ARCHITETTURA FOTOGRAFIA
Università degli Studi
di Roma Tre | Dipartimento di Architettura Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura a.a Relatore2019/2020Giovanni Formica Studente Davide Avantini
3 INDICE ARCHITETTURAINTRODUZIONENELLA FOTOGRAFIA WALKER EVANS, BERENICE ABBOTT BOMBARDAMENTI DEL 1945 GABRIELE BASILICO EUGÈNE ATGET PAUL FOTOGRAFIASERGEYUKIOSTRANDFUTAGAWANAJJARNELL’ARCHITETTURAARCHIVIOFOTOGRAFICOALINARIHENRYHOBSONRICHARDSON,ERICH MENDELSOHN FRANK LLOYD WRIGHT - PEDRO E. GUERRERO LE CORBUSIER - LUCIEN HERVÈ RICHARD NEUTRA - JULIUS SHULMAN OSCAR NIEMAYER - MARCEL GAUTHEROT ALDO ROSSI - LUIGI GHIRRI JOHN PAWSON PORTFOLIOPORTFOLIO FOTOGRAFICO PORTFOLIO ARCHITETTONICO IL PROGETTO IN UN DETTAGLIO FOTOGRAFIA COME IDEATRICE L’ESSENZIALE IN UNO SCATTO BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA 50443832282725242322212019181715141312109875
“
“L’architettura comunica sé stessa attraverso lo strumento fotografico e la fotografia usa l’archi tettura come quinta, come sfondo, come soggetto, come strumento per divulgare un messaggio. Per questo non esiste la fotografia di architettura, ma una compartecipazione, una relazione profonda tra due entità indipendenti, ma complici.”
Maria Letizia Gagliardi in Misura dello spazio. Fotografia e Architettura
5 L’architettura esiste anche in assenza della fotografia. La fotografia esiste anche in assenza dell’ar Architetturachitettura.
Cos’è quindi che rende queste due arti così indissolubili?
INTRODUZIONEARCHITETTURAEFOTOGRAFIA
In questo elaborato verrà tracciato un percorso storico che unisce l’architettura con la fotografia e la fotografia con l’architettura, a comprendere come l’una abbia influenzato l’altra e viceversa. Per fare questo si approfondiranno i pensieri dei maggiori esponenti nel parallelo tra le due discipline, affianco ad esempi pratici delle mie esperienze.
e fotografia sono due discipline estremamente diverse tra loro. La prima rappresenta la capacità di agire con tecnica, costruttiva ed estetica, con lo scopo di creare strutture e spazi fruibili. La seconda è l’arte del saper inquadrare la realtà creando dei frammenti di tempo in un’immagine statica. Una tridimensionale, l’altra bidimensionale.
Il legame tra l’eredità di un architetto e quella di un fotografo non è confacente a nessuna logica compositiva. La connessione tra i due può derivare da diversi approcci adottati, al fine di richia mare attraverso un’immagine, un’intenzione ben precisa, uno scambio di informazioni preziose in quanto d’ispirazione per una delle due arti. Questi approcci analizzano due aspetti. Di come i fotografi si servano delle opere architettoniche per riprodurne la loro interpretazione in termini figurativi e di come gli architetti si avvalgano della fotografia al fine di orientare le proprie scelte di progetto e di pubblicizzare o documentare il proprio lavoro.
HAL MOREY Grand Central Station, New1931York

Alcune fotografie con le architetture come soggetto sono diventate documenti essenziali per lo studio di momenti storici o delle città. Se si pensa agli scatti di inizio secolo di Walker Evans, di Berenice Abbott o a quelli dei bombardamenti di Hiroshima e Berlino, possiamo notare una visione chiara del rapporto tra architettura e uomo agli inizi del secolo. Lo stesso discorso vale per le opere del più recente Gabriele Basilico, le cui fotografie riescono a descrivere i contesti urbani di Milano, Beirut, Sudamerica ed altre città, ponendo sempre l’architettura come principale soggetto delle sue inquadrature. Se, invece, prendiamo in considerazione le fotografie di Eugene Atget, Yukio Futagawa, Paul Strand o il contemporaneo Serge Najjar vedremo come, parallelamente alla fotografia documen taria, ebbe una importante valenza anche un tipo di fotografia più incentrato alla composizione dell’inquadratura, in cui l’architettura abbandona il ruolo di soggetto per diventare oggetto.
ARCHITETTURA NELLA FOTOGRAFIA
Quando i progetti architettonici diventano soggetto della fotografia
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Nel corso dei due secoli di storia che l’hanno vista crescere, la fotografia è riuscita a conquistare la sua indipendenza spostando il suo obiettivo non più al mero trasferimento visivo della realtà ma ad una rappresentazione dettata da una profonda ricerca documentaristica, critica e stilistica. Da fine Ottocento molti artisti iniziarono a vedere nell’architettura un ottimo soggetto per sfruttare al massimo le capacità comunicative di questo mezzo innovativo e presto la promossero al ruolo di protagonista della stessa fotografia.
Questo ruolo privilegiato si declinò in diverse sfumature. Se per alcuni fotografi l’architettura di venne il soggetto principale dei loro lavori di documentazione della società, per altri rappresentò l’oggetto stilistico ideale per la creazione di nuove composizioni.
WALKER EVANS e BERENICE ABBOTT
Berenice Abbott (1898-1991), dopo aver studiato tra Berlino e Parigi, entrò nella scena Dadaista come assistente di Man Ray e Marcel Dushamp. Tornata a New York nel 1929, si occupò soprattutto di fotografia ritrattistica, ma riuscì a dare un notevole contributo all’architettura di quegli anni.

BERENICE New 1936York
WALKER EVANS New 1935Orleans

Con Evans e Abbot si affermò la tradizione di realizzare un gran numero di fotografie dedicate all’architettura. Mentre Evans preferiva utilizzare una metodologia compositiva più rigida e geometrica e si occupava soprattutto di architettura spontanea, la Abbot aveva uno stile più movimentato, concentrandosi per quasi tutta la carriera sull’ar chitettura di Manhattan.
ABBOTT
8 ARCHITETTURA NELLA FOTOGRAFIA
Walker Evans (1903-1975) fu uno dei protagonisti della vita culturale newyorkese tra gli anni ‘20 e ‘30. Negli Stati Uniti divenne noto principalmente per i suoi reportage sui luoghi e le persone successivi alla Grande Depressione del 1929.
BOMBARDAMENTI DEL 1945 9 ARCHITETTURA NELLA FOTOGRAFIA STANLEY 1945HiroshimaTROUTMAN


AUTORE SCONOSCIUTO
1945Berlino
Alla fine della seconda guerra mondiale le fotografie conquistarono un ruolo fondamentale per la documentazione degli eventi e con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica in tutto il mondo. In questi documenti l’elemento a cui spesso ci si affidava per riuscire a dare alla fotografia una sensibilità e una dimensione più umana era l’architettura. Le rappresentazioni del Monumento della Pace a Hiroshima e del Palazzo del Reichstag a Berlino, che sorgevano in un contesto urbano devastato dai bombardamenti, costituivano un documento importante a testimonianza di uno degli eventi più importanti della storia umana.
Divenne successivamente noto a livello internazionale per i suoi scatti a livello urbanistico di Beirut che inquadrano la città devastata dalla guerra civile libanese.
Fotografò il contesto urbano di città di tutto il mondo senza scendere mai nella topografia ma rimanendo sempre sensibile al rapporto umano con l’architettura.
Nella sua carriera Gabriele Basilico (1944-2013) ha sempre affrontato il tema della progettazione. Laureato in architettura nel 1973, ha gradualmente abbandonato il suo percorso formativo per dedicarsi interamente alla Annoveratofotografia.tra i più grandi fotografi di paesaggi urbani al mondo, nella sua carriera ha pubblicato oltre 60 libri per sonali mettendo in risalto il suo stile fotografico e il suo legame con l’architettura, non concentrandosi sulla qualità estetica delle sue immagini, ma dando importanza solamente al loro potere documentaristico.
Milano. Ritratti di fabbriche 1980Milano
All’inizio della sua carriera è stato impegnato in un progetto fotografico delle architetture dell’area industriale milanese, sottolineando in particolar modo il ruolo delle fabbriche come emblema di un’area periferica della città.

GABRIELE BASILICO 10 ARCHITETTURA NELLA FOTOGRAFIA GABRIELE BASILICO Beirut 1991 1991Beirut
GABRIELE BASILICO

GABRIELE BASILICO
La sua filosofia si basava sul concetto di utilizzare la fotografia come strumento comunicativo: ogni scatto era un documento in cui venivano trasmesse tutte le informazioni visibili di un determinato luogo. L’utilizzo di un grande formato di fotografia, quindi, diventava quasi una scelta obbligatoria per far entrare nell’inquadratura il maggior numero di informazioni possibili.
Mosca Verticale
11 ARCHITETTURA NELLA FOTOGRAFIA GABRIELE BASILICO Metropoli Rio de Janeiro 2011

2008Mosca
Con metodi diversi ma sempre coerenti al suo stile narrativo, ha creato un’ininterrotta narrazione dei luoghi, studiando le singole città ed analizzandone le trasformazioni nel tempo.
Basilico introdusse anche il concetto di Ipervisibilità. “Un edificio che non si vede è importante tanto quanto un edificio inquadrato”: se in uno scatto resta visibile un’ombra di un edificio esterno alla nostra inquadratura, avremo ugual mente una chiara idea del contesto circostante.
Considerare il contesto circostante, nella fotografia come nell’architettura, è quindi fondamentale per rendere il pro getto parte integrante con ciò che lo circonda.

Dopo essersi formato come pittore, scultore e attore teatrale, Eugène Atget (1857-1927) iniziò ad esplorare il mondo della fotografia, attraverso la quale riuscì ad esprimersi al meglio. La sua importanza si riconobbe solamente dopo la sua morte e le sue opere sono ora custodite nella Biblioteca Nazionale di Francia e nel Museum of Modern Art di New York. I suoi scatti inquadravano gli edifici di Parigi con un approccio stilistico innovativo e più personale, che si discostava dai lavori prevalentemente documentaristi dei suoi contemporanei. Nei suoi lavori è visibile una sensibilità artistica e un approccio quasi pittorico alla fotografia.
EUGENE ATGET Scale dell’Hotel de Tallard, Parigi 1911

EUGÈNE ATGET 12 ARCHITETTURA NELLA FOTOGRAFIA EUGENE ATGET
Rue de la Montagne Sainte Geneviève, Parigi 1903

PAUL STRAND 13 ARCHITETTURA NELLA FOTOGRAFIA PAUL STRAND Scatti astratti, Connecticut 1914 PAUL STRAND Wall Street, New York 1921

Paul Strand (1890-1976) diede un ruolo rilevante all’architettura nella “fine art” americana. Nel 1914 pubblicò una serie di scatti fatti in Connecticut dove mise in primo piano il rapporto tra architettura e luce per creare delle geometrie irregolari. Italo Zannier scrisse di questa raccolta: “Furono le prime fotografie astratte della storia”.

Ogni scatto diventava un’opera d’arte, in cui egli cercava di riprodurre immagini realistiche, in quanto fotografate, senza venire meno alla composizione artistica del soggetto. L’architettura divenne per lui un punto fermo, talvolta utilizzato come sfondo, altre volte come soggetto.
Dopo il 1921 il suo lavoro assunse dei significati simbolici riferendosi alla “civiltà della macchina”, dove l’architettura diventava una metafora del passaggio tra antichità e modernità. Il suo stile era caratterizzato da una forte impronta personale influenzata dalla cultura pittorica di inizio Novecento.
YUKIO FUTAGAWA TWA Flight Center New 1962Yorkcirca

Casa 1957Giapponetradizionalecirca
YUKIO 1981RonchampNotre-DameFUTAGAWAduHautcirca
Yukio Futagawa (1932-2013), in giovane età, iniziò a raccogliere delle fotografie dell’architettura rurale giapponese, un progetto che lo portò a pubblicare nel 1957, dopo 6 anni di viaggi, un libro di 10 volumi chiamato Nihon no minka (Case tradizionali giapponesi). Dopo il grande successo del libro, continuò la carriera fotografica per quasi 60 anni, allontanandosi dal Giappone e fotografando le opere dei più grandi nomi dell’architettura in tutto il mondo.


YUKIO FUTAGAWA 14 ARCHITETTURA NELLA FOTOGRAFIA YUKIO FUTAGAWA
La sua opera, caratterizzata dall’utilizzo di un bianco e nero fortemente contrastante, nasceva come una fotografia documentaria ma si sviluppava seguendo un suo particolare approccio stilistico, ponendo l’attenzione sui dettagli architettonici e sulle sensazioni ed emozioni che un progetto poteva trasmettere.
I suoi scatti analizzano il rapporto tra uomo e architettura, volti alla creazione di immagini astratte ma reali.
SERGE NAJJAR 15 ARCHITETTURA NELLA FOTOGRAFIA SERGE NAJJAR 2015Beirut SERGE NAJJAR 2016Beirut
Non è importante la qualità dell’architettura ma la fruibilità degli spazi che vengono da essa creati: un concetto che trapela da fotografie in cui non viene inquadrato il contesto circostante, né l’intero edificio, ma che utilizza solo il legame che il monumento ha con le persone, con la luce e con le ombre.
Il contemporaneo Serge Najjar sviluppa un approccio alla fotografia e all’architettura in uno stile molto più minimalista e scenico; la sua collezione di lavori riesce a muoversi restando in equilibrio tra piattezza e profondità.


RENZO PIANO Cantiere del Nuovo Porto di Genova fotografato da GIANNI BERENGO GARDIN1992

1717 Se per i fotografi l’architettura rappresentò un soggetto e fonte di ispirazione per loro opere, per gli architetti la fotografia ebbe un ruolo meno definito ma sempre evidente. Per alcuni divenne una fonte di conoscenza, dove poter trovare spunti e nuove idee, per altri un modo per presentare il proprio lavoro al pubblico, per altri ancora un fidato strumento da accompagnare anche nelle fasi di progettazione. La diffusione sempre più ampia delle riviste di architettura con immagini fotografiche spinse i lettori e gli architetti ad una continua ricerca su gli aspetti dell’architettura che la fotografia metteva meglio in evidenza. In molti casi la fotografia, grazie alla sua rapidità e duttilità, venne preferita ai disegni a mano da diversi progettisti. Questa, oltre a rendere concreto il linguaggio personale dell’autore, riuscì a farsi carico di soddisfare la necessità di rappresentazione, ricerca e diffusione, nei vari ambienti codici da rispettare per interpretare e comunicare l’architettura attraverso la fotografia, se non quello di conservare l’autenticità di entrambe. Proprio per questo la collaborazione tra architetti e fotografi, pur legando insieme queste due arti, è sempre riuscita a lasciare ad ognu na la libertà di esprimersi autonomamente. Quando un’architetto assume un fotografo, c’è un alto livello di fiducia ed una visione condivisa. Lo stile dell’approccio di chi fotografa può avere un profondo impatto sul futuro dell’architetto. Quest’ultimo abbraccia le capacità del fotografo di creare l’identità architettonica definitiva Chidell’edificio.fotografa un’opera di architettura può realizzarla o romperla, celebrarla o condannarla. Il creatore di un’immagine lascia un’impronta sull’osservatore, modellando la comprensione dell’opera nel tempo. Nei paragrafi successivi si definirà, attraverso una serie di esempi, il consolidamento di questo rapporto.
Nonespressivi.esistono
FOTOGRAFIA NELL’ARCHITETTURA
Quando la progettazione è stata influenzata dalla fotografia
L’archivio fotografico Alinari, fondato nel 1852, divenne in breve tempo una delle più autorevoli collezioni al mondo di negativi, fornendo agli studiosi e alle università le basi per formulare argomentazioni storiche e critiche delle architetture. Gli architetti furono tra i maggiori collezionisti delle stampe Alinari. Alcuni progettisti statunitensi come Henry Hobson Richardson e Russel Sturgis utilizzarono l’archivio Alinari per studiare e successivamente provare a reinterpreatre le facciate in pietra e i dettagli decorativi degli interni.
Le fotografie degli Alinari erano caratterizzate da un tipico stile formale, rigorosamente descrittive, le inquadrature erano frontali e rialzate, la linea d’orizzonte attraversava sempre nel mezzo l’inquadratura. L’oggetto architettonico doveva apparire isolato, scisso dal contesto urbano e privo di ombre per consentire la massi ma leggibilità dei particolari.
FRATELLI 1870CampanileALINARIdiGiottocirca
ARCHIVIO FOTOGRAFICO ALINARI 18 FOTOGRAFIA NELL'ARCHITETTURA
Tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento, quando le tecnologie non facilitavano lunghi spostamenti, la fotografia rappresentò una delle più utili fonti di ispirazione e di studio per artisti e architetti.
FRATELLI ALINARI Chiesa della Trinità dei Monti 1891


HENRY HOBSON RICHARDSON e ERICH MENDELSOHN 19 FOTOGRAFIA NELL'ARCHITETTURA HENRY HOBSON RICHARDSON William Watts Sherman House, Rhode Island 1876 ERICH fotografatoSchaubühne,MENDELSOHNBerlinodaARTHUR KOESTER 1926

Anche Erich Mendelsohn (1887-1953), famoso architetto modernista della prima metà del Novecento, rappresentò una profonda innovazione metodologica nel processo costruttivo ma reinterpretò anche il rapporto che l’architettura poteva avere con la fotografia, ideando un approccio rigido e con regole precise.

Gli scatti, quasi tutti realizzati da Arthur Koester, raffiguravano l’edificio attraverso un orientamento a 45° a partire dalla facciata, la luce doveva essere bassa in modo da allungare le ombre ed enfatizzare i volumi, il cielo doveva essere scuro e gli alberi e le persone dovevano essere totalmente assenti.
Fu uno dei primi architetti ad utilizzare la fotografia con lo scopo di impressionare i clienti o di destinarla alle riviste di architettura come strategia commerciale.
La ricerca architettonica di Henry Hobson Richardson (1838-1886) fu influenzata dagli studi fatti in Europa e dagli studi negli archivi fotografici sulle architetture romaniche, le quali parvero all’architetto lo strumento figurativo più adatto ad esprimere le esigenze rappresentative della nuova borghesia.
Egli istruì i suoi fotografi a inquadrare l’edificio sempre dal basso verso l’alto, alle prime luci del mattino, così da ricreare un effetto dominante e monumentale per affascinare ancora di più la committenza.
Il metodo fotografico proposto da Mendelsohn venne successivamente riproposto da molti altri architetti.
Guerrero divenne presto una presenza costante nei cantieri di Wright e tra i due artisti si instaurò anche un legame di profonda amicizia durata più di 20 anni, tanto che, in diverse occasioni, il fotografo documentò anche momenti di vita privata dell’architetto.
FRANK LLOYD WRIGHT e PEDRO E. GUERRERO
FRANK LLOYD WRIGHT fotografatoGugghenaimdaPEDRO E. GUERRERO 1956


20 FOTOGRAFIA NELL'ARCHITETTURA
FRANK LLOYD WRIGHT
Wright disse di Guerrero: “Può muoversi nei miei cantieri più liberamente di quanto possa fare io”.
Centiere di Tialesin West fotografato da PEDRO E. GUERRERO 1940 Il primo legame che Frank Lloyd Wright strinse con la fotografia fu grazie al fotografo Clarence Feurmann, il quale riprendeva le metodologie già proposte da Henry Hobson Richardson (una delle maggiori influenze dello stesso Wright).
Le sue immagini, infatti, inquadravano gli edifici sempre dal basso verso l’alto, alle prime luci del mattino e con poche persone attorno.
La collaborazione più nota che l’architetto ebbe con la fotografia però è legata al nome di Pedro E. Guerrero. L’innovazione di Guerrero era dovuta alla sua capacità di usare un sguardo più intimo e privo di regole per inquadrare i suoi soggetti. La sua proposta rappresentò un dietro le quinte dell’architettura, caratterizzato da viste inusuali, inquadrature anti-monumentali e scene di vita quotidiana di Wright.
Cantiere
1953
LE CORBUSIER e LUCIEN HERVÈ 21 FOTOGRAFIA NELL'ARCHITETTURA

1955 La collaborazione tra Le Corbusier e Lucien Hervè iniziò nel 1949 quando, su consiglio di Matisse, il fotografo mandò 650 fotografie della Citè Radieuse all’architetto che, di risposta, gli affidò l’incarico di suo fotografo personale scrivendogli: “Lei sà vedere l’architettura”.
Inquadrature asimmetriche con tagli netti, spigolosi e storti: la fotografia di Hervè non aveva la funzione di capire le intenzioni reali dell’architetto, ma le immagini ritraevano la materia, viva e dinamica come Le Corbusier l’aveva pen sata e mai vista in fotografia. Non esistevano più le regole fotografiche imposte da Mendelsohn o da Richardson: in questa collaborazione vi era solamente una comune visione dell’architettura e un legame stretto tra vivibilità e gli spazi creati.

LE Notre-DameCORBUSIERdu Haut, Ronchamp fotografato da LUCIEN HERVÈ
LE UnitéCORBUSIERd’habitation, Nantes-Rezé fotografato da LUCIEN HERVÈ
La sua fotografia apportò l’innovazione di inquadrare l’architettura in rapporto costante con l’uomo. Un senso di umanità era sempre presente nel suo lavoro, anche quando la figura umana era assente dalla fotografia stessa: in questo modo riuscì a donare ai progetti di Neutra il senso di speranza di un’intera epoca.
RICHARD NEUTRA Chuey House, Los Angeles fotografata da JULIUS SHULMAN 1958
PIERRE KOENING Stahl House, Los Angeles fotografata da JULIUS SHULMAN 1960


Julius Shulman, studente e fotografo amatoriale, ebbe l’occasione di conoscere Richard Neutra nel 1936. L’architetto, da sempre appassionato di fotografia, scoprì in lui un buon occhio fotografico e cercò di coltivarlo. Grazie agli insegnamenti di Neutra e alla forte amicizia fra i due, Shulman divenne presto uno dei più richiesti fotografi del secondo dopoguerra ed iniziò una carriera durata quasi 50 anni.
RICHARD NEUTRA e JULIUS SHULMAN 22
FOTOGRAFIA NELL'ARCHITETTURA
OSCAR NIEMAYER e MARCEL GAUTHEROT 23
OSCAR CantiereNIEMAYERdelCongresso
nazionale brasiliano, Brasilia fotografato da MARCEL GAUTHEROT 1958
OSCAR CantiereNIEMAYERdell’Esplanada
dos ministérios, Brasilia fotografato da MARCEL GAUTHEROT 1958

Durante la costruzione di Brasilia, Oscar Niemayer, artefice della maggior parte dei nuovi edifici della città, contattò Marcel Gautherot, fotografo francese che aveva già collaborato con altri architetti tra cui Le Corbusier, per documentare e interpretare fotograficamente i nuovi edifici. Gautherot ebbe la capacità di unire le sue competenze architettoniche con un sapiente utilizzo di ombre e luci realiz zando delle scenografiche immagini dei nuovi edifici in costruzione. Mise in evidenza l’anatomia dell’architettura, gli operai al lavoro e creò un sapiente contrasto tra i bianchi edifici moderni e l’ambiente circostante. Gautherot divenne presto il fotografo preferito di Niemayer e la collaborazione tra i due proseguì per diversi anni anche in altri progetti.
FOTOGRAFIA NELL'ARCHITETTURA

Ma questo elenco tra immaginazione e memoria ritorna sempre su alcuni oggetti e ne costituisce anche la deformazione o in qualche modo, l’evoluzione”. Due caratteri opposti e quasi mai in accordo tra loro ma accomunati da un modo affine di vedere e di pensare l’archi tettura portarono questa collaborazione a durare quasi 20 anni.
Era lo stesso Aldo Rossi che, riguardo alla memoria, nella sua Autobiografia scientifica scrisse: “L’osservazione delle cose è stata la mia più importante educazione formale, poi l’osservazione si è tramutata in una memoria di queste cose. [...]
Le immagini, inoltre, venivano rappresentate enfatizzando il concetto del tempo. Una macchina che passava davanti l’obiettivo, un paesaggio innevato, rappresentavano scene più difficili da catturare che legavano la propria essenza ad una memoria del luogo.
ALDO ROSSI e LUIGI GHIRRI 24 FOTOGRAFIA NELL'ARCHITETTURA ALDO CimiteroROSSIdiSan

Cataldo, Modena
fotografato da LUIGI GHIRRI 1985 La collaborazione decennale tra Aldo Rossi e Luigi Ghirri iniziò quasi casualmente nel 1980. Ghirri, fotografo paesaggistico già affermato ma con nessuna esperienza nel campo dell’architettura, venne invitato dalla rivista architettonica Lotus a documentare il Cimitero di San Cataldo a Modena. Scelta a cui Rossi si mostrò fortemente in disaccordo.
Gli scatti proposti da Ghirri però sorpresero profondamente l’architetto. L’edificio non era più il protagonista della scena, ma era posto in secondo piano, facente parte di un paesaggio non solo naturale ma anche umano ed urbano.
fotografato da LUIGI GHIRRI 1980 ALDO CimiteroROSSIdiSan Cataldo, Modena

Questa raccolta quasi maniacale che conduce, diventa la fonte di ispirazione principale per i suoi progetti, dove può riutilizzare le varie combinazioni studiate attraverso i suoi scatti.
La fotografia, quindi, per lui è un inventario di idee, una sorta di blocco di appunti utilizzato per allenare la mente a pensare per immagini ed aiutarlo nelle fasi progettuali.
2012daPawsonPAWSONhouseAvisualinventory
Nel suo libro A visual inventory del 2012 raccoglie più di 540 fotografie da lui scattate e spiega come, nel suo studio, invita ogni suo collaboratore ad utilizzare lo stesso approccio fotografico in modo da raffinare lo scambio di idee e facilitare la fase progettuale.
La sua attività fotografica consiste nell’immortalare qualsiasi oggetto, luce, materiale e vista che attiri il suo occhio.
JOHN 2012daResidenzaPAWSONprivataAvisualinventory
L’architeto inglese John Pawson ha un approccio alla fotografia quasi unico e il suo stile minimalista, che lo ha reso noto nell’architettura, è ritrovabile anche nei suoi scatti.

JOHN PAWSON 25 FOTOGRAFIA NELL'ARCHITETTURA JOHN

26 Università degli Studi di Roma Tre Aula 2019Musmeci

Il pensiero centrale di questo elaborato nasce da un mio profondo interesse nelle arti visive e nella capacità che queste hanno di relazionarsi alla vita di tutti i giorni.
Aiutandomi con delle personali esperienze fotografiche e progettuali, ho voluto esprimere la forza e il pensiero che si cela dietro ad un’immagine. Come uno scatto possa conquistare ma anche descrivere il soggetto senza scendere a compromessi con le parole.
Nel portfolio fotografico propongo quattro diverse declinazioni di immagini che approfondiscono il concetto di rapporto che l’architettura ha con: la natura, l’uomo, il contesto e con un dettaglio di se stessa.
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Nel portfolio architettonico propongo invece tre diverse esperienze progettuali, due delle quali a livello universitario ed una relativa ad un concorso architettonico internazionale. Di queste spiegherò come l’immagine fotografica abbia influenzato a volte la fase progettuale, altre la fase esplicativa del progetto.
PORTFOLIO
Selezione di alcune mie esperienze in ambito fotografico ed architettonico
28 FOTOGRAFIA2014PadiglioneBIENNALENELL'ARCHITETTURAVENEZIAdellaFinlandia1°premionelconcorsofotografico “Particolari architettonici” del 2014

29 FOTOGRAFIA NELL'ARCHITETTURA CantiereROMA Città dello Sport 2018 MilwaukeeMILWAUKEEArt Museum 2015


30 PORTFOLIO2019ViaFirenzeFOTOGRAFICOdellaCondotta

31 PORTFOLIO FOTOGRAFICO ParrocchiaRoma Santi Cirillo e Metodio 2018 EdificioChicagodi Chicago 2016 Maxxi,Roma Zaha Hadid 2017



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fotografiaprogetto
L’edificio è una rielaborazione prefabbricabile e tecnologicamente avanzata in legno di una casa di 60 m2 ideata per rispettare i criteri di valutazione del con corso Solar Decathlon Europe del 2014.
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PORTFOLIO ARCHITETTONICO
Data la metratura ridotta del progetto, la prima idea progettuale è stata quella di sviluppare una forma espressiva, con un design chiaro, che potesse rendere evidente ogni elemento dell’architettura da ogni angolazione.
Il corpo centrale, caratterizzato da un rivestimento di listelli di legno chiaro, comprende tutti gli ambienti vivibili della casa: salotto, cucina, bagno e camera da Trasversalmente,letto.
L’immagine più significativa dal punto di vista fotografico, utilizzata per spiega re in modo chiaro e veloce il concept di progetto, mette al centro dell’inquadra tura l’angolo che si crea tra questi due diversi volumi. In questa sola immagine possiamo riuscire a comunicare in modo efficace la composizione creata da due diversi corpi, due diversi materiali, due diverse grandezze.
i tre corpi, distinti dall’utilizzo da un legno scuro, da un’altezza maggiore e da volumi meno regolari, rappresentano le uniche aperture vetrate dell’intera abitazione.
Questa scelta progettuale garantisce una naturale illuminazione ed una efficien te ventilazione dell’intera abitazione, garantendo una buona funzionalità e vivibilità dell’intero edificio sia durante il giorno che durante la notte.
Il concept si sviluppa attorno a due assi perpendicolari che comunicano tra loro attraverso due linguaggi contrastanti sia funzionalmente che visivamente.
IL PROGETTO IN UN DETTAGLIO
Laboratorio di Costruzione dell’Architettura A | Università degli Studi di Roma Tre Professore: Gabriele Bellingeri Studenti: Davide Avantini, Valerio Torzani
PORTFOLIO ARCHITETTONICO
Volume centrale Volumi trasversali in cui si concentrano le aperture Inclinazione dei solai per permettere l’installazione dei pannelli solari e lo scorrimento delle acque 34

Trattamento esterno 35 PORTFOLIO ARCHITETTONICO


Pianta 36 PORTFOLIO ARCHITETTONICO

Sezione trasversale Sezione longitudinale 37 PORTFOLIO ARCHITETTONICO

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PORTFOLIO ARCHITETTONICO
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Il trattamento esterno degli ambienti nasce, invece, da un pensiero a posteriori di una suggestiva fotografia da voler ottenere. Quest’immagine pone l’edificio in modo delicato nell’area di progetto, creando un’intima armonia con il contesto circostante e svelando con trasparenza la sua anatomia. I tre volumi del padiglione centrale sono costituiti da una struttura che supporta un riverstimento di listelli diversi, il quale identifica la funzione degli spazi. Li stelli spessi e ravvicinati per l’ambiente più intimo e contemplativo, distanziati e fini per l’ambiente divulgativo, di media grandezza e distanza per l’ambiente Questoespositivo.tipo di rivestimento è stato studiato per far intersecare tra loro i tre diver si volumi e creare un effetto visivo esterno che faccia apparire l’ambiente centrale come il cuore simbolico e strutturale che sostiene tutto il padiglione.
FOTOGRAFIA COME IDEATRICE
Il concorso richiedeva ai partecipanti di realizzare un progetto che volevesse essere un punto di sensibilizzazione per la comunictà locale e internazionale, un luogo di promozione e costruzione della pace e un luogo contemplativo e mul tifunzionale che potesse conferire identità al territorio attraverso i valori della memoria e della solidarietà.
L’edificio, di massimo 300 m2, doveva garantire tre aree principali che avessero le funzioni di: esposizione, contemplazione e divulgazione. Il progetto proposto nasce dalla forma pura del cerchio, simbolo che rappresen ta la comunità e che richiama la morfologia delle case tradizionali senegalesi. Il padiglione centrale è generato dall’unione di tre volumi circolari che, nel loro punto di intersezione, creano un piccolo spazio dove è posto un monumento centrale comune a tutti e tre gli ambienti. La suddivisione interna è caratterizzata da pannelli scorrevoli, pensati per rendere lo spazio interno flessibile a diversi tipi di utilizzo.
Concorso di architettura internazionale: Kaira Looro Competition Capo giuria: Kengo Kuma Studenti: Davide Avantini, Giovanni Casinelli, Valerio Torzani
fotografiaprogetto
40 PORTFOLIO ARCHITETTONICO

ProspettoSezioneEstPianta 41 PORTFOLIO ARCHITETTONICO



42 PORTFOLIO ARCHITETTONICO


43 PORTFOLIO ARCHITETTONICO

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Professore: Francesco Maria Taormina
Laboratorio di Composizione Architettonica 3 | Università degli Studi di Tor Vergata
Studenti: Davide Avantini, Tiziano D’Angelo, Martina Siciliano
L’ESSENZIALE
fotografiaprogetto
In questo caso la fotografia ha avuto il ruolo di valorizzare quella che è una delle soluzioni più distintive dell’intero progetto. Nonostante le richieste progettuali piuttosto rigide che in parte hanno limitato alcune scelte, ogni appartamento è stato dotato di due frangisole che potessero essere direzionati a piacimento del residente. Questi, posti sul filo esterno dell’e dificio, rappresentano una scelta che dona alle facciate residenziali una maggiore dinamicità, in contrapposizione alla rigidità della forma in pianta dell’edificio. IN UNO SCATTO
La seconda consegna doveva poter adattare il concept pensato nella prima fase per realizzare un edificio che contenesse 1000 abitazioni e che garantisse i relativi servizi e parcheggi dimensionati per la quantità di residenze.
PORTFOLIO ARCHITETTONICO
Il progetto finale è risultato un unico edificio lineare che nasce dai percorsi pedonali già esistenti nel CampusX e si articola seguendo due assi perpendicolari.
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La prima consegna prevedeva di ideare una porzione di un ipotetico edificio mo dulare lunga 20 m ed alta 4 piani, in cui venissero disposti appartamenti sia singoli che doppi e servizi quali: cucine, aule studio, sale relax e lavanderie.
La richiesta del corso consisteva nel progettare degli alloggi per studenti all’interno di un unico edificio inserito nell’area di Tor Vergata di Roma, affiancando le residenze universitarie già esistenti che sorgono nel complesso del CampusX.
Le residenze sono disposte nell’asse che va da nord a sud, in modo tale da poter ottimizzare l’illuminazione durante il giorno su entrambi i lati, mentre i servizi e gli ingressi sono stati posizionati sull’asse che va da est ad ovest, differenziandoli a seconda dell’illuminazione naturale del giorno e della notte.
46 PORTFOLIO ARCHITETTONICO

Planimetria 47 PORTFOLIO ARCHITETTONICO

Profilo Ovest Pianta piano terra Profilo Sud 48 PORTFOLIO ARCHITETTONICO


49 PORTFOLIO ARCHITETTONICO


BIBLIOGRAFIA - Eric de Maré, Photography and Architecture (1961) Penguin books - Eric de Maré, Architectural Photography (1975) Penguin books - Maria Letizia Gagliardi, La misura dello spazio. Fotografia e architettura: conversazioni con i protagonisti (2010) Contrasto - Gabriele Basilico, Architetture, città e visioni (2007) Mondadori - John Pawson, A visual inventory (2012) Phaidon - Bruno Zevi, Saper vedere l’architettura (1948) Einaudi - Aldo Rossi, Autobiografia scentifica (1990) Il saggiatore - Julius Shulman, Architecture and its photography (1998) Taschen
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SITOGRAFIA
- https://www.domusweb.it/it/architettura/2018/07/10/luigi-ghirri-il-paesaggio-dellarchitettura.html - https://www.lensculture.com/sergenajjar