT I PE R I L B E N E D I T U T T I . Per offrire il tuo contributo hai a disposizione 4 modalità:

L’offerta è deducibile:

• Conto corrente postale n° 57803009 • Carte di credito: circuito CartaSi chiamando il numero verde 800.82.50.00 o via internet www.insiemeaisacerdoti.it • Bonifico bancario presso le principali banche italiane • Direttamente presso l’Istituto Sostentamento Clero della tua diocesi.

Per chi vuole, le offerte versate a favore dell’Istituto Centrale Sostentamento Clero sono deducibili fino ad un massimo di 1032,91 euro annui dal proprio reddito complessivo ai fini del calcolo dell’Irpef e delle relative addizionali.

Per mag giori informazioni consul t a il sito: w w w. insiemeaisacerdo t i . it

CH I E SA

C AT TO LI C A

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C . E . I .

Co nf e r e nz a

E p i s c o p al e

I t a li a n a



SPAZIO SCUOLA a cura di Sofia Russo

La ricerca dell’informazione È questo l’appello del MSAC diocesano che invita tutti gli studenti ad essere attivi e partecipi, valorizzando la partecipazione ai forum studenteschi Ciao a tutti! Rieccoci con un nuovo articolo interamente dedicato a noi studenti! Oggi vogliamo discutere con voi del Forum delle associazioni studentesche che, dopo un periodo di black out, ritorna ad essere un appuntamento importante per la comunicazione tra i vari movimenti studenteschi nonché con il Ministro dell’Istruzione in persona. Le associazioni di alunni frequentanti, nell’anno in corso, un istituto di istruzione secondaria superiore statale o paritario, accreditate presso il Ministero, si incontrano periodicamente su richiesta del ministro o di almeno due associazioni, per discutere sul mondo della scuola e per portare alle istituzioni le richieste degli studenti. Il Forum Nazionale ha il fine, dunque, di valorizzare la partecipazione e l’attività associativa degli studenti e di assicurare stabilità al dialogo e al confronto con il mondo studentesco. Proprio per mantenere vivo il dialogo tra studenti e Ministro vi è la volontà di rendere accessibili i verbali delle discussioni, con l’obiettivo di promuovere la partecipazione attiva di tutti gli studenti. Tutti i verbali, infatti, possono essere trovati sul sito del Ministero. Ed è proprio questo ciò che vi chiediamo oggi! Informazione! La scuola di cui si parla all’interno del forum non è una scuola estranea, è la nostra scuola! Ovviamente ci piacerebbe conoscere le vostre opinioni e i vostri pareri riguardo al Forum, quanto sia utile il dialogo, l’urgenza degli argomenti trattati e quanto sia davvero necessario tutto questo per il progresso scolastico. Siete liberi di dire la vostra consultando il sito del ministero e parlandone sulla nostra pagina Facebook “Msac Nocera Inferiore-Sarno”. L’equipe Msac

Riciclare col MSAC Il concorso dei giovanissimi AC Continua il concorso promosso dagli studenti di Azione Cattolica “MSAC Riciclo”. In linea con gli orientamenti CEI, che punta lo sguardo sulla “sfida educativa”, giovani e giovanissimi di AC si sono impegnati per sensibilizzare chi vive la scuola, ovvero gli studenti. Il concorso ha come obiettivo quello di amplificare ed affermare la cultura del riciclo, come atto di rispetto verso il patrimonio naturale di ognuno di noi. L’iscrizione è aperta ai singoli e ai gruppi/classe. I premi saranno di due tipi. Per i gruppi: “Giù per il fiume!”, una giornata all’insegna del divertimento e dello sport con meta comunicata il giorno della premiazione; Per i singoli: “Cogli l’attimo!”, una macchina fotografica per cogliere ogni istante della propria adolescenza. Per ulteriori info è possibile contattare la diocesi al numero 081 93 61 25 il martedì dalle ore 19,00 fino alle ore 21,00 oppure all’indirizzo di posta elettronica giovani@acnocerasarno.it. Sofia Russo


A SCUOLA DI TRADIZIONE

Conclusa la terza edizione del concorso dedicato alle scuole organizzato da Insieme, abbinato al Premio Euanghelion

I ragazzi della II D dell’Istituto Comprensivo “D’Avino” di Striano si sono aggiudicati il 3° posto, categoria SCUOLE ELEMENTARI

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a mattina del 14 marzo scorso si è svolta la premiazione del concorso “Comunicare la Tradizione”, presso la sala/ teatro della Scuola Media Statale “Don Lorenzo Milani” di San Valentino Torio, con la splendida ed efficiente collaborazione del dirigente, prof. Gaetano Ranieri, degli insegnanti e degli stessi studenti, che si sono rivelati abili tecnici di supporto. La primavera ha fatto capolino proprio il giorno della premiazione. Cielo azzurro, sole e tantissimi ragazzi dai 7 ai 18 anni, per scoprire se il loro lavoro era quello vincente. Erano oltre 200 ed erano solo una rappresentanza di tutti gli studenti che avevano contribuito al concorso. Relatore d’eccezione padre Enzo Fortunato, dal carisma e la grande capacità comunicativa, direttore della rivista internazionale San Francesco Patrono d’Italia. Padre Enzo ha portato due esempi di comunicazione, quella di Lucio Dalla, molto legato al convento di Assisi, i cui funerali sono stati presieduti proprio dal francescano, e di Danilo Ferrari, un ragazzo catanese affetto da tetraplegia. «Sia nelle persone famose che in quelle che non conosciamo, - ha chiosato padre Enzo - c’è un grande desiderio di dialogare e comu-

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nicare, non solo le cose grandi ma anche quelle meno grandi, poco conosciute, ma altresì importanti». A concludere la mattinata, l’intervento del vescovo diocesano Mons. Giuseppe Giudice. Per lui hanno suonato il coro e la band musicale della scuola ospitante, esibendosi con brani tradizionali e popolari a ritmo di tammorra. Sofia Russo Un ringraziamento particolare va a chi ci ha offerto il gustoso break!

Foto Salvatore Alfano

SPECIALE PREMIO EUANGHELION


Il professore Raiola premia i ragazzi della V A del II Circolo Didattico di Nocera Inferiore, plesso “Chivoli”, posizionati al 2° posto

La classe IV E del Primo Circolo di Angri, primo posto SCUOLE ELEMENTARI, premiati da Luciano Vastola, presidente della nostra rivista

Al terzo posto per le SCUOLE MEDIE si è classificata la classe III D della “Don Lorenzo Milani”, San Valentino Torio

Antonietta Abete premia gli alunni della Scuola Media “Criscuolo”, posizionati al 2° posto

Per le SCUOLE SUPERIORI al terzo posto troviamo la III E dell’ITC “Fortunato” di Angri La prima classificata per la categoria SCUOLE MEDIE, la classe II E della scuola ospitante. Con gli studenti, il preside della Scuola, il prof. Gaetano Ranieri

Al secondo posto per le SCUOLE SUPERIORI troviamo Tiziana Lorenzo, del Liceo Scientifico “Sensale”, di Nocera Inferiore

Dal “Sensale” arriva la vincitrice, Anna Teresa Scarpa, premiata dal Vescovo Giudice, per un video preparato con l’amica Milena Nacchia

Si aggiudica il premio “Vincenzo Vastola”, il Liceo Scientifico “N. Sensale” di Nocera Inferiore

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FATTI DI PAROLE

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Foto Salvatore Alfano (4)

Lo scorso 14 marzo, nell’aula “Pepe” della Curia vescovile, si è svolta la VII edizione del Premio Euanghelion. Molteplici le riflessioni suscitate da Luigi Accattoli e Franca Zambonini, i due protagonisti della serata

arà stato per il tema, ma davvero i “fatti” sono stati al centro dell’edizione 2012 del Premio Euanghelion. A raccontarli Franca Zambonini e Luigi Accattoli. I due giornalisti si sono concessi alla platea dell’aula “Pepe” della Curia vescovile, snocciolando particolari della propria esperienza professionale, che il più delle volte è diventata esperienza di vita. La buona notizia è stata dunque protagonista per la settima volta dell’iniziativa promossa dalla Diocesi di Nocera Inferiore - Sarno che, in passato, ha riconosciuto l’impegno ed il lavoro di professionisti della comunicazione come Riccardo Bonacina, Rosario Carello, Giovanni Ruggiero e Marina Corradi. Ad introdurre i lavori don Silvio Longobardi, in qualità di direttore editoriale di Insieme, rivista che organizza l’intera manifestazione. Il sacerdote si è soffermato sul ruolo del periodico diocesano, sull’impegno a diffondere la buona notizia e sull’importanza del mestiere di giornalista.

di Vangelo - ha raccontato -. Chi si comporta come il buon samaritano - Và e fa anche tu lo stesso - realizza un fatto di Vangelo». Storie legate anche a grandi figure della società civile e della politica, ma che lette in chiave evangelica non trovavano spazio sui giornali commerciali. «Di queste storie è piena l’Italia». In tanti anni di lavoro ha appuntato questi episodi, «li riponevo nel cassetto perché non c’era spazio sui giornali, li ho tirati fuori al momento giusto raccontandoli nei miei libri». Ha citato la straordinaria esperienza del giudice Livatino, che ha aperto il primo libro e le lettere dalla prigione di Aldo Moro: «Il Corriere mandò diversi di noi a spulciarle. Io evidenziai il contenuto cristiano, quei passaggi in cui diceva alla moglie “ci rivedremo in cielo”, si evinceva che aveva una Bibbia, che pregava. Analisi che sono entrate nel libro perché il giornale non era interessato». Accattoli, inoltre, rispetto al mestiere del giornalista ha aggiunto: «L’essere sul posto a narrare le vicende umane è il valore morale del giornalismo, la ragione per cui vale la pena fare questo mestiere».

Un gioioso comunicatore del Vangelo

Un’attenta lettrice dei fatti quotidiani

Per 27 anni al Corriere della Sera, ha forse trovato la sua dimensione ideale dopo il pensionamento. Luigi Accattoli, infatti, solo in questo periodo ha avuto modo di raccontare le buone notizie che ha trovato in giro per il mondo. «Ci sono le parole del Vangelo e i fatti

È il ritratto della schiettezza Franca Zambonini, una donna che non le manda certo a dire. Le sue opinioni a chiusura del settimanale Famiglia Cristiana sono celebri. Tra le ultime c’è quella che ha tenuto banco a Sanremo contro il «casting – così l’ha definito – della

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Mons. Giuseppe Giudice consegna il Premio Euanghelion a Franca Zambonini e Luigi Accattoli

beneficenza» messo in scena da Adriano Celentano. In passato, poi, le analisi sulla condotta del Governo Berlusconi: «L’immagine pubblica del Presidente era devastante, inficiava quella degli italiani all’estero. Eravamo il paese del “bunga bunga”. Sono dovuta intervenire, non perché ho la penna avvelenata, ma perché ci sono momenti in cui non si può tacere». La giornalista non è solo cronaca e attualità, ma anche commentatrice di fatti e personaggi cattolici. Due suoi libri hanno fatto il giro del mondo ed hanno avuto come protagoniste madre Teresa di Calcutta e Chiara Lubich.

Due personaggi difficili da avvicinare: «Per un mese mi trasferii in India. Correvo dietro a madre Teresa e cercavo di intervistarla, ma lei mi mandava sempre a fare altre cose. In quello sconforto totale quando lei passava c’era un’onda di grazia. Ritornai a mani vuote. Sono riuscita ad intervistarla solo quando fu ricoverata a Roma per alcuni controlli cardiologici. Anche Chiara Lubich era irraggiungibile, riuscii ad incontrarla solo grazie a Sergio Giordani, figlio di Igino, cofondatore del Movimento dei Focolari. Da quell’incontro nacque un rapporto stupendo». Diversi gli insegnamenti tratti da questi incontri: l’umiltà da madre Teresa, l’ascetismo da Chiara. «Donne di questo calibro – ha aggiunto – da un lato hanno una dimensione spirituale tra le più alte, dall’altro hanno una capacità di organizzare e creare istituzioni straordinarie. Questa è la prova della loro eccezionalità».

Un premio importante

Onore ai paraustielli Una targa è stata consegnata a Giuseppe Ianniello (in foto con don Silvio Longobardi), che ha curato per diversi anni la rubrica i “Paraustielli di nonno Domenico” sulla rivista Insieme, per sottolineare l’impegno a sostengo della secolare tradizione dei proverbi popolari. Da questo lavoro è venuto fuori un libro che sarà presentato l’11 aprile presso il Salone dell’Annunziatella a Pagani.

La serata, moderata dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli, che ha definito il premio tra le «iniziative più importanti della regione», è stata conclusa dal vescovo diocesano, monsignor Giuseppe Giudice. «Quando diciamo mestiere di giornalista non parliamo soltanto di una realtà che richiama al lavoro – ha detto il presule – ma ci mettiamo nella diaconia di un servizio difficile, ma efficace. Questo saper parlare ci ricorda che il Vangelo non può essere mai racchiuso in un libro. Per questo i fatti di Vangelo li troviamo ovunque, ma bisogna avere gli occhi e il cuore per saperli scorgere. Raccontarli nella verità, senza immergere la penna nell’odio o nella critica, ci fa trovare sempre qualche coscienza che li ascolta. Questi fatti di Vangelo – ha chiosato – diventino per la terra dell’Agro una buona novella, l’Euanghelion». Salvatore D’Angelo Insieme - Aprile 2012

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VITA NELL’AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

Cinquant’anni d’amore Nel 1962, due sorelle pronunciarono il sì nello stesso giorno. Insieme lo rinnoveranno il prossimo 12 aprile, dopo cinquant’anni

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ue storie d’amore lunghe cinquant’anni, due famiglie, una sola data per il “sì”: Maria ed Eugenio, Serafina e Aldo festeggiano le nozze d’oro il prossimo 12 aprile. Due sorelle, in abito bianco, si unirono in matrimonio con i loro consorti nel 1962 e rinnovano, dopo mezzo secolo e ancora una volta insieme, le promesse nuziali. Maria conosce Eugenio a cinque anni, entrambi sono sfollati a causa della Seconda guerra mondiale e, insieme alle loro famiglie, lasciano Napoli per raggiungere la più sicura Nocera Inferiore. Si innamorano più tardi, apprezzando l’uno dell’altro la capacità di affrontare le difficoltà dei loro tempi. Maria è la prima di dieci figli, in prima linea per la gestione della casa e dei fratelli, cresce maturando l’attitudine al sacrificio e al pragmatismo. Uno spirito non alterato dagli anni, che cattura ancora oggi l’ammirazione di Eugenio. La loro storia d’amore permette l’incontro tra Serafina e Aldo. Colleghi alla scuola Alessandro Volta di Napoli, Eugenio e Aldo sono amici e frequentano la casa delle sorelle Petti. Sin dalle prime battute a Serafina non piace il carattere pungente di Aldo, poi pian piano qualcosa cambia e i due, rispettato il rito delle reciproche presentazioni ufficiali in famiglia, si fidanzano. Mentre parlano delle loro storie, ognuno cede il passo all’altro nel riferire l’aneddoto che sa raccontare meglio: il sincronismo di chi sa condividere pezzi di vita e frammenti di ricordi. Dieci anni di fidanzamento per Maria e Eugenio, solo uno per Serafina e Aldo, a testimoniare che non esistono tempistiche da rispettare per la buona riuscita di un matrimonio, solo l’intensità e la verità del sentimento che ci lega all’altro.

Il giorno delle nozze di Maria e Serafina

È passato molto tempo dagli appuntamenti dati di nascosto da Eugenio a Maria e dalle dichiarazioni d’amore pronunciate di fretta da Aldo a Serafina, alla fine di una Messa domenicale. Oggi potremmo pensare a inutili restrizioni di una severa educazione di un tempo, eppure per loro c’è qualcosa di speciale nel ricordare le privazioni e le sofferenze di gioventù: ogni prova aumentava la certezza dei loro desideri, la sicurezza dei loro sogni. Non esistono certo formule per raggiungere traguardi come questi: Maria riconosce, però, nella lealtà di Eugenio il tratto essenziale del loro matrimonio, Serafina nella capacità di mettersi sempre in dialogo con Aldo il segreto per custodire l’autenticità del loro rapporto. La felicità oggi per loro ha nomi e volti ben precisi: Maurizio Jafet, Maddalena e Francesca per Aldo e Serafina; Maria Luisa, Gennaro e Francesco per Eugenio e Maria. Sono stati e sono i loro figli il centro delle loro esistenze. La famiglia, il polo cui rivolgere cura e dedizione. Due storie che ci suggeriscono, forse, che si può crescere nell’amore se ci si riconosce nello stesso progetto di vita, se si compie lo sforzo di camminare, anche se con un passo diverso, guardando lo stesso orizzonte. Mariarosaria Petti


Esiliati nel riposo eterno Decine di giovani morti in battaglia e mai restituiti ai propri cari. Sorelle, fratelli e nipoti che non hanno potuto piangere sulla tomba quelle morti improvvise. Una famiglia di Nocera Inferiore chiede all’amministrazione comunale di impegnarsi per il rimpatrio dei martiri della Seconda Guerra Mondiale

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ono morti per la patria e meritano di riposare sul suolo italiano. Sono le vittime della Seconda guerra mondiale. Decine, centinaia i martiri dell’Italia che sono stati sepolti nelle regioni del nord Europa. Di molti se ne conosce l’identità, di altri neppure quella. Ora un gruppo di cittadini di Nocera Inferiore fa appello all’amministrazione comunale futura affinché si faccia carico del ritorno a casa di giovani eroi chiamati a combattere sotto le insegne militari tricolori. Per un periodo il rimpatrio delle salme fu vietato, oggi, con poco, si potrebbe realizzare il desiderio di molti di poter onorare i propri cari. L’idea è lanciata dalla famiglia di Giovanni Battista Considerato, caduto il 7 maggio 1945, negli ultimi giorni di rappresaglia nazista, ed attualmente sepolto nel cimitero di Amburgo. Aveva appena 25 anni, quando morì sotto il fuoco nemico. Era nato a Nocera il 19 settembre 1920. Ai familiari non sono rimaste che poche foto ingiallite che lo ritraggono con addosso la divisa militare. Ed un’altra, la più tragica, ritrae la tomba dove è seppellita. A quasi 67 anni da quella morte, i familiari vorrebbero onorare la sua memoria nel cimitero nocerino. Fanno così appello a chi governerà la città. Un riconoscimento doveroso a chi ha dato la vita per la patria. Non chiedono un sacrario militare come quello di Cava de’ Tirreni, dove riposano insieme i combattenti delle due guerre mondiali, ma almeno di custodire vicino ai propri defunti i resti mor-

tali di questo familiare morto in battaglia. Così come Considerato, altri nove figli di Nocera Inferiore riposano nelle terre del nord Europa. Si tratta di Francesco Cenetiempo, Vincenzo Citarella, Felice De Angelis, Gaetano Della Porta, Gerardo Esposito, Mario Finilanno, Pasquale Granato, Carmine Iannone e Salvatore Zenna. All’epoca tutti poco più che ventenni. E come loro ci sono anche i paganesi Aniello Barbaria, Francesco Cicalese e Onofrio Picaro, piuttosto che Gaetano Pepe di Nocera Superiore. Un elenco lungo, completato da altri cittadini dell’Agro: Antonio Farina e Gabriele Giugliano di San Marzano sul Sarno, Raffaele Ascione, Aniello Crescenzo, Giovanni, Nunzio e Pasquale Esposito, Carmine Mancuso e Luigi Ragosta. Meritano tutti di ritornare a casa. Salvatore D’Angelo


Rivoluzione toponomastica Nuovi nomi per le strade nocerine. Tra i prescelti anche il diacono e senatore Pietro Colella

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entitré nuove strade per Nocera Inferiore. Ricevono, finalmente, un nome decine di traverse nate a seguito dello sviluppo residenziale ed industriale. I quartieri di Casolla, Piedimonte e la zona industriale di Fosso Imperatore quelle maggiormente rivoluzionate. Con le nuove denominazioni si rende merito a Presidenti della Repubblica, magistrati, medici, vittime del terrorismo e artisti. La prima e seconda traversa di via Angrisani prendono come nome, rispettivamente, via Antonio Segni e via Giuseppe Saragat. Le tre traverse di via Borsellino diventano rispettivamente via Rosario Livatino, via Franco Basaglia e via Pietro Colella. Le due traverse di via Falcone diventano via Walter Tobagi e via Marco Biagi. Le due traverse di via Napoli si chiameranno via degli Svizzeri e via delle Cotoniere, in onore delle ex MCM. La traversa di via Rea diventa via Enrico Mattei, la prima traversa di via Siciliano, dove è ubicata la caserma dei Carabinieri, diventa via Carlo Alberto Dalla Chiesa. La traversa Cicalesi diventa via Sandro Pertini, anche se per il fatto costeggiasse una parrocchia al Comune era stata depositata, nel 2008, una richiesta/petizione affinché fosse intitolata alla

Politica e fraternità

fondatrice del Movimento dei Focolari Chiara Lubich. Tutte le traverse di Fosso Imperatore, ben sette, prendono il nome di artisti: via Caravaggio, via Giotto, via Raffaello, via Amedeo Modigliani, via Renato Guttuso, via Aligi Sassu, via Giacomo Munzù. La piazzetta di Piedimonte viene definitivamente intitolata ad Arcadio Siciliano, mentre si chiamerà via Percorso della salute la strada che collega via Montalbino a Santa Croce. Infine diventa via Milano il tratto di strada dal cavalcavia SS. Felice e Costanza al confine con Nocera Superiore.

Un ciclo di incontri è promosso ad Angri. Il 12 aprile la Lectio Magistralis di Marco Fatuzzo

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arte ad Angri la scuola di partecipazione politica. Un traguardo importante raggiunto dopo mesi di incontri e valutazioni. L’iniziativa vede la collaborazione del Movimento politico per l’unità, del Forum dei giovani angrese, del Circolo universitario e del Progetto Policoro. Fortemente sostenuta dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Pasquale Mauri, la scuola di partecipazione politica è stata pre-

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Marco Fatuzzo

sentata ufficialmente lo scorso 23 marzo, durante un incontro sul tema «La città: politica e fraternità», a cui hanno preso parte tra gli altri il primo cittadino e Diana Pezza Borrelli del Movimento politico per l’unità.

Il 12 aprile, invece, ci sarà l’inaugurazione del ciclo di incontri con la Lectio Magistralis del professor Marco Fatuzzo, Presidente del Movimento politico per l’unità. «Il dialogo politico nella dinamica democratica. Teoria e prassi» sarà il tema dell’incontro. L’iniziativa è rivolta ai giovani, ai politici, alle associazioni, ai rappresentanti delle Istituzioni e a quanti sono interessati al bene comune. Per informazioni: scuolapartecipazioneangrimppu@gmail.com


Maghi delle scadenze Date taroccate per cibi scaduti da due anni. Sequestrate a Poggiomarino 50 tonnellate di alimenti

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e la barretta di cioccolato era scaduta non c’erano problemi, bastava cancellare la dicitura e sovrascrivere una nuova indicazione grazie ad un sistema di timbri e un datario a inchiostro. Deleterio modus operandi per una banda di Poggiomarino, fortunatamente scoperta dai Carabinieri del Nas di Napoli che hanno sequestrato, all’interno di un deposito abusivo, un grosso quantitativo di alimenti scaduti, destinati ad essere reimmessi in commercio con nuove scadenze. La struttura era in pessime condizioni igieniche. I militari dell’Arma hanno ritrovato una notevole quantità di carni, bevande, formaggi, pasta e conserve, scadute anche da oltre 12 mesi, pronti ad essere rivenduti. Inoltre, su parte degli insaccati erano state rimosse le etichette originali e sostituite da altre recanti marchi di fantasia. L’operazione si è conclusa con il sequestro dell’intero deposito, delle attrezzature e di circa 50 tonnellate di alimenti, pronti a finire sulle tavole a prezzi scontati.

Ritorna il contrabbando Gasolio a poco prezzo, ma “taroccato”. Operazione della Guardia di Finanza a Striano

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aumento vertiginoso dei prezzi del carburante ha fatto aguzzare l’ingegno ad alcune persone di Striano. Rivendevano in un piazzale di un’azienda di autotrasporti il gasolio destinato alle imbarcazioni per la pesca. Un giro d’affari che con l’aumento dei prezzi era enormemente cresciuto. Quel camion che regolarmente partiva da Torre Annunziata ed andava a Striano ha insospettito però i militari della Guardia di Finanza oplontina che, dopo mesi di indagini, hanno fermato l’attività illecita. Evase le accise per migliaia di euro. Le indagini restano tuttora aperte per cercare di capire se la rete del contrabbando fosse più estesa.

Donne protagoniste a Poggiomarino

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onna e lavoro”, se ne è discusso a Poggiomarino in occasione di una tavola rotonda promossa dall’amministrazione comunale nel plesso scolastico di via Roma. A moderare il dibattito Eugenia D’Ambrosio, consigliera comunale e presidente della commissione pari opportunità: «L’idea di coinvolgere le forze femminili provenienti da varie realtà poggiomarinesi nasce per dare merito alle

donne che ogni giorno sono in trincea come casalinghe, imprenditrici, madri e politici». All’incontro, aperto dal sindaco Leo Annunziata, ha preso parte l’assessore alle politiche sociali Angela Iovino e la parlamentare del PD Maria Fortuna Incostante: «Nella vita politica si parla di quota rosa ma il numero delle donne è sempre più esiguo eppure dalle donne si generano le migliori idee

che potrebbero ridonare uno slancio al Paese». A riscuotere successo la testimonianza di una giovane imprenditrice, Maria Luisa Squitieri: «Sono laureata in storia ma ho aperto un’attività agricola, il riscatto siamo noi, la nostra volontà e soprattutto la nostra grinta, certo non sono mancati i momenti di sconforto, ma è in quelli che bisogna trovare la spinta maggiore».

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redazionale a cura dell’uff. stampa del Comune di Sarno

Sarno, obiettivo commercio Il consiglio comunale ha approvato il piano commerciale ed il regolamento per l’installazione dei chioschi. I provvedimenti rappresentano anche la giusta occasione per il rilancio occupazionale cittadino

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sempre a lavoro il parlamentino cittadino di Sarno che ha approvato due importanti strumenti per il rilancio commerciale della città: il SIAD ed il disciplinare per l’installazione dei chioschi. Il SIAD sarebbe lo Strumento di intervento per l’apparato distributivo, noto come piano commerciale. Sette gli obiettivi che si vogliono raggiungere con il piano per le attività produttive. In primis c’è l’incentivazione e la valorizzazione degli esercizi commerciali nel centro storico, l’insediamento delle medie e grandi strutture nelle zone compatibili, lo sviluppo dei “centri commerciali naturali”, nuove e più incisive norme per l’arredo commerciale urbano, la regolamentazione del commercio in sede, fisso e su aree pubbliche, l’implementazione di nuove regole per la destinazione d’uso dei locali nel centro storico, infine, l’attuazione di standard di arredo urbano. «Questa pianificazione è una novità assoluta per la nostra Città, è un importantissimo segnale per la rinascita e la valorizzazione del commercio» ha affermato il sindaco Amilcare Mancusi. Entrambi i provvedimenti, come sottolinea il primo cittadino, «avranno una ricaduta positiva in termini occupazionali». Si tratta di un successo di squadra. Mancusi ringrazia, infatti, «il vice sindaco ed assessore al ramo Francesco Squillante, il responsabile del SUAP Francesco Sirica, i suoi collaboratori e la Commissione alle Attività Produttive presieduta dal consigliere Livio Falciano». Il vice sindaco Francesco Squillante ha aggiunto: «Sono soddisfatto perchè il SIAD ha incontrato il parere favorevole di tutte le parti politiche cittadine, essendo stato approvato all’unanimità. In una fase economica certamente non delle più brillanti l’approvazione del nuovo SIAD costituisce una risposta più che concreta per rilanciare le attività legate al commercio. Tale approvazione rappresenta la realizzazione di un obiettivo rilevante sia dal punto di vista politico, che socio - economico - produttivo. Si tratta di uno strumento che servirà ad avviare una modernizzazione e razionalizzazione del sistema commerciale

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della nostra Città». «L’approvazione del SIAD – ha continuato Squillante –, inoltre, apre spiragli importanti anche sul piano occupazionale. Molta importanza, infatti, sarà data all’imprenditoria giovanile per la quale sono previste specifiche forme di defiscalizzazione. In tale ottica, è indispensabile continuare ad intensificare il dialogo con tutte le Associazioni e i soggetti coinvolti». Il SIAD è stato varato dall’Ufficio competente a seguito di uno specifico Atto di indirizzo consiliare, alla fine del 2010, e poi approvato in Giunta dopo numerosi confronti con i gruppi consiliari e dopo una fase di ascolto delle Associazioni di categoria, in modo tale da poter oggi realmente parlare di una avvenuta “pianificazione partecipata”. Attraverso il regolamento chioschi, invece, sono state individuate 17 macro aree su tutto il territorio comunale dove sarà possibile, previo bando pubblico, installare chioschi per le attività produttive.


Un’opportunità per le parrocchie La CEI lancia nuovamente il Concorso I feel CUD. Nel 2011 il premio era orientato alla GMG di Madrid, quest’anno il concorso mira a migliorare la vita della propria comunità

Nasce il Caf diocesano L’Economato della Diocesi mette a disposizione dei sacerdoti e degli Istituti religiosi maschili e femminili della nostra diocesi un servizio CAF (Centro di assistenza fiscale). Dal 19 marzo, il lunedì ed il venerdì negli orari di ufficio, sarà possibile trovare in Curia un operatore che eroga stabilmente questo servizio. Per informazione: caf@diocesinocerasarno.org

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opo il successo dello scorso anno, che ha visto prima classificata a livello nazionale la parrocchia Santa Maria del Presepe di Nocera Inferiore, il Servizio CEI per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica ripropone l’iniziativa I feel CUD. Se si ha un’idea per migliorare la vita parrocchiale basta creare una squadra con i giovani della parrocchia, iscriversi al concorso, raccogliere le schede allegate al modello CUD e pianificare il progetto, presentandolo con un video. I progetti migliori riceveranno un budget da un minimo di 1.000 euro fino a 29.500 euro per la loro realizzazione. Inoltre, il video più votato dal pubblico sarà premiato con un riconoscimento di 1.000 euro. Cinque categorie e tantissimi premi aspettano i giovani. Più schede CUD si raccolgono e più aumentano le possibilità di realizzare il progetto. Partecipare al concorso è già una grande vittoria. Le schede CUD che si raccoglieranno permetteranno di sostenere l’8xmille e i tanti progetti che la Chiesa cattolica porta avanti in tutto il mondo per chi ha davvero bisogno. Per informazioni www.ifeelcud.it


Seconda edizione per il “Sarno film festival”

I Beneficenza in musica Mille euro per le suore di Betlemme. La donazione è degli Alfasound che grazie alla loro tournèe invernale e alla vendita dei cd hanno potuto raccogliere questa importante somma da destinare alla casa per i bambini “Hogar Nino Dios” di Betlemme. In una lettera al maestro Mario Alfano, la superiora provinciale Madre Maria Pia ha scritto: «Il vostro sostegno è per noi prezioso e ci permette di continuare il nostro servizio a favore dei più indigenti».

l 12 maggio l’avvio della seconda edizione dell’evento cinematografico sarnese che l’anno scorso ha visto quasi mille presenze in due giorni. Tema di quest’anno l’uguaglianza e la non discriminazione. Sette i cortometraggi finalisti e due i corti fuori concorso, tra cui “Corti” di Angelo Cretella, della Blow Up Film di Caserta, con Leo Gullotta protagonista di una magistrale interpretazione. Il Sarno Film Festival è organizzato d a l l ’a s s o c i a z i o n e culturale sarnese “Il Cantiere dell’Alternativa–Diritti Cinema e Cultura”, e si svolgerà presso l’Auditorium del Centro Sociale di Sarno. Per far parte della giuria popolare e per qualsiasi altra informazione è possibile scrivere a ilcantieredellalternativa@ hotmail.it oppure seguire il sito www.sarnofilmfestival.it e la pagina Facebook.


Una lotteria a 5 stelle Il Progetto Famiglia Cooperazione Onlus promuove una raccolta fondi per sostenere un centro per studenti in Burkina Faso. In palio, prestigiosi premi

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iaggi e momenti di relax in palio per i benefattori del Centro “Jean Paul II” per la formazione degli studenti in Burkina Faso. Il Progetto Famiglia Cooperazione Onlus promuove una lotteria per raccogliere dei fondi in favore della struttura che servirà le nuove generazioni burkinabè. “Aggiungi un posto a tavola” lo slogan, perché i soldi raccolti garantiranno un pasto al giorno a 100 studenti liceali per il 2013. L’iniziativa partirà ad aprile, l’estrazione dei biglietti vincenti è fissata per il 29 giugno, alle 20:30, durante un evento benefico organizzato al centro benessere Diver’s Drive Fitness Club di Pagani. Chi acquisterà i biglietti parteciperà all’estrazione di una crocie-

ra MSC per due persone, due posti nel palco reale del Teatro San Carlo di Napoli per assistere ad un’opera o un concerto, un tour a Capri per due persone con pranzo incluso, serata ad Amalfi con una cena per due persone al ristorante Stella Maris ed il pernottamento in hotel, un week end all’hotel Castelvecchio di Verona con la possibilità di assistere ad uno spettacolo teatrale, un pacchetto benessere al centro La Beauté di Minori, un week end a Palazzo Sasso a Ravello. E poi ci sono anche due ingressi open semestrali al Diver’s Drive Fitness Club. Premi allettanti che valgono il costo del biglietto. Per informazioni www.progettofamiglia.org

Una crocchetta al giorno

di Gabriella Calenda*

Gatti, la sterilizzazione

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iao a tutti amici degli animali e buona Pasqua. Nello scorso numero di Insieme abbiamo trattato il tema della Pubertà e del Calore nei gatti: quali cambiamenti comportamentali causano e quali problemi possiamo incontrare. Ora voglio spiegare l’importanza della sterilizzazione, molte volte intesa dai proprietari come una pratica crudele e dolorosa per l’animale. Non è così. La sterilizzazione consiste nell’asportazione di utero ed ovaie (ovarioisterectomia) o solamente delle ovaie (ovariectomia), il taglio sulla pancia che viene fatto è di pochi centimetri e viene effettuato

sotto anestesia totale, in maniera efficace e controllata. Il momento adatto per questo piccolo intervento è all’età di sei mesi. Successivamente all’intervento, il proprietario dovrà somministrare all’animale, per una settima, degli antibiotici e dovrà disinfettare la ferita almeno due volte al giorno. È necessario, in questo periodo, l’uso del collare Elisabettiano. I vantaggi di questa pratica sono tanti. Primo fra tutti la lotta al randagismo, si evitano nascite di tanti gattini che nella maggior parte dei casi finiscono sotto le macchine o muoiono

per denutrizione, inoltre si migliora la convivenza perché sono animali molto più equilibrati dal punto di vista psicologico e si prevengono anche numerose malattie all’apparato genitale, quali infezioni, tumori e FIV (AIDS felino). Nel maschio si consiglia la castrazione solo se il micio viene tenuto esclusivamente in casa. L’asportazione dei testicoli di solito può avvenire intorno agli 8 mesi, l’intervento è molto meno invasivo di quello per la sterilizzazione delle femmine. *Medico veterinario (gabriella_calenda@hotmail.it)


VITA ECCLESIALE Foto Salvatore Alfano

Per festeggiare il I anno di Episcopato di Mons. Giuseppe Giudice, il prossimo 6 giungo la nostra Diocesi sarà pellegrina a Roma e parteciperà all’udienza con Papa Benedetto XVI. Ecco il Messaggio che il Vescovo Giuseppe ha scritto per prepararci a questo importante e significativo evento

4 giugno 2011, Solenne Ingresso in Diocesi del Vescovo Giuseppe

L’ombra di Pietro A Roma, con il vescovo Giuseppe, per vedere e ascoltare Pietro Carissimi, con questo mio Messaggio, che vuole fornire anche spunti per le catechesi preparatorie, vi annuncio che il 6 giugno parteciperemo all’Udienza generale del Santo Padre Benedetto XVI e così, come Diocesi, saremo pellegrini a Roma presso le Tombe degli Apostoli. Mi piace suggerire questo tema per il pellegrinaggio: A R oma , con il vescovo G iuseppe , per vedere e ascoltare P ietro . Andremo a Roma, a conclusione di un anno vissuto nella gioia e nell’entusiasmo, quasi a voler restituire la storica visita che il Beato Giovanni Paolo II tenne in Diocesi il 12 novembre 1990, e per riannodare, ancora una volta, i fili del gomitolo della nostra Diocesi, che possiamo così riassumere: i dieci anni dalla conclusione del Sinodo Diocesano; il 250° anniversario della consacrazione episcopale di Sant’Alfonso Maria de Liguori; il decimo anniversario della Beatificazione dei Beati Tommaso e Alfonso Maria Fusco; il venticinquesimo anniversario della nascita della Diocesi di Nocera Inferiore – Sarno; l’elezione e l’inizio del ministero del nuovo Vescovo; le prossime Ordinazioni sacerdo-

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tali e diaconali e il Venticinquesimo anniversario, che celebreremo in Cattedrale il prossimo 3 ottobre, dell’Ordinazione Episcopale di mons. Gioacchino Illiano, Vescovo emerito, verso il quale la Diocesi deve esprimere sempre riconoscenza e gratitudine.

V edere P ietro “Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui” (Cfr At 12,5). A Roma, nella persona del Santo Padre Benedetto XVI, noi vedremo Pietro; anzi a Roma, come cristiani si va per “videre Petrum”. Il Papa, sul colle Vaticano, è sempre in prigione, incatenato da una cultura che tenta di escludere Dio dall’orizzonte della storia. Il nostro compito, come Chiesa, è pregare per lui: cum Petro et sub Petro. La Chiesa cattolica è con Pietro ed è sottomessa a Pietro: “infatti il romano pontefice, in virtù del suo ufficio di vicario di Cristo e di pastore di tutta la Chiesa, ha sulla Chiesa la potestà piena, suprema ed universale, che può sempre esercitare liberamente” (LG, 22); ed egli è “perpetuo e visibile principio e


fondamento dell’unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli” (LG, 23).

V erso quale R oma ? O felix R oma ! Oggi che i mezzi di comunicazione hanno messo in atto una continua mobilità, è facile andare e venire da Roma più di una volta. Ma tutto ciò non sminuisce il pellegrinaggio verso la tomba degli Apostoli. Verso quale Roma ci mettiamo, dunque, in cammino? Non verso la Roma dell’arte, della politica, dei palazzi delle Istituzioni, del turismo, del commercio e della cultura, che pure ammiriamo e apprezziamo. Come gli antichi pellegrini cantando: “O felix Roma, o felix Roma nobilis sedes es Petri”, noi cerchiamo la Roma cristiana, bagnata dal sangue dei martiri, segno di quella città, non costruita dalle mani dell’uomo, verso la quale siamo tutti pellegrini. Come credenti e viandanti, per noi su ogni pietra è scritto: “più in là”, quasi a ricordarci che la nostra città è sempre oltre.

A scoltare P ietro “allora Pietro con gli undici si alzò in piedi e a voce alta parlò a loro” (Cfr At 2,14). Quando in piazza san Pietro ascolteremo il Santo Padre e ogni qual volta parla, è ancora Pietro che, il mattino di Pentecoste, si alzò in piedi e annunciò: “Gesù di Nazaret che avete crocifisso e avete ucciso… Dio lo ha risuscitato” (Cfr At 2,22ss). Nella sua voce, nel suo Magistero, è Pietro, il pescatore di Galilea, che parla e, in comunione con Pietro, noi ascoltiamo e in lui diamo la mano direttamente a Gesù di Nazaret nel mistero della successione apostolica. All’udire le sue parole, anche noi ci sentiamo trafiggere il cuore e chiediamo a Pietro e agli altri Apostoli: “Che cosa dobbiamo fare, fratelli?” (At 2,37). E la risposta è sempre la stessa e puntuale: “convertitevi e… riceverete il dono dello Spirito Santo” (At 2,38).

L’ ombra di P ietro “Portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro” (At 5,15).

A Roma, verranno con noi anche gli ammalati, o potranno partecipare all’Udienza attraverso i mezzi della comunicazione sociale. La Chiesa non dimentica a casa le membra sofferenti e chiede che l’ombra di Pietro possa lenire e dare senso, attraverso la croce gloriosa di Gesù, alle loro sofferenze. Agli ammalati, ai sofferenti, sin d’ora chiedo di offrire preghiere e suppliche per la riuscita spirituale del pellegrinaggio della Diocesi a Roma.

C onfermare i F ratelli “Simone… io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli”. (Cfr Lc 22,32). Compito di Pietro è confermare i fratelli nella fede. Andremo a Roma per vedere Pietro, per ascoltare Pietro e per essere da Pietro confermati nella fede. Con gioia, vogliamo ripetere: «Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla, in Cristo Gesù nostro Signore». Confermati nella fede, potremo così iniziare meglio l’Anno della Fede, che il Santo Padre ha indetto. Esso avrà inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II e terminerà nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, il 24 novembre 2013.

P ietre V ive “Avvicinandovi a lui, Pietra viva rifiutata dagli uo-

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Interno della cupola della Basilica di San Pietro a Roma costruita da Giacomo Della Porta, su disegni di Michelangelo Buonarroti

mini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo e per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, mediante Gesù Cristo” (Cfr 1Pt 2,1ss). A Roma, vivremo due momenti fondamentali: l’Udienza con il Santo Padre e la Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Vescovo diocesano, nel Santuario del Divino Amore. Celebrando con tutti i sacerdoti, religiosi, diaconi, seminaristi della diocesi, vogliamo esprimere la comunione con la Chiesa di Roma che “presiede nella carità”. Per essere concreti e partecipare alla carità del Santo Padre, dispongo di anticipare la Giornata per la Carità del Papa (obolo di San Pietro) dall’ultima domenica di giugno al 27 maggio, solennità della Pentecoste. Tutto ciò che raccoglieremo in quella domenica come obolo sarà deposto nelle mani del Papa per la sua Carità verso i bisogni del mondo. Invito anche le Comunità religiose, i Gruppi, i Movimenti e le Associazioni a partecipare alla colletta per il Papa durante la Veglia di Pentecoste, che si terrà il 26 maggio a Sarno e sarà, a livello diocesano, momento unico e qualificato in preparazione al Pellegrinaggio. Così, anche nella partecipazione e nella concretezza del dono, esprimeremo il mistero della Chiesa “stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa” (1Pt 2,9).

S crivo a voi , giovani ! (Cfr 1Gv 1,13) Non può mancare in questo mio invito l’attenzione ai giovani. E mi piace vedervi correre insieme a Pietro come il mattino di Pasqua: “correvano insieme

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tutti e due” (Gv 20,4). Sono Pietro e Giovanni, il giovane, che corrono verso il sepolcro il mattino della risurrezione per ricordarci che senza comunione si rimane fermi. Vi invito a correre con la Diocesi verso Roma per vedere Pietro e per dare al nostro pellegrinaggio diocesano il volto e il cuore di Giovanni, l’Apostolo giovane. Sapete che conto molto su di voi! Il vescovo Giuseppe non vuole andare da Pietro senza i giovani, senza l’entusiasmo e le domande della vostra vita; perché andremmo sicuramente ricchi di tradizione, ma poveri di speranza e di futuro. Sì, corriamo insieme verso Pietro e verso la Chiesa, per poi riversare la freschezza del nostro entusiasmo, rigenerato dalla fede, nelle strade dell’Agro.

R itornare … “Avvertiti in sogno… per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Mt 2,12). Mi piace questa icona dei santi Magi, che vorrei applicare al nostro pellegrinaggio. Che cosa ci attendiamo da questo nostro andare a Roma? Una semplice gita? Un momento di svago? No, ma vogliamo vedere Pietro, ascoltare Pietro, celebrare sul luogo che ha visto il sangue dei Martiri e poi… semplicemente fare ritorno in Diocesi per un’altra strada. Certamente la strada non cambia, è sempre la stessa, ma può cambiare il nostro modo di percorrerla perché chi ama, vola. Ce lo facciamo suggerire ancora da Giovanni, l’Apostolo dell’amore e dal cuore giovane, perché radicato nella fede: “… se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato” (1Gv 1,7). Mentre con Maria, la Madre del Risorto, vi invito a cantare per poter camminare, Vi benedico nel Signore. + Giuseppe Vescovo Nocera Inferiore 19 marzo 2012 Solennità di San Giuseppe



Foto Salvatore Alfano (2)

La fantasia della carità È stata inaugurata ad Angri, lo scorso 26 marzo, la Cappella dedicata ai Beati Luigi e Zelia Martin, la pietra angolare di un’opera più grande chiamata Cittadella della Carità che, dopo 61 anni, continua idealmente l’azione di don Enrico Smaldone Un particolare dell’altare

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eduto al primo banco, tra i confratelli sacerdoti, don Silvio Longobardi segue in silenzio la Celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Josè Saraiva Martins che il 19 ottobre del 2008 ha presieduto in Francia la Beatificazione di Zelia e Luigi Martin. L’emozione cancella la fatica dai volti e il duro lavoro degli ultimi mesi diventa un lontano ricordo. «Come Vescovo di questa Chiesa ho la gioia di aprire la porta ed accogliervi per questo momento, che ci riempie di santa gioia», annuncia il vescovo diocesano Giuseppe Giudice nel suo saluto iniziale.

Il momento della consacrazione eucaristica. Al centro il Cardinale Jose Saraiva Martins, alla sua destra il Vescovo Giuseppe

«Qui, dove un giorno risuonavano le voci dei ragazzi di don Enrico Smaldone continua - risuoni oggi nuovamente la fantasia della carità per accogliere, nella sua Cittadella, le povertà emergenti del nostro tempo. Qui, i fidanzati imparino che cos’è l’amore cristiano. Qui, le coppie vengano per formarsi alla fedeltà e alla responsabilità nell’accoglienza della vita. Qui, le coppie in crisi o segnate dalla divisione, bussino come mendicanti per chiedere al Signore di curare i cuori feriti». Tanti gli aggettivi che la sera del 26 marzo sono stati usati per declinare la

carità. Il vescovo Giuseppe la definisce fantasiosa, il cardinale Saraiva Martins ne sottolinea l’aspetto creativo. «E se la carità è radicata in Cristo - aggiunge - è la risposta alle sfide del nostro tempo che vedono tra le emergenze più importanti la sfida educativa e la famiglia». E i coniugi Martin sono un esempio luminoso a cui gli sposi possono guardare. «Nei genitori di santa Teresa - chiarisce il porporato - scopriamo tutto il fascino umano di una coppia cristiana. Luigi è l’uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Zelia è la donna forte che Luigi ha trovato sul suo camino. In un mondo come il nostro, dove abbonda l’annacquamento e la contraffazione, essi sono la prova che si può conservare il vino buon fino alla fine». Ricco di fascino è il rito della consacrazione dell’altare con i suoi numerosi segni e gesti, dall’invocazione dell’aiuto dei santi alla deposizione delle reliquie di santa Teresa, il fiore più bello della famiglia Martin, all’interno dell’altare, seguita dalla preghiera di dedicazione. L’altare unto ai 4 lati e asciugato con delicatezza dalle mani di una consacrata e di una mamma, che ha dedicato la sua vita ad accogliere i figli della provvidenza, fanno respirare il carisma della Fraternità che nel legame tra vocazione verginale e coniugale esprime uno dei suoi tratti più rilevanti. L’incenso si consuma in un braciere posto sopra

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vissuti. Per la benedizione della Cappella Martin, la prima in Italia dedicata ai genitori di Santa Teresa, sono giunti membri della Fraternità dall’Ucraina e dall’Africa, due terre in cui il movimento ha portato l’annuncio del Vangelo creando delle piccole comunità. L’evento è stato trasmesso in diretta su Tele Pace e Telenuova 2. Il primo passo di una storia più grande che nei prossimi mesi inizierà a prendere forma. Antonietta Abete

Un momento della consacrazione dell’altare

Foto Salvatore Alfano (3)

l’altare e il suo profumo si diffonde in tutta la Chiesa. Il Cardinale incensa prima l’altare, poi l’intera assemblea. Dal piazzale, attraverso un maxischermo, tante persone (almeno 500 secondo una rapida stima) seguono l’ultimo rito: l’altare è ricoperto da una tovaglia bianca, fiori e due candele giunte da Alençon e Lisieux. Tutto è pronto per accogliere il sacrificio eucaristico. Solo a questo punto don Silvio raggiunge l’altare, invitato dagli altri concelebranti. Lo lascia con passo veloce allo scambio della pace, per raggiungere Mons. Gioacchino Illiano, vescovo emerito della diocesi di Nocera - Sarno che nel 2008 ha affidato questa struttura alla Fraternità di Emmaus. Un abbraccio bagnato di lacrime, tra un padre che ha accordato fiducia e un figlio che raccolto la sfida. La celebrazione si conclude tra la commozione di tutti i partecipanti, con la lettura del messaggio del Cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia e il saluto di Dominique Menvielle, delegata del rettore della Basilica di Lisieux; suor Elisa Sutti, Superiora della Casa famiglia Martin di Alençon, padre Thierry Hénault Morel, delegato del vescovo di Séez, la diocesi dove i beati Martin sono


ILPANEDELLADOMENICA Sussidio liturgico dalla II alla IV domenica di Pasqua Commenti a cura di Mons. Giuseppe Giudice

PASQUA Pane azzimo. Nostalgia di terra libera. Giovedì santo: vince l’amore. Pane consumato insieme. C’è Lui. Ora della croce. Ora della Madre. Ora del Figlio che prega. Vespro gravido di mistero. Ci siamo tutti. Ai piedi della croce.

Silenzio. Preghiera. Sotto la croce. Scende la notte sul sepolcro. Il cuore tace. Spunta il giorno nuovo. La luce rompe la notte. Il canto prorompe. Ce l’ho fatta. È Pasqua! Mons. Giuseppe Giudice Anthony Van Dyck La Resurrezione, 1631-1632 circa

15 aprile 2012

II DOMENICA DI PASQUA O DELLA DIVINA MISERICORDIA (Anno B) LE LETTURE Venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!» Prima lettura: At 4,32-35 Salmo responsoriale: Sal 117 Seconda lettura: 1Gv 5,1-6 Vangelo: Gv 20,19-31 IL VANGELO La sera di quel giorno, (…) venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». (cfr Gv 20,19.21-23) Colore liturgico BIANCO

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“Spalancate le porte a Cristo” Otto giorni dopo, il Risorto è puntuale all’incontro con la sua Chiesa. Egli viene la sera di Pasqua, a porte chiuse, quando il cuore è fasciato dalla tristezza e dalla delusione, e dona pace e gioia. E poi ritorna otto giorni dopo per incontrare Tommaso, che non era con loro la sera di Pasqua quando venne Gesù. Tommaso è l’immagine di coloro che lasciano dopo la delusione della croce. Il Risorto non ci lascia fuori dal cenacolo, e se non ci trova con gli altri aspetta e ritorna otto giorni dopo, per dirci che la grazia della Pasqua è per ogni uomo. Ogni domenica, otto giorni dopo, il Risorto entra ancora e sempre attraverso le porte chiuse della nostra vita: quest’incontro è una meraviglia ai nostri occhi. E, mentre ci invita a toccare le piaghe dell’esistenza, vuole trovarci insieme come la prima comunità, con un cuore solo e un’anima sola; insieme come Chiesa dove nessuno è bisognoso, povero e solo. Solo questa comunione è la vittoria che ha vinto il mondo, insieme alla nostra fede.


22 aprile 2012

III DOMENICA DI PASQUA (Anno B) LE LETTURE “Di questo voi siete testimoni” Prima lettura: At 3,13-15.17-19 Salmo responsoriale: Sal 4 Seconda lettura: 1Gv 2,1-5 Vangelo: Lc 24,35-48 IL VANGELO Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù (…) aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati (…). Di questo voi siete testimoni». (cfr Lc 24,36.45-48) Colore liturgico BIANCO

Presi per mano dal Risorto Mentre la comunità è radunata, Gesù in persona si presenta e ri-dona la pace. Questa pedagogia di Dio! Questo suo ritornare e questa sua pazienza, che salvano il mondo! Siamo sconvolti, pieni di paura, ci sembra di vedere un fantasma ed Egli, pian piano, ci accompagna dalla notte del peccato verso il giorno della luce. Egli, quasi ci mette le mani sugli occhi, per non farci accecare dalla Luce. Egli, il Risorto, sa che abbiamo agito per ignoranza uccidendo l’autore della vita. E se abbiamo peccato, non bisogna scoraggiarsi perché abbiamo un Paraclito (un avvocato) presso il Padre. Il Risorto, mostrando le mani e i piedi segnati dalla passione, invita a non essere turbati e a non avere dubbi. E, per darci forza, si mette a mangiare con noi mentre ci apre la mente per comprendere le Scritture. Toccando la nostra incredulità, ci invita a toccare la sua carne risorta per farci progredire nella fede di Pasqua in Pasqua, fino al giorno che non tramonterà più.

29 aprile 2012

IV DOMENICA DI PASQUA (Anno B) LE LETTURE “Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore” Prima lettura: At 4,8-12 Salmo responsoriale: Sal 117 Seconda lettura: 1Gv 3,1-2 Vangelo: Gv 10,11-18 IL VANGELO «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore». (cfr Gv 10,11-13) Colore liturgico BIANCO

L’immagine del pastore Gesù Risorto oggi si presenta con il volto del Pastore bello, buono e vero. È un pastore che chiama, che ama, che accompagna, che offre la vita per le pecore. Le pecore appartengono solo a Lui e per questo il pastore le ama, le raduna e protegge, le cerca anche tra le spine. Il pastore è amato dal Padre-pastore proprio perché è disposto a dare la vita per le pecore. Al dono del Padre il pastore risponde con il dono della vita. Egli è la pietra scartata dai costruttori, che è diventata la pietra d’angolo, che regge la mia vita. In nessun altro c’è salvezza: solo nell’amore del pastore che offre la vita si trova la salvezza. Quest’opera non è nostra, è del Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi. Osserviamo, oggi, in filigrana i volti dei nostri preti–pastori che, giorno per giorno, offrono per la vita per le comunità. Al mercenario–prezzolato–interessato non interessano le pecore e, dinanzi al lupo abbandona il gregge e il lupo le rapisce e le disperde. Ma Gesù, unico pastore buono ama le pecore e nel suo amore salva pecore e pastori. Insieme - Aprile 2012

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6 maggio 2012

V DOMENICA DI PASQUA (Anno B) LE LETTURE “Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto” Prima lettura: At 9,26-31 Salmo responsoriale: Sal 21 Seconda lettura: 1 Gv 3,18-24 Vangelo: Gv 15,1-8 IL VANGELO In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. (…). Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla». (cfr Gv 15,1-5) Colore liturgico BIANCO

Siamo il popolo della comunione La sera di Emmaus, lungo quella strada dove anche noi siamo pellegrini, la comunità prega: Rimani con noi! Ora sulla strada delle nostre comunità è Gesù che ripete: Rimanete in me! Il cammino pasquale comporta il passaggio dalla paura alla fede passando attraverso le ferite di Gesù. La comunità non sa accogliere ancora Paolo, ha ancora paura di lui e non ha accettato la sua conversione. In ogni comunità, c’è bisogno di un Barnaba che ci introduce nel mistero delle cose e della novità di Dio. Dobbiamo ancora imparare, sulla nostra pelle, che Dio è sempre più grande del nostro cuore. Dobbiamo imparare nuovamente che per portare frutto bisogna rimanere nella vite, è necessario accettare la potatura che comporta tagli e sofferenze. Solo rimanendo in Lui, nella verità più vera perché bagnata di sangue, possiamo essere uomini e donne della Pasqua e non essere gettati nel fuoco come rami secchi. Senza di Lui, il nulla. Con Lui, tutto.

IL VANGELO CHE SI INCARNA L’inno alla gioia dello scrittore Luigi Santucci [… continua dal mese scorso]

V

i raccomando, figli cari: date ai vostri bambini l’infanzia più bella possibile, più favolosa possibile. Un’infanzia soprattutto di pace, di armonia, con lo spettacolo (che a me purtroppo è mancato) di un’intesa e di un’armonia, possibilmente di un amore che duri e si approfondisca col vostro partner. Se posso darvi un viatico, una formula che può sembrare artificiosa ma non lo è, sotto il vostro tetto, io vi raccomando, sotto gli occhi dei vostri figli, siate espansivi, coccoloni l’un verso l’altra. Non cedete, col passare degli anni, alla stanchezza dell’esprimere i vostri sentimenti familiari. La vita intorno è spesso tanto crudele,

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cinica e arida; la vita dev’essere invece dolcezza, deve avere la violenza e la testardaggine della dolcezza. Io vorrei che voi, nell’amare l’altro, vorrei che scriveste su una vostra ideale lavagna domestica alcune parole – come dire – più stimolanti, più prepotenti. Le parole entusiasmo, immaginazione, cocciutaggine; e magari anche, sì, le parole pietà innamorata, memoria e sogno. Perché si ama non solo col cuore e coi sensi, ma si ama con queste facoltà (l’entusiasmo, l’immaginazione, la fantasia, la memoria, il sogno!), mobilitate tutte e tutti i giorni per quel miracolo che è la conservazione e la crescita dell’amore. Se dovessi lasciarvi in questo testamento un solo vocabolo, un solo “grido” di rac-

comandazione, sarebbe questo: generosità. Siate generosi, “sempre”, l’uno verso l’altro, l’uno verso tutti. La generosità non s’illustra con massime né con riferimenti particolari. Vi dico solo: siate generosi, e poi siate tutte le altre cose. Sarete felici e fortunati. La generosità è la testa e la coda di quella cosa più grande, metafisica, che è la carità: è il suo aspetto spicciolo e quotidiano; e vorrei dire che la generosità ha un suo aspetto “sportivo”, una sua euforia come premio immediato. Sì, la generosità è la ruffiana della gioia… e la gioia è importante. Credeteci nella gioia; e andatene a caccia, tutti i giorni. dal blog di Luigi Accattoli, sezione Cerco fatti di Vangelo


13 maggio 2012

VI DOMENICA DI PASQUA (Anno B)

La quotidiana bellezza della gioia

LE LETTURE “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito” Prima lettura: At 10, 25-27. 34-35. 44-48 Salmo responsoriale: Sal 97 Seconda lettura: 1 Gv 4, 7-10 Vangelo: Gv 15, 9-17 IL VANGELO In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi…» (cfr Gv 15,12-14.16-17)

A Pasqua, giorno trapunto di Alleluja, c’è un travaso di gioia: la mia gioia in voi e la vostra gioia piena. Parola del Risorto! La gioia nasce dalle cose dette da Gesù. La gioia nasce dalle meraviglie compiute da Lui. La gioia nasce dal rimanere nel suo amore. La gioia nasce dal sapere che siamo amici suoi, non servi delle cose. La gioia nasce da Dio, dall’alto, dal cielo. La gioia nasce dall’essere generati da Dio ai piedi della Croce. La gioia nasce da fatto che Dio ha amato e ama noi. La gioia nasce dal mistero di Lui che ha scelto noi. La gioia nasce dalla Gioia, altro nome di Dio.

Colore liturgico BIANCO

INFORMADIOCESI GLI APPUNTAMENTI APPUNTAMENTI 28 aprile, nel pomeriggio partecipazione alla presa di possesso dell’Arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Mons. Francesco Alfano 30 aprile, ore 11:00, in Cattedrale a Nocera Inferiore pronunciamento del Discorso alla Città dell’Agro 9 maggio, in mattinata, in Cattedrale Messa Pontificale per la Solennità di San Prisco, Santo Patrono della Diocesi; nel pomeriggio processione del busto del Santo Patrono per le principali strade di Nocera Inferiore

CRESIME APRILE Sabato 21, ore 19:00, San Biagio – S. Marzano sul Sarno Domenica 22, ore 11:30, S. Maria delle Grazie – Pagani; ore 19:00, San Giovanni Battista – Roccapiemonte

Martedì 24, ore 19:00, S. Francesco – Sarno Giovedì 26, ore 19:00, S. Giovanni Battista – Nocera Inf. Venerdì 27, ore 19:00, S. Matteo – Nocera Inf. Domenica 29, ore 19:00, S. Michele Arcangelo – Nocera Sup.

Cresime maggio Martedì 1, ore 19:00, S. Lorenzo – Sant’Egidio Monte Albino Sabato 5, ore 19:00, S. Bartolomeo – Nocera Inf. Domenica 6, ore 11:00 S. Giovanni Battista – Striano; ore 19:00, S. M. delle Grazie – Lavorate di Sarno Martedì 8, ore 11:00, Maria SS. Tre Corone – Sarno Giovedì 10, ore 19:00, S. Maria Maddalena – S. E. M. Albino Venerdì 11, ore 19:00,

S. Maria di Costantinopoli – Angri Sabato 12, ore 19:00, S. Bartolomeo – Corbara Giovedì 17, ore 19:00, S. Anna – Fiano di Nocera Inf.

IN EVIDENZA “Raccontami la tua vocazione… la vocazione dono della Carità di Dio” Domenica 29 aprile, alle ore 19:00, Festa della vocazione all’auditorium “S. Alfonso Maria de Liguori” di Pagani con il concerto di don Giosy Cento

Per maggiori info consulta il sito www.diocesinocerasarno.it Insieme - Aprile 2012

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Da sinistra, in prima fila, don Antonio Guarracino, Mons. Giuseppe Giudice e padre Giovanni Vicidomini

La lirica composta da padre Vitale è stata eseguita durante la celebrazione per il decimo anniversario della beatificazione del sacerdote paganese

L’ultima ode al Beato Tommaso Maria Fusco

I

l 24 febbraio scorso le suore Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue del Beato Tommaso M. Fusco, dalla basilica pontificia di S. Alfonso in Pagani, hanno riproposto alla devozione dei fedeli dell’intera Campania, attraverso Telenuova 2, la figura del loro fondatore in occasione della festa liturgica e delle celebrazioni decennali della sua proclamazione a Beato.

so, fino a dieci anni fa, era già santo davanti a Dio, davanti agli uomini era solo un servo di Dio. Il 7 ottobre del 2001 fu proclamato Beato da Giovanni Paolo II. L’impegno dell’iter verso il riconoscimento terreno della sua santità è stato encomiabile in tutte le sue figlie, ma soprattutto nelle due ultime Superiori Generali, Madre Ofelia Marzocca e Madre Alfonsa Bove, e nella Postulatrice Suor Teodolinda Fracica.

Tommaso M. Fusco, sull’esempio di Sant’Alfonso fondò un nuovo Istituto religioso, le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue; scrisse libri di spiritualità; compose poesie e musiche per l’edificazione delle anime; peregrinò in terre lontane per trapiantarvi la nuova Congregazione religiosa; curò amorevolmente le anime affidate alla sua cura pastorale; sopportò incomprensioni, calunnie e sacrifici; percorse la via della santità. Ha legato il suo nome alla terra benedetta di Pagani e dell’Agro Nocerino-Sarnese. Oggi quando si parla di Pagani “spirituale” si pensa alla Madonna della galline, a sant’Alfonso M. de Liguori, ma anche al Beato.

Per quanto mi riguarda, collaboro da circa venti anni con la Congregazione per le animazioni musicali nelle Celebrazioni eucaristiche da loro organizzate per don Tommaso. Ho sempre ammirato il viscerale amore delle Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue per il Fondatore, amore che si è concretizzato, tra l’altro, in numerose pubblicazioni da loro promosse.

Nel suo nome le Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue non solo in Italia, ma anche in paesi dell’Africa, Asia e America continuano ad educare bambini, ad evangelizzare adulti, a soccorrere poveri, ad accogliere emarginati con lo spirito del Padre: uno spirito fondato sulla Carità del Sangue, caratteristica della spiritualità di don Tommaso. Se è vero che i santi sono tali in cielo già dopo la morte, è altrettanto vero che sono riconosciuti tali sulla terra solo per opera degli uomini. E se don Tomma-

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In tutti questi anni Madre Ofelia, oltre a ricercare scrittori e poeti che inneggiassero al Padre, ha coinvolto anche musicisti che ne cantassero le lodi. “Sposo di sangue” è l’ultima ode musicata dal redentorista M° p. Alfonso Vitale su testo di David M. Turoldo. La coinvolgente composizione è stata eseguita nella solenne concelebrazione del 24 febbraio scorso e dedicata a monsignor Giuseppe Giudice, Vescovo della diocesi di Nocera e Sarno, come risposta alla sua omelia, quasi una lirica alla più autentica e profonda teologia della Carità del Sangue di Cristo che, anche in quella occasione, ha confermato le peculiarità della sua predicazione: aurea brevità, profonda essenzialità, aulica forma oscillante tra una sublime prosa e un’ispirata poesia. Paolo Saturno C. Ss. R.



NEWS DALLE PARROCCHIE

FORANIA DI ANGRI Santa Maria dei Bagni Scafati

S. Maria M. in Armillis S. Egidio Monte Albino

Ciao padre Damiano, uomo libero e critico Il sacerdote morto il 28 febbraio si interessava di pace, giustizia, poveri e dialogo interreligioso

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morto a 65 anni, lo scorso 28 febbraio, padre Damiano Lanzone, schiantandosi contro un albero con la sua automobile dopo un improvviso malore. Per 28 anni ha dedicato il pensiero e la vita ad annunciare la giustizia, la pace, il dialogo. Temi di frontiera, sempre nuovi e concreti. «Le sue argomentazioni sempre taglienti ed incisive – ricordano i frati minori della Provincia salernitano-lucana – miravano a risvegliare le coscienze su temi a volte scomodi, ma sempre essenziali, attuali, impegnativi». Aveva fatto esperienza di servizio agli ultimi nel Movimento Apostolico Ciechi, poi andò a Barile, in Basilicata, a vivere con le vittime del caporalato, insieme a padre Pellegrino Tramutola e con il caro e inseparabile amico e fratello, padre Terenzio Soldovieri. Poi a Poggiomarino, nell’accoglienza e nella condivisione della vita degli immigrati ed extracomunitari. Qui rimase per 14 anni, anche quando padre Terenzio fu chiamato ad impegnarsi nella Caritas diocesana. In questi ultimi 8 anni, dal 2004, si è dedicato prima alla Parola della pace e della giustizia, partendo da Padula, e poi, con tempi prolungati di solitudine, nella riflessione e nella preghiera all’eremo di S. Angelo Le Fratte, in provincia di Potenza. «Senza esagerare – dicono i frati – il suo era uno stile da “profeta”, nel vestito e con barba lunga». Da quando era ad Angri aveva intensificato l’impegno ecumenico grazie al centro IRINI, aveva organizzato un convegno per il 10 marzo che si è tenuto ed è stato dedicato alla sua memoria.

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La Verità vi farà liberi Gli animatori dell’ACR

Regina Pacis Angri

Insieme c’è più festa Oratorio invaso dai Puffi in occasione del party di Carnevale

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rendete un sabato A.C.R. e mescolatelo all’allegria degli educatori. Aggiungete un pizzico di coriandoli ed infine decorate con tante mascherine colorate. Ecco gli ingredienti della festa di Carnevale organizzata dagli educatori della parrocchia Regina Pacis. Il 18 febbraio, usufruendo dei nuovi spazi dell’oratorio, gli educatori hanno preparato una splendida scenografia per far immergere i piccoli partecipanti nel mondo fantastico dei Puffi. I bambini sono stati accolti dalle facce sorridenti degli educatori, che travestiti da “ometti” blu li hanno introdotti nel salone dell’oratorio, dove tra musica, balli e festoni, c’era anche un ricco buffet pronto per essere preso d’assalto! Per tutti la possibilità di una bella foto nel villaggio dei Puffi. Il ricavato delle foto sarà poi destinato all’Azione Cattolica Ragazzi come forma di autofinanziamento. Il tempo speso per realizzare questo progetto e le giornate passate in parrocchia non sono pesate agli educatori, i quali si dedicano agli altri gratuitamente, perché il pane dell’educatore è il sorriso di un bambino, e un lavoro ben riuscito è una garanzia per non rimanere mai a bocca asciutta. Donatella Salvati

Catechesi itineranti per vivere al meglio la Quaresima 2012

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uest’anno i fedeli dell’Abbazia di Santa Maria Maddalena in Armillis a Sant’Egidio del Monte Albino hanno vissuto il Tempo di Quaresima con l’annuncio provocatorio proposto da un gruppo di “catechisti itineranti” della Comunità Neocatecumenale della Collegiata di S. Giovanni Battista di Angri. Ogni famiglia ha ricevuto un invito a partecipare a 15 incontri per giovani ed adulti: “Vorresti conoscere qualcuno che ti ama così come sei? Questo qualcuno esiste! Gesù Cristo ha il potere di cambiare la tua vita e vuole incontrarsi con te!”. I parrocchiani sono accorsi numerosi agli incontri che si sono svolti il martedì e il venerdì nell’Abbazia. A guidare le catechesi tre coppie di sposi, Gerardo e Lella, Massimo e Benedetta, Giuseppe ed Annalisa, che hanno presentato il “Cammino neocatecumenale”. Da questo percorso su suggerimento di Padre Massimo, Gerardo e Lella, Massimo e Benedetta, Giuseppe ed Annalisa, è nata l’idea di istituire anche presso l’Abbazia di Sant’Egidio del Monte Albino una nuova fervente Comunità Neocatecumenale. Maria Ermelinda Di Lieto

Una catechesi quaresimale


FORANIA DI SAN VALENTINO S. Biagio V. e M. San Marzano sul Sarno

La Quaresima è “un tempo favorevole” In questo tempo di grazia abbiamo riscoperto il significato del digiuno, e della preghiera

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ante iniziative parrocchiali promosse a San Marzano. In primis il digiuno. Ciò che è stato tolto dalle mense domestiche è stato donato a chi è nel bisogno, difatti la comunità si è impegnata ad evolvere i frutti del digiuno ad una comunità della Tanzania guidata da padre Flavio dell’ordine Pavoniano. Il digiuno e la carità saranno accompagnate dalla preghiera e dalla partecipazione più assidua all’Eucarestia, affinché ogni cristiano possa ritrovare se stesso per ritrovare Lui, e in Lui, ritrovare gli altri. Inoltre il giovedì c’è stata l’adorazione del SS. Sacramento, perché la comunità possa intrattenersi di più con Gesù, nella preghiera. Tutti i venerdì poi c’è stata la partecipazione al pio esercizio della Via Crucis, animata il primo venerdì dai ragazzi e dai giovani dell’Azione Cattolica. Le mani sono state il tema della Via Crucis, perché è con le mani che si riesce a comunicare accoglienza, disponibilità,

amicizia. Mani che accarezzano, ma che possono anche schiaffeggiare; mani che rialzano, ma che possono usare violenza; mani aperte, ma che possono anche respingere. Ecco le mani che hanno accompagnato Gesù, mani che lo hanno sorretto e mani che lo hanno schiacciato a terra. Ebbene, i ragazzi con le loro meditazioni e con le loro immagini rappresentative hanno aiutato a pregare e a prestare le mani a Cristo Signore, che «sempre ci chiede di essere disponibili – hanno detto i parrocchiani – permettendogli di amare ogni uomo attraverso di noi».

S. Giovanni Battista Striano

Un’intensa Quaresima di spiritualità Prima la celebrazione diocesana delle Ceneri, poi l’intensità degli Esercizi spirituali

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er la prima volta nella storia della nostra parrocchia il nuovo Vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, ha scelto Striano per la celebrazione delle Ceneri Diocesana. Tante le istituzioni religiose, civili e militari presenti. Durante l’omelia il Presule ha voluto sottolineare l’importanza di questo rito. Un invito particolare è stato rivolto ai giovani, ricordando che Cristo si è fatto uomo fino alla morte in Croce per i nostri peccati. Alla fine della liturgia è stato donato un segnalibro con una preghiera di accompagnamento per la quaresima. Prima di impartire la benedizione, il Vescovo ci ha invitati a pregare per il nostro parroco padre Michele Fusco, per una rapida guarigione. Un altro momento importante sono

Il Vescovo impone le Ceneri a don Salvatore Fiocco

state le tre serate di Esercizi Spirituali ai Laici, svolte nella Basilica di S. Alfonso di Pagani. La Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali ha proposto a tutti i laici della nostra Chiesa di sospendere per qualche giorno le proprie attività e i propri incontri nei gruppi e trovarsi insieme per gli Esercizi Spirituali Serali. Il Vescovo ha ricordato che la Quaresima è «tempo di entrare nella camera, nella stanza interiore del nostro cuore, chiudere la porta e pregare il Padre», poi ha invitato a riscoprire «la stanza interiore, la preghiera del cuore, la meditazione, il digiuno delle cose inutili, la carità verso se stessi e gli altri». Sono stati trattati i temi del digiuno, della preghiera e della carità. Durante le tre serate il Vescovo Giuseppe ha sottolineato i problemi di questo secolo del terzo millennio, ha invitato a riflettere sulle problematiche giornaliere e ad affidarci alla misericordia di Dio e alla preghiera. Tre serate di grande riflessione per i temi trattati e per l’adorazione personale. Prof. Giovanni Battista Esposito Insieme - Aprile 2012

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FORANIA DI NOCERA SUPERIORE ROCCAPIEMONTE S. Maria Addolorata Roccapiemonte

Gli sposi con il parroco don Natalino Gentile

Dalla Tradizione alle tradizioni Originale 50esimo anniversario di matrimonio a suon di tammorre. Festa per Pasquale e Gerardina

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e tradizione ci deve essere tradizione sia, di quelle più pure ed originali che scaturiscono non dalla forbita penna di un asettico teologo, ma dal corpo vivo e dal sangue caldo del nostro popolo meridionale. E non c’è niente di più antico, di più naturalistico e di più esaltante che rappresentare i propri stati d’animo con la danza. Non potevamo realizzare di meglio, anche nella nostra piccola comunità di S. Potito, per una festa tipicamente familiare e religiosa, quale un cinquantesimo anniversario di matrimonio. Ma non per il fatto in se stesso di una ricorrenza nuziale, quanto per la spiccata e tipica personalità del festeggiato. Uno di quei personaggi che hanno fatto la vita del piccolo centro; un nucleo familiare intorno al quale si sono sviluppate iniziative sacre e profane; un tipico esempio di ceppo familiare che ha segnato un

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periodo storico. Pasquale De Marinis ha conservato intatti tutti i geni della cultura popolare tradizionale. A lui ed alla sposa Gerardina Villano la sorpresa di sostituire l’organo con la tammorra, il classico canto liturgico con la struggente melodia alfonsiana “Curri, curri, mamma mia”. Regalando ai festeggiati ed alla comunità momenti di intensa emozione. Una cerimonia d’eccezione, perché “semel in anno licet insanire” dice il proverbio (almeno una volta all’anno è lecito impazzire). Anche in chiesa, quando lo si fa per tradizione e per amore. Don Natalino Gentile

S. Maria degli Angeli Nocera Superiore

Il Vescovo incontra l’OFS I Francescani secolari della diocesi hanno ascoltato il nuovo Pastore

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l giorno 20 gennaio, nella Biblioteca Francescana del Convento Santa Maria degli Angeli di Nocera Superiore, si è svolto l’incontro del Vescovo con i francescani secolari delle nove Fraternità presenti in Diocesi. L’assemblea dei terziari è stata presieduta dal ministro regionale Antonio Bruno che ha rivolto il saluto dei presenti al vescovo, ha consegnato il TAU, la Regola e le Costituzioni, presentando il volto dell’OFS e della GIFRA. Presenti i padri assistenti Giacinto D’Angelo ofm, Michele Alfano ofm conventuale e i frati del convento Santa Maria degli Angeli con il parroco Raffaele Bufano. Nel prendere la parola il vescovo ha parlato della figura di San Francesco mettendo in risalto l’aspetto della perfetta letizia. I terziari hanno rinnovato la propria disponibilità a collaborare nelle parrocchie. Achille Benigno

FORANIA DI SARNO San Teodoro Martire Sarno

Le strade della Quaresima Dalla preghiera alla formazione: il nostro cammino verso la Pasqua

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al grigio delle Ceneri alla luce della Pasqua: quaranta giorni per fare il punto del nostro cammino spirituale e, possibilmente, per consolidarlo, accrescerlo, motivarlo maggiormente. Dunque la via come simbolo della Quaresima. Non a caso il venerdì è stato il giorno dedicato alla Via Crucis comunitaria: per crucem ad lucem, il percorso è obbligato, tanto vale allenarsi. Uno dei momenti più significativi è stato la Via Crucis con i bimbi, interattiva, accompagnata da suoni e immagini. Ma nella via non siamo rimasti da soli, di volta in volta delle guide ci hanno accompagnato nella formazione: come il nostro parroco e p. Maurizio Buonocore, parroco di Foce e S. Francesco, che ha tenuto una lectio sulla Quaresima attraverso l’arte. Ma più di tutti il nostro vescovo, che a metà del cammino è venuto per impartire il sacramento della Confermazione a 22 giovani il 10 marzo. Con la sua premura di padre, e con una gustosa citazione manzoniana, ci ha invitato a fare ordine nel guazzabuglio del cuore umano, come fece Gesù nel tempio scacciando i venditori. Sapremo avere una tale fermezza e decisione verso le nostre debolezze? Il cammino continua! Mariangela Giudice Un momento della Via Crucis con i bimbi


Insieme... a portata di click Fino al 30 aprile

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IN BACHECA a cura della Redazione foto Salvatore Alfano

Auguri di buon compleanno a: Don Gaetano Ferraioli, parroco di Santa Maria delle Grazie in Casatori, che l’1 aprile ha compiuto 45 anni; p. Aldo D’Andria, che l’8 aprile compie 60 anni; don Luigi La Mura, parroco di Santa Maria di Costantinopoli in Angri che il 9 aprile compie 69 anni; p. Antonio Cuomo, amministratore parrocchiale di San Giovanni Battista in Cicalesi, e mons. Vincenzo Leopoldo, parroco di San Giovanni Battista in Angri che l’11 aprile compiono rispettivamente 43 e 71 anni; don Natale Gentile, parroco di Maria SS. Addolorata in S. Potito di Roccapiemonte, e don Carmine Vitolo, parroco di San Lorenzo in Sant’Egidio del Monte Albino, che il 16 aprile compiono rispettivamente 71 e 35 anni; don Andrea Annunziata, parroco di San Sisto II ed amministratore parrocchiale di San Francesco di Paola in Pagani, che 18 aprile compie 35 anni; p. Raffaele Bufano, che il 17 aprile compie 42 anni; don Giovanni Longobardi che il 28 aprile festeggia 87 anni; padre Michele Floriano che l’8 maggio compie 53 anni. Il Signore, che regge i ritmi del tempo, li conservi saldi nelle alterne vicende della vita.

Un augurio speciale a:

Che possa il Signore sostenerlo in questo nuovo incarico.

Buon anniversario di ordinazione sacerdotale a: Don Roberto Farruggio che il 5 aprile festeggia 15 anni di sacerdozio; p. Massimo Staiano che il 30 aprile festeggia 12 anni di sacerdozio; mons. Carmine Citarella che il 3 maggio festeggia 26 anni di sacerdozio. Perché il loro ministero sia lievito buono che fa fermentare la nostra Chiesa diocesana.

Don Roberto Farruggio

Auguri di buon onomastico a: Don Natalino Gentile

Don Gaetano Ferraioli, a cui è stato affidata la presidenza della Fondazione San Michele.

Fra Michele Floriano

Don Vincenzo Buono, don Vincenzo Califano, don Vincenzo Di Nardi, mons. Vincenzo Leopoldo, don Vincenzo Russo (5 aprile); don Marco Limodio (25 aprile). Come sono diventati santi i cristiani di cui hanno il nome, così la loro vita sia un continuo invito alla santità.

Il nostro cordoglio: “Non è qui. È risorto.” (cfr. Mt 28, 6) Ci uniamo al dolore che ha colpito don Flaviano Calenda per la salita al cielo della mamma Lucia e all’avvocato Coscioni per la perdita della cara madre. La speranza in Cristo Gesù consoli il dolore dei familiari.


IN PARROCCHIA

Nella sezione IN PARROCCHIA vi sono le pagine di quelle parrocchie che hanno scelto la rivista diocesana come strumento per comunicare con la propria comunità parrocchiale. Queste pagine sostituiscono giornali parrocchiali o fogli di collegamento. Se desideri anche tu prendere uno spazio fisso o in occasione di un evento particolare, contattaci allo 081 513 45 04 o su redazioneinsieme@alice.it

a cura della comunità parrocchiale Sant’Antonio da Padova Poggiomarino Coordinatore di redazione Mariano Rotondo

Quaresima, un percorso intenso verso il mistero pasquale Adorazioni, catechesi ed interventi a favore di chi soffre hanno coinvolto l’intera comunità

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ntenso, culturale e di alto profilo il cammino verso la Pasqua che la parrocchia di Sant’Antonio da Padova di Poggiomarino ha promosso per i propri fedeli. Merito dei Padri Stimmatini che in questa Quaresima non hanno fatto mancare nulla al percorso verso il grande avvenimento della resurrezione di Cristo. Quaranta giorni in cui si è vissuta la reale atmosfera di grazia e “passione” tipica di questo tempo liturgico, a partire dal Mercoledì delle Ceneri. Subito dopo le Quarant’ore guidate da don Carlo Zanini sull’Anno della Fede indetto dal Papa. Un cammino pieno di iniziative che riempiono il cuore come l’adorazione eucaristica e le catechesi che hanno interessato tutti i gruppi, le scuole, le fasce d’età ed i movimenti presenti in parrocchia. Ma il percorso quaresimale è stato ritmato da tre momenti che si sono ripetuti con un settimanale fisso: la catechesi del parroco, don Silvano Controne, sul Vangelo della Santa Messa all’interno del salone parrocchiale; l’adorazione eucaristica durante tutta la giornata del giovedì, con un’ora di adorazione comunitaria (dalle 20 alle 21) affidata e guidata dai vari gruppi e associazioni che danno linfa vitale

alla parrocchia; la Via Crucis ogni venerdì dopo la messa vespertina, sempre molto partecipata ed animata con testi e dialoghi tra il celebrante e i fedeli. Insomma, una ventata di novità, senza perdere le tradizionali radici, per una Quaresima che è stata molto gradita dalla comunità parrocchiale. Tutto ciò senza minimamente allentare quelle che sono le attività presenti a Poggiomarino. Anzi, in questo periodo particolare, sono aumentate le iniziative a sostegno di chi soffre da parte dei gruppi e dei movimenti come l’Azione Cattolica. Mariano Rotondo

L’altare ricoperto di fiori per le Quarantore

Carnevale dell’oratorio

I bambini sul “carro” dei vincitori

Il gioioso Carnevale dei bambini dell’oratorio parrocchiale

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on i carri costruiti dagli adulti e sponsorizzati da scuole di ballo ed attività commerciali, ha sfilato anche quello realizzato per i bambini dell’oratorio della parrocchia. Un Carnevale speciale, insomma, per Poggiomarino che ha dato ancora più colore alla festa. E quando nella località agro-vesuviana si parla di bambini, è impossibile non pensare all’oratorio, dove i piccoli che partecipano alle attività hanno sfilato lungo i percorsi stabiliti dal Comune sul carro che raffigurava le divinità dell’Olimpo. Merito del lavoro di uno dei responsabili del gruppo, Giuseppe Sorrentino, che insieme agli altri volontari ha regalato giornate di pura gioia ai piccoli riuscendo a rendere ancora più speciale la manifestazione. M.R.

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a cura della comunità parrocchiale Maria SS. delle Tre Corone Sarno

Preparare i genitori al Battesimo Un cammino di preparazione al Battesimo per i genitori che non partecipano alla vita della comunità ecclesiale

e prevedeva un cammino di almeno tre anni, durante il quale veniva fatta una “scrutatio fidei”, ossia si verificava che gli atteggiamenti morali pubblici denotassero un cambiamento di vita. Nella nostra parrocchia, già da qualche anno, si sta insistendo sull’impegno che i genitori assumono chiedendo il Battesimo per i propri figli e per dare risposta al problema è stato organizzato un corso di formazione che va avanti con successo. C’è una coppia che si interessa di questo cammino, che si conclude con un incontro a cui partecipa il parroco che amministra loro il sacramento della Confessione e li prepara al rito.

n una società in cui la partecipazione alla vita della Chiesa è sempre più ridotta, c’è un dato che impressiona: l’altissimo numero di genitori che chiedono il Battesimo per i figli. L’abitudine - anche da parte di coppie “lontane” dalla comunità ecclesiale - di battezzare i neonati ci fa interrogare sul primo dei Sacramenti come occasione di evangelizzazione e di catechesi. Ci fa anche domandare fino a che punto sia giusto concedere il Battesimo a tutti e se non sia, invece, opportuno proporre ai genitori un cammino di preparazione.

La scelta dei padrini. Un altro nodo cruciale è la scelta del padrino/madrina del nascituro. I padrini affiancano i genitori per manifestare la presenza della Chiesa madre che accoglie i suoi nuovi figli. Per loro, che devono essere delle guide nella fede per i loro figliocci, si richiedono i requisiti specificati al can. 874 del Codice di Diritto Canonico. Non possono fare da padrini le persone sposate solo civilmente, i conviventi, i divorziati ed i separati che convivono con un altro partner. Potrebbero fare da padrini persone separate ma non conviventi e che non hanno chiesto il divorzio; o persone divorziate che sono state costrette a subire il divorzio. Il Battesimo è un momento di nascita soprannaturale, ci rende figli di Dio. Non dimentichiamo che Gesù si è messo in fila con i peccatori ed ha accettato il Battesimo di penitenza di Giovanni come segno profetico della propria passione, morte e risurrezione per il perdono dei loro peccati.

Nella storia della Chiesa, il Battesimo veniva dato agli adulti

Guido Caringi

Il fonte battesimale della parrocchia Tre Corone

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a cura della comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine Pagani

Alla riscoperta del proprio Battesimo Una serie di catechesi sul significato del Battesimo, volute da don Enzo di Nardi, hanno suscitato una riflessione profonda sulla fede. Un percorso che ha portato alla nascita in parrocchia del cammino Neocatecumenale Nella foto, Mario Giordano che ci ha raccontato la sua bella testimonianza di riscoperta della fede

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icordate tutti il vostro primo giorno di scuola? Sono sicuro di sì. Un’emozione forte, vissuta in un momento particolare della vita, non si dimentica mai. Rimane in noi, nell’intimo. È trascorso già un anno, da quando in parrocchia si sono tenute le catechesi introduttive all’evangelizzazione per la riscoperta del nostro Battesimo. Il paragone con il primo giorno di scuola risveglia in me il sentimento innocente, provato da un bimbo che scopre un nuovo mondo, di cui aveva sentito parlare, ma che non conosceva. Il termine riscoperta del Battesimo, forse non è proprio esatto, ma rende l’idea del significato essenziale di quegli incontri che sono culminati con la nascita della Prima Comunità del “Cammino Neocatecumenale” nella Chiesa di S. Maria del Carmine in Pagani. In un certo senso, siamo stati nuovamente, simbolicamente immersi nel Fonte Battesimale rinascendo uomini nuovi, indossando la veste bianca, purificati dalle brutture del peccato quotidiano alle quali ci eravamo abituati. Talmente assuefatti alla mondanità, da perdere di vista l’essenza di quello che veramente cristianamente siamo. Da aver dimenticato che il nostro corpo è, per dono di Dio, Tempio dello Spirito Santo. Da non

accorgerci più che Cristo ci chiamava continuamente a Lui.

Assenti sul registro di Dio, giustificati dalla sua misericordia Sì, risultiamo assenti per molti giorni all’appello, sul registro di Dio. Ma Dio è grande. E grande è la Sua misericordia, ecco dunque l’evento che ci dà la possibilità di ascoltare la sua chiamata, rimbomba un invito per rinascere in un nuovo Battesimo, per iniziare un cammino di fede denso di scoperte che arricchiscono lo spirito, che ci porteranno a incontrare Gesù, che cambieranno la nostra vita, che rassereneranno la nostra anima. Quando durante la Santa Messa proclamiamo la nostra fede, diciamo “Credo in un solo Battesimo per il perdono dei peccati…”. Quindi, non saremo ribattezzati, perché ciò non è previsto dalla Chiesa, non ci si può battezzare due volte. Ma le catechesi che, grazie alla volontà e all’impegno del nostro parroco, don Enzo Di Nardi, si sono tenute recentemente in parrocchia, rinnoveranno in noi il significato del sacramento che abbiamo ricevuto quando eravamo in fasce. Don Enzo ha creduto fortemente e crede nell’importanza di questo cammino di fede. È stato molto bello rivedere ai nostri incontri nuove per-

sone com’è accaduto lo scorso anno, quando per me e per altri fratelli è iniziato il percorso di una nuova vita in Cristo. Non ci è dato di conoscere il disegno di Dio, ma per ognuno di noi, Egli ha un progetto che esiste da prima della nostra nascita terrena. Quando il Signore chiama, non c’è bisogno di portare nulla, se non noi stessi e un fagottino con dentro la nostra fede. E se crediamo di averla persa, cerchiamola in noi, magari in un angolino remoto della nostra anima. Anche se si è raffreddata, come era la mia, il Padre Celeste ci accoglierà e la riscalderà con la pienezza della sua Parola. Mario Giordano Insieme - Aprile 2012

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a cura della comunità parrocchiale Maria SS. di Costantinopoli Nocera Superiore Coordinatore della redazione parrocchiale Carlo Attanasio

Sulle orme dei Santi

S. Antonio da Padova venerato nella Cappella di S. Antonio in Via Nazionale Camerelle

Dal 27 aprile al 1 maggio, la comunità parrocchiale andrà in pellegrinaggio a Padova e Venezia, luoghi di culto ricchi di storia e di grazia

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n tuffo nell’arte barocca e nei luoghi di culto più visitati e più belli d’Italia. Padova e Venezia, rappresentate prima di tutto dalla Basilica di Sant’Antonio e dalla Basilica di San Marco che vantano migliaia di pellegrini provenienti da tutte le parti d’Italia. La Basilica di San Marco, che solo a guardarla toglie il fiato, è per molti pellegrini un’importante tappa. Infatti è anche Cattedrale e sede del Patriarca, una struttura immensa, ricca di mosaici, ci si può perdere all’interno delle numerose e antichissime navate. Pochi sanno, però, che a Venezia, nella Chiesa dei Santi Geremia e Lucia, è custodita l’urna con le reliquie di S. Lucia, che attraverso varie vicissitudini storiche, è giunta da Siracusa, città della Santa, a Venezia, divenendo un altro luogo di grandi pellegrinaggi. Di analoga bellezza e importanza è la Basilica di Sant’Antonio di Padova, una delle più grandi e più importanti Chiese mai visitate al mondo. All’interno della Basilica sono custodite le reliquie del Santo. Si divide in due principali cappelle: in una sono custodite le reliquie, nell’altra c’è la tomba vera e propria del Santo. All’interno, inoltre, durante le ore della giornata, è possibile rinnovare la benedizione battesimale.

La figura di San Giuseppe La comunità parrocchiale ha ricordato quest’uomo semplice che si è affidato a Dio, compiendo la sua volontà

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Insieme - Aprile 2012

Ricchissima anch’essa di mosaici e importanti statue, insieme alla Basilica di San Marco e alla Chiesa dei Santi Geremia e Lucia, è da considerarsi luogho di culto, oltre che culturale, dove è possibile ristorare la propria fede e riconciliarsi con se stessi e il mondo. Chi volesse vivere con noi questi giorni di spiritualità e di fraternità, ci contatti pure, sarà benvenuto! Carlo Attanasio

Per maggiori informazioni: tel. 081 514 48 11 info@mariassdicostantinopoli.it

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n occasione della festività di San Giuseppe, la nostra parrocchia si è riunita intorno al padre putativo di Gesù e Patrono della Chiesa Universale. Infatti, sabato 17 marzo si è tenuta la processione lungo le vie della parrocchia, nel silenzio della preghiera e della riflessione. Prima della processione, la comunità si è preparata a vivere questa festività con la Novena a San Giuseppe, che si è tenuta in parrocchia e ha visto persone di tutte le età, dagli anziani ai giovani, soffermarsi dinanzi alla statua di San Giuseppe, posta su di un tosello allestito dai fedeli che rappresenta la figura del Padre di Gesù attorniato dagli attrezzi che tradizionalmente gli vengono attribuiti: lo sgabello e gli utensili da falegname. La storia di Giuseppe è la vera lezione che deve rimanere indelebile nella mente di chi si sofferma davanti a Lui a pregare, la storia di un uomo semplice che si è affidato a Dio compiendo la


La Via Crucis Per prepararci alla Pasqua, ogni venerdì abbiamo ripercorso, guidati dal parroco don Roberto, le 14 stazioni della Via Crucis

P Il Crocifisso custodito nella Cappella delle Relique ed esposto sull’Altare Maggiore per il Tempo di Quaresima

sua volontà. Quella di Giuseppe, infatti, non è una paternità nella carne, perché il concepimento di Maria è avvenuto per opera dello Spirito Santo. Egli, chiamato da Dio, ha custodito premurosamente Gesù e Maria, i doni più preziosi di Dio.

arte da molto lontano il percorso per arrivare al Venerdì Santo; è il percorso dell’Amore che coinvolge tutta la vita e il periodo della Quaresima è un momento favorevolissimo per fare pulizia nel proprio cuore e rendere più salda la propria fede. Per questo, per prepararci a vivere la Pasqua, il nostro parroco don Roberto Farruggio ogni venerdì alle 18,30 ha ripercorso le 14 stazioni che portarono Cristo dall’orto degli ulivi al sacrificio sul Golgota, non dimenticandosi mai della XV Stazione, la Risurrezione, la parola di Dio definitiva della vita. Sull’altare maggiore, per questo Tempo Liturgico pre-

zioso, è stato posto un grande Crocifisso, per ricordare a tutti che bisogna volgere lo sguardo a “Colui che hanno trafitto” se vogliamo salvarci dal veleno del male. Partecipando alla Via Crucis, ogni discepolo di Gesù riafferma la propria adesione al Maestro: per piangere il proprio peccato come Pietro; per aprirsi, come il Buon Ladrone, alla fede in Gesù; per restare presso la Croce di Cristo, come la Madre e il discepolo Giovanni. E lì accogliere con essi la Parola che salva, il Sangue che purifica, lo Spirito che dà la vita. Carlo Attanasio

Carlo Attanasio

Le celebrazioni hanno avuto termine lunedì 19 marzo alle 18.30, quando l’assemblea che ha riempito la Chiesa, animata dal coro parrocchiale, si è riunita per la Messa solenne celebrata da don Roberto Farruggio, con l’assistenza di tutto il gruppo parrocchiale dei Ministranti.

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a cura dell’Unità Sinodale San Sisto II e San Francesco di Paola - Pagani coordinatore di redazione Michele Raiola

L’acqua è vita Il primo marzo, è stato inaugurato nel villaggio di Pendaoghin, il pozzo realizzato grazie ai contributi della comunità di San Sisto II

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i ritorno dal Burkina Faso, restano nel cuore le storie, i volti, le intense emozioni condivise con un popolo poverissimo ma straordinario. L’esperienza vissuta in quella terra così difficile, sconosciuta, diversa dalla nostra, ha messo a nudo noi “nasara” - così i burkinabè chiamano i bianchi - e ci ha portati, inevitabilmente, a rivedere il senso vero della vita. Momento centrale dei sette, intensissimi giorni trascorsi in terra d’Africa, è stato quello vissuto giovedì 1° mar-

Don Andrea Annunziata inchioda la targa della parrocchia

zo, quando, nella diocesi di Koupela, nella parrocchia di Dialgaye, nel villaggio di Pendaoghin abbiamo condiviso con i fratelli africani la gioia dell’inaugurazione del pozzo realizzato grazie ai contributi mensili della comunità di S. Sisto II. Straordinariamente intensa la cerimonia che ha avuto il suo momento più alto quando don Andrea ha benedetto il pozzo ed è sgorgato dalla terra, pompato con forza da un esponente del villaggio, il primo potente, limpidissimo getto d’acqua! Il villaggio è come impazzito di gioia… Elena Carrara

Elena e don Andrea con Richard, il ragazzo che lavora il legno

La vestizione degli “animacuori” Sette giovani rinnovano il loro impegno al servizio dei ragazzi

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ssere “animacuore” significa impegnarsi a guidare i giovanissimi in un cammino spirituale adatto alla loro età. E così domenica 11 marzo, durante la Celebrazione eucaristica serale, Italo, Valentina, Alfonso, Angela, Emanuele, Barbara, Renato, Nunzia con i loro responsabi-

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li Nello e Annarita, hanno rinnovato la loro promessa. Vi chiederete come mai ciò accada ad anno ormai inoltrato, ma è solo conoscendo quanto tempo bisogna dedicare ai giovanissimi, quante energie richiedono gli incontri, quali piccoli sacrifici bisogna essere pronti a sopportare, ma so-

prattutto quanta gioia trasmettono i ragazzi che si può fare una scelta autentica! E proprio come l’amore, che comincia con il primo pegno, con la vestizione gli animacuori hanno rinnovato la loro chiamata e il loro entusiasmo a scommettere sull’Amore! Barbara Antignano


Un laboratorio di attività manuali

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hi non è bravo a svolgere qualche attività nel proprio tempo libero? O, per dirla all’inglese, chi non coltiva qualche hobby? Ad alcuni piace dipingere, ad altri fotografare, alcuni riescono bene ad intagliare il legno, altri si ingegnano a trasformare, con un sapiente uso dell’abilità manuale, un oggetto anonimo in un grazioso prodotto della propria fantasia e così via… Pertanto, proprio per “sfruttare” le doti che il Signore ha donato ad ognuno di noi, si è pensato di istituire un “laboratorio di attività manuali” che è stato inaugurato agli inizi di gennaio. Molti i partecipanti che si sono messi sotto la direzione di Anna Catalano, Lucia Marcone Marrazzo, Ernesto Battaglia e Andrea Annunziata; le “opere” realizzate saranno oggetto di una mostra nei tre giorni della festa parrocchiale. Ci si incontra ogni giovedì, dalle ore 18:00 alle 19:00.

Foto Marianna Attianese (2)

I membri del gruppo al lavoro

La targa con il nome della parrocchia

Gli “animacuori” insieme a don Andrea Annunziata e don Salvatore Fiore Foto Marianna Attianese Insieme - Aprile 2012

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a cura della comunità parrocchiale Santa Maria delle Grazie Casatori San Valentino Torio

In trasferta a Noto

Don Gaetano Ferraioli con il sindaco Corrado Bonfanti

Dal 16 al 20 febbraio una delegazione degli Infioratori di Casatori ha partecipato all’«Infiorata per san Corrado», organizzata nella città di Noto, in provincia di Siracusa

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onostante il freddo dello scorso inverno, abbiamo accolto con grande entusiasmo l’invito dell’Associazione Maestri Infioratori di Noto e, dal 16 al 20 febbraio, una delegazione degli Infioratori di Casatori ha vissuto una meravigliosa esperienza. All’arrivo siamo stati accolti con affetto e autentico calore umano; era troppo grande il desiderio di mettere in comune le rispettive esperienze, per capire com’è nata l’Infiorata per San Corrado, dove hanno attinto l’ispirazione. Abbiamo così scoperto che l’esperienza di Casatori, con l’omaggio floreale alla Vergine Addolorata e la realizzazione del quadro verticale, è stata la fonte che li ha ispirati. Infatti, quando sono rientrati a Noto hanno iniziato non solo a parlarne, ma sono passati all’azione, coinvolgendo tantissime persone. Dalla sinergia tra l’Associazione Maestri Infioratori di Noto, l’Amministrazione comunale, la Diocesi di Noto e le Associazioni di fedeli dei portatori di San Corrado e dei portatori di cili, è nata l’“Infiorata per San Corrado”, Patrono della Città, dal tema: In cammino con San Corrado per una città in fiore. L’evento è stato coinvolgente. Più che ospiti, abbiamo respirato il profumo di chi si sente a casa. Questo stato d’animo ci ha fatto realizzare due tappeti floreali verticali molto apprezzati, raffiguranti San Corrado e l’aquila, simbolo del comune. Durante la fase di preparazione, grazie alla collaborazione che si è subito creata, abbiamo rivissuto, anche se in forma più ridotta, la fatica di Casatori. La realizzazione dei quadri è iniziata il

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pomeriggio del 17 febbraio, con la benedizione dei fiori da parte di don Angelo Giurdanella, Vicario generale della diocesi. Le opere sono state completate la sera del 18. E così, il 19 febbraio, solennità di San Corrado, c’è stata l’inaugurazione dell’Infiorata. Durante quei giorni, vissuti all’insegna dell’amicizia, non sono mancati gli incontri istituzionali: abbiamo infatti incontrato il Vescovo della Diocesi, Mons. Antonio Staglianò, al quale abbiamo portato i saluti del nostro Vescovo Giuseppe e donato una stampa della nostra Infiorata, e il Sindaco Corrado Bonfanti, al quale abbiamo offerto un piatto in ceramica, con la stampa della nostra Infiorata. Ringraziamo vivamente gli amici di Noto, che con la loro creatività e fantasia ci hanno fatto vivere un’esperienza unica. Gaetano Ferraioli


Mons. Antonio Staglianò, Vescovo di Noto, insieme a don Gaetano

Foto ricordo nella Cattedrale di Noto

“7 km da Gerusalemme”, 40 giorni per convertirci La visione di un film per aiutare il cammino quaresimale dei gruppo giovanissimi

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iniziata una “nuova” Quaresima, un percorso nel cammino giovanissimi della nostra parrocchia: è tempo di conversione, di deserto, di penitenza, di rinnovamento. Per accompagnarli, e semplificare questo percorso, abbiamo deciso di guardare insieme il film “7 km da Gerusalemme”. 7 Km metaforici per racchiudere una distanza reale tra l’uomo moderno, solo e prevenuto nel suo cosmopolitismo incalzante, e il Dio di sempre. Un inciso di una verità, troppe volte cercata dai cristiani, descritta con una semplicità comunicativa del Gesù antico e sempre moderno e che rac-

chiude una autenticità eterna, capace di commuovere e spingere il cuore alla riflessione e alla ricerca della vita cristiana. Oltre la paura di essere riconosciuti, lungo il nostro cammino e chiamati per nome, oltre la comprensione delle nostre esperienze terrene, oltre la malattia e la morte, oltre l’abbandono e la crisi coniugale, oltre il narcisismo e il vuoto dei modelli mediatici proposti, oltre l’indifferenza e l’apparente ateismo che imperano nella quotidianità di molte nostre famiglie, può realizzarsi davanti ai nostri occhi l’occasione concreta di lasciarsi amare. Il film descrive un continuo intreccio tra i ricordi e il presente del protagonista Alessandro, pubblicitario di successo che vive una crisi familiare e lavorativa che lo spinge a mettersi in discussione e a vivere criticamente il sistema e la

società in cui è immerso. Questo stallo avrà il suo sbocco nella decisione, nata da circostanze fortuite, di recarsi a Gerusalemme. Qui egli incontrerà Gesù e avrà modo di confrontarsi con lui su ciò che costituisce il cristianesimo, sulle verità alla base della fede cristiana. Uscirà da questa esperienza vivificato e capace di essere portatore di speranza per chi gli è accanto. I ragazzi hanno apprezzato l’esperienza. Ci siamo salutati con una certezza: dobbiamo imparare a vivere “il deserto” nella nostra vita. Incontrarsi, ascoltarsi in profondità, condividere le proprie esperienze, tentare di lasciare il mondo migliore di come l’abbiamo trovato. Solo conoscendosi si conosce Dio, e solo con questo Dio si può costruire la propria vita. Fedele Valeria

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IN DIOCESI a cura dell’ufficio per la Pastorale Giovanile

Per una Chiesa

2.0 Si è tenuto a Roma il convegno “Giovani, web ed educazione alla fede” per comprendere e fare propri i cambiamenti introdotti dalle nuove teconologie

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ono sotto gli occhi di tutti i cambiamenti che le nuove tecnologie stanno apportando alla vita di ciascuno. La Chiesa (spesso accusata a torto di conservatorismo) non ne è immune, anzi cerca di “stare al passo con i tempi” e di fare propri i nuovi linguaggi di comunicazione introdotti dalla rete. Un convegno a Roma ha cercato di fare il punto della situazione. Web 2.0. Di recente ci capita di trovare il suffisso 2.0 dovunque, ma cosa significa realmente? Con questo suffisso si vuole indicare la tendenza all’elevata interazione tra chi produce contenuti e chi ne fruisce. Per fare qualche esempio spicciolo: Facebook è il più famoso sito 2.0, visto che il 99% dei contenuti sono realizzati dagli utenti; il portale del Vaticano è un esempio di sito istituzionale 1.0 in cui è permessa la sola navigazione tra i contenuti presenti. Il concetto di 2.0, nato per il web, è stato presto allargato alla vita “reale”, così possiamo dire che mentre la televisione tradizionale è 1.0 (c’è chi produce e chi guarda), il digitale terrestre è 2.0 (chi guarda partecipa alla scelta e alla costruzione del contenuto). Chiesa 2.0. Potrebbe essere divertente e non sarebbe sbagliato parlare di Concilio Vaticano 2.0, come momento in cui la Chiesa attua l’evoluzione (purtroppo ancora in divenire) da un modello di comunicazione gerarchica ad una vera e propria interattività nel trasmettere e vivere la fede. Per quanto riguarda il web, la Chiesa è presente fin da subito su Internet con il suo sito istituzionale (uno dei primi in Italia) e negli ultimi tempi ha fatto sentire forte la sua voce riguardo ai Social Network: basti pensare alla GMG di Madrid o leggere gli ultimi messaggi per

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Un momento del Convegno

la Giornata Mondiale della Comunicazioni Sociali (GMS), o seguire il contatto del Pontefice su Twitter (Pope2You) che in questa Quaresima pubblica ogni giorno una frase del suo messaggio. Esserci e starci, è questa la sintesi dell’approccio che bisogna avere nei confronti dei Social network. Infatti, come ha ben sottolineato anche il Papa: “La presenza in questi spazi virtuali può essere il segno di una ricerca autentica di incontro personale con l’altro se si fa attenzione ad evitarne i pericoli, quali il rifugiarsi in una sorta di mondo parallelo, o l’eccessiva esposizione al mondo virtuale” (GMSC 2011). Una ricerca, ancora in corso, commissionata da WeCa (Ass. Webmaster Cattolici) evidenzia come oltre il 20% dei sacerdoti e il 60% dei seminaristi sia presente su Facebook, ma che una loro parte non condivida nessun contenuto. Quindi, è importante essere nei social network, ma è ancora più importante abitarli portando la propria testimonianza ed esperienza: è meglio non esserci se non è possibile dedicare un po’ di tempo ai propri amici e contatti. I social network sono una finestra sul mondo, uno strumento utile per raggiungere coloro che difficilmente si avvicinano alla vita delle nostre parrocchie. Come per il passato, la Chiesa (dal Papa al parrocchiano di periferia) è chiamata a condividere il cammino, “Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri” (Lettera a Diogneto). Carmine Giordano


a cura dell’Ufficio di Pastorale Liturgica

Curiosità liturgiche

Questo mese parliamo del significato del Tempo di Pasqua, del suo legame con la Pentecoste, con un approfondimento sulla settimana in albis

Che cos’è il Tempo di Pasqua? La Pasqua non è un giorno ma un tempo, uno spatium leatissimum, dicevano gli antichi, in cui non c’era posto per la tristezza, nel periodo pasquale infatti non si poteva digiunare. Il tempo di Pasqua ci invita a contemplare il mistero della morte e resurrezione, cuore della nostra fede. Dovrebbe rappresentare il culmine dell’anno liturgico, la vetta di un cammino che ha trovato nell’impegno quaresimale il suo principale sostegno. Non sempre è cosi, anzi ad uno sguardo più attento ci accorgiamo che spesso rimane sostanzialmente svalutato sul piano liturgico e pastorale. Lo stesso termine “Pasqua” nella mentalità corrente indica un giorno e non un tempo prolungato. La Pasqua è il tempo della grazia sacramentale, periodo in cui ci si prepara a ricevere i sacramenti , in particolare la Prima Eucaristia. La lectio continua degli Atti, che accompagna la liturgia eucaristica, ci riporta alle sorgenti della fede, all’esperienza della primitiva comunità apostolica che diventa per tutti i secoli un ineliminabile punto di riferimento.

Qual è il legame tra la Pasqua e la Pentecoste? “Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede” (1Cor 15,14). La Pasqua è un mistero da contemplare per cinquanta giorni, nell’attesa della Pentecoste. Le cose grandi non si comprendono in un attimo, sono come una luce che ci abbaglia e ci convince, ma chiedono anche una più intensa riflessione per essere meglio comprese. Come l’amore: l’innamoramento è una luce che in un attimo ci abbaglia, ma per comprendere e aderire al mistero dell’amore c’è bisogno di lunghi anni. La Chiesa, nata dalla croce, si manifesta a Pentecoste e comincia la sua avventura. È questo dunque il tempo in cui dobbiamo maturare una più viva coscienza ecclesiale, vivere nel cuore della Chiesa, una più intensa preghiera liturgica e una più attiva partecipazione eucaristica. La festa della Pentecoste chiude solennemente la gioia pasquale. Cristo dona lo Spirito che accompagna la Chiesa nella sua avventura terrena. Per mezzo dello Spirito, Cristo stesso rimane presente nella sua Chiesa. Lo Spirito infatti ricorda le parole del Maestro e le imprime nel cuore.

La settimana in albis La settimana in albis è intimamente unita alla domenica di Resurrezione, si tratta di un solo giorno liturgico, un unico evento che si rifrange, con le diverse sfumature, nei successivi giorni. Nella liturgia delle Ore i salmi e le antifone delle Lodi e dei Vespri sono sempre gli stessi, come se il cuore rimanesse a contemplare quell’unico mistero. Per questo la lectio evangelica di questa settimana riporta le diverse apparizioni raccontate nei quattro vangeli: quelle del mattino riportate da Matteo (cfr 28, 8-15) e Giovanni (cfr 20, 11-18); quella della sera ai discepoli di Emmaus (cfr Lc 24, 1335) e ai discepoli riuniti nel cenacolo (cfr Lc 24, 36-48); quella successiva che avviene sulla riva del lago (cfr Gv 21, 1-14) e infine quella riportata da Marco che è come una sintesi di tutte le altre (cfr Mc 16, 9-15). La liturgia in questa settimana ci invita a pregare in modo particolare per quelli che sono stati battezzati nella veglia pasquale. La Chiesa intende conservare il significato mistagogico che questa settimana aveva nei primi secoli. In questi giorni, infatti, i neofiti venivano radunati per una serie di catechesi che li aiutavano a comprendere il significato spirituale dei sacramenti che avevano ricevuto. Nella domenica successiva essi deponevano le vesti bianche (in albis deponendis) e cominciavano una vita nuova. Di qui l’espressione settimana in albis.

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a cura della Caritas Diocesana

Foto Salvatore Alfano

Una vera speranza La crisi economica ha messo all’angolo famiglie ed imprese, la Chiesa italiana va loro incontro con il Prestito della Speranza. Un servizio offerto dalla Diocesi tramite la Caritas. Quindici le richieste arrivate dalla Valle del Sarno

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empo di crisi per famiglie ed imprese, la Chiesa va incontro ai bisogni con il Prestito della Speranza. Presentato nel 2010, davanti alla crescente crisi economica ed alla difficoltà di molte famiglie ad arrivare alla fine del mese, la CEI insieme con l’ABI ha pensato questa iniziativa. Circa quindici le richieste arrivate in diocesi, di cui solo un terzo sono state evase. Un numero basso dovuto alle difficoltà relative all’iter procedurale. «Potrebbe bastare un mese per venire incontro alle esigenze delle persone – ha spiegato don Alessandro Cirillo, direttore della Caritas – però ci sono difficoltà legate alle banche. Il prestito, infatti, non è erogato da tutte le filiali delle banche aderenti. In provincia di Salerno, per esempio, dove confluiscono cinque diocesi, c’è solo un operatore a Salerno. Si comprende bene quanto possa essere difficile smaltire la pila di documenti». Nel prossimo futuro ci potrebbero però essere altri risvolti: «Abbiamo sollecitato la creazione di una filiale abilitata in ogni territorio. Almeno uno per diocesi, in questo modo ci sarebbero più addetti bancari e l’iter si velocizzerebbe». «Per le banche e l’operatore – aggiunge don Cirillo – si tratta solo di pratiche, per noi, invece, si tratta di aiutare famiglie a volte anche con storie drammatiche alle spalle». Le difficoltà non si fermano qui. Infatti all’inizio la disponibilità del Prestito era stata male intesa: «Molti hanno capito fosse un qualcosa a fondo perduto, ma non è così. È un prestito a tutti gli effetti, con il totale rimborso in 60 rate».

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Porte aperte e famiglie ed imprese: «Due le possibilità. C’è il prestito sociale, fino a 6 mila euro, per le famiglie e quello per le micro imprese con un tetto di 25 mila euro».

COME FUNZIONA La famiglia viene indirizzata dal proprio parroco alla Caritas che accerta il possesso dei requisiti e valuta se inoltrare la richiesta a una delle banche aderenti all’Accordo CEI-ABI. La compilazione della domanda viene effettuata in ufficio. Tra i principali documenti da presentare è necessario il certificato di matrimonio, per i separati la documentazione attestante lo stato di separazione con l’affidamento dei figli, il certificato di stato di famiglia e la compilazione del bilancio familiare in alternativa all’autocertificazione ISEE. Per i finanziamenti alla famiglia, “microcredito sociale”, il tasso annuo effettivo globale (TAEG) applicato non potrà essere superiore al 4,00 per cento. Per i finanziamenti alle imprese, il TAEG applicato non potrà essere superiore al tasso effettivo globale medio (TEGM) della categoria corrispondente di operazioni. Dunque massima disponibilità in un periodo dove l’accesso al credito rappresenta, per molti, una chimera. Per informazioni si può contattare il numero verde del Centro d’ascolto diocesano Caritas 800 002 330, oppure recarsi agli uffici di Codola, presso la cappella di San Pasquale, il lunedì ed il venerdì dalle ore 9:30 alle ore 13:00. Salvatore D’Angelo



CULTURA La recensione Salvatore prof. D’Angelo

Le dodici Giornate su san Prisco La pubblicazione, a cura di don Carmine Citarella e don Mario Vassalluzzo, raccoglie le conferenze tenute in occasione della Giornata Priscana, dal 2000 al 2011

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l termine del lungo episcopato di mons. Gioacchino Illiano, è venuta alla luce un’interessante pubblicazione sulla figura del vescovo nocerino più antico, cioè san Prisco. È un’opera meritoria sia per la realizzazione tipografica con molte figure a colori, sia per i molteplici contenuti storici, letterari e iconografici. Edito dall’Ufficio Pastorale della diocesi di Nocera Inferiore - Sarno e ben curato da due stimati studiosi, quali sono don Carmine Citarella e lo storico don Mario Vassalluzzo, il libro è intitolato PRISCANA (Nocera Inf. 2011, pp. 447). In realtà, si tratta dell’attesa raccolta delle dodici conferenze tenute nella Giornata Priscana (il 9 maggio, festa di S. Prisco) dal 2000 al 2011, istituita e portata avanti da mons. Illiano per poter dare una chiara e maggiore consistenza storica all’origine della diocesi di Nocera. A scorrere la lettura dei vari interventi, si rileva con piacere la chiarezza e la scrupolosità documentaristica di valenti storici del cristianesimo come don Andrea Ruggiero, che, da noto curatore dei Carmi di san Paolino, ci parla di san Prisco nella testimonianza di Paolino da Nola; mons. Arturo Carucci, il grande esperto della storia dell’arcidiocesi di Salerno che qui traccia il culto di san Prisco nella storia della Chiesa salernitana; don Giovanni Santaniello, docente di Storia della Chiesa, che tratta le vestigia del culto di Prisco nella tradizione della Chiesa nolana; S. E. mons. Francesco Pio Tamburrino, che chiarisce l’autonomia e l’estraneità da Montevergine della comunità benedettina di S. Prisco di Nocera; il prof. Roberto Fusco, docente di Civiltà Bizantina a Roma, che delinea minutamente la vita ecclesiale in Campania nell’epoca priscana (III e IV sec.); e il prof. P. Armando Genovese, docente di Patrologia a Roma, il quale ci parla dell’evangelizzazione dell’Italia meridionale. In più, ci sono i contributi di S. E. mons. Domenico Sorrentino, del parroco di S. Agnello di Sorrento don Natale Pane, di Teobaldo Fortunato, Laura Rota, Margaret Bicco e Vincenzo Piccolo sui lavori di scavo e restauro della Cattedrale e del prof. Salvatore Ferraro sull’opera agiografica (per me inattendibile) del vescovo di Vico Equense Paolo Regio, di cui viene aggiunta in foto l’originale Vita di S. Prisco del 1593 e la ristam-

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pa del 1833. Seguono due Appendici con studi priscani di F. Lucio Baldini (1562) e di Gerardo Ruggiero (RSS, 2010), l’iconografia di S. Prisco e il dramma Priscus di Pasquale Maffeo (2003). Come si vede, i curatori hanno opportunamente inserito nel libro, insieme alle conferenze, anche le opere, gli articoli e le immagini che si riferiscono al santo nocerino. Ma, tra la realtà storica e le leggende agiografiche, tocca al lettore saper ben discernere e non lasciarsi ingannare dal mito. Finora la verità storica sull’esistenza del nostro san Prisco ci viene solo da san Paolino (Carme XIX del 405) e dalla tradizione del suo culto a Salerno e a Nocera; e, ritenendolo ormai vissuto nel III o IV secolo, non si può affatto parlare di fondatore della diocesi, ma di primo vescovo, fino adesso conosciuto, di Nocera. Infine, riconosciamo l’impegno serio di don Carmine e don Mario, i quali, grazie a questa bella raccolta di studi, hanno sicuramente contribuito a far passi avanti sulla conoscenza del santo nocerino, offrendo al lettore e, soprattutto, ai fedeli il tutto per poter meglio valutare le vecchie leggende prive di documentazione storica.


SPAZIO CONSULENZA di Carolina Rossi

Pronti per il grande passo?

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orse affannate per i preparativi, l’acquisto degli abiti, la scelta del ristorante, la prenotazione del viaggio, parrocchie e famiglie in festa… ma la coppia è pronta? Come si fa a comprendere che è giunto il tempo di sposarsi? Perché alcune coppie vivono il fidanzamento per lunghi anni, mentre altre approdano al matrimonio in tempi più brevi? Marilina (32 anni) e Tommaso (34 anni), fidanzati da due anni e mezzo, sei mesi fa hanno deciso di fissare la data del loro matrimonio. Pensavano di essere abbastanza maturi per un passo del genere e poi, forse, sarebbe terminato quel periodo denso di insoddisfazione e rabbia che permeava il dialogo e la quotidianità, fino generare profondi conflitti. Il “retro pensiero” era che, forse, cambiare un po’ condizione di vita - sposarsi, vivere insieme, magari avere dei figli - avrebbe potuto donare maggiore serenità al loro rapporto. Dopo due mesi hanno deciso di fermarsi e riflettere per capire se davvero quello era il momento giusto per una scelta così importante. Hanno chiesto aiuto ad una guida spirituale e, poi, sono arrivati al Consultorio Familiare diocesano.

Ti accetto per quello che sei In ogni relazione, dopo una prima fase magica, si giunge ad una tappa di conoscenza nella quale il legame sperimenta vere e proprie crisi prima di maturare ed evolvere, ovvero prima che si realizzi l’accoglienza dell’altro così com’è. L’innamoramento è quel processo caratterizzato prevalentemente da meccanismi di idealizzazione totale di sé

Come si fa a capire che è giunto il momento di sposarsi? Ce lo spiega la nostra psicologa attraverso la storia di due giovani che si sono rivolti al Consultorio Familiare diocesano e dell’altro. Ci si innamora sempre dell’immagine magica e positiva che l’altro ci rimanda di noi e dell’immagine sognante che a lui rimandiamo di sè. Il passaggio dall’innamoramento (realizzerai tutti i miei desideri, sarai come io ti voglio) all’amore (ti accetto per quello che sei, non per come ti vorrei…) è irto e faticoso. Marilina e Tommaso fanno ancora numerosi tentativi di cambiarsi vicendevolmente, non sono ancora consapevoli della scelta che l’uno ha fatto dell’altro, non riescono ancora a percepire la diversità come ricchezza. Sulle motivazioni per le quali si sono “scelti” (perché, attenzione, non ci si sceglie mai per caso!) si potrebbe scrivere un libro. Entrambi hanno vissuto nelle famiglia d’origine un’esperienza di solitudine e di anaffettività. Tutti e due sono bisognosi di esclusività e contenimento. Ora stanno scoprendosi poco a poco, stanno arrivando a capire che durante quei momenti conflittuali, attraverso mille sotterfugi, provavano a ricercare, l’uno nell’altra, sicurezza e fiducia. Prima litigavano e non capivano il perché. Ora alzano la voce e si arrabbiano, ma cominciano a comprendere di cosa hanno bisogno e cosa possono chiedere all’altro. Soprattutto è chiaro a ciascuno che la storia e le sensibilità dell’altro, unite alle proprie, possono creare le condizioni per un dialogo più pieno e gettare le basi per un legame più solido. Della data del matrimonio si parlerà più in là.

Contatti Consultorio Familiare della Diocesi Nocera – Sarno, via san Francesco,1 - Pagani Per informazioni, Carolina Rossi, cell. 347 49 74 355


Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista Casa Madre e Casa del Padre Associazione “Granello di Senapa” Onlus

Accompagnare gli adolescenti Sportello di Ascolto nelle Scuole Medie Angresi

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adolescenza è un periodo della vita contrassegnato da profonde trasformazioni. Essa comporta un passaggio dall’età infantile a quella adulta ed è caratterizzata da quell’insieme di cambiamenti psicologici ed emozionali che sono conseguenza del mutamento fisico del ragazzo. Sostenere ed accompagnare i nostri ragazzi in questo periodo è un compito delicato e necessario per favorire una corretta maturazione.

L’Associazione Granello di Senapa Onlus è impegnata da anni in questo genere di attività al servizio delle nuove generazioni. Il Progetto “Pianeta Ragazzi” è un esempio concreto di questa attenzione. Grazie, infatti, al finanziamento del Ministero delle Politiche Sociali sono stati attivati sportelli di ascolto in tutte le scuole medie angresi, a cui hanno fatto seguito una serie di laboratori (calcio, cucina, spettacolo) e altri incontri speciali, tra cui un interessante dibattito tra le istituzioni locali ed i ragazzi. Al termine del Progetto, nel maggio del 2010, gli operatori e i volontari dell’associazione hanno deciso di continuare gratuitamente l’attività di ascolto, visto anche il riscontro positivo ottenuto dal progetto. Attualmente, i nostri operatori sono presenti nella Scuola Media “Don Enrico Smaldone”, con uno sportello settimanale, e nella Scuola Media “P. Opromolla”, con due sportelli settimanali, uno per la sede centrale ed un altro per la succursale. Lo sportello, attraverso attività di sostegno e di accompagnamento, cerca di aiutare i ragazzi che vivono momenti di crisi e difficoltà, sia a scuola che negli ambienti extrascolastici. Inoltre, lo sportello è rivolto anche agli

Casa del Padre Sabato 17 marzo 2012, presso Casa del Padre delle Suore Battistine, si è svolta la consueta Adorazione Notturna in preparazione alla Santa Pasqua. La meditazione iniziale della veglia di quest’anno è stata affidata a fra Massimo Squitieri, religioso dei frati minori francescani.

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GMPV Il 29 Aprile 2012, domenica del Buon Pastore, si celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, proposta alla Chiesa universale con profetica intuizione, da Papa Paolo VI nel 1964. Il tema che il Santo Padre Benedetto XVI propone in questa 49a Giornata mondiale per la riflessione e la preghiera delle comunità cristiane è: “Le vocazioni dono della carità di Dio” (Deus caritas est, n.17). Le Suore Battistine partecipano alle iniziative che il Coordinamento Diocesano Vocazioni organizza per questa occasione.

insegnanti, che hanno bisogno di un confronto o che intendono segnalare qualche situazione di difficile gestione, e ai genitori, che desiderano un sostegno nel loro compito educativo. L’accompagnamento dei fanciulli è stato uno dei fondamenti dell’opera del Beato Alfonso Maria Fusco, portato avanti dalle Suore Battistine per oltre un secolo. Oggi, questo impegno si rimodula e si adatta alle esigenze dei tempi moderni, per rinnovare il carisma battistino. Carmine Giordano


IL LEGALE RISPONDE

Il climatizzatore Quali sono le regole da seguire per installare un condizionatore quando si vive in un palazzo con altri condomini? La risposta del nostro avvocato

Caro avvocato, abito in un palazzo antico del centro storico di Nocera Superiore e dovrei installare dei climatizzatori all’interno del mio appartamento con relative unità esterne. La mia vicina di casa mi riferisce il divieto assoluto dell’installazione. Volevo chiederle delucidazioni in merito. Luca Caro Luca, anche se la strada più semplice è quella di chiedere al proprio amministratore, cercherò di chiarire i tuoi dubbi. Non mi hai detto se il tuo appartamento ha dei balconi, ma presumo di sì. L’ipotesi di installazione sul balcone di proprietà privata non crea particolari problemi poiché risulta applicabile l’art. 1122 del Codice Civile, si dovrà solo verificare che l’installazione non cagioni danni, non incida sulla staticità e sicurezza dell’edificio condominiale e non sia lesiva del decoro architettonico del fabbricato, tutelato anche dal vincolo storico. Se l’installazione è fatta su proprietà comuni si dovranno, invece, applicare le norme contenute dagli artt. 1120 e/o 1102 del Codice Civile, a seconda che l’installazione abbia le caratteristiche di una innovazione o di una mera modificazione della cosa comune. Nel primo caso, sarà necessaria una delibera assembleare approvata con il voto favorevole della maggioranza prevista dal comma 5 dell’art. 1136 c.c. (maggioranza dei partecipanti al condominio e i due terzi del valore dell’edificio); nel secondo caso questa procedura non è necessaria. In entrambi i casi, l’installazione sarà lecita a condizione che non alteri la destinazione del bene comune, consenta il pari uso del bene comune a tutti i condomini, non incida sulla staticità e sicurezza dell’edificio e non ne comprometta il decoro architettonico. Inoltre, i condizionatori non devono essere fonte di immissioni acustiche o di calore superiori alla normale tollerabilità, né devono verificarsi fuoriuscite sul palazzo della condensa che gli stessi motori generano. Un’altra soluzione potrebbe essere l’acquisto di macchine che non abbiano unità esterne... sono più costose, ma ti eviteranno ogni rogna condominiale. Avv. Giovanni Severino

“Sono stato protestato” Quali sono le conseguenze dell’emissione di un assegno a vuoto? Caro avvocato, alcuni anni fa, precisamente nel 2009, ho emesso un assegno a vuoto a favore di un mio cliente. Sono stato protestato, ma dopo dieci giorni ho racimolato la somma necessaria ed ho pagato il debito. Volevo avviare la procedura della riabilitazione, ma mi è pervenuta una sanzione della Prefettura di Salerno di euro 516,00, della quale non ho capito francamente il perché. Giuseppe Caro Giuseppe, esiste un divieto imposto dalla Legge di emettere assegni a vuoto e la sanzione che hai ricevuto è la conseguenza diretta di tale divieto. Però, se hai pagato il tuo debito entro 60 giorni dall’emissione dell’assegno ed hai una quietanza liberatoria sottoscritta dal tuo creditore, puoi fare ricorso contro questo provvedimento e ti sarà annullata la irrorata sanzione. Inoltre, per la riabilitazione, dopo un anno dal levato protesto, con quietanza liberatoria e assegno protestato in tuo possesso, è possibile proporre istanza al Tribunale competente per territorio e normalmente il Giudice adito si pronuncia entro circa 30 giorni. G. S.

L’avv. Severino Giovanni è laureato in Giurisprudenza ed è iscritto all’albo degli avvocati di Nocera Inferiore. Ha uno studio a Pagani (Sa), in Via Taurano, tel. 081 91 59 56 e uno a Mercato San Severino (Sa), in via Ferrovia n.44, cell. 328 94 92 322.

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LE PAROLE DELLA CRISI di Peppe Iannicelli Siamo giunti al quarto appuntamento con la nostra nuova rubrica, uno spazio per riflettere attraverso le parole sul periodo sociale e politico che stiamo vivendo. La parola che vi proponiamo questo mese è sorridere

Il potere di un sorriso La risata è un’ottima terapia per tanti malesseri. Proviamo a spargere in giro semi di allegria, regaliamo sorrisi al nostro prossimo. Ci saranno restituiti tesori di amicizia e solidarietà

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i sorride sempre di meno. La tristezza domina le giornate e le relazioni sociali. Non sorride il vicino di posto nel bus, non sorride l’impiegato allo sportello, non sorridono i baristi e gli automobilisti, i ragazzini davanti al computer e le mamme incollate al televisore. La frenesia quotidiana cancella i pensieri allegri e blocca sul nascere le risate. Eppure un sorriso fa bene al corpo ed all’anima. Sono stati effettuati molti studi sugli effetti fisiologici della risata e quasi tutti gli esperimenti compiuti hanno dimostrato che l’allegria produce una serie di effetti positivi sull’intero organismo: una buona risata allevia la tensione muscolare e riduce lo stress fisico. Quando si ride si verifica un aumento del livello di anticorpi (immunoglobina) nella circolazione sanguigna; l’aumento di queste difese immunitarie preserva l’organismo da una serie di malattie causate da virus, batteri e micro-organismi come bronchite, raffreddore, allergie… Durante la risata la respirazione diventa più profonda; in questo modo viene aumentata la capacità polmonare e si

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accelera l’ossigenazione (aumento dei livelli di ossigeno nel sangue). Per questo la risata viene utilizzata anche come terapia per chi soffre di asma, bronchite ed enfisema. Quando si ride vengono rilasciate betaendorfine e catecolamine, che sono degli analgesici naturali che agiscono come un temporaneo effetto calmante sul dolore, apportando un sensazione generale di benessere. Tutti gli studiosi sono d’accordo che ridere è un potente antidoto contro lo stress e l’ansia e agisce allo stesso tempo in modo positivo anche sull’umore e sulle relazioni sociali. Ridere e sorridere significa attivare tutte le emozioni positive che rappresentano la chiave per dare il meglio di noi stessi nelle diverse situazioni. Ridere ci fa sentire bene e questa sensazione di serenità ci accompagna anche quando la risata si placa. L’allegria ci aiuta a mantenere un atteggiamento positivo ed ottimista e a gestire le situazioni

più difficili (di tristezza, dolore e delusione) perché contribuisce a farci sentire meglio e a trovare la forza, il coraggio e la speranza per andare avanti. Una risata, definita da Freud come uno starnuto mentale in grado di liberare la mente, ci consente di scaricare tutte le tensioni accumulate. Il buonumore, infine, favorisce i lavori di squadra, aiuta ad essere più spontanei ed estroversi, ad abbandonare gli atteggiamenti difensivi o le inibizioni, a sciogliere il ghiaccio in particolari situazioni e ad aumentare l’autostima. Chi semina sorrisi vive nell’allegria. Non risate idiote e volgari, ma risate schiette e sincere che nascono da un profondo benessere personale e collettivo. Chi non ride, non si ama e poco ama gli altri. Ed allora proviamo a spargere in giro semi di allegria. Regaliamo sorrisi al nostro prossimo e ci saranno restituiti tesori di amicizia, solidarietà, vita rinnovata. È un bel proponimento. Costa poco e può cambiare la vita a tutti!




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