
1 minute read
Saverio Mecca
Presentazioni
Finalmente una nuova architettura si è costruita a Firenze. Dopo molti anni dal primo concorso di progettazione, e con in mezzo varie e tormentate vicende, la nuova sede di Firenze Parcheggi con il nuovo ingresso della sede di santa Verdiana si è realizzata. Se anche per questo progetto di architettura si usasse ricordare, come per un film nei titoli di coda, tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione, ne rimarremmo sorpresi. Molti hanno contribuito a questo, pur sofferto, successo: dal Comune di Firenze col suo Sindaco Dario Nardella, all’Università di Firenze e i suoi rettori che lo hanno seguito nel tempo, Alberto Tesi, Luigi Dei e Alessandra Petrucci, a Firenze Parcheggi e al suo Presidente Carlo Bevilacqua, alle imprese che lo hanno costruito. Ma più di tutti dobbiamo riconoscere i meriti dei progettisti che hanno collaborato al progetto: gli architetti Alberto Breschi e Giacomo Tempesta che ne hanno curato la concezione e la realizzazione insieme ai tecnici di Firenze Parcheggi e dell’Università. Sì, questo è un successo: il frutto della tenacia di molti in una città, Firenze, che ha smarrito il desiderio di futuro, troppo attenta a sfruttare ciò che gli avi hanno realizzato: architetture nuove e sperimentali come Brunelleschi e altri erano capaci di concepire e costruire e la città sosteneva e chiedeva. Finalmente una nuova architettura si è costruita a Firenze, e non soltanto per il suo evidente aspetto esteriore prospiciente sulla nuova piazza Annigoni ma piuttosto perché, così strettamente connesso a un impianto storico complesso e stratificato come l’ex convento di santa Verdiana vuole indicare un metodo per un uso evolutivo della città storica. L’ibridazione delle funzioni e il nuovo ingresso connettendo non solo idealmente il chiostro alla piazza, apre alla città intera un organismo per secoli escluso a ogni sguardo. Che sia questa nuova architettura beneaugurante per molte nuove architetture nella città entro le mura: la città è un corpo vivente che ha bisogno di rinnovarsi continuamente, di intrecciare nuove e antiche architetture, guidato dalla cultura e dalla responsabilità civile come solo gli architetti sanno esprimere: i segni del futuro che arricchiscono il senso del passato, delle nostre radici. Grazie a tutti.
Saverio Mecca Direttore del Dipartimento di Architettura (2012-2020) Università degli Studi di Firenze