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laboratorio di progettazione urbanistica con sociologia urbana A prof. antonio di campli coll. stefano radoni

Torino, 11 novembre 2010

DESCRIZIONI. A QUALE PROBLEMA RISPONDONO Gli anni ’90 hanno visto la presa di coscienza di avere a che fare con una città frammentaria e largamente discontinua.

DISMISSIONI DI SPAZI INDUSTRIALI. È stato uno dei primi temi, da questo poi lo sguardo si è concentrato sull’osservazione delle periferie di cui si è messa in evidenza la brusca povertà degli spazi aperti per cui apparivano sempre più faticose, brutte, aree di degrado sociale SPETTACOLARIZZAZIONE DEI CENTRI STORICI. Questi da sempre hanno costituito la scena materiale nella quale si rende visibile una comunità > = prodotto commerciale offerto sulla via delle vacanze e di turisti frettolosi.

DISPERSIONE: aree indifferenziate di espansione es Brianza, Veneto, Città Adriatica, Salento.

Il risultato è una città ETEROGENEA E DISCONTINUA. All’interno di queste discontinuità intanto si vanno generando nuove linee di divisioni, nuove insularità: fortezze e ghetti,in cui prevale il tema della paura, l’ossessione della sicurezza.

A fronte di queste profonde trasformazioni della città e del territorio emerge la necessità di tornare a spiegare la città a sé e agli altri.

Si rinnova impegno sul fronte descrizione, uno sforzo collettivo di tornare a descrivere il territorio mossa da una sensazione di inadeguatezza, di insufficiente interpretazione, dalla volontà di saperne di più.

Questo porta a diversi sentieri descrittivi e diverse pratiche dello sguardo. Dice Panofsky che se guardiamo all’albero dal pdv del carpentiere vediamo travi ed attrezzi, se lo osserviamo dal pdv dell’ornitologo vediamo nidi di uccelli.

(E. Panofsky, Il significato delle arti visive, 1962) Raschomon di Kurosawa del ’53: un relativismo che va preso con un po’ di buon senso: una giornata di pioggia. La descrizione rimanda a questo clima.

morfologie

qualità dei paesaggi urbani

comfort transetti urbani

tracciati

letture dall’alto

lo spazio urbano alla scala di prossimità

letture dal basso

rilievi principi insediativi

descrizioni pratiche d’uso dello spazio

Letture zenitali

Si tratta di letture di tipo tradizionali, condotte cioè sulla carta che è il dispositivo attraverso il quale la modernità si è impadronita e ha costruito il territorio.

Esempi sono la Parigi di Hausmann, l’addizione erculea di Biagio Rossetti a Ferrara, i progetti cartesiani di LC.

LA LETTURA ZENITALE: È UNA RIELABORAZIONE DELLA RAPPRESENTAZIONE CARTOGRAFICA PARLA DELLO SPAZIO, NON DEI LUOGHI EVIDENZIA DISPOSIZIONI, CONCENTRAZIONI, RELAZIONI TRA LE PARTI, CORRELAZIONI CON L’OROGRAFIA SEGNALA RICORRENZE E REGOLARITÀ LA SCOMPOSIZIONE PER LAYERS PERMETTE DI RIORDINARE RELAZIONI COMPLESSE IN UNA SERIE DI RELAZIONI PIÙ SEMPLICI

morfologie

area studio

morfologia del costruito

morfologia del costruito

morfologia degli spazi aperti

Sequenza di materiali Il risultato è il riordino di relazioni complesse entro una serie ordinata di relazioni semplici; è la costruzione, per gli archeologi, di una sintassi determinata nel tempo e nello spazio.

privacy permeabilitĂ dello spazio

materiali semplici

materiali complessi

tracciati

Brescia, PRG, 1995. Sistemi ambientali

Pesaro,. Sistemi ambientali

Sottomarina di Chioggia. L’arenile

Marina di Latina

rilievo

pratica dello sguardo e del disegno che richiede osservazione diretta.

Rilevare = vedere

Percorrere

Fare esperienza della città e del territorio

Lasciasi sorprendere dai suoi aspetti

Annotare

Memorizzare

Confrontare

Tornare a vedere Tutto ciò contribuisce a costruire una propria educazione allo sguardo (B. Secchi, Tre piani, La Spezia, Ascoli, Bergamo, Angeli, 1994, pag. 176) implica: • osservazione più diretta possibile, cioè non costruita attraverso carte • osservazione poco strutturata, si costruisce una legenda che può variare nel tempo.

Si va in un luogo, si cerca di osservare come la città e il territorio sono fatti, di quali materiali, di quali spazi, spazi aperti, spazi costruiti, materiali. Soprattutto è un osservazione condotta senza una catalogazione a priori: non si va lì per riconoscere tipi, secondo un ordine o un altro, ma per osservare e lasciarsi sorprendere. Questo atteggiamento è legato ad un ritorno alla concretezza e materialità territoriale: • osservazione / descrizione • Studio diretto dei fatti e delle cose • Di un pensiero che vuole trarre la propria forza dall’esplorazione del reale Il rilievo è un archivio di segni. In operazioni come quella del rilievo, l’attenzione è posta sui materiali, sul modo in cui sono diversamente declinati, sulle linee evolutive che nel tempo li mutano, sulla loro intrinseca deformabilità Si tratta di capire come la città è fatta Il sopralluogo, la passeggiata, la pratica del rilievo delineano una strategia dello sguardo.

Il rilievo è un elaborato nel quale sono annotate (attraverso l’uso dei colori, numeri, scritte) osservazioni attorno ai modi in cui lo spazio è costruito e funziona.

“Rilevare è in primo luogo vedere: percorrere, abitare, fare concreta esperienza della città e del territorio, lasciarsi sorprendere dai suoi aspetti ripetitivi od insoliti; annotare e memorizzare per confrontare, per tornare a rivedere e rilevare, per migliorare la propria educazione allo sguardo, per coglierne la distanza da quella di altri soggetti ed interrogarsi in proposito”

Obiettivo del rilievo è quello di affinare un ragionamento ed un giudizio sullo spazio urbano, coglierne i caratteri e le congruenze o incongruenze con le pratiche che vi si svolgono. Cogliere temi e problemi che quel luogo pone.

L’operazione del rilievo richiede uno sguardo il più possibile aderente alla cose per cogliere gli elementi, i materiali di cui è composto lo spazio, le tracce, i geroglifici. Questo è cioè un approccio elementarista, quello in cui si colgono i materiali e le loro combinazioni.

A COSA SERVE > REGOLE INSEDIATIVE come si compongono i materiali fino a dar luogo a spazi riconoscibili A COSA SERVE > PROGETTO il rilievo può dar luogo ad elaborazioni che sono già la messa in evidenza dei punti cruciali sui quali si fissa la nostra attenzione progettuale. Ad esempio il rilievo attento delle frantumazioni può indirizzare verso un progetto che si occupi della ricomposizione dei materiali

FASI DEL RILIEVO a. Primo sopralluogo con mappa 1/10000 in cui si prendono appunti, fotografie e schizzi.

b. Attraverso le letture zenitali (morfologia del costruito, tracciati del suolo, ecc.), cercare di individuare quali temi il luogo pone e quindi individuare su quali materiali e situazioni pertinenti concentrarsi col rilievo dal basso.

c. Sopralluogo di rilievo: annotazioni su uno stralcio cartografia al 2000, appunti, fotografie. Durante il sopralluogo verrĂ utilizzata una legenda semistrutturata: colori delle campiture, simboli e numeri.

attivitĂ

frequenza

combinazione di materiali

ESEMPIO DI LEGENDA ZONE EDIFICATE EDIFICI RESIDENZIALI alloggi funzioni annesse alla residenza (es. garage, depositi) EDIFICI NON RESIDENZIALI industria e artigianato (produzione) commercio (esposizione, vendita, depositi, magazzini) servizi (cultura, culto, spettacolo, ospedalieri, sanitari, sportivi, cimiteriali, tecnici, amministrativi, vigili del fuoco, carabinieri) direzionale (banche e uffici) attrezzature ricettive (alberghi, collegi, pensionati, pensioni, ecc.) stazioni di servizio e distribuzione del carburante attivitĂ agricola (e annessi: rustici, serre, silos, allevamento bestiame) edifici dismessi ZONE NON EDIFICATE PUBBLICHE O DI USO PUBBLICO parcheggi piste ciclabili rampe percorsi pedonali (percorsi interni agli isolati o in altre aree pubbliche) siepi incolto aiuole alberature giardini attrezzati giardini non attrezzati

PAVIMENTAZIONI rampe non pavimentate (sabbia, ghiaia o altro) acciottolato porfido altre pavimentazioni lapidee asfalto elementi prefabbricati PRIVATE O DI USO PRIVATO giardini / orti cortili

SISTEMA DELLE ACQUE corsi d’acqua canali, pozzi, acquedotti, cisterne ALTRI MANUFATTI fontane lavatoi tettoie ponti muri recinzioni di metallo terrazzamenti artificiali pergolati ALTRE INDICAZIONI passaggi coperti o portici accessi pedonali accessi carrabili numero dei piani parcheggi interrati griglie di areazione parcheggi interrati cantiere depositi a cielo aperto rudere edificio di pregio monumenti

principio insediativo

PRINCIPIO INSEDIATIVO: come il suolo è suddiviso in lotto o parti più ampie geometrie orientamenti come si rapportano queste suddivisioni e i manufatti che vi insistono rapporto tra edifici e suolo, tra spazio aperto e spazio costruito il PI è quindi espressione dei modi con i quali si incrociano le pratiche abitative e il territorio nella città moderna le regole erano immediatamente riconoscibili es i portici di Bologna

le regole insediative dichiarano una cultura del costruire spesso implicita e diffusa, un habitus, una razionalità minimale

RegolaritĂ (e variazioni) nella composizione di materiali semplici urbani

come si combinano diversi materiali tra loro, dando luogo a sequenze riconoscibili?

un principio insediativo è l’espressione dei modi con i quali si incrociano le pratiche dell’abitare e il territorio dichiara una cultura del costruire spesso implicita e diffusa (introduzione delle categorie di habitus, razionalità minimale) si legge cogliendo i rapporti tra edifici e suolo, orientamenti, geometrie,suddivisione dei lotti, ...

pratiche

pratiche: insiemi di azioni la cui successione è parzialmente fissata dall’abitudine o dalla tradizione

Pierre Bourdieu, Esquisse d’une théorie de la pratique, Droz, Paris-Genève, 1972 (trad.it. 2003) Le pratiche sono ciò che la gente fa. Sono attività ripetitive, routine, modi di fare regolari, ma non regolati. Sono interattive, il fine a cui tendono viene dato per scontato.

Guardare alle pratiche significa osservare azioni _anonime _ ripetute _ disseminate, _ diffuse, _ marginali, _ singolari e plurali assieme, _ capaci di interpretare il carattere ripetuto, ma anche la volontà di distinzione, _ astute, dell’astuzia millenaria dei pesci che si mimetizzano, _ invisibili, _ periture poiché non sempre si capitalizzano in qualche segno o in qualche geroglifico, _ elusive di un ordine: vivono negli interstizi, fingono un’assimilazione per trarne vantaggio.

“It is true that the operations of walking on can be traced on city maps in such a way as to transcribe their paths (here well-trodden, there very faint) and their trajectories (going this way and not that). But these thick or thin curves only refer, like words, to the absence of what has passed by.”

Michel de Certeau, Walking in the City

Michel De Certeau, L’invenzione del quotidiano, Edizioni Lavoro,Roma, 2001.

1974, Michel de Certeau, writes The practice of Everyday Live where the act of walking is described as a practice of living

Walking as a practice that refers to ways of doing, to non-geometrical spatialities, to a dependency to the blind and opaque inhabited city, a nomadic city within a designed one.

In this study he makes a distinction between the concepts of strategy and tactic.

Strategies are specific to the institutions, while the tactics describe the ways in which people create spaces in environments defined by strategies.

Tactics are isolated actions or events that take advantage of opportunities offered by the gaps within a given strategic system, although the tactician never holds onto these advantages. Tactics cut across a strategic field, exploiting gaps in it to generate novel and inventive outcomes.

(Michel de Certeau, L’Invention du quotidien, 1. Arts de faire et 2. Habiter, cuisiner, Gallimard, Paris, 1974).

stili d’insediamento / controllo dello spazio

morfologie

qualità dei paesaggi urbani

comfort transetti urbani

tracciati

letture dall’alto

lo spazio urbano alla scala di prossimità

letture dal basso

rilievi principi insediativi

descrizioni pratiche d’uso dello spazio