DDN Free 23

Page 1

23

FOOD MOOD DESIGN & ARCHITECTURE IN MILAN

CARLO COLOMBO & GIORGETTI: TOGETHER AGAIN

EXPODESIGN2015

…ALL YOU NEED FOR DESIGN WEEK





DESIGN ARTE ARCHITETTURA FASHION CITY INVADERS on the air EDITORIALE 7 PROGETTO COVER 10 SHORT 13 INTERVIEW 19 PROJECT 52 TREND 55 ARTE 58 FASHION TEXTILE 60 Direttore editoriale / Managing director francesca RUSSO Direttore responsabile / Editor in chief CARLO LUDOVICO RUSSO Redazione / Editorial Claudio Moltani Progetto grafico / Graphic design STEFANO CARDINI + CHIARA DIANA Consulenza grafica / Graphic consultant STEFANO CARDINI Realizzazione grafica / Graphic designer FABIO RICCOBONO Collaboratori / Contributors VALENTINA DALLA COSTA, Carlotta Russo. Stampa / Printer Color Art Via Industriale 24/26, 25050 Rodengo Saiano (BS) Casa editrice / Publisher DESIGN DIFFUSION WORLD SRL VIA LUCANO 3 20135 MILANO T. +39 02 5456102 F. +39 02 54121243 WWW.DESIGNDIFFUSION.COM WWW.DESIGNDIFFUSION.TV Pubblicità / Advertising DDA DESIGN DIFFUSION ADVERTISING SRL VIA LUCANO 3 20135 MILANO T. +39 02 5456102 F. +39 02 54121243 Ufficio traffico / Traffic department BARBARA TOMMASINI, DANIELA D’AVANZO D.DAVANZO@DDADVERTISING.IT é vietata la riproduzione anche parziale / all right reserved testi, disegni e materiale fotografico non si restituiscono / text, drawings and photographs will not be returned

AWARD 62 EVENTI 66 FOOD 71 TRAVEL 73


ADV_DDA.pdf

2

01/04/15

19:23

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K

ø 98 h max 300 cm

Design VillaTosca

FLAT SATURN Sottilissime sospensioni combinabili dallo spessore di 8mm e realizzate in alluminio anodizzato naturale. Sorgenti LED con CRI>90, 2700K o 3000K. Thin combinable suspensions of thickness 8mm and made of natural anodized aluminium. LED source with CRI>90, 2700K or 3000K.


editoriale E’ l’anno dell’Expo, è l’anno di Milano. Architetti, progettisti, artisti, ma anche aziende e Stati sovrani hanno, in questi ultimi mesi, cercato, più o meno coerentemente, di “lasciare qualcosa”… un segno, un progetto, un’idea, un messaggio. Nell’immensità di questi segnali, spesso anche contraddittori e/o confusi, abbiamo cercato di trovare, per ogni settore (design, arte, architettura, alimentazione…), qualcosa che ci abbia colpito, incuriosito, interessato.

Lo abbiamo anche chiesto ad artisti e designer. E abbiamo tentato di lasciare un segno anche noi, come casa editrice, con due iniziative che vi raccontiamo nelle pagine che seguono. A questo punto, non ci resta che vivere il Salone del Mobile e, subito dopo, l’Expo!

Buona lettura

TXT > Claudio Moltani

7


PAG_DOPPIA 498x351_OK 17/03/15 09:17 Pagina 1

FACTORY & SHOWROOM MEDA - MILANO - ITALY www.ceppistyle.it


“SALONE INTERNAZIONALE DEL MOBILE” 14-19.04.2015 · MILAN - ITALY HALL 4 - STAND C21


A destra, ritratto di Carlo Colombo nel suo studio

Squadra che vince non si cambia

Carlo Colombo, tra i più importanti architetti e designer italiani, ha alle spalle premi e riconoscimenti importanti come il Good Design Award dell’European Centre for Architecture Art Design e The Chicago Athenaeum, il Red Dot Design Award e, lo scorso anno, il Best of the Best del Red Dot Design Award, il premio Design London e l’iF design award con Teuco. Il suo studio progetta su grande scala in tutto il mondo, dal design all’interior e all’architettura. In queste pagine, i suoi progetti più importanti presentati durante questa edizione del Salone del Mobile per Giorgetti

10 progetto cover

TXT > Valentina Dalla Costa

Se dovessi descrivere le tue collezioni di quest’anno, come le definiresti? Presento progetti per Giorgetti, FontanaArte, Flou, Bentley Home, Penta, Gallotti&Radice, Poliform e Trussardi Casa. Sono tutti brand molto diversi tra loro, di altissimo livello e qualità. La mia ‘mano’ si riconosce in ogni dettaglio, ma la mia presenza è bilanciata ed equilibrata, diciamo un 50%. L’altro 50% ovviamente è fatto dal tratto distintivo e dall’identità del brand con cui lavoro. Si deve sempre pensare alla personalità, alle linee e alla storia dell’azienda per cui si progetta, per presentare qualcosa di coerente e corretto. Quello che accomuna tutti i miei progetti è senza dubbio l’eleganza. In alto, poltroncina Caddy, bergère con pouf avvolgente


Cos’è il lusso per te? E’ un concetto molto particolare. Non sempre e non per forza dev’essere riferito a qualcosa di visibilmente ed esteticamente ostentato, anzi. A parer mio il vero lusso si nasconde dietro una realizzazione raffinata, concepita con un giusto bilanciamento e rispetto delle tradizioni. Lusso e cultura, poi, vanno di pari passo. Un progetto di altissima qualità non può essere capito, se alla base non c’è la conoscenza vera delle cose. Questo è il vero lusso per me: la manifestazione concreta di un progetto logico in tutte le sue fasi di realizzazione.

A proposito di Giorgetti. Quest’anno presenti insieme all’azienda una serie di prodotti interessanti. Quali? Caddy è una bergère con pouf, ha inserti per il poggiatesta e il poggiareni, mentre il profilo della base è verniciato color bronzo effetto naturale. Elisa eè una poltroncina con sedile girevole disponibile in due altezze e rivestimento in tessuto o pelle monocolore oppure bicolore con la parte esterna in pelle e quella interna in tessuto o pelle. Round è una serie di tavolini tondi, Swing è una poltrona con struttura in massiccio di noce canaletto, Town è invece una nuova versione dello skyline dell’abitare. Si tratta di un mobile multifunzionale ch esi compone a piacimento. Infine Urban, collezione composta da poltrona e divani molto elegante, dove l’artigianalità dell’azienda viene esaltata dalle linee contemporanee, dove il lusso è suggerito dai materiali utilizzati, dalla raffinatezza delle proporzioni. Sono tutti progetti coerenti e in sintonia con la produzione di Giorgetti, azienda tra le più imporanti e rappresentative del nostro saper fare italiano. Parlando di Made in Italy, dove lo troviamo nei tuoi progetti? Direi ovunque. Noi italiani abbiamo la fortuna di essere estremamente creativi, è una caratteristica radicata nel nostro DNA. Nei miei progetti l’italianità è visibile nella rappresentazione di me stesso, della mia identità di progettista, e dei brand, declinate in diverse situazioni differenti. Il Made in Italy è diverso, l’approccio e il tocco di eleganza che ci contraddistinguono sono da sempre parte di ogni nostro progetto. Parlando di quello che faccio io, l’italianità è rappresentata al 100% in tutto, fin dalla prima stesura dei progetti.

In alto, divano Urban e un elegante dettaglio del retro. Al centro, immagini scattate in azienda, da Giorgetti (foto di Cristina Fiorentini). A sinistra, schizzo per Caddy


ON THE AIR NOTIZIE IN BREVE

TXT > Claudio Moltani

SHORT OGNUNO HA LA SUA LUCE Dopo aver depositato il marchio Luum / human friendly light, con il quale commercializza sorgenti luminose di alta qualità sviluppate in collaborazione con Tri-r by Toshiba Materials, Lumen Center Italia ha messo a segno alcuni importantissimi step. Fra le sue prossime installazioni, infatti, come ci dice un giustamente orgoglioso Augusto Grillo, l’illuminazione, con speciali elementi progettati ad hoc, di tutta l’Ambrosiana, dallo scalone di accesso fino alla mostra tematica sul Codice Atlantico di Leonardo da Vinci. Il sistema è stato progettato per rispettare l’integrità delle opere esposte, ma anche per valorizzarne la loro fruizione, grazie alla resa cromatica ottimale. Altro importante evento riguarda l’illuminazione del padiglione Giappone all’Expo, dove l’azienda ha progettato il sistema di luci per la zona ristorante. Ma non è finita qui, perché, dopo aver inaugurato la filiale Lumen Center Japan a Osaka, vi sarà l’apertura del primo show room monomarca, a Tokyo. Infine, l’appuntamento di Euroluce, dove verrà esposta, fra le altre novità, la lampada Astolfo, protagonista di questa pagina; disegnata da Amedeo G. Cavalchini, la lampada è una vera e propria “lancia” luminosa, leggera e hi-tech, che può essere inserita nelle diverse scanalature del fusto in legno massiccio, per realizzare in modalità easy la propria sorgente d’illuminazione preferita.

12


www.bonaldo.it

Big Table _ design Alain Gilles


ON THE AIR LASICUREZZA FA RIMA CON FASHION Dike presenta Lady D, la prima calzatura da lavoro progettata appositamente per il pubblico femminile: è un prodotto innovativo, non solo perché è una scarpa dedicata alle donne, ma proprio perché è studiata tenendo conto delle loro differenti caratteristiche e peculiarità. La suola “peso piuma” espressamente pensata per la donna, è realizzata in poliuretano trasparente, ultrapiatta ed estremamente flessibile. Le losanghe poste sul battistrada nel punto di maggior flessione permettono di avere un’energia di ritorno che agevola la camminata e dona un benefico effetto defaticante anche dopo molte ore di lavoro. Inoltre, la tomaia è in vitello scamosciato bottalato, con tessuto trattato vintage, mentre la fodera (realizzata in Solidbreath) è altamente performante, realizzata in uno speciale tessuto a porto aperto che elimina l’aria viziata e l’umidità. Uno speciale rinforzo antiabrasione, posizionato sul tallone, garantisce poi il massimo comfort durante la camminata. In perfetto stile Dike, Lady-D rappresenta il connubio perfetto tra tecnologia ed estetica, rispetta i più alti standard di sicurezza, offre il massimo comfort ed un design unico, ed è completamente Made in Italy.

UN AMBIENTE BAGNO E BENESSERE INTEGRATO Hafro, SaunaVita, Geromin: un progetto integrato d’arredo e benessere che si evolve allargando continuamente l’orizzonte delle soluzioni tecniche ed estetiche, in una concezione dove i materiali, il design e le prestazioni definiscono uno stile e un’emozione unica e straordinaria. Ethos è un concept di massima versatilità per creare ambienti wellness personalizzati e integrati. Materiali di alta qualità uniscono il valore dei legni pregiati alla ricerca tecnologica con soluzioni d’avanguardia che aprono nuove possibilità alla sauna e bagno turco negli ambienti domestici e professionali. Il modello Ethos C aumenta le possibilità di gamma con un allestimento che unisce sauna e spazio doccia con bagno turco. La struttura esterna in laminato bianco opaco antigraffio e cristallo temperato da 8 mm con profili in alluminio brillantato introduce ad un ambiente sauna di massima vivibilità e comfort con arredamento e rivestimenti in Abachi e ad uno spazio doccia con bagno turco rivestito in laminato antigraffio bianco opaco. Essenzialità e purezza raccontano l’efficacia dei moderni trattamenti di benessere e la serenità di un’estetica raffinata. Una nuova finitura materica cambia il look di Bolla Sfioro ø 190, la vasca che regala l’incantevole ed esclusiva la sensazione di un’immersione completa, con in più le speciali funzionalità dell’idromassaggio Airpool e Whirpool, per un bagno di assoluto benessere. In colore bianco o cemento, inventa un originale contrasto molto espressivo tra la purezza della forma rotonda e il tocco ruvido della texture, con un’interpretazione dal gusto assolutamente contemporaneo. Nell’arredo bagno, la versatilità del nuovo Bathroom Project libera le possibilità compositive con una vasta scelta di materiali e per contenitori e top, con superfici pulite, maniglia a gola, originali colori, innovative finiture materiche e un’inesauribile creatività nel combinare gli elementi secondo l’ispirazione geometrica dell’estetica contemporanea, con equilibrio, funzionalità e armonia.

14


Italian luxury fabrics CTS S.p.a. Via Piave, 9|20821 Meda (MI) | ITALY Tel. +39 0362 71296 info@cts-spa.com www.cts-spa.com


ON THE AIR LA BRIANZA FA DESIGN Dopo un anno di lavoro 34 artigiani della Brianza e 34 designer, provenienti da tutta Italia, si presentano al Salone del Mobile di Milano con una collezione di arredi a marchio Brianza Design. Il raggiungimento di questo importante obiettivo si è reso possibile attraverso l’aggregazione di più imprese che insieme hanno deciso di rischiare e mettersi in gioco aderendo a questa iniziativa, finalizzata alla salvaguardia dell’artigianato locale e delle sue tradizioni. L’esposizione dei 34 pezzi della collezione, all’interno della più grande vetrina dedicata al settore dell’arredo, darà grande visibilità ad un prodotto dall’alto contenuto qualitativo frutto dell’eccellenza del Made in Italy sia per fattura che per design e potrà aprire nuovi orizzonti commerciali su scala nazionale ed internazionale. A questo progetto hanno aderito anche i centri di formazione professionale che ricoprono un ruolo fondamentale in quanto hanno il compito di formare gli artigiani del domani per non perdere le conoscenze legate all’arte di produrre arredi. Nell’immagine, da Legno d’opera falegnameria, il tavolo Barcode, un progetto di Daniela Castoldi. Il piano orizzontale e quello verticale sono connessi tra loro in maniera biunivoca grazie alla curvatura di quattro listelli binati a sezione maggiorata, che assumono contemporaneamente la funzione di gambe e di piano d’appoggio.

RETHINK THE MODULAR I sistemi di arredamento USM Haller compiono 50 anni e, con il progetto “rethink the modular”, diretto e seguito da Tido von Oppeln e Burkhard Meltzer, il brand ha inteso indagare le potenzialità e gli scenari della flessibilità e modularità del mobile, coinvolgendo docenti, progettisti e studenti per rispondere ad alcune domande-sfida: come opera la nuova generazione di designer e architetti in un contesto in cui la flessibilità è molto richiesta? Cosa è ritenuto un mobile di successo, oggi? Infine, cosa offre il sistema del futuro? I Iavori, le idee, i concept vengono presentati al pubblico, insieme a pezzi storici della storia del design e dell’architettura, in occasione della Milano Design Week 2015, in una esposizione caratterizzata da una scenografia spettacolare, nel Salone dei Tessuti, in Via San Gregorio a Milano, dove saranno presenti, fra gli altri, anche ospiti di caratura internazionale quali Nathalie du Pasquier (artista, Milano), Jerszy Seymour (designer, Berlino) e Catherine Rossi (teorica del design e blogger, Londra).

16


MILANO DESIGN WEEK 14-19/04/2015 PALAZZO DELLE STELLINE, CORSO MAGENTA 63, MILANO CON LA PARTIPAZIONE STRAORDINARIA DI ALESSANDRO MENDINI E GLI CHEF ANNIE FÉOLDE, ERNST KNAM, PIETRO LEEMANN, DAVIDE OLDANI

main sponsor media partner

sponsor

in collaborazione con


ON THE AIR

SOPRA IL SOTTO – TOMBINI ART RACCONTANO LA CITTÀ CABLATA Una mostra open air di 24 Tombini Art interpretati dai grandi protagonisti della moda italiana che sono, (in ordine di percorso) Giorgio Armani, Just Cavalli, Etro, Missoni, Larusmiani, Laura Biagiotti, Costume National, Moschino, 10 Corso Como, Prada, Trussardi, DSquared2, Versace, Iceberg, Brunello Cucinelli, Hogan, Alberta Ferretti, Valentino, Salvatore Ferragamo, Emilio Pucci, Giuseppe Zanotti Design, Ermenegildo Zegna e con la partecipazione di Istituto Marangoni. Un progetto di Metroweb, un’idea di Monica Nascimbeni, con il patrocinio del Comune di Milano, in collaborazione con la Camera Nazionale della Moda Italiana e in partnership con Oxfam Italia. Il luogo, o il percorso, sono due vie di Milano, Via MonteNapoleone e Via S. Andrea. Come per le scorse edizioni, a chiusura della mostra open air (gennaio 2016) i tombini Art, dopo un attento restauro, saranno battuti all’asta da Christie’s, il cui ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza da Metroweb a favore dell’organizzazione non profit Oxfam Italia, Civil Society Participant di Expo 2015.

DI CHE SEGNO SEI? A ognuno il suo. Le sculture Lineasette vivono da sole, sono oggetti importanti. Da regalare o da regalarsi. Oggetti dalla forte valenza simbolica; segni celesti tradotti in sculture materiche per la casa. Dodici segni, dodici caratteri diversi ma un’unica aspirazione; crescere per far proprio lo spirito, le inclinazioni e tutte le sfumature dello zodiaco. Design: Lineasette Lab + Opposti Misure in centimetri: ariete 21x9x28 toro 31x9x22 gemelli 15x8x29 cancro 28x20x10 vergine 22x13x32 leone 23x11x26 bilancia 24x10x31 scorpione 24x22x19 sagittario 25x8x30 capricorno 24x12x22 acquario 12x18x26 pesci 24x13x9.

RIVOLUZIONE COPERNICO Si chiama Copernico l’innovation hub nato dalla collaborazione tra Halldis e Studio DC10 segna il passo di una seconda rivoluzione “copernicana”, che dà un nuovo senso al sistema lavorativo e apre a nuovi orizzonti dell’architettura e del design degli ambienti di lavoro. Il progetto, che è operativo da febbraio, vuole infatti rappresentare un nuovo modello di workspace basato sulla centralità dell’uomo.


interviste

Txt > Claudio Moltani

Crescere. Felicemente…

L’uscita, recentissima, del suo ultimo libro, Crescita Felice – Percorsi di futuro civile, ci ha dato l’occasione per una chiacchierata con Francesco Morace…

Quanti Paesi visiti ogni anno? In quanti di questi hai sentito, negli ultimi anni, il termine “spread”?E “crescita felice”? Ho una frequentazione ripetuta di Brasile e Corea dove mi reco 3/4 volte all’anno, e della Colombia, degli Stati Uniti, della Francia e della Spagna dove mi capita di essere almeno una volta all’anno.. Non ho mai sentito in nessuno di questi paesi il termine spread, neanche in riunioni di lavoro e business... No, credo che sia la malsana abitudine giornalistica tipica del nostro Paese di creare un tormentone mediatico che compare e scompare a seconda delle vicissitudini politico-economiche che vengono analizzate senza alcuna profondità. Hai scritto, recentemente, il libro Crescita Felice… quanto di “internazionale” c’è in questo (bel) lavoro? C’è tutto di internazionale nella visione proposta dal libro e dalla possibilità di una crescita felice. I nuovi paradigmi socio-economici che stiamo elaborando da anni e che costituiscono la base teorica del libro implicano la creazione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile, fondato sulla vocazione e il talento individuale ma anche sulla capacità di alimentare la shared economy.

Francesco Morace e, sotto, la cover del suo ultimo libro

E in quanti “gesti e progetti esemplari” (necessari, secondo te, a rovesciare vecchi paradigmi economici, culturali, lobbistici) ti sei imbattuto nella tua molteplice veste di studioso comportamentale e viaggiatore curioso? Mi sono imbattuto in gesti e progetti esemplari, in Italia e all’estero, molto più spesso di quanto si possa immaginare. Il problema è sempre quello di dare ad essi voce e sistematicità. Troppo spesso invece si fondano sulla buona volontà e le buone intenzioni di imprenditori, manager, semplici cittadini. La crescita felice implica invece una capacità di moltiplicare il valore di questi progetti mettendoli in relazione.... Nel tuo libro affermi l’importanza di considerare “il consumo come un’occasione vitale e felice”… dando, a mio parere, un colpo “tremendo” a chi considera il consumo come la “fonte di tutti i mali”… Il consumo rappresenta per tutti un momento felice di espressione, esperienza, sogno. Lo capiscono anche i bambini.. Altra cosa è il consumismo inteso come l’unica possibilità di affermazione nella società. Come spesso avviene per combattere il consumismo si è demonizzato il consumo. Questa posizione da “decrescita” è ottusa, snob e perdente. Altrettanto importante quando affermi “non confondere il bene comune con la comunità”… Si, qui pesa la mia formazione sociologica: già Weber chiariva la differenza tra la comunità che impone vincoli di sangue, di suolo, di fede, e la società in cui ciascuno è libero e responsabile di fronte alla legge dello Stato. Alla comunità non si può e non si deve guardare con nostalgia (come canta Jovanotti in Alba: non si può tornare indietro neanche di un minuto...) per non doversi trovare a combattere con realtà devastanti come l’ISIS che segue le regole di una comunità religiosa imbevuta di fanatismo, mentre altra cosa è il bene comune, l’area di condivisione delle società moderne... E infine… utopia o realtà? Al “principio speranza” di Bloch ho dedicato un altro libro: Cosa è il futuro e rimango convinto che senza una tensione verso un futuro migliore gli uomini non siano uomini. E’ l’unica grande differenza con gli altri animali...


interviste

Txt > Claudio Moltani Ph > Luca Santi

La curiosità e le sfide del progetto

Mi piacciono le sfide, ma ancor più mi piace confrontarmi con il mondo; chi fa questa affermazione è Danilo Reale, l’unico architetto che ha realizzato due progetti di suite all’interno della recentissima sede del Seven Stars Hotel di Piazza Duomo, a Milano. Ci racconta lui stesso i suoi progetti, e anche tante altre cose… Parliamo della tua realizzazione in Piazza Duomo ( come è nata, come l’hai affrontata, ne sei soddisfatto?) La realizzazione del progetto delle suite nell’immobile prospettante sulla p.zza Duomo a Milano, nasce da un incontro avuto con Alessandro Rosso presso la sede del Seven Stars Hotel in via Silvio Pellico 8. La mia conoscenza con Alessandro Rosso risale a maggio del 2014 grazie a Stefania Morici, titolare della Arteventi e compagna di vita. Lei, Art Producer, è una donna splendida, dalle

mille risorse, capace di entusiasmarti ed entusiasmarsi. Abbiamo entrambi una passione smisurata per la creatività, per l’arte, per l’architettura e questa passione,da ben quattro anni,la viviamo assieme dando vita a iniziative che spaziano dalla moda all’architettura, dalla pittura al design, dalla musica al teatro. Io e Stefania incontrammo Alessandro Rosso perché nel luglio di quello stesso anno avremmo dovuto curare un evento moda. Sapevamo della sua grande passione e sensibilità per l’arte e che possedeva degli spazi unici con affaccio in galleria che avremmo voluto visitare. Alessandro Rosso è un uomo affascinan-

L’architetto Danilo Reale

L’esclusiva location del Seven Stars Hotel


A fianco, la suite Velasca

te quanto semplice ma concreto. È il tipo d’uomo/imprenditore che tutte le città dovrebbero avere. In quell’occasione, che ricordo ancora come fosse ieri, rimasi esterrefatto dall’uomo e dall’imprenditore e dal luogo unico in cui la visione di un “folle visionario” stava lentamente prendendo corpo unendosi alla qualità dell’architettura. La galleria, quella di Milano, già vissuta dai cittadini Milanesi, dai turisti di tutto il mondo come posto unico in cui passeggiare, fare shopping o in cui gustare del buon cibo, stava diventando il più grande progetto culturale ed imprenditoriale di Milano per Expo 2015: stava nascendo il così chiamato “ verticalismo “ della galleria. Chiunque, infatti, da maggio 2015, potrà passeggiare sui tetti della galleria, gustare del buon cibo sulle terrazze che si incontreranno lungo il percorso interessato alla passeggiata e pernottare in una delle 14 suite con affaccio su P.zza del Duomo e su via Silvio Pellico. È proprio in quell’occasione che Alessandro Rosso volle mostrarci i locali che da lì a poco sarebbero diventati l’ampliamento del Seven Stars. Quattordici suite di lusso, by Seven Stars, di cui dodici con affaccio su p.zza Duomo e due su via Silvio Pellico. Il progetto, unico nel suo genere, prevedeva la sua realizzazione attraverso la selezione di 14 progetti affidati a 14 architetti scelti attraverso una selezione di progetti che avrebbero dovuto tenere conto di qualità, innovazione, fruibilità e in primis rispetto per il luogo e la sua storia. Sono un architetto ed a quel punto, incuriosito, gli chiesi se vi fosse la possibilità di partecipare. La cosa mi interessava tantissimo e devo dire che Alessandro, simpaticamente, mi disse che avevo tempo una settimana per presentare il progetto. Una sfida dalla quale non mi tirai indietro e pertanto, in una settimana, gli presentai non un solo progetto ma ben sei soluzioni diverse. Beh, oggi mi ritrovo ad essere l’unico architetto che ha realizzato due progetti di suite all’interno della struttura.

La zona bagno, con scaldasalviette Cordivari e lampada Artemide

Stefania è stata nominata, invece, la Project Manager dell’intero progetto Town House Duomo. Le suite da me progettate,denominate Velasca e Pellico, si affacciano rispettivamente la prima su P.zza Duomo e la seconda su via Silvio Pellico. Quella prospettante su p.zza duomo, la Velasca, tra le due è la più grande. Posso dire di essere molto soddisfatto, sia perché sono l’unico professionista ad essere stato selezionato per realizzare due progetti, sia perché questo traguardo, raggiunto oggi, significa un grande punto di partenza verso un percorso professionale che mi sta portando a relazionare con le più importanti aziende del settore design ed arredo. Si, sono molto soddisfatto e perché no, orgoglioso di aver fatto un bel lavoro con l’Alessandro Rosso Group. Il progetto della due suite riprende la filosofia concettuale dell’abitare dei Town House del gruppo Rosso. Un posto unico in cui il viaggiatore / visitatore esigente ha la possibilità di vivere gli spazi della suite ed i relativi servizi ad essa associati con la flessibilità e la semplicità che troverebbe nella propria casa. Ambienti flessibili, dalle cromie calde, ricercate ed ottenute, su entrambe le suite, attraverso la sapiente maestria degli uomini della Fabbrica del Colore, i quali hanno saputo ricreare quanto da me richiesto attraverso la matericità dei prodotti Oikos, e dall’eccellenza della fabbrica artigiana Fiorito che, sapientemente e pazientemente, ha saputo seguire i miei progetti dando forma al sistema di armadi e boiserie scorrevoli in olmo della suite Velasca e Pellico ed all’armadio Leonardo ( armadio che riprende l’uomo vitruviano di Leonardo Da Vinci ) inserito nella

cabina armadio della mini suite Pellico. Ma i mie progetti, oltre ad avere spazi flessibili, sono anche acqua, luce, suono, trasparenza, riflessi, domotica, benessere. Tutto questo è stato possibile anche a dei partners del calibro di Alcantara, Aqualux, Artemide, Bisazza, Duravi, HansGrohe, Gobbetto Resine, Oikos, Living Divani, Riva 1920, Stilla, Vetreria Re, Vimar. Tutti assieme, che amo definire “ i miei

21


riflessi , resi possibili da una serie di specchi posti nelle pareti e nelle porte, è da giochi d’acqua che a proprio piacimento potrà provare attraverso la cascata d’acqua della vasca da bagno, la doccia ed i rubinetti della serie Stark. Il bagno, quindi, quale zona in cui potersi rilassare attraverso ambienti e scenari emozionali resi possibili dai vari accessori che lo compongono. Non solo luce, ma luce abbinata all’acqua come nel caso del soffione Axor LampShower del giapponese Oki Sato dello studio Nendo ed acqua abbinata al suono come nel caso della vasca da bagno fornita da Duravit che, oltre ad essere fornita di sistema sound attivabile tramite Bluetooth, è fornita di un sistema “ floating” ovvero a galleggiamento. Un bagno quindi dalle molteplici emozioni in cui ho voluto ricreare, tramite questa particolare vasca, quelle condizioni di potere vivere l’acqua in maniera totalmente libera e cioè fluttuandovi, ricreando quell’assenza di gravita che solitamente percepiamo a mare quando ci si rilassa galleggiando. Il bagno della suite Pellico, invece, oltre ad essere dotato di elementi di design di alto valore, quale la rubinetteria Axor Hansgrohe disegnata da Massaud ed i sanitari Stark 1 forniti da Duravit, risulta essere stato definito nei rivestimenti e nella pavimentazione mediante il mosaico Bisazza che Compagni di viaggio”, dopo Alessandro Rosso e la moglie Ornella Borsato, sono coloro i quali hanno creduto e sostenuto la mia idea progettuale sin da subito. Ed è grazie alla domotica fornita da Vimar, ed alla professionalità di Aqualux,che ha provveduto all’installazione di tutti gli impianti domotici, idrici ed elettrici in generale, se ho potuto dotare i miei progetti e pertanto le suite Velasca e Pellico, di quel valore aggiunto che solamente la domotica riesce a dare. Chiunque fruirà gli spazi ed in particolare modo della suite Velasca, infatti, sia che sia comodamente seduto a sorseggiare un drink o comodamente disteso sul letto o a farsi coccolare dai getti d’acqua prodotti dalla vasca dotata di idromassaggio con sound incorporato della Duravit, potrà gestire interamente le funzioni domotiche mediante uno smartphone o un tablet. È l’ospite che decide cosa fare quando deve entrare nella stanza o quando già vi è dentro: basta un click e la luce è servita. L’ospite potrà, a suo piacimento, ricreare, giocando con lo smartphone, scenari di luce pre-impostati che potrà riprodurre nei diversi ambienti della suite ed in particolare modo nel bagno. Ed è proprio nella zona bagno della suite Velasca che ho voluto ricreare, attraverso i vari scenari di luce e i vari accessori in essa presenti, una connotazione tipica delle SPA. L’ospite, infatti, al suo interno, oltre ad essere coinvolto dalle varie cromie di luci rese possibili dai Led RGB del gruppo Relco, dalle Dioscuri a plafone dell’Artemide e dalla matericità della resina Gobbetto, qui sapientemente plasmata dalle abili mani dell’artista Giorgio De Riu, si ritroverà ad essere parte integrante di una serie di

22

ed alcuni comodini e tavolini che compongono l’arredo dell due suite ), Riva 1920 ( sua la realizzazione, su mio progetto, della consolle all’interno della suite Velasca, oltre la fornitura dei comodini e dello scrittoio e di altri accessori presenti nella suite Pellico) ed Alcantara ( suoi i rivestimenti delle pareti e della cabina armadio e delle tende).

Parliamo, anche, di cosa avresti voluto/immaginato/potuto realizzare per Milano e l’EXPO… L’EXPO..!!! Bellissima realtà dove tutti dovremmo parteciparvi con interesse e con progetti di alto valore. EXPO di certo è una bellissima realtà e sicuramente una vetrina su cui puntare e posso dirti che il progetto da me realizzato di certo già è un passo importante. Come ormai ben noto a tutti, Alessandro Rosso è presidente del Wecc ( World Expo Commissioners Club ) e , come tu ben sai, i membri del club potranno condividere la loro esperienza, discutere di argomenti e trovare soluzioni all’interno dello spazio di Duomo 21. Un club esclusivo, riservato ai commissari di Expo Milano 2015 ed ai loro più stretti collaboratori e costituito grazie ad un gruppo di diplomatici, imprenditori, manager e funzionari istituzionali impegnati nelle esposizioni

L’impagabile veduta su piazza Duomo della suite

in combinazione alle strip Led Relco ed alle lampade di Artemide a sospensione, ricreano quell’ambiente mediterraneo a cui io sono particolarmente affezionato. Logicamente, doccia con cromo terapia e vasca completa di luci led, idromassaggio e sistema sound. Colori caldi, materici, accentuati ancor di più dalla scelta della luce che in ambedue le suite si alterna tra strip Led, alle quali è affidato il compito di valorizzare i contorni dei piani orizzontali e verticali che compongono lo spazio delle suite, e corpi illuminanti a sospensione che, oltre ad avere il compito di illuminare l’ambiente nella complessività, riflettono la luce e la loro corposità su se stessi e sugli specchi sapientemente distribuiti nelle pareti e nelle porte che a loro volta aumentano l’ampiezza delle suite oltre a rispecchiare le luci provenienti dall’esterno. Qui mi fa dovere ringraziare la grande pazienza e professionalità della Vetreria Re. Hanno veramente realizzato alla grande quanto da me richiesto. L’arredo, inteso nella scelta dei letti e di vari elementi che compongono le due suite, è stato ricercato tra la professionalità e l’eccellenza di Living Divani, ( suoi i letti, le poltrone

universali che usufruiranno anche delle stanze da me progettate. Questo mi rende fiero perché nel mio piccolo e con i miei progetti, so di avere valorizzato ancora di più l’eccellenza di una città che amo per i suo colori, per il suo eclettismo, per la sua versatilità e per le infinite possibilità che la stessa offre a chi vuole fare. Un progetto che comunque, domani, sarà a disposizione del mondo intero. Di progetti ne avrei voluto fare tanti. Uno tra questi riguarda un progetto sulla sostenibilità e la sicurezza del territorio. Oggi ne avremmo veramente di bisogno. Ma va bene così e spero che questo possa essere l’inizio di tante altre bellissime realtà ed esperienze future.

Energia per vita… cibo e acqua o anche mente e sogni? “Nutrire il Pianeta, Energia per la vita” è il tema al centro della manifestazione e sul quale riflettere e confrontarsi. Se pensiamo che nel 2015, dopo le numerose scoperte ed i numerosi risultati nel campo scientifico e biomedico, ancora esistono luoghi del mondo in cui circa 870 milioni di persone muoiono


perché denutrite e dall’altra c’è chi muore per disturbi di salute legati alla cattiva alimentazione ( mi riferisco ai 2,8 milioni di decessi per malattie legate a obesità e sovrappeso ), allora credo vi sia molto da pensare e tanto da fare. Eppure in molti di questi paesi, dove esistono tali problemi, il più delle volte vediamo una politica che mira più allo sviluppo bellico o al controllo territoriale a tal punto da investire miliardi e miliardi in armamenti quando invece dovrebbero essere impegnati per proteggerci e salvare il nostro pianeta. Oggi bisognano scelte politiche consapevoli, scelte di vita sostenibili che attraverso anche

Raffinatezza ed esclusività per gli arredi e gli spazi

l’uso di tecnologie d’avanguardia possano finalmente trovare un equilibrio tra disponibilità e consumo delle risorse. Oggi dovremmo concentrarci più sul costruito che sul costruire e migliorare quanto più possibile il territorio attraverso servizi e risorse utili per l’uomo e l’abitato. Fare ricorso all’uso di energie rinnovabili significa mantenere il pianeta vivo e con esso i suoi abitanti ecco perché energia è vita. Oggi siamo tutti consapevoli dei problemi che affliggono il nostro pianeta e proprio per questo mi piacerebbe potere dare vita a progetti utili che traggano forza dall’utilizzo di quelle fonti che sono energia e vita per il nostro pianeta e per noi esseri umani: il sole, il vento, l’acqua, il cibo. Da tutti questi elementi oggi è possibile trarne energia che risulterebbe altrettanto utile per la vita nostra e del pianeta. Penso ai grandi sviluppi avuti nel solare termico, nel fotovoltaico, nell’eolico, nelle biomasse, nell’energia marina e tante altre realtà che attraverso la tecnologia stanno dando ottimi risultati per la vita del pianeta e di noi tutti

Infine, stai/state lavorando attorno a qualcosa di nuovo, in qualsiasi settore? Il mio studio attualmente è impegnato su dei progetti importanti in cui l’architettura si sposa con il design e la tecnologia. Per me la ricerca è finalizzata allo sviluppo di nuovi elementi che migliorino l’abitare e lo spazio abitato. Oggi e molto spesso si commette l’errore di creare atrocità solo per il puro piacere di assolvere ad un proprio desiderio progettuale trascurando il valore finale che l’oggetto o lo spazio richiede. Ecco, il mio percorso è incettato su tale ricerca: migliorare la vita all’interno delle città e dello spazio privato. A tal proposito e grazie al progetto Town House Duomo, abbiamo avviato degli incontri con

Alcantara e Vimar per dei progetti di notevole valore tecnologico e di design. Flessibilità la parola d’ordine. Nel campo del design, ultimamente abbiamo progettato ed è in fase di realizzazione, un vaso che assolve anche alla funzione di piantana per illuminare gli spazi interni ed esterni eliminando il fastidioso cavo di alimentazione ed affidando tutto ad un accumulatore posto alla base del vaso stesso. Inoltre, abbiamo progettato una Smart Bench che vorremmo fare realizzare e che tempo fa avevamo anche proposto al comune di Milano per installarla nelle Isole digitali. Un progetto importante, flessibile e di forte utilità pubblica, anche per i diversamente abili. Ne stiamo ancora parlando da tempo e devo ammettere che oggi è veramente un peccato non averla proposta per Expo: sarebbe stata una vera rivoluzione per le isole digitali. Nel campo dell’edilizia siamo impegnati nella progettazione di appartamenti e ville tra Palermo, Roma e Milano. Nel campo dell’arte, siamo impegnati nella progettazione della mostra che racconta la vita di Anna Magnani che a breve dovrebbe partire da Roma per approdare a Milano. Insomma, mi piacciono le sfide, ma ancor più mi piace confrontarmi con il mondo. Sono figlio d’arte ed il mio studio segue questo impegno da ben 50 anni. Ha Iniziato mio padre ( sono molto legato a mio padre e devo a lui tutto quello che oggi io sono. Non mi ha mai ostacolato, anzi, mi ha sempre spinto ad andare oltre ed a credere in me stesso ) e continuo ancora oggi, assieme a lui, questo splendido percorso fatto di sfide ed emozioni che affronto con tranquillità e con la paziente ricerca che ogni progetto richiede e che ogni architetto oggi dovrebbe seguire. Questo è l’impegno che amo mettere in ogni progetto e spero, anche questa volta, di esserci riuscito. Tu che ne pensi?


interviste

Txt > Claudio Moltani

Dal 1982, Sergio Castiglia, Marinella Santarelli e Maria Tiziana Tazza, ovvero Castiglia Associati, si occupano di design, direzione artistica, allestimenti e architettura.

Una storia (finalmente) tutta italiana

Come molti ormai sanno, tre storici marchi del made in Italy, Grattarola, Feg e Salvarani, lo scorso maggio sono stati acquisiti; e non da qualche Fondo statunitense o arabo, né da cinesi in modalità cash, ma da imprenditori italiani, tanto discreti quanto attivi e presenti nel mercato contract internazionale Si tratta della Terragni Fabbricamobili, una tipica realtà brianzola, fondata nel 1923, dove il lavoro è passione anche per la terza generazione, ormai già ben insiediata in azienda, una realtà che ha una lunga storia di successo nel mobile su misura. Dopo l’acquisizione dei tre marchi, l’operazione prevede, nei prossimi mesi, degli steps di carattere finanziario che verranno a delineare la nascita di Terragni Group. Ma dietro, e prima, di questi importanti passaggi finanziari, i cinque fratelli che guidano a diverso titolo l’azienda hanno già avviato una profonda

opera di ri-strutturazione dei tre marchi, riorganizzando il sito produttivo (oltre 43.000mq coperti), approntando tecnologie che saranno in grado di garantire una produzione “importante” nei numeri, ma che rispetterà sempre quella caratteristica sartoriale che ha reso la Terragni Fabbricamobili una delle realtà più apprezzate nel mondo per la progettazione e la realizzazione di arredi su misura, per contract e residenziale. Altro passaggio importante è stato l’affidare la direzione artistica del nascente gruppo alla studio Castiglia Associati, un passaggio che

ha già portato alla definizione di un nuovo logo ma anche e naturalmente soprattutto, allo studio di nuove collezioni. Ne abbiamo parlato con Sergio Castiglia, che per prima cosa ci ha confermato che la “ripartenza dei marchi Grattarola, Feg e Salvarani avverrà, anzi avviene, a partire dalla fabbrica, dal lavoro, dall’impegno delle maestranze, dalla passione dei fratelli Terragni e dallo sviluppo di un concept stilistico che si avvicina ad un vero e proprio sistema globale per l’arredo”. “il vantaggio competitivo di questo gruppo – continua Sergio – risiede non tanto e non

La cucina Anthea di Grattarola


solo nelle possibili sinergie fra i tre marchi e il know how della Terragni, quanto nella capacità di lavorare sartorialmente, con una produzione on demand, dunque non seriale, tanto che si può parlare di modalità ‘Lotto1’: ogni elemento prodotto può essere diverso da un altro, seguendo una modularità di 5cm (in altezza, larghezza, profondità); con l’utilizzo di tanti spessori e di strutture colore anta, utilizzando un magazzino di materie prime che verranno personalizzate secondo le esigenze del cliente”. In questo rinnovato contesto, non è difficile immaginare come l’esperienza e il valore aggiunto dei tre marchi, unitamente alla possibilità di poter partire dalla materia prima per realizzare delle linee di arredamento integrate, possano pesare sul mercato. Importanti novità riguarderanno anche la distribuzione, dove si avrà nei prossimi mesi l’introduzione di un rivoluzionario concept di presentazione del prodotto (sui cui vige un comprensibilissimo riserbo!). Sopra, la cucina Longline di Salvarani e, a fianco, l’interior decoration by FEG

Sotto, la cucina Wood di Grattarola e a fianco, Longline di Salvarani

25


interviste

Txt > Claudio Moltani

25 anni di carriera, auguri Simone!

Simone Micheli e un quarto di secolo di attività professionale… l’anniversario è di quelli importanti, dunque lasciamo spazio a qualche domanda e alle relative risposte! 25 anni di carriera, un avvenimento importante, ma credo che per te, sia stato più importante quello che hai messo in questo periodo, e cioè passione, divertimento, professionalità… Certo è proprio così! Impegno profondo e forti passioni hanno caratterizzato e caratterizzano il mio fare progettuale sin dal “primordio”.

to, ogni vittoria, ogni sconfitta in sintesi si tratta di celebrare la pienezza della mia vita. Ogni nuovo progetto è per me sempre una sfida da affrontare con enorme entusiasmo per cercare, ogni volta, di superare le barriere del reale conosciuto con la volontà di definire rinnovate dimensioni volumetriche, visive e contenutistiche fuori dall’ordinarietà. L’intento principale di ogni mio progetto, tanto sostenibile quanto intriso di sogno e meraviglia, è che rappresenti per il fruitore un’esperienza unica ed autentica in grado di trasformarsi in attiva memoria, in un una nodalita iperstimolante, in una tessera del suo mosaico mnemonico vitale.

Festeggiare i 25 anni di attività professionale infatti non significa soltanto ricordare quelle che sono state le tappe nodali del mio percorso e della mia crescita come Il miei desideri più grandi sono di contiuomo, come architetto, quanto celebrare nuare a provare incredibile piacere e diverl’attivo motore che ha guidato ogni mio timento per il mio faticoso ed innamorato pensiero, ogni azione, ogni combattimenfare e di continuare a definire improbabili campi segnici attraverso i quali arricchire la vita dell’uomo.

26

So che è difficile chiederlo e, ancor più rispondere, ma c’è un lavoro al quale sei più legato? Per facilitarti ti chiedo i primi tre lavori ai quali tieni di più.. Si, rispondere a questa domanda è complicato, anzi è impossibile! Vedi, ogni opera realizzata è per me come una creatura, come un figlio desiderato che ami incodizionatamente. Potrei mai dirti di essere più legato ad uno dei miei adorati figli, Cesar o Jalel? Se lo facessi mi sentirei un cattivo padre. L’amore che ho per loro è grande quanto il legame che ho con ognuno di loro. La stessa cosa vale tutte le opere che ho realizzato in giro per il mondo. In ogni opera trasferisco tutta l’energia del mio pensiero e pongo tutta l’attenzione, l’impegno e la volontà che ho a disposizione; ogni storia tridimensionale rappresen-

Simone Micheli, 25 anni… sempre in movimento!


ta un frammento della mia essenza; ogni opera si origina da una determinata realtà. Non riesco quindi in assoluto ad enunciare tre lavori a cui tengo di più: sono articolate ma importanti le relazioni che mi hanno legato ai committenti, sono differenti i territori in cui esse sorgono, sono variopinte le ragioni che di volta in volta hanno condotto al compimento di ogni nuovo spazio involucrato o involucrante creato ad immagine e somiglianza di una creatura da amare senza limiti.

A destra, foto S.M.A.S.H. per Wellness and Beauty Center, sotto, la Swan Room al Seven Stars Duomo (ph Jürgen Eheim)

Ritieni di aver “determinato” uno stile immediatamente riconoscibile, una sorta di “ questo lavoro, questo progetto, questo prodotto non può che averlo pensato/ disegnato/fatto altro che Simone Micheli”? Si, credo che sia possibile ricondurre le mie opere ad una fonte unica, essa però non vuole essere una firma, quanto piuttosto una modalità d’azione. Le fattezze peculiari che ogni mio progetto assume non sono quindi solo il frutto di canoni estetici, quanto invece il risultato dell’obiettivo e dello scopo che l’opera desidera avere e trasmettere ai suoi friutori. Le radici dei miei progetti non sono mai state legate a questioni estetiche ma connesse a profondi contenuti, alla materia, alla forma, alla funzionalità, alla luce, al sogno che si fa spazio, alla metafora che si trasforma in pietra, al pensiero che diviene trasparente cristallo.

27


A sinistra, Le Terrazze (ph Jürgen Eheim)

Wellness Park Aquagranda, Livigno (ph Jürgen Eheim)

Le storie che racconto con i miei spazi, con i miei oggetti sono percepite come uniche e fortemente distintive perchè partono dal mio cuore, dalla mia pancia, dalla mia testa; nascono dalle viscere e prendono forma senza curarsi della loro non voluta omologazione. Dico sempre ai miei allievi: guardate per dimenticare. Mantenete dentro i vostri reconditi spazi della memoria i contenuti delle cose osservate e cercate di cancellare il ricordo della forma.

Guardarsi indietro e ripercorrere con il pensiero questi straordinari 25 anni di di vita, di attività professionale mi riempie il cuore di gioia e di orgoglio. Con il sorriso ricordo e racconto le esperienze fondamentali che hanno segnato ed indirizzato il mio camFacendo questo disegnerete la vostra feli- mino, ogni volta un nuovo aspetto emerge, cità progettuale la vostra unicitá, la vostra una prospettiva da cui non avevo ancora immaginato di poter osservare la realtà. Il meraviglia, il vostro distintivo sogno. passato non smette mai di insegnarmi e di offrirmi visioni nuove per il presente ed il futuro, i vecchi e saggi maestri che hanno fondato le radici della mia filosofia progettuale continuano a darmi sapienti consigli e la validità delle loro parole ininterrottamente accresce la sua intensità. Mangiate a dismisura e con tutti i sensi, ciò che vi circonda durante il vostro percorso vitale, digerite, metabolizzate e poi cercate di “vomitare” progetti in desiderata opposizione con ciò che avete divorato.

28

Ti senti realizzato, soddisfatto, compiuto.. o hai ancora un’anima “ che non si accontenta”? Sento entrambi i termini dell’opposizione dentro di me: certamente sono felice per tutto quanto ho fino ad ora realizzato, per i risultati raggiunti, per le esperienze meravigliose che ho vissuto, per le occasioni e le persone che ho incontrato.

Ma la mia anima difficilmente si accontenta e continua a ricercare nuovi mondi possibili, nuovi ideali da raggiungere e nuovi progetti da portare a termine. La mia anima dinamica ama incessantemente relazionarsi con rinnovate idee e nuovi amici, ama conoscere, ama intraprendere improbabili viaggi ed esplorare ignoti territori. La mia anima instancabile non smette di guardare oltre l’orizzonte e di sognare nuove possibilità espressive e contenutistiche.


interviste

Txt > Claudio Moltani

A sinistra, la porta 3-D Orchidea e, sotto, il modello Fronde

La porta in tre dimensioni

ta diretto ma come una vetrina su Milano, un luogo per incontri con il pubblico italiano e soprattutto straniero. Al suo interno è presente una zona destinata agli architetti, una sorta di laboratorio da cui il nome “Bertolotto Lab”, uno spazio dove i professionisti possono sviluppare i propri progetti a quattro mani con un consulente esperto dell’azienda a loro completa disposizione. Lo showroom a Milano rappresenta quindi un punto espositivo dove clienti finali, architetti e rivenditori potranno trovare le ultime novità presentate sul mercato con una vasta scelta di prodotti”.

C’è un’azienda che concepisce la porta non solo come elemento di divisione degli ambienti, ma come un oggetto in grado di arredare gli spazi abitativi, lavorativi o contract… ne parliamo con l’a.d. Claudio Bertolotto… Un Claudio Bertolotto decisamente ottimista… “certo! non solo abbiamo chiuso il 2014 al +7,2%, ma le prospettive per il 2015 sono ancora più rosee”. Claudio ci dice queste cose a cavallo fra l’apertura del nuovo show room e la chiusura del MADE, dove l’azienda ha presentato importanti novità, fra le quali nuovissima Natura 3D, una porta la cui tecnologia adottata ha permesso di creare un effetto ottico e materico tridimensionale. “E’ davvero un bel prodotto, una porta costituita da un pannello di base liscia, sulla quale vengono realizzati i decori per ottenere appunto la terza dimen-

sione: la profondità. Noi proponiamo decoro e pannello tono su tono oppure a contrasto, lucido o opaco. La versatilità del modello permette una personalizzazione ad hoc a seconda dei propri gusti ed esigenze abitative”. Importante anche l’apertura del nuovo show room… “ Si tratta di uno spazio di oltre 300mq, su due livelli e con cinque vetrine. Lo showroom è stato completamente ristrutturato, dalle superfici alla divisione interna, con uno stile contemporaneo ed essenziale per lasciare la “scena” alle porte, esposte in numerosi modelli e finiture. Questo spazio è concepito non tanto come un punto vendi-

29


interviste

Txt > Claudio Moltani

We have a dream

anche nel contesto dell’Expo, si possa e forse si debba sognare qualcosa di positivo. Ci rispondono in questo modo Carlo Ciciliot e Lukasz Bertoli, o, se preferite, gli Emo Design Sopra, gli Emo Design e, in questa pagina, il lavabo Mizu by Scarabeo Ceramiche

Expo, Milano... come designer, e come cittadini italiani, che cosa vi aspettate? Cosa avreste voluto fare (voi), oppure sognare, immaginare, pretendere per quei sei mesi? L’EXPO è una grande occasione di rilancio per l’immagine del nostro paese. Non abbiamo sogni nel cassetto o pensieri personali sul tema, crediamo che in questa occasione si debba sognare e pensare insieme a tutti i designer e tutti gli italiani. Sognare che il mondo ricominci ad investire in Italia, che i giovani si riprendano la speranza e che i politici la smettano di parlare e comincino ad agire. Certo, il percorso di avvicinamento all’EXPO ha mostrato il peggio, speriamo che il buon cibo possa essere la piattaforma per scrivere un nuovo futuro.

30

dddddd


Energia per la vita, dunque acqua e cibo... e la mente? e lo spirito? Come diceva Feuerbach “Siamo ciò che mangiamo” e noi pensiamo che il legame tra cibo e spirito sia riassunto tutto in questa frase. Sembra che cibo ed acqua siano unicamente legati ad una necessità di sopravvivenza dell’uomo e in casi di estrema povertà questo è vero, ma se osserviamo più in profondità la società moderna, quella della metà del mondo in cui vi è abbondanza, ci rendiamo conto che le scelte legate al cibo e all’acqua sono sempre più dettate da valutazioni etiche, che spesso aiutano gli individui a sentirsi bene spiritualmente e mentalmente. Questi fattori stanno cambiando in modo radicale l’economia della nostra società, favorendo la creazione di prodotti ed oggetti di una qualità sempre più elevata. Le aziende cercano di soddisfare sempre più le esigenze dei consumatori che proponendo prodotti che non intaccano negativamente il benessere del pianeta e delle persone. Per traslare questa affermazione nel mondo del design, pensiamo ad esempio al progetto della cappa Zephiro realizzata per Falmec, che contiene una tecnologia del tutto innovativa per il benessere della persona. Essa infatti non è soltanto dotata di aspiratore ma anche di un sistema di purificazione e sanificazione dell’aria (e.Ion) che consente all’individuo di vivere in un ambiente sano, perché purificato da batteri ed altre sostanze nocive.

Come designer, avete appena progettato un prodotto (Mizu) molto particolare…ce lo raccontate? Il progetto Mizu, con il quale ci siamo aggiudicati il Premio Design Plus 2015, è frutto di una collaborazione iniziata lo scorso anno con Scarabeo Ceramiche. Mizu prende il suo nome dal termine giapponese che significa “fluido vitale”.

In alto, la e-bike disegnata per Askoll

la cappa Zephiro, realizzata per Falmec

È una proposta innovativa che ripensa l’architettura di questo oggetto, qui pensato come un volume composto da più componenti che definiscono la “scocca esterna”. In essa il taglio della calotta superiore che disegna la grafica dell’oggetto, svolge la primaria funzione di drenare l’acqua all’interno, dove si trova lo scarico. È un lavabo che si svincola dal ruolo di mero raccoglitore d’acqua diventando non solo contenitore del sistema meccanico ma donando un tocco di esclusività agli ambienti in cui viene posizionato. Inoltre è stato realizzato in modo che la calotta superiore possa essere completamente rimossa, permettendone quindi un utilizzo in diversi contesti.

State lavorando attorno a qualche progetto per il Salone? Contestualmente al Salone presenteremo una nuova gamma di prodotti per la mobilità elettrica, e-bike ed e-scooter, realizzati per Askoll, che portano dei concetti molto interessanti ed innovativi in questo settore. Un progetto ambizioso sul quale abbiamo lavorato per circa 3 anni insieme all’azienda e che potrebbe veramente rivoluzionare la mobilità elettrica così come è intesa oggi. Un progetto che comporta la riconversione industriale di una grande azienda e che inevitabilmente porta con sé sogni, speranze e aspettative per il futuro così come l’EXPO.

31


interviste

Txt > Claudio Moltani

L’architetto contadino. O viceversa? Parliamo di Michele Cazzani, laureato al Poli di Milano in architettura e fondatore di Archizero, ma anche proprietario/gestore di una azienda agricola biologica…

Michele Cazzani

Nel 2006, insieme agli amici e architetti Paolo Armato e Damiano Deiraghi, Michele fonda lo studio ARCHIZERO, situato in un basement nel cuore di Milano, un luogo dalla doppia anima, industriale e un po’ underground. ARCHIZERO si propone come laboratorio di confronto sui temi dell’abitare contemporaneo e sulle nuove esperienze dello spazio da vivere. Progettazione come momento creativo trasversale, un continuo fondersi tra architettura, grafica e design, basata su un dialogo costruttivo che diventa così un elemento generatore interdisciplinare. Quest’anno, Michele e l’ imprenditore e designer Loris Sicilia inaugurano il neo marchio Interno53 elements, che presenterà i nuovi pezzi al goodesign- the Natural Circle 2015 durante il fuori Salone. Ma nel DNA di Michele c’è anche l’ attenzione alle problematiche ambientali: è infatti proprietario di “Ca’ Rossa” mitica cascina che fu utilizzata per finanziare le guerre per unità d’ Italia. I terreni annessi alla cascina, ormai trasformata da Michele in azienda agricola sono coltivati

32

“UNICA” Disegnata da Michele Cazzani, è riduttivo definirla un mobile, in quanto la credenza progettata è una vera e propria struttura architettonica. Impiallacciato in legno di noce canaletto con rifiniture in ottone spazzolato a mano, chiusura delle ante con sistema push/pool. Ogni anta è stata tagliata a 45 gradi a coltello, l’ effetto finale è uno scuretto a completa scomparsa. La struttura di sostegno in marmo calacatta scelto dall’ architetto direttamente nella cave carraresi è di Franchi Umberto Marmi


in parte a riso biologico e in parte a Bio Masse Arboree per la produzione di energie rinnovabili. Travi, mattoni, legni usurati dal tempo, materiali la cui giustapposizione può apparire azzardata ma sempre interessante, questo il restauro realizzato con grande sensibilità da Michele. Negli ultimi anni Ca’ Rossa è tornata ad essere un luogo di produzione di dibattito artistico culturale, in cui le mostre e le esposizioni si fondono con l’ ospitalità rurale e la genuinità del luogo.

“CATASTA” designer Michele Cazzani. Il coffee table è il primo di una serie di pezzi limited edition, della collezione di elementi d’ arredo per il neonato brand Interno 53 elements. L’idea che sottende a “Catasta” è quello di creare un ossimoro tra materia ed elemento, vuole sorprendere chi guarda e osserva il fuoco che ne fuoriesce, un legno che brucia senza consumarsi, una fiamma che non incenerisce e che profuma di eterno, elementi in bilico tra spirito e materia. La contemplazione di questa fiamma non di fuoco bensì di luce, porta ad uno stato di benessere, un concetto olistico a disposizione per coloro che vogliono prendersi cura e tempo per sé. Il materiale ligneo utilizzato proviene da scarti di lavorazione, che sotto la direzione costante del progettista sono stati lavorati da abili mani artigiane; ogni singolo pezzo è stato scelto e posizionato dal designer, la differenza di spessori e altezze crea un sistema dinamico il cui profilo si percepisce come un landscape cittadino. Un braciere in cui la “fiamma” non si crea per combustione, ma per nebulizzazione dell’acqua su cui viene proiettato un fascio luminoso

“CLOUD “ Disegnata da Loris Sicilia per creare un moderno contenitore, capace di interpretare le nuove esigenze dell’abitare contemporaneo. In mdf laccato bianco opaco con chiusura servo assistita, ogni cassettone è motorizzato con chiusura automatica, rifiniture in cuoio. Per la difficoltà di realizzazione di CLOUD, prima è stato fatto un modellino in 3d, a seguire un prototipo in scala ridotta realizzato in multistrato marino

33


interviste

Txt > Claudio Moltani

Aberrazioni attorno al tema della gastronomia. E dell’Expo…

In basso, Paolo Cazzaro e la ricostruzione di un pranzo attico; a sinistra, il tavolo Aberration

Paolo Cazzaro è un ex professore universitario di Teoria e tecnica della rappresentazione grafica contemporanea al Politecnico di Milano, architetto e chef, nonché e forse soprattutto esperto in progettazione e realizzazione di linee di nuovi piatti, con particolare attenzione alla strutturazione dei menù (ha lavorato come commis partita primi piatti, Garde manager primi e secondi, souchef di partita primi e secondi e chef in numerosi e qualificati ristoranti). E, ultimo ma non ultimo, studioso e scrittore sui temi attinenti dei ricettari di cucina in un periodo compreso fra il 200 a.C. e il 1900, periodo che sta indagano con riferimento al concetto di quella “modernità” che emerge dalla preparazione di piatti, ricette, processi di cottura, tecniche, strumenti e mise en place. Come traccia work in progress di questa monumentale (e unica al mondo) ricerca, pubblica costantemente i suoi lavori sul suo blog www.aberrations.org


cucine, ma che spero possa offrire un punto di vista assolutamente diverso sulla cucina! Il mio percorso si snoda fra le pagine di cuochi, trincianti, bottiglieri, filosofi, gastronomi, alla ricerca di quelle ricette che, discostandosi dal gusto, dalle preparazioni, dalle tecniche e dalle relative mise en place delle varie epoche, imprevedibilmente svelano un rapporto diretto e magari sorprendente con i nostri giorni. Aberrazioni, dunque, termine che in questo caso non va intenso nella sua accezione comunemente negativa, ma che assume un significato

Lo abbiamo sentito telefonicamente, immaginandolo (ma è la pura verità) chino sui libri di una biblioteca, dove sta compiendo le ricerche contenutistiche e iconografica per i suoi lavori. Ed è dunque Paolo a spiegarci che “tre anni è il tempo che mi sono concesso per realizzare questo particolare, e unico, itinerario attraverso e dentro i trattati di gastronomia pubblicati fra il 200 a.C. e l’oggi. Si tratta – continua Paolo – di un vero viaggio che ha l’obiettivo di scoprire e riattualizzare le radici della contemporaneità, e che culminerà in un libro, un libro che non sarà un classico libro di ricette di

Il food landscape di Paolo Cazzaro

fatto di indipendenza, rottura, modernità”. Avresti voluto pubblicare questo libro per l’Expo? “Guarda, proprio sull’Expo avrei molto da dire…” prego… “No, il libro sarà una cosa a parte, proprio perché ritengo che il concetto stesso di Expo sia assolutamente inadeguato, vecchio, ottocentesco, e la gestione e i costi di questi mega eventi sono fuorvianti! Certo, visto il tema ‘immateriale’ l’Expo potrebbe anche andare bene, ma se l’obiettivo era quello di far conoscere il nostro Paese come patria del cibo, e dell’accoglienza turistica, allora che senso ha far coinvolgere tutto su una città come Milano? Siamo una nazione che ha 8.000 comuni, piazze e borghi storici bellissimi, una ricchissima tradizione architettonica e gastronomica, per questo io avrei puntato ad un Expo ‘esploso’, diffuso, gestito da ogni singola regione, capace, allora sì, di rappresentare al meglio l’Italia, sia ai visitatori esteri sia, e non è un paradosso, agli italiani stessi. E poi, con un Expo diffuso su tutto il territorio, ci sarebbe stata l’opportunità di avere dei micro investimenti e delle micro ricadute che, a mio parere, avrebbe giovato al sistema Paese molto meglio di un super evento localizzato a Milano. Pensa, giusto per fare un esempio, ad una sorta di pacchetto del genere: cinque giorni in cinque città!”. Mi sembra che tu avevi già prospettato, quando lavoravi come architetto, una situazione del genere… “Qualche anno fa avevo realizzato il progetto di un polo agroalimentare a Vicenza, un mercato, uno dei classici mercati rionali o paesani italiani, ripensato in chiave contemporanea; progetto proposto dopo un attento studio compiuto sulle peculiarità dei mercati cittadini, e dunque con la presenza di piccoli produttori – adesso si direbbe a chilometro zero o filiera corta – una sorta di ‘sistema fluido’, che però avrebbe esaltato la forza di quella micro economia che risiede in molti tratti dell’economia italiana”.

Il progetto del Farmer Market di Vicenza

35


interviste

Txt > Claudio Moltani

ADI, un Manifesto, il Food Design e un Premio… Quest’anno, l’anno dell’Expo, anche il design porrà tutta la sua esperienza e la sua attenzione al cibo e a come produrlo, distribuirlo, consumarlo. Logico, dunque, che il Compasso d’Oro proponga un’edizione aperta a progettisti e produttori di tutto il mondo: l’ADI Compasso d’Oro International Award, che si svolge ogni due anni e che, per l’edizione inaugurale, ha scelto il tema Design for Food and Nutrition. Tutto questo segue e rafforza il Food Design Manifesto, lanciato da ADI sempre in vista dell’Expo. Ne parliamo con il presidente Luciano Galimberti…

Progettisti ed imprese internazionali stanno già presentando i loro prodotti a una competizione che ha le sue radici in una tradizione italiana consolidata da oltre mezzo secolo: il design come garanzia di qualità per la vita quotidiana di tutti. L’ADI Compasso d’Oro International Award rilancia oggi questa tradizione a livello mondiale concentrandola sulla qualità e sulla novità del cibo, della sua produzione, della sua immagine e dei modi di consumarlo con intelligenza. Il premio infatti è aperto a ogni categoria di prodotti e di servizi: da quelli per l’agricoltura, la pesca e l’allevamento ai processi produttivi per la qualità dell’alimentazione, agli imballaggi, ai metodi di confezione, di trasporto e di presentazione degli alimenti, ai servizi per la distribuzione e la comunicazione visiva del cibo, al design per il consumo degli alimenti e per la valorizzazione delle tradizioni locali. Abbiamo chiesto al Presidente di ADI, Luciano Galimberti, di spiegarci i perché delle due iniziative: “Sono due iniziative logiche e coerenti con il contesto italiano e internazionale; il Manifesto definisce un ambito entro il quale i designer e le aziende dovran-

36

no operare, mentre il premio coinvolge tutta la filiera alimentare. Quello che vogliamo perseguire, è tentare di fare chiarezza sulla difficile relazione fra due concetti che, invece, sono semplicemente due aspetti della stessa medaglia, e che è sbagliato mettere in contrapposizione: ovvero fra il cosiddetto chilometro zero e la grande industria agroalimentare. Mi aveva colpito, qualche tempo fa, una ricerca pubblicata dalla rivista Lancet, attinente il consumo mondiale di frutta e i possibili effetti negativi sull’organismo provocati dai trattamenti chimici sulla frutta; bene, la ricerca evidenziava che era molto meglio mangiare la frutta trattata che non mangiarla perché quella non trattata, visti i maggiori costi al consumo, non era nelle disponibilità economiche della maggioranza della popolazione. Con questo voglio dire che l’industria agroalimentare non deve essere demonizzata ideologicamente, e il Manifesto e il Premio intendono collegare queste due diverse realtà”. Non potevamo poi non chiedere a Galimberti che cosa avrebbe immaginato, come presidente ADI, per l’Expo e che cosa l’Expo dovrebbe lasciare al settore… “Sicuramente, e questa è una delle chiavi di lettura della mia presidenza, oltre che una bella e impegnativa sfida, i mille metri quadri provvisori della nuova sede ADI, che sarà comunque pronta l’anno prossimo; una delle chiavi di lettura che è bello leggere anche con il segno più, dopo qualche anno negativo, davanti al numero degli associati! E poi, qualsiasi cosa ci debba lasciare l’Expo spero sia… qualcosa! Che non sia un evento a sé stante, e comunque ADI non lascerà certo cadere gli argomenti relativi all’alimentazione!”

Luciano Galimberti è il presidente ADI


Così sarà la nuova sede ADI a Milano

37


interviste

Txt > Claudio Moltani

Qualcosa di inaspettato

Dal 1962, RES italia produce porte e sistemi apprezzati in tutto il mondo sia dal punto di vista del design che della loro funzionalità. Per questo Salone del Mobile, il brand propone un prodotto di forti ambizioni. Il perché ce lo racconta il CEO di RES Italia, Maurizio Santambrogio Situazione mercato, italia & estero (come va, come dovrebbe o potrebbe andare) La situazione del mercato interno è nota a tutti ed è molto deludente il risultato proveniente dal dettaglio . Registriamo la fornitura a Milano delle Torri in Porta Nuova come unico e importante evento nel 2014. Mentre i migliori successi arrivano dall’estero , nonostante la forte contrazione del mercato Russo. RES ha competenze specifiche nel settore legno e alluminio e questo ci consente di soddisfare le varie esigenze dei committenti. Sempre più orientati al “ Bespoke”, RES realizza prodotti con alto contenuto di design e di grande impatto estetico. È di recente acquisizione un importantissima fornitura a Singapore dove sarà completato a breve un Residence progettato da Foster&Partners affacciato su Marina Bay. A questo proposito, RES ha messo in campo nuove figure professionali rivolte al pianeta degli architetti, interior designers, costruttori. Solo una ripresa del settore edilizio nazionale e manovre di incentivo studiate dal governo, porteranno beneficio al ns ambito

38

Salone del Mobile, state lavorando attorno a qualche specifico progetto? La necessità di presentarci con nuovi progetti e nuove opportunità ci ha portato a lavorare su progetti ambiziosi dove il tema principale è la reinterpretazione del classico porta tv. In realtà la” castrazione” del Salone del Mobile, che ci impedisce di inserire nello stand le porte, ossia il nostro punto di forza, è stato uno stimolo per migliorare e perfezionare una proposta che era già presente nel nostro catalogo. Quindi sono nati progetti frutto di esperienze progettuali degli ultimi anni. Le proposte spaziano da boiserie in vetro retroilluminato e con televisori a led integrati e completamente invisibili, a porte scorrevoli di grandi dimensioni dove all’interno è alloggiata una televisione, per dividere spazi abitativi e allo stesso tempo risparmiare spazio, ad un nuovo porta tv di forte aspetto formale ed estetico.

Elle, elemento sospeso in alluminio e vetro, by RES Italia

Il nuovo prodotto… come nasce, perché, a chi si rivolge, cosa vi aspettate… Il nuovo progetto ELLE (pronuncia alla francese) nasce dalla voglia di proporre un nuovo concetto di porta tv, dove il televisore è integrato nel “mobile”. In realtà non si tratta di un vero proprio mobile, non sarebbe nulla di innovativo e particolare. E’ molto più un gesto grafico, una virgola o una “L” che esce dal muro, contenendo il televisore e tutti i sistemi digitali necessari per la visione. Un elemento sospeso in allumino e vetro dove la massima pulizia e il rigore formale sono i punti di forza. Infatti a televisore spento il vetro risulta a specchio e non sono presenti cavi a vista. ELLE è un contenitore tecnologico che può essere attrezzato con impianti di domotica, mentre tutte le funzioni possono essere gestite direttamente da tablet o smart phone. E’ progettato per contenere televisori da 42” a 60”, quindi massima flessibilità nel il suo utilizzo. Le finiture possono variare dal classico colore nero, il più comune per elementi contenitivo tecnologici, a colori più shock, pensati per dare ancor più forza a questo oggetto di design che sicuramente diventa protagonista all’interno della casa. E’ sicuramente un prodotto con forti ambizioni, rivolto a chi vuole avere la massima tecnologia abbinata a pulizia e particolarità. L’idea è quella di colpire il pubblico del Salone del Mobile con qualcosa di nuovo e soprattutto inaspettato.


interviste

Un pezzo unico. E inimitabile

Txt > Claudio Moltani

MDF Italia festeggia i dieci anni di un’icona dell’azienda, la libreria Random, presentando al Salone 2015 una variante in serie limitata e numerata: Random_10th. Umberto Cassina, presidente MDF Italia, ci racconta i perché di questa operazione…

La composizione è realizzata sovrapponendo più strati di materiale: fibra di carbonio 6K Twill per le parti esterne, e tessuto PLAIN 770 glass/epoxy per il core. La polimerizzazione del laminato avviene con un processo di riscaldamento oltre i 100 °C e mediante l’impiego di pressione e di vuoto, favorendo la compattazione dei sette strati, l’eliminazione dell’aria e la realizzazione della struttura finale di 3,15 mm di spessore totale. Il risultato è un composito tridimensionale con forte caratteristica anisotropa, il cui comportamento è appositamente progettato per costruzioni leggere e di basso spessore in grado di sostenere carichi meccanici elevati

“Random_10th nasce, in primo luogo, dal desiderio di portare a compimento la sfida di minimizzare lo spessore del materiale (siamo a soli 3 mm di spessore!) ma senza fermarsi qui! Infatti, i 47 pezzi di cui è composta questa libreria, realizzata ed assemblata totalmente in Italia, sono lavorati manualmente, come in una falegnameria, esaltando il ruolo della manualità e il sapere degli artigiani. Questo, unitamente alla scelta del carbonio, materiale di derivazione aeronautica, genera una struttura altamente performante e resistente”. Random_10th, in pratica, è la sintesi di due concetti in apparente antitesi: tecnologia industriale applicata ai materiali compositi a base di fibra di carbonio contrapposta ad una componente artigianale e alla manualità nella sua realizzazione e assemblaggio. Sentiamo ancora Umberto Cassina: “Con Random10th abbiamo voluto estremizzare un concept già innovativo e provocatorio di libreria fino a farla assurgere ad oggetto scultura, portavoce dei valori e della filosofia progettuale dell’azienda ( ricerca, innovazione, design). Se nel 2005 Random ha rappresentato un “lusso sostenibile” , Random 10th sarà una limited edition per pochi. Noi, ad esempio, la immaginiamo esposta in gallerie d’arte, in musei, in abitazioni raffinate…. E sicuramente destinata ad un cliente colto, sofisticato, internazionale”

39


interviste

Txt > Claudio Moltani

Anna Sutor

Cromatismi & geometrie

Dopo la laurea in architettura a Venezia e un master all’Architectural Association, Anna Sutor ha lavorato come architetto per Rem Koolhaas a Rotterdam e per Norman Foster a Londra. Dal 2001 si trasferisce a Milano dove lavora come illustratrice per varie case editrici dedicando una particolare attenzione al disegno della città nelle sue molteplici sfaccettature. La rivista Creative Quarterly la inserisce tra i New visual artists of 2012

40


Anna Sutor gira con una moleskine zeppa di appunti e, naturalmente, disegni e schizzi, che poggia sul tavolo quando, dopo le presentazioni, iniziamo a chiacchierare. E la prima domanda è una di quelle che… fanno la differenza: ma tu sei, o ti senti, una illustratrice o una disegnatrice? “Bella domanda! Sicuramente, sono due attività diverse, e, insieme, collegate. Da una parte, sono una illustratrice, e in questo ruolo devo saper rispettare maggiormente determinate regole e esigenze, e forse per questo è un ruolo più difficile rispetto al disegno, che è più libero e senza vincoli. Mi sento, comunque, più una disegnatrice, sento che il disegno è il mio filo conduttore, non amo le regole troppo rigide e, in definitiva, il disegno offre una maggiore libertà progettuale”. Per chi lavori? E come? “Disegno per riviste, aziende, studi di architettura, ed anche per privati. Amo, in particolare, utilizzare colori accesi, vivi, evidenti, e le forme geometriche che li contengono, sia quando realizzo un quadro su misura della personalità degli abitanti di una casa, sia quando collaboro con aziende realizzando proposte di collezioni ceramiche o cataloghi. Lavoro direttamente su carta, per poi passare al pc – un passaggio assolutamente necessario quando si parla di tempistiche ed esigenze editoriali – e infine, naturalmente e finalmente! al colore. Il mio punto di partenza è l’osservazione della realtà, dei particolari che spesso non vediamo, dei dettagli che restano nascosti nel caos e che cerco di far rinascere creando immagini surreali, visioni quasi astratte, coloratissime, in cui la realtà è protagonista: paesaggi, architetture, presenze umane e animali”.

Nella pagina d’apertura e in questa alcuni dei disegni di Anna Sutor

41


interviste

Txt > Claudio Moltani

Il contesto è tutto Anna Ferrari e la sua dining agenda

Una chiacchierata con la designer Sara Ferrari, una di quelle italiane che non ha paura di confrontarsi, vivere e lavorare all’estero

42


Mi sembra che l’ambiente cucina, in senso lato, sia quello dove tu più ti diverta… i bicchieri, i vasetti di yogurt, la stessa Dining… influenze mediterranee? Tutto successo per puro caso…o forse no? Beh, l’essere italiana ha influito sicuramente, esiste cultura del cibo più articolata e sentita della nostra? Per noi l’essere a tavola è un rito: è un’insieme di gesti, esperienze, senso estetico, percezione di gusto e altri sensi. E’ un mondo fantastico per cui si possono disegnare un’infinità di cose, e non solo oggetti. Sia per i bicchierini che per la Dining Agenda, anche se i punti di partenza progettuali erano completamente diversi, la volontà è stata quella di rendere speciali alcuni momenti dello “stare a tavola”; nel caso della Dining Agenda lo scopo era il render giustizia a pause pranzo troppo brevi, mentre nel caso dei bicchierini il focus era sull’esperienza del bere in compagnia di amici per rendere il momento più ricco e divertente. Nel caso dei vasetti, invece, un oggetto da frigorifero e poco da tavola è stato trasformato in elemento decorativo per un oggetto nuovo, il vaso di fiori.

Sara, sei una designer eclettica, passi dalle stufe a pellet alla Dining Agenda e, per di più, lavori lontano dall’Italia… sei eclettica forse per questo? Beh sicuramente il mix culturale influisce, ma probabilmente più sull’approccio che sulla scelta di tipologia di oggetti a cui lavorare. Per me che si tratti di un divano o di un gioiello non fa molta differenza, il punto di partenza è sempre il cercare di capire che cosa è importante per le persone, e lavorare su cosa gli oggetti possano significare di nuovo. In più, in realtà, credo che l’essere eclettica sia proprio un’ indole…faccio fatica a preferire o scegliere in generale. Non ho neanche un attore o un cantante preferito, chiaramente prediligo dei generi, ma per me tutto ha un suo senso se posto nel contesto giusto e osservato dal punto di vista corretto.

Il set cicchetti Alla Goccia, prototipi ni vetro by Massimo Lunardon

Sara Ferrari nasce a Brescia nel 1981. Terminati gli studi presso Machina Lonati Fashion and Design Institute , si trasferisce a Londra dove inizia diverse collaborazioni con studi di product e di interior design. Nel 2009 fonda Sara Ferrari Design. Al momento vive e lavora fra Delft, Amsterdam, Brescia e Milano. Sopra, i vasi Ycs, realizzati da barattoli di yougurt e, a fianco, come tagliarli


interviste

Txt > Claudio Moltani

Dalla provincia al mondo

Fabrizio Batoni, toscano… e architetto! Di sé stesso, dice che ha un piccolo studio di provincia, ma sicuramente è una simpatica… toscanata, visto che lo studio Batoni sta partecipando, dalla provincia toscana, a importanti concorsi internazionali di architettura sul tema delle vertical farms Cosa ti aspetti, e soprattutto cosa ti saresti aspettato, dall’Expo? L’Expo è qualcosa di unico nel suo genere, è un contenitore mediatico all’interno del quale prenderanno forma architetture visionarie, educative e responsabili che per i prossimo 5 anni influenzeranno progettisti a livello mondiale. In un contesto del genere e con un tema carico di significati socio-culturali come quello scelto per Expo 2015, mi sarebbe piaciuto presentare un progetto per un’architettura trasversale, nel quale far interagire tecnologia, design, ecologia e ripetibilità. Un’architettura intelligente, verticale, puntiforme con il verde che insegue il verticalismo degli edifici per diventarne parte integrante attiva, ma per certi versi effimera, eterea, un’architettura

Un progetto Studio Batoni per il concorso Karosta e la seduta Aria per Esedra Design

44

che io avrei chiamato semplicemente “la casa sull’albero”. La verticalità, il verde verticale è un tema a cui ultimamente mi sono avvicinato in modo molto attento, anche perchè stiamo partecipando a dei concorsi internazionali di architettura su progetti “vertical farm”. La mia casa sull’albero non sarebbe stata altro che la sintesi di tutto ciò, dove le foglie sono ampi spazi aperti e i rami nuclei abitativi, e poi, diciamoci la verità, è sempre stato il sogno di tutti i bambini vivere su un albero, per cui farla diventare una realtà da grandi sarebbe stata una cosa “da Expo”.

Fabrizio Batoni


Acqua, energia per la vita… ma anche per la mente? Energia per la vita, acqua, sono temi su cui aziende, designer e architetti sono impegnati continuamente in studi e ricerche allo scopo di affermare nuovi stili di vita e conseguentemente nuovi prodotti capaci di soddisfare le richieste dei mercati con

attenzione sempre maggiore al risparmio energetico. Durante il mio percorso lavorativo ho collaborato con molte aziende del settore dell’arredo-bagno per cui ho progettato miscelatori, box doccia, vasche idromassaggio e sanitari, facendo esperienze trasversali che oggi mi consentono di affrontare qualsiasi tipo di progetto che abbia a che fare con l’acqua con occhio attento al risparmio energetico e al design. POP, l’ultimo mio progetto per Zazzeri Rubinetterie, un miscelatore ne è l’esempio. POP è la sintesi di un processo lungo e complesso di progettazione e ricerca, che ha dato vita ad un miscelatore rivoluzionario per le sue caratteristiche tecniche, sono stati sperimentati nuovi materiali, nuovi miscelatori a portata ridotta, nuovo sistema di apertura e chiusura, con un design elementare e democratico, tenendo sempre presente che l’acqua e tutto ciò che gli ruota intorno è il protagonista principale.

Stai lavorando attorno a qualche nuovo progetto? In tempi difficili e di immobilismo come gli attuali, ho avuto la fortuna di trovare alcuni imprenditori illuminati che mi hanno consentito di sviluppare nuovi progetti di forte impatto visivo, con alle spalle, investimenti importanti capaci di rendere esclu-

In alto, seduta Fiorellini e, sotto, sgabello Bobo, entrambi per Infiniti

sivi ed unici i progetti. Alcuni progetti per l’arredo bagno stanno prendendo forma in questi giorni e sicuramente saranno delle anteprime per il Cersaie 2015, stiamo lavorando a dei lavabi ceramici ed in vetro, a dei nuovi rubinetti, dei radiatori e delle serie di accessori da bagno. Nel campo dell’arredamento stiamo collaborando con delle aziende per la realizzazione di sedie di plastica di nuova generazione, ma qui si tratta di Colonia 2016 come data di presentazione. Stiamo partecipando a dei concorsi di architettura internazionali ed in cantiere ho diversi progetti di interior design che si dovrebbero concretizzare in tutto il 2015. Il mio è un piccolo studio di provincia, ma mi sto muovendo a 360°, spaziando dal design all’architettura, alla continua ricerca di nuove opportunità di lavoro, nuovi mercati, sempre spinto dall’amore, e non dai guadagni, per questo lavoro che amo e che è il più bello del mondo...... l’architetto.

Il miscelatore Pop per Zazzeri e la poltrona Dacia per E+

45


interviste

Txt > Claudio Moltani

StarNet - limited edition Chari di Lunae design Gianni Veneziano e Luciana Di Virgilio dello studio Veneziano+Team per Vistosi-Morellato. One Love design Gianni Veneziano e Luciana Di Virgilio dello studio Veneziano+Team per Riva 1920

YOU SAY YOU WANT A REVOLUTION…

Coppia nella professione e anche nella vita, Luciana Di Virgilio e Gianni Veneziano conoscono molto bene esigenze, bisogni, limiti e potenzialità dell’attività di un progettista. La conoscenza reciproca fra il designer e l’azienda, la tutela della creatività e, dunque del concetto stesso di made in Italy, il “sapere” della tradizione e, contemporaneamente, una forte tensione verso il futuro… ecco, per Luciana, cosa significa essere innovativi. Solo così, ci dice Luciana nel suo studio milanese, appena rientrata da un incontro in un’azienda e in procinto di verificare lo stato dei lavori di un prodotto in un’altra, “l’incontro fra il progetto e l’azienda assume connotazioni innovative”. Sul tavolo, disegni e schizzi di un paio di questi “incontri”, delle nuove proposte dello Studio disegnate per Vistosi e Riva 1920. La luce, e il vetro, e il legno… “Ma anche i gioielli – ci dice Luciana – visto che la collaborazione fra noi e la Vetreria Vistosi comprende anche Morelato, e che da questa sinergia fra tre realtà, e fra diversi materiali, porterà alla definizione un’edizione limitata di ‘gioielli luminosi’. Eppoi, diciamocelo, finalmente si torna a parlare, a ragionare, a lavorare su delle matericità che non siano la solita plastica: vetro, rame, marmo, legni… Quello che più ci ha coinvolti, nel caso della collaborazione con la Vistosi, è stata proprio la peculiarità intrinseca del vetro, una materia che passa dal liquido al solido, che è fragile ma anche resistente, trasparente o opaca… parrebbe una contraddizione ma, proprio grazie a questo suo essere ‘bifronte’, abbiamo potuto realizzare, dopo un anno di lavoro e di studio e di prove, una sorta di tessuto di vetro, una rete luminosa che assume diverse forme, un… segno/ disegno realizzato sartorialmente”. Altro lavoro di Luciana e Gianni è lo sgabello “One Love”, in cedro, “frutto di una storia d’amore nata attorno a un tavolo da disegno”. Rielaborato quest’anno per Riva 1920 in chiave moderna, diventa minimal e contemporaneo, nonostante la sua silhouette familiare e nota.

46

Luciana e Gianni, cosa avreste voluto, o potuto, o anche solo immaginato, fare per l’Expo? Il “tu cosa avresti fatto” ha un campo d’azione facilitato, in questo caso. Immaginare è certamente diverso dal “fare” e in questi casi ci si deve misurare con il concreto. Perciò credo sia poco utile “immaginare”, ora, con il senno si poi. Certo ci sono considerazioni di merito su alcuni criteri alla base di alcune scelte fatte, ma rischierei di aggiungere benzina sul sacro fuoco della polemica. In questo momento mi rifugio nelle parole del maestro Le Corbusier: “preferisco disegnare piuttosto che parlare. Disegnare è più veloce e lascia meno spazio alle bugie” .

Cosa vuol dire (o essere) per voi “social”? E’ di questi giorni la notizia del Messaggero secondo cui Facebook avrebbe creato 70 mila posti di lavoro. Il padre dei social network ha indubbiamente cambiato le abitudini della collettività sia in ambito privato che lavorativo. Anche nel nostro settore l’aspetto “social” ha condizionato il lavoro e il modo di comunicarlo, è diventata una condizione imprescindibile, che ha dei vantaggi ma anche degli svantaggi. Può diventare facilmente ‘massa’ e dunque passiva e, a volte, terreno di plagio. Gaber, in una sua canzone, diceva che “la massa è un computer avaro”. Correva l’anno 1984 e già qualcuno ipotizzava vizi (e virtù) del web.


eventi

Txt > Claudio Moltani

COME SOPRAVVIVERE (BENE) AL FUORI SALONE

Giornalisti, blogger, designer, architetti, progettisti, operatori, design victims, studenti, curiosi… per una settimana, Milano è vostra! Ecco, come ormai di consueto, qualche indicazione per affrontare la Design Week

E per lei, pizzo anche sulle sneakers D.A.T.E. ha immaginato e creato un look New Romantic in chiave moderna. Ecco che le sneakers femminili della nuova collezione - il modello classico Hill, la sportiva Boston e la moderna slip-on Wing - vestono maliziose di un raffinato pizzo floreale nero, rubato all’alta moda, accostato a lucenti pellami laminati dalle ombreggiature argento o alternativi colori metalllici o a morbida nappa bianca. Un pellame rosso lucido evidenzia l’eleganza e il mood romantico del pizzo nero.

47


E se lui/lei è appena arrivato/a? PRIAM della serie CYBEX PLATINUM è un omaggio alle opere di Eames, un passeggino che è finemente moderno, eppure confortevole e familiare. Un solo telaio svolge tre funzioni, dai primi mesi del bambino fino alla prima infanzia. Può essere usato come carrozzina con una navicella, così come sistema da viaggio con uno dei premiati seggiolini auto CYBEX, e poi come passeggino

Sei una blogger? Ecco la tua Bag Ispirandosi ai ritmi frenetici di queste protagoniste delle fashionweek, sempre di corsa tra le passerelle (e spesso con tacco 12), Alef – brand italiano emergente nel campo degli accessori e del luxury – ha creato una mini collezione di borse, con comode tasche interne dove riporre taccuini, cellulare, macchina fotografica e tutto quanto è indispensabile avere a portata di mano. Per la precisione c’è una parte imbottita suddivisa in tre scomparti removibili, uno scomparto a zip e portacellulare.

Hai voluto la bicicletta? E’ una fuoriserie, è disegnata da Pininfarina, ma questa volta è su due ruote. Si tratta di Pininfarina Fuoriserie, la bicicletta tailor-made disegnata da Pininfarina e realizzata da 43 Milano. Con un nome legato ad auto esclusive dalle alte performance, la Pininfarina Fuoriserie viene prodotta in un’edizione limitata di 30 unità, in riferimento agli anni Trenta in cui è stata fondata Pininfarina. Il telaio è composto da tubi in acciaio cromato saldati a mano ed arricchito da un rivestimento in radica di noce.

48

Il sistema propulsivo Bike+ ottimizza l’energia del ciclista attraverso un motore elettrico miniaturizzato permettendo di percorrere distanze maggiori; il sistema di illuminazione a led è basato su una nuovissima lampada ad alte prestazioni; il sistema “connect the plug” permette di ricaricare i telefoni cellulari mediante la dinamo. L’unicità della bicicletta è ulteriormente valorizzata dalle borse realizzate su misura da The Bridge e dal logo Pininfarina inciso sulle manopole dei freni.


E per lavarsi i denti non serve più l’acqua Il designer giapponese Kosho Ueshima - The Industrial Design Studio – presenterà alla Milano Design Week Misoka, lo spazzolino da denti da usare solo con acqua, senza dentifricio. Il progetto nasce dalla collaborazione con l’azienda Yumeshokunin Co. LTD di Osaka che affida alla nanotecnologia minerale lo sviluppo dei suoi prodotti. Le setole dello spazzolino Misoka sono infatti rivestite con ioni minerali di dimensioni nanometriche. Mentre ci si spazzola, gli ioni si muovono nell’acqua e passano dalle setole ai denti rimuovendone le macchie, rivestendoli e mantenendoli puliti e lucidi per tutto il giorno.

Correre è una tendenza

E quando il calzino si vede… Gallo presenta la calza Limited Edition Design Week 2015: un filo bianco unisce il Duomo – icona della città e monumento dal fascino indiscusso – ad elementi di arredo ispirati alle icone del design.

La Fresh Foam Zante, che rappresenta un’evoluzione della collezione Fresh Foam, è una scarpa per l’uso quotidiano, perfetta per i runners che cercano una sensazione naturale e veloce durante le corsa e desiderano una scarpa morbida, leggera e flessibile. Applicando lo stesso processo di progettazione tramite software utilizzato per Fresh Foam Road e Trail, il team di progettazione New Balance ha portato la Fresh Foam Zante al livello successivo, studiando l’impatto del piede al suolo e le tendenze di corsa dei runners durante l’esercizio a ritmo leggermente più veloce.


XIE XIE, un tè e un grazie XIE XIE è un brand esperto diretto da Madame Xie. Una firma devota all’arte de tè, alla ricerca del prodotto più raffinato ed esclusivo. In cinese, il nome XIE XIE significa “grazie”, e ogni aroma rappresenta uno stato d’animo e una diversa situazione della giornata. Il tè di XIE XIE arriva in una confezione che prende la forma di un libro, e vuole penetrare con agio nella vita del cliente e diventare un oggetto familiare. Tra le pagine si nasconde l’incontro tra Oriente e Occidente, rappresentando un approccio innovativo al mondo del tè Oolong. Come base per le combinazioni viene usato Oolong di alta montagna raccolto a mano. Le foglie vengono essiccate nella loro interezza, così da conservare forma e profumo ottimali. In uno stadio successivo il tè viene mescolato con altre piante selezionate attentamente con l’aiuto di specialisti europei: camomilla, rosa, citronella e una selezione di rare erbe mediterranee. In questa fase del processo viene utilizzata la tecnologia di cottura locale, senza aromi aggiunti, in modo che il sapore del tè integri perfettamente con i fiori europei e la frutta

Prendi appunti! Forever Pininfarina Cambiano è il primo frutto della collaborazione tra Pininfarina e Napkin. Si tratta di uno strumento di scrittura rivoluzionario caratterizzato da una punta scrivente ottenuta dalla fusione di diversi metalli in una lega chiamata Ethergraf che permette di scrivere senza limiti, senza inchiostro e senza necessità di ricarica. Realizzata a mano in Italia da maestri artigiani, ha un tratto preciso come quello di una matita, ma permanente come quello di una penna. Forever Pininfarina Cambiano è disponibile in due versioni, colore chiaro satinato e scuro lucido, in una confezione che comprende un astuccio in legno di noce.

Poi riponi qui il tuo spazzolino EDA, disegnato da Setsu e Shinobu Ito, è il porta spazzolino progettato appositamente per lo spazzolino da denti nano tecnologico Misoka. Realizzato in fusione di alluminio, assume forme leggermente diverse a seconda che lo si appoggi sul lato corto (40 mm) o su quello lungo (50 mm). I suoi “rami” hanno diametro 34 mm.


Quando sei stanco c’è un trono per te… Linito, progettata per Formabilio dal giapponese Yu Ito, è una sedia interamente realizzata in metallo, disponibile anche in versione di sgabello/tavolino, che fa pensare a un trono per regnanti moderni. In Linito la scelta del segno grafico sottolinea la robustezza del materiale, un foglio di acciaio tagliato al laser e piegato per dare corpo allo schienale, alla generosa scocca e alla solidità della base. La rigidità del metallo è alleggerita dalla scelta cromatica delle finiture. Linito può essere completata dal cuscino rivestito in tessuto ecologico.

E se cerchi un B&B, ecco Adorabile Il B&B Adorabile occupa una location strategica in Via Bramante 14. Situato in un palazzo in stile Novecento, l’appartamento è stato ristrutturato nel 2014 valorizzando i dettagli e l’atmosfera degli anni ’30. L’idea dei conduttori, Franz e Vittoria, è stato di lavorare su due direttrici apparentemente contrastanti, e invece “milanesemente” complementari: l’autenticità e l’innovazione. Innovazione, nel caso di Adorabile, significa aver coinvolto nel progetto di ospitalità alcune eccellenze imprenditoriali nel settore del design e del food. Il primo partner è stato proprio Made.com, azienda leader nell’ecommerce, presente in tutta la struttura con i propri mobili di design. E di innovazione parlano anche gli allestimenti e le soluzioni offerte dal B&B, tra cui il bagno privato, la smart tv, il wifi gratuito, il sommier supercomodo, la biancheria raffinata.

51


progetto

Txt > Claudio Moltani

Le api amano Milano

Il nuovo progetto Green Island (www.amaze.it) dedicato agli alveari urbani, il più votato tra quelli presentati ai Tavoli EXPO 2015, prepara tre appuntamenti: dal 13 al 15 di aprile mostre, incontri e installazioni dedicate a prototipi di case per api realizzati da artisti e designer internazionali. Tra “sciami urbani”, “ape-ritivi” (in collaborazione con CONAPI, Consorzio Nazionale Apicoltori), laboratori per bambini e percorsi metropolitani “nel nome del miele”, alimento completo e naturale È ispirato all’incredibile attività delle api il nuovo progetto firmato Green Island e fonde insieme design di alto livello e un forte orientamento ecologico nel segno dell’apicoltura urbana: sul tetto di un grattacielo a New York o in cima all’Opera di Parigi, installare arnie è una passione che ormai fa tendenza in molte città del mondo. A Milano, in occasione del Design Week e

52

per il periodo di EXPO, Claudia Zanfi, ideatrice e curatrice del progetto, ha chiamato designer e artisti internazionali che mostreranno i loro prototipi di casa per le api – alcuni dei quali, realizzati da artigiani locali, saranno disposti in diverse aree verdi cittadine, da scoprire con mappa alla mano. Il 14 Aprile è la data della mostra “Alveari Urbani” alla Stazione Garibaldi, una vera e

Le api protagoniste dell’evento


Installazioni e alveari per l’iniziativa

La casa delle api di Andrea Liberni qui cita la nuova Torre Unicredit di piazza Gae Aulenti che con i suoi 231 metri è il grattacielo più alto d’Italia. Si distingue la guglia tappezzata di verde che a sua volta rimanda alla guglia maggiore del Duomo di Milano. Intorno l’esagono perfetto delle arnie, quasi un pattern visto attraverso la lente di un microscopio. Il design si coniuga con il rispetto per l’ambiente sul modello dell’architettura naturale delle api.

propria installazione verde che porterà i visitatori nel mezzo di un prato dove artisti e designer avranno collocato i loro progetti ideali di “alveare creativo”. Ogni casa delle api sarà ospitata da una pianta in vaso fitodepuratrice e coniugherà in modo originale architettura, design e rispetto per l’ambiente. Nell’area sarà posizionata anche un’arnia didattica e un’esperta apicoltrice racconterà tutti i segreti della Regine e delle operaie. Non mancherà un ape-ritivo con degustazione dei mieli provenienti da tutto il mondo a cura di CONAPI. Il 15 Aprile l’appuntamento si sposta nel “giardino segreto” di via Terraggio, un piccolo spazio verde rimasto chiuso dietro un portone per 70 anni, al civico n.5. Qui s’inaugura l’installazione creativa “To bee or not to be”, una riflessione legata al ciclo di vita delle api, a cura di “CTRLZAK”, alias Katia Meneghini e Thanos Zakopoulos, in collaborazione col distretto 5Vie. Il claim gioca sul suono delle parole inglesi: “To bee or not to be” – meno api meno piante, meno piante meno cibo, meno cibo e meno vita anche per noi. L’installazione comprende un kit con info sul mondo di questi insetti, una scatola di semi con le loro specie vegetali preferite e una cerbottana per disperderli nell’ambiente.

53


progetto

Txt > Claudio Moltani

Nasce la prima Smart Community italiana

La Fondazione Riccardo Catella ha avviato il progetto Smart Community a partire dal quartiere di Porta Nuova a Milano. Il progetto civico si propone di riaffermare la capacità italiana di progettare e realizzare città straordinarie come elemento di reputazione e di economia del Paese avendo come elemento centrale del pensiero le persone che abitano un luogo Il battesimo del progetto con il nome Smart Community rispetto alla più diffusa definizione di Smart City intende ampliare l’orizzonte di analisi alla dimensione umana e non solamente a quella tecnologica e dei consumi energetici. Partire da Porta Nuova è un inizio naturale per la Fondazione Riccardo Catella che ha avviato le proprie iniziative civiche nel quartiere Isola a Milano. Proprio da Porta Nuova parte un laboratorio di analisi e ricerca sui fattori che determinano la qualità della vita degli abitanti, con l’obiettivo di mettere a punto un modello di sviluppo che possa applicarsi ed evolvere in altre città

54

italiane. Il programma si articola su tre contenuti principali: � Porta Nuova Smart Lab La Fondazione Riccardo Catella ha messo a punto una serie di strumenti di informazione e di rilevazione che consentiranno di studiare la comunità reale e virtuale del quartiere di Porta Nuova ed avviare una gestione sperimentale finalizzata a favorire l’affermazione della prima smart community in Italia e lo sviluppo di un modello di analisi del territorio e delle città � I Progetti della Gente I progetti della gente rappresentano il programma pluriennale avviato dalla Fondazione Riccardo Catella dedicato ad iniziative negli spazi pubblici identificate attraverso il processo di ascolto degli abitanti. I progetti del 2015 sviluppati nell’ambito di Porta Nuova Smart Community sono: “MiColtivo. The Green Circle” e “L’Italia si Alza”. “MiColtivo. The Green Circle” avrà come fulcro principale la realizzazione di Wheatfield (Campo

di Grano), di Agnes Denes, un’opera d’arte ambientale dell’artista americana Agnes Denes (1931): un campo che si estenderà per 5 ettari all’interno dell’area che ospiterà il futuro parco pubblico la “Biblioteca degli Alberi”. La prima semina del campo è avvenuta insieme ai cittadini lo scorso febbraio, così come insieme alla gente si svolgerà la mietitura, a luglio. “L’Italia si Alza” è un progetto nato con l’obiettivo di costruire un percorso di progettazione di una sedia per esterni che coinvolgesse i giovani studenti della Scuola Oliver Twist e li avvicinasse al mondo del design e del lavoro, prevedendo la realizzazione di prototipi a partire dai tre progetti finalisti che saranno esposti durante la Design Week 2015 a Porta Nuova. Porta Nuova Smart Community Festival È il palinsesto di eventi e manifestazioni che si terranno durante il periodo di EXPO a partire da aprile nel quartiere di Porta Nuova.

Cinque ettari seminati a grano nel pieno centro di Milano


trend

Txt > Claudio Moltani

Alchimie orientali

Tavolino Pour – by Hanstan

Sense-Wear, di Emanuela Corti e Ivan Parati

Instamp di Yuzu Azu

Il titolo della mostra “The Alchemists” è un’esplicita citazione del gruppo di design d’avanguardia anni ’70 Studio Alchimia, che a partire da Milano e dall’Italia, con i suoi oggetti critici e sperimentali, ha determinato un fenomeno internazionale di rinnovamento degli oggetti nei linguaggi e nelle forme, con il recupero del patrimonio decorativo e dell’immaginario antico, sfidando la crisi e il sistema della produzione più commerciale. 15 nuovi talenti da Singapore esplorano magia e mistero del design attraverso lo specchio di una nuova alchimia, in una mostra di strumenti e oggetti risultato di trasmutazioni progettuali della materia. Gli oggetti risultati dalle ricerche individuali dei designer e dal workshop sviluppato da Casciani e Chia presso il DesignSingapore Centre saranno esposti alla Triennale di Milano, in piena Design Week.

55


trend

Txt > Claudio Moltani

Interior design tailor-made

E’ un mood “sartoriale” ad aver ispirato Andrea Castrignano nella progettazione di Atelier Durini 15, prestigioso appartamento di circa 200 mq affacciato su una delle vie più rinomate del centro di Milano e che sarà presentato in occasione del prossimo Salone Internazionale del Mobile Situato a un piano alto di un palazzo di inizio Novecento, Atelier Durini 15 è un luogo di grande fascino in cui Andrea Castrignano - con la medesima attenzione e cura che un sarto dedica a un abito su misura - ha saputo realizzare una nuova dimensione dell’abitare, fatta di dettagli esclusivi e raffinati, mixando ad arte materiali, colori, arredi e le più avanzate tecnologie. La ristrutturazione ha attualizzato il sapore retrò dell’appartamento, utilizzando decori e dettagli preesistenti rivisitati con creatività. Sono poi presenti legno, vetro, pietra e ferro che, accostati, rivelano tutta la loro essenza materica e al tempo stesso poetica, per un effetto di grande impatto visivo ed emotivo. L’unicità di Atelier Durini 15 è confermata dall’utilizzo di tecnologia interattiva connessa alla domotica, in grado di trasformare oggetti comuni in prodotti smart-touch dai quali accedere alla rete; dall’attenzione dedicata al benessere, celebrato nei due ampi bagni en-suite e nel bagno turco; e, non ultima, dalla scelta di finiture pregiate. Dal marmo posato a casellario, all’inedito parquet Exago in rovere tinto, di forma esagonale, disegnato da Andrea Castrignano, sino agli altrettanti unici elementi di arredo: il letto a baldacchino, il divano in stile Belle Époque e il letto imbottito con testata avvolgente, creati ad hoc per questo progetto. E se è vero, come è vero, che la casa è il teatro dove si esibiscono gli aspetti della personalità, ecco perché Andrea ha deciso di condividere in un nuovo e personalissimo blog (www.andrecastrignano.it/blog on line

56

Andrea Castrignano

I render dell’Atelier Durini 15

da poche settimane e realizzato in collaborazione con Far Consulting) la sua grande passione per il design, raccontata attraverso interior projects, curiosità, suggerimenti e soluzioni d’arredo per tutti gli ambienti domestici. Un “contenitore” multimediale che attraverso video, interviste e pratici consigli descrive la visione progettuale di Andrea tra cantieri in corso, making of, ristrutturazioni e progetti sempre nuovi.


design

Sette metri di design

Txt > Claudio Moltani

Piccolo spazio, design d’autore

Funzionalità di un trilocale in un monolocale attraverso l’ottimizzazione degli spazi ed estetica del dettaglio per realizzare soluzioni di lusso calibrate sul gusto di chi li abita: è quanto realizza Milano Abita di Martina Margaria, architetto milanese specializzato in recupero e valorizzazione di piccoli immobili

“E’ un trend che vede il comfort protagonista nonostante la ristrettezza degli spazi – spiega Martina Margaria, 43 anni, tra i primi e più originali interpreti italiani del “Prêt-à-habiter” - Milano Abita realizza appartamenti ragionati nell’utilizzo dei volumi e ricercati nella cura dei dettagli e nella scelta dei materiali. Come avviene nella nautica, anche per gli immobili è possibile realizzare uno spazio in cui la funzionalità e la ricercatezza si fondono per un risultato finale stupefacente e dal forte impatto emozionale. Le suggestioni provocate dagli elementi rari o preziosi, dagli abbinamenti di colori e dai complementi d’arredo hanno lo scopo di coinvolgere tutti i sensi di chi abita e vive lo spazio. Ogni lavoro è frutto di uno studio approfondito dei gusti e delle sensibilità del committente, al quale viene fornito un appartamento chiavi in mano che rispecchi il più possibile la sua personalità e le sue esigenze. Il segreto è arredarle con la cura e la passione che metto per casa mia.” La ricerca dei materiali non è limitata al mercato italiano, ma si apre al resto del mondo, mentre la scelta dell’arredamento spazia dal mobilio agli utensili, dagli elettrodomestici ai complementi d’arredo, dalle lenzuola agli asciugamani. Tra i target che maggiormente scelgono questo tipo di soluzione spiccano gli studenti fuori sede e i professionisti tra i 30 e i 50 anni che si recano spesso a Milano per lavoro. Specializzata nella realizzazione di appartamenti dai 7 ai 25 metri quadri, Martina Margaria impiega circa 5 settimane per completare i lavori, grazie al supporto di un team di collaboratori e del marito Fabrizio Arcoini per la progettazione. “E’ un fenomeno in costante crescita a Milano – conclude Margaria – tant’è che in 5 anni il fatturato è aumentato di circa il 500% e arrivo a realizzare dagli 8 ai 10 lavori all’anno. Come buona parte delle attività nate durante un periodo di crisi economica, la qualità, la funzionalità e l’originalità sono gli unici strumenti per perseguire il successo.”

L’architetto è specializzato in appartamenti che vanno dai 7 ai 25 mq

57


arte

TXT > Claudio Moltani

NARRAZIONI VISIVE TRA GIOCO E CRITICA Federico Viola è un giovane imprenditore nella produzione di accessori in metallo per il settore moda. Ma fin da giovane nutre la forte passione per l’arte e per la comunicazione, cosa che lo spinge a studiare grafica pubblicitaria a Milano e muovere i primi passi nel campo come illustratore per bambini

58

Negli anni continua a dedicarsi con forza inarrestabile all’attività artistica, per dare vita ad uno stile unico e personale, sia nelle tematiche che nella resa espressiva. Dal punto di vista strutturale, Federico Viola compone le sue opere partendo da una figura centrale ben definita, che ha la funzione di attirare l’occhio dell’osservatore; essa costituisce il perno attorno al quale prendono vita le altre immagini. Ogni elemento porta con sé una molteplicità di

significati espliciti e impliciti che dà il via a nuove associazioni fino a creare una fitta trama di personaggi e racconti che si intersecano in una danza ipnotica, un turbinio di elementi, che si susseguono l’uno accanto all’altro. Dal punto di vista delle tecniche utilizzate, Federico Viola si arma di colori acrilici, pennarelli e uniposca su tela. Artista eclettico, a metà strada tra il fumettista e l’illustratore, Federico anima le sue opere di personaggi di altri mondi,


Eruption (2010): acrilico/uniposca/ pennarelli seta su tela (4 tele a formare una composizione 240x240 cm)

The Wrestler (2014): acrilico/uniposca su tela (50x50 cm)

super eroi, alieni, robot, cyborg e mutanti… ma il mood ludico ingloba sempre riflessioni su tematiche sociali e ambientali di grande attualità (l’impatto della scienza e della tecnologia, l’inquinamento, la corruzione etico-morale, la difficoltà relazionale…). Dietro un aspetto giocoso e divertente i suoi lavori celano infatti una critica alla società contemporanea fatta di apparenze e superficialità. Viola conduce una riflessione sul peso che la cultura ha sull’essere umano, sul costante bombardamento di false informazioni e mezze verità, sull’annullamento dell’autonomia e dell’individualità. Non a caso l’artista ama i bambini perché non temono il giudizio, non sono condizionati, sanno mantenere la mente più aperta e danno valore alla fantasia. Federico Viola è una delle firme della collezione scuola 2016 per Comix: agenda, quaderni e zaino!

59


FASHION TEXTILE DESIGN

Txt > Valentina Dalla Costa Photo > ©Jan Kath

Tappeti d’arte Io queste meraviglie non le conoscevo, fino a qualche settimana fa. Ora, non posso più staccarmi dalle immagini del sito. Sono i tappeti di Jan Kath, opere d’arte che arredano i pavimenti di casa, di hotel, gallerie, soazi pubblici o, perché no, arredano le pareti come arazzi. Ce n’è per tutti i gusti: da quelli più classici con disegni tradizionali a quelli caratterizzati da scelte cromatiche sofisticate, con lavorazioni particolari o pattern di ‘tendenza’. Jan Kath ha più di 1500 tessitori che lavorano per la sua azienda, sparsi in tutto il mondo. L’idea però, è tutta made in Germany: a Bochum, lui progetta insieme al suo team di creativi.

Nelle altre immagini, alcuni tappeti e scorci di due showroom di Jan Kath.

In alto, ritratto del designer.

60


FASHION TEXTILE DESIGN

Txt > Valentina Dalla Costa

Sitting on the top of the world

Ovvero, Sotow. Rileggete il titolo, qua sopra E’ l’acronimo della collezione di sedie (e non solo) che viene presentata da Lisa Corti durante la design week di quest’anno. Da un’idea di Paolo Calcagni, regista, fotografo e creativo a 360°, oggi designerartigiano che grazie alle sue idee dona vita a oggetti handmade customizzabili. Un po’ un outsider, che guarda al mondo del

design dal suo punto di vista, slegato da aziende e sovrastrutture imposte dal mercato. Ed è questo che piace a Lisa Corti, in perfetta sintonia con lui: ritorno alle origini e alla natura, all’essenza del colore, della funzionalità. Poetica dai tratti sottili, che si abbina alle tinte cromatiche forti di Lisa, eleganti e armoniche.

www.lisacorti.com

Immagini della Home & Garnment Collection A/W 2015-2016 e, in basso a sinistra, le sedute presentate durante questa design week insieme a Paolo Calcagni.


award

Txt > Aurelio Marelli

Il Lexus Design Award e i cinque sensi

Il Lexus Design Award è una competizione internazionale lanciata nel 2013, che si rivolge ad una nuova generazione di innovatori e designer provenienti da tutto il mondo e rappresenta l’opportunità di avere visibilità alla Milan Design Week, uno degli eventi più importanti del settore a livello globale 12 sono i finalisti della terza edizione del concorso, che quest’anno è incentrato sul tema dei “Sensi”, accuratamente selezionati dai membri della giuria composta da designer ed artisti di fama mondiale, tra cui i curatori Paola Antonelli e Aric Chen, l’architetto Toyo Ito, il Chief Editor di designboom Birgit Lohmann, la design commentator Alice Rawsthorn ed il Presidente di Lexus International Tokuo Fukuichi.

Instamp di Yuzu Azu

Tenda origami di Iso Hasegawa

Sense-Wear, di Emanuela Corti e Ivan Parati

62


Leather? Di Amon Mastro

Mnemonic Note di Benjamin Xue

A sinistra, Crosswalk di Naoki Kaminaka e Ryo Yamaguchi; sotto, Luz, di Marina Mellado Mendieta


eventi

Txt > Claudio Moltani

Fashion as Social Energy

PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA UNA MOSTRA DEDICATA AL RAPPORTO TRA ARTE E MODA: UNO SCORCIO SU LINGUAGGI, IDENTITÀ, SENSIBILITÀ, ETICA ED ESTETICA IN FORTE TRASFORMAZIONE

FSE-iointesta – Migliora & Coppola

Inaugura il 28 maggio a Milano la mostra Fashion As Social Energy un percorso pionieristico straordinario di opere, video e installazioni tra Arte e Fashion Design di alcuni tra i maggiori artisti internazionali. La mostra Fashion As Social Energy - curata da Anna Detheridge, critica e teorica delle arti visive e presidente di Connecting Cultures, e Gabi Scardi, storica dell’arte e curatrice internazionale – avrà luogo presso la prestigiosa sede di Palazzo Morando - Museo della Moda, Costume e Immagine, nel cuore del quadrilatero della moda milanese.

Immagine dal video The Show Mas – Maya Sansa

Tra i principali temi che attraversano la mostra: il profondo cambiamento in atto dei codici di abbigliamento e del comportamento; la contaminazione di tradizioni orientali e occidentali, i meccanismi nascosti e in costante trasformazione di inclusione e di esclusione; la vulnerabilità del corpo e la fragilità delle identità personali; l’evoluzione della tecnologia e dell’innovazione nei materiali e nei tessuti sempre più “immateriali”, una sempre più diffusa mobilità, la crescente consapevolezza della responsabilità delle persone non soltanto nei confronti dell’ambiente, ma anche nei confronti del lavoro altrui; l’importanza della memoria e la valorizzazione della propria soggettività. Saranno presenti in mostra i lavori di 14 tra i maggiori artisti nazionali e internazionali tra gli altri: Mella Jaarsma, Kim Sooja, Maria Papadimitriu, Lucy Orta, Claudia Losi, Michelangelo Pistoletto, Marzia Migliora e Luigi Coppola, Pasquale Campanella, Meschac Gaba.

64

Kimsooja – Mumbai – A Laundry Field Productionstill


Progetto1_freepress 24/03/15 18:47 Pagina 1

“Credo che, almeno una volta nella vita, tutti dovrebbero riflettere sulla drammatica situazione dell’Africa, altrimenti questo continente tra meno di cinquant’anni scomparirà se noi, Paesi opulenti, rimanderemo il confronto con questa spaventosa realtà” Card. Ersilio Tonini sostenitore di fra fiorenzo e degli “amici di tanguiéta” sopra. Prof. Giuseppe Perone Oftalmologo, Fra Fiorenzo, Carlo Giorgetti e Giovanni Anzani, rispettivamente presidente e vice presidente dell'associazione. a fianco. Fra Francesco in udienza da Papa Francesco e Reparto Ortopedico Pediatria di Tanguiéta.

20036 Meda (MB) - Viale Brianza 117 tel./fax 0362341304 amiciditanguieta.org-info@amiciditanguieta.org Elargizioni e offerte detraibili da Irpef e reddito d’impresa (D.L. 4.12.1997 n. 460) Banca Intesa Sanpaolo Meda IBAN IT 62X 03069 33361 000011390156

CHI SONO GLI “AMICI DI TANGUIÉTA” L’Associazione, costituita con Atto Pubblico il 9 ottobre 1984, è nata su iniziativa di un gruppo di amici residenti a Milano e a Meda decisi ad aiutare Carlo Giorgetti ad attuare un progetto mirato allo sviluppo di alcuni dispensari fondati nei primi anni ’70 da Frati Missionari dell’Ordine Fatebenefratelli in Benin e Togo. Nel tempo l’Associa- zione, divenuta Onlus nel 1998, si è progressivamente ampliata fino a comprendere oggi oltre 300 “amici” impegnati a far sopravvivere l’Ospedale di Tanguiéta in Benin, e il suo reparto di Pediatria. Tanguiéta, poche capanne sperdute nella savana del Nord-Est di uno tra i più poveri Stati dell’Africa, sarebbe rimasto abbandonato al suo destino se all’epoca alcuni intrepidi Missionari non vi avessero fonda- to un dispensario. Del gruppo faceva parte Fiorenzo Priuli, frate-me- dico-chirurgo bergamasco. Da allora sono trascorsi quasi quarant’an- ni e il “missionario in camice bianco” continua a lottare contro ogni avversità, arrivando a trascorrere in sala operatoria fino a 1214 ore al giorno: per il suo impegno il Governo francese, di cui il Benin era protettorato, nel 2004 gli ha conferito la Legione d’Onore. Gli “Amici di Tanguiéta” nascono proprio dall’incontro, avvenuto negli anni ’80, tra Fra Fiorenzo e Giorgetti. E proprio Fra Fiorenzo racconta come tutto cambiò all’Ospedale di Tanguiéta quando Giorgetti, con un piccolo gruppo di amici, realizzò moderni padi- glioni di Pediatria. Oggi l’ospedale ha 200 letti e la sua Pediatria è un modello di riferimento per tutta l’Africa sub-sahariana. L’im- pegno continuativo dell’Associazione a favore della popolazione di quelle zone così povere ha con tribuito a salvare migliaia di bambini. Purtroppo l’“emergenza in Africa non ha mai fine”. La nostra opera non può e non deve fermarsi. Per questo contiamo sull’aiuto di nuovi generosi “amici” sostenitori.


Eventi

Txt > Claudio Moltani

Il 2.0 di Superstudio Più

Superstudio Group festeggia 15 anni di protagonista del Design internazionale a Milano con il nuovo format SUPERDESIGN SHOW, progetto evolutivo che prende il posto e incorpora il successo del “Temporary Museum for New Design” In mostra al Superstudio Più su 10.000 mq di spazi espositivi, la più interessante produzione italiana e internazionale, ma anche progetti e proposte life-style che hanno il design come punto di partenza. C’è anche un logo inedito, grande, forte, disegnato dall’art-director e artista Flavio Lucchini, per raccontare la nuova era del design al Superstudio. SUPERDESIGN SHOW, per sintetizzare come il design abbia ormai superato se stesso. Dopo aver aperto nel 2001 con Design Connection le porte agli eventi del Fuori Salone, dopo aver totalmente e profondamente rivoluzionato il concept espositivo con la formula del Temporary Museum for New Design nel 2009, Superstudio dà nuove risposte alle tendenze del mercato, al cambiamento del mondo del design, all’ampliamento di orizzonti, all’esercito dei creativi 2.0, con il nuovo nome e il nuovo format SUPERDESIGN SHOW. Un contenitore che affronta con rinnovata progettualità le attuali realtà. Da un lato conserva la fascinazione del Temporary Museum affidando ad alcuni brand internazionali il compito di esplorare le ultime frontiere della creatività e raccontarle in percorsi emozionali. Dall’altro si apre sempre di più alla ricerca, allo scouting, alla selezione delle forze creative che sperimentano innovative soluzioni per migliorare la nostra vita. E inoltre propone mostre tematiche che offrono uno spaccato di mondi complementari, ancora non troppo valorizzati e esplorati, come il tessile d’arredo o gli ambienti per i bambini. Un grande tema e un forte invito: OPEN YOUR MIND! Il Superstudio Più di via Tortona 27 presenterà vari progetti che offrono un completo panorama del mondo del Design internazionale, oggi suddivisi in aree tematiche:

66

Gisella Borioli e, sotto, la libreria Schiena, design Pietro Travaglini. Foto Giovanni Gastel

il Temporary Museum, The Galleries, The world is here, Selected Objects, Kids Design, ART_DESIGN: Arte o Design?, Materials Village e Supertextile e, infine, OutsideOutsiders.

SUPERDESIGN SHOW è un progetto di Gisella Borioli. Direzione artistica dell’architetto Carolina Nisivoccia


eventi

Txt > Claudio Moltani Ph > Saverio Lombardi Vallauri

Il Salone, anzi… iSaloni

Con più di 2.000 espositori, un’area espositiva superiore ai 200.000 m2 e migliaia di prodotti presentati al mercato in anteprima, il Salone del Mobile (che quest’anno si tiene dal 14 al 19 aprile) si conferma ogni anno la fiera di riferimento del settore a livello internazionale, in grado di attrarre oltre 300.000 visitatori provenienti da più di 160 Paesi. Quest’anno, i protagonisti biennali sono l’Ufficio e l’Illuminazione, mentre il SaloneSatellite festeggia i suoi 18anni… A Euroluce, la manifestazione in cui protagonista è l’eccellenza nel mondo dell’illuminazione, saranno presentate le novità in fatto di apparecchi per l’illuminazione da esterni, da interni, industriali, per spettacoli ed eventi, per il settore ospedaliero, per usi speciali; di sistemi di illuminazione, sorgenti luminose e software per le tecnologie della luce. In occasione dell’Anno Internazionale della Luce, proclamato dall’Unesco proprio per il 2015, sarà inoltre realizzata l’installazione-evento “FAVILLA. Ogni luce una voce” – un racconto-ricerca sull’essenza della luce – ideata per la città di Milano dall’architetto Attilio Stocchi. Workplace3.0 sarà invece una proposta espositiva con un concept innovativo dedicato al design e alla tecnologia per la progettazione dello spazio di lavoro nel suo insieme. Workplace3.0 riunirà le proposte migliori del mondo dell’arredamento per ufficio, banche e istituti assicurativi, uffici postali e ambienti pubblici; delle sedute per ufficio e comunità, degli elementi per acustica, delle partizioni interne e dei rivestimenti, dei complementi d’arredamento per ufficio e delle tecnologie audio-video. Dedicata all’ambiente di lavoro “La Passeggiata”, siglata da Michele De Lucchi, sarà una grande installazione ospitata all’interno dei padiglioni di Workplace3.0, ideata con l’obiettivo di creare un’area in cui presentare proposte e spunti progettuali per vivere lo spazio di lavoro nelle tante e differenti accezioni attuali. Nuove attività e modi di lavorare generano nuovi spazi di lavoro e nuove esigenze progettuali per “abitarli”, con un ufficio che sempre più diventa il luogo delle relazioni, degli incontri e del vivere insieme. Un secondo evento – “IN ITALY” – con progetto di Four in the Morning a cura dell’architetto Dario Curatolo, vedrà protagoniste 64 aziende italiane e un gruppo selezionato di designer, progettisti e

architetti che si confronteranno sul tema dei prodotti, del design e della progettazione. Le aziende coinvolte si presentano attraverso uno strumento altamente innovativo, un filmato, con il quale il curatore condurrà lo spettatore nell’esplorazione virtuale del saper fare e dell’unicità italiani e del percorso produttivo nascosto dietro ogni oggetto. Il filmato diventerà un’installazione che a sua volta diventerà una App per esplorare cinque soluzioni – a Lecce, Milano, Roma, Venezia e nella Val d’Orcia – per cinque stili d’interni. Il SaloneSatellite compie 18anni Nei padiglioni 22 e 24 – gli stessi di Workplace3.0 – e con ingresso libero al pubblico da Cargo 5, torna il SaloneSatellite. Giunta alla sua 18a edizione, la manifestazione quest’anno è dedicata al tema “Pianeta vita” inerente a quello di EXPO “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Luogo di incontro per eccellenza tra i 700 giovani designer selezionati da ogni parte del mondo, gli imprenditori, gli architetti, gli interior designer e la stampa, la manifestazione è dedicata agli under 35 che non solo presentano qui i loro progetti, ma hanno anche la possibilità di essere selezionati per la 6a edizione del concorso SaloneSatellite Award, che ogni anno premia i 3 migliori prototipi tra quelli presentati, relativi alle categorie merceologiche presenti in fiera. Ma soffermiamoci un attimo su questo importante compleanno: in 18 anni, sono passati dal SaloneSatellite

Il concept dell’evento FAVILLA, ideato da Attilio Stocchi

oltre 10.000 giovani, di cui molti ormai designer acclamati a livello globale – dai francesi Matali Crasset e Patrick Jouin, ai finlandesi Harri Koskinen e Ilkka Suppanen, ai giapponesi Tomoko Azumi e Nendo, agli americani Sean Yoo e Cory Grosser, alle svedesi Front e Johan Lindstén, al belga Xavier Lust, al norvegese Daniel Rybakken, all’indiano Satyendra Pakhalé e all’argentino Federico Churba, solo per nominarne alcuni – oltre a 270 scuole internazionali di design tra le più prestigiose.

La giornalista Monica Maggioni e Roberto Snaidero, presidente FederlegnoArredo

67


eventi

Txt > Claudio Moltani

Fra cibo e ceramica

La ceramica italiana sarà presente a Milano durante Expo 2015 con una mostra promossa da Confindustria Ceramica ed organizzata da Edi.Cer. SpA dal titolo “Laboratorio Ceramics of Italy”. La mostra verrà allestita presso la Triennale di Milano, nell’area dell’Impluvium – uno spazio di 190 mq. posto al primo piano, dal 1 al 10 maggio 2015. Il concept della mostra Ceramics of Italy (affidato a Blumerandfriends e con la curatela di Aldo Colonetti) vuole unire – in uno spazio a metà fra cucina e laboratorio – “cibo e ceramica” illustrando, in maniera suggestiva, evocativa ed anche interattiva come i gesti legati all’alimentazione siano da sempre estremamente connessi alla ceramica, materia e luogo in cui il cibo viene cotto e anche fruito

I disegni del concept e, sotto, le miscele cromatiche

68

“La ceramica – afferma il designer Riccardo Blumer - è una materia viva, nasce dalla terra, si trasforma in prodotto ed è presente nei riti alimentari di tutti giorni. Così come le ceramiche, terrecotte, porcellane nascono per composizione di miscele tra terre, allo stesso modo il cucinare è l’atto di selezionare, amalgamare e ricomporre spezie, farine, sementi”. “La mostra - sottolinea Aldo Colonetti - farà vivere in diretta questi diversi percorsi, facendoci scoprire direttamente il significato dell’abbinamento cibo-ceramica”. Tecnicamente, tre banconi piastrellati saranno le dispense per stoviglierie e contenitori ceramici di alimenti (spezie, sementi, farine, polveri di caffè, cacao, riso etc. legati ai temi dei Cluster di Expo). Il pubblico, coinvolto durante i 10 giorni di apertura della mostra, potrà comporre, utilizzando piatti di ceramica vibranti su supporti magnetici, quadri di colore, ottenuti con i diversi ingredienti alimentari, in continua evoluzione e proiettati in tempo reale sulle pareti dell’Impluvium e in rete, attraverso i social networks.


eventi

Txt > Claudio Moltani

L’acqua e il benessere, 40 giorni di evento a Milano

Quaranta giorni di eventi e un solo filo conduttore: la mostra “Aquae Mundi”, organizzata dalla nostra casa editrice, prende spunto da uno dei temi portanti di EXPO 2015, l’acqua, per presentare al grande pubblico del Fuorisalone e del Fuoriexpo 2015 uno spaccato rappresentativo del design di eccellenza, affiancato al mondo artistico italiano e internazionale

Ogni giorno sarà dedicato ad un tema particolare: - Lunedì: food design - Martedì: design e architettura - Mercoledì: moda e life style - Giovedì: arte - Venerdì: sport e benessere - Sabato e domenica: “green” e entertainment.

L’acqua è emblema di qualità di vita e tutte le aziende partecipanti fanno del progetto una condizione sine qua non per il benessere dell’individuo a 360°, dall’interior design all’architettura, dal food al beverage, dalla tecnologia all’idro-termoventilazione, dal wellness al lifestyle. Una lunga maratona di eventi in programma dal 14 aprile al 31 maggio, per la prima volta nella prestigiosa sede delle QC Terme Milano in piazza Medaglie D’Oro, con tutte le carte in regola per catturare il pubblico internazionale che affluirà per la design week e per il primo periodo, quello di inaugurazione, di EXPO. Lo spazio dedicato all’evento, di oltre 1.000 mq , offre due grandi aree: una outdoor, nel fronte ingresso Terme, dove sarà posizionato l’accogliente roof-garden e un Cube Design Bar per gli ospiti visitatori; l’altra indoor, costituita da una grande sala circolare, sull’opposto fronte strada, corredata da una ampia hall, una press room per i giornalisti e uno spazio per convegni e presentazioni. Qui saranno esposti oggetti di design all’interno di un allestimento “stile museale”, progettato dall’art-director Walter Vallini, in collaborazione con quotati artisti contemporanei: Fukushi Ito, Matteo Mezzadri, Federico Viola, Ale Guzzetti, Gruppo Giu.ngo-Lab, Robert Lang, Tegi Canferi. Fra i partecipanti BELLOTTI, BENCORE, CUKI, DYSON, FIR DESIGN, FONTANA ARTE, HAFROGRUPPO GEROMIN, ISEO, MDM MASSIMILIANO DELLA MONACA, M.E.C., MDT-TEX, MOSAICO+, REVER, SFERA CONTRACT SAGL, SPUMADOR-VALVERDE, TWILS-VENETA CUSCINI, THERMOMAT EVER DESIGN, VAMP - FEDERICO VIOLA. Il tema dell’acqua sarà sviluppato in quanto fonte di benessere e quindi emblema di qualità di vita, grazie a un ricco calendario di eventi che prevede la partecipazione di personaggi del mondo della cultura del progetto e opinion leader.


eventi

Txt > Claudio Moltani

TRIOMPHE IN TAVOLA

L’immaginifique del gusto ritrovato

Il 14 aprile si inaugura al Palazzo delle Stelline la mostra culturale TRIOMPHE IN TAVOLA, un concept di Isabelle Rigal, designer franco-italiana nota per la sua capacità di contaminare il progetto con l’arte. Alla base dell’evento, la ricerca sugli elementi che compongono lo “stare a tavola” e la proposta di soluzioni, sensazioni, materiali, prodotti, colori ed atmosfere, intesi come tendenze per il domani. Un domani che, però, ha una stretta connessione con il passato, tanto che la tradizione, oltre che i bisogni essenziali dell’uomo (acqua, vino, pane), è una delle fonti d’ispirazione

dell’iniziativa, e gli ospiti saranno chiamati a condividere il loro pensiero proprio su questo tema. Special guest sarà Alessandro Mendini, con l’ installazione ‘Cibo sacro’, secondo il quale il cibo deve servire a nutrire non solo il corpo ma, soprattutto, l’anima; ecco dunque che la tavola riprende l’emozione e le atmosfere del Cenacolo Vinciano. La mostra TRIOMPHE IN TAVOLA sarà composta da diversi moduli cubici che racconteranno, con prodotti e installazioni suggestive che spaziano dal legno alla ceramica, dal tessile all’illuminazione, i mondi dell’acqua e del vino, dell’arte della tavola, della natura e delle sue forme e dell’arte che si mangia. Si offriranno anche delle proposte di personalizzazione dei prodotti, venendo così incontro alle esigenze non solo del residenziale, ma anche del mondo alberghiero, dell’ospitalità e della ristorazione. All’interno dei cubi saranno rappresentati la tavola e gli aspetti legati alla convivialità del cibo, ripensati da Isabelle Rigal come punti di partenza per evidenziare l’identità gastronomica degli chef d’eccellenza coinvolti che, a loro volta, elaboreranno un menù in grado di caratterizzare ogni modulo: Annie Féolde, ambasciatrice indiscussa della cultura gastronomica francoitaliana, per il modulo ‘innovazione’, Ernst Knam per il modulo ‘condivisione’, Pietro Leeman per il modulo ‘naturalità’ e Davide Oldani per il modulo ‘creatività’. I cubi riprendono i quattro punti cardinali della gastronomia secondo l’art director. In questo contesto, che vedrà coinvolti aziende e professionisti, non poteva mancare l’arte: saranno infatti presenti delle opere artistiche dedicate ai temi della cultura della tavola, e numerose interpretazioni dei simbolo del tappo verranno installate nei chiostri dell’Istituto Francese, sede della mostra: sughero, resina, carbonio e cemento i materiali maggiormente utilizzati; altri commestibili, come pane e cioccolato. I richiami al vino saranno naturalmente connessi alla vigna, adiacente allo spazio dove si svolgerà TRIOMPHE IN TAVOLA, donata a Leonardo Da Vinci mentre dipingeva l’Ultima Cena. Il 16 aprile, con una serata davvero speciale, si alterneranno alla conduzione gli chef Giuseppe Iannotti con Christian Milone e gli attori di Nuovababette Teatro che, con un dialogo teatrale scritto per l’occasione, racconteranno, in modo inusuale, il concept dell’iniziativa.

70

Isabel Rigal è la protagonista del concept


FOOD

Txt > Valentina Dalla Costa

A sinistra, una social dinner EatWith a San Francisco

Un tavolo per 4, a casa mia

E’ nata una nuova categoria nella ristorazione, e si chiama Home Restaurant. EatWith è una start-up che dal 2012 connette persone, cucine e culture, raggruppandole tutte sotto lo stesso tetto. Di casa tua

Sopra e a destra, alcuni piatti preparati dagli ‘home-chef’

Idea nata da un giovane di Tel Aviv, Guy Michlin, che durante una sua vacanza in Grecia si è trovato per caso a cena a casa di una famiglia a lui sconosciuta, con persone altrettanto sconosciute. L’esperienza è andata talmente bene che, una volta tornato a casa, ha deciso di trovare un modo per far vivere la stessa esperienza a più persone possibili. Nel 2012 nasce EatWith, una sorta di versione culinaria di Airbnb, un portale che consente ad appassionati di cucina e aspiranti host di aprire le porte di casa propria per accogliere ospiti sconosciuti, ai quali far assaggiare le proprie specialità. Come funziona? Dipende, ci sono due modalità. Da guest, quindi da ‘invitato’, basta iscriversi attraverso il sito, scegliere una città, e cercare un evento adatto ai propri gusti. Bisogna prenotare, pagare, e l’ultima cosa che resta è andare al pranzo o alla cena scelti. Per chi ospita, invece, la questione è un pochino più complessa. Posso parlarvene da ‘neohost’, la mia è un’esperienza più che diretta: ti iscrivi al sito, fai la richiesta come ‘chef’, ti viene fissato un colloquio via Skype in cui devi raccontare di te, mostrare via webcam la tua casa, il tavolo da pranzo e la cucina, e il gioco è fatto, si può iniziare a ‘giocare al ristorante e a fare lo chef’. L’idea è davvero geniale. Si contrappone ai cosiddetti tourist-trap, i ristoranti turistici che ti propinano, spesso a prezzi improponibili, cotolette alla milanese di plastica e spaghetti scotti. Chi viaggia e ama conoscere non solo i luoghi, ma anche la cucina e le persone del posto, con EatWith può farlo davvero. Mangiando bene, stando in compagnia, spesso in una bella casa, con gente simpatica. Meglio di così, che volete di più?


NIGHTLIFE/TRAVEL

AREA8 Shoreditch? No. Kreuzberg? No, Matera Siamo ad Area 8, un luogo metropolitano in apparente stile shabby chic inaugurato da poco nella città dei Sassi, capitale europea della cultura 2019, in cui si mescolano in continua metamorfosi business e divertimento. E’ il nuovo hub della poliedricità: di giorno accoglie professionisti che macinano progetti di comunicazione visiva per clienti nazionali e internazionali e dal tramonto fino all’alba si trasforma in bar, teatro, cinema, ballroom, tra cocktail dalle formule originali e stuzzichini molto glocal. “E’ un’ode all’incertezza, gongola Mikaela Bandini, ideatrice e curatrice di questo posto dai mille volti. Visti i tempi incerti che corrono, continua Bandini, Area 8 prende il nome dall’area del cervello responsabile per la gestione del pensiero complesso e delle incertezze, individuato dal medico tedesco Brodmann all’inizio del secolo”. Per superare le incertezze sembra quasi che ad Area 8 si lavori 24/7 iniettando continuamente nuova energia. Progettualità, nuovi concept per antichi spazi arredati con estrema cura, diverse destinazioni d’uso di grotte e lamioni dove indigeni e turisti, tra party e ballate notturne, assaporano ricette locali originalmente reinterpretate, cocktail esclusivi e sigari. Area 8 accoglie i suoi ospiti in un’atmosfera decisamente ruralurbana. Sui muri campeggiano i poster dei grandi capolavori del cinema girati nei Sassi di Matera, i tavoli da biliardo vintage sormontati da lastre di cristallo occupano la scena nella grande sala, negli angoli brillano le bouvette anni 50 e i frigoriferi di modernariato. Per rilassarsi e chiacchierare ci si accomoda su soffici poltrone e divani anni 70, oppure su sedie di vecchi cinematografi e banchi di scuola con tanto di penne e matite che invitano a lasciare ricordi e pensieri. In fondo, questo posto un tempo ha ospitato anche un Liceo. E’ qui che fanno capolino gli ospiti illustri che arrivano nella futura capitale europea della cultura: oscar e maestri del grande cinema mondiale, artisti, attori, scrittori e giornalisti. Tra i cocktail speciali il Moscow mule con un twist materano servito in bicchiere di rame appositamente realizzato, il Milano-Matera, formulato come risposta indigena al Mi-To, oppure l’originalissimo Matera Island, realizzato con fiori di sambuco al posto della Cola. Da mangiare, anche il crushi, un sushi rivisitato in salsa lucana con peperoni cruschi della zona, serviti, in alcuni casi, da vera geisha giapponese. Ma la vera sorpresa rimane la riservatissima Clubhouse & Cigar Room di Area 8, luogo segreto per pochi intimi. Difficilissimo accedere allo speakeasy superchic, ma una volta entrati, si viene avvolti da un’intrigante atmosfera proibizionista, tra

arredi di design vintage originali - Frau, Cassina, Mackintosh - in cui ci si sprofonda sotto un’ invitante luce soffusa. Sono 12 posti i contati, e l’ingresso è su un ballatoio semi nascosto ricoperto da edera. L’accesso è garantito solo da password segreta.

A destra, ritratto di Mikaela Bandini, anima di Area8. Sotto, scorcio di una delle sale del ‘locale’. In basso, tre dettagli dell’esclusivo speakeasy

Txt > Valentina Dalla Costa Ph > Gundolf Pfotenhauer e Francesco Giase


HOSTING

Txt > Valentina Dalla Costa

Bancone bar e ‘hall’ dell’Artist Residence di Pimlico, Londra

Non c’è due senza tre

Uno a Brighton e l’altro a Cornwall. Dopo le prime due aperture di successo, Artist Residence approda nel tranquillo quartiere di Pimlico, vicino a Soho e Chelsea. Solo 10 camere da letto, una residenza rustica di lusso, come lo definiscono i suoi proprietari. L’edificio fu realizzato da Thomas Cubitt, stesso progettista che ha firmato, negli anni, molte residenze del quartiere e del vicino Belgravia. Quella che adesso è l’entrata dell’hotel, è stata per molto tempo il Clarendon pub. Il nome è tutto un programma, e ben riflette l’animo dei due fondatori, Justin Salisbury e Charlotte Newey, rispettivamente 27 e 28 anni. Giovanissimi, hanno fatto centro fin da subito: il primo hotel di Brighton è stato realizzato in collaborazione con alcuni artisti, e visto il successo del primo ‘esperimento’, hanno continuato sulla stessa scia, creando una sorta di hotel/galleria d’arte, coinvolgendo artisti ‘classici’, graphic designer e street artists come Pure Evil, Dan Hillier, Connor Brothers, Tammy Mackay e Dan Baldwin. L’Artist Residence è fatto da stanze dall’aspetto sobrio, arredi di gusto, arte alle pareti e, invece della hall, una piccola scrivania che da’ il benvenuto agli ospiti dell’hotel. Dovessimo fare una recensione su Tripadvisor, sarebbe da 5 pallini sulla fiducia.


travel

Txt > Mary Marchesano

Photo by Elido Turco

Vado a vivere a Miami!

Vi è mai capitato di fare il gioco delle parole? Ma sì dai… è quello in cui devi scegliere una parola che più ti rappresenta. Nel mio caso però è stata la parola a scegliere me: zingara, nomade o gipsy, per essere più internazionali. Mi chiamano zingara da quando avevo l’età di 5 anni perché tentavo, senza successo, di scappare da casa. Fin da piccola sono cresciuta come se mi mancasse qualcosa e con la consapevolezza che quello che cercavo si trovava da qualche parte nel mondo. A 20 anni me ne sono andata, e questa volta per davvero, con la voglia di conoscermi e capire chi fossi. Negli anni (e ne sono trascorsi parecchi se consideriamo che quest’anno ne compio 37) ho cambiato 5 paesi e moltissimi lavori, e nel frattempo ho scelto la mia seconda parola: cambiare! L’ultimo cambiamento, quello che maggiormente mi ha segnata, è stato il mio trasferimento a Miami, dove ho vissuto per tre anni. Una città che mi ha dato tanto, che

74

Scorci della città vista dall’alto

mi ha fatto crescere e …non siamo ipocriti, profumi, i suoi odori, il clima tropicale che dura tutto l’anno, rendono questa città un anche divertire! posto unico dove vivere. Difficile da spiegaQuando parlo di Miami, la definisco sempre re per chi conosce Miami solo pochi giorni come una città magica. Grazie alla commiall’anno; quello che questa località può ofstione di culture, tradizioni e storia degli frire va oltre l’aspetto di puro divertimento emigranti che ci abitano, hai la fortuna di con il quale per anni è stata classificata. trovarti a mangiare in un bistrot francese e a soli pochi chilometri ti ritrovi ad entrare Un altro esempio di come questa città è in in una panaderia argentina, catapultato in grado di stupirti è rappresentato dal suo un ambiente completamente diverso. I suoi aspetto: Miami alterna case in perfetto stile


La guida vuole dare ai lettori, in cerca di una nuova vita all’estero, gli strumenti utili per poter affrontare questo cambiamento e farlo nella maniera più consapevole e intelligente possibile. Visti di immigrazione, come trovare lavoro in Florida, come aprire una società, il costo della vita, il mercato immobiliare sono solo alcuni degli argomenti che vengono trattati nella guida. La guida inoltre è integrata con testimonianze e interviste a professionisti che vivono e lavorano a Miami da tempo, e che questo passo quindi l’hanno già compiuto. Cambiare è sinonimo, per me, di innovazione, di crescita e di miglioramento. Ma per cambiare ci vuole sempre e comunque un piano, un progetto ben definito e non solo un vago desiderio di fuga. Seppur positivo il cambiamento deve basarsi su scelte ponderate e pianificate, anche a 20 anni. Occorre identificare pro e contro di una scelta così importante, individuare con precisione gli obiettivi e soprattutto essere consci degli strumenti legislativi che si hanno a disposizione. … Ora vi starete chiedendo se poi alla fine ho trovato quello che stavo cercando. Sì, ed era proprio nel posto dove non avevo ancora cercato: dentro di me. La guida è acquistabile su Apple Store, Google Play, Amazon, IBS e molti altri marketplace.

art deco che risalgono all’architettura degli anni 30 a imponenti bulding di nuovissima costruzione. Passato, presente e futuro si mescolano assieme creando un paesaggio e un’atmosfera singolare. Ma il cambiamento, soprattutto da un paese ad un altro non è affatto semplice. I primi tempi non sono stati facili, e confesso che ci sono stati dei momenti in cui ho pensato: “torno indietro, ma chi me l’ha fatto fare!” Proprio per questo motivo, forte della mia esperienza personale, ho deciso di pubblicare “Vado a vivere a Miami - Guida pratica per chi sogna di trasferirsi in Florida” che fa parte di una collana di ebook edita dal sito Voglio Vivere Così.

A sinistra, la copertina della guida ‘Vado a vivere a Miami’

75


FASHION

TXT > Carlotta Russo

news à porter Vivienne Westwood Borsone in canvas riciclato ‘Handmade with love’ a Nairobi, creato per il progetto Ethical Fashion Organization. Prodotto utilizzando tela e ottone riciclati, striscioni stradali e tagli di pelle inutilizzata.

Stroili Oro Bracciale della collezione The Denim Jewels Collection in ottone rosato, jeans e cristalli.

Prada Shopping in broccato patch.
I tessuti antichi mixati a tessuti moderni riprendono il tema principale della collezione primavera/ estate 2015. La shopping, proposta in diverse fantasie di colori, è il risultato di una ricerca condotta sui broccati del Settecento e dell’Ottocento e degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta, riprodotti con telai originali dell’epoca che producono 1 metro di broccato ogni ora.

Comete Gioielli L’azzurro delle Acquemarine tinge questa primavera 2015 di colori pastello, soavi ed eleganti.

Reinhard Plank

76

Cappelli dinamici, unici e innovativi. Materiali pregiati di manifattura italiana recuperati dagli anni’70 vengono ridipinti utilizzando bagni di colore di pigmenti naturali e infine rimodellati su forme contemporanee. Collezione primavera/estate 2015.


Michele Chiocciolini Clutch da uomo in pelle interamente made in Italy, tagliata e cucita a mano da sapienti mani artigiane in uno dei più antichi laboratori fiorentini. Immagini stilizzate rievocano figure architettoniche, dove tuttavia non restano estranee la morbidezza e la fluidità. In foto la dog clutch.

Laura Biaggiotti Maxi-pochette Balla con intarsi patchwork multicolor, ispirazione futurista.

Pas de Rouge Mary Jane in suede con inserto in rete. Proposta anche in vernice nera, vernice in balt color talpa o in wendy talpa.

Brunello Cucinelli Giubbino in visone traforato con motivi floreali e gilet in canvas con rouches. Collezione primavera/estate 2015.

Emilio Pucci Janis è una borsa anni ’70 dal tocco magico. Le linee e i colori femminili sono fedeli al codice dello stilista. Forma arrotondata, materiali brillanti, chiusura con specchietto cromato. Anelli di cuoio tagliati a laser tracciano il perimetro esterno e si estendono per formare una tracolla regolabile. Disponibile in vari formati sia in vitello e camoscio in oceano blu, corallo, bordeaux, kaki e rosa orchidea. Collezione primavera/ estate 2015.

77


ISSN 1120•9720 - Mensile -TAXE PERCUE (TASSA RISCOSSA). UFFICIO CMP/2 ROSERIO - MILANO. Spedizione in abbonamento postale - 45% - D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano

E 8.00 “Italy only” - F E 13,00 - D E 13,00 - GR E 14,30 P E 15,40 - E E 8,90 - GB GBP. 10,00 - N NKR. 172,00 S SKR. 170,00 - CH SFR. 23,00 - NL E 19,00. - B E 10,00

DISCOVER THE NEW ISSUE OF DDN PRODUCT DESIGN & MARKETING STRATEGIES

211

3

DDW srl | Via Lucano, 3 | 20135 Milano | Italy Tel. +39 02 5517257 - Fax +39 02 5456803 - e-mail: info@designdiffusion.com internet: www.designdiffusion.com - web tv: www.designdiffusion.tv

DESIGN REALE A MONZA PARIS/KÖLN CARTE BLANCHE/ CARLO MOLLINO

FLOU/RODOLFO DORDONI


vi invita a

concept by

dal 14 aprile al 30 maggio

QC Termemilano Piazza Medaglie d’Oro angolo Viale Filippetti Milano Con la partecipazione degli artisti:

Tegi Canferi, Gruppo Giu.ngo-Lab, Ale Guzzetti, Fukushi Ito, Robert Lang, Matteo Mezzadri, Federico Viola

main sponsor

sponsor

LIFE DESIGN by

COMPOSITE PANELS FOR ARCHITECTURE



Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.