MemOria - Febbraio 2014

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PROSPETTIVE DI

solvere le cause strutturali della povertà non può attendere, non solo per esigenza pragmatica di ottenere risultati e di ordine nella società, ma per guarirla dalla malattia del rinvio o dalla indifferenza statuale che la rende fragile e che potrà solo portarla a nuove crisi. I piani assistenziali che fanno fronte ad alcune urgenze, scrive il Papa, si dovrebbero considerare solo come risposte provvisorie. Finché non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri, rinunciando all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e aggredendo le cause strutturali della inequità, non si risolveranno i problemi del mondo. L’inequità è la radice dei mali sociali» (EG 202). «La dignità della persona umana, il bene comune dovrebbero strutturare tutta la politica economica, ma a volte sembrano appendici aggiunte dall’esterno per un discorso politico senza prospettive né programmi di vero sviluppo integrale» (EG 203). La politica italiana deve smetterla con le risposte provvisorie, senta la spinta dell’urgenza sociale di risolvere alla radice i problemi dei poveri, contrasti l’autonomia assoluta dei mercati, la speculazione finanziaria, disincentivi il gioco d’azzardo; allora i poveri saranno meno poveri, il lavoro più protetto, la tassazione meno violenta e ingiusta. «Il consumismo sfrenato unito all›inequità danneggia doppiamente il tessuto sociale. Alcuni si compiacciono incolpando i poveri e i paesi poveri dei propri mali, con generalizzazioni indebite pretendono di trovare la soluzione in un’educazione che li tranquillizzi, li trasformi in esseri addomesticati e inoffensivi. Ciò è ancora più irritante se gli esclusi vedono crescere questo cancro sociale che è la corruzione profondamente

radicata in molti Paesi, nei governi, nell’imprenditoria, istituzioni» (EG 60).

2) Prospettiva del ritorno alle sorgenti. Senza ritorno alle sorgenti (la Costituzione per lo Stato e il Vangelo per i credenti) non si capirà la crisi e l’ottusità delle Istituzioni. Papa Francesco ne parla nell’Evangelii Gaudium (=EG): «Ci sono strutture ecclesiali che possono arrivare a condizionare un dinamismo evangelizzatore; le buone strutture servono quando c’è una vita che le anima, le sostiene e le giudica. Senza vita nuova e autentico spirito evangelico senza fedeltà della Chiesa alla propria vocazione, qualsiasi nuova struttura si corrompe in poco tempo» (EG 26). «Sogno la scelta missionaria (per la Chiesa) capace di trasformare ogni cosa, perché consuetudini, stili, orari, linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino canale adeguato dell’evangelizzazione del mondo, più che per l’autopreservazione» (EG 27). «Il papato e le strutture centrali della Chiesa universale hanno bisogno di ascoltare l’appello ad una conversione pastorale» (EG 32). «La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del si è fatto sempre così. Invito tutti ad essere audaci e creativi nel compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori» (EG 33). Queste citazioni portano a dire che tale compito non è individuale (“invito tutti”) ma azione di popolo; perciò è urgente che la trasformazione delle strutture avvenga con provvedimenti a livello centrale e periferico, secondo prassi canonicamente innovative e di partecipazione secondo lo spirito della Lumen Gentium: la Chiesa che ascolta la vox populi, e il popolo la voce di Dio!

3) Prospettiva della “solidarietà”. «La solidarietà è una reazione spontanea di chi riconosce la funzione sociale della proprietà e la destinazione universale dei beni come realtà anteriori alla proprietà privata. Il possesso privato dei beni si giustifica per custodirli e accrescerli in modo che servano meglio

MemOria

anno IX n. 2 Febbraio 2014

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