propri? Qualsiasi altra cosa gli individui possano fare come collettività fa presagire dei vincoli alla loro libertà di perseguire ciò che essi reputano conveniente per sé, e in ogni caso non favorirà questa ricerca. Le due sole cose utili che ci si possono attendere e si possono desiderare dal ‘potere pubblico’ sono l’osservanza dei ‘diritti umani’, lasciare cioè che ciascuno segua la propria strada, e consentire a ciascuno di farlo in pace, garantendo la sicurezza del suo corpo e dei suoi beni, chiudendo i criminali in prigione e mantenendo le strade libere da borseggiatori, pervertiti, mendicanti e da sconosciuti sgradevoli e malintenzionati. Con la sua consueta e inimitabile arguzia Woody Allen ha saputo cogliere le manie e le debolezze degli individui-perdecreto tardo-moderni rovistando tra degli immaginari volantini pubblicitari di «corsi estivi per adulti» cui gli americani sarebbero ansiosi di partecipare. Il corso di teoria economica prevede il tema «Inflazione e depressione: come vestirsi in simili evenienze». Il corso di etica propone invece «L’imperativo categorico e sei modi per farlo funzionare nel vostro caso»; mentre il prospetto del corso di astronomia informa che «il sole, che è composto da gas, può esplodere in ogni momento, provocando la completa distruzione del nostro sistema planetario; gli studenti verranno istruiti su ciò che il cittadino medio può fare in una simile eventualità». Riassumendo: l’altra faccia dell’individualizzazione pare essere la corrosione e la lenta disintegrazione della cittadinanza. Joël Roman, membro della redazione di «Ésprit», ha notato nel suo recente libro La Démocratie des Individus (1998) che «la vigilanza è degradata alla mera sorveglianza dei beni, mentre l’interesse generale non è più che una collezione di egoismi che fa leva sulle emozioni collettive e la paura del vi-
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