Concorso Ranco | 2012

CONCORSO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE DELLA PIAZZA PARROCCHIALE ED AREE LIMITROFE IN COMUNE DI RANCO (VA)

1. Lo spazio della nuova piazza.

2. La centralità della chiesa.

Oggi, chi scende da via Castello e si dirige al lago, si trova ad attraversare il vecchio borgo e difficilmente si accorge di transitare a fianco della chiesa e del municipio: la piazza del paese, semplicemente, non c’è.

La chiesa, per definizione l’edificio pubblico centrale del borgo, deve, a sua volta, generare la centralità della nuova piazza di Ranco.

Proponiamo, a delimitare e caratterizzare lo spazio pubblico alla quota stradale, un allineamento di sette elementi verticali, delle sottili antenne, perfettamente parallelo all’asse maggiore della Chiesa Parrocchiale.

Ranco ha il suo più bello spazio pubblico nel Lungolago Dino Ciani, dedicato al grande e sfortunato pianista che qui soggiornava, ove è il porticciolo e si affaccia il famoso ristorante.

Questi sette "alberi", quasi alberi di barca, sono coronati con delle turbine eoliche ad asse verticale a tripla pala.

Ma manca la dimensione comunitaria più intima, meno turistica, del cuore del borgo tra la Chiesa Parrocchiale ed i due edifici pubblici, l’attuale Palazzo Comunale e il Vecchio Municipio.

Le pale eoliche in cima, oltre a fornire energia elettrica, costituiscono dei veri e propri “mobiles”, sempre in costante movimento, che rendono “visibile” il vento del lago.

Qui, lo spazio pubblico attuale si riduce ad un incrocio di strade, sul quale si affaccia direttamente il sagrato della chiesa, una terrazza sopraelevata, sulla quale sorge, isolato, il Palazzo Comunale ed un piccolo parcheggio ai piedi del Vecchio Municipio.

E’, se ci si consente un’immagine poetica, un po’ come portare all’interno del centro abitato la presenza del lago.

I sette alberi, più prosaicamente, reggono anche l’impianto di illuminazione della nuova piazza, sia quella relativa al suolo, sia quella relativa alle facciate degli edifici pubblici che la perimetrano.

Al fine di configurare una nuova piazza occorre, come primo atto, ampliare l’area disponibile alla quota stradale, eliminando una parte consistente della terrazza sopraelevata e la rampa carrabile che la serve.

Nella nuova piazza, ritagliamo lo spazio, ora più ampio, antistante al sagrato della chiesa: è, questo, il centro geometrico dell’antico borgo, ove è giusto immaginare gli eventi, le riunioni più sentite dalla comunità.

Si delinea, così, uno spazio approssimativamente triangolare che dalla Via Castello si allarga in direzione della Via Alberto, in corrispondenza del sagrato della chiesa.

Uno spazio che in tali occasioni, possa, se lo si vuole, essere completamente coperto, grazie ad un sistema di vele retrattili.

Ottenuto lo spazio, ben localizzato anche se ridotto, occorre riflettere sulla forma della nuova piazza, e considerare quanto essa debba essere intimamente “di Ranco”, quanto debba essere consapevole del lago e della collina che dal lago emerge, e su cui l’abitato sorse.

Le vele potrebbero essere tese tra i primi tre alberi ed una strutturina ad essi corrispondente, tre pilastri ed una trave all’altezza della trabeazione della facciata della chiesa.

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L’intera piazza, ad unificarne la percezione, si pensa interamente pavimentata con cemento pigmentato rosso.

insomma, dal “verde pubblico” ritagliato negli spazi pubblici usuali.

4. Il percorso che risale la collina.

3. La nuova collina antica.

Un percorso a rampe, perpendicolare alla chiesa, parte dalla quota stradale e risale la collina.

A settentrione della nuova piazza a livello stradale così configurata, occorre mitigare, se non annullare, la separazione attuale dei tre edifici pubblici, la chiesa ed i due fabbricati comunali che giacciono su tre quote differenti.

Per scelta, tale percorso costituisce l’unico accesso pedonale ai due edifici pubblici, l’attuale Palazzo Comunale e il Vecchio Municipio, caratterizzando lo spazio tra di essi.

In realtà, è possibile immaginare di valorizzare proprio le differenze di quota realizzando una vera continuità funzionale e visiva, una piazza più complessa, articolata su diversi livelli.

Dalla piazza, alla quota della chiesa, si sale dapprima alla quota del Palazzo Comunale, con la Biblioteca, l’Ambulatorio Medico ed il parcheggio retrostante; poi, con un secondo tratto, si raggiunge la quota del Vecchio Municipio, con la Farmacia, la Posta ed un nuovo parcheggio; infine, un ulteriore tratto in leggera salita potrà consentire l’accesso pedonale diretto, dalla piazza, all’edificio di proprietà comunale di Via Castello.

Abbiamo pensato di proporre un intervento di “landform building”, di “paesaggio costruito”.

Cioè una nozione espansa di interno urbano: l’effetto-paesaggio portato all’interno, il paesaggio non più visto come pura esteriorità (“la natura là fuori”).

E, partendo proprio dal dolce declivio stradale verso il lago, ci piacerebbe estendere questo “suolo costruito” all’intera area di Concorso: quasi un’immagine, un’interpretazione, della collina che preesisteva all’abitato di Ranco.

Aggiungiamo che, in discesa, la prospettiva del percorso è perfettamente centrata sul campanile di Ranco.

Si configura, dunque, una complessa articolazione geometrica di superfici continue, deformate e piegate, delle “landforms” appunto.

5. Un nuovo, piccolo non-edificio.

La tavolozza dei materiali, volutamente, combina duro e soffice, naturale con artificiale: alle rampe, alle terrazze, ai muri scultorei di contenimento in cemento pigmentato rosso si alternano le superfici a prato, vere e proprie sculture di terra avvolte nel verde.

Un paesaggio tutto percorribile, ove sostare, giocare, assistere: niente di più lontano,

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Il Bando richiede di ricavare, all’interno dell’area di Concorso, un ufficio per la Protezione Civile, uno spazio per le associazioni locali, nonché un parcheggio coperto per i mezzi comunali.

Una leggera pergola sulla quale si sviluppino i rampicanti e dalla quale pendano allegre luci puntiformi.

Una leggera pergola formata da una libera trama geometrica costituita dall’incrocio, dall’intreccio di innumerevoli canne di bambù.

La localizzazione di queste funzioni, deve opportunamente essere in immediata adiacenza dell’attuale Palazzo Comunale, ed ovviamente in corrispondenza diretta con il parcheggio esistente dietro il Palazzo stesso.

7. La piazzetta a sud della chiesa.

Ci è stato subito chiaro che la nuova edificazione doveva, per quanto detto, semmai configurare un “non-edificio”: un piccolo edificio, cioè, generato dal paesaggio e ad esso non contrapposto ma, quasi, consustanziale.

Abbiamo quindi integrato le funzioni richieste in una sorta di “sommovimento” del suolo costruito: così che una vetrata, generata dalla stessa geometria della collina, emerga dalla superficie verde e si affacci sulla piazza sottostante.

L’illuminazione interna segnalerà le serate di riunione delle associazioni locali, contribuendo a rallegrare la nuova piazza di Ranco.

Lo spazio a sud della chiesa, dominato dal campanile e storicamente denominato “Piazza Parrocchiale”, deve essere, anch’esso, pienamente integrato nel disegno generale.

6. La libera trama di una pergola di bambù.

L’unitarietà di trattamento, strutturale e cromatico, conferirà pienamente all’edificio sacro una centralità visiva e di significato, come già anticipato con l’allineamento degli “alberi” a nord e, soprattutto, con lo spazio ampliato e copribile davanti al sagrato.

La particolare sacralità dell’estensione a sud del sagrato viene sottolineata con la prosecuzione dei gradini di pietra del sagrato stesso.

Il monumento ai Caduti, ora posato su un prato, viene ricollocato più vicino al fondale della chiesa e centrato sulla lunetta del transetto.

A compimento del progetto del paesaggio costruito della collina, abbiamo pensato ad un possibile legame, quanto meno figurale, tra i due edifici comunali, l’attuale ed il vecchio, ove sono racchiuse le principali funzioni civili di Ranco.

Proponiamo una leggera pergola che ricopra le terrazze affacciate sullo spazio urbano sottostante ed il percorso che le unisce, che ricopra parzialmente le facciate dei due edifici, dandone un’immagine più unitaria.

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