Nel Buio

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Altrisogni e D&N PRESENTANO

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Copyright: dbooks.it Via Piero della Francesca 42 - 20154 Milano versione per applicazioni ridotte

www.dbooks.it - info@dbooks.it Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e a norma di convenzioni internazionali ISBN: 978-88-97125-17-4 versione negativo

L’antologia NEL BUIO è realizzata in collaborazione con: Altrisogni e D&N versione negativo ridotta

Prima edizione: dicembre 2011 Immagine di copertina: shutterstock.com Editing a cura di: Christian Antonini e Vito Di Domenico Edizione elettronica realizzata da: Gruppo Orange s.n.c.

Uno speciale ringraziamento a: Alberto Cola, Clelia Farris, Cristiana Astori, Danilo Arona e Stefano Di Marino


Sommario • Frontespizio • Nel buio, ma perché? Introduzione a cura di Luigi Lo Forti • I Vincitori IL GRANDE BUIO di Yuri Abietti (racconto) OMAGGIO A POE di Giuseppe Agnoletti (foto) • Gli Ospiti BIANCANEVE di Paolo Cavanna UNA SITUAZIONE OSCURA di Danilo Arona (racconto) BORSA MILANO di Andrea Chelli (foto) FANGO di Clelia Farris (racconto) FUORI CAMPO di Paolo Cavanna (foto) LORO SE NE CIBANO di Alberto Cola (racconto) BAMBOLE di Paolo Cavanna (foto) HAI PAURA DEL BUIO? di Cristiana Astori (racconto) SENZA TITOLO di Andrea Rota Nodari (foto) TENGU: L’ANIMA DEL DEMONE di Stefano Di Marino (racconto) FUOCO di Andrea Chelli (foto) • I racconti secondi classificati NEL BUIO di Anna Notti FINE TURNO di Mirko Dadich LA VIA PER LE STELLE di Roberto Guarnieri VOGLIO I TUOI OCCHI di Roberta Pizzuto ASPETTANDO LA MORTE di Fiorella Rigoni LA FOSSA di James Carroll Wish COLORI di Rubrus BLACK OUT di Tanja Sartori RITORNI di Giuseppe Agnoletti

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• Fotografie seconde classificate INCONTRI A MEZZANOTTE di Alfredo Negroni SENZA TITOLO di Simone Varisto DISPETTO di Francesco Palmitessa IO,ES E SUPER IO di Flavio Mariani BLOOD BROTHERS di Katiuscia Noseda SENZA TITOLO di Riccardo Bruni SARA AT NIGHT di Antonio Putini PIETRA MAGICA di Gianluca Bocci OSCURITÀ LATENTE di Nicola Baldazzi • Biografie

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Nel Buio

Nel buio, ma perché? Esiste una sfida più grande, per uno scrittore o un fotografo, di quella rappresentata dall’oscurità, dal nero assoluto? Nemico del minaccioso candore della pagina vuota e irriducibile avversario della luce che definisce linee e colori, il buio obbliga l’uno e l’altro a penetrare nei suoi misteri armati di una luce particolare, una lanterna alimentata da un combustibile volatile e altamente esplosivo, da attingere nei recessi della mente, là dove abitano i sogni e gli incubi. Questo è ciò che hanno fatto i partecipanti del concorso Nel Buio, lanciato dalle riviste digitali AltriSogni e D&N, e questa antologia accoglie nelle sue pagine le prime dieci immagini fotografiche e i primi dieci racconti classificati. Mentre il valore espressivo delle foto, in virtù della loro natura “sensibile”, si impone immediatamente e non ha bisogno di essere spiegato ma solo recepito e interiorizzato, quello dei racconti si rivela in maniera assai più ellittica e allusiva. Ogni storia presenta infatti un approccio differente, non solo al soggetto, ma anche al contesto che lo contiene. Così, se nel racconto vincitore, Il grande buio, di Yuri Abietti, scopriamo un’oscurità vorace, attiva e implacabile, in altri casi l’assenza di luce viene vissuta come perdita, sottrazione, mancanza. Non mancano rivisitazioni originali degli archetipi ancestrali dei quali il buio è simbolo e araldo, spesso fulminanti nella loro espressività sintetica. Anche quando il buio è relegato al ruolo di scenario, poi, esso si prende - letteralmente! - la scena. Nel Buio, però, offre ancora di più. Accanto ai dieci racconti premiati, abbiamo chiesto ad alcune penne rinomate e già conosciute di raccogliere la stessa sfida e di raccontarci il “loro” buio. Ecco quindi Danilo Arona, romanziere e grande esperto di letteratura fantastica, alle prese con un racconto dalle tinte cupe ma dalle venature umoristiche. Cristiana Astori, dal canto suo, ci regala brividi sanguinari degni di un’autrice che sa spaziare dal thriller al sovrannaturale con talento e mestiere. Alberto Cola scuote l’antologia con un sussulto fantascientifico-militare, degna testimonianza del passaggio del vincitore del Premio Urania 2009. Fantascientifico, ma declinato in forma horror, è anche il contributo di Clelia Farris, nome che suonerà già famigliare ai cultori della letteratura di genere

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più originale. Stefano Di Marino, infine, non smentisce la sua meritatissima fama di autore di thriller d’azione (è il creatore di saghe come quella de Il Professionista e Vlad, colonne portanti della collana Segretissimo di Mondadori e ha creato e dirige la rivista digitale Action): il suo è un racconto “technofantasy” d’ambientazione giapponese destinato a sorprendere più di un lettore. Assemblando e rileggendo questa antologia, balzano all’occhio due aspetti decisamente interessanti. Da una parte, si è colti quasi impreparati dalla varietà degli approcci scelti: se è vero che la tinta nero-carminio dell’horror è quella che arreda la maggior parte delle ambientazioni, risulta altrettanto evidente che non è certo l’unica e che in ogni caso le sfumature impiegate sono tanto varie da dare vita a risultati molto diversi tra loro. Allo stesso modo, ogni racconto gioca con i “luoghi comuni” e le locuzioni narrative dei vari generi in maniera originale: scorrendo queste pagine, gli amanti del genere sperimenteranno una sensazione di familiarità, la stessa che si avverte quando entriamo in una casa conosciuta e piena di ricordi, ma al tempo stesso avvertiranno un sottile, piacevole disorientamento, come se in quella stessa casa regnasse adesso un ordine simile ma diverso da quello che ricordavamo, e ci chiediamo se si tratti di uno scherzo della memoria oppure dell’opera di qualche demiurgo abile e dispettoso che si diverte a sovvertire le regole quel tanto che basta per rendere nuovo e inquietante anche ciò che credevamo ormai di conoscere bene. L’orrore, il fantastico e la fantascienza, la paura e la meraviglia, l’ignoto e il suo richiamo irresistibile: ognuno degli autori di questa raccolta si è spinto fin dove la sua mente poteva condurlo per svelarci un lembo del mistero che nasce dove la luce muore. Per portarci, insomma, Nel Buio.

Luigi Lo Forti

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Nel Buio

I vincitori

Un buio dilagante che non lascia speranza e che striscia nella nostra realtà come un sogno, un’ombra, una minaccia. Una casa diroccata che si staglia al centro di una landa gotica, mentre il buio si riflette negli occhi di un gatto in primo piano. Ecco le opere vincitrici del concorso Nel buio. Yuri Abietti e Giuseppe Agnoletti si sono aggiudicati il podio più alto del concorso, con due opere interessanti e originali, ricche di suggestioni e influssi in cui possiamo riconoscere gli effetti di decenni di letteratura fantastica, iconografia, immagini e immaginario colto e popolare – dove il termine popolare non è certo sminuente, anzi denota un’efficacia che colpisce moltissime persone. Yuri Abietti ha trionfato nella sezione letteraria con il racconto Il grande buio. Giuseppe Agnoletti è invece il vincitore della sezione fotografica con lo scatto Omaggio a Poe. È da notare come Giuseppe si sia anche classificato secondo nella sezione letteraria, con il racconto Ritorni. Facciamo qui una piccola divagazione: ci ha colpito molto che il racconto scritto da Danilo Arona per questa stessa antologia (Una situazione oscura, lo trovate nella sezione Ospiti) sembri riallacciarsi a quello di Abietti, quasi che le due vicende appartengano allo stesso “patrimonio di idee”… Un concetto cardine proprio dell’opera di Arona. Davvero inquietante. Torniamo ai due vincitori del concorso Nel buio. Yuri Abietti e Giuseppe Agnoletti sono talenti multiformi, entrambi amanti del fantastico nelle sue varie declinazioni, entrambi presenti e molto attivi sul Web. Il blog della rivista digitale Altrisogni ha ospitato una duplice intervista incrociata ai due vincitori. Le domande sono state redatte dagli stessi Yuri e Giuseppe, che su nostro invito si sono intervistati a vicenda. Yuri intervista Giuseppe Giuseppe intervista Yuri

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IL GRANDE BUIO di Yuri Abietti

Mi manca la luce. Sapeste quanto mi manca. Quanto tempo è passato dall’arrivo del Buio? Sei mesi? Un anno? Credo che nessuno abbia potuto tener conto del passare del tempo. A me sembrano passati secoli, tutti uguali. Ogni secondo, ogni minuto, ogni giorno... sembra interminabile. I primi rapporti di questo disastro che abbiamo chiamato “il Grande Buio” arrivarono dal Giappone. Più che altro, si trattava di video postati su YouTube da utenti privati. Ne ricordo molto bene uno. Due ragazze puntavano una torcia elettrica verso uno strano angolo scuro, all’interno di una stanza. Solo che la luce della torcia non sembrava avere alcun effetto. L’ombra rimaneva lì, indisturbata. Ci furono molti video simili. In un altro famoso post di qualche tempo dopo, un tecnico di una ditta di ascensori americana puntava un’enorme torcia verso il basso, nel vano ascensore di un palazzo. La cabina era assente, e l’addetto, un uomo brizzolato sulla cinquantina con un’aria tra il confuso e lo spaventato, spiegava che c’era stato un guasto e che non si riusciva a capire quale fosse il problema. A un certo punto, la torcia cadeva accidentalmente nel vano, accompagnata da un sonoro “Fuck!”. E spariva. Semplicemente spariva. Si vedeva per qualche secondo un debole puntino di luce che, però, non illuminava le pareti. Poi più nulla. Ovviamente, all’inizio, tutti pensarono a una nuova campagna virale, magari la pubblicità di un nuovo prodotto Duracell o Maglite. I video fecero il giro dei telegiornali e vennero visti e commentati milioni di volte. Tutto sembrò finire lì, l’ennesimo curioso meme sovrannaturale di Internet, come i chemtrail, i quadrati di luce o gli orb. Ma il fenomeno riprese, in modo ancora più virulento, a distanza di mesi, e travalicò i confini della Rete. Lentamente ma inesorabilmente, intere città vennero avvolte da un buio pressoché impenetrabile. Nessuna fonte di luce riusciva a illuminare più di pochi centimetri attorno a sé, come se il Buio stesso la fagocitasse. Io sto tenendo

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Nel Buio

una torcia elettrica da sub a meno di una spanna dal foglio. È l’unico modo per scrivere qualcosa... e anche così faccio parecchia fatica. Nessuno aveva mai immaginato che la causa della totale distruzione della nostra civiltà avrebbe avuto questa forma. Ci siamo inventati invasioni aliene, piaghe di zombie, guerre termonucleari. Ma non la semplice assenza di luce. Si fecero molte ipotesi, ma nessuna sembrò, scusate il gioco di parole, gettare luce sul mistero. Ci fu chi parlò di esperimenti governativi andati storti, chi di una nube di materia oscura che aveva investito il nostro sistema solare, chi ancora (inevitabilmente) di un originale castigo divino. I satelliti in orbita inviavano solo immagini completamente nere. Non sembravano esserci più stelle, lassù. Le piante cominciarono a morire e, a catena, seguirono molte specie animali. Ci fu la più grande epidemia di suicidi di massa della storia umana. Le persone, semplicemente, impazzirono. Molti morirono di fame. E poi, come se tutto questo non fosse abbastanza, cominciò il vero incubo. I pochi esseri umani rimasti in vita e con un minimo di sanità mentale cominciarono a sparire. Non c’è un altro modo per spiegarlo. Svanivano e basta. Un momento prima stavi parlando con un tuo amico, con tua moglie o tuo figlio, e un momento dopo non c’era più nessuno a risponderti. Potevi accendere le luci più potenti a tua disposizione e cercare ovunque, chiamando i loro nomi fino a sgolarti, ma senza alcun risultato. Ogni tanto, prima di queste misteriose sparizioni, qualcuno raccontava di aver sentito degli strani suoni strascicati e dei sussurri. E questo ci porta a noi. Non so se tutto questo andrà avanti in eterno oppure, prima o poi, finirà e il nostro mondo tornerà a una parvenza di normalità. E nemmeno so se ci saranno ancora esseri umani vivi e non ridotti alla demenza a godersi il ritorno della luce del sole. Posso solo sperare che anche questa terribile piaga finisca e che qualcuno scopra cosa l’abbia provocata. Ed è basandomi su questa flebile speranza che mi sono impegnato a scrivere queste poche righe, come testimonianza personale. Perché, vedete, quei suoni e quei sussurri li sto sentendo anche io. Sapete la storia che quando perdete un senso, gli altri diventano più sensibili? Secondo molti è una sciocchezza, una specie di credenza popolare o di leggenda metropolitana. Può darsi, però posso dirvi che, da quando mi è praticamente impossibile usare la vista, il mio udito sembra essere diventato

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via via più acuto. Forse è solo che presto molta più attenzione alle mie orecchie. Forse la necessità aguzza l’ingegno e, ora, ogni indizio dell’ambiente circostante è diventato fondamentale per la sopravvivenza. È letteralmente questione di vita o di morte. Quindi, tendo ad avere molta fiducia del mio udito. Ed è per questo che da qualche giorno a questa parte sono più spaventato del solito, anche se lo credevo impossibile. Ho cominciato a sentire degli strani suoni. Come se qualcuno trascinasse a terra un lungo straccio bagnato. All’inizio erano appena percettibili, ma sufficienti a farti venire la pelle d’oca su tutto il corpo e a farti correre un brivido ghiacciato lungo la schiena. Con il passare del tempo, sembra che questi suoni si stiano avvicinando sempre di più. A volte, sembrano più scricchiolii, come quelli prodotti da un giubbotto di pelle conciata quando muovete le braccia. Sempre più vicini. È come essere circondati da qualcosa di invisibile, come un sottinteso minaccioso e disincarnato. E ultimamente li sento parlare. Bisbigli, sussurri, voci smozzicate e sibilanti che pronunciano frasi sconnesse. Ogni tanto, mi sembra di riuscire a capire qualche parola, ma si tratta di cose assurde e prive di significato. E suoni che potrei classificare solo come risatine. Talvolta mi viene da pensare che non ci sia qualcosa nel buio. Talvolta mi viene da pensare che sia il buio stesso a muoversi, a sussurrare. E a ridere. Credo proprio che, molto presto, verrà a prendermi. Non so cosa sia, né cosa voglia. Non so perché rapisca la gente, né dove mi porterà. O cosa mi farà. Siamo rimasti in pochi. Spero davvero che qualcuno trovi queste righe e possa… non lo so, fare qualcosa. I rumori sono ricominciati, e anche quegli odiosi sussurri. Mi è sembrato di sentire una parola. Ma non è una parola, è... Il mio nome. Oh, Dio! Ho sentito il buio pronunciare il mio nome.

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Nel Buio

Omaggio a Poe

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di Giuseppe Agnoletti


Gli ospiti Questa sezione dell’antologia ospita artisti professionisti, ovvero scrittori e fotografi che applicano metodicamente il proprio talento nei rispettivi campi e che realizzano abitualmente opere di elevato spessore. Li abbiamo invitati a rispettare il medesimo tema e i medesimi generi che hanno caratterizzato la partecipazione al concorso Nel buio. Gli scrittori ospiti sono, in ordine di lettura, Danilo Arona, Clelia Farris, Alberto Cola, Cristiana Astori e Stefano Di Marino. Con il suo Una situazione oscura, Arona ha realizzato un racconto fantastico che unisce l’ironia a un horror sottile, sfiorando i temi del weird e della fantascienza e ambientando il tutto sulle nostre montagne. Fango, di Clelia Farris, è un racconto dove horror e fantascienza sono “costretti” a unirsi negli angusti spazi di una stanza priva di uscite: in questo setting claustrofobico, il buio si riempie di… qualcosa di molto spiacevole. Alberto Cola ha scritto Loro se ne cibano, un racconto di fantascienza militare, dove una guarnigione si trova a dover affrontare una minaccia oscura e sfaccettata. Cristiana Astori ha contribuito con Hai paura del buio?, un horror violento, sanguinario, inquietante: scritto con uno stile diretto e molto efficace, è una vera immersione nella paura. Ultimo, ma non certo per importanza, Tengu, di Stefano Di Marino: una storia d’azione e avventura, ambientata in un mondo fantastico dove un globale tecno-impero del Sol Levante si ritrova improvvisamente in ginocchio quando la luce e l’energia vengono a mancare. In ordine alfabetico, invece, i fotografi ospiti: Paolo Cavanna, Andrea Chelli e Andrea Rota Nodari. Paolo Cavanna rivisita a modo suo la favola di Biancaneve e – con gli scatti Bambole e Fuori campo – rivisita anche l’accostamento classico bambola/orrore, il gioco infantile e l’oscurità. Andrea Chelli, fotografo che collabora abitualmente con D&N, propone Fuoco, una fiammata che spezza il buio rivelando due figure nell’ombra, e Borsa di Milano, un’onda di energia che erompe dall’edificio che più di ogni altro – in questo periodo – viene spontaneo accostare… all’oscuro. Infine Andrea Rota Nodari si è appostato lungo una strada, nel mezzo di una piovosa notte spagnola, attendendo l’ignaro passante che ha immortalato nel suo scatto gotico Senza titolo. Ma di certo non senza atmosfera.

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I secondi classificati Non è facile cogliere l’essenza della tenebra con opere che riescano ad aderire al tema del nostro concorso: Nel buio. Diventa ancora più difficile quando si aggiunge un nuovo paletto: le opere devono essere di genere fantascientifico, horror o weird. Ma se questi tre generi ben si prestano alla realizzazione di racconti, per il fotografo il primo è quasi impossibile da cogliere, mentre gli altri due risultano molto più abbordabili. Nella sezione che vi apprestate a sfogliare, sono raccolte le nove fotografie e i nove racconti che si sono classificati secondi a pari merito nelle due sezioni del concorso. Si tratta di opere intriganti, originali, costruite ad arte da scrittori e fotografi che hanno saputo unire due degli elementi che permettono di costruire un’opera artistica efficace: ispirazione e metodo. L’ispirazione è il motore dell’artista, lo stimolo che collega le sue sinapsi e genera nella sua mente il bagliore di ciò che ancora non esiste. Ecco quindi che una stanza, una porta, una fila di sedie o un volto si trasformano, di fronte all’obiettivo del fotografo, e diventano protagonisti di scatti dove l’idea di un buio che circonda e plasma è ben rappresentata. Nello scrittore la stessa scintilla produce visioni di mondi da raggiungere, di incubi in agguato nell’oscurità, di vicende che si dipanano tra l’assenza di luce e limiti fisici che relegano i protagonisti in una notte perenne. E si sa: nel buio tutto fa paura. Il metodo è ciò che permette all’artista di concretizzare il frutto dell’ispirazione. È la conoscenza dei suoi strumenti e di come debbano essere usati, sia che si tratti di esposizione e obiettivi, sia che si tratti di sintassi e figure retoriche. Le diciotto opere seguenti costituiscono un campionario di metodi differenti, dove però in tutti i casi il “bersaglio” viene centrato.

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Nel Buio

ALTRISOGNI

Altrisogni è una porta sul buio, una finestra verso mondi tenebrosi e inquietanti, una rivista digitale che pubblica la migliore narrativa breve italiana di genere horror, sci-fi e weird. Ogni numero presenta racconti inediti, news dal mondo editoriale, interviste a scrittori e articoli di approfondimento sulla narrativa fantastica. Altrisogni è multiformato poiché disponibile come file PDF, ePub e Mobi. Può essere letta su qualunque dispositivo: computer, tablet, smatphone e ebook reader di ogni marca. Apri la tua porta sul fantastico. Apri Altrisogni. Blog > http://altrisogni.blogspot.com Sito > www.dbooks.it/libreria/scheda/104/23/periodici/altrisogni-04.html

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D&N D&N è la rivista digitale di ottica e fotografia. Presenta su ogni numero un ampio settore dedicato al mondo eyewear con le nuove collezioni dei marchi più prestigiosi, occhiali da vista, da sole, da sport, e le montature per bambini ; inoltre servizi e approfondimenti sulle novità scientifiche dal mondo dell’ottica, con interviste all’oculista; attenzione alle fiere e ai grandi eventi del settore, come Mido e Silmo Paris (di cui D&N è partner commerciale). La parte dedicata alla fotografia comprende invece ampie panoramiche sulle novità hi-tech: le nuove fotocamere e i prodotti più utili e di tendenza dal settore; inoltre servizi sulle migliori mostre di fotografia oltre all’Agenda con gli eventi del mese, regione per regione, e le “lezioni” e i consigli del fotografo professionista per gli scatti del lettore principiante D&N è in vendita su dbooks.it Per saperne di più visita il sito: www.denonline.it.

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