Italia Publishers 02/2024

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MEETING LEADERS

Xaar riscrive i paradigmi della stampa inkjet nella gra ca e nella nobilitazione

SPECIALE

Dalla foresta al consumatore, il mercato chiede una liera del packaging più sostenibile

TECNOLOGIE

Agfa lancia la s da decisiva all’o set nel packaging con il formato B1 di SpeedSet 1060

Italia Publishers - Anno XXXVI - n° 02/2024 - Prezzo euro 10,00 - Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LOM/MI

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EDITORIALE

5 | Digitale vs offset: aveva ragione (anche) Xerox

NEWS

6 | Novità dai player del mercato digitale

MEETING LEADERS

12 | Xaar riscrive i paradigmi della stampa inkjet nella grafica e nella nobilitazione

SPECIALE

20 | Dalla foresta al consumatore, il mercato chiede una filiera del packaging più sostenibile

TECNOLOGIE

26 | Agfa lancia la sfida decisiva all’offset nel packaging con il formato B1 di SpeedSet 1060

46 | Con Revoria Press GC12500 Fujifilm “promuove” il toner a foglio al formato B2 XL

STRATEGIE

32 | Per potenziare la fresatura, New Lab introduce Multicam nella sua flotta di Kongsberg

36 | Litocart amplia la sua offerta sartoriale grazie ai prototipi fustellati con Valiani Invicta

42 | Paragon Label crea etichette da vino “estreme” e prospera con il laser di Cartes Geminiv

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sommario 02
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inserzionisti

B+B International pag. 1

Canon pag. 39

Durst pag. 11

Elitron pag. 4

Eurmoma pag. IV cop.

Fenix DG pag. 19

Filmolux pagg. 8-9

Forgraf pag. 29

Fotoba pag. 3

Fujifilm pag. 23

HP Scitex pag. II cop.

Interlem GP Omega pag. 15

Join pag. 10

Liyu Italia pag. 17

Luxoro pag. 35

Monti Antonio pag. 31

NGW Group pag. 45

Sei pag. 25

T&K pagg. 40-41

Valiani pag. 7

Zünd pag. III cop.

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Italia Publishers – Anno XXXVI – n° 02/2024

Registrazione: Tribunale di Milano n. 74 del 12/2/94

Iscrizione al ROC n° 26062 del 23/11/2015

Direttore editoriale Lorenzo Villa Direttore responsabile Gabriele Lo Surdo

Collaboratori

Antonio Brunori Copertina Sara Ciprandi

Pubblicità marketing@densitymedia.com

Abbonamento 6 numeri

€ 60,00 (Italia) / € 120,00 (estero) Ufficio abbonamenti abbonamenti@densitymedia.com

di Lorenzo Villa // lorenzo@densitymedia.com

Digitale vs offset: aveva ragione (anche) Xerox

Italia Publishers è una rivista che rispetta l’ambiente. Per produrla, utilizziamo energia proveniente da fonti rinnovabili e carte certificate FSC®. Per spedirla, utilizziamo film in materiale compostabile.

Editore

Stampa Unigrafica Postalizzazione ET System drupa content contributor

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Certificato

CSST

2023-6706 Tiratura media 4.167 copie Diffusione media 4.084 copie

Società di revisione: Metodo srl

Qualora servisse una fiera per rimarcarlo, drupa 2024 sancirà l’ineluttabile sorpasso del digitale sull’offset. Se non per volumi, quantomeno per capacità di generare innovazione, lavoro, valore e crescita. Ebbene, sapere che Xerox mancherà questo appuntamento è triste, e questo editoriale è in parte dedicato a lei. Se per tanti neofiti (e per qualche inguaribile cinico) sarà un concorrente in meno, sono persuaso che qualsiasi vero amante del digitale ne sarà toccato. A drupa 2000, la “Document Company”, guidata da una sfolgorante Anne Mulcahy, profetizzava il “new business of printing”, lanciava DocuColor 2060 (nome in codice “Sfida”), svelava il progetto FutureColor (il prototipo di iGen3) e lanciava una sfida inaudita ai costruttori dell’offset. Una botta di adrenalina pazzesca – forse l’ultima mai provata a una fiera di settore, eccezion fatta per il debutto di Landa Digital Printing. Tra i tanti rivali da sfidare, a drupa 2000, Xerox si è parata di fronte ad Heidelberg, che proprio in quel frangente lanciava NexPress, figlia della joint venture con Kodak. Presentarsi nel tempio degli eredi di Gutenberg, occupare un padiglione costruito ad-hoc per farsi spazio in una drupa troppo piccola e analogica, e affermare che la stampa non sarebbe mai più stata un’attività manifatturiera ma un servizio, è stata vista da molti come una bravata. Tant’è che l’anno successivo HP ha acquistato Indigo, e il mercato della stampa digitale ha iniziato a prendere forma e a crescere a ritmi serrati. Per tutta risposta, nel 2004 Heidelberg ha rivenduto il 50% di NexPress a Kodak, dichiarando di volersi concentrare sul suo core business dell’offset a foglio per tornare redditizia. I primi anni del nuovo millennio hanno generato una sostanziale frattura tra un mondo analogico in declino e un mondo digitale che oggi è il nuovo padrone di casa, non solo a drupa ma nella realtà quotidiana del mercato e delle nostre aziende. Oltre ad aver inventato la stampa laser, le reti Ethernet, il mouse e la GUI (Graphic User Interface), poi sfruttati magistralmente da Apple, Xerox ha senza dubbio il merito di aver compreso, interpretato, incarnato e guidato questa rivoluzione.

editoriale
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Durst P5 SMP è la multi-pass da 2.000 m²/h che sfida le single-pass

In vista di drupa, Durst si prepara a una nuova prova di forza nel grande formato, aggiungendo un modello ultra-produttivo alla serie di stampanti UV ibride P5. Denominata P5 SMP (acronimo di Super Multi Pass), la nuova unità condivide con le sorelle minori il design, una larghezza di stampa di 3,5 m, la tecnologia di asciugatura LED e la straordinaria versatilità operativa. Tratto distintivo di P5 SMP è però la sua produttività, che si attesterà a un massimo di 2.000 m²/h, con

volumi di produzione stimati fino a 5 milioni di metri quadrati all’anno, rendendola una delle multi-pass più produttive del mercato nonché – lo sostiene Andrea Riccardi, Head of Product Management di Durst – una valida alternativa ai sistemi single-pass. Utilizzabile sia per applicazioni grafiche su materiali rigidi e flessibili, che per la stampa di cartone ondulato, P5 SMP è compatibile con i sistemi automatici per il carico e lo scarico dei fogli. durst-group.com

Dal 2026, Vulcan porterà Highcon a nuovi traguardi nell’ondulato

Highcon svela le caratteristiche chiave del suo prossimo sistema per la fustellatura digitale di ondulato. Highcon Vulcan potrà fustellare fogli di ondulato fino a 5 mm (incluse onde B, C e EB) di formato massimo 1.400x1.700 mm, superando l’attuale limite del formato B1 della serie Beam 2C. Al pari delle attuali generazioni di attrezzature, Vulcan combinerà una matrice polimerica di cordonatura con la tecnologia laser, con produttività fino a 3.000 fogli/h e tempi di cambio lavoro inferiori a

‖ X-Wave Converting combina la tecnologia laser con la cordonatura a ruota per fustellare digitalmente fogli di cartone ondulato fino a 1.600x2.400 mm.

X-Wave “allarga” la fustellatura digitale del cartone ondulato

Sull’onda dei successi ottenuti con Labelmaster, la nota unità di converting digitale per etichette, e con PaperOne per la fustellatura digitale del cartone teso, SEI sbarca nel mercato degli imballaggi in ondulato. X-Wave Converting si propone come una soluzione completa, versatile, produttiva e accessibile per fustellare fogli di cartone ondulato fino al formato 1.600x2.400 mm, con produttività superiori rispetto a un plotter a lama. La linea si compone di mettifoglio automati-

co con presa dall’alto, unità di taglio laser, unità di cordonatura digitale con tecnologia a ruota, e impilatore automatico. Grazie all’ampio formato e alla buona produttività, X-Wave si propone come la soluzione di converting ideale per piccoli e medi quantitativi di scatole da imballo ed espositori in cartone ondulato, sia in ambienti di stampa digitale che in scatolifici tradizionali. X-Wave sarà in funzione a drupa ed è già disponibile per demo e ordini. seilaser.com

10 minuti. Nel 2022 il costruttore ha presentato il progetto a un gruppo di quattro “foundation customer” – Thimm, The BoxMaker, UDS e Grupak – cui nel 2023 si è unita Schumacher Packaging, che ha espresso l’intenzione di introdurre 5-10 unità entro il 2030. Dopo un rallentamento dovuto a un contesto economico incerto, nel 2023, il programma Vulcan è ripartito nel 2024, e i primi alpha test da un cliente sono previsti nel 2026. highcon.com ‖ Highcon Vulcan è la nuova serie di macchine per la fustellatura digitale di ondulato in formato 1.400x1.700 mm. I primi alpha test presso un cliente inizieranno nel 2026.

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‖ La nuova Durst P5 SMP (Super Multi Pass) può stampare su pannelli, materiali in bobina e fogli di ondulato, ed è compatibile con sistemi automatici di carico e scarico.

Landa S11 e S11P portano il digitale in formato

Il leggendario Benny Landa non delude il suo pubblico e mantiene la promessa di portare la stampa digitale a formati e produttività paragonabili all’offset, con livelli di efficienza e opportunità di personalizzazione enormemente maggiori. Se l’inventore e costruttore israeliano poteva già gongolare per la crescita delle installazioni (ormai oltre quota 50) degli ultimi 2-3 anni, e per la generale

soddisfazione degli utilizzatori, la vigilia di drupa 2024 segna il culmine di un percorso tecnologico complesso e sfidante. Basata sulla combinazione tra un motore di stampa inkjet single-pass, gli esclusivi Nanoink a base acqua e il sistema di formazione e trasferimento dell’immagine one-shot su un belt riscaldato, la cosiddetta stampa nanografica è sfidante e trasformativa di per sé, e sinora

B1 a 11.200 fogli/h

ha dimostrato la sua efficacia nei modelli S10 e S10P. Sia il modello dedicato al packaging che l’unità con gruppo di voltura, dedicata alla stampa commerciale, si sono infatte rivelate stabili e produttive alla velocità di 6.500 fogli/h. Un valore che cresce fino a raggiungere i 11.200 fogli/h per le nuove S11 e S11P, che integrano il nuovo modulo di asciugatura 11K, la scelta tra l’unità di stampa

a quattro o a sette colori, l’unità di verniciatura in linea opzionale e il modulo PrintAI, che utilizza l’intelligenza artificiale per migliorare la qualità di stampa e introdurre funzionalità speciali. landanano.com

‖ Sotto, Landa S11 ricalca il design della serie S10 aumentandone la produttività e introducendo funzionalità basate sull’intelligenza artificiale.

news

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Inquadra il QR code, richiedi la nostra brochure e scopri i nostri prodotti GREEN per ogni tipologia di applicazione.

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SUPPORTI PER DISPLAY

La linea di supporti per display offre una vasta scelta in termini di risultati finali: effetto blockout o retro-illuminabili, retro-grigio o bianco. La gamma è PVC free, costituita da materiali interamente ecologici e, allo stesso tempo, di ottima qualità.

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Che sia poliestere, polipropilene o carta, i nostri biadesivi permanenti o removibili hanno una composizione totalmente PVC free. Adatti per lavorazioni fine art o per le superfici più difficili offrono infinite possibilità per una scelta sostenibile e performante.

EASY DOT

L’intramontabile tecnologia easy dot® si adatta alla mission green e offre tutti i vantaggi dell’ormai nota pellicola con adesivo a puntini senza rinunciare alla tutela dell’ambiente. La versione in PET, infatti, permette di ridurre significativamente il volume dei rifiuti grazie al 40% in meno di peso e fornisce un’impronta green alle tue stampe.

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Nella nostra linea GREEN WALL sono presenti diverse tipologie di carte da parati a base TNT, totalmente PVC-free, realizzate in tessuto 100% ecologico, personalizzabili e adattabili ai più svariati utilizzi. Un modo innovativo ed ecologico per rinnovare e personalizzare ambienti e spazi espositivi.

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Privi di PVC, perché composti al 100% da poliestere, i tessuti di grande formato della linea FILMOtex si adattano a tutti i tipi di stampa: (Eco)Solvent, Latex, UV e Sublimazione. Possono avere proprietà fonoassorbenti, retroilluminabili o dall’effetto blockout. Utilizzare il tessuto come supporto per la comunicazione significa fare una scelta green senza rinunciare alla qualità del risultato finale.

A drupa (e oltre) Canon punta con decisione su etichette e packaging

Dopo l’esperienza maturata con LabelStream 4000, l’acquisizione di Edale e il lancio di LS2000 (lo scorso autunno), Canon dimostrerà a drupa che intende giocare duro nel packaging.

Ad aprire le danze è l’attesissima LabelStream LS2000, una narrow web che combina la configurazione a cinque canali colore (CMYK + Bianco) con inchiostri a base acqua, introducendo una soluzio-

ne inodore e sicura per stampare su materiali autoadesivi in carta e plastica di larghezza massima 340 mm a 40 m/min. Sempre in ambito narrow web, il costruttore utilizzerà lo show tedesco per mostrare applicazioni di nobilitazione su cartone teso, eseguite su una linea Edale.

Agli operatori che puntano a entrare nel packaging, sono dedicate la stampante flatbed Arizona

2380XTF, alimentata con cartone ondulato, e la linea UVgel Print Factory. Quest’ultima, che ricalca l’esperienza di successo di Wallpaper Factory, integra una stampante Canon Colorado serie M con l’alimentatore Fotoba Jumbo Roll JRL 170 e il riavvolgitore JRR 170 in un flusso di lavoro per la stampa su carta e il successivo accoppiamento all’ondulato. Infine, utilizzando modelli 3D e

animazioni, e alcuni campioni di stampa, Canon introdurrà il concept di una nuova macchina da stampa single-pass per ondulato di qualità offset da 8.000 m²/h, con larghezza di stampa 1,7 m. canon.it

‖ Sotto, il rendering della macchina da stampa inkjet single-pass che Canon sta sviluppando per la stampa ad alta velocità su cartone ondulato.

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P5 SMP ™ — SUPER MULTI PASS RIDEFINIZIONE DELLA STAMPA DIGITALE PER GRANDI VOLUMI A Drupa 2024 presenteremo lʼultima evoluzione della P5 e stabiliremo un nuovo standard di efficienza, qualità e versatilità nel settore della stampa digitale.

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Durst SMP è un marchio di Durst Group S.p.A.

Xaar riscrive i paradigmi della stampa inkjet nella grafica e nella nobilitazione

Con la tecnologia

Ultra High Viscosity, già impiegata per stampa 3D e smaltatura, l’azienda britannica apre nuovi scenari nelle arti grafiche e nel packaging.

Chi segue da tempo la trasformazione della nostra industria sa che Xaar e la sua tecnologia rappresentano una pietra miliare nella digitalizzazione di quasi tutti i processi di stampa e decorazione industriale.

Fondata a Cambridge, nel 1990, Xaar non ha mai perso la sua indipendenza né la sua propensione alla ricerca e sviluppo.

Nei primi anni di vita, l’azienda concede la sua tecnologia in licen-

za ad alcuni noti costruttori di stampanti da ufficio, e nel 1997 si quota al London Stock Exchange. La produzione autonoma inizia solo nel 1999, con l’incorporazione della svedese MIT, mentre il rilascio della prima testa inkjet industriale con tecnologia greyscale risale al 2003.

Il primo decennio degli anni Duemila registra un aumento consistente della domanda, cui Xaar reagisce costruendo un nuovo sito produttivo a Huntingdon, poco fuori Cambridge, cui segue il rila-

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scio di nuove serie di teste per la grafica, la stampa tessile e la decorazione ceramica.

Nel decennio successivo le applicazioni digitali esplodono, spingendo la domanda di produttività, aprendo la strada alla stampa single-pass, e ponendo le basi per la migrazione al digitale di molti processi analogici. Emblematica è la rapida e irreversibile digitalizzazione della decorazione ceramica, per cui Xaar mette a punto la tecnologia High Laydown. Proprio la capacità di gettare in modo con-

sistente coloranti e smalti inorganici fa da sfondo allo sviluppo di nuove generazioni di teste piezoelettriche con tecnologia Thin Film (TF), e a quella che Xaar ha battezzato Ultra High Viscosity. Già impiegata con successo in vari settori industriali, Ultra High Viscosity si propone oggi come fattore dirompente anche nella grafica e nel packaging.

Per comprenderne le reali potenzialità siamo andati a Cambridge per incontrare Xaar e alcuni dei suoi partner chiave.

Ricerca e sviluppo: fattori abilitanti per la creazione di nuovi sistemi di stampa

Xaar esporta il 98% della sua produzione, in particolare, verso Cina, Europa e Nord America, con in testa il Paese asiatico, che sta acquisendo importanza per il gran numero di costruttori di stampanti industriali, sempre più affidabili, produttive e competitive.

Le teste Xaar sono impiegate in innumerevoli campi della stampa e della decorazione, inclusi grafica,

etichette, ceramica, vetro, tessuti, imballaggi e stampa 3D, sia multipass che single-pass.

Per supportare OEM e integratori nello sviluppo e nel rilascio di nuovi motori di stampa, Xaar ha diversificato la sua offerta, sia in modo organico che per acquisizioni e partnership esterne.

A capo delle attività di ricerca e sviluppo c’è Karl Forbes, Group R&D Director di Xaar dal 2022,

‖ Sullo sfondo, Nitrox è la testa di stampa più performante mai prodotta da Xaar.

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“Conoscere a fondo i bisogni più intimi degli OEM ci dà una prospettiva unica per aiutarli a risolvere i loro problemi, senza limiti e pregiudizi.”

che porta in azienda un’esperienza di trent’anni nell’inkjet, inclusa la parentesi in Inca Digital Printers, per lo sviluppo di nuove stampanti, e quattro anni in Xaar, per la messa a punto delle teste con ricircolo delle serie 1000. I suoi compiti includono la definizione della road map di sviluppo delle nuove tecnologie e dei prodotti Xaar, oltre che la guida del team incaricato di trasferirne i vantaggi ai clienti.

«I costruttori affrontano quotidianamente molte sfide pratiche. Per esempio, vorrebbero poter usare un solo tipo di inchiostro per diversi supporti, creare macchine per mercati specifici, raggiungere il giusto grado di asciugatura su un dato materiale», spiega Forbes. «Conoscere a fondo i loro bisogni più intimi ci dà una prospettiva unica per aiutarli a risolvere i loro problemi, senza limiti e pregiudizi».

Nei laboratori di R&D aziendali, il team di Xaar adotta un approccio olistico per supportare costruttori e integratori nel risolvere i problemi di stampatori e converter. Poter integrare nativamente teste, elettronica, software e sistemi di gestione dei fluidi dà a Xaar e ai suoi partner un vantaggio in termini di efficienza e velocità di risposta.

Ultra High Viscosity: cosa, come, e perché?

Se la viscosità è una proprietà naturale dei fluidi, essa può trasformarsi in un fattore critico in un processo di deposizione inkjet, dove il fluido passa ad alta velocità attraverso canali, ugelli e attuatori microscopici. Per esempio, l’acqua ha un valore di viscosità dinamica di 1 mPa·s (millipascal per secondo), mentre l’olio d’oliva raggiunge il valore di 65 mPa·s, e il miele supera i 10.000 mPa·s. Numeri e unità di misura indecifrabili, che acquisiscono significato se pensiamo che una “normale” testa di stampa può gettare fluidi compresi tra 10 e 12 mPa·s, mentre Xaar dichiara che la sua Nitrox GS6

arriva a 100 mPa·s Il primato tecnologico di Xaar si basa sull’esclusiva tecnologia Thin Film (TF) introdotta nel 2007 su Xaar 1001, la cui combinazione tra sistema di attuazione e ricircolo al livello degli ugelli consente di gettare smalti ceramici, inchiostri bianchi pigmentati ad alta opacità, inchiostri conduttivi per l’elettronica stampata. Thin Film, combinata con l’architettura Hybrid Side Shooter, è l’elemento fondante della nuova piattaforma Xaar ImagineX che, insieme a Ultra High Viscosity e High Laydown, porterà le prossime generazioni di teste a frequenze di getto fino a 150 kHz, risoluzioni fino a 1.440 dpi, temperature fino a 200 °C e flussi fino a 150 ml/min,

con il fluido in costante movimento per evitare la sedimentazione ed eliminare bolle d’aria e residui indesiderati.

«Con la piattaforma ImagineX puntiamo a garantire un’affidabilità senza precedenti anche nei contesti di stampa industriale più critici, mentre con Ultra High Viscosity intendiamo risolvere problemi noti nei mercati esistenti», sostiene Forbes.

Quali vantaggi nella grafica?

Impiegare la Ultra High Viscosity in applicazioni grafiche, dove le particelle di inchiostro sono minuscole e gli spessori di pochi micron (pensiamo ai NanoInk di Landa Digital Printing) può appa-

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‖ 1) Un tecnico Xaar assembla una testa di stampa Aquinox. 2) Una testa Xaar Nitrox su una macchina da laboratorio.

Mike Seal

General Manager di Megnajet

“La tecnologia di gestione dei fluidi è cruciale per garantire che la testa di stampa operi al massimo delle sue prestazioni in ogni condizione.”

rire un controsenso. Eppure, Xaar parte da una teoria diametralmente opposta, che sovverte un paradigma radicato da sempre tra costruttori e utilizzatori. L’idea è ampliare il range di fluidi gettabili, consentendo l’impiego di coloranti molto meno raffinati, e quindi più economici. In casi limite, ciò consentirebbe di gettare inchiostri, vernici e primer concepiti per la stampa tradizionale, che hanno un contenuto di pigmento maggiore in rapporto all’acqua e agli altri componenti.

Secondo test eseguiti con teste Nitrox e chimiche Marabu e Fujifilm, l’utilizzo di un inchiostro UV ad alta viscosità e alta pigmentazione consente di ottenere una definizione ottica migliore a risoluzioni più basse, e aumentare la coprenza a velocità più elevate (in single-pass) o in un minor numero di passate (in multi-pass). La riduzione del consumo tocca il 50%, con velocità raddoppiate e una riduzione sostanziale dell’energia necessaria per asciugare la stampa. Se impiegata in un processo di verniciatura spot ad alto spessore, ad esempio nella nobilitazione digitale, la Ultra High Viscosity consentirebbe di gettare una normale vernice flexo UV, ottenendo elevati spessori a

costi vantaggiosi.

Anche nel campo delle applicazioni inkjet a base acqua, in crescita nel packaging e nella stampa tessile, la Ultra High Viscosity produce vantaggi rilevanti. Secondo test eseguiti con teste Xaar Aquinox, in collaborazione con Nazdar e con il Welsh Center for Printing and Coating della Swansea University, a parità di contenuto di pigmento, l’utilizzo di inchiostri ad alta viscosità produce densità più elevate, maggiori coprenze, dettagli più nitidi, minori difetti di controstampa, e un posizionamento delle gocce più regolare.

Anche nel waterbased, l’incremento della velocità e la riduzione dei consumi di fluido, a parità di risultato, sono rilevanti.

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‖ 6) Tracey Brown di Meteor Inkjet e Mike Seal di Megnajet. 4) e 5) La sessione di stampa e valutazione dei risultati durante la nostra visita.

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“Il nostro obiettivo è fornire agli OEM soluzioni pronte all’uso per pilotare le teste Xaar in diverse applicazioni.”

‖ 6) e 7) Nobilitazione digitale e stampa diretta su packaging sono due possibili applicazioni di Ultra High Viscosity.

Un ecosistema tecnologico che accelera lo sviluppo

Xaar Group include la capogruppo, che fornisce teste di stampa e inchiostri; FFEI, specializzata nella costruzione di sistemi di stampa; Engineered Printing Solutions, concentrata sui motori di stampa personalizzati; Megnajet, che realizza sistemi di gestione dei fluidi. Xaar si avvale poi dell’Advanced Technology Center di Stoccolma, dove un team di ricercatori lavora a progetti verticali, come la Ultra High Viscosity. Oltre alle consociate, Xaar investe sulle partnership strategiche, come quella avviata nel 2008 con Meteor Inkjet, anch’essa basata a Cambridge. Quale fornitore di riferimento dell’industria ceramica, Meteor Inkjet ha una lunga esperienza nella gestione di fluidi ad alta viscosità. Oltre a fornire elettronica di controllo per le teste, Meteor offre una suite di software per il controllo del sistema e la creazione dei lavori, nonché strumenti per lo sviluppo e l’ottimizzazione del sistema di stampa. «Il nostro obiettivo è fornire agli OEM soluzioni pronte all’uso per pilotare le teste Xaar in diverse applicazioni», spiega Tracey Brown, VP Strategy & Marketing

di Meteor Inkjet. «Quando Xaar lancia una nuova testa, noi siamo già pronti con l’elettronica».

Parte di Xaar Group dal 2022, Megnajet vanta oltre un decennio di esperienza nella gestione dei fluidi, ed è in grado di fornire sia singoli componenti – pompe di degassing, rilevatori di pressione, controller, riscaldatori – che sistemi di gestione dei fluidi completi. La gamma di prodotti spazia dai dispositivi compatti alimentati per gravità ai sistemi con ricircolo a pressione stabilizzata, adatti ad alimentare elevati flussi di inchiostro in stampanti industriali.

«La tecnologia di gestione dei fluidi è un fattore cruciale per garantire che la testa di stampa

operi al massimo delle sue prestazioni in ogni condizione», spiega Mike Seal, General Manager di Megnajet. «Costruire sistemi di gestione dei fluidi flessibili e affidabili per varie applicazioni è il nostro punto di forza, così che gli OEM possano concentrarsi sulla costruzione delle stampanti».

Il mercato è in ascolto

Per testare l’interesse del mercato per la Ultra High Viscosity, a fine 2023 Xaar Group ha organizzato l’evento a numero chiuso “Seeing is Believing” – la prima open house della sua storia – saturando in poche ore gli 80 slot disponibili con integratori, costruttori OEM e pro-

duttori di inchiostri. Durante la giornata, Xaar ha dimostrato dal vivo applicazioni di stampa 3D, stampa UV, stampa a base acqua su tessuto e cartone ondulato, nobilitazione spot e effetti braille. Pochi mesi dopo l’evento, molte conversazioni si sono già trasformate in nuovi motori di stampa e nobilitazione, o in progetti di integrazione tra le barre di stampa di Xaar e macchinari analogici esistenti. Se la viscosità dei fluidi è tra le grandi sfide dei costruttori e degli utenti finali dell’inkjet, Xaar sembra avere la proprietà intellettuale, la visione, i prodotti e la capacità di ascolto per intercettarne il potenziale e convertirlo nel suo business del futuro.

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Mentre il rimpiazzo della plastica con la carta è un trend incontrovertibile, per i brand è cruciale offrire garanzie su una gestione sostenibile delle risorse forestali

Dalla foresta al consumatore, il mercato chiede una filiera del packaging più sostenibile

Gli imballaggi a base di carta e cartone, realizzati con materie prime certificate e provenienti da foreste gestite in modo sostenibile, rappresentano una scelta lungimirante ed ecologica per le marche e i consumatori, al contrario di quelli in plastica, responsabili del 4% della produzione petrolifera globale. Del resto, secondo quanto emerso

da un sondaggio di Two Sides, gli imballaggi in carta e cartone sono ai vertici delle preferenze tra i consumatori per diversi indicatori di sostenibilità, che includono compostabilità (72%), migliore scelta per l’ambiente (62%) e facilità di riciclo (57%).

Dal 2020, complice la pandemia, abbiamo assistito a una progressiva accelerazione di fenomeni come l’e-commerce e il delivery, la cui diretta conseguenza è stato

l’aumento dell’uso di imballaggi. Per questo motivo, le scelte intraprese da filiere rilevanti – tra tutte quella dell’agroalimentare – sono cruciali per dare il buon esempio, costruire un mondo più sostenibile e attuare in modo sistematico una strategia plastic-free. La scelta del packaging in carta si deve però accompagnare al controllo della filiera di produzione. Secondo il rapporto sulle ecomafie di Legambiente del 2016,

Antonio Brunori è laureato in Scienze Forestali e ha conseguito master in Agroforestazione, Arboricoltura e Risorse Forestali, tra l’Italia e gli Stati Uniti. Dal 2001, è Segretario Generale di PEFC Italia, associazione senza fini di lucro ed ente normatore per la gestione forestale, la tracciabilità e legalità delle filiere di origine forestale e arborea. Brunori ha inoltre collaborato con il dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali di Perugia per progetti relativi al calcolo della carbon footprint e neutralizzazione delle emissioni di gas climalteranti mediante gestione sostenibile delle colture arboree e forestali. Sempre per PEFC Italia, Brunori è direttore responsabile della testata online Eco delle Foreste.

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infatti, i traffici e le attività illegali nel settore forestale fruttano alla criminalità mondiale tra 30 e 100 miliardi di euro ogni anno, e almeno il 20% delle importazioni di prodotti di origine forestale nella UE non sono tracciabili.

Dalla gestione forestale sostenibile e certificata…

I prodotti di origine forestale (legno, carta e cartone) sono ormai riconosciuti come un’alternativa virtuosa alla plastica, generando un aumento della domanda di materia prima forestale. Per essere certi che la foresta e le piantagioni da cui deriva il prodotto siano tutelate e preservate per il futuro, tuttavia,

le materie prime devono essere tracciate seguendo i principi delle certificazioni forestali (come FSC o PEFC), che ne garantiscono una gestione improntata ai più severi requisiti ambientali, sociali ed economici, escludendo tagli illegali e degrado forestale.

L’Italia, ad esempio, è un grande importatore di legno e di cellulosa (circa l’80% del fabbisogno è importato), talvolta anche da Paesi dove sono in atto fenomeni di deforestazione causati da tagli illegali. La certificazione è uno strumento in grado di garantire che il legno e i suoi derivati vengano esclusivamente da foreste e piantagioni gestite in modo sostenibile. Il fenomeno dell’illegalità, infatti, rappresenta non solo una

‖ 1) Quello dei contenitori per piatti pronti è uno dei mercati più promettenti per il rimpiazzo della plastica con prodotti monomateriale in carta. 2) Yomo impiega carta certificata PEFC sia per il packaging primario (il vasetto) che per quello secondario.

tutela i diritti dei lavoratori lungo tutto il processo produttivo. Scegliendo imballi certificati si contribuisce anche al sostentamento di quasi 1,6 miliardi di persone in tutto il mondo, a partire dalle popolazioni indigene che vivono nelle foreste primarie, fino alle comunità montane del nostro Paese. Valori aggiunti che vengono effettivamente apprezzati anche dai consumatori italiani: nel 2020, secondo una ricerca commissionata da Two Sides, il 55% dei consumatori ha riconosciuto o cercato il logo PEFC sui prodotti e sul packaging, con una crescita di 21 punti percentuali in tre anni (nel 2017 era il 34%, secondo un sondaggio PEFC). Adottare prodotti con certificazione PEFC è fondamentale anche per le stesse aziende, che possono così contribuire a raggiungere non solo l’obiettivo numero 12 (garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo) ma anche altri tra i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, considerato il ruolo fondamentale delle foreste per la salute del Pianeta.

perdita economica per il Paese esportatore (a causa del mancato pagamento delle tasse) ma anche una minaccia per le foreste e per le condizioni di vita dei popoli e delle comunità che le abitano. Inoltre, crea un effetto “dumping” sui prezzi di mercato, rendendo meno competitiva la gestione sostenibile e la certificazione delle operazioni forestali, che risultano evidentemente più costose rispetto al materiale senza garanzie. È perciò fondamentale scegliere prodotti di carta e cartone certificati PEFC.

Attraverso la certificazione PEFC è possibile monitorare la materia prima dalla foresta al prodotto finale, lungo tutta la catena di fornitura. Inoltre, la certificazione

Il tema del packaging sostenibile è di grande interesse per i piccoli produttori. In molti casi, si tratta di realtà che adottano metodi biologici o biodinamici, per le quali è importante ridurre l’impatto ambientale in tutte le fasi di produzione, trasformazione e commercializzazione.

…alla produzione di imballaggi

Le tipologie di imballaggio sono suddivise in base al grado di protezione che devono fornire al prodotto. Si suddividono in imballaggio primario, secondario e terziario, e possono essere identificate anche in base alla vicinanza con il prodotto.

L’imballaggio primario è quello a diretto contatto con il prodot-

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to, ovvero l’ultima barriera tra il prodotto e l’esterno. Ha un compito delicatissimo, perché deve preservare il contenuto, fornendo una protezione efficace e al tempo stesso parlare al consumatore: un vero e proprio veicolo di marketing che deve attrarre e informare, riportando ad esempio gli ingredienti nel caso degli alimenti. Il 40% di questi imballaggi, secondo il report FEFCO, è destinato a contenere prodotti alimentari. L’imballaggio secondario raccoglie invece diverse confezioni singole di prodotti a loro volta racchiusi in un packaging primario, come ad esempio il multipack di patatine o bibite. Anche questo deve ovviamente proteggere il prodotto, e allo stesso tempo coinvolgere

il consumatore, dato che spesso si tratta di offerte speciali. L’imballaggio terziario è la protezione più resistente e pratica, pensata per il trasporto del prodotto fino al punto vendita. Contiene più confezioni di prodotti, sia con imballo primario che secondario, e per questo deve essere pratico da spostare e resistere agli urti. Raramente i consumatori vedranno questo tipo di imballaggi, anche se il loro ruolo è fondamentale. Gli imballaggi terziari più noti sono il pallet, gli scatoloni, o gli involucri termoretraibili che avvolgono gli scatoloni stessi. Negli ultimi anni, con la diffusione dell’e-commerce e degli hard discount, c’è stata una grande evoluzione del packaging.

‖ 3) Le nuove vaschette Carte d’Or (Unilever) sono realizzate in carta certificata PEFC e sono compostabili e riciclabili. 4) Findus (Nomad Foods) collabora con FSC e PEFC per garantire la gestione responsabile delle foreste da cui deriva la carta dei suoi imballi.

Le-commerce ha aumentato di molto la domanda di packaging secondario o terziario, mentre l’hard discount ha fatto sì che il packaging secondario si sia trasformato in uno strumento di marketing. Sempre più spesso l’imballaggio secondario reca grafiche accattivanti perché è utilizzato come espositore dei prodotti sugli scaffali del punto vendita. Questo dimostra che il packaging è sempre in evoluzione, sia per i materiali che per la differenziazione degli utilizzi.

Il ruolo di carta e cartone

I materiali sono al centro di una profonda trasformazione causata dai mutamenti nella sensibilità

del mercato e del consumatore nei confronti della plastica. Le campagne di riduzione degli imballaggi, che contribuiscono alla produzione di rifiuti, e in particolar modo la lotta contro la diffusione della plastica nell’ambiente, in molti casi fanno preferire carta e cartone anche in contesti tradizionalmente favorevoli alla plastica. Non è più, quindi, il solo l’imballaggio terziario a essere fatto in cartone. Sempre più spesso, anche il primario e il secondario sono realizzati in carta. La resistenza e l’aspetto sono via via migliorate, rendendo carta e cartone materie prime ampiamente apprezzate. A livello ambientale, inoltre, l’uso di questi materiali è percepito come meno impattante. Secondo il FEFCO Activity Report 2022, l’88% degli imballaggi in cartone ondulato deriva da materie prime riciclate ed è a sua volta riciclabile. Secondo il primo Global Paper & Packaging Report di Bain & Company, le aziende di packaging sono sottoposte a una crescente pressione da parte delle autorità, ma non solo. Il 71% dei consumatori europei dichiara di voler acquistare prodotti più sostenibili e circolari. D’altra parte, il mercato globale del packaging continua a crescere e, nei prossimi tre anni, potrebbe mettere a segno un +21%, arrivando a toccare quota 1.200 miliardi di dollari di valore globale. Il tasso di crescita più rilevante è atteso nel segmento del cartone, che potrebbe superare quello della plastica entro il 2026. Inoltre, spiega il report di Bain & Company, il settore packaging è sempre più attento al tema della decarbonizzazione: il numero di aziende produttrici di carta e imballaggi che si sono impegnate a raggiungere obiettivi di decarbonizzazione è passato da 5 (2019) a 164 (2022). Altro tema che rappresenta una sfida per il mondo del packaging

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è la forte pressione che viene dal mondo della finanza, per le richieste agli operatori del settore di misurare i valori legati ai principi ESG per quantificare e qualificare i valori non economici nelle aziende. ESG è un acronimo che sta per Environment, Social, e Governance, ovvero i tre Pilastri della sostenibilità per l’Unione Europea, fondamentali per verificare, misurare e sostenere l’impegno in termini di sostenibilità di un’impresa o di un’organizzazione. In linea con queste richieste, è la crescita delle aziende produttrici di carta e imballaggi impegnate nella riduzione delle emissioni (+3.000% in tre anni), benché i dati dimostrino che un’azienda su tre non raggiunge gli obiettivi.

La sfida futura per le aziende del settore “packaging” è quindi quella di integrare modalità operative legate all’economia circolare e alla finanza etica nei propri modelli di business, anche al fine di garantire al mercato la fornitura di imballaggi sostenibili. Per farlo servono competenze e professionalità che uniscano capacità operative a una visione trasversale e sistemica. In ogni caso, quello che va sempre tenuto in considerazione nella scelta di un imballo in carta e cartone – aziende da una parte e consumatori dall’altra – dovrebbe essere la certificazione di un approccio sostenibile alla gestione della foresta di origine, per ridur-

‖ 3) Heinz ha sostituito il film plastico con nuove sleeve in cartone certificato PEFC per realizzare i suoi multipack, garantendo ai consumatori un imballo riciclabile e una gestione sostenibile delle foreste. 6) Carte d’Or sfrutta il packaging per fornire informazioni sul riciclo e sul suo impegno ambientale.

re le criticità che sono insite nella catena di approvvigionamento di materia prima forestale, e per avere coerenza di qualità tra il contenuto e il contenitore. E perché no, per incrementare il proprio rating ESG e la propria reputazione verso un pubblico sempre più attento alle tematiche ambientali.

Come accedere al sistema di certificazione forestale PEFC?

Dal punto di vista pratico, entrare in un sistema di certificazione è un passo che può essere compiuto singolarmente o – rispettando determinati requisiti di fatturato e dipendenti – in gruppo, riducendo notevolmente i costi di accesso. Chi decide di certificarsi, verifica

attentamente le caratteristiche del proprio fornitore e, a sua volta, si impegna a rispettare i requisiti degli standard PEFC, garantendo anche ai propri clienti la tracciabilità del materiale certificato PEFC lungo tutta la filiera. La trasparenza della catena di custodia è, infatti, garantita da controlli di organismi esterni, che verificano provenienza e flussi di lavorazione dei materiali certificati. Possedere una certificazione forestale significa ad esempio avere un migliore accesso ai mercati pubblici: i CAM (Criteri Ambientali Minimi) per gli acquisti verdi della Pubblica Amministrazione richiedono la certificazione PEFC come garanzia di sostenibilità per i prodotti legnosi e cartacei. Ma anche ai mercati privati, vista la crescente sensibilità dei consumatori e la sempre più facile riconoscibilità del logo PEFC, ormai presente in moltissimi prodotti di uso quotidiano. Le grandi aziende cercano sempre maggiori garanzie di sostenibilità delle materie prime, e avere una certificazione PEFC e offrire prodotti certificati PEFC è un modo per rispondere a tale esigenza anche ai fini dei requisiti ESG.

La certificazione richiede impegno, ma permette di posizionarsi in modo chiaro sul mercato, offrendo prodotti che non contribuiscono all’illegalità e al depauperamento dell’ambiente. Al tempo stesso, essa permette di razionalizzare molti processi produttivi (e relativi costi) in azienda. Per facilitare le imprese in questo percorso, PEFC Italia forma annualmente decine di consulenti che sono a disposizione per la preparazione della documentazione necessaria all’ottenimento della certificazione, e per supportare le imprese in questo processo.

Tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.pefc.it.

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Una visione sistemica
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Il colosso belga ha svelato la sua inkjet da 11.000 fogli/h con primer e vernice a base acqua gettabili per la stampa di qualità offset su cartone teso e microonda

Agfa lancia la sfida decisiva all’offset nel packaging con il formato B1 di SpeedSet 1060

Come potrà un’Agfa senza più pellicole e senza lastre offset, dopo un secolo e mezzo di gloriosa innovazione tecnologica, guidare il mercato della stampa per altri 150 anni? Semplice. Lo farà con gli unici ingredienti imprescindibili perché la nostra industria possa continuare a svilupparsi in modo efficiente e sostenibile, ovvero con hardware, software e consumabili prettamente digitali.

Dopo essere entrata in punta di piedi nel mercato del large format a fine anni Novanta, con le stampanti per il proofing della serie Sherpa, Agfa muove i primi passi decisivi nell’inkjet con l’acquisizione di Dotrix da Barco, nel 2004, e con il lancio delle prime serie di stampanti UV di grande formato della gamma Anapurna. Sempre il 2004 segna il primo passo indietro dal mondo analogico, con la vendita di tutte le attività fotografiche, che confluiscono

in AgfaPhoto, mentre l’azienda avvia la produzione di inchiostri inkjet. Cruciale è l’acquisizione del costruttore Gandinnovations, nel 2009, che consente di rilasciare nuovi modelli di stampanti ad alta produttività. Il resto è storia ed è segnato dai continui investimenti nell’espansione della capacità produttiva di inchiostri inkjet, nello sviluppo della gamma di stampanti Jeti Tauro, e nell’acquisizione di Inca Digital Printers, nel 2022.

Nel 2023, infine, Agfa cede il business delle lastre offset ad Aurelius Group: uno step decisivo per definire Agfa un fornitore 100% digitale, senza più remore nel contrastare modelli analogici sempre meno efficienti. Il primo risultato del nuovo corso è SpeedSet 1060, la prima macchina da stampa digitale in formato B1 da 11.000 fogli/ora per il packaging.

‖ In alto, Speedset 1060 installata presso il sito produttivo Agfa di Cambridge.

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di Lorenzo Villa

Un credo digitale e la capacità di sviluppare tecnologia top

Per comprendere il contesto che ha permesso ad Agfa di sviluppare tanto rapidamente una macchina da stampa che punta a eguagliare le prestazioni dell’offset per qualità e produttività, e a superare le prestazioni di qualsiasi altra soluzione inkjet a foglio disponibile sul mercato a fine 2023, è necessario analizzarne le mosse e le risorse a disposizione.

Anzitutto, Agfa è oggi uno dei principali produttori di inchiostri inkjet nel mercato. Con due decenni di ricerca, sviluppo e produzione alle spalle, Agfa formula e produce internamente chimiche UV e a base acqua per innume-

revoli settori grafici e decorativi, inclusi gli inchiostri dedicati alla stampa inkjet di pellami, carte per la laminazione, cartone teso e ondulato. Grazie alle collaborazioni avviate con innumerevoli integratori e OEM, gli inchiostri Agfa sono compatibili con le più disparate marche e serie di teste di stampa industriali disponibili sul mercato: Fujifilm Dimatix, Ricoh, Seiko, Konica Minolta, Kyocera, Xaar, solo per citarne alcune.

L’acquisizione di Inca Digital Printers, co-fondatore e pilastro del distretto dell’inkjet di Cambridge (UK), ha consentito poi ad Agfa di appropriarsi di tre decenni di ricerca, sviluppo e design di prodotto tra i più avanzati e sfidanti, sia nei sistemi multi-pass

“La complementarietà dei nostri team di R&D a Cambridge e in Belgio è un esempio di collaborazione e unione di competenze per vincere.”

‖ 1) Vista laterale del motore di stampa di SpeedSet 1060. Da destra verso sinistra la barra dedicata al primer, i quattro colori e le due barre di verniciatura. 2) Le barre CMYK.

mo incontrato le persone chiave coinvolte nel progetto.

Un’offerta digitale integrata e un posizionamento chiaro

che single-pass. Solo a titolo di esempio, Inca è partner di BHS Corrugated per lo sviluppo del suo motore di stampa digitale preprint per l’ondulato. «Volevamo accedere a una tecnologia digitale all’avanguardia per posizionarci in un’area completamente diversa, ed essere ricordati come il player che dà forma al mercato della stampa digitale, e non essere uno dei tanti», rimarca Pascal Juéry, CEO di AgfaGevaert. «La complementarietà dei nostri team di R&D a Cambridge e in Belgio è un esempio di collaborazione e unione di competenze per vincere».

A Cambridge, storica sede di Inca Digital Printers, abbiamo toccato con mano SpeedSet 1060 e abbia-

La scarsa penetrazione della tecnologia digitale nel mercato degli imballaggi in cartone teso evidenzia le criticità insite in un mercato estremamente attento alla qualità, alla consistenza cromatica e all’affidabilità delle attrezzature, in cui la personalizzazione è un tema marginale, dove alti volumi, standardizzazione e produzione distribuita continuano a dettare l’agenda ai converter.

Per acquisire credibilità agli occhi di prospect e clienti, Agfa punta a costruire un’offerta digitale integrata, che poggia su quattro pilastri: macchine da stampa inkjet proprietarie, inchiostri proprietari, software poprietario, e un’organizzazione di assistenza pre e post-vendita gestita con proprio personale in tutto il mondo.

«Non puntiamo a essere il numero uno in ogni settore, ma a ribadire la nostra leadership nel Sign & Display e a stabilirla nel packaging: un segmento dove intendiamo crescere molto», spiega Arnaud Calleja, Vice President

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“SpeedSet 1060 racchiude il meglio della tecnologia digitale e il meglio di quella offset, ed è progettata per durare almeno 15 anni.”

Digital Printing Solutions di Agfa. «Parallelamente, puntiamo a rafforzare le nostre posizioni in mercati di nicchia, come le applicazioni industriali su pelle e il mercato delle superfici decorative».

Cosciente della ritrosia che sta rallentando l’adozione del digitale nel campo degli imballaggi, progettando SpeedSet 1060 il team di sviluppo di Agfa si è concentrato su tutti gli aspetti critici, con l’obiettivo di garantire elevata affidabilità, uptime e robustezza dell’hardware, replicando i formati e la qualità percepita della stampa offset, ma migliorandone l’efficienza e il TCO. Benché presentato in uno stadio prototipale, il risultato è sorprendente.

‖ 3 e 4) Grazie all’esclusivo belt aspirante modulare in acciaio SpeedSet 1060 consente di movimentare fogli di cartone teso e microonda a 150 m/min, garantendo sempre un registro impeccabile e la perfetta planarità del supporto sotto le teste di stampa.

offset, cui aggiunge soluzioni originali e trasformative.

«Per passare al digitale, i converter di packaging si aspettano una macchina solida a ridotta obsolescenza, un uptime dell’80-90%, oltre a scarti e consumi ridotti, e la prima copia buona», spiega Matt Brooks, Head of Packaging di Agfa Inkjet Solutions. «SpeedSet 1060 racchiude il meglio della tecnologia digitale e il meglio di quella offset, ed è progettata per durare almeno 15 anni».

Nel cuore di SpeedSet 1060

Non serve un ingegnere per osservare che la nuova single-pass di Agfa, al pari delle poche altre opzioni digitali disponibili sul mercato, ricalca il layout funzionale di una macchina da stampa

La linea si apre con un mettifoglio con presa dall’alto di derivazione offset, costruito dalla tedesca Mabeg, che solleva i fogli e li deposita su una tavola di allineamento, che li introduce poi nell’unità di stampa sul lato lungo (1.060 mm). Il trasporto della carta lungo il motore di stampa digitale è affidato a un belt aspirante in acciaio, composto da più moduli e brevettato, che accompagna i fogli di cartone teso lungo l’intero percorso, garantendo un registro impeccabile alla massima velocità lineare di 150 m/min. La prima barra di teste inkjet Fujifilm SAMBA da 1.200 dpi provvede alla stesura del primer, che riduce l’assorbimento dell’inchiostro nella carta, aumentando la densità e il gamut cromatico, e riducendo il consumo di inchiostro. Il primer può essere steso a tavola piena oppure con riserva, così da pretrattare solo le aree su cui andranno stampati testi, loghi e immagini. Prima della stampa, il primer viene asciugato parzialmente con un gruppo di lampade IR. Il foglio entra quindi nell’area di stampa, dotata di quattro barre per CMYK ma già predisposta per accogliere altre tre barre, utilizzabili, per esempio, per ampliare il gamut cromatico con i colori Orange, Green e Violet. Dopo un’ulteriore asciugatura parziale, eseguita con un secondo gruppo di lampade IR, un dispositivo di ispezione legge la scala di controllo presente su ogni foglio, rilevando eventuali difettosità e ugelli mancanti, e restituendo i dati al software della macchina per eseguire l’eventuale compensazione in tempo reale. Infine, due ulteriori barre di teste sono dedicate alla stesura a tavola piena della vernice protettiva o alla verniciatura spot per nobilitare la stampa. Primer, stampa e verniciatura

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“Il cliente ideale di SpeedSet 1060 è il converter utilizzatore di tecnologia offset che fatica a gestire tirature di poche migliaia di fogli.”

sono interamente a base acqua, e sono conformi alle normative sugli imballaggi alimentari.

A valle dell’area di stampa, un forno modulare ad aria calda, composto da tre unità a controllo indipendente, esegue l’asciugatura finale del supporto.

Prima di essere rilasciato sull’impilatore, il foglio passa attraverso un dispositivo per l’espulsione delle copie difettose e dei fogli danneggiati, dotato di un vassoio superiore per prelevare i fogli su cui eseguire controllo spettrofotometrici e densitometrici a campione.

Il cockpit, anch’esso ispirato ai sistemi offset, ospita anche il digital front-end basato sull’architettura software Asanti di Agfa.

Una macchina, più tipi di cartone, diversi mercati

Sebbene sia pensata per soddisfare i requisiti qualitativi attesi nella stampa del cartone teso, l’unità può alimentare differenti tipi di materiali cartacei patinati e naturali fino a 2 mm di spessore, incluso il cartone ondulato microonda. In funzione della tipologia e spessore del supporto, della sua planarità e del livello di qualità atteso, SpeesdSet 1060 può operare a differenti velocità lineari e risoluzioni, fino a un massimo di 1.200 dpi. Con la nuova piattaforma inkjet, Agfa si rivolge a una vasta platea di converter nel settore alimentare e delle bevande, della cosmesi e degli imballaggi farma-

‖ 3 e 4) Grazie a differenti modalità di stampa e risoluzioni, SpeedSet 1060 può produrre sia packaging d’alta gamma di qualità offset che imballi e contenitori alimentari. 5) Il digital front-end integra la tecnologia software proprietaria Agfa Asanti.

ceutici e sanitari.

Durante le dimostrazioni cui abbiamo assistito, SpeedSet 1060 ha prodotto in sequenza astucci di alta qualità, scatole per scarpe e contenitori per pizza e cibi pronti, con tempi di cambio materiale e di cambio lavoro estremamente ridotti.

«Il cliente ideale di SpeedSet 1060 è il converter utilizzatore di tecnologia offset che fatica a gestire tirature di poche migliaia di fogli», afferma Rita Torfs, Product Manager Packaging di Agfa Inkjet Solutions. «È un segmento sempre più importante e redditizio, in cui promozioni, serie limitate, varianti stagionali e personalizzazioni spinte mettono l’offset fuori gioco».

Verso il lancio sul mercato

Dopo averne stabilizzato le prestazioni e dimostrato l’efficacia, Agfa punta a completare le prime due installazioni beta di SpeedSet 1060 entro la fine dell’anno, una nel Regno Unito e una in Nord America. A partire dal 2025, sono previste le prime consegne presso un numero ristretto di early adopter.

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L’azienda bresciana, leader nella stampa digitale, vetrinistica e insegne, sceglie Multicam Apex3R per la sagomatura di materiali rigidi durevoli e di alto spessore

Per potenziare la fresatura, New Lab introduce Multicam nella sua flotta di Kongsberg

Se i nati nel terzo millennio faticherebbero a decifrarne il significato, anche parecchi millennial hanno probabilmente archiviato il termine “fotolaboratorio” in un angolo recondito della memoria. Eppure, per decenni, la stampa fotografica ha rappresentato una forma d’arte e una professione ambita. Con la sua New Lab, che oggi definiremmo un’azienda di stampa digitale di grande formato, Giuliano Goffi

ha cavalcato la trasformazione del mercato fotografico, scampato la morìa dei laboratori di sviluppo e stampa, reindirizzato la sua ossessione per l’immagine, e abbracciato la tecnologia inkjet. Fondata nel 1985, New Lab completa la sua trasformazione digitale alla fine degli anni Novanta con l’introduzione di Durst Lambda e, nel 2004, è tra le prime aziende italiane ad installare una stampante flatbed UV affiancata da un plotter da taglio, cordonatura e

fresatura Kongsberg i-XL44. Negli anni successivi, l’azienda aumenta i suoi volumi di stampa con le serie Durst Rho 600, 700, P10 HS e P5 350 HS; parallelamente, non smette di accrescere la capacità produttiva nel finishing, introducendo l’unità di taglio e fresatura multifunzionale Kongsberg XP44, nel 2011, la serie C64 da 3,2x3,2 m, nel 2017, e una XN44 da 2,2x3,2 m, nel 2022, tutte e tre attualmente installate e operative in azienda.

A ottobre 2023, la crescita dei volumi di materiali fresati per l’allestimento e la collaborazione pluridecennale con B+B International hanno indotto New Lab ad acquistare (prima in Italia) il sistema di fresatura Kongsberg Multicam Apex3R.

‖ In alto: a sinistra, i sistemi Kongsberg XP44, C64 e XN44 installati presso New Lab; a destra, da sinistra, Giuliano Goffi , titolare di New Lab, con Davide Dal Col, CEO di B+B International.

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di Lorenzo Villa

Cultura fotografica e diversificazione estrema: la ricetta inimitabile di New Lab

Fedele alla tradizione fotografica, che ne ha decretato la crescita e il successo, New Lab pone la qualità del prodotto al centro della propria offerta. In un mercato popolato di tecnologie di stampa avanzate e di software per la gestione del colore potenti e intuitivi, Giuliano Goffi e il suo team riescono a fare la differenza per clienti raffinati e intransigenti, per cui anche il più piccolo difetto può rappresentare una catastrofe.

«A volte rifacciamo il lavoro anche se il cliente o l’agenzia lo hanno già approvato», spiega Goffi. «Sono dell’idea che se un occhio attento dovesse cogliere un difetto, benché impercettibile a molti, per noi sarebbe un disonore».

Oltre alle gigantografie fotografiche, New Lab realizza ogni genere di materiali stampati per l’interior decoration e l’arredamento, soluzioni per l’allestimento di stand, punti vendita, vetrine, mostre d’arte e di fotografia, insegne, espositori durevoli, elementi decorativi e funzionali per impreziosire macchinari industriali, veicoli, bici e moto da competizione. Tra i suoi clienti, l’azienda bresciana annovera fotografi e artisti, allestitori specializzati nel lusso e nella moda, organizzatori di eventi sportivi, agenzie di pubblicità, aziende manifatturiere, costrut-

tori di macchinari, società specializzate nelle forniture sanitarie. Anche nel campo dei supporti, le lavorazioni spaziano dal PVC rigido e flessibile al tessuto in poliestere, dal Plexiglas al metallo, fino al legno e ai pellami.

Stampa e sagomatura: quando l’intuizione diventa trend e necessità

Con l’introduzione della stampa flatbed UV, che affianca alla carta fotografica molti nuovi materiali, New Lab comprende il vantaggio di poter gestire formati più grandi, adattando l’immagine a nuovi spazi e formati. Inizialmente l’azienda adotta una taglierina verticale, ma ben presto percepisce il

bisogno di eseguire tagli con precisioni millimetriche, e di conferire alle stampe forme che vanno oltre la semplice squadratura. Per far fronte ai suoi nuovi bisogni, New Lab si rivolge a B+B International, che nel 2004 è tra i pochi fornitori di soluzioni di taglio digitale flatbed con Kongbserg iXL-44 da 2,0x3,2 m, un’autentica bestseller nella sua categoria. Il sistema di taglio e fresatura Kongsberg si rivela un fattore abilitante, che consente all’azienda di espandere a dismisura la tipologia di prodotti e lavorazioni, oltre che di rivolgersi a nuovi segmenti di utenza. New Lab amplia così a 360 gradi la sua gamma di prodotti e tecnologie, sempre facendo scelte premium e talvolta inusua-

‖ 1) L’interfaccia utente, il controllo remoto e il riconoscimento dei marchi di registro rendono intuitivo l’utilizzo di Apex3R. 2) Elevata velocità e precisione consentono di fresare efficacemente anche pezzi piccoli in alti volumi.

li, che le consentono di esplorare nuovi settori e orizzonti materici. Nei 3.500 m² del sito produttivo di Castegnato (BS), trovano spazio le stampanti di grandissimo formato Durst Rho 512r e HP

Latex 3200, le unità sublimatiche HP Stitch e Rho P5 TEX iSUB, la tecnologia sublimatica di qualità fotografica ChromaLuxe, una HP Latex R2000 e una Durst P5 350 HS per i materiali rigidi. Tutte le lavorazioni di taglio e fresatura sono eseguite con i quattro sistemi Kongsberg.

«Non avendo esperienza, inizialmente ci siamo chiesti se avesse senso investire una somma così alta in un sistema di taglio digitale tanto avanzato», racconta Goffi. «Alla quarta macchina Kongsberg, posso dire che metà della rata mensile si ripaga con il tempo risparmiato, e l’altra metà con il valore aggiunto dei prodotti che possiamo realizzare».

Quando la fresatura diventa un collo di bottiglia da sciogliere

La coesistenza di più materiali, formati e tecniche di stampa e l’esigenza di trasformarli in prodotti sempre più complessi generano

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“Multicam Apex3R è una fresatrice industriale per il nostro settore. Adottandola abbiamo triplicato la velocità di fresatura e ridotto i tempi di consegna.”

un carico di lavoro crescente nel finishing. L’azienda utilizza i sistemi Kongsberg per le loro peculiarità, sfruttando l’ampio formato e l’elevata velocità di C64 per il taglio dei materiali in bobina e dei tessuti, mentre XP44 e XN tagliano e fresano materiali rigidi. Tuttavia, l’acquisizione di progetti di allestimento più complessi e la necessità di fresare grandi volumi di Plexiglas, legno e alluminio impongono un cambio di passo. «Abbiamo raggiunto il culmine nel 2023, con una commessa di 460 lastre di SMART-X da 19 mm», spiega Goffi. «Se la stampa si è risolta senza intoppi, fresare quel volume ci ha costretti a usare tutta la capacità su più turni, e a mettere in coda altri lavori».

Sebbene le Kongsberg di ultima generazione siano equipaggiate con frese da 3 kW e 60.000 rpm, è tempo di adottare una tecnologia di fresatura dedicata, complementare ai macchinari già in uso.

La scelta di Multicam

New Lab analizza l’offerta dei principali produttori di fresatrici CNC industriali, identificando alcune soluzioni valide, benché non progettate per il mercato grafico. Ancora una volta, a mettere in campo la soluzione ideale è B+B International, che invita lo stampatore a una dimostrazione di Apex3R, la tecnologia di punta del costruttore americano Multicam, acquisito da Kongsberg nel 2021.

‖ 3) e 4) Apex3R consente di fresare ogni tipo di materiale. 5) Il piano di lavoro di 2.100x3.070 mm rende l’unità ideale per i formati in uso nella grafica.

Oltre alla struttura monoblocco in acciaio e alla movimentazione su cremagliere elicoidali, che rendono Apex3R precisa e affidabile, New Lab apprezza la possibilità di lavorare materiali spessi fino a 127 mm, il dispositivo di cambio utensile automatico, l’elevata potenza e produttività complessiva del sistema. Inoltre, grazie al al software CAD/CAM Coreo e al sistema di messa a registro MultiVision, che legge i segni di registro ed esegue automaticamente la compensazione delle distorsioni, gli operatori di ritrovano un ambiente operativo simile a quello di Kongsberg. Tra i fattori decisivi che contribuiscono alla scelta di Multicam ci sono infine la competenza e l’affidabilità dell’assistenza di B+B International, e il suo team di tecnici formati. «Multicam Apex3R è una fresatrice industriale progettata per il nostro settore», conclude Goffi. «Adottandola abbiamo triplicato la velocità di fresatura e ridotto i tempi di consegna». Grazie alla tecnologia di fresatura Multicam, New Lab punta ad ampliare il suo portfolio di prodotti a maggior valore aggiunto, aumentando ulteriormente la qualità della sua offerta e il livello di servizio al cliente.

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Giuliano Goffi Titolare di New Lab
See you in 2024 28.05–07.06 Düsseldorf, Germania PAD. 3 | STAND E71

L’azienda toscana, riferimento per agenzie e marche premium, propone nuovi servizi e realizza internamente i caucciù di verniciatura con taglio e cordonatura digitale

Litocart amplia la sua offerta sartoriale grazie ai prototipi fustellati con Valiani Invicta

Se il suo nome ne definisce inequivocabilmente la vocazione, a metà strada tra grafica e cartotecnica, solo incontrandone i soci e i collaboratori si possono comprendere appieno lo spirito e i tratti unici di Litocart.

Fondata a Colle Val D’Elsa (SI), nel 2018, da Bruno Vanzi e Marco Campinoti, la società eredita gli asset della tipografia avviata negli anni Settanta da Alberto Vanzi,

padre di Bruno. Da subito, l’azienda cresce grazie a tecnologie di nuova generazione e una strategia commerciale imperniata sulla cartotecnica, dove la stampa di alta qualità è l’ingrediente di ricette più complesse. Entrambi già attivi nelle arti grafiche, rispettivamente in ruoli gestionali e commerciali, Vanzi e Campinoti fanno tesoro dell’esperienza maturata durante gli anni di crisi della stampa commerciale e decidono di affrontare insieme un percorso di ricon-

versione verso la produzione sartoriale di materiali di comunicazione più personalizzati, redditizi e rispettosi dell’ambiente. Non potendo disporre di capitali enormi, Litocart reinveste i suoi primi utili in nuovi macchinari di stampa e converting automatizzati e qualitativi, preservando e valorizzando al contempo le tecniche manuali utili a realizzare prodotti artigianali e distintivi. Parallelamente, l’azienda crea e coltiva un team giovane e compe-

tente, che nel 2024 è cresciuto di 3 unità ed è arrivato a contare 28 collaboratori, per un fatturato che sfiora i 4 milioni di euro (2023). Per realizzare più efficacemente prototipi e piccole serie di packaging ed espositori, a ottobre 2022 Litocart ha installato un sistema di taglio e cordonatura digitale Valiani Invicta 150.

‖ In alto: a sinistra, la Komori Lithrone S40 di Litocart; a destra, il setup di una lavorazione di fustellatura.

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di Lorenzo Villa

Il partner realizzativo full service e a chilometro zero

Litocart sa di non poter intercettare e gestire le grandi commesse di packaging per committenti nazionali e internazionali, ma è certa di poter essere l’interlocutore preferenziale delle migliori aziende del suo territorio. In quest’ottica, si è resa autosufficiente per tutte le lavorazioni di prestampa, stampa offset, nobilitazione e confezione di astucci e materiali cartotecnici, e ha scelto di collaborare con aziende partner per la stampa digitale e altri servizi non-core. «Amiamo definirci dei sarti della stampa perché sappiamo osservare il cliente e il suo prodotto, comprendere le sue esigenze di budget, e cucirgli addosso un abito su misura», spiega Marco Campinoti, co-fondatore e direttore commerciale di Litocart. «La nostra specialità sono tempi di risposta fulminei, preventivi istantanei e forniture veloci, sempre al giusto prezzo».

Tra i suoi clienti Litocart annovera cantine vinicole, produttori di mobili, marche del fashion, aziende manifatturiere, alimentari e dolciarie orientate all’export. Per aderire ai requisiti più stringenti del settore alimentare, il converter toscano ha conseguito la certificazione BRCGS (British Retail Consortium Global Standard) e richiede al suo personale di operare secondo i protocolli HACCP.

In sala stampa Litocart impiega una Komori Lithrone S40 a 5 colori e una 4 colori, entrambe in formato B1, e una Heidelberg Speedmaster in formato B3. Oltre alle verniciature lucide, opache e drip-off, l’azienda esegue internamente fustellatura, piega, incollatura e applicazione del foil a caldo.

I supporti utilizzati per le lavorazioni spaziano dal cartone teso al microonda accoppiato, e includono ogni genere di carte di pregio marcate, vergate e goffrate.

Il taglio digitale per creare progetti personalizzati e sempre più eco-sostenibili

Ordini più diversificati, commesse frammentate e una crescente

domanda di personalizzazione e riduzione delle scorte di magazzino impongono a Litocart tempi di risposta brevi e produzioni justin-time. Nella stessa giornata, il team aziendale è chiamato ad effettuare decine di cambi lavoro e avviamenti macchina, spaziando dagli astucci agli espositori da banco, dai cataloghi ai biglietti da visita, con tirature che variano da 500 a decine di migliaia di pezzi. «Ogni lavoro è unico per tipologia di carta, formato, numero di colori, finiture, nobilitazioni e requisiti di qualità, sicurezza, resistenza e durata», spiega Campinoti. «Quando il cliente entra con un bozzetto o con il suo prodotto da confezionare, si aspetta di ricevere subito una proposta, prendere in

‖ 1) Il software Valiani V Suite consente di modificare o creare facilmente i tracciati fustella. 2) La testa di Invicta può alloggiare differenti utensili di taglio, cordonatura e marcatura.

mano un prototipo realistico del suo imballo, approvarlo, e passare velocemente all’esecuzione». Dopo aver affidato per anni la produzione dei mock-up ai fornitori di fustelle, nel 2016 Litocart acquista un sistema di taglio digitale multifunzione in formato 3x2 m, dotato di testa multiutensile con telecamera e fresa. Contestualmente, adotta il software di progettazione parametrica ArtiosCAD, e assume risorse formate per creare e modificare layout grafici e strutturali. Una scelta vincente, che consente a Litocart di incrementare e velocizzare la produzione di prototipi, che il team di vendita può consegnare e discutere col cliente in tempo reale. Tuttavia, limitando le lavorazioni a carte e cartoni in formati offset, il sistema di taglio scelto si rivela presto sovradimensionato e inutilmente ingombrante per i ridotti spazi dell’ufficio prestampa. Così i soci decidono di acquistare una macchina più compatta.

Un concentrato di precisione, versatilità e compattezza

Nel 2021 il team di Litocart si mette alla ricerca di un nuovo sistema di taglio e resta colpita

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Marco Campinoti

Responsabile Commerciale di Litocart

“Invicta è un sistema di taglio digitale a misura d’uomo, ed è la scelta giusta per aziende cartotecniche di piccola stazza, come Litocart.”

dal mix di solidità e precisione costruttiva, compattezza ed economicità della tecnologia Valiani. Non dovendo eseguire fresature, né affrontare cicli di produzione intensiva, Litocart sceglie il modello Invicta 150 con piano aspirante da 1.520x1.020 mm e testa di taglio a singola posizione in grado di alloggiare utensili di taglio, mezzo taglio, cordonatura e marcatura, oltre alla telecamera opzionale.

«Avendo già investito in un macchinario blasonato non avevamo particolari restrizioni di budget», evidenzia Campinoti. «Tuttavia, trovare in Invicta un macchinario completo, solido, costruito in Italia, compatibile con l’Industria 4.0 e dal prezzo competitivo è stata

una sorpresa positiva».

Più ancora di un rapporto qualità/prezzo favorevole, il team di Litocart apprezza immediatamente la facilità d’uso di Invicta, che consente a tutti gli operatori di stampa e prestampa di effettuare in autonomia il setup e le lavorazioni di taglio.

Recentemente, l’azienda ha iniziato a utilizzare il sistema Valiani anche per il taglio del caucciù utilizzato per eseguire le verniciature con riserva, azzerando il ricorso a fornitori esterni.

«Invicta è un sistema a misura d’uomo ed è la scelta giusta per aziende cartotecniche di piccola stazza», spiega Campinoti. «Una volta testato il campione, possiamo realizzare la fustella. Oppure,

‖ 3) e 4) Esempi di prodotti realizzati da Litocart. 5) Da sinistra, Marco Campinoti e Bruno Vanzi, titolari e co-fondatori dell’azienda.

se necessario, possiamo realizzare in digitale alcune decine di pezzi».

Facile da usare e pronta ad aprire nuovi business

Dopo l’installazione e il training, eseguiti in una giornata dai tecnici Valiani, il team di Litocart ha iniziato a utilizzare il sistema di taglio per la produzione di campioni su cartone teso, ondulato microonda e microtriplo, oltre che per la sagomatura del PVC trasparente impiegato per simulare le finestrature. Ogni giorno Invicta 150 consente di realizzare centinaia di campioni di astucci, scatole da vino, espositori, valigette, shopping bag e ogni altro prodotto progettato internamente o basato sulle librerie precaricate nel software Valiani V Studio. La maggior parte dei materiali è neutra, ma la telecamera per il riconoscimento dei marchi di registro consente di fustellare fogli stampati sia in digitale che in offset. Grazie a Invicta, Litocart ha trovato il giusto compromesso tra flessibilità, ingombri ridotti e rapido ritorno dell’investimento, e si prepara a investire in altre soluzioni di taglio digitale Valiani, nonché in nuove tecnologie di stampa e nobilitazione.

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THE POWER T0 MOVE

Canon ti aspetta a Drupa 2024, presso il padiglione 8A, con una potente combinazione di innovazioni tecnologiche. Lo spazio espositivo di 4.600 m2 accoglierà l’intero portfolio di tecnologie per la stampa di produzione, allestite in soluzioni end-to-end che presentano nuovi approcci alla gestione del flusso di lavoro, innumerevoli supporti di stampa e i dispositivi di pre- e post-produzione di oltre dieci partner tecnologici.

Al centro dello stand “The Core”, un’area dal forte impatto emotivo, dedicata all’esplorazione immersiva e multisensoriale. Tutt’intorno si troveranno le grandi aree tematiche: stampa commerciale, editoria, comunicazione promozionale, etichette e packaging, interior décor, oltre alla stampa in-house e CAD. Per la prima volta a Drupa, sarà esposta la nuova stampante digitale di etichette LabelStream LS2000, a riprova dell’impegno verso i segmenti del Labelling e del Packaging

La manifestazione sarà il palcoscenico in cui debutteranno numerose tecnologie: dalla nuova stampante inkjet a foglio varioPRINT iX1700 alle nuove soluzioni inkjet a modulo continuo, ad alta velocità, della serie ProStream 2000 e ColorStream 8200, oltre alla nuova tecnologia a piano fisso grande formato Arizona 2300 FLXflow con PRISMAelevate XL.

Completano l’esposizione le stampanti a colori serie imagePRESS V e le stampanti monocromatiche delle serie varioPRINT TITAN e QUARTZ. Si aggiungono i sistemi di stampa grande formato professionali e della serie Colorado M, presente anche nella configurazione UVgel Print Factory, senza trascurare le nuove gamme di plotter fotografici e grafici imagePROGRAF PRO e imagePROGRAF GP. Tutti i sistemi saranno gestiti attraverso la suite software PRISMA per i flussi di lavoro di produzione.

Non mancherà un’area dedicata alle applicazioni e alla sostenibilità dal titolo “Printworks”, in cui incontrare gli esperti di produzione e trovare nuove ispirazioni. Il tema della sostenibilità si rifletterà in ogni angolo dello stand. Tutte le soluzioni e i supporti presenti riporteranno i dati ambientali.

2000

ProStream

J-350

COLORI BRILLANTI E MASSIMA EFFICIENZA

La macchina da stampa inkjet J-350 garantisce una riproduzione fedele e accurata grazie alla configurazione CMYK che copre circa l'85% della gamma di colori Pantone. Inoltre, potrai personalizzarla ulteriormente aggiungendo colori spot come arancione, verde e viola.

Con la funzione di pulizia automatica con un solo tasto, risparmierai tempo prezioso di avvio e manutenzione. La J-350 di FLORA offre anche un sistema di ricircolo dell’inchiostro in standby che protegge gli ugelli e previene efficacemente l'intasamento, garantendo una produttività costante e senza interruzioni.

Grazie alla stampa in scala di grigi ad alta precisione e alla minima goccia d'inchiostro da 3pl, la J-350 assicura una qualità di stampa superiore. La risoluzione massima di stampa di 1200x600 dpi regalerà alle tue immagini dettagli nitidi e colori brillanti e vividi. Infine, con una velocità fino a 60m/min a 600x600 dpi e fino a 30m/min a 1200x600 dpi, la tua produttività sarà inarrestabile.

Il sistema di svolgimento/avvolgimento automatico offre un cambio bobina facile e veloce, con sollevamento automatico della bobina che riduce notevolmente il tempo di fermo. Inoltre, l'energia cinetica di inversione del materiale spreco di materiale, garantendo un utilizzo più efficiente delle risorse.

La J-350 è dotata di un touch screen e di un software altamente integrato, rendendo l'interfaccia user-friendly facile da utilizzare. Potrai monitorare le statistiche in tempo reale sugli ordini completati, sull'area di stampa e sul consumo di inchiostro, semplificando la gestione dei costi finali dei lavori.

La tecnologia di compensazione delle testine degrado della qualità di stampa causato dai nozzles, assicurando risultati sempre eccellenti. Inoltre, la J-350 supporta la stampa di dati variabili a colori, inclusa la stampa di codici a barre, e offre configurazioni software e hardware opzionali per foil, laminazione, verniciatura e altro ancora.

Teste per la vernice lucida che simula la serigrafia

Gruppi flexo in testa e in coda, sia precoat che finishing

Opzione Cold Foil digitale

Opzione di inserimento per laminazione e fustellatura

SCOPRI LA J-350 DI PERSONA

Service4printers e Flora parteciperanno a drupa!

Vieni a trovarci nel padiglione 8A situato a nord della fiera, presso lo stand 8aC08.

Avrai l’occasione di vedere dal vivo la macchina e di testare la sua tecnologia.

Scoprirai come la J-350 può trasformare il tuo modo di lavorare e aprirti nuove porte verso il successo.

In fiera saranno presenti i nostri tecnici e rappresentanti che ti spiegheranno nel dettaglio le potenzialità della macchina.

Potrai confrontarti direttamente e fare tutte le domande che ti servono per capire se la J-350 è la macchina giusta per te.

Contattaci subito per prenotare una demo personalizzata!

CARATTERISTICHE TECNICHE

• Configurazione CMYK (85% gamma colori pantone)

• Pulizia automatica e sistema di ricircolo

• Risoluzione massima a 1200x600 dpi

• Velocità fino a 60m/min

• Sistema di svolgimento/avvolgimento automatico

• Statistiche in tempo reale

• Tecnologia di compensazione delle testine

Distributore italiano:

technical@service4printers.it +39 02 37 92 06 20

Il converter californiano, parte di Resource Label Group, stabilisce nuovi livelli di produttività, qualità e creatività con la tecnologia del costruttore italiano

Paragon Label crea etichette da vino “estreme” e prospera con il laser di Cartes Gemini

Paragon Label nasce a Petaluma, nella baia di San Francisco, nel 1999. L’azienda è situata al confine tra la Contea di Sonoma e la leggendaria Napa Valley, il cuore pulsante della produzione vinicola americana, avviata nel Sud dello Stato dai missionari spagnoli nel diciottesimo secolo. Solo a partire dagli anni Ottanta del Novecento, tuttavia, i vini californiani guadagnano visibilità e prestigio

nei mercati internazionali, dove si impongono per il loro corpo, la morbidezza e i profumi intensi, che li posizionano in competizione con i migliori prodotti francesi, italiani e spagnoli.

Con circa 5.000 cantine, che rappresentano l’86% della produzione nazionale, la California è sia terra di vini che di etichette di pregio – come quelle realizzate da Paragon Label e progettate da agenzie specializzate nel packaging design per il settore vinicolo.

Per due decenni, Paragon Label cresce investendo in tecnologie sempre più sofisticate, abbracciando la stampa digitale, testando le carte più preziose, ed esplorando tutte le opportunità possibili nel campo della nobilitazione. Nel 2018, forte della sua verticalità nel campo del vino e dei liquori, di professionalità uniche e di una clientela consolidata e prestigiosa, l’azienda entra a far parte di Resource Label Group, il terzo produttore di etichette

negli Stati Uniti. Nel 2023, infine, per efficientare le lavorazioni on-demand e creare nuovi livelli di decorazione, Paragon Label ha introdotto un sistema di fustellatura laser Cartes Gemini GE362WL, con cui ha conquistato nuovi segmenti di mercato.

‖ In alto: a sinistra, la Cartes Gemini GE362WL con sistema di fustellatura laser scelta da Paragon Label; a destra, un’etichetta realizzata dall’azienda.

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di Lorenzo Villa

Tecnologia analogica e digitale per clienti e designer esigenti

Il mercato delle etichette enologiche è soggetto più di altri a mode e tendenze. I produttori di vino, infatti, fanno a gara per rendere le bottiglie più accattivanti, sia in termini di design che di nobilitazioni. Da sempre, per soddisfare la sua clientela più esigente, Paragon Label investe in tecnologie differenzianti e studia combinazioni originali di supporti, tecniche di stampa ed effetti speciali. «Le cantine cercano sempre qualcosa di nuovo per distinguersi dai concorrenti, e far sì che il loro prodotto risalti sullo scaffale», spiega Jeremy Jolly, Operations Manager di Paragon Label. «Ogni giorno dialoghiamo con designer e cantine che ci chiedono di andare oltre ciò che è possibile con la sola grafica».

Nei suoi reparti produttivi, il converter utilizza linee di stampa flexo HD Mark Andy LP3000 e Nilpeter MO4 con cui produce efficacemente etichette di qualità paragonabile all’offset con tirature fino ad alcuni milioni di pezzi. Le piccole tirature sono affidate a una HP Indigo 6900 e una 6800. La nobilitazione, invece, è eseguita con dispositivi offline e con una linea dedicata. I supporti più utilizzati sono gli autoadesivi con frontali in carta naturale e BOPP, oltre che diverse tipologie di film per imballaggi flessibili.

La sfida delle piccole serie e della personalizzazione spinta

I produttori di vino subiscono la crescente polarizzazione tra prodotti di massa – che richiedono un packaging premiumizzato per il vasto pubblico che acquista vini di valore medio/basso – e prodotti di nicchia o edizioni speciali, dedicati a una clientela altospendente, abituata ad acquistare in enoteca e al ristorante.

Per soddisfare anche le esigenze più peculiari, Paragon Label si è specializzata nella gestione di piccoli quantitativi, nella personalizzazione spinta, e nelle nobilitazioni più raffinate per vini e liquori d’alta gamma o da collezione. L’azienda, inoltre, ha messo a

punto una selezione di materiali di pregio, e introdotto tecniche di numerazione, serializzazione, fustellatura e intaglio.

«Le commesse sono più piccole e frammentate. Spesso le cantine ordinano le etichette all’ultimo momento, quando il vino è pronto da imbottigliare», racconta Jolly. «Se la stampa digitale risolve una parte del problema, fustellatura e lavorazioni speciali sono un collo di bottiglia da sciogliere». Pur utilizzando già la tecnologia laser, combinata ad altri sistemi di decorazione obsoleti, a fine 2022 Paragon Label decide di investire in una nuova tecnologia di taglio laser per fustellare e nobilitare le etichette in modo più produttivo, efficiente e preciso.

Le ragioni per scegliere Gemini

Il team di Paragon Label testa più soluzioni e infine sceglie di acquistare la piattaforma Gemini di Cartes. A convincere il converter americano sono anzitutto la qualità costruttiva, il grande numero di macchine installate, i riscontri positivi ricevuti da colleghi e gli eccellenti risultati dei test eseguiti. «Abbiamo testato altre tecnologie già in uso tra le 31 aziende del gruppo, ma il risultato ottenuto con Cartes è andato oltre le aspettative», riferisce Jolly. «Gemini è un concentrato di funzionalità e ripetibilità, e la possibilità di avere personalizzazioni è senza eguali». Paragon Label sceglie una configurazione GE362WL con trattamento corona, flexo semirotativa con sovralaminazione e cold foil, doppia sorgente laser, dispositivo di uscita con lame a posizionamento automatico e riavvolgitore turret. Gemini si rivela sorprendente per le sue numerose funzionalità esclusive, tra cui la tecnologia ILC (Invisible Laser Cutting), che consente di eseguire tagli senza bordi bianchi anche su materiali scuri, e l’esclusivo sistema di delaminazione e taglio sul retro dell’etichetta. Inoltre, Paragon Label resta colpita dall’approccio sartoriale di

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‖ 1) L’interfaccia di controllo di Cartes Gemini. 2) Da sinistra, Ken Bradely e Jeremy Jolly di Paragon Label.

“Gemini ci ha aiutati a creare un nuovo mercato, a servire nuovi clienti, a offrire alle cantine soluzioni decorative pronte per lo scaffale.”

Cartes, che offre all’etichettificio innumerevoli opzioni di personalizzazione della macchina.

La tecnologia “all-in-one” per imporsi come trendsetter

A circa un anno dall’introduzione di Cartes Gemini, Paragon Label taglia più efficacemente i piccoli lotti, senza produrre fustelle e garantendo ai suoi clienti tempi di consegna ridotti e costi più bassi. Anche sul fronte commerciale, poter gestire rapidamente più lavori in sequenza ha permesso all’azienda californiana di conquistare più clienti medio/piccoli, accrescendo il numero di commesse, il fatturato e le marginalità. Sul fronte applicativo, inoltre,

l’azienda ha spinto all’estremo l’uso del laser per intagli decorativi: una lavorazione che Cartes Gemini esegue con risultati impeccabili grazie all’estrema precisione del sistema di aspirazione dello scarto.

«Gemini ci ha aiutati a creare un nuovo mercato, a servire nuovi clienti, a offrire alle cantine soluzioni decorative pronte per lo scaffale, e ad aumentare il giro d’affari», sottolinea Jolly. «Alcuni clienti vengono da noi dopo aver visto le etichette prodotte per altre cantine o i campioni che inviamo loro, e nella maggior parte dei casi decidono di affidarci i loro progetti più creativi e tecnicamente sfidanti».

A riprova della maestria di Par-

‖ 3) e 4) Le etichette vincitrici delle edizioni 2023 e 2024 dei Leaf Awards realizzate con Gemini GE362WL.

5) Da sinistra, Jeremy Jolly di Paragon Label, Jeff Peterson di FSEA e Michael Debard di Cartes.

agon Label, e delle prestazioni della tecnologia Cartes, il converter ha vinto numerosi premi per le sue etichette enologiche, incluso quello per il miglior uso della tecnologia laser, nell’ambito dei Leaf Awards organizzati dalla Foil & Specialty Effects Association.

Una partnership destinata a durare nel tempo

Al di là di macchinari e tecnologie, la relazione tecnico-commerciale tra Paragon Label e Cartes si è trasformata in una partnership e in un processo di R&D congiunto, che vede le due aziende unite nella soluzione di sfide tecniche e applicative sempre più complesse. «Amiamo spingere le macchine oltre i limiti, e se spieghiamo a Cartes cosa vogliamo fare, loro ci supportano nel raggiungere l’obiettivo» conclude Jolly. «Cartes ci ispira, e se non ha una risposta istantanea, in pochi giorni torna sempre da noi con la soluzione». Oggi, Paragon Label si prepara ad alzare ulteriormente l’asticella nei suoi processi di nobilitazione, e ad investire in una linea Cartes con tecnologia di verniciatura e foiling digitale Jet D-Screen.

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Mentre guida l’innovazione nell’inkjet, il costruttore giapponese rilancia la sua tecnologia elettrofotografica portandola a un livello mai visto nelle arti grafiche

Con Revoria Press GC12500, Fujifilm “promuove” il toner a foglio al formato B2 XL

Con il lancio del primo server EFI Fiery, nei primi anni Novanta, le fotocopiatrici diventano macchine da stampa, e la tecnologia laser a toner secco guida la diffusione su larga scala della stampa digitale a colori, stabilendo il formato SRA3 come lo standard de facto. Tra le poche eccezioni degne di nota, nel campo del toner, la mitica Xeikon con i suoi 520 mm di larghezza (per una lunghezza virtualmente

illimitata), alcuni modelli a foglio in formato B3, e la recente introduzione del cosiddetto formato banner (una sorta di SRA3 “allungato” fino a 1.200 mm).

Negli ultimi anni, la vasta adozione dell’inkjet nella stampa a foglio e a bobina ha messo in ombra la tecnologia a toner, cancellandone qualsiasi velleità evolutiva, senza tuttavia privarla della posizione dominante per numero di fornitori impegnati, disponibilità di modelli, unità installate e numero

di pagine prodotte.

È quindi lecito stupirsi se Fujifilm, che nell’inkjet detiene più di un primato ed è uno dei principali produttori mondiali di teste e inchiostri, abbia scelto proprio il toner secco per conquistare un inatteso primato. Con Revoria Press GC12500 il costruttore nipponico è il primo a introdurre una macchina da stampa a foglio in formato B2, spingendosi dove nessun altro aveva mai osato. Ma facciamo un passo indietro.

Elettrofotografia: così datata, eppure così attuale

L’invenzione del toner in polvere è attribuita a Chester Carlson, che nel 1938 brevetta il processo di riproduzione xerografico. A rendere la tecnologia elettrofotografica tanto diffusa nel nostro settore è però la prolificità dei big giappo-

‖ In alto, Revoria Press GC12500 nel Print Experience Centre di Fujifilm a Ratingen (Germania)

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tecnologie

nesi e americani dell’imaging, che negli ultimi trent’anni hanno rilasciato una gamma sconfinata di sistemi a toner a foglio e a bobina, monocromatici e a colori. Un segmento che Fujifilm ha presidiato a lungo con la joint venture Fuji-Xerox (oggi Fujifilm Business Innovation Corporation) e che, tuttavia, non ha mai rappresentato una tecnologia core per i prodotti a proprio marchio. Revoria Press GC12500 si inquadra perciò in un nuovo scenario di impegno diretto dell’azienda nella commercializzazione di macchine a toner. Solo due anni fa, durante l’evento Peak Performance Print di Bruxelles, Fujifilm introduceva la macchina da stampa Revoria Press PC1120 con sei canali

colore (CMYK oltre a due a scelta tra oro, argento, bianco, trasparente e rosa), seguita a ruota dalle multifunzione a colori ApeosPro Serie C, dai modelli più produttivi della serie SC, dalla nuova monocromatica ad alte prestazioni E1 e dall’unità high-end a colori EC1100. Ben otto modelli a toner rilasciati in un paio d’anni, che si uniscono alla B2 inkjet Jet Press 750S, e oggi alla nuova GC12500. «Siamo impegnati a innovare nell’arena del toner e continueremo a sviluppare nuova tecnologia», afferma Mark Lawn, Head of POD Solutions di Fujifilm Graphics Europe. «Il nostro obiettivo è abilitare e supportare i clienti nel raggiungere nuovi obiettivi applicativi e di business usando le tec-

nologie più idonee e performanti». Quello di Fujifilm, insomma, è un messaggio forte e chiaro su quanto la tecnologia a toner sia centrale nella propria strategia, in linea con l’investimento di 2,3 miliardi di dollari per rilevare la quota di Xerox nella joint venture. Un messaggio che trova conferma nei risultati raggiunti e nella notizia della centesima installazione di Revoria PC1120 in Europa, completata lo scorso novembre presso Druckerei Glaudo GmbH.

Le ragioni di GC12500

C’è da chiedersi perché Fujifilm, già detentrice di una macchina da stampa inkjet B2 di qualità straordinaria come Jet Press 750S, si sia

Mark Lawn Head of POD Solutions di Fujifilm Graphics Europe

“Siamo impegnati a innovare nell’arena del toner, e continueremo a sviluppare nuova tecnologia.”

‖ 1) e 2) Il cockpit di controllo, i vassoi di caricamento carta e l’impilatore sono posti sullo stesso lato, per rendere più agevole la gestione della macchina da stampa da parte dell’operatore.

cimentata in un progetto a toner di formato simile. Ne abbiamo discusso davanti alla GC12500 installata nel Print Experience Centre di Ratingen (Germania) con Mark Stephenson, Product Manager di Fujifilm POD. «Il mercato del B2 si è animato. All’ultima drupa molti dibattevano di quanto grande fosse lo spazio di crescita nel B1, che in realtà non si è sviluppato», afferma Stephenson. «Nel B2, al contrario, si sono palesate più opzioni tecniche, che includono UV, base acqua, toner liquido e, oggi, toner secco. Quello del toner è un mercato maturo, ma non significa che non ci siano spazi per innovare». Come detto, la decisione di Fujifilm di investire nel progetto GC12500 nasce dalla presenza di un team di ricerca e sviluppo globale, e dalla capacità di raggiungere vasti segmenti di utenza in alcuni dei Paesi chiave per il printing mondiale. La sfida di Fujifilm e della sua rete vendita è piuttosto quella di far coesistere due tecnologie, e due attrezzature, potenzialmente concorrenti.

«Può esserci competizione, ma l’inkjet non è per tutti, e una sola macchina non può fare tutto, quindi c’è spazio per il toner

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“L’inkjet non è per tutti, e una sola macchina non può fare tutto, quindi c’è spazio per il toner accanto a Jet Press.”

accanto a Jet Press», continua Stephenson. «La tecnologia a toner, per esempio, ha consumi e costi molto più prevedibili dell’inkjet». Revoria Press GC12500 si distingue anzitutto per il suo design, che vede il cockpit, i vassoi di caricamento carta e l’impilatore sullo stesso lato dell’attrezzatura, per agevolare il lavoro dell’operatore. Sia il percorso carta che il sistema di voltura sono concepiti in modo lineare, così da rendere semplice e affidabile l’alimentazione e il trasporto dei fogli fino al formato 750x662 mm, di grammature comprese tra 64 e 450 g/m², ad una velocità di 2.500 fogli/h. Proprio il formato, più ampio di qualsiasi B2+ sul mercato, è uno dei

punti unici della nuova Revoria. «Abbiamo introdotto un formato più grande per non seguire la massa e per assecondare clienti che, sempre più spesso, vendono online prodotti stampati fuori standard», spiega Stephenson. «Per loro il valore è gestire formati personalizzati e prodotti inusuali, come libri fotografici, biglietti, cartellini, astucci, che spesso non hanno nulla a che fare con i formati ISO. Avevamo la tecnologia per farlo, e l’abbiamo fatto». Anche sul fronte dell’usabilità, Fujfiilm ha accorpato in un’unica interfaccia utente le funzionalità del DFE RevoriaFlow e quelle del software XMF PressReady, creando un ecosistema produttivo facile

‖ 3 e 4) Esempi di applicazioni commerciali e cartotecniche stampabili con GC12500. 5) Mark Stephenson mostra la resa sul foglio possibile grazie al nuovo formato carta B2 XL.

da governare anche per operatori senza competenze specifiche. Parlando di qualità, GC12500 combina un motore di imaging da 2.400x2.400 dpi con il toner Super EA-Eco, producendo risultati non distanti da quelli di Jet Press 750S, considerata un punto di riferimento per l’intero settore.

Commerciale o packaging?

Grande formato e alte grammature, unite a un motore di stampa CMYK con bianca e volta automatico fanno pensare a stampe commerciali di alta qualità. Tuttavia, progettando la nuova unità a toner, Fujifilm ha costruito uno dei motori di stampa più versatili del mercato.

«Ogni volta che facciamo pronostici sui profili di utenza restiamo sorpresi», conclude Stephenson. «Spesso i clienti si presentano con domande, richieste e applicazioni che ci sorprendono, a cui neppure noi avevamo pensato».

Revoria Press GC12500 è destinata ad essere uno degli highlight di drupa 2024 e di certo conquisterà i favori dei molti aficionados del toner che ancora tardavano a scegliere la tecnologia ideale per il loro passaggio al formato B2.

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