Le case di Andrej Tarkovskij Fotografie e disegni
Diabasis
€ 9,00
galleria dell’architettura italiana
Galleria dell’architettura italiana
Arsenij Tarkovskij
Le case di Andrej Tarkovskij. Fotografie e disegni
Abitate la casa e questa non crollerà. Io chiamerò un secolo qualunque Vi entrerò e in esso costruirò la casa.
Andrej Tarkovskij nasce il 4 Aprile 1932 a Zavraz’e, figlio del poeta Arsenj Tarkovskij e di Maria Ivanovna Visnijakova. Frequenta la Scuola di Cinema di Mosca e si diploma nel 1960 con il cortometraggio Il rullo compressore e il violino. L’opera prima, L’infanzia di Ivan, viene premiata nel 1962 con il Leone d’oro alla mostra del cinema di Venezia. I film successivi saranno Andrej Rublev, ultimato nel 1966, Solaris nel 1972, Lo specchio nel 1974, Stalker nel 1979, Nostalghia nel 1983, girato in Italia e premiato al Festival di Cannes. L’ultima opera è Sacrificio, anch’esso premiato a Cannes, girato in Svezia nell’estate del 1985 e montato durante l’improvvisa malattia che lo coglie sul finire dello stesso anno. Muore esule a Parigi il 29 Dicembre 1986.
Le case di Andrej Tarkovskij Fotografie e disegni
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LE CASE DI ADREJ TARKOVSKIJ FOTOGRAFIE E DISEGNI Galleria dell’architettura italiana “Casa della finestra”, Altana di Piazza Tasso Firenze 29 novembre - 19 dicembre 2012 Enti organizzatori: Università degli Studi di Firenze Facoltà di Architettura Dipartimento di Architettura – Disegno, Storia, Progetto Sezione “I luoghi dell’architettura” Scuola di Dottorato in “Architettura e Urbanistica” Dottorato di ricerca in Architettura / Progettazione Architettonica e Urbana Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij Con il patrocinio di: Comune di Firenze Direttore del Dipartimento: Ulisse Tramonti Direttore amministrativo: Gioi Gonnella Segreteria organizzativa: Grazia Poli Progetto della “Galleria dell’architettura italiana”: Fabio Capanni e Paolo Zermani Progetto della mostra: Fabio Capanni, Andrej A. Tarkovskij, Paolo Zermani Catalogo: Paolo Zermani Cura della mostra e progetto esecutivo di allestimento: Gabriele Bartocci con Simone Barbi, Giulio Basili, Gianluca Buoncore, Lisa Carotti, Chiara De Felice, Luca Della Rosa, Giuseppe Dell’Orco, Emanuele Ghisi, Salvatore Zocco Collaborazione alla realizzazione della mostra: Irene Baghi, Carolina Barzacchini, Silvia Bassi, Francesco Bracci, Sara Bucelli, Teresa Giglio, Valentina Guarino, Marco Nicoletti, Guglielmo Rapini, Sara Riccetti, Serena Romiti Il volume è realizzato da Edizioni Diabasis - Diaroads srl Vicolo del Vescovado, 12 - 43121 Parma ISBN 978-88-8103-789-6 © 2012 2
L’intero corpus del materiale esposto in mostra e parzialmente riportato nel catalogo è custodito presso l’Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij Via S. Niccolò 91, 50125 Firenze Tel. e Fax 39 055 2345943 e-mail andrej@tarkovskij.com La mostra è stata realizzata con il sostegno di:
Indice
5 Paolo Zermani, Casa Madre
7 Andrej A.Tarkovskij, Nostalghia della casa
9 Giovanni Chiaramonte, La casa di Andrej
11 Fabio Reinhart, Un progetto per la casa in Toscana
13 Fotografie e disegni
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“Nostalghia� (1983). La Madonna del Parto di Piero della Francesca. 4
Paolo Zermani Casa Madre È Andreij Tarkovskij stesso a ricordare che nel film “Lo Specchio” (1974) si racconta la storia di una casa di campagna, dove il narratore ha trascorso la propria infanzia, dove è nato e dove sono vissuti suo padre e sua madre. “Sulla base di vecchie fotografie” scrive “ricostruimmo, ‘resuscitammo’ quella casa, che era stata distrutta dal tempo, sulle fondamenta che si erano conservate, nello stesso luogo dove essa sorgeva quarant’anni prima. Successivamente portammo laggiù mia madre che aveva trascorso la giovinezza in quel luogo, in quella casa: la sua reazione quando la vide superò tutte le mie più audaci aspettative. Per lei fu come un ritorno nel proprio passato. Allora mi resi conto che eravamo sulla buona strada…” “Ricordo che tra la casa e la strada che conduceva al villaggio c’era un campo di grano saraceno.(….) Quando però ci recammo in quella località alla ricerca dei luoghi per le riprese non trovammo traccia del grano saraceno: ormai da parecchi anni in quei campi i kolchoziani seminavano erba medica e avena. Quando li pregammo di seminarlo di nuovo per noi in quel campo fecero di tutto per convincerci che il grano saraceno lì non sarebbe mai cresciuto perché il terreno non era assolutamente adatto. Quando poi, nonostante tutto, prendemmo in affitto il campo e vi seminammo il grano saraceno, i kolchoziani non nascosero la loro meraviglia vedendo come cresceva rigogliosamente…”. Tarkovskij, nel 1970, acquista una casa a Myasnoe, in Russia e ne progetta personalmente l’ampliamento e la rimessa, sul modello della casa materna. Per girare “Nostalghia”, nel 1983, Tarkovskij sceglie l’Italia. Qui la casa russa appare ancora, quale incessante ricordo. Episodio fondamentale del film è rappresentato dalla visita del protagonista Gorcakov alla Madonna del Parto di Piero della Francesca, una Madonna gravida, nata in mezzo ai campi, concepita da Piero per un convento a Monterchi, sul confine tra Toscana e Umbria, quale omaggio alla madre, originaria del luogo. Gorcakov non si avvicina alla Madonna del Parto: non vuole coglierne la sola bellezza. Lo fa Eugenia, la sua giovane interprete, ma è incapace di capire. A lei, e a noi, Tarkovskij mostra la Madonna solo dopo che è terminato il rito di alcune donne del popolo, impegnate in un’orazione alla Vergine in legno posta a fianco della Madonna più nobile. L’arte vera è solo quella prossima alla realtà. La figura della Madonna gravida, l’immagine promessa di maternità e di trasmissione della vita, quando nutrita non soltanto dalla bellezza esteriore, è assimilabile a quella della casa. Anche in Italia, allorchè decide di costruirsi una nuova casa a Roccalbegna, in Toscana, dopo essersi rivolto agli architetti, Tarkovskij ricorda la casa russa, la casa della madre. Un’insistita sequenza di archi a tutto sesto, un confronto sui tetti e sui portici, una facciata quasi albertiana, una torre, osservati e fotografati durante il “Viaggio in Italia” girato in preparazione a “Nostalghia”, modificano la prevalenza del ricordo, innestandolo in una nuova terra. Così egli concepisce il tipo architettonico. Da casa nasce casa. Nei fotogrammi finali di “Nostalghia” la casa russa è addirittura contenuta nella rovina italiana, lo spazio interno senza tetto della chiesa di San Galgano. Un ventre, un grembo, un esercizio di bambole russe, in cui la casa-madre, custode della memoria e del suo manifestarsi in tempi e luoghi diversi, è sempre protetta dalla casa di Dio.
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Myasnoe (1975). La famiglia Tarkovskij davanti alla casa di campagna. 6
A. Tarkovskij davanti alla casa materna, ricostruita durante la lavorazione di “Lo specchio� (1974). 14
A. Tarkovskij. Disegno della casa a Myasnoe (1973). 20
Questo piccolo quaderno monografico decimo nella Galleria dell’architettura italiana viene stampato nel carattere Times dalla tipografia La Colornese di Colorno, Parma per conto di Edizioni Diabasis nel mese di novembre dell’anno duemila dodici
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