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INTERNATIONAL MAGAZINE OF ARCHITECTURE AND DESIGN

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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (con.in L. 27/02/2004) art. 1, comma 1, DCB Milano. (TASSA RISCOSSA)

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gennaio-febbraio-marzo/january-february-march 2015

44 Direttore responsabile/Editor in chief Carlo Ludovico Russo Direttore/Editor Franco Mirenzi

Editoriale

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Franco Mirenzi

News

6 Books

Luisa Castiglioni,

8 Exhibition

Francesca Russo,

Consulente di redazione Editorial consultant Luisa Castiglioni

12 Fairs

Francesca Tagliabue

16 Projects

Progetto grafico e consulenza artistica Graphic layout & art consultant Franco Mirenzi

30 Hotel Report

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Kyonan

48 Minimi termini/Lowest terms

Francesca Tagliabue

Contributi/Contributors Francesca De Ponti Elviro Di Meo Antonietta Radaelli Francesco Russo Francesca Tagliabue

Selfoss

54 In pace nella natura/Peacefully in nature

Francesca Tagliabue

Leça da Palmeira

60 Architettura della percezione/Architecture of perception

Francesca De Ponti

Fontevraud

66 Un passato silenzioso/A silent past

Luisa Castiglioni

DHD Architecture in USA Bradley Wheeler

Orléans

72 Come una matrioska/Like a matrioska

Francesca Tagliabue

Paris

76 La classe non è acqua/Class will out

Francesca Tagliabue

Paris

84 Un angolo di paradiso/A slice of heaven

Antonietta Radaelli

Ufficio abbonamenti/Subscription office Francesca Casale

Bergamo

88 Architettura contestuale/Contextual architecture

Elviro Di Meo

Traduzioni/Translations Giovanna Castrovinci Daline Diwald

Stockholm

94 Questa casa è un albergo/This house is a hotel

Francesca Tagliabue

Realizzazione grafica/Graphic designer Fabio Riccobono

Ufficio traffico/Traffic department Daniela D’Avanzo

Copertina/Cover: Hôtel Dupanloup, Orléans, project: Studio Makkink & Bey

Design Diffusion World srl Redazioni/Editorial Offices Direzione, amministrazione, pubblicità Management, Administration, Advertising Via Lucano 3 20135 Milano Tel. 02/5456102 – Fax 02/54121243 www.designdiffusion.com

Phuket

100 Nuovo oriente/New orient

Antonietta Radaelli

Les Cerniers

108 Bungalow 2.0

Francesca Tagliabue

Barcelona

114 Quel tocco in più/That extra final touch

Francesca Tagliabue

Odessa

118 Gustare con gli occhi/Tasting with eyes

Antonietta Radaelli

Tokyo

124 La forza del passato/The strength of the past

Francesca Tagliabue

Stockholm

128 Sognando la California/Dreaming California

Francesca Tagliabue

Hollywood

132 Vine Street Upgrade 2.0

Bradley Wheeler

Hong Kong

136 Una cena al museo/A dinner at the museum

Francesca Tagliabue

Ufficio abbonamenti Numero Verde 800/318216 Tel. 02/5516109 – Fax 02/5456803

Stampa/Printer Color Art Via Industriale 24/26 25050 Rodengo Saiano (BS) Tel. 030/6810155

Editorial Office, Chicago Judith Jacobs P.O. Box 3342 Merchandise Mart 60654, 0342 Chicago IL – USA Tel. 001/3128361005 – Fax 3128361006

Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, DCB Milano Reg. Tribunale Milano n./Milan Court Reg.No. 245 del 13 Aprile 2004

Agenti/Agents Paolo Bruni, Teo Casale, Roberto Gallo

Editorial Office, Osaka Intermedia TS Bldg. 3-1-2 Tenma Kita-ku Osaka, Japan Tel. 00816/3571525 Fax 3571529

Amministrazione/Administration Norberto Mellini

Trimestrale/Quarterly magazine Prezzo/Price Euro 10,00

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Ambrogio Lorenzetti, L’allegoria ed effetti del buon governo/ The allegory of good and bad government, 1338 - 1339

La città ospitale

The cozy city

Il vantaggio delle città ospitali deriva da un complesso di fenomeni, che hanno costruito nel tempo la rete che ne determina la condizione vantaggiosa: dalle attività commerciali e culturali all’attivismo dei cittadini che danno il tono a tutte le attività, comprese quelle politiche. L’economia, intesa come sviluppo di ogni attività, rende agevole il rapporto tra ospite e ospitante. La misura di grandezza è data dal numero di alberghi, ristoranti e molte altre tipologie di strutture adibite all’ospitalità, come luoghi per lo spettacolo, musei, centri convegni, aree attrezzate per lo sport e parchi pubblici. Il problema riguarda prevalentemente la politica dello sviluppo urbano in senso completo, poiché comprende lo sviluppo economico e sociale, quello delle infrastrutture ed edilizio. I viaggi di lavoro e quelli per il turismo generico si orientano verso luoghi in cui c’è qualcosa da fare o da vedere. In questo senso diventa necessario arricchire le città di cose utili ed attraenti, che si distinguano per particolarità e intelligenza, realizzando e creando occasioni di interesse e di svago in favore dei cittadini e di quanti le frequentano.

The advantage of cozy cities comes from a mix of phenomena which in time built the net determining the advantageous condition: from commercial and cultural activities to the activism of citizens who give prominence to all activities, included the political ones. Economy, meant as development of all activities, makes the relation between guest and host effortless. The measurement is given by the number of hotels, restaurants and many other types of structures dedicated to hospitality, such as places for shows, museums, conference centers, areas equipped for sports and public parks. The problem is mainly focused on the politics of urban development in complete sense, including the economic and social development, as well as the one of infrastructures and constructions. Work and touristic travels are oriented towards places where there is something to see. In this sense it is necessary to embellish cities with useful and attractive things, which can distinguish for peculiarity and cleverness, realizing and creating interests and fun in favor of citizens and visitors. Franco Mirenzi

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BOOKS ALPINE RETREATS

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Un viaggio nelle alpi alla scoperta di luoghi unici e di particolari e calde soluzioni per l’ospitalità. Il nuovo volume Alpine Retreats di Hannes Bäuerle, Claudia Miller edito da Details nella doppia lingua inglese-tedesco raccoglie un ampio ventaglio di suggestioni. Architetture esemplari della tradizione alpina e soluzioni innovative e rispettose allo stesso tempo, ma non solo. Nel libro, hanno grande spazio, infatti, saggi sul vivere, viaggiare e costruire in ambiente montano, nelle parole delle persone che ci vivono e che credono in uno sviluppo coerente e sostenibili. I progetti mostrati e raccontati nel libro sono accumunati da materiali e metodi di costruzione ecologici, nel rispetto della natura.

A travel across the Alps discovering unique places with warm and cozy details of hospitality solutions. The new volume Alpine Retreats by Hannes Bäuerle, Claudia Miller edited by Details in English-Dutch collecting a wide range of suggestions. Exemplar architectures of the alpine tradition and innovative and respectful solutions. In the book a lot of space is dedicated to essays on living, travelling and building in the mountain environment, according to an ecofriendly and sustainable development. The projects told inside the book are combined by eco-friendly materials and methods in the respect of nature.

ADI INDEX Giunto alla XXIII edizione, il Compasso d’Oro è tra i premi il più ambito da progettisti e designer. Il riconoscimento viene assegnato ogni tre anni a una serie di prodotti (arredi, complementi, oggetti per la persona, servizi, pubblicazioni editoriali) selezionati nell’arco del triennio precedente e pubblicati dall’ADI – Associazione Disegno Industriale all’interno dei suoi Index. L’edizione 2014 ha visto il conferimento di 21 Compassi d’Oro, 11 premi alla carriera e ben 90 menzioni d’onore ad altrettanti beni di consumo e persone ritenuti particolarmente meritevoli da una giuria di respiro internazionale. Il catalogo che raccoglie foto e descrizioni dei vincitori, le motivazioni dei giurati e una serie di testi storici e critici è edito da Corraini Edizioni, 2014. La pubblicazione si inserisce all’interno di “Design è”, il ciclo di eventi promosso dall’ADI per valorizzare il design in vista di Expo 2015. Tra questi la mostra allo spazio ex Ansaldo di Milano con i 300 beni selezionati dal 2011 al 2014.

descriptions of winners, reasons of jurors and a series of historical texts, edited by Corraini Edizioni, 2014. The publication is inserted inside “Design è”, the cycle of events promoted by ADI to appraise design in view of Expo 2015. Amongst these the exhibition organized at the ex Ansaldo space in Milan to allow everyone to closely observe the 300 goods selected from 2011 to 2014.

reinterpretation of traditional products who are revisited through a twist making them modern and desirable by those who love the open-air but also the outdoor world: explorers, photographers, cyclists, naturalists… even an interview to Erling Kagge, the first man who reached the North and South Pole on foot and who climbed the Everest.

THE OUTSIDERS

BUILDING BETTER

No, non stiamo dicendo che sia necessario operare una scelta estrema come quella del protagonista del libro (e film) Into the wild. Per ricercare pace, equilibrio interiore, un maggiore contatto con la natura e per vivere un’avventura è sufficiente fare una gita in montagna, esplorare le rive di un lago o passare una notte in tenda lontano dalla città e dai suoi frenetici ritmi. Il libro The Outsiders – New Outdoor Creativity di Jeffrey Bowman, Sven Ehmann, Robert Klanten pubblicato da Gestalten raccoglie una serie di oggetti e idee creative per la vita all’aria aperta. Amache sospese, scarponcini da trekking, remi da canoa decorati… Sono tante le aziende e i produttori indipendenti che si sono concentrati sulla rivisitazione di prodotti tradizionali reinventati con un twist che li rende contemporanei e desiderabili da chi ama vivere all’aria aperta ma anche da chi ne apprezza lo stile. Il libro contiene anche una serie di dichiarazioni di esponenti del mondo dell’outdoor: esploratori, fotografi, ciclisti estremi, naturalisti… perfino un’intervista a Erling Kagge, il primo uomo che ha raggiunto a piedi il polo nord, il polo sud e ha scalato l’Everest.

La crescente attenzione verso le risorse rinnovabili, lo sfruttamento di fonti energetiche pulite, la riduzione dei consumi e la ricerca di soluzioni ecocompatibili è sempre più evidente anche nei progetti architettonici di privati. Sì, perché sempre più spesso i proprietari di casa di ultima generazione desiderano che la loro dimora (nuova o ristrutturata che sia) abbia il minor impatto ambientale possibile. La sostenibilità è il punto di forza di tutte le case presentate nel volume Building Better – Sustainable Architecture for Family Homes di Sofia Borges, Sven Ehmann, Robert Klanten per Gestalten, ma queste ville green sono accomunate anche dal fatto di essere belle in maniera non comune.

Attraverso una serie di interviste ai progettisti e alle famiglie si scopre che stile e responsabilità possono andare di pari passo. Le soluzioni passano da giardini pensili per proteggere gli interni dal sole a strutture di legno completamente biodegradabili, passando per marchingegni per la produzione di energia in maniera autonoma a piante studiate per svilupparsi attorno a grandi alberi. Nessun limite alla sperimentazione!

Arrived at the XXIII edition, the Compasso d’Oro is one of the most yearned award for designers. The acknowledgement is assigned every three years to a series of products (furniture, accessories, personal objects, services, editorial publications) selected during the precious three years and published by ADI – Associazione Disegno Industriale inside its Index. The 2014 edition saw the assignment of 21 Compassi d’Oro, 11 career awards and 90 mentions of honor to people who are considered particularly worthy by a committee of international background. The catalogue collecting pictures and

No, we are not saying that it is necessary to take an extreme choice like the one of the protagonist of the book (and movie) Into the wild. To find peace, inside harmony, contact with nature and to live an adventure, going to the mountains, exploring the shores of a lake or spending a night in a tent afar from the city is enough. The book The Outsiders – New Outdoor Creativity by Jeffrey Bowman, Sven Ehmann, Robert Klanten published by Gestalten collects a series of trekking, decorated oars… Many are the companies and independent manufacturers who focused on the

The growing attention towards renewable resources, the exploiting of energetic sources, the reduction of consumption and the search for eco-friendly solutions. Yes, because more often the owners of a last generation property want their home (new or renovated) to have the lowest environmental impact possible. Eco-sustainability is the strength of all the houses presented inside the volume Building Better – Sustainable Architecture for Family Homes by Sofia Borges, Sven Ehmann, Robert Klanten for Gestalten, but these green villas also have another common point, they are uncommonly beautiful. Through a series of interviews


to designers and family we can discover that beauty and responsibility can go hand in hand. Solutions shift from pensile gardens to screen interiors from the sun to completely biodegradable wood structures, passing by machineries created to autonomously produce energy and layouts conceived to develop around great trees. No limits to experimentation!

THE CRAFT AND THE MAKERS Se gli anni Ottanta hanno visto il trionfo dei nuovi materiali, dei colori fluo e della sperimentazione, i Novanta quello delle griffe e l’ultimo decennio ha sancito la consacrazione da star di acclamati progettisti/stilisti, il periodo attuale vede un ritorno al passato. Non si tratta di una nostalgica ricerca di ciò che c’era e ora non c’è più, quanto di una propensione diffusa che identifica sempre più spesso le categorie di stile e lusso con i concetti di artigianalità e fatto a mano. Questa propensione verso la ricerca di oggetti (accessori moda, complementi per la casa, mezzi di trasporto o prodotti di bellezza) che abbiano un’anima che guarda alla tradizione rappresenta la volontà di acquistare prodotti belli, emozionanti, di grande qualità e che non fondino il proprio valore sulla forza di un logo o di un marchio. Grazie a questa rinata passione per le botteghe e il saper fare, sono migliaia nel mondo le imprese artigiane che lavorano materiali grezzi con tecniche antiche e danno vita a qualcosa

di nuovo, unico e inimitabile. Una volta erano i laboratori in cui lavoravano signori attempati dalle mani sapienti. Oggi sono officine e fab lab animati da giovani talenti. Alcune delle eccellenze della produzione indipendente sono raccolte tra le pagine del libro The Craft and the Makers – Tradition with Attitude di Duncan Campbell, Charlotte Rey, Robert Klanten, Sven Ehmann per Gestalten. E così si fa la conoscenza di Bole Tannery che a pochi chilometri dal circolo polare artico produce cartelle di cuoio old school; si incontra Patrick Muff, il tatuatissimo orafo creatore di gioielli gotici; ci si imbatte in El Solitario, specializzato in motociclette custom made; si scopre l’abilità di Asaiyaki ceramista a Kyoto da tredici generazioni. E di molti altri designer-alchimisti-meccanici-stilisti che con dedizione, ogni giorno, fanno di un mestiere la propria ragione di vita.

If the Eighties saw the triumph of new materials, fluorescent colors and experimentations, the Nineties saw the one of brands and the last decade marked the consecration of designers and stylists, the current time sees a return to the past. This is not a nostalgic search for what something which no longer exists, but rather a spread consideration identifying style and luxury categories with craftsmanship. This search for objects (fashion accessories, house complements, transportation means or beauty products) with a soul looking towards tradition represents the desire of getting beautiful, touching highquality products which do not fuse their

value with a logo or a brand. Thanks to this reborn passion for small shops and know-how, thousands are the artisanal companies across the world which work raw materials with ancient techniques and give life to something new, unique and inimitable. In the past they were the workshops where old men with wise hands used to work. Now they are fab labs and workshops hosting young talents. Some of the excellences of independent manufacturing are collected in the pages of the book The Craft nd the Makers – Tradition with Attitude by Ducan Campbell, Charlotte Rey, Robert Klanten, Sven Ehmann for Gestalten. And so we get to know Bole Tannery who a stone’s throw from the Artic polar circle produces old school leather goods; we meet the El Solitario, specialized in custom-made motorbikes; we discover the skills of the ceramist Asaiyaki, in Kyoto since thirteen generations. And many other designersalchemists-mechanisms-stylists who every day, with dedication, make their work become their reason for life.

KNIFE AND FORK Se è vero che – a volte – l’apparenza inganna, bisogna ammettere che l’immagine trasmessa al pubblico da aziende e locali contribuisce (e non

creazione di un’immagine coordinata forte e in grado di trasmettere immediatamente i loro punti di forza. Menu, biglietti da visita, insegne e packaging diventano strumenti per comunicare messaggi che vanno ben oltre il nome del prodotto e il prezzo. Le imprese a conduzione familiare scommettono sulle genuinità dei propri prodotti, i fast food con orientamento salutista puntano sulla freschezza degli ingredienti, i ristoranti concepiscono listini che possano comunicare la raffinatezza dei piatti, la loro provenienza o l’unicità. Sono spesso le realtà più piccole a scommettere con più audacia su nomi intriganti, loghi, font e colori accostati in maniera inedita, su grafiche riprese dal passato o su nuovi formati di stampa per tutto il materiale cartaceo. Per questo val la pena di sfogliare Knife and Fork – Visual Identities for Restaurants, Food and Beverage, di Robert Klanten, Anna Sinofzik per Gestalten, un compendio che raccoglie il meglio dell’identità visuale concepita per l’hospitality a 360° gradi.

It is true that – sometimes – appearance misleads, we have to admit that the image transmitted to companies and locals contribute to their success or collapse. This also happens to the food dimension. In a historic moment when attention is focused on food, in the moment of the highest success for chefs, small companies and restaurants cannot exclude the creation of a strong coordinated image able to immediately transmit their strengths. Menus, business cards, banners and packaging become devices to communicate messages beyond the name and price of the product. Family businesses bet on freshness of products, healthy-oriented fast foods focus on freshness of ingredients, restaurants conceive menus able to communicate the refinement, origin and uniqueness of dishes. Small realities are those who often bet on intriguing names, logos, fonts and colors combined in unique ways, on graphics coming from the past or on new

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poco) al loro successo o fallimento. Questo vale anche nel campo della ristorazione. In un momento storico in cui gran parte dell’attenzione sembra concentrata su tutto ciò che riguarda il cibo, nel periodo di massimo successo per gli chef, le piccole aziende e i ristoranti non possono prescindere dalla

printing formats for the paper material. For this reason it is worthy to browse pages of Knife and Fork – Visual Identities for Restaurants, Food and Beverage, by Robert Klanten, Anna Sinofzik for Gestalten, a volume including the best of the visual identity conceived for the 360° hospitality.


EXHIBITION

catalizza ogni giorno l’attenzione dei passanti). Qui sotto la scultura luminosa creata per la IX Triennale da Fontana viene riproposta la grande installazione ‘Pigment Pur’ realizzata da Klein nel 1957 per una personale a Parigi. Un dialogo inedito all’insegna delle contaminazioni. (F. T.)

VOID AND SPACE The exhibition dedicated to Yves Klein and Lucio Fontana will be open until March 15th at the Museo del Novecento in Milan. The retrospective joins in unique way the two names, combined by an artistic research about space and void apart from the dense twine of personal relations. 90 works combined according to their topic or for visual harmony, together with a series of photographs and archive videos, tell the story of a close cooperation, spangled with collectors and gallery owners who are interested in works by Yves Klein (1928-1962), and by Lucio Fontana (1899-1968). The first solo exhibit of Klein in Milan dates back to 1957, presented by Pierre Restany, at the Galleria Apollinaire in Brera; on that occasion, a young

IL VUOTO E LO SPAZIO

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Rimarrà aperta fino al prossimo 15 marzo la mostra dedicata a Yves Klein e Lucio Fontana al Museo del Novecento di Milano. La retrospettiva affianca in maniera inedita i due personaggi, accomunati da una ricerca artistica circa il rapporto tra lo spazio e il vuoto oltre che uniti da un fitto intreccio di relazioni personali. 90 opere accostate tematicamente o per assonanza visiva, insieme a una serie di fotografie e filmati d’archivio, raccontano una storia di stretta collaborazione, costellata di galleristi e collezionisti interessati sia ai lavori di Yves Klein (1928-1962), sia a quelli di Lucio Fontana (1899-1968). Risale al 1957 la prima personale di Klein a Milano, presentata da Pierre Restany, alla Galleria Apollinaire di Brera; in quell’occasione, un giovane Fontana comperò un’opera del collega e lo mise in contatto con la sua rete di amicizie. Lettere autografe e appunti testimoniano un fitto scambio di idee e suggerimenti, in un periodo – gli anni Sessanta – culturalmente vivo e aperto alla sperimentazione di nuovi linguaggi. L’esposizione si snoda all’interno della sala del Museo già dedicata ai ‘Concetti Spaziali’ di Fontana e ha il suo climax nella grande sala vetrata della ‘Struttura al Neon’ (lo spazio visibile da Piazza Duomo e che

Fontana will buy a work of the colleague and put him in contact with his net of friendships. Letters and drafts witness a dense exchange of ideas and suggestions, in a time – the Sixties – which were culturally alive and opened to experimentation of new languages. The exhibition is unknotted inside the hall of the Museum already dedicated to ‘Space Concepts’ by Fontana and has its climax in the wide wall glass of the

‘Struttura al Neon’ (the space that can be seen from Piazza Duomo and which everyday captivate the attention of pedestrians). Here under the luminous sculpture created for the IX Triennale da Fontana is proposed again the great installation ‘Pigment Pur’ realized by Klein in 1957 for a solo exhibition in Paris. A unique dialogue dedicated to contaminations. (F. T.)


UNA FIAMMA COME PENNELLO Sacchi, Legni, Plastiche, Combustioni: la grande produzione di Alberto Burri (19151995) si pone al centro di una corrente che potremmo catalogare come informaleastratta, imponendosi all’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori attraverso opere materiche, monumentali e di grande impatto emotivo. L’esposizione parmense “Fuoco Nero: materia e struttura attorno e dopo Burri” pone l’accento sull’influenza che la sua poetica ha avuto nel tempo. La mostra, curata dallo storico dell’arte Arturo Carlo Quintavalle, ruota attorno alla sequenza fotografica di Aurelio Amendola che ha fissato su pellicola gli attimi in cui Burri ha creato una “Plastica” utilizzando una fiamma per fonderla. Gli scatti sono posti vicino a un Cellotex, donato dallo stesso Burri all’Università di Parma 40 anni fa. Accanto a questi sono esposti lavori di artisti contemporanei che sono stati chiamati a creare un’opera che fosse collegata alla ricerca di Burri, spiegando le ragioni di tale collegamento. Fra le grandi personalità di spicco contattate per rendere omaggio all’opera dell’artista di Città di Castello si annoverano Mimmo Paladino e Luca Pignatelli, Marcello Jori e Alberto Ghinzani, Giuseppe Spagnulo e Emilio Isgrò, Medhat Shafik e Franco Guerzoni, Gianluigi Colin e William Xerra. Infine, un’anteprima per gli appassionati: nel 2015, in occasione del centenario dalla nascita, il prestigioso Solomon R. Guggenheim di New York organizzerà un’importante retrospettiva dedicata a Burri. (F. T.)

A FLAME TO PAINT Sacchi, Legni, Plastiche, Combustioni: la grande produzione di Alberto Burri (1915-1995) is at the core of a stream we could catalog as informal-abstract, drawing the attention of the audience and professionals through tactile, monumental works of great emotional impact. The exhibition in Parma “Fuoco Nero: materia e struttura attorno e dopo Burri” puts the stress on the influence his poetics had over time. The exhibit, curated by the historic of art Arturo Carlo Quintavalle, is organized around the photographic sequence by Aurelio Amendola who immortalized the moments when Burri created a “Plastica” using a flame to fuse it. Shots are located next to a Cellotex, which Burri himself gave to the Università di Parma 40 years ago. Next to these we find works by contemporary artists who have been called to create works linked to the research done by Burri, explaining reasons of that connection. Among the prominent names who took part in the homage to the artist from Città di Castello, Mimmo Paladino e Luca Pignatelli, Marcello Jori and Alberto Ghinzani, Giuseppe Spagnuolo and Emilio Isgrò, Medhat Shafik and Franco Guerzoni, Gianluigi Colin and William Xerra. In the end, a preview for those who are fond of: in 2015, on the occasion of the centenary of his birth,

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the prestigious Solomon R. Guggenheim in New York will organize an important retrospective dedicated to Burri. (F. T.)


EXHIBITION IL POTERE DELLA LUCE

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Una mostra interdisciplinare, che spazia dal design all’architettura toccando anche l’arte e i nuovi media, racconta nelle sale del Vitra Design Museum di Weil am Rhein (Germania) la luce elettrica. Non si tratta di un’esposizione organizzata cronologicamente per raccontare la storia di una scoperta che ha cambiato radicalmente il nostro modo di vivere, ma di un viaggio da compiere attraverso oggetti, fotografie e installazioni per scoprire le infinite possibilità creative di questo mezzo. Materiale-immateriale, tradizione-innovazione: sono diverse le dicotomie che affronta Lightopia. Si parte dall’incontestabile tesi secondo la quale siamo ormai dipendenti dalla luce e si scopre come, nel tempo, questo mezzo sia stato sfruttato e anche come verrà impiegato negli anni a venire. Le sezioni della mostra sono l’occasione per ammirare una magnifica collezione di pezzi di design (dalle prime lampade pseudo-artigianali con forme simili a oggetti già conosciuti per risultare più familiari, fino alle realizzazioni attuali più sperimentali), per vedere come la luce possa disegnare lo spazio e accendere spettacoli, eventi e anche essere protagonista di eccezionali installazioni. Infine, un’intera area è riservata all’indagine delle nuove tecnologie (Led e Oled soprattutto), alla ricerca di equilibrio tra luce naturale e artificiale soprattutto in ambito architettonico e al problema dell’inquinamento luminoso. Lightopia è quindi un’occasione unica per affrontare un tema a 360 gradi, ma anche un luogo emozionante e coinvolgente. In esposizione infatti si trovano anche un’opera di Olafur Eliasson, una di Lazlo MoholyNagy e la ricostruzione di una discoteca psichedelica del 1968. (F. T.)

THE POWER OF LIGHT UA inter-disciplinary exhibit, spacing from design to architecture also touching art e new media, telling the electric light in the halls of the Vitra Design Museum in Weil am Rheim (Germany). It is not a chronologically organized exhibition showing the story of a discovery which radically changed our way of living, but rather the story of a travel through objects, photographs and installations to discover the infinite creative possibilities of this means. Tactile-intangible, tradition-innovation: different are the dichotomies treated by Lightopia. Starting from the incontestable thesis according to which we are now depending on light and discovering how this means has been exploited in time and how it will be used in the future. Sections of the exhibit are the occasion to admire a magnificent collection of design pieces (from the first pseudoartisanal lamps with familiar shapes to the most experimental ones), to see how light can design space and give life to amazing shows, events and can also be protagonist of exceptional

installations. In the end, a whole area is dedicated to the new technologies (Led and especially Oled), to the search of balance between natural and artificial light mainly in the architectural environment and to the problem of the luminous pollution. Lightopia is therefore a chance to face the matter in its whole, but also a touching and involving place. Other exhibited works are indeed an opera by Olafur Eliasson, one by Lazlo Moholy-Nagy and the reconstruction of a psychedelic disco of 1968. (F. T.)


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FAIRS ARCHITECT@WORK

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Il target molto definito – quello dei professionisti dell’architettura – ha risposto con entusiasmo al debutto in Italia di ARCHITECT@WORK. La prima edizione, tenutasi a Milano a Fiera Milano Congressi il 19 e 20 novembre 2014, ha richiamato 2.172 visitatori. Il risultato ha superato ogni aspettativa, sia dell’organizzazione sia degli espositori partecipanti. Oltre 100 produttori e distributori nazionali hanno fatto conoscere le loro innovazioni a un pubblico molto selezionato di architetti e designer. La manifestazione internazionale ha presentato una selezione di prodotti, materiali, applicazioni e servizi innovativi, oltre a un programma di seminari (per la partecipazione ai quali venivano riconosciuti crediti formativi – in collaborazione con la rivista OFARCH), una mostra sui materiali eco-sostenibili (curata da Matrec), sessioni speciali a tema e l’opportunità di fare networking in un contesto stimolante, moderno e informale. Il focus sull’innovazione è sempre garantito durante ARCHITECT@ WORK perché ogni singolo prodotto mostrato sugli stand è stato preventivamente approvato da una commissione tecnica di architetti e interior designer. La prossima edizione di ARCHITECT@ WORK in Italia si terrà nell’autunno 2015 al MiCo – Fiera Milano Congressi. (L. C.; ph: Laura Rizzi)

The defined target – experts of architecture – answered with enthusiasm to the debut in Italy of ARCHITECT@WORK. The first edition, in Milan at the Fiera Milano Congressi on November 19th and 20th 2014, attracted 2.172 visitors. The result was beyond any expectations, both of the organizers and of the exhibitors. More than 100 manufacturers and national distributors showed their innovations to a selected audience of architects and designers. The international exhibition presented a selection of products, materials,

applications and innovative services, apart from a program of seminars (the participation included credits – in cooperation with OFARCH magazine), an exhibition on ecofriendly materials (curated by Matrec), special session on the opportunity of networking in a stimulating, modern and informal context. The focus on innovation has always been guaranteed during ARCHITECT@ WORK since each single product shown in the booths has been previously approved by a technical board of architects and interior designers.

The next edition of ARCHITECT@WORK will be held in Italy in autumns 2015 at MiCo – Fiera Milano Congressi. (L. C.; ph: Laura Rizzi)


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FAIRS EQUIP’HOTEL 2014 Questa edizione di Equip’Hotel “è stata particolarmente positiva con una ripresa abbastanza decisa dei progetti e degli investimenti. Sono sempre più convinta che Equip’Hotel riunendo l’insieme della professione ha dimostrato il suo ruolo essenziale nel mercato della ristorazione e dell’hôtellerie”. Le parole positive e ottimiste di Corinne Menegaux, direttore del salone parigino, ne siglano il successo. Equip’Hotel 2014 ha presentato numerose novità all’interno degli stand fornendo anche molte nuove idee progettuali grazie agli Studios. Equip’Hotel si posiziona definitivamente come l’appuntamento Internazionale dell’hôtellerie/ristorazione con un aumento del 5% dei visitatori internazionali e un grande successo per la prima edizione del club export e del programma top buyers, provenienti da tutto il mondo. Inoltre, durante i 5 giorni del salone, architetti, designer, esperti, tutti parte integrante del programma “ambasciatori”, hanno condiviso le loro esperienze nell’ambito di tavole rotonde internazionali. (L. C.)

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2014 edition of Equip’Hotel has been particularly positive with a rather determined retake of projects and investments. “I’m more and more certain that Equip’Hotel has proven its essential role in restaurant and hôtellerie services by bringing together the whole of the profession”. The positive and optimistic words of Corinne Menegaux, director of the Parisian salon, sign its success. Equip’Hotel has presented many news on its stands, showing also many new design ideas thanks to the Studios. Equip’Hotel is definitively wellestablished as hôtellerie/restaurant services’ international appointment with a 5% increase of international visitors and a big success for the first edition of the export club and the top buyers plan, coming from all over the world. And then, during the 5 days of the salon, architects, designers, experts, all integral parts of “ambassadors” project, have shared their experiences on international round tables matter. (L. C.)


M A D E I N I TA LY


PROJECTS

la ricercatezza dei dettagli. La classicità della storica architettura fiorentina si mescola al design contemporaneo degli arredi dando vita a un perfetto equilibrio tra passato e presente. Le sale si articolano fluidamente accomunate da un gioco di luci che valorizza le diverse caratteristiche planimetriche di ciascun ambiente. Attorno alle sale si affaccia una preziosa corte interna che arricchisce con le sue piante l’intera atmosfera. L’osteria è un ambiente confortevole e conviviale caratterizzato dalla presenza di un grande lucernario. Al piano inferiore, si trovano la cantina e il privè con camino. Completano l’offerta, la pizzeria, gli ambienti dedicati ai dolci e alla gelateria e il negozio di prodotti enogastronomici. (F. R.)

life to a perfect balance between past and present. Halls fluidly articulate in a game of lights which highlights the different layout characteristics of each environment. Around the halls a precious inner court faces embellishing the whole atmosphere. The tavern is a comfortable environment featured by the presence of a wide skylight. On the low ground there are the tavern and a private area with fireplace. The pizzeria and the environments dedicated to desserts and ice-cream parlor and the food products shop complete the offer. (F. R.)

CUCINA TORCICODA

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Il percorso ellittico di via Torta, che si snoda nel cuore della città di Firenze tra via Verdi, via dell’Anguillara, Borgo de’ Greci e piazza Peruzzi per concludersi all’inizio di via de’ Benci, delinea l’area dove sorgeva l’Anfiteatro Romano nella Firenze tra il 124 e il 130 d. C. Una strada dall’andamento curvilineo, un tempo battezzata come via Torcicoda. È qui che nasce Cucina Torcicoda, studiato da Luigi Fragola Architects. Il progetto si estende per oltre 1000 metri quadrati dando vita a cinque diversi locali, ognuno con una propria vocazione e atmosfera: il ristorante, l’osteria, la pizzeria, il negozio dei prodotti tipici, la gelateria. “Sin da subito ci è stata chiara la necessità di coniugare le differenti funzioni attraverso un articolato ventaglio di possibili percorsi che stimolasse la curiosità del visitatore: un unico luogo all’interno del quale è possibile scoprire e usufruire di cinque differenti locali” spiega Luigi Fragola, autore del progetto. “L’obiettivo primario era quello infatti di emozionare, incuriosire, invogliare le persone ad addentrarsi, a scoprire da sole i diversi ambienti presenti, suggerendo i percorsi, mai indicandoli esplicitamente”. Il ristorante è caratterizzato dai toni caldi ed avvolgenti delle finiture, dalla ricchezza dei tessuti e dei materiali, dal-

The elliptical course in via Torta, unknotting in the heart of Florence between via Verdi, via dell’Anguilla, Borgo de’ Greci and piazza Peruzzi to end at the beginning of via de’ Benci, delimitates the area where the Anfiteatro Romano was arising between 124 and 130 AD. A curved street, once baptized as via Torcicoda. Here arises Cucina Torcicoda, designed by Luigi Fragola Architects. The project extends for more than 1000 square meters giving life to five different locations, each of them with specific vocation and atmosphere: restaurant, tavern, pizzeria, shop of typical products, ice-cream parlor. “From the very beginning there has

been the necessity to combine different functions through an articulated range of possible courses which could stimulate the curiosity of the visitor: a single place where it is possible to discover and use five different locations” explains Luigi Fragola, author of the project. “The main goal was to touch, intrigue, encourage people to discover by themselves different environments, recommending courses but never explicitly indicating them”. The restaurant is featured by warm and welcoming shades of finishes, by the richness of fabrics and materials, refinement of details. The classic dimension of the Florentine architecture mixes with contemporary design giving


Bed ONDA, Design Tiziano Bistaffa

www.selva.com

CREAZIONI UNICHE PER L‘OSPITALITÀ . Nel settore dell‘arredo alberghiero dal 1968 . 300 progetti internazionali all‘anno . Soluzioni e arredi personalizzati . Competenza - Logistica - Know-How . Design & Produzione “Made in Italy“


PROJECTS FLYING ROOM

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I 60 mila visitatori dell’edizione 2014 del Salone Internazionale della Accoglienza SIA GUEST, a Rimini Fiera dal 9 al 12 ottobre, hanno potuto sperimentare in anteprima il modello di ospitalità messo a punto dallo studio di Massimo Mussapi con il progetto Flying Room: una proposta articolata, basata su una concezione di stanza d’albergo dall’alto tasso di accessibilità, fruibilità e comodità a prescindere da stile, categoria, budget e posizionamento. Quindi, una camera con caratteristiche tali da soddisfare le reali esigenze di tutte le tipologie di ospiti e viaggiatori. Ogni elemento tecnico e di arredo del progetto è disegnato o selezionato da Massimo Mussapi tra i prodotti delle numerose aziende partner, leader nei diversi ambiti: Indel B, Metallux, Rubinetterie Stella, Provex, Confalonieri, Carmignani, Egoluce, Philips, Metalmarc, Cleaf, Bampi, Teuco, BTicino. Il concept nasce dalla volontà di liberarsi dagli stereotipi di ospitalità che non soddisfano nessuno per rispondere invece alle esigenze reali dei viaggiatori, che poi sono poche, semplici e universali: massima igiene, capire subito e in modo intuitivo come funziona tutto, soluzioni pratiche alle esigenze del viaggiatore, e dormire bene. Che poi debba essere un ambiente bello e gradevole l’architetto lo considera scontato. Flying Room è un progetto strategico non

solo per gli ospiti, ma anche per tutta la filiera: per l’impresa alberghiera – per razionalizzare la gestione, ridurre i costi e produrre utile –; per le aziende manifatturiere – per lo sviluppo e la produzione seriale di nuovi arredi ed elementi tecnici specificamente concepiti per l’hotel, con cui entrare nel grande business mondiale del contract alberghiero –; e per i progettisti – per poter disporre di utili parametri progettuali e soluzioni affidabili adattabili a qualunque hotel. Il progetto è partito volutamente dalla tipologia di camera standard più comune e diffusa, che viene totalmente ripensata, dalla struttura al layout a ogni singolo elemento tecnico e di arredo. Dal punto di vista progettuale, l’architetto ha pensato a una stanza senza armadi e poltroncine, con un grande, comodo piano per appoggiare tutto ciò che si vuole o lavorare. Niente più sommier, che ostacola la pulizia. Niente più minibar rasoterra. Niente più cassaforte, un gadget inutile, impraticabile e costoso, ma un ampio vano con serratura di sicurezza per custodire anche oggetti ingombranti. Tutti gli elementi sono sospesi (da qui il nome Flying Room), per facilitare al massimo pulizia e rigoverno della camera, ma anche per liberare spazio utile per il cliente. Possibilità di modificare l’assetto della camera da doppia a matrimoniale spostando in un attimo anche i terminali elettrici a fianco del letto, cosa del tutto inedita. Impianti idraulici silenziosi e totalmente ispezionabili. Pochi lavori di muratura in caso di ristrutturazione, cantiere asciutto leggero e silenzioso. Infine, facile mobilità e fruibilità delle dotazioni della camera per ogni tipo di persona, senza barriere fisiche e culturali. (L. C.)


The 60-thousand visitors of 2014 edition of the Salone Internazionale della Accoglienza SIA GUEST, in Rimini Fiera from 9th to 12th of October, have been able to experience a preview of the hospitality model developed by Massimo Mussapi’s studio with the Flying Room project: an articulate offer, based on an idea of hotel room which is highly accessible, usable and comfortable, whatever the style, category, budget and placement are. Therefore Mussapi Studio assures a room with features that are able to please the real needs of all kinds of guests and travellers. Each and every technical and furniture part of the project is designed or selected by Massimo Mussapi and produced by the various partner companies, leaders in different fields: Indel B, Metallux, Rubinetterie Stella, Provex, Confalonieri, Carmignani, Egoluce, Philips, Metalmarc, Cleaf, Bampi, Teuco, BTicino. The concept comes from the need of getting rid of hospitality stereotypes that are unable to satisfy anyone, in order to please the real needs of travellers instead, which are basically few, simple and universal: best hygiene, to quickly and intuitively understand how everything works, practical solutions to the traveller’s needs and to sleep well. For the architect it goes without saying that it has to be a nice and pleasant ambient.

Flying Room is a strategic project not only for guests, but also for the whole industry: for the hotel company – to rationalize the management, reduce costs and produce profits –; for manufacturing companies – for the development and serial production of new furniture and technical elements especially conceived for the hotel, which enable to enter the large world business of hotel contract –; and for the designers – to be able to have useful design parameters and reliable solutions adaptable to every hotel. The project has intentionally started from the most common and popular standard type of room, which is totally reinvented, from the structure to the layout to each and every single technical and furniture part. From a design point of view, the architect ha thought of a room without closets nor armchairs, but with a large, comfortable countertop where to put anything you want or work. No more sommier, which makes the cleaning difficult. No more minibar close to the ground. No more safe, a useless gadget, unusable and expensive, but a wide compartment with safety lock to also keep bulky things instead. All the elements are suspended (hence the name Flying Room), in order to fully simplify the cleaning and tidying of the room, but also to create useful space for the client. It is possible to adjust

the arrangement of room from twin to double, by just moving the electric terminals near to the bed as well, which is quite new. Quiet and easy to inspect water circuit. Few walling works in case of restructure, dry, light and silent construction yard. Finally, the easy mobility and usability of the room is for every kind of people, without physical and cultural barriers. (L.C.)

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PROJECTS NUOVE FRONTIERE Heineken, il celebre marchio di birra olandese, ha scelto di collaborare con DuPont™Corian® per la realizzazione dell’innovativo Pop-up city lounge. Si tratta di un nuovo concept di locale per cocktail presentato in anteprima durante il London Design Festival, prima tappa di un tour mondiale. Caratteristica peculiare del bar è infatti la possibilità di essere trasportato agevolmente da un luogo all’altro. Nato dalla collaborazione tra venti designer di nazionalità e specializzazioni tecniche differenti (interior, moda, grafica), il Pop-up city lounge è contenuto tutto in due container lunghi 13 metri. In uno spazio così ridotto sono comodamente alloggiati bancone, tavoli, zona lounge e ‘conversation cocoon’. Banco, tavoli e sedute sono realizzati interamente in Corian®, scelto nei colori Glacier White e Deep Nocturne. Interessante la possibilità di ricaricare in modalità wireless i dispositivi (smartphone e tablet) semplicemente appoggiandoli sui piani del Pop-up city lounge, una soluzione realizzata da DuPont™ e Powermat. (F. T.)

NEW FRONTIERS 20

Heineken, the well-known brand of Dutch beer, chose to cooperate with DuPont™ Corian® for the realization of the innovative Pop-up city lounge. A new concept of cocktail location presented in preview during the London Design Festival, first stage of a worldwide view. Peculiar feature of the bar is indeed the chance to be easily transported from a place to another. Arose from the cooperation among twenty designers of different nationalities and technical specializations (interior, fashion, graphics), the pop-up city lounge is kept inside two 13 meters long containers. In such a reduced space, balcony, tables, lounge area and ‘conversation cocoon’ are located. Countertop, tables and seats are realized in Corian®, chose in Glacier White and Deep Nocturne colors. Interesting is the chance to wireless recharge smartphones and tablets, simply placing them on tops of the Popip city lounge, a solution realized by DuPont™ and Powermat. (F. T.)


FLYINGBAR

MADE IN ITALY

LIBERA LO SPAZIO MAKE ROOM FOR FREEDOM

Due eccellenze italiane ripensano il minibar. Studio Mussapi firma il design, Indel B la tecnologia brevettata. Flyingbar: intelligente, agile e sospeso è il minibar più sottile al mondo. Rivoluziona lo spazio e arreda con stile. Two leading Italian firms re-define the minibar concept. Studio Mussapi realizes the design, Indel B the patented technology. Smart, agile, suspended. Flyingbar: the thinnest minibar in the world.

HOTELEX - Shanghai

HD EXPO - Las Vegas

HOST - Milan

IHMRS - New York

30 March - 02 April 2015 23 - 27 October 2015

13 - 15 May 2015

08 - 10 November 2015

WWW.INDELB.COM

THE HOTEL SHOW- Dubai 28 - 30 September 2015


PROJECTS MESSA IN SCENA Proprio dietro il Duomo di Como si trova il prestigioso Teatro Sociale. L’istituzione organizza spettacoli ed eventi per nutrire lo spirito, mentre il cibo vero e proprio viene servito all’interno dell’adiacente ristorante 18.13. Collegato direttamente al foyer, il locale – completamente arredato con mobili di Porro – è stato progettato dallo studio Arkham. Tanti i rimandi al mondo della messa in scena, primo fra tutti il colore rosso porpora come i classici sipari scelto per i rivestimenti della zona d’ingresso in due differenti finiture, lucida e matt. Le sedute in pelle e le lampade sono invece una sibillina citazione del ricorrente sogno rivelatore del detective Dale Cooper in Twin Peaks, la visionaria serie tv degli anni Novanta di David Lynch. Il punto più scenografico del 18.13 è certamente il corridoio che conduce alla corte interna. Grazie a una particolare tecnica prospettica, detta anamorfosi, un rettangolo ruotato sembra apparire nello spazio quando lo si attraversa. In questo ristorante il patto narrativo valica i confini del proscenio e segue gli spettatori durante la cena. (F. T.; ph: Marcello Mariana)

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MISE EN SCENE Right behind the Duomo di Como there is the prestigious Teatro Sociale. The institution organizes shows and events to nourish the spirit, while real food is served inside the adjacent restaurant 18.13. Directly connected to the foyer, the location – completely furnished with Porro pieces – has been designed by studio Arkham. Many are the references to the world of the mise en scene, first among the others the red color of classical curtains chose for the entrance hall in two finishes, matt and polished. Seats in leather and lamps are a sibylline quote of the recurrent dream of the detective Dale Cooper in Twin Peaks, the futuristic TV series of the Nineties by David Lynch. The most scenographic point of 18.13 is surely the corridor linking to the inner court.


Thanks to a particular perspective, named anamorphosis, a rectangular rotated seem to appear in space when getting through it. In this restaurant the narrative pact goes beyond boundaries of stage and follows the audience during the dinner. (F.T.; ph: Marcello Mariana)

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PROJECTS NON DIMENTICARE Ogikubo è il quartiere di Tokyo nel quale si dice siano stati inventati i ramen. Ma, nonostante questa zona sia la patria di uno dei piatti più tradizionali del Giappone, non mancano locali che propongono cucine tipiche di altri Paesi. Come il Capsula, un piccolo ristorante italiano recentemente rinnovato su progetto di Kai Harada dello studio DO.DO. Se il nome fa riferimento all’involucro plastico che insieme al tappo di sughero chiude le bottiglie di vino, Harada continua la ‘metafora etilica’ dichiarando: “Come una bottiglia di vino pregiata cambia negli anni, il mio approccio al lavoro di ristrutturazione del ristorante è stato quello di aggiungere il minimo indispensabile per dare allo spazio un nuovo aspetto”. Il sottile cambiamento ha riguardato soprattutto la vetrina sulla strada, ridipinta di bianco, blu e rosso e resa più contemporanea grazie alla dismissione di un tendone di tessuto. Gli interni dal sapore domestico, con sedie tipo Windsor di legno e angolo cucina delimitato da muretti di mattoni rossi a vista, sono rimasti pressoché invariati. (F. T.; ph: Kazutaka Fujimoto)

NOT TO FORGET Ogikubo is the Tokyo district where it

24 is said that ramen have been invented.

But despite this is the land of one of the most traditional dishes of Japan, locations offering international dishes are everywhere. Such as Capsula, a small Italian restaurant recently renovated according to Kai Harada design of DO.DO studio. If the name refers to the plastic shell that together with cork close the bottle of wine, Harada continues the “ethylic metaphor” declaring: “As a precious wine bottle changes in time, my approach to work of renovation of the restaurant was to only add the indispensable to create a new aspect”. The light change mainly concerned the window shop on the street, painted in white, blue and red and made modern thanks to the disuse of curtain. Interiors with domestic flavors, with Windsor wood chairs and kitchen corner delimited by small walls in reb visible bricks, almost unchanged. (F. T.; ph: Kazutaka Fujimoto)



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