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Sconti fedeltà tra approccio economico e danno per il consumatore di
Danilo Samà
Sommario: L’articolo si propone di comprendere in base a quali condizioni sconti fedeltà adottati da un’impresa dominante comportino effetti anticoncorrenziali. Gli schemi fidelizzanti, infatti, sebbene estremamente frequenti nelle transazioni di mercato, qualora applicati da un’impresa dominante, rischiano di essere giudicati illeciti per se, come comprovato dalla casistica giurisprudenziale finora emersa a livello europeo e dal severo scrutinio riservato delle autorità nazionali della concorrenza. Il lavoro dapprima fornisce una panoramica analitica delle pratiche fidelizzanti, concentrando in particolare l’attenzione sugli sconti retroattivi, ed approfondisce importanti implicazioni economiche, come gli effetti lock-in e suction. Successivamente vengono discusse le novità introdotte dalle linee guida per l’applicazione dell’art. 102 Tfue, le quali richiedono un’analisi concreta degli effetti di mercato delle condotte escludenti. Alla luce di un estensivo studio dell’as-efficient competitor test, il nuovo approccio della Commissione Europea verso gli sconti fedeltà viene analizzato in dettaglio con riferimento ad un caso antitrust recentemente esaminato a livello europeo (Tomra). In conclusione, viene sviluppato un approccio economico per l’analisi degli effetti, e dunque della legalità, degli schemi fidelizzanti, in conformità con una coerente teoria del danno per il consumatore.
Where did we come from? Where are we going? Is there possibility of a group discount? Woody Allen
1. Definizione di sconti fedeltà In termini generali, gli sconti fedeltà possono essere definiti come una riduzione del prezzo di listino di un prodotto che un fornitore o un venditore offrono a un acquirente o a un distributore come esplicita o implicita ricompensa in cambio di un rapporto di sostanziale esclusività. Ne consegue che la Mercato concorrenza regole / a. XV, n. 2, agosto 2013
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