Insieme - Gennaio 2019

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GENNAIO 2019 N. 1 ANNO XIII € 1,20

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

IMPRESA DONNA CAPITANE D'AZIENDA DELL'AGRO




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IMPRESA DONNA CAPITANE D'AZIENDA DELL'AGRO

Accogliamo il nuovo anno con uno sguardo propositivo. Lo stesso che conoscono bene le donne, soprattutto se imprenditrici. Per il primo approfondimento del 2019 abbiamo scelto di raccontare l’avventura lavorativa di alcune professioniste, che concorrono ad accrescere il territorio locale, senza dimenticare gli impegni affettivi e familiari. Chiudiamo la carrellata di speranza con le notizie di alcuni bandi per sostenere l’imprenditoria femminile. Nelle pagine della scuola presentiamo la piattaforma Eduscopia, il progetto di Fondazione Agnelli, che raccoglie i dati di oltre settemila scuole in tutta Italia focalizzandosi sugli esiti universitari e lavorativi di 1.250 milioni di diplomati. Un efficace test per valutare l’offerta formativa delle scuole. Cosa si aspettano i giovani dal nuovo anno, dall’Italia e dall’Europa? Lo abbiamo chiesto ai ragazzi dell’Agro nocerino sarnese, per un interessante focus sulle istanze giovanili. Nelle pagine culturali, tanti spunti per leggere, andare al cinema e scoprire il territorio. In Vita ecclesiale, inauguriamo la nuova rubrica curata dal vescovo Giuseppe, un taccuino che raccoglie gli appunti del Pastore della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno per una rinnovata pastorale vocazionale. E ancora la storia di suor Margaretha Iku Napa – per tutti suor Etta – che ha pronunciato i voti perpetui lo scorso 8 dicembre, divenendo suora Serva di Maria Addolorata. L’ultima, firmata da Maurizio Carucci, di Avvenire, spiega le misure del reddito di cittadinanza e di quota 100, ritenuti prioritari dal governo giallo-verde, segnalando come la lotta alla disoccupazione richieda una progettualità decisa e riforme legate alle esigenze concrete di imprese, persone e territori.

«Spogliaci, Signore, d’ogni ombra di arroganza. Rivestici dei panni della misericordia e della dolcezza. Donaci un futuro gravido di grazia e di luce e di incontenibile amore per la vita». Don Tonino Bello

Foto di copertina Salvatore Alfano

Sommario

GENNAIO 2019 N. 1 ANNO XIII € 1,20 MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Auguri per un felice anno nuovo ai lettori di Insieme!

COMMENTI 5 A partire da Chi di Silvio Longobardi 62 Emergenza lavoro di Maurizio Carucci

IN PARROCCHIA 53 Pagine parrocchiali RUBRICHE 25 Qui Regione di Andrea Pellegrino

L’APPROFONDIMENTO 8 Quando il capo è donna 10 La signora del pomodoro 12 Un affare di famiglia 14 Mani d’oro 15 Opportunità rosa

26 Fisco e tributi di Andrea Perrino Il dottore dei bambini di Salvatore Guercio Nuzio

SCUOLA&UNIVERSITà 16 Le scuole danno i numeri di Martina Nacchio

CULTURA 29 L’angolo delle recensioni 30 Appuntamenti culturali In sala 31 I tesori del Museo Diocesano

VITA NELL’AGRO 18 Il 2019 dei giovani di Salvatore D'Angelo 28 Le volontarie silenziose di Sofia Russo

18. VITA NEL'AGRO Il 2019 dei giovani

27 Sale in zucca di Raffaella Marciano

38. Vita Ecclesiale Gli operai del Vangelo

24 BACHECA VITA ECCLESIALE 34 Il Vescovo a San Giacomo 39 Gesù vuole me 40 Grazie don Peppino NEWS PARROCCHIE 48 Notizie dalle parrocchie

62. L’ULTIMA Emergenza lavoro


EDITORIALE di Silvio Longobardi

A partire da Chi I

l mondo di oggi pensa di poter fare a meno di Dio e sostituisce la fede con i valori etici: legalità, solidarietà, bene comune… la rivoluzione morale e sociale è affidata alla buona volontà dei cittadini e alle leggi dello Stato che fissano i confini invalicabili e decidono i valori da perseguire. Chi pensa così ritiene che le religioni siano un ostacolo alla vita pubblica, se invece lasciamo allo Stato la gestione del Potere, forse non avremo un mondo perfetto ma il più perfetto dei mondi possibili. Questa sintesi può apparire dozzinale a coloro che amano le disquisizioni raffinate ma, in tutta franchezza, a me sembra che sia questa la prospettiva oggi dominante. Un progetto affascinante, una forma nuova di quell’antica tentazione che la Bibbia qualifica come torre di babele. Noi cristiani sappiamo, o dovremmo sapere, che la buona volontà non basta, tutte le leggi di questo mondo non saranno mai sufficienti. Noi, figli della Chiesa, almeno noi, dovremmo gridare ad alta voce che abbiamo bisogno di Dio, dovremmo dire a tutti che senza la grazia dello Spirito non siamo capaci di tradurre i valori etici in scelte di vita. Probabilmente, in un certo momento della vita, siamo anche capaci di fare una scelta eroica, ma non siamo capaci di restare fedeli fino alla fine. Se non è motivata, sostenuta e orientata dalla luce e dalla forza di Dio, la vita morale non si esprime in modo pieno. Se tutto nasce da Dio, il nostro primo compito sociale è quello di annunciare Dio, non come una fuga mundi ma come la risorsa essen-

ziale per fare di questa storia così fragile la dimora di Dio. La fede, infatti, se autenticamente declinata, non fa della Chiesa il salotto delle belle preghiere ma apre gli occhi sulla realtà, ci mette in movimento, ci rende protagonisti nei modi e nelle forme che ciascuno può e sa fare. Nelle parole che Gesù consegna ai discepoli dopo la resurrezione, troviamo un annuncio che possiamo accogliere come una promessa: “Nel mio nome scacceranno i demòni, imporranno le mani ai malati e questi guariranno”. Chi crede in Gesù, dunque, ha la forza di combattere e sconfiggere il male, ha il potere di scacciare i demoni con la potenza di Gesù, ha una straordinaria competenza terapeutica per sanare le ferite che si annidano nei recessi dell’anima, ha tutta l’energia necessaria per vincere la menzogna. Se i cristiani vengono meno, se non combattono con la forza di Dio, il male s’intrufola come un virus nel tessuto sociale fino a diventare uno stile di vita, approvato e difeso dalle Leggi dello Stato. Delitti trasformati in diritti. All’inizio di un nuovo anno, carico di attese e di inquietudini, togliamo le maschere del buon senso e degli auguri scontati e inutili. Alla fine degli anni ’60 Paolo VI profetizzava che senza Dio la società dal volto umano diventa un’utopia. Al contrario, la lunghissima schiera dei santi che hanno rischiarato tutti i secoli è la prova provata che dove c’è Dio anche l’uomo risorge e trasforma il deserto in un giardino. Ripartire da Dio è la cosa più ragionevole.

Dio Padre

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IMPRONTE 2.171 minori migranti su 14.330 persone sbarcate fino all’11 giugno 2018. “Da tempo denunciamo le condizioni di vulnerabilità di questi bambini e adolescenti, raccogliendo nei porti di sbarco le loro terribili testimonianze sulle violenze compiute dai trafficanti lungo tutto il percorso e la permanenza in Libia. Anche oggi [...] l’Europa non trova una voce comune in difesa dei diritti in particolare di chi è più vulnerabile, preoccupandosi invece di rafforzare le proprie frontiere. I bambini non possono essere ostaggio delle dispute politiche e il soccorso umanitario deve essere una priorità, insieme all’apertura di canali legali verso l’Europa e agli interventi di sviluppo nei paesi di origine e di transito dei migranti” ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. (Foto Salvatore GENNAIOAlfano) 2019 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO di Martina Nacchio e Mariarosaria Petti

Quando il capo è donna M

ogli, mamme, lavoratrici, leader, cento e una sfaccettature si intrecciano nelle vite di tante donne. Sono ormai alle spalle i tempi in cui la figura femminile era associata solo all’immagine dell’angelo della casa. Oggi il sesso gentile si confronta e scontra con il mondo del lavoro, con numeri sempre più convincenti. Sono 10 mila le imprese guidate da donne in più registratesi nel 2017 rispetto all’anno precedente, secondo i dati del registro della Camera di Commercio, rielaborati dall’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere. Le imprese femminili in Italia sono poco meno del 22 per cento del totale. A darsi da fare sono state nel corso del 2018 le donne del Sud, in particolare del Lazio (+1.5% di imprese tra settembre 2018 e settembre 2017), della Campania (+1.4%) e della Sicilia (+1.3%). I settori maggiormente in crescita sono quello del turismo e dei servizi. Variazioni importanti si sono verificate anche nel campo della sanità e nelle attività professionali, scientifiche e tecniche. Numeri da cui traspare una positività che purtroppo è ancora parziale. Se è vero, infatti, che l’imprenditoria femminile è in aumento, non si può ignorare che il mondo non si è completamente arre-

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so alla normalità di una guida rosa. Le donne sono costrette ancora a scalciare per conquistare posizioni apicali. Secondo dati aggiornati allo scorso settembre dall’Osservatorio, nelle stanze dei bottoni le donne rappresentano solo il 25% dei quasi 4 milioni di amministratori d’impresa presenti. Il ruolo di presidente del consiglio è svolto solo nel 17.4% dei casi da donne (+7% nell’anno). Un dato ancora lontano dal raggiungimento delle pari opportunità se si pensa che molte di queste donne ha partecipato alla fondazione delle aziende in cui lavorano. Altra questione è quella della differenza salariale di genere. Guardando al “Gender Gap Report 2017” dell’Osservatorio JobPricing, gli uomini percepiscono una retribuzione media annua di 30.676 euro, le donne in media di 27.228 euro. Ai vertici il gap è ancora più evidente: un dirigente uomo guadagna una volta e mezzo in più rispetto ad una collega donna. Abbiamo intervistato alcune brillanti imprenditrici della Valle del Sarno. Nilde, Diana, Tiziana e Ilaria hanno avuto intuito, forza e perseveranza. Quattro esperienze che ci riportano ai sogni lasciati nel cassetto. Le loro storie sembrano sussurrarci all’orecchio: “Coraggio, è ora di buttarsi!”.


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L'APPROFONDIMENTO Diana Attianese

La signora del pomodoro L

e estati trascorse da bambina in una San Marzano sul Sarno che profuma di pomodoro, conserve e genuinità. È da un ricordo infantile che parte l’avventura imprenditoriale di Diana Attianese, figlia d’arte, che ha saputo fondere la tradizione familiare nel comparto dell’industria conserviera con la passione per il design e le competenze nel mondo del marketing. Nasce così nel 2014 Italianavera, l’azienda di sughi e affini, che ha sede a Sant’Egidio del Monte Albino. I ricordi di una bambina. «Quando ero piccola, con mio padre assistevo alle produzioni, respiravo l’odore forte del pomodoro. Mi è rimasto impresso. Ricordo le tecnologie rudimentali: il bagnomaria, la pelatura manuale» racconta Diana nel suo ufficio. La ragazzina che osserva curiosa l’evolversi dell’azienda conserviera Attianese cresce e intraprende gli studi universitari in Economia, alla LUISS Guido Carli di Roma: «Mi sono laureata in management industriale, perché volevo approcciarmi alla realtà familiare, poi ho scoperto che tra le mie attitudini c’era anche quella per il marketing e la moda» spiega l’imprenditrice. Una strada che la conduce a lavorare per alcuni grandi brand di abbigliamento, come Silvian Heach e

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Diana Attianese è una giovane imprenditrice, leader di Italianavera, l’azienda di sughi pronti che esporta nel mondo la bontà dei nostri prodotti locali


Pianurastudio: «Mi occupavo di coordinare i punti vendita del franchising. Ero affascinata dall’organizzazione degli eventi e delle sfilate». La vita di Diana sembra aver imboccato il giusto binario fino a quando non scocca una scintilla: «Ho lasciato tutto, avevo bisogno di creare qualcosa di mio per essere protagonista del mio sogno». Il divario generazionale nello stile di conduzione dell’azienda di famiglia è forte, tanto da far comprendere all’allora trentenne che non c’è posto per lei accanto a suo padre. Intanto si abilita alla professione di dottore commercialista e revisore dei conti e comincia a lavorare tra bilanci e scadenze: «Un mondo troppo grigio per me».

Italianavera è un marchio al femminile, non solo perché pensato da una donna: «In dialetto napoletano diciamo ‘a pummarola, perché il pomodoro racconta la storia delle donne. Ho voluto riprendere la sinuosità del corpo femminile nella scelta del logo aziendale, affinché tutto fosse ispirato alla donna – afferma la leader –. Vorrei lasciare un segno in questo territorio, perché sono convinta che ancora qualcosa di bello possa essere costruito». Traguardi più importanti l’attendono: «Sogno di affermare sempre di più il brand Italianavera, aprendo uno showroom e lanciando anche una linea di abbigliamento, per sancire una fusione tra fashion, food e furniture, le tre “F” del Made in Italy».

L’intuizione di Diana nasce ai fornelli con sua zia. L’oro rosso si mescola ad altri prodotti di qualità del nostro territorio: capperi, basilico, ortaggi. Nascono i sughi pronti, elegantemente confezionati secondo il design studiato dall’imprenditrice. «Con pasta e pomodoro non si sbaglia mai!» esclama felice. «Ho pensato ad un prodotto di qualità e della tradizione, con un packaging curato nei dettagli, per andare incontro alle esigenze delle donne di oggi, in perenne corsa tra impegni lavorativi e familiari» spiega la donna, che di conciliazione dei tempi di vita ne sa molto. «Ho avviato la mia attività e dopo poco è nata mia figlia, alla prima fiera ho partecipato insieme a lei e a mia madre, che mi ha dato una mano con la piccola».

Attualmente Diana è affiancata da due collaboratrici in ufficio, contando su uno staff di tre cuoche e un operaio per una produzione di circa 25 mila vasetti all’anno, distribuiti in Germania, Inghilterra, Svizzera, Francia, Belgio, Austria, Spagna, Svezia, Stati Uniti, Canada e Giordania. «Quando mi telefonano da New York per complimentarsi dei miei prodotti, stento a crederci, forse per inconsapevolezza emotiva» confessa. Grazie all’ingegno di una donna, nel modo si può conoscere e apprezzare il sapore buono della Valle del Sarno, gustando la storia e la tradizione di un popolo in attesa di riscatto. Mariarosaria Petti

Nilde Renzullo

Il sociale è donna A Sarno la famiglia Renzullo è impegnata nei servizi assistenziali. Al timone dell’affermata realtà una donna carismatica

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enzullo Centro di Riabilitazione Lars, Casa albergo per anziani Santa Rita, Polo Sanitario La Filanda. Tre luoghi simbolo a Sarno, dove tutti possono trovare un posto dove ristabilirsi. Il Centro Lars si occupa dal 1989 di assistenza riabilitativa ambulatoriale, domiciliare e residenziale, in una struttura di 12 mila metri quadri. Dagli spazi dell’ex omonima clinica, nasce invece la casa di riposo che offre un clima accogliente e familiare agli anziani. La

Filanda, invece – sorto nell’insediamento industriale che nell’800 ospitò uno zuccherificio poi adattato a seteria – è attualmente una struttura convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale specializzata in riabilitazione fisica, psichica e sensoriale per il recupero funzionale e sociale. A dirigere le importanti realtà la dottoressa Nilde Renzullo. La sensibilità di una donna a servizio dei più fragili. M.P. GENNAIO 2019 Insieme

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L'APPROFONDIMENTO Ilaria Falco

Un affare di famiglia A

Striano sorge una struttura di dieci mila metri quadri gestita da una donna. Basta quest’unica frase a sorprendere ancora nel 2018. Lo sa bene Ilaria Falco, che ancora troppo spesso combatte contro i pregiudizi di genere nel mondo del lavoro. Una lavoratrice instancabile, figlia di un imprenditore, una madre, questo e molto di più è il capo del complesso multifunzionale dedicato al benessere fisico, al tempo libero e all’istruzione nel paesino napoletano della Valle del Sarno. Il Falco Sporting Village è una struttura in continua evoluzione, che rappresenta in tutto e per tutto le tante sfaccettature della personalità di chi lo guida. Palestra e piscina per l’attività sportiva, Spa, piscina esterna per il periodo estivo, area dedicata all’intrattenimento serale con bowling e fino a qualche tempo fa servizio di ristorazione, una scuola, e in cantiere campetti sportivi con infrastrutture altamente tecnologiche, tutti nodi tessuti insieme dalle mani sottili e sapienti di Ilaria, dalla sua fatica e dal suo ingegno quotidiano. L’imprenditrice strianese si racconta nel suo studio, un ambiente ordinato ed essenziale. Sulla scrivania un computer e alcune riviste. Alle sue spalle una fotografia di suo marito e dei loro due bambini. La prima sensazione che restituisce Ilaria è quella di una imprenditrice che non si sente arrivata. «Non smetto mai di aggiornarmi – dice –. Bisogna essere

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Ilaria Falco è a capo del Falco Sporting Village a Striano, la sua esperienza profuma di coraggio, intuizione e intraprendenza


formati al massimo per offrire il meglio», dice raccontando di congressi e fiere in giro per l’Europa. Non nasconde le difficoltà di gestione di quello che definisce «il mio castello di sabbia», gli ostacoli quotidiani, ma anche il desiderio di costruire qualcosa di solido per il futuro dei suoi figli. L’inizio. La sua esperienza imprenditoriale comincia a ventisei anni, quando appena laureata in Economia dell’Ambiente e dello Sviluppo all’Università di Siena viene trascinata dal padre, imprenditore del mondo dell’elettronica, nel suo investimento. «Questo complesso nasce perché mio padre ha il desiderio di lasciare qualcosa alla sua città – sottolinea –. Ha iniziato acquistando un appezzamento di terra, poi un altro, poi un altro ancora. Dopo una serie di valutazioni di mercato è partita la costruzione del complesso sportivo». È il 2007, Ilaria sta conseguendo un master all’Università Cattolica del Sacro Cuore quando il padre inizia a coinvolgerla nella scelta degli arredi, nelle valutazioni aziendali e infine nella selezione del personale. La giovane ha aspirazioni lavorative da sviluppare nell’economia ambientale e del benessere, che poco hanno a che fare con il progetto del padre. Ma decide di sostenerlo. Comincia a bussare alle porte di chi ha esperienza nel campo, a selezionare il nucleo centrale della sua squadra di lavoro, che sarà composta da quasi tutte donne, a far partire l’ingranaggio di una macchina aziendale che non ha mai guidato prima. Oltre i guadagni. Non mette da parte, però, la sua forma mentis. «L’economia del benessere va al di là del profitto

sieme MENSILE DI ATTUALITà E CULTURA DELL’AGRO

Mensile di attualità e cultura dell’Agro Espressione della comunità ecclesiale della Diocesi Nocera Inferiore-Sarno Registrato presso il Tribunale di Nocera Inferiore n. 624/06 del 16 giugno 2006 e n. 1529/2014 del 11 agosto 2014. Iscritto al R.O.C. n. 26978 del 01/02/2017. Membro Federazione Italiana Settimanali Cattolici, Associato Unione Stampa Periodica Italiana

Editore Priscus Società Cooperativa Direttore Responsabile Andrea Annunziata Direttore Editoriale Silvio Longobardi Vicedirettore Antonietta Abete

Redazione Salvatore D’Angelo, Mariarosaria Petti, Martina Nacchio Segreteria di redazione e marketing Sofia Russo, Maria Luisa Franco Hanno collaborato Mons. Giuseppe Giudice, Andrea Pellegrino, Andrea Perrino, Salvatore Guercio Nuzio, Raffaella Marciano, Donato D’Elia, don Natalino Gentile, Sabrina Perrino, Giuseppe Senatore, Anna Senatore, Livia Rossi, Giusi Bello, Dina Grimaldi, Nunzia Guida, Antonio Pontecorvo, Alberto Limodio, Salvatore Corrado, Donatella Ferrara, Mariano Rotondo, Roberto e Carmela Revellino, Anna Petrosino, padre Paolo Saturno, Maurizio Carucci. Amministrazione Via Vescovado, 4 84014 Nocera Inferiore (SA) Tel/Fax 081 5170466 Progetto grafico e impaginazione Salvatore Alfano

– spiega con naturalezza – significa andare oltre il guadagno e puntare ad obiettivi sociali». Una scelta coraggiosa la sua, fatta di coerenza, onestà e trasparenza. Una sfida che onora ogni giorno con i suoi sessantuno collaboratori e con le migliaia di persone che scelgono il Falco Sporting Village. Donna di casa. La sfida imprenditoriale di Ilaria coincide con la nascita della sua famiglia. Mentre inizia a districarsi nei suoi nuovi panni di imprenditrice, scopre di essere incinta, condividendo la sorpresa con quello che di lì a poco sarebbe diventato suo marito. Ilaria deve imparare a gestire l’azienda e ad accudire la sua prima bambina in contemporanea. Non ha tempo per il periodo di maternità, il Falco Sporting Village ha bisogno di lei. Vive da subito la fatica di essere moglie, madre e imprenditrice insieme. Allatta la bambina in ufficio, sperimenta su di sé i primi sguardi di disapprovazione, ma non si perde d’animo. Per fortuna ha accanto suo marito. «L’uomo migliore che potessi incontrare, quando non litighiamo» scherza. L’equilibrio familiare si consolida su impegni divisi a metà, su cene preparate in ritardo e camice non stirate, ma anche sul rispetto e la comprensione reciproca. D’altronde il Falco Sporting Village è un affare di famiglia, un castello dalle fondamenta solide che guarda al futuro grazie ad una donna che conduce un’azienda come una madre severa, coraggiosa e geniale. Martina Nacchio

Abbonamenti € 5,00 digitale € 10,00 ordinario con ritiro in parrocchia € 15,00 ordinario in spedizione postale € 25,00 contributo sostenitore € 50,00 contributo benefattore UNICREDIT BANCA IBAN: IT 88 B 02008 76271 000103952691 Intestato a: PRISCUS SOCIETÀ COOPERATIVA Causale: Contributo annuale INSIEME Aggiungere l’indirizzo o la parrocchia a cui inviare la rivista Servizio diffusione Per informazioni: tel/fax 081 517 04 66 segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it Ai lettori L’editore Priscus Società Cooperativa tratta i dati come previsto dal RE 679/2016. L’informativa completa è disponibile all’indirizzo https://www.diocesinocerasarno.it/2016/ insieme/privacy-policy-rivista-insieme/ Tiratura 3.000 copie

Questo numero è stato chiuso in redazione 21 dicembre 2018 Questo periodico è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: «Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione». La pubblicazione degli scritti è subordinata al­l’in­sin­da­ cabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito. Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al giornale, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Redazione Via Vescovado, c/o Palazzo Vescovile 84014 Nocera Inferiore (SA) insieme@diocesinocerasarno.it tel/fax 081 517 04 66 Insieme, tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina GENNAIO 2019 Insieme della Comunicazione Commerciale.

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L'APPROFONDIMENTO Tiziana Crescenzo

Mani d’oro Una scelta compiuta da ragazzina: diventare parrucchiera. La storia di Tiziana Crescenzo

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15 anni ha messo per la prima volta piede in un salone di bellezza, non come cliente. Tiziana Crescenzo ha capito ben presto di voler diventare una parrucchiera e si è subito cimentata per imparare un mestiere affascinante quanto impegnativo. Oggi, a 44 anni, afferma serena: «Sono sicura del lavoro che ho scelto». Imparare il mestiere. Tiziana decide di imparare nella sua città, Sarno, alla scuola di uno dei parrucchieri più conosciuti. Si fermerà quattro anni per poi capire di voler migliorare ancora: «Ho iniziato a lavorare a Salerno e contemporaneamente seguivo corsi di formazione». Un periodo impegnativo per la ragazza: «Finivo sempre tardi di lavorare. Il sabato sera i miei amici uscivano, io ero stanchissima dopo una giornata intera passata in piedi in negozio». L’Accademia. Non è ancora abbastanza per Tiziana, che lascia il lavoro e s’iscrive all’Accademia Pivot Point. “Solo quando avrai il tuo salone acquisterai la tua identità” le ripetono i suoi maestri. Così, nel 2004, apre la sua prima attività, in via Abignente. Seguono anni preziosi in cui impara anche a dirigere un esercizio commerciale, con tutti i risvolti burocratici e gestionali del caso: «Noi siamo artigiani, non commercianti» precisa l’hairstylist. «Questo è il mio posto, quando arrivo al mattino, sono felice» raccon-

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ta. Una scelta di vita che ha i suoi risvolti negativi: «Le feste di famiglia coincidono per me con il grande impegno di dover pettinare tutte le donne di casa – sorride – oppure sono sempre libera quando gli altri lavorano». Una nuova avventura. Ad ottobre, la piccola imprenditrice sarnese si è lanciata in una nuova avventura, aprendo un salone più grande in via Traversa Campo Sportivo, a Sarno. Oltre cento le “teste” che la parrucchiera accudisce mensilmente e nel cassetto ancora altri progetti per affermare il nuovo negozio. «L’importante è essere onesti, la più grande gioia è avere tante clienti affezionate, che da anni mi scelgono fedelmente per curare la loro immagine» afferma orgogliosa. Studiare sempre. Ai giovani che desiderano intraprendere una carriera nel mondo dell’hairstyling, l’esperta consiglia di impegnarsi seriamente nello studio: «Erroneamente, molti ragazzi che non amano studiare, scelgono in questo mestiere. È un lavoro che richiede precisione, attenzione, approfondimento». Tiziana, voce gentile e occhi sorridenti, è esempio di empatia, umanità e perspicacia, perché – si sa – il cambiamento di una donna parte sempre da un nuovo taglio di capelli! Mariarosaria Petti


Immagine di repertorio

Opportunità rosa Sono diverse le agevolazioni e i bandi a supporto dell’imprenditoria femminile, a finanza statale, regionale o di agenzie e fondazioni per lo sviluppo delle imprese

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imprenditoria femminile cresce con numeri sempre più importanti, eppure ancora c’è bisogno di imporre le famigerate quote rosa per conquistare passo dopo passo un’uguaglianza di trattamenti che riconosca il merito e la professionalità al di là del genere sessuale. Nelle stanze del potere i numeri parlano ancora di donne sottodimensionate, che non hanno garanzie contrattuali idonee e molto spesso frenate per il loro ruolo di mogli e soprattutto madri. Le cronache sono piene di lavoratrici mortificate per la loro volontà di avere un bambino, costrette a orari di lavoro che non tengono conto dei diritti essenziali, e in molti casi licenziate per via di una gravidanza inaspettata. Eppure ogni giorno un esercito di combattenti non si arrende e fiduciosa dei risultati ottenuti si mette in gioco, investendo sempre di più sulle proprie competenze. A supportare la scelta di chi da libera professionista o aspirante imprenditrice vuole realizzare il proprio sogno nel cassetto, ci sono finanziamenti ed agevolazioni ad hoc. Ne sono esempio “Nuove imprese a tasso zero” di Invitalia e il “Fondo di garanzia per imprese femminili” del Consiglio dei Ministri. Nuove imprese a tasso zero. L’incentivo di Invitalia è dedicato ai giovani fino ai 35 anni e alle donne che

vogliono avviarsi nel mondo dell’imprenditoria. Le agevolazioni di cui si può usufruire in tutta la penisola prevedono un finanziamento a tasso zero per progetti d’impresa con spese fino a 1,5 milioni, con copertura fino al 75% delle spese totali ammissibili. Requisito per partecipare è avere un’impresa costituita da non più di dodici mesi in forma societaria, che sia composta per oltre la metà dei soci da giovani fino a 35 anni o donne. Fondo di garanzia per imprese femminili. La Sezione Speciale del Fondo centrale di garanzia per le PMI dedicata alle imprenditrici e alle giovani professioniste è attivo dal 2014 grazie ad una convenzione tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento Pari Opportunità, il MISE e il MEF. Rappresenta un’opportunità importante come sostegno per l’accesso al credito delle piccole imprese, poiché offre modalità semplificate di accesso alla garanzia dello Stato – fino all’80% del finanziamento richiesto – per un importo massimo garantito pari a 2,5 milioni di euro. Per l’accesso all’a gevolazione è valutata la capacità di rimborsare il finanziamento garantito. Tante altre sono le opportunità anche su scala regionale, che si presentano a scadenza periodica, perciò, care imprenditrici, prestate attenzione. Martina Nacchio GENNAIO 2019 Insieme

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SCUOLA & UNIVERSITà

La maschera online per navigare sulla piattaforma Eduscopio

Le scuole danno i numeri

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alla scuola superiore all’università, quanto rendono gli alunni della Valle del Sarno nel percorso verso la laurea e con quanta regolarità arrivano a diplomarsi? Un’analisi di questo tipo è possibile attraverso la piattaforma Eduscopio, un progetto di Fondazione Agnelli, che confronta oltre settemila scuole in tutta Italia focalizzandosi sugli esiti universitari e lavorativi di 1.250 milioni di diplomati. Lo scopo primario è quello di fornire uno strumento agli studenti perché post diploma intraprendano il percorso più proficuo per la loro strada lavorativa, valutando quali sono stati i risultati ottenuti dai predecessori che hanno frequentato una determinata scuola professionale, tecnica o un liceo. L’analisi è presto fatta, accedendo al sito web del progetto e iniziando un viaggio tra le scuole che aderiscono all’iniziativa. Nell’Agro nocerino-sarnese un buon numero di scuole par-

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tecipano alla raccolta dati, permettendo agli alunni di fare un tour tra i risultati degli studenti, indicando semplicemente il raggio di distanza delle scuole rispetto alla loro posizione. I dati dell’Agro. Gli indicatori scelti per questo excursus – non esaustivo – sono due: la media dei voti universitari ottenuti dagli studenti provenienti da una determinata scuola superiore e la percentuale di iscritti che riesce a diplomarsi regolarmente entro il quinquennio. Dei licei del territorio locale che aderiscono al progetto Eduscopio, quello che ha una percentuale più alta di alunni diplomatisi entro i cinque anni è il “Don Carlo La Mura” di Angri, indirizzo classico. La media degli alunni che si sono diplomati senza bocciature è piuttosto alta rispetto alla media: 91,7 per cento. Con lo stesso indirizzo seguono il “Gian Battista Vico” di Nocera Infe-

Eduscopio, progetto di Fondazione Agnelli, raccoglie i dati di oltre settemila scuole in tutta Italia focalizzandosi sugli esiti universitari e lavorativi di 1,250 milioni di diplomati. Un efficace test per valutare l’offerta formativa delle scuole


di Martina Nacchio

riore con l’80,4 per cento e il “Tito Lucrezio Caro” di Sarno con il 78,3 per cento. Nei licei scientifici del territorio a diplomarsi con maggiore regolarità sono gli alunni che frequentano il “Bonaventura Rescigno” di Roccapiemonte, con una percentuale di diplomati in cinque anni dell’82,8 per cento, segue il “Nicola Sensale” di Nocera Inferiore con l’81,9 per cento; il “Don Carlo La Mura” con il 79,3 per cento e il liceo scientifico “Bartolomeo Mangino” con un 76,9 per cento. La percentuale più bassa tra i licei analizzati si riscontra al liceo “Leonardo Da Vinci” di Poggiomarino, in cui il 64,4 per cento risulta diplomarsi senza bocciature. Si fermano al 63,4 per cento gli alunni che si diplomano entro i cinque anni al liceo di Scienze Umane “Alberto Galizia” di Nocera Inferiore. Tra gli istituti ad indirizzo tecnico e economico, il “Raffaele Pucci” di Nocera Inferiore raggiunge una percentuale del 56,1 per cento; seguito dal “Giustino Fortunato” di Angri con il 51,1 per cento e dal “Leonardo Da Vinci” di Poggiomarino con il 49 per cento.

I più studiosi post diploma. Al primo posto della classifica degli studenti – che secondo i dati di Eduscopio raggiungono risultati più proficui all’università – ci sono gli alunni del liceo scientifico “Bonaventura Rescigno” con la media del 26,5 su 30. L’indice, come spiegato dalla piattaforma, in questo caso è ponderato, tenendo conto delle diverse difficoltà dei differenti corsi di laurea intrapresi post diploma e degli esami sostenuti. Seguono il liceo “Tito Lucrezio Caro” di Sarno, indirizzo linguistico, con una media del 26,3; il liceo linguistico “Gian Battista Vico”, con la media universitaria degli alunni del 26; il “Don Carlo La Mura” con la media del 25,5 per l’indirizzo scientifico e il liceo scientifico “Mangino” con la media nel 25,4. Numeri che disegnano un quadro dei risultati ma che non possono restituire il senso della fatica, della passione e dei reali cambiamenti sperimentati ogni giorno, tra i banchi di scuola, dagli alunni che da adolescenti si preparano a diventare adulti. Martina Nacchio

Filippo Toriello è il dirigente scolastico del “Don Carlo La Mura” di Angri, la scuola con la più alta percentuale di diplomati entro i cinque anni (91,7%) secondo Eduscopio

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VITA NELL'AGRO a cura di Salvatore D’Angelo

Le aspettative degli under 30 rispetto a lavoro, famiglia, studio e rapporto con le istituzioni nell’anno in cui si rinnova il Parlamento europeo

Il Parlamento europeo

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na fotografia, uno spaccato della realtà giovanile dell’Agro nocerino sarnese, che s’interroga sull’anno che sarà. Molti attendono il cambiamento, la svolta, altri immaginano un impegno maggiore in ambito sociale e lavorativo.

Cosa ti aspettai dal 2019?

Maria Paola Imbriaco è la più giovane del gruppo, 18 anni compiuti il 22 novembre scorso, frequenta il quinto anno delle superiori: «Dovrebbe essere un anno di svolta, delle scelte importanti. Inizierò a disegnare il mio futuro. Sarà l’anno dell’esame di Stato, dell’università e dell’addio a ciò che ha caratterizzato la mia adolescenza». Anna Chiara Fontana, 24anni, laureata in Scienze della formazione, attualmente frequenta il corso di laurea specialistica e lavora in una scuola dell’infanzia, ci racconta: «Spero che le istituzioni aprano gli occhi davanti alla realtà, tramutando le parole in concretezza». Giovanni Nacchia, 23 anni, studia Filosofia. Più che dal 2019, si attende qualcosa da se stesso: «Possiamo impegnarci, fare del nostro meglio e restare sempre vigili e informati, senza farci riempire la testa, non capendo nemmeno con cosa e perché». Marianna Fogliasecca intende mettersi «in gioco qualunque sia l’opportunità che mi si offra. Voglio realizzare le mie aspettative con i sacrifici dovuti e cercando di ottenere i risultati migliori. La priorità? Realizzarmi con un lavoro per cui ho faticato tanto in questi anni».

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Il 2019 dei giovani Il voto alle Europee

Maria Paola si ritroverà per la prima volta in una cabina elettorale: «Non so bene cosa si voti alle prossime elezioni, non sono argomenti di cui mi interesso, ma so di cosa abbiamo bisogno noi giovani: stimoli e opportunità. Ogni ragazzo deve sentirsi libero di fare le proprie scelte, ma deve vivere in un Paese in cui gli è permesso scegliere». Rossella D’Alessio esprime la sua idea di Europee: «Sono a favore dell’idea di Europa e di cittadinanza attiva europea, per i giovani esistono tanti programmi nel circuito Erasmus+ per studio e per lavoro, basta incrementare tali azioni e diffondere culturalmente l’idea di Europa e non di razza». Più critico Giovanni: «L’Europa dovrebbe funzionare non solo con l’Erasmus. Dovrebbe essere l’unione di vari Stati, fratelli tra loro, ma non uguali e appiattiti. Invece è un’unione economica, che si fa guidare dai mercati e crede solo nelle banche». Lucia Salvati ha 20 anni, studia Medicina e Chirurgia: «L’Europa dovrebbe offrire opportunità lavorative, di studi, di incontri, per coltivare una passione, mostrare quelle che già ci sono e che possono essere sfruttate perché spesso non tutti ne sono consapevoli». Carmen Cutolo ha 24 anni ed è laureanda in Ottica: «Si voterà ulteriormente per la speranza nel nostro futuro, nei sogni che stiamo alimentando con i nostri sacrifici e soprattutto quelli dei nostri genitori».


Cos’è la famiglia?

Il lavoro è un’utopia?

«È un rifugio dove poter discutere dei problemi che la vita quotidiana ci presenta. La famiglia – afferma Anna Chiara – è l’abbraccio di una mamma, la carezza di un papà, la parola di conforto di un fratello». Utilizza parole simili Maria Paola: «È un posto sicuro dove rifugiarsi. Credo che non debba essere composta solo da persone con lo stesso sangue. È tutto e non parlo solo del mio nucleo familiare, ma anche della mia comunità, del mio ragazzo, delle mie amiche più intime. Sono le persone che mi vogliono davvero bene». «La famiglia – confida Rossella – è un insieme di persone pazze e buone, che mi hanno dato la possibilità di poter essere ciò che sono e continuano a farlo». Per Giovanni «la famiglia è la base della società, come l’atomo lo è della materia. E state attenti, stanno cercando in ogni modo di distruggerla o demonizzarla, voi non fatevi ingannare e siate liberi pensatori». «La famiglia – confida Marianna – siamo tutti. Si parla di famiglia quando si condivide una qualsiasi cosa che ti fa stare insieme. È parte di una famiglia chiunque ti dia amore, gioia, ti accoglie, ti consiglia, ti mette in gioco». Per Lucia è «un gruppo di persone che mi fa passare ogni ansia o preoccupazione perché so che è lì», mentre per Carmen è «l’unica base solida che crede ai nostri progetti».

«Non credo – dichiara Anna Chiara – ma mi aspetto una svolta, soprattutto per lavorare con serenità e nel rispetto dei diritti». Ancora un po’ di anni di studio attendono Maria Paola, ma in merito al lavoro ha comunque le idee chiare: «Non credo sia un’utopia, lo diventa se si crede di svegliarsi un bel giorno e trovare un contratto firmato sul comodino. Se non ci si rimbocca le maniche e si rimane seduti sul divano, lamentandosi continuamente, anche la vita diventa un’utopia». «Il lavoro – prosegue Rossella – è realtà. Ma il lavoro inteso come giusta retribuzione, in base alla prestazione, privo di differenze di genere e di discriminazioni, il lavoro onesto, quello è utopia». Un tema che alimenta pessimismo: «Non ci sono reali opportunità lavorative – afferma Marianna –. Oggi vince la paura». «Frequentemente è un’utopia, altrettanto frequentemente è una realtà – ribatte Lucia –. Diciamo che è una realtà non sempre a portata di mano». «Sono del parere che il lavoro dei nostri sogni esista, bisogna solo muovere le pedine giuste nelle altrettanto giuste mosse», è la speranza di Carmen. Salvatore D’Angelo

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I bambini sul sagrato della parrocchia insieme al parroco

Poggiomarino contro i rifiuti illegali

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n no secco all’inquinamento. A pronunciarlo a voce alta, con canti e anche con disegni, sono stati i bambini di Poggiomarino. Guidati dal parroco, padre Aldo D’Andria, hanno manifestato contro l’invasione dei rifiuti che caratterizza le periferie di Poggiomarino. Un problema, a dire il vero, che attanaglia tutte le aree rurali e periferiche della Campania. gli incivili approfittano dei posti isolati e del buio per lasciare di tutto. Una campagna ambientalista e sociale, che è partita dalla parrocchia di Sant’Antonio per coinvolgere l’intera cittadina vesuviana. Una battaglia «per questi bambini – ha detto il religioso – perché non è giusto vedere le nostre campagne ridotte male. Le nostre sono invase dai rifiuti e l’aria è irrespirabile». Padre Aldo non è nuovo a questo genere di iniziative, anche in passato ha chiesto ai suoi parrocchiani di alzare la testa e chiedere il rispetto dell’ambiente. Il timore è che Poggiomarino, come tutta l’area

a sud del Vesuvio, possa rivelarsi una nuova Terra dei fuochi. Oltre a sversare, spesso gli incivili danno fuoco alle loro nefandezze. Nelle ultime settimane i controlli delle forze dell’ordine e dell’esercito hanno cercato di essere un deterrente, ma le scoperte fatte disegnano un quadro di Poggiomarino molto allarmante. Le campagne, infatti, sono invase da buste di ogni genere, in particolare contenenti scarti tessili. Il fenomeno degli opifici illegali, con manodopera clandestina, spinge questi imprenditori senza scrupoli a scegliere strade illecite anche per lo smaltimento dei loro residui di lavorazione. L’iniziativa del 16 dicembre rientra nel progetto parrocchiale “Vieni Signore, la terra piange e geme”, che ha visto protagonisti i bambini che frequentano la parrocchia. I più piccoli si sono cimentati con temi ed elaborati sulla materia ambientale. Sa. D’An.

Una manifestazione ha visto protagonisti i bambini della parrocchia. La difesa del territorio e dell’ambiente parte dalle nuove generazioni.

Un pezzo di Sarno dal Papa

C’

era anche Giulia Crescenzo, lo scorso 20 dicembre, tra le 65 persone ricevute da papa Francesco in occasione degli auguri dell’Azione Cattolica Ragazzi d’Italia al Santo Padre. La 13enne della parrocchia di San Teodoro a Sarno, accompagnata dal parroco don Antonio Agovino e dalla presidente diocesana di Ac, Anna Aprea, e referente AcR, Antonella Salvati, ha avuto modo di incontrare e parlare con il Pontefice. Alla delegazione riunita nella Sala del Concisto-

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ro, guidata dal presidente nazionale Matteo Truffelli e dall’assistente generale, monsignor Gualtiero Sigismondi, Francesco ha detto: «Siate con tutti generosi canali di bontà e di accoglienza, per costruire un mondo più fraterno, più solidale, più cristiano». «Voi e gli altri ragazzi di tutte le diocesi italiane – ha aggiunto il Papa – state riscoprendo la chiamata a essere amici di Gesù, a conoscerlo sempre meglio e incontrarlo ogni giorno nella preghiera, per poter essere suoi missionari».

Giulia ha chiesto al papa di firmare il suo biglietto


Didattica in campagna

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idattica in campagna è il nome del percorso articolato in laboratori esperienziali di didattica rurale, nati dal lavoro degli ultimi cinque anni di Villa Modestina. 8 bambini su 10 non hanno mai visto un orto, 2 su 10 non hanno mai accarezzato un cavallo e 4 su 10 pensano che i ragni danneggino l’ambiente. Sono i dati riportati dal rapporto del WWF, che ci hanno allarmati. Prendendo spunto dall’intuizione della didattica rurale e dal concetto di fattoria didattica abbiamo sviluppato dei laboratori formativi a “cielo aperto” a diretto contatto con la natura, mettendo a disposizione dei bambini e dei ragazzi un approccio che sviluppi, in un momento ludico e di divertimento, la riscoperta di un

contatto con la campagna e le sue diverse peculiarità, nel modo più intenso possibile. Laboratori “cuciti” in maniera “sartoriale” per le scuole e per gli eventi di degustazione e di festeggiamenti organizzati da Villa Modestina, attraverso un’animazione alternativa, dove i bimbi vengono coinvolti da protagonisti, per imparare facendo, divertendosi e al tempo crescendo grazie al rapporto con la natura, la campagna e i laboratori di artigianalità e manualità. Naturarte, Rebus dei sensi, BabyAgriChef e gli altri laboratori sono diventati momenti distintivi e differenzianti, che rendono la scelta dell’evento a Villa Modestina un evento originale e innovativo.

Rita Rimello, coordinatrice dell’innovativo progetto di Villa Modestina, spiega il nuovo approccio alla didattica rurale e il rapporto con la campagna

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VITA NELL'AGRO

Formarsi per aiutare All’ottava edizione del premio giornalistico Mimmo Castellano si è parlato di disabilità e violenza sulle donne. Sono intervenuti i vertici nazionali della categoria e il sottosegretario Crimi

Don Andrea Annunziata durante il suo intervento nell’aula consiliare del Comune di Castel San Giorgio

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iolenza sulle donne, disabilità e tutela dei più deboli, si è discusso di questo in occasione dell’ottava edizione del premio Mimmo Castellano che si è tenuto lo scorso 6 dicembre a Castel San Giorgio. L’iniziativa promossa dall’A ssostampa Campania Valle del Sarno ha visto anche la presenza dei vertici nazionali e regionali della categoria: Carlo Verna, Ottavio Lucarelli e Mimmo Falco. Deus ex machina dell’evento Salvatore Campitiello. Tra i relatori don Andrea Annunziata, direttore responsabile di Insieme, che ha portato un’esperienza relativa all’accoglienza dei diversamente abili nelle realtà ecclesiali: «C’è l’accoglienza, ma si sta cercando anche di imparare a gestire e integrare quei bambini, quei ragazzi, che hanno problemi nello spettro dell’autismo. C’è bisogno di accoglienza e formazione – ha detto – perché tante volte non sappiamo come comportarci. Attraverso gli strumenti informativi e i professionisti impariamo a tirare fuori il meglio. Tutti hanno doti incredibili, ma per alcuni c’è bisogno di chi li aiuti a diventare farfalle. Tuttavia occorre formazione, altrimenti si possono fare più danni che bene». All’incontro ha partecipato Vito Crimi, sottosegretario di Stato con delega all’Informazione e all’Editoria. Il senatore del Movimento 5 stelle in merito alla credibilità del giornalismo tradizionale ha detto: «A volte i

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fatti vengono piegati, si parte dall’opinione del giornalista, per dimostrare che è quella corretta. È un approccio sbagliato. La rete può essere veicolo di disinformazione, ma allo stesso tempo contiene gli strumenti di tutela. Capire cosa sta succedendo e trovare un nuovo ruolo per approcciarsi, riacquistare credibilità». Tra le cause c’è la «rincorsa alla velocità» che ha «fatto perdere in qualità», «se invece di rincorrere la comunicazione i giornalisti cominciano ad approfondire riacquisteranno credibilità». Crimi è intervenuto sull’abolizione dell’ordine: «Parlerei più di liberazione della professione dei giornalisti. Ci sono tanti nuovi modi di fare giornalismo e fare informazione». Richiamando le polemiche delle ultime settimane con la categoria ha detto: «Sono qui perché non mi sottraggo al confronto con i giornalisti, malgrado dai giornali leggiate una serie di riscontri. Sono per il dialogo il più possibile costruttivo, un linguaggio offensivo, né le accuse mi appartengono». Rispetto alla professione e al precariato, il presidente dell’Ordine nazionale, Carlo Verna, ha detto che «va rivista su certi punti la Carta di Firenze». Mimmo Falco ha rivendicato nuove frontiere sindacali: «Non bisogna aver paura del confronto. Quando non si vuole l’unità, ci costringe a prendere altre strade perché non è scritto in nessuna parte della Costituzione che debba esistere un sindacato unico dei giornalisti». Sa. D’An.


Fratres sbarca nell’Agro

Un momento della presentazione della nuova associazione

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eno 7 per cento di donatori tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni: il dato allarmante, mai così basso, è stato riportato da Peppino Festa, presidente campano del Gruppo donatori di sangue Fratres, alla presentazione dell’associazione cittadina di Nocera Inferiore. Bisogna incidere maggiormente, con la sensibilizzazione, dei più giovani. Si propone di farlo la Fratres di Nocera Inferiore, che da qualche settimana opera attivamente nell’Agro. «Abbiamo intenzione di realizzare – ha detto il presidente nocerino, Prisco Fortino – una maratona ideale tra gli studenti delle scuole superiori per sollecitare tutti a donare il sangue». Una gara di solidarietà e

gratuità, che la prossima primavera dovrebbe diventare una maratona al termine della quale premiare non solo il maratoneta più veloce, ma anche la scolaresca che meglio ha risposto all’invito a donare. Il debutto c’è stato il 20 dicembre scorso, al Centro di quartiere di via Loria, a Nocera Inferiore, alla presenza del consigliere regionale Franco Picarone, del consigliere comunale Paolo De Maio e del governatore della Misericordia di Nocera Inferiore, Antonio D’Angelo. A gennaio partirà un tour di sensibilizzazione nelle scuole, per invitare i giovani a donare il sangue, a donare vita. «Donare sangue – ha sottolineato il presidente regionale – è un gesto di grande generosità e altruismo, che permette di salvare tante vite».

L’associazione di donatori di sangue è dal 1971 sul territorio come ente morale e dal 1994 come associazione. Invita le persone alla donazione anonima, gratuita, periodica e responsabile di sangue, midollo e organi

LA BACHECA DEGLI ANNUNCI Dott.ssa Rita Miraglia Biologa Nutrizionista specialista in Scienza dell’alimentazione Riceve per appuntamento t. 3492306005 miragliarita@yahoo.it

La salute viene mangiando Dieta uguale privazione. È l’associazione di pensiero che siamo soliti operare quando pensiamo ad una consulenza nutrizionale. Nulla di più sbagliato! Affidarsi ad un nutrizionista significa scegliere consapevolmente di intraprendere un percorso nutrizionale per raggiungere e mantenere il benessere psicofisico. Il punto di partenza per prendersi cura di se stessi. Cosa comprende una visita nutrizionale? Valutazione dello stato nutrizionale con controllo delle analisi cliniche; antropometria e stima dell’indice di massa corporea; plicometria ed impetenziometria; anamnesi clinica e nutrizionale; elaborazione di piani alimentari personalizzati per condizioni fisiologiche (donne in gravidanza, allattamento e menopausa, vegetariani e vegani, sportivi), per patologie diagnosticate (sovrappeso, obesità, allergie ed intolleranze alimentari, disfunzioni tiroidee), per patologie dell’apparato digerente tra cui stipsi, gastrite, reflusso gastroesofageo, sindrome del colon irritabile.

Se desideri promuovere la tua attività, contatta la segreteria di redazione: GENNAIO 2019 Insieme 081 517 04 66 - segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it

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LA BACHECA DEGLI AUGURI a cura della redazione

Auguri di buon compleanno

Mons. Benedetto Abate (arciprete della Cattedrale) compie 91 anni, il 5 gennaio; don Antonio Guarracino (Gesù Risorto e Madonna di Fatima, Pagani) festeggia 62 anni, il 18 gennaio; don Ciro Galisi (Santa Maria delle Grazie, Angri) spegne 54 candeline, il 22 gennaio. Affidiamo i nostri sacerdoti a Maria, Madre della Chiesa, perché custodisca i loro cuori e orienti il loro ministero. Auguri!

Buon compleanno ai referenti

Francesco Silvestri (Santa Maria di Costantinopoli, Angri) spegne 78 candeline, il 7 gennaio; Rita Cerciello (Santa Maria dei Bagni, Scafati) compie gli anni il 16 gennaio. Cercate sempre la Buona Notizia nelle pieghe del quotidiano e non stancatevi mai di annunciarla al prossimo. Auguri!

Il nostro cordoglio

La redazione si unisce al dolore della famiglia Giardina per la perdita del caro Salvatore, ritornato in Cielo lo scorso primo dicembre. Sostenitore appassionato della nostra rivista, lo ricordiamo con affetto nella certezza che ora riposi nella luce eterna di Cristo. Esprimiamo il nostro cordoglio e la vicinanza spirituale nella preghiera. È mancata Maria Giovanna Cutolo, catechista del Terzo Ordine Francescano, conosciuta in paese con il nome di “zietta”, sempre pronta ad accudire le sue nipoti e chiunque abbia bussato alla sua porta. È nato in Cielo Francesco Stellaro, che amava definirsi un “contadino”. Uomo umile e di profonda dignità, la stessa che ha conservato fino all’ultimo respiro. La comunità di Poggiomarino esprime le più sentite condoglianze, le loro anime possano godere della pace eterna.

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Auguri speciali

Buon anniversario a Silvana e Raffaele Franco: una fiamma ardente e viva che nonostante le difficoltà non accenna a spegnersi dopo 41 anni di matrimonio. Il Signore continui a benedire la vostra unione, affinché continuiate ad essere esempio di amore, forza e rispetto reciproco. Auguri di cuore da Alfredo, Maria Luisa, Nica, Ettore e dai vostri amati nipotini.

Buon diciottesimo compleanno a Maria Paola Imbriaco: la sua giovane vita possa sempre essere radiosa e gioiosa, alla luce dell’amore di Cristo. Auguri!

La nostra sostenitrice Luisa Pepe il 3 gennaio ha spento 60 candeline. L’augurio di una vita serena e piena d’amore come lei la desidera giungono da suo marito Bruno Nacchio e dalle loro gemelle Mariantonia e Martina.


di Andrea Pellegrino Immagine di repertorio

Campania: flop gestione rifiuti In provincia di Salerno sono tredici i comuni che non arrivano al 50 per cento di raccolta differenziata. Malissimo Pagani, che si attesta appena al 23 per cento

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on decolla la raccolta differenziata in Regione Campania. A certificarlo è lo stesso osservatorio regionale sulla gestione dei rifiuti che ad inizio dicembre ha pubblicato i dati sul Burc. Nessun passo in avanti, con un dato significativo che non risponde alle aspettative del piano regionale. Rispetto al 57,4 per cento atteso dal governo regionale, l’osservatorio ha certificato il 52,88 per cento della raccolta differenziata sul territorio campano nel 2017. Appena di uno 0,5 per cento in più rispetto al 2016 ma comunque inferiore rispetto alla tabella di marcia. D’altronde che la raccolta differenziata proceda a passo di lumaca è abbastanza visibile in ogni comune della regione. Complice anche il mancato completamento dell’impiantistica, compreso il sito di compostaggio di Salerno che resta, inspiegabilmente, ancora chiuso. Secondo i dati provinciali, la cui somma segna il 52,88 per cento di differen-

ziata, in testa si afferma la provincia di Benevento, a conferma anche dei dati che qualche settimana fa furono resi noti da Legambiente. Benevento conduce, infatti, con il 70,64 per cento di raccolta differenziata; segue Salerno con il 61,61 per cento; poi Avellino con il 56,60 per cento, Caserta con il 54,20 per cento ed infine Napoli con il 48,30 per cento. In provincia di Salerno sono tredici i comuni che non arrivano al 50 per cento di raccolta differenziata. Malissimo Pagani, che si attesta appena al 23 per cento; Gioi al 31; Torraca al 33; poi San Gregorio e Vietri sul Mare al 38 per cento circa; ancora Campora al 39 per cento. Raggiungono e superano il 40 per cento: San Marzano sul Sarno (41), Santomenna (43), Palomonte (46), Angri, Scafati e Stio al 47 per cento ed infine Pontecagnano Faiano che si ferma al 48 per cento circa. Al centro del dibattito resta il mancato completamento dell’impiantistica. L’accusa è del Movimento 5 Stelle

che attacca il governo regionale: «È sempre più ampio il gap tra gli annunci di questo governo regionale e gli obiettivi realmente raggiunti – tuona il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Vincenzo Viglione –. Gli ultimi dati sulle percentuali di raccolta differenziata raggiunte nel 2017, dimostrano non solo che c’è ancora molto da fare, ma che le attuali politiche di gestione del ciclo rifiuti in Campania si confermano del tutto fallimentari. Gli ultimi dati – sottolinea Viglione – registrano l’ennesimo passo indietro della Regione rispetto ai suoi stessi programmi. Un flop frutto del mancato confronto con le comunità e le forze politiche in Consiglio regionale, che sarebbe stato teso a migliorare un piano regionale propagandato in pompa magna, ma rimasto lettera morta in relazione soprattutto a misure prioritarie come le strategie di incremento della differenziata piuttosto che la realizzazione della rete di compostaggio di comunità».

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FISCO E TRIBUTI

IL PEDIATRA RISPONDE di Andrea Perrino*

di Salvatore Guercio Nuzio*

Rubrica Fiscale e Tributaria a cura dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili del Tribunale di Nocera Inferiore

Se desideri sottoporre una domanda al dottore Guercio Nuzio o chiedere un consiglio, scrivi a insieme@diocesinocerasarno.it

L’obbligo della dichiarazione IMU

L’influenza stagionale

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gni qualvolta varia il possesso dell’immobile scatta l’obbligo di presentare al Comune la dichiarazione IMU. Il termine è il 30 giugno dell’anno successivo a quello in cui è avvenuta la variazione. Per i non adempienti, la norma prescrive una sanzione pecuniaria che non è unica e limitata alla violazione commessa ma è dovuta per ogni anno di violazione ed è sanabile solo con la presentazione della dichiarazione IMU. Questo principio è stato affermato anche dalla Corte di Cassazione con sentenza 16484 del 5 agosto 2016. Pertanto il contribuente è soggetto al pagamento della sanzione per ogni singola annualità. Si può affermare che all’unicità dell’adempimento non corrisponde l’unicità della sanzione. I contribuenti tenuti alla dichiarazione IMU sono: chi acquista o vende un immobile, chi vanta il diritto alla riduzione d’imposta. Ad esempio proprietari e usufruttuari di fabbricati inagibili o inabitabili e non utilizzati (si precisa che l’immobile deve essere privo di utenza elettrica, GAS e acqua), coloro che possiedono immobili di interesse storico o artistico, coloro che hanno dato in comodato d’uso un immobile ai figli con contratto registrato e che lo utilizzano come abitazione principale. Sono obbligate anche le aziende che detengono immobili distintamente contabilizzati, con categoria catastale D. Anche gli Enti non commerciali, che erano esonerati fino al 2011, sono tenuti a denunciare ai Comuni gli immobili posseduti. I contribuenti esclusi sono: chi fino al 2011 ha già presentato la dichiarazione ICI, chi possiede un solo immobile adibito a prima casa nella quale vi ha la residenza anagrafica e vi dimora stabilmente e le relative pertinenze. Fanno eccezione coloro che possiedono più immobili nello stesso Comune. * dottore commercialista in Angri

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Consigli pratici per evitare il contagio, utili per grandi e piccini

Mia figlia, 6 anni e mezzo, ha l’influenza stagionale. Cosa mi consiglia per evitare il contagio dei suoi 3 fratelli? E come devo comportarmi con il più piccolo, che ha 4 mesi e che sto allattando al seno? Katia L’influenza è una malattia causata dal virus influenzale. Per contrastarla bastano alcune semplici norme igieniche che andrebbero maggiormente ricordate a grandi e piccini: evitare luoghi affollati e manifestazioni di massa; lavare regolarmente e frequentemente le mani con acqua e sapone; evitare di portare le mani non pulite a contatto con occhi, naso e bocca; coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce e starnutisce e gettare il fazzoletto usato nella spazzatura; aerare regolarmente le stanze dove si soggiorna. In corso di allattamento, il virus influenzale si diffonde anche nel latte, dove però sono presenti anche gli anticorpi. La trasmissione dell’infezione avviene dunque soprattutto per via “aerea”, quindi, per evitare di contagiare il bambino è consigliabile allattare mettendo una mascherina sulla bocca. Un bambino in buone condizioni di salute è in grado di reagire autonomamente o con il semplice supporto di terapie sintomatiche nei confronti del virus influenzale. Tuttavia ci sono bambini con patologie croniche per i quali la vaccinazione è necessaria ai fini di una protezione individuale, perché in caso di contagio, potrebbero più facilmente andare incontro a complicanze. Per i bambini al di sotto dei 9 anni (ma non prima dei 6 mesi) di età, mai vaccinati in precedenza, si raccomandano due dosi di vaccino antinfluenzale stagionale, da somministrare a distanza di almeno quattro settimane. * Pediatra


SALE IN ZUCCA di Raffaella Marciano*

Sale in zucca offre riflessioni e consigli per prendersi cura di sé. Dopo le festività natalizie si moltiplicano i messaggi pubblicitari di programmi dimagranti. Come affrontare questa corsa al calcolo delle calorie che non tiene conto della costruzione di un giusto rapporto con il cibo? Ce lo spiega la nostra psicologa

Che rapporto hai con il cibo?

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e festività natalizie sono appena terminate e già si moltiplicano i messaggi pubblicitari di programmi dimagranti che hanno lo scopo di condurre a standard fisici socialmente accettabili da incarnare assolutamente. Questa corsa al conteggio delle calorie tralascia elementi essenziali come curare un giusto rapporto con il cibo, avvalendosi di scorciatoie non sempre salutari (pillole miracolose, programmi di fitness estenuanti, utilizzo di condotte di espulsione come vomito o lassativi). Per la serie: “quello che conta non è l’essenza ma il risultato finale”. Ma cosa si intende per alimentazione? Alimentarsi è un bisogno fisiologico, la base della piramide dei bisogni primari da cui dipende la nostra sopravvivenza. Purtroppo oggi alimentarsi ha assunto un valore diverso. Il cibo è diventato uno strumento che ha come unico scopo quello di garantire una forma fisica accettabile. Il modo in cui ci rapportiamo al cibo rispecchia lo stile con cui ci rapportiamo a noi stessi. Per alcuni è molto difficile avere un giusto rapporto con il cibo. Ma per-

ché? Come abbiamo imparato negli appuntamenti precedenti, le emozioni si alternano così tanto ferocemente da non darci il tempo di respirare, ed è in questo scenario che il cibo diventa uno strumento usato senza criterio. Cosa possiamo fare? Imparare a riconoscere le nostre emozioni attraverso il corpo, capire le esigenze e i nostri reali desideri, saper distinguere la fame nervosa da quella fisiologica. Tutto questo ci evita frustrazioni fisiche e mentali. Un buon punto di partenza potrebbe essere porsi una qualsiasi delle seguenti domande, per riflettere sulla qualità del nostro rapporto con il cibo: ritagli del tempo per te stesso? Fai sport? Hai la buona abitudine di informarti su ciò che mangi leggendo le etichette degli alimenti? Sai cosa ti spinge realmente a voler dimagrire? Riesci a stare in modo sereno con le tue emozioni? Ti affidi ad un professionista dell’alimentazione o a diete fai da te? Quante diete hai fatto nella tua vita? Con questo non ho voluto darvi delle soluzioni preconfezionate ma qualche spunto di riflessione. *psicologa psicoterapeuta

È importante per me conoscere il vostro parere: scrivetemi alla mail dottoressa.marciano@gmail.com

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ASSOCIAZIONI Il monastero di Sant'Anna a Nocera Inferiore

Le volontarie silenziose

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on hanno un nome o una forma giuridica, ma hanno creato una rete di solidarietà che dà sostegno e supporto a tantissime famiglie nocerine e dei paesi limitrofi. Qualcuno le chiama “le volontarie di sant’Anna”, perché la loro postazione operativa si trova presso le salette messe a disposizione dalle suore del monastero di Sant’Anna, a Nocera Inferiore. Non amano l’aperta pubblicità, non vivono di personalismi, ma proprio per questo il loro impegno merita di essere raccontato. Sono una decina, quasi tutte donne. Casalinghe, professioniste in pensione, esperte del terzo settore, che hanno deciso di mettere le loro competenze e il loro tempo a disposizione dei più sfortunati. Sono le famiglie le destinatarie delle loro attività, che cercano di accudire a 360 gradi, dalle esigenze alimentari a quelle economiche. Prima di entrare nella rete della solidarietà, le famiglie devono presentare il certificato ISEE e ricevono una visita domiciliare dalle volontarie, per accertare la reale necessità. Tutto intorno a loro si nutre di volontariato e carità. Mettono a disposizione abiti e scarpe per chi ne ha bisogno, tutti i giorni un fornaio della zona le rifornisce di pane per i tanti che cercano aiuto presso i locali delle suore. Distribuiscono alimenti e, quando ce ne è bisogno, pagano anche le bollette delle forniture energetiche. Le volontarie periodicamente si autotassano, per acquistare ciò che serve. «Per fare fronte alle richie-

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ste delle tante famiglie che vengono a bussare alla nostra porta – raccontano – organizziamo raccolte di generi alimentari, prodotti per l’igiene personale e per la pulizia della casa. Quello che non riusciamo ad avere tramite le donazioni lo acquistiamo direttamente noi, con i nostri contributi personali». «Cerchiamo di mettere in rete le esigenze delle famiglie». Come quella volta che, per aiutare una donna che per necessità doveva lavorare e non sapeva a chi lasciare la figlia piccola, una loro assistita si è offerta di farle da “asilo a casa”. Le volontarie di sant’Anna hanno un’attenzione per ogni sfumatura della vita familiare. Hanno aperto un conto presso un negozio di articoli per bambini per l’acquisto di pannolini, omogeneizzati e latte. Una delle volontarie avvisa il negoziante e le neomamme possono recarsi lì per prendere ciò di cui ha bisogno il neonato. Anche i ragazzi che vanno a scuola vengono seguiti, per trasmettere loro l’importanza della formazione, culturale e professionale. Sempre più spesso, infatti, la povertà si tramanda da generazione in generazione. Sono queste le realtà che aiutano a tener vivo il nostro paese, sommerso da problemi che difficilmente troveranno soluzione; realtà che spesso si sostituiscono allo Stato, assente, addormentato o semplicemente oberato. Ognuno di noi può fare qualcosa, basta volerlo. Sofia Russo

Un gruppo di donne opera senza etichette o sigle a favore delle famiglie bisognose del territorio nocerino

Per info e volontariato: Tutti i pomeriggi via Sant’Anna - salita Monastero Nocera Inferiore


CULTURA L'ANGOLO DELLE RECENSIONI di Mariarosaria Petti

Io sono Maria Callas Autore: Vanna Vinci Editore: Feltrinelli Comics Prezzo: € 22,00 Possono aggiungersi elementi nuovi alla biografia di un personaggio noto, di cui tanto si è scritto e raccontato? Vanna Vinci, grande fumettista, è riuscita perfettamente nell’impresa con una graphic novel che narra la vita del mito dell’opera lirica con un lavoro accurato, appassionato e commovente. Una riflessione sul talento, come benedizione e condanna, che salva e annienta.

La ferita che cura Autore: Antonia Chiara Scardicchio Editore: AnimaMundi Edizioni Prezzo: € 7,00

C Una vita scartata Autore: Alexander Masters Editore: Il Saggiatore Prezzo: € 22,00 148 diari di un “io” misterioso ritrovati in un cassonetto di Cambridge. Pagine fitte che raccontano la quotidianità di una persona misteriosa, dal 1952 al 2001, ritrovate da uno scrittore tra la polvere e il fango di un cantiere. Un enigma da risolvere, una biografia da rivelare per Masters, che narrando di una vicenda sconosciuta finisce con il raccontare la sua storia

Mia figlia è un’astronave Autore: Francesco Mandelli Editore: DeA Planeta Libri Prezzo: € 17,00 “Il difficile non è diventare padre. Il difficile è esserlo”. A mettersi a nudo come uomo, compagno e padre è l’attore Francesco Mandelli attraverso la voce di Napo, trentenne ancora adolescente innamorato di Viola, che sconvolge i suoi piani. Le notti insonni, gli istinti giovanili e la difficoltà di gestire una relazione sentimentale sono il paradigma delle crisi delle coppie di oggi. Pagine condite di umorismo e ironia, autentiche.

osa succede quando il dolore squarcia improvvisamente il normale fluire della vita? Nell’interessante saggio La ferita che cura, Antonia Chiara Scardicchio, docente e ricercatrice in Pedagogia all’Università degli Studi di Foggia, ci propone di «lasciare andare il nostro bisogno di riportare la sofferenza ad una risposta in forma logica lineare e vivere la fragilità come bellezza». «Non è facile lasciare andare il bisogno, smodato, di una vita che stia – continua l’autrice – nelle maglie che noi, noi soltanto, vorremmo aver tessuto». Cambiare le domande, imparare a stare sulla “faglia”, capovolgere lo sguardo: un esercizio complesso a cui continuamente si educa Chiara, mamma di Serena, una ragazzina di 15 anni con un ritardo mentale grave con tratti autistici. La bellezza non è assenza di dolore. Il messaggio è chiaro: «Il dolore, fisico, biografico, come varco, squarcio che genera possibilità, trasformazione, competenza. Questa la buona notizia della Resurrezione: il già avvenuto in Cristo, la sua croce e la sua resurrezione, ci consegnano la possibilità di attraversare il dolore non nella posizione della resistenza ma nella loro, paradossale per la logica banale, coesistenza». Mariarosaria Petti

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CULTURA APPUNTAMENTI CULTURALI

IN SALA di Martina Nacchio

Arte alla Reggia di Casera

Fino al 19 gennaio la linea ferroviaria storica sarà protagonista della mostra “I binari del Re e le ferrovie borboniche: il sogno di Bayard” tra le mura della Reggia di Caserta. Un’occasione per godere della bellezza del palazzo reale più grande del mondo e scoprire la storia del primo tratto ferroviario italiano costruito nel 1839. Il biglietto per accedere al percorso espositivo, aperto dal venerdì alla domenica dalle 9.00 alle 18.30, ha un costo di 12 euro.

Lego in mostra a Napoli

I mattoncini più famosi al mondo sono protagonisti di una mostra a Napoli all’interno di Palazzo Fondi fino al 27 gennaio. “Brikmania” il titolo dell’esposizione, dedicata al mondo Lego, con realizzazioni di scenari reali e fantastici, interamente costruiti con i famosi mattoncini danesi. Con i lego è stato realizzato anche un grande ritratto di Totò, che alla fine della mostra sarà regalato alla città.

A teatro

Il mondo digitale protagonista di “Overload” in scena venerdì 1 febbraio al teatro del centro sociale di Pagani, nell’ambito della rassegna “Scenari pagani”. Lo spettacolo della compagnia “Sotterraneo Teatro”, premiato “Best Of Be Festival Tour 2016”, è la rappresentazione ludica e surreale di come nell’era digitale la nostra soglia di attenzione si stia inesorabilmente abbassando e frammentando tra tweet, video e screen shots. Il costo del biglietto è di 13 euro.

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di Donato D’Elia

Nonostante l’orripilante titolo italiano “Il gioco delle coppie” in luogo dell’internazionale “Non-Fiction”, l’appuntamento in sala, dal 3 gennaio, con l’ultimo film di Olivier Assayas è assolutamente da non perdere. Il suo percorso autoriale è uno dei più interessanti e fecondi del cinema occidentale contemporaneo, un cineasta capace di mettersi in gioco sempre con progetti differenti ma tesi a comporre un unico grande mosaico, dove si ragiona sul tempo, che scorre, ristagna, cura ferite, le riapre. Una “ronde” di personaggi che dialogano su tutti gli argomenti più importanti della comunicazione del terzo millennio, il processo di digitalizzazione. Non aspettatevi noiosi pistolotti ma dialoghi a mitraglia, tempi perfetti e brillanti, recitati da un gruppo di attori in totale stato di grazia. Tante domande, nessuna risposta. Dal 24 gennaio, invece, si potrà recuperare uno dei film più discussi e premiati dell’anno, “Cafarnao” di Nadine Labaki, Premio della Giuria all’ultimo Festival di Cannes e in odore di nomination nella cinquina per il miglior film straniero agli Oscar. Interno di un tribunale, Libano. Zain, un ragazzino di dodici anni, viene presentato al giudice. “Perché stai facendo causa ai tuoi genitori?”, chiede il giudice. “Per avermi dato la vita”, la risposta di Zain. Questa è la sinossi ufficiale e insieme un potenziale “claim” del film, davvero d’impatto. Zain vive una situazione familiare infernale in un cafàrnao, appunto, un luogo dove regna il caos più assoluto: siamo a Beirut, nei quartieri più disagiati della città. Tutto imperniato sulla straordinaria fisicità del piccolo protagonista Zain Alrafeea, rivelazione assoluta.


CULTURA I TESORi DEL MUSEO DIOCESANO

Un santo ritocco Per qualche mese questa pagina cambia veste per aiutarci a conoscere la storia del primo vescovo di Nocera, del busto che lo ritrae e del suo restauro che partirà a breve

Il restauro del busto

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ei prossimi mesi partirà il restauro conservativo del busto argenteo che rappresenta l’immagine di san Prisco. Insieme ai restauratori ripercorreremo le principali tappe di questo delicato lavoro. Prima però ricordiamone la storia. Il busto fu commissionato dal vescovo di Nocera Benedetto dei Monti Sanfelice all’argentiere Saverio Manzone, fu pagato 900 ducati e portato in processione, per la prima volta, il 9 giugno del 1771. Poggia su una base in bronzo dorato e argento, in basso a sinistra vi è la rappresentazione della città di Nocera. Lo schema iconografico, l’impostazione plastica del modello e la ricchezza del panneggio avvicinano l’opera alla tradizione dei busti tipica di quel periodo storico. Il particolare della veduta della città di Nocera, sotto la mano protettrice del Santo, è reso in maniera singolare, anche se è possibile trovare altri esempi di questo genere a Napoli e in altre diocesi meridionali.

Sul busto di san Prisco sono stati identificati il bollo dell’Arte della Città di Napoli e i saggi di garanzia di bontà del metallo su più punti della scultura. Risultano lacunosi molti castoni con pietre dure che adornano la mitra. Dal notevole impatto espressivo, quest’opera ben rappresenta la duplice funzione dei beni culturali ecclesiali: la bellezza del manufatto si sposa perfettamente con la propensione all’evangelizzazione e al culto. Salvatore Alfano

Sulle orme di Prisco Chi sei? Gli antichi non parlavano molto di noi perché interessava più il messaggio che i dati biografici e anagrafici, per cui le notizie sulla mia storia sono rare per non dire quasi inesistenti. Grazie al vescovo san Paolino da Nola che ricorda un curioso episodio di furto nella sua cattedrale, sono giunte a voi poche ma preziose notizie. Io ero già conosciuto al suo tempo. Si faceva festa in mio onore e si sapeva che ero stato il primo vescovo nel territorio nocerino. Si parla di un processo a Roma, quanto c’è di vero? Si sono dette molte cose su questo viaggio a Roma per essere giudicato dal Papa. Sono stato a Roma ed ho dovuto discolparmi da diverse accuse, come la celebrazione troppo mattutina e solitaria dell’Eucaristia, la presunta “familiarità” con le mie sorelle Marzia e Marina. Tutto falso e non era necessario far salire il

Papa sui miei piedi per far sentire le campane di Nocera. Se fossi vissuto oggi come ti saresti trovato? Ricordate le parole del grande santo di Ippona, Agostino: noi lodiamo i tempi antichi perché non sono stati i nostri, altrimenti ci saremmo lamentati anche di quelli. Certo, le condizioni ambientali, sociali, ecclesiali del III-IV secolo non sono quelle dei tempi vostri, ma ogni età ha le sue difficoltà, le sue crisi e le sue tentazioni. Occorre il discernimento e l’equilibrio con la buona volontà di portare il messaggio di Cristo e di lavorare per il regno di Dio. Natalino Gentile GENNAIO 2019 Insieme

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Insieme con Maria Campag La Madonna con l’occhio insanguinato, icona di consolazione per tutte le donne che subiscono violenza

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uesto mese raccontiamo la storia della Madonna violata, come l’ha definita il cardinale Bassetti. In provincia di Lecce, nel santuario della Madonna della Grazia di Galato, le donne affidano le loro sofferte confessioni di violenza subita alla Vergine con un occhio livido. Le donne che solcano la navata di questo santuario custodiscono nel cuore paure difficili da confessare. Hanno bisogno di forza e consolazione che trovano nel volto di una Vergine oltraggiata dalla violenza inaudita e insulsa di un uomo. Alla fine del XVI secolo, un contadino annebbiato nell’animo dai debiti e dall’ira, infastidito dal viso della Vergine che sembrava rimproverarlo silenziosamente, lanciò una pietra contro la sacra immagine, colpendo la Madonna in pieno volto, all’altezza dell’orbita destra. Immediatamente, intorno all’occhio oltraggiato, comparve un evidente ematoma. Quel livido, che ancora oggi segna il volto della Madonna, è divenuto il simbolo di tante brutalità subite in silenzio e confessate solo dinanzi alla Vergine.

Padre Milko Gigante, guardiano del santuario, dice di ascoltare in confessione l’esperienza di molte donne che hanno subito violenza e che vengono in questo tempio a cercare aiuto, conforto, confronto. Qui lo sguardo della Madre incoraggia e sostiene chi è vittima di soprusi mascherati da amore, chi è oppresso dalla furia di mani che infieriscono invece di proteggere. Perché la Madonna con l’occhio nero comprende il dolore di chi dona amore e in cambio riceve solo violenza.

Se conosci qualche particolare tradizione mariana, puoi segnalarla alla redazione. Tel. 081 517 04 66 - segreteriainsieme@diocesinocerasarno.it

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Madonna Adorante, metà del XVI sec. Museo Diocesano "San Prisco" (foto Salvatore Alfano)


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*Il sorteggio avverrà in presenza del vescovo mons. Giuseppe Giudice, in data da destinarsi. L’esito sarà tempestivamente comunicato ai vincitori. Il pellegrinaggio a Lourdes, organizzato in collaborazione con la PUACS, si svolgerà a fine agosto 2019. ** La collana Gioielli Amen è offerta dalla Gioielleria Oro e... di San Marzano sul Sarno. GENNAIO 2019 Insieme

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VISITA PASTORALE a cura di Antonietta Abete

Il Vescovo con alcuni bambini Un momento della Celebrazione conclusiva

La facciata ristrutturata della chiesa parrocchiale e la nuova illuminazione Il Vescovo con alcuni anziani e ammalati della parrocchia

Numerosi fedeli e bambini con bandierine e palloncini hanno salutato, domenica 18 novembre, l’inizio della Visita Pastorale del vescovo Giuseppe nella parrocchia di San Giacomo Maggiore Apostolo di San Valentino Torio

Il Vescovo a San Giacomo

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on gioia e trepidazione la comunità parrocchiale, guidata dal parroco don Alessandro Cirillo, ha atteso l’arrivo del Vescovo presso la Casa delle Suore Vocazioniste. Dopo un primo momento di accoglienza, in corteo siamo andati verso la chiesa madre, dove monsignor Giuseppe Giudice ha presieduto la Celebrazione Eucaristica iniziale. Intensi e ricchi di impegni sono stati i pochi giorni trascorsi dal Vescovo nella comunità. È venuto non solo per portarci la Parola di Dio, ma anche per conoscerci, per capire chi siamo, quali situazioni stiamo vivendo, per condividere con noi gioie e dolori della vita quotidiana, per spronarci e per incoraggiarci ad andare avanti nel cammino di fede nonostante le difficoltà e le incertezze, con la consapevolezza che non siamo mai soli, Dio ci ama e ci è vicino in ogni momento. I primi che il vescovo Giuseppe ha voluto incontrare sono stati gli ammalati, ai quali ha portato non solo il suo saluto, ma ha donato soprattutto conforto e benedizione. La Parola di Dio e l’abbraccio spirituale del Vescovo ha raggiunto anche il mondo dell’imprenditoria sanvalentinese, che basa la propria economia principalmente sull’autotrasporto e sul commercio ortofrutticolo. Durante la visita alle varie aziende presenti sul nostro territorio il Vescovo ha ribadito che il lavoro è la dignità dell’uomo. Grande entusiasmo ha suscitato l’arrivo del Vescovo nella scuola: ad accoglierlo c’erano sia i bambini della scuola dell’infanzia, che

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quelli della scuola primaria, poi è stata la volta dei ragazzi della scuola secondaria, che con delle vignette hanno rappresentato il personaggio di Zaccheo, icona biblica della Visita Pastorale. Non meno importante è stato l’incontro del Vescovo con i giovani, i gruppi, i movimenti e le associazioni della parrocchia. Ha richiamato a camminare nell’unità con queste parole: poche cose, fatte bene e insieme. Tra i momenti di preghiera c’è stata la Celebrazione Eucaristica nella cappella del Cimitero, martedì 21 novembre, durante la quale il Vescovo ha ricordato tutti i defunti della comunità. Tra un susseguirsi di colloqui e confessioni non poteva mancare l’Adorazione Eucaristica comunitaria, forse uno dei momenti più forti della Visita. Nella Celebrazione Eucaristica di giovedì 22 novembre il Vescovo ha amministrato il Sacramento dell’Unzione degli Infermi a tutti gli ammalati. Venerdì 23 novembre il Vescovo ha visitato il Comune, dove ha tenuto un incontro con il sindaco e l’amministrazione comunale. Subito dopo in parrocchia è stata celebrata la Santa Messa conclusiva con il saluto della comunità al Vescovo a cui è spettato anche il compito dell’accensione per la prima volta delle luci esterne della chiesa. Possiamo dire di aver vissuto un importante evento che rimarrà non solo negli annali dell’archivio parrocchiale, ma indelebile nelle pagine del nostro cuore. La comunità parrocchiale


I PROSSIMI APPUNTAMENTI della visita pastorale Parrocchia San Prisco Via Vescovado Parroco: Mons. Domenico Cinque Sacerdote affidato: don Vincenzo Spinelli Abitanti: 2500 Gruppi: catechismo; Azione Cattolica; Rinnovamento nello Spirito Santo; Milizia dell’Immacolata; gruppo famiglia; gruppi per la preparazione al Matrimonio e Cresima; gruppo liturgico; gruppo Caritas. Visita dal 15 al 20 gennaio

Parrocchia San Matteo Apostolo Via Papa Giovanni XXIII Parroco: don Raffaele Ferrentino Vice parroco: don Enzo Califano Diaconi permanenti: don Luigi Loreto e don Ivan Cerino

Parrocchia Maria Immacolata Via Nicola Bruni Grimaldi Parroco: don Rosario Villani

Abitanti: 10mila

Abitanti: 4mila

Gruppi: catechismo; coro; gruppo di preghiera del venerdì; Azione Cattolica (Acr, giovanissimi, giovani-adulti); apostolato della preghiera; corso di preparazione al Matrimonio e alla Cresima.

Gruppi: catechismo; corale; gruppo teatro; corso di preparazione alla Cresima; sei ministri straordinari dell’Eucaristia; corso preparazione al Matrimonio.

Sul territorio parrocchiale c’è la comunità religiosa delle Suore Ancelle Eucaristiche presso la cappella di San Gioacchino.

Sul territorio della parrocchia c’è il Monastero di Santa Chiara. Visita dal 22 al 26 gennaio

Visita dall’8 al 13 gennaio

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VISITA PASTORALE Il Vescovo con i piccoli studenti

Don Gaetano e don Alessandro consegnano un dono al Vescovo

“L’evangelizzazione è un lavoro di squadra”

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a comunità parrocchiale “Santa Maria delle Grazie” di Casatori ha accolto mons. Giuseppe Giudice con le note di una canzone e i gioiosi passi di danza degli accierrini, spalancando al pastore diocesano le porte dei cuori, pronti a vivere la Visita Pastorale. Domenica 25 novembre, l’arrivo del Vescovo non ha segnato solo l’inizio di questo momento di grazia, da Lui fortemente voluto, ma anche la chiusura delle Quarantore, durante le quali, spronati dalle riflessioni di don Alfonso Giordano sul versetto dell’Apocalisse “Sono alla porta e busso” (Ap 3, 20), i fedeli sono riusciti a captare l’invito ad aprire le porte della casa, della vita e del cuore alla presenza di Cristo vivo in mezzo a noi grazie all’Eucarestia e, in modo particolare, grazie alla presenza tangibile del pastore diocesano. Egli è venuto a visitarci come Pellegrino – così si è “definito” – per osservare più da vicino i diversi volti delle comunità diocesane. Obiettivo raggiunto grazie agli incontri e alle visite programmate ad hoc. Mons. Giudice ha, infatti, trascorso la maggior parte delle sue giornate a Casatori, visitando le diverse realtà che compongono il tessuto parrocchiale: aziende e scuole, per incoraggiare a compiere opere buone e, eventualmente, correggere atteggiamenti che richiedono di essere reindirizzati sulla via del bene; famiglie, cuore pulsante di ogni organizzazione religiosa, che ha voluto incontrare in una serata interamente dedicata a loro, per ricordare l’enorme responsabilità che queste hanno nella vita cristiana, soprattutto dei giovani.

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Lo ha ricordato mons. Giuseppe Giudice alla comunità Santa Maria delle Grazie di Casatori che ha incontrato in Visita Pastorale dal 25 al 30 novembre. Tra i numerosi incontri, particolarmente toccante quello con gli ammalati Un momento della Celebrazione eucaristica


Alcuni momenti della Visita Pastorale

Gli ammalati. Tra i momenti più forti sono certamente da annoverare gli incontri con gli ammalati a cui il vescovo Giuseppe ha donato parte del suo tempo, mettendosi in ascolto delle loro storie, portando conforto, divenendo così per noi paradigma dell’insegnamento di Gesù che ci chiede di prestare servizio ai più deboli e bisognosi. Eucaristia ed evangelizzazione. Alcune ore della visita sono state dedicate alla celebrazione della Santa Messa, per aiutarci a comprenderne l’importanza nella nostra vita di battezzati e per imparare a non trascurarne il valore. Non è mancato il suo incoraggiamento agli organi che costituiscono la parrocchia: associazioni e gruppi, Consiglio pastorale parrocchiale, Consiglio affari economici parrocchiale, Consiglio di Azione Cattolica, Commissione festeggiamenti, equipe ACR e i vari settori di Azione Cattolica. Durante quest’incontro, mons. Giudice ha ribadito la responsabilità e gli impegni che la vita ecclesiale comporta, primo fra tutti l’evangelizzazione che si serve del lavoro di squadra per ottenerne risultati vantaggiosi per la società, “pregando, preparando, operando e amando”. Nella Celebrazione eucaristica conclusiva, celebrata il 30 novembre, il Vescovo ha focalizzato la sua attenzione sulla comunità e sulle relazioni interpersonali che si creano in essa. Ha spiegato che per Gesù è essenziale ricordare tre cose: non lasciarci ingannare, nel corso del nostro

cammino di fede capiterà spesso di imbatterci nelle tentazioni del diavolo, l’importante è non permettere a nessuno di riuscire a sviare il nostro sguardo dall’obiettivo della nostra vita; non lasciarci terrorizzare, il Signore ci ha già suggerito di non permettere alle calamità di farci paura e continuamente ci invita ad aggrapparci alla fiducia che riponiamo in Lui, perché in ogni momento di difficoltà è sempre pronto ad accoglierci e sostenerci; guardare i segni grandiosi, come i Santi, modello di vita, il sorriso dei bambini, futuro del nostro mondo, i lavoratori in generale e le attività dei sacerdoti. Il ringraziamento della comunità. Don Gaetano Ferraioli ha ringraziato mons. Giudice a nome di tutta la comunità: «Grazie per averci accompagnati in questa esperienza con la presenza del Salvatore in mezzo a noi, popolo di Dio sempre in stato di missione. Anche noi, come i discepoli di Emmaus, vi chiediamo di “Restare con noi” per continuare a guidare i passi di questa Chiesa, per confermarci nella fede con la Parola di Dio e il vostro insegnamento». Al termine di questi giorni densi di grazia ciascuno si sente spronato a cercare il suo sicomoro per vedere meglio Gesù che ci chiede di seguirlo, perché deve fermarsi a casa nostra. Sabrina Perrino

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GLI OPERAI DEL VANGELO di mons. Giuseppe Giudice

Inauguriamo con il nuovo anno la rubrica “Gli operai del Vangelo”, curata da mons. Giuseppe Giudice. Un taccuino che raccoglie gli appunti del vescovo Giuseppe per una rinnovata pastorale vocazionale

Pregate

Preghiera, offerta della propria sofferenza e cura di una storia vocazionale: sono questi i primi suggerimenti del vescovo Giuseppe per accompagnare il cammino di quanti vogliono donare la propria vita a Dio O Padre, che provvedi alla tua Chiesa gli operai del Vangelo, effondi, in una rinnovata Pentecoste, il tuo Spirito di pietà e di fortezza, perché susciti nel tuo popolo degni ministri dell’altare, annunziatori forti e miti della parola che ci salva.

Così la Chiesa, madre nostra, ci fa pregare nella Messa per le vocazioni agli Ordini Sacri. Siamo invitati a pregare il Padrone del campo (Mt 9, 38) ed è questo il primo impegno: pregate, per riscoprire la vita come vocazione, invocazione e provocazione.

Contribuisco con la mia preghiera, con l’offerta della mia sofferenza e con l’accompagnamento concreto alla realizzazione di una storia vocazionale di un uomo o di una donna che, toccati da Dio, vogliono portare Dio agli altri.

Pregare e costruire poco alla volta una rete di preghiera, una cordata, dove tutti possono partecipare, a cominciare dai sofferenti. Nella preghiera, mi prendo in affidamento una vocazione, affinché diventi invocazione e pro-vocazione per il nostro mondo.

Cosa posso fare? Il Maestro ci esorta: Pregate! Pregare affinché si realizzi ciò che chiediamo, sempre nella preghiera, dopo la Comunione della Santa Messa per le vocazioni: O Dio, che ci hai nutriti di Cristo, pane vivo, fa’ maturare, con la forza di questo sacramento, i germi di vocazione che a piene mani tu semini nel campo della Chiesa, perché molti scelgano come ideale di vita di servire te nei loro fratelli.

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Suor Etta sulla tomba della Madre fondatrice

Gesù vuole me

La storia vocazionale di suor Margaretha Iku Napa, per tutti suor Etta, che ha pronunciato i voti perpetui lo scorso 8 dicembre, divenendo suora Serva di Maria Addolorata

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uor Etta, così la chiamano le consorelle e gli amici del convento di Portaromana di Nocera Superiore, ha accolto la sua vocazione ultimate le scuole superiori, durante un’esperienza di discernimento vocazionale organizzata dalle Serve di Maria Addolorata nella sua terra, a Nifuboke in Indonesia. Era il 2004 e suor Margaretha Iku Napa cominciava un percorso culminato nella professione solenne pronunciata lo scorso 8 dicembre nella chiesa di Santa Maria degli Angeli, a Nocera Superiore, durante la Celebrazione presieduta dal vescovo, monsignor Giuseppe Giudice. Continuerà a svolgere il suo servizio nella Casa madre di Portaromana, aiutando le consorelle più anziane, e in parrocchia, come catechista, nel coro e in qualità di ministro straordinario della Comunione. Suor Etta racconta così l’inizio della sua storia vocazionale: «Capii che Gesù mi chiamava quando quelle suore con cui avevo vissuto un momento di discernimento vennero a casa mia, senza saperlo. Dissi a mia madre: Gesù vuole me, è venuto a casa mia». È stata la prima novizia originaria del Paese del Sud-est asiatico, una nazione dove i cattolici sono una minoranza: «Mia madre per questo aveva delle perplessità sulla strada che avevo scelto, l’Indonesia è a maggioranza musulmana». Probabilmente temeva ripercussioni o l’isolamento per la famiglia, che è composta da papà, mamma e quattro fratelli, tre maschi e un’altra femmina. Da quel primo sì è stato un crescen-

do di esperienze che, dopo il postulandato in Indonesia, l’hanno portata in Messico per tre anni di noviziato, un anno a Roma per gli studi, sette mesi in Argentina per sostituire una consorella e, infine, dal 2014 a Nocera Superiore per confermare la sua scelta di vita. Un “eccomi” poi pronunciato nel giorno dell’Immacolata concezione, quando la Parola di Dio ricorda l’annuncio dell’Arcangelo Gabriele a Maria e il sì a Dio da parte della Vergine. «Mi sentivo emozionata, mi commuovo ancora, è stata una Celebrazione bellissima – afferma –. L’assenza della mia famiglia provocava un velo di tristezza, ma vedere la chiesa piena di persone, di consorelle e amici, ha fatto sentire loro la mia famiglia». In realtà la famiglia d’origine era idealmente e spiritualmente presente perché in contemporanea in Indonesia è stata celebrata una Santa Messa per l’Eccomi di suor Etta. «Maria era una donna semplice, lei non ha avuto paura. Il suo sì mi ha confortato tanto. Durante il mio cammino – confida – ho avuto paura, le difficoltà non sono mancate, ma il suo Eccomi mi ha dato coraggio a proseguire sulla strada dell’amore». Dolcissima, con gli occhi lucidi, la nuova suora Serva di Maria rivela qual è la preghiera che quotidianamente affida all’intercessione della fondatrice, la Serva di Dio Maria Consiglia dello Spirito Santo: «Prego per le vocazioni e affido alla Madre le suore anziane affinché le custodisca». Salvatore D’Angelo GENNAIO 2019 Insieme

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VITA ECCLESIALE Don Giuseppe Lanzetta

Grazie don Peppino

S Il 14 novembre scorso, don Giuseppe Lanzetta è tornato alla Casa del Padre. Il ricordo della sua comunità parrocchiale

acerdote, educatore e guida pastorale di grande preparazione teologica e profonda fede: don Giuseppe Lanzetta è scomparso lo scorso 14 novembre, all’età di 90 anni. Rettore del Seminario minore diocesano fino al 1974 e poi parroco di San Bartolomeo Apostolo a Nocera Inferiore, dal 1977 al 2009, don Peppino ha vissuto il suo ministero donando sempre ogni giorno della sua vita per la crescita morale e spirituale della comunità a lui affidata. Nella sua lunga esistenza terrena è stato testimone di uno stile sacerdotale non comune. Legato alla tradizione, uomo di grande dedizione, disciplina, moralità e integrità, eppure dai risvolti così sorprendentemente moderni, tanto più attuale e calato nella quotidianità, desideroso di accettare le nuove sfide che il terzo millennio ha posto alla Chiesa e alla sua missione evangelizzatrice. Don Lanzetta aveva il dono di rendere comprensibile a tutti la Parola di Dio, attualizzando il Vangelo. A volte discreto e riservato, altre severo e intransigente ma i tanti che ne hanno condiviso conoscenza, vicinanza e

Un momento della Celebrazione

azione hanno potuto apprezzare l’umanità e la capacità di dialogo che lo distinguevano, sperimentandone la vicinanza come padre e guida spirituale, un amico sincero e affettuoso con il quale confidarsi per ricevere sempre un giusto consiglio o una parola di conforto. Sempre vicino ai giovani, il sacerdote ha lasciato loro una grande testimonianza di amore affinché possano continuare le opere e le attività da lui iniziate. Un segno fra i tanti, l’Oratorio San Domenico Savio, la cui rinascita tanto deve al suo impegno. Negli ultimi anni di presenza presso la parrocchia di S. Bartolomeo Apostolo ha continuato in maniera scrupolosa, nonostante l’avanzare dell’età, a portare avanti e a programmare tante attività pastorali senza trascurare nessun aspetto e curando meticolosamente ogni dettaglio. Grazie don Peppino, possa il Signore – che con tanta gioia e fede hai servito – accoglierti paternamente in Paradiso, al fianco dei suoi angeli e dei sui santi. Giuseppe Senatore

Santa Messa in Cattedrale trasmessa da Rai UNO «Darsi da fare affinché la gioia abiti i nostri cuori e le nostre case» è il monito di mons. Giuseppe Giudice, espresso nell’omelia della Santa Messa della Terza domenica d’Avvento, celebrata nella Cattedrale di San Prisco e trasmessa in diretta su Rai Uno, il 16 dicembre scorso. «Accontentarci ed essere contenti di tutto ciò che siamo e abbiamo, a cominciare dal dono della vita. Accontentarsi e realizzarsi con le proprie mani, le proprie forze, senza aspettare tutto dagli altri. I nostri anziani saggi ci ricordano che: Cuor contento, Dio l’aiuta. Ecco dove abita la gioia!» ha affermato il vescovo Giuseppe, dall’altare di Nocera Inferiore fino a raggiungere la casa di tantissimi italiani.

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Un momento dell'incontro al Monastero della Purità

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Visitate i “presepi viventi”

tto percorsi natalizi per seguire i passi dei poveri fino a Betlemme, li ha dettati monsignor Giuseppe Giudice in occasione dell’incontro con il clero e i curiali per gli auguri natalizi. L’incontro si è svolto nella chiesa del monastero di Santa Maria della Purità, a Pagani. Il Vescovo ha invitato a visitare «i presepi viventi, allestiti dalle mani di Dio e dalla indifferenza dell’uomo». Non le rappresentazioni sacre, ha precisato monsignor Giudice, ma «otto percorsi natalizi». Il Vescovo propone di entrare in chiesa e sostare in adorazione perché «solo dopo la preghiera puoi cominciare a camminare». Indica le opere di misericordia corporale e quelle spirituali, ma anche aiutare «a rielaborare il lutto», prendere «in affidamento, anche solo per un giorno, un bambino in diffi-

coltà», accompagnare «una coppia di sposi o fidanzati in crisi per cercare insieme di superare il momento difficile», ascoltare «gli adolescenti e i giovani nei loro progetti di futuro, nei loro fragili sogni», ristabilire «rapporti vitali, autentici nella tua famiglia cercando di favorire momenti di incontro e comunicazione». «Sono tutte queste realtà – ha sottolineato – i nostri presepi viventi, da visitare a Natale con cura, dove si manifesta Gesù proprio nei volti dei fratelli e delle sorelle a cui la vita ha riservato un’esistenza dolorosa e faticosa». Al termine del ritiro, il Vescovo ha annunciato la nomina di monsignor Vincenzo Leopoldo a vicario generale. il parroco della Collegiata di San Giovanni Battista di Angri dal 9 maggio scorso era delegato ad omnia. Sa. D’An.

Il Vescovo ha indicato un itinerario per accogliere, accompagnare e ascoltare il Signore «perché l’Amore fatto carne brama stare con noi tutti i giorni»

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VITA ECCLESIALE Mons. Giudice con Nilde Renzullo e i ragazzi del centro Lars

Il 6 dicembre il Vescovo ha presentato la Lettera di Natale al centro La Filanda di Sarno. Dallo scritto alla realtà

Visitando Betlemme

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a presentazione della Lettera di Natale di monsignor Giuseppe Giudice ha reso concretamente il senso di quanto ha scritto alla Diocesi per queste feste. Davvero c’è stata “Una visita a Betlemme”, un’occasione di incontro e confronto con il mondo della solidarietà, dell’accoglienza e della disabilità. Accolto dalla famiglia Renzullo, il Vescovo è pure indirettamente intervenuto sulle polemiche che hanno tenuto banco nei giorni prenatalizi rispetto a presepi e tradizioni delle feste: «C’è una contraddizione. Da una parte c’è qualcuno che esalta i simboli dicendo facciamo il presepe, dall’altra ci sono i presepi viventi, ovvero le fragilità e i poveri, che vengono messi da parte». Ipocrisia dei tempi moderni, a cui anche la politica contemporanea ha abituato. Betlemme nella Lettera non è il nome della città palestinese, indica quello di una struttura di assistenza dove «il Signore – si legge nel testo – si è fatto ancora più piccolo nei bambini disabili che mamma, papà, nonni e volontari guardano e piangono. E ogni lacrima riluce come una luce di Natale». Il dono che dal 2011 il Vescovo fa alla diocesi per il Natale, quest'anno tratta i temi della disabilità, dell’accoglienza, della solidarietà, non a caso la presentazione è stata ospitata nella struttura del gruppo Lars, da trent’anni al servizio della riabilitazione e dell’assistenza dei diversamente abili. «Dobbiamo

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essere attenti dove oggi Gesù rinasce. Uno dei luoghi è la disabilità, la sofferenza, la fragilità. Ho voluto mettere insieme la fragilità del pane, delle ostie, e la fragilità di tanti sofferenti, di tanti piccoli, che non sono solo bambini, ma anche adulti e ammalati. L’ho fatto in un momento in cui la solidarietà è quasi ridicolizzata, messa ai margini». La via d’uscita per monsignor Giudice è «riconciliare la nostra società con le radici cristiane». In “Una visita a Betlemme”, le cui illustrazioni sono state realizzate dai bambini de La Filanda e dai ragazzi ospiti della residenza socio assistenziale Lars, scrive chiaramente che «la disabilità è solo negli occhi di chi guarda». «Un momento come questo – ha detto il Pastore – può essere un’indicazione per dire: riprendiamo lo spirito natalizio. Oggi come allora per Gesù (nel quale si ritrovano i piccoli della storia, ndr) non c’è posto in questo albergo caotico del nostro mondo, ma come ieri ci sono i pastori, la Madonna, Giuseppe, famiglie che lo accolgono». Monsignor Giudice nella Lettera ha fatto ancora una volta riferimento alla crisi demografica: «Come sono tristi le case in cui per egoismo non c’è posto per le culle. Stanze senza culle, stanze senza futuro». Infine tre doni che tutti possono regalare: «Oro è un sorriso complice; incenso è una carezza amica; mirra è una mano che si apre, dona, sostiene e solleva». Sa. D’An.


Ministri straordinari della Comunione Il percorso di formazione diocesano

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iniziato il 27 novembre il percorso di formazione per i Ministri straordinari della Comunione, che è rivolto sia ai nuovi che a quanti già svolgono questo «gesto di squisita carità della Chiesa». «Questo ministero straordinario – si legge nella presentazione del percorso – richiede una preparazione pastorale e liturgica, nella quale si porrà in luce il vincolo che esiste fra il malato e il mistero di Cristo sofferente, fra l’assemblea radunata nel giorno del Signore e la vittoria pasquale sulla morte e sul male, fra l’effusione dello Spirito Santo e l’annunzio ai fratelli della lieta novella di liberazione e di guarigione». La Comunione ai malati, a partire dalla Messa domenicale, è un’espressione della presa di coscienza, da parte della comunità, che anche i fratelli involontariamente assenti sono parte di Cristo. Una profonda esigenza di solidarietà li unisce alla Chiesa che celebra l’Eucaristia. Dopo il primo incontro, curato da don Antonio Cuomo, il 14 gennaio nella chiesa di San Michele Arcangelo a Nocera Superiore il monaco di Montevergine don Raffaele Pappadia parlerà di “Eucaristia, tre significati: celebrazione, comunione, adorazio-

ne”. Martedì 12 febbraio, nella Basilica di Sant’Alfonso a Pagani, don Piercatello Liccardo interverrà su “La liturgia fonte e culmine della vita della Chiesa – I sacramenti”. Dal 22 al 29 marzo ci sarà la settimana foraniale, ogni sera in una zona della Diocesi don Antonio Cuomo e lo psicologo Antonio Francese parleranno su “Le dimensioni psicologiche e pastorali della cura dei malati, degli anziani e di quanti li assistono”. Il 6 maggio, nella parrocchia San Giovanni Battista di Nocera Inferiore, don Vincenzo Buono parlerà di Unzione degli infermi e Comunione agli ammalati. Il 3 giugno, a San Michele Arcangelo di Nocera Superiore, l’insegnante di religione cattolica Adamo Desiderio interverrà su “L’Eucaristia domenicale genera e alimenta la comunione”. Il 18 giugno, nella parrocchia Santa Maria delle Grazie di Angri, don Antonio Cuomo e don Francesco Amarante parleranno dell’identità del ministro straordinario e del rito del mandato che il vescovo, monsignor Giuseppe Giudice, consegnerà il 20 giungo nella Concattedrale di San Michele Arcangelo, a Sarno. tutti gli incontri inizieranno alle ore 20.00. Sa. D’An.

Il momento della Comunione

Le dimissioni di Monsignor Moretti

Mons. Luigi Moretti

Problemi di salute alla base delle dimissioni presentate dall’arcivescovo metropolita di Salerno-Campagna-Acerno, monsignor Luigi Moretti. L’annuncio è arrivato dalla voce dello stesso presule lo scorso 18 dicembre. «Soffro della sindrome di Ménière – ha detto incontrando i giornalisti nel Salone degli stemmi della Curia – che provoca improvvise crisi di vertigini, acufene e un ridimensionamento significativo della possibilità di seguire gli impegni diocesani». Visibilmente commosso ha aggiunto: «Mi sento salernitano e pienamente appartenente a questa Chiesa». Non un passo indietro di fronte alla malattia, quello dell’arcivescovo è stato la conseguenza della lucida analisi di chi conosce la vitalità e il territorio diocesano: «Il dilemma – ha aggiunto – è stato comprendere fino a che punto le necessità della Chiesa salernitana potessero conciliarsi con i miei limiti fisici».

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LE PAROLE DELLA FEDE di Silvio Longobardi

Fede e impegno sociale Riprendere lo studio della dottrina sociale della Chiesa è un impegno doveroso. In un mondo dominato dalla tecnica e dalla scienza, la Chiesa offre una visione globale dell’uomo e del mondo capace di incarnarsi in ogni sistema politico ed economico

I

l Vangelo c’impegna a tradurre la fede in un impegno sociale che, in piena sintonia con la testimonianza di Gesù, abbraccia l’uomo nella sua interezza, anima e corpo. L’esperienza di fede è dunque radicalmente legata ad un progetto che abbraccia ogni ambito della vita sociale: dalla solidarietà alla cultura, dalla politica al lavoro. Non si tratta di semplici iniziative affidate ad alcuni ma di una corale partecipazione e di una concreta condivisione della vita della società. Tutto nasce dall’esperienza di fede. Un’affermazione che potrebbe apparire scontata nel mondo ecclesiale. E invece non lo è affatto, almeno quando si parla di impegno socia-

le. Ci sono troppi cristiani anonimi nel vasto mondo dell’impegno, anche preti e suore hanno paura di dire che la fede è la sorgente nascosta. Nella cultura laicista che oggi domina in Italia la fede viene percepita come un di più, una specie di appendice rispetto a quello che la ragione può e deve saper fare. L’impegno sociale della fede è letto come una sorta di supplenza rispetto alla mancanza di una struttura statale. E invece noi crediamo e vogliamo testimoniare che il cristianesimo ha un preciso ruolo da svolgere nella società, è stato posto da Dio a protezione e difesa di quella identità umana che oggi viene minacciata sia da sistemi economici che difendono il profitto di po-

«L’essere umano va rispettato e trattato come una persona fin dal suo concepimento e, pertanto, da quello stesso momento gli si devono riconoscere i diritti della persona, tra i quali anzitutto il diritto inviolabile di ogni essere umano innocente alla vita» (Congregazione per la Dottrina della Fede, Dignitas personae, 4)

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chi e alimentano la povertà; sia dai progetti culturali che deformano la grammatica naturale della persona. Compito essenziale. Il ruolo della Chiesa e la presenza dei cristiani è decisiva, oggi più che mai, a condizione di comprendere qual è il suo contributo specifico. Tra la fine del secolo scorso e i primi decenni del nostro, la Chiesa entrò nel conflitto ideologico proponendo terze vie, in alternative a quelle esistenti. Oggi si comprende che la Chiesa, più di qualunque altra istituzione, deve rispondere al bisogno etico che emerge con drammatica evidenza in questa società. L’insegnamento sociale della Chiesa può diventare un autorevole punto di riferimento in quanto non sposa un sistema culturale ma offre una visione globale dell’uomo e del mondo capace di incarnarsi in ogni sistema e di correggere ogni deviazione. La Chiesa può e deve svolgere questo suo compito. Ma ogni impegno suppone una riflessione, sgorga da una compiuta analisi. Riprendere lo studio della dottrina sociale non è un esercizio puramente accademico ma un impegno doveroso per prendere coscienza che il cristianesimo non può venire meno alla sua responsabilità storica. In un mondo dominato dalla tecno-scienza, la Chiesa cerca di orientare i passi


dell’uomo verso la costruzione di un mondo più umano; offre valori e indicazioni per giudicare criticamente le “conquiste” della scienza e della tecnologia; indica i mezzi più idonei, sul piano morale, per raggiungere i legittimi obiettivi. La Chiesa ha una “sua” parola da dire, ha un proprio contributo da offrire. Anche questo fa parte della sua missione. Motivazione e contenuti. La fede offre certamente il fondamento motivazionale: non è piccola cosa in una cultura dove l’individualismo rischia di inquinare i più interessanti progetti, dove ciascuno cerca la sua personale affermazione c’è poco spazio per la gratuità. Occorre sempre domandarsi perché e per chi scelgo di dedicare il mio tempo. Il credente non si sente più bravo degli altri anzi, più degli altri, percepisce di fare meno di quello che potrebbe e dovrebbe. Come uno che ha un motore Ferrari e viaggia come se avesse una semplice utilitaria. Chi ha incontrato un Dio che ha dato la vita, non ha più scuse, non può restare alla finestra. Deve per forza entrare in campo. La fede offre anche una luce e permette di riconoscere e perseguire obiettivi sociali che altri non vedono o non considerano di interesse pubblico. È il caso della vita nascente. Qual-

cuno può giustamente obiettare che qui non è in gioco la fede perché basta la ragione. È vero ma dobbiamo riconoscere che in questo momento storico è proprio la fede a salvare la ragione dal naufragio. Impegno sociale non significa solo soccorrere il prossimo, fare del bene ma rivestire la vita dell’uomo di quella dignità che gli appartiene per natura e che le vicende della vita non gli permettono di far risplendere. La dignità è il fondamento di tutta la cultura dei diritti. Non tutti sanno che la stagione dei diritti è nata proprio con il cristianesimo che nei primi secoli si opponeva ad uno Stato – in questo caso l’Impero romano – che pretendeva di sostituirsi a Dio. Per il cristianesimo, ha scritto Benedetto XVI, “l’obbedienza dell’uomo a Dio” è il “limite dell’obbedienza allo Stato”. Il nostro impegno sociale trova nella famiglia il suo riferimento essenziale. Non è una scelta di natura emozionale, nasce dalla convinzione che la famiglia custodisce la grammatica dell’umanità. Non è dunque solo uno degli ambiti di cui si compone la vita sociale ma il cuore di quella società intesa come casa comune. Mentre dico queste cose con piena convinzione, mi accorgo di quanto sono diverse e lontane dalla coscien-

za comune. Chi percepisce la famiglia come l’ambito essenziale della vita sociale? Oggi si parla di una politica per l’ambiente, una politica per il lavoro, una politica per la pace… ma nessuno parla più di una politica per la famiglia. È l’esito drammatico di una cultura che esalta l’individuo e calpesta la famiglia. Senza paura. Non ci facciamo illusioni. Sappiamo bene che l’impegno sociale dei cristiani oggi incontra non pochi ostacoli nel mondo della politica, a meno di non aderire ai diktat di una cultura sempre più intollerante. E, infatti, nel variegato mondo cattolico non mancano associazioni e comunità che, trascurando i valori della vita e della famiglia, promuovono solo quelle forme di solidarietà che oggi hanno diritto di cittadinanza. Una scelta miope e, forse, anche di comodo. Siamo chiamati a costruire una casa comune ma non possiamo farlo mettendo tra parentesi quei valori che fanno parte della tradizione ecclesiale e rappresentano i pilastri fondamentali della vita sociale. La Chiesa non si allinea alla politica dei mercanti e delle ideologie ma continuerà a servire in nome di Dio per far venire alla luce la dignità che appartiene ad ogni essere umano.

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VITA ECCLESIALE

Un anno

I più importanti appuntamenti della Chiesa locale per il 2019 Insieme al clero diocesano

Il Vescovo partecipa: 29 gennaio, ritiro; 19 febbraio, ritiro; 26 febbraio, formazione permanente; 19 marzo, ritiro; 14 maggio, ritiro a Montevergine.

Gennaio

Il 26 a partire dalle ore 9.30 c’è l’incontro di formazione con gli operatori della comunicazione per la festa del patrono, san Francesco di Sales, presso la Casa Iuvenescit Ecclesia. Esercizi spirituali per i laici dal 28 al 31 gennaio nella Cattedrale di San Prisco, a partire dalle ore 20.00.

Febbraio

Il 2, presso il Monastero di Santa Chiara, si celebra la Giornata della Vita consacrata. Dal 9 al 12 c’è il pellegrinaggio a Lourdes. Il 22 si celebra la V Giornata diocesana del malato nella cappella dell’ospedale Martiri del Villa Malta a Sarno.

Il 28 si tiene la Tappa Ecclesiale nella Basilica di Sant’Alfonso a Pagani: un momento per raccontare l’esperienza della Visita Pastorale nella forania di San Valentino Torio e per ascoltare padre Antonio Marrazzo, postulatore della Causa di canonizzazione di san Paolo VI.

Marzo

Il 6 marzo Celebrazione delle Sacre Ceneri nella parrocchia Santi Simone e Giuda di Nocera Inferiore. Il 27 marzo Via Crucis diocesana per le strade della forania di Nocera Inferiore. Il 29 e 30 marzo iniziative per le 24 ore per il Signore.

Insieme ai Vescovi

Il 28 gennaio il Vescovo partecipa alla riunione della Conferenza episcopale campana. Dall’11 al 15 marzo al centro La Pace di Benevento gli Esercizi spirituali dei vescovi della Cec. Il 29 aprile, visita alla Diocesi di Vallo della Lucania. Dal 20 al 23 maggio Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana. Il 4 e 5 giugno riunione vescovi della Cec.

Il campanile settecentesco della Cattedrale (foto Salvatore Alfano)

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insieme Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

La data tradizionale per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nell’emisfero nord, va dal 18 al 25 gennaio, perché compresa tra la festa della cattedra di san Pietro e quella della conversione di san Paolo. Nell’emisfero sud, in cui gennaio è periodo di vacanza, le chiese celebrano la Settimana di preghiera in altre date, per esempio nel tempo di Pentecoste, periodo altrettanto simbolico per l’unità della Chiesa. Il tema 2019 è Cercate di essere veramente giusti (Dt 16, 18-20). Il lavoro preparatorio del sussidio è stato svolto da un gruppo di rappresentanti di diverse Comunità cristiane in Indonesia.

Aprile

Il 4 incontro diocesano con i cresimandi nella Concattedrale di San Michele Arcangelo a Sarno. L’11 incontro diocesano con i nubendi nella Basilica di Sant’Alfonso a Pagani. Il 25 pellegrinaggio diocesano con gli ammalati al santuario di San Gerardo Maiella a Materdomini di Caposele. Il 30 aprile Discorso alla Città in Cattedrale, a Nocera Inferiore.

Maggio

Il 9 maggio è la solennità di San Prisco, patrono della Diocesi e della Città di Nocera Inferiore. Il Vescovo presiede la Celebrazione alle 10.30 in Cattedrale e la sera la processione solenne per le strade di Nocera Inferiore.

Giugno

L’8 Veglia di Pentecoste al Battistero paleocristiano di Nocera Superiore. Il 19 Sosta Ecclesiale. Il 23, in serata, Santa Messa e Processione per il Corpus Domini nella parrocchia San Giovanni Battista a Striano.

Agosto

Dal 23 al 26 è in programma il pellegrinaggio diocesano a Lourdes organizzato dalla Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza.

Le Celebrazioni pasquali

Il Vescovo celebra la Santa Messa della Domenica delle Palme, il 14 aprile, nella parrocchia Sant’Antonio di Padova a Poggiomarino. La Messa Crismale, il 18 aprile, è alle ore 10.00 nella Cattedrale di San Prisco. Il triduo pasquale, dal 18 al 20 aprile, che comprende la Messa in Coena Domini, l’Adorazione della Croce e la Veglia pasquale, è nella parrocchia Santa Maria Maddalena in Armillis a Sant’Egidio del Monte Albino. Il Pontificale di Pasqua, domenica 21 aprile, è alle ore 10.30 in Cattedrale, a Nocera Inferiore.

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NEWSDALLEPARROCCHIE a cura di Mariarosaria Petti

Santa Maria Maddalena in Armillis Sant’Egidio del Monte Albino

Un ritiro di attesa

L Il gruppo che ha partecipato al ritiro con p. Massimo Staiano e suor Maria Fara

o scorso Anno Liturgico non poteva concludersi meglio, tra agape fraterna, ascolto della Parola di Dio e l’Eucarestia: il tripode del cristianesimo. Accogliendo l’invito di p. Massimo Staiano a stare “in disparte, in un luogo solitario” per “riposarsi” un po’, i fedeli hanno vissuto un ritiro comunitario con Gesù la domenica in cui la liturgia lo contemplava Re dell’Universo. Le Suore Gerardine di Sant’Antonio Abate, infatti, hanno aperto con gioia le porte della propria Casa canonica ospitando quanti hanno sentito la necessità di lasciare tutto per trascorrere una domenica semplicemente diversa. Dopo il pranzo condiviso tutti insieme, il diacono Clemente Statzu ha tenuto una piccola catechesi incentrata su passi del Vangelo di Luca nelle domeniche di Avvento e su riflessioni di papa Francesco e papa Benedetto XVI. A conclusione, abbiamo celebrato la Santa Messa. Livia Rossi

Il mandato ai catechisti

San Prisco Nocera Inferiore

Gli operai della vigna

Il Coro parrocchiale “Le voci di Prisco”

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Mandato ai catechisti. «Bisogna essere e non lavorare da catechisti» è il messaggio di papa Francesco che ha ispirato il mandato conferito da mons. Giuseppe Giudice a tutti i catechisti della diocesi, domenica 28 ottobre, per l’Anno Pastorale 20182019. Un compito assegnato dal Signore che chiama ad “operare nella Sua vigna”; dal Vescovo, che ha scelto un solo giorno per i catechisti di ogni forania, in segno di unità; dai parroci, che affidano la formazione religiosa soprattutto dei più piccoli. Il parroco, don Mimmo Cinque, ha affidato il compito al gruppo catechiste, che si occupa dei bambini dai 6 ai 14 anni, per la preparazione alla Prima Comunione e alla Cresima; agli educatori dell’A.C.R.; al responsabile dei ministranti; ai formatori per i battezzanti; ai responsabili del cor-

so di preparazione al matrimonio e del gruppo famiglia. Rinnovo promessa coro. Nella prima domenica di Avvento, il coro che ogni domenica anima la liturgia ha rinnovato la sua promessa e il suo impegno. Dopo l’omelia ogni componente ha pronunciato il proprio “Eccomi” alla chiamata del Signore. Un giorno speciale per scegliere un nuovo nome da dare al gruppo: “Le voci di Prisco”. Il coro è nato cinque anni fa, su impulso del parroco, e in questi anni si è arricchito sempre di più, con le voci di bambine, soprani, tenori e contralti. L’augurio è che si possa sempre sentire nel proprio cuore quella musica, quell’armonia e quell’amore che proviene dal Signore, per lodare sempre la Sua misericordia, con passione e profondo coinvolgimento. Anna Senatore


San Teodoro Sarno

“Andiamo incontro a un Dio giovane”

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uest’anno il nostro parroco, don Antonio Agovino, ha scelto come tema d’Avvento “la scoperta di un Dio giovane per i giovani”. A tal fine, martedì 4 dicembre, è stato invitato presso la nostra comunità parrocchiale il prof. Pasquale Giustiniani della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, che ha tenuto un’interessante catechesi sul “Dio giovane del documento finale del Sinodo dei vescovi” alla quale, oltre ai nostri collaboratori, hanno partecipato attivamente anche i membri delle altre comunità parrocchiali di Sarno. Il relatore ha esordito affermando che Dio si presenta a noi sotto vari volti: quello del Bambino, quello del Crocifisso e quello del Risorto. Perché un Dio si fa bambino? Per ricordarci che il cardine della salvezza passa attraverso la carne. Poi si è soffermato su una citazione in particolare del documento: «La giovinezza è un periodo originale e stimolante della vita, che Gesù stesso ha vissuto, santificandola». La Chiesa rappresenta «la vera giovinezza del mondo», che possiede, «la capacità di rallegrarsi per ciò che comincia, di darsi senza ritorno, di rinnovarsi e di ripartire per nuove conquiste». I giovani con la loro vitalità contribuiscono a mostrare questo volto della Chiesa in cui si rispecchia

I partecipanti all’incontro con il prof. Giustiniani

Don Antonio Agovino e il prof. Pasquale Giustiniani

il Cristo stesso, che è eternamente giovane. Alla fine dell’intervento sono state poste varie domande al prof., il quale, entusiasta, ha ribadito che il problema non sono i giovani in sé, bensì le tante realtà in cui si ritrovano ingabbiati. Bisogna riscoprire la giovinezza della Chiesa avvicinando i giovani, che ne sono la quintessenza, prendendosi cura di loro e della loro fede, quindi della loro esistenza e del loro essere. Bisogna fare dei giovani dei “soggetti” e non degli “oggetti” dell’azione parrocchiale lasciando alla fantasia dello Spirito Santo di sorprenderci. Riscoprire un Amore, che è Gesù, che va oltre, che è dono e mistero e che dà senso a ogni cosa, al nostro vivere. Giusi Bello

Don Gaetano Ficuciello

Santa Maria del Presepe Nocera Inferiore

Don Ficuciello: un santo sacerdote

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melie di quattro, al massimo cinque, minuti. Animo mite e misericordioso. Uomo di cultura e capace di farsi comprendere da tutti. Sono soltanto pochi tratti del carattere dell’indimenticato parroco di Santa Maria del Presepe, don Gaetano Ficuciello, scomparso 24 anni fa. Lo scorso 27 dicembre, in occasione della nascita in Cielo del sacerdote, la parrocchia ha celebrato una Santa Messa commemorativa, dedicando un incontro alla riscoperta della figura di don Ficuciello. Il comitato parrocchiale per le attività culturali ha realizzato un mini documentario, raccogliendo le testimonianze di chi lo ha conosciuto e amato. Al termine della visione, altre testimonianze di ricordo e affetto hanno arricchito la serata. Un modello sacerdotale da non dimenticare. M. P. GENNAIO 2019 Insieme

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NEWS DALLE PARROCCHIE

Sant’Antonio di Padova Orta Loreto

Il nostro Natale

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L’icona e il simbolo che hanno accompagnato i fedeli al Natale

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on le meditazioni di sant’Alfonso Maria de Liguori sul tempo, ci siamo preparati al Natale. Il segno esposto, durante l’Avvento, è stata una clessidra e sullo sfondo l’icona dell’Annunciazione. La clessidra è uno dei primi strumenti che l’uomo ha inventato per misurare il tempo. È composta da due triangoli contrapposti e capovolti che rappresentano cielo e terra, futuro e passato, e al centro un piccolo buco in cui scorre la sabbia, il presente. Con il passato intendiamo i nostri sbagli, che lasciamo alle spalle, nel tempo presente attendiamo la venuta del Signore, preparando il nostro cuore e in futuro ci impegniamo a diffondere ciò che abbiamo meditato nel tempo di Natale, tempo di grazia. Accendendo ogni domenica una candela, con lo scorrere dei granelli di sabbia e con spirito di festa siamo giunti al Natale. Abbiamo celebrato la nascita di Gesù nel fabbricato di Esposito Giuseppe “La tecnico-meccanica” che, come ogni anno, mette a disposizione il suo spazio per poter accogliere al meglio tutti i fedeli. Un’esperienza diversa che ci vede tutti uniti nel nome di Dio. Dina Grimaldi


Lettura del Vangelo presso le famiglie della parrocchia

San Bartolomeo Apostolo Corbara

Centri di Ascolto della Parola

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al 3 al 7 dicembre la comunità parrocchiale di Corbara si è stretta intorno alla Parola per vivere nel tempo di attesa una valutazione seria del nostro cammino verso la conoscenza e l’adesione a Cristo. Accompagnati dall’evangelista Luca ci siamo messi ai piedi del Maestro, per entrare in più intimo rapporto con Lui. Abbiamo scoperto che la realizzazione del progetto di salvezza, portato a compimento da Cristo, è presente in ogni momento della nostra vita. La peccatrice perdonata ci ha insegnato come porci nei riguardi di Dio che perdona sempre tutti, ridandoci la dignità di figli. La parabola del Padre misericordioso

ci ha messo in guardia sul giusto rapporto che dobbiamo avere con i beni ricevuti. Il grandioso racconto della nascita del Messia, poi, ci ha indicato il cuore semplice e premuroso dei pastori come modello di accoglienza del Dio con noi fino al racconto di Zaccheo, il pubblicano che ci ha spronato alla ricerca di Dio, superando tutti gli ostacoli che ci allontanano. Un grande momento di grazia vissuto nel clima delle prime chiese domestiche in semplicità e spirito di fraternità. Ringraziamo don Vincenzo, le famiglie, gli animatori e i cantori e tutti coloro che hanno condiviso un momento di vera Chiesa. Nunzia Guida

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NEWS DALLE PARROCCHIE

FOTONOTIZIA Il gruppo parrocchiale di Santa Maria di Costantinopoli di Angri ha festeggiato il suo decimo anno di adesione all’Azione Cattolica. Cambio della guardia alla guida dell’associazione: a seguito delle dimissioni di Melania Attianese, è stato nominato presidente Franco Silvestri, che resterà in carica fino al termine del triennio in corso. A Melania, vincitrice del concorso presso l’Ospedale di Mirandola (Modena), va il ringraziamento per il compito assolto nell’esercizio del suo mandato e l’augurio di una lunga e proficua carriera. Al neo eletto presidente, l’augurio di buon lavoro al servizio dell’Azione Cattolica.

FOTONOTIZIA L’8 dicembre, al termine della Celebrazione eucaristica delle 10.30, sono state benedette e consegnate le tessere di adesione all’Azione Cattolica da padre Michele Saraciu ai bambini, giovani e adulti della parrocchia San Bartolomeo Apostolo di Nocera Inferiore.

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IN PARROCCHIA PAGINA A CURA DELLA PARROCCHIA SAN GIOVANNI BATTISTA - ANGRI

a cura di Antonietta Abete

Il presepe realizzato in parrocchia

Vieni, Signore, a ricostruire le nostre rovine

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n’ambientazione fatta di rovine caratterizza il presepe allestito quest’anno presso la Collegiata di San Giovanni Battista ad Angri. Tale contesto è stato fortemente voluto dal parroco, mons. Vincenzo Leopoldo, che ha inteso così sottolineare come il Messia non abbia disprezzato incarnarsi “al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana” (dalla Liturgia). Dopo oltre duemila anni attendiamo che Egli ritorni fra le nostre rovine per poterle ricostruire e dare al mondo un messaggio di speranza.

Il significato del Presepe realizzato in parrocchia dai papà del “Gruppo famiglia”

Il presepe, composto da pastori di fattura artigiana napoletana, è stato realizzato grazie all’impegno dei papà del “Gruppo famiglia” parrocchiale, ai quali va il ringraziamento del parroco e della comunità parrocchiale. Antonio Pontecorvo

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a figura del ministrante, prima forma di servizio giovanile all’interno della Chiesa, ha da sempre avuto un ruolo di particolare rilievo nelle piccole e grandi parrocchie, poiché è proprio così che i giovani iniziano a vivere più da vicino il mistero di Gesù fatto carne. Molto partecipata la Santa Messa delle 10.00 di domenica 2 dicembre, nella Collegiata di San Giovanni Battista ad Angri, per il rito della vestizione di otto nuovi ministranti: Melania, Alessandro, Christian, Emanuele, Giuseppe, Mario, Pietro e Vincenzo. I giovani hanno promesso, con serietà e commozione, il loro impegno a servire all’altare durante le celebrazioni liturgiche. Aiutati dai veterani e dai loro genitori, hanno poi indossato le vesti liturgiche: così il numero ufficiale dei ministranti della parrocchia è salito a venticinque. La comunità parrocchiale sostiene con gioia questo gruppo in continua evoluzione per l’entrata dei piccoli, che scalpitano per farne parte, subito dopo la Prima Comunione, grazie alla volontà e all’impegno del parroco, mons. Vincenzo Leopoldo, che con dedizione, affetto e tenerezza si dedica alla formazione umana e spirituale dei ragazzi. Alberto Limodio

Vestizione dei nuovi ministranti

Mons. Leopoldo con gli otto nuovi ministranti e le loro famiglie

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A CURA DELLe #PARROCCHICENTROSARNO San Francesco d’Assisi - Santuario Maria SS. delle Tre Corone Insigne Collegiata San Matteo Apostolo ed Evangelista In redazione Donatella Ferrara, Maria Rosaria De Blasio, Anna Mancuso

Un momento della Celebrazione eucaristica in occasione dei festeggiamenti dell’Immacolata Concezione

La solennità dell’Immacolata Concezione è stata l’occasione per riunire la comunità sarnese nella preghiera, con i parroci che hanno dato tanto alle parrocchie negli scorsi anni

Immacolata, Regina del popolo sarnese

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i siamo riuniti tutti ai piedi della Madonna, nella solennità dell’Immacolata Concezione, noi fedeli della grande famiglia sarnese. Alla novena quest’anno, il nostro parroco, don Roberto Farruggio, ha invitato i suoi predecessori delle tre parrocchie. Hanno partecipato: da Tre Corone, il nostro vicario foraneo, don Domenico D’Ambrosi, mons. Mario Ceneri e don Antonio Mancuso. Da San Matteo, invece, don Aniello Mario Carillo. Una presenza viva alla novena è stata anche data dai portatori ufficiali delle #ParrocchieCentroSarno. Alla Celebrazione eucaristica dell’8 dicembre delle 6.00 del mattino, è seguita alle 8.00 la Santa Messa celebrata dal nostro vescovo, mons. Giuseppe Giudice. La processione, inizialmente programmata per le 10.00, è stata rimandata nel pomeriggio a causa del maltempo. Una piazza gremita di persone ha atteso sotto la pioggia l’uscita della sacra effige. L’immagine dell’Immacolata ha sostato per otto giorni nella parrocchia di San Francesco come da tradizione secolare. In questo tempo si è svolto anche il Solenne Ottavario con i predecessori parroci di don Roberto, che ha esteso l’invito anche al cardinale Renato Raffaele Martino, che per contrattempi non è potuto essere presente, ma ha inviato una lettera di saluti alle comunità. L’Ottavario è stato animato dai padri francescani padre Maurizio Albano e padre Francesco Maria Rea. Anche il vescovo emerito, mons. Gioacchino Illiano, ci ha onorato della sua presenza. Ringraziamo il Signore per tanti momenti di grazia. Salvatore Corrado

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In foto, la statua di santa Lucia


L’altare allestito per Maria Immacolata

Riscoprire la presenza attraverso l’Adorazione

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are Adorazione ci permette di sperimentare una speciale vicinanza con il Signore. È questa la certezza che ci muove quando ci fermiamo in questo momento di preghiera. “Bisogna pregare sempre, senza stancarsi mai”, questa frase pronunciata da Gesù, inserita nel Vangelo di Luca, è stata la partenza dell’Adorazione Eucaristica che abbiamo vissuto. È la parabola del giudice iniquo che viene insistentemente interrogato da una vedova che vuole giustizia. Un momento in cui abbiamo acquisito nuova consapevolezza che le adorazioni portano al riavvicinamento di persone lontane dalla fede, che pur non partecipando alla Messa sono attratte dal fascino di poter restare nel silenzio pieno di presenza, ad una riscoperta della propria vocazione. L’adorazione porta ad una carità concreta, operosa ed i parroci che hanno l’A dorazione Perpetua sono parroci felici. “Io quando sarò elevato da Terra attirerò tutti a me”. Quando Gesù è esposto sull’altare veramente attira tutti a sé, senza che le persone sappiano spiegarsene il motivo. Fare Adorazione ha un suo fascino, si incontra Gesù, si arriva ad affermare come gli apostoli sul Tabor: “Signore, è bello per noi stare qui”. Donatella Ferrara

La seconda Missione Eucaristica Durante la Novena dell’Immacolata si è anche svolta la prima missione eucaristica animata dalle sentinelle. Infatti ogni sera i fedeli – a staffetta, dedicando un’ora a settimana – adorano Gesù nel Santissimo Sacramento dell’altare nell’Adorazione Perpetua, nella bellissima chiesa dell’Immacolata. Tante le adesioni dei fedeli, soddisfatti sia la responsabile delle sentinelle, Donatella Ferrara, che il nostro parroco, don Roberto. Quelli che hanno detto il loro “sì”, sono stati entusiasti. Il desiderio di pregare, di conoscere e dialogare con il Signore non manca. Lodiamo ogni momento Gesù Sacramento, che ci dona sempre occasioni per stare in Sua compagnia. Salvatore Corrado

Anziani a teatro Una bella opportunità culturale per gli anziani soli della comunità sarnese. Sarà possibile avere biglietti omaggio per il teatro Diana di Nocera Inferiore. Per ulteriori informazioni rivolgersi al parroco.

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PAGINE A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANT’ANTONIO DI PADOVA - POGGIOMARINO COORDINATORE DI REDAZIONE MARIANO ROTONDO Salvatore insieme alla moglie Anna, durante la festa per il loro anniversario di matrimonio

Ciao Salvatore Poggiomarino piange l’amico della “Lavanderia del Cuore” e di “Insieme”

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alvatore Giardina era il fratello di tutti e non solo della sesta comunità neocatecumenale di cui adesso fa parte dal Paradiso. Un gran lavoratore e comunicatore di speranza, sempre con il sorriso sulle labbra o, meglio, sotto i baffi. Nella sua lavanderia, amorevolmente seguita insieme all’instancabile moglie Anna, già alle 6.00 del mattino si iniziava a stirare sulle note di Radio Maria. L’attività è stata chiusa all’arrivo della sua malattia. Nella “lavanderia del cuore” non si lavavano solo vestiti ma anche tante coscienze; in tanti, dopo una battuta di Salvato-

re, uscivano rinfrancati e leggeri. Alle sue esequie le campane hanno suonato a festa e non solo perché era domenica. Almeno 1000 persone a salutarlo con padre Aldo che più volte non ha retto dall’emozione. La nostra rivista perde il principale punto di riferimento perché Salvatore non amava la solitudine ma stare “Insieme” a chiunque incontrava, spesso con un caffè o un pranzo e l’immancabile bicchiere di vino dell’amicizia. A... Dio caro amico, siamo sicuri che sei al tavolo della gloria eterna. Ci mancherà vedere la sua auto che consegnava vestiti, giornali e un sorriso ma il suo ricordo no, perché il cuore non ha bisogno di foto!

Il professore Giuseppe Palmisciano, docente universitario di Poggiomarino, ha presentato nella sua terra, presso l’Isis Leonardo Da Vinci, il suo ultimo lavoro: un volume su san Ludovico da Casoria. Un viaggio nella storia del Santo realizzato dopo intensi studi.

Don Peppino Auricchio

Ci ha lasciato anche don Peppino Auricchio, 73 anni, prete stimmatino di Poggiomarino che si è spento a Verona dove era “accudito” dai fedeli. Un mese prima si era ripreso da un difficile intervento e quando le sue condizioni sembravano migliorate, è invece tornato al Padre. Un altro momento di dolore per la comunità poggiomarinese. Ci mancherà il suo dolce sorriso, l’amore per i fiori e per i frutti della terra che coltivava come figli; il suo essere sacerdote tra la gente.

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AZIONE CATTOLICA In ascesa, anche quest’anno, i numeri degli iscritti e l’affetto intorno all’Azione Cattolica "Rosa Velardo" che continua a vedere piccoli e meno piccoli uniti nel cammino di fede e spensieratezza.


A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SAN SISTO II - PAGANI

Come in famiglia Il profumo di un piatto prelibato, la tavola imbandita, l’attesa dei propri cari per dare avvio alle danze. È stato questo lo spirito che ci ha portato a vivere il cenone del 24 dicembre in oratorio, con alcune famiglie della parrocchia e con quanti non avrebbero potuto trascorrere serenamente questo giorno di festa. Tutti insieme per ricordare che la comunità parrocchiale è famiglia.

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nche quest’anno, grazie a Veneziano Caffè, un’attività in via De Gasperi 381/387 a Pagani, abbiamo potuto regalare un sorriso a chi ha bisogno. Veneziano Smile Coffee è l’iniziativa in collaborazione tra Veneziano Caffè e la parrocchia San Sisto II di Pagani. Dall’8 al 24 dicembre, una parte degli utili di vendita è stata devoluta in beneficenza alla comunità per le opere di carità. Ogni acquisto fatto, perciò, ha avuto un doppio valore: un sorriso per noi e uno per i poveri. Oltre 300 metri quadri di assortimento tra caffè in cialde, capsule e grani di alta torrefazione, prodotti pasticceri, panettoni, cioccolato, vini e spumanti, macchinette del caffè di ogni tipo, simpatici regali da poter consegnare a chi vogliamo bene e tanto altro ancora.

Natale di carità Una parte degli utili delle vendite dall’8 al 24 dicembre dell’attività Veneziano Caffè sono state devolute alla parrocchia per sostenere iniziative di carità

Un buon caffè e la dolcezza di un regalo per risvegliare la carità. GENNAIO 2019 Insieme

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A CURA DELLA COMUNITÀ PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - SS. ANNUNZIATA - ANGRI

Un momento dell’Adorazione guidata da don Antonio Mancuso

Voglia di famiglia “La famiglia con Dio” è il tema che ha animato l’Adorazione Eucaristica vissuta nellE parrocchiE Santa Maria del Carmine e SS. Annunziata di Angri che ha registrato un’intensa e toccante partecipazione

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in dai primi incontri è stata registrata una viva e massiccia partecipazione da parte di una vasta platea, immersa in un’atmosfera mistica per l’invocazione dello Spirito Santo e la presenza viva del Santissimo sull’altare. Accompagnati da musiche e canti corali, con la collaborazione delle suore battistine, don Antonio Mancuso ha ricevuto coppie di sposi e famiglie intere, rimarcando più volte l’importanza del matrimonio nella società moderna. La serata è stata strutturata in diversi momenti concatenati tra loro in maniera tale da arricchirci spiritualmente e moralmente. Una coppia ha letto una preghiera ricca di promesse e ringraziamento; poi abbiamo ascoltato un passo del Vangelo, sempre attuale, vivo e penetrante anche nei cuori più duri. Con l’invocazione dello Spirito Santo si è raggiunto l’apice della contemplazione. Nel silenzio più profondo, il parroco ci ha consegnato al Signore sussurrando frasi d’amore e di devozione, parole con cui ci siamo sentiti fortemente vicini a Lui. E quando ormai i nostri cuori erano colmi dell’amore divino, don Antonio ha iniziato la catechesi affrontan-

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do vari aspetti della vita familiare. Dalle sue parole abbiamo compreso subito che la Chiesa, pur rimanendo salda ad alcuni vincoli morali, segue una società che forse corre troppo e, spesso, in direzioni sbagliate. Ci ha invitato a dare il giusto senso ai valori della famiglia, partendo dai cardini della fedeltà, del rispetto altrui e dell’amore che non devono mai mancare. Intense le sue catechesi: l’anima della coppia, quella vera e pura, deve non solo fondersi ma fungere da esempio per i giovani che, presi da tante distrazioni, a volte si chiudono nel loro egoismo e si allontanano dalle gioie che solo la famiglia può concedere. È stato bello vedere una chiesa stracolma di giovani e meno giovani, sposi, fidanzati e anche separati che hanno iniziato un nuovo percorso di vita. Proprio per questi ultimi il parroco si è fatto testimone di una Chiesa più aperta; ha più volte puntualizzato che un uomo e una donna che hanno fede possono rialzarsi dopo la caduta e sono sempre i benvenuti, perché la Parola del Signore accoglie tutti. Come coppia siamo stati testimoni di

un’intensa partecipazione emotiva delle famiglie. La parola di Dio è l’unica fonte a cui gli sposi e la famiglia intera possono dissetarsi. I tanti sacrifici e ostacoli che la vita ci riserva sono affrontati con più forza e speranza quando la coppia e la famiglia vive in Cristo. Al termine dell’incontro, il parroco ha salutato le coppie consegnando loro un omaggio preparato dalle suore battistine che non mancano mai di aiutare don Antonio e l’intera comunità parrocchiale. Roberto e Carmela Revellino


pagina A CURA DELLA COMUNITà PARROCCHIALE SANTA MARIA DEL CARMINE - PAGANI

Un gruppo dell’oratorio durante la visita alle Luci d’artista di Salerno, insieme al parroco don Enzo Di Nardi e al seminarista Fabio Senatore

Il senso del Natale Tanti gli appuntamenti che hanno aiutato la comunità parrocchiale Santa Maria del Carmine di Pagani a prepararsi al Natale, con un’attenzione speciale per bambini dell’oratorio San Giovanni Bosco

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loria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama” (Lc 2,14). Inizia con queste parole l’Inno del Gloria, che cantiamo ogni domenica durante i riti di ingresso delle celebrazioni. Si tratta di un inno molto antico, con il quale la Chiesa esprime la sua lode a Dio, Uno e Trino. Le parole iniziali sono le stesse che cantarono gli angeli a Betlemme alla nascita di Gesù, dopo aver dato l’annuncio ai pastori. Esse esprimono anche la missione stessa di Gesù e il senso del Natale, la festa nella quale celebriamo il mistero di Dio, incarnato nel seno della Vergine Maria, che discende sulla terra per riconciliare a sé gli uomini e donare loro la pace e la vita. Questo stesso inno lo hanno cantato anche i bambini dell’oratorio San Giovanni Bosco, vestiti da piccoli angioletti, in una delle scene del presepe vivente rappresentato nei locali della parrocchia sabato 29 dicembre. La manifestazione è nata da un’idea del

parroco don Enzo Di Nardi ed è stata accolta, con grande entusiasmo, dagli educatori e animatori, che si sono messi subito all’opera per dare vita alle diverse scene. La rappresentazione ha coinvolto tutti i bambini dell’oratorio che hanno interpretato i vari personaggi del presepe, riscuotendo grande successo e suscitando intense emozioni nel cuore dei visitatori. Anche le celebrazioni domenicali sono state ricche di emozioni. Domenica 9 dicembre, infatti, abbiamo accolto con emozione il novello sacerdote don Vincenzo Spinelli, che da seminarista ha trascorso circa tre anni nella nostra parrocchia. Domenica 23 dicembre, invece, abbiamo avuto la gioia di avere in mezzo a noi il vescovo Giuseppe che, anche quest’anno, ha voluto accompagnarci con la sua benedizione lungo il cammino di Avvento. In queste domeniche di Avvento i bambini hanno ricevuto – ormai è una tradizione – un piccolo dono. Quest’anno

si è trattato di un piccolo puzzle, raffigurante la natività, che hanno composto di settimana in settimana, ricevendo di volta in volta un personaggio. Il giorno di Natale, con il dono del bambinello, hanno completato il presepe. In questo periodo non sono mancati per loro anche momenti di spensieratezza e di allegria. Mercoledì 12 dicembre, infatti, i piccoli dell’oratorio sono stati accompagnati al cinema, per la proiezione di una classica favola di Natale: Il Grinch 2018. Il protagonista di questo racconto è un personaggio burbero che se ne va in giro a fare cose cattive, per cercare a tutti i costi di rovinare il Natale agli abitanti del villaggio in cui vive. Alla fine però il suo cuore si addolcisce e comprende il vero significato del Natale. Affidiamo allora a Gesù Bambino il cammino della nostra comunità parrocchiale, affinché Egli, con la sua luce, la illumini, la guidi e la custodisca. Anna Petrosino GENNAIO 2019 Insieme

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Nella foto il gruppo che ha realizzato il presepe: Pasquale Smaldone, Renato Giorgio, Salvatore e Francesco Tortora, Giuseppe e Angelo Santitoro, Bruno Marrazzo, don Gerardo Coppola

Natale alla Purità

Ultimi giorni per visitare il presepe monumentale allestito dal 1963 dai volontari della PUACS

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om’era il luogo dove è nato Gesù? Lo si scopre visitando il presepe della Purità, a Pagani. Una tradizione iniziata più di cinquant’anni fa dalla passione della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza, guidata dal cavaliere Alfonso Russo. Sulle orme di sant’Alfonso Maria de Liguori, caposcuola del Natale, nel 1963 cominciò a crescere un forte sentimento verso l’incarnazione del Figlio di Dio, cercando di riprodurre quel momento sublime, evento storico della città di Betlemme, plasmando sughero, legno, polistirolo e gesso, realizzando l’artistico e monumentale presepe. Oggi un gruppo di giovani, e non solo, cerca di portare avanti questa tradizione tra tanti sacrifici, in un tempo dove il presepe sembra essere quasi passato di moda, preferendo l’albero di Natale o i nuovi “presepi laici”, carillon dei villaggi di Babbo Natale. L’allestimento. Si comincia almeno due mesi pri-

ma dell’Immacolata, con la costruzione della struttura in legno e lamiera di circa 400 metri quadri nell’ampio giardino del monastero, che ha il compito di custodire la rappresentazione artistica della natività. Si prosegue poi a individuare gli spazi da dedicare alle varie scene: l’Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele a Maria, la Visitazione di Maria a sant’Elisabetta, la bottega di san Giuseppe, la Natività, la locanda e lo straordinario squarcio delle scene quotidiane della Napoli del ‘700. C’è poi il mare, la rappresentazione delle varie fasi del giorno, dall’arcobaleno al tramonto, per finire con il chiarore della luna che si specchia sulle onde del mare, mentre la barca dei pescatori esce per la pesca del giorno. È un richiamo alla missione di Colui che nascerà nella grotta, il Pescatore di uomini. Ognuno ha il suo compito, ciascuno spinto dalla grande passione e, soprattutto, dal significato di amore e

Redazionale a cura della Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza e dei Piccoli discepoli della Croce

familiarità, da sempre peculiarità che distinguono la famiglia della P.U.A.C.S. Tra i suoni di Tu scendi dalle stelle e Quann nascette ninn, Pasquale coordina e spiega il lavoro da realizzare, incitando e motivando il gruppo; Renato e Francesco si sforzano per dare l’ultimo colpo di martello a quel legno e ai sei quintali di sughero. Angelo cerca di riprodurre gli ambienti delle antiche abitazioni palestinesi. Giuseppe si impegna a chiudere tutto il percorso con carta e cartone. E poi le luci, quelle colorate che rendono tutto suggestivo, affidate a Bruno e Salvatore. Alla fine, don Gerardo ha il compito di dare vita alla struttura posizionando i 200 pastori del presepe della Purità. Intorno alla grotta, insieme a don Gaetano e don Mimmo, la famiglia della P.U.A.C.S. si ricompone per augurare a tutti un Santo Natale. La Pia Unione Ammalati Cristo Salvezza


Le suore Francescane di sant’Antonio: la storia di p. Paolo Saturno

Il governo di madre Letizia Manganelli Le decisioni assunte dal consiglio generale nelle sedute del 26 giugno e del 10 luglio 1957. A giugno il consiglio si riunisce per la ricognizione delle spoglie mortali della fondatrice, suor Maria Luigia del Cuore di Gesù

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l quattordicesimo consiglio del governo generale di madre Letizia Manganelli si svolge a Napoli, nella Casa Madre, il 26 giugno 1957. Non si tratta di un consiglio deliberativo ma - potremmo dire - celebrativo. L’evento è la ricognizione delle spoglie mortali della fondatrice, suor Maria Luigia del Cuore di Gesù. Il consiglio si riunisce quindi per partecipare all’evento, che si svolge con insolita solennità e genera entusiasmo anche nella segretaria, madre Tarsicia Vernavà, che ce lo racconta con uno stile brillantemente inconsueto. Sono presenti i responsabili del Tribunale Diocesano delle Cause dei Servi di Dio, mons. Ausilio Ruotolo (presidente), mons. Luigi Spinosa (promotore della fede), don Bartolo Baldassarre (notaio), padre Crisostomo Caudino O.F.M. (postulatore), il prof. Carlo Rendano (chirurgo) e il dottor Vittorio Pazzanese (chirurgo). Sono presenti inoltre mons. Egidio Iovine, padre Nunzio Sarcinelli O.F.M., padre Girolamo Mascia (cappellano delle Suore), la madre generale suor Letizia Manganelli con l’intero suo consiglio, suore di varie case e i familiari di suor Maria Luigia, il professor Delia e la signora Carmen De Nicola.

Dopo il ricevimento tutti si recano in chiesa. Gli operai asportano la lastra di marmo e, per una scaletta interna, entrano nell’habitat sepolcrale. Qui depongono su apposito tavolo la cassa sigillata e iniziano le operazioni di rito. Asportati i sigilli e tolto il coperchio dalla bara, appare il corpo della Venerabile nella composizione con cui vi era stata collocata anni prima. Poiché le sue ossa si presentano eccessivamente umide, si decide di rinviare la ricognizione al settembre successivo attenden-

do che si asciughino in ambiente arieggiato. Si sigilla la stanza nella quale vengono deposti i resti mortali e, dopo un rituale rinfresco, l’assemblea si scioglie. 10 luglio 1957. Il quindicesimo consiglio generalizio, tenutosi il 10 luglio 1957 a Napoli, presso la Casa Madre, delibera di aderire alla richiesta del segretario generale, padre Tito Pasquali, dell’O.P.I. (Opera nazionale orfani di guerra per il Mezzogiorno d’Italia) e di inviare quattro suore per l’economato dell’orfanotrofio maschile di Barile (PZ), previo avviso al Vescovo di Melfi e la visita della Rev.ma Madre e di concedere, per lo stesso fine, esaminata l’idoneità degli ambienti da destinare alle religiose, tre suore al vescovo Pietro Raimonti di Crotone per il suo nuovo seminario. Inoltre il consiglio incarica il professor Canino, presentato da mons. Iovine, di riprodurre una nuova tela della venerabile Fondatrice e di affidare la ristrutturazione dei locali di Montesarchio al geometra Viscuso per la cifra di £. 638,700 da pagarsi a rate di £. 100.000 al mese. Per quanto riguarda la richiesta dei genitori di suor Giuliana Crisci (di concedere all’Istituto £. 200.000 quale dote al posto della quota dell’immobile di famiglia da ristrutturare), il Consiglio accetta e stabilisce che la somma venga trasformata in Buoni del Tesoro. La seduta si conclude con i complimenti a madre Rosalia Amato e a suor Gioconda Aristide per il brillante conseguimento del Diploma di Metodo e con l’accettazione in Istituto dell’aspirante Giuseppina Borrelli, di Tramonti, a totale carico della congregazione.

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L'ULTIMA di Maurizio Carucci, Avvenire

Il premier Conte con Matteo Salvini e Luigi Di Maio

Emergenza lavoro

Reddito di cittadinanza e quota 100 sono i due provvedimenti ritenuti prioritari dal governo gialloverde. Ma la lotta alla disoccupazione, dramma che nel nostro Paese coinvolge tantissimi giovani, richiede una progettualità decisa e riforme legate alle esigenze concrete di imprese, persone e territori

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eddito di cittadinanza e quota 100 sono i due provvedimenti ritenuti prioritari da questo governo. Una scelta che dovrebbe sbloccare il mercato del lavoro in Italia. Almeno nelle intenzioni della maggioranza giallo-verde. Tuttavia l’emergenza lavoro andrebbe affrontata con una progettualità ben più determinata e con riforme legate alle esigenze effettive delle imprese, delle persone e dei territori. Il reddito di cittadinanza non può limitarsi a una mera assistenza in denaro limitata nel tempo: offerte formative e lavorative devono rispettare le inclinazioni e la vocazione del capitale umano. Servono a poco corsi che non migliorano l’occupabilità dei disoccupati e non facilitano l’inserimento in azienda. La stessa quota 100 non deve essere vista solo come il raggiungimento di un giusto diritto alla pensione. La famiglia, la scuola, la Chiesa, le associazioni sindacali, professionali e di categoria sono chiamati a orientare i nostri giovani che sembrano sempre più confusi e senza speranza. La risposta non può limitarsi a una giornata di orientamento che spesso è soltanto la presentazione dell’offerta didattica o formativa da parte delle Università. Gli Its, Istituti tecnici superiori, nati sei anni fa, rappresentano una modalità intelligente per chi decide di inserirsi nel mondo del lavoro: poche ore di lezione teorica e

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molte di pratica nelle stesse imprese che poi assumono (oltre l’80% degli iscritti a questi corsi biennali trova un impiego). La stessa alternanza scuola-lavoro va potenziata e vista come un’occasione di tirocinio e un momento educativo per gli studenti. La flessibilità in entrata può essere sostenuta con i contratti di apprendistato o con gli incentivi alle aziende che assumono giovani e disoccupati (anche con più di 50 anni di età) che hanno voglia di mettersi in gioco. Lo stesso vale per la flessibilità in uscita. È vero che ci sono tante professioni logoranti e persone che ormai vedono la pensione come una via di uscita dopo tanti anni di sacrificio. Ma quanti sono coloro che vorrebbero trasmettere i loro saperi? Anche la formazione continua può contribuire a questo patto generazionale. Quanti genitori lascerebbero il proprio posto a favore di un figlio o una figlia che ha difficoltà a trovare un lavoro? L’emigrazione non può essere la sola risposta. Servono segnali di speranza. Educare all’autoimprenditorialità, alla cultura del rischio di impresa e della cooperazione possono essere un seme efficace. Il progetto Policoro, per esempio, è un valido strumento per rimettere la persona al centro. Soltanto così si possono superare misure assistenziali che non contribuiscono alla crescita e alla dignità dei cittadini e della propria comunità.



Welfare, economia e finanza: come comunicare

I giornalisti e la Carta dei doveri dell'informazione economico finanziaria 26 gennaio 2019 - ore 9.00-13.00 Iuvenescit Ecclesia Via Napoli, 160 - Nocera Inferiore

Introduce Salvatore D’Angelo direttore Ufficio diocesano comunicazioni sociali Saluti Mons. Giuseppe Giudice vescovo Nocera Inferiore-Sarno Salvatore Campitiello presidente Assostamapa Campania Valle del Sarno Interventi Maurizio Carucci, giornalista economico di Avvenire Reddito di cittadinanza e sistema Italia Alessandro Sacrestano, direttore responsabile Costozero La Carta dei doveri dell’informazione economica e finanziaria Sante Attolini, esperto di economia e finanza Economia e finanza, non solo parole Modera Mariarosaria Petti giornalista di Insieme

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