La Salina Di Margherita di Savoia e il "Magazzino Nervi" Un Nuovo possibile Scenario

POLITECNICO DI TORINO

COLLEGIO DI ARCHITETTURA Tesi di laurea magistrale in Architettura per il Progetto Sostenibile a.a. 2020/2021

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POLITECNICO DI TORINO

COLLEGIO DI ARCHITETTURA Tesi di laurea magistrale in Architettura per il Progetto Sostenibile a.a. 2020/2021

La Salina di Margherita di Savoia e il “Magazzino Nervi” Nuovi Scenari per il Magazzino Soosticazione Sali

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INDICE PREMESSA ..................................... 10

PARTE 01

1

La Salina

Dal Rosa all’Azzurro.

La Salina di Margherita di Savoia

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1.1 Il sistema della Salina ................................ 15 1.2 L’Odore del Sale. Nascita e sviluppo della Salina più grande d’Europa................ 24 1.2.1 La Raccolta del Sale: ........................ 35 Raccolta manuale ............................ 36 Raccolta parzialmente meccanica ...................................... 38 Raccolta meccanica ..........................40 Raccolta pluriennale ......................... 42 1.2.2 Il trasporto del sale: ..........................44 La Teleferica .....................................46 1.3 La Strategia Regionale ............................... 48 Il Progetto Terriroriale per la Valorizzazione e la Riqualizicazione integrata dei Paesaggi Costieri di Puglia................. 52 Gli Obbiettivi operativi ......................56 I Sedici Paesaggi Costieri ad Alta Valenza ............................... 57 Le Reti della Mobilità ........................ 58

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Foto di Davide Bianco, (https://whitexperience.blogspot com/2018/04/the-biggest-saltworks-in-europe.html), consultato il 12/10/21 6

Tra tradizione e innovazione: La modernità in Puglia

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2.1 Le Radici di una “Modernità Pugliese” ................................ 63 2.2 Tra Rottura e Continuità: Un Paesaggio storico industrializzato........... 68 OPERE: Capannone Ex Montecatini (Franco Simoncini) Brindisi, 1930 ................ 72 Silos Granaio (Ufficio tecnico di Bari) Gravina di P. (BA), 1933 ............................ 74 Serbatoio Acquedotto Pugliese (Gaetano Minnucci), Corigliano D’Otranto (LE), 1935 ................................ 76 Cascata Monumentale dell’Acquedotto Pugliese (C. Brunetti) Santa Maria di Leuca (LE) 1937 ................. 78 Silos Granaio (Ufficio tecnico S.I.M.A.) Foggia, 1938-39 ...................................... 80 Foresteria, Mensa e Uffici Montedison (E. Sgrelli) Brindisi 1959 ............................ 82 Direzione Italsider (Studio Nizzoli Associati) Taranto 1970.............................. 84

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PARTE 03

Magazzino 2 IlNervi

Nervi e l’occasione di progettare in Puglia

88

3.1 L’epopea di un uomo del Novecento: Pier Luigi Nervi. ........................................ 89 3.2 Innovazione nerviana nell’architettura industriale ......................... 100 3.3 Nervi e la committenza dei Monopoli di Stato ............................... 104 3.4 Nervi in Puglia .......................................... 108 Magazzino Tabacchi (Elbano Berti, Pier Luigi Nervi) Lecce 1929-31 ............................... 110 Palazzina della Cooperativa edilizia per Mutilati di Guerra Lecce,1929-1933 ............................ 114 Sanatorio antitubercolare o Galateo, Lecce 1932-34 ............... 116 Palazzina Parisi Lecce,1929-1933 ............................ 120

04

Il magazzino Nervi: Una cattedrale industriale abbandonata

122 4.1 Il Rapporto tra forma e funzione ................. 123 Zona Cappella: Inquadramento e luoghi d’interesse....................................... 126 4.2 La struttura che Sale: Il Magazzino Nervi..................................... 128 Zona Cappella: Inquadramento Recinto Officine......................................... 134 Elaborati grafici Magazzino Nervi................ 136 4.3 Lo Stato di Conservazione.......................... 150

05

Nuovi Scenari

152

5.1 In Salt We Trust ........................................

5.2 Sintesi di Progetto.....................................

Fruibilità del bene e spazi esterni ...........................................

Il Magazzino Nervi ...................................

The Salt Factory........................................

153 158 164 166 168

BIBLIOGRAFIA .................................... 172 SITOGRAFIA ........................................ 176 RIFERIMENTI IMMAGINI ................... 180 Foto di Davide Bianco, (https://whitexperience.blogspot com/2018/04/the-biggest-saltworks-in-europe.html), consultato il 12/10/21 8

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PREMESSA

“Le saline, sono un paesaggio, un luogo di produzione, un richiamo estetico, sono, per disgrazia, delle aree edificabili potenziali appetite dalla speculazione. In una visione solistica funzionale sono anzi tutto “macchine”, intendendo per macchina ogni artefatto umano capace di riprodurre in forma semplificata, lineare, un fenomeno naturale complesso al fine di asservirlo ai disegni e alla sopravvivenza dell’uomo. Le saline sono, ed è ovvio, macchine per la produzione di sale.”1 (Silvano Riggio)

1 E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, p. 2.

10

La presente tesi nasce dalla mia esigenza di un ritorno alle radici, in Puglia, una regione ricca di contraddizioni e stereotipi, che molto spesso alterano la percezione che si ha dall’esterno di questo meraviglioso territorio. La Puglia, infatti, possiede un tripudio di paesaggi di grande valore naturalistico, architettonico e storico-culturale, molto spesso sconosciuti anche all’interno della stessa regione. Il lavoro qui presentato mira ad analizzare il complesso Sistema delle Saline di Margherita di Savoia e l’annesso Magazzino per la Sofisticazione dei Sali realizzato da Pier Luigi Nervi nel 1936. L’area in analisi, costituisce la Salina più grande d’Europa e la seconda al mondo1, di estensione pari a 4500 ha2 , un paesaggio dall’indiscusso valore naturalistico e che conserva al suo interno un ingente e complesso patrimonio di archeologia industriale3. Parlare d’industrializzazione in un territorio caratterizzato da una forte presenza naturalistica, può apparire contraddittorio. Tuttavia, questa contraddizione è giustificata dagli innumerevoli interventi antropici che nel corso del tempo hanno plasmato il paesaggio naturale della Salina in una vera propria industria, ottimizzando la produzione e rendendo di conseguenza il sale un vero e proprio prodotto industriale. In questo contesto si inserisce Pier Luigi Nervi, il quale ha dedicato la sua intera carriera alla progettazione e costruzione di opere di pubblica utilità4, concentrando gran parte della sua produzione sul teme della fabbrica, e assumendo un ruolo fondamentale nella costruzione dell’Italia dei Monopoli di Stato5. Sua opera giovanile, il Magazzino per la Sofisticazione dei Sali sito a Margherita di Savoia, presenta al suo interno “notevoli spunti anticipatori” della sua futura produzione6. Questa struttura si colloca in un quadro, quello italiano, che a partire dalla fine del XX sec., pone un’attenzione particolare nei riguardi del patrimonio architettonico industriale, richiamo di una “memoria collettiva” ed indissolubilmente legato ai vari contesti urbani7. La tesi risulta divisa in due parti. La prima si focalizza sul Sistema della Salina, il suo attuale funzionamento, il rapporto con la città di Margherita di Savoia e la sua storia ed evoluzione sia territoriale che tecnologica; saranno analizzate anche le progettualità regionali già attive nell’area, attraverso l’ausilio del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) della Puglia. In seguito, lo studio si incentra sulla ricerca di caratteri identitari che possano definire un “linguaggio” dal carattere moderno, riconoscibile nel territorio pugliese, per poi concentrarsi sull’industrializzazione italiana, caratterizzata, soprattutto nella prima metà del ‘900, dalla costruzione di opere a volte sperimentali alla ricerca di nuove forme, materiali e tecnologie8. La prima parte si conclude con una catalogazione di opere industriali risalenti a questo periodo situate in Puglia.

La seconda parte, invece, pone la sua attenzione nei confronti del Magazzino Nervi, inizialmente attraverso un excursus bibliografico e storico su Pier Luigi Nervi. Si prosegue con la sua innovazione nel campo architettonico e strutturale, per poi passare alla sua proficua collaborazione con i Monopoli di Stato sul territorio nazionale ed infine alla sua produzione sul territorio pugliese. In seguito, la tesi si focalizza sul Magazzino, partendo da un approfondimento sull’approccio metodologico e progettuale di Nervi, per poi analizzare in maniera dettagliata l’edificio, la sua composizione, il suo utilizzo e il suo stato di conservazione. Nell’ultimo capitolo si propone un’ipotesi progettuale che punta a individuare un nuovo possibile scenario per il manufatto, senza intaccare i caratteri identitari del luogo e mediante nuove prospettive di applicazione del sale, considerato materiale del futuro9.

1 Pastore F.A., Riqualificazione dell’ex magazzino per i sali sofisticati a Margherita di Savoia (Puglia), tesi di laurea, Politecnico di Torino, Corso di Laurea Magistrale in Architettura Costruzione Città, a.a. 2020/2021, rel. E. Vigliocco, M. Mattone, p.

9; 2 Per un inquadrato del complesso, vedi A. Di Vittorio, Sale e saline nell’Adriatico (secc. XV-XX), Giannini, Napoli 1981.

3 I nostri stabilimenti. La salina di Margherita di Savoia, in “Notiziario dei Monopoli di Stato”, n. 58, 1963, p. 23; E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte; A. Di Vittorio, Nuovi consumi del sale: la salina come patrimonio industriale sul mare. Il caso di Margherita di Savoia, in l. Amorim (a cura di), A articulaçâo do sal português aos circuitos mundiais, atti del convegno (19-21 ottobre 2006), Porto 2008, pp. 15-26.

4 F. Stella, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011, pp 12-36.

5 Ibid.

6 M. Visone, Infrastrutture e Industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico,, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp 44-45.

7 Pastore F.A., Riqualificazione dell’ex magazzino per i sali sofisticati a Margherita di Savoia (Puglia), tesi di laurea, Politecnico di Torino, Corso di Laurea Magistrale in Architettura Costruzione Città, a.a. 2020/2021, rel. E. Vigliocco, M. Mattone., p. 8.

8 M. Visone, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp 36-39; 9 https://www.dezeen.com/2021/11/12/henna-burney-salt-manifesto-dezeen-15/, consultato il 13/11/21.

11

Foto di Davide Bianco, (https://whitexperience.blogspot com/2018/04/the-biggest-saltworks-in-europe.html), consultato il 12/10/21

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PARTE

1

La Salina 13

1.1 Il Sistema della Salina Foto di Davide Bianco, in (https://whitexperience.blogspot com/2018/04/the-biggest-saltworks-in-europe.html), consultato il 12/10/2

L’abitato di Margherita di Savoia risulta inscindibilmente connesso alla presenza della sua omonima Salina, la più grande d’Europa e seconda al mondo.

L’abitato di Margherita di Savoia risulta inscindibilmente connesso presenza sua omonima Salina, la Tutto ilalla sistema delledella Saline rappresenta “un unicum più grande d’Europa e seconda al mondo. Tutto il sistema delle Saline rappresenta “un unicum territoriale dal grande valore storicoterritoriale culturale,dal oltre 1 grande valore storico culturale, oltre che paesaggistico e naturalistico” ed è composto dal centro1 storico di Marche paesaggistico e naturalistico” ed è composto gherita di Savoia, l’annesso Stabilimento termale e dalla presenza del storico vasti orti costieri, strutturati dàl’annesso segni, dal centro di Margherita di Savoia, 2 trame, divisioni fondiarie e i percorsi rurali che “hanno un valore spazialetermale e paesaggistico da salvaguardare” . stabilimento e dalla presenza dei vasti orti La composizione del centro storico del paese di Margherita costieri, rappresenta un forte bio-architettonico, strutturati da modello segni, trame, divisioni fondiacostruito in simbiosi con la Salina e progettato per supportare la produzione del sale, le rie al e imeglio percorsi rurali che “hanno un favorendo valore spaziale 2 abitato è premigliori condizioni di ventilazione ed evaporazione delle Vasche Salanti3. All’interno del centro e paesaggistico da salvaguardare” . La composizione sente anche un “Museo Storico della Salina”, situato all’interno del del centro vecchiastorico Torre delle Saline, di in passato utilizzata del paese Margherita rapprecome “caricatoio”4 e come punto di avvistamento5. Questo forte legame tra modello Margherita e tutti gli elementi che senta un forte bio-architettonico, costruito compongono l’omonima Salina, compresi i vari reperti storiciinindustriali sparsi tuttoeilprogettato territorio produttivo, simbiosi con la in Salina per supporcreano quindi “un paesaggio d’acqua storico nel quale l’ambiente naturale interagisce in maniera con le tare al meglio la produzione delstupefacente sale, favorendo logiche industriali e produttive”6. Altro importante patrimonio migliori presentecondizioni sul territorio costiero del ed Tavoliere sono di ventilazione evaporazione le Torri Costiere, sistema difensivo caratteristico della costa pugliese, considerato un elemento architetdelle Vasche Salanti3.come All’interno del centro abitato tonico riconoscibile e meraviglioso “ponte visivo con le coste ègarganiche e barlettane, in un territorio altrimenti presente anche un “Museo Storico della Salina”, sono inoltre presenti i resti dell’antica piatto e privo di emergenze morfologiche”7. Nel territorio agro-barlettano situato all’interno del vecchia Torre delle Saline, in Linea Teleferica che un tempo collegava l’impianto di produzione del sale con il come porto “caricatoio” di Barletta, 4che consentipassato utilizzata e come punto 5 va il trasporto del materiale prezioso velocemente ed in maniera continua. Il Sistema dellatra Salina di di avvistamento . Questoproduttivo forte legame MargheMargherita di Savoia si estende per 4000 ha, dei quali all’incirca hagli costituiti daiche varicompongono stabilimenti, l’omonima strade e rita 500 e tutti elementi aie, mentre i rimanenti 3500 ha completamente composti daSalina, specchi d’acqua,i vari che reperti danno storici vita adindustriali uno straordicompresi sparsi nario effetto visivo che simula un grande lago dalle sfumatureinditutto colore meravigliose.

La salina, dallaquindi lunghezza il territorio produttivo, creano “un padi quasi 20 km e larghezza di 4 km, ed è divisibile in due partiesaggio fondamentali: e Zona Salante. d’acqua Zona storicoevaporante nel quale l’ambiente naturale Quest’ultima 7 volte più piccola di quella evaporante, svolgeinteragisce la funzioneinfondamentale di facilitare concenmaniera stupefacente con la logiche indutrazione di acqua marina, mentre nelle vasche di conserva viene per 6il. processo di cristallizzazione strialipreparata e produttive” Altro importante patrimonio che si conclude dopo aver defluito queste acque nei bacini della vasta sul Zona evaporante.

Dall’area denominata presente territorio costiero del Tavoliere sono le Alma Dannata l’acqua, proveniente dal mare, è introdotta grazie situatacaratteristico nelle vicinanze Torriall’ausilio Costiere, dell’idrovora sistema difensivo della della Foce Aloisa. Attualmente la quantità di acqua cumulatacosta all’anno corrisponde a circa come 33 miliardi di litri daiarpugliese, considerato un elemento quali si riesce a ricavare 5/7 milioni di quintali di sale. Nell’Almachitettonico Dannata l’acqua dal grado di salinità 3,5°“ponte Baumè riconoscibile e meraviglioso visiraggiunge i 5 °Baumè, per poi essere spostata nella zona evaporante zonaemolto interessante per vo con leSalpi costeNuovo, garganiche barlettane, in un territorio il birdwatching e per i meravigliosi paesaggi. In questa banda l’acqua piatto duplica la sua sua densità da 5 a 10 7. altrimenti e privo di la emergenze morfologiche” IBaumè, famosi fenicotteri rosa che popolano la zona della Salina per poi cristallizzarsi, depositandosi sul fondo dei bacini.

Dopo averagro-barlettano liberato ossidi di ferro e carbonato Nel territorio sono inoltre presenti i di Savoia la trasformazione chimica, l’acqua viene fatta defluire nelle due grandi aree chiamate Salpi di Margherita calcio, per di favorire resti dell’antica Linea Teleferica che un tempo colleVecchio e Paradiso, dove arriva a raggiugere fino a 21° Baumègava e libera gesso8. In alla cristallizzazione del l’impianto diseguito produzione del sale con il porto solfato di calcio l’acqua passa direttamente alle bande Reale, di Armellina, e Regina, dove arriva 25 ed Barletta, Cappella che consentiva il trasporto del amateriale i 25,7° Baumè. In queste condizioni l’acqua che prende il nome di madre acquisiste un rossastro e risulta prezioso velocemente edcolore in maniera continua. ricca di sale, ultimo a cristallizzare, per poi essere finalmente spostata nei bacini salanti dove finalmente al loro fondo è possibile ritrovare sedimentato lo strato coeso alto anche 20 cm, che diverrà sale. A questo punto gli addetti dopo aver aperto le bocchette e fatto defluire l’acqua madre negli scarichi avviano l’attività di raccolta del sale che viene poi trasportato alle 2 grandi aie di ammassamento Porto Canale e Pettiglio9.

Foto in https://lamia-puglia.com/fenicotteri-rosa-anima-

1.1 Il sistema della Salina

Dal Rosa all’Azzurro.

La Salina di Margherita di Savoia Dal Rosa all’Azzurro.

La Salina di Margherita di Savoia

01 01

“Se il Signore avesse conosciuto questa piana di Puglia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a vivere qui”.”1

li-simbolo-di-margherita-di-savoia-protagonisti-della-riserva-naturale/, consultato il 20/11/21

(Federico II di Svevia)

1 Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) Puglia, Elaborato 5.3 “Ambito 3/Tavoliere”, pag. 42. (http://www.paesaggio.regione.puglia.it/PPTR_2015/5_Schede%20degli%20Ambiti%20Paesaggistici/5.3_tavoliere.pdf ), consultato il 12/10/21.

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1 in https://www.visitacasteldelmonte.com/eventi/ la-seconda-salina-piu-grandedel-mondo-la-salina-di-margherita-di-savoia-solo-con-visita-castel-del-monte-com/, consultato il 18/11/21.

2 Ibid.

3 Ibid.

4 Punto di stallo del prodotto e di controllo doganale per il commercio. Ibid.

5 Ibid.

6 Ibid.

7 Ibid.

8 BELLAFRONTE F., RUSSO E., Storia di donne e di uomini, di acque e di terre, Editrice Rotas, Barletta 2009., p. 37.

9 Ivi, p. 42

15

RADAR

LA PUGLIA E I SUOI PRINCIPALI CENTRI URBANI.

MOLISE

ITALIA

PUGLIA

Parco Nazionale del Gargano

BARLETTA ANDRIA TRANI

San Severo

Foggia

Margherita di Savoia Cerignola

Barletta Andria

CAMPANIA

MARE ADRIATICO

Trani

Parco Nazionale dell’Alta Murgia

Bari Polignano a Mare

Martina Franca

Ostuni Brindisi

BASILICATA

Taranto Manduria

MARE IONIO 16

CALABRIA

Lecce Otranto Gallipoli S. Maria di Leuca

17

PROVINCIA DI BAT: BARLETTA-ANDRIA-TRANI

18

Fonte: Google Earth

0 Km

20 Km

19

Fig. 1 Aia Zona Porto Canale e il suo Carroponte

Fig. 2 Aia Zona Pettiglio, il Carroponte e la casetta del custode

Fonte immagini: Fig. 1: in https://sei-in-un-paese-meraviglioso.autostrade.it/it/itinerario/-/i/margherita-di-savoia-sapore-di-saleconsultato il 20/11/21; Fig. 2: foto di Davide Delia, 25/07/21.

Fig. 3: in E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, p.108.

Fig. 4: di Davide Delia, 25/07/21.

Fig. 3 Idrovora Aloisa

Fig. 3 Foto del vecchio binario che venivano utilizzati per trasportare il sale fino all’Aia Pettiglio.

Il Sistema produttivo della Salina di Margherita di Savoia si estende per 4000 ha, dei quali all’incirca 500 ha costituiti dai vari stabilimenti, strade e aie, mentre i rimanenti 3500 ha completamente composti da specchi d’acqua, che danno vita ad uno straordinario effetto visivo che simula un grande lago dalle sfumature di colore meravigliose. La salina, dalla lunghezza di quasi 20 km e larghezza di 4 km, è divisibile in due parti fondamentali: Zona evaporante e Zona Salante. Quest’ultima 7 volte più piccola di quella evaporante, svolge la funzione fondamentale di facilitare la concentrazione di acqua marina, mentre nelle vasche di conserva viene preparata per il processo di cristallizzazione che si conclude dopo aver defluito queste acque nei bacini della vasta Zona evaporante. Dall’area denominata Alma Dannata l’acqua, proveniente dal mare, è introdotta grazie all’ausilio dell’idrovora situata nelle vicinanze della Foce Aloisa. Attualmente la quantità di acqua cumulata all’anno corrisponde a circa 33 miliardi di litri dai quali si riesce a ricavare 5/7 milioni di quintali di sale. Nell’Alma Dannata l’acqua dal grado di salinità 3,5° Baumè raggiunge i 5 °Baumè, per poi essere spostata nella zona evaporante Salpi Nuovo, zona molto interessante per il birdwatching e per i meravigliosi paesaggi. In questa banda l’acqua duplica la sua la sua densità da 5 a 10 Baumè, per poi cristallizzarsi, depositandosi sul fondo dei bacini.

Dopo aver liberato ossidi di ferro e carbonato di calcio, per favorire la trasformazione chimica, l’acqua viene fatta defluire nelle due grandi aree chiamate Salpi Vecchio e Paradiso, dove arriva a raggiugere fino a 21° Baumè e libera gesso8. In seguito alla cristallizzazione del solfato di calcio l’acqua passa direttamente alle bande Reale, Armellina, Cappella e Regina, dove arriva a 25 ed i 25,7° Baumè. In queste condizioni l’acqua che prende il nome di madre acquisiste un colore rossastro e risulta ricca di sale, ultimo a cristallizzare, per poi essere finalmente spostata nei bacini salanti dove finalmente al loro fondo è possibile ritrovare sedimentato lo strato coeso alto anche 20 cm, che diverrà sale. A questo punto gli addetti dopo aver aperto le bocchette e fatto defluire l’acqua madre negli scarichi avviano l’attività di raccolta del sale che viene poi trasportato alle 2 grandi aie di ammassamento Porto Canale e Pettiglio9.

8 BELLAFRONTE F., RUSSO E., Storia di donne e di uomini, di acque e di terre, Editrice Rotas, Barletta 2009., p. 37.

9 Ivi, p. 42.

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Le “acqua madre” possiedono un elevato contenuto di bromo iodio, zolfo e magnesio, sostanze note dall’antichità per le loro proprietà terapeutiche, giungono attraverso condutture alle Terme di Margherita di Savoia 1 dove vengono utilizzate per cure dermatologiche osteoarticolari e dell’apparato respiratorio . Il territorio apL’“acqua madre” possiedono un elevato contenuto partenente alla Salina è prettamente composto d’argilla, molto impermeabile e il defluire delle acque è facilidi bromo iodio, zolfo e magnesio, sostanze note tato dal dislivello naturale dell’area e dove non è possibile attraverso le varieper idrovore disseminate Salina. dall’antichità le loro proprietà nella terapeutiche, È possibile visitare questa straordinaria salina e conoscerne ilgiungono funzionamento e il ciclo lungo e paziente attraverso condutture alle Terme della di Marformazione del sale, un’esperienza anche emozionale per logherita stupefacente paesaggio con i suoi colori che si di Savoia dove vengono utilizzate per cure confondono con il cielo, il bagliore delle montagne di sale, madermatologiche anche per gli odori salmastri e i silenzi che la conosteoarticolari e dell’apparato re1 ogni visitatore. Ogni anno si contano traddistinguono e la rendono un luogo incantato che resta nell’animo spiratoriodi . Il territorio appartenente alla Salina è ben oltre 10.000 turisti, in particolare scolaresche che, accompagnate da guide esperte,d’argilla, scoprono i suoiimpermeasegreti2. prettamente composto molto La visita si concentra dunque sul ciclo produttivo del sale, sulle della salina attuale edal della sua bilecaratteristiche e il defluire delle acque è facilitato dislivello Fig.Zona 8 Vista aereaI della cittadina di Margherita Savoia, Umida. percorsi di visita sono però di limitati non sempre attrezzati e in continuità tra loro, sono legati naturale dell’area e dove non è possibile attraverso sua litoranea e dell’adiacente Salina alle esigenzedella dell’avifauna, a quelle dell’impianto produttivolee varie naturalmente alle condizioni metereologiche; idrovore disseminate nella Salina. È possibicarente soprattutto risulta la possibilità di conoscere la particolare archeologia industriale che ha econnotato le visitare questa straordinaria salina conoscerne nel tempo la Salina margheritana, negata la conoscenza di elementi architettonici “simbolo” come Magazzino il funzionamento e il ciclo lungo e ilpaziente della Nervi, visibile ai non addetti solo dall’esterno. formazione del sale, un’esperienza anche emozio-

Fig. 5 I sentieri della salina

Fonte immagini: Fig. 5: in https://www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1544212&l=it consultato il 20/11/21; Fig. 6: inhttps://www.unpodipuglia.it/category/luoghi-da-sogno/ consultato il 20/11/21; Fig. 7: in https://www.guidemarcopolo.it/articoli/natura-e-spiagge/margherita-di-savoia-tesori-della-puglia-imperiale, consultato il 20/11/21; Fig. 8: in http://www.etaoinmagazine.it/articolo/15-sapore-di-sale-dalla-puglia-a-tutta-la-europa.html, consultato il 20/11/21.

Fig. 9: in https://bari.repubblica.it/cronaca/2019/04/04/foto/castelli_e_saline_puglia_dall_alto-223270372/1/, consultato il 20/11/21.

Fig. 10 di Davide Delia, 25/07/21.

Fig. 9 La Salina e gli adiacenti orti costieri

Fig. 6 Piccola montagna di sale

nale per lo stupefacente paesaggio con i suoi colori che si confondono con il cielo, il bagliore delle montagne di sale, ma anche per gli odori salmastri e i silenzi che la contraddistinguono e la rendono un luogo incantato che resta nell’animo di ogni visitatore. Ogni anno si contano ben oltre 10.000 turisti, in particolare scolaresche che, accompagnate da guide esperte, scoprono i suoi segreti2. La visita si concentra dunque sul ciclo produttivo del sale, sulle caratteristiche della salina attuale e della sua Zona Umida. I percorsi di visita sono però limitati non sempre attrezzati e in continuità tra loro, sono legati alle esigenze dell’avifauna, a quelle dell’impianto produttivo e naturalmente alle condizioni metereologiche; carente soprattutto risulta la possibilità di conoscere la particolare archeologia industriale che ha connotato nel tempo la Salina margheritana, negata la conoscenza di elementi architettonici “simbolo” come il Magazzino Nervi, visibile ai non addetti solo dall’esterno.

Fig. 7 Vista da una Vasca Salante

Fig. 10 Vista del “Villaggio dei Salinari” e la torre costiera

1 Ivi, pp. 39-40. F., RUSSO E., Storia di donne e di uomini, di acque e di terre, Editrice Rotas, Barletta 2009., pp. 39-40.

BELLAFRONTE 2 Pastore F.A., Riqualificazione dell’ex magazzino per i sali sofisticati a Margherita di Savoia (Puglia), tesi di laurea, Politecnico di Torino, Corso di Laurea Magistrale in Architettura Costruzione Città, a.a. 2020/2021, rel. E. Vigliocco, M. Mattone., pp. 17-

22

33.

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Fonte immagini: Fig. 1: in http://www.itc.cnr.it/ba/sc/TRT/TRT1448.html, consultato il 20/11/21; Fig. 2: in http://trinitapoli.comunitaospitali.it/Salapia-la-citta-che-visse-tre-volte?ptipo=24, consultato il 20/11/21; Fig. 3: in https://www.blascodamompracem.it/il-profumo-del-sale-margherita-di-savoia/, consultato il 20/11/21.

1756 1760 1867

Fig. 3 La Tabula Peutingeriana, copia del XII secolo di un’antica carta romana che mostrava le vie militari dell’Impero, indica l’esisenza dell’insediamento di Salinis, a ridosso del lago Salpi, poco lontano dal mare.

1.2 L’Odore del Sale. Nascita e sviluppo della Salina più grande d’Europa La Salina di Margherita di Savoia è uno dei primi insediamenti stabili presenti nel Tavoliere, grazie sopratall’attività della raccolta del sale, già presente 1.2 L’Odore del Sale. Nascita e sviluppo della tutto Salina più grande d’Europa spontaneamente in epoca preistorica. Le peculiarità climatiche del posto, come lo scarso quantitativo di rovesci, le alte temperature e l’apporto del vento, La Salina di Margherita di Savoia è uno dei primi insediamenti stabili presenti nel Tavoliere, grazie soprattutto rappresentano i componenti essenziali per il funall’attività della raccolta del sale, già presente spontaneamentezionamento in epoca preistorica.

Le peculiarità della Salina, attraverso,climatiche anche, il condel posto, come lo scarso quantitativo di rovesci, le alte temperature e l’apportoe del vento, rappresentano tributo dell’uomo delle sue nozioni che nel icorso componenti essenziali per il funzionamento della Salina, attraverso, anche, il contributo dell’uomo e delle sue Maldegli anni diviene sempre più fondamentale. nozioni che nel corso degli anni diviene sempre più fondamentale.

Malgrado nel territorio della Salina si calcogrado nel territorio della Salina si calcolano ben 16 1 lano ben 16 villaggi neolitici e dell’Età del Bronzo1, dopo i moltivillaggi ritrovamenti archeologici presenti nella stessa neolitici e dell’Età del Bronzo , dopo i molti area, il primo stanziamento è attribuibile al popolo degli Illiri, che nel IV sec. a.C. dalla Dalmazia, occuparono ritrovamenti archeologici presenti nella stessa area, la costa della Puglia. In quel periodo nell’area era già presente la Salina,stanziamento la quale, però,èrisultava circondata dadegli il primo attribuibile al popolo un territorio impervio, caratterizzato dalla presenza di laghi costieri, zone paludose e salmastre.

In seguito a Illiri, che nel IV sec. a.C. dalla Dalmazia, occuparono tale colonizzazione, non si sa quando precisamente, fu fondatolaun piccolo villaggio chiamato Salapia, che in costa della Puglia. In quel periodo nell’area era già seguito prese il toponimo di Salinis2, nome che deriva dalla presenza del vicino lagolacostiero Salpi,risultava presentecircondanel presente la Salina, quale, però, 3 territorio fino all’età moderna. Molto utilizzate anche in epoca romana, come dimostrano alcuni toponimi , la preta da un territorio impervio, caratterizzato dalla 4 Salina e il suo piccolo nucleo abitativo, chiamato Sancta Maria de Salinis intorno 1105, fu donata da Goffredo senza di laghi costieri, zone paludose e salmastre. conte di Canne al Vescovo della Chiesa cannese, che modificò il nome dell’area in Saline Cannarum,non come riporIn seguito a tale colonizzazione, si sa quando Fig. 1 Veduta aerea del anno. sito diDa Vasche Napoletane. ta un diploma dello stesso questo momento la salina precisamente, passerà per vari enti ecclesiastici, fino al 1294,chiafu fondato un piccolo villaggio quando tutta l’area appartenente a Canne fu accorpata alla città limitrofa di Barletta prese ilprese nomeil di Saline di mato Salapia, che in eseguito toponimo 2 di Barletta. Tra il XIII e il XIV sec. il piccolo villaggio di Sancta Maria de Salinis si spopolò, malgrado la salina Salinis , nome che deriva dalla presenza fosse del vicino ancora in funzionamento, e tutti gli abitanti si spostarono verso Barletta, per colpa malaria colpì l’area, lago costiero Salpi,della presente nelche territorio fino all’età causata dalla presenza del Pantano di Salpi, costituito da acquemoderna. basse e fangose, quasi stagnanti. tra Molto utilizzate anche inTuttavia, epoca romana, 3 il XVII-XVIII l’area della Salina iniziò a ripopolarsi, i “salinari” ritornarono e rifondarono un piccolo stabilimento come dimostrano alcuni toponimi , la Salina e il suo composto da pagliai, case modeste costituite da paglia, fango epiccolo canne nell’area di Pizzo Pagliaio, l’attuale nucleo abitativo, chiamato Sanctazona Maria de 4 Orno, nei pressi della Torre delle Saline, dove in seguito furonoSalinis costruite anche la chiesa del Ss. Salvatore le di intorno 1105, fu donata da Goffredoeconte abitazioni degli “officiali regi”, unici edifici in muratura. Nel periodo che va tra il 700 e 800 le Saline di Barletta Canne al Vescovo della Chiesa cannese, che modifirisultavano suddivise in 4 “bande”: Reale, Imperatrice, Armellinacò e Cappella, quest’ultima risultava esserecome la piùriporil nome dell’area in Saline Cannarum, longeva, infatti, collimava perfettamente con l’assetto originale ta della salina.

Nel 1754 il famoso architetto un diploma dello stesso anno. Da questoLuigi momenVanvitelli fu chiamato dal re di Napoli, Carlo III Borbone, proprietario affinché attuasse un progetto fino to la delle salinasaline, passerà per vari enti ecclesiastici, di rinnovo di questo sistema produttivo, così da migliorarne la produzione.

Il celebre suggerì alcuni al 1294, quando tutta architetto l’area appartenente a Canne accorgimenti come la riorganizzazione delle vasche, attraversoful’eliminazione degli isolotti di terra, l’appiattiaccorpata alla città limitrofa di Barletta e prese il mento dei fondali e l’assestamento dei loro argini. Inoltre, propose la creazione nuovaTra foce pere ililricambio nome di Salinedi diuna Barletta. il XIII XIV sec. il pice l’approvvigionamento dell’acqua, il consolidamento del muraglione di divisione tra l’area della Salina e ilsiLago colo villaggio di Sancta Maria de Salinis spopolò, Salpi e l’innesto di alberature di gelso per favorire l’ombreggiamento della strada tra i “massini” di sale.

Tuttamalgrado la salina fosse ancora in funzionamento, e via, la maggiore novità introdotta da Vanvitelli riguarda i progressi come l’introduzione tuttitecnologici gli abitanti introdotti, si spostarono verso Barletta, per coldelle Coclee di Archimede5, che hanno rimpiazzato gli Sciorni, permettendo di innalzare il livello con prepa della malaria che colpì l’area,dell’acqua causata dalla maggiore facilità. Nel 1760 la conduzione delle saline passò da Carlo Pecorari al figlio Vincenzo, il quale apportò senza del Pantano di Salpi, costituito da acque basse ulteriori modifiche al loro assetto, come l’introduzione di una nuova bandaquasi chiamata Regina, l’aggiunta di una e fangose, stagnanti. foce immissaria, come suggerito negli anni precedenti dall’architetto Vanvitelli, con il nome di Cancello. In seguito a queste trasformazioni, l’assetto e del lago limitrofo rimase intatto fino al 1830, quando l’area Fig. 2 Veduta aerea del della sito disalina Salapia. iniziò ad essere bonificata.

1 Lopez A., Voli rosa sulla salina. La natura, il sale, il mare, il territorio e le terme di Margherita di Savoia, Grezi 2003, p. 13 2 Il toponimo Salinis, che rimanda alla secolare lavorazione del sale nella zona, appare per la prima volta nella Tabula Peutingeriana, una copia del XII secolo di un’antica carta romana. E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, p.

ERB A E C «ComeAVaria di sale ella passa sulla mia vita».

I ALLDimpregnata ARI (Charles Baudelaire) 24

55.

3 ad esempio, Salinae, la stazione industriale ricordata dagli itinerari tardoantichi che non menzionano Salapia sulla via litoranea che quindi diversamente da come ipotizzato in passato conservava anche in questo tratto il suo percorso costiero.

E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, p. 55. Volpe 1989, p. 58.

4 Lopez S., Il sale tra sacro e profano, Archeoclub d’Italia, Margerita di Savoia 1981, p. 22; ancora di incerta ubicazione, sorgeva forse poco più a nord dell’odierno abitato nei pressi della frazione Orno e oggi sarebbe sommerso, faceva parte del territorio e della diocesi di Canne insieme anche al casale di S. Cassiano (l’odierna San Ferdinando) e S. Nicolao de Petra, l’odierna frazione di Torre Pietra, che secondo la Vita dell’Ughelli forse diede i natali a S. Ruggero, vescovo di Canne.

5 Russo S., Le saline di Margherita di Savoia tra Sette e Ottocento, Foggia, C. Grezi editore 2001, p. 49; ne saranno acquistate 53 con un notevole risparmi di spesa rispetto alla precedente manovra a mano delle acque, ma con la conseguenza della disoccupazione degli operai addetti al maneggio degli sciorni.

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1756

1756

1760 1760 1867 1867 ER CAVBA DEI ALL ARI

ER CAVBA DEI ALL ARI

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1.2 L’Odore del Sale. Nascita e sviluppo della Salina più grande d’Europa Tuttavia, tra il XVII-XVIII l’area della Salina iniziò a ripopolarsi, i “salinari” ritornarono e rifondarono un piccolo stabilimento composto da pagliai, case moLa Salina di Margherita di Savoia è uno dei primi insediamenti stabili presenti nel Tavoliere, grazie soprattutto deste costituite da paglia, fango e canne nell’area di all’attività della raccolta del sale, già presente spontaneamente in epoca preistorica. Le peculiarità climatiche Pizzo Pagliaio, l’attuale zona Orno, nei pressi della del posto, come lo scarso quantitativo di rovesci, le alte temperature e l’apporto del vento, rappresentano i Torre delle Saline, dove in seguito furono costruite componenti essenziali per il funzionamento della Salina, attraverso, anche, il contributo dell’uomo e delle sue anche la chiesa del Ss. Salvatore e le abitazioni degli nozioni che nel corso degli anni diviene sempre più fondamentale. Malgrado nel territorio della Salina si calco“officiali regi”, unici edifici in muratura. Nel periodo lano ben 16 villaggi neolitici e dell’Età del Bronzo1, dopo i molti ritrovamenti archeologici presenti nella stessa che va tra il ‘700 e ‘800 le Saline di Barletta risultaarea, il primo stanziamento è attribuibile al popolo degli Illiri, che nel IV sec. a.C. dalla Dalmazia, occuparono vano suddivise in 4 “bande”: Reale, Imperatrice, Arla costa della Puglia. In quel periodo nell’area era già presente la Salina, la quale, però, risultava circondata da mellina e Cappella, quest’ultima risultava essere la un territorio impervio, caratterizzato dalla presenza di laghi costieri, zone paludose e salmastre. In seguito a più longeva, infatti, collimava perfettamente con tale colonizzazione, non si sa quando precisamente, fu fondato un piccolo villaggio chiamato Salapia, che in l’assetto originale della salina. Nel 1754 il famoso arseguitoSquadra prese il toponimo di Salinis2, nome che deriva dalla presenza del vicino lago costiero Salpi, presente nel Fig. 1 Foto storica, di “rompitori”. chitetto Luigi Vanvitelli fu chiamato dal re di Napoli, territorio fino all’età moderna. Molto utilizzate anche in epoca romana, come dimostrano alcuni toponimi3, la Carlo III Borbone, proprietario delle saline, affinché Salina e il suo piccolo nucleo abitativo, chiamato Sancta Maria de Salinis4 intorno 1105, fu donata da Goffredo attuasse un progetto di rinnovo di questo sistema conte di Canne al Vescovo della Chiesa cannese, che modificò il nome dell’area in Saline Cannarum, come riporproduttivo, così da migliorarne la produzione. Il ceta un diploma dello stesso anno. Da questo momento la salina passerà per vari enti ecclesiastici, fino al 1294, lebre architetto suggerì alcuni accorgimenti come quando tutta l’area appartenente a Canne fu accorpata alla città limitrofa di Barletta e prese il nome di Saline la riorganizzazione delle vasche, attraverso l’elimidi Barletta. Tra il XIII e il XIV sec. il piccolo villaggio di Sancta Maria de Salinis si spopolò, malgrado la salina fosse nazione degli isolotti di terra, l’appiattimento dei ancora in funzionamento, e tutti gli abitanti si spostarono verso Barletta, per colpa della malaria che colpì l’area, fondali e l’assestamento dei loro argini. Inoltre, procausata dalla presenza del Pantano di Salpi, costituito da acque basse e fangose, quasi stagnanti. Tuttavia, tra pose la creazione di una nuova foce per il ricambio e il XVII-XVIII l’area della Salina iniziò a ripopolarsi, i “salinari” ritornarono e rifondarono un piccolo stabilimento l’approvvigionamento dell’acqua, il consolidamencomposto da pagliai, case modeste costituite da paglia, fango e canne nell’area di Pizzo Pagliaio, l’attuale zona to del muraglione di divisione tra l’area della Salina Orno, nei pressi della Torre delle Saline, dove in seguito furono costruite anche la chiesa del Ss. Salvatore e le e il Lago Salpi e l’innesto di alberature di gelso per abitazioni degli “officiali regi”, unici edifici in muratura. Nel periodo che va tra il 700 e 800 le Saline di Barletta favorire l’ombreggiamento della strada tra i “massirisultavano suddivise in 4 “bande”: Reale, Imperatrice, Armellina e Cappella, quest’ultima risultava essere la più ni” di sale. Tuttavia, la maggiore novità introdotta da longeva, infatti, collimava perfettamente con l’assetto originale della salina. Nel 1754 il famoso architetto Luigi Vanvitelli riguarda i progressi tecnologici introdotVanvitelli fu chiamato dal re di Napoli, Carlo III Borbone, proprietario delle saline, affinché attuasse un progetto5 ti, come l’introduzione delle Coclee di Archimede , di rinnovo di questo sistema produttivo, così da migliorarne la produzione. Il celebre architetto suggerì alcuni che hanno rimpiazzato gli Sciorni, permettendo di accorgimenti come la riorganizzazione delle vasche, attraverso l’eliminazione degli isolotti di terra, l’appiattiinnalzare il livello dell’acqua con maggiore facilità. mento dei fondali e l’assestamento dei loro argini. Inoltre, propose la creazione di una nuova foce per il ricambio Nel 1760 la conduzione delle saline passò da Carlo e l’approvvigionamento dell’acqua, il consolidamento del muraglione di divisione tra l’area della Salina e il Lago Pecorari al figlio Vincenzo, il quale apportò ulteFig. 2 Foto storica, Squadra di “raccogliSalpi e l’innesto di alberature di gelso per favorire l’ombreggiamento della strada tra i “massini” di sale. Tuttariori modifiche al loro assetto, come l’introduzione tori” e i “massini” di sale. via, la maggiore novità introdotta da Vanvitelli riguarda i progressi tecnologici introdotti, come l’introduzione di una nuova banda chiamata Regina, l’aggiunta delle Coclee di Archimede5, che hanno rimpiazzato gli Sciorni, permettendo di innalzare il livello dell’acqua con di una foce immissaria, come suggerito negli anni maggiore facilità. Nel 1760 la conduzione delle saline passò da Carlo Pecorari al figlio Vincenzo, il quale apportò precedenti dall’architetto Vanvitelli, con il nome di ulteriori modifiche al loro assetto, come l’introduzione di una nuova banda chiamata Regina, l’aggiunta di una Cancello. In seguito a queste trasformazioni, l’assetfoce immissaria, come suggerito negli anni precedenti dall’architetto Vanvitelli, con il nome di Cancello. In seto della salina e del lago limitrofo rimase intatto fino guito a queste trasformazioni, l’assetto della salina e del lago limitrofo rimase intatto fino al 1830, quando l’area al 1830, quando l’area iniziò ad essere bonificata. iniziò ad essere bonificata.

1 Lopez A., Voli rosa sulla salina. La natura, il sale, il mare, il territorio e le terme di Margherita di Savoia, Grezi 2003, p. 13 2 Il toponimo Salinis, che rimanda alla secolare lavorazione del sale nella zona, appare per la prima volta nella Tabula Peutingeriana, una copia del XII secolo di un’antica carta romana. E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le Fonte immagini: saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, p.

55.

Fig. 1: in http://www.comune.margheritadisavoia.bt.it/storia-e-ter3 ad esempio, Salinae, la stazione industriale ricordata dagliritorio, itinerari tardoantichi che non menzionano Salapia sulla via consultato il 21/11/21; litoranea che quindi diversamente da come ipotizzato in passato conservava anche in questo tratto il suo percorso costiero.

Fig. 2: in http://www.margheritadisavoia.com/la-salina/pillole-storiE. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, che.html, consultato il 21/11/21; facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, p. 55. Volpe 1989, p.

58.

Fig. 3 : Foto storica, Museo della Salina di Margherita di Savoia.

Fig. 3 Foto4 storica, am- Archeoclub d’Italia, Margerita di Savoia 1981, p. 22; ancora di incerta ubicazione, sorgeva Lopez S.,un’altra Il sale tra squadra sacro e profano, forse poco piùcreando a nord dell’odierno massa il sale nelle aie, dei “mas- abitato nei pressi della frazione Orno e oggi sarebbe sommerso, faceva parte del territorio e della diocesi di Canne insieme anche al casale di S. Cassiano (l’odierna San Ferdinando) e S. Nicolao de Petra, l’odierna soni” prismatici. frazione di Torre Pietra, che secondo la Vita dell’Ughelli forse diede i natali a S. Ruggero, vescovo di Canne.

5 Russo S., Le saline di Margherita di Savoia tra Sette e Ottocento, Foggia, C. Grezi editore 2001, p. 49; ne saranno acquistate 53 con un notevole risparmi di spesa rispetto alla precedente manovra a mano delle acque, ma con la conseguenza della disoccupazione degli operai addetti al maneggio degli sciorni.

27

1912 1927

1912 Fig. 4 Foto storica, vista dall’alto di una vasca della salina con i “massini”.

1927 Fig. 5 Foto storica, Le montagnole di sale e il primo carroponte.

1934

1934

Nel frattempo, nel 1813, dopo che il villaggio aveva raggiunto delle stato di comune autonomo con il nome di Reali Saline1, per ordine de frattempo, nel 1813, dopodiche il villaggio aveva per Nel contrastare la forte presenza contrabbando e soprattutto per raggiunto delle dimensioni considerevoli, guadagnò Saline, Carlo Afan de Rivera promosse un’azione di bonifica su tutta l’ stato di comune consempre il nomecontinuo di Reali delle acque e che lo rendevano possibileautonomo un ricambio 1 Saline , per ordine del re Gioacchino Murat.

A partirein terra. Dopo meno profondità attraverso la costruzioni di arginature dal 1838 per contrastare la forte presenza di con- d’Italia il nom tamente prosciugato e dopo 1861, in seguito all’Unità trabbando e soprattutto per migliorare la vivibilità in Margherita di Savoia per onorare la regina d’Italia moglie di Umb territorio delle Saline, autonoma.

Carlo Afan Attraverso de Rivera prounasul propria amministrazione i tanti investiment mosse un’azione di bonifica su tutta l’area, mediante stradali e ferroviari, riconducibili al 1870, si arrivò ad una bonifica q la creazioni di nuove foci che della rendevano possibile considerevolmente la dimensione salina, che sarà supportata anc un ricambio sempre continuo delle acque riem- idrovora ad a che aumentarono anche la produzione, come elailRuota pimento aree del Salpi con meno profondità premente, undelle mulino a vapore, una linea ferroviaria interna al paese, lu attraverso la costruzioni di arginature in terra. stabilimenti, come un opificio, un magazzino, una Dopo caserma, l’ufficio dir morte, nel 1852, il lago fu completamente subìlalesua maggiori mutazioni soprattutto nel periodoproche va tra il domi sciugato e dopo 1861, in seguito all’Unità d’Italia il 1950. Tra il 1900 e il 1912, 875 ettari del Lago furono mutati in salina e nome del paese venne modificato, nel 1879, in Marminata Salpi vecchio, in seguito nel 1929 la rimanente parte del Lago S gherita Savoia per onorare d’Italia monome Salpi di nuovo.

Infine, nel 1959lafuregina inglobata, al territorio della salin glie di Umberto I e la popolazione “salinara” elesse alla prima zona evaporante dell’attuale Salina di Margherita. Quest’ul una propria amministrazione autonoma.

Attraverso avvenuta negli anni ’60 portò al raddoppio della produzione2. Tra il 19 i tanti investimenti per l’implementazione dei collemodellatore di cemento armato della nostra epoca” per dirlo con le paro gamenti stradali e ferroviari, riconducibili al 1870, si Pevsner, realizzò per i Monopoli di stato il Magazzino Sofisticazione Sa arrivò ad una bonifica quasi completa dell’area che 3 1954-55, ed oggi sottoposto a vincolo . Nel 1955 tra gli investimenti incrementò la dimensione della grandiosa operaconsiderevolmente al servizio delle Saline di Margherita di Savoia, la Lin salina, che sarà supportata anche dall’introduzione l’area portuale della città di Barletta, attraverso un percorso lungo 13 k di nuove tecnologie che aumentarono anche la pro- e veloce 175 in mare e permetteva di spostare in maniera continuativa duzione, come la Ruota idrovora ad alimentazione alti costi quest’opera in certi aspetti visionaria e romantica fu dismessa eolica, la pompa aspirante premente, un mulino a la sua gestione. vapore, una linea ferroviaria interna al paese, lungo l’attuale via Africa Orientale e nuovi stabilimenti, come un opificio, un magazzino, una caserma, l’ufficio direzione. È nel Novecento che il Lago Salpi subì le maggiori mutazioni soprattutto nel periodo che va tra il dominio del Regime Fascista fino alla fine del 1950. Tra il 1900 e il 1912, 875 ettari del Lago furono mutati in salina e presero il nome dell’attuale banda denominata Salpi vecchio, in seguito nel 1929 la rimanente parte del Lago Salpi venne adibita in zona evaporante dal nome Salpi nuovo.

Fonte immagini: Fig. 4-5: http://www.etaoinmagazine.it/articolo/15-sapore-di-s le-dalla-puglia-a-tutta-la-europa.html, consultato il 21/11/21; Fig. 2: in http://www.margheritadisavoia.com/la-salina/pillole-storiche.html, consultato il 21/11/21; Fig. 6 : Foto storica, Museo della Salina di Margherita di Savoia.

Fig. 6 Foto storica, Il Tratto Ferroviario nei pressi di Via Africa Orientale, Margherita di Savoia, oggi scomparso.

28

1 http://www.museosalina.it/la-storia.html, consultato il 10/10/21.

2 http://www.museosalina.it/la-storia.html, consultato il 10/10/21.

29 3 In base all’art 10 comma 1 del D. Lgs. 22 del gennaio 2004.

1959 Tele feric

1999

Fig. 7 Foto storica, Veduta panoramica della Salina e del “Magazzino Nervi”.

1927

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Nel frattempo, nel 1813, dopo che il villaggio aveva raggiunto delle dim stato di comune autonomo con il nome di Reali Saline1, per ordine del re per contrastare la 1959 forte fu presenza di contrabbando e soprattutto per mig Infine, nel inglobata, al territorio della saliSaline, Carlo AfanAlma de Rivera promosse un’azione di na, l’area Dannata, che corrisponde allabonifica prima su tutta l’are che rendevano possibile un ricambioSalina sempre delle acque e il r zona evaporante dell’attuale di continuo Margherita. meno profondità attraverso la costruzioni di arginature in terra. Dopo la s Quest’ultimo ampliamento e la meccanizzazione tamenteavvenuta prosciugato dopo’60 1861, in seguito all’Unitàdella d’Italia il nome d neglie anni portò al raddoppio 2 in Margherita di Savoia onorare la regina moglie di Umbert produzione . Tra per il 1935 e il 1936 Pier d’Italia Luigi Nervi, una propria autonoma.

Attraverso i tanti investimenti pe “il piùamministrazione geniale modellatore di cemento armato della stradalinostra e ferroviari, al le 1870, si arrivò una bonifica quas epoca”riconducibili per dirlo con parole dello ad storico considerevolmente la dimensione della salina, che per sarài supportata anche dell’architettura Nokolaus Pevsner, realizzò Moche aumentarono anche la produzione, come la Sali Ruota idrovora ad alim nopoli di stato il Magazzino Sofisticazione Fosfapremente, un mulino a vapore, linea interna ti, ampliato dallo stessouna Nervi nelferroviaria 1954-55, ed oggi al paese, lung 3 un magazzino, una caserma, l’ufficio direzio stabilimenti, come aunvincolo opificio, sottoposto . Nel 1955 tra gli investimenti subì le maggiori mutazioni soprattutto periodo che va tra il dominio più onerosi del periodo fu erettanel l’ultima grandiosa 1950. Tra il 1900 il 1912, delle 875 ettari deldiLago furono mutati opera al eservizio Saline Margherita di Sa- in salina e pre minata voia, Salpi la vecchio, in seguito che nel 1929 rimanente parte Linea Teleferica, univalaquest’ultima con del Lago Salpi nome Salpi Infine, nelcittà 1959difuBarletta, inglobata, al territorio l’areanuovo. portuale della attraverso un della salina, alla prima zona evaporante dell’attuale Salina di Margherita. percorso lungo 13 km per i campi margheritani, di Quest’ultim avvenuta anni portò al raddoppio produzione cuinegli 1,5 km in’60 mare e permetteva di della spostare in ma- 2. Tra il 1935 e modellatore cemento armato della 175 nostra epoca” perall’ora. dirlo con le parole d nieradicontinuativa e veloce ton.

Di sale Pevsner,Tuttavia, realizzò aper i Monopoli statoquest’opera il MagazzinoinSofisticazione Sali F causa degli altidicosti certi Nel 1955nel tra1981 gli investimenti più 1954-55, ed oggi sottoposto a vincolo aspetti visionaria e romantica fu3.dismessa a grandiosa opera al elevate serviziospese delle per Saline di Margherita causa delle la sua gestione. di Savoia, la Linea T l’area portuale della città di Barletta, attraverso un percorso lungo 13 km p in mare e permetteva di spostare in maniera continuativa e veloce 175 ton alti costi quest’opera in certi aspetti visionaria e romantica fu dismessa ne la sua gestione.

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Fig. 8 Foto storica, carri ribaltabili per il trasporto del sale presso il “Magazzino Nervi”.

1934 Fonte immagini: Fig.7-8: Amoroso E., I salinari ed altri personaggi di ieri e di oggi nella storia di Margherita di Savoia : cenni storici sulle saline. Toponimi Salinis, Sanctae Mariae de Salinis, Saline di Barletta, Margherita di Savoia Cedel , 2004. (in https://www.marklinfan.com/f/topic.asp?TOPIC_ ID=2469), consultato il 21/11/21; Fig. 8 : E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, p. 466.

30

Fig. 9 Foto storica, tratto Teleferica sul mare.

1 http://www.museosalina.it/la-storia.html, consultato il 10/10/21.

2 http://www.museosalina.it/la-storia.html, consultato il 10/10/21.

3 In base all’art 10 comma 1 del D. Lgs. 22 del gennaio 2004.

31

COLLAGE STORICO DELLA SALINA (Elaborazione grafica di Davide Delia) 32

33

1.2.1 La Raccolta del Sale

Fig. 1 Noira e trenino per il carico del sale

Fig. 2 Foto del 1935, Squadra di “Rompitori” e “Raccoglitori”.

Fig. 3 Fase di collaudo della prima macchina raccoglitrice annuale “Carello”

Fig. 4 Serie di carrellini spinti a mano e posti sui binari “Decauville”, collegati tra di loro e il punto di scarico con opportuni scambi.

Fig. 5 Zona Pettiglio, formazione delle aie e impianto elevatore caricato con il sale trasportato da carrellini spinti a mano. (1935)

Fig. 6 Raccolta pluriennale e i “travoni” .

Fonte immagini: Fig. 1-2-3-4-5-6: E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, pp. 116-118- 119121-125.

34

1.2.1 La Raccolta del che Sale La raccolta del sale è un’attività dalle origini arcaiche, si replica immutabilmente da secoli. Come il lavoro del contadino, i “Salinari”, nutrono la Salina, accompagnando il corso delle stagioni, dall’Inverno, periodo di riposo, 1 all’estate, momento della raccoltadel . Tuttavia, è molto utile immaginare il sistema salinaimcome un grande La raccolta sale è un’attività dalle origini arcaiche, chedella si replica industria, che vive in simbiosi con l’ambiente chelavoro la circonda e che igrazie ai varinutrono progressi tecnologici mutabilmente da secoli.naturale Come nel della terra, “Salinari”, 2 che hanno facilitato, nel il lavoro dei professionisti . Dunque, se dadall’Inverno, un lato la creazione la tempo, Salina, accompagnando il corso delle stagioni, periododel di sale è rimasta 1 spontanea, come in antichità, l’attività momento di raccolta,della invece, ha subito molte variazioni, riposo, all’estate, raccolta . Tuttavia, è molto utile partendo immagi- da un lavoro prettamente manuale,nare in cuiil l’intera era al centro lavoroindustria, di raccolta, meccanizzazione del lavoro sistemacittadina della Salina come undel grande chealla vive in simbiosi tramite macchine all’avanguardia, fino alla metodologia attuale, permette lo sfruttamento con l’ambiente naturale che la circonda e cheche grazie ai vari progressi tecno- ottimale della 3 2 che si sono susseguite salina con un numero logici contenuto di dipendenti sono le tipologie fondamentali che hanno facilitato,. Quattro nel tempo, il lavoro dei professionisti . Dunque, negli anni: se da un lato la creazione del sale è rimasta spontanea, come in antichità, l’attività di raccolta, invece, ha subito molte variazioni, partendo da un la• Raccolta manuale voro prettamente manuale, in cui l’intera cittadina era al centro del lavoro • Raccolta parzialmente di meccanica raccolta, alla meccanizzazione del lavoro tramite macchine all’avanguar• Raccolta meccanica dia, fino alla metodologia attuale, che permette lo sfruttamento ottimale • Raccolta del sale oggi. della salina con un numero contenuto di dipendenti3. Quattro sono le tipologie fondamentali che si sono susseguite negli anni.

1 Lopez A., Voli rosa sulla salina. La natura, il sale, il mare, il territorio e le terme di Margherita di Savoia, Grezi 2003, p.50 2 E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, p. 115.

3 Ibid.

35

Fase di Raccolta

LA RACCOLTA MANUALE PERIODO DI RACCOLTA: 15/07-31/11 La raccolta manuale

“Rompitori”e “Spalatori”

Punto di scarico

Il “Torrione”

36

Il Sale viene trasportato alle “aie” con sacchi di juta

Gli operai trovavano riposo e fresco sotto gli alberi di gelso voluti da Vanvitelli

Trasporto

Via Africa Orientale e Stazione Ofantina

1800-1900

Questa metodologia, utilizzata per tutto l’Ottocento fino ai primi del Novecento, era eseguita 15/07 fino alla fine di novembre e necessitava di un gran numero di lavoratori, quante ne necessitavano per coprire le dimensioni 1 di un bacino. Innanzitutto, venivano prosciugate le vasche “acque madri” , in seguito, quando lo strato Questa metodologia, utilizzata perdelle tuttoloro l’Ottocento fino ai primi del Nodi incrostazione si seccava, mediante l’ausilio15/07 di una “squadra didi rottura”, formata da “rompitori” vecento, era eseguita fino alla fine novembre e necessitava di unmuniti di una piccola zappetta, venivagran frantumato attenzione nel non intaccare il fondo di numero ildisedimento lavoratori,salino, quantecon neparticolare necessitavano per coprire le dimenqueste vasche, prettamente costituito d’argilla, così da non contaminare il saleleraccolto.

Insieme sioni di un bacino.

Innanzitutto, venivano prosciugate vasche delle loroai “rompitori”, altri lavoratori denominati “spalatori”, pale, ad accumulare il salemein “massini”2, la“acque madri”1 ,attraverso in seguito,delle quando lo erano strato intenti di incrostazione si seccava, 3 sciati, in seguito, nella stessa per di all’incirca 48 oredicosì da liberarli dall’acqua in eccesso . Altri diantevasca l’ausilio una “squadra rottura”, formata da “rompitori” muniti di operai asportavano i cumuli di sale, iluna quale veniva pesato veniva e in seguito caricatoil in dei sacchisalino, di juta,con perparticolapoi essere trasportato piccola zappetta, frantumato sedimento 5 fino alle aie4, sulle quali lavoratori salivano attraversoil fondo dei gradoni ricavati nella stessa montagnola . Questi re iattenzione nel non intaccare di queste vasche, prettamente coprismi monolitici rimanevano al mal soprattutto alle piogge, che permettevano a questi cumuli stituitoesposti d’argilla, così tempo da nonecontaminare il sale raccolto.

Insieme ai “romdi pulirsi ed indurirsi, fino a raggiungere la consistenza del“spalatori”, marmo. L’attività di raccolta si protraeva pitori”, altri lavoratori denominati attraverso delle pale, erano finché c’era 2 luce e a volte si protraeva anche notte, sfruttando della luna sull’incrostazione sale. intenti adlaaccumulare il sale ilinbagliore “massini” , lasciati, in seguito, nella di stessa vasca per all’incirca 48 ore così da liberarli dall’acqua in eccesso3. Altri operai asportavano i cumuli di sale, il quale veniva pesato e in seguito caricato in dei sacchi di juta, per poi essere trasportato fino alle aie4, sulle quali i lavoratori salivano attraverso dei gradoni ricavati nella stessa montagnola5.

Questi prismi monolitici rimanevano esposti al mal tempo e soprattutto alle piogge, che permettevano a questi cumuli di pulirsi ed indurirsi, fino a raggiungere la consistenza del marmo. L’attività di raccolta si protraeva finché c’era luce e a volte si protraeva anche la notte, sfruttando il bagliore della luna sull’incrostazione di sale.

“Cavallari” e “libbaioli” a Porto Canale

1 Queste acque, dal colore rossastro e dalla consistenza oleosa, sono le acque residue dell’evaporazione. Queste acque erano in parte conservate per la campagna dell’anno seguente, con lo scopo di dare ai fondi delle vasche un primo grado di salinità e anche per tagliare le acque vergini così da aumentarne la densità e accelerare, quindi, il processo di deposizione del sale.

Candida L., Saline adriatiche (Margherita di Savoia, Cervia e Comacchio), Tipografia R. Pironti e figli, Napoli, 1951, p.39.

2 Piccole montagnole di sale che variavano dagli 8 ai 10 quintali ciascuno.

3 E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, pp. 115-116.

4 Grossi cumuli di sale che creano una montagnola denominata prisma. Questa forma permetteva una facile misurazione del prisma e quindi del quantitativo di sale.

5 La Sorsa S., La salina di Margherita di Savoia, estratto dal fascicolo di maggio della Rivista Marittima, Ministero della Difesa Marina, tipo litografia di Marisegrege, 1954 p 9

37

Fase di Raccolta

LA RACCOLTA PARZIALMENTE MECCANICA PERIODO DI RACCOLTA: 01/08-31/11 La raccolta parzialmente meccanica

Rotaie Decauville

Punto di scarico

Il “Magazzino Nervi”

38

“Aie” e Carroponti manuali

Il “Trenino del Sale”

Trasporto

Via Africa Orientale e Stazione Ofantina

1900-1954

Tale tipologia di raccolta, che aveva luogo dal primo di agosto e si protraeva fino alla fine di novembre, fu contraddistinta dall’uso di nuove pratiche che legavano il lavoro manuale, con l’ausilio di attrezzature meccaniche, che permisero, soprattutto di diminuire considerevolmente lo sforzo deglidioperai impiegati nella raccolta1. InTale tipologia di raccolta, che aveva luogo dal primo agosto e si protraetrodotta agli inizi del Novecento, non furono le novità; dall’uso infatti, il di metodo raccolta non si diffeva fino alla all’inizio fine di novembre, fu molte contraddistinta nuove di pratiche 2 renziava molto dal precedente, ma all’incirca nel 1910, con l’introduzione delle rotaie Decauville , il trasporto del che legavano il lavoro manuale, con l’ausilio di attrezzature meccaniche, materiale non veniva più eseguito mediante dei sacchi di juta, ma con dei piccoli binari smontabili, che permisero, soprattutto di diminuire considerevolmente lo sforzo degli sormontati 1 da dei vagoncini in ferro spinti a mano, nella collocati dentro le vasche3agli . Un’altra novità fu l’uso di un elevatore mecoperai impiegati raccolta . Introdotta inizi del Novecento, all’inicanico, che permetteva di gettare il sale da 10-15 metri di altezza, formando così le caratteristiche zio non furono molte le novità; infatti, il metodo di raccolta non si diffe- aie. Tuttavia, anche se le azioni di ammassamento del precedente, materiale salino avvenivano di macchine alimentate renziava molto dal ma all’incirca nelmediante 1910, conl’uso l’introduzione 2 in ferro, che partivano dai bacini fino alle aree in cui erano presencon energia elettrica, ildelle trasporto dei carrellini rotaie Decauville , il trasporto del materiale non veniva più eseguito ti gli elevatori e quindimediante le aie, eradei ancora manualmente, un’attività estenuante che si è protratta fino sacchieseguito di juta, ma con dei piccoli binari smontabili, sormontaall’incirca al 19554. ti da dei vagoncini in ferro spinti a mano, collocati dentro le vasche3. Un’altra novità fu l’uso di un elevatore meccanico, che permetteva di gettare il sale da 10-15 metri di altezza, formando così le caratteristiche aie. Tuttavia, anche se le azioni di ammassamento del materiale salino avvenivano mediante l’uso di macchine alimentate con energia elettrica, il trasporto dei carrellini in ferro, che partivano dai bacini fino alle aree in cui erano presenti gli elevatori e quindi le aie, era ancora eseguito manualmente, un’attività estenuante che si è protratta fino all’incirca al 19554.

Via Africa Orientale e Porto Canale

1 E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, pp. 118-120.

2 Le ferrovie Decauville sono ferrovie a scartamento ridotto il cui binario è formato da elementi prefabbricati che possono essere montati e smontati velocemente. Sono usate quasi esclusivamente per il trasporto di merci quali minerali, legno, torba, argilla e sabbie. Tradizionalmente era caratterizzata dai binari leggeri posati con poca cura e da treni formati da vagoni a due assi con cassa con sezione a V basculante sui due lati per lo scarico del materiale. Le ferrovie Decauville hanno avuto un utilizzo esteso nell’industria del primo 1900, per il trasporto sia all’esterno sia all’interno degli stabilimenti industriali. Attualmente sono ferrovie moderne, percorse da grosse locomotive, i veicoli sono spesso dotati di gancio automatico, le rotaie sono adatte a sostenere grossi carichi, i sistemi di sicurezza sono molto avanzati anche in funzione delle difficili condizioni di lavoro, spesso in spazi angusti, con poca visibilità e rischio di esplosione o incendio. https://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Decauville, consultato il 10/10/21.

3 E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, pp. 118-120.

4 Ibid.

39

Fase di Raccolta

LA RACCOLTA MECCANICA PERIODO DI RACCOLTA: 30/08-31/11 La raccolta meccanica

Nastro Trasportatore

Punto di scarico

Il “Magazzino Nervi”

40

Carroponte Porto Canale

Carroponte Pettiglio

Trasporto

Teleferica e Porto di Barletta

1955-1990

Già dalla metà degli anni Cinquanta, ma soprattutto nei primo periodo dei ’60, ci fu una trasformazione nei metodi di raccolta e trasporto del sale. Questo metodo di raccolta, che iniziava dal 30/08 e continuava ininterrottamente fino alla conclusione di novembre, prevedeva più l’utilizzonei di “spalatori” o “rompitori”, sostituiti Già dalla metà degli anninon Cinquanta, ma soprattutto primo periodo dei 1 2 dall’innovativa macchina , che ha reso ilnei lavoro di raccolta un’azione completamente ’60,raccoglitrice ci fu una trasformazione metodi di raccolta e trasporto del sale. meccanica .

Questa macchina, cheQuesto correvametodo lungo tutto il bacino, permetteva di frantumare la crosta di raccolta, che iniziava dalcontemporaneamente 30/08 e continuava ininterrotdi sale e raccoglierla sutamente di un nastro trasportatore chediterminava in corrispondenza norie3, che gettavano fino alla conclusione novembre, non prevedeva delle più l’utilizzo il sale all’interno di carrelli collocati sui bordi dei bacini sopra dei binari e trasportati un motocarrello di “spalatori” o “rompitori”, sostituiti dall’innovativa macchinamediante raccoglitri1 2 alimentato a diesel, che il sale raccolto verso leun’azione aie4. Affinché si potesseromeccanica usare le macchine raccocetrasportava , che ha reso il lavoro di raccolta completamente . glitrici, le vasche salanti furono reimpostate forme più semplici (quadrato o rettangolo) e gli argini laterali Questa macchina, checon correva lungo tutto il bacino, permetteva contemrivestiti con assi di legno per sostenerediilfrantumare materiale argilloso, così al materiale sporcarsi5. Di questi poraneamente la crostaimpedendo di sale e raccoglierla su di undinastro 3 mezzi ne erano presenti 15, perché ognuno possedeva una dimensione precisa anche dal bacino trasportatore che terminava in corrispondenza delle norieche , chederivava gettavano 6 in cui avveniva la raccolta . all’interno di carrelli collocati sui bordi dei bacini sopra dei binari e il sale trasportati mediante un motocarrello alimentato a diesel, che trasportava il sale raccolto verso le aie4. Affinché si potessero usare le macchine raccoglitrici, le vasche salanti furono reimpostate con forme più semplici (quadrato o rettangolo) e gli argini laterali rivestiti con assi di legno per sostenere il materiale argilloso, impedendo così al materiale di sporcarsi5. Di questi mezzi ne erano presenti 15, perché ognuno possedeva una dimensione precisa che derivava anche dal bacino in cui avveniva la raccolta6.

Il sale via nave arrivava ano ai Magazzini del sale di Nervi a Tortona

1 Brevettata dalla società “Carello” di Torino. In E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, p. 120.

2 E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, pp. 120-122.

3 Parti meccaniche a becco.

4 In questo periodo le vaste aree delle aie sono nelle zone di Porto Canale, di Pettiglio, Salpi Primo e Regina. E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, p. 121 5 E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, pp. 120-122.

6 Ibid.

41

LA RACCOLTA PLURIENNALE PERIODO DI RACCOLTA: in base all’esigenza La raccolta del sale oggi

1990-OGGI

Dalla Dalla fine fine degli degli anni anni ’90, ’90, ilil metodo metodo di di raccolta raccolta varia varia ulteriormente, ulteriormente, non non viene viene più più eseguito eseguito annualmente annualmente e e le le 1 vasche salanti, attualmente in pietra e non più in legno ed argilla, furono innalzate fino all’altezza di 1,5 vasche salanti, attualmente in pietra e non più in legno ed argilla, furono innalzate fino all’altezza di 1,5 m m1..

Le macchine raccoglitrici non sono più utilizzate, come negli anni precedenti, ma sono sostituite da camion Le macchine raccoglitrici non sono utilizzate, come negli anni precedenti, ma sononon sostituite Dalla fine deglipiù anni ’90, il metodo di raccolta varia2 ulteriormente, vie- da camion 2. Tuttavia, anche a causa dell’ingente ed ii binari vengono rimpiazzati da strade asfaltate ed escavatori escavatori e e anche anche ne binari vengono rimpiazzati da strade asfaltate .

Tuttavia, anche a causa più eseguito annualmente e le vasche salanti, attualmente in pietra e dell’ingente peso problematiche mancate, soprattutto per quanto rischio peso di di questi questi mezzi, mezzi, le lenon problematiche non sono mancate, soprattutto perall’altezza quanto concerne concerne rischio di di questi questi più in legnonon ed sono argilla, furono innalzate fino di 1,5 m1ilil. Le 3 3 automezzi che durante il loro passaggio rischiavano spesso di sprofondare .

Per ovviare a questi problemi è automezzi che durantemacchine il loro passaggio rischiavano spesso di sprofondare .

Per ovviare a questi problemi è raccoglitrici non sono più utilizzate, come negli anni precedenti, stata introdotta la tecnica a “travoni”, in cui all’inizio, dopo aver liberato le vasche dalle acque, dei piccoli escastata introdotta la tecnica a “travoni”, in cui all’inizio, dopo aver liberato le vasche dalle acque, dei piccoli escama sono sostituite da camion ed escavatori e anche i binari vengono rim4 vatori, nelle vasche raccolgono la “salocca” viene 2 vatori, mediante mediante delle delle rampe rampe d’accesso, entrano nelle vasche e eanche raccolgono la dell’ingente “salocca”4,, che che viene sparsa sull’insull’inpiazzatid’accesso, da stradeentrano asfaltate . Tuttavia, a causa peso di sparsa 5 5 crostazione di sale, permettendo ai mezzi pesanti di muoversi con maggiore sicurezza .

Sempre attraverso gli crostazione di sale, permettendo ai mezzi pesanti di muoversi con maggiore sicurezza .

Sempre attraverso gli questi mezzi, le problematiche non sono mancate, soprattutto per quanescavatori la crosta viene scomposta così da creare un pettine, costituito da un “travone” parallelo ai lati lunghi escavatori la crosta viene scomposta così da creare un pettine, costituito da un “travone” parallelo ai lati lunghi to concerne il rischio di 6questi automezzi che durante il loro passaggio 6. In seguito, del aa quest’ultimo ii camion, sui fermano 3 del bacino bacino e e altri altri perpendicolari perpendicolari quest’ultimo . In seguito, camion, passando sui travoni travoniè si sistata fermano in in corricorririschiavano spesso di sprofondare . Per ovviarepassando a questi problemi 7 7 spondenza dei vari escavatori, così da essere riempiti e mandati direttamente verso le aie fornite di carroponte .. spondenza dei vari escavatori, così da essere riempiti e mandati direttamente verso le aie fornite di carroponte introdotta la tecnica a “travoni”, in cui all’inizio, dopo aver liberato le vaQuesta metodologia permette, oltre a raccogliere in ogni momento il materiale, senza dipendere dall’annualità Questa metodologia permette, oltre a raccogliere in escavatori, ogni momento il materiale, senza dipendere sche dalle acque, dei piccoli mediante delle rampe d’accesso, dall’annualità e le fasi intermedie di questa lavorazione, al sale di 4permettendo e dalle dalle stagioni, stagioni, di di eliminare eliminare le fasi intermedie di questa lavorazione, permettendo al sale di essere essere immagazziimmagazzientrano nelle vasche e raccolgono la “salocca” , che viene sparsa sull’incronato direttamente all’interno della vasca salante, creando un “magazzino all’aperto”, pronto per essere liberato, nato direttamente all’interno della vasca salante, creando un “magazzino all’aperto”, pronto per essere liberato, stazione di sale, permettendo ai mezzi pesanti di muoversi con maggio8 8 in base alle esigenze .

Tuttavia, quest’attività rende il sale facilmente indifeso dal maltempo, per questo viene 5 in base alle esigenze . Tuttavia, quest’attività rende il sale facilmente indifeso dal maltempo, per questo viene re sicurezza . Sempre attraverso gli escavatori la crosta viene scomposta lasciato 30 cm di acqua madre, chiamato dagli operai “cappotto”, che permette di proteggere l’incrostazione lasciato 30 cm di acqua madre, chiamato dagli operai “cappotto”, che permette di proteggere l’incrostazione così da creare un pettine, costituito da un “travone” parallelo ai lati lunghi 9 salante salante9.. del bacino e altri perpendicolari a quest’ultimo6. In seguito, i camion, passando sui travoni si fermano in corrispondenza dei vari escavatori, così da essere riempiti e mandati direttamente verso le aie fornite di carroponte7.

Questa metodologia permette, oltre a raccogliere in ogni momento il materiale, senza dipendere dall’annualità e dalle stagioni, di eliminare le fasi intermedie di questa lavorazione, permettendo al sale di essere immagazzinato direttamente all’interno della vasca salante, creando un “magazzino all’aperto”, pronto per essere liberato, in base alle esigenze8. Tuttavia, quest’attività rende il sale facilmente indifeso dal maltempo, per questo viene lasciato 30 cm di acqua madre, chiamato dagli operai “cappotto”, che permette di proteggere l’incrostazione salante9.

42

1 1 E. E. Greco, Greco, L’industrializzazione L’industrializzazione di di un un prodotto prodotto spontaneo: spontaneo: le le saline saline di di Margherita Margherita di di Savoia Savoia,, tesi tesi di di laurea, laurea, Università Università del del Salento, Salento, facoltà facoltà di di Beni Beni Culturali, Culturali, a.a. a.a. 2006-2007, 2006-2007, rel. rel. A. A. Monte, Monte, pp. pp. 122-126.

122-126.

2 Lopez A., Voli rosa sulla salina. natura, ilil sale, ilil mare, ilil territorio e di di Savoia, Grezi salina.

La La natura, il sale, il mare, il territorio e le terme di terme Margherita di Savoia, C. Foggia, 2 LOPEZ Lopez A., A., Voli Volirosa rosasulla sulla salina.

La natura, sale, mare, territorio e le le terme di Margherita Margherita diGrenzi Savoia,editore, Grezi 2003, 2003, p.58 2003, p.58 p. 58.

3 3 E. E. Greco, Greco, L’industrializzazione L’industrializzazione di di un un prodotto prodotto spontaneo: spontaneo: le le saline saline di di Margherita Margherita di di Savoia Savoia,, tesi tesi di di laurea, laurea, Università Università del del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a.

2006-2007, rel.

A. Monte, pp.

122-126.

Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, pp. 122-126.

4 Sale Sale fino fino che che si si è è formato formato dalla dalla frantumazione frantumazione dei dei cristalli cristalli di di sale sale in in seguito seguito al al movimento movimento delle delle acque acque contro contro gli gli argiargi4 ni. ni.

5 Testimonianza Testimonianza di di A. A. Dell’Orco, Dell’Orco, in in servizio servizio dal dal 1977 1977 5 6 E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto 6 E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: spontaneo: le le saline saline di di Margherita Margherita di di Savoia Savoia,, tesi tesi di di laurea, laurea, Università Università del del Salento, Salento, facoltà facoltà di di Beni Beni Culturali, Culturali, a.a. a.a. 2006-2007, 2006-2007, rel. rel. A. A. Monte, Monte, pp. pp. 122-126.

122-126.

7 7 Ibid.

Ibid.

8 8 Lopez Lopez A., A., Voli Voli rosa rosa sulla sulla salina. salina. La La natura, natura, ilil sale, sale, ilil mare, mare, ilil territorio territorio ee le le terme terme di di Margherita Margherita di di Savoia, Savoia, Grezi Grezi 2003, 2003, p.57 p.57 9 9 Queste Queste acque acque avendo avendo un un peso peso specifico specifico maggiore maggiore rispetto rispetto aa quelle quelle piovane, piovane, costringono costringono in in superficie superficie quest’ultime quest’ultime che che vengono vengono prontamente prontamente scolmate. scolmate. Testimonianza Testimonianza di di A. A. Dell’Orco, Dell’Orco, in in servizio servizio dal dal 1977.

1977.

43

1.2.2 Il Trasporto del Sale 1.2.2 Il Trasporto del Sale

Fig. 1 Porto Canale, in primo piano barche pronte ad essere caricate di sacchi di sale portati da carri ferroviari. (1935)

Fig. 5 Stato attuale dei cavalletti in c.a.

Fig. 4 Carri ribaltabili per il trasporto del sale

Durante tutto l’Ottocento, fino al termine deldel 1920, i Monopoli di per Stato spostareparte i carico Durante tutto l’Ottocento, fino al termine 1920, il trasportoportarono del sale era effettuato la amaggior viadel il trasporto del sale era effettuato per la maggior sale“cavallari”, sui piroscafi direttamente dal porto di Barletta, mare. I sacchi di juta ripieni del materiale venivano trasportati dai caricati su carri spinti da cavalli fino parte mare. Iin sacchi di juta ripieni delTorre materiale il quale avendo dimensioni più grandi ed un fondale allavia spiaggia, corrispondenza della delle Saline, utilizzata soprattutto come vedetta per contrastare il 1 venivano trasportati “cavallari”, caricati su carri più ampio permetteva maggiore tranquillità e sicucontrabbando . Al dai porto i sacchi erano caricati su piccole imbarcazioni dagli “sguazzatori” che affidavano il pre6 spinti dacarico cavalliaifino alla spiaggia, corrispondenza rezza nelaicarico del distanti materiale . Negli anni ’40, però, zioso “libbaioli”, che a in loro volte lo trasportano direttamente piroscafi, dalla costa all’incirca della delle utilizzata soprattutto come trasporto deli carri sale furono dall’area portuale di 400Torre m., per poiSaline, riportare i sacchi svuotati2. In seguito, intorno ilagli anni ’10, rimpiazzati daBarletta binari, fu 1 vedetta per contrastare il contrabbando . Al porto sospeso ila carico causa dell’ingente e l’imche portavano direttamente a Porto Canale, facilitando ulteriormente del materialeguerra verso mondiale il mare3. Tuti sacchi caricati su piccole imbarcazioni barco barlettano utilizzatol’utilizzo quindi solamente tavia,erano oltre al cosiddetto “carico a mare”, eradagli attivo anche il trasporto via terra fu mediante del piccoloper 4 “sguazzatori” che affidavano il prezioso ai “libscopi bellici, riportando carico del un saleraccordo sulla costa snodo ferroviario chiamato Ofantinocarico , lungo circa 4 km, si separava dall’asse adriaticoil mediante 7 baioli”, che lorotravolte lo trasportano direttamente margheritana . Finita molti lungo 1,5akm la stazione di Margherita e l’area di raccolta delle saline5. Molte eranolale guerra, difficoltànonostante nel trasporto, ai piroscafi, distanti dallail costa 400 m.,agitato, per tumulticonsiderevoli creati dagli operai l’Amminisoprattutto quando mare all’incirca risultava molto il carico subiva ritardi,margheritani, provocando ingenti 2 poiperdite riportare i sacchiche svuotati . In seguito, intorno strazione Monopoli di Stato decise di denaro, portarono i Monopoli di Stato a spostare i caricoAutonoma del sale suidei piroscafi direttamente dal di agliporto anni di ’10,Barletta, i carri furono rimpiazzati da binari, che l’imbarco del sale presso l’area portuale il quale avendo dimensioni più grandi ed unripristinare fondale più ampio permetteva maggiore tran6 portavano a Portodel Canale, facilitando Barletta, attraverso un’opportuna quillità edirettamente sicurezza nel carico materiale . Negli anni ’40, però,diil trasporto del sale dall’area portualeTeleferica di Barlettache ulteriormente caricodell’ingente del materiale verso il mare3.e l’imbarco barlettano arrivasse fu direttamente alla solamente banchina per del scopi porto e fu sospeso ailcausa guerra mondiale utilizzato quindi 8 Tuttavia, al cosiddetto a mare”, era attidagli stessi Monopoli . Nel 1955 quest’imbellici,oltre riportando il carico“carico del sale sulla costa margheritana7. costruita Finita la guerra, nonostante molti tumulti creati vo dagli ancheoperai il trasporto via terra mediante l’utilizzo Autonoma del pianto avveniristico per di l’epoca vennel’imbarco inaugurata, margheritani, l’Amministrazione dei Monopoli di Stato decise ripristinare 4 piccolo snodo ferroviario chiamatodiOfantino , lungo per poiTeleferica purtroppo dismesso pochi anni del sale presso l’area portuale Barletta, attraverso un’opportuna cheessere arrivasse direttamente allapiù circa 4 km, sidel separava mediante nel 1981 a causa degli esorbitanti costi per la banchina porto edall’asse costruitaadriatico dagli stessi Monopoli8. Nel 1955tardi quest’impianto avveniristico per l’epoca venne un inaugurata, raccordo lungo 1,5 purtroppo km tra la stazione di Marghee il funzionamento e demolitacosti nel per 20009. per poi essere dismesso pochi anni piùgestione tardi nel 1981 a causa degli esorbitanti ritalaegestione l’area di eraccolta delle saline . Molte erano le 9. Attualmente Attualmente trasporto del sale avvienecamion mediante il trasportoil del sale avviene mediante il funzionamento e 5demolita nel 2000 difficoltà trasporto, soprattutto quando il mare prima della camion e mezzi pesanti, che in burocratiche zona Cappellae effete mezzinel pesanti, che in zona Cappella effettuano, spedizione le varie operazioni di risultava molto agitato, il carico subiva considerevotuano, prima della spedizione le varie operazioni pesatura. li ritardi, provocando ingenti perdite di denaro, che burocratiche e di pesatura.

Fig. 2 Motocarrelli per il trasporto del sale

Fig. 3 Foto storica Stazione ferroviaria

Fonte immagini: Fig. 1: E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, p. 136;

Fig. 2-4 : Amoroso E., “I salinari ed altri personaggi di ieri e di oggi nella storia di Margherita di Savoia : cenni storici sulle saline.

Toponimi Salinis, Sanctae Mariae de Salinis, Saline di Barletta”, Cedel , 2004 Margherita di Savoia; Fig. 3: in http://www.lestradeferrate.it/23mono/23margherita.htm, consultato il 18/11/21; 44 Fig. 5: in https://www.viaggiointorno.it/travel/it/italy/barletta/gallery_barletta/photo_100560065-Teleferica+Sale+Pilone.html, consultato il 18/11/21.

1E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, pp. 135-142 2Ibid.

3Ibid.

4 Aperta all’esercizio nel 1884 e soppresso nel 1986. E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, pp. 143161.

5 E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, pp. 135-142 6 Ibid.

7 Ibid.

8 E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, pp. 143-161. A.S.B. Genio Civile Opere Marittime. b 226 f 1077.

9 Russo R., Barletta la storia, ed Rotas, 2004 Barletta.

45

«Oggi le teleferiche, da monumento del movimento sono sfondo di un paesaggio mutante. Eppure, l’eco di quel sogno metafisico sembra ancora sibilare tra i sostegni di cemento. Il sogno dell’uomo che non ha paura «Le teleferiche sono una tracdi cia chiamare quel paesaggio, puntiforme che attraversa il suo paesaggi.» la trama agraria del paesaggio barlettano. È il segno paratattico del movimento dell’uomo che attraversa l’orizzontalità del piano, dell’uomo che sfida, senza paura, l’omnidirezionale della natura»

Serie di cavalletti nell’agro di Margherita di Savoia

Fonte immagini: E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, pp. 156-143-465.

IL PERCORSO DELLA TELEFERICA 13

Fonte citazioni:

Km

www.barlettaviva.it, Teleferica di Barletta, il racconto di Massimiliano Cafagna e Vito Quadrato (https://www.barlettaviva.it/notizie/teleferica-di-barletta-il-racconto-di-massimiliano-cafa11 Km di 98 cavalletti in gna-e-vito-quadrato/), consultato il 12/10/21.

(A-B) (B-C) 2,73 Km di

Foto storica, Tratto a mare della linea della teleferica (1955)

c.a.

3 cavalletti su terraferma e 7 cavalletti su mare.

(C-D) 270 m di linea pensile.

(A)STAZIONE DI CARICO

ZONA REGINA

46

Foto storica, Sezione Regina, stazione di carico della teleferica.

(D) LINEA PENSILE SUL MOLO E STAZIONE ESTREMA DI RIVIO A UTOMATICO «Oggi le teleferiche, da monumento del movimento sono (B) STAZIONE INTERMEDIA sfondo di un paesaggio mutante.

Eppure, l’eco di quel D’ANGOLO sogno metafisico sembra ancoraAsibilare sostegni di STAZIONE DOPPIAtra i (C) D’ARRIVO cemento. Il sogno dell’uomo che MOTRICE non ha paura di chiaDELLA mare quel paesaggio, il suo paesaggi.»

TELEFERICA SUL MOLO

BARLETTA E IL PORTO

«Le teleferiche sono una traccia puntiforme che attraversa la trama agraria del paesaggio La Teleferica barlettano. È il segno paratattico del movimento dell’uomo che La Teleferica attraversa l’orizzontalità del piaQuest’impianto, voluto fortemente Monopoli di Stato e progettato dalla “Soc. An. Cevoluto fortemente dall’Amministrano, dell’uomo che sfida, senzadall’Amministrazione dei Quest’impianto, retti Tanfani” di Milano1, aveva la funzione di velocizzare il trasporto del Monopoli cloruro di di sodio dallo stabilimento della zione dei Stato e progettato dalla “Soc. paura, l’omnidirezionale della 1 Salina di Margherita di Savoia fino al porto di Barletta, dove ilAn. prodotto caricato sui piroscafi. riu- di Ceretti veniva Tanfani” di Milano , aveva laL’opera funzione natura» sciva a collegare, mediante una linea sospesa, la Salina con fino al molo barlettano tramontana, graziedallo anche velocizzare il trasportodidel cloruro di sodio sta-

all’ausilio di scivoli convogliatori, i quali permettevano di caricare al meglio il prodotto bilimento della Salina di trasportato.

Margherita La di Teleferica Savoia fino è della tipologia a trifune a moto continuo, caratterizzata da al due corsie di funi autoportanti o rotaie pensili, al porto di Barletta, dove il prodotto veniva caricato di sopra delle quali corrono dei piccoli vagoncini in acciaio a sui 4 ruote, sapientemente distanziati e movimentati piroscafi.

L’opera riusciva a collegare, mediante grazie ad una fune traente continua e chiusa ad anello2. Il percorso, lungo in tutto 13 km,con puòfino essere suddiviso una linea sospesa, la Salina al molo barletin tre parti: il primo che costeggia la litoranea e di estende con in cemento armato per quasi 10 tano98 di cavalletti tramontana, grazie anche all’ausilio di scivokm, il secondo di poco più di 2 km che taglia a Nord l’insenatura del mare del portopermettevano barlettano, composto da al li convogliatori, i quali di caricare 3 cavalletti su terraferma e 7 cavalletti su mare, ed il infine il terzo, all’incirca 270 m, che il molo megliolungo il prodotto trasportato.

Lasovrasta Teleferica è della di tramontana attraverso una linea pensile3. Interamente costruiti in cemento armato questi elementi puntifortipologia a trifune a moto continuo, caratterizzata mi nell’agro-barlettano, disposti in fila indiana, presentano altezza distanza diversa in base alle esigenze del al da dueecorsie di funi autoportanti o rotaie pensili, tracciato4. I cavalletti su terraferma presentano delle fondazioni su piastra basecorrono in c.a., mentre quelli su mare in di sopra dellediquali dei piccoli vagoncini delle palificazioni in cemento armato e, in caso di necessità, blocchi eseguiti condistanziati cassoni ad aria acciaio adi4fondazione ruote, sapientemente e movicompressa5. Questo impianto di trasporto comprendeva anche 4 stalligrazie o stazioni fondamentali: di carico mentati ad una fune traentequella continua e chiu2 e rinvio, una ad angolo a doppia motrice per le due vie della Teleferica adiacenti, una di lungo rinvio per la linea sa ad anello . Il percorso, in tutto 13 telefekm, può rica e una di mandata per l’ultimo tratto di percorso, infine la essere stazione di rinvioin automatico termine molo. suddiviso tre parti: ilalprimo chedel costeggia Attualmente di quest’imponente opera, dismessa nel 1981,laa litoranea causa delle spese di98 gestione e in demolita e diforti estende con cavalletti cemento Fonte citazioni: del percorso originario, elementi puntiformi negli anni 20006, rimangono solamente i cavalletti del primo tratto armato per quasi 10 km, il secondo di poco più di 2 disseminati nelle campagne tra la città di Margherita di Savoia e quella di Barletta, ricordo di un passato non km che taglia a Nord l’insenatura del mare del porto www.barlettaviva.it, Teleferica di Barletta, troppo lontano. barlettano, composto da 3 cavalletti su terraferma e il racconto di Massimiliano Cafagna e Vito Qua7 cavalletti su mare, ed il infine il terzo, lungo all’indrato, in (https://www.barlettaviva.it/notizie/ teleferica-di-barletta-il-racconto-di-massimicirca 270 m, che sovrasta il molo di tramontana atliano-cafagna-e-vito-quadrato/), consultato il traverso una linea pensile3. Interamente costruiti in 12/10/21. cemento armato questi elementi puntiformi nell’agro-barlettano, disposti in fila indiana, presentano altezza e distanza diversa in base alle esigenze del tracciato4. I cavalletti su terraferma presentano delle fondazioni su piastra di base in c.a., mentre quelli su mare delle palificazioni in cemento armato e, in caso di necessità, blocchi di fondazione eseguiti con cassoni ad aria compressa5. Questo impianto di trasporto comprendeva anche 4 stalli o stazioni fondamentali: quella di carico e rinvio, una ad angolo a doppia motrice per le due vie della Teleferica adiacenti, una di rinvio per la linea teleferica e una di mandata per l’ultimo tratto di percorso, infine la stazione di rinvio automatico al termine del molo. Attualmente di quest’imponente opera, dismessa nel 1981, a causa delle forti spese di gestione e demolita negli anni 20006, rimangono solamente i cavalletti del primo tratto del percorso originario, elementi puntiformi disseminati nelle campagne tra la città di Margherita di Savoia e quella di Barletta, ricordo di un passato non troppo lontano.

1 E. Greco, L’industrializzazione di un prodotto spontaneo: le saline di Margherita di Savoia, tesi di laurea, Università del Salento, facoltà di Beni Culturali, a.a. 2006-2007, rel. A. Monte, pp. 143-161. Prefettura Uffici Amministrativi Busta 1369 3°versamento.

2Ibid.

3 Ibid.

4 Ibid.

5 Ibid.

6 https://it.wikipedia.org/wiki/Teleferica_di_Barletta, consultato il 12/10/21;

47

1.3 La Strategia Regionale Gli Ambiti Territoriali

(Fonte: PPTR, documento 5, SCHEDE DEGLI AMBITI TERRITORIALI)

6

L’individuazione degli ambiti territoriali è scaturita dall’incrocio di analisi morfoti-pologiche e di analisi storico-strutturali, che hanno semplificato la perimetrazione di caratteristiche dominanti più o meno nette.

1 2

GARGANO 1.1 LAGHI DI LESINA E VARANO 1.2 ALTOPIANO CARSICO 1.3 COSTA DEL GARGANO 1.4 FORESTA UMBRA 1.5 ALTOPIANO DI A MANFREDONIA

3 2 4 48

PUGLIA CENTRALE 6.1 PIANA OLIVICOLA DEL NORD BARESE 6.2 CONCA DI BARI E SISTEMA RADIALE DELLE LAME 6.3 SUDEST BARESE E PAESAGGIO DEL FRUTTETO

7

MURGIA DEI TRULLI 7.1 VALLE D’ITRIA 7.2 PIANA DEGLI ULIVETI SECOLARI 7.3 BOSCHI DI FRAGNO E DELLA MURGIA BASSA MU

1.2 2.1

1.1

1.3 1.4

3.2

1.5

2.2

MONTI DAUNI 2.1 BASSA VALLE DEL 2.3 FORTORE E IL SISTEMA DUNALE 2.2 MEDIA VALLE DEL FORTORE E DIGA DI OCCHITO 2.3 MONTI DAUNI SET.TRIONALI 2.4 MONTI DAUNI MERIDIONALI TAVOLIERE 3.1 PIANA FOGGIANA 3.2 MOSAICO DI SAN SEVERO 3.3 MOSAICO DI CERIGNOLA 3.4 SALINA DI M. DI SAVOIA 3.5 LUCERA E SERRE M.DAUNI 3.6 MARANI ASCOLI SATRIANO

3.5

3.1

3.3 2.4

8

ARCO IONICO 8.1 ANFITEATRO E LA PIANA TARANTINA 8.2 PAESAGGIO DELLE GRAVINE IONICHE

3.4 4.1

3.6 4.2

4.3

5.1 5.2 6.1

6.2

5.3

9

CAMPAGNA BRINDISINA 8.1 CAMPAGNA BRINDISINA

7.2

7.1

6.3 7.3 6.2

9.1

6.1

10.1 10.5 10.2

OFANTO 4.1 BASSA VALLE DELL’OFANTO 4.2 MEDIA VALLE DELL’OFANTO 4.3 VALLE TORRENTE LOCONE

ALTA MURGIA 5.1 ALTOPIANO MURGIANO 5.2 FOSSA BRADANICA 5.3 SELLA DI GIOIA

10.4

11.1

0 Km

50 Km

11.3

10

TAVOLIERE SALENTINO 10.1 CAMPAGNA LECCESE DEL RISTRETTO E SISTEMA 11.2 VILLE SUBURBANE 10.2 TERRA DELL’ARNEO 10.3 PAESAGGIO COSTIERO PROFONDO DA S.CATALDO AGLI ALIMINI 10.4 CAMPAGNA SALENTO CEN.LE 10.5 MURGE TARANTINE

10.3

11

SERRE DEL SALENTO 11.1 SERRE IONICHE 11.2 SERRE ORIENTALI 11.3 BOSCO DEL BELVEDERE

49

Estratti di mappa ambiti territoriali (fonte: google earth pro, 2021)

3.4

7.2

1.1

3.5

7.3

1.2

3.6

8.1

1.3

4.1

8.2

1.4

4.2

9.1

1.5

4.3

10.1

2.1

5.1

10.2

2.2

5.2

10.3

2.3

5.3

10.4

2.4

6.1

10.5

3.1

6.2

11.1

3.2

6.3

11.2

3.3

7.1

11.3

50

51

PAESAGGI COSTIERI AD ALTA VALENZA NATURALISICA Paesaggi costieri ad alta valenza naturalistica da valorizzare Paesaggi costieri ad alta valenza naturalistica da riqualiicare SISTEMA INSEDIATIVO COSTIERO Waterfront urbano storico da valorizzare Waterfront urbano recente da riqualiicare Waterfront a prevalente specializzazione turistico-residenziale-ricettiva da riqualiicare Waterfront a forte criticità da rigenerare EDIFICATO AL 1947-58 Centro urbano costiero Centro storico sub-costiero Marina EDIFICATO SUCCESSIVO AL 1947-58 Espansione di centro storico costiero Insediamento costiero residenziale-turistico Piattaforma turistica-residenziale-ricettiva Campagna abitata Campagna urbanizzata Piattaforma produttiva-commerciale-direzionale Tessuto lineare a prevalenza produttiva

RETI MOBILITA’ Strada costiera di valorizzazione paesaggistica Strada costiera di riqualiicazione urbanistica-paesaggistica Asse multimodale tram-treno Asse di collegamento multimodale interno-costa Strada di interesse paesaggistico da valorizzare Penetrante naturalistica lungo corso d’acqua Ferrovia Stazione Metrò del Mare di progetto Approdi Metrò del Mare PATTO CITTA’-CAMPAGNA Parco agricolo multifuzionale di valorizzazione Parco agricolo multifuzionale di riqualiicazione Campagne del Ristretto Parco CO2 di riforestazione urbana UNITA’ IDROGRAFICHE Corso d’acqua perenne Corso d’acqua temporaneo Bacini idrici Rete dei canali di boniica UNITA’ TERRESTRI COSTIERE Ambienti boscati e seminaturali Cordone dunare colonizzado da macchia o bosco Area umide (paludi, stagni, acquitrini) Salina Attiva

Fonte: PPTR Puglia “Lo Scenario Strategico - CINQUE PROGETTI TERRITORIALI PER IL PAESAGGIO REGIONALE”, Elaborato 4.2.4 “LA VALORIZZAZIONE E RIQUALIFICAZIONE INTEGRATA DEI PAESAGGI COSTIERI DELLA PUGLIA/3”, p. 40 (https://pugliacon.regione.puglia.it/web/sit-puglia-paesaggio/elaborati-dello-scenario-strategico), consultato il 07/11/21].

52

Il Progetto Territoriale per la Valorizzazione e la Riqualificazione Integrata dei Paesaggi Costieri di Puglia “Nel rispetto delle direttive europee vigenti, il PPTR Puglia sceglie di adottare un approccio integrato e strategico alla pianificazione e gestione delle zone costiere, allineandosi a quanto si va facendo sui litorali degli altri paesi europei. Il Progetto Territoriale per la Valorizzazione e la Riqualificazione Integrata dei Paesaggi Costieri della Puglia è sviluppato in coerenza con la Strategia europea per la gestione integrata delle zone costiere e con Schema di Sviluppo Spaziale Europeo, che hanno evidenziato come le aree costiere, proprio perché caratterizzate da un alto livello di pressione antropica e nel contempo da un’elevata fragilità ambientale e diversità ecologica – necessitino di strategie integrate di sviluppo spaziale, capaci di bilanciare tutela attiva e valorizzazione dei territori con il coinvolgimento delle comunità insediate. Anche grazie ai nuovi strumenti regionali sullo stato della conoscenza del territorio costiero è oggi possibile sviluppare un progetto territoriale regionale di respiro strategico, vale a dire in grado di integrare le previsioni tra programmi, strumenti e progettualità per la tutela, valorizzazione e riqualificazione dei paesaggi costieri attraverso una coerente del futuro che tenga insieme contemporaneamente obiettivi ambientali, culturali, di qualità del paesaggio e urbana, infrastrutturali e, non da ultimo, economico-turistici. Il Progetto Territoriale per la Valorizzazione e la Riqualificazione Integrata dei Paesaggi Costieri di Puglia muove dall’assunto che un approccio efficace al problema della perdita di caratteri identitari e banalizzazione paesaggistica ed ecologica dei paesaggi costieri pugliesi debba basarsi su una definizione “profonda” della costa, ben più ampia della fascia dei 300 m sancita dalla legge Galasso.

0 Km

50 Km

53

L’obiettivo di contrastare l’attuale tendenza ad un’organizzazione lineare e cementificata della linea di costa, fatta di residenze e attrezzature turistiche disabitate per gran parte dell’anno, implica l’assunzione del concetto di “zona costiera” come fascia di transizione tra mare-costa-entroterra, come ambito relazionale che comprenda territori di larghezza e profondità variabili in funzione dei caratteri geomorfologici e ambientali, delle diverse storie dei territori costieri. La scelta di riconoscere una profondità territoriale ai paesaggi costieri muove non solo da considerazioni di tutela, ma anche da valutazioni economiche: la volontà da più parti espressa di ampliare e destagionalizzare l’attuale offerta turistica regionale attraverso l’integrazione del predominante turismo balneare con gli altri segmenti turistici regionali implica infatti la costruzione di strategie virtuose tra costa ed entroterra, che mobilitino risorse ben più ampie di quelle situate a ridosso del litorale.

Questa progettazione integrata individua sedici Paesaggi Costieri ad Alta Valenza Naturalistica come campo di attuazione del set di sei Obiettivi Operativi che, declinati in azioni e progetti, territorializzano e specificano sulla costa l’obiettivo generale di salvaguardia, valorizzazione, riqualificazione o ricostruzione di paesaggi degradati indicati dall’art. 143 del Codice dei Beni Culturali e del paesaggio.”

Fonte: PPTR Puglia “Lo Scenario Strategico - CINQUE PROGETTI TERRITORIALI PER IL PAESAGGIO REGIONALE”, Elaborato 4.2.4 “LA VALORIZZAZIONE E RIQUALIFICAZIONE INTEGRATA DEI PAESAGGI COSTIERI DELLA PUGLIA/3”, p. 40 (https://pugliacon.regione.puglia.it/web/sit-puglia-paesaggio/elaborati-dello-scenario-strategico), consultato il 07/11/21.

Fonte Cartografia: PPTR Puglia, “Lo Scenario Strategico - CINQUE PROGETTI TERRITORIALI PER IL PAESAGGIO REGIONALE”, Cartografia 4.2.4 “LA VALORIZZAZIONE E RIQUALIFICAZIONE INTEGRATA DEI PAESAGGI COSTIERI DELLA PUGLIA”, (https://pugliacon.regione.puglia.it/web/ sit-puglia-paesaggio/il-progetto-del-territorio-scenario-strategico), consultato il 07/11/21.

54

55

Gli obbiettivi operativi “ 1 – NON PERDERE IL RITMO: SALVAGUARDARE L’ALTERAZIONE STORICA DI SPAZI INEDIFICATI ED EDIFICATI LUNGO LA COSTA: Contenere il consumo di suolo, salvaguardando e valorizzando le aree di maggior pregio naturalistico e i paesaggi rurali costieri storici, prevedendo ove necessario interventi di riqualificazione al fine di creare una cintura costiera di spazi ad alto grado di naturalità finalizzata a potenziare la resilienza ecologica dell’ecotono costiero attraverso: il ripristino dei sistemi naturali di difesa dall’erosione e dall’intrusione salina e dei meccanismi naturali di ripascimento degli arenili, potenziando la connessione e la connettività ecologica tra costa ed entroterra ed infine, contrastando il processo di fronti costieri continui.

2 – IL MARE COME GRANDE PARCO PUBBLICO DELLA PUGLIA: Destinare alla fruizione pubblica le aree costiere di più alto valore paesaggistico ed ambientale, garantendone l’accessibilità con modalità di spostamento sostenibili e nel rispetto dei valori paesaggistici e ambientali presenti.

3 – SALVAGUARDARE LA DIVERSITA’ E VARIETA’ DEI PAESAGGI COSTIERI STORICI: Tutelare e valorizzare le specificità e i caratteri identitari dei centri storici e dei paesaggi storici costieri al fine di valorizzare le differenze locali e contrastare la banalizzazione ed omologazione dell’immagine costiera pugliese.

4 – RIQUALIFICARE ECOLOGICAMENTE GLI INSEDIAMENTI TURISTICI COSTIERI: Riqualificare gli insediamenti costieri a prevalente specializzazione turistico-balneare, migliorandone la qualità ecologica, paesaggistica, urbana e architettonica al fine di incrementare qualitativamente l’offerta ricettiva e la dotazione di spazi e servizi per il turismo e per il tempo libero.

5 – DARE PROFONDITA’ ALLA COSTA, CREANDO SINERGIE CON L’ENTROTERRA: Valorizzare sinergicamente il patrimonio edilizio della costa e quello dell’entroterra e potenziare i collegamenti costa-interno al fine di integrare il turismo balneare con gli altri segmenti turistici (storico-culturale, naturalistico, rurale, enogastronomico, congressistico). Decomprimere il sistema ambientale costiero, destagionalizzare i flussi turistici, incrementare l’offerta ricettiva anche a servizio della costa senza ulteriore aggravio di cubature.

6 – DECOMPRIMERE LA COSTA ATTRAVERSO PROGETTI DI DELOCALIZZAZIONE: Riduzione della pressione insediativa sugli ecosistemi costieri attraverso progetti di sottrazione dei detrattori di qualità paesaggistica, interventi di bonifica ambientale e riqualificazione/ri-naturazione/ricostruzione dei paesaggi costieri degradati.”

56

Fonte OBBIETTIVI OPERATIVI : PPTR Puglia, “Lo Scenario Strategico - CINQUE PROGETTI TERRITORIALI PER IL PAESAGGIO REGIONALE”, Cartografia 4.2.4 “LA VALORIZZAZIONE E RIQUALIFICAZIONE INTEGRATA DEI PAESAGGI COSTIERI DELLA PUGLIA”, (https://pugliacon.regione.puglia.it/web/sit-puglia-paesaggio/il-progetto-del-territorio-scenario-strategico), consultato il 07/11/21.

Fonte Cartografia: PPTR Puglia, “Lo Scenario Strategico - CINQUE PROGETTI TERRITORIALI PER IL PAESAGGIO REGIONALE”, Cartografia 4.2.4 “LA VALORIZZAZIONE E RIQUALIFICAZIONE INTEGRATA DEI PAESAGGI COSTIERI DELLA PUGLIA”, (https://pugliacon.regione.puglia.it/web/ sit-puglia-paesaggio/il-progetto-del-territorio-scenario-strategico), consultato il 07/11/21.

I Sedici Paesaggi Costieri ad Alta Valenza “Il riconoscimento di questi Paesaggi Costieri ad Alta valenza è stato effettuato: - sulla base di analisi e valutazione inerenti i caratteri strutturali, i valori e le criticità dei diversi paesaggi costieri regionali svolte nell’ambito della redazione dell’Atlante del Patrimonio Ambientale, Territoriale e Paesaggistico; - sulla base della perimetrazione delle parti di territorio costiero e subcostiero già interessate da un consistente apparato di vincoli.

I Paesaggi Costieri ad Alta Valenza Naturalistica si suddividono in due categorie, sulla base del trattamento progettuale per essi previsto:

LEGENDA

- Paesaggi Costieri ad Alta Valenza Naturalistica da Valorizzare, caratterizzati dal prevalere (anche se non in assoluto) di elementi di naturalità e porzioni di paesaggio rurale storico in buono stato di conservazione che necessitano di essere valorizzati attraverso un insieme coordinato ed integrato di azioni, politiche e progetti specifici;

0 Km

1) “Lagune di Lesina e Varano” (Ambito 1) – Valorizzazione 2) “Costa del Gargano” – Valorizzazione 3) “Dune daune” (Ambito 2) – Valorizzazione 4) “Sistema costiero di aree umide della Capitanata” (Ambito 3 e 4) – Riqualificazione 5) “Taranto sud-est” (Ambito 8) – Riqualificazione 6) “Sistema delle pinete e dune ionico-tarantine” (Ambito 8) – Riqualificazione 7) “Costa Brindisi-Torre Guaceto” (Ambito 9) – Valorizzazione 8) “Salina di Punta della Contessa” (Ambito 9) – Valorizzazione

50 Km

- Paesaggi Costieri ad Alta Valenza Naturalistica da Riqualificare, caratterizzati dal prevalere (anche se non in assoluto) di condizioni di degrado e compromissione degli elementi di naturalità e dei brani di paesaggi rurali storici presenti, spesso a causa di una sregolata espansione edilizia costiera a specializzazione turistico-balneare. Questi paesaggi costieri necessitano di essere riqualificati ed, in alcuni casi, ricostruiti attraverso un insieme coordinato.

Questi sedici Paesaggi Costieri ad Alta valenza naturalistica sono il campo di attuazione dei sei Obiettivi Operativi per la Valorizzazione, riqualificazione e ricostruzione dei Paesaggi Costieri della Puglia, oltre che degli Obiettivi di Qualità Paesaggistica e Territoriale per i Paesaggi Costieri di ogni ambito.”

9) “Bosco di Cerano” (Ambito 9) – Valorizzazione 10) “Marine di Lecce e Torchiarolo” (Ambito 10) – Riqualificazione 11) “Sistema costiero di aree umide del Salento Adriatico” (Ambito 10) – Valorizzazione 12) “Costa neretina” (Ambito 10) – Valorizzazione 13) “Porto Cesareo e Marine dell’Arneo” (Ambito 10) – Riqualificazione 14) “De Finibus Terrae” (Ambito 11) – Valorizzazione 15) “Bonifiche di Ugento” (Ambito 11) – Valorizzazione 16) “Costa gallipolina” (Ambito 11) – Valorizzazione

Fonte I SEDICI PAESAGGI COSTIERI AD ALTA VALENZA : PPTR Puglia “Lo Scenario Strategico - CINQUE PROGETTI TERRITORIALI PER IL PAESAGGIO REGIONALE”, Elaborato 4.2.4 “LA VALORIZZAZIONE E RIQUALIFICAZIONE INTEGRATA DEI PAESAGGI COSTIERI DELLA PUGLIA/4”, p. 41 (https://pugliacon.regione.puglia.it/web/sit-puglia-paesaggio/elaborati-dello-scenario-strategico), consultato il 07/11/21.

57

Fonte Cartografia: PPTR Puglia, “Lo Scenario Strategico - CINQUE PROGETTI TERRITORIALI PER IL PAESAGGIO REGIONALE”, Cartografia 4.2.4 “LA VALORIZZAZIONE E RIQUALIFICAZIONE INTEGRATA DEI PAESAGGI COSTIERI DELLA PUGLIA”, (https://pugliacon.regione.puglia.it/web/ sit-puglia-paesaggio/il-progetto-del-territorio-scenario-strategico), consultato il 07/11/21.

Reti Mobilità “Questo gruppo di componenti costiere presenti anche nel Progetto Integrato della Mobilità Dolce comprende reti stradali, reti ferroviarie e vie di mare. In linea generale, tanto per le città storiche costiere quanto per gli insediamenti costieri di recente formazione e a prevalente specializzazione turistico-residenziale si prevedono azioni per la riorganizzazione del sistema di mobilità, con specifici piani di gestione sostenibile della mobilità e politiche di mobility management che prevedano una serie di interventi integrati (pedonalizzazione dei lungomare, servizi park&ride, bike sharing, percorsi ciclabili urbani) finalizzati a ridurre l’uso individuale dell’auto a vantaggio del trasporto pubblico collettivo (cfr. Progetto Territoriale Mobilità Dolce)”.

LEGENDA

58

59

16 Paesaggi costieri 0 Km

LEGENDA

50 Km

16 Paesaggi costieri

16 Paesaggi costieri

0 Km

50 Km

0 Km

50 Km

Strade 16 costiere riqualificazione Paesaggidi costieri urbanistica-paesaggistica

Strade costiere di valorizzazione paesaggistica

Assi multimodali tram-treno

Metrò del Mare

“Attraversano insediamenti a prevalentemente specializzazione turistico, residenziale, ricettiva connotati da scarsa qualità architettonica e urbana e dall’assenza di spazi e attrezzature pubbliche, oltre che di servizi. I progetti di riqualificazione di tali strade dovranno puntare ad innervare all’interno di tali contesti elementi di qualità urbana e architettonica.

In particolare, si potrà puntare a riorganizzare intorno a tali assi stradali sistemi continui di spazi aperti e attrezzature pubbliche per il tempo libero e lo sport, che includano anche aree di naturalità preesistenti e lembi del paesaggio rurale ormai intercluso, prevedendo l’impianto di specie autoctone mediterranee e l’impiego di materiali ecocompatibili.”

“Attraversano contesti caratterizzati da un’elevata qualità paesaggistica. Per esse si prevedono interventi per la salvaguardia delle visuali panoramiche sul mare, la mitigazione di eventuali impatti visivi, l’impianto di alberature, siepi, segnaletica, cartellonistica sul patrimonio, aree di sosta, spazi informativi. Sono previsti, inoltre, interventi di deframmentazione ecologica nei punti di maggiore ostacolo al movimento della fauna.”

“Rappresentano assi di collegamento multimodale di attraversamento longitudinale della costa o di collegamento interno-costa che prevedono l’attivazione di un servizio di tram-treno. In particolare, il piano accoglie ed estende da Barletta a Polignano il progetto “Tram del Mare” del Piano Strategico BA2015, propone il ripristino e adeguamento del collegamento Lecce-San Cataldo e acquisisce il progetto di “treno tram” del Piano dei Trasporti per la tratta Lucera-Foggia-Manfredonia.”

“Il piano acquisisce ed integra i servizi di circolazione costiera del Piano dei Trasporti nelle aree a maggiore frequentazione turistica per implementare l’offerta multimodale attraverso il potenziamento degli approdi come nodi intermodali di scambio con il trasporto pubblico su gomma, su ferro e ciclo-pedonale di collegamento tra la costa e l’entroterra.”

Strade di interesse paesaggistico da valorizzare

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LEGENDA

“Comprendono tanto le strade subcostiere parallele alla linea di costa, quanto i circuiti di strade locali di collegamento tra centri subcostieri e costa. Si prevede la loro valorizzazione (salvaguardia delle visuali panoramiche sul mare, mitigazione di eventuali impatti visivi, impianto di alberature, siepi, segnaletica, cartellonistica sul patrimonio, aree di sosta, spazi informativi) al fine di incrementare e qualificare la fruizione dei paesaggi costieri profondi.”

Assi di collegamento multimodale interno-costa “Puntano a potenziare le connessioni tra la costa e l’entroterra attraverso l’intermodalità e la valorizzazione paesaggistica del sistema di strade trasversali di collegamento tra la costa e i centri sub-costieri prevedendo: i) la realizzazione di collegamenti multimodali integrati (ferrovia-bus-navetta -percorso ciclabile-metrò-mare) e di parcheggi scambiatori in corrispondenza dell’accesso alle città costiere e alle principali marine; ii) il trattamento dei margini della strada (salvaguardia delle visuali panoramiche sul mare, interventi per la mitigazione di eventuali impatti visivi, impianto di nuove alberature e siepi, segnaletica, cartellonistica sul patrimonio, aree di sosta, punti informativi).”

Ferrovie regionali “Servizio ferroviario regionale veloce in grado di collegare tra loro le principali realtà della regione e i principali nodi dei trasporti, ivi compresi gli aeroporti e, indirettamente, anche i porti più importanti.”

Penetranti naturalistiche “Sono i percorsi pedonali presenti lungo i corsi d’acqua (perenni e temporanei), da valorizzare come corridoi ecologici multifunzionali di connessione interno-costa”

Fonte RETI MOBILITA’ : PPTR Puglia “Lo Scenario Strategico - CINQUE PROGETTI TERRITORIALI PER IL PAESAGGIO REGIONALE”, Elaborato 4.2.4 “LA VALORIZZAZIONE E RIQUALIFICAZIONE INTEGRATA DEI PAESAGGI COSTIERI DELLA PUGLIA/7/8”, pp. 44-45, (https://pugliacon. regione.puglia.it/web/sit-puglia-paesaggio/elaborati-dello-scenario-strategico), consultato il 07/11/21].

Fonte Cartografia: PPTR Puglia, “Lo Scenario Strategico - CINQUE PROGETTI TERRITORIALI PER IL PAESAGGIO REGIONALE”, Cartografia 4.2.4 “LA VALORIZZAZIONE E RIQUALIFICAZIONE INTEGRATA DEI PAESAGGI COSTIERI DELLA PUGLIA”, (https://pugliacon.regione.puglia.it/ web/sit-puglia-paesaggio/il-progetto-del-territorio-scenario-strategico), consultato il 07/11/21.

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2.1 Le Radici di una “Modernità Pugliese”1 2.1 Le Radici di una “Modernità Pugliese”1 Foto in https://www.barinedita.it/reportage/ n1204-il-palazzo-dell-acquedotto-pugliese--una-miniera-artistica-riscoperta, consultato il 18/11/21

Tra tradizione e innovazione: Tra tradizione e innovazione: La modernità in Puglia La modernità in Puglia

0 2 02

«Il lento dispiegarsi di un’epoca»

All’inizio del Novecento, prima della Grande Guerra, nonostante la presenza di architetture significative, risultava complicato determinare un linguaggio preciso nelle opere pugliesi, che persistono in maniera monotonasui caratteri caratteri tardo-eclettici storici (eccenzion All’inizio del Novecento, prima della Grande Guerra, 2 .

Le manifestazioni di uno stile moderno, che nel secondo e terzo decenenonostante liberty, senza particolari innovazioni fatta per l’edificio della Fiera del Levante), sfruttano la presenza di architetture significative, nio del XX sec raggiungevano il loro massimo periodo di diffusione, giunsero in ritardo di molti anni rispetto ai la suggestiva opportunità di rielaborare l’ingente risultava complicato determinare un linguaggio pregrandi centri di “sviluppo” e con caratteri di un moderno più ampolloso e arrogante, frutto anche di una mediae inconfutabile lascito di castelli e cattedrali nella ciso nelle opere pugliesi, che persistono su caratteri 3 regione in chiave moderna, associando a queste zione da parte del regime fascista .

Bisogna riconoscere che con la medietas della sua classe professionale e con tardo-eclettici e liberty, senza particolari innovazio1 “forme più astratte e lineari masse compatte laniconvenzionalità della edilizia, che la Puglia un’aria piuttosto marginale, nondisolo rispetto . Le manifestazioni diproduzione uno stile moderno, nel rappresentiopere 4 e monumentali di pietra calcarea chiara” .

L’opporalsecondo panorama nazionale, ma anche rispetto a contesti meridionali più vivaci, come quello siciliano e quello napoe terzo decennio del XX sec raggiungeva4 tunità, quindi, di legare la modernità con un solido .

Diverso è il periodo tra le due Guerre, dove la Puglia inizia ad imporsi, seppur non a livello dei luoghi di letano no il loro massimo periodo di diffusione, giunsero in patrimonio regionale, basato su scarni e possenti maggiore sviluppo (Lombardia, Lazio, Piemonte), sul panorama nazionale attraverso un susseguirsi di elementi ritardo di molti anni rispetto ai grandi centri di “svielementi ha influito sotto molti aspetti nella concomitanti, che hanno portato alla più definizione di un linguaggio ed una lapidei, riconoscibilità spesso non accreditata luppo” e con caratteri di un moderno ampolloso definizione di un linguaggio moderno all’interno e arrogante, fruttoarchitettonica anche di una mediazione da In pardalla storiografia del XX secolo. primo luogo, bisogna considerare il lungo e arduo sviluppo del 2 contesto pugliese”, pugliese, con la conseguente costruzione teun’identità del regime pugliese, fascista . Bisogna che condello stile “romanico di definita riconoscere con l’elaborazione diffuso all’interno dei confidi nuovi iconici palazzi ed interventi pubblici, la regionali medietasedella sua classeleprofessionale e con la ni che respinge influenze stilistiche con altri contesti meridionali durante l’età normanno-sveva. che iniziano a tracciare profilo moderno dei maggiori convenzionalità produzione nata edilizia, la Puglia come fiera reinterpretazione Questa categoriadella storico-artistica, inizialmente delil patrimonio architettonico centri di questa regione.

Sicuramente significativo rappresenti un’aria piuttosto marginale, non solo per una progettazione architettonica vigile al rispetto del è del Medioevo, si sviluppa in un ottimale esempio l’intervento che fa riferimento al lungomare di Bari, rispettoloci. al panorama nazionale, ma anchestilistica rispettoè la realizzazione Genius Emblema di quest’evoluzione del palazzo dell’Acquedotto tra 1924-1932 che con un’estensione da nord a sud su tutta la città a contesti meridionali più vivaci, come quello sicilianella città di Bari da parte dell’architetto Cesare Brunetti, precursore di numerose architetture che, senza riba3 vecchia, rappresenta l’esempio della forte volontà no einquello napoletano . Diverso è il storici periodo(eccenzion tra le dire maniera monotona i caratteri fatta per l’edificio della Fiera del Levante), sfruttano la di di un’identità regionale, dal punto due Guerre,opportunità dove la Puglia ad imporsi, seppur suggestiva di inizia rielaborare l’ingente e inconfutabiledefinizione lascito di castelli e cattedrali nellasia regione in di vista architettonico che politico.

Questo progetto, non a livello dei luoghi di maggiore sviluppo chiave moderna, associando a queste opere (Lom“forme più astratte e lineari di masse compatte e monumentali di promosso Arnaldo di Crollalanza, 5 bardia, Lazio, chiara” Piemonte), sul panorama nazionale . L’opportunità, quindi, di legare la modernità con un da solido patrimonio regionale,Ministro basato dei pietra calcarea lavori pubblici in quel periodo, puntava all’afferattraverso un susseguirsi di elementi concomitanti, su scarni e possenti elementi lapidei, ha influito sotto molti aspetti nella definizione di un linguaggio moderno mazione nel campo edilizio della regione e di Bari, che hannodel portato alla pugliese, definizione di la unconseguente linguaggio costruzione di nuovi iconici palazzi ed interventi pubblici, all’interno contesto con suo capoluogo, nell’Italia fascista, configurando un ed una riconoscibilità nonmoderno accreditata che iniziano a tracciarespesso il profilo deidalla maggiori centri di questa regione. Sicuramente significativo è “waterfront continuo e compatto di carattere fortestoriografia che architettonica delalXX secolo. Indiprimo l’intervento fa riferimento lungomare Bari, che con un’estensione da nord5a sud su tutta la città vecchia, mente identitario” , dove architetture con tratti più luogo, bisogna considerare il lungo e arduo sviluprappresenta l’esempio della forte volontà di definizione di un’identità regionale, sia dal punto di vista architetcontemporanei e modernisti dialogano con edifici po di un’identità pugliese, definita con l’elaboraziotonico che politico. Questo progetto, promosso da Arnaldo di Crollalanza, Ministro dei lavori pubblici in quel caratterizzati da elementi tradizionali. Altro esemne dello stile “romanico pugliese”, diffuso all’interno periodo, puntava all’affermazione nel campo edilizio della regione di Bari, suo capoluogo, fascista, pio eemblematico sono le duenell’Italia opere dell’architetto dei confini regionali e che respinge le influenze sti6 , dove architetture con tratconfigurando un “waterfront continuo e compatto di carattere fortemente identitario” Saverio Dioguardi, che nella sede dell’aeronautica listiche con altri contesti meridionali durante l’età ti più contemporanei e modernisti dialogano con edifici caratterizzati da elementi tradizionali.

Altro esempio utilizza richiami al linguaggio contemporaneo e normanno-sveva. Questa categoria storico-artistica, emblematico sono le due opere dell’architetto Saverio Dioguardi, che nellamentre sede dell’aeronautica utilizza richiamoderno, nel palazzo della Provincia fa uso nata inizialmente come fiera reinterpretazione del mi al linguaggio contemporaneo e moderno, mentre nel palazzodidella Provincia fa uso di caratteri che 6 rievocacaratteri che rievocano la tradizione . patrimonio architettonico del Medioevo, si sviluppa no la tradizione7. in un ottimale esempio per una progettazione architettonica vigile al rispetto del Genius loci. Emblema di quest’evoluzione stilistica è la realizzazione del palazzo dell’Acquedotto tra 1924-1932 nella città di Bari da parte dell’architetto Cesare Brunetti, precursore di numerose architetture che, senza ribadire

(Mies Van der Rohe) «Il lento dispiegarsi di un’epoca» (Mies Van der Rohe)

Fonte citazione:

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ANTONIO ESPOSITO, Patrimonio e Zavorra, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 28

1 FABIO MANGONE, Radici e Sviluppo della Modernità in Puglia, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 287.

2 Ibid.

3 Ibid.

4 Ibid.

5 Ibid.

6 Ivi., p. 288 7 Ibid.

63

Fonti immagini: Fig.1: https://www.aqp.it/aqp-comunica/ multimedia/il-palazzo-dellacqua-un-monumento-allacqua, consultato il 18/11/2; Fig. 2: https://training.pascucci.it/caffe-p scucci-alla-fiera-del-levante-2017/, consultato il 18/11/21; Fig. 3: foto di Antonio Caradonna, in https://www.barinedita.it/gallery/bari-il-palazzo-dell-aeronautica_f1956, consultato il 18/11/21; Fig. 4: foto di Giovanni Carrieri, in https://www.giovannicarrieri.com/it/italia/ puglia/bari/fotografia/lungomare-crollalanza, consultato il 18/11/21; Fig. 5: foto di Moreno De Lauri, in https://www.foggiareporter.it/la-bellezza-di-foggia-in-quarantena-viaggio-fotografico-tra-strade-deserte-mascherine-e-silenzio.html, consultato il 18/11/21;

Fig.1 Prospetto principale del Palazzo dell’Acquedotto Pugliese, opera di C. Brunetti, Bari.

Fig.3 Prospetto principale del Palazzo dell’Areonautica, opera di S. Dioguardi, Bari.

64 Fig.4 Vista aerea del Lungomare Araldo di Crollanza , Bari.

Tuttavia, durante questo periodo, non solo Bari subisce delle trasformazioni, anche altre città seguono lo stesso idealtipo con la realizzazione di monumentali “pezzi unici”, come per il palazzo della Provincia di Fig.2 Ingresso Monumentale Fiera del Levante, Cesare Bazzani e per quello Governo Armando Tuttavia, durante questo periodo, non solo Bari subisce delle trasformazioni, anche altre cittàdel seguono lo di stesso opera di C. Brunetti, Bari. comeBrasini nella città diProvincia Foggia, ildi Teatro di Bazzani Lecce, opera idealtipo con la realizzazione di monumentali “pezzi unici”, per il palazzo della Cesare dell’architetto Luigi Piccinato e il palazzo del Govere per quello del Governo di Armando Brasini nella città di Foggia, il Teatro di Lecce, opera dell’architetto Luigi Taranto, sempre di monumenti Brasini1. La definizione Piccinato e il palazzo del Governo di Taranto, sempre di Brasini1no . Ladidefinizione di nuovi pubblici di nuovi monumenti pubblici solo uno dei costituisce solo uno dei temi in cui la modernità regionale si confronta consciamente con il costituisce forte immaginario temicentri in cuistorici la modernità regionale si confronta tradizionale2. Un altro rilevante tema è costituito dagl’interventi nei delle città, attraverso la defini- consciamente tradizionale zione di grandi piani specifici che modificano i piani regolatori generali noncon soloil forte della immaginario città di Bari, ma anche di 2. Un 3 altro delle rilevante è costituito dagl’interventi Lecce, Taranto e Molfetta . Queste rielaborazioni degli antichi nuclei cittàtema spesso erano affidate a profes- nei centri frutto storici dell’attenta delle città, attraverso la definizione sionisti di spessore nazionale, come nel caso del Piano di Bari Vecchia, guida di Gustavo Gio- di pianiespecifici modificano regolavannoni e del fondamentale lavoro di Concezio Petrucci per unagrandi prima fase, di Pietroche Favia in seguito,i piani che cotori generali non solo della città di Bari, ma anche stituirà un topos ideale, dialogo tra le sollecitazioni di modernizzazione e la volontà di conservazione, risultato di Lecce, Taranto e Molfetta Queste rielaborazioni di una sperimentazione di rilevanza anche nazionale, per la vastità dei temi culturali trattati e3.per la delicatezza antichi nuclei delle cittàdella spesso erano affidate dei risultati, capaci in qualche modo di preannunciare tematiche degli basilari che saranno alla base discussione professionisti di spessore nazionale, come nel caso sulla comunicazione tra antico/nuovo del secondo Dopoguerra4a. Durante il periodo tra le due Guerre Mondiali, deldue Piano di Bari Vecchia, dell’attenta guida di tuttavia, lontano dai centri storici e dai capoluoghi pugliesi, altre questioni cruciali frutto si riveleranno fattori 5 Gustavo e del fondamentale lavoro di determinanti nella definizione di un linguaggio moderno nella regione . IlGiovannoni primo aspetto riguarda le varie opeConcezio Petrucci per una fase, e di Pietro Fare di bonifica nel territorio pugliese6, che coincisero con prominente industrializzazione e prima l’infrastrutturazione in seguito, che costituirà ideale, dialogo dell’Italia, permettendo ai molteplici commerci già presenti nellavia regione di espandersi fino un ad topos ospitare grandi 7 trapanorama le sollecitazioni di modernizzazione e la volontà esempi di architetture industriali, partorite da autori centrali nel nazionale . Insieme alle opere di conservazione, risultato unascopo sperimentazione bonifica l’altra questione è rappresentata dalla Riforma Agricola edidai molteplici piani aventi di come quello di rilevanza anche nazionale, per dei temi di creare piccole realtà rurali, legati “all’ideologia e al modello economico di sviluppo considerato, in la cuivastità Mussolini trattati e per la delicatezza proponeva il modello italiano come alternativa al capitalismo e alculturali comunismo, la cosiddetta terza via”8dei . Talirisultati, piani capaci in qualche modofortemente di preannunciare tematiche miravano ad esaltare la tradizione agricola attraverso nuove architetture dai caratteri identitari, ribasilari che saranno alla dei base discussione chiami del paesaggio rurale pugliese, che in seguito, nel Dopoguerra, saranno anticipatrici temidella centrali del 9 sulla comunicazione tra antico/nuovo del secondo neorealismo, corrente principale nel dibattito architettonico nazionale . Tra queste opere come non ricordare Dopoguerra . Durante periodo tra le due di Guerre il borgo Incoronata, risalente al 1934 progetto di Giorgio Calza Bini e quello 4Segezia, delil 1938, invece opera 10 Mondiali, dai centri Concezio Petrucci, già autore di altri borghi rurali, entrambi situati a 10 km tuttavia, da Foggialontano . “La prima incarnastorici la tra-e dai pugliesi, due pugliesi, questioni cruciali si dizione architettonica pugliese, come mostra il Palazzo Comunale,capoluoghi richiamo alle antiche altre masserie mentre riveleranno fattori determinanti nella definizione Segezia, come consuetudine del Ventennio, da molto rilievo agli edifici pubblici, riflettendo “lo stile e il temperamento 5 moderno nella regione . Il primo artistico mediterraneo”11. Per concludere, seppur nel periodo tradile un duelinguaggio Guerre Mondiali si iniziasse a tracciare aspetto riguardanon le varie opere disovvenzioni bonifica nel terun’espressione di moderno nella regione, si può affermare che ciò fosse dovuto solo alle varie 12 ritorio che coincisero con prominente pubbliche, ma anche da investimenti di privati, favoriti soprattutto dallopugliese sviluppo6,economico . In questo panoe l’infrastrutturazione dell’Italia, rama, in mancanza di una scuola locale (l’unica in questo periodoindustrializzazione era a Napoli), operano, richiamando maggiore permettendo ai molteplici commerciBazzani, già presenti notorietà, molti architetti attivi su scala nazionale (come Pier Luigi Nervi, Concezio Petrucci, Armando Fig.5 Scorcio del Palazzo del Governo, opera di C. Bazzani, di espandersi fino ad ospitare grandi ed altri) e provetti professionisti locali, come Saverio Dioguardi enella Pietroregione Maria Favia, il primo formatosi a Milano, Foggia. esempiprogettuale, di architetture industriali, il secondo a Roma, che seppur caratterizzati da una differente carriera tracciano una partorite fase in cuida “laautori centrali nel panorama nazionale7.nazionale”13.

Puglia si guadagna un posto singolare, ma non provinciale, né attardato nell’ambito dell’architettura

1 FABIO MANGONE, Radici e Sviluppo della Modernità in Puglia, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 288 2 Ibid.

3 Ibid.

4 Ibid.

5 EMANUELA SCANNAVINI, Abitare la Campagna. Vivere rurale tra tradizione e modernità, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp 64-67 6 Ibid.

7 FABIO MANGONE, Radici e Sviluppo della Modernità in Puglia, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 288 8 EMANUELA SCANNAVINI, Abitare la Campagna. Vivere rurale tra tradizione e modernità, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 65.

9 Ivi., pp. 64-67.

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Fig. 6 Prosepetto principale del Palazzo del Governo, A. Brasini, Taranto.

Fig. 7 Dettaglio del Campanile di Segezia, C. Petrucci, Foggia.

Fig. 9 Chiesa dell’ Immacolata di Fatima e Campanile Borgo Segezia, C. Petrucci, Foggia.

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Fig. 8 Foto Attuale del Teatro Massimo, L. Piccinato, Lecce.

Fig. 6: foto di Giovanni Carrieri, in , https://www.giovannicarrieri. com/it/italia/puglia/taranto/fotografia/palazzo-del-governo, consultato il 18/11/21; Fig. 7: foto di Giuseppe Strappa, in http://www.giuseppestrappa. it/?p=7363, consultato il 18/11/21; Fig. 8: A. Pagliuca, M.Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 118; Fig. 9: https://www.primopiano.info/2021/03/25/borgo-segezia-il-capolavoro-di-concezio-petrucci/, consultato il 18/11/21; Fig. 10: A. Pagliuca, M.Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 68.

Tuttavia, durante questo periodo, non solo Bari subisce delle trasformazioni, anche altre città seguono lo stesso idealtipo con la realizzazione di monumentali “pezzi unici”, come per il palazzo della Provincia di Cesare Bazzani e per quello del Governo di Armando Brasini nella città di Foggia, il Teatro di Lecce, opera dell’architetto Luigi Piccinato e il palazzo del Governo di Taranto, sempre di Brasini1. La definizione di nuovi monumenti pubblici Insieme alle opere di bonifica l’altra questione è rapcostituisce solo uno dei temi in cui la modernità regionale si confronta consciamente con il forte immaginario presentata dalla Riforma Agricola e dai molteplici tradizionale2. Un altro rilevante tema è costituito dagl’interventi nei centri storici delle città, attraverso la definipiani aventi come scopo quello di creare piccole rezione di grandi piani specifici che modificano i piani regolatori generali non solo della città di Bari, ma anche di altà rurali, legati “all’ideologia e al modello economiLecce, Taranto e Molfetta3. Queste rielaborazioni degli antichi nuclei delle città spesso erano affidate a profesco di sviluppo considerato, in cui Mussolini proponeva sionisti di spessore nazionale, come nel caso del Piano di Bari Vecchia, frutto dell’attenta guida di Gustavo Gioil modello italiano come alternativa al capitalismo e vannoni e del fondamentale lavoro di Concezio Petrucci per una prima fase, e di Pietro Favia in seguito, che coal comunismo, la cosiddetta terza via”8. Tali piani mistituirà un topos ideale, dialogo tra le sollecitazioni di modernizzazione e la volontà di conservazione, risultato ravano ad esaltare la tradizione agricola attraverso di una sperimentazione di rilevanza anche nazionale, per la vastità dei temi culturali trattati e per la delicatezza nuove architetture dai caratteri fortemente identidei risultati, capaci in qualche modo di preannunciare tematiche basilari che saranno alla base della discussione tari, richiami del paesaggio rurale pugliese, che in sulla comunicazione tra antico/nuovo del secondo Dopoguerra4. Durante il periodo tra le due Guerre Mondiali, seguito, nel Dopoguerra, saranno anticipatrici dei tuttavia, lontano dai centri storici e dai capoluoghi pugliesi, altre due questioni cruciali si riveleranno fattori temi centrali del neorealismo, corrente principale determinanti nella definizione di un linguaggio moderno nella regione5. Il primo aspetto riguarda le varie openel dibattito architettonico nazionale9. Tra queste re di bonifica nel territorio pugliese6, che coincisero con prominente industrializzazione e l’infrastrutturazione opere come non ricordare il borgo Incoronata, risadell’Italia, permettendo ai molteplici commerci già presenti nella regione di espandersi fino ad ospitare grandi lente al 1934 progetto di Giorgio Calza Bini e quello esempi di architetture industriali, partorite da autori centrali nel panorama nazionale7. Insieme alle opere di Segezia, del 1938, invece opera di Concezio Petrucbonifica l’altra questione è rappresentata dalla Riforma Agricola e dai molteplici piani aventi come scopo quello ci, già autore di altri borghi rurali, entrambi situati di creare piccole realtà rurali, legati “all’ideologia e al modello economico di sviluppo10considerato, in cui Mussolini a 10 km da Foggia . “La prima incarna la tradizione proponeva il modello italiano come alternativa al capitalismo e al comunismo, la cosiddetta terza via”8. Tali piani architettonica pugliese, come mostra il Palazzo Comumiravano ad esaltare la tradizione agricola attraverso nuove architetture dai caratteri fortemente identitari, rinale, richiamo alle antiche masserie pugliesi, mentre chiami del paesaggio rurale pugliese, che in seguito, nel Dopoguerra, saranno anticipatrici dei temi centrali del Segezia, come consuetudine del Ventennio, da molto neorealismo, corrente principale nel dibattito architettonico nazionale9. Tra queste opere come non ricordare rilievo agli edifici pubblici, riflettendo “lo stile e il temil borgo Incoronata, risalente al 1934 progetto di Giorgio Calza Bini e quello Segezia, del 1938, invece opera di peramento artistico mediterraneo”11. Per concludere, Concezio Petrucci, già autore di altri borghi rurali, entrambi situati a 10 km da Foggia10. “La prima incarna la traseppur nel periodo tra le due Guerre Mondiali si inidizione architettonica pugliese, come mostra il Palazzo Comunale, richiamo alle antiche masserie pugliesi, mentre ziasse a tracciare un’espressione di moderno nella Segezia, come consuetudine del Ventennio, da molto rilievo agli edifici pubblici, riflettendo “lo stile e il temperamento regione, si può affermare che ciò fosse dovuto non artistico mediterraneo”11. Per concludere, seppur nel periodo tra le due Guerre Mondiali si iniziasse a tracciare solo alle varie sovvenzioni pubbliche, ma anche da un’espressione di moderno nella regione, si può affermare che ciò fosse dovuto non solo alle varie sovvenzioni investimenti di privati, favoriti12soprattutto dallo svipubbliche, ma anche da investimenti di privati, favoriti soprattutto dallo sviluppo economico . In questo panoluppo economico12. In questo panorama, in manrama, in mancanza di una scuola locale (l’unica in questo periodo era a Napoli), operano, richiamando maggiore canza di una scuola locale (l’unica in questo perionotorietà, molti architetti attivi su scala nazionale (come Pier Luigi Nervi, Concezio Petrucci, Armando Bazzani, do era a Napoli), operano, richiamando maggiore ed altri) e provetti professionisti locali, come Saverio Dioguardi e Pietro Maria Favia, il primo formatosi a Milano, notorietà, molti architetti attivi su scala nazionale il secondo a Roma, che seppur caratterizzati da una differente carriera progettuale, tracciano una fase in cui “la (come Pier Luigi Nervi, Concezio Petrucci, ArmanPuglia si guadagna un posto singolare, ma non provinciale, né attardato nell’ambito dell’architettura nazionale”13. do Bazzani, ed altri) e provetti professionisti locali, come Saverio Dioguardi e Pietro Maria Favia, il primo formatosi a Milano, il secondo a Roma, che seppur caratterizzati da una differente carriera progettuale, tracciano una fase in cui “la Puglia si guadagna un posto singolare, ma non provinciale, né attardato nell’ambito dell’architettura nazionale”13.

1 FABIO MANGONE, Radici e Sviluppo della Modernità in Puglia, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 288 2 Ibid.

Ibid. del Fascio Borgo dell’Incoronata, G. Calza Bini, Fig. 103Casa 4 Ibid.

Foggia 5 EMANUELA SCANNAVINI, Abitare la Campagna. Vivere rurale tra tradizione e modernità, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp 64-67 6 Ibid.

7 FABIO MANGONE, Radici e Sviluppo della Modernità in Puglia, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 288 8 EMANUELA SCANNAVINI, Abitare la Campagna. Vivere rurale tra tradizione e modernità, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 65.

9 Ivi., pp. 64-67.

10 Ibid.

11 Ivi., p. 66.

12 FABIO MANGONE, Radici e Sviluppo della Modernità in Puglia, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 289.

13 Ibid.

67

2.2 “Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico” 1 2.2 “Tra rottura e continuità: 1 l’industrializzazione di un paesaggio storico” Per comprendere il definitivo assorbimento dei italiani»5.

Rispetto alle altre nazioni nordeuropee, paradigmi internazionali di modernità in Italia, bil’architettura moderna si diffuse nel territorio molto Per comprendere il definitivo assorbimento di modernità Italia, bisogna da tener sogna tener conto del grande dibattitodei perparadigmi l’affer- internazionali in ritardo, a causaindelle restrizioni parte del recontomazione del grande dibattito perindustriale l’affermazione di una cultura industriale (specialmente nei incombeva principali centri del 6. Infatti, di una cultura (specialmente gime totalitario che sul Paese nordnei Italia) e del costante, spesso continuum classico2quando . Quest’eredità, nel Moderno tempo si italiano il principali centri del nord inconsapevole, Italia) e del costante, nacquecomunque, il Movimento 2 è mantenuta “aperta” a varie interpretazioni: un eclettismo alla fine del XIX secolo,era a un per le for- tanto da spesso inconsapevole, continuum classico“da . Quest’eregime fascista giàinteresse molto consolidato me geometriche “essenziali”, nel XX sisecolo.

Questa “apervisione astratta deiessere valori utilizzato classici si spesso mescolava talvolta a un del suo redità, comunque, nel tempo è mantenuta come affermazione 3 4 mediterraneismo vagamente metafisico” . La critica Sarfatti che7.nel 1924, analizzando i pittori del ta” a varie interpretazioni: “da un eclettismo allaMargherita fine potere I pesanti processi di industrializzazione e di Novecento, trattò proprio di quest’argomento, lo definì «uno stile di infrastrutturazione chiarezza e sintesi, del checontesto è stesso classico del XIX secolo, a un interesse per le forme geometriche italiano,edunque, riprofondamente in seguito integrando con una frase più generale, riguardante l’architettura: “essenziali”,moderno», nel XX secolo.

Questa visione astratta sultano uno dei temi anche principali nella diffusione di un «Creare ogni grande un nuovo ideale di bellezza, e che vada oltre l’incostante è il del “miradeiinvalori classici epoca si mescolava talvolta a un medi-eternamente vero linguaggio moderno nel Paese8.realtà, L’avvento 3 compito del Mediterraneo: unametafisico” volta era compito degli Maregizi e dei greci, oracolo deglieconomico” italiani»5. Rispetto alle altre nazioni nell’amterraneismo vagamente . La critica e dell’industrializzazione 4 nordeuropee, l’architettura moderna si diffuse nel territorio molto in bito ritardo, a costruzioni causa delle ha restrizioni gherita Sarfatti che nel 1924, analizzando i pittori delle portato da allaparte trasformazione del regime totalitariotrattò che incombeva Paese6. Infatti, quando nacque Movimento Moderno il re- 9. Questi del Novecento, proprio di sul quest’argomento, dellail nozione vitruviana di italiano ars costruendi 7 gimelofascista era già molto consolidato tantoche daèessere come affermazione del suo potere . definì «uno stile di chiarezza e sintesi, stesso utilizzato spesso fattori hanno orientato architetti e ingegneri verso I pesanti processi di industrializzazione di seguito infrastrutturazione del contesto risultano classico e profondamente moderno»,e in inuna nuovaitaliano, fase, alladunque, continua ricerca diuno nuove forme, 8 dei temi principali di un linguaggio moderno nel Paese . L’avvento del “miracolo economico” e tegrando connella una diffusione frase più generale, riguardante nuovi caratteri, nuovi equilibri formali e compositivi, dell’industrializzazione nell’ambito dellegrande costruzioni della nozione vitruviana di e tecnoloanche l’architettura: «Creare in ogni epocahaunportato alla trasformazione mediante la sperimentazione di materiali 9 . Questi fattorieternamente hanno orientato una nuova innovativi, fase, alla continua ricercaveementears costruendi nuovo ideale di bellezza, vero architetti e che vadae ingegneri verso gie costruttive modificando di nuove nuovirealtà, caratteri, nuovi equilibri formali e compositivi, mediante la sperimentazione diinconvertibile materiali 10 oltre forme, l’incostante è il compito del Mediterraneo: mente l’architettura in maniera . e tecnologie innovativi, modificando veementemente l’architettura in maniera inconvertibile10. una voltacostruttive era compito degli egizi e dei greci, ora degli

Citando il maestro Ludovico Quaroni nel suo “Progettare un edificio. Otto lezioni di architettura” si afferma che in questo processo di trasformazione «non c’è stato edificio che abbia mantenuto, a rivoluzione compiuta, il tipo o i tipi, 1 il modello o i modelli che esistevano . Attraverso il Movimento Moderno in14Italia si è riusciti minimizzare ed internazionale . La Puglia, dal acanto suo, aveva Citando il maestro Ludovico Quaroniprima» nel suo “Prola “retorica “funzionalista” e “dell’età della macchina”, rilievo a unanni astratto estetismo subito negli precedenti al deliberatamente XX sec. una lenta gettare un edificio.

Otto lezioni di architettura” si af- dando invece evocativo precedenti classici, che però rischiava in un soave formalismo o in una spoglia mo-tra i evoluzione, dovuta alla sua posizione strategica ferma che indiquesto processo di trasformazione «nona volte di sfociare cui ampie di travertino con la consistenza delelinoleum evocavano un immediato superfi- (in mari all’abbondanza di risorse del suo eterritorio c’ènumentalità stato edificioinche abbia superfici mantenuto, a rivoluzione 2 ciale tradizionalismo” esameche i vari italianaenel le due guerre, primis il Tavoliere le periodo Murge), tra rispondendo presto compiuta, il tipo o i tipi, il. Prendendo modello o i in modelli esi-dibattiti di architettura 11 si rimane colpiti dalla notevole attrazione degli architetti di quest’epoca, nei riguardi della rappresentazione alle sollecitazioni sia economiche che commerciali stevano prima» . Attraverso il Movimento Moderno 3 per la definizione dell’architettura come un “linguaggio” . Tali trasformazioni, hanno le aldel Novecento e arrivandoche anche ad tracciato accogliere in simbolica Italia si è eriusciti a minimizzare la “retorica “fun15 sembianze di un Paese tratti moderni, seppure inclinazioniindustrie regionali,italiane impongono delle ri- e cune importanti . L’evoluzione zionalista” e “dell’età delladaimacchina”, dando invece nelle sue differenti flessioni fisarmonica”, inquadrando l’operaevocatanto all’interno del contesto regionale quanto in quello nazionale sia la ricerca tecnologica, sostenute da investimenti rilievo a un“a astratto estetismo deliberatamente 4 eddiinternazionale . La Puglia, dalrischiava canto suo, aveva anni precedenti al XXsisec. una lenta evoluzione, che privati, manifestano nella regione tivo precedenti classici, che però a volte di subito neglipubblici dovutainalla sua posizione strategica i mari moe all’abbondanzaattraverso di risorse un del considerevole suo territorio (in primis il Tavoliere assortimento di archisfociare un soave formalismo o in unatraspoglia e le Murge), prestodialle sollecitazioni cheindustriali, commerciali del fabbriche, Novecentoedifici e arrivando tetture come per uffici numentalità in rispondendo cui ampie superfici travertino con la sia economiche anche ad del accogliere importanti industriee italiane5. L’evoluzione e la ricerca tecnologica, sostenute da e e per il commercio, depositi, silos, sedi fieristiche consistenza linoleumalcune evocavano un immediato 16 12 investimenti sia pubblici che privati, siinmanifestano nella regione attraverso unleconsiderevole infrastrutture . Tra due guerre, inassortimento Puglia si indivisuperficiale tradizionalismo” . Prendendo esame i di dibattiti architetture industriali, come fabbriche, edifici il commercio, depositi, silos, sedi fieristiche e duano opere di carattere prettamente industriale, vari di architettura italiana nel periodo tra per uffici e per 6 Tra le due guerre, Puglia si attraindividuano opereindiseguito carattere prettamente industriale, in seguitoche brevemente descritte e catalogate, le infrastrutture due guerre, si. rimane colpiti dallainnotevole brevemente descrittedie quest’epoca, catalogate, che le istanzemanifestano moderne e le innovative del periodo, in gradodel dipeistanze moderne e innovative zione degli architetti neimanifestano riguardi comunicare la capacità del nostro Paese nell’investire sul proprio patrimonio creare i mezzi per un’identità riodo, in grado edidicomunicare la capacità del nostro della rappresentazione simbolica e per la definizio13 da quella storica e tradizionale, dalla critica7. Questo di architetture, infatti, rappresenta Paese gruppo nell’investire sul proprio patrimonio e di crenediversa dell’architettura come un “linguaggio”diffusa . Tali traun patrimonio culturale moltolespesso bistrattato architettonica, che erroneamente lo quella considera i mezzi per un’identità diversa da storica sformazioni, che hanno tracciato sembianze di un dalla criticaare 8 . minore e tradizionale, diffusa dalla critica17. Questo gruppo Paese dai tratti moderni, seppure nelle sue differenti di architetture, infatti, rappresenta un patrimonio inclinazioni regionali, impongono delle riflessioni “a culturale molto spesso bistrattato dalla critica archifisarmonica”, inquadrando l’opera tanto all’interno tettonica, che erroneamente lo considera minore18. del contesto regionale quanto in quello nazionale

«L’edificio del lavoro deve essere bellissimo perché se in casa trascorriamo le ore dei pasti e del riposo, nell’ufficio o nel lavoro noi trascorriamo più ore della nostra giornata e quelle più rappresentative della nostra personalità, capacità e azione» (Giò Ponti, 1944)

1 MASSIMO VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 36.

2 WILLIAM J. CURTIS, L’architettura moderna dal 1900, Paravia Bruno Mondadori 1999, pp. 360-361 3 WILLIAM J. CURTIS, L’architettura moderna dal 1900, Paravia Bruno Mondadori 1999, pp. 360.

4 Margherita Sarfatti era una grande confidente di Mussolini; in occasione della seconda esposizione del “Novecento”, nel 1929, scrisse del «tentativo di arrivare a una formula per mediare tra il tradizionale e il moderno». WILLIAM J. CURTIS, L’architettura moderna dal 1900, Paravia Bruno Mondadori 1999, p. 706.

5 WILLIAM J. CURTIS, L’architettura moderna dal 1900, Paravia Bruno Mondadori 1999, pp. 360.

6 Ivi., p. 361.

7 Ibid.

8 Ibid.

9 MASSIMO VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp 37-38 10 Ibid.

68

11 A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 7.

12 WILLIAM J. CURTIS, L’architettura moderna dal 1900, Paravia Bruno Mondadori 1999, p. 361.

13 Ibid.

14 MASSIMO VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp 37-39 15 Ibid.

16 Ibid.

17 Ibid.

18 Ibid.

69

OPERE (catalogazione DO.CO.MO.NO Italia) L’analisi critica di un progetto architettonico non può tralasciare dall’ambiente circostante e dal suo contesto storico, culturale o dalla volontà dei committenti, che ne ha richiesto la costruzione. Per questo motivo, allo scopo di recepire i tratti tipologici, le somiglianze e le difformità che sono presenti tra l’opera in analisi e gli edifici progettati nello stesso periodo, viene qui proposta una catalogazione delle più importanti costruzioni industriali, progettate e realizzate specialmente durante il periodo tra le due guerre, in Puglia nel Novecento. Da questa catalogazione, supportata dall’associazione Do.co.mo.mo. Italia, sono state rimosse le due opere di Pier Luigi Nervi, trattati in maniera più approfondita nei capitoli successivi.

MOLISE 7 Foggia

3

Margherita di Savoia

CAMPANIA

1 Magazzino Tabacchi (Elbano Berti, Pier Luigi Nervi) Lecce 1929 2 Capannone Ex Montecatini (Franco Simoncini) Brindisi 1930 3 Magazzino Sofisticazione Sali (Pier Luigi Nervi) Margherita di Savoia (BT) 1933 4 Silos Granaio (Ufficio tecnico di Bari) Gravina di Puglia (BA) 1933 5 Serbatoio Acquedotto Pugliese (Gaetano Minnucci) Corigliano D’Otranto (LE) 1935 6 Cascata Monumentale dell’Acquedotto Pugliese (Cesare Brunetti) S. Maria di Leuca (LE) 1937 7 Silos Granaio (Ufficio tecnico S.I.M.A.) Foggia 1938-39 8 Foresteria, Mensa e Uffici Montedison (Enzo Sgrelli) Brindisi 1959 9 Direzione Italsider (Studio Nizzoli Associati) Taranto 1970

4 Gravina di Puglia 2-8

BASILICATA

9 Taranto

Brindisi 1 Lecce 5 Corigliano d’Otranto

70

6 CALABRIA

S. Maria di Leuca

71

Capannone Ex Montecatini, Brindisi (BR), Via Perrino Franco Simoncini Progetto: 1930 Realizzazione: 1934 – 1937 Proprietà: attualmente Autorità Portuale

ne Ex Montecatini (Franco ni) Brindisi (BR), Via Perrino

1930; Realizzazione: 1934 – 1937, attualmente Autorità Portuale.

originariamente stabilimento per la di fertilizzanti iperfosfati minerali, Figura 1 Elaborato progettuale Fig. 1 Elaborato nel 1930 dall’Ing. Francoprogettuale Simoncini, a una modello rimarchevole di a industriale, armonioso nella sua richiama a edifici aulici, di carattere Questo manufatto, che si estende per lunghezza e 28 m di larghezza, è into dalla presenza di 44 portali lignei di V rovescia, scanditi da un interasse definiscono la scansione prospettica . La scelta del legno massiccio d’abete tto al metallo, come materiale per la Figura 2 Elaboratoprogettuale, progettuale sezione capannone Fig. 2 Elaborato dell’edificio è dovuta dal fatto che o era destinato alla produzione del fertilizzante ricavato dall’acido e fosfato di calcio, dannosi per le struttura in metallo, contrariamente re lignee, molto più resistenti agli mici. Nel 1991, dopo la scadenza della e alla Società Montecatini S.p.A., hitettonica ha subito un periodo di . Tuttavia, negli anni 2000, l’edifico, ha serie d’interventi di restauro, che Fig. 4 Interno Capannone ato alla struttura la sua identità e dimensionale. Il tetto originale, da eternit, è stato sostituito con una Fonti immagini: gnea per motivi ambientali e di salute Fig.1-2-3: M. VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio stoOggi il rico, capannone si presenta in un in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore o, è utilizzato come luogo International, 2019, p. 42.di eventi, Fig.ed 4 : in esposizioni è https://www.trnews.it/2021/10/10/a-brindisi-idee-poco-chiare-per-il-futuro-del-capannoal centro del riassetto ne-ex-montecatini/336064, consultato il 29/11/21 72 generale dell’area, che potrebbe n nuovo terminal passeggeri per i

OPERE (catalogazione DO.CO.MO.NO Italia) L’analisi critica di un progetto architettonico non può tralasciare dall’ambiente circostante e dal suo contesto storico, culturale o dalla volontà dei committenti, che ne ha richiesto la costruzione. Per questo motivo, allo scopo di recepire i tratti tipologici, le somiglianze e le difformità che sono presenti tra l’opera in analisi e gli edifici progettati nello stesso periodo, viene qui proposta una catalogazione delle più importanti costruzioni industriali, progettate e realizzate specialmente durante il periodo tra le due guerre, in Puglia nel Novecento. Da Inquadramento (Fonte: Google Earth) questa catalogazione, supportata dall’associazione Do.co.mo.mo.

Italia, sono state rimosse le due opere di Pier Luigi Nervi, trattati in maniera più approfondita nei capitoli successivi.

Capannone Ex Montecatini (Franco Simoncini) Brindisi (BR), Via Perrino Progetto: 1930; Realizzazione: 1934 – 1937, Proprietà: attualmente Autorità Portuale.

L’edificio, originariamente stabilimento per la creazione di fertilizzanti iperfosfati minerali, progettato nel 1930iperfosfati dall’Ing. Franco Simoncini, rappresenta L’edificio, originariamente stabilimento per la creazione di fertilizzanti minerali, progettato nel 1930una modello rimarchevole di architettura industriale, dall’Ing. Franco Simoncini, rappresenta una modello rimarchevole di architettura industriale, armonioso nella arnella sua forma, che richiama a edifici sua forma, che richiama a edifici aulici, di carattere basilicale1. monioso Questo manufatto, che si estende per 215 m di au1 lici, di carattere basilicale .

Questo manufatto, che si lunghezza e 28 m di larghezza, è contraddistinto dalla presenza di 44 portali lignei dalla forma di V rovescia, estende per 215 m di lunghezza e 28 m di larghezza, 2 scanditi da un interasse di 5 m, che definiscono la scansione prospettica dell’edificio . La scelta del legno mascontraddistinto dalla presenza 44 fatto portali lignei siccio d’abete rosso, rispetto al metallo, come materiale per laècostruzione dell’edificio è dovutadidal che dalla forma di V rovescia, scanditi da un interasse quest’ultimo era destinato alla produzione del perfosfato, fertilizzante ricavato dall’acido solforico e fosfato di di 5 m, chealle definiscono la scansione dell’ecalcio, dannosi per un’eventuale struttura in metallo, contrariamente strutture lignee, moltoprospettica più resistenti 2 dificio .

La scelta del legno massiccio d’abete rosso, 3 agli attacchi chimici . Nel 1991, dopo la scadenza della concessione alla Società Montecatini S.p.A., l’opera archirispetto al metallo, come materiale per la costruziotettonica ha subito un periodo di abbandono. Tuttavia, negli anni 2000, l’edifico, ha subito una serie d’interventi ne dell’edificio è dovuta dal fatto che quest’ultimo 4 di restauro, che hanno ridato alla struttura la sua identità strutturale e dimensionale . Il tetto originale, compoera destinato alla produzione del perfosfato, fertilizsto da eternit, è stato sostituito con una copertura lignea per motivi ambientali e di salute dei fruitori5. Oggi il zante ricavato dall’acido solforico e fosfato di calcio, capannone si presenta in un buono stato, è utilizzato come luogo di eventi, mostre ed esposizioni ed è al centro dannosi per un’eventuale struttura ini metallo, del riassetto urbanistico generale dell’area, che potrebbe ospitare un nuovo terminal passeggeri per traghetti.contrariamente alle strutture lignee, molto più resistenti agli attacchi chimici3. Nel 1991, dopo la scadenza della concessione alla Società Montecatini S.p.A., l’opera architettonica ha subito un periodo di abbandono. Tuttavia, negli anni 2000, l’edifico, ha subito una serie d’interventi di restauro, che hanno ridato alla struttura la sua identità strutturale e dimensionale4. Il tetto originale, composto da eternit, è stato sostituito con una copertura lignea per motivi ambientali e di salute dei fruitori5. Oggi il capannone si presenta in un buono stato, è utilizzato come luogo di eventi, mostre ed esposizioni ed è al centro del riassetto urbanistico generale dell’area, che potrebbe ospitare un nuovo terminal passeggeri per i traghetti.

Fig. 3 Foto attuale della copertura

1 MASSIMO VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 43.

2 Ibid.

3 Ibid.

4 Ibid.

5 Ibid.

73

Tesi di laurea relatore prof. Giorgi Università Sapienza di Roma, Architettura, aa 2008-2009 Silos Granaio Gravina di Puglia (BA), Via Spinazzola Ufficio tecnico di Bari

Progetto: 1933 Realizzazione: 1933 Proprietà: Società Anonima Magazzini Generali di Gravina in Puglia, attualmente proprietà privata.

ANTONIO RIONDINO, I Borghi di pu «L’Architettura delle città», 9, 201

Silos Granaio (Ufficio tecnico di Bari) Gravina di Puglia (BA), Via Spinazzola Progetto: 1933; Realizzazione: 1933, Proprietà: Societàdella Anonima Magazzini di riformaGenerali agraria Figura 7 ElaboratoGravina grafico,insistema immagazzinamento Puglia, di attualmente proprietà privata.

La grande produzione del grano a Gravina di Puglia, che arrivava fino a 300.000 quintali, attirò la SAM Generali dell’Italia meridionale e Insulare, la quale aveva, in quel periodo implementato fortemente la produzione regionale del grano, attraverso la realizzazione di magazzini generali1. Per queste motivazioni la Società decise Inquadramento Google Earth) di costruire un silos, stabilendo un centro di raccolta del grano, dove oltre (Fonte: alla produzione del luogo vengono aggiunte anche quelle dei paesi limitrofi. Il silos, realizzato nel 1933 dall’impresa Ing. M. Campanella e F.lli Caputo, si presenta come una possente struttura rettangolare in cemento armato della superficie di 900 mq, caratterizzato dalla presenza di una torre centrale e due più piccole laterali, tutte dell’altezza di 10 m e collegate tra loro mediante una gallerie interna2. Interessante in questo edificio è soprattutto il suo funzionamento, infatti, oltre alla presenza di una pensilina esterna lungo tutti i lati principali del fabbricato, che permetteva di proteggere le varie operazioni di carico e scarico, Il silos risulta diviso in gruppi di movimento La quattro grande produzione del grano autonomi, a Gravina dicon Puglia, 3 potenzialità di immissione di 300 quintali di grano all’ora, in corrispondenza delle 4 tramogge di carico . Tale che arrivava fino a 300.000 quintali, attirò la SAM impostazione consentiva di utilizzare l’edificio in maniera graduale, in base all’esigenze di immagazzinamento.

Generali dell’Italia meridionale e Insulare, la quale Attualmente quest’opera architettonica è in condizioni di forteaveva, degrado, a causa della mancanza di manutenin quel periodo implementato fortemente zione dopo il suo abbandono, rendendo la struttura inagile4. la produzione regionale del grano, attraverso la realizzazione di magazzini generali1. Per queste motivazioni la Società decise di costruire un silos, stabilendo un centro di raccolta del grano, dove oltre alla produzione del luogo vengono aggiunte anche quelle dei paesi limitrofi. Il silos, realizzato nel 1933 dall’impresa Ing. M. Campanella e F.lli Caputo, si presenta come una possente struttura rettangolare in cemento armato della superficie di 900 mq, caratterizzato dalla presenza di una torre centrale e due più piccole laterali, tutte dell’altezza di 10 m e collegate BIBLIOGRAFIA tra loro mediante una gallerie interna2. Interessante in questo edificio è soprattutto il suo funzionamenANON, Puglia in linea, Padoan, Milano, 1939 to, infatti, oltre alla presenza di una pensilina esterna lungo tutti i lati principali del fabbricato, che perSOCIETA’ ANONIMA MAGAZZINI GENERALI DI metteva di proteggere le varie operazioni di carico GRAVINA DI PUGLIA, Silos per cereali in e scarico, Il silos risulta diviso in quattro gruppi di Gravina, Napoli, 1945 movimento autonomi, con potenzialità di immissione di 300 quintali di grano all’ora, in corrispondenza ENNIO CORVAGLIA, MAURO SCIONTI, Il piano delle 4 tramogge di carico3. Tale impostazione consentiva di utilizzare l’edificio in maniera graduale, in introvabile, Dedalo, Bari 1985 base all’esigenze di immagazzinamento. Attualmente quest’opera architettonica è in condizioni di forte MARIANGELA V. A. CAPOZZI, Proposta di riuso degrado, a causa della mancanza di manutenzione del silos granaio in via Manfredonia a Foggia, dopo il suo abbandono, rendendo la struttura inaTesi di laurea relatore prof. Giorgio Muratore, gile4.

MASSIMO VISONE, Infrastrutture Tra rottura e continuità: l’industr di un paesaggio storico, in Antone Mauro Sàito (a cura di), 9 itin architetture del ‘900: Basilicata Gangemi Editore International, 2 47 Riferimenti Immagini

Fig. 1 Elaborato progettuale, pianta.

Fig. 3 Foto stato attuale

Fig. 4-7: MASSIMO VISONE, Infra industria. Tra rottura e l’industrializzazione di un paesagg Antonello Pagliuca, Mauro Sàito ( itinerari x 100 architetture del ‘90 e Puglia, Gangemi Editore Internat pp 46-47

Università Fig. Sapienza di prospetto, Roma, Facoltà di 5 Particolare stato attuale.

Figura 8 Statoaa attuale, particolare sul degrado dei serramenti Architettura, 2008-2009 Fig. 2 Elaborato progettuale, prospetto.

Fig. 4 Elaborato grafico, sistema di immagazzinamento Figura 7 Elaborato grafico, sistema di immagazzinamento

Fonti immagini: Fig.1-2-3-4: M. VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp. 46-47.

Fig. 5: Foto di Alessandro Nuzzo, https://www.alessandronuzzo.it/album/puglia/, consultato il 16/04/21

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Fig. 8: https://www.alessandronuzzo.it/a a/, consultato il 16/04/21

ANTONIO RIONDINO, I Borghi di fondazione della riforma agraria pugliese, in «L’Architettura delle città», 9, 2016 MASSIMO VISONE, Infrastrutture e industria.

Tra rottura e continuità: l’industrializzazione 1 MASSIMO VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico, in Antonello di un paesaggio storico, in Antonello Pagliuca, Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, Mauro Sàito (a cura p. 47. di), 9 itinerari x 100 Ibid. Basilicata e Puglia, architetture del 2‘900: 3 Ibid.

Gangemi Editore 4International, 2019, pp 46Ibid.

47 Riferimenti Immagini

75

BIBLIOGRAFIA Serbatoio Acquedotto Pugliese, Corigliano d’Otranto (LE) Gaetano Minnucci

MARIA ITALIA ZACHEO (a cura Minnucci (1896-1980), catalogo L’opera, costruita su un’altura, è stata al centro di un forte dibattito progettuale che ha richiamato l’interesse di Accademia Nazionale di San Luc diversi professionisti, con diverse soluzioni. Il progetto scelto, però, è quello di Gaetano Minucci, architetto molto attivo nel panorama nazionale, che attraverso i suoi viaggio in Olanda si era specializzato nella progettazioni Inquadramento di costruzioni idrauliche. Attraverso una soluzione pienamente razionale, l’architetto a legare sia con il Roma 1 ottobre 1984,riesceGangemi, paesaggio che con le istanze moderne del periodo, che echeggiavano in Italia e in Europa, mediante l’uso di Serbatoio Acquedotto Pugliese (Gaetano Minnucci) Corigliano d’Otranto (LE) Progetto: 1935; Realizzazione: 1937-1938, Proprietà: Acquedotto Pugliese S.p.A.

Progetto: 1935 Realizzazione: 1937-1938 Proprietà: Acquedotto Pugliese S.p.A.

ugliese gliese Pugliese gliano gliano rigliano

(Fonte: Google Earth)

e: 1937-1938, e: 1937-1938, ne: 1937-1938, ese S.p.A. se S.p.A. iese S.p.A.

è stata al centro di stata è stata alcentro centrodidi che haalrichiamato he richiamato chehaha richiamato nisti, con diverse onisti, con diverse nisti, con diverse però, è quello di però,è èattivo quellonel erò, quello didi molto molto attivo nel molto attivo nel erso i suoi viaggio averso i suoiviaggio viaggio erso i suoi la progettazioni di ella progettazioni so una soluzione a progettazioni didi ersoriesce una soluzione tto a legare so una soluzione etto riesce a legare anze moderne del to riesce a legare stanze moderne del talia moderne e in Europa, anze del Italia e in Europa, etalia proporzioni ben e in Europa, e proporzioni ben rapporto tra la proporzioni l rapporto trabenla ante.

“Il serbatoio rapporto tra la stante.

“Il serbatoio l diametro di circa ante.

“Il serbatoio dal diametro di circa doppio involucro, di circa n diametro doppio involucro, a architettura ee tra architettura doppio involucro, terna dell’edificio, dell’edificio, anterna architettura e a con l’involucro rta con l’involucro terna dell’edificio, uratura inin pietra muratura pietra a con l’involucro rna, in cemento erna, inincemento uratura pietra una una sezione sezione che che na, in cemento aalla allaparte partemuraria muraria una sezione che pedine apedineèèpresente presente alla parte muraria fino alla “calotta a fino alla “calotta edine è presente ppia membratura doppia membratura fino alla “calotta con edadaun unoculo oculo con ppia membratura ufattorichiama richiama inin fatto da un oculograzie con onna ionica, grazie nna ionica, atto scandisco richiama che scandisco in he ilil o un raffinato gioco nna ionica, grazie un raffinato gioco he scandisco il un raffinato gioco

geometrie e proporzioni ben definite che sottolineano il rapporto tra la costruzione e il contesto circostante. “Il serbatoio idrico, dalla forma cilindrica e dal diametro di circa 30 m, è caratterizzato da un doppio involucro, risultato di una simbiosi tra architettura e costruzione, dove la struttura interna dell’edificio, in cemento armato si rapporta con l’involucro esterno, costituito da una muratura in pietra artificiale”1. La struttura interna, in cemento armato è contraddistinta da una sezione che salendo si rastrema, raccordata alla parte muraria da solette anulari2.

Nell’intercapedine è presente una scala di servizio che porta fino alla “calotta terminale, composta da una doppia L’opera, costruita su un’altura, è stata al centro di un 3 membratura costolonata e forata in chiave da un oculo con lanterna” .

All’esterno il manufatto richiama in grande forte dibattito progettuale che ha richiamato l’intescala un tronco di colonna ionica, grazie alle costolature verticali che di scandisco il paramento esterno, attraverso resse diversi professionisti, con diverse soluzioni. un raffinato gioco di ombre4.

Il progetto scelto, però, è quello di Gaetano Minucci, architetto molto attivo nel panorama nazionale, che attraverso i suoi viaggio in Olanda si era specializzato nella progettazioni di costruzioni idrauliche.

Attraverso una soluzione pienamente razionale, l’architetto riesce a legare sia con il paesaggio che con le istanze moderne del periodo, che echeggiavano in Italia e in Europa, mediante l’uso di geometrie e proporzioni ben definite che sottolineano il rapporto tra la costruzione e il contesto circostante. “Il serbatoio idrico, dalla forma cilindrica e dal diametro di circa 30 m, è caratterizzato da un doppio involucro, risultato di una simbiosi tra architettura e costruzione, dove la struttura interna dell’edificio, in cemento armato si rapporta con l’involucro esterno, costituito da una muratura in pietra artificiale”1. La struttura interna, in cemento armato è contraddistinta da una sezione che salendo si rastrema, raccordata alla parte muraria da solette anulari2. Nell’intercapedine è presente una scala di servizio che porta fino alla “calotta terminale, composta da una doppia membratura costolonata e forata in chiave da un oculo con lanterna”3.

All’esterno il manufatto richiama in grande scala un tronco di colonna ionica, grazie alle costolature verticali che scandisco il paramento esterno, attraverso un raffinato gioco di ombre4.

DANIELA SCHINA, Gaetano Mi 1980). Vita e opere, Tesi di la Giorgio Muratore, Università Roma, Facoltà di Architettura aa

Figura 9 Foto attuale Fig. 1 99Foto attuale Figura Foto stato Figura Fotoattuale attuale

LUIGI STENDARDO, Il serba Corigliano d'Otranto, in CLAUD GUERRIERI (a cura di), Città di P Venezia 2006, pp. 263-69

LUIGI STENDARDO, Struttura e r un'opera di ingegneria civile Minnucci, in Storia dell'Ingegn secondo convegno nazionale, 2008 pag. 1383

Figura Elaborato progettuale, sezione Figura 10 Elaborato progettuale, progettuale, sezione Fig. 210 Elaborato sezione.

Figura 10 Elaborato progettuale, sezione

Fig. 4 Foto storica di cantiere.

Figura 12 Foto storica cantiere Fig. 3 Foto storica di cantiere.

Figura 11 Foto storica cantiere Figura 11 Foto storica cantiere

Fonti immagini: Figura 11 Foto storica cantiere Fig.1: https://www.ambienteambienti.com/lacqua-incontra-jazz/,consultato il 16/04/21; Fig. 2-3-4: https://www.aqp.bike/wp-content/uploads/2016/01/Il-grande-patrimonio-industriale-dell%E2%80%99Acquedotto-Pugliese.pdf, consultato il 16/04/21.

76

MASSIMO VISONE, Infrastruttu Tra rottura e continuità: l’indu di un paesaggio storico, in Anto Mauro Sàito (a cura di), 9 it 77 architetture del ‘900: Basilica Gangemi Editore International,

1 MASSIMO VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 49.

2 Ibid.

3 Ibid.

4 Ibid.

“Questo considerevole intervento è costituito da una cascata che si sviluppa in 250 m e copre un dislivello di 120 m, con un flusso d’acqua, della portata di circa 1000 litri al secondo, che parte a Cascata dell’Acquedotto S. Maria di Leuca (LE), monte dallaMonumentale piazza Giovanni XXIII e culmina aPugliese valle Via F. Pireca nella colonna romana, riportante una stele Cesare Brunetti commemorativa, dono di Mussolini, per onorare Progetto: 1937 l’opera”.

Quest’ultima, risulta circoscritta ai lati da Realizzazione: 1939 Proprietà: Acquedottoche Pugliese S.p.A. due ripide scalinate, assecondano il declivio, creando ai piedi della cascata un’imponente scala monumentale. Attualmente, l’opera si presenta in discreto strato, infatti l’ultimo restauro risale al Figura 14 Rapporto tra la cascata e la scalinata 2007, tuttavia, non risulta più leggibile sulla scalinata destra la scritta “DUX”, mentre è ancora visibile sull’altra scala la parola “REX”.

ng. ea ata ha oi ppi cata Monumentale na ’Acquedotto Pugliese (Cesare ta.

Figura 13 Foto attuale he Figura 15Maria Elaborato grafico, planimetria netti) Santa diplanimetria.

Leuca (LE), Fig. 1 Elaborato grafico, ma Francesco Pireca ata alla etto: 1937; Realizzazione: 1939, 28. da rietà: Acquedotto Pugliese S.p.A. un lla monumentale opera, partorita dall’Ing. ta ea re Brunetti, rappresenta la parte terminale a alle dell’Acquedotto pugliese ed è stata ele are enzata da una lunga fase progettuale che ha da vita a tre progetti diversi, in cui, analizzando i io, elaborati, possiamo individuare due gruppi ala dove si fa riferimento sia a una adistinti, in al Fig. 2 14 Rapporto ee la ione scartata chetratralaalacascata quella adottata.

Figura Rapporto cascata la scalinata. scalinata ulla uardevole è l’analisi dei vari documenti che ora

Fig. 3 Foto dello stato attuale.

Figura 13 Foto attuale

ano lo stato di questi luoghi prima ntervento, in cui si risulta evidente l’elevata Fonti immagini: ralità del paesaggio, solo dal Santuario alla Fig.1-2-3: VISONE, Infrastrutture e industria.

Tra 1928. rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio nia Marina diM.Scarciglia, costruito nel storico, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangesto considerevole intervento mi Editore International, 2019, p. 50;è costituito da Fig. 4: https://www.laterradipuglia.it/benvenuti-in-puglia/i-luoghi-della-puglia/il-salento/santa-macascataria-di-leuca/scalinata-monumentale, che si sviluppa in 250 m e copre un consultato il 16/04/21; 5 : inm, https://www.italyra.com/inserzioni/cascata-monumentale-di-leuca/, consultato il 29/11/21.

78 ello di Fig. 120 con un flusso d’acqua, della ata di circa 1000 litri al secondo, che parte a e dalla piazza Giovanni XXIII e culmina a valle

Cascata Monumentale dell’Acquedotto Pugliese (Cesare Brunetti) Santa Maria di Leuca (LE), Via Francesco Pireca Progetto: 1937; Realizzazione: 1939, Proprietà: Acquedotto Pugliese S.p.A.

Questa monumentale opera, partorita dall’Ing. Cesare Brunetti, rappresenta la parte terminale a Sud dell’Acquedotto pugliese ed è stata influenzata da una lunga fase progettuale che ha dato vita a tre progetti diversi, in cui, analizzando i vari elaborati, possiamo individuare due gruppi ben distinti, dove si fa riferimento sia a una soluInquadramento (Fonte: Google Earth) lo stato di questi zione scartata che a quella adottata1. Ragguardevole è l’analisi dei vari documenti che trattano luoghi prima dell’intervento, in cui si risulta evidente l’elevata naturalità del paesaggio, solo dal Santuario alla Colonia Marina di Scarciglia, costruito nel 1928. “Questo considerevole intervento è costituito da una cascata che si sviluppa in 250 m e copre un dislivello di 120 m, con un flusso d’acqua, della portata di circa 1000 litri al secondo, che parte a monte dalla piazza Giovanni XXIII e culmina a valle nella colonna romana, riportante una stele commemorativa, dono di Mussolini, per onorare l’opera”2. Quest’ultima, risulta circoscritta ai lati da due ripide scalinate, che assecondano il declivio, creando ai piedi della cascata un’imponente scala monumentale. Attualmente, l’opera si presenta in discreto strato, infatti l’ultimo restauro risale al 2007, tuttavia, non risulta più leggibile sulla scalinata destra la scritta “DUX”, mentre è ancora visibile sull’altra scala la parola “REX”3.

Questa monumentale opera, partorita dall’Ing. Cesare Brunetti, rappresenta la parte terminale a Sud dell’Acquedotto pugliese ed è stata influenzata da una lunga fase progettuale che ha dato vita a tre progetti diversi, in cui, analizzando i vari elaborati, possiamo individuare due gruppi ben distinti, dove si fa riferimento sia a una soluzione scartata che a quella adottata1. Ragguardevole è l’analisi dei vari BIBLIOGRAFIA documenti che trattano lo stato di questi luoghi prima dell’intervento, in cui si risulta evidente l’elevata naturalitàITALIA del paesaggio, solo dal(a Santuario MARIA ZACHEO cura di), Gaet alla Colonia Marina di Scarciglia, costruito nel 1928.

Minnucci (1896-1980), catalogo “Questo considerevole intervento è costituito da una della mos Fig. 5 Stato attuale della Cascata Monumentale. cascata che si sviluppa in 250 m e copre un dislivello Accademia Nazionale di San Luca, Roma 16 di 120 m, con un flusso d’acqua, della portata di circa 1000ottobre litri al secondo, che parte a monte dalla piazza 1984, Gangemi, Roma 1984 Giovanni XXIII e culmina a valle nella colonna romana, riportante una stele commemorativa, dono di DANIELA SCHINA, Gaetano risulta Minnucci (18 Mussolini, per onorare l’opera”2. Quest’ultima, circoscritta ai lati da due scalinate, 1980).

Vita e ripide opere, Tesiche diasselaurea, rela condano il declivio, creando ai piedi della cascata un’imponente monumentale.

Attualmente, Sapienza Giorgio scala Muratore, Università l’opera si presenta in discreto strato, infatti l’ultimo Roma, di Architettura aa 2002-200 restauro risale Facoltà al 2007, tuttavia, non risulta più leggibile sulla scalinata destra la scritta “DUX”, mentre è 3 ancora visibile sull’altra scala la parola “REX” .

LUIGI STENDARDO, Il serbatoio AQP

Fig.16 4 Particolare scalinata sinistra, con ancor scrittala “REX”.

Figura Particolare scalinata sinistra, con laancor scritta “REX”

Corigliano d'Otranto, in CLAUDIO D'AM GUERRIERI (a cura di), Città di Pietra, Mars Venezia 2006, pp. 263-69

LUIGI STENDARDO, Struttura e rivestiment un'opera di ingegneria civile di Gaet Minnucci, in Storia dell'Ingegneria. Atti secondo convegno nazionale, vol. 2, Na 1MASSIMO VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un1383 paesaggio storico, in Antonello 2008 pag.

Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 51.

2 Ibid.

3 Ibid.

MASSIMO VISONE, Infrastrutture e indus 79 Tra rottura e continuità: l’industrializzaz di un paesaggio storico, in Antonello Pagli

)

e a, o o il o, e a, di e a il el m, o a o, a a o e i, o e, di n o n n

Silos Granaio, Foggia, Via Manfredonia Ufficio tecnico S.I.M.A

Progetto: 1938-1939 Realizzazione: 1938-1939 Proprietà: Magazzini Generali dell’Italia meridionale, ora proprietà privata.

Figura 17 Foto storica

Silos Granaio (Ufficio tecnico S.I.M.A.) Foggia, Via Manfredonia Figura 17 Foto storica

Progetto: 1938-1939; Realizzazione: 19381939, Proprietà: Magazzini Generali dell’Italia meridionale, attualmente proprietà privata.

La SAM, fautori del silos anche di Gravina, come detto in precedenza, durante gli Anni Trenta, aveva promosso la costruzione di questi edificiFig. 1 Elaborato pianta.

Fig. 3 Foto storica.

Figura 18 progettuale, pianta deposito a Elaborato causaprogettuale, del “cambiamento del livello Figura 17 Foto storica della falda acquifera nella zona, che con il suo innalzamento ha reso impossibile conservare il grano nelle 'fosse', com’era d’uso in quel periodo, Figura 18 Elaborato progettuale, pianta interrando le riserve di cereali, così da conservarle per lungo tempo”. Questa possente opera, inaugurata nel 1939 alla presenza del Principe di Piemonte, è il più grande silos europeo e rappresenta l’eredità storica e culturale di una regione, legata, soprattutto per quanto riguarda il suo sviluppo economico, alla produzione del grano. Il manufatto architettonico, di altezza 30 m, Figura 19 Elaborato progettuale, prospetto composto da celle di misure differenti, composto da una struttura in cemento armato e con una Figura 18 Elaborato progettuale, pianta capienza di 450 mila quintali di stoccaggio, Fig.192 Elaborato Elaborato progettuale, sezione.di architettura Fig. 4 Stato Attuale. rappresenta un pregevole modello Figura progettuale, prospetto industriale in Puglia. Di notevole interesse è la testimonianza tecnologica del tempo che l’edificio ci trasmette; infatti, era in grado di accogliere e ritirare grano contemporaneamente dai carri, dagli autocarri e dai treni merci, dove in seguito veniva scaricato, pesato automaticamente, Fonti immagini: stoccato nei sacchi e posizionato sulla banchina di Fig.1-2-3: M. VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico, in inoltre ascensori in Basilicata e Puglia, Gangemi Editore InternatioA. carico, Pagliuca, M. Sàito (aerano cura di),presenti 9 itinerari x degli 100 architetture del ‘900: nal,grado 2019, pp. di 52-53; spostare i trattori da un piano all' altro Fig. 4: http://www.amicidomenica.altervista.org/letterabenistorici.htm, consultato il 29/11/21; della struttura. L’opera si presenta attualmente in Fig. 5: https://granosalus.it/2017/02/05/404-2/, consultato il 16/04/21; Figura 19 Elaborato progettuale, prospetto Fig.totale 6: http://www.amicidomenica.altervista.org/riutilizzosilos.htm, 80 disuso, che ha portato l’edificio ad un consultato il 16/04/21. elevato degrado.

Silos Granaio (Ufficio tecnico S.I.M.A.) Foggia, Via Manfredonia Progetto: 1938-1939; Realizzazione: 1938-1939, Proprietà: Magazzini Generali dell’Italia meridionale, ora proprietà privata.

BIBLIOGRAFIA

BIBLIOGRAFIA

La SAM, fautori del silos anche di Gravina, come detto in precedenza, durante gli Anni Trenta, aveva promosso MARIANGELA V. A. Proposta di MARIANGELA V.falda A. CAPOZZI, CAPOZZI, Proposta di riuso riuso la costruzione di questi edifici-deposito a causa del “cambiamento del livello della acquifera nella zona, che del silos granaio in via Manfredonia a Foggia, con il suo innalzamento ha reso impossibile conservare il grano del nellesilos ‘fosse’,granaio com’era d’uso in quel periodo, interrando in via Manfredonia a Foggia, Inquadramento (Fonte: Google Earth) le riserve di cereali, così da conservarle per lungo tempo”1. Questa possente opera,relatore inaugurataprof. nel 1939 alla presenTesi di laurea Giorgio Muratore, Tesi di laurea relatore prof. Giorgio Muratore, za del Principe di Piemonte, è il più grande silos europeo e rappresenta l’eredità storica e culturale di una regioUniversità Sapienza Roma, Facoltà 2 Università Sapienzadeldi digrano Roma, Facoltà di di ne, legata, soprattutto per quanto riguarda il suo sviluppo economico, alla produzione . Il manufatto architettonico, di altezza 30 m, composto da celle di misure Architettura, differenti, composto da una struttura in cemento aa 2008-2009 Architettura, aa 2008-2009 armato e con una capienza di 450 mila quintali di stoccaggio, rappresenta un pregevole modello di architettura industriale in Puglia3. Di notevole interesse è la testimonianzaCOMUNE tecnologica del che l’edificio ci trasmette; Dl FOGGIA, Cinque anni di COMUNE Dltempo FOGGIA, Cinque anni La SAM,dai fautori del silos anche di treni Gravina, come di infatti, era in grado di accogliere e ritirare grano contemporaneamente carri, dagli autocarri e dai merci, Amministrazione fascista, 1927-1931, Roma detto in durante gli Anni Trenta, aveva Amministrazione fascista, 1927-1931, dove in seguito veniva scaricato, pesato automaticamente, stoccato neiprecedenza, sacchi e posizionato sulla banchina di Roma 4 promosso la costruzione di questi edifici-deposito 1932; carico, inoltre erano presenti degli ascensori in grado di spostare i trattori da un piano all’ altro della struttura . a 1932; causa del ad “cambiamento del livello della falda acquiL’opera si presenta attualmente in totale disuso, che ha portato l’edificio un elevato degrado. fera nella zona, che con il suo innalzamento ha reso MASSIMO VISONE, ee industria.

MASSIMO VISONE, ilInfrastrutture Infrastrutture impossibile conservare grano nelle ‘fosse’ , industria. com’era Tra rottura ee continuità: d’uso in quel periodo, interrandol’industrializzazione le riserve di cereali, Tra rottura continuità: l’industrializzazione 1 così da conservarle per lungo tempo” . Questa posdi un storico, in Antonello Pagliuca, disente un paesaggio paesaggio storico, in Antonello Pagliuca, opera, inaugurata nel 1939 alla presenza del Mauro (a di), 9 xx 100 Mauro Sàito (a cura cura di),grande 9 itinerari itinerari 100 PrincipeSàito di Piemonte, è il più silos europeo e rappresenta l’eredità storica e culturale di una rearchitetture del ‘900: Basilicata e Puglia, architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, gione, legata, soprattutto per quanto riguarda il suo Gangemi Editore 2019, pp 522 Gangemi Editore International, International, 2019, sviluppo economico, alla produzione del granopp . Il 5253 53manufatto architettonico, di altezza 30 m, composto da celle di misure differenti, composto da una struttura in cemento armato e con una capienza Riferimenti Immagini Riferimenti Immagini di 450 mila quintali di stoccaggio, rappresenta un Fig. 5 Illustrazione d’epoca, tratta dal giornale pregevole modello di architettura industriale in Pu- e Fig. 17-19: MASSIMO VISONE, Infrastrutture Figura 20 d'epoca, dal giornale mattino Fig. 17-19: MASSIMO VISONE, Infrastrutture e Figura 20 Illustrazione Illustrazione d'epoca, tratta tratta in dalpresenza giornale "Il "Il “Il mattino illustrato”. Inaugurazione delmattino Principe 3 glia .

Di notevole interesse è la testimonianza tecnoillustrato".

Inaugurazione illustrato".

Inaugurazione in in presenza presenza del del Principe Principe di di Piemonte Piemonte industria.

Tra rottura e continuità: di Piemonte. industria.

Trache l’edificio rotturaci trasmette; e continuità: logica del tempo infatti, l’industrializzazione di un paesaggio storico, era in grado di accogliere e ritirare grano conteml’industrializzazione di un paesaggio storico, in in poraneamente dai carri, dagli autocarri e cura dai treni Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a di), Antonello Sàito (apesato curaaudi), 9 9 merci, dovePagliuca, in seguito Mauro veniva scaricato, itinerari xx 100 del Basilicata tomaticamente, stoccato nei sacchi e posizionato itinerari 100 architetture architetture del ‘900: ‘900: Basilicata sulla banchina di carico, inoltre erano presenti degli ee Puglia, Gangemi Editore International, 2019, Puglia, Gangemi 2019, ascensori in grado di Editore spostare iInternational, trattori da un piano pp 52-53 4 altro della struttura . L’opera si presenta attualppall’52-53 mente in totale disuso, che ha portato l’edificio ad Fig. un 20: elevato degrado.

Fig. 20:

https://granosalus.it/2017/02/05/404-2/, https://granosalus.it/2017/02/05/404-2/, consultato consultato ilil 16/04/21 16/04/21 Fig. Fig. 21: 21: Fig. 6 FotoFoto attuale dello stato di degrado.

Figura Figura 21 21 Foto attuale attuale dello dello stato stato di di degrado degrado

http://www.amicidomenica.altervista.org/riu http://www.amicidomenica.altervista.org/riu tilizzosilos.htm, tilizzosilos.htm, consultato consultato ilil 16/04/21 16/04/21

1 MASSIMO VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 53.

2 Ibid.

3 Ibid.

4 Ibid.

81

Complesso di edifici Montedison, Brindisi Enzo Sgrelli Progetto: 1959 Realizzazione: 1961 -1964 Proprietà: Montedison S.p.A.

Complesso di edifici Montedison (Enzo Sgrelli) Brindisi Progetto: 1959; Realizzazione: 1961 -1964, Proprietà: Montedison S.p.A. Questo complesso di edifici, di proprietà della Montedison, uno dei grandi gruppi industriali di quel periodo, come la FIAT o l’Olivetti. Quest’opera, tassello importante nello sviluppo industriale del Sud Italia e soprattutto della Puglia, è stata partorita dalla mente di Ezio Sgrelli, direttore dell’Ufficio Progetti del Servizio edile dell’azienda Montedison1. Il complesso presenta una chiara definizione con il paesaggio circostante, attraverso la sua Earth) articolazione volumetrica e all’uso di materiali locali, che Inquadramento conferiscono al (Fonte: gruppoGoogle di edifici le sembianze di un insieme tecnologico, ma soprattutto sociale, rivendicandoBIBLIOGRAFIA un’appartenenza al contesto in cui il complesso si inserisce, com’era successo già in maniera analoga negli interventi di Adriano Olivetti2. L’uso di differenti mateENZO SGRELLI, della direzione, mensa e riali, che distinguono le varie superfici degli edifici, ci permette di intuire la loroUffici funzione costruttiva, come nel cemento facciavista utilizzato perle coperture curve e per le strutture portanti, in particolar modo nell’edificio foresteria della fabbrica Monteshell a Brindisi, della mensa, dove l’immagine compositiva dell’interno è data dalle forme dei pilastri e delle travi3. Il complesso, in <<Edilizia Moderna>>, 82-83; oggi ancora in buono stato, presenta materiali locali nelle facciate e nelle chiusure verticali, mentre la pavimentazione interna delle aree comuni è spesso ornata con dei disegni geometrici.

Questo complesso edifici, di proprietà della CLAUDIO BOSIO, diELISA MENSA, EzioMonSgrelli. tedison, uno dei grandi gruppi industriali di quel Opere 1951-1990, di Quest’opera, laurea, relatori periodo, come la FIAT oTesi l’Olivetti. tassello importante nello sviluppo industriale del Sud Michela Rosso e Augusto Rossari, Politecnico Italia e soprattutto della Puglia, è stata partorita di Torino, Facoltà di Architettura, aaPro2008dalla mente di Ezio Sgrelli, direttore dell’Ufficio getti del Servizio edile dell’azienda Montedison1.

2009; Il complesso presenta una chiara definizione con il paesaggio circostante, attraverso la sua articolaMASSIMO VISONE, Infrastrutture e industria. zione volumetrica e all’uso di materiali locali, che Traconferiscono rottura ealcontinuità: l’industrializzazione gruppo di edifici le sembianze di un Fig. 2 Foto storica, foresteria. insieme tecnologico, ma soprattutto sociale, rivendi un paesaggio storico, in Antonello Pagliuca, dicando un’appartenenza al contesto in cui il comFigura 24 Foto storica, foresteria Mauro (a com’era cura di), 9 itinerari x 100 plessoSàito si inserisce, successo già in maniera analoga negli interventi di Adriano Olivetti2. L’uso di architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, differenti materiali, che distinguono le varie superfici degli edifici, ci permette di intuire la loro funzione Gangemi Editore International, 2019, pp 54costruttiva, come nel cemento facciavista utilizzato 55 perle coperture curve e per le strutture portanti, in particolar modo nell’edificio della mensa, dove l’imSITOGRAFIA magine compositiva dell’interno è data dalle forme dei pilastri e delle travi3. Il complesso, oggi ancora in buono stato, presentaCentrale materiali locali nelle facciate FEDERICA GUERRA, di Luce, in e nelle chiusure verticali, mentre la pavimentazione www.architettiverona.it interna delle aree comuni, 14/04/21 è spesso ornata con dei disegni geometrici.

Riferimenti Immagini

Fig. 1 Foto storiche, edificio uffici.

Fonti immagini: Fig.1-2-3: M. VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp. 54-55.

82

Fig. 3 Foto storica, locali della mensa.

Fig. 22-24: MASSIMO VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp 54-55

1 MASSIMO VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 55.

2 Ibid.

3 Ibid.

83

Direzione Italsider Taranto, S.S.7 Appia Km. 68 Studio Nizzoli Associati Progetto: 1970 Realizzazione: 1970-1972 Proprietà: Italsider

L’edificio racchiude due aree parallele e longitudinali BIBLIOGRAFIA eBIBLIOGRAFIA un grande corpo centrale, di altezza maggiore che si conclude con una volta a botte e infine due bassi corpi laterali di larghezza uguale al corpo centrale, che presentano una copertura praticabile, dalla quale si accede all’edificio1. L’opera presenta una struttura costituita da profilati RED., Ufficiper per unGoogle centro siderurgico a Inquadramento (Fonte: Earth) un centro siderurgico di acciaio, serramenti in metallo e mattoni faccia a RED., vista nel Uffici rivestimento della facciata, mentre nella testataa sud di uno dei volumi risulta trattata, così da risultareTaranto, specchiante in ein poter riflettere il cielo 37, e37, gli ulivi circostanti, Taranto, «Ottagono», giugno 1975,pp. pp.

«Ottagono», giugno 1975, permettendo al complesso di comunicare con l’ambiente circostante2. Di notevole interesse in questo progetto 72-75; da spazi separati ed ordinati lungo un corridoio è la creazione di due differenti tipi di ufficio, uno caratterizzato 72-75; a spina centrale, mentre l’altro contraddistinto da open space, pensati per favorire i lavori di gruppo3. Molto singolare è anche la progettazione di mobili, che ornano gli spazi di lavoro, disegnati e scelti coerentemente al RED., PremioEternit, Eternit,in in «Domus», 586, RED., «Domus», 586, linguaggio dell’opera4. Oggi, a causa dell’abbandono e della Premio mancata manutenzione dell’opera, quest’ultima, purtroppo, versa in condizioni di forte degrado. settembre1978, 1978,p. p.2; 2; settembre

ider (Studio Nizzoli nto, S.S.7 Appia Km. 68

Realizzazione: 1970-1972, er

de due aree parallele e rande corpo centrale, di altezza nclude con una volta a botte e pi laterali di larghezza uguale al he presentano una copertura quale si accede all’edificio. una struttura costituita da serramenti in metallo e mattoni l rivestimento della facciata, ta sud di uno dei volumi risulta risultare specchiante e poter li ulivi circostanti, permettendo comunicare con l’ambiente otevole interesse in questo azione di due differenti tipi di terizzato da spazi separati ed n corridoio a spina centrale, ntraddistinto da open space, ire i lavori di gruppo. Molto la progettazione di mobili, che di lavoro, disegnati e scelti linguaggio dell’opera. Oggi, a ndono e della mancata dell’opera, quest’ultima, n condizioni di forte degrado.

Figura 25 Foto Foto storica, esterno Fig. 1 Foto storica, esterno.

Figura 25 storica, esterno

Figura27 27Foto Fotostorica, storica,esterno esterno Figura

Fig. 3 Foto storica, esterno.

L’edificio racchiude due aree parallele e longitudinali e un grande corpo centrale, di altezza maggiore RENATO PEDIO, Percorso per sbiancare RENATO per sbiancare ilil chePEDIO, si concludePercorso con una volta a botte e infine due bassi laterali di larghezza Cronache uguale al corpoee cengrigiore, incorpi «L'Architettura Cronache grigiore, in «L'Architettura trale, che presentano una copertura praticabile, dal1 storia», 277,sinovembre novembre 1978; la 277, quale accede all’edificio . L’opera presenta una storia», 1978; struttura costituita da profilati di acciaio, serramenti in metallo e mattoni faccia a vista nel rivestimento VITTORIO GANDOLFI, L'acciaio VITTORIO GANDOLFI, L'acciaio della facciata, mentre nella testata sud di uno dei volumi risulta trattata, così da risultare 1980, specchiante e nell'architettura,Cisia, Cisia,Milano, Milano, 1980,pag. pag. nell'architettura, poter riflettere il cielo e gli ulivi circostanti, permet156-157; tendo al complesso di comunicare con l’ambiente 156-157; circostante2. Di notevole interesse in questo progetto è la creazione di due differenti tipi di ufficio, uno SERGIO POLANO, Guida all'architettura SERGIO POLANO, Guida all'architettura caratterizzato da spazi separati ed ordinati lungo un corridoio a spina centrale, mentre l’altro contraddi-1991. italiana del Novecento, Novecento, Electa, Electa, Milano italiana del Milano 1991. stinto da open space, pensati per favorire i lavori di 3 gruppo . Molto singolare è anche la progettazione MASSIMO VISONE, Infrastrutture industria. di mobili, che ornano gli spazi di lavoro,ee disegnati MASSIMO VISONE, Infrastrutture industria. e scelti coerentemente al linguaggio dell’opera4.

Trarottura rottura e continuità: continuità: l’industrializzazione Tra l’industrializzazione Oggi, a e causa dell’abbandono e della mancata manutenzione dell’opera, quest’ultima, purtroppo, verdiun unpaesaggio paesaggio storico,in inAntonello Antonello di storico, sa in condizioni di forte degrado.

Pagliuca,Mauro MauroSàito Sàito(a (acura curadi), di),99itinerari itinerarixx Pagliuca,

100 architetture architetturedel del‘900: ‘900:Basilicata Basilicataee Puglia, Puglia, 100 GangemiEditore EditoreInternational, International,2019, 2019,pp pp5454Gangemi 55 55

Figura 26 26 Elaborato Elaborato progettuale, progettuale, assonometria assonometria Figura Fig. 2 Elaborato progettuale, assonometria.

Fonti immagini: Fig.1-2-3-4: M. VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp. 56-57.

84

Direzione Italsider (Studio Nizzoli Associati) Taranto, S.S.7 Appia Km. 68 Progetto: 1970; Realizzazione: 1970-1972, Proprietà: Italsider

Figura28 28Foto Fotostorica, storica,uffici uffici Figura

Fig. 3 Foto storica, uffici.

RiferimentiImmagini Immagini Riferimenti

Fig.25-28: 25-28:MASSIMO MASSIMOVISONE, VISONE,Infrastrutture Infrastruttureee Fig. industria. Tra Tra rottura rottura ee continuità: continuità: industria. l’industrializzazionedi diun unpaesaggio paesaggiostorico, storico,in in l’industrializzazione 1MASSIMO VISONE, Infrastrutture e industria. Tra rottura e continuità: l’industrializzazione di un paesaggio storico, in Antonello Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a (a2019, cura di), di), 99 Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architettureAntonello del ‘900: BasilicataPagliuca, e Puglia, Gangemi Editore International, Mauro Sàito cura p. 57. itinerari xx 100 100 architetture architetture del del ‘900: ‘900:Basilicata Basilicata itinerari 2 Ibid.

3 Ibid.

Puglia,Gangemi GangemiEditore EditoreInternational, International,2019, 2019, eePuglia, 4 Ibid.

85 pp56-57 56-57 pp

Foto di Davide Bianco, (https://whitexperience.blogspot com/2018/04/the-biggest-saltworks-in-europe.html), consultato il 12/10/21

86

PARTE

2

Il Magazzino Nervi 87

3.1 “L’epopea di un uomo del Novecento”1: Pier Luigi Nervi.

3.1 “L’epopea di un uomo del Novecento”1: Pier Luigi Nervi.

Foto in SOLOMITA P., Pier Luigi Nervi Architetture Voltate, Verso nuove strutture, Fondazione Bruno Zevi, Roma 2013, p. 8.

2 Pier Luigi Nervi rappresenta una figura fondamentale dell’architettura strutturale italiana, filone al quale egli 2 come la Tour Eiffel, in muratura, come la Sagrada Pier Luigi Nervi rappresenta una figura fondamen3 stesso dichiara apertamente di fare parte . Il suo personaggio guida tutto il frastagliato e discusso sviluppo di Familia di Gaudì e l’unione di entrambi questi matale dell’architettura italiana, filone al un’identità modernastrutturale nell’architettura e nell’ingegneria italiana del XX sec. Nato alla fine dell’Ottocento, Nervi fa teriali, con la Mole di Antonelli, che rappresentano quale egli stesso dichiara apertamente di fare parparte di una nuova generazione, che all’inizio del XX sec ha vissuto un temporaneo periodo di pace e di grandi 3 l’espressione più alta di raffinatezza esecutiva, di rite aspettative, . Il suo personaggio tutto il frastagliato e catturata,guida durante la sua fase di formazione, dal fascino per le invenzioni tecnologiche e per la moduzione della materia utilizzata e della comprensiodiscusso un’identità moderna dernità4sviluppo . Durantedi il XIX sec. l’evoluzione deinell’arsistemi costruttivi conosciuti ha raggiunto il suo massimo sviluppo, ne del funzionamento statico delle strutture e delle chitettura e nell’ingegneria italiana del XX sec.la Nato attraverso i capolavori in ferro di Eiffel, come Tour Eiffel, in muratura, come la Sagrada Familia di Gaudì e l’unioforme da realizzare5. Tuttavia, nello stesso periodo, allanefine dell’Ottocento, fa parte diMole una nuova di entrambi questi Nervi materiali, con la di Antonelli, che rappresentano l’espressione più alta di raffinatezza un nuovo materiale, il cemento armato, prima stengenerazione, all’iniziodella del materia XX sec ha vissutoeun esecutiva, diche riduzione utilizzata della comprensione del funzionamento statico delle strutture e tatamente e poi in maniera travolgente, si offre agli temporaneo di pace e di grandi 5 delle formeperiodo da realizzare . Tuttavia, nelloaspettatistesso periodo, un nuovo materiale, il cemento armato, prima stentataingegneri, agli architetti e ai costruttori introducenve,mente catturata, la sua fase di formazione, e poidurante in maniera travolgente, si offre aglidal ingegneri, agli architetti e ai costruttori introducendo il concetto do il concetto di «continuo» ovvero di una massa fascino per le invenzioni e per che, la modi «continuo» ovvero ditecnologiche una massa fluida una volta gettata, si solidifica generando, secondo qualunque 4 fluida che, una volta gettata, si solidifica generando, dernità XIX sec. l’evoluzione dei sistemi 6 forma,. Durante elementiilmonolitici in pietra artificiale . secondo qualunque forma, elementi monolitici in costruttivi conosciuti ha raggiunto il suo massimo pietra artificiale6. sviluppo, attraverso i capolavori in ferro di Eiffel,

Nervi e l’occasione di Nervi e l’occasione di progettare progettare in in Puglia Puglia

03

ANTONIO ESPOSITO, Patrimonio e Zavorra, in Antonello Pagliuca, Mauro Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 28

«Il costruire è, senza confronti, la più antica ed importante delle «Il costruire è, senzaNasce confronti, la più antica ed di importante delle at- dei attività umane. dal soddisfacimento esigenze materiali tivitàsingoli umane.

Nasce dal soddisfacimento di esigenze materiali dei e della collettività e si eleva a esprimerne i più profondi e singoli e della collettività si eleva in a esprimerne i più profondi e spontanei sentimenti;eriunisce una unica sintesi lavoro manuale, spontanei sentimenti;industriale, riunisce in teorie una unica sintesi lavoro manuale, organizzazione scientifiche, sensibilità estetica, organizzazione industriale, teorie scientifiche, sensibilità estetica, grandiosi interessi economici, e, per il fatto stesso di creare l’amgrandiosi economici, e, per una il fatto stesso creare l’am-azione bienteinteressi della nostra vita, esercita muta, madi efficacissima, biente della nostra vita, esercita una muta, ma efficacissima, azioeducativa su tutti. [...l Per i suoi multiformi aspetti, per la sua durata ne educativa super tutti. [...l Per i suoi multiformi aspetti, per la sua nel tempo, i fattori scientifici, estetici, tecnici e sociali che in essa durata nel tempo, per che i fattori scientifici, estetici, tecnici e sociali si fondono, è più giustificato considerare l’attività del costruire che in essalasisintesi fondono, più che giustificato considerare l’attivitàe l’elecome più èespressiva delle capacità di un popolo, del costruire come la sintesi per più giudicare espressivaildelle capacità di un po- e lo mento più significativo grado della sua civiltà polo,spirito e l’elemento più significativo per giudicare il grado della sua di essa» civiltà e lo spirito di essa» (Pier Luigi Nervi, Costruire Correttamente, 1955) (Pier Luigi Nervi, Costruire Correttamente, 1955)

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1 CLAUDIO GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, p. 13.

2 Pier Luigi Nervi nasce a Sondrio il 21 giugno 1891. Laureatosi in Ingegneria civile presso la Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri di Bologna il 28 luglio 1913, nei primi anni della sua carriera svolge l’attività di collaboratore nell’Ufficio tecnico della Società Anonima per Costruzioni Cementizie (SACC) dove opera, in un primo momento, in qualità di progettista (nella sede di Bologna) e, poi, di direttore dei lavori (nella sede di Firenze). Presso tale società, fatta eccezione dell’intervallo tra il 1915-18, in cui il giovane ingegnere presta servizio come ufficiale nel II Reggimento del Genio Militare, prende avvio la sua formazione professionale. Nel 1923 lascia la SACC per fondare, a Roma, la “Soc. Ing. Nervi e Nebbiosi”, della quale rimane contitolare con l’imprenditore Rodolfo Nebbiosi fino al 1932, anno in cui con il cugino ing. Giovanni Bartoli fonda, sempre a Roma, la “Soc. Ingg. Nervi e Bartoli”, della quale è amministratore delegato e direttore tecnico. Con questa impresa egli realizza le opere più importanti della sua carriera. Sebbene siano numerosi i brevetti che riportano il suo nome già a partire dal 1917 (si veda a riguardo l’”Elenco dei brevetti” in Greco C., Pier Luigi Nervi. Dai primi brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Lucerna, 2008, p. 283), a porlo all’attenzione nazionale e internazionale dal 1943 sono indubbiamente quelli inerenti il ferrocemento, la prefabbricazione strutturale, i procedimenti costruttivi per la realizzazione di strutture cementizie ondulate o curve, i tavelloni romboidali e i solai a nervature isostatiche. Parallelamente alla “Società Ingg. Nervi e Bartoli” fonda con il figlio Antonio lo “Studio Nervi-Architettura e tecnica edilizia”, cui a partire dal 1960 si associano anche i figli Mario e Vittorio (solo Antonio però affiancherà il padre nella progettazione delle sue opere). Oltre che ingegnere, impresario e costruttore Nervi è anche insegnante: è professore titolare della Cattedra di Tecnologia e Tecnica delle Costruzioni presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Roma dal 1945 al 1962. Inoltre, ha tenuto alcune lezioni presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Buenos Aires nel 1950 e presso l’Università di Harvard nell’anno accademico 196162. Muore a Roma il 9 gennaio 1979, all’età di 88 anni. [Pica A., Pier Luigi Nervi, Roma 1969, p. 149; Poretti S., Iori T., Pierluigi Nervi. L’Ambasciata d’Italia a Brasilia, Milano 2007, p.140; Trentin A., Trombetti T., La lezione di Pier Luigi Nervi, Milano 2010, pp.

1-23].

3 Nervi, difatti, in un’intervista (risalente al 1951) di Libero De Libero, afferma: «Sono un ignorante. Non credo o meglio non sento che l’architettura strutturale. Non saprei fare un palazzo, nemmeno una casetta. Il problema mi tocca quando si tratta di comporre ed equilibrare azioni di forze e resistenze di materiali. Non sono capace di comporre forme, ma di realizzarle secondo un intendimento e una ragione tecnica e strutturale. Non mi sento di dare un giudizio sull’architettura moderna intesa in senso formale ed estetico. L’unica mia certezza è che bisogna saper costruire e questo purtroppo è cosa molto difficile; l’essenza del problema sta nel dare il senso statico con spontaneità e naturalezza. Non sono un esperto in complicati calcoli matematici e ritengo che, nella fase fondamentale di ogni problema statico ossia nella invenzione del sistema resistente e nel suo dimensionamento di prima approssimazione, sono sufficienti semplici formule elementari, purché, e questo è il punto più importante, applicate ed interpretate con chiara intuizione e sensibilità statica» [De Libero L., Saper costruire, in Scheiwiller V., Longoni A. (a cura di), Pirelli. Antologia di una rivista d’informazione e di tecnica. 1948/1972, Milano 1987, p.68].

4 CLAUDIO GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, pp. 13-20.

5 Ibid.

6 Ibid.

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Fonti immagini: Fig.1: in https://www.storiaememoriadibologna.it/muggia-attilio-484009-persona, consultato il 18/11/21 Fig. 2-3-4-5-6: in G. BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, pp. 43-44.

Fig. 6 Cantiere del ponte in cemento armato sull’Albegna presso Orbetello, in costruzione da parte della Società Anonima per Costruzioni Cementizie (1914).

Nel primo uomo sulla sinistra in giacca e papillon è forse riconoscibile un giovane Pier Luigi Nervi.

Fig. 1 Attilio Muggia.

In un periodo brevissimo, a confronto con la storia millenaria degli altri sistemi, questo modo di costruire acquista un’indiscussa supremazia in tutto il mondo, ma questa rapidità rende il fenomeno estremamente comples1 strada brevissimo, da percorrere è tracciatacon sololadastoria un’élite di eccellenti interpreti questo della nuovoRegia strumento, Formatosi tradii banchi Scuolacome di AppliInsoun. La periodo a confronto Cottancin,degli Freyssinet, Maillartquesto e lo stesso Nervi, il quale attraverso un lungo, intenso ee sicuramente cazione per Ingegneri Architetti di fortunato Bologna3, nel millenaria altri sistemi, modo di copercorso, che ha reso l’ingegnere di Sondrio uno dei precursori del ilcemento Il giovane Nervi 1909, giovane armato. e promettente Nervi puòcresce appassiostruire acquista un’indiscussa supremazia in tutto nuovo secolo, leggerende delle nuove macchine volanti, narsi respira delsperimentazioni, futurismo che aleggia in Italia, allel’aria nuove attraverso una foril insieme mondo,alma questa rapidità il fenomeno 1 coltiva la sua curiosità adolescenziale, appassiona alla tecnica, scegliecon di diventare ingegnere tra 4. mazione solide basi e con il2.Formatosi giusto equilibrio estremamente complesso . La strada dasipercorrere 3 5 banchi della Regia Scuola di Applicazione per di Ingegneri e Architetti di Bologna , nel 1909, il giovane e proQui, Nervi, incontra Attilio Muggia , all’epoca docenè itracciata solo da un’élite di eccellenti interpreti mettente Nervi può appassionarsi alle nuove sperimentazioni, attraverso una formazione con solide Civili, basi eArchitetcon te incaricato del corso di Costruzioni questo nuovo strumento, come Cottancin, Freyssi4 il giusto equilibrio . Qui, Nervi, incontra Attilio un Muggia5, all’epoca incaricato del ilcorso Costruzioni turadocente e Architettura Tecnica, qualeditra i primi suscita net, Maillart e lo stesso Nervi, il quale attraverso Civili, Architettura e Architettura Tecnica, percorso, il quale tra i primi suscita l’interesse dell’allievo verso nuovatecnica tecnicadelle l’interesse dell’allievo verso la la nuova lungo, intenso e sicuramente fortunato delle e la ricerca di nuovi strutturali6, trasmettendo al giovane Nervidiilnuovi fascino e i segreti del 6, costruzioni e la ricerca principi strutturali che ha costruzioni reso l’ingegnere di Sondrio uno principi dei precursola storia millenaria e i capolavori delinsiepassato, non solotrasmettendo quelli canonici ancheNervi quelliil«diversi» alma giovane fascino e loni segreti ri costruire, del cemento armato.

Il giovane Nervi cresce 7 tani della Persia, dell’India e della Cina . del costruire, la storia millenaria e i capolavori del me al nuovo secolo, legge delle nuove macchine vopassato, non solo quelli canonici ma anche quellanti, respira l’aria del futurismo che aleggia in Italia, li «diversi» e lontani della Persia, dell’India e della coltiva la sua curiosità adolescenziale, si appassiona Cina7. alla tecnica, sceglie di diventare ingegnere2.

1 CLAUDIO GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna

Fig. 5 Nervi alla fine degli anni dieci del Novecento.

Fig. 4 Foto di gruppo degli studenti della Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri di Bologna negli anni dieci del Novecento.

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Fig. 2 Nervi alla fine degli anni Dieci del Novecento.

Fig. 3 Il diciassettenne Pier Luigi Nervi studente alla Regia Scuola di Applicazione per Ingegneri di Bologna, secondo da destra nella fila in basso

2008, pp. 13-20.

2 Ibid.

3 All’inizio del secolo in Italia l’insegnamento del costruire si svolge nelle Scuole di Applicazione per Ingegneri; le facoltà di Architettura non sono ancora nate e le accademie di Belle Arti formano agli stili e alla decorazione. CLAUDIO GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, pp. 13-20. Bologna è tra gli atenei italiani più prestigiosi e più innovativi dal punto di vista delle discipline strutturali e diretta all’epoca da Silvio Canevazzi, docente incaricato di Meccanica applicata delle costruzioni Costruzione di ponti e Costruzioni idrauliche.

Questa figura (da cui Nervi apprende le prime nozioni sul calcolo delle strutture in cemento armato), Unitamente a quella di Attilio Muggia (allievo di Canevazzi e successivamente insegnante di Nervi), saranno determinanti nella sua formazione.

FEDERICA STELLA, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011, pp 3-7. Sulla formazione di Nervi si veda: Nervi P.L., Costruire Correttamente: caratteristiche e possibilità delle strutture cementizie armate, Milano 1955, p.8; Greco C., Pier Luigi Nervi. Dai primi brevetti a/ Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917 - 1948, Lucerna 2008, pp. 21-25; Trentin A., Trombetti T., La lezione di Pier Luigi Nervi, Milano 2010, pp. 1-23.

4 CLAUDIO GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, pp. 13-20.

5 Attilio Muggia si forma presso la Scuola di Applicazione per Ingegneri di Bologna, dove si laurea nel 1885. Presso quest’istituzione diventa fin da subito assistente del professor Canevazzi (docente di Meccanica applicata alle costruzioni, fra i pionieri nell’uso e nella teorizzazione del cemento armato), dunque docente di Architettura tecnica a partire dal 1891 e, infine, Direttore dal 1923 al 1927. Egli rappresenta una figura fondamentale nell’ambito del panorama italiano delle costruzioni in cemento armato, il cui interesse scaturisce tanto dagli insegnamenti del maestro quanto dalla corrispondenza che egli mantiene per due anni (1897-1899) con Hennebique. La collaborazione economica e imprenditoriale con quest’ultimo lo porterà difatti a divenire concessionario del Sistema Hennebique per Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Nell’arco della sua carriera compie numerosi studi e pubblicazioni sul cemento armato e, parallelamente, dirige (dal 1905 al 1928) la Società di Costruzioni Cementizie, avente sede a Bologna e Firenze, presso cui lavorerà il giovane allievo Nervi all’inizio della sua carriera [Bettazzi M.B., Bologna e l’innovazione tecnologica fra Otto e Novecento: note attorno al carteggio Attilio Muggia - Francois Hennebique, in Buccaro A., Fabbricatore G., Papa L.M. (a cura di), Storia dell’ingegneria. Atti del 1°convegno nazionale, Napoli 8-9 marzo 2006, Napoli 2006, vol. 2, pp. 557-563; Trentin A., Trombetti T., La lezione di Pier Luigi Nervi, Milano 2010, p. 10]. FEDERICA STELLA, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011.

6 Muggia è tra i primi in Italia a introdurre ufficialmente nella didattica universitaria lo studio delle Costruzioni in cemento armato. Ciò risulta essere indubbiamente un fattore determinante nell’attenzione che Nervi dedica in tutta la sua carriera a tale materiale, influenzato dall’insegnamento e dalla stretta collaborazione con il suo maestro. Nervi, infatti, come già accennato precedentemente, appena laureatosi viene assunto presso la Società Anonima per Costruzioni Cementizie (dove lavorerà dal 1913 al 1923), la società fondata nel 1908 dallo stesso Muggia. Il rapporto tra il maestro e l’alunno, dunque, non si limita al percorso di studi che l’ingegnere compie presso la Scuola di Applicazione bolognese ma permane anche nei primi dieci anni della sua attività professionale. Ciò consente indubbiamente a Nervi di confrontare in prima persona la corrispondenza che sussiste tra teoria e pratica del costruire ma soprattutto di acquisire quella padronanza nel campo delle opere in conglomerato cementizio armato che contraddistingue tutta la sua carriera. [Greco C., Pier Luigi Nervi. Dai primi brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Lucerna 2008, pp. 23-35; Trentin A., Trombetti T., La lezione di Pier Luigi Nervi, Milano 2010, PP. 1-23]. FEDERICA STELLA, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011.

7 A. Muggia, Storia dell’architettura, Vallardi, Milano 1933. CLAUDIO GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, pp. 13-20.

91

Fig. 7 Il cantiere di costruzione: in primo piano è visibile la struttura dei palchi e, sul fondo, quella della torre scenica. In alto, il solaio di copertura della sala (Fondazione Maxxi).

Fig. 8 Catalogo opere Nervi-Nebbiosi.

Fig. 9 Foto storica Nervi-Bartoli.

Fig. 7: in G. BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p. 176; Fig. 8: in http://costruirecorrettamente.org/site/chi-e-pier-luiginervi/index.php?doc_id=76, consultato il 18/11/21; Fig. 9: Sciotto A., Pier Luigi Nervi imprenditore, I manufatti della Nervi & Bartoli per la Società Solvay a Rosignano, tesi di laurea, Politecnico di Torino, Corso di Laurea Magistrale in Architettura per il Progetto Sostenibile, a.a. 2019/2020, rel. S. Pace e A. Bol gna, p. 10; Fig. 10-11: https://www.abitare.it/it/gallery/habitat/patrimonio-storico/salviamo-lo-stadio-franchi-di-nervi-a-firenze/#gallery, consultato il 18/11/21.

Fig. 10 Dettaglio scala elicoidale.

92 Fig. 11 Stadio Berta Firenze, una delle cinque scale elicoidali d’accesso alle tribune scoperte .

Muggia sa riconoscere l’allievo promettente, ne intuisce le grandi potenzialità e lo prende con sé «a bottega»1.

Per Nervi, laureato ventiduenne, si aprono le porte di un vero studio professionale e, ciò che più importa, di un laboratorio sperimentale e di un’impresa di costruzioni all’avanguardia nell’uso cemento armato: Muggiail èpro(operazioni che del messe insieme avvicinano Muggia sa riconoscere l’allievo promettente, ne in2 4 il giovane Nervi, infatti dei primi concessionari del brevetto in Italia ln questo primo periodo, getto. all’atto della creazione) . Intuisce, anche, che tuisce leuno grandi potenzialità e lo prende con sé Hennebique «a 1 progettista costruttore, spinto dalla sua perenne il cemento dalle potenzialità studiare armato, il nuovomateriale mondo creatosi con l’avvento bottega» . PereNervi, laureato ventiduenne, si apro- curiosità perper sconosciute, immediatamente risalto le sue magnifiche continua speridi questo abilità, nuovo attraverso materiale, una è necessario ridefinire noancora le porte di un veromette studio professionale e,inciò mentazione.

Inventa macchinari per perfezionare le condizioni lavoro, riduce i tempi e i costi, definisce i limitidiche la teoria delle strutture impone in quel che più importa, di unnuovi laboratorio sperimentale e strutture esili e libereall’avanguardia dalle impalcature di legno, ma cheperiodo. sopportano carichi e delineano spazi.

Passano Il comportamento statico delle strutture di delle un’impresa di costruzioni nell’uso anni earmato: tutte queste nuove tecniche vengono genere di costruzione: ponti, gallerie, continue complesse e iper-vincolate, che ilporti, cemento deldieci cemento Muggia è infatti uno dei primi attuate ad ogni 2 teatri, raffinati ed Hennebique essenziali depositi industriali, opere di impegno colossale e piccoli manufatti armato consente di realizzare, può esserefabbrisolo intuconcessionari delpalazzi brevetto in Italia . ln 3 cati inprimo serie eperiodo, in officina . QuestiNervi, sono stati anni di crescita e gavetta continua per Nervi, chee dopo l’esperienza ito nella fase dell’ideazione nelle prime verifiche, questo il giovane progettista decennale nello studio di per lanciarsi in una nuova avventura insieme all’impresario Rodolfo e accontentandosi di sistemi di calcolo semplificati e costruttore, spinto dalladel suamaestro, perennedecide curiosità 5 in tutta Italia, apre con successo Nebbiosi. armato, Con quest’ultimo, Nervipotenzialità lavora a Roma, e infine approssimati . I limiti delle conoscenze analitiche, il cemento materiale dalle an- a Napoli, a Firenze cantieri ovunque, ma l’ingegnere di Sondrio non smette, comunque, nella sua costantemente continua e instancabile quindi, vengono integratesperidalla sua cora sconosciute, mette immediatamente in risalto di nuove soluzioni strutturali.

Nelle costruzioni che dirige, come il teatro statica Bianchini e il teatro Au- acleggendaria sensibilità e dall’esperienza le mentazione sue magnifiche abilità, attraverso una continua gusteo, da un lato esploranuovi le possibilità di imprimere alla “ pietra fusa”negli qualsiasi oltreconoscenza l’ortogonalità quisita anni forma, grazie alla deidel matesperimentazione.

Inventa macchinari per telaio, dall’altro assapora di l’ebbrezza di poterne manipolare, agendo costituzione interna, caratteristiche riali esulla all’utilizzo di modelli e di le tecniche realizzative perfezionare le condizioni lavoro, riduce i tempi 4 (operazioni che messe il progetto all’atto 6della creazione) . Intuisce,sapientemente anche, che innovative . E quando le strutture e imeccaniche costi, definisce delle strutture esiliinsieme e libereavvicinano dalle per studiare nuovoma mondo creatosi con carichi l’avvento materiale, è necessario ridefinire i limiti che intuite e modellate restano inaspettatamente in eviimpalcature diillegno, che sopportano e di questo nuovo la teoria delle in quel periodo.

Il comportamento statico strutture e denza, nellodelle stadio Berta acontinue Firenze, complesse la fama di Nervi delineano spazi.strutture Passanoimpone dieci anni e tutte queste iper-vincolate, il cemento armato consente di realizzare, può essere solo intuito nella fase dell’ideazione e il come creatore di forme moderne dilaga in tutto nuove tecniche che vengono attuate ad ogni genere 5 . I limiti delle prime verifiche, accontentandosi di sistemi di calcolo semplificati approssimati mondo7e. La pensilina sagomata checonoscenze sbalza dal teladi nelle costruzione: ponti, gallerie, porti, teatri, raffinati analitiche, quindi, vengono integrate dalla suaio leggendaria sensibilità statica scala e dall’esperienza delle gradinate e la famosa elicoidale sono palazzi ed essenziali depositicostantemente industriali, opere di acquisitacolossale negli anni grazie alla conoscenza dei materiali e all’utilizzo di modelli e di tecniche impresse sulle principali rivisterealizzative italiane e innostraniere impegno e piccoli manufatti fabbricati in 6 3 vative E quando le strutture sapientemente intuite e modellate restano inaspettatamente evidenza, come sintomi di un “risveglio in italiano” nel nello dibattito serie e in. officina . Questi sono stati anni di crescita 8 7. La pensilina stadio Berta a Firenze, la fama Nervil’esperienza come creatore di forme internazionale moderne dilagasulla in tutto il mondo modernità . Il rinnovato ame gavetta continua per Nervi, chedidopo sagomatanello che sbalza delledecide gradinate e la famosa scalabiente elicoidale sono impresse sulle principali riviste dell’architettura italiana e la grande illusiodecennale studiodal deltelaio maestro, di lan8 italiane e straniere come sintomi di un “risveglio italiano” nel dibattito internazionale sulla modernità . Il rinno- di ne dell’Italia fascista, quindi, scopre la grandezza ciarsi in una nuova avventura insieme all’impresario vato ambiente italiana la grande fascista, quindi, scopre la grandezza di questo ingegnere, sapiente e moderno, e lo accoglie Rodolfo Nebbiosi.dell’architettura Con quest’ultimo, Nervie lavora a illusione dell’Italia questo ingegnere, sapiente e moderno, e lo accoglie entusiastaentusiasta tra i primitra «costruttori e inventori» cari al regii primi «costruttori e inventori» cari al Roma, a Napoli, a Firenze e infine in tutta Italia, apre 9 9 mesuccesso . Nervi incantieri questo periodo è tra attivi e capaci, è chiamato alle prove più modernizzazione regime . Nervi indifficili: questolaperiodo è tra i più del attivi e con ovunque, mai più l’ingegnere di costruire, sviluppo dell’industria, difesa militare, la protezione dei preziosi monumenti delpiù passato, capaci, è chiamato alle prove difficili:l’invenla moderSondrio nonlosmette, comunque, nellalasua continua di stupefacenti edifici moderni che soluzioni mostrino al mondo, nell’Esposizione 1942, l’intelligenza nizzazione del Universale costruire, lodel sviluppo dell’industria, la e zione instancabile sperimentazione di nuove 10 e la potenza italiane . difesa militare, la protezione dei preziosi monumenstrutturali.

Nelle costruzioni che dirige, come il teati del passato, l’invenzione di stupefacenti edifici tro Bianchini e il teatro Augusteo, da un lato esplora moderni che mostrino al mondo, nell’Esposizione le possibilità di imprimere alla “ pietra fusa” qualsiasi Universale del 1942, l’intelligenza e la potenza itaforma, oltre l’ortogonalità del telaio, dall’altro assaliane10. pora l’ebbrezza di poterne manipolare, agendo sulla costituzione interna, le caratteristiche meccaniche

1 CLAUDIO GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, pp. 13-20.

2 Ibid.

3 Ibid.

4 GLORIA BIANCHINO, DARIO COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, pp. 30-36.

5 Ibid.

6 FEDERICA STELLA, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 201, pp. 3-7.

7 GLORIA BIANCHINO, DARIO COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, pp. 30-36.

8 Ibid.

9 CLAUDIO GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, pp. 13-20.

10 Ibid.

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Fonti immagini: Fig. 12-13: in (a cura di) Giulio Barazzetta, Pier Luigi Nervi Il modello come strumento di progetto e costruzione, Quodlibet Studio, Milano 2017, pp. 20-21; Fig. 14: foto di Foto Mirko Meloni, in https://www.fotocommunity.com/photo/ aula-paolo-vi-mirko-meloni/37692826, consultato 18/11/21; Fig. 15: in https://artslife. com/2016/02/05/larchitettura-per-losport-di-pier-luigi-nervi-in-mostra-al-maxxi/, consultato il 18/11/21 Fig. 16: Foto di Mauro Berta, in https:// www.museotorino.it/view/s/873838d5a4804dc88134dc23d624c8f3, consultato il 18/11/21.

Fig. 12 Aviorimessa di Orbetello, in costruzione, struttura.

Fig. 13 Aviorimessa di Orvieto, opera terminata.

94 Fig. 16 Torino Esposizioni, Padiglione C.

Ma nel frattempo, già alla metà degli anni Trenta, per Nervi è cominciata anche una seconda vita, quella più privata dello sperimentatore che con la sua Impresa Nervi & Bartoli, suo cugino, fino alla metà degli anni Sessanta, costruisce una straordinaria serie di capolavori dall’architettura assolutamente inedita, basata da Ma nel frattempo, già alla metà degli anni Trenta, per Nervi è cominciata anche una seconda vita, quella più priuna ricerca individuale, che però da un lato risponde vata dello sperimentatore che con la sua Impresa Nervi & Bartoli, suo cugino, fino alla metà degli anni Sessanta, puntualmente alle istanze poste in Italia dall’autarchia costruisce una straordinaria serie di capolavori dall’architettura assolutamente inedita, basata da una ricerca prima eposte poi dalla ricostruzione e dall’altro partecipa, individuale, che però da un lato risponde puntualmente alle istanze in Italia dall’autarchia prima e poi con un ruolo trainante, alla sperimentazione dalla ricostruzione e dall’altro partecipa, con un ruolo trainante, alla sperimentazione internazionale sul cemen-internazionale sul cemento armato1. èLapotenziata sua capacità di intuire to armato1. La sua capacità di intuire forme incalcolabili, complesse e altamente iperstatiche, negli forme incalcolabili, complesse e altamente iperstatiche, anni in questi anni dalla possibilità di impiegare prove su modelli per le verifiche più rigorose, come nelle avioè potenziata negli anni in questi anni dalla possibilità rimesse di Orvieto, le quali aprono la strada alla concezione strutturale delle superfici sottilissime minutamente 2 di impiegare prove su modelli per le verifiche più rigoFig.nervate 14 Interno dell’Aula che dellecaratterizzano Udienze Pontificie o Aula o ondulate le opere delNervi dopoguerra . Ed è proprio in seguito alla Seconda Guerra rose, come nelle aviorimesse di Orvieto, le quali Mondiale, infatti, che Pier Luigi Nervi progetta e realizza alcune delle sue opere più rilevanti edifici industriali aprola strada alla concezione strutturale delle superfici e civili (il grattacielo Pirelli a Milano con Gio Ponti, l’Aula delleno Udienze Pontificie in Vaticano), sale espositive sottilissime minutamente nervate o ondulate (Sala Esposizioni B e Sala C di Torino Esposizioni) e palazzetti sportivi (il Palazzo e il Palazzetto dello sport per leche ca2 ratterizzano le opereper delNervi dopoguerra . Ed è proprio in Olimpiadi Di Roma negli anni ’60)3. Incomincia un periodo di fama internazionale e per l’ingegneria seguito alla Seconda Guerra Mondiale, italiana, spinta soprattutto dal boom economico, che ha moltiplicato le occasioni di realizzazione diinfatti, grandiche Pier Luigi Nervi progetta e realizza alcune delle sue opere strutture, molti ingegneri italiani, infatti, vengono finalmente consacrati a livello internazionale come rappre4 più rilevanti edifici industriali e civili (il grattacielo sentanti dell’Italian Style . Non è un caso, quindi, che alla mostra sull’ingegneria del Novecento allestita nel 1964 Pirelli Milano condiGio Ponti, l’Aula delle Udienze Pontificie al Moma di New York, oltre ai capolavori di Nervi, sono presenti aanche opere Morandi, Carè, Giannelli, Cestelli 5 in Vaticano), sale espositive (Sala Esposizioni B e Sala C Guidi, Zorzi e persino l’avveniristico ponte tubolare di Soleri . Tuttavia, già all’inizio degli anni Settanta la Nervi di Torino Esposizioni) e palazzetti sportivi (il Palazzo e & Bartoli entra in una crisi irreversibile, ma per l’ingegnere sondriese, invece, inizia un’esaltante terza vita il Nervi 6 il Palazzetto dello sport per le Olimpiadi Di Roma progettista . Le opere che ben presto danno allo Studio Nervi e al suo fondatore prestigio e notorietà in tutto il negli 3 7 anni ’60) .

Incomincia un periodo di fama internazionamondo si susseguono senza sosta per più di vent’anni . Qualche anno prima, infatti, nel 1952, con il prestigioso le per Nervi e per l’ingegneria italiana, soprattutprogetto per la sede dell’Unesco, al quale susseguono altre architetture notevoli, come la stazione perspinta autobus to dal boom economico, che ha moltiplicato le a New York, la torre della Borsa a Montreal, la Australia Tower a Sidney, la Cattedrale di Saint Mary a San Franci-occasioni dirafforzano realizzazione grandi strutture, molti ingegneri sco, il Palazzo dello sport a Norfolk e l’ambasciata italiana a Brasilia, la suadifama di progettista italiano 8 italiani, infatti, vengono finalmente consacrati più rappresentativo . All’estero Nervi si distingue con una produzione internazionale molto più eterogenea ina livello 4 internazionale rappresentanti dell’Italian confronto alle architetture italiane, anche perché collabora con vari architetticome stranieri e con diverse imprese Style .

Non è undicaso, quindi, sull’ingegneria locali e non può controllare l’intero processo costruttivo9. Ma l’essenza queste opereche eraalla già mostra nelle onde, nei del Novecento allestita nel 1964 al Moma di New York, sottili diaframmi del Salone di Torino e nelle sconosciute fabbriche disseminate per l’Italia, che costituiscono 10 oltre ai lavori capolavori di Nervi, sono anche opere chiari precedenti e modelli, solo poco più grezzi e immaturi, dei suoi più noti . Nelle suepresenti pubblicazioni di Morandi, Carè, Giannelli, Cestelli Guidi, Zorzi (Scienza o arte del costruire? e Costruire correttamente) e nei pochi articoli, tuttavia, Nervi sembra celare l’in-e persi5 no l’avveniristico ponte tubolare di Solerida . Tuttavia, già Fig. 15preparazione Interno e particolari struttura tensa e la sua delle lunganervature e faticosadella biografia e anche nei saggi e nelle monografie pubblicate altri all’inizio degli anni Settanta la Nervi & Bartoli entra in del Palazzetto dello Sport a Roma. sulla sua opera, queste informazioni risultano quasi “filtrate” dal suo rigoroso atteggiamento nei confronti della 11 una crisi irreversibile, ma per l’ingegnere sondriese, inpropria carriera . vece, inizia un’esaltante terza vita il Nervi progettista6.

1 GLORIA BIANCHINO, DARIO COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, pp. 30-36.

2 Ibid.

3 https://pierluiginervi.org/who-is-pier-luigi-nervi/, consultato il 01/05/21 4 GLORIA BIANCHINO, DARIO COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, pp. 30-36.

5 Ibid.

6 Ibid.

7 CLAUDIO GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, pp. 13-20.

8 GLORIA BIANCHINO, DARIO COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira

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Fig. 19 Foto aerea del Terminal George Washington, New York

Ma nel frattempo, già alla metà degli anni Trenta, per Nervi è cominciata anche una seconda vita, quella più privata dello sperimentatore che con la sua Impresa Nervi & Bartoli, suo cugino, fino alla metà degli anni Sessanta, costruisce una straordinaria serie di capolavori dall’architettura basataallo daStudio una ricerca Leassolutamente opere che ben inedita, presto danno Nervi e al individuale, che però da un lato risponde puntualmente alle istanze poste inprestigio Italia dall’autarchia e poi suo fondatore e notorietà prima in tutto il mondalla ricostruzione e dall’altro partecipa, con un ruolo trainante,do allasisperimentazione internazionale susseguono senza sosta per piùsuldicemenvent’anni7. to armato1. La sua capacità di intuire forme incalcolabili, complesse e altamente iperstatiche, potenziata negli Qualche anno prima, infatti, ènel 1952, con il preanni in questi anni dalla possibilità di impiegare prove su modelli per le progetto verifiche più come nelle aviostigioso perrigorose, la sede dell’Unesco, al quale rimesse di Orvieto, le quali aprono la strada alla concezione strutturale delle altre superfici sottilissime minutamente susseguono architetture notevoli, come la sta2 nervate o ondulate che caratterizzano le opere del dopoguerra . Ed per è proprio in aseguito alla la Seconda Guerra zione autobus New York, torre della Borsa a Mondiale, infatti, che Pier Luigi Nervi progetta e realizza alcune delle suelaopere più rilevanti Montreal, Australia Tower a edifici Sidney,industriali la Cattedrale e civili (il grattacielo Pirelli a Milano con Gio Ponti, l’Aula dellediUdienze Pontificie in Vaticano), sale espositive Saint Mary a San Francisco, il Palazzo dello sport a (Sala Esposizioni B e Sala C di Torino Esposizioni) e palazzetti sportivi (il ePalazzo e il Palazzetto sportrafforzano per le Norfolk l’ambasciata italianadello a Brasilia, Olimpiadi Di Roma negli anni ’60)3. Incomincia un periodo di fama per Nervi e per l’ingegneria la suainternazionale fama di progettista italiano più rappresentatispinta dal boom economico, le occasioni di realizzazione diproduzione grandi vo8. All’estero Nervi si distingue con una Fig. 21italiana, Dettaglio delle soprattutto particolari pilastrature dell’Amba- che ha moltiplicato strutture, molti ingegneri italiani, infatti, vengono finalmente consacrati a livello internazionale come rappreinternazionale molto più eterogenea in confronto sciata italiana a Brasilia sentanti dell’Italian Style4. Non è un caso, quindi, che alla mostraalle sull’ingegneria Novecento allestita nel collabora 1964 architetturedel italiane, anche perché al Moma di New York, oltre ai capolavori di Nervi, sono presenti con anche opere di Morandi, Carè, Cestelli vari architetti stranieri e Giannelli, con diverse imprese Guidi, Zorzi e persino l’avveniristico ponte tubolare di Soleri5. Tuttavia, degli anni l’intero Settantaprocesso la Nervi colocali e già nonall’inizio può controllare 1 & Bartoli entra in una crisi irreversibile, ma per l’ingegnere sondriese, invece, un’esaltante terza vita era il Nervi struttivo . Mainizia l’essenza di queste opere già nel6 progettista . Le opere che ben presto danno allo Studio Nervi elealonde, suo fondatore e notorietà in tutto il e nei sottiliprestigio diaframmi del Salone di Torino mondo si susseguono senza sosta per più di vent’anni7. Qualchenelle annosconosciute prima, infatti, nel 1952, con il prestigioso fabbriche disseminate per l’Italia, progetto per la sede dell’Unesco, al quale susseguono altre architetture notevoli, come stazione per autobussolo che costituiscono chiari laprecedenti e modelli, a New York, la torre della Borsa a Montreal, la Australia Tower a poco Sidney, Cattedrale di Saintdei Mary San Francipiùlagrezzi e immaturi, suoia lavori più noti9. sco, il Palazzo dello sport a Norfolk e l’ambasciata italiana a Brasilia, rafforzano la sua fama di progettista italiano Nelle sue pubblicazioni (Scienza o arte del costruire? più rappresentativo8. All’estero Nervi si distingue con una produzione internazionale molto in tute Costruire correttamente) e più nei eterogenea pochi articoli, confronto alle architetture italiane, anche perché collabora con vari Nervi architetti stranieri e con diverse imprese e tavia, sembra celare l’intensa preparazione locali e non può controllare l’intero processo costruttivo9. Ma l’essenza di queste opere era già enelle onde, la sua lunga e faticosa biografia anche nei nei saggi e sottili diaframmi del Salone di Torino e nelle sconosciute fabbriche disseminatepubblicate per l’Italia,da che costituiscono nelle monografie altri sulla sua opera, 10 chiari precedenti e modelli, solo poco più grezzi e immaturi, dei suoi lavori più notirisultano . Nelle sue pubblicazioni queste informazioni quasi “filtrate” dal suo (Scienza o arte del costruire? e Costruire correttamente) e nei pochi articoli, tuttavia, Nervi sembra celare rigoroso atteggiamento nei confronti della l’inpropria 10 e nelle monografie pubblicate da altri tensa preparazione e la sua lunga e faticosa biografia e anche nei saggi carriera . sulla sua opera, queste informazioni risultano quasi “filtrate” dal suo rigoroso atteggiamento nei confronti della propria carriera11.

Fonti Immagini

Fig. 17 Foto interna della copertura della St Mary’s Cathedral in San Francisco

Fig. 20 Torre della Borsa a Montréal

Fig. 18 Sede Unesco a Parigi

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Fig. 17: in https://aplust.net/blog/pietro_belluschi_y_pierluigi_nervi_catedral_de_santa_mara_ san_francisco_/, consultato il 18/11/21; Fig. 18-21: in G. BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità.

Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p 35; Fig. 19 : in https://www.architetti.com/pier-luigi-nervi-usa-aesthetics-and-technology-in-building-venice.html, consultato il 18/11/21; 1 GLORIA BIANCHINO, DARIO COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità.

Storie, geografie, parallele, Skira Fig. 20: in http://costruirecorrettamente.org/site/ Fig. 22 editore, Stato attuale Tower MilanoAustralian 2012, pp. 30-36. approfondimento/informative_detail.php?doc_ 2 Ibid. id=110, consultato il 18/11/21; 3 https://pierluiginervi.org/who-is-pier-luigi-nervi/, consultato il 01/05/21 Fig. 22: in http://architecture-history.org/archi4 GLORIA BIANCHINO, DARIO COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità.

Storie, geografie, parallele, Skira tects/architects/NERVI/COUNTRY/AUSTRALIA. editore, Milano 2012, pp. 30-36. html, consultato il 18/11/21.

5 Ibid.

6 Ibid.

7 CLAUDIO GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, pp. 13-20.

8 GLORIA BIANCHINO, DARIO COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, pp. 30-36.

9 Ibid.

10 CLAUDIO GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, pp. 13-20.

11 Ibid.

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“[...J Si può quindi dire che Nervi ha lasciato un’eredità che deve essere raccolta e compresa; più che le sue brillanti soluzioni vanno meditati i problemi che ha lasciato irrisolti, quelli specialmente che toccano i rapporti tra l’atto del costruire e la cultura architettonica da un lato e la scienza dell’ingegneria dall’altro. L’intera sua esperienza ci deve ricordare quanta mancanza di comprensione vi sia ai nostri giorni intorno alla più antica e importante delle attività umane. Le teorie estetiche e quelle matematiche sono il risultato di atteggiamenti limite che, pur avendo un loro indubbio valore e una funzione irrinunciabile in un mondo complesso e articolato come il nostro, non possono essere che un riflesso del vero atto del costruire, nel quale solo ci si può sentire interamente coinvolti. L’approssimazione tecnica e la mistificazione accademica sono i pericoli, fra i quali ci muoviamo mentre abbiamo di fronte un compito terribilmente serio, che richiede competenza e immaginazione”.

(Sergio Musmeci, rivista tecnica dell’ANCE, “L’industria delle costruzioni” (L’eredità di Pier Luigi Nervi), marzo 1979.)

“[...J Si può quindi dire che Nervi ha lasciato un’eredità che deve essere raccolta e compresa; più che le sue brillanti soluzioni vanno meditati i problemi che ha lasciato irrisolti, quelli specialmente che toccano i rapporti tra l’atto del costruire e la cultura architettonica da un lato e la scienza dell’ingegneria dall’altro. L’intera sua esperienza ci deve ricordare quanta mancanza di comprensione vi sia ai nostri giorni intorno alla più antica e importante delle attività umane. Le teorie estetiche e quelle matematiche sono il risultato di atteggiamenti limite che, pur avendo un loro indubbio valore e una funzione irrinunciabile in un mondo complesso e articolato come il nostro, non possono essere che un riflesso del vero atto del costruire, nel quale solo ci si può sentire interamente coinvolti. L’approssimazione tecnica e la mistificazione accademica sono i pericoli, fra i quali ci muoviamo mentre abbiamo di fronte un compito terribilmente serio, che richiede competenza e immaginazione”.

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(Sergio Musmeci, rivista tecnica dell’ANCE, “L’industria delle costruzioni” (L’eredità di Pier Luigi Nervi), marzo 1979.)

Dopo la sua morte, nel 1979, per un breve periodo, la figura dell’ingegnere di Sondrio, ricca di sfaccettature e stimoli affascinanti, anche se spesso criticata, più o meno apertamente, soprattutto in patria1, è rimasta come itinerante “Pier Luigi Nervi Architettura come sfida”, Dopo la sua morte, nel 1979, per un breve periodo, celata. Infatti, a parte gli affrettati elogi commemorativi del momento2, solo pochi isolati storici e architetti frutto di una partnership tra quest’associazione, il la figura dell’ingegnere di Sondrio, ricca di sfaccettahanno suggerito di analizzare la sua intera carriera di progettista, la parte «nascosta», il percorso lungo e paCIVA (Centre International pour la Ville, l’Architectuture e stimoli affascinanti, anche se a volte criticata, ziente delle idee e delle invenzioni, come hanno1fatto Carlo Severati3 e Vittorio Gregotti4 nelle prime occasioni re et le Paysage), il MAXXI /Museo Nazionale delle più o meno apertamente, soprattutto in patria , è di riflessione dopo la sua scomparsa, o in maniera indiretta e sorprendente, Aldo Rossi5 introducendo, poco Arti del XXI Secolo, il CSAC (Centro Studi e Archivi rimasta come celata. Infatti, a parte gli affrettati eloprima della sua dipartita, la recente ristampa di Scienza o arte del costruire? 6. Tuttavia, negli anni seguenti, l’odella Comunicazione dell’Università di Parma) e di gi commemorativi del momento2, solo pochi isolati pinione nei riguardi di questo illustre personaggio è mutata radicalmente ed ancora oggi la lunga carriera di una ricerca condotta dal Politecnico di Torino, l’Unistorici e architetti hanno suggerito di analizzare la questo instancabile professionista viene studiata e ricordata. Ne è un esempio recente la creazione del Pier versità Tor Vergata e la Sapienza di Roma, impostasua intera carriera di progettista, la parte «nascosta», Luigi Nervi Research and Knowledge Management Project, un ‘associazione gestita da Marco Nervi, uno dei nipoti ta come una “sequenza di fasi, ciascuna delle quali il percorso lungo e paziente delle idee e delle invendell’ingegnere, senza scopo di lucro, che3si pone l’obbiettivo di coordinare la ricerca e preservare il ricordo nei introduce, passo dopo passo, nuovi materiali, studi zioni, come hanno fatto Carlo Severati e Vittorio confronti4 dell’ingegnere sondriese, attraverso il coinvolgimento di partner istiuzionali e privati7. Dimostrazione e testimonianze” e arricchita sempre di più con l’aGregotti nelle prime occasioni di riflessione dopo di tale collaborazione è la nascita della mostra internazionale itinerante “Pier Luigi Nervi Architettura come sfida”, vanzare degli studi eseguiti8. Oltre a questa mostra, la sua scomparsa, o in maniera indiretta e sorprenfrutto di una partnership tra quest’associazione, il CIVA (Centre International pour la Ville, l’Architecture et le l’associazione Progetto Pier Luigi Nervi è impegnata dente, Aldo Rossi5 introducendo, poco prima della Paysage), il MAXXI /Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, il CSAC (Centro Studi e Archivi della Comuniin diverse attività, come nella creazione di laboratori sua dipartita, la recente ristampa di Scienza o arte del cazione dell’Università di Parma) e di una ricerca condotta dal Politecnico di Torino, l’Università Tor Vergata e didattici e nella “conservazione e riabilitazione” delcostruire? 6. Tuttavia, in seguito, l’opinione nei riguarla Sapienza di Roma, impostata come una “sequenza di fasi, ciascuna delle quali introduce, passo dopo passo, 9 le opere di Nervi, anche a livello internazionale , le di di questo illustre personaggio è mutata radicalnuovi materiali, studi e testimonianze” e arricchita sempre di più con l’avanzare degli studi eseguiti8. Oltre a quequali rappresentano una pagina fondamentale per mente ed ancora oggi la lunga carriera di questo insta mostra, l’associazione Progetto Pier Luigi Nervi è impegnata in diversi nella creazione di attività didattiche e lo sviluppo di un linguaggio moderno made in Italy stancabile professionista viene studiata e ricordata. nella “conservazione e riabilitazione” delle opere di Nervi, anche a livello internazionale9, le quali rappresentano e per la comprensione di un personaggio, che atNe è un esempio recente la creazione del Pier Luigi una pagina fondamentale per lo sviluppo di un linguaggio moderno made in Italy e per la comprensione di un traverso “l’audacia dell’ingegnere, la fantasia10dell’arNervi Research and Knowledge Management Project, , personaggio, che attraverso “l’audacia dell’ingegnere, la fantasia dell’architetto, la concretezza dell’imprenditore” chitetto, la concretezza dell’imprenditore”10, è riuscito un ‘associazione gestita da Marco Nervi, uno dei è riuscito a diventare uno dei maestri del cemento armato , esplorando tutte le possibilità espressive e struttua diventare uno dei maestri del cemento armato, nipoti dell’ingegnere, senza scopo di lucro, che si rali di questo straordinario materiale e producendo opere di straordinario valore, che hanno lasciato un’eredità esplorando tutte le possibilità espressive e struttupone l’obbiettivo di coordinare la ricerca scientifica indelebile sul XX sec. rali di questo straordinario materiale e producendo e preservare il ricordo nei confronti dell’ingegnere opere di straordinario valore, che hanno lasciato sondriese, attraverso il coinvolgimento di partner un’eredità indelebile sul XX sec. istiuzionali e privati7. Dimostrazione di tale collaborazione è la nascita della mostra internazionale 1 La scarsa fortuna storico-critica di Nervi in Italia inizia probabilmente con la pubblicazione nel 1950 della Storia dell’architettura moderna di Bruno Zevi che esprime perplessità sul valore artistico delle opere dei grandi strutturisti. Zevi confermerà più volte il suo giudizio in vari articoli, tra i quali il breve ma tagliente Pier Luigi Nervi quasi artista. Pendulo tra matematico e poesia, (11 gennaio 1955), in Cronache di architettura, 24 voll., Laterza, Bari 1971-1981, I (1971), pp. 262-267. ln seguito, Leonardo Benevolo concederà a Nervi due scarne e critiche note nella sua Storia dell’architettura moderna (1960) e nella maggior parte dei testi degli anni Settanta e Ottanta l’ingegnere verrà ignorato del tutto (Tafuri) o nominato appena (De Fusco, Dorfles). Anche nei lavori italiani più recenti, la presenza di Nervi è ancora contenuta in brevi giudizi limitati alle poche opere indiscusse (Conforti, Dal Co). ln questo panorama fanno eccezione il saggio Pier Luigi Nervi di Giulio Carlo Argan (Milano 1955), che per primo coglie alcuni aspetti profondi del suo valore, la monografia di A. Pica (Pier Luigi Nervi, Editalia, Roma 1969), le riflessioni di Cesare De Seta, che nel 1982 lo annovera tra i pochi fondamentali «architetti italiani del ‘900». Numerosi, al contrario, i riconoscimenti internazionali. Tra gli storici che approfondiscono la sua figura G.C. Kidder Smith lo inserisce tra i grandi del secolo (Italy Builds, The Architectural Press, London, 1955), Nikolaus Pevsner, nella sua Storia dell’architettura europea del 1957, già lo considera «uno dei maggiori architetti viventi», Jürgen Joedicke è il primo che pubblica un volume completo sulla sua opera (Pier Luigi Nervi, Gerd Hage, Stuttgart 1957, e Edizioni di Comunità, Milano 1957) seguito, nel 1960, da Ada Louise Huxable che cura il volume su Nervi per la famosa collana dei Maestri dell’architettura moderna, edita da George Braziller (Pier Luigi Nervi, London-New York 1961), David P. Billington, nel suo The Tower and the Bridge, (Princeton University Press, Princeton 1983), gli dedica un intero paragrafo accanto ai grandi ingegneri del Novecento. Dagli anni Sessanta in poi, si susseguono senza sosta i commenti elogiativi alle sue opere sulle riviste di tutto il mondo e i riconoscimenti accademici, che gli hanno valso, ma solo all’estero, sette lauree honoris causo. CLAUDIO GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, pp. 13-20.

2 La monografia sintetica più diffusa (P. Desideri - P. L. Nervi jr – G. Positano (a cura di), Pier Luigi Nervi, Zanichelli, Bologna 1979) esce nello stesso anno della morte ed è ancora oggi la pubblicazione di riferimento; nel 1982 vengono organizzate le prime mostre, curate in Italia da Luigi Ramazzotti e in Giappone da Mario Desideri, che rimangono le manifestazioni di maggior rilievo sulla sua opera.

3 C. Severati, Alcune questioni di storiografia sull’opera di P. L. Nervi, in L. Ramazzotti, Nervi oggi. Scritti dalle mostre e dai convegni, Kappa 1983 pp. 55-61; 4 V. Gregotti, About Pier Luigi Nervi, << Process Architecture>> 23, 1981, p.75.

5 A. Rossi, Introduzione in P. L. Nervi, Scienza o arte del costruire?, Città Studi Edizioni, Milano 1997 (ristampa).

6 CLAUDIO GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, pp. 13-20.

7 OLMO C., CHIORINO C. (a cura di), Pier Luigi Nervi. Architettura come Sfida, Silvana Editoriale Spa, Cinisello Balsamo 2010, Milano, p. 13; 8 https://pierluiginervi.org/pier-luigi-nervi-architecture-as-challenge/, consultato il 3/12/21; 9 https://pierluiginervi.org/what-we-do/, consultato il 3/12/21; 10 Besio A., L’artista del cemento armato. Nervi, in “La Repubblica”, 22 dicembre 1999, p.28.

99

3.2 “Innovazione nerviana nell’architettura industriale”1 3.2 “Innovazione nerviana nell’architettura industriale”1

Foto in http://costruirecorrettamente.org/site/ chi-e-pier-luigi-nervi/index. php?doc_id=76, consultato il 18/11/21.

“È ancora troppo recente la nascita di questo mondo industriale, è cora troppo vicino a noi l’avvento nuovo e disturbatore della “macchina” della produzione in serie, “È ancora troppo recente la nascita di questo mondo industriale, è cora troppo della fabbrica, per poter pretendere un giudizio chiaro, una accettazione generosa vicino a noi l’avvento nuovo e disturbatore della “macchina” della produzione in di un nuovo presupposto di civiltà, una partecipazione intelligente ed attiva di tutte serie, della fabbrica, per poter pretendere un giudizio chiaro, una accettazione le classi sociali per trasfigurare questa nuova condizione di vita dal campo materiagenerosa di un nuovo presupposto di civiltà, una partecipazione intelligente ed le a quello spirituale, dalla sfera economica alla scoperta di nuove emozioni esteattiva di tutte le classi sociali per trasfigurare questa nuova condizione di vita dal tiche, dall’orgoglio di un maggior benessere allo stimolo per nuove conquiste nelle campo materiale a quello spirituale, dalla sfera economica alla scoperta di nuove regioni dell’arte[...] Gli architetti più vivi di tutto il mondo, i sociologi più attenti e emozioni estetiche, dall’orgoglio di un maggior benessere allo stimolo per nuove disinteressati, i pensatori e gli uomini politici più generosi e volitivi, hanno visto nel conquiste nelle regioni dell’arte[...] Gli architetti più vivi di tutto il mondo, i somondo industriale la forza che ha creato le nuove basi del lavoro moderno e la ciologi più attenti e disinteressati, i pensatori e gli uomini politici più generosi e principale, se non l’unica, che potrà costringere gli uomini ad una giusta forma di volitivi, hanno visto nel mondo industriale la forza che ha creato le nuove basi del collaborazione internazionale. Per questo clima di ordine e di lavoro supernaziolavoro moderno e la principale, se non l’unica, che potrà costringere gli uomini nale è nata, vive, si agita, lavora e disperatamente sogna, la nuova architettura, ad una giusta forma di collaborazione internazionale. Per questo clima di ordine E nessuno dubita ormai della sua esistenza: anche se pochi ancora credono alla e di lavoro supernazionale è nata, vive, si agita, lavora e disperatamente sogna, nobiltà dei suoi natali e alla grandezza dei suoi destini”. la nuova architettura, E nessuno dubita ormai della sua esistenza: anche se pochi ancora credono alla nobiltà dei suoi natali e alla grandezza dei suoi destini”.

(Giuseppe Pagano) 100

FEDERICA STELLA, Innovazione nerviana nell’architettura industriale, in Federica

(Giuseppe Stella, Nervi Pagano) per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011, p.12.

Il progresso della tecnologia edilizia proviene proLaLaprolifica prolificaed edintensa intensacarriera carrieradidi Pier Pier Luigi Luigi Nervi, Nervi, come già detto in precedenza, non permette una lettura prio dalle sperimentazioni effettuate nella progettacome già detto in precedenza, non permette una coerente dei suoi studi e sperimentazioni, se non si suddivide in tre “fasi”, tre “vite”, come consigliato anche da zione delle industrie, dove, più che altrove, emergolettura coerente dei suoi studi e sperimentazioni, se Sergio Poretti2. In seguito alla prima fase, dove per oltre venti anni, fin dalle prime esperienze con il brevetto no esigenze nuove, tecniche costruttive moderne e non si suddivide in tre “fasi”, tre “vite”, come consiHennebique alle dipendenze2 del concessionario Attilio Muggia, Nervi dimostra la sua inesauribile capacità di si sperimentano i materiali da costruzione utilizzati gliato anche da Sergio Poretti .

In seguito alla prima lavoro, che gli consente di esplorare le potenzialità della nuova tecnica, tracciando forme inedite, idonee alle tutt’oggi nell’edilizia residenziale7. Le grandi fabfase, dove per oltre venti anni, fin dalle prime especaratteristiche di resistenza e plasmabilità del materiale, il cui comportamento si comprende solo attraverso la briche divengono i veri e propri monumenti dell’erienze con il brevetto Hennebique dipendenze stimolazione di modelli al vero o inalle scala ridotta3. Il divieto d’uso con cui il suo materiale di elezione viene però poca, uno dei principali temi su cui si incentrano le del concessionario Attilio Muggia, Nervi dimostra la bandito dalle costruzioni italiane nel 1937, perché valutato non autarchico per l’eccessivo consumo di acciaio ricerche, le scelte progettuali e le applicazioni degli sua inesauribile capacità di lavoro, che gli consenper le armature e di legno per le casseforme4, lo costringe a ripensare completamente la sua progettazione, in ingegneri e degli architetti, che già a partire dai priteundiprocesso esploraredile potenzialità della nuova tecnica, rinnovamento che si concretizzerà durante la sua “seconda vita”, a partire dalla serie di magazzini, mi decenni del XX secolo, apportano un consideretracciando forme inedite, idonee alle caratteristiche aviorimesse, arsenali fino ai successi internazionali del dopoguerra e degli anni del boom economico5. Negli vole bagaglio di innovazioni sul piano della scienza dianni resistenza e plasmabilità del materiale, il cui comTrenta, in Italia, il forte input per lo sviluppo strutturale del paese, imposto dal Regime fascista, ha creato e della tecnica delle costruzioni8. Il ritmo di questo portamento si comprende solo attraverso la stimole condizioni favorevoli per il settore delle costruzioni, in cui architetti, ingegneri e costruttori sono spronati a processo è incalzante e l’intelligenza, le capacità lazione di modelli vero o in scala ridotta3. Il divieto svolgere un ruoloaltrainante per l’economia, lo sviluppo e l’affermazione dell’Italia Moderna6. Il progresso della tecniche, la velocità operativa sono premiate con il d’uso con cuiedilizia il suo materiale elezione viene però tecnologia proviene di proprio dalle sperimentazioni effettuate nella progettazione delle industrie, dove, successo e il benessere e Nervi, con le sue qualità bandito dalle costruzioni italiane nel 1937, perché più che altrove, emergono esigenze nuove, tecniche costruttive moderne e si sperimentano i materiali da coe il tipo di impresa che possiede, si trova nella convalutato non autarchico per l’eccessivo consumo di 7 struzione utilizzati tutt’oggi nell’edilizia residenziale . Le grandi fabbriche divengono i veri e propri monumenti 4 dizione ideale per sfruttare questo momento9. L’inacciaio per le armature e di legno per le casseforme , dell’epoca, uno dei principali temi su cui si incentrano le ricerche, le scelte progettuali e le applicazioni degli gegnere sondriese, infatti, in questo periodo, paralloingegneri costringeeadegli ripensare completamente la suadai proarchitetti, che già a partire primi decenni del XX secolo, apportano un considerevole balelamente alle esperienze che lo hanno portato alla gettazione, in un processo di rinnovamento che si gaglio di innovazioni sul piano della scienza e della tecnica delle costruzioni8. Il ritmo di questo processo è ribalta sulle riviste, nelle mostre e nel dibattito culconcretizzerà durante la sua “seconda vita”, a partire incalzante e l’intelligenza, le capacità tecniche, la velocità operativa sono premiate con il successo e il benessere turale di architettura, prosegue più silenziosamente dalla serie di magazzini, aviorimesse, arsenali fino ai e Nervi, con le sue qualità e il tipo di impresa che possiede, si trova nella condizione ideale per sfruttare questo 10 la sua attività di costruttore con la nuova impresa , successi internazionali del dopoguerra e degli anni momento9. L’ingegnere sondriese, infatti, in questo periodo, parallelamente alle esperienze che lo hanno por5 creata all’inizio del 1932 insieme al cugino Giovandel boom economico .

Negli anni Trenta, in Italia, tato alla ribalta sulle riviste, nelle mostre e nel dibattito culturale di architettura, prosegue più silenziosamente ni Bartoli per affrontare la seconda fase dello stadio il laforte input per lo sviluppo strutturale del paese, sua attività di costruttore con la nuova impresa10, creata all’inizio del 1932 insieme al cugino Giovanni Bartoli Berta11. imposto dal Regime fascista, ha creato le condizioni per affrontare la seconda fase dello stadio Berta11. favorevoli per il settore delle costruzioni, in cui architetti, ingegneri e costruttori sono spronati a svolgere un ruolo trainante per l’economia, lo sviluppo e l’affermazione dell’Italia Moderna6.

1 FEDERICA STELLA, Innovazione nerviana nell’architettura industriale, in Federica Stella, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011, p.12.

2 S. Poretti, Nervi che visse tre volte, in T. Iori, S. Poretti, Pier Luigi Nervi. L’Ambasciata d’Italia a Brasilia, Electa, Milano 2008, pp 8-49. T. Iori, Il Sistema Nervi, in G.BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, pp. 51-54.

3 T. Iori, Il Sistema Nervi, in G. BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, pp. 51-54.

4 Per la vicenda autarchia e più in generale, per lo sviluppo del cemento armato in Italia a partire dalle origini fino al 1945 si rimanda a: T. Iori, il cemento armato in Italia dalle origini alla seconda guerra mondiale, Edilstampa, Roma 2001.

5 T. Iori, Il Sistema Nervi, in G. BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, pp. 51-54.

6 C. GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, p.

149.

7 F. STELLA, Innovazione nerviana nell’architettura industriale, in F. Stella, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011 pp. 12-16.

8 Ibid.

9 C. GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, p.

149.

10 Gli anni del sodalizio con Nebbiosi erano stati caratterizzati, salvo poche eccezioni, dallo studio e dalla costruzione delle strutture in cemento armato di edifici progettati da altri. ln queste architetture il sistema portante era destinato a essere nascosto all’interno di murature o dietro stucchi e intonaci. Nervi, inoltre, nella società con Nebbiosi era socio di minoranza, mentre nella nuova associazione con Bartoli assume in prima persona la responsabilità della gestione dell’impresa, anche se il cugino, con le sue capacità imprenditoriali, lo solleva in gran parte dalle incombenze manageriali. Sembra anzi che la capacità di G. Bartoli e la sua disponibilità siano stati un motivo determinante nella decisione di Nervi di interrompere il rapporto con Nebbiosi. (da dichiarazioni del figlio Paolo Bartoli). C. GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, p. 149.

11 Nella società lavorerà anche un altro famigliare, Angelo Bartoli, detto Lino. C. GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, p. 149

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Fig. 2 Dettaglio pilastro Palazzo del Lavoro Torino

Fig. 1 Aviorimessa di Orbetello, in costruzione, dettaglio della struttura

Fig. 4 Studio preliminare per lo Stadio Berta di Fiernze

Il numero delle commesse dell’impresa si incrementa rapidamente e nei primi sei anni, dal 1932 al 1939, vengono svolti quasi 900 incarichi (compresi quelli non realizzati)1. Nervi, proprio in questi primi anni, concentra la sua produzione sulla costruzione di grandi ambienti industriali, caratterizzati da luci strutturali libere che variatempi e costi di costruzione, funzione Il numero dell’impresa si increno dai 20 aidelle 30 m,commesse adibiti a magazzini o come locali di ricoveroottimizzare per automezzi e contraddistinti da una in grande delle disponibili e delle capacità tecnimenta rapidamente sei costruttivi, anni, dal 1932 al riscontrabile varietà di soluzionieenei di primi dettagli com’è nei attrezzature numerosi esempi ancora esistenti o negli che delle maestranze, incorporando progettazione 1939, vengono svolti quasi 900 incarichi esecutivi pervenutici.

Attraverso queste(compresi numerose testimonianze è possibile comprendere come Nervi studi architettonica, calcolooccasioni strutturale e affinamenti organizzazione quelli nonsituazione realizzati)1le . Nervi, proprio in questidiprimi in ogni specifiche condizioni progetto e utilizzi, comunque, queste per 2 3 del di cantiere in un processo unitario5nell’oblio . Nervi, dunque, anni, concentra la sua produzione sulla costruzione progressivi e personali delle diverse strutture . Questa lunga serie prove minori , infatti, rimasta del sistema costruttivo inedito, mai imitato, dilavoro grandiordinario ambientid’impresa, industriali,costituirà caratterizzati da luci essenziale crea il precedente per laun messa a punto degli studi strutturali che 4 esteticamente punto per successistrutturali liberei capolavori che varianodelle dai 20 ai 30 m, adibiti a così più forte produrranno aviorimesse . Diviene lo stimolo aefficacie, ricercaremesso nuoveasoluzioni formali perfezionamenti negli annidisponibili Quaranta ee Cinquanmagazzini o come di ricovero per automezzi e e strutturali tese locali a ottimizzare tempi e costi di costruzione, invifunzione delle attrezzature delle ta, che gli consente,calcolo con tempi e costi eirrisori, la reacontraddistinti da una grande varietà di soluzioni e progettazione capacità tecniche delle maestranze, incorporando architettonica, strutturale organiz5 lizzazione di vericostruttivo e propri capolavori . Questo nuovo dizazione dettaglidel costruttivi, nei numecantierecom’è in un riscontrabile processo unitario . Nervi, dunque, crea un sistema inedito, 6mai imitato, modo dinegli costruire è denominato Sistemache Nervi rosi esempi ancora esistenti o negli esecutivi perve- perfezionamenti esteticamente efficacie, messo a punto per successivi anni Quaranta e Cinquanta, gli e si basa su vere e6. Questo proprie nuovo invenzioni, da prinutici.

Attraverso queste numerose testimonianze consente, con tempi e costi irrisori, la realizzazione di veri e propri capolavori modoprotette di costruire vative industriali, come il industriali, ferrocemento e lail prefabè èpossibile comprendere comee Nervi in ogni denominato Sistema Nervi si basastudi su vere e proprie invenzioni, protette da privative come fer7 bricazioneinstrutturale Talenell’ultima Sistema sifase trasformerà situazione le especifiche condizioni di progetto rocemento la prefabbricazione strutturale . TaleeSistema si trasformerà uno “stile”7.solo della in uno “stile” nell’ultima faseunico della delle sua carriera, utilizzi, comunque, per affinamensua carriera, quellaqueste che looccasioni vedrà impegnato prevalentemente all’estero, nonsolo più come creatore sue 2 quellale che vedrà risultare impegnato ti originali progressivi e personali . architetture, ma delle solo indiverse qualitàstrutture di progettista di strutture: qualilodevono benprevalentemente riconoscibili, 3 8 all’estero, non più come creatore unico delle sue oriQuesta lunga serie di prove minori , infatti,della rimasta con impressi ed evidenti i segni distintivi sua vita precedente . ginali architetture, ma solo in qualità di progettista nell’oblio del lavoro ordinario d’impresa, costituirà di strutture: le quali devono risultare ben riconosciil precedente essenziale per la messa a punto degli bili, con impressi ed evidenti i segni distintivi della studi strutturali che produrranno i capolavori delle sua vita precedente8. aviorimesse4. Diviene così più forte lo stimolo a ricercare nuove soluzioni formali e strutturali tese a

Fig. 3 Plastico del cantier del Palazzetto dello Sport.

MAXXI Roma (2010)

Fig. 5 Foto interna della volta nervata di uno dei capannoni di Tortona

Fonti immagini: Fig.1: in (a cura di) Giulio Barazzetta, Pier Luigi Nervi Il modello come strumento di progetto e costruzione, Quodlibet Studio, Milano 2017, p. 12; Fig. 2: foto di Mauro Fontana, in https://www.maurofontana.eu/post/180659911072/palazzo-del-lavoro-torino, consultato il 18/11/21; Fig. 3-4-5: in G. BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, 102Skira editore, Milano 2012, pp. 52-140-147

1 Progetti dal n. 1001, Stadio Berta (1932), al n. 1889, Aviorimesse prefabbricate (1939), per un totale di 889 incarichi in sei anni. C. GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, p. 150.

2 C.GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, p.

150.

3 La serie nota dei progetti di questo tipo, certamente numerosissimi, è ampiamente I documenti esecutivi o fotografici, mancanti negli archivi nerviani, potrebbero trovarsi presso i committenti o presso le Amministrazioni Comunali dei luoghi di costruzione, ma le ricerche fino a oggi svolte hanno evidenziato la frequente distruzione o perdita di tali testimonianze, specialmente durante la guerra. Il rinnovato recente interesse per l’architettura industriale del periodo potrà forse, nel prossimo futuro, colmare, almeno in parte, questa lacuna. C. GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008, p. 153.

4 Ibid., p. 153.

5 Ibid., p. 149.

6 T. Iori, Il Sistema Nervi, in G. BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, pp. 51-54.

7 La più importante invenzione riguarda il ferrocemento, ideato da Nervi durante le disposizioni restrittive dell’autarchia e brevettato nel 1943. Confezionato sagomando un pacchetto di reti metalliche sottili, poi saturate a mano, con la cazzuola, con conglomerato di cemento e sabbia fino a spessori mai superiori a 3 centimetri, il ferrocemento è un materiale nuovo, che si presta a una nuova concezione statica, figurativa e soprattutto esecutiva: con un comportamento intermedio tra l’acciaio e la pietra artificiale, è leggero, duttile, straordinariamente resistente, isotropo, richiede in proporzione assai meno armatura del cemento armato ordinario e può assumere, senza bisogno di casseforme di legno, qualunque geometria, anche la più complessa a doppia curvatura inversa, resistente per forma. All’invenzione del ferrocemento si abbina quella della “prefabbricazione strutturale”, nome ingannevole che protegge un procedimento di scomposizione geometrica della struttura in parti piccole, da prefabbricare a terra e poi montare, su ponteggi leggeri, collegandole con piccoli getti in opera.

T. Iori, Il Sistema Nervi, in G. BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p. 52.

8 Elementi come: le nervature isostatiche, le trame romboidali, le plissettature a onda, i pilastri a sagoma variabile. Ivi., p. 51

103

3.3 Nervi e la committenza dei Monopoli di Stato 3.3 Nervi e la committenza dei Monopoli di Stato Fonti immagini: Fig.1: in https://approfondimentidiarchitettura.wordpress.com/2018/03/28/peter-behrens-fabbrica-aeg-berlino-1908/, consultato il 18/11/21; Fig. 2: in https://www.torinoxl.com/inaugurazione-dello-stabilimento-lingotto/, consultato il 18/11/21; Fig. 3: foto di Paride Matini, in https:// www.fermataspettacolo.it/flash/l-ex-manifattura-tabacchi-di-firenze-in-bianco-e-nero, consultato il 18/11/21.

Fig. 1 Fabbrica AEG Peter Behrens, Berlino.

Fig. 3 Interno ambiente di Lavorazione, Manifattura Tabacchi di Firenze

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Fig. 2 Vista aerea dello stabilimento Fiat Ligotto di Giacomo Matté Trucco

Pier Luigi Nervi, ingegnere innamorato dell’architetgià a partire dai primi anni del XX sec con la fabbrica tura gotica, ha esplorato tutte le possibilità espressidi turbine progettata da Peter Behrens per l’AEG a Pier Luigi Nervi, ingegnere innamorato possibilità espressive strutturali ve e strutturali del cemento armato,dell’architettura materiale alloragotica, ha esplorato Berlino tutte (1908)leallo stabilimento dellaeFiat Lingottodel a ce1 di recente introduzione1, dedicando la sua intera carriera alla progettazione e costruzione mento allora di armato, recente materiale introduzione , dedicando la sua intera Torino di Giacomo Mattè Trucco (1914-1926)8. Que- di 2 opere di pubblica utilità, come impianti sportividi edopere industriali o grandi . Profondamente deli fatto carriera alla progettazione e costruzione stiinfrastrutture grandi stabilimenti e capannoniconvinto (così come pon- che 3 9 la suadiarte, quellautilità, di ingegnere e costruttore, dovesse prima di tutto essere messa ),umilmente serviziosimboli della comunità , Nervi pubblica come impianti sportivi ed induti, i viadotti diventano,alquindi, della civiltà 2 concentra gran parte della sua produzione sul teme della fabbrica, rivestendo un ruolo fondamentale nella costruzione dell’Istriali o grandi infrastrutture . Profondamente condi massa e soprattutto il palcoscenico di una con4 talia vinto dei Monopoli di Stato .

L’Italia, infatti, soprattutto negli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, attraverso considedel fatto che la sua arte, quella di ingegnere tinua sperimentazione, che ha portato negli anni a revolie processi di ricostruzione voltidia tutto far fronte allemessa ingenti distruzioniun provocate dal conflitto bellico, modifica il sul suopiano territorio costruttore, dovesse prima essere considerevole bagaglio di innovazioni 3 la riconversione di molte aziende in precedenza dedite alla produzione 10 nazionale, prevalentemente agricolo, tramite bellica, umilmente al servizio della comunità , Nervi condella scienza e della tecnica delle costruzioni . Negli tramutandosi in un Paese industriale grazie a uno sviluppo economico intenso, che si fa più impetuoso verso la fine del decencentra gran parte della sua produzione sul teme deledifici di questo carattere viene esaltata la struttura 5 nio, attraverso quello che sarà poi denominato “il miracolo italiano” .

Tale spinta innovativa è data da una moltitudine di fattori la fabbrica, rivestendo un ruolo fondamentale nella in6 cemento armato, molto spesso lasciata voluta4 quali:costruzione il progressodell’Italia della cultura, la crescita dell’imprenditoria industriale , un nuovo interesse volto all’aggiornamento tecnico 11 dei Monopoli di Stato . L’Italia, mente in vista , e Nervi è senza alcun dubbio uno e 7 strutturale e, conseguentemente, il rinnovamento della professione architettonica e ingegneristica .

In questo l’edifiinfatti, soprattutto negli anni successivi alla Seconda degli anticipatori di questo linguaggio,contesto, grazie alla cio industriale diventa il manifesto di una nuova cultura, la sua architettura assume una vera e propria espressione autonoma, guerra mondiale, attraverso considerevoli processi sua grande capacità nel “plasmare” tale materiale e già adi partire dai primivolti anni adel sec con fabbrica di turbine progettata Peter Behrens per l’AEG aesigenze Berlino (1908) allo stabiricostruzione farXX fronte allelaingenti distrunel 8da rispondere alle rinnovate di internalimento della Fiat Lingotto a Torino di Giacomo Mattè Trucco (1914-1926) .

Questi grandi stabilimenti e capannoni (così come i 12 zioni provocate dal conflitto bellico, modifica il suo zionalità e strutturalismo . Scorrendo la consisten9 ponti, i viadotti ), diventano, quindi, simboli della civiltà di massa e soprattutto il palcoscenico di una continua sperimentazione, territorio nazionale, prevalentemente agricolo, trate serie di disegni e progetti, commissionatogli dai che ha portato negli anni adiun considerevole di innovazioni sul piano della scienza e della tecnica delle costruzioni10. mite la riconversione molte aziende inbagaglio precedenMonopoli, è possibile comprendere l’importanza 11 Neglizaedifici di questo carattere bellica, viene esaltata la struttura armato, molto spesso lasciata volutamente in vista , e dedite alla produzione tramutandosi in in cementodell’apporto dell’ingegnere in tale ambito, specialNervi è senza alcun dubbio uno degli anticipatori di questo linguaggio, grazie alla sua grande capacità nel “plasmare” tale maun Paese industriale grazie a uno sviluppo economimente dopo 12la Seconda guerra mondiale, che aveteriale e nel rispondere alle rinnovate esigenze di internazionalità e strutturalismo . Scorrendo la consistente serie di disegni co intenso, che si fa più impetuoso verso la fine del va portato alla distruzione della maggior parte dei e progetti, commissionatogli dai Monopoli, è possibile comprendere l’importanza dell’apporto dell’ingegnere in tale ambito, decennio, attraverso quello che sarà poi denominamagazzini e delle manifatture. Nervi lavora in tutta specialmente dopo la Seconda guerra mondiale, che aveva portato alla distruzione della maggior parte dei magazzini e delle to “il miracolo italiano”5. Tale spinta13innovativa è data Italia13 per i Monopoli, con progetti che garantiscomanifatture. Nervi lavora in tutta Italia per i Monopoli, con progetti che garantiscono “risparmio di tempo nella esecuzione da una moltitudine di fattori quali: il progresso della no “risparmio di tempo nella esecuzione ed indubbi ed indubbi vantaggi sia per la qualità delle strutture che per la economicità delle opere”14, attraverso elementi propri della sua cultura, la crescita dell’imprenditoria industriale6, un vantaggi sia per la qualità delle strutture che per la “poetica architettonica e costruttiva”, come i moderni mezzi meccanici di cantiere, l’applicazione14di tecniche e materiali innovanuovo interesse volto all’aggiornamento tecnico e economicità delle opere” , attraverso elementi protivi, l’utilizzo di casseforme reimpiegabili, strutture prefabbricate, leganti a rapida presa, ferro-cemento15. strutturale e, conseguentemente, il rinnovamento pri della sua “poetica architettonica e costruttiva”, della professione architettonica e ingegneristica7. come i moderni mezzi meccanici di cantiere, l’appliIn questo contesto, l’edificio industriale diventa il cazione di tecniche e materiali innovativi, l’utilizzo manifesto di una nuova cultura, la sua architettura di casseforme reimpiegabili, strutture prefabbricate, assume una vera e propria espressione autonoma, leganti a rapida presa, ferro-cemento15.

1 C. OLMO, C. CHIORINO (a cura di), Pier Luigi Nervi. Architettura come Sfida, Silvana Editoriale Spa, Cinisello Balsamo 2010, Milano; 2 F. STELLA, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011, pp 12-36; 3 C. OLMO, C. CHIORINO (a cura di), Pier Luigi Nervi. Architettura come Sfida, Silvana Editoriale Spa, Cinisello Balsamo 2010, Milano; 4 F. STELLA, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011, pp 12-36; 5 Ibid.

6 Grande impulso alla crescita culturale, tecnologica e industriate del Paese è data in questo periodo dalle esperienze, le teorizzazioni e i progetti promossi da Adriano Olivetti. Questi, propugnatore della nuova estetica industriale italiana e di una razionale organizzazione dei processi produttivi, contribuisce fortemente al mutamento dell’architettura in questo periodo. Le opere realizzate su committenza di Olivetti, difatti, rappresentano l’immagine della realtà dell’epoca, la nuova organizzazione del lavoro sia dal punto di vista ideologico che funzionale.

Astarita R., Gli architetti di Olivetti: una storia di committenza industriale, Milano 2000]; 7 F. STELLA, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011, pp 12-36; 8 Ibid.; 9 Dal 1946 prende avvio un’ingente linea di ricerca progettuale nell’ambito delle infrastrutture, avente quale obiettivo la ricostruzione dei ponti demoliti durante la guerra. Inoltre, dalla metà degli anni ‘50, il piano Romita per la costruzione della rete autostradale (avviato nel 1956 con la realizzazione dell’Autostrada del Sole) offre numerose occasioni nel campo dell’architettura strutturale. Risalgono a questo periodo il ponte per l’impianto del Mucone (Cosenza, 1950), il ponte sul Po (1957-59) di Zorzi, così come i viadotti sul Fiumarella (Catanzaro, 1958-64), sul Polcevera (Genova, 1960-67) e alla Magliana (Roma, 1963-67) di Morandi. [Poretti S., L’ingegneria e la << scomparsa delle lucciole >>, in Buccaro A., Fabbricatore G., Papa L.M. (a cura di), Storia dell’ingegneria. Atti del 1° convegno nazionale, Napoli 8-9 marzo 2006, Napoli 2006, vol. 1, pp. 157166; Poretti S., Modernismi italiani, Architettura e costruzione nel Novecento, Roma 2008, pp.209-233]; 10 F. STELLA, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011, pp 12-36; 11 C. OLMO, C. CHIORINO (a cura di), Pier Luigi Nervi. Architettura come Sfida, Silvana Editoriale Spa, Cinisello Balsamo 2010, Milano; 12 F. STELLA, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011, pp 12-36; 13 Lavora per le nuove manifatture tabacchi di Roma, Bologna, Napoli, Lecce e per le Saline di Margherita di Savoia, Tortona, Cagliari, Castellammare di Stabia, Genova, Porto Marghera, Tarquinia, Volterra.

14 Amaduzzi D., Nuovi orientamenti costruttivi dell’edilizia industriale, in “Notiziario Monopoli di Stato”, n. 62, gennaio 1964, pp. 18-27.

105 15 F. STELLA, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011, pp 12-36.

Fig. 4 Foto storica del Magazzino Manifattura Tabacchi, Bologna.

Fig. 5 Foto storica interno Lanificio Gatti, Roma.

Fig. 6 Foto interno di uno dei Magazzini del Sale, Tortona.

Fig. 7 Foto esterno del Magazzino del Sale, Cagliari.

Fig. 8 Foto interno Magazzino Sofisticazione Sali, Margherita di Savoia.

Fig. 9 Foto attuale del Magazzino del Sale, Porto Recanati.

Fig.4: in https://archeologiaindustriale.net/3006_paraboloidi-un-patrimonio-dimenticato-dellarchitettura-moderna/?print=print, consultato il 18/11/21; Fig. 5: in https://onsomething.tumblr.com/post/57650590623, consultato il 18/11/21; Fig. 6: foto di Matteo Cirenei e Marco Menghi, in https://ioarch.it/il-progetto-fotografico-su-pier-luigi-nervi/, consultato il 18/11/21; Fig. 7: in https://it.worldorgs.com/Catalogare/cagliari/attrazione-turistica/padiglione-nervi, consultato il 18/11/21; Fig. 8: in https://www.artribune.com/tribnews/2011/07/l%E2%80%99italia-che-tiene-al-suo-patrimnio-culturale-in-puglia-salvato-dall%E2%80%99incuria-il-magazzino-sofisticazione-sali-di-pier-luigi-nervi/, consultato 106 il 18/11/21.

Fig. 9: http://www.archimagazine.com/anervifano.htm, consultato il 18/11/21.

arriva a vantare complessivamente: due saline miIl Monopolio, dunque, mediante la costruzione di Il Monopolio, dunque, mediante la costruzione di questi nuovi complessi e grazie ad unVolterra progettista capace soddisfare nerali: una presso e una pressodiLungro; cin-le esiquesti nuovi complessi e grazie ad un progettista genze dell’epoca, si pone in linea con il progresso industriale e costruttivo perseguendo costantemente soluzioni razionali, que saline marittime: presso Margherita di Savoia, funcapace di soddisfare le esigenze dell’epoca, si pone zionali ed economiche che, unitamente alle soluzioni introdotte in ambito organizzativo, attraverso processisei di potenziamento Comacchio, Cervia, Cagliari, Tarquinia; raffinerie: in linea con il progresso industriale e costruttivo delleperseguendo strutture, hanno un duplice effetto tra gli anni ‘50 e ‘70: da un lato consentono un notevole incremento della(Porto vendita dei presso Tortona, Tarquinia, Volterra, Venezia costantemente soluzioni razionali, prodotti mentre, sul piano architettonico, l’arditezza e la sapienza costruttiva delle soluzioni progettuali suscita l’interesse di Marghera), Castellammare di Stabia, Margherita di funzionali ed economiche che, unitamente alle solu1 4 molte riviste di architettura nazionali ed internazionali .

Tale progresso, però, non riguarda solo l’industria dei tabacchi, ma Savoia . Quest’ultimo intervento rappresenta uno zioni introdotte in ambito organizzativo, attraverso anche la produzione del sale, attraverso un programma della produzione sale, che prevede, oltre alla degli esempi più elegantidel e formalmente compiuti processi di potenziamento delle strutture, hanno un di riorganizzazione ricostruzione degli edifici distrutti, una vera e propria trasformazione del ciclo produttivo dovuta all’introduzione di da parte di Nervi, che in questo progetto utilizza moderni un duplice effetto tra gli anni ‘50 e ‘70: da un lato con2 impianti, macchinari e criteri basati sulla tecnica più aggiornata .

In questo periodo, tra i più importanti interventi modernizcalibrato dimensionamento di ogni singoladimemsentono un notevole incremento della vendita dei zazione delle mentre, saline e sul degli edifici industriali annessi, troviamo la costruzione per il trasporto deisemplici sali dallaasalina bratura euna unateleferica diversa tipologia di arconi prodotti piano architettonico, l’arditezza 5 impianto per la lavorazione dei di Margherita di Savoia al porto di Barletta, un impianto sali sofisticati presso quest’ultima, un una cerniera a mezzeria . Il magazzino a Margherita e la sapienza costruttiva delle soluzioni progettuasali scelti e superiori con di silos annessi a Tortona, un silos per l’immagazzinamento del sale eda un impianto meccanico di Savoia, quindi, insieme quello di Porto Margheraper lo li suscita l’interesse molte riviste di architettura 1 presso il porto di Genova, un impianto per la produzione dei sali scelti presso il deposito di sbarco, insilamento e spedizione (ancora di dubbia paternità), è senza alcun dubbio la nazionali ed internazionali . Tale progresso, però, Castellammare di Stabia e la salina di porto-canale per l’imbarco sali e un silos peropere il deposito salina di struttura,dei rispetto alle altre soprapresso citate,lache non riguarda solo l’industria deiTarquinia, tabacchi,unma an3 Cagliari .

Vengono ampliate le superfici salanti ed evaporanti, introdotte attrezzature moderne (carrelli elevatori, nastri trasporin maggior misura ci rivela, grazie alle molte affinità che la produzione del sale, attraverso un programtatorima e binari di raccordo) e, negli anni ’60, l’Amministrazione Autonoma Monopoli di Stato arriva a vantare complessivamente: formali e spaziali, l’evoluzione dell’approccio dell’indi riorganizzazione della produzione del sale, due saline minerali:oltre una presso Volterra e una presso Lungro; cinque saline marittime: presso di Savoia, Comacchio, gegnere di Sondrio neiMargherita confronti dell’architettura che prevede, alla ricostruzione degli edifici Cervia, Cagliari, Tarquinia; sei raffinerie: presso Tortona, Tarquinia, Volterra, Venezia (Porto Marghera), Castellammare di Stabia, monopolistica. Ogni realizzazione di Nervi è frutto distrutti, una vera e propria trasformazione del ci4 .

Quest’ultimo intervento rappresenta uno degli esempi più eleganti e formalmente compiuti da parte Margherita di Savoia di un attento studio, che tiene conto delle probleclo produttivo dovuta all’introduzione di moderni di Nervi, che in questo progetto utilizza un calibrato dimensionamento di ogni singola membratura e una diversa tipologia di matiche dell’intervento precedente, favorendo i impianti, macchinari e criteri basati sulla tecnica più 5 2 arconi semplici a una cerniera a mezzeria .

Il magazzino a Margherita di Savoia, quindi, insieme a quello di Porto Marghera (anlavori dell’impresa, mediante il controllo della proaggiornata . In questo periodo, tra i più importanti cora interventi di dubbia paternità), è senza alcun dubbio altre opere sopra citate, che in maggiorStudiando misura ci rivela, duzione, del trasporto e del montaggio. di modernizzazione delle salinelaestruttura, degli rispetto alle grazie alle molte affinità formali e spaziali, l’evoluzione dell’approccio dell’ingegnere di Sondrio nei confronti dell’architettura e confrontando la struttura di queste opere è possiedifici industriali annessi, troviamo la costruzione monopolistica.

Ogni realizzazione Nervi frutto di undiattento studio, checomprendere tiene conto delle problematiche dell’intervento bile le fasi di ricerca dell’ingegnere di preuna teleferica per il trasportodi dei sali èdalla salina cedente, favorendo i lavori dell’impresa, mediante il controllo della produzione, del trasporto e del montaggio.

Studiando Sondrio, al pari un testo scritto, com’è riscontrabile,e conMargherita di Savoia al porto di Barletta, un impianfrontando la struttura di queste opere è possibile comprendere le fasi di ricerca dell’ingegnere Sondrio, aldel parimagazzino un testo scritto, rapportando lo scheletrodistrutturale to sali sofisticati presso quest’ultima, un impianto com’è riscontrabile, rapportando lo scheletro strutturale del magazzino di Margherita di Savoia e quello di Tortona.

Nell’interdi Margherita di Savoia e quello di Tortona. Nell’inper la lavorazione dei sali scelti e superiori con silos ventoannessi nella cittadina pugliese, Nervi, occulta la struttura parabolica attraverso una pelle esterna in muratura, mentre tervento nella cittadina pugliese, Nervi, occultainlaquello a Tortona, un silos per l’immagazzinamendi Tortona, tale struttura è messa in risalto, esaltando il grande progresso tecnico e staticoattraverso dell’ingegnere sondriese.

Dall’analisi struttura parabolica una pelle esterna in to del sale ed un impianto meccanico per lo sbarco, 6 di queste opere minori , risulta chiara sia l’evoluzione del pensiero statico di Nervi, sia quali sono stati gli studi compiuti muratura, mentre in quello di Tortona, tale struttura sulla insilamento e spedizione presso il porto di Genova, struttura parabolica, che raggiunge sua presso massima applicazione nellein aviorimesse di Orvieto e che rappresenta uno dei è messa risalto, esaltando il grande progresso tecun impianto perschema la produzione dei sali la scelti 7 codici alla base della sua architettura . nico e statico dell’ingegnere sondriese. Dall’analisi il deposito di Castellammare di Stabia e la salina di di queste opere minori6, risulta chiara sia l’evoluzioTarquinia, un porto-canale per l’imbarco dei sali e 3 ne del pensiero statico di Nervi, sia quali sono stati un silos per il deposito presso la salina di Cagliari . gli studi compiuti sulla struttura parabolica, schema Vengono ampliate le superfici salanti ed evaporanti, che raggiunge la sua massima applicazione nelle introdotte attrezzature moderne (carrelli elevatori, aviorimesse di Orvieto e che rappresenta uno dei nastri trasportatori e binari di raccordo) e, negli anni codici alla base della sua architettura7. ’60, l’Amministrazione Autonoma Monopoli di Stato

1 F. STELLA, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011, pp 12-36; 2 Ibid.; 3 I Monopoli di Stato, Istituto poligrafico dello Stato, Roma 1955, pp. 19-22. FEDERICA STELLA, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011, p 34; 4 F. STELLA, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011, pp 12-36; 5 C. GRECO, Pier Luigi Nervi. Dai primo brevetti al Palazzo delle Esposizioni di Torino 1917-1948, Quart Edizioni, Lucerna 2008; 6 La serie nota dei progetti di questo tipo, certamente numerosissimi, è ampliamente incompleta. I documenti esecutivi o fotografici, mancanti negli archivi nerviani, potrebbero trovarsi presso i committenti o presso le Amministrazioni Comunali dei luoghi di costruzione, ma le ricerche svolte fino ad oggi hanno evidenziato la frequente distruzione o perdita di tali testimonianze, specialmente durante la guerra. Il rinnovato recente interesse per l’architettura industriale del periodo potrà forse, nel prossimo futuro, colmare, almeno in parte, questa lacuna.

7 Ibid.

107

1 Magazzino Tabacchi (Elbano Berti, Pier Luigi Nervi) Lecce 1929-1931 2 Edificio della Cooperativa edilizia per Mutilati e Invalidi di Guerra (Pasquale Franco, Pier Luigi Nervi) Lecce 1929-1933 3 Sanatorio antitubercolare o Galateo (Oronzo Pellegino, Pier Luigi Nervi) Lecce 1933-1936 4 Palazzina Parisi (Pier Luigi Nervi) Lecce 1934-1935 5 Magazzino Sofisticazione Sali (Pier Luigi Nervi) Margherita di Savoia (BT) 1933-1936 6 Magazzino Fabbricati Oleum (Pier Luigi Nervi) Bari 1937-38

MOLISE

5

Margherita di Savoia

3.4 Nervi in Puglia Nella feconda produzione sia progettuale che costruttiva di Nervi è possibile individuare un insieme di opere d’ingegneria in Puglia, che seppur poco conosciute, ci trasmettono un interessante profilo biografico dell’ingegnere di Sondrio1. Nel 1923 a Roma Nervi all’età di 31anni2 fonda la società “Nervi e Nebbiosi” ed in pochissimi anni, diventa il principale punto di riferimento italiano nel settore delle grandi costruzioni in cemento armato, grazie soprattutto alle capacità organizzative e alla sperimentazione pioneristica dei titolari, ed all’impiego di nuovi macchinari per la lavorazione in cantiere3. La prima esperienza in Puglia per l’ingegnere sondriese è riconducibile al 1930, quando la Direzione dei Monopoli di Stato, dopo un concorso tra sei “principali imprese di costruzione d’Italia”4, affida alla società “Nervi e Nebbiosi”, già attiva sul territorio italiano sia con le celeberrime, come il Teatro Augusteo a Napoli5 e lo Stadio Berta a Firenze, sia con interventi per conto dei Monopoli di Stato, come i Monopoli industriali di Roma (1925-1926) ed il Deposito Tabacchi ad Ancona (1929)6, l’appalto per la costruzione a Lecce di un magazzino per il concentramento dei tabacchi greggi7.

6 Bari CAMPANIA

BASILICATA 1-2-3-4 Lecce

108

CALABRIA

3.4 Nervi in Puglia Nella feconda produzione sia progettuale che costruttiva di Nervi è possibile individuare un insieme di opere d’ingegneTuttavia, quest’opera è solo l’inizio di un rapporria in Puglia, che seppur poco conosciute, ci trasmettono un to tra Nervi e la Puglia che si snoda attraverso una interessante profilo biografico dell’ingegnere di Sondrio1. Nel molteplicità di interventi (ne sono stati individuati 1923 a Roma Nervi all’età di 31anni2 fonda la società “Nervi e ventuno tra progetti realizzati e ipotesi di progetto), Nebbiosi” ed in pochissimi anni, diventa il principale punto di con una distribuzione tipologica che comprende sia riferimento italiano nel settore delle grandi costruzioni in cemomenti costruttivi di edilizia pubblica e residenziamento armato, grazie soprattutto alle capacità organizzative le e sia interventi di edilizia industriale, e restituisce e alla sperimentazione pioneristica dei titolari, ed all’impiego una capillare e strategica presenza nella regione in di nuovi macchinari per la lavorazione8 in cantiere3. La prima ogni suo capoluogo di provincia . Queste continue esperienza in Puglia per l’ingegnere sondriese è riconducibiconferme professionali della società di cui Nervi fa le al 1930, quando la Direzione dei Monopoli di Stato, dopo parte, tesseranno la trama di una fitta e duratura reun concorso tra sei “principali imprese di costruzione d’Italia”4, lazione progettuale e costruttiva con il territorio puaffida alla società “Nervi e Nebbiosi”, già attiva sul territorio itagliese, che porterà Nervi, prima in forma di società liano sia con le celeberrime, come il Teatro Augusteo a Napoli5 e successivamente in forma di singolo progettista, e lo Stadio Berta a Firenze, sia con interventi per conto dei a confrontarsi con i progetti dislocati nelle diverse Monopoli di Stato, come i Monopoli9 industriali di Roma (1925località del territorio pugliese . Attraverso l’analisi di 1926) ed il Deposito Tabacchi ad Ancona (1929)6, l’appalto per quest’insieme di progetti è possibile ricavare degli la costruzione a Lecce di un magazzino per il concentramenimportanti “racconti” costruttivi, capaci di individuato dei tabacchi greggi7. Tuttavia, quest’opera è solo l’inizio di re un linguaggio specifico che li renda significativi un rapporto tra Nervi e la Puglia che si snoda attraverso una per il territorio in cui sono stati costruiti ed esemplimolteplicità di interventi (ne sono stati individuati ventuno tra ficativi in relazione all’opera complessiva di Nervi10. progetti realizzati e ipotesi di progetto), con una distribuzione tipologica che comprende sia momenti costruttivi di edilizia pubblica e residenziale e sia interventi di edilizia industriale, e restituisce una capillare e strategica presenza nella regione in ogni suo capoluogo di provincia8. Queste continue conferme professionali della società di cui Nervi fa parte, tesseranno la trama di una fitta e duratura relazione progettuale e costruttiva con il territorio pugliese, che porterà Nervi, prima in forma di società e successivamente in forma di singolo progettista, a confrontarsi con i progetti dislocati nelle diverse località del territorio pugliese9. Attraverso l’analisi di quest’insieme di progetti è possibile ricavare degli importanti “racconti” costruttivi, capaci di individuare un linguaggio specifico che li renda significativi per il territorio in cui sono stati costruiti ed esemplificativi in relazione all’opera complessiva di Nervi10.

1 G. BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p. 191.

2 C. Olmo, C. Chiorino, Pier Luigi Nervi. Architettura come sfida, Milano 2010, p. 202; Per i cantieri maggiori, negli anni successivi verranno aperte succursali della Ditta a Firenze e Napoli. A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., S. Cesario di Lecce 2011, p. 7.

3 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., S. Cesario di Lecce 2011, p. 7.

4 Una grandiosa costruzione: il Magazzino Tabacchi in Lecce, in Almanacco II Salento 1931 (a cura di G. Carruggio), Lecce 1931, p.239.

5 C. Olmo, C. Chiorino, Pier Luigi Nervi. Architettura come sfida, Milano 2010, p. 138-139.

6 Ivi., p.213.

7 Contratto redatto in data 20 febbraio 1930 ed approvato con decreto Ministeriale n° 07-3153 in data 1 aprile 1930 (Archivio della Direzione Dei Monopoli di Stato di Lecce). A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 7.

8 G. BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, p. 191.

9 Ivi., p.193-194; 10 Ivi., p.19.

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Magazzino Tabacchi Lecce Magazzino Tabacchi Lecce Elbano Berti, Pier Pier LuigiLuigi Nervi Elbano Berti, Nervi

Progetto: 1929 1929 Progetto: Realizzazione: 1929-1931 Realizzazione: 1929-1931 Proprietà: Ex Monopoli di Sato; dal 2007 Red S.r.l.

Proprietà: Ex Monopoli di Sato; dal 2007 Red S.r.l.

Berti,

cento la 58% della ina è da sitare la bacco in requisiti onale dei ovvedere e miscele ne delle futura ccia sulla ategico a llo storico alloggiato e13. L’area 4 , in cui possibile il he tange il razie alla nari della prospetti ocentesco, icio d'Arte Stato16 nel zato dalla utto sesto, verticalità di paraste evemente partite ed aperture, ezze, sono ve a sesto o, solcato, lucernari. una "E", ortogonali ente, con amente110 m

Inquadramento (Fonte: Google Earth)

Foto in A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, pp. 8-13

Foto in alto: Elaborato progettuale, pianta piano rialzato.

Foto in basso: Pagina della rivista “Opere Pubbliche” (1935)

Nel Salento dei primi decenni del Novecento la produzione di tabacchi levantini copre circa il 58% della produzione nazionale1, e nella città salentina è da molto tempo percepita l’esigenza di depositare la grande mole del raccolto, composto da Nel in Salento primi decenni Novecento la pro- industriali: “la da tre corpi di fabbrica paralleli ed ortogonali ad un tabacco foglie,dei in un solo posto edel con moderni requisiti capacità e l’ordinamento razionale dei fabbricati duzione di tabacchi levantini copre circa il 58% della quarto che li raccorda frontalmente, con dimensioni e degli impianti consentiranno di provvedere su larga scala alle perizie, alle classifiche e alle miscele dei tabacchi impie1 produzione nazionale e nella città salentina è da per la futuraquasi uguali inè un lunghezza (rispettivamente 105 2 gati per la lavorazione delle, sigarette” . Il lotto prescelto, realizzazione, ampio terreno che affacciamsulla molto tempo percepita l’esigenza di depositare la e m 115), che si sviluppano su sei livelli, di cui uno strada provinciale per Novoli, in un sito strategico a nord-ovest dell’abitato, a breve distanza dallo storico Stabilimento per grande mole del raccolto, composto dagrande tabacco in collegati verticalmente seiall’epoca vani sca3 la manifattura dei tabacchi, alloggiato in un opificio nei pressiseminterrato, di Porta Rudiae . L’area rientra in unda sito foglie, in un solo posto e con moderni requisiti inla con montacarichi, mentre all’esterno di ogni inedificato4, in cui l’attraversamento di aree libere rende inoltre possibile il collegamento diretto con la rete ferroviaria fabche “la sud-occidentale capacità e l’ordinamento deirealizzazione di bricato, una raccordo pensilinadi protegge il “piano caricatore” tangedustriali: il versante della città,razionale grazie alla un nuovo binari della lunghezza di m 8 e degli consentiranno presso il relativo binario . Il elaborato fabbricatodall’Ing. longitudina5 1.200fabbricati . Il progetto, cheimpianti nei prospetti richiama adiunprovvelinguaggio industriale tardottocentesco, viene Elbaderedell’Ufficio su larga scala alle perizie, alle classifiche e alle le, composto sette piani, è coronato da un piano 6 no Berti d’Arte della Direzione Generale dei Monopoli di Stato nel 1929, da presenta un basamento caratterizzato miscele dei tabacchi impiegati per la lavorazione attico, pensato come un grande salone sgombro da dalla ripetizione delle grandi aperture finestrate a tutto sesto, mentre nella parte superiore della facciata la verticalità 2 delle sigarette” .

Il lotto prescelto, per la futura realizpilastri intermedi, che termina con una copertura viene sottolineata da un ordine gigante di paraste bugnate che inquadra un sistema di arcate lievemente sottoposte, al zazione, un ampio terreno cheed affaccia sullacon strada cementizia ed è caratterizzate illuminato daldanastro di cui interno le èaperture sono ripartite allineate intervalli regolaria7.capriata Queste aperture, seppur diverse provinciale per Novoli, in un sito strategico a nord-ovetrate continue posizionate nella parte superiore luci e altezze, sono accomunate mediante il segno dell’architrave a sesto ribassato, tranne per l’ultimo piano dell’edificio, vestinvece dell’abitato, a breve distanza storico Stabidella facciata del fabbricato.ricorda Nervi, una del “E”, Magazzino, solcato, da un prolungato nastrodallo orizzontale di lucernari. A livello planimetrico, il fabbricato costituilimento per la manifattura dei tabacchi, alloggiato in concepisce gli esecutivi strutturali e progetta gli eleto da tre corpi di fabbrica paralleli ed ortogonali ad un quarto che li raccorda frontalmente, con dimensioni quasi uguali in 3 un grande opificio nei pressi di Porta Rudiae .

L’area menti architettonici più rilevanti, come la copertulunghezza (rispettivamente m 105 e m 115), che si sviluppano su sei livelli, di cui uno seminterrato, collegati verticalmente 4 in uncon sitomontacarichi, all’epoca inedificato , in cui l’attrara una del pensilina lungo salone del piano attico.

All’interno del da seirientra vani scala mentre all’esterno di ogni fabbricato, protegge il “piano caricatore” presso versamento di aree libere rende inoltre possibile il salone, le decorazioni sono offerte dalla trama degli il relativo binario8. Il fabbricato longitudinale, composto da sette piani, è coronato da un piano attico, pensato come un collegamento direttodacon la rete ferroviariache chetermina tan- con una copertura intradossi adei solai, che disegnano sorta di spogrande salone sgombro pilastri intermedi, capriata cementizia ed una è illuminato dal ge il versante sud-occidentale della città, grazie alla glio cassettonato, moderna trasposizione industrianastro di vetrate continue posizionate nella parte superiore della facciata del fabbricato. Nervi, del Magazzino, concepisce realizzazione di une nuovo raccordo di binari della le delle controsoffitture riquadri classica gli esecutivi strutturali progetta gli elementi architettonici più rilevanti, come la copertura adel lungodi salone delmemopiano 5 9 lunghezza di m 1.200 .

Il progetto, che nei prospetti ria .

In corso d’opera, l’ingegnere sondriese, attico. All’interno del salone, le decorazioni sono offerte dalla trama degli intradossi dei solai, che disegnano unainserisce sorta di richiama a un linguaggio tardottocentemolte varianti migliorative 9 progetto di spoglio cassettonato, modernaindustriale trasposizione industriale delle controsoffitture a riquadri di classica rispetto memoriaal . In corso d’osco, viene elaborato dall’Ing. Elbano Berti dell’Ufficio Elbano Berti, che saranno essenziali nell’evoluzione pera, l’ingegnere sondriese, inserisce molte varianti migliorative rispetto al progetto di Elbano Berti, che saranno essenziali d’Arte dellacostruttiva Direzione Generale dei Monopoli di Stacostruttiva delle strutture innella cemento armato, come nell’evoluzione delle strutture in cemento armato, come l’uso di giunti di dilatazione congiunzione tra il 6 to nel 1929, presenta un basamento caratterizzato l’uso di giunti di dilatazione nella congiunzione tra il blocco di raccordo e i tre perpendicolari a quest’ultimo10. Il complesso possiede una struttura portante in cemento armadalla ripetizione delle grandi aperture finestrate a blocco di raccordo e i tre perpendicolari a quest’ulto11, composta da un insieme di imponenti telai con pilastri, travi e solai eretti in un composto costruttivo all’epoca ancora 10 tutto sesto, mentre nella superiore della facIl complesso una 12 in fase di sperimentazione . Inparte materiale cementizio sono anche i 111timo plinti. di fondazione,possiede alloggiati nelstruttura banco diportanroccia, 11 ciata la verticalità viene sottolineata da un ordine te in cemento armato , composta insieme mentre in elevato i telai strutturali prevedono la tamponatura con murature in conci delle pietre calcareeda piùundiffuse in gigante paraste bugnate un sistedi imponenti pilastri, travi 13 e solai eretti in ambito locale:dipietra leccese per i che pianiinquadra seminterrati, càrparo per il basamento e tufotelai per icon piani superiori . ma di arcate lievemente sottoposte, al cui interno un composto costruttivo all’epoca ancora in fase di le aperture sono ripartite ed allineate con intervalli sperimentazione12. In materiale cementizio sono anregolari7. Queste aperture, seppur caratterizzate da che i 111 plinti di fondazione, alloggiati nel banco di diverse luci e altezze, sono accomunate mediante roccia, mentre in elevato i telai strutturali prevedono il segno dell’architrave a sesto ribassato, tranne per la tamponatura con murature in conci delle pietre l’ultimo piano dell’edificio, solcato, invece da un calcaree più diffuse in ambito locale: pietra leccese prolungato nastro orizzontale di lucernari. A livello per i piani seminterrati, càrparo per il basamento e planimetrico, il fabbricato ricorda una “E”, costituito tufo per i piani superiori13.

1 Sulla lavorazione del tabacco nel Salento cfr. R. Barletta, Tabacco, tabaccari e tabacchine nel Salento, Fasano 1994; V. Santoro, S. Torsello, Tabacco e tabacchine nella memoria storica, Lecce 2002; 2 I magazzini dei tabacchi greggi annessi alla Manifattura di Lecce, in Opere Pubbliche, anno V, n. 10-12, ott.-dic. 1935, p. 726.

3 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, p. 8.

4 Oltre il primo anello extramoenia di abitazioni perlopiù popolari erette tra Otto e Novecento in direzione ovest.

5 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 8.

6 L’attribuzione all’Ing Berti è contenuta nell’articolo Una grandiosa costruzione, cit., p. 239; però non sembra di riconoscere tale nome nell’illeggibile firma sotto la dicitura “L’ingegnere incaricato”, apposta a margine delle tavole di progetto conservate presso l’Archivio Storico Comunale di Lecce.

7 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 8.

8 E. Scadoglio-Ferrara, Realizzazioni del Regime in Terra d’Otranto, Lecce 1934, p.50; 9 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, pp. 9-10; 10 Ivi., p. 10; 11 La struttura è realizzata e calcolata per sopportare un carico di 500 kg/mq. Archivio della Direzione Dei Monopoli di Stato di Lecce. A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 10; 12 Ibid.

13 Archivio della Direzione Dei Monopoli di Stato di Lecce. A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 10.

111

da sette piani, è coronato da un piano attico, pensato come un grande salone sgombro da pilastri intermedi, che termina con una copertura a capriata cementizia ed Fonti immagini: dal nastro di vetrate continue posizionate è illuminato parte superiore della dela Lecce fabbricato.

Fig.nella 1-2-3-4: in A. Mantovano, Pierfacciata Luigi Nervi (1930- Nervi, del Magazzino, concepisce gli esecutivi strutturali e 1935). Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, pp.

9-14: progetta gli elementi architettonici più rilevanti, come la Fig. 5: in https://www.lecceoggi.com/lex-manifattura-tacopertura del lungo salone del piano attico. All’interno bacchi-si-apre-alle-visite-31-luglio-larch-mantovano/, del salone, le decorazioni sono offerte dalla trama degli consultato il 29/11/21.

105 e m 115), che siche sviluppano su una sei livelli, uno intradossi dei solai, disegnano sorta di di cui spoglio seminterrato, collegati verticalmente da sei vani scala cassettonato, moderna trasposizione industriale delle 19 con montacarichi, mentre di all’esterno di ogni fabbricato, controsoffitture a riquadri classica memoria . In corso una pensilina protegge il “piano caricatore” presso il d’opera, l’ingegnere sondriese, inserisce molte varianti lo 18 lo stesso stesso migliorative relativo binario . Il fabbricato longitudinale, rispetto al progetto di Elbano composto Berti, che cestruzzi, cestruzzi, saranno da sette piani, è coronato da un piano attico, pensato essenziali nell’evoluzione costruttiva delle intonaci, intonaci, strutture come un grande salone sgombro da pilastri in cemento armato, come l’uso diintermedi, giunti di ento ento con con dilatazione che terminanella con congiunzione una coperturatra a capriata il bloccocementizia di raccordoede 6 ottobre 6 ottobre è illuminato dal nastro di vetrate continue 20 i tre perpendicolari a quest’ultimo . Il posizionate complesso nifattura nifattura 21 nella parte superiore della facciata del fabbricato.

Nervi, possiede una struttura portante in cemento armato , he he se se da da del Magazzino, concepisce gli esecutivi e composta da un insieme di imponenti telaistrutturali con pilastri, siti siti oltre oltre progetta gli elementi architettonici più rilevanti, come la travi e solai eretti in un composto costruttivo all'epoca avviene avviene ilil 22 copertura del lungo salone del piano attico.

All’interno manuele manuele ancora in fase di sperimentazione . In materiale del salone, lesono decorazioni sono offerte dalla trama degli cementizio anche i 111 plinti di fondazione, anche anche Fig. 1 Magazzino Tabacchi, piano coperture: salone.

Fig. 2 Magazzino Tabacchi, angolo sud-orientale. intradossi dei solai, che disegnano una sorta di spoglio ufatto a alloggiati nel banco di roccia, mentre in elevato i telai ufatto a cassettonato, modernala trasposizione industriale delle anza prevedono tamponatura con murature in anza dal dal strutturali 19 quedotto controsoffitture a riquadri di classica memoria .

In corso quedotto conci delle pietre calcaree più diffuse in ambito locale: ematiche d’opera, l’ingegnere inserisce càrparo molte varianti leccese per i sondriese, piani seminterrati, per il ematiche pietra 23 pletato in migliorative rispetto al progetto di Elbano Berti, che pletato in basamento e tufo per i piani superiori . Nei prospetti mq 8.500 24 saranno dell’intonaco essenziali nell’evoluzione costruttiva delle mq 8.500 l’utilizzo liscio a base di polvere di càrparo anche al strutture in armato, come l’uso di giunti di anche al permette di cemento distinguere la partizione della facciata, adoperati adoperati mediante dilatazioneuna nella congiunzione tra il blocco di raccordo e differente gradazione di colore, più scura ezza 20 ezza dalla dalla per i treil basamento perpendicolari a quest’ultimo .

Il complesso alla più chiara per le tamponature del 21 del fatto fatto sottosquadro possiede una25struttura portante in cemento armatodel , . Gli scavi, cominciati nel dicembre ono state ono state 1929, composta da un insiemenel di imponenti telai con pilastri, saranno interrotti marzo del 1930 a causa dei vaglio vaglio per per continui travi e solai eretti incausati un composto costruttivo all'epoca allagamenti delle forti piogge torrenziali, e; e; seghe seghe Fig. 22 3porteranno Magazzino piano coperture: capriata in26. Fig. 4 Magazzino Tabacchi, vano per lo stoccaggio dei ancora in faseTabacchi, diritardi sperimentazione . laIn materiale che dei nell’avanzamento dei lavori questo spettacolare spettacolare cantiere, cantiere, lavorano lavorano ogni ogni giorni giorni "con "con meraviglioso, meraviglioso, questo cemento armato. tabacchi. cementizio sono anche i 111Ditta, plinti di fondazione, caposquadra caposquadra scelti scelti tra tra ilil personale personale fisso fisso della della Ditta, ee ilil tutto tutto sotto sotto la la alloggiati nel banco didiroccia, mentre in elevato i telai dell'Impresa, dell'Impresa, Ing. Ing. Giovanni Giovanni Bartoli Bartoli di Savona, Savona, giovanissimo giovanissimo ee valente valente strutturali prevedonodi laorigine tamponatura con murature in 18 ersonalmente lodato dal Achille Starace E. Scadoglio-Ferrara, del Regime in Terra d'Otranto, Lecce 1934, p.50; ersonalmente lodato dal gerarca gerarca Realizzazioni di origine salentina salentina Achille Starace 35 conci delle pietre calcaree più diffuse in ambito locale: 19 aa visita Anche di anni dal del Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa visita del del Re Re35A... Mantovano, Anche aa distanza distanza di 80 80 anni dal completamento completamento del e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, pp. 9-10. pietra leccese per i piani seminterrati, càrparo per il 20 qualità del cemento armato è ancora visibile, infatti, solo da alcuni anni, Ivi, p. armato 10. qualità del cemento è ancora visibile, infatti, solo23da alcuni anni, 21 basamento e ètufo per i piani superiori .punti Nei prospetti aa chiusura le che in La struttura realizzata e calcolata per sopportare un carico di 500 kg/mq. Archivio della Direzione Dei Monopoli di Stato chiusura dell'opificio, dell'opificio, le facciate, facciate, che peraltro peraltro in pochi pochi punti iniziano iniziano 24 l’utilizzo dell’intonaco liscio a base di polvere di càrparo ne dei ferri di armatura e dal distacco di porzioni del rivestimento Lecce. ne dei ferri di armatura e dal distacco di porzioni del rivestimento in in 22 permette di distinguere la apartizione della Impresa facciata,e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, p. 10.

A. Mantovano, Pier Luigi Nervi Lecce (1930-1935).

23 Archivio della Deigradazione Monopoli di di Stato di Lecce. mediante unaDirezione differente colore, più scura 24 Il càrparo viene utilizzato anche per rivestire elementi cementizi, come le cornici delle finestre e le fasce marcapiano. per il basamento alla più chiara per leglitamponature 25 25 A. Mantovano,. Pier Nervi a Lecce (1930-1935).

Impresa sottosquadro Gli Luigi scavi, cominciati nel dicembre dele progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, p. 11.

26 L’area di scavo è talmente ampia che, per facilitarne il colmamento il Comune di Lecce autorizza che il sito sia utilizzato come 1929, saranno interrotti nel marzo del 1930 a causa dei discarica di materiali provenienti da demolizioni o lavori edili eseguiti in città (Archivio Storico Comunale Lecce, cat. X-9-2, b. 140). A. continui allagamenti causati delle forti piogge torrenziali, Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, p. 14. che porteranno dei ritardi nell’avanzamento dei lavori26.

18

E. Scadoglio-Ferrara, Realizzazioni del Regime in Terra d'Otranto, Lecce 1934, p.50; A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, pp. 9-10. cce; 20 cce; Ivi, p. 10.

Lecce compiuto, in Almanacco Il Salento 1932 (a cura di G. Carruggio), Lecce èè un un fatto fatto 21compiuto, in Almanacco Il Salento 1932 (a cura di G. Carruggio), La struttura è realizzata e calcolata per sopportare un carico di 500 kg/mq. Archivio della Direzione Dei Monopoli di Stato di Lecce.

22 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935).

Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, p. 10. .. Impresa progetto, Piero Impresa ee112 progetto, Piero Manni Manni s.r.l., s.r.l., San San Cesario Cesario di di Lecce Lecce 2011, 2011, p. p. 14.

14.

23 Archivio della Direzione Dei Monopoli di Stato di Lecce.

24 5 Magazzino Tabacchi, stato attuale del cortile interno.

Fig. Il càrparo viene utilizzato anche per rivestire gli elementi cementizi, come le cornici delle finestre e le fasce marcapiano.

25 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, p. 11.

19

Nei prospetti l’utilizzo dell’intonaco liscio a base di polvere di càrparo1 permette di distinguere la partizione della facciata, 2 mediante una differente gradazione di colore, più scura per il basamento alla più chiara per le tamponature sottosquadro .

8 Nei prospetti l’utilizzo dell’intonaco liscio a base di ed una volumetria di mc 195.000 circa , grazie anGli scavi, cominciati nel1dicembre del 1929, saranno interrotti nel marzo del 1930 a causa dei continui allagamenti causati di càrparo permette di distinguere parti-nell’avanzamento che aldei “complesso dei tra mezzi costruttivi dellepolvere forti piogge torrenziali, che porteranno deilaritardi lavori3. In ammirevole elevato, invece, agosto e set9 zione della facciata, mediante una differente gradaadoperati dalla Ing. Nervi e Nebbiosi” , inneggiati tembre dello stesso anno, vengono completate le strutture in calcestruzzi, mentre entro la fine dell’anno si completano gli zionele di colore, più ed scura per il basamento alla più condifierezza dell’epoca, che ci 4 intonaci, tinteggiature i pavimenti in battuto di cemento con scaglie marmodalla di varistampa colori elocale pezzatura . Il 26 ottobre 2 chiara per le tamponature sottosquadro .

Gli scavi, ragguaglia anche del fatto che per la prima 1931 l’Impresa trasmette alla Direzione della Manifattura Tabacchi il certificato di ultimazione lavori (anche se da volta, mesi nel dicembre del depositi 1929, saranno interrotti nel territorio pugliese, avviene sono state utilizzate “due gru 5 eranocominciati stati già stoccati nei nuovi oltre 20.000 quintali di tabacco) e l’inaugurazione il 22 novembre 1931 nel marzo del 1930 a causa dei continui allagamenti Wolf; un grande frantoio con vaglio per la frantualla presenza del Re Vittorio Emanuele III, che nella stessa giornata presiede anche l’inaugurazione di un altro imponente causatiadelle fortidella piogge torrenziali, che porteranno mazione del petrisco cementabile; 6 seghe circolari; manufatto servizio città, realizzato a3 breve distanza dal Magazzino Tabacchi: il serbatoio idrico dell’Acquedotto 10 dei trance a motore per ferro ecc” .

In spettaco7ritardi nell’avanzamento dei lavori . In elevato, pugliese . Nonostante le varie problematiche nell’avanzamento lavori, il Magazzino viene completato inquesto meno di 2 anni, invece, tra agosto e settembre dello stesso anno, lare cantiere, 8 lavorano ogni giorni “con meraviglioso, con una superficie coperta pari a mq 8.500 ed una volumetria di mc 195.000 circa , grazie anche al “complesso ammirevole vengono completate le strutture in calcestruzzi, ordinato ritmo”, quasi 300 operai locali “meno i cadei mezzi costruttivi adoperati dalla Ing. Nervi e Nebbiosi”9, inneggiati con fierezza dalla stampa locale dell’epoca, che ci mentre entro la fine dell’anno si completano gli inposquadra scelti tra il personale fisso della Ditta, e il ragguaglia anche del fatto che per la prima volta, nel territorio pugliese, sono state utilizzate “due gru Wolf; un grande frantonaci, le tinteggiature ed i pavimenti in battuto di sotto la direzione delper Direttore del10Cantiere per toio con vaglio per la frantumazione del petrisco cementabile; seghe tutto circolari; trance a motore ferro ecc” . In questo cemento con scaglie di marmo di vari colori e pezconto dell’Impresa, Ing. Giovanni Bartoli di Savona, spettacolare cantiere, lavorano ogni giorni “con meraviglioso, ordinato ritmo”, quasi 300 operai locali “meno i caposquadra 4 . Il 26 ottobre l’Impresa trasmette valente per professionista laureato aIng. Tosceltizatura tra il personale fisso 1931 della Ditta, e il tutto sottoalla la direzione delgiovanissimo Direttore dele11Cantiere conto dell’Impresa, Direzione della Manifattura Tabacchi il certificato di rino nel 1922” personalmente lodato dal gerarca di 11 Giovanni Bartoli di Savona, giovanissimo e valente professionista laureato a Torino nel 1922” personalmente lodato dal ultimazione lavori (anche se da mesi erano stati già origine salentina Achille Starace 12durante un sopralgerarca di origine salentina Achille Starace durante un sopralluogo che precede di poco la visita del Re . Anche a 12 distanza nuovi depositidel oltre 20.000 quintali dinella città barocca, luogo l’ottima che precede didel poco la visitaarmato del Reè .ancora Anche di 80stoccati anni dalnei completamento Magazzino Tabacchi qualità cemento 5 tabacco) e l’inaugurazione avviene il 22 novembre a distanza di 80 anni dal completamento del Mavisibile, infatti, solo da alcuni anni, e dopo un periodo di abbandono derivante dalla chiusura dell’opificio, le facciate, che 1931 alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, che gazzino Tabacchi nella città barocca, l’ottima qualità peraltro in pochi punti iniziano ad essere interessate da fenomeni di ossidazione dei ferri di armatura e dal distacco di nelladel stessa giornata presiede anche del cemento armato è ancora visibile, infatti, solo da 13 . l’inaugurazione porzioni rivestimento in intonaco di un altro imponente manufatto a servizio della citalcuni anni, e dopo un periodo di abbandono derità, realizzato a breve distanza dal Magazzino Tabacvante dalla chiusura dell’opificio, le facciate, che pechi: il serbatoio idrico6 dell’Acquedotto pugliese7. raltro in pochi punti iniziano ad essere interessate da Nonostante le varie problematiche nell’avanzamenfenomeni di ossidazione dei ferri di armatura e dal to lavori, il Magazzino viene completato in meno di distacco di porzioni del rivestimento in intonaco13.

2 anni, con una superficie coperta pari a mq 8.500

1 Il càrparo viene utilizzato anche per rivestire gli elementi cementizi, come le cornici delle finestre e le fasce marcapiano.

2 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 11.

3 L’area di scavo è talmente ampia che, per facilitarne il colmamento il Comune di Lecce autorizza che il sito sia utilizzato come discarica di materiali provenienti da demolizioni o lavori edili eseguiti in città (Archivio Storico Comunale Lecce, cat. X-9-2, b. 140). A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 14.

4 Archivio della Direzione Dei Monopoli di Stato di Lecce; A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, pp.

8-14.

5 La Casa del Tabacco. Il grande magazzino statale in Lecce è un fatto compiuto, in Almanacco Il Salento 1932 (a cura di G. Carruggio), vol.

VI, Lecce 1932, p. 208; 6 Vedi capitolo 1.

7 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 14.

8 I magazzini dei tabacchi, cit., p. 726; 9 La Casa del Tabacco, cit., p. 206; 10 Una grandiosa costruzione, cit., p. 240; 11 Per conto dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli i lavori furono invece seguiti dall’Ing. Rosario d’Anna, vicedirettore della Manifattura Tabacchi di Lecce; cfr. Una grandiosa costruzione, cit., p. 240.

12 La Casa del Tabacco, cit., p. 206; 13 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 11.

113

per 33) per

Edificio della Cooperativa edilizia per Mutilati e Invalidi di Guerra Edificio della Cooperativa edilizia Pierper Luigi Nervi Mutilati e Invalidi di Guerra Progetto: 1929 Pasquale Franco, Pier Luigi Nervi Realizzazione: 1929-1933 Progetto: 1929 Proprietà: Attualmente Proprietà privata Realizzazione: 1929-1933 Proprietà: Attualmente Proprietà privata

Inquadramento (Fonte: Google Earth)

Foto in GLORIA BIANCHINO, DARIO COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p. 193.

di 3)di e di i di uista di nemi istale emi etto le gelo etto dalla elo attro Fig. 1 Vista prospettica dell’edificio, ipotesi progettuale. alla nco, ttro e nco, vio e sta io ale ta vie le ma ie ttà ma era tà nto ra tto to ner to ne er sta ne e". ta lte e". narsi al114contesto, mediante ridondanti riferimenti di un linguaggio eteneogotica38, senza successo. Anche la soluzione progettuale di narsi al contesto, mediante ridondanti riferimenti di un linguaggio

Fig. 2 Vista d’insieme dell’edificio.

L’edificio Cooperativa edilizia per Mutilati e Invalidi di Guerra di Lecce è caratterizzato da una serie di vicissitudini, che hanno portato ad un conquista compositiva, attraverso la sostituzione di fonemi architettonici, ritenuti troppo obsoleti per le 3 dele del lotto progetto datato 30 settembre 1929 L’edificio Cooperativa ediliziaIlper Mutilati e Invaburocratizzate istituzioni fasciste. progetto architettonico, voluto fortemente dal. Ilcavalier Angelo Sabatino, presidente e approvato dal direttore tecnico del Comune di Lecdi Guerra dicostituito Lecce è caratterizzato da una serie alloggi distribuiti dellalidi Cooperativa, dalla realizzazione di sedici su quattro livelli, viene affidato all’ingegnere ce Il 3 ottobre e dal podestà Il 22 gennaio 19314 di vicissitudini, che hanno portato un conquista Pasquale Franco, com’è riscontrabile neiadi disegni di planimetrie e prospetti firmati1930, dall’ingegnere, presenti nell’Archivio sembra portare all’effettiva realizzazione dell’opera. compositiva, attraverso sostituzione di fonemi arStorico del Comune di Lecce.laDal punto di vista urbanistico, il progetto si inserisce in un punto nodale della città di Lecce, Dalla ricostruzione delle documentazioni d’archivio, chitettonici,tre ritenuti troppo obsoleti per le burocraall’intersezione due vie principali (viale Taranto e viale Gallipoli), ma soprattutto era rivolto nelle vicinanze delle mura tuttavia, appare evidente un salto di temporale di un istituzioni fasciste.

Il progetto architettonico, cittàtizzate e alla porta Rudiae, all’interno della quale era presente la Regia Manifattura Tabacchi già convento San Domenico 1 paio d’anni, infatti, dellal’esigenza palazzinadisiun rianno notizie dal cavalier Angelo Sabatino, intravoluto moeniafortemente . Sotto l’aspetto compositivo, tuttavia, due sono le condizioni da tener conto: legame con in una lettera che Il presidente della cooperativa, capresidente delladella Cooperativa, costituito realizla tradizione storica città e risolvere daldalla punto di vista planimetrico una collocazione urbanistica “angolare”.

Tali esivalier Angelo Sabatino, invia alal podestà, in mediante data 8 luzazione di sediciperò, alloggi quattro livelli, genze compositive, nondistribuiti vengonosu colte dall’ingegnere incaricato, il quale cerca di relazionarsi contesto, 2 glioneoromanica 1933, in cui informa quest’ultimo, che “l’impresa viene affidato all’ingegnere Pasquale Franco, com’è ridondanti riferimenti di un linguaggio architettonico di vaga tradizione e neogotica , senza successo.

Anche Ingg Nervi Bartoli, ci informa che unal’angolo conduttura riscontrabile nei i disegni di planimetrie e prospettil’incrocio visivo la soluzione progettuale di rimarcare prospetticamente delle due&vie principali e consolidare con gas, attraversa delle costruende dall’ingegnere, presenti Storico al consuetodel una firmati torre dello stesso materiale del nell’Archivio basamento, richiama sistema costruttivolaa fondazioni muratura portante e assume dl questacompie cooperativa, impedendo il normale Comune diurbanistica Lecce. Dal soltanto punto dinel vista urbanistiuna del connotazione ridisegno costruttivo checase Il progettista in maniera fedele del lotto3. Il 5 del lavoro” . Durante lavori, i reco, il datato progetto inserisce 1929 in unepunto nodale progetto 30 sisettembre approvato daldella direttore tecnico proseguimento del Comune di Lecce Il 3 ottobre 1930, ei dal podestà sponsabili della Cooperativa, iniziano a sviluppare di Lecce, due vie principali Il 22città gennaio 19314all’intersezione sembra portaretre all’effettiva realizzazione dell’opera.

Dalla ricostruzione delle documentazioni d’archidelle perplessità riguardo il valore compositivo del Taranto e evidente viale Gallipoli), matemporale soprattutto erapaio d’anni, infatti, vio, (viale tuttavia, appare un salto di un della palazzina si rianno notizie in una lettera progettoinadata disposizione, e avvalendosi dell’interrunelle della vicinanze delle mura cittàAngelo e alla porta che rivolto Il presidente cooperativa, cavalier Sabatino, invia al podestà, 8 luglio 1933, in cui informa quest’ulzione dei lavori, dalladelle conduttura del all’interno della quale era presente la Regia timo,Rudiae, che “l’impresa Ingg Nervi & Bartoli, ci informa che una conduttura delforzata gas, attraversa lacausata fondazioni costruende 5 lettera per il podestà, datata 7 settembre gas, in una Tabacchi giàimpedendo convento diilSan Domenico caseManifattura dl questa cooperativa, normale proseguimento del lavoro” . Durante i lavori, i responsabili della Coo1 1933, il neopresidente Cooperativa, scrive: “Il intra moenia l’aspetto compositivo, tuttavia, il valore compositivo perativa, iniziano .aSotto sviluppare delle perplessità riguardo del progetto adella disposizione, e avvalendosi di sottoporre all’esame 1933, della due sono le condizioni tener conto:dalla l’esigenza di dell’interruzione forzata dei da lavori, causata conduttura del gas, insottoscritto una letteraha peril ilpregio podestà, datata 7 settembre l’unito progetto della facciatal’unito delle progetto case soun legame con la tradizione storica della“Ilcittà e risol- ha il pregio S.V.ll.ma, il neopresidente della Cooperativa, scrive: sottoscritto di sottoporre all’esame della S.V.ll.ma, ciali della Cooperativa Edilizia fra ed Invalidi dal punto di vista planimetrico una collocaziodellavere facciata delle case sociali della Cooperativa Edilizia fra mutilati ed Invalidi di Guerra, con preghiera di mutilati approvarne l’esecudi dell’On. Guerra, Ente con edilizio, preghiera neche urbanistica Tali esigenze compositive,anche da parte zione, sarà fatta“angolare”. subordinatamente all’approvazione ed di in approvarne sostituzione l’esecuzione, di quella già sarà fatta all’approvazione anperò, non vengono colte dall’ingegnere incaricato, approvata a suo tempo. L’andamento planimetrico rimaneil il primitivo, e che pertanto vienesubordinatamente sottoposto alla S.V.ll.ma, l’unito progetche 6da parte dell’On. Ente edilizio, sostituzione di quale cerca di relazionarsi contesto, improntata mediante ri-ai tempi moderni” to per ciò che riguarda la nuova al architettura . Tale scelta è supportata da ed unainfiducia sempre quella già approvatasul a suo tempo.pugliese, L’andamento planidondanti riferimenti di un linguaggio architettonico più forte nei confronti Nervi, il quale ha dimostrato nelle numerose occasioni costruttive territorio non solo la 2 metrico rimane il primitivo, e pertanto viene sottopodi vaga tradizione neoromanica e neogotica , senza sua maestria progettuale e costruttiva, ma soprattutto la sua credibilità professionale. sto alla S.V.ll.ma, l’unito progetto per ciò che riguarda successo. Anche la soluzione progettuale di rimarla nuova architettura improntata ai tempi moderni”6. care prospetticamente l’incrocio visivo delle due vie Tale scelta è supportata da una fiducia sempre più principali e consolidare l’angolo con una torre dello forte nei confronti Nervi, il quale ha dimostrato nelle stesso materiale del basamento, richiama al consuenumerose occasioni costruttive sul territorio puglieto sistema costruttivo a muratura portante e assume se, non solo la sua maestria progettuale e costrutuna connotazione urbanistica soltanto nel ridisegno tiva, ma soprattutto la sua credibilità professionale. costruttivo che Il progettista compie in maniera fe-

1 G.BIANCHINO, D.COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p. 191.

2 Ibid.

3 Ivi., p. 191-192 4 Ibid.

5 Ibid.

6 Ibid.

115

Sanatorio antitubercolare o Galateo Sanatorio antitubercolare o Galateo Oronzo Pellegrino, PierPier LuigiLuigi Nervi Oronzo Pellegrino, Nervi Progetto: 1932 1932 Progetto: Realizzazione: 1932-1934 Realizzazione: 1932-1934 Proprietà: Attualmente abbandonato Proprietà: Attualmente abbandonato

4)

Inquadramento (Fonte: Google Earth)

balconate e di un'aerea pensilina su pilotis a quota piano coperture53. Il carattere materico è conferito ai prospetti54 rvi & balconate e di un'aerea pensilina su pilotis a quota piano attraverso l’attenzione data ai dettagli costruttivi dei 53 torio anteriori, coperture . Il carattere materico è conferito ai prospetti54 davanzali e delle inquadrature della finestre, ma soprattutto attraverso l’attenzione data ai dettagli costruttivi dei 1934 anteriori, scegliendo di utilizzare il càrparo55 in porzioni dell'edificio che davanzali e delle inquadrature della finestre, ma soprattutto dovevano suggerire solidità, come55 il basamento e il "bastione" le su scegliendo di utilizzare il càrparo in porzioni dell'edificio che Foto in A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a ad angolo56. Nervi, infatti, nella patria del decoro, sfrutta la azzi", Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, dovevano suggerire solidità, come il basamento e il "bastione" alateo (1932-34) versatilità 56 della pietra locale, per applicare in maniera rigorosa Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce angolo . Nervi, infatti, nella patria del decoro, sfrutta la o con ad 2011, pp. 15-21 i principi del razionalismo europeo, che si allontanano ecce, la società Nervidella & pietra locale, per applicare in maniera rigorosa versatilità dall'ornato architettonico. Gli unici riferimenti ai tradizionali dopo ruzione del Sanatorio i principi del razionalismo europeo, che si allontanano elementi decorativi della facciata sono presenti unicamente sul ostruito dal 1932 al 1934 visto dall'ornato architettonico. Gli unici riferimenti ai tradizionali prospetto principale, con mensole stilizzate nei balconi del lla Previdenza Sociale su elementi decorativi della facciata sono presenti unicamente sul te in cornici stondate di finestre a piano primo ed una dale civileterzo "Vitopiano, Fazzi", prospetto principale, con mensole stilizzate nei balconi del 47 rivisitazione semplificata dell'ordine dorico nelle due colonne eretto concornici stondate oLecce, , è viene terzo piano, di finestre a piano primo ed una marmoree che affiancano l'ingresso principale57. Sul prospetto polo sanitario, che dopo semplificata dell'ordine dorico nelle due colonne niti i rivisitazione posteriore, con esposizione a Sud-Est, affacciano le ariose circonvallazione previsto marmoree che affiancano l'ingresso principale57. Sul prospetto aliera vetrate dellein camere dei degenti del "reparto elioterapico", o in struttura portante posteriore,47 con esposizione a Sud-Est, affacciano le ariose le di tufo e càrparo , ilè miglior apporto solare. Questa facciata, piatta e poste lì per della vetrate delle dei degenti del "reparto elioterapico", interno lunga, sono riuniti i camere si arricchisce di effetti di chiaro-scuro ed è movimentata poste lì per il miglior apporto solare. Questa facciata, piatta e iente della clinica da ospedaliera sinuosi profili metallici, attraverso un innovativo sistema ad lunga, si arricchisce di effetti di chiaro-scuro ed è movimentata i, radiologici, quelli della elettrico ento avvolgimento di serrande scorrevoli, che dainizialmente sinuosi profili metallici, attraverso un innovativo sistema ad l progetto, ombreggiano le verande sino alla chiusura totale. Le balconate nio ecce49e, è il avvolgimento riadattamento elettrico di serrande scorrevoli, che sono “munite di vetrateplanimetria scorrevoli che consentono la Fig. 1 Sanatorio antitubercolare, generale. anatori ventennio ele verande sino alla chiusura totale. Le balconate er le delombreggiano suddivisione delle verande in scomparti, tanti quanti sono le Bartoli Anonima per le di vetrate scorrevoli che consentono la sono “munite infermerie ad una certa protezione dal vento per gli ammalati erienze suddivisione delle verande in scomparti, tanti quanti sono le che soggiornano sulle verande medesime”58. All’esterno viene Fig. 2 Foto storica prospetto Sud. uzione infermerie ad una certa59protezione dal vento per gli ammalati un grande parco con pini e "piante a rapida crescenza ta dal creato che soggiornano sulle verande medesime”58. All’esterno viene e assi rettilinei e viali a 59 raggiera, a Sud del fabbricato, diviso in ogetto creato un grande parco con pini e "piante a rapida crescenza per mantenere l’inflessibile separazione dei sessi che vige a degli due e assi rettilinei e viali a60raggiera, a Sud del fabbricato, diviso in come all’interno dell’edificio . Ancora prima dell'inizio delle fasi di due per mantenere l’inflessibile separazione dei sessi che vige rovate lavoro la propaganda di60regime celebra sulla stampa il nascente all’interno dell’edificio . Ancora prima dell'inizio delle fasi di mento complesso, lodandone la moderna architettura con gli acritici lavoro la propaganda di regime celebra sulla stampa il nascente tutto toni altisonanti tipici della pubblicistica dell'epoca, attenta ad lodandone la moderna architettura con gli acritici erni"52. complesso, introdurre e far risaltare termini come razionalità e toni altisonanti tipici della pubblicistica dell'epoca, attenta ad icolato funzionalità, indici di modernità e progresso: "Edifici che si introdurre e far risaltare termini come razionalità e orpo di fanno ammirare all'esterno per la semplice e nitida architettura sce su funzionalità, indici di modernità e progresso: "Edifici che si massa fanno ammirare all'esterno per la semplice e nitida architettura

eggere

53

Diversi interventi edilizi attuati nel dopoguerra hanno in parte alterato la fisionomia dell'immobile: tra questi, la chiusura della Fig. 3 Foto storica esterno.

Fig. Foto esterne storica del giardino esterno. pensilina sul piano coperture trasformata in magazzino e la realizzazione di4scale antincendio in cemento armato. Da circa 53 Diversi interventi edilizi attuati nel dopoguerra hanno in parte alterato la fisionomia dell'immobile: questi, la chiusura della quindici anni il complesso versa in stato di abbandono e di estremo degrado. A. Mantovano, Pier Luigitra Nervi a Lecce (1930-1935). , Cantiere116 Nervi.

La costruzione di una identità.

Storie, geografie, parallele, Skira pensilina sul piano coperture trasformata in magazzino e la realizzazione di scale esterne antincendio in cemento armato.

Da circa Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, p. 15.

54 quindici anni il complesso versa in stato di abbandono e di estremo degrado.

A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935).

Il prospetto della Nervi & Bartoli, approvato il 9 settembre 1933, dal podestà del Comune di Lecce, dopo soli due giorni, come si nuta inizialmente allaetimbro Congregazione Carità Lecce, ceduta nel 1931presentato all'istituto Impresa progetto, PierodiManni s.r.l., SanfuCesario di Lecce 2011, p. 15. legge dal sul disegno delladi prospettiva dell'edificio da Nervi. GLORIA BIANCHINO, DARIO COSTI (a cura di), 54 sso cui la Provincia di Lecce ebbe accesso a un mutuo per l'acquisto e avvio delledal podestà del Comune di Lecce, dopo soli due giorni, come si Il prospetto della Nervi & Bartoli, approvato il 9 settembre 1933,

Sempre nell’incantevole città barocca di Lecce, la società Nervi & Nebbiosi vince l’appalto per la costruzione del Sanatorio antitubercolare1. L’edificio di cinque piani, costruito dal 1932 al 1934 con fondi dell’Istituto Nazionale Fascista della PreviSempre nell’incantevole città barocca di Lecce, la rimane sostanzialmente invariata dal punto di vista denza Sociale su un lotto2 di 3600 mq nel retro dell’Ospedale civile “Vito Fazzi”, ceduto dall’Amministrazione Provinciale di società Nervi & Nebbiosi vince l’appalto per la coplanimetrico rispetto al progetto precedente; tuttaLecce, viene eretto con l’intento di creare a sud-est della città un polo sanitario, che dopo pochi anni verrà tagliato in due struzione del Sanatorio antitubercolare1.3 L’edificio4 via, la distribuzione interna degli alloggi è pensata dall’anello di circonvallazione previsto dal PRG del 1934 . Il Sanatorio, realizzato in struttura portante in cemento armato di cinque piani, costruito dal 1932 al 1934 con fondi in maniera più razionale, come testimoniano alcue muratura in pietra locale di tufo e càrparo5, è composto da un unico complesso al cui interno sono riuniti i differenti redell’Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sone soluzioni di pianta trovate nell’Archivio Nervi9 e parti, “secondo gli ultimi dettami della clinica ospedaliera e cioè gli impianti diagnostici, clinici, curativi, radiologici, quelli ciale su un lotto2 di 3600 mq nel retro dell’Ospedale soprattutto il trattamento della facciata assume una della lavanderia, di disinfezione e le cucine6. Il progetto, inizialmente firmato dall’’ingegner Oronzo Pellegrino di Lecce7, è civile “Vito Fazzi”, ceduto dall’Amministrazione Profiguratività del tutto differente, più consona cioè “ai il riadattamento dello schema architettonico tipico per i sanatori del ventennio e viene affidato all’impresa Ingg Nervi & vinciale di Lecce, viene eretto con l’intento di creatempi moderni”10. ln pianta come in elevato, il comBartoli Anonima per le Costruzioni Roma8, in seguito anche all’esperienze positive della stessa società in Puglia. La soluziore a sud-est della città un polo sanitario, che dopo plesso è articolato con un gioco di volumi aggettanne adottata rimane sostanzialmente invariata dal punto di vista planimetrico rispetto al progetto precedente; tuttavia, la pochi anni verrà tagliato in due dall’anello di circonti, ed il corpo di fabbrica, di maggiore lunghezza, si distribuzione interna degli alloggi 3 è pensata 4 in maniera più razionale, come testimoniano alcune soluzioni di pianta trovavallazione previsto dal PRG del 1934 .

Il Sanatorio, alleggerisce su entrambi i lati con uno svuotamento te nell’Archivio Nervi9 e soprattutto il trattamento della facciata assume una figuratività del tutto differente, più consona realizzato in struttura portante in cemento armato e della massa muraria, grazie alla sovrapposizione di cioè “ai tempi moderni”10. ln pianta come in elevato, il complesso è articolato con un gioco di volumi aggettanti, ed il corpo muratura in pietra locale di tufo e càrparo5, è compoleggere balconate e di un’aerea pensilina su pilotis a di fabbrica, di maggiore lunghezza, si alleggerisce su entrambi i lati con uno svuotamento della massa muraria, grazie alla sto da un unico complesso al cui interno sono riuniti quota piano coperture11. Il carattere materico è con11 sovrapposizione di leggere balconate e di un’aerea pensilina su pilotis a quota piano coperture . Il carattere materico è 12 i differenti reparti, “secondo gli ultimi dettami della ferito ai prospetti anteriori, attraverso l’attenzione conferito ai prospetti12 anteriori, attraverso l’attenzione data ai dettagli costruttivi dei davanzali e delle inquadrature della clinica ospedaliera e cioè gli impianti diagnostici, 13 data ai dettagli costruttivi dei davanzali e delle infinestre, ma soprattutto scegliendo di utilizzare il càrparo in porzioni dell’edificio che dovevano suggerire solidità, come clinici, curativi, radiologici, quelli della lavanderia, quadrature della finestre, ma soprattutto sceglienil basamento e il “bastione” ad6angolo14. Nervi, infatti, nella patria del decoro, sfrutta la versatilità della pietra locale, per di disinfezione e le cucine . Il progetto, inizialmente do di utilizzare il càrparo13 in porzioni dell’edificio applicare in maniera rigorosa i principi del razionalismo europeo, che si allontanano dall’ornato architettonico. firmato dall’’ingegner Oronzo Pellegrino di Lecce7, è che dovevano suggerire solidità, come il basamento il riadattamento dello schema architettonico tipico e il “bastione” ad angolo14. Nervi, infatti, nella patria per i sanatori del ventennio e viene affidato all’imdel decoro, sfrutta la versatilità della pietra locale, presa Ingg Nervi & Bartoli Anonima per le Costruper applicare in maniera rigorosa i principi del razioni Roma8, in seguito anche all’esperienze positive zionalismo europeo, che si allontanano dall’ornato della stessa società in Puglia. La soluzione adottata architettonico.

1 G. BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, p. 192.

2 L’area su cui è stato costruito l’edificio, appartenuta inizialmente alla Congregazione di Carità di Lecce, fu ceduta nel 1931 all’istituto Nazionale di Assicurazione Sociale di Roma, presso cui la Provincia di Lecce ebbe accesso a un mutuo per l’acquisto e avvio delle opere di costruzione. Ibid.

3 L’intervento fa parte del progetto generale di strutture pubbliche previste dal regime a cornice dell’abitato, rispetto al vicino Ospedale costruito solo trent’anni prima, come un edificio principale ed una serie di padiglioni separati.

4 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 15.

5 G. BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, p. 192.

6 Il Corriere del Salento, 4 luglio 1932.

7 Giovanissimo ingegnere leccese che ha fornito “una prova bellissima di competenza professionale”. Il grande Sanatorio antitubercolare di Lecce, in Almanacco II Salento 1934 (a cura di G. Carruggio), vol. VIII, Lecce 1934, p. 311.

8 Costituita nel 1932 e subentrata all’impresa Nervi & Nebbiosi, alla quale erano stati affidati i lavori perché “dà serio affidamento di perfetta esecuzione”. Il Corriere del Salento, cit.

9 Conservato presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione (Csac) dell’Università degli Studi di Parma, Sezione Progeto 10 G. BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, p. 193.

11 Diversi interventi edilizi attuati nel dopoguerra hanno in parte alterato la fisionomia dell’immobile: tra questi, la chiusura della pensilina sul piano coperture trasformata in magazzino e la realizzazione di scale esterne antincendio in cemento armato. Da circa quindici anni il complesso versa in stato di abbandono e di estremo degrado. A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 15.

12 Il prospetto della Nervi & Bartoli, approvato il 9 settembre 1933, dal podestà del Comune di Lecce, dopo soli due giorni, come si legge dal timbro sul disegno della prospettiva dell’edificio presentato da Nervi. G.BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012.

13 Materiale calcarenitico locale, utilizzato anche in altri interventi di Nervi nel territorio pugliese.

14 Quest’ultimo dialoga in maniera visiva direttamente con il bastione lanceolato della cinta bastionata della città di Lecce, che si affacciano sulla medesima via Manifattura Tabacchi. G. BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità.

Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, pp. 193.

117

Fig. 6 Pianta piano secondo.

balconate e di un'aerea pensilina su pilotis a quota piano coperture53. Il carattere materico è conferito ai prospetti54 anteriori, attraverso l’attenzione data ai dettagli costruttivi dei davanzali e delle inquadrature della finestre, ma soprattutto scegliendo di utilizzare il càrparo55 in porzioni dell'edificio che dovevano suggerire solidità, come il basamento e il "bastione" ad angolo56. Nervi, infatti, nella patria del decoro, sfrutta la versatilità della pietra locale, per applicare in maniera rigorosa i principi del razionalismo europeo, che si allontanano dall'ornato architettonico. Gli unici riferimenti ai tradizionali elementi decorativi della facciata sono presenti unicamente sul prospetto principale, con mensole stilizzate nei balconi del Fig. 7 Foto storica entrata.

Fig. 8 Allegorie scultoree in terracotta. terzo piano, cornici stondate di finestre a piano primo ed una rivisitazione semplificata dell'ordine dorico nelle due colonne marmoree che affiancano l'ingresso principale57. Sul prospetto posteriore, con esposizione a Sud-Est, affacciano le ariose vetrate delle camere dei degenti del "reparto elioterapico", poste lì per il miglior apporto solare. Questa facciata, piatta e lunga, si arricchisce di effetti di chiaro-scuro ed è movimentata da sinuosi profili metallici, attraverso un innovativo sistema ad avvolgimento elettrico di serrande scorrevoli, che ombreggiano le verande sino alla chiusura totale. Le balconate sono “munite di vetrate scorrevoli che consentono la suddivisione delle verande in scomparti, tanti quanti sono le Fig.ad 9 Verande del “reparto elioterapico”. infermerie una certa protezione dal vento per gli ammalati Fig.10 Interno del “reparto elioterapico”. che soggiornano sulle verande medesime”58. All’esterno viene creato un grande parco59 con pini e "piante a rapida crescenza e assi rettilinei viali a raggiera, Suda Lecce del fabbricato, diviso in Foto in A.eMantovano, Pier Luigi a Nervi Impresa e progetto,separazione Piero Manni s.r.l., due per (1930-1935). mantenere l’inflessibile dei sessi che vige San 118Cesario di Lecce 60 2011, pp. 15-21 all’interno dell’edificio . Ancora prima dell'inizio delle fasi di lavoro la propaganda di regime celebra sulla stampa il nascente complesso, lodandone la moderna architettura con gli acritici

Gli unici riferimenti ai tradizionali elementi decorativi della facciata sono presenti unicamente sul prospetto principale, con mensole stilizzate nei balconi del terzo piano, cornici stondate di finestre a piano primo ed una rivisitazione sempliGlidell’ordine unici riferimenti ai tradizionali elementi decora1 la prospetto semplice e posteriore, nitida architetficata dorico nelle due colonne marmoree che affiancanoammirare l’ingressoall’esterno principaleper . Sul con tivi della facciata sono presenti unicamente sul protura dei prospetti e per le ampie verande soleggiate, esposizione a Sud-Est, affacciano le ariose vetrate delle camere dei degenti del “reparto elioterapico”, poste lì per il miglior spetto principale, mensole stilizzate neisibalconi le salubri località cui sorgono, da persinuosi i verdi parchi apporto solare.

Questacon facciata, piatta e lunga, arricchisce di effettiper di chiaro-scuro ed èin movimentata profili del terzo piano, cornici stondate di finestre a piano che li contornano, e all’interno per gli ampi spaziosi lometallici, attraverso un innovativo sistema ad avvolgimento elettrico di serrande scorrevoli, che ombreggiano le veranprimo ed una rivisitazione semplificata dell’ordine cali ravvivati da una semplice decorazione che rompe de sino alla chiusura totale. Le balconate sono “munite di vetrate scorrevoli che consentono la suddivisione delle verande in dorico tanti nellequanti due colonne cheuna affiancano il tradizionale monotono degli Ospedali, per scomparti, sono le marmoree infermerie ad certa protezione dal vento per gli ammalati chebiancore soggiornano sulle verande 1 l’ingresso principale .

Sul prospetto posteriore, con 2 3 le comodità in cui la vita del malato si svolge ed i servizi medesime” . All’esterno viene creato un grande parco con pini e “piante a rapida crescenza e assi rettilinei e viali a raggiera, a esposizione Sud-Est, affacciano le ariose vetrateseparazione dei 4 si effettuano, perall’interno la modernità degli impianti Sud del fabbricato,adiviso in due per mantenere l’inflessibile sessi che vige dell’edificio” . Ancorastudiati prima delle camere dei degenti del “reparto elioterapico”, con cura minuziosa in tutti i particolari: oasi di dell’inizio delle fasi di lavoro la propaganda di regime celebra sulla stampa il nascente complesso, lodandone vere la moderna poste lì per miglior apporto solare. Questa pace e di serenità, nelle quali il malato può seguire la architettura conilgli acritici toni altisonanti tipici facciata, della pubblicistica dell’epoca, attenta ad introdurre e far risaltare termini piatta e lunga, si arricchisce di effetti di chiaro-scupiù proficua cura in un ambiente tranquillo, ed i servicome razionalità e funzionalità, indici di modernità e progresso: “Edifici che si fanno ammirare all’esterno per la semplice e roarchitettura ed è movimentata da esinuosi profiliverande metallici, zi salubri possonolocalità svolgersi secondo il più razionale nitida dei prospetti per le ampie soleggiate, per le in cui sorgono, perpratico i verdieparchi che 5 attraverso un innovativo sistema ad avvolgimento criterio di funzionalità” .

L’obbiettivo della razionalità li contornano, e all’interno per gli ampi spaziosi locali ravvivati da una semplice decorazione che rompe il tradizionale monoserrande scorrevoli, che ombreggiano le del malato sièsvolge quindiedconsiderato raggiuntoper nelle forme architettonoelettrico biancoredidegli Ospedali, per le comodità in cui la vita i servizi si effettuano, la modernità degli verande sino alla chiusura totale.

Le balconate sono toniche come negli intenti compositivi, improntati impianti studiati con cura minuziosa in tutti i particolari: vere oasi di pace e di serenità, nelle quali il malato può seguire la più “munite scorrevoli che consentono suddi- svolgersi secondo “col criterio del massimo concentramento dei reparti5. proficua curadiinvetrate un ambiente tranquillo, ed i servizilapossono il più pratico e razionale criterio di funzionalità” visione delle verande in scomparti, tanti quanti sono medesimi e della centralizzazione dei vari impianti e L’obbiettivo della razionalità è quindi considerato raggiunto nelle forme architettoniche come negli intenti compositivi, le infermerie ad una certa protezione dal vento per gli servizi generali in modo da raggiungere la improntati “col criterio del massimo concentramento dei2 reparti medesimi e della centralizzazione dei vari impiantimassima e servizi ammalati cheda soggiornano verande semplicità medesime”e.celerità nello semplicità e dei celerità nello svolgimento deieconomia servizi, e generali in modo raggiungeresulle la massima svolgimento servizi, e perciò la maggior 3 6 viene creato unegrande con pini alla previstaperciò 6 la maggior economia nelle spese diultimato esercizio”in . . In lieve forzato parco anticipo rispetto consegna dei lavori, il complesso viene nelleAll’esterno spese di esercizio” e “piante a rapida crescenza e assi rettilinei e viali a In lieve e forzato anticipo rispetto alla prevista contempo perché sia inaugurato da Mussolini il 7 settembre 1934: tappa finale di un tour in Puglia nonché prima ed ultima a Sud del fabbricato, diviso giornata in due peroltre mansegna dei complesso viene ultimato temvisitaraggiera, del Duce a Lecce, che nella stessa al Sanatorio inaugura unlavori, altro iledificio-simbolo della localeinscuola tenere l’inflessibile separazione dei sessi che vige all’in7 po perché sia inaugurato da Mussolini il 7 settemdel razionalismo architettonico, La Casa del Balilla progettata dall’Ing. Francesco D’Ercole . terno dell’edificio”4. Ancora prima dell’inizio delle bre 1934: tappa finale di un tour in Puglia nonché fasi di lavoro la propaganda di regime celebra sulla prima ed ultima visita del Duce a Lecce, che nella stampa il nascente complesso, lodandone la moderstessa giornata oltre al Sanatorio inaugura un altro na architettura con gli acritici toni altisonanti tipici edificio-simbolo della locale scuola del razionalismo della pubblicistica dell’epoca, attenta ad introdurre architettonico, La Casa del Balilla progettata dall’Ing. e far risaltare termini come razionalità e funzionalità, Francesco D’Ercole7. indici di modernità e progresso: “Edifici che si fanno

1 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 16; 2 L’Ospedale Sanatoriale di Lecce, in Opere Pubbliche, anno V, n. 10-12, ott.-dic.1935, p. 677; A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (19301935). Impresa e progetto, pp. 16-17; 3 L’area più meridionale del parco, a ridosso di una preesistente casa colonica destinata ad ospitare gli alloggi del personale dirigente, è coltivata ad agrumeto ed orto e come in una piccola fattoria, altre zone ospitano animali domestici e sono allestite con pollaio, porcilaia ed uno spazio per l’allevamento di anatre e germani. L’Ospedale Sanatoriale di Lecce, in Opere Pubbliche, anno V, n. 10-12, ott.-dic.1935, p.

672; 4 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 17; 5 L’Ospedale Sanatoriale di Lecce, in Opere Pubbliche, anno V, n. 10-12, ott.-dic.1935, p. 671; 6 Ivi., p. 672; 7 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, pp. 20-21.

119

Palazzina Parisi Palazzina Parisi PierPier Luigi Nervi Luigi Nervi

Progetto: 19341934 Progetto: Realizzazione: 1934-1935 Realizzazione: 1934-1935 Proprietà: Privata Proprietà: Privata

ttura nità ità di a del ico co di rreno lotto ato64. to da ciuto, alista, tutto rma’’ Nervi 934", primo Fig. 11 Veduta d’insieme. chiave di moderna semplicità riproponendo pia di elementi essenziali come il basamento, la fascia quella marcapiano ed un sottile coronamento68. L’unica sono decorazione riscontrabile all’esterno, infatti, è la uguali ringhiera metallica del balcone che, contrariamente age) e ai tubolari previsti in precedenza previsti, manifesta delle un linguaggio déco, con un tipico motivo geometrico. atura Nervi decide di rivolgere particolare attenzione per il riguardo l’angolo dell’edifico, enfatizzando il suo delle lieve arrotondamento, grazie al segno lasciato dalla tipica soletta in cemento armato, che funge da balcone. menti Attraverso tali curvature, in contrasto con le precedenti soluzioni progettuali, l’ingegnere rità e sondriese, non solo sembra quasi ricercare maggiore lari ari di fluidità nei prospetti e nello spazio esterno che li linee incornicia, volutamente non interrotto da uno drio è spigolo vivo, ma richiama anche i numerosi angoli menti arrotondati degli edifici storici della città leccese. no ed Questa continua ricerca di fluidità di linee curve ed getto, interrotte è messa in risalto, come detto in etrali. precedenza, nella sinuosa scala interna a sviluppo drate elicoidale, completamente realizzata in cemento urario armato, che diventa la traccia architettonica più re e al rilevante dell’intero progetto. Nervi impiega un come rapporto 1:2 per il proporzionamento dell’alzato69, piano mentre nella composizione planimetrica, colloca la ata di scala a pianta circolare esattamente in asse con ato in l’ingresso posto al piano terra, in un vano cilindrico

Inquadramento (Fonte: Google Earth)

Foto in A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, pp. 23-26

al centro del lotto quadrato, il quale riceve luce naturale direttamente dalle ampie finestre con Fig. 13 Particolare della scala interna.

Fig. del piano primo.

12012 L’angolo architrave piana rivolte verso il cortile interno, che al pari di una quinta scenografica, incorniciano enfaticamente il vano scala rendendolo il fulcro del progetto70. Un altro particolare, che nella sua enorme ed equilibrata semplicità restituisce

“Concessionario di tabacchi” con una propria manifattura salentina, Giuseppe Parisi ha probabilmente l’opportunità di conoscere Nervi nell’ambito della vicenda costruttiva del Magazzino leccese, e nel 1933 gli commissiona l’incarico di pro“Concessionario dida tabacchi” con propriainedificato manianche cornici ea Candido, bugna stondata finestre gettare una residenza realizzare suuna un terreno in angolo tra lenelle vie Paisiello un lotto nelle quadrato con fattura salentina, Giuseppe Parisi ha probabilmente 1 del piano terra, tuttavia in questo caso, lo schema uno sviluppo lineare di circa m 20 per lato . Questo edificio è in verità l’unico completamente ideato da Nervi sul territorio l’opportunità di conoscere Nervi nell’ambito della di di facciata di classica memoria viene spogliato del leccese e, anche se poco conosciuto, rappresenta unvivalido esempio architettura razionalista, attraverso l’impiego di cenda costruttiva del Magazzino leccese, e nel 1933 decoro e rivisitato in chiave di moderna semplicità materiali locali e soprattutto nell’incantevole e sinuosa scala, sorprendente ‘’firma’’ dell’autore all’interno dell’edificio. Per i gli commissiona l’incarico di progettare una residenriproponendo elementi come il basamenprospetti Nervi elabora due soluzioni, entrambe datate “6 gennaio 1934”, che differiscono soloessenziali nella definizione dell’ango5 za da realizzare su un terreno inedificato in angolo 2 to, la fascia marcapiano ed un sottile coronamento lo: nel primo un’ampia vetrata sui due livelli, nel secondo una coppia di porte - finestre . Sarà proprio quest’ultima soluzio-. tra le vie Paisiello e Candido, un lotto quadrato con L’unica decorazione riscontrabile all’esterno, infatti, ne quella optata dalla committenza: un edificio1 in cui le aperture sono scandite ad intervalli regolari, con i due prospetti uno(eccetto sviluppo lineare di circa m 20 per lato . Questoal garage) e nel è laquale ringhiera del balcone uguali l’ubicazione del portone e dell’accesso vienemetallica dato il massimo risaltoche, alla contrariamatericità edificio è in verità l’unico completamente ideato da 3previsti in precedenza previsti, mente ai tubolari delle pietre locali da costruzione, utilizzate anche per la muratura perimetrale portante . Nervi sceglie di utilizzare, per il Nervi sulil territorio leccese e, anchee se poco conomanifesta linguaggio déco,l’uso con della un tipico motivo piano terra, càrparo nella zoccolatura nelle cornici delle finestre, mentre nei un prospetti predilige tipica pietra sciuto, rappresenta un valido esempio di architetgeometrico.

Nervi decide di rivolgere particolare atleccese “faccia a vista”, costituita da elementi minuziosamente selezionati, privi di qualsiasi impurità e rivestiti da una scialtura razionalista, attraverso l’impiego 4 di materiali tenzione riguardo l’angolo dell’edifico, enfatizzando batura che lascia intravedere i filari di conci . Questa continua ricerca di purezza, sia nelle linee che nelle superfici, da parte locali e soprattutto nell’incantevole sinuosa scala, suo lieve arrotondamento, al segno lasciato dell’ingegnere di Sondrio è riconoscibileeanche nell’attenzione che dàilad elementi funzionali comegrazie i pluviali, comunemensorprendente ‘’firma’’ dell’autore all’interno dell’edalla soletta in cemento armato, che funge da te posti all’esterno ed impattanti a livello visivo, ma in questo progetto, sapientemente celati nello spessore dellebalcomura dificio. Per i prospetti elabora due ne.da Attraverso talisottosquadro curvature, in rispetto contrasto le preperimetrali.

Nelle aperture Nervi finestrate, poste al soluzioni, primo piano, riquadrate un incasso al con paramento entrambe datate “6 gennaio 1934”,dei che differiscono cedentiantitubercolare, soluzioni progettuali, l’ingegnere sondriese, murario esterno, è possibile ritrovare richiami dell’autore al Sanatorio suo precedente lavoro, come solo nella definizione dell’angolo: nel primo un’amnon solo sembra quasi ricercare maggiore anche nelle cornici a bugna stondata nelle finestre del piano terra, tuttavia in questo caso, lo schema di facciata di fluidità classica pia vetrata due livelli, nel secondo una coppia di di modernanei prospetti e nello spazioelementi esterno essenziali che li incornicia, memoria vienesui spogliato del decoro e rivisitato in chiave semplicità riproponendo come il 2 porte finestre .

Sarà proprio quest’ultima soluzio5 volutamente non interrotto da uno spigolo basamento, la fascia marcapiano ed un sottile coronamento . L’unica decorazione riscontrabile all’esterno, infatti,vivo, è la ma rinne metallica quella optata dalla committenza: un edificio in richiama anche i numerosi angoli ghiera del balcone che, contrariamente ai tubolari previsti in precedenza previsti, manifesta unarrotondati linguaggio degli déco, le aperture scanditeNervi ad intervalli storiciriguardo della città leccese.

Questa continua riconcui un tipico motivosono geometrico. decide diregolari, rivolgere particolareedifici attenzione l’angolo dell’edifico, enfatizzancon i due prospetti uguali (eccetto l’ubicazione del cerca di fluidità di linee curve ed interrotte è messa do il suo lieve arrotondamento, grazie al segno lasciato dalla soletta in cemento armato, che funge da balcone. Attraverso portone e in dell’accesso al garage) e nel quale viene in risalto, sondriese, come detto in solo precedenza, nella ricercare sinuosa tali curvature, contrasto con le precedenti soluzioni progettuali, l’ingegnere non sembra quasi dato il massimo risalto alla matericità delle pietre scala interna a sviluppo elicoidale, completamente maggiore fluidità nei prospetti e nello spazio esterno che li incornicia, volutamente non interrotto da uno spigolo vivo, da anche costruzione, utilizzate per la degli mura-edifici storici realizzata cemento armato, che diventa ma locali richiama i numerosi angolianche arrotondati della città in leccese.

Questa continua ricerca la di traccia fluidità 3 tura perimetrale portante .

Nervi sceglie di utilizarchitettonica più rilevante dell’intero progetto.

Nerdi linee curve ed interrotte è messa in risalto, come detto in precedenza, nella sinuosa scala interna a sviluppo elicoidale, zare, per il piano terra, il càrparo nella zoccolatura vi impiega un rapporto 1:2 per il proporzionamento completamente realizzata in cemento armato, che diventa la traccia architettonica più rilevante dell’intero progetto. Nervi 6 e nelle delle finestre, mentre nei prospetti dell’alzato , mentre nella composizione planimetriimpiega un cornici rapporto 1:2 per il proporzionamento dell’alzato6, mentre nella composizione planimetrica, colloca la scala a predilige l’uso della tipica pietra leccese “faccia a ca, colloca la scala a pianta circolare esattamente pianta circolare esattamente in asse con l’ingresso posto al piano terra, in un vano cilindrico al centro del lotto quadrato,inil vista”, costituita da elementi minuziosamente asse con l’ingresso posto ilalcortile pianointerno, terra, inche un al vano quale riceve luce naturale direttamente dalle ampieselefinestre con architrave piana rivolte verso pari zionati, privi di qualsiasi impurità e rivestiti da una 7 cilindrico al centro del lotto quadrato, il quale ricedi una quinta scenografica, incorniciano enfaticamente il vano scala rendendolo il fulcro del progetto .

Un altro partico4 cheenorme lascia intravedere i filari di conci . ve lucedell’eleganza naturale direttamente ampie finestre lare,scialbatura che nella sua ed equilibrata semplicità restituisce una traccia progettualedalle di Nervi, è costituito Questa continua ricerca di purezza, sia nelle linee con architrave piana rivolte verso il cortile interno, dal corrimano, il quale, percorrendo la scala, affiora dalla muratura di fondo e, come in un negativo speculare, riflette la sua che nelle superfici, dain parte dell’ingegnere Son8 che al pari di una quinta scenografica, incorniciano sagoma sul lato superiore un segno scavato eddiarrotondato . drio è riconoscibile anche nell’attenzione che dà ad enfaticamente il vano scala rendendolo il fulcro del elementi funzionali come i pluviali, comunemente progetto7. Un altro particolare, che nella sua enorposti all’esterno ed impattanti a livello visivo, ma in me ed equilibrata semplicità restituisce una traccia questo progetto, sapientemente celati nello spessodell’eleganza progettuale di Nervi, è costituito dal re delle mura perimetrali. Nelle aperture finestrate, corrimano, il quale, percorrendo la scala, affiora dalla poste al primo piano, riquadrate da un incasso sotmuratura di fondo e, come in un negativo speculare, tosquadro rispetto al paramento murario esterno, è riflette la sua sagoma sul lato superiore in un segno possibile ritrovare dei richiami dell’autore al Sanascavato ed arrotondato8. torio antitubercolare, suo precedente lavoro, come

1 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 21; 2 Ivi., p. 22; 3 ln occasione dell’esame del progetto la Commissione Edilizia Comunale chiede che sia ridotta l’altezza della zoccolatura, inizialmente prevista sino al davanzale delle finestre del piano terra, e che il progettista “indichi la natura dei materiali a faccia vista, e le coloritura delle superfici eventualmente colorate” (Archivio Storico Comunale Lecce, cat. X-9-2, C.E. 1934 n. 22). A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 22; 4 Ibid.

5 Ibid.

6 Ovvero l’altezza del fabbricato è pari a metà della base; 7 A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, p. 23; 8 Ivi., p. 24.

121

1 4.1 “Rapporto tra Forma e Funzione” 4.1 “Rapporto tra Forma e Funzione”1

Pier Luigi Nervi, uno degli ingegneri e architetti più celebri del XX secolo, ha sempre “improntato la sua ricerca alla risoluzione Pier Luigi Nervi, uno degli ingegneri e architetti più 2 del problema della copertura, o comunque alla definizione di un limite fisico allodel spazio” , ossessionato dalla volontà di la progettare celebri XX secolo, ha sempre “improntato sua e costruire edifici caratterizzati da grandi luci di copertura3. Tema essenziale questa continua fondata sulla ricerca di alla risoluzione del sperimentazione, problema della copertura, ricerca di un’”espressività strutturale”, è l’arco parabolico4, “un elemento destinato ad evolversi e declinarsi in unafisico ricerca basata o comunque alla definizione di un limite allo 5 sulla plasticità del cemento armato, impiegato in diverse future opere di Nervi” sistema strutturale utilizzatodiper il Magazzino spazio”. 1Il, ossessionato dalla volontà progettare e di Margherita di Savoia (1936) costituisce, infatti, uno schema che l’ingegnere di Sondrio, sperimenteràdalargamente costruire edifici caratterizzati grandi lucigià didal co-1935, 2 nelle aviorimesse di Orvieto (1935), in quella di Orbetello (1939)6 e inpertura altri quattro adibiti all’immagazzina. Temamagazzini essenzialesempre di questa continua speri7 mento del sale: a Bologna, Tortona, Volterra, Cagliari e Porto Margheramentazione, . Nella progettazione di questo Nervi giunge ad fondata sulla ricercaedificio di un’”espressività 8 una forma tipo, attraverso un’oculata analisi “delle sollecitazioni esterne”strutturale”, e della loroècollocazione nello3,spazio . Difatti, destila volontà l’arco parabolico “un elemento da parte dell’Amministrazione dei Monopoli di Stato di costruire strutture con grandi eluci priva d’ingombri, porta l’ingegnere nato ad evolversi declinarsi in una ricerca basata sulsondriese ad utilizzare la forma della parabola, considerata dallo stessolaNervi la miglior soluzione formale, non solo punto di plasticità del cemento armato, impiegato in dal diverse 9 4 vista strutturale, ma anche funzionale, incentrando la propria attenzione neiopere confronti dell’attività produttiva . utilizzato future di Nervi” . Il sistema strutturale

Foto in Solomita P., Pier Luigi Nervi Architetture Voltate, Verso nuove strutture, Fondazione Bruno Zevi, Roma 2013, p.

13.

Il magazzinoIl Nervi:Una magazzinocattedrale Nervi: industriale abbandonata Una cattedrale industriale abbandonata

04

Schema di cattedrale gotica. (Archivio Pier Luigi Nervi, MAXXI, Roma)

122

Aviorimesse di Orvieto e Orbetello, assonometria. Modello digitale.

per il Magazzino di Margherita di Savoia (1936) costituisce, infatti, uno schema che l’ingegnere di Sondrio, sperimenterà largamente già dal 1935, nelle aviorimesse di Orvieto (1935), in quella di Orbetello (1939)5 e in altri quattro magazzini sempre adibiti all’immagazzinamento del sale: a Bologna, Tortona, Volterra, Cagliari e Porto Marghera6. Nella progettazione di questo edificio Nervi giunge ad una forma tipo, attraverso un’oculata analisi “delle sollecitazioni esterne” e della loro collocazione nello spazio7. Difatti, la volontà da parte dell’Amministrazione dei Monopoli di Stato di costruire strutture con grandi luci priva d’ingombri, porta l’ingegnere sondriese ad utilizzare la forma della parabola, considerata dallo stesso Nervi la miglior soluzione formale, non solo dal punto di vista strutturale, ma anche funzionale, incentrando la propria attenzione nei confronti dell’attività produttiva8.

Foto in Barazzetta G., Pier Luigi Nervi. Il modello come strumento di progetto, Quodlibet, Macerata 2017, p. 9.

1 F.M. Stella, Nervi per l’industria. I magazzini del sale di Tortona, tesi di laurea, Politecnico di Torino, Il facoltà di Architettura, rel. A. Dameri, a.a.

2008-2009, p. 86.

2 P. Solomita, Pier Luigi Nervi Architetture Voltate, Verso nuove strutture, Fondazione Bruno Zevi, Roma 2013, p.12.

3 Ibid.

4 Tema che Nervi andrà ad indagare secondo una riformulazione tecnica e sintattica operata sulla tradizione muraria espressa alcuni decenni prima in ambito europeo (quale, soprattutto, la Sagrada Familia e Casa Batllò, di Antoni Gaudi) e coi primi esempi in cemento armato realizzati nel frattempo in Italia (dalla Italcementi di Casale Monferrato -1922-23- alla Montecatini di Romano di Lombardia -1924-25-). A. Riondino, Il linguaggio tecnico della Modernità italiana. Il Magazzino Sali di Pier Luigi Nervi a Margherita di Savoia, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp 290-292.

5 M.Visone, Infrastrutture e Industria, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp 44-45.

6 F.M. Stella, Nervi per l’industria. I magazzini del sale di Tortona, tesi di laurea, Politecnico di Torino, Il facoltà di Architettura, rel. A. Dameri, a.a.

2008-2009, p. 88.

7 M.Visone, Infrastrutture e Industria, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp 44-45.

8 F.M. Stella, Nervi per l’industria. I magazzini del sale di Tortona, tesi di laurea, Politecnico di Torino, Il facoltà di Architettura, rel. A. Dameri, a.a.

2008-2009, p. 86.

9 Ibid.

123

Fig. 1 Foto storica. Interazione tra “contenitore” (archi parabolici) e il prodotto contenuto al suo interno (montagna di sale).

Il grande spazio interno dell’edificio, scandito dall’iterata serialità di questi monumentali archi paralleli, consente a Nervi di Il grande spazio interno dell’edificio, scandito dall’iconcepire un’unica grande navata, che permette di semplificare le varie manovre e attività per cui l’opera è stata concepita1. Il terata serialità di questi monumentali archi paralleli, profilo dell’arco, per di più, ricorda la forma dei cumuli di sale, definendo un forte legame “tra contenitore e contenuto, tra forma consente a Nervi di concepire un’unica grande nae funzione”2. La semplicità di quest’opera risiede, pertanto, nell’immagine percepita e nel messaggio che riesce a trasmettere3. vata, che permette di semplificare le varie manovre Un’architettura che riesce a simboleggiare sé stessa ed individua il proprio uso e contenuto, dando vita ad uno “stile di verità”4, e attività per cui l’opera è stata concepita1. Il profi5 dove forma e funzione appaiono in esemplare connubio . Nervi non cela lo schema strutturale, anzi, attribuisce ad ogni singolo lo dell’arco, per di più, ricorda la forma dei cumuli elemento resistente una forma che espliciti apertamente la propria funzione6. Nervi, tuttavia, non crea “forme nuove, né elabora di sale, definendo un forte legame “tra contenitore impianti architettonici complessi; si limita all’applicazione di soluzioni strutturali del passato”7, assimilando modelli riconducibili e contenuto, tra forma e funzione”2. La semplicità di alle architetture gotiche, in cui “le nervature localizzavano gli sforzi delle volte mentre gli archi rampanti e i contrafforti servivano a quest’opera risiede, pertanto, nell’immagine percecontrastare le spinte, allo stesso modo le forme che egli adotta, come i grandi arconi, le pensiline laterali, sono strettamente legate alla pita e nel messaggio che riesce a trasmettere3. Un’arfunzione che ricoprono”8. Se da una parte, quindi, il linguaggio architettonico della struttura è espresso in maniera esplicita dalla chitettura che riesce a simboleggiare sé stessa ed sua tecnologia costruttiva, dall’altra, l’armonia che il maestro di Sondrio progetta “tra il forma, funzione e contenuto, tra spazi individua il proprio uso e contenuto, dando vita ad interni ed involucro”9, accresce il valore ed il messaggio dell’opera10. uno “stile di verità”4, dove forma e funzione appaiono in esemplare connubio5. Nervi non cela lo schema strutturale, anzi, attribuisce ad ogni singolo elemento resistente una forma che espliciti apertamente la propria funzione6. Nervi, tuttavia, non crea “forme nuove, né elabora impianti architettonici complessi; si limita all’applicazione di soluzioni strutturali del passato”7, assimilando modelli riconducibili alle architetture gotiche, in cui “le nervature localizzavano gli sforzi delle volte mentre gli archi rampanti e i contrafforti servivano a contrastare le spinte, allo stesso modo le forme che egli adotta, come i grandi arconi, le pensiline laterali, sono strettamente legate alla funzione che ricoprono”8. Se da una parte, quindi, il linguaggio architettonico della struttura è espresso in maniera esplicita dalla sua tecnologia costruttiva, dall’altra, l’armonia che il maestro di Sondrio progetta “tra il forma, funzione e contenuto, tra spazi interni ed involucro”9, accresce il valore ed il messaggio dell’opera10.

Fig. 3 Immagine storica del Magazzino di Porto Marghera adibito un tempo a deposito sali.

Fig. 2 Stato attuale del Magazzino Nervi a Margherita di Savoia, in disuso dal 1974, con resti della montagnola di sale che era contenuta all’interno della struttura..

Fig. 1-3: in F. Stella, Nervi per l’industria I magazzini del sale di Tortona, Lulu, 2011, pp. 87-37.

Fig. 2: in https://ascosilasciti.com/it/2019/05/28/iodio/, consultato il 20/11/21.

124

1 F.M. Stella, Nervi per l’industria. I magazzini del sale di Tortona, tesi di laurea, Politecnico di Torino, Il facoltà di Architettura, rel. A. Dameri, a.a.

2008-2009, p. 86.

2 Ibid.

3 Ibid.

4 P. Solomita, Pier Luigi Nervi Architetture Voltate, Verso nuove strutture, Fondazione Bruno Zevi, Roma 2013, p.14.

5 F.M. Stella, Nervi per l’industria. I magazzini del sale di Tortona, tesi di laurea, Politecnico di Torino, Il facoltà di Architettura, rel. A. Dameri, a.a.

2008-2009, p. 86.

6 F.M. Stella, Nervi per l’industria. I magazzini del sale di Tortona, tesi di laurea, Politecnico di Torino, Il facoltà di Architettura, rel. A. Dameri, a.a.

2008-2009, p. 87.

7 P. Solomita, Pier Luigi Nervi Architetture Voltate, Verso nuove strutture, Fondazione Bruno Zevi, Roma 2013, p.14.

8 F.M. Stella, Nervi per l’industria. I magazzini del sale di Tortona, tesi di laurea, Politecnico di Torino, Il facoltà di Architettura, rel. A. Dameri, a.a.

2008-2009, p. 87.

9 Ibid.

10 Ibid.

125

ZONA CAPPELLA: INQUADRAMENTO E LUOGHI D’INTERESSE (Elaborazione grafica di Davide Delia) 126

127

4.2 “La struttura che sale”1: il Magazzino Nervi 4.2 “La struttura che sale”1: il Magazzino Nervi Il Magazzino Sofisticazione Sali sito a Margherita di Savoia all’interno dell’omonima Salina, nonostante sia un’”opera giovanile” 7 2 tettonico . Complessivamente, l’opera è composta dell’ingegnere di Sondrio, presenta suoainterno moltidispunti premonitori delle future opere dello stesso ingegnere . La strutIl Magazzino Sofisticazione Salialsito Margherita 3 due Cappella, elementi vicino strettamente tra di loro: il tura èSavoia collocata a Sud della Salina, all’interno del “Recinto Officine” deldaZona ai primiconnessi edifici industriali costruiti all’interno dell’omonima Salina, nonostante 4 Magazzinodi o Silos per la Sofisticazione dei Sali a“una “na- delle sul finire dell’Ottocento e a stretto contatto con il centro urbano di Margherita Savoia . Quest’opera rappresenta sia un’”opera giovanile” dell’ingegnere di Sondrio, 5 vata unica” andamento longitudinale Nord-Est/ primepresenta prove impegnative chemolti il tecnico affrontò per il committente pubblico” , in uncon periodo pionieristico come gli anni Trenta6. al suo interno spunti premonitori del1 Torre in testata SudNervi, fu scelto Monopoli di Stato Sud-Ovest per ideare eunl’annessa Magazzino pertecnica la Sofisticazione dei Sali il le dunque, future opere dellodall’Amministrazione stesso ingegnere . Ladei struttura Est8. Originariamente l’organismo architettonico era della più avanzato possibile per ilSalina, periodo, che garantisse la massima luce utilizzabile senza ostacoli e una contestualizzazione è collocata a Sud della all’interno del “Recinto 7 composto da acclamata una serie di campate sorrette da per unail suo struttura con2ildel vicino abitato . Il risultato fu pioneristico e la struttura molto dall’opinione pubblica, Officine” Zonacentro Cappella, vicino ai primi edifici in8 dozzina archi parabolici a tre cerniere che sorregvalore strutturale e architettonico . Complessivamente, dadidue elementi strettamente connessi tra di loro: dustriali costruiti sul finire dell’Ottocento e a strettol’opera è composta gevano il Magazzino, mentre la Torre era posizionata il Magazzino Silos per la Sofisticazione dei Sali adi“navata longitudinale Nord-Est/Sud-Ovest e l’annessa contattoocon il centro urbano di Margherita Savo- unica” con andamento 3 al centroera sul composto lato Est9. Concluso con molta probabiTorreiatecnica in testata Sud-Est9. Originariamente architettonico da una serie di campate sorrette . Quest’opera rappresenta “una delle prime l’organismo prove 10 nel 1936mentre , il progetto iniziale del silos presenta da una dozzina diche archi parabolici a treper cerniere che sorreggevano il lità Magazzino, la Torre era posizionata al centro sul impegnative il tecnico affrontò il committente 10 4 “unadel luce netta pari a “una 20,90luce mt, netta una lunghezza comlato Est . Concluso moltapionieristico probabilità nel 1936 , il progetto iniziale silos presenta pari a 20,90 mt, una pubblico” , in uncon periodo come gli11anni 5 mt ed un’altezza di 16,00 mt”11, l’opelunghezza di 60.21 mt ed dall’Amministrazioun’altezza di 16,00 mt”12, l’opera plessiva di Nervidifu60.21 ingrandita nel 1954-55, attraverso l’aggiunta Trentacomplessiva . Nervi, dunque, fu scelto ra di Nervi fu ingrandita nele1954-55, l’ag- sul sul lato Est di duedilocali come e sul lato Sud Est sette nuove campate sei nuoviattraverso archi parabolici ne Nord dei Monopoli Statoutilizzati per ideare undeposito Magazzino giunta sul lato Nord Est di due locali modello dei precedenti13,dei raggiungendo così la lunghezza m, interrompendo la simmetria del utilizzati progettocome originario, per la Sofisticazione Sali il più avanzato possibile attuale di 91 14 deposito e sul lato Sud Est di sette nuove campate e che aveva come fulcro Torre tecnica . per il periodo, chelagarantisse la massima luce utilizsei nuovi archi parabolici sul modello dei precedenzabile senza ostacoli e una contestualizzazione della ti12, raggiungendo così la lunghezza attuale di 91 m, struttura con il vicino centro abitato6. Il risultato fu interrompendo la simmetria del progetto originario, pioneristico e la struttura molto acclamata dall’opiche aveva come fulcro la Torre tecnica13. nione pubblica, per il suo valore strutturale e archi-

Foto Storica. Vista d’insieme della struttura mentre venivano terminati i lavori, 1935 (Museo Storico Salina)

Foto in in G. BIANCHINO, D. COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p. 195.

128

1 G. Bianchino, D. Costi (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p.

185.

2 Ibid.

3 Il recinto dove sono insediate strutture produttive che, pur costruite in periodi differenti, presentano una disposizione regolare, funzionale al transito dei carri ferroviari impiegati per lo smistamento del sale, le cui linee sono oggi quasi tutte interrate. Ibid.

4 A. Riondino, Il linguaggio tecnico della Modernità italiana. Il Magazzino Sali di Pier Luigi Nervi a Margherita di Savoia, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp 290-292.

5 G. Bianchino, D. Costi (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p.

185.

6 Vedi l’inquadramento in F.M. Stella, Nervi per l’industria. I magazzini del sale di Tortona, tesi di laurea, Politecnico di Torino, Il facoltà di Architettura, rel. A. Dameri, a.a. 2008-2009.

7 M. Visone, Infrastrutture e Industria, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp 44-45.

8 Ibid.

9 A. Riondino, Il linguaggio tecnico della Modernità italiana. Il Magazzino Sali di Pier Luigi Nervi a Margherita di Savoia, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp 290-292.

10 G. Bianchino, D. Costi (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p. 185190.

11 A. Monte, Il Magazzino Nervi, tesoro dimenticato, in “la Repubblica”, ed. Bari, 13 maggio 2008, p. 10; l’edificio è datato al 1934 nel regesto delle opere in L. De Marinis, l. Nervi, Apparati, in C. Olmo, C. Chiorino, op. cit., pp. 213-227.

12 A. Riondino, Il linguaggio tecnico della Modernità italiana. Il Magazzino Sali di Pier Luigi Nervi a Margherita di Savoia, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, pp 290-292.

13 Il raggio di curvatura, da verificare in ulteriori operazioni di rilievo a cura di M. Bitondi, appare meno acuto.

14 A. Riondino, Il linguaggio tecnico della Modernità italiana. Il Magazzino Sali di Pier Luigi Nervi a Margherita di Savoia, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 291.

129

Fig.1 Elaborato progettuale, prospetto trasversale.

Fig. 2 Elaborato progettuale, sezione trasversale Magazzino e Torre Tecnica.

Quest’ultima, avente base rettangolare, apertaaperta sui quattro su tre livelli,sulla oltreparte il piano rialzato,del haMagazdimensioni dall’esterno, situata superiore Quest’ultima, avente base rettangolare, sui lati da finestrature 20,00quattro x 9,00 m possiede una “forma secondo due“dove, ordiniindi piani (la primadel a mt 15,55corre mt, la a zino, corrispondenza vertice, unseconda paslatie da finestrature su trerastremata livelli, oltresviluppandosi il pia6 mt 7,30) raggiungendo un’altezza20,00 complessiva m”1, impostando saggio “sia la gerarchia funzionale segnando i principali longitudinale apertodell’opera, da caditoie” . A questo no rialzato, ha dimensioni x 9,00 mdie22,85 possiede ingressi i rapporti con l’infrastruttura viaria, che spaziale, come vero e proprio segnodi territoriale, mediante l’ausilio carrelli, ilemblema prodottodella ve- conunae “forma rastremata sviluppandosi secondo due or-configurandosipunto, 2 dizione di questo luogo” . L’ampliamento è attualmente ancora individuabile grazie al fatto che il muro niva gettato dall’alto e posato sulla pavimentazione, diniproduttivo-paesaggistica di piani (la prima a mt 15,55 mt, la seconda a mt che chiudeva in facciata l’edificio non di è stato utilizzato divisorio le due parti3la. Ilpercensale giunto graziecome al contatto contra l’aria disperde 7,30) raggiungendo un’altezzaoriginario complessiva 22,85demolito, madove 1 all’edificio, strutturato “sia intorno al Ciclo Produttivo della Salina, viene riversato nelle tramogge poste all’interno tecnica tuale di umidità accumulata durante ladella suaTorre produm” , impostando la gerarchia funzionale dell’opeed inra, seguito miscelato con componenti chimici4con . In seguito, attraverso un 7nastro trasportatore la mistura a tre mulini zione . In seguito il sale dopo esserearrivava ulteriormente segnando i principali ingressi e i rapporti l’in5 a martello, fino alviaria, terzo che piano della Torre . Da qui il materiale era spostato per la passerella visibile dall’esterno, 8situata sulla partrattato veniva avviato alla distribuzione , attraverso frastruttura spaziale, configurandosi come 6 te superiore del Magazzino, “dove, in emblema corrispondenza del vertice, corre un passaggio longitudinale aperto caditoie”coper. A questo binario situato sul lato Sud delda progetto, vero e proprio segno territoriale, della con9 2 punto, mediante l’ausilio di carrelli, il prodotto dall’altotoeda posato sulla pavimentazione, al contatto una pensilina continua oggidove non grazie più visibile . dizione produttivo-paesaggistica di questoveniva luogo”gettato .

7 con l’aria disperde la èpercentuale di umidità accumulata durante la suaL’Elemento produzionecaratterizzante . In seguito il sale dopo essere dell’opera risiede,ulteriormensenza L’ampliamento attualmente ancora individuabile 8 te trattato alla distribuzione , attraverso sul nella lato Sud del progetto, coperto da una dubbio, serialità degli archi parabolici, chepensilina rigrazieveniva al fattoavviato che il muro che chiudeva in facciataun binario situato 9 continua oggioriginario non più visibile L’Elemento caratterizzante senza dubbio, nellal’ammassamento serialità degli archi evocano nel loro profilo delparabolici, sale, l’edificio non è .stato demolito, ma utiliz- dell’opera risiede, che rievocano loro profilo l’ammassamento delgiunto sale, grazie anche all’ausilio dellaall’ausilio sezione del pavimento a schiena d’asino10. grazie anche della sezione del pavimento zato comenel divisorio tra le due parti3. Il sale 10 Ogniall’edificio, arcata risulta sagomataintorno così daalospitare “sull’estradosso snelle travi di collegamento controvento, sulle quali si appoggia a schiena d’asino . eOgni arcata risulta sagomata strutturato Ciclo Produttivo 11 anchedella parteSalina, della copertura” , che permettono l’impostazione delle aperture di forma rettangolare posizionate così dafinestrate ospitare “sull’estradosso snelle travi di colle-ai lati viene riversato nelle tramogge poste 12 dell’edificio . della Torre tecnica ed in seguito miscegamento e controvento, sulle quali si appoggia anche all’interno parte della copertura”11, che permettono l’impostalato con componenti chimici4. In seguito, attraverzione delle aperture finestrate di forma rettangolare so un nastro trasportatore la mistura arrivava a tre posizionate ai lati dell’edificio12. mulini a martello, fino al terzo piano della Torre5. Da qui il materiale era spostato per la passerella visibile

Fonti immagini: Fig. 1-2-3-4: in https://www.docomomoitalia.it/register/MF_49.pdf, consultato il 20/11/21.

Fig. 3 Elaborato progettuale, prospetto laterale

Fig. 4 Elaborato progettuale, sezione trasversale Magazzino

130

1 A. Riondino, Il linguaggio tecnico della Modernità italiana. Il Magazzino Sali di Pier Luigi Nervi a Margherita di Savoia, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 291.

2 Ibid.

3 G. Bianchino, D. Costi (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p.

187.

4 Ivi., pp. 185.190 5 Ibid.

6 G. Bianchino, D. Costi (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p.

187.

7 Ibid.

8 A. Riondino, Magazzino per la sofisticazione dei Sali a Margherita di Savoia. Progetto dell’architetto-ingegnere Pier Luigi Nervi, Foggia 2006.

9 G. Bianchino, D. Costi (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p.

185.190.

10 Ibid.

11 GLORIA BIANCHINO, DARIO COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p. 187.

12 Ivi., pp. 185.190.

131

Foto in https://www.docomomoitalia.it/register/MF_49.pdf, consultato il 20/11/21

Fig. 5 Automezzi sotto carico presso il “Magazzino Nervi”.

Fonti immagini: Fig. 5: in https://www.marklinfan.com/f/topic.asp?TOPIC_ ID=2469, consultato il 21/11/21; Fig. 6: in https://www.flickr.com/photos/angelalopchio/1267289763/, consultato il 21/11/21; Fig. 7: in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 44.

Fig. 7 Foto storica, interno Magazzino.

Fig. 6 Il Magazzino Nervi visto dalle Vache Salanti della zona Cappella

In pianta è possibile notare come la parte originaria del Magazzino presenti un passo delle campate non omogeneo, con “varia1 In pianta è possibile notare come la parte originazioni sono speculari rispetto alla campata di centro, assiale con la torre degli impianti e con la passerella trasversale” , contrariamen2 ria del Magazzino presenti un passo delle campate te per la parte di ampliamento in cui le capate risultano perfettamente uguali . Lo spazio interno del Magazzino risulta “tanto omogeneo, con “variazioni sonoprospettica speculari dei ri- suoi unitario e organico nella chiarezza del sistema statico-costruttivo, quantonon rarefatto nella articolata progressione spetto alla campata di centro, assiale con la torre degli elementi e nella fioca luce fatta strategicamente penetrare dalla parte sommitale della navata, “staccando” e dunque dichiaran1 impiantila echiusura con la passerella trasversale” , contrariado, la netta distinzione fra apparato strutturale e apparato chiudente”3. Difatti, del Magazzino è sostenuta da un’altra 4 mente per la parte di ampliamento in cui le capate struttura, indipendente dagli archi, sostenuta da pilastri a T rastremati e fondati su una palificata . Questi setti “hanno solo una 2 risultano perfettamente Lo spaziodal interno funzione di contenimento delle spinte esercitate dal sale: il loro bordo superiore è infatti staccato diuguali alcuni. centimetri resto della del Magazzino risulta “tanto e organico nella struttura. I muri brevi hanno strutture a telaio in cemento armato e, al di sopra dei setti d’ambito visti inunitario precedenza, sono tamponate 5 chiarezza del sistema statico-costruttivo, quanto in mattoni” . Il complesso all’esterno possiede un andamento a salienti, rimarcato dalle falde del tetto e dalla presenzararedi pareti 6 fatto nella articolata progressione suoi cieche nei lati più corti, che evocano nella struttura, mediante una metafora architettonica, un ideale diprospettica “cattedrale dei produttiva” , 7 elementi e nella fioca luce fatta strategicamente peneattraverso gli archetipi dello schema basilicale . trare dalla parte sommitale della navata, “staccando” e dunque dichiarando, la netta distinzione fra apparato strutturale e apparato chiudente”3. Difatti, la chiusura del Magazzino è sostenuta da un’altra struttura, indipendente dagli archi, sostenuta da pilastri a T rastremati e fondati su una palificata4. Questi setti “hanno solo una funzione di contenimento delle spinte esercitate dal sale: il loro bordo superiore è infatti staccato di alcuni centimetri dal resto della struttura.

I muri brevi hanno strutture a telaio in cemento armato e, al di sopra dei setti d’ambito visti in precedenza, sono tamponate in mattoni”5. Il complesso all’esterno possiede un andamento a salienti, rimarcato dalle falde del tetto e dalla presenza di pareti cieche nei lati più corti, che evocano nella struttura, mediante una metafora architettonica, un ideale di “cattedrale produttiva”6, attraverso gli archetipi dello schema basilicale7.

Foto dell’interno del Magazzino con deposito del sale

132

1 G. Bianchino, D. Costi (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p.

188.

2 Ibid.

3 A. Riondino, Il linguaggio tecnico della Modernità italiana. Il Magazzino Sali di Pier Luigi Nervi a Margherita di Savoia, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 292.

4 Magazzino per il sale modificato Margherita di Savoia, Particolare fondazione arconi e cerniera inferiore, coll. 269/4, n. 3925-4 (Archivio Csac). G. Bianchino, D. Costi (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p. 188.

5 Ivi., p. 189.

6 A. Riondino, Il linguaggio tecnico della Modernità italiana. Il Magazzino Sali di Pier Luigi Nervi a Margherita di Savoia, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 292.

7 A. Riondino, Magazzino per la sofisticazione dei Sali a Margherita di Savoia. Progetto dell’architetto-ingegnere Pier Luigi Nervi, Foggia 2006.

133

DESTINAZIONI D’USO LOCALI RECINTO OFFICINE

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

In Stato di Magazzino Nervi (Ex Magazzino Soosticazione Sali) Abbandono Ex OOcina Motori

Ancora in Uso

13 Autorimessa OOcina Meccanica Ancora in OOcina macchinari di raccolta 14 Deposito pullman Uso 15 Garage/Magazzino Deposito bombole gas percorso veicolare automezzi 16 Portineria Spogliatoio/Servizi Grande magazzino articoli diversi OOcina falegnami Laboratorio chimico Mensa aziendale Magazzino articoli diversi

1

2

3

11

4 10

6

9

15 12 13

16

5

7 8

14

ZONA CAPPELLA: RECINTO OFFICINE 134

(Elaborazione grafica di Davide Delia)

135

91,60 5,00

5,00

5,00

5,00

4,50

1,0

5,00

5,00

5,00

5,00

5,00

5,00

5,00

5,00

5,00

5,00

5,00

5,00

5,00

20,90

3,42

2,65

2,90

2,90

2,90

2,65

2,65

5,00

AMPLIAMENTO 1954-55 NUCLEO ORIGINARIO 1935-36

PIANTA MAGAZZINO NERVI (Rielaborazione grafica rilievo DICAR-Politecnico di Bari) 136

137

21,10 14,05 2,95

A

A

A

SEZIONE A-A MAGAZZINO NERVI (Rielaborazione grafica rilievo DICAR-Politecnico di Bari) 138

A

139

SEZIONE B-B MAGAZZINO NERVI (Rielaborazione grafica rilievo DICAR-Politecnico di Bari) 140

141

PROSPETTO NORD MAGAZZINO NERVI (Rielaborazione grafica rilievo DICAR-Politecnico di Bari)

PROSPETTO SUD MAGAZZINO NERVI (Rielaborazione grafica rilievo DICAR-Politecnico di Bari) 142

143

PROSPETTO EST MAGAZZINO NERVI (Rielaborazione grafica rilievo DICAR-Politecnico di Bari) 144

145

PROSPETTO OVEST MAGAZZINO NERVI (Rielaborazione grafica rilievo DICAR-Politecnico di Bari) 146

147

ELEMENTI TECNOLOGICI FUNZIONALI ELEMENTI TECNOLOGICI FUNZIONALI Estrema sintesi dell'opera, l'ARCO PARABOLICO, elemento destinato ad evolversi e declinarsi in una ricerca basata sulla plasticità del cemento armato, modello per la costruzione di altri quattro magazzini del sale, realizzati dallo stesso Nervi a Bologna, Tortona, Volterra, Cagliari e Porto Marghera, tutti commissionati dall'azienda autonoma dei Monopoli dello Stato. La forma è studiata attentamente così d’assecondare l’ammassamento del sale a montagnola liberando più spazio possibile per garantire il massimo quantitativo di sale immagazzinato

La struttura, all’interno, escludendo gli archi parabolici, era rivestita in doghe di legno d’abete che fungeva da protezione per l’ediicio soprattutto per evitare i classici effetti di deteriora mento del cemento armato in ambienti molto salubri.

STRUTTURA DEL TETTO

Nel Prospetto Sud dell’ediicio era presente una Tettoia in metallo che fungeva soprattutto da ombreggiamento per gli operai intenti a caricare e scaricare i carreli di sale. Attualmente la struttura della tettoia è stata smantellata, rimangono solo i segni sulle murature dei punti in cui era agganciata.

CORRIDOIO SUPERIORE

TETTOIA ESTERNA

TAMPONATURE IN MURATURA SETTI IN C.A. PARABOLOIDI RIVESTIMENTO LIGNEO

ESPLOSO ASSONOMETRICO DEL MAGAZZINO NERVI (Elaborazione grafica di Davide Delia) 148

AMPLIAMENTO 1954-55 NUCLEO ORIGINARIO 1935-36

149

4.3 Lo Stato di conservazione

Foto di Davide Delia, eseguite durante il sopralluogo effettuato in data 25/06/2021

Esterno Torre Tecnica

Prospetto Est

Vista dall’interno terminale paraboloidi, assetto originario

La struttura, in funzione fino al 1974 e dal 2018 posta sotto la tutela della Soprintendenza dei Beni Cultu1 1 La struttura, in funzione fino al 1974 e dal 2018 posta sotto la tutelarali della Soprintendenza dei in Beni attualmente si , attualmente si trova unoCulturali stato di, completo trova in uno stato di completo abbandono, nonostante negli ultimi anni, abbia ospitato al suo interno spot pubblicitari abbandono, nonostante negli mostre, ultimi anni, abbia e lungometraggi2. Il Magazzino, infatti, presenta principalmente deiospitato fenomeni degrado all’esposizione dell’edificio al di suo internodovuti mostre, spot pubblicitari e 2 agli agenti atmosferici esterni e all’umidità delle area di mare3. Tutto ciò è dovuto soprattutto ad una infatti, mancanza di interventi lungometraggi . Il Magazzino, presenta prin- di manutenzione e restauro4, dalla scarsa pulizia dello spazio interno, dall’assenza infissi, che la maggior dei casi cipalmentedegli dei fenomeni di per degrado dovutiparte all’espohanno innescato dei processi di carbonatazione sugli elementi in cemento armato, dovutiagli allaagenti presenza del sale (cloruro sizione dell’edificio atmosferici esterni edi so3 dio) nell’ambiente, con conseguente corrosione dell’armatura e la diminuzione deidelle ferri5area . Anche copertura costituita all’umidità di la mare . Tuttooriginale, ciò è dovuto da eternit e in seguito rimpiazzata da fibre di fiberglass, non permettesoprattutto un’adeguata daglidiagenti atmosferici esterni. adprotezione una mancanza interventi di manu6 4 Tutto ciò, come già detto, porta al forte deterioramento del cementotenzione armato, efino alla caduta copriferro in quasi tutti gli restauro , dalladel scarsa pulizia dello spazio elementi strutturali, soprattutto nell’estradosso degli archi parabolici7interno, . Negli anni è stata rimpiazzata la la copertura dall’assenza degli infissi,anche che per maggiordelle 8 aree laterali della grande navata centrale, con un solaio in laterocemento . Lacasi totale mancanza di dei manutenzione ha influito parte dei hanno innescato processi di carboanche sulle condizione di conservazione degli elementi annessi all’opera, come lasugli pensilina metallica esterna, primadovuti ridotta alla natazione elementi in cemento armato, sola ossatura ed attualmente del tutto dismessa9. Sono presenti anchealla fenomeni didel efflorescenza, causati dai nell’ambiensolfati e l’umidità presenza sale (cloruro di sodio) presenti nell’aria ed inoltre la pavimentazione appare ricca di depositite, superficiali, colonizzazioni biologiche e sporcizia, dovuti con conseguente corrosione dell’armatura e la soprattutto alla mancanza degli infissi10. Oltre ad una completa bonifica della struttura alla5.conservazione degli storici macchidiminuzione deieferri Anche la copertura originale, nari, utilizzati in passato all’interno dell’impianto ed in molti casi presenti ancora all’interno Torre Tecnica, risulta costituita da eternit edella in seguito rimpiazzata daimpellente fibre la ri-funzionalizzazione dell’opera, che permetti la sua conservazionedie fiberglass, la sua valorizzazione, siaun’adeguata dello stesso protezione Magazzino, che non permette delle Saline, sito dal forte interesse paesaggistico11. dagli agenti atmosferici esterni. Tutto ciò, come già

Paraboloidi e rivestimento ligneo ampliamento

Stato di degrado struttura, nucleo originale

Foto 150 interno, assetto originaio

detto, porta al forte deterioramento del cemento armato, fino alla caduta del copriferro6 in quasi tutti gli elementi strutturali, soprattutto nell’estradosso degli archi parabolici7. Negli anni è stata rimpiazzata anche la copertura delle aree laterali della grande navata centrale, con un solaio in laterocemento8. La totale mancanza di manutenzione ha influito anche sulle condizione di conservazione degli elementi annessi all’opera, come la pensilina metallica esterna, prima ridotta alla sola ossatura ed attualmente del tutto dismessa9. Sono presenti anche fenomeni di efflorescenza, causati dai solfati e l’umidità presenti nell’aria ed inoltre la pavimentazione appare ricca di depositi superficiali, colonizzazioni biologiche e sporcizia, dovuti soprattutto alla mancanza degli infissi10. Oltre ad una completa bonifica della struttura e alla conservazione degli storici macchinari, utilizzati in passato all’interno dell’impianto ed in molti casi presenti ancora all’interno della Torre Tecnica, risulta impellente la ri-funzionalizzazione dell’opera, che permetti la sua conservazione e la sua valorizzazione, sia dello stesso Magazzino, che delle Saline, sito dal forte interesse paesaggistico11.

1 M. Visone, Infrastrutture e Industria, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 45.

2 G. Bianchino, D. Costi (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p.

189.

3 Ibid.

4 Ibid.

5 Pastore F. A., Riqualificazione dell’ex magazzino per i sali sofisticati a Margherita di Savoia (Puglia), tesi di laurea, Politecnico di Torino, Corso di Laurea Magistrale in Architettura Costruzione Città, a.a. 2020/2021, rel. E. Vigliocco, M. Mattone., p. 88.

6 In genere delle dimensioni di 2 cm. G. Bianchino, D. Costi (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p. 189.

7 Ibid.

8 Ibid.

9 Ibid.

10 Pastore F. A., Riqualificazione dell’ex magazzino per i sali sofisticati a Margherita di Savoia (Puglia), tesi di laurea, Politecnico di Torino, Corso di Laurea Magistrale in Architettura Costruzione Città, a.a. 2020/2021, rel. E. Vigliocco, M. Mattone., p. 88.

11 G. Bianchino, D. Costi (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p. 189190.

151

4.1 In Salt We Trust 5.1 Foto in https://www.atelier-luma.org/en/projects/crystallization-plant, consultato il 28/11/21.

Nuovi scenari

05

li di di pannelli di salesensibilità, cristallizzato, chepunto possiedono Utilizzato fin ilil sale alcun dubbio, straordinaria sia di Utilizzato fin dall’antichità, sale senza è stato, senza al- una Utilizzato fin dall’antichità, dall’antichità, sale è è ilstato, stato, senza alcun dubbio, una merce merce di straordinaria sensibilità, sia dal dal punto di vista vista ecoeco1 1una caratteristiche estetiche e strutturali congeniali per nomico che politico .

L’universalità del suo utilizzo e la sua ineguale distribuzione delle disponibilità hanno indotto H. Hauser cun dubbio, merce di straordinaria sensibilità, nomico che politico . L’universalità del suo utilizzo e la sua ineguale distribuzione delle disponibilità hanno indotto H. Hauser 6 1 progetti architettonici . Necome è esempio aa parlarne come ilil petrolio dei secoli per ii conflitti che posta in gioco sale sia dal punto di vista che22,, politico . L’u-molti parlarne come petrolio deieconomico secoli passati passati per ilil quale quale molti furono furono conflitti che avevano avevano come posta la inTorre giocodiilil Arsale e e le le 3 3.niversalità les ideata da Frank Gehry, in cui sono stati utilizzati, saline Anche nelle Saline della Camargue, da tempi antichissimi, gli abitanti della zona usufruiscono delle acque salate del suo utilizzo e la sua ineguale distrisaline . Anche nelle Saline della Camargue, da tempi antichissimi, gli abitanti della zona usufruiscono delle acque salate del del soprattutto rivestimenti interni, per materiali di prodelta per estrarre e ilil sale, tuttavia giorno prodotto è utilizzato l’industria chimica buzione delle disponibilità hanno indotto H. oggi Hauser delta Rodano Rodano per estrarre e produrre produrre sale, tuttavia oggi giorno questo questo prodotto nei è soprattutto soprattutto utilizzato per l’industria chimica 4 2 4.come venienza locale, ricavati naturalmente e progettati e agroalimentare Atelier LUMA fin dall’anno 2017 collabora con le Saline della Camargue per analizzare le varie possibilità a parlarne il petrolio dei secoli passati , per e agroalimentare . Atelier LUMA fin dall’anno 2017 collabora con le Saline della Camargue per analizzare le varie possibilità di di 7 in collaborazione con l’Atelier Proprioaa varie all’in-possiapplicazione del sale, caratteristiche fisiche di Tutto ciò il quale furono i conflittile avevano come applicazione delmolti sale, approfondendo approfondendo leche caratteristiche fisiche ed ed estetiche estetiche di questo questo prodotto. prodotto.

TuttoLUMA ciò ha ha .aperto aperto varie possi3 terno Lo di questo sono stati utilizzatisu pannelbilità utilizzo diversi campi sale, ii quali ilil design studio è soprattutto due in in gioco il sale e ledel saline Anche nelle Salinee bilità di diposta utilizzo in diversi campi del sale,. tra tra quali design e l’architettura. l’architettura.

Lo studio si siprogetto è concentrato concentrato soprattutto su due aspetti aspetti li di sale cristallizzato, oltre 4000, come rivestimento principali; il processo di cristallizzazione, che varia in base alle condizioni meteorologiche e la creazione di modelli della Camargue, da tempi antichissimi, gli abitanti principali; il processo di cristallizzazione, che varia in base alle condizioni meteorologiche e la creazione di modelli tridimentridimen5 5. Grazie della hall degli ascensori tuttiall’aiuto i nove piani della sionali processi di pressatura, riscaldamento e anche di della zona usufruiscono delle acque salate del delta sionali tramite tramite processi di stampaggio, stampaggio, pressatura, riscaldamento e termocompressione termocompressione . Grazieper anche all’aiuto di collaboratori collaboratori struttura.

Per la creazione di questi pannelli Atelier locali, il processo di cristallizzazione avviene in maniera totalmente naturale, attraverso l’immersione di telai personalizzati, Rodano per estrarre e produrre il sale, tuttavia oggi locali, il processo di cristallizzazione avviene in maniera totalmente naturale, attraverso l’immersione di telai personalizzati, che che ha creato un vero impianto di cristallizzaziohanno dato ai modelli pannelli sale che possiedono caratteristiche estetiche e questo prodotto soprattutto per hanno giorno dato vita vita ai primi primi modelliè di di pannelli di diutilizzato sale cristallizzato, cristallizzato, cheLuma possiedono caratteristiche estetiche e strutturali strutturali congeconge6 4 6. Ne è esempio Questo niali progetti la di da Frank Gehry, in stati utilizzati, soprattutto chimica e agroalimentare . Atelier niali per perl’industria progetti architettonici architettonici . Ne è esempio la Torre TorreLUMA di Arles Arles ideata ideatane da nelle Frank Saline Gehry, locali. in cui cui sono sono statiprocesso, utilizzati,effettuato soprattutto nei nei 7 7. mediante un telaio metallico con una cornice di rivestimenti interni, materiali di provenienza locale, ricavati naturalmente e progettati in collaborazione con l’Atelier fin dall’anno 2017 collabora con le Saline della Carivestimenti interni, materiali di provenienza locale, ricavati naturalmente e progettati in collaborazione con l’Atelier NUMA NUMA .

8 plexiglass (acrilico) , immerso nelle vasche per due Proprio all’interno di questo progetto sono stati utilizzati pannelli di sale cristallizzato, oltre 4000, come rivestimento della hall margue per analizzare le varie possibilità di appliProprio all’interno di questo progetto sono stati utilizzati pannelli di sale cristallizzato, oltre 4000, come rivestimento della hall finchéAtelier cristallizza, solo degli nove Per questi Numa ha un vero cazione per del tutti sale,ii approfondendo le caratteristiche degli ascensori ascensori per tutti nove piani piani della della struttura. struttura.

Per la la creazione creazione di disettimane, questi pannelli pannelli Atelier Numa grazie ha creato creato unall’ausilio vero impianto impianto 9 di vento e sole .

Il prodotto finale sono dei di cristallizzazione nelle Saline locali.

Questo processo, effettuato mediante un telaio metallico con una cornice di fisiche ed estetiche di questo prodotto.

Tutto ciò ha di cristallizzazione nelle Saline locali. Questo processo, effettuato mediante un telaio metallico con una cornicepannelli di plexiglass plexiglass 8 9 8, immerso 9. Ill’uso simil vetro, con ottime caratteristiche degli finale nelle vasche due grazie solo all’ausilio di (acrilico) aperto a varie possibilità di utilizzo in diversifinché cam- cristallizza, , immerso nelle vasche per per due settimane, settimane, finché cristallizza, grazie solo all’ausilio di vento vento e e sole soleper . Il prodotto prodotto finale (acrilico) 10 10 10. Per utispazi pubblici e basso impatto ambientale sono dei pannelli simil vetro, con ottime caratteristiche per l’uso degli spazi pubblici e basso impatto pi del sale, tra i quali il design e l’architettura.

Lo sono dei pannelli simil vetro, con ottime caratteristiche per l’uso degli spazi pubblici e basso impatto ambientale . Per utilizzare utilizzare lizzare questopresso prodotto innovativo l’Atelier LUMA ha questo prodotto l’Atelier NUMA richiedere ilil CSTB in approfondendo lo si èinnovativo concentrato soprattutto su dovuto due aspetti questo studio prodotto innovativo l’Atelier NUMA ha ha dovuto richiedere la la certificazione certificazione presso CSTB in Francia, Francia, approfondendo lo 11 11. il dovuto richiedere la certificazione presso CSTB in studio sulle prestazioni di resistenza e durata di questi pannelli, permettendo così di certificare il sale per l’uso Questa ricerca, principali; il processo di cristallizzazione, che varia in studio sulle prestazioni di resistenza e durata di questi pannelli, permettendo così di certificare il sale per l’uso . Questa ricerca, Francia, per approfondendo lo studio prestazioni tuttavia, continua tutt’ora, cerca ancora questo come la di base alle condizioni e la creazione tuttavia, continua tutt’ora, si si meteorologiche cerca di di approfondire approfondire ancora nuove nuove applicazioni applicazioni per questo materiale, materiale, come sulle la produzione produzione di enerener12 12. di resistenza e durata di questi pannelli, permettengia elettrica e la diffusione della luce di modelli tridimensionali tramite processi di stamgia elettrica e la diffusione della luce . do così di certificare il sale per l’uso11. Questa ricerca, paggio, pressatura, riscaldamento e termocompres5 tuttavia, continua tutt’ora, si cerca di approfondire sione . Grazie anche all’aiuto di collaboratori locali, ancora nuove applicazioni per questo materiale, il processo di cristallizzazione avviene in maniera come la produzione di energia elettrica e la diffusiototalmente naturale, attraverso l’immersione di telai ne della luce12. personalizzati, che hanno dato vita ai primi model-

Cristallizzazione del sale in supporti progettati per applicazioni architettoniche

152

1 1 Bergier Bergier J.F., J.F., Una Una storia storia del del sale, sale, Venezia Venezia 1984, 1984, p. p. 56.

56.

2 2 Russo Russo S., S., Le Le Saline Saline di di Barletta Barletta tra tra Sette Sette ee Ottocento, Ottocento, Foggia Foggia 2001, 2001, Claudio Claudio Grenzi Grenzi editore, editore, p. p. 17.

17.

3 3 Ibid., Ibid., p. p. 17.

17. Si Si ricordano ricordano le le rivolte rivolte antifiscali antifiscali su su imposte imposte e e gabelle gabelle che che gravavano gravavano sul sul sale, sale, le le rivolte rivolte nel nel Piemonte Piemonte sabaudo sabaudo aa fine fine Seicento Seicento e e quelli quelli che che dal dal basso basso Medioevo Medioevo alla alla prima prima età età moderna moderna oppongono oppongono la la Repubblica Repubblica di di Venezia Venezia e e le le varie varie signorie signorie emilano-romagnole emilano-romagnole per per ilil concontrollo trollo di di Cervia Cervia o o ilil Papa Papa e e ilil Duca Duca di di Ferrara Ferrara per per quello quello delle delle saline saline di di Comacchio.

Comacchio.

4 4 https://www.atelier-luma.org/en/projects/crystallization-plant, https://www.atelier-luma.org/en/projects/crystallization-plant, consultato consultato 12/11/2021.

12/11/2021.

5 5 Ibid.

Ibid.

6 6 Ibid.

Ibid.

7 7 https://www.dezeen.com/2021/07/09/carbon-salt-panels-interior-frank-gehrys-arles-tower-luma/, https://www.dezeen.com/2021/07/09/carbon-salt-panels-interior-frank-gehrys-arles-tower-luma/, consultato consultato 11/09/2021.

11/09/2021.

8 https://www.dezeen.com/2021/11/12/atelier-luma-salt-design-software/, consultato 13/10/2021.

8 https://www.dezeen.com/2021/11/12/atelier-luma-salt-design-software/, https://www.dezeen.com/2021/11/12/atelier-luma-salt-design-software/,consultato consultatoililil13/11/2021 13/10/2021. https://www.dezeen.com/2021/11/12/atelier-luma-salt-crystals-cladding-panels/, consultato 13/10/2021.

9 9 https://www.dezeen.com/2021/11/12/atelier-luma-salt-crystals-cladding-panels/, https://www.dezeen.com/2021/11/12/atelier-luma-salt-crystals-cladding-panels/,consultato consultatoililil13/11/2021 13/10/2021.

10 10 Ibid.

Ibid.

11 11 Ibid.

Ibid.

12 12 https://www.atelier-luma.org/en/projects/crystallization-plant, https://www.atelier-luma.org/en/projects/crystallization-plant, consultato consultato 12/11/2021.

12/11/2021.

153

“Salt is a material of the future” intervista a Henna Burney dell’Atelier Luma

Fig.1 Panneli di sale dentro la Torre di Frank Gehry a Arles.

Fig.3 Predisposizione delle casseformi nella vasca salante, per la produzione dei pannelli di sale.

Fig.2 Particolare dei panneli di sale.

“Un manifesto per il sale”

“Il sale è carbon neutral e altamente resistente”

“Il futuro sarà costruito con materiali vecchi e nuovi. Il sale è un materiale del futuro: un minerale essenziale per la vita, antico nei suoi usi e abbondante come risorsa. I materiali naturali ma trascurati come il sale hanno un potenziale straordinario. Abbiamo solo bisogno di guardarci intorno con occhi nuovi, riscoprire conoscenze perdute e tracciare nuovi modi di pensare ai materiali e ai loro ecosistemi. I cristalli di sale proiettano in Atelier Luma utilizza il sale in modi innovativi che tracciano un modo diverso di pensare materiali e dei loro ecosistemi.”

“Un minerale composto principalmente da cloruro di sodio, il punto di fusione del sale si aggira intorno agli 800 gradi Celsius, rendendolo altamente resistente al fuoco. Questa proprietà è stata evidenziata nello sviluppo di un sistema di rivestimento per la torre di Frank Gehry a Arles . Con 4.200 pannelli su una superficie di 560 metri quadrati, nella prima applicazione su larga scala del sale come materiale di rivestimento.”

“Il sale è essenziale per la vita umana e preserva gli ecosistemi locali” “In Atelier Luma sappiamo che il sale è stato saldamente radicato nelle conoscenze locali e mediterranee fin dall’antichità. Nel corso della storia, il sale è stato estremamente prezioso ed è stato persino usato come valuta a volte. I suoi legami con la politica e l’economia sono noti ma nell’era del commercio globalizzato il sale ha progressivamente perso il suo valore.”

“Grazie all’organizzazione ionica di sodio e cloruro, i cristalli di sale sono traslucidi e possono essere utilizzati come diffusore. È possibile progettare una luce utilizzando il processo di cristallizzazione naturale, dove il sale diventa un diffusore. Utilizzando uno strumento sviluppato su misura per calcolare e imitare la crescita dei cristalli di sale, il processo di progettazione con il sale è reso più semplice, aiutando a controllare, apprendere e prevedere il tempo necessario per il risultato di cristallizzazione previsto.”

“Il sale è abbondante”

“Il sale è antibatterico”

“Oggi il sale è un materiale abbondante e di scarso valore. Non c’è abbastanza ricerca intorno ad esso e non abbastanza interesse per tutte le sue proprietà fisiche e meccaniche. Eppure, è un materiale dalle infinite potenzialità. All’Atelier Luma, la ricerca collaborativa all’interno e intorno al territorio di Arles e della Camargue - dove le industrie del sale esistono da generazioni - ha mostrato il potenziale del sale come materiale di alto valore, in particolare quando si utilizzano le sue proprietà di cristallizzazione.

Come possiamo utilizzare i processi di cristallizzazione del sale per sviluppare applicazioni innovative e rafforzare la storica industria locale del sale?”

Il sale è un efficace distruttore di germi. In un processo noto come osmosi, l’acqua esce dai batteri per bilanciare la concentrazione di sale su ciascun lato della membrana cellulare. Senza acqua, le proteine batteriche come gli enzimi non possono funzionare e alla fine la cellula collassa. Progettando oggetti fatti di sale, possiamo mirare a ridurre i tassi di trasmissione di virus e altri agenti patogeni.

“I cicli di cristallizzazione del sale rispecchiano i ritmi naturali” Fonti immagini: Fig.1-2: in https://www.dezeen.com/2021/11/12/atelier-luma-salt-crystals-cladding-panels/, consultato il 29/11/21.

Fig. 3: in https://www.atelier-luma.org/en/projects/ crystallization-plant, consultato il 29/11/21.

154

“L’approccio collaborativo di Atelier Luma, che collega diverse prospettive e conoscenze della regione, propone un nuovo modo di lavorare con la cristallizzazione del sale, esplorando il potenziale di un processo naturale che è a zero emissioni di carbonio e non produce gas serra. Il progetto Salt Crystals utilizza il sale come punto di partenza per ripensare non solo l’uso e la produzione di un materiale, ma anche per interagire con il pensiero sistemico per proporre nuovi ecosistemi di produzione, uso e coinvolgimento locale. Attualmente, la ricerca di Atelier Luma sulle proprietà del sale si sta sviluppando su quattro binari paralleli come descritto di seguito.”

“Il sale è un riflettore e un diffusore di luce”

“Il sale è un catalizzatore per un nuovo tipo di energia” “Utilizzando le differenze nella concentrazione di sale e la tecnologia di elettrodialisi inversa, è possibile generare una fonte di energia. Le saline del Rodano sono vicine all’alta portata del fiume Rodano, creando un ambiente adatto per un impianto di elettrodialisi inversa. Queste saline possono diventare un modo alternativo per produrre energia per il consumo locale nel prossimo futuro.”

Fonte Intervista: Dezeen.com, (https://www.dezeen. com/2021/11/12/henna-burney-salt-manifesto-dezeen-15/), consultato il 13/11/21.

155

SALTYGLOO

Fig.3 Elemento singolo padiglione.

Il padiglione Saltygloo è un mobile stampato interamente in 3D, che sfrutta il sale ricavato in loco nella baia di San Francisco1 e riprende l’archetipo degli Igloo Inuit2. Quest’esperimento mira alla creazione di strutture su grande scala, leggere e componibili attraverso l’aiuto della progettazione parametrica e l’utilizzo della tecnologia di stampa 3D3. Saltygloo è composto da un misto di sale, proveniente da San Francisco e colla, creando una “colla salata”, che rende la struttura, leggera, impermeabile, economica, durevole e traslucida4. Per la sua realizzazione sono stati utilizzati 336 moduli traslucidi stampati in 3D, che ricordano la “forma cristallina del sale” posizionati in modo casuale per comporre un padiglione più grande in cui tutti i pannelli che la compongono risultano unici5. L’unione dei pannelli crea un guscio rigido consolidato dalla presenza di lastre leggere di alluminio, così da rendere la struttura leggerissima e facilmente componibile6, inoltre la proprietà traslucida del prodotto permette alla luce naturale di attraversare lo spazio e fa risaltare l’assemblaggio dell’opera, rivelando le straordinarie qualità del sale7.

Fig.1 Vista interna del padiglione.

Fig.2 Produzione del materiale che costituisce il padiglione.

Fonti immagini: Fig.1-2-3-4: in https://www.dezeen. com/2013/12/12/3d-printed-salt-pavilion-emerging-objects/, consultato il 29/11/21.

Fig.2 156 Dettaglio interno padiglione

1 Ogni anno, grazie all’ausilio del sole e del vento, nella baia di San Francisco vengono prodotti 500000 tonnellate di sale. (http://emergingobjects.com/project/saltygloo/), consultato il 09/09/2021.

2 https://www.dezeen.com/2013/12/12/3d-printed-salt-pavilion-emerging-objects/, consultato il 09/09/2021.

3 http://emergingobjects.com/project/saltygloo/, consultato il 09/09/2021.

4 https://www.dezeen.com/2013/12/12/3d-printed-salt-pavilion-emerging-objects/, consultato il 09/09/2021.

5 http://emergingobjects.com/project/saltygloo/, consultato il 09/09/2021.

6 Ibid.

7 Ibid.

157

INQUADRAMENTO EDIFICI

Ex OOcina Motori da rifunzionalizzare Ex OOcina Motori da rifunzionalizzare

5.2 SINTESI DI PROGETTO

Museo storico delle Saline Magazzino Nervi Ex Magazzino Soosticazione Sali da rifunzionalizzare Magazzino Nervi Ex Magazzino Soosticazione Sali da rifunzionalizzare

Corso Vittorio

Museo storicoEmanuele delle Saline

Corso Vittorio Emanuele

Via Africa Orientale

Via Africa Orientale

Il “Magazzino Nervi”, in uso fino all’anno 1974, come già detto nel capitolo precedente, dal 2018 è sotto la tutela della Soprintendenza dei Beni Culturali, ma attualmente versa in una condizione di quasi totale abbandono1.

Tuttavia, dal 2019 questa struttura è stata donata dall’Agenzia del Demanio al comune margheritano, che attraverso una stretta collaborazione con il Dicar (Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura) del Politecnico di Bari ha tracciato delle linee guida per la valorizzazione dell’opera di Nervi, predisponendo così delle azioni progettuali mirate che puntano, sia al restauro del bene, che alla sua ri-funzionalizzazione in un nuovo “Museo del Sale”2. Quest’anno la Regione Puglia attraverso il primo stanziamento di 3 milioni di euro, ha avviato i lavori per la trasformazione della struttura includendo nel progetto l’adiacente ex Officina Motori, con un laboratorio di restauro, uno audiovisivo multifunzionale3. Sulla base degli studi eseguiti, questa tesi, suggerisce un’operazione di differenziazione dell’investimento rispetto alla ri-funzionalizzazione della struttura, ponendo particolare attenzione nell’inserimento e nell’individuazione di un insieme di funzioni che possano creare, all’interno del complesso, un mix virtuoso, con l’obbiettivo di valorizzare al meglio non solo l’opera di Nervi ma l’intero territorio e la produzione locale, nel quale quest’edificio si attesta.

Via Opiicio

Via Opiicio

158

1 M. Visone, Infrastrutture e Industria, in A. Pagliuca, M. Sàito (a cura di), 9 itinerari x 100 architetture del ‘900: Basilicata e Puglia, Gangemi Editore International, 2019, p. 45.

2 https://www.teknoring.com/news/progettazione/margherita-di-savoia-museo-del-sale-ex-magazzini-pier-luigi-nervi/, consultato il 27/11/21.

3 http://www.corriereofanto.it/index.php/cultura/2394-margherita-museo-sale-fondi-regione, consultato il 27/11/21.

159

TEMATICHE DI PROGETTO

TURISMO

PATRIMONIO

160

SOSTENIBILITÀ ECONOMICA, AMBIENTALE, SOCIALE

CLIMA

SVILUPPO LOCALE

UTENTI E CONNESSIONI

161

TABELLA SWOT Presenza di un grande patrimonio culturale e naturalistico

Paesaggio costiero di notevole pregio

Vicinanza al tessuto urbano di Margherita di Savoia e all’esistente Museo della Salina.

Manufatto di alto valore storico-architettonico Presenza di ussi turistici diversiicati

Diverse ooerte turistiche all’interno del territorio di Margheita di Savoia Presenza all’interno del territtorio di Strategie Regionali che puntano alla riqualiicazione dell’area

Assi infrastrutturali per la mobilità sostenibile presenti nella Strategie Regionali.

Utilizzo del prodotto naturale del territorio

Acquisizione da parte del personale di nuove competenze nei confronti delle nuove applicazioni del sale

Crescita del settore secondario locale Nuovi posti di lavoro Aumento del valore aggiunto dell’area, mediante il settore terziario

Valorizzazione della produzione locale

Attività formative e conoscitive per le scolaresche

Nuovi spazi culturali e sociali per la comunità del territorio

Alta sostenibilità nella nuova applicazione individuata per il prodotto naturale

Unione di tecniche del passato con le innovative tecnologie.

Nuovo materiale con innumerivoli possibilità future a basso impatto ambientale

Accrescimento dell’interesse per il manufatto architettonico

Maggiore interesse per le aree naturalistiche

Partecipazione e sensibilità da parte dell’intera comunità locale nei confronti dell’area in analisi

Valorizzare i caratteri identitari del territorio

Partecipazione da parte delle istituzioni nella rideenizione dell’area in analisi.

S

Scarsa conoscenza del patrimonio paesaggistico e storico-culturale del territorio in analisi

Servizi per una mobilità dolce e sostenibile carenti

OOerta dei servizi turistici per la fruizione ai beni e agli eventi culturali spezzettata, poco supportata e concertata

Manufatto architettonico in stato di abbandono e degrado Presenza di sporcizia e riiuti nell’area Impatto Ambientale

OOerta turistica stagionale, limitata alla fruizione della costa nel solo periodo estivo Area del Magazzino ancora in uso, con conseguente passaggio di mezzi pesanti nelle ore lavorative

Scarsa valorizzazione e caratterizzazione del prodotto locale

Scarsa consapevolezza dell’autenticità dell’area e del territorio della Salina, anche all’interno della regione Puglia.

W

Formazione del personale inadeguate alle attuali richieste Insuuciente presenza di spazi esterni per la comunità facilmente fruibili

Area sottoposta a numerosi vincoli di tutela

Punti di forza

Punti di debolezza

O

T

Opportunità

Minaccie

Diversiicazione e destagionalizzare l’ooerta turistica proposta dal territorio Individuazione di infrastrutture per la mobilità sostenibile riconosciute a livello regionale e nazionale.

Collegamento tra il Museo della Salina e il Magazzino Nervi Opportunità di sviluppo del prodotto naturale locale

Nuovi spazi per la comunità locale Accrescere l’importanza del settore secondario locale

Maggiore appeal nei confronti della produzione locale, sia a livello nazionale che internazionale

Vulnerabilità dell’area causata dalla sua elevata accessibilità

Rischio di snaturare il manufatto

Ambiguità e discordanza delle attività nell’area del magazzino

Continuo passaggio di automezzi nelle ore lavorative

Sicurezza per i fruitori dell’area

Scarsi introiti per il settore secondario locale

Basso cambio generazionale nel settore della produzione del sale

Concorrenza dei mercati esteri

Migliorare la fruizione del manufatto attraverso percorsi pedonali e ciclabili

162

Creazione di materiali innovativi ad elevata sostenibilità ambientale

163

FRUIBILITA’ DEL BENE E SPAZI ESTERNI Come già visto nei capitoli precedenti, all’interno dell’abitato di Margherita di Savoia, è già presente una struttura che ospita l’attuale Museo delle Saline, all’interno dell’ex Torrione della cittadina, in Corso Vittorio Emanuele. Tale struttura presenta delle forti criticità, dovute soprattutto alle sue dimensioni ridotte che impediscono di esporre tutti i reperti archeologici industriali sparsi per il territorio della salina o conservati all’interno dello stesso museo. La vicinanza di quest’edificio con i Magazzino Nervi permette di ipotizzare un possibile collegamento pedonale tra i due edifici e di proporre una divisione dell’esperienza museale, che nella prima parte si sofferma sulla vita dei “Salinari”, ossia degli operai, uomini e donne, i quali lavoravano senza sosta nel territorio della Salina, mentre la seconda pone maggiore attenzione nei riguardi dei metodi di lavorazione e produzione del sale e nei confronti di quegli illustri personaggi, che attraverso le loro azioni nel tempo, hanno definito l’attuale territorio delle Saline di Margherita, come Luigi Vanvitelli, Federico II di Svevia o lo stesso Nervi. Quest’azione prevede non solo la valorizzazione di entrambe le strutture inserite all’interno di un “percorso museale”, ma prevede anche la riqualificazione dell’attuale area adiacente il Magazzino, situato a cavallo tra Via Opificio e Via Africa Orientale e attualmente inutilizzata, in uno spazio pubblico per la popolazione di Margherita di Savoia.

Area complesso

AZIONI PROGETTUALI Migliorare la fruibilità e l’utilizzo dell’area circostante

Museo storico della Salina

1

Centro visite guidate Salina Campi Sportivi

Riorganizzazione delle percorrenze veicolari

Ciclovia Adriatica presente nelle Strategie Regionale Possibile allaccio tra i due percorsi di mobilità dolce

Percoso automezzi e operai complesso

Area sosta emergenze

Diieranziazione della pavimentazione

P P P

Potenziare la mobilità dolce, sfruttando le Strategie Regionali già attive sull’area Individuazione e potenziamento funzioni aree già presenti sull’area

Creazione di spazi esterni per rendere l’area più attrattiva

Nuovo spazio esterno fornito di arredo urbano e delimitato da dissuasori Nuovo percoso ciclo-pedonale delimitato da dissuasori

Area carrabile uuci Salina Parcheggio gratuito per i visitatori Parcheggio operai salina Parcheggio custodito a pagamento

2

Individuazione dello spazio esterno

P

Inserire arredo urbano con possibilità di produrlo direttamente in loco

Risanamento delle aree verdi già esistenti

164

NUOVO PERCORSO MUSEALE

P

P

Distanza 500 m.

Tempo di percorrenza 5 min.

165

IL MAGAZZINO NERVI

Per quanto concerne la riqualificazione dell’ex Magazzino Sofisticazione Sali è previsto un intervento di restauro “essenziale” sia interno che esterno al complesso, concorde con le linee guida indicate dalla progettazione regionale, così da consolidare la struttura, che attualmente versa in un alto stato di degrado, prevenendo ulteriori problematiche future, senza intaccare l’identità dell’opera nerviana. L’accesso alla struttura, scandito dal porticato del prospetto Nord dell’edificio presenta un nuovo servizio di biglietteria e deposito degli effetti personali, uno spazio adibito ai servizi igienici a disposizione di tutti i fruitori del complesso ed un piccolo locale tecnico. In corrispondenza dell’ingresso è stato inserito anche uno nuovo vano scala, il quale permetterà l’accesso dei fruitori anche alla Torre Tecnica e sostituirà quello esistente, composto da una piccola scala a chiocciola in ferro ormai corrosa ed inagibile. Il Magazzino all’interno verrà diviso in tre funzioni principali. La prima museale, sia virtuale, mediante l’ausilio di video wall, touch screen, art glass, qr code, visori, che analogica, con le classiche pannellature. Il percorso museale mira ad essere un’esperienza sensoriale e immersiva al fine di completare lo story telling didattico iniziato nel vicino Museo delle Saline. Grazie alla grande volumetria dell’opera nerviana, all’interno verranno inseriti tutti i reperti di archeologia industriale che l’attuale polo museale non riesce ad esporre, sia di piccole che grandi dimensioni, come i trenini a scartamento ridotto, attualmente esposti al degrado e all’incuria. Oltre all’esperienza museale è previsto all’interno del complesso uno spazio destinato a sala polifunzionale, con la possibilità di ospitare conferenze, eventi, concerti, riunioni, così da generare un impatto economico maggiore rispetto alla solo funzione museale. Infine, un ultimo spazio è adibito a show room, in cui verranno esposte gli oggetti prodotti nell’edificio dell’ex Officina Motori, denominato The Salt Factory, mediante le innovative tecniche di lavorazione del sale. È prevista la rifunzionalizzazione anche degli spazi della Torre Tecnica che si erge per ben 5 piani, in uffici per la gestione dell’intero complesso e catalogazione dei reperti, in spazi per esposizioni fotografiche nell’area ricavata dall’ex vano-trasportatore Sali con annesso book shop e caffetteria. Infine un piccolo belvedere, che fungerà da “punto d’osservazione” verso il paesaggio mozzafiato dei bacini e verso la città, mantenendo lo stretto legame tra l’opera di Nervi e il suo intorno. Attraverso un’analisi degli orari lavorativi degli operai della Salina e delle tratte percorse dagli automezzi usati per la produzione del sale è auspicabile che la fruibilità del complesso sia limitata alle ore serali/notturne e ai giorni festivi per ospitare eventi, mentre per quanto concerne le visite guidate e la parte di produzione, essendo già attive e su prenotazione da parte della stessa Salina, non si avranno limitazioni d’orario.

166

Messa in sicurezza del Magazzino Nervi Restauro per il consolidamento e la messa in sicurezza del Magazzino Nervi

Ri-funzionalizzazione del Magazzino Nervi Foyer con espozione fotograaca

3 4

Area predispota per la conclusione del percorso museale

FASCIA ORARIA DIURNA

07:00 - 18:00

Il complesso continua ad avere l’attuale funzione, con il transito dei camion per il processo produttivo della salina. L’attività produttiva della Salt Factory risuterà attiva anche in questoorario, mentre le visite guidate, essendo già attive e su prenotazione da parte della stessa Salina, non avranno limitazioni.

FASCIA ORARIA NOTTURNA 07:00 - 18:00 09:00 - 00:00 FASCIA ORARIA FESTIVI

L’area non viene più utilizzata per la produzione del sale, quindi è possibile ospitare eventi, mostre concerti, permettendo ai fruitori del complesso di accedervi in totale sicurezza. Questo avviene durante l’intera giornata nei i giorni festivi.

FOYER E MOSTRA 380 m2 FOTOGRAFICA

Area espositiva prodotti Salt Factory

Ri-funzionalizzazione della Torre Tecnica

SCHEMA FUNZIONALE MAGAZZINO NERVI

NUOVA RI-FUNZIONALIZZAZIONE

Area polifunzionale adibita per ospitare eventi, concerti, conferenze

Locale servizi per il corretto funzionamento delle attività

0RARI ATTIVITA’

SPAZIO MUSEALE

405 m2

AREA POLIFUNZIONALE

600 m2

AREA ESPOSITIVA

408 m2

BIGLIETTERIA GUARDAROBA

5

Inserimento nuovo vano scala

SERVIZI IGENICI

100 m2

LOCALE TECNICO

26 m2

AREA GESTIONE E CATALOGAZIONE BOOKSHOP CAFFETTERIA

Spazi per la gestione del complesso e la catalogazione dei reperti

74 m2

160 m2 80 m2

MOSTRA FOTOGRAFICA

299 m2

BELVEDERE

80 m2

Book-Shop e Caaetteria Spazio per esposizione fotograaca Belvedere

Sicurezza per i fruitori all’interno del complesso Funzionamento attività in base all’orario

6

NUOVO VANO SCALA INGRESSO USCITA USCITA CON RAMPA

167

THE SALT FACTORY

“Il futuro sarà costruito con materiali vecchi e nuovi. Il sale è un materiale del futuro: un minerale essenziale per la vita, antico nei suoi usi e abbondante come risorsa.”1 Questo minerale, che la natura ci regala in abbondanza, nei secoli passati era considerato un prodotto un prodotto estremamente raro, soprattutto per la sua ineguale distribuzione e per la sua importanza per la vita umana. Oggigiorno, purtroppo, a causa della commercializzazione all’ingrosso e della facilità nel trasporto, questo prodotto, essenziale nella storia dell’uomo, ha perso il suo valore nella memoria delle persone e della società contemporanea. Tuttavia, la sua grande abbondanza, il suo scarso valore e le sue proprietà fisiche e chimiche rendono questo minerale ideale per creare nuovi materiali ecosostenibili, dando vita a nuovi ecosistemi di produzione, di utilizzo e soprattutto di coinvolgimento locale2. È con questa prerogativa che nasce la Salt Factory, con la volontà di creare una sinergia tra il sistema di produzione della Salina di Margherita di Savoia e la produzione di materiale edilizio ecosostenibile, che riesca a trasmettere il forte carattere identitario del territorio.

L’ex Officina motori, ormai abbandonata, verrà quindi riqualificata in un centro di produzione e progettazione locale di materiale edilizio e di design, attraverso le innovative tecniche di lavorazione del sale. All’interno dell’edificio è presente un’area multimediale adibita per la didattica, la formazione dei futuri operai della Salt Factory, uno spazio per la progettazione dei nuovi prodotti, uno per la lavorazione e la produzione, sia manuale che automatica, mediante l’uso di stampanti 3D, di questi prodotti innovati. Nella struttura è stato previsto anche un Cocktail Bar, separato dall’area di produzione mediante un parete vetrata, che permetterà di rendere partecipi i fruitori del complesso alla fase di produzione dei nuovi materiali della Salt Factory durante i vari eventi che si effettueranno nell’area. All’interno del complesso sono stati previsti 2 spazi esterni, una piazza intorno alla “simbolica montagnola di sale” che potrà ospitare eventi esterni ed una courtyard interna, tra il Magazzino Nervi e La Salt Factory. Quest’ultima risulta coperta da una nuova tettoia fornita di pannelli solari amorfi, che sostituirà quella originale del magazzino, attualmente mancante.

All’interno della courtyard, oltre a spazi utilizzati per esposizioni ed eventi temporanei, è stato predisposto un piccolo dehor coperto per il Cocktail Bar adiacente.

Come già detto in precedenza, la fruibilità del complesso è limitata alle ore serali/notturne e ai giorni festivi per ospitare eventi, mentre per quanto concerne le visite guidate e la parte di produzione della Salt Factoy non hanno limitazioni d’orario.

Recupero dell’Ex OOcina Motori Attività di pulizia e messa in sicurezza dell’ediicio

Ri-funzionalizzazione dell’Ex OOcina Motori

168

8 SCHEMA FUNZIONALE THE SALT FACTORY

Area per la progettazione dei prodotti in sale

ni osizio p s e per erno t s e io Spaz

a n g a t Modni Sale rio Bina

COURTYARD Tra il Magazzino Nervi e La Salt Factory è stata predisposta una courtyard interna coperta da una nuova tettoia che sostituirà l’originale attualmente mancante. All’interno della courtyard, oltre a spazi utilizzati per esposizioni esterne eventi, è presente un dehor coperto Cocktail Bar, attivo durante le ore seriali e nei giorni festivi o nei vari eventi organizzati all’interno del complesso.

SPAZI PUBBLICI E SPAZI PRIVATI

NUOVA FUNZIONI

Area per la progettazione dei prodotti in sale

Creazione di nuovi spazi esterni dentro al Complesso

lettivo Vetro se tettoia a v o u n a Struttur

or Deh IO SPAEZSTERNOTI EVEN

Spazio multimediale didattica e formazione

Locale servizi per il corretto funzionamento delle attività

fo e amor r a l o s o l Pannel

ARD COURTY

The Salt Factory

FOYER ENTRATA AREA PROGETTAZIONE AREA SNACK

9

30 m2 120 m2 30 m2

DIDATTICA E FORMAZIONE

120 m

THE SALT FACTORY

420 m2

COCKTAIL BAR

130 m2

PUBBLICO PRIVATO

2

Individuazione degli spazi esterni Inserimento nuova tettoia The Coutyard The Square

1 https://www.dezeen.com/2021/11/12/henna-burney-salt-manifesto-dezeen-15/, consultato il 29/11/21.

2 Ibid

7

SQUARE

Un altro spazio esterno è stato individuato nella parte Sud del complesso, in un spiazzale isolato dagli edifici ancora in uso della Salina, adiacente ai due edifici interessati. All’initerno di questo ques nuovo spazio troviano l’iconica montagnola di sale e i resti dei binari di carico, ricordo della vecchia produzione del sale. L’area sarà predisposta per eventi e concerti esterni, soprattutto per il periodo estivo

INGRESSO Salt Factory INGRESSO didattica INGRESSO Cocktail Bar

NUOVO VANO SCALA VANO SCALA BAR

169 USCITA

Questo lavoro corona e termina la mia esperienza accademica. Sono stati degli molto intensi, in cui non sono mancate problematiche, sacrifici, nottate, ma anche momenti bellissimi, che mi ricorderò per tutta la mia vita.

Un po’ di tempo fa sono partito con tantissimi sogni e prospettive, senza sapere, però, quando e se sarei tornato a casa. Anche se attualmente queste prospettive sono inevitabilmente mutate col crescere, ci tenevo molto a raccontare le mie radici, attraverso questo lavoro di tesi, cercando far comprendere la bellezza e la varietà paesaggistica della Puglia. Vorrei, quindi, ringraziare tutte le persone che mi hanno supportato in questa mia esperienza, sia a livello accademico che personale.

Per prima cosa vorrei ringraziare la professoressa Carla Bartolozzi, con cui ho affrontato il lungo e “tortuoso” percorso per la produzione di questa tesi. Mi ha trasmesso davvero tanto, e sono lieto di aver affrontato questo lavoro insieme a lei.

Ringraziamenti

Un ringraziamento va anche all’architetto Paolo Daddato, che con gentilezza e disponibilità, mi ha fornito i rilievi dell’edificio, l’architetto Michele Ricco e il Dipartimento DICAR del Politecnico di Bari per vari riferimenti e spunti, che mi hanno aiutato molto nell’elaborazione di questa tesi.

Vorrei ringraziare anche il Comune di Margherita di Savoia, il sindaco Bernardo Lodispoto e l’ingegnere Valentino, responsabile della Salina di Margherita di Savoia, che mi hanno dato la disponibilità di accedere al complesso e di effettuare i vari rilevi, anche in un periodo difficile come quello segnato dalla presenza del Covid-19.

Ringrazio la mia famiglia per avermi seguito in qualsiasi mia scelta, in questi anni, per aver sempre creduto in me, nel mio lavoro e impegni. Grazie per questa immensa fiducia in me.

Un ringraziamento speciale va a mio fratello Daniele, anche se negli ultimi due anni non ci sei stato fisicamente, mi hai sempre spronato e incoraggiato e non vedo l’ora di rivederti, spero di farti un bel regalo.

Infine, vorrei ringraziare tutti i miei amici che hanno passato con me tutti questi anni a Torino, se adoro questa città è soprattutto perché ci siete voi che rendete indimenticabile ogni momento passato insieme.

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FONTE IMMAGINI PAG. 110: Foto in A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, pp. 8-13 FONTE IMMAGINI PAG. 112: Fig. 1-2-3-4: in A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, pp. 9-14: Fig. 5: in https://www.lecceoggi.com/lex-manifattura-tabacchi-si-apre-alle-visite-31-luglio-larch-mantovano/, consultato il 29/11/21.

FONTE IMMAGINI PAG. 114:

Fig. 20: in http://costruirecorrettamente.org/site/approfondimento/informative_detail.php?doc_id=110, consultato il 18/11/21;

Foto in GLORIA BIANCHINO, DARIO COSTI (a cura di), Cantiere Nervi. La costruzione di una identità. Storie, geografie, parallele, Skira editore, Milano 2012, p. 193.

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Foto in A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, pp. 15-21.

185

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FONTE IMMAGINI PAG. 160-161:

Foto in A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, pp. 15-21.

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FONTE IMMAGINI PAG. 120: Foto in A. Mantovano, Pier Luigi Nervi a Lecce (1930-1935). Impresa e progetto, Piero Manni s.r.l., San Cesario di Lecce 2011, pp. 23-26.

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https://www.foggiatoday.it/eventi/freedom-oltre-il-confine-saline-margherita-di-savoia-roberto-giacobbo.html, consultato il 12/10/21;

Foto di Davide Delia, eseguite durante il sopralluogo effettuato in data 25/06/2021.

https://www.ilturista.info/ugc/immagini/margherita_di_savoia/puglia/65095/, consultato 12/10/21;

FONTE IMMAGINI PAG. 152:

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Foto in https://www.atelier-luma.org/en/projects/crystallization-plant, consultato il 28/11/21.

Foto di Davide Bianco in

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(https://whitexperience.blogspot.com/2018/04/the-biggest-saltworks-in-europe.html), consultato il 12/10/21);

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Fig. 3: in https://www.atelier-luma.org/en/projects/crystallization-plant, consultato il 29/11/21.

FONTE IMMAGINI PAG. 157-156: Fig.1-2-3-4: in https://www.dezeen.com/2013/12/12/3d-printed-salt-pavilion-emerging-objects/, consultato il 29/11/21.

FONTE IMMAGINI PAG. 160-161:

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