Italia Publishers 04/2024

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MEETING LEADERS

Sappi indica la strada per una produzione cartaria più sostenibile e future-proof

SPECIALE

Se i LED cambiano il colore delle stampe, è tempo di riscrivere gli standard

TECNOLOGIE

La stampa digitale è pronta a soppiantare l’o set B1 e B2? drupa 2024 dice: “Why not”

NUOVA TECNOLOGIA HYPER SPEED CUTTING

PROTOCOLLO DI COMUNICAZIONE PIU’ VELOCE E PERFORMANTE

SISTEMA ELETTRONICO COMPLETAMENTE RIPROGETTATO

SCHEDA DI CONTROLLO DI NUOVA GENERAZIONE

DALLA REALIZZAZIONE DI CAMPIONI

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EDITORIALE

5 | Noi digitalari, una razza in via di estinzione?

NEWS

6 | Novità dai player del mercato digitale

MEETING LEADERS

14 | Sappi indica la strada per una produzione cartaria più sostenibile e future-proof

SPECIALE

22 | Se i LED cambiano il colore delle stampe, contribuiamo a riscrivere gli standard

STRATEGIE

26 | Da campioni di motocross a outsider della decorazione con il taglio flatbed Valiani

30 | La quarta Kongsberg spinge i volumi di Inprinting e consolida l’intesa con B+B

TECNOLOGIE

38 | La stampa digitale è pronta a soppiantare l’offset B1 e B2? drupa 2024 dice: “Why not”

PUBBLIREDAZIONALI

34 | La riscossa degli inchiostri after market. Il momento di riconsiderarli è adesso!

46 | L’inkjet a base acqua di Kyocera è la soluzione per gli stampatori pronti al futuro

inserzionisti

Automa Pantografi pag. 43

Canon pag. 7

Durst pag. 25

Elitron IV cop.

Eurmoma pag. 9

Expo Mediterraneo pag. 8

F Service pag. 45

Fenix DG pag. 33

Filmolux pag. 11

Forgraf pag. 37

Fotoba pag. 3

Fujifilm pag. 4

Idealgraphics pag. 17

Interlem GP Omega III cop.

INX Digital pag. 1

Liyu pag. 13

Neolt Factory pag. 21

NGW Group II cop.

Sei pag. 41

Soltech Service pag. 29

Zünd pag. 19

Il valore della ecologia

Se volete migliorare la sostenibilità della vostra stampa flessografica, pensate a Fujifilm. Le nostre lastre Flenex FW con sviluppo a base acqua eliminano le sostanze chimiche nocive, mentre i nostri inchiostri CuremaX ad alta pigmentazione riducono il consumo complessivo di inchiostro. Inoltre, il nostro sistema UV LED LuXtreme riduce l’energia e gli sprechi.

Tutte le nostre soluzioni flessografiche ottimizzano la qualità e le prestazioni, migliorando nello stesso tempo le credenziali di sostenibilità della vostra azienda.

Italia Publishers – Anno XXXVI – n° 04/2024

Registrazione: Tribunale di Milano n. 74 del 12/2/94

Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015

Direttore editoriale Lorenzo Villa Direttore responsabile Gabriele Lo Surdo

Collaboratori

Donatela Saric Copertina Sara Ciprandi

Pubblicità marketing@densitymedia.com

Abbonamento 6 numeri

€ 60,00 (Italia) / € 120,00 (estero) Ufficio abbonamenti abbonamenti@densitymedia.com

editoriale

di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com

Noi digitalari, una razza in via di estinzione?

Italia Publishers è una rivista che rispetta l’ambiente. Per produrla, utilizziamo energia proveniente da fonti rinnovabili e carte certificate FSC®. Per spedirla, utilizziamo film in materiale compostabile.

Editore

Stampa Unigrafica Postalizzazione ET System drupa content contributor

Density srl, Via Thaon di Revel 21, 20159 Milano P.IVA 03454220124

Tutti i contenuti scritti dalla redazione sono coperti da licenza Creative Commons – Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale (CC BY-NC-SA 4.0). Ovvero possono essere riprodotti a patto di citare il nome dell’autore e della testata; utilizzarli soltanto per scopi non commerciali; condividerli con la stessa licenza o con una licenza compatibile. Per maggiori informazioni visita: creativecommons.org.

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Testata sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione media, in conformità al regolamento CSST, per il periodo 01/01/2023 – 31/12/2023.

Certificato

CSST

2023-6706

Società di revisione: Metodo srl

Essendo un argomento spinoso, premetto che non c’è una correlazione (se non casuale e involontaria) tra questo editoriale e i protagonisti del numero che sfoglierete. Sarà lo strascico di drupa, ma durante l’estate mi è capitato più volte di intrattenermi in conversazioni sugli ultimi trent’anni di lavoro con alcuni clienti e partner, tutti più o meno coetanei, tutti veterani del settore. Tra aneddoti, battute, e commenti irriferibili su qualche foto vintage scattata in fiera, la conversazione è quasi sempre virata su riflessioni nostalgiche e interrogativi agrodolci sul futuro. Seppur maturo, il mercato della stampa digitale nasce tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta da una nuova generazione di giovani tecnici, imprenditori, manager, comunicatori. Chi dall’informatica, chi dalle arti grafiche, chi dal tessile, abbiamo plasmato una creatura inedita che oggi ha una sua fisionomia, un suo linguaggio, un suo set di usi, consuetudini, luoghi di incontro, riferimenti mediatici e culturali. Ma, oggi, i ventenni e i trentenni di allora hanno cinquanta o sessant’anni, in larga misura sono ancora alla guida delle aziende, e ricoprono le posizioni dirigenziali, commerciali, amministrative, consulenziali, di marketing e comunicazione più rilevanti. A farci apparire più giovanili dei nostri antenati è forse la sensazione di aver infranto paradigmi tecnologici vecchi di secoli, giocando un ruolo in una rivoluzione digitale ancora in pieno svolgimento. Ma l’età anagrafica non mente e solo i più fortunati e lungimiranti hanno avviato con successo il cambio generazionale. Frequentando stampatori, costruttori, rivenditori e società di servizi del settore, a volte sono preoccupato. La maggior parte dei titolari d’azienda non è pronta a cedere il comando a figli e figlie (sempre che ne abbia, e che essi siano interessati), né ha assunto e formato una nuova leva di manager, e neppure ha attirato investitori e talenti in grado di dare continuità al business. Se forse l’automazione salverà il nostro settore dalla carenza fisiologica di risorse umane, c’è da domandarsi chi lo salverà dall’assenza di una nuova generazione di digitalari pronti a promuoverne e rilanciarne il percorso evolutivo. Voi che dite?

In 17 anni, swissQprint raggiunge “quota 2.000” e continua a crescere

Il costruttore svizzero, celebre a livello globale per la qualità e la durevolezza delle stampanti inkjet, celebra la duemillesima unità venduta. La stampante, una flatbed della serie Nyala, è destinata allo stampatore americano SuperGraphics, basato a Seattle. Proprio il Nord America, dove swissQprint ha aperto una filiale nel 2016, si sta rivelando uno dei mercati più dinamici e entusiasti delle stampanti svizzere. Quando swissQprint è nata, nel 2007, pochi avrebbero scom -

messo su un successo tanto travolgente e duraturo, e sulla capacità del costruttore di portare soluzioni tanto innovative nel già maturo segmento della stampa flatbed UV.

«Su una base installata di quasi 2.000 stampanti, oltre 400 hanno più di 10 anni e sono ancora utilizzate quotidianamente, a testimonianza della longevità delle nostre macchine», ha affermato orgoglioso Kilian Hintermann co-fondatore e CEO di swissQprint. swissqprint.com

Giovanardi rafforza il team per crescere nei materiali riciclati

Giovanardi è orgogliosa di annunciare l’ingresso in azienda di Cristian Randon, che si unisce al team tecnico-commerciale del noto fornitore di tessuti, dopo 17 anni di collaborazione con Filmolux Italia (di cui 11 come amministratore delegato). Fondata nel 1963 e a tutt’oggi guidata dall’omonima famiglia, l’azienda mantovana ha coltivato la specializzazione nei tessuti tecnici, creando una gamma di prodotti per la protezione solare, l’arredamento, la nautica e altri settori.

Nel settore della grafica e della pubblicità, benché di nicchia, Giovanardi si è conquistata una fama grazie a un catalogo prodotti di qualità, che include tessuti per la stampa e sistemi di tensionamento. Nell’ambito del suo nuovo incarico, Randon sarà chiamato a promuovere l’ambizioso progetto Refelter, finalizzato alla raccolta e al riciclo dei tessuti stampati, e a ridisegnare la struttura commerciale valorizzando le competenze e gli asset unici dell’azienda. giovanardi.com

Il large format di Fujifilm cresce in Italia con Gianluca

Da qualche settimana Gianluca Airaghi è il nuovo responsabile Wide Format Sales Support di Fujifilm Italia. Forte di una carriera dedicata alle arti grafiche, dopo aver ricoperto ruoli dirigenziali e commerciali in Scitex Vision, HP, Liyu ed Elitron, Airaghi porta in Fujifilm oltre vent’anni di esperienza nelle tecnologie industriali per la stampa e la finitura di grande formato. Nell’ambito del suo nuovo incarico, Gianluca contribuirà a rafforzare la reputazione di Fujifilm presso gli

Airaghi

operatori italiani del large format, supportando rivenditori e partner nella conquista di nuove quote di mercato. «Non vedo l’ora di mettere la mia esperienza nel settore della stampa di grande formato al servizio dei nostri clienti in Italia, contribuendo alla crescita di Fujifilm in questo mercato molto dinamico. Mi piace anticipare i trend di mercato e offrire le migliori soluzioni possibili ai clienti», ha affermato Airaghi. fujifilmprint.eu

Dopo aver guidato per anni Filmolux Italia, promuovendone anche la crescita nel campo dei tessuti per la stampa, Cristian Randon entra nella squadra di Giovanardi.
‖ Da sinistra, Kilian Hintermann, Carmen Eicher e Reto Eicher posano davanti alla duemillesima stampante swissQprint prima della spedizione a SuperGraphics.
‖ Da sinistra Colm Garvey, European Dealer Manager di Fujifilm Europe, e Gianluca Airaghi, nuovo responsabile Wide Format Sales Support per l’Italia.

THE POWER T0 MOVE

Una stampa a regola d’arte con le nuove serie Canon imagePROGRAF PRO

Le nuove serie di stampanti per grande formato a 12 colori imagePROGRAF PRO guardano ai mercati della fotografia e delle belle arti con tre modelli: PRO-6600 da 60”/1524 mm, PRO-4600 da 44”/1118 mm e PRO-2600 da 24”/610 mm.

L’eccezionale qualità delle immagini è assicurata grazie ai nuovi inchiostri a pigmenti LUCIA PRO II, che offrono: colori eccezionalmente brillanti, nitidezza e ricchezza di dettagli senza precedenti. L’inchiostro nero opaco, incluso nel set LUCIA PRO II, e la nuova tabella di corrispondenza cromatica, rendono possibile la riproduzione delle tonalità più scure e dei grigi sulle carte Fine Art, creando profondità d’immagine e densità colore sbalorditive.

Il set di inchiostri LUCIA PRO II consente di realizzare stampe che resistono alla prova del tempo. Grazie alla maggiore resistenza ai graffi su carta fotografica, è più facile maneggiare, allestire e rifinire le opere stampate, che beneficiano inoltre di un’elevata stabilità del colore e di un’incredibile resistenza alla luce.

Le nuove stampanti della serie imagePROGRAF PRO, sono facili da utilizzare e consentono contemporaneamente di incrementare la produttività. Il migliorato processo di alimentazione automatica dei supporti, ne ha ridotto il tempo necessario per il caricamento di ben il 40%. Sono inoltre dotate di un sistema di alimentazione a doppia bobina (di serie su PRO6600), che offre l’opportunità di gestire nello stesso momento un secondo media di tipo e formato diverso, riducendo i tempi di inattività e in grado di svolgere anche la funzione di riavvolgitore.

imagePROGRAF PRO si distingue anche in tema ambientale, aggiudicandosi il titolo di prodotto ‘Gold’, il più alto livello di certificazione nel campo delle apparecchiature di imaging, secondo il sistema di valutazione ambientale americano EPEAT (Electronic Product Environmental Assessment Tool).

Scopri di più sulla nuova gamma al QR qui sotto:

serie imagePROGRAF PRO

Screen si rafforza in Italia per supportare la transizione offset-digitale

Benché sia un attore storico e un player rispettato nella prestampa e nella stampa inkjet a bobina, Screen ha sempre avuto una presenza di nicchia nel mercato italiano, per lo più con le sue soluzioni CtP. Nell’ultimo decennio, tuttavia, il brand giapponese ha finalizzato numerose installazioni di macchine da stampa narrow web per etichette nel nostro Paese, e ha messo a punto una gamma

di soluzioni continuous feed di qualità offset. Il 2024 segna un cambio di passo con l’ingresso nel team di Domenico Beraldi, che da qualche settimana ricopre l’incarico di Regional Sales Manager per l’Italia. Dopo sei anni in Xeikon, e dopo aver lavorato presso partner commerciali Screen in passato, Beraldi ha oggi il compito di favorire la penetrazione della tec-

nologia inkjet del costruttore nipponico presso i tipografi italiani. Oltre all’alta qualità di stampa, che eguaglia quella dell’offset, i sistemi a bobina Screen offrono numerosi plus tecnologici, come la possibilità di stampare su carte patinate e naturali senza pre- e post-trattamento, l’impiego di inchiostri proprietari, la tecnologia di asciugatura NIR, e un modello economico vantaggioso.

«Credo che sempre più stampatori passeranno all’inkjet a bobina, in larga misura rimpiazzando l’offset a foglio», sostiene Beraldi. «Ogni giorno dimostriamo nei fatti che questo è possibile, e l’interesse non è mai stato così alto». screeneurope.com

‖ Sotto: a sinistra, Domenico Beraldi; a destra, Truepress JET 560HDX stampa a 1.200 dpi su bobine di carta patinata e naturale fino a 560 mm di larghezza.

MCA Digital acquisisce Indigital per espandere prodotti e servizi

L’espansione della stampa digitale a scapito dell’offset e l’aumento di produttività e valore delle attrezzature digitali hanno portato a una riduzione del numero di operatori e una riorganizzazione del mercato dei fornitori. Nata nel 2015, MCA Digital si è affermata, in meno di un decennio, come uno dei system integrator di riferimento nel campo del grande formato e della stampa a foglio, legando il suo successo a brand tecnologici di prestigio. Per accelerare la sua crescita, ampliare il suo port-

folio prodotti, e servire più efficacemente i mercati della Lombardia e del Nord Ovest, la società ha annunciato la fusione per incorporazione con Indigital, storico fornitore milanese di tecnologia e consumabili per il grande formato. Grazie all’integrazione dei team e delle infrastrutture, il gruppo potrà contare su 60 collaboratori ripartiti tra i 1.600 m² della sede di Campodarsego (PD) e i 1.600 m² del magazzino di Paderno Dugnano (MI). mcadigital.com

‖ La sede di Indigital, con uffici e 1.600 m² di magazzino alle porte di Milano, consentirà al gruppo di servire efficacemente la Lombardia e il Nord Ovest.

Expo della Pubblicità rialza il sipario a Catania a marzo 2025

Con cinque milioni di abitanti, e un tessuto produttivo costituito da decine di migliaia di piccole e medie imprese che operano in innumerevoli settori, dall’agroalimentare al turismo, la Sicilia è un mercato fertile e diversificato per gli operatori della stampa e della comunicazione. A loro è dedicata Expo della Pubblicità, la fiera che da oltre quindici anni raccoglie le novità tecnologiche, i prodotti e fornitori più rilevanti a livello regionale, coinvolgendo decine di espositori e migliaia di visitatori

taglio e fresatura Aristo e SD Italy.

Blu Sign alza il tiro con nuovi spazi e tecnologie per servire il mercato

Forte di oltre vent’anni di esperienza nella selezione, validazione e commercializzazione di materiali e soluzioni per la stampa digitale e la decorazione, Blu Sign ha deciso di muovere un passo decisivo anche nell’ambito delle tecnologie industriali per la stampa e il finishing. La family company lombarda, guidata con immutata passione da Fabrizio Bignamini e dai figli Giada e William, coadiuvati da un team di tecnici, esperti di applicazione e addetti al post-vendita, ha recentemente ampliato a

400 m² il suo spazio dimostrativo presso la sede aziendale di Ozzero (MI). Il centro demo, che debutterà nella sua nuova veste a metà ottobre, ospita una stampante flatbed Fujifilm Acuity Prime, una soluzione ibrida Acuity Prime Hybrid, un’unità di taglio e fresatura Aristo in formato 2x3 m, una fresatrice industriale SD Italy Augusta, e il dispositivo di applicazione flatbed Rollsroller. Blu Sign ha già un fitto calendario di demo pianificate per l’ultimo trimestre. blusign.it

da Sicilia, Calabria, Campania e altre aree del Sud Italia. La forza dello show, che ogni anno riconferma i suoi numeri, risiede anche in un’organizzazione accurata, e nella sua ubicazione presso i moderni padiglioni di Sicilia Fiere, a pochi minuti dall’aeroporto di Catania e dal centro città. L’edizione 2025 è confermata dal 14 al 16 marzo, e annovera già i principali rivenditori e distributori di soluzioni di stampa e finitura, supporti e materiali promozionali. expodellapubblicità.it

‖ Expo della Pubblicità offre una panoramica completa su macchinari da stampa e finitura, supporti e materiali, tecniche produttive e campi di applicazioni finali.

‖ Il rinnovato centro demo di Blu Sign ospiterà stabilmente i sistemi di stampa flatbed e ibrido di Fujifilm, combinati con i sistemi di

Inquadra il QR code e scopri la nostra linea di tessuti per la stampa digitale grande formato.

Durst celebra la millesima installazione di Durst Workflow

Nel 2019, Durst lanciava la sua piattaforma software Durst Workflow, dotata di funzionalità di gestione della stampa e del colore, poi arricchita di tool di prestampa e automazione. A cinque anni di distanza, il costruttore ha annunciato la millesima installazione, che sancisce il gradimento della suite sia tra i clienti Durst che tra gli utilizzatori di altre marche di stampanti. L’utente numero 1000 è la statunitense Forge Graphics. L’azienda, specializzata nella progettazio-

ne e realizzazione di soluzioni grafiche per eventi e punti vendita, ha adottato Durst Workflow in sostituzione di un RIP di terze parti. «Volevamo una soluzione di gestione del flusso di lavoro più avanzata, integrata con altre funzioni aziendali, come la pianificazione, la preventivazione e l’automazione di task comuni, per risparmiare tempo e prevenire rifacimenti», afferma Todd Ebersole, Strategy Director di Forge Graphics. durst-group.com

Kongsberg cresce nella fresatura con Multicam Apex3R Evo

A tre anni dall’ingresso nella famiglia Konsgberg PCS, cui è seguito il fortunato sbarco in Europa con Apex3R, Multicam introduce una nuova versione della sua piattaforma di fresatura ideata e ottimizzata per gli operatori del display graphics. Con Apex3R Evo, Multicam introduce nuovi livelli di prestazioni e funzionalità pensate specificamente per la clientela europea, tra cui un mandrino da 13,3 HP, capace di operare a velocità comprese tra 24.000 e 32.000 rpm. L’unità dispone

inoltre di un nuovo utensile oscillante elettrico in grado di operare in un range di spessori tra 1,5 e 5 mm, ideale per lavorare una moltitudine di materiali. Apex3R è poi equipaggiabile con un dispositivo di cambio utensile automatico, ed è dotata di un sistema di aspirazione della polvere ridisegnato e di una nuova telecamera ad alta risoluzione con illuminazione migliorata, che velocizza la messa a registro. multicam.com bbinternational.com

‖ Zünd UNDERCAM combina la comodità di una prolunga di carico con le funzionalità di rilevazione e messa a registro dal basso attraverso una seconda telecamera.

Zünd accresce l’automazione e la produttività con UNDERCAM

Zünd migliora ulteriormente le prestazioni e la versatilità dei suoi leggendari sistemi di taglio delle serie G3 e D3. Disponibile in quattro larghezze diverse, per adattarsi ai diversi formati macchina, UNDERCAM consiste in una prolunga statica del piano di carico, che permette all’operatore di appoggiare comodamente il foglio di materiale, preallinearlo alle barre di pinza e squadra sollevabili, e predisporlo per la lettura dal basso con la telecamera integrata, che completa il dispositivo.

Grazie al piano di pre-allineamento e alla seconda telecamera, gli utilizzatori Zünd possono creare workflow di taglio più efficienti per tutte le lavorazioni da eseguire sul retro del materiale, come la cordonatura del cartone ondulato. Per velocizzare il caricamento dei lavori da pallet misti e ridurre possibili errori umani, la produzione con UNDERCAM è basata su QR code, che consentono di associare automaticamente il file di taglio corretto al singolo foglio. zund.com

‖ Grazie a Durst Workflow, la statunitense Forge Graphics ha automatizzato il suo flusso di lavoro, integrando preventivazione e pianificazione dei lavori.
‖ Apex3R Evo è la nuova versione della nota fresatrice Multicam, aggiornata e ottimizzata per rispondere ancor meglio alle esigenze produttive dei clienti europei.

Sappi indica la strada per una produzione cartaria più sostenibile e future-proof

Con investimenti milionari negli impianti produttivi europei, e una gamma di prodotti e servizi rinnovata, il gruppo sudafricano è pronto alle nuove sfide imposte dal mercato.

Se la carta resta il media più emozionante, tangibile e duraturo, le aziende che la realizzano sono entità inafferrabili, che stampatori, creativi e marche conoscono per lo più tramite nomi di prodotto, campionari, pallet di fogli da stampare e confezionare. Le migliori cartiere entrano stabilmente nell’immaginario del mercato per la qualità immutabile del loro prodotto e per i valori tangibili e intangibili ad esso associati:

stampabilità, resa ottica e tattile, sostenibilità, certificazioni. Eppure, dietro ad ogni foglio di carta c’è un ecosistema di persone e tecnologie che lo realizza partendo da materie prime uniche, impiegando tecniche e macchinari spesso concepiti ad-hoc, e le competenze di maestranze e comunità che vivono in simbiosi con la cartiera. Ne sono un caso emblematico Sappi, le sue carte Magno e la sua cartiera di Gratkorn, che abbiamo visitato per scoprirne i tratti unici e le professionalità.

di Lorenzo Villa

Un gigante globale con solide radici locali

Nata e tuttora basata a Johannesburg, in Sud Africa, Sappi (acronimo di South African Pulp and Paper Industries) produce ogni anno 4,7 milioni di tonnellate di carta, 2,3 milioni di polpa di cellulosa e 1,5 milioni di tonnellate di pasta di legno per dissoluzione.

Con 11.600 dipendenti, 20 sedi, clienti in 150 Paesi e 400.000 ettari di foreste gestite sostenibilmente in Sud Africa, Sappi ha

nell’Europa uno dei suoi mercati più solidi e diversificati. I suoi otto impianti produttivi europei producono carte per imballaggi rigidi e flessibili e per la stampa, supporti per etichette, carte per la sublimazione, materiali tissue, polpa di cellulosa e biomateriali. Ciascun sito è specializzato in un prodotto particolare e opera in modo sinergico con il resto del gruppo.

Fondata nel sedicesimo secolo per produrre carta fatta a mano da vecchi stracci e basata nell’omonimo villaggio della Stiria

(nell’Austria orientale), la cartiera di Gratkorn vanta una lunga tradizione nella produzione di carte di qualità. Dopo l’acquisizione da parte di Sappi, nei primi anni Novanta, l’impianto è stato modernizzato e oggi produce 950,000 tonnellate all’anno di carte patinate e speciali, oltre a 250.000 tonnellate di polpa di cellulosa sbiancata. Hub europeo delle carte per la stampa, oggi la cartiera è anche il principale polo produttivo delle carte Sappi Magno.

I numeri di Gratkorn

Il sito Sappi di Gratkorn si estende per circa 1 milione di metri quadri su entrambe le sponde del fiume Mura e ospita un’area per lo stoccaggio del legname, lo stabilimento per la produzione di polpa di cellulosa, la cartiera, un centro di taglio, magazzini e unità logistiche, impianti per il trattamento dell’acqua destinata alla produzio-

‖ Sullo sfondo, il villaggio di Gratkorn e l’omonima cartiera del gruppo Sappi.

Peter Putz

Plant Manager Gratkorn di Sappi Europe

“Abbiamo un’elevata densità di dipendenti di alto profilo, che ci aiutano ad innalzare la qualità del prodotto.”

‖ 1) La torre che sovrasta la centrale a biomasse che alimenta la cartiera.

2) Durante la visita abbiamo visto in funzione la PM11, una delle macchine continue più grandi e veloci in Europa.

ne e delle acque reflue. La produzione di carta è distribuita su due macchine continue, ciascuna denominata PM (acronimo di Paper Machine, in uso presso tutte le cartiere), con una numerazione univoca. La PM9, installata nel 1987 e ricostruita nel 2019, ha una larghezza utile di 6.450 mm e una velocità di 1.000 m/min. La PM11, installata nel 1997 e ricostruita nel 2014, ha una larghezza di 8.500 mm e una velocità di 1.400 m/min. La prima è dedicata alle grammature basse (da 65 a 118 g/m²), mentre la seconda produce le grammature comprese tra 115 e 350 g/m², pari a tre quarti del volume complessivo. Il centro di taglio, dotato di 4 slitter e di 11 linee di taglio, converte in fogli l’80% della carta prodotta, mentre il restante 20% è confezionato e spedito in bobina. Il magazzino di Gratkorn può stoccare fino a 15.000 tonnellate di bobine pronte per il taglio, e 10.000 tonnellate di prodotto finito. Grazie al terminal ferroviario interno all’impianto, che gestisce il 60% del volume di prodotto, la carta raggiunge ogni giorno il centro di distribuzione Sappi di Wesel, in Germania. Il 40% viaggia su gomma verso il centro di

distribuzione per l’Europa orientale, basato in Austria. I due centri di distribuzione riforniscono un network di magazzini locali in diversi Paesi, tra cui gli importanti hub di Perpignan, Milano e Venezia. L’Europa (incluso il Regno Unito) assorbe circa l’80% del fatturato delle carte grafiche, mentre il Nord America è il principale mercato di esportazione.

Un ciclo produttivo integrato

All’arrivo a Gratkorn, il legname viene privato della corteccia, che è destinata ad essere bruciata nella centrale a biomasse, insieme alla lignina e ad altre parti non fibrose. L’impianto – usato per produrre energia e alimentato per il

60% da scarti e liscivio nero e per il 40% da gas naturale – genera 840 GWh/anno, 720 dei quali sono utilizzati dalla cartiera e 120 reimmessi in rete. Il vapore generato dai boiler alimenta le turbine, mentre il calore residuo è sfruttato per il riscaldamento domestico di oltre 20.000 famiglie, pari a circa il 20% della popolazione della vicina Graz.

L’unità di produzione della polpa di cellulosa è dotata di sette digestori e di un impianto di sbiancatura che, sin dai primi anni Novanta, utilizza un processo interamente meccanico, senza l’utilizzo di derivati del cloro. La polpa di cellulosa viene poi essiccata e inviata al magazzino materie prime per le produzioni.

Una qualità top grazie a tecnologie e persone speciali

Le carte realizzate a Gratkorn sono destinate a una clientela esigente nell’editoria, nel packaging e nell’etichettatura. Sappi ha messo a punto protocolli stringenti di controllo e gestione della qualità, che esaminano i parametri di umidità, contenuto di fibra, grammatura e innumerevoli altri valori lungo tutto il processo. Le due macchine continue sono dotate di sensori online, che effettuano un’ispezione continua e inviano in tempo reale i parametri al team di controllo, salvandoli al contempo in un database. Con un investimento multimilionario, nel 2023 Sappi ha completato

“Solo diversificando il portfolio e creando prodotti più sofisticati e di valore potremo fare la differenza.”

‖ 3) Una delle quattro unità di slitting installate a Gratkorn. 4) Solo il 20% della carta prodotta è venduta in bobine, mentre l’80% è convertita in fogli su 11 linee di taglio.

l’installazione di un nuovo sistema di controllo della qualità sulla PM11, che si estende ai processi di patinatura e calandratura. L’edificio che ospita la produzione è poi dotato di un impianto di ricircolo dell’aria da 2 milioni di m3/h, che previene la diffusione di polveri. Il laboratorio della cartiera, equipaggiato con strumentazioni sofisticate, esegue analisi chimiche e fisiche sulle materie prime, controlli visivi e strumentali su svariati parametri del prodotto, e test di stampabilità con macchine offset da laboratorio.

Non meno importante è il contributo alla qualità dei circa 1.100 dipendenti della cartiera, buona parte dei quali residenti nei pressi dell’impianto e appartenenti a famiglie coinvolte nella produzione cartaria da generazioni.

«Abbiamo un’elevata densità di dipendenti di alto profilo, che ci aiutano ad innalzare la qualità del prodotto», spiega Peter Putz, Plant Manager di Gratkorn. «Oltre alle loro importanti competenze tecniche, a fare la differenza è la loro incredibile dedizione».

Sebbene fatichi a trovare nuovi collaboratori, contesi dalle molte imprese hi-tech della zona, la cartiera ha fama di datore di lavoro

stabile e affidabile, impegnato nel supporto a scuole, università e iniziative locali. Il programma di apprendistato aziendale, inoltre, sforna ogni anno 35 nuovi tecnici con competenze in campo elettrico, elettronico, meccanico e di produzione cartaria. Per garantire la continuità delle produzioni, infine, la cartiera possiede un reparto di progettazione CAD e lavorazioni CNC in grado di produrre internamente le parti di ricambio di ogni macchinario.

Una promessa di sostenibilità fatta di impegni concreti

Agli occhi dell’opinione pubblica, l’industria cartaria resta tra le più energivore, inquinanti e affama-

te di risorse naturali. Insieme ai migliori attori del settore, Sappi si impegna attivamente per sovvertire questo luogo comune.

La cartiera di Gratkorn impiega 1,2 milioni di metri cubi di legname all’anno (per lo più abete rosso e faggio proveniente da foreste gestite in modo sostenibile, per il 90% entro un raggio di 200 km).

L’azienda, che ha già ridotto al minimo l’impiego di chimica e riutilizza gli scarti per produrre energia, taglierà di un ulteriore 30% le emissioni di CO₂ eliminando l’uso di combustibili fossili.

Sul fronte dell’acqua – ingrediente essenziale per produrre carta – la cartiera ne preleva dal fiume solo la quantità strettamente necessaria alla produzione, e la rilascia

depurata, con valori microbiologici uguali o migliori degli originali. Per garantire la continuità dell’ecosistema fluviale, Sappi ha anche realizzato una scala di risalita per i pesci presso lo sbarramento artificiale che alimenta la cartiera. Solo una delle tante iniziative pratiche che si innestano su un programma di riduzione delle emissioni, che porterà a un taglio del 41,5% delle emissioni di gas serra al 2030 (rispetto ai valori del 2019), e sull’ambiziosa road map per la decarbonizzazione elaborata da Sappi Europe per il periodo 2021-2025. La road map si articola in oltre 80 progetti da realizzare presso gli impianti produttivi di Sappi Europe, in cui rientrano quelli in ambito ener-

Q-Line Concrete Performance

La Q-Line con BHS180 ridefinisce i limiti di performance. Questa innovativa soluzione di sistema per la realizzazione di espositori e imballaggi apre nuovi orizzonti per la produzione industriale altamente automatizzata. Provate il massimo della precisione e delle performance nel taglio industriale.

zund.com/q-line

2,1 g di accelerazione

2,8 m/s di velocità

50 kg di pressione di cordonatura

meeting leaders

John Clinton

Sales Director di Sappi Europe

“Con Magno spaziamo dalla stampa al packaging e siamo orgogliosi di essere pronti quando il cliente ha urgenza di ricevere il prodotto.”

getico già completati a Gratkorn, Kirkniemi (Finlandia) e Maastricht (Paesi Bassi).

«L’industria cartaria è un grande consumatore di energia, ma il nostro combustibile è il legno, che è naturale, riciclabile e compostabile», afferma Sandrina Machado, Sustainability Specialist di Sappi Europe. «Tuttavia, abbiamo ancora processi produttivi energy intensive e dobbiamo lavorare duramente per migliorarli». Unitamente alle iniziative di efficientamento energetico e ambientale, ogni due anni la cartiera lancia una Employee Engagement Survey e organizza incontri presso il municipio di Gratkorn, cui sono invitati dipendenti e cittadini. Con le iniziative “CoCreate for Decarbonization” e “GreeneR Leadership” Program, Sappi incoraggia inoltre la collaborazione tra dipendenti, partner, clienti e fornitori per promuovere modelli di economia circolare e accelerare il processo di decarbonizzazione, incentivando altresì il lavoro di squadra tra diversi dipartimenti e gerarchie aziendali, in un contesto aperto, onesto e rispettoso. Sappi Europe sostiene la proposta di direttiva europea sui Green

Claims, che punta a contrastare le azioni di greenwashing.

Quali prodotti e quale modello di business per il futuro?

Secondo Sappi, tra il 2019 e il 2023 la domanda di carte patinate è scesa del 50%, con un calo del 10% all’anno. Durante la pandemia il pubblico ha privilegiato i canali digitali e solo negli ultimi due anni c’è stata una ripresa. A farne le spese sono stati i periodici ad alta tiratura stampati in rotocalco e rotooffset, cioè i più grandi utilizzatori delle carte Magno. «Siamo coscienti della situazione, e il motivo per cui continuiamo a investire a Gratkorn è che vogliamo uscirne vincenti», afferma

Conor Evers, Head of Marketing di Sappi europe. «Solo diversificando il portfolio e creando prodotti più sofisticati e di valore potremo fare la differenza». Dal 2016, Sappi ha ridisegnato la sua strategia di go-to-market, eliminando gran parte dei distributori e servendo direttamente i clienti in vari Paesi. Inoltre, l’azienda ha messo a punto Parade, una gamma di carte acqua e colla e di frontali per etichette autoadesive, diventandone il maggior produttore europeo. Infine, nonostante il declino di stampa commerciale ed editoria, Sappi non smette di investire nelle carte grafiche Magno, efficientando i suoi processi produttivi e logistici per assecondare modelli di

stampa just-in-time. «Gli stampatori ordinano last minute e chiedono carte versatili per ampliare il loro mix di prodotti», conclude John Clinton, Sales Director di Sappi Europe. «Con la gamma Magno, oggi spaziamo dalla stampa al packaging, e siamo orgogliosi di farci trovare pronti quando il cliente ha urgenza di ricevere il prodotto». Modernizzando gli impianti produttivi europei, adottando modelli di ricerca e sviluppo partecipativa, investendo su logistica ed economia circolare, Sappi Europe persegue una crescita basata sulla qualità tecnica e la sostenibilità prodotti, e in grado di controbilanciare l’inevitabile declino dei volumi.

‖ 5) Grazie a un terminal ferroviario interno, Sappi trasporta su ferro larga parte della carta prodotta a Gratkorn. 7) Da sinistra John Clinton, Sandrina Machado e Conor Evers di Sappi Europe durante la visita a Gratkorn.

Lasers/Routers/Cutters (less than 4'x8')

La combinazione di illuminazione LED e carte con sbiancanti ottici sta causando un terremoto nel settore, cui Fogra ha dedicato un progetto di ricerca partecipativo

Se i LED cambiano il colore delle stampe, contribuiamo a riscrivere gli standard

Immaginate di entrare in una sala riunioni molto illuminata e di notare che la copertina della vostra rivista preferita ha un aspetto diverso da quello che aveva a casa. Questo cambiamento di colore non è solo una stranezza dei vostri occhi: è una sfida reale con la quale molti settori devono fare i conti a causa della crescente diffusione dell’illuminazione LED. L’aspetto del colore,

un indicatore di qualità critico per innumerevoli beni di consumo, sta subendo una trasformazione. Il passaggio a un’illuminazione efficiente dal punto di vista energetico, basata sul LED e priva di raggi UV, sta provocando delle incrinature negli standard e nelle linee guida che sono stati a lungo la spina dorsale dell’industria. Un ambito che risente moltissimo di questo cambiamento è la produzione di stampa. Qui la stan-

dardizzazione dell’illuminazione di riferimento priva di raggi UV sta sollevando problemi significativi. Il colpevole? Gli agenti sbiancanti ottici (OBA), che vengono aggiunti alle carte per farle apparire più luminose e più bianche alla luce UV, come quella naturale e delle lampade fluorescenti tradizionali. Dato che l’illuminazione LED è priva di radiazioni UV, queste carte assumono un aspetto diverso, tendenzialmente più

Donatela Saric è Research

Assistant presso il Dipartimento di prestampa dell’Istituto di ricerca Fogra. Ha conseguito la laurea in Stampa offset presso l’Università di Zagabria e il Master in Qualità della Stampa Digitale. Nel marzo 2020, ha iniziato il suo dottorato di ricerca nel campo dell’aspetto, concentrandosi sulla riproduzione della brillantezza e sulla psicofisica della brillantezza presso l’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia. La sua ricerca è stata condotta presso Fogra, dove ha continuato a lavorare. Da ottobre 2023, Donatela è responsabile di tutti i processi di certificazione nell’ambito della stampa digitale e della tecnologia di prestampa. Inoltre, guida il progetto di ricerca “D50noUV”.

Sihl

Griglia regolare nei livelli di valore tonale TV=2 da ciano e magenta a 14 e nero a 10%.

opaco e giallastro. È qui che Fogra sta cercando di incidere con il progetto 13.009 “D50noUV”.

L’importanza del contenuto UV e il Fogra UV Checker

Nell’ambito della transizione dai tubi fluorescenti (i “neon” per intenderci) al LED, diventano rilevanti aspetti tecnici che finora sono stati poco discussi. Il parametro di gran lunga più importante per la percezione del colore è la componente UV-A della radiazione. La componente UV al di sotto della lunghezza d’onda di 400 nm, invisibile agli esseri umani, ha un effetto sulla percezione del colore se stimola gli sbiancanti ottici (OBA). La luce naturale del giorno e le lampade fluorescen-

ti al mercurio generano radiazioni UV che vengono parzialmente convertite in luce visibile. Questo sviluppo influenza chiaramente l’effetto ottico delle carte sbiancate e dei colori stampati su di esse, che sotto una luce LED appaiono più giallastri. Gli standard e le linee guida attuali spesso non tengono sufficientemente conto degli effetti visivi di queste nuove tecnologie di illuminazione. In particolare, nell’industria della stampa, che tradizionalmente si affida all’illuminante standard D50 con componente UV, l’introduzione prevista dell’illuminante standard (D50noUV o P3) in conformità all’attuale revisione della norma ISO 3664 rappresenta un cambiamento significativo. Le carte grafiche con sbiancanti ottici sono

meno energizzate con l’illuminante D50noUV e quindi assumono un aspetto diverso negli ambienti chiusi rispetto a quanto specificato in precedenza. È stato sviluppato un prototipo di coppia di campioni di stampa – il Fogra UV Checker – con l’obiettivo di sviluppare un metodo praticabile che permetta al professionista di determinare il contenuto UV dell’illuminazione attuale.

L’UV Checker consente di determinare il contenuto UV di D50 in modo rapido e pratico in situazioni di illuminazione tipiche.

Principio di funzionamento

Per determinare il contenuto UV di D50 sono state selezionate due carte di prova resistenti alla luce,

il più affini possibile per tutte le loro proprietà, a parte la quantità di sbiancanti ottici. Idealmente, entrambe dovrebbero avere la stessa superficie opaca, in modo da evitare che le differenze di lucidità rendano difficile il giudizio in seguito all’applicazione. Inoltre, la carta ricca di OBA non dovrebbe essere troppo chiara o troppo viola, in modo che il suo punto di bianco sotto D50 (M1) e sotto D50noUV (M2) possa essere riprodotto dalla carta priva di OBA mediante simulazione. In questo caso specifico, è stata applicata una simulazione della carta all’intera superficie della carta ricca di OBA, così da poter modificare la luminosità e la componente blu in modo che, sebbene ci sia ancora una grande differenza di colore tra M1 e M2, entrambi i valori possano essere riprodotti con l’altra carta di prova. I valori di misurazione del colore delle carte identificate sono elencati nella figura 1. È facile notare che il “gamut bianco” tra D50 (M1) e D50noUV (M2) è stato spostato da “-12,5 < CIEb* < -4” a “-4 < CIEb* < 5” nella gamma giallastra, ma rimane approssimativamente lo stesso a ΔCIEb* ≈ 8. Successivamente, sono stati identificati i valori di controllo CMYK per la carta priva di OBA che avrebbero permesso di riprodurre i valori cromatici CIELab M1 e M2 nel modo più accurato possibile. Invece di stampare una classica tabella di prova IT.8-7/4 e creare un profilo ICC, è stata utilizzata una griglia di possibili valori CMYK (vedi fig. 2). I valori misurati M1 e M2 di queste 384 patch di colore sono stati ricercati per trovare la distanza cromatica più piccola per la riproduzione del valore M1 (D50) e del valore M2 (D50noUV). Sono stati stampati questi due valori CMYK: la patch “A” per la riproduzione del valore M1 e la patch “F” per M2. Inoltre, sono stati interpolati linearmente quattro valori intermedi, le patch “B”, “C”, “D” ed “E”. Il risultato è un totale di sei patch di colore (da A a F): la striscia di corrispondenza. L’obiettivo di questa interpo-

Valori cromatici CIELab delle carte di prova utilizzate

lazione è di consentire non solo due riproduzioni (M1 e M2), ma anche fasi intermedie. Supponendo un comportamento approssimativamente lineare dell’effetto di sbiancamento, queste patch di colore corrispondono alla rispettiva componente UV. Quindi il 100% di componente UV (“A”), l’80% (patch “B”), il 60% (patch “C”), il 40% (“D”), il 20% (“E”) e lo 0% di componente UV è presente nella patch “F”. La misurazione delle sei patch di colore è riportata nella figura 3. Il confronto dei valori per A e F con i valori della figura 1 mostra che il riferimento con ΔE00 < 1 può essere regolato molto bene.

Impostazione dell’UV-Checker

La coppia di campioni chiamata “UV Checker” è composta da

due componenti: una striscia di riferimento (carta ricca di OBA) e una striscia di corrispondenza (carta senza OBA). Per consentire una valutazione precisa del contenuto UV, entrambe le carte sono state accuratamente fissate l’una accanto all’altra su una superficie stabile, per evitare qualsiasi movimento durante l’osservazione. L’impostazione descritta diventa particolarmente chiara con la cosiddetta illuminazione a luce nera, cioè con un LED UV puro (fig. 4). Al di sotto si trovano le patch di colore che mostrano una corrispondenza cromatica con la striscia di riferimento, a seconda della componente UV sotto cui vengono osservate. Questa disposizione consente una valutazione visiva diretta, confrontando i cambiamenti di colore in diverse condizioni di illuminazione e

UV checker sotto luce nera (luce solo UV). L’area superiore è la carta ricca di OBA (striscia di riferimento). Al di sotto si trovano le macchie di colore che mostrano una corrispondenza cromatica con la striscia di riferimento, a seconda del componente UV sotto il quale vengono osservate.

i loro diversi componenti UV. Il prototipo creato, mostrato nella figura 5, dimostra che la carta contenente sbiancante, sotto l’illuminazione D50 con un contenuto UV del 100%, corrisponde alla patch “A”. Al contrario, la carta sotto illuminazione D50 senza UV (D50noUV) corrisponde alla patch “F”, più giallastra.

Come utilizzare l’UV Checker sul campo e come contribuire al progetto “D50noUV”

Il Fogra UV-Checker è molto facile da usare. Viene posizionato sulla superficie da valutare o tenuto in mano. Viene ricercata la patch (da “A” a “F”) della striscia corrispondente che presenta la maggiore somiglianza visiva con la striscia di riferimento.

Fogra chiede agli stampatori

un supporto attivo nell’ambito del progetto “D50noUV”. Chi lo richiede, riceverà gratuitamente un UV checker per valutare la propria situazione di illuminazione ambientale. Non si tratta solo di situazioni campione, ma di situazioni tipiche di illuminazione in cui voi o i vostri clienti potreste osservare i materiali stampati. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito web del progetto: https://fogra.org/forschen/ medienvorstufe/d50nouv-13009

Partecipa anche tu!

Fogra invita tutti a contribuire a questo progetto condividendo le misurazioni delle proprie sorgenti luminose. Se non disponete di un dispositivo di misurazione, Fogra può inviarvene uno. Inoltre, nell’ambito di questo progetto è stato sviluppato un UV Checker. Questo pratico strumento può misurare in modo rapido e oggettivo il contenuto UV di una sorgente luminosa.

Per maggiori informazioni scrivi a saric@fogra.org o scansiona il QR code.

UV Checker fotografato con illuminazione D50. La buona corrispondenza cromatica tra la striscia di riferimento e la patch “A” indica che l’illuminazione ha una componente UV di circa il 100%. In basso: Lo stesso UV Checker fotografato con illuminazione D50 senza componente UV (LED UV spenti), come si può notare dalla corrispondenza cromatica tra la striscia di riferimento e la patch “F”.

Valori M1 CIELab delle patch di strisce corrispondenti

PRODUZIONE FLESSIBILE

P5 350/HS + DURST AUTOMAT

Il desiderio di rendere uniche le loro moto fuoristrada spinge due fratelli a investire in attrezzature per la stampa e la finitura, trasformando così la creatività in business

Da campioni di motocross a outsider della decorazione con il taglio flatbed Valiani

Cecchi Graphics

Design è quella che definiremmo un’azienda figlia del suo tempo, non tanto per la giovane età anagrafica dei suoi due fondatori, quanto piuttosto per la sua proposta di valore, il suo pubblico, i canali promozionali, e il modello di sviluppo che hanno trasformato passione sportiva, creatività e social media in un progetto lavorativo e imprenditoriale.

Fratelli gemelli, classe 2000, l’uno laureato in Digital Marketing e l’altro in Ingegneria, Lorenzo e Giacomo Cecchi condividono da sempre la passione per il motocross. Mentre partecipano alle competizioni, nel 2015 i fratelli Cecchi coniano il brand BCR Crew per condividere le loro avventure ed esperienze sulle due ruote, e creano un canale YouTube che supera i 59.000 iscritti, con video da decine di migliaia di visualizzazioni. Anche su Instagram i

“Cecchi Twins” raccolgono 43.700 follower, e una pioggia di like per i contenuti pubblicati dai due motociclisti e influencer. Nel 2016, ancora sedicenni, Lorenzo e Giacomo decidono di rendere uniche le loro motociclette, impreziosendole con grafiche di tendenza e i loghi degli sponsor, così da regalare al pubblico un’esperienza visiva più accattivante. Scontratisi con un’offerta di servizi di grafica troppo lenta e rigida, i Cecchi iniziano così a disegnare e

applicare in autonomia le loro grafiche, suscitando l’ammirazione e l’invidia di colleghi e follower. Cecchi Graphics Design è oggi il loro core business e una startup di successo che serve migliaia di appassionati e investe in macchinari di stampa e finishing. Ultimo, in ordine di tempo, un sistema di taglio digitale Valiani Invicta.

‖ In alto: a sinistra, il cambio utensile su Valiani Invicta; a destra, la macchina in produzione da Cecchi Graphics Design.

di Lorenzo Villa

Dall’outsourcing alla produzione 100% in-house

Privi di esperienza in campo grafico, i due fratelli imparano a usare Adobe Illustrator, con cui creano le sagome vettoriali e i contenuti grafici. Dovendo soddisfare unicamente la propria esigenza e quella di amici e conoscenti, inizialmente i Cecchi affidano la stampa e il taglio a fornitori esterni. Sull’onda della notorietà e della visibilità conquistata sui canali digitali, si trovano ben presto subissati da richieste di tifosi, seguaci, collaboratori, e persino avversari.

Partita come un gioco, la grafica inizia ad assumere la connotazione di un lavoro, e nasce l’idea di un nuovo brand e di un’attività imprenditoriale.

«Non è che mancassero kit di personalizzazione per moto e caschi, ma era tutto piuttosto standardizzato, vetusto e con tempi di consegna biblici, quindi inadatto a noi e ai nostri coetanei», affermano Lorenzo e Giacomo Cecchi, co-fondatori di Cecchi Graphics Design. «La nostra intuizione è stata quella di offrire forme, disegni e colori innovativi, esplorando nuovi stili grafici, materiali ed effetti speciali».

La decisione è presa, e i fratelli preparano un piano di investimenti. Mentre allestiscono un laboratorio, assistono alle demo di varie tecnologie di stampa e sistemi di taglio del vinile, optando

infine per una stampante Roland TrueVIS con tecnologia eco-solvent, un laminatore, e due plotter da taglio roll-to-roll.

Se il taglio a bobina non basta...

Il centro di produzione di Cecchi Graphics Design apre ufficialmente i battenti nel 2021, con tecnologie di ultima generazione, la creatività dirompente dei suoi fondatori, e un team di grafici interni ed esterni pronti a interpretare anche la richiesta più estrema. Il cuore della value proposition sono i tempi di realizzazione ridotti (2-5 giorni lavorativi) e il concept di personalizzazione totale “a prezzo fisso”. qualsiasi cosa accada.

«Molti concorrenti impongono costi aggiuntivi per ogni modifica del layout, mentre noi offriamo consulenza online, scambi di bozze, modifiche di colori e immagini senza limiti», spiega Lorenzo Cecchi. «È un piccolo rischio quando hai a che fare con un quindicenne esaltato e alle prime armi, ma avendo un background di oltre 10mila grafiche ci sentiamo tranquilli, e quasi sempre azzecchiamo il design giusto al primo colpo». I kit decorativi di Cecchi Graphics Design sono realizzati con film cast ad alto spessore e adesivi ad alta resistenza, accoppiati in calandra a un film protettivo. Proprio l’elevato spessore e la rigidità, necessari per aderire alle plastiche apolari o cerate impiegate

‖ 1) La stampante eco-solvent Roland scelta per la decorazione dei vinili.

2) Cecchi Graphics Design sfrutta il piano aspirante e la forza di taglio di Invicta per sagomare materiali impossibili da lavorare con un sistema roll-to-roll.

dai costruttori di moto per fuoristrada, rendono il materiale finito particolarmente arduo da sagomare con normali plotter da intaglio roll-to-roll.

«Pur avendo la migliore tecnologia di taglio a bobina, i pinch roller ci davano problemi di alimentazione e il taglio non era abbastanza potente, tanto da rallentare la produzione e costringerci a continui rifacimenti», continua Cecchi. «Abbiamo provato a modificare un vecchio plotter di prima generazione, ma la produttività era troppo bassa per realizzare decine di kit completi ogni giorno». Dopo una ricerca online, e dopo aver parlato con alcuni rivenditori, i fratelli Cecchi visitano una fiera specializzata, ed è qui che scoprono Valiani e nella sua serie Invicta.

Il taglio flatbed che crea valore (anche) sui supporti flessibili

Concepita per creare prototipi e piccole serie in ambito grafico e cartotecnico, la serie flatbed Invicta combina solidità costruttiva, design essenziale e bassi costi di acquisto e di gestione. Sul piano tecnico, le caratteristiche che più

e Giacomo Cecchi

Co-fondatori di Cecchi Graphics Design

“Dopo aver testato Invicta, siamo rimasti stupiti dalla sua produttività e dalla precisione di taglio estrema.”

attraggono i giovani imprenditori sono il potente piano aspirante e la testa multifunzione, in grado di alloggiare utensili a lama fissa e oscillante per eseguire tagli e mezzi tagli, oltre alla telecamera per rilevare i marchi di registro. «Volevamo una macchina veloce, potente e precisa, ma avevamo poco spazio e un budget ridotto», raccontano i fratelli Cecchi. «Dopo aver testato Invicta coi nostri materiali più spessi, siamo rimasti stupiti dalla sua produttività e dalla precisione di taglio estrema».

L’azienda decide così di acquistare una Invicta 150, dotata di piano aspirante da 1.020x1.500 mm, ideale per ospitare il kit di decorazione di un’intera moto. Dopo

l’installazione e qualche ora di formazione, titolari e collaboratori sono già in grado di utilizzare la macchina, che entra velocemente in produzione

Più efficienti e competitivi per continuare a crescere

Apripista nel campo della decorazione personalizzata, Cecchi Graphics Design non è rimasta a lungo sola e inimitata. Sebbene abbia un rapporto speciale con il mondo del motocross e offra ai suoi clienti un servizio e prodotti unici, la newco toscana deve tenere testa a una concorrenza agguerrita. In quest’ottica, l’aumento della capacità produttiva, l’efficientamento dei flussi di pre-

‖ 3) e 4) Decorazioni e kit di personalizzazione realizzati da Cecchi Graphics Design. 5) Lorenzo e Giacomo Cecchi accanto al sistema di taglio Valiani Invicta 150.

parazione dei file e l’azzeramento di errori e scarti costituisce un fattore di competitività.

«Se la stampante è abbastanza veloce e può produrre anche di notte, il taglio era il vero collo di bottiglia da eliminare», concludono i fratelli Cecchi. «Dall’introduzione di Invicta abbiamo più che dimezzato i tempi di produzione, portandoli a una decina di minuti per un’intera moto, incluso il cambio materiale. Dall’approvazione del layout alla spedizione siamo passati da cinque a due giorni lavorativi di media». Con la tecnologia Valiani l’azienda ha ampliato la gamma di materiali lavorabili e punta a introdurre nuovi prodotti decorativi per la moto offroad e per settori affini. Oltre ad accrescere la sua quota di mercato in Italia, mira poi a portare la sua creatività e i suoi prodotti anche sui mercati esteri, a partire dai Paesi dell’area DACH. Invicta è utilizzata oggi su un singolo turno, al 50% della sua potenzialità. Osservando il trend di crescita degli ordinativi, Cecchi Graphics Design si aspetta di saturarne la capacità e ammortizzarne il costo entro un anno, per acquistare poi un modello Valiani più veloce e automatizzato.

Lorenzo

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Da oltre 15 anni l’azienda romana si affida al fornitore italiano e a Kongsberg per efficientare i suoi workflow di taglio, sagomatura e fresatura di ogni tipo di materiale

La quarta Kongsberg spinge i volumi di Inprinting e consolida l’intesa con B+B

Trainato dai committenti istituzionali e dai grandi eventi sportivi, economici, religiosi e politici di respiro internazionale, il mercato del grande formato a Roma è particolarmente complesso ed è dominato da una manciata di storici fornitori di calibro. Nata nel 2004 come centro di stampa digitale, Industrie Grafiche Inprinting è uno degli attori che più ha saputo crescere e conquistare

clienti e commesse di alto profilo nella capitale. Sin dai primi anni di attività, l’intuizione del suo fondatore, Libero Paglia, è quella di sviluppare i servizi in modo dinamico e dimensionare la capacità produttiva anticipando le aspettative del cliente, e non facendosi mai trovare impreparati. Una filosofia che ha portato l’azienda a investire in un team di collaboratori competente e motivato, e in macchinari di fascia premium, come

la prima Durst Rho 205 e il sistema di taglio e fresatura Kongsberg i-XL44 che, nel lontano 2008, hanno consentito al piccolo laboratorio di competere ad armi pari con i giganti del settore. Acquisire commesse più grandi e complesse ha imposto altresì un incremento degli spazi produttivi, cresciuti dagli iniziali 28 m² agli attuali 2.400 m², e un costante ampliamento e rinnovamento del parco di attrezzature per la stampa, il taglio e la sagomatura dei

materiali. A maggio 2024, per supportare la significativa crescita dei volumi di tessuto e materiali flessibili, Inprinting ha installato una Kongsberg C64: la quarta del noto costruttore a entrare in azienda. Una decisione che riconferma e consolida la storica partnership tra Inprinting, Kongsberg e B+B International.

‖ In alto: a sinistra, la testa multiutensile di Kongsberg C64; a destra, il roll-feeder per l’alimentazione del tessuto.

di Lorenzo Villa

Project manager e problem solver con volumi e qualità top

Popolato di agenzie, concessionarie di pubblicità e general contractor, e servito da una pletora di terzisti, nell’ultimo decennio il mercato della stampa di grande formato si è fatto più selettivo ed esigente, imponendo agli stampatori approcci più maturi e consulenziali. Aperta alla sperimentazione di nuove tecniche e materiali, pronta a investire in tecnologie e competenze, Inprinting ha accolto con favore i cambiamenti in atto nel settore e ha trasformato la maggiore complessità del business in un’opportunità di crescita. Tra i suoi principali clienti l’azienda annovera Aeroporti di Roma, per cui gestisce il cambio immagine all’interno dei terminal e sui finger di imbarco, e crea corner e oggetti multimaterici bi- e tridimensionali. Inoltre, serve agenzie, aziende di trasporto pubblico, centri congressi, enti fieristici, club sportivi, case automobilistiche e organizzatori di grandi eventi, tra cui il G7 e la Formula E. Ciò che rende Inprinting unica per i suoi clienti è la capacità di interpretare l’intento creativo di responsabili marketing e designer, trasformandolo in oggetti e superfici stampate di enorme impatto e qualità, rispettando o anticipando i tempi di consegna, centrando sempre le aspettative di budget e suggerendo soluzioni

che coniugano estetica, funzionalità ed ecosostenibilità.

Pannelli e materiali rigidi: un collo di bottiglia da sciogliere

Con l’introduzione della stampa UV su materiali rigidi, Inprinting comprende subito l’importanza di offrire ai propri clienti non semplici pannelli stampati, ma prodotti sagomati e multimaterici. Lo stampatore assiste ad alcune demo di sistemi di taglio e fresatura, e resta colpito dalla versatilità e dalla potenza di Kongsberg i-XL44 e del software i-cut.

«Vedere come i-XL44 eseguiva qualsiasi lavorazione in modo facile, veloce e preciso ci ha colpiti», racconta Libero Paglia, Fonda-

tore e CEO di Industrie Grafiche

Inprinting. «Kongsberg ci è parsa l’unica macchina progettata specificamente per la grafica, e B+B il fornitore più competente e vicino ai nostri bisogni».

Negli anni successivi, con l’installazione di Rho 700, Rho P10 200 e 200 HS, i volumi di materiali rigidi esplodono. Sebbene i-XL44 continui a offrire le prestazioni e l’affidabilità del primo giorno, dover produrre quotidianamente centinaia di m² di Forex, Dibond, Re-board e pannelli sandwich impone un potenziamento del taglio. Forte dell’esperienza positiva con la prima attrezzatura, nel 2015 Inprinting acquista una XP44, e nel 2021 si rivolge nuovamente a B+B per affiancare l’unità

‖ 1) In primo piano, la Kongsberg C44 da 2x3 m e, sullo sfondo, la Kongsberg XP 44. 2) Con Kongsberg C64, Inprinting sagoma tessuti fino a 3,2 m di larghezza ed esegue il taglio di adesivi su due bobine affiancate.

di taglio esistente con una nuova Kongsberg C44 in formato 2x3 completa di fresa da 3 kW. «Il team di B+B ha analizzato il nostro mix di lavori, i nostri spazi e il nostro budget, proponendoci il modello C44 Edge, aggiornabile a C44», spiega Paglia. «Permetterci di crescere progressivamente, e di salvaguardare il nostro investimento precedente, ci è parso un approccio pragmatico e onesto». Grazie alle due unità combinate, Inprinting tiene testa ai volumi, ed è in grado di gestire i frequenti picchi di produzione, che portano l’azienda a stampare e sagomare fino a un migliaio di pannelli. Inoltre, può eseguire le lavorazioni di fresatura più lunghe a fine turno, lasciando lavorare le macchine senza presidio dell’operatore, così da evitare rallentamenti nel flusso produttivo.

Verso la produzione intensiva di banner, adesivi e tessuti

Con l’acquisto di stampanti rollto-roll industriali da 3,2 e 5 metri con asciugatura LED UV, tra il 2016 e il 2019, anche le commesse di materiali flessibili crescono esponenzialmente. Inprinting

Libero Paglia

Fondatore e CEO di Industrie Grafiche Inprinting

“Kongsberg ci è parsa progettata specificamente per la grafica, e B+B il fornitore più competente e vicino ai nostri bisogni.”

realizza banner in PVC e poliestere per maxiaffissioni pubblicitarie, eventi sportivi e coperture di edifici, e migliaia di m² di materiale autoadesivo ogni settimana per decorare gli interni di treni e bus, oltre che pareti e superfici piccole e grandi all’interno di spazi commerciali e infrastrutture di trasporto. A gennaio 2022, tra i primi sulla piazza di Roma, l’azienda decide infine di installare una Durst P5 TEX iSUB per la stampa sublimatica di tessuti in poliestere fino a 3,5 m di larghezza. Una mossa lungimirante – dettata dalla volontà di offrire un’alternativa eco-sostenibile al PVC –, che tuttavia aumenta la pressione sui macchinari di finitura.

«Il tessuto è un materiale instabile

e soggetto a variazioni dimensionali. Tagliarne migliaia di metri al giorno richiede grande precisione e affidabilità», afferma Paglia. «Inoltre, ci serviva lavorare su un formato più ampio, e poter eseguire rapidamente cambi lavoro di differenti materiali in bobina». Ancora una volta, la soluzione giusta arriva da B+B International, che propone a Inprinting l’acquisto di una Kongsberg C64 da 3,2x3,2 m, dotata di conveyor belt e roll-feeder motorizzato per bobine fino a 300 kg. Potendo installare contemporaneamente l’utensile RotaCut, progettato specificamente per il tessuto, e lame dedicate al taglio e al mezzo taglio, gli operatori possono ora sagomare il poliestere senza sfilacciature, e passare

‖ 3) e 4) Esempi di lavorazioni eseguite da Inprinting per Aeroporti di Roma. 5) Grazie a Kongsberg C64, l’azienda ha potenziato il taglio del tessuto..

facilmente al taglio dell’adesivo, se necessario anche caricando due bobine da 1.370 mm affiancate. La piena compatibilità tra C44 e C64, poi, consente a Inprinting di utilizzare gli stessi utensili (incluse le frese) su entrambe le attrezzature.

Una relazione di crescita e di valore reciproco

Inprinting considera i suoi fornitori di tecnologia partner strategici e pilastri della propria crescita. Per essere certa di poter contare su di loro in ogni momento, lo stampatore ama sottoscrivere contratti di assistenza e manutenzione, e segue le best practice della manutenzione predittiva.

«La tecnologia Kongsberg è affidabile e richiede pochissima assistenza», conclude Paglia. «Ciò che più conta è che il team di B+B, a partire da Davide Dal Col, ci è vicino in ogni momento, ci dà consigli preziosi e scioglie ogni dubbio su materiali, utensili e applicazioni». L’azienda romana, che conta 24 collaboratori e muove un fatturato di 6 milioni di euro (2023), cresce a ritmi serrati e, dopo oltre quindici anni di lavoro incessante, nei prossimi mesi conta di rimpiazzare la sua Kongsberg XP44 con una seconda C64.

swissQprint Greentech Stampa di grande formato eco-sostenibile

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ISO Efficienza energetica

2,2 kWh

Bassa manutenzione, lunga aspettativa di vita

Distribuito da: www.fenixdigitalgroup.com

Inchiostri certificati Greenguard Gold

LED: basso consumo energetico

Basso impatto ambientale

Stampanti Inkjet High-End UV Ingegnerizzate e prodotte in Svizzera www.swissqprint.com

Migliora le performance della tua stampante di grande formato con le soluzioni avanzate e convenienti di inchiostri e parti di ricambio Triangle, firmate INX

La riscossa degli inchiostri after market. Il momento di riconsiderarli è adesso!

La stampa di grande formato per come la conosciamo nasce all’inizio degli anni Novanta, prima con la tecnologia elettrostatica e poi le prime stampanti inkjet a colori di HP, Canon ed Encad, prima impiegate per applicazioni CAD/ GIS in sostituzione dei plotter a penna, poi adottate nella grafica. Verso la fine del decennio, grazie soprattutto allo sviluppo della tecnologia piezoelettrica

di Epson, un gruppo di produttori giapponesi (tra cui Roland, Mutoh e Mimaki) rilascia i primi modelli di stampanti large format utilizzabili per applicazioni sign & display fino a 64”. Parallelamente, tra Israele e Stati Uniti, le leggendarie NUR, Idanit, Scitex, Matan e VUTEk (poi inglobate in HP e EFI) rilasciano le prime rudimentali stampanti da 3 e 5 metri, prima con tecnologia airbrush, poi con teste inkjet. L’aumento di formati e produt-

tività, il lancio di nuovi modelli, e la crescita della base installata genera una domanda esplosiva di poster e materiali grafici, che getta le basi per un nuovo prodotto: l’inchiostro compatibile.

Triangle, pioniere e leader dell’inchiostro inkjet “alternativo”

Fondata nel 1932 a Berkeley, California, Triangle Paint Company sviluppa prodotti per l’industria

della verniciatura, e nel 1981 cambia denominazione in Triangle Coatings, ampliando la propria gamma di soluzioni chimiche per la decorazione industriale. Dopo aver formulato con successo vernici protettive speciali per il signage, nel 1995 inizia a formulare inchiostri airbrush e nel 1999 rilascia il suo primo inchiostro inkjet

‖ In alto: a sinistra, gli inchiostri Triangle sono disponibili in diversi packaging; a destra, il sito triangleinx.com.

Evoluzione del mercato a er market Triangle 2023 vs 2018 (intera regione EMEA)

a solvente per teste piezo. Nel 2002 il business degli inchiostri digitali confluisce in Triangle Digital, dando inizio a una stagione di investimenti in ricerca, sviluppo, espansione degli impianti produttivi e commercializzazione nei mercati internazionali.

Grazie alla lungimiranza della proprietà, e alle partnership, Triangle Digital è tra i primi player al mondo a creare una gamma completa di inchiostri after market e parti di ricambio che definisce “Premium Alternative Inks”.

Nel 2005 Triangle Digital entra a far parte di INX International, società del gruppo Sakata INX. Nel 2008, con l’acquisizione di Megaink, il gruppo costituisce INX Digital Czech e crea in Repubblica Ceca il più moderno sito produttivo europeo dedicato agli inchiostri inkjet.

Quali sono le tecnologie di inchiostro più diffuse?

Negli ultimi vent’anni il mercato della stampa di grande formato è cambiato radicalmente, e le chimiche ad alto contenuto di solvente hanno lasciato il posto ai meno invasivi mild-solvent ed eco-solvent, all’UV-curable e a diverse varianti di coloranti a base acqua. La tecnologia UV, lanciata nei primi anni Duemila con la stampa flatbed, ha preso il sopravvento in molti mercati e campi di applicazione, mentre la tecnologia latex

ha conquistato spazi enormi nei mercati occidentali, senza però sradicare l’eco-solvent.

La situazione è differente in ogni area geografica, in virtù di regolamentazioni locali e preferenze di clienti finali e utilizzatori, e in base alle scelte dei produttori di stampanti. Oltre alle multinazionali, in ogni grande Paese del mondo ci sono decine di costruttori e rivenditori locali, in grado di orientare o guidare il mercato locale.

Sebbene base acqua, latex e sublimatici siano i prodotti di tendenza, su cui tutti scommettono, UV e solvente restano le tecnologie prevalenti. Concentrandoci sulla regione EMEA, l’UV è dominante in Europa Occidentale, mentre

solvente ed eco-solvent continuano a prevalere in Europa Orientale, Medio Oriente e Africa. Anche i consumi cambiano in base ai modelli di stampante, alla loro età, produttività, e alla storia del costruttore. Sebbene l’offerta Triangle copra tutti i modelli più recenti e di successo, INX continua a supportare le stampanti superwide format i cui costruttori hanno cessato le operazioni da anni, smettendo di commercializzare inchiostri, come Idanit, Scitex Grandjet, Scitex Turbojet, VUTEk UltraVU, NUR Expedio, NUR Tempo.

Basta “copiare” l’originale?

L’assunto comune è che per creare

un prodotto compatibile (o alternativo) a un prodotto “originale” basti eseguire un reverse engineering di complessità limitata. INX non lo farebbe mai, ma non c’è comunque affermazione più sbagliata nell’inkjet, dove il tema non è solo il fluido, ma il suo funzionamento in organismi delicati e costosi come le teste di stampa. Se un’analisi gascromatografica permette di isolare alcuni “ingredienti” base di un inchiostro, quali monomeri, fotoiniziatori e pigmenti, altri componenti non sono facilmente riconoscibili, né è facile stabilirne la natura, l’origine, il tipo di trattamenti ricevuti, né tantomeno il fornitore. È poi opportuno sapere che alcune formule sono brevettate, quindi tentare di clonarle sarebbe illecito, e aggirare il brevetto può richiedere investimenti rilevanti. Al di là della proprietà intellettuale, replicare ciò che preesiste non è sempre la scelta migliore, dato che un prodotto after market può puntare a superare le prestazioni e l’affidabilità dell’OEM. La formulazione di un inchiostro inkjet efficace e sicuro richiede tecnologie costose, know-how, proprietà intellettuale unica, e professionalità di alto livello, come quelle che INX International mette in campo nei suoi laboratori e stabilimenti. C’è infine il tema delle regolamentazioni e delle etichettature di sicurezza, diverse in ogni parte del mondo. Perché i prodotti Triangle

EMEA - 2023
EMEA - 2018
Tipologia di inchiostri a er market Triangle venduti nel 2023

siano conformi alle normative più stringenti, INX International investe nella ricerca delle materie prime ed è membro di EUPIA.

L’inchiostro after market è meglio o peggio dell’OEM?

Nel mondo consumer, l’alternativa a un prodotto “di marca” è spesso un’esperienza frustrante. Ma un inchiostro non è un biscotto o una crema spalmabile. Non ha forma, sapore o consistenza. Quello del large format è un mercato B2B maturo e sfidante, in cui operano centinaia di costruttori di stampanti, ma solo una manciata di produttori di inchiostri. Ciò significa che la maggior parte dei costruttori non formula e non produce i propri inchiostri. Di conseguenza, la maggior parte degli inchiostri OEM nasce spesso negli stessi stabilimenti che creano i prodotti after market. In fase di formulazione, gli inchiostri Triangle sono sottoposti a diversi test di adesione, taglio, accartocciamento, piegatura, cordonatura, sfregamento, graffio, emissione di odore, misurazione dello spessore, resa cromatica, viscosità, resistenza alla luce e agli agenti chimici, e decine di altri, che vengono ripetuti per ogni singolo lotto di produzione. Ciascun test è ripetuto su differenti supporti di stampa.

Dovendo superare con successo innumerevoli prove, l’inchiostro

after market Triangle garantisce proprietà fisiche, prestazioni, consumi e rese cromatiche comparabili a quelle del prodotto OEM.

Dovrei passare all’inchiostro after market?

Non esiste una risposta univoca, ed è necessario analizzare più fattori tecnici, economici, motivazionali e contrattuali.

La prima domanda a cui rispondere è: esiste un inchiostro after market compatibile con la mia stampante? Il prodotto Triangle è sempre accompagnato da una lista di stampanti compatibili, e da un elenco di teste di stampa e applicazioni raccomandate. È utile sapere che differenti stampanti di

vari costruttori spesso utilizzano le stesse teste di stampa (Epson 3200 Series, Ricoh Gen5 o Gen6, Konica Minolta KM1024 Series, solo per citarne alcune) e analoghi sistemi di asciugatura UV, a LED o a bulbo. Tuttavia, la progettazione del motore di stampa e le forme d’onda che controllano le teste possono influire notevolmente sulla formulazione dell’inchiostro. Ne consegue che una stessa chimica può costituire la base per un’ampia gamma di inchiostri after market Triangle, che sono poi perfezionati per offrire prestazioni ottimali.

Sul fronte tecnico, un possibile scoglio alla migrazione è costituito dai meccanismi di protezione adottati da alcuni costruttori di

stampanti, quasi sempre aggirabili dal produttore di inchiostri after market tramite dispositivi di bypass elettronico.

C’è poi il prezzo d’acquisto, che è la ragione che a lungo ha spinto molti utenti a scegliere un prodotto after market. Ma quanto è possibile risparmiare davvero? In genere, un prodotto Triangle garantisce un risparmio rispetto all’OEM tra il 30 e il 40%.

Infine, c’è da domandarsi cosa si perde e cosa si guadagna sul fronte dell’assistenza e della relazione col fornitore di hardware. Per i costruttori la vendita dell’inchiostro è una fonte di fatturato e marginalità ricorrente, la cui perdita potrebbe causare variazioni nelle politiche di fornitura di assistenza tecnica e parti di ricambio nel periodo di garanzia. Insieme all’inchiostro, Triangle propone la Ink Train Warranty, che offre una garanzia a copertura di tutte le parti della stampante che entrano a contatto con l’inchiostro.

Scopri ora se ti conviene!

Visitando triangleinx.com puoi scoprire se la tua stampante è compatibile con gli inchiostri Triangle. Inoltre, puoi richiedere dei campioni stampati, ricevere assistenza da un consulente INX Europe e ottenere indicazioni tecniche, pratiche ed economiche per valutare il passaggio all’inchiostro after market.

Mentre l’offset fronteggia la sua crisi esibendo velocità e automazione, il digitale guadagna spazi e si profila come una scelta pressoché ineludibile per gli stampatori

La stampa digitale è pronta a soppiantare l’offset B1 e B2? drupa 2024 dice: “Why not”

Se drupa è stata per decenni il tempio della stampa offset, e il regno incontrastato dei costruttori tedeschi, l’edizione 2024 si è trasformata nella messa da requiem di un segmento tecnologico ormai piccolo e inaridito, e al contempo nella definitiva glorificazione della stampa digitale. Se il pubblico dello show, anch’esso in pesante contrazione, è composto in larga parte da stampatori tradizionali,

è a loro che i costruttori hanno lanciato un messaggio forte, introducendo, rinnovando o stabilizzando macchine digitali simili per formati e campi applicativi, ma spesso diverse per design, tecnologia di stampa, chimica d’inchiostro, processo di formazione e fissaggio dell’immagine, oltre che per prezzo e modello economico. Sotto i riflettori, neanche a dirlo, i sistemi in formato B2 e B1, dominanti nelle tipografie, ma anche le unità a bobina, intese non come

rimpiazzo della rotativa offset tradizionale (già agonizzante da anni), ma piuttosto come architettura di alimentazione alternativa al foglio.

Una settimana a drupa ci ha permesso di vedere buona parte delle soluzioni tecniche che vi abbiamo raccontato negli ultimi anni, di vagliare le argomentazioni dei costruttori, e capire come fornitori piccoli e grandi si stiano preparando a una sfida che nessuno (escluso Benny Landa)

osa ancora menzionare ad alta voce: il rimpiazzo decisivo della stampa offset. Oltre a parlarvi di novità tecnologiche, nelle prossime pagine ci concediamo qualche digressione e qualche nota bibliografica, per arrivare infine al quesito cruciale: il digitale è davvero pronto a rimpiazzare l’offset?

‖ In alto: a sinistra, la nuova Heidelberg Speedmaster XL 106 da 21.000 fogli/h; a destra, Jetfire 50, la nuova inkjet B3 di Heidelberg (prodotta da Canon).

Il canto del cigno dell’offset?

Per anni, i costruttori dell’offset si sono sfidati a colpi di macchine sempre più veloci, automatizzate e accessoriate, attirando sui loro stand torme di stampatori sbigottiti da tanta potenza e bramosi di accaparrarsi l’ultimo modello. Tant’è che l’unità di misura chiave, esibita su enormi display (la cui utilità pratica resta per molti un mistero), è stata e resta la velocità. Dalle poche migliaia di fogli/h degli anni Settanta e Ottanta alla soglia psicologica dei 10.000 di inizio anni Novanta, superata a metà decennio con la nuova vetta dei 15.000, saliti a 18.000 a drupa 2012. Del resto, il nome stesso della bestseller di casa Heidelberg

(Speedmaster si traduce in “padrona della velocità”) la dice lunga su quanto “andare forte” fosse considerato un vantaggio competitivo dirimente. Un paradigma vero forse vent’anni fa, in un mondo affamato di carta stampata. Da oltre un decennio, però, i volumi decrescono stabilmente, c’è una diffusa sovracapacità produttiva, e molte pluricolore offset raggiungono la velocità di punta solo per pochi minuti durante la tiratura. C’è quindi da domandarsi perché a drupa 2024 si sia alzata nuovamente l’asticella della velocità. Colpiscono le mosse di Heidelberg, che propone Speedmaster XL 106 da 21.000 fogli/h, e Koenig & Bauer, che spinge Rapida 106X a 22.000 fogli/h. Nel 2020, Manro-

‖ 1) Landa S11, evoluzione di S10, stampa a una velocità fissa di 11.200 fogli B1/h. 2) VariJet 106 è la digitale B1 basata su Koenig & Bauer Rapida 106 e produce 5.500 fogli/h.

bolicamente, proprio a drupa nel lontano 2012, è abbastanza naturale che l’imprenditore e inventore israeliano sia tornato a Düsseldorf per celebrare i suoi progressi e ribadire la sua promessa. Quale promessa? Quella di digitalizzare il mondo della stampa industriale, prima con Indigo (venduta ad HP nel 2001) e oggi con la Nanografia, che coniuga un sistema di trasferimento dell’immagine proprietario con la versatilità della tecnologia inkjet single-pass Fujifilm SAMBA, con l’obiettivo di eguagliare i formati, la qualità e la produttività dell’offset.

land (che a drupa 2024 non c’era) aveva lanciato la sua Evolution Speed da 20.000 fogli/h. Qualcuno potrebbe obiettare che nel packaging le tirature restano alte, ma è noto che i brand owner preferiscono ordini frammentati, promuovono la proliferazione dei marchi, ed esplorano nuove forme di personalizzazione. E poi non raccontiamoci favole. Il packaging che conta, quello delle centinaia di migliaia di pezzi, resta appannaggio di una manciata di grandi aziende cartotecniche.

Il digitale B1 ruba la scena all’analogico

Se l’avventura di Landa Digital Printing è partita, almeno sim-

La nuova Landa S11 e la gemella S11P (con gruppo di voltura) ci vanno molto vicino, avendo ormai raggiunto gli 11.200 fogli B1/h, con una qualità pazzesca e un’affidabilità comprovata da decine di installazioni nel mondo. La produttività odierna, quasi raddoppiata rispetto a S10 e S10P, è resa possibile da un nuovo dryer, che restituisce i fogli stampati perfettamente asciutti e pronti per le lavorazioni successive. Chi l’ha vista in azione a drupa ne è rimasto colpito, sebbene alcuni tipografi sollevino ancora dubbi sul modello economico e sulla possibilità di integrarla facilmente nei loro workflow offset. Anche in questo caso (trovate l’esperienza di Simian nel nostro numero 06/2023), a risolvere l’enigma è solo la “conoscenza del mezzo”. A mettere tutti d’accordo sono invece la velocità e la facilità con cui S11P (destinata alla stampa commerciale) alimenta supporti di ogni genere da 60 a 600 µm, che crescono fino a 800 µm su S11, pensata per il packaging. La Nanografia impiega inchiostri a base acqua e non richiede alcun pretrattamento, dato che l’immagine viene formata su uno speciale belt riscaldato e trasferita sulla carta in un solo passaggio, tramite un cilindro pressore. Le macchine da stampa Landa, che

non usano lastre né bagnatura, né chimica di processo, vantano la pressoché totale assenza di scarti (non ci sono copie di avviamento) e sono dotate di un gruppo di spalmatura per l’applicazione di vernici protettive scelte dal cliente.

Diretta concorrente di Landa S11 è VariJET 106, prima piattaforma progettata e costruita da Koenig & Bauer Durst, la joint venture tra il costruttore tedesco e il leader italiano dell’inkjet. Non serve un esperto per notare che VariJET è basata sulla serie offset Rapida 106, di cui integra trasporto carta, mettifoglio, impilatore, unità di stampa, verniciatori e fustellatrice (se richiesta), con l’aggiunta del motore di stampa

inkjet con teste Fujifilm SAMBA e inchiostri a base acqua, capace di produrre 5.500 fogli B1/h. VariJET 106 prevede la stesura sul supporto (con un gruppo flexo) di uno strato di primer a base acqua, che viene asciugato prima della stampa inkjet. A valle della stampa, la carta viene essiccata in un secondo dryer e raffreddata. La versione di VariJET vista a drupa non si discosta molto da quella di cui abbiamo scritto nel numero 03/2022, dopo averla vista in azione presso il Customer Experience Center di Koenig & Bauer a Radebeul. Ad oggi, la joint venture non ha annunciato i nomi di possibili beta tester e clienti.

Seppur non presente a drupa, a

‖ 3) Agfa SpeedSet 1060 è progettata per la stampa inkjet di cartone teso e microonda in formato B1 a 11.000 fogli/h. 4) Fujifilm Jet Press 750S HS è la prima B2 inkjet con inchiostri a base acqua da 5.400 fogli/h.

Impremia NS40, un concept di B1 digitale derivante dalla collaborazione in essere tra Komori e Landa. L’unità, di cui nel 2019 era stata preannunciata una beta in Giappone, sfrutta (in base a un accordo di licenza) il motore di stampa nanografico di Landa S10. Sebbene fosse piuttosto promettente, infine, purtroppo non possiamo più parlarvi di Heidelberg Primefire 106, lanciata nel 2016, installata e utilizzata con successo presso alcuni clienti pilota, e infine abbandonata nel 2020. Gli amanti della tecnologia e della storia del printing, tuttavia, possono trovare un articolo in proposito nel numero 04/2018, scritto dopo la nostra visita allo stabilimento di Wiesloch, dove Primefire veniva prodotta.

Gli apripista del formato B2 sono ancora i leader di mercato

completare il panorama c’è Agfa SpeedSet 1060, di cui trovate una disamina nel numero 02/2024.

Anche la B1 di Agfa utilizza teste inkjet Fujfilm SAMBA e un processo interamente a base acqua ma, a differenza dei competitor, sfrutta tre gruppi di teste inkjet per gettare primer, inchiostro e vernice protettiva, sia a tavola piena che con riserva. Il produttore belga ha annunciato che la prima unità beta sarà installata a breve presso The Delta Group, nel Regno Unito, e una seconda verrà finalizzata a breve negli USA. Le consegne delle prime unità inizieranno invece nel 2025. Per completezza di informazione, benché non se ne parli da tempo, citiamo anche Komori

Le rivoluzioni più incisive e durature partono dal basso: un paradigma che la storia ha confermato spesso, che è certamente vero per la stampa digitale. Se oggi possiamo parlare di sistemi in formato B1 e B2, infatti, lo dobbiamo a trent’anni di sviluppo tecnologico, e a centinaia di migliaia di stampanti SRA3 e B3 installate presso piccole tipografie e stamperie digitali di tutto il mondo. C’è poi un momento in cui la trasformazione inizia a travolgere anche ciò che non si era mai creduto alterabile.

È il 2008 (a drupa) quando Fujifilm lancia il concept di quella che, a drupa 2012, sarebbe diventata Jet Press 720S: la prima macchina da stampa inkjet in formato B2 con inchiostri a base acqua. Sempre nel 2012 Konica Minolta (in joint venture con Komori) presenta un concept alternativo di macchina inkjet B2 da 3.000 fogli/h con teste proprietarie, ma dotata di

gruppo di voltura e inchiostri UV. Negli stessi giorni HP presenta HP Indigo 10000: la prima macchina con tecnologia ElectroInk in formato B2 da 3.450 fogli/h (4.600 in EPM), anch’essa con bianca e volta automatico. Solo nel 2016, con le HP Indigo 12000 e 30000 (basate sulla 10000), il lancio commerciale di AccurioJet KM-1 e della sua gemella Komori Impremia IS29, anche i tipografi più riluttanti abbandoneranno la storica diffidenza verso il digitale. L’efficacia delle prime B2 digitali è tale che, in pochi anni, mettono a segno centinaia di installazioni (nel 2022 HP Indigo dichiarava 800 macchine B2 installate), e a tutt’oggi sono i capisaldi del portfolio prodot-

ti dei tre costruttori. Per quanto riguarda Fujifilm, nel 2018 Jet Press 720S lascia il posto a Jet Press 750S, ampliando il formato a 585x750 mm e la produttività a 3.600 fogli/h (5.400 nella versione High Speed), e abilitando la stampa di cartone teso fino a 600 µm in una versione dedicata. Anche Konica Minolta aggiorna la piattaforma e, con AccurioJet KM-1e, ne aumenta la risoluzione di stampa a 1.200 dpi. Basandosi sulla 10000, HP costruisce un’ampia gamma di attrezzature B2 per stampa commerciale e packaging, che include HP Indigo 15K, 18K, e 35K. La nuova 120K (lanciata a drupa 2024) e la 100K (annunciata nel 2020) si distinguono dalle sorelle per la produt-

‖ 5) Ricoh Pro Z75 è la B2 inkjet con inchiostri a base acqua da 4.500 fogli/h di Ricoh. 6) Konica Minolta raddoppia le prestazioni di AccurioJet KM-1 con la nuova AccurioJet 60.000 con tecnologia UV da 6.000 fogli/h.

te e naturali fino a 585x750 mm di formato. Il costruttore, che aveva pronosticato la disponibilità commerciale per novembre 2023, ha tenuto fede al suo impegno e, lo scorso dicembre, ha annunciato la prima installazione europea presso l’azienda francese Realisaprint. A drupa 2024, Ricoh ha mostrato dal vivo Pro Z75, confermandone le prestazioni e la qualità, e promettendo costi di gestione competitivi.

Anche Konica Minolta ha alzato (di molto) l’asticella, svelando a drupa la nuova AccurioJet 60000, che riprende il formato carta e il design di KM-1e, ma con una mole più importante e prestazioni raddoppiate. Sul piano tecnico, sappiamo che anche la nuova B2 è dotata di asciugatura LED-UV con tecnologia Dot Freeze, e che produce 6.000 fogli/h (3.000 in bianca e volta).

tività accresciuta a 4.500 fogli/h (6.000 in EPM).

L’ondata di nuove B2 digitali che conferma la tendenza

Nonostante qualche ritardo nello sviluppo e qualche tentennamento, il successo ottenuto dalle B2 digitali e la crescita dei volumi di stampa degli ultimi anni hanno incoraggiato player vecchi e nuovi a scendere nell’arena e a sfruttare l’ultima drupa come palcoscenico. Tra i più rilevanti c’è Ricoh, che a fine 2020 aveva annunciato di essere al lavoro su una inkjet B2 con inchiostri a base acqua, capace di produrre fino a 4.500 fogli/h (2.250 in bianca e volta) a 1.200 dpi, su carte patina-

Analogo formato e prestazioni (585x750 mm e 6.000 fogli/h) per Komori J-throne 29, annunciata un po’ in sordina nelle settimane prima di drupa, che Komori dichiara di aver sviluppato in autonomia a livello di hardware, software e inchiostri. J-throne 29, che si affiancherà a Impremia IS29s e a Impremia NS40, rilancia il digitale come fattore strategico nell’offerta futura di Komori. Un capitolo a parte merita Fujifilm, che affianca a Jet Press un’inedita macchina da stampa a foglio in formato B2 a toner secco, denominata Revoria Press GC12500, che combina una risoluzione di stampa di 2.400x2.400 dpi, una produttività di 2.500 fogli/h (la metà in bianca e volta), e il formato carta più ampio del mercato: ben 662x750 mm. Se volete saperne di più, non perdete l’articolo pubblicato nel numero 02/2024. Ultima, solo in ordine di apparizione, è Canon, che con il lancio di varioPRINT iX Series in for-

tecnologie

mato B3, nel 2020, ha accelerato l’adozione dell’inkjet a foglio a base acqua tra i tipografi. Oltre a mostrare varioPRINT iX1700, la nuova B3 con teste piezo proprietarie da 2.400x1.200 dpi, a drupa 2024 il gigante nipponico ha annunciato il prossimo ingresso in gamma di varioPRESS iV7, una B2 destinata a gareggiare tra i pesi massimi. Anch’essa equipaggiata con le nuove teste proprietarie, e inchiostri a base acqua formulati e prodotti da Canon, varioPRESS iV7 avrà infatti un formato carta di 614x750 mm, una produttività di 8.700 fogli/h (4.350 in bianca e volta) e la capacità di stampare carte patinate e naturali fino a 450 g/m². Al di là dei prodotti, ha fatto e farà discutere l’accordo commerciale tra Canon e Heidelberg, che prevede la commercializzazione del sistema B3 varioPRINT iX 3200, ribattezzato Jetfire 50, e si estenderà presto alla nuova varioPRESS iV7 (che si chiamerà Jetfire 75).

Quali spazi per la bobina?

Nata e cresciuta nel transazionale, la tecnologia di stampa digitale a bobina ha fatto passi da gigante. Tant’è che la maggior parte dei costruttori propone già da qualche anno attrezzature a colori che emulano la qualità dell’offset. L’intento è chiaro: aggredire quella parte del mercato offset che fatica a digerire il digitale a foglio per

ragioni di produttività e di economia, accelerandone la transizione digitale. Inutile dire che da una bobina larga poco più di mezzo metro si può ottenere al massimo il formato B2, o creare segnature adatte a stampati di alto volume, come cataloghi e volantini. Benché sia ancora una nicchia, come sa bene Xeikon, apripista della stampa a bobina di alta qualità con tecnologia a toner, quella del continuous feed è un’area dal potenziale enorme, seppure in larga parte inespresso. Nonostante le recenti mosse di HP con PageWide Advantage 2200, e di Kodak con i nuovi modelli Prosper Ultra, a condurre i giochi qui sono gli storici brand nipponici, tra cui Ricoh, Canon e

Screen. La prima, con la sua nuova Pro VC80000, stampa su una larghezza di bobina di 585 mm con teste Ricoh Gen5 da 1.200 dpi e una velocità di 150 m/min. Con ProStream 3000, invece, Canon stampa su bobine larghe fino a 558 mm a 160 m/min. Anche Screen, con Truepress Jet 560HDX, propone un engine da 1.200 dpi e 150 m/min per stampare su bobine fino a 560 mm.

La new entry più rilevante viene dall’attivissima Fujifilm, che con la sua Jet Press 1160CFG (lanciata a drupa 2024) entra nell’arena del continuous feed con una rotativa inkjet da 160 m/min e 1.200 dpi.

‖ 7) varioPRINT iX1700 è la nuova B3 di Canon con inchiostri a base acqua, che anticipa il lancio della B2 da 8.700 fogli/h varioPRESS iV7. 8) Jet Press 1160 CFG è la nuova continuous feed da 160 m/min introdotta a drupa dall’attivissima Fujifilm.

Ma quello della bobina è un tema ampio e complesso, che tratteremo più avanti. È giunto il tempo di passare al digitale?

Se la stampa digitale sia o meno un passo utile o ineludibile è l’interrogativo che attanaglia due generazioni di tipografi, e la crescente disponibilità di attrezzature digitali in formato B2 e B1 non fa altro che acuirlo. Se vent’anni fa la risposta passava da una scelta di campo, o da una particolare visione del business, un’eventuale decisione di investimento implica oggi una risposta onesta a una domanda cruciale: «Guardando ai fatturati e alle marginalità di oggi, e alle prospettive dei prossimi 5-10 anni, ricomprereste una macchina da stampa offset?». Se equipariamo drupa ai Giochi Olimpici del settore, come molti amano fare, l’edizione 2024 ha confermato che la stampa offset è uno sport sempre meno popolare, i cui atleti, commentatori e pubblico mostrano segni di stanchezza: uno sport che perde sponsor e simpatizzanti. La stampa digitale, un tempo tenuta ai margini, attira invece investimenti milionari, entusiasma e vince medaglie anche in quelle discipline che un tempo le erano precluse.

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Con TASKalfa pro 15000c e 55000c, Kyocera Document Solutions supporta i tipografi nella transizione dall’offset al digitale, e nella creazione di stampati eco-sostenibili

L’inkjet a base acqua di Kyocera è la soluzione per gli stampatori pronti al futuro

a cura di Kyocera Document Solutions Italia

La tecnologia a getto d’inchiostro si è imposta come fattore dirompente nel mercato della stampa digitale, sia a foglio che a bobina. In un segmento storicamente dominato dal toner, e in un momento storico cruciale per i tipografi, l’inkjet sta ridefinendo il panorama dei macchinari per la stampa commerciale. Con un numero crescente di stampatori alla ricerca di soluzioni digi-

tali che combinino produttività, efficienza economica e sostenibilità, l’ingresso di Kyocera Document Solutions nel mercato della stampa professionale con TASKalfa Pro 15000c, nel 2019, non poteva essere più tempestiva. A drupa 2024, con il lancio della nuova TASKalfa Pro 55000c, Kyocera ha ribadito la sua profonda conoscenza dell’inkjet, e dimostrato come le sue tecnologie siano pensate per soddisfare le esigenze in continua evoluzione

degli stampatori, grazie alla versatilità che aiuta le aziende ad aprire nuove opportunità di business.

I plus della stampa inkjet a base acqua

Le macchine da stampa a getto d’inchiostro Kyocera impiegano inchiostri a base d’acqua a pigmento e sono equipaggiate con teste di stampa industriali, che generano gocce di diverse dimensioni, garantendo l’uniformità nei

fondi pieni e uno straordinario dettaglio nella riproduzione dei testi e delle linee più sottili. La chimica d’inchiostro a base d’acqua offre poi enormi vantaggi agli stampatori commerciali, in particolare per quanto riguarda la produttività, la qualità della stampa e la compatibilità con le varie tecniche di finitura. La durevolezza e consistenza del colore, le buone proprietà di adesione e di asciugatura, il basso costo di produzione e i consumi ridotti

permettono di stampare su molteplici supporti, garantendo la miglior combinazione tra qualità, produttività e sostenibilità.

La stampa inkjet è una tecnologia senza contatto, che permette di stampare sulle carte offset già in uso presso gli stampatori commerciali, incluse le patinate lucide, opache e satinate, senza stressare il supporto e restituendolo già asciutto e pronto per le operazioni di finitura ed allestimento.

Poiché i tempi di consegna continuano a ridursi, le macchine da stampa inkjet di Kyocera consentono di combinare flessibilità, elevata produttività e ripetibilità, azzerando i tempi di setup e gli scarti di avviamento, e riducendo le operazioni manuali.

La rivoluzione introdotta dall’Industria 5.0 mira alla risoluzione di problemi sociali e ambientali e pone l’uomo e il benessere dei lavoratori al centro. Il gruppo ha questi valori nel suo DNA, e ha sviluppato TASKalfa Pro 15000c e TASKalfa Pro 55000c per migliorare la qualità della vita degli operatori.

TASKalfa Pro 15000c: apripista verso l’inkjet

A quattro anni dal lancio, con oltre 250 unità installate in Europa (di cui 12 in Italia), TASKalfa Pro 15000c si è affermata come un sistema di stampa affidabile, durevole, in linea con i bisogni di una vasta platea di stampato-

ri. La sua peculiarità di stampare solo su carte naturali, calandrate e pretrattate per l’inkjet la rende ideale per realizzare stampati la cui qualità deve essere sempre costante. Grazie alla consistenza degli inchiostri e all’affidabilità delle teste di stampa proprietarie Kyocera, è in grado di produrre stampe aderenti agli standard Fogra 52 e Fogra PSD Side-bySide A. Un risultato costante lungo la tiratura e lavoro dopo lavoro, che conferisce a TASKalfa pro 15000c un uptime superiore al 90%. In base alle configurazioni, ha un’autonomia carta che consente di stampare senza presidio fino a 90 minuti. La semplicità d’uso e la compatibilità delle stampe con i sistemi di finishing esistenti la rende facile da integrare in qualsiasi sala stampa. In sintesi, TASKalfa Pro 15000c consente di spostare lavori poco redditizi stampati con macchine offset o a toner, restituendo loro valore e aumentando la redditività delle altre tecnologie. Infine, numeri alla mano, TASKalfa Pro 15000c è una delle macchine da stampa più sostenibili del mercato, sia in termini di consumo energetico che di rifiuti generati.

TASKalfa Pro 55000c è pronta a rimpiazzare l’offset

La nuova TASKalfa Pro 55000c è una macchina da stampa a colori in grado di operare su lunghi cicli

produttivi senza interruzione, con una qualità sempre costante. Oltre alle carte naturali, la nuova unità è in grado alimentare carte patinate offset lucide, satinate e opache senza l’uso di primer, garantendo cromie e densità ottimali. Anch’essa dotata di teste di stampa industriali progettate e prodotte da Kyocera, TASKalfa Pro 55000c produce gocce da 1,5 pl per riprodurre anche i dettagli più fini, salendo a 4pl per coprire al meglio i fondi pieni. La produttività è costante a 75 ppm (4500 fogli/h) in formato SRA3, su carte di grammature comprese tra 60 e 400 g/m² con bianca e volta automatico. La stampante è inoltre in grado di alimentare formati banner fino a 1 m di lunghezza e può stampare bianca e volta in automatico. Il setup è intuitivo e consente di organizzare al meglio le code di stampa, lasciando all’operatore il solo caricamento dei supporti di stampa e l’avvio della stampa. TASKalfa Pro 55000c ha tutte le caratteristiche per coniugare la flessibilità e produttività ricercata da tutti gli operatori del mercato della stampa. Kyocera Document Solutions ha approcciato la stampa di produzione offrendo risposte semplici e chiare alle esigenze attuali e future degli stampatori, sfruttando il suo know-how nell’inkjet per realizzare macchine da stampa robuste, affidabili e sostenibili. kyoceradocumentsolutions.it

Abbazia di San Fruttuoso, Camogli (GE), restaurata dal FAI e aperta al pubblico nel 1988

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Foto Marco Ligabue
e Matteo Girola, 2017 © FAI

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