Elettrivista #15

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ELETTRIVISTA IDEE IN CORTOCIRCUITO #15

EDITORIALE

Questo numero di ElettRivista e speciale perche chiude l'anno della trentesima edizione del FestivalinternazionalediPoesia di Genova e apre quello del trentennale: 1995 2025. Innumerologia,il30eunnumero compostodal3chesimboleggiala creativita come espressione e sviluppo dell'intelletto e lo zero, simbolo di eternita, di perenne attenzionealmondospirituale

Creativita, curiosita intellettuale, elevazionespirituale:sonoquestii tre elementi che fin dall'inizio ho cercato di amalgamare e impastare prima di sfornare il festival30annifa.

Eunalottaduradaavanguardia dove gli avversari non sono mulini a vento, ma un coacervo di apatia, ignoranza, arroganza, , omologazione e bassezza etica e intellettuale.

In pratica e l'esatto contrario dei valori alla base di Parole spalancate. E ormai quelle che girano non sono le pale dei mulini, ma parti del mio corpo cheepiueducatononcitare Ecomunquecosapotevamofare?

Dovevamo arrenderci e fare un festival che seguisse le mode e gusti (orribili) del momento e che quindi preferisse vuoti fenomeni mediatici a grandi artisti e ad autori emergenti di grandequalita?

Dovevamoinvitareisolitisette/ otto figuranti da Talk Show televisivo per parlare della contemporaneita anche se dicono banalita solo perche la gente li riconosce e quindi li viene ad ascoltare (anzi no, viene a presenziare, perche molto spesso non capisce una

illustrazione di Giovanni

SOMMARIO

2 - FAVOLA ROTONDA

7 - il segno e la parola

8 - scenari artistici

10 - claici contemporanei

13 - parole sulla soglia

15 - parolario

16 - poevisioni

18 - PIT STOP

19 - affioramenti

20 - TAIMLE GIUBOCS

21 - stanze per la giostra

23 - l'arte del terzo millennio

24 - la corte dei miracoli

28 - la poesia italiana all'estero

29 - la poesia straniera in italia

31 - entremeses

33 - zag zig

34 - polipoesia e dintorni

36 - colophon

37 - lapis. realtà schizzate

mazzadiquellodicuiparlano)?

NO!

Un direttore artistico non e un semplice organizzatore che alza il telefono e chiama un 'agenzia perinvitareilfamosogiornalista, attore,scrittoreomusicista

Il direttore deve andare in giro per il mondo a scoprire talenti e artisti di altre culture e lingue per anticipare tendenze e argomenti Deve esplorare nuove vie di comunicazione e nuove tecnologieapplicateall'arte

Se poi questo direttore, come me, e anche innamorato della sua citta, cerchera di farla diventare capitale del suo settoredicompetenza

Genova e stata capitale dello sport,delformaggio(?),delvino (??), ma penso che uno degli ambiti nei quali sia una capitale indiscussa e indubbia sia proprio la poesia, sia per tradizionediautorichequisono nati o hanno vissuto (e se consideriamo“poetiinmusica”i cantautori, questa tradizione aumentaancoradipiu)esiaper un festival che da 30 anni porta quiipiugrandiautoridatuttoil mondo, a fronte di un budget cheetraipiubassid'Europa Perfareunparagonecalcisticoe come se una squadra con il budgetdiunasquadradiserieB stesse vincendo lo scudetto da 30 anni e nel frattempo avesse conquistato anche almeno cinqueoseiChampionsLeague Machisenefrega.

Hannah Arendt diceva che la societa di massa non vuole cultura,masvago.

D'altronde la cultura e solo un 'appendicedelturismo,no? NO!

di Claudio Pozzani
illustrazione di Giovanni Gravagno

Favola rotonda

Riprendiamo il nostro talk show fuori dal tempo e dallo spazio, con ospiti che si danno appuntamento alla Stanza della Poesia per discutere dei temi più svariati

I protagonisti di questa puntata di Favola rotonda: (da sinistra in basso in senso orario) HannahArendt,Karl Marx, Charles Bukowski, Friedrich Nietzsche e Leo Longanesi.

Non manca la libertà, mancano gli uomini liberi

Per questo numero di Elettrivista, abbiamo invitato alla Stanza della Poesia quattro personalita della filosofia e letteratura che non hanno bisogno di troppe presentazioni, in quanto stanno mettendo a rumore il mondo culturale internazionale ormai da alcunianni,ciascunoasuomodo.

Il primo che e venuto a trovarci e Friedrich Nietzsche,soprannominatoil"filosofochemartella" per iltonocausticoelaforzadeisuoiscritti Poigli altri ospiti sono Karl Marx, anch'egli tedesco e recentemente diventato noto per il suo libro intitolato "Das Kapital", ormai tradotto in tutto il mondo, Hannah Arendt, politologa, filosofa e storica tedesca che chiude il tris di partecipanti germanici, Leo Longanesi, giornalista, scrittore ed editore e infine l'americano Charles Bukowski, poetaescrittore.

Pino Cadaliuzzo: Signor Marx, si aspettava questo successo?

Karl Marx: Mah tutto sommato A me non appartiene ne il merito di aver scoperto l'esistenza delle classi nella societa moderna ne quello di aver scoperto la lotta tra di esse Quel che io ho fatto di nuovo e stato di dimostrare: 1. che l'esistenza delle classiesoltantolegataadeterminatefasidisviluppo storico della produzione; 2. che la lotta di classe necessariamente conduce alla dittatura del proletariato;3.chequestadittaturastessacostituisce soltanto il passaggio alla soppressione di tutte le classieaunasocietasenzaclassi.

Leo Longanesi: I problemi sociali non si risolvono mai:invecchiano,passanodimodaesidimenticano e poi, creda a me: non creda a nulla. Una societa fondatasullavorononsognacheilriposo!

favola rotonda

P.C.: Lei non crede che le teorie di Marx potrebbero fare da base a una rivoluzione anche in Italia?

L.L.: (sorridendo sarcastico) Noi italiani vorremmo fare la rivoluzione col permesso dei carabinieri E' pur vero che siamo dei buoni a nulla, ma capaci di tutto Ma mi lasci anche dire che tutte le rivoluzioni comincianoperstradaefinisconoatavola

Charles Bukowski: Le classi... le masse... Quando arriva un grande uomo non c ' e nessuno in grado di capireneanchelasuaaffermazionepiusemplice–le masse sono l'incubo della Vita, gli Artisti e gli intellettualisonounincubopeggioredellemasse.

L.L.: Ecco, bravo! L'intellettuale e un signore che fa rilegareilibrichenonhaletto...

Friedrich Nietzsche: In effetti Nell'economia spirituale dei nostri uomini di cultura, l'arte viene considerata oggi un bisogno del tutto falso o indegno e degradante, un nulla o un cattivo qualcosa.Ecomunquesonod'accordoinunacosa:si dovrebbe considerare uno scrittore come un malfattore, che solo in rarissimi casi merita l'assoluzione ola grazia: questosarebbe unrimedio controildilagaredeilibri...

L.L.: Mettiamola cosı: l'arte e un appello al quale troppirispondonosenzaesserestatichiamati

P.C.: Pensate che leggevo l'altro giorno che nel 2019 il 89% dei libri pubblicati non è neanche arrivato in libreria...

F.N.: Ipeggiorilettorisonoquellichesicomportano come soldati durante un saccheggio: si prendono quello di cui possono aver bisogno, insudiciano e scompiglianoilrestoebestemmianosututto

Hannah Arendt: Il problema e piu vasto... se gli uomini dovessero perdere l'appetito di significato che chiamiamo pensare, se cessassero di fare domande senza risposta, perderebbero insieme non solo l'attitudine a produrre quegli enti di pensiero che si chiamano opere d'arte, ma anche la capacita di porre tutte le interrogazioni suscettibili di rispostasucuisifondaognicivilta.

K.M.: Diro di piu: quanto meno tu mangi, bevi, compri libri, vai a teatro, al ballo, in osteria, pensi, ami,teorizzi,canti,dipingi,tiridischerma,ecc tanto piuturisparmi,piugrandediventailtuotesoro,che ne tarli ne rapina divorano, il tuo capitale Quanto menotusei,quantomenomanifestilatuavita,tanto piu hai, piu grande e la tua vita alienata, piu

accumulideltuoessereestraniato.

C.B.: Lagenteefortunata Lepiacetutto:conigelati, concerti rock, cantare, ballare, odio, amore, masturbazione, panini col wurstel, balli folk, Gesu Cristo, i pattini a rotelle, lo spiritualismo, il capitalismo, il comunismo, la circoncisione, i fumetti, Bob Hope, lo sci, la pesca, l'omicidio, il bowling, i dibattiti Tutto Non hanno molto, perche nonsiaspettanomolto

P.C.: Mi interessa questo concetto di inutilità dell'accumulo e del possesso...

K.M.: In linea di principio un facchino differisce da unfilosofomenocheunmastinodaunlevriero Ela divisionedellavorochehacreatounabissotral'uno e l'altro Quanto piu il lavoratore si consuma nel lavoro, tantopiu potente diventa ilmondoestraneo, oggettivo,cheeglisicreadifronte,tantopiupovero diventa egli stesso, il suo mondo interiore, tanto meno riesce a possedere qualcosa. Lo stesso accade nella religione Tanto piu l'uomo mette in Dio, tanto meno gli appartiene. Il lavoratore pone la sua vita nell'oggetto; ora essa pero non appartiene piu a lui, bensı all'oggetto. Il lavoro non e la fonte di ogni ricchezza.

C.B.: Tutto quello che possiedi deve stare in una valigia; allora la tua mente potra essere libera. Gli uomini–eledonne–nonamanopensare Perloroil lavoro e il rifugio perfetto. Gli viene insegnato cosa fareecomefarloequandofarlo Il98percentodegli americanisopraiventunannilavora,mortiviventi.

H.A.: L'alto concetto di progresso umano e stato privato del suo senso storico e degradato a mero fatto naturale, per cui il figlio e sempre migliore e piu saggio del padre e il nipote piu libero da pregiudizi del nonno. Alla luce di tali sviluppi, dimenticare e diventato un dovere sacro, la mancanza di esperienza un privilegio e l'ignoranza unagaranziadisuccesso

F.N.: Tutti gli uomini si distinguono, come in ogni tempoancheoggi,inschiavieliberi;poichechinon hapersedueterzidellasuagiornataeunoschiavo, qualunque cosa poi: uomo di Stato, commerciante, funzionario,dotto

H.A.: Il progresso e la catastrofe sono il diritto e il rovesciodellastessamedaglia

P.C.: Vorrei rivolgere una domanda a tutti voi. Nella società contemporanea la maggioranza si è autocondannata ad essere schiava o secondo voi

FAVOLA ROTONDA

ci sono poteri più o meno manifesti che esercitano una sorta di dittatura?

H.A.: Il livellamento delle condizioni dei sudditi e semprestatounadelleprincipalipreoccupazionidei despotiedeitirannifindaitempipiuantichi;maun simile livellamento non e sufficiente per il regime totalitario, perche lascia piu o meno intatti certi legami non politici, come i vincoli familiari e gli interessi culturali comuni Se tale regime vuole sul serio raggiungere il suo scopo, deve far sı che «finisca una volta per tutte la neutralita del gioco degli scacchi», vale a dire l'esistenza autonoma di qualsiasiattivita.

F.N.: Innanzitutto mi si lasci dire che la prima opinione che ci viene in mente quando all'improvviso siamo interrogati su qualcosa, di solitonone la nostra, ma soloquella corrente, della nostra casta, della nostra posizione, della nostra origine; le opinioni proprie raramente vengono alla superficie.Evorreipartiredapiulontano...

P.C.: Ossia?

F.N.: Il carattere sgradevole, che e pieno di diffidenza, che prova invidia per ogni successo del suo competitore e del suo prossimo ed e violento e collerico contro le opinioni divergenti, mostra di appartenere a un livello precedente di cultura, e di esseredunqueunresiduo:infattiilsuorapportocon gli uomini era giusto e adeguato in un ' epoca in cui vigeva il diritto del piu forte: e un uomo rimasto indietro Un altro carattere, che partecipa alla gioia altrui,sifaamicidappertutto,senteamorepertutto quanto cresce e diviene, gode insieme con gli altri dei loro onori e successi e non si arroga la prerogativa di essere il soloa conoscere la verita ed anzi e pieno di un 'umile diffidenza – questo e un uomo che precorre, che aspira a una cultura umana superiore Ilcaratteresgradevoleprovienedaitempi incuilerudimentalifondamentadeirapportiumani erano ancora da costruire, l'altro vive sul piano piu alto di tali rapporti, il piu lontano possibile dalla belva selvaggia che infuria e urla nei sotterranei, rinchiusasottolefondamentadellacultura

L.L.: Le rispondo cosı: uno stupido e uno stupido. Duestupidisonoduestupidi Diecimilastupidisono unaforzastorica.Soltantosottounadittaturariesco a credere nella democrazia E poi diciamolo: l'italiano e totalitario in cucina, democratico in parlamento,cattolicoaletto,comunistainfabbrica

P.C.: La sua proverbiale ironia nei confronti degli italiani non si smentisce...

L.L.: Ledirodipiu:inItalia,tuttisonoestremistiper prudenza. La nostra bandiera nazionale dovrebbe recareunagrandescritta:Hofamiglia

C B : La differenza tra Democrazia e Dittatura e che in Democrazia prima si vota e poi si prendono ordini; in una Dittatura non c ' e bisogno di sprecare il tempo andando a votare... Ma il punto e un altro. Perche ci sono cosı poche persone interessanti? Su tanti milioni, perche non ce n ' e almeno qualcuna? Dobbiamo continuare a vivere con queste specie monotoneesciatte?Sembracheillorounicoattosia la Violenza Sono cosı bravi in quello Fioriscono veramente Fiori di merda, che intasano le nostre opportunita. Il problema e che devo continuare a interagireconloro

P.C.: Questa sua misantropia mi trova d'accordo...

C.B: Ma lo sapevo gia fin da bambino, che c ' era qualcosa di strano in me. Mi sentivo come se fossi predestinato a diventare un assassino, un rapinatore di banche, un santo, uno stupratore, un monaco, un eremita. Mi serviva un posto isolato dove nascondermi I bassifondi erano disgustosi La vita dei sani di mente, dell'uomo comune era noiosa, peggiodellamorte Sembravanonessercialternativa D'altronde gli scrittori morti di fame vivono peggio dei barboni dei bassifondi E questo perche ci sono due cose di cui non possono fare a meno: quattro muraedesseresoli.

H.A: Il suddito ideale del regime totalitario non e il nazista convinto o il comunista convinto, ma l'individuo per il quale la distinzione fra realta e finzione,fraveroefalsononesistepiu.

K.M.: None la coscienza degli uomini che determina la loro vita, ma le condizioni della loro vita che ne determinano la coscienza Nella societa capitalistica una classe produce per se il tempo libero trasformandointempodilavorotuttoiltempochele masse hanno a disposizione per vivere Il diritto dell'uomo alla liberta non si fonda sul legame dell'uomoconl'uomo,mapiuttostosullaseparatezza dell'uomo dall'uomo. L'impiego pratico del diritto dell'uomo alla liberta e il diritto dell'uomo alla proprieta privata. Il diritto dell'uomo alla proprieta privataeildirittodibeneficiareapropriopiacimento, senza curarsi degli altri uomini, a prescindere dalla societa,deipropribeniedidisporrediessi,ildiritto

FAVOLA ROTONDA

del proprio tornaconto. Quella liberta individuale, come questo impiego, rappresentano il fondamento della societa civile. Essa lascia che ogni uomo rinvenga nell'altro uomo non la realizzazione, ma piuttostoillimiteallaproprialiberta.

P.C.: Mi sembra una visione senza molte via d'uscita...

K M : Eppure, tutta la storia dell'industria moderna mostra che il capitale, se non gli vengono posti dei freni,lavorasenzascrupoliesenzamisericordiaper precipitare tutta la classe a questo livello della piu profonda degradazione La produzione di troppe coseutilidacomerisultatotroppepersoneinutili.

L.L.: Ci si conserva onesti il tempo necessario che bastaperpoteraccusaregliavversarieprendergliil posto E poi, per tornare alla liberta, vorrei dire che non e la liberta che manca; mancano gli uomini liberi.

H.A.: Non ho mai 'amato' alcun popolo, alcuna collettivita.Ioamounicamenteimieiamici,elasola specie di amore che conosco, e nella quale credo, e l'amoreperlepersone.

P.C.: In alcuni casi le persone si rifugiano o si nascondono nella religione

K.M.: La religione e il sospiro della creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, cosı come e lo spirito di una condizione senza spirito.Essael'oppiodelpopolo.

L.L.: Se le religioni fossero molto chiare perderebbero,coll'andardeltempo,icredenti.

C B : La maggior parte delle persone non e preparataallamorte,lapropriaoquelladichiunque altro Li sciocca, li terrorizza E come se fosse una grossa sorpresa Diavolo, non dovrebbe mia esserlo Porto la morte nel taschino a sinistra A volte la tiro fuori e le parlo: "Ciao, bellezza, come va? Quando vieni a prendermi? Saro pronto". Non c ' e da piangere per la morte piu di quanto non ci sia da piangere per la crescita di un fiore. Cio che e terribile non e la morte in se, ma le esistenze che la gente vive o non vive fino al momento della morte. Non onora la propria vita, piscia sulla propria vita. La caga via Stolti cazzoni Si concentrano troppo sullo scopare, sui film, sul denaro, sulla famiglia, sul fottere Hannola menti gonfie di ovatta Inghiottono Dio senza pensare, inghiottono la patria senza pensare Ben presto si dimenticano come si fa a

pensare, lasciano che siano gli altri a pensare per loro. Hanno il cervello gonfi di ovatta. Sono brutti, dicono cose brutte, camminano in modo brutto. Suonagli la grande musica dei secoli e loro non riusciranno a sentirla. La morte di quasi tutte le persone e una farsa Non c ' e rimasto piu niente da uccidere

F.N.: Nessuna religione ha mai finora contenuto, ne direttamente ne indirettamente, ne come dogma ne come allegoria, una verita Poiche ciascuna e nata dalla paura e dal bisogno e si e insinuata nell'esistenza fondandosi su errori della ragione. La decisione del cristiano di trovare brutto e malvagio ilmondoharesoilmondobruttoemalvagio.

P.C.: Lei ha più volte affermato che Dio è morto...

F.N.: Avetesentitodiquelfolleuomocheacceseuna lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercatoesimiseagridareincessantemente:"Cerco Dio! Cerco Dio!" E poiche proprio la si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscito grandi risa "E forse perduto?" disse uno "Si eperdutocomeunbambino?"feceunaltro."Oppure stabennascosto?Hapauradinoi?Sieimbarcato?E emigrato?" – gridavano e ridevano in una gran confusione. L'uomo folle balzo in mezzo a loro e li trapassoconisuoisguardi:"Dovesen'eandatoDio? – grido – ve lo voglio dire! L'abbiamo ucciso – voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto? Come potemmo vuotare il mare bevendolo fino all'ultima goccia? Chi ci dette la spugnaperstrofinarevial'interoorizzonte?Chemai facemmoperscioglierequestaterradallacatenadel suo sole? Dov'e che si muove ora? Dov'e che ci moviamo noi? Via da tutti i soli? Non e il nostro un eternoprecipitare?Eall'indietro,difianco,inavanti, datutti i lati?Esiste ancoraunaltoe unbasso?Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla?Nonalitasudinoilospaziovuoto?–Nonsie fattopiufreddo?Nonseguitaavenirenotte,sempre piu notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo ancora nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dei si decompongono! Dio e morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di piu sacro e di piu possente il mondo possedevafinoadoggisiedissanguatosottoinostri

FAVOLA ROTONDA

coltelli – chi detergera da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo lavarci? Quali riti espiatori, quali sacre rappresentazioni dovremo noi inventare? Non e troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo anche noidiventaredei,perapparirealmenodegnidiessa?

Non ci fu mai un 'azione piu grande – e tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtu di questa azione, ad una storia piu alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!" A questo punto il folle uomo tacque, e rivolse di nuovo lo sguardo sui suoi ascoltatori: anch'essi tacevano e lo guardavano stupiti Finalmente getto a terra la sua lanterna che ando in frantumi e si spense. "Vengo troppo presto" proseguı " non e ancora il mio tempo

Questo enorme evento e ancora per strada e sta facendo il suo cammino – non e ancora arrivato fino alle orecchie degli uomini. Fulmine e tuono vogliono tempo, il lume delle stelle vuole tempo, le azioni voglionotempo, anchedopoesserestatecompiute, perche siano viste e ascoltate. Quest'azione e ancor sempre piu lontana dagli uomini delle stelle piu lontane – eppure son loro che l'hanno compiuta!". –Si racconta ancora che l'uomo folle abbia fatto irruzione, quello stesso giorno, in diverse chiese e quivi abbia intonato il suo Requiem aeternam Deo Cacciatone fuori e interrogato, si dice che si fosse limitato a rispondere invariabilmente in questo modo: "Che altro sono ancora queste chiese, se non lefosseeisepolcridiDio?

P.C.: Resterei ancora ore ad ascoltarvi argomentare, ma purtroppo il tempo del dibattito per oggi è terminato. Volete aggiungere brevemente un'ultima osservazione?

K.M: La leggenda del peccato originale teologico ci narra come l'uomo sia stato condannato a guadagnareilpanecolsudoredellapropriafronte;la storia del peccato originale economico ci mostra invece come mai esistano delle persone che non hannoassolutamenteunatalenecessita

C.B.: Allafinepensocheleduepiugrandiinvenzioni dell'uomosianoillettoe labombaatomica:ilprimo titienelontanodallenoie,lasecondaleelimina.

L.L.: Nonsonoleideechemispaventano,malefacce cherappresentanoquesteidee

F.N: Conuntalentoinpiusiespessopiuinsicuriche conunoinmeno:comeiltavolostamegliosutreche suquattrogambe.

H.A.: La societa di massa non vuole cultura, ma svago.

PC : Grazie ancora per essere venuti oggi alla Stanza della Poesia per la nostra Favola Rotonda.

31°

FESTIVAL

INTERNAZIONALE

PAROLE SPALANCATE

PALAZZO DUCALE 5 ­ 16 GIUGNO 2025

TRENT'ANNI DI FESTIVAL 1995 ­ 2025

IL SEGNO E LA PAROLA

T.S. ELIOT ‑ La Morte per acqua

Titti Zerega ‑ Tecnica mista su carta

Flebailfenicio,mortoda quindicigiorni, Dimenticoilgridodei gabbiani,eilflutto profondodelmare Eilguadagnoelaperdita.

Unacorrentesottomarina glispolpoleossain sussurri Mentreaffioravae affondava

traversoglistadidella maturitaedellagioventu entrandoneigorghi

GentileoGiudeo otuchevolgilaruotae guardinelladirezionedel vento

pensaaFleba,cheun tempoestatobelloeben fattoalparituo.

A cura di Titti Zerega

A cura di Laura Capra

SCENARI ARTISTICI - INTERVISTE

Intervista a... LELLO VOCE

ʺQuest’emozione nel polmone / questo fiato rumoroso della situazione /che per un istante sembra utopia / ma poi è già silenzio: era solo poesia…ʺ

Benvenuto Lello, la rete ci accoglie in questa sezione diversificata, adorna di virtualità, per questa ragione vorrei lasciare a te la scelta di una frase per aprire questa intervista

Direi, certamente: Poets go home!

La tua ultima partecipazione in presenza al Festival Internazionale di Poesia di Genova fu in una stagione storica differente rispetto all’attuale: quale suono, immagine, parola, poi divenuto ricordo, associ all’edizione?

DelfestivaldiGenovahotantiricordi,madell’ultima volta che ci sono stato direi certamente l’incontro con Horacio Ferrer, un maestro che probabilmente nonavreimaipotutovederedipersonasenzaParole spalancate Un incontro poi particolarmente prezioso, per tante comuni posizioni di poetica, per il comune vizio di praticare poesia con musica, per l’importanza data a quella che definirei l’intensita Con Ferrer poi si e sviluppato un rapporto forte e per me preziosissimo Inoltre, in quell’edizione ebbi l’occasionedirivedereunvecchioamicoe complice in poesia, John Giorno e ogni incontro con Giorno e statomemorabile Anchequellolofu

Poi ricordo qualcosa di completamente diverso: di fronte alla Stanza della poesia, sulla piazzetta

Dal libro Farfalle da combattimento (inVersi Bompiani, 1999, p.51). Scenari artistici‑Interviste, si apre oggi a Lello Voce: poeta, scrittore, performer, tra i fondatori del Gruppo 93, della rivista letteraria Baldus e del World Poetry Movement. È uno dei pionieri europei dello spoken word e della ‘spoken music’, nel 2001 ha introdotto in Italia il Poetry Slam, primo EmCee al mondo a condurre uno slam pluringue, Presidente onorario della L.I.P.S. Lega Italiana Poetry Slam.

piombo un gabbiano che uccise e inizio a sbeccottare un piccione. Un’immagine molto forte, inquietante. Lo ricordo ancora con vividezza: quasi un caveat per il futuro. A quanto vedo ben fondato, ahinoi…

Il “pensiero divergente” per te

E quel pensiero capace di assumersi un rischio, di esplorare il paradosso, entrare nelle pieghe, senza accontentarsidellasuperficie.Lapoesia,seepoesia, esemprepensierodivergente.Lapoesia,seepoesia, eassumersiunrischioeunaresponsabilita.Staredi lato.

Sei stato tra i fondatori del Gruppo 93 e della rivista letteraria Baldus; come potrebbe essere accolta la vostra visione di allora nello scenario odierno?

Credo che molte delle intuizioni di Baldus e del Gruppo 93 oggi siano ampiamente praticate da coloroche fannopoesia‘sperimentale’odi ‘ricerca’: a partire dall’intuizione della fine della ‘funzione normativa della Tradizione’, alla pratica ‘performativa’, dalla polemica contro ogni neo liricismo alla voglia di ricostruire una ‘ comunicazione’complessaconilettoriecontuttoil pubblico della poesia. A Baldus si deve l’attenzione

SCENARI ARTISTICI - INTERVISTE

per autori oggi al centro dell’attenzione come Villa, Cacciatore, Di Ruscio, Spatola, Vicinelli. Insomma credo che il presente della poesia italiana confermi molte delle visioni che proponevamo a fine del secoloscorso.

[...]«All’okkio come un urlo retinizzato comefossevisto dal fondabisso del/nome e allora cosa resta della tua forma senza la mia struttura di/fiato respirato come zuccherofilato sedimentato compromettendosi/contraddicendosi[...] (MUSA!, Mancosu editore, 1991). La differenza tra medium e forma? «La poesia è fatta di acciaio temprato»

Sarebbe un discorso complesso. Intendo dire che propriodimediasidiscuteoggiquandosidiscutedi poesia, prima ancora che di ‘forme’. Oralita, installazione, post poesia, prosa in prosa, spoken musicsonoprimadituttosceltemedialiesolodopo si puo, nel caso, iniziare un discorso formale. E le forme di cui parliamo non sono certamente esclusivamentequelle‘letterarie’.

Nel 2001 hai introdotto il Poetry Slam in Italia: la significazione dell’aggettivo Poetry in relazione alla sua collocazione dinnanzi o dietro a Slam

Sempre davanti Poetry slam e la definizione di un evento, non un tipo di poesia o una definizione di ‘poetica’

Con quale modalità ritieni possibile accostarsi al ritmo nella poesia? «È poesia tutto ciò in cui conta contare»

Contando, appunto, cioe mescolando matematica e respiro Metricaepulsazione Comeinmusica

«[...]Se ancora esisto è per l’acrobazia/che mai non sazia per quest’ultima carezza un attimo prima del/respiro affannato che mi spezza[...]» (Cucina cannibale, Lello Voce, Frank Nemola, Claudio Calia, Squilibri Editore, 2011). Si parla di ricerca e poesia di sperimentazione: come interpretare questa diversificazione?

Nemmeno ci provo, se non rimandando alle riflessioni che un grande poeta dimenticato, Francesco Leonetti ha negli anni dedicato a questi temi Sperimentare e ricercare sono sostanzialmente sinonimi Non si fa ricerca senza sperimentare

Critica poetica e critica letteraria in Italia oggi

La critica letteraria? Direi che e evidentemente inadeguata ad analizzare e interpretare una forma cosı plurale come la poesia contemporanea Sono anni che dico che avremmo bisogno di una ‘critica poetica’ che e altra cosa. Non penso che la poesia oggipossaaccontentarsidiunacritica‘letteraria’ne di filologi competenti. L’arte muta, dovrebbero mutareancheglistrumenticoncuilasistudia.Cosa chenonmiparecheavvenga.

Ricollegandomi al tuo lavoro di insegnante, cosa sta donando la scuola agli adolescenti oggi?

Nulla Direi che soprattutto la scuola Superiore e addiritturaperniciosaperlapoesiacontemporanea

Vuoi anticiparci in merito ai tuoi progetti prossimi?

Ho appena terminato, dopo 4 anni di lavoro, un nuovolibrodipoesia Questavoltaunlibro libro Da leggereinsilenzio Unlibrodipoesiasenzapoesie Sperochenel2022possaesserepubblicato (è uscito per la Nave di Teseo nel 2023 con il titolo Ratsos ndr)

Abbiamo aperto l’intervista con una frase; se volessimo lasciare parlare la parola come significante e come significato, cosa ci direbbe oggi?

“A”,comeavrebbechiosatoLouisZukofsky; )

Grazie Lello

Notabiografica:

Poeta, scrittore e performer. E uno dei pionieri europei dello spoken word e della ‘spoken music’ e ha introdotto inItaliailPoetryslam HapubblicatosvariatilibrieCddi poesia, con artisti come P Fresu, F Nemola, A Salis, MP De Vito, MGross, S Merlino, tra cui Farfalle da combattimento (Bompiani, 1999), Fast Blood (2003 –Premio Delfini di poesia, con le illustrazioni di Sandro Chia), L’esercizio della lingua (Le Lettere, 2010) Piccola cucina cannibale (Squi[libri], con F Nemola e C Calia), per il quale e stato insignito del Premio Napoli 2012 Le sue ultime opere sono il libro CD, sempre con Frank Nemola e con la partecipazione di Paolo Fresu, e Il fiore inverso (Squilibri editore, 2016), a cui e stato conferito il PremioNazionale“ElioPagliarani”diPoesia(2016) e, nel 2023, Razos (La nave di Teseo), vincitore del Premio di Poesia "Paolo Prestigiacomo" Dal2017eilChiefEditor,di Canzoniere, collana di libri/CD dedicati alla poesia con musica e ai Poetry comix, presso l’editore Squilibri www.lellovoce.it

intervista del 2021 con aggiornamenti. (NdR)

CLAICI CONTEMPORANEI

NELLA MATERIA DELLʹIMMAGINE

Per Adriano Spatola

L’opera poetica di Adriano Spatola, oggi raccolta in Opera (Floema, 2020), testimonia come per lui, da sempre, la poesia sia strategia di lotta per una sovversione permanente La storia poetica di Spatola si sottrae al contesto dell’avanguardia italiana per farsi erede diretta delle avanguardie europee. È una poesia che l’eretico Mandel’stam avrebbe amato non tanto per la smagliante felicità delle immagini o la suggestione surreale delle visioni quanto per la metodica, organica, caparbia compostezza con cui immagini e visioni sono strutturate e allacciate nella tessitura del testo. In uno dei libri accolti in Opera (“La definizione del prezzo ” , pubblicato per la prima volta dalle edizioni Tam Tam del 1992), ci attrae, poesia dopo poesia, l’accurata costruzione del limite, la scientifica precisione della struttura strofica, la calma compassata del tono. La “sprezzatura” del porgere con ironica grazia un materiale pericolosamente visionario rende le sue immagini pertinenti e inalterabili, registrate sul timbro solenne dell’ode, forse lo stesso timbro che Aleksander Blok amava nell’allucinato intimismo di Vladimir Chodasevic e Marina Cvetaeva nella

stravolta quotidianità di Boris Pasternàk In questo amore per la pagina poetica il titolo del suo libro precedente (“La piegatura del foglio”, Guida, 1983) è significativo e anticipatorio

Um poeta espressionista che congeli il suo magmatico immaginario in una forma eccezionalmente serena crea sempre un attrito insanabile, una presenza sgradevole. Nel caso di Spatola un universo eracliteo e materico si squaderna in una forma rigorosamente mentale. “Lo spazio alto e profondo è la materia dei colori” – scrive Spatola in una poesia pubblicata dal “Verri” nel 1991 per la pittura di Francesco Martoni e compresa ne “La definizione del prezzo ” Aggiunge, nella stessa poesia: “Lo spazio è denso dentro il cielo fatto di lava”. L’elemento vulcanico, che ha dettato il tema iniziale, si riscopre nlla liturgia ieratica della sua descrizione. La liturgia di “segni sillabici abbaglianti sul fumo”, mentre traccia il nitido profilo delle fiamme non dimentica l’ossessionante presenza del fumo che le accompagna. “Un’anima affilata come un ferro chirurgico” è il progetto della poesia spatoliana. Una poesia paradossalmente fedele alle “ norme del

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sogno torturato”. Una parola che è “cervello piantato nel cuore “ . Spatola scava da artigiano metrico la lingua italiana e la fa vibrare di un clangore metallico che evoca i misteriosi meccanismi degli automi settecenteschi. Poeta faber e maniscalco: così ci appare ‘l’opera al nero ’ della sua poesia. Si immagina il poeta battere e ribattere i suoi versi come un fabbro che fissa il ferro allo zoccolo del cavallo, finché le magie del lessico diventano forme dure e precise, quasi squamose: “la lingua si agita nel suo artigianato / ripercorre le dure dorate lamelle”.

L’iter spatoliano è un percorso dal montaggio ipnotico, dove il raggelamento della forma è inversamente proporzionale alla temperatura del gesto poetico È questo illogico e fascinoso ralenti il mistero elementare della poesia spatoliana: la convivenza cosciente e silenziosa del poeta con la sua visione, il consistere dentro di essa, uno “stare nella materia dell’imagine” che appartiene più alla saggezza eterna del Tao che all’impulso iconoclasta delle avanguardie.

Ciò che stupisce, in certe poesie dai contenuti metafisici e ironici, è il tono organico, materico, quasi “fossile”, della voce. Le più bizzarre combinazioni lessicali e semantiche sono calate in un ’architettura determinata dal timbro delle combinazioni stesse, mai costruita in vitro o estranea alla materia da cui nasce, ma passione sorvegliata del sentire, nel rispetto di quel “ corpo poetico”, vibrante di trattenuta violenza, a cui la sua lingua dà voce. Notturno in versi sulla poesia, composto con una paziente tessitura ad acrostico, termina ironicamente con il verso “Ah ma la poesia non ha bisogno di niente”, che sintetizza la sprezzante ironia con cui sono considerate le “forme di sogno incontemplabili”.

Da ostinato collezionista di parole, Spatola costruisce un paesaggio verbale che, per la sua favolosa compostezza, non sfigurerebbe nell’eccentrico archivio di qualche folle impiegato gogoliano. Se ci fosse ancora, swiftianamente, un mondo da capovolgere, Spatola lo capovolgerebbe. Invece l’artista contemporaneo non può che collezionare arabeschi di nulla, “ghirigori di segreta follia”, fitti e compatti come, sulle tele, certe “stesure del nero ” . È qui che questa poesia si erge, con solitaria lucidità, come un catalogo

impossibile delle materie superstiti, universo esploso in scaglie lucenti, osservate da uno sguardo subacqueo che percepisce in toni smorzati le antiche visioni generate dall’esplosione: “Possibile che sia allegoria della morte / questo sproloquio protervo e imbecille / scritto per un incubo mai realizzato / qualcosa di medievale e umiliante / gli elementi ci sono stati tutti / il mondo è stato riconsiderato”. Riconsiderare il mondo nella realtà della vertigine poetica è stata l’utopia di Osip Mandel’stam: la poesia per lui doveva avere l’organicità di un corpo, di un cristallo – essere totalità vivente. Spatola segue il consiglio del poeta russo e attinge a una nuova “fisica delle parole”: e fisica è un termine ancora inesatto: dovremmo parlare di alchimie, mescolanze, fissazioni, condensazioni, trasmutazioni: “Per le alghe del cielo adattate al cervello / educato a trarre sogni dal libro dei sogni”. In “Una passeggiata di Giordano Bruno” Spatola parla di terra grassa, imbevuta d’acqua, di melma fecondata dai lombrichi, di ingorde radici che specchiano cieli stellati e annuncia il “progetto di un albero perfetto” Ma “perfetto” a partire da cosa? Da un erompere e pullulare di materia, linfa, lattice, umori che nutrono una “poesia nera ” , salita dal fondo del visibile? “Poesia nera nera da entrambe le parti / non mangia con la bocca né con i i denti / nemmeno forcipi cancri asma urologia / labbra quasi aperte e quasi dilaniate / l’animale zoomorfo che appare dilatato / o l’insalata sabbia dei pensieri maturi / a poco a poco ma soltanto strisciando / nero sporco privato di presentimenti”

Non a caso le sue ultime e radicali poesie commentano le prove di artisti materici che non possono prescindere dai materiali che la loro arte attraversa. La poesia di Adriano, con il passare degli anni, si conquista un timbro classico, da salmo surreale, la cui ossessione sono i fossili dell’umano, fossili dove è ancora possibile intuire la preistorica violenza dell’anima perduta In questo acquario segreto si annida un ’eresia che non ha mai smesso di sovvertire la fragile onnipotenza dell’io lirico. La potenza degli oggetti poetici, incisi sulla pagima come con il bulino, ci ammonisce a non commettere l’errore fondamentale, “né divino né maligno”, della poesia: l’errore di scegliere un’ipotesi metafisica che snaturi la materia della

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lingua: “L’avventura sciamanica che idea della caccia / tagliata via dalla parentesi dal colloquio / la paresi che comincia dal senso del torace / si allontana seguendo la vocazione dell’astro / voce ombrosa rimasticata legno o lenzuola / ossa di morti altri così per commemorazione”. Trascurato dagli esegeti della poesia contemporanea, attardata nella nostalgia di un astratto ermetismo o nelle comode malinconie di un ’elegia crepuscolare, Spatola, in Opera, il volume che raccoglie tutti i suoi libri, ci turba non tanto per la strabiliante varietà lessicale, imitabile e ripetibile anche da generazioni poetiche posteriori alla sua, quanto per la sospensione timbrica in cui questa ricchezza tematica si sviluppa, determinando uno stato di veglia febbrile, una lentezza sonnambolica, un’insonnia ossessiva della lingua Gli epigoni della postavanguardia, sordi alla ricerca spatoliana, non si sottrarranno alla noia della catalogazione, all’arida registrazione da archivio. Non sapranno, come lui, restituirci la polifonia vivente della parola, ma solo una meccanica enumerazione. In modo diverso ma analogo molti poeti delle ultime generazioni, occupati a ripetere il loro innocuo monologo lirico, dimenticheranno Spatola senza clamorose abiure, solo omettendolo In una poesia tratta da “Le pietre e gli dei” (Martello, 1961) il ventenne Adriano parlava della duplice necessità del perdere e del ricordare, e del bisogno umano di cedere alla vita perché questa diventi, alla fine, materiale poetico, partitura, Opera: “La poesia si fa negli anni / che la vita non conta, quelli / vissuti impreparati / E dove andranno mai tante parole. / In una sua memoria favolosa / serba la montagna / ciò che del futuro si farà passato” In fondo, Spatola ha sempre avuto un pensieroguida, un ’utopia che non cederà mai a nessuna regola del mondo: “ritrovare lo strumento che serve a squadrare la pietra per la piramide”. In “Bab ilu” scrive involontariamente il proprio autoritrattomentre accenna a un poeta eretico e inclassificato come Emilio Villa: “ l’erudizione gioca un ruolo importante nella poesia di Villa, un ruolo magnetico e magmatico: ribolle al di sotto di ogni verso e di ogni sillaba, lava destinata a cancellare le Pompei tranquille al sole dei nostri giorni”. Spatola (1941­1988), dalla prima giovinezza fino agli ultimi giorni della sua sregolata esistenza, non si è mai rassegnato che la

poesia avesse un ruolo marginale nell’equilibrio del mondo: per lui è la poesia, per il solo fatto di esistere, lotta contro il mondo e lo trasforma.

A cura di Daniela Bisagno

PAROLE SULLA SOGLIA

ENRICO TESTA

La solitudine di Filottete

(Il Mulino, 2021)

La solitudine di Filottete e una traduzione della tragediasofocleae,insieme,moltodipiu Eunlibro incuiildrammadell’eroegreco,scrittodaSofoclein vecchiaia, offre a Enrico Testa, il quale ha sempre affiancato all’attivita di poeta e saggista quella di traduttore, seppure circoscritta per lo piu a testi di poeti anglosassoni contemporanei (Larkin e Dylan Thomas, ad esempio), l’occasione di misurarsi con un tema, autentico snodo cruciale nella sua poetica: l’esperienza del dolore, la ferita del lutto Il destino diemarginazionee«solitudinesenzarimedio»cuie votato il personaggio sofocleo diventa cosı l’emblema di un dramma sempre attuale, il cui soggetto altri non e che il nostro prossimo, reso ancora piu “prossimo” e “ umano ” , in virtu di quell’impenetrabile alterita, nei cui tratti stravolti vediamoemergerelepurefattezzedelVoltodicuici parla Levinas. Un «volto che interroga», «portatore di un sovrappiu di senso» – come scrive Testa nel lungo e articolato saggio introduttivo – e che, anche percio, «si sottrae al possesso, al mio potere», come scrive il filosofo Di fronte a questo “sovrappiu”, di cui la ferita inguaribile, purulenta di Filottete e struggente metafora, la reazione e, ora come allora, di intolleranza e di rifiuto. Lo dimostra il comportamento dei compagni dell’eroe, Odisseo in testa, i quali, dopo averlo abbandonato, ferito e sofferente, sull’isola di Lemno (e questo l’antefatto della tragedia), non esitano a ritornare dieci anni dopo,mossinondauntardivosoprassaltodiumana

pieta, ma dal responso dell’oracolo di Delfi. Solo recuperando l’arco di Filottete, i greci avranno speranza di sconfiggere i troiani e porre fine alla guerra. Equestoil responsooracolare, che spingera un drappello di eroi, capitanato dal solito Odisseo, maestrod’inganni,airromperesull’isoladesertaper convincere Filottete a ritornare a Troia munito dell’arcofatale.

Ma,aldiladellatrama,conisuoicolpidiscena, il piu risolutivo dei quali – l’intervento finale del deus ex machina, Eracle – garantira il successo dell’impresa,ciosucuioccorrefissarel’attenzionee ilpuntodivistaadottatodaTesta,nelsuoapproccio

alla tragedia Una prospettiva ermeneutica, contrapposta a quella incentrata sul legame del protagonistaconilmondoprecosmicodimostri,dei ed eroi, e resa possibile attivando le dinamiche dell’ironia, segnatamente di quella forma naturale dell’ironiacheelalitote.Sitrattadiunamossatanto piu clamorosa, se consideriamo l’ambito in cui si attua, cioeadire, undiscorso(critico), intornoaun testoche,perlasuaappartenenzaalgeneretragico, si inscrive nell’orbita del sublime letterario L’esercizio della litote, applicando una sorta di lex minimi chelacontrapponeallaridondanzaeatuttii pleonasmidelpensieroodellinguaggio,realizzaun

PAROLE SULLA SOGLIA

capovolgimento di fronte, in virtu del quale il discorso, focalizzato sul «legame del protagonista con il dominio del sacro e del precosmico», luoghi deputati all’insorgenza del mostruoso irrazionale, potrebbe rivelarsi come «una sorta di razionalizzazione, elaborata nei termini del pensieromitologico,ocomel’allestimentonarrativo (…) di un processo in fondo assai piu semplice e, in se e per se, ben piu tremendo di mostri, leggende, dei ed eroi» (p. 32). In buona sostanza, tale rovesciamento (o inversione), fa sı che cio che saremmo propensi a considerare la semplificazione o razionalizzazione di un processo ben piu tremendo(ilprecosmico,ilsacro),ovvero,«l’umana intollerabilita per una sofferenza estrema, per il pesodiunamalattiaaltruichenonguarisce,percio che sconvolge l’andamento regolare dell’esistenza», ci si riveli come quel «reale profondo di cui ogni realta e segno» e che, per Benjamin, proprio nel tragico si esprime In tal modo, Testa finisce per mettere davvero il dito nella piaga, giacche non si limita,distoltigliocchidaifastosiscenarimitologici, sia pure dopo averli doverosamente attraversati, a fissare lo sguardo nel centro miasmatico di quella ferita, cosı simbolica della cesura scoperta da Holderlinnel tragicoe incui Simone Weil vedeva la lacerazione che ci aprirebbe al mondo, ma ne provoca un ’altra. Il capovolgimento di fronte inauguratodall’inversioneironica(maquantisonoi vertiginosi rovesciamenti semantici, cioe le faglie, le cesure, incise nel corpo della tragedia, su cui Testa non esita a fissare lo sguardo!) obbligandoci a scendere dal sublime al volgare, invece di innalzare il volgare al sublime, coincide infatti con l’apertura di un ’ulteriore faglia, secondo il modus operandi dell’ironia Una cesura in cui forse affiora alla luce, non un surplus (di bellezza, di forma) ma, stando ancora a Benjamin, ciò che non ha espressione, la «potenza superiore del vero»: «cio che spezza quello che resta in ogni bella apparenza come eredita del caos, la totalita falsa e aberrante – la totalita assoluta». E l’inespresso, cio che non ha espressione, ne giustificazione – la ferita da cui non cessano di sprigionarsi miasmi pestilenziali, e di fronte a cui la tragedia sofoclea ci invita a sostare, come a una domanda ineludibile – l’eterna questione che attiene alla sofferenza dell’uomo e allasolitudinecuiessaloinchioda.

Vexata quaestio, tanto piu irresolubile, quanto piulavittimaappare,comeinquestocaso,deltutto innocente. Nessuna infrazione all’ordine delle leggi divine e/o umane risulta a carico di questo eroe Al

contrario dei suoi fratelli di sventura, Edipo e Aiace Telamonio, egli non ha al suo attivo nessuna colpa, tale da offrire anche il minimo pretesto che giustifichi il suo destino di dolore Anche l’interventofinalediEracle,sedaunapartesembra reinserire Filottete negli ingranaggi della storia da cuil’esilioloavevasradicato,dall’altralocostringea farsi carico di un lutto ulteriore. L’abbandono dell’isola e la perdita della solitudine «si preannuncia gia qui come una nuova privazione», insinuando, insieme, ilsospettoche questa tragedia non si concluda, come da copione, con la provvidenziale catarsi, in grado di ricomporre l’ordine infranto («la totalita falsa e aberrante, la totalita assoluta»), ma con una ennesima lacerazione Un’altra faglia o cesura dalle cui profondita si leva, insieme alla domanda del coro dell’Edipo a Colono – «Quale tormento in se/ l’esistenza non chiude?» –, l’eco del lamento di Filottete, il suono della phoné vuota, deserta di parole, ma in grado proprio percio di risvegliare i sensi di una pieta che – come scrive Testa nella prefazioneallasuatraduzionedeldrammadiDylan Thomas, Milk Wood –«elaprimavirtudeipoeti».

A cura di Gianfranco Uber

parolario

Una sorta di Abbecedario di parole illustrate non per imparare a leggere e scrivere ma per parlarne

A come Autunno

A cura di Maurizio Fantoni

Minnella

POEVISIONI

Marco Polo: elogio della conoscenza senza confini

A Francesco Surdich (1944 2024), amico e grande studioso di viaggi e di esplorazioni

I settecento anni che ci separano dalla morte di Marco Polo (1324 2024) sono l’occasione per una serie di considerazioni sul significato del viaggio. Durante la prigionia nelle carceri genovesi, all’indomani della sconfitta navale dei veneziani a Curzola (1298), allorche lo scrivano Rustichello da Pisa,al quale, come e noto, Marco Polo detto il racconto delle proprie imprese in Medio Oriente e alla corte mongola del Gran Khan, viene sottoposto all’interrogatoriodegliinquisitorisullaveridicitadei suoi racconti, si ha una prima definizione di viaggio come apertura dei propri orizzonti geografici, culturaliedunque,mentali Altempostesso,pero,se ne conosce il pericolo alimentato dalla chiesa cristiana, quello della scoperta di nuovi mondi ritenuti barbarici proprio perche al di fuori dei confini del dominiodella Chiesa Si chiarisce gia nel tardo medioevo la paura dell’altro, alimentata dai teologi padri della Chiesa, i primi, forse, a prestar fede ai racconti, alle visioni mostruose e ai rituali pagani riportati dai marinai al ritorno da lunghi viaggi in Oriente Eppure il giovane mercante veneziano e in viaggio con il padre Niccolo e lo zio Matteo, iniziatonel 1271 e conclusosi nel 1295, per portare a Kublai Khan imperatore del Mongoli, un segnale di pace su mandato del nuovo papa Gregorio X, gia legato pontificio nella citta santa di Gerusalemme, e al tempo stesso per aprire una via commerciale tra Venezia e la Cina, l’Europa e l’Oriente,lungo la cosiddetta “Via della Seta”, gia esistente dal II° secolo aC, allorche l’ambasciatore cinese Zhang Qian fu inviato dall’imperatore in missione diplomatica nei paesi dell’Asia Centrale (come accadde al padre e allo zio di Marco Polo moltisecolidopo)dovetrovofavolosericchezzeeal suo ritorno, per volonta dell’imperatore, si avvio una scambio mercantile tra la seta prodotta in Cina e gli oggetti preziosi appena scoperti Da qui derivo ilnomedi Via della Seta. Lo stesso Khan fu acutamente evocato dallo scrittoreItaloCalvinonelromanzo Le città invisibili, 1972, in un dialogo con Marco Polo sul senso del viaggio:

E tu? chiese a Polo il gran Khan torni da paesi altrettanto lontani e tutto ciò che sai dirmi sono i

pensieri a chi prende il fresco la sera seduto sulla soglia di casa A che ti serve, allora, tanto viaggiare?

È sera, siamo seduti sulla scalinata del tuo palazzo, spira un po ’ di vento risposeMarcoPolo qualsiasi paese le mie parole evochino intorno a te, lo vedrai da un osservatorio situato come il tuo, anche se al posto della reggia c’è un villaggio di palafitte e se la brezza porta l’odore di un estuario fangoso.

Il sovrano asiatico si rivelo altresı curioso e tollerante rispetto alle altre religioni (confuciana, cristiana e islamica), quando il buddismo non era ancora diventato una religione di stato. Su questo sfondo storico culturale la figura di Marco rappresento esemplarmente quella sete di conoscenza, di superamento dei propri confini nazionali e insieme di ribellione verso coloro che minacciavano la pace, che non e difficile ritrovare nel XX° secolo, tra i giovaninegli anni Sessanta e Settanta con la loro inquietudine che celava il desiderio di conoscenza e di fuga A volte era piu forteilprimo,piuspesso,invece,ilsecondo.

La vicenda umana di Marco Polo e dei suoi compagni di viaggio prefigura il moderno rapporto tra figli e padri, nella societa capitalistica avanzata, laddoveaisecondiedestinatoilcompitodigenerale profitto, mentre ai primi, quellodi immaginarsi una rivoluzione o piu concretamente, di fantasticare sulle carte geografiche e finalmente di mettersi in marcia verso l’ignoto, mutando per breve o lungo tempo la propria quotidianita, e infine, provando l’ebbrezza del vagabondaggio La loro idea di viaggio, infatti, e in realta assai piu simile a quella

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del giovane mercante veneziano di quanto non si creda, animato piu che altro dal sacro fuoco della conoscenza da cui proviene la comprensione dell’altro,dicoluicheenatoevissutosottoaltricieli e in altre latitudini L’Europa e il mondo hanno imparato dalle sue avventure ed esperienze, concretizzate con vivido realismo arricchito da slancidifantasia,dalLibropereccellenzadeiviaggi, il Milione o il Libro delle Meraviglie(1), che ebbe un’influenza decisiva sia nella letteratura dei secoli successivi, che nella formazione della mente del viaggiatore. Inessovi sonogia tutti gli elementi che farannodelresocontodiviaggiounfortunatogenere letterario

Se la Scoperta del continente americano da parte di Colombo,generounaspecificaletteraturalegataalla conquista o alla difesa delle popolazioni indigene, mentrei secoli successivi, specialmente il XVIII° a il XIX° secolo segnarono con il Grand Tour, il cosiddetto “Viaggio in Italia”, la conoscenza delle rovine del passato, della Magna Grecia e di Roma antica, laddove, perlaprimavoltalapenisolaitalica accoglievailgiudiziocriticodelviaggiatorestraniero esudiessoformoilpropriomito,fupiuttostoilXX° secolo che raccolse la sfida nell’esplorazione di quella vastissima area geografica che incanto Marco Polo, ossia l’Oriente nella sua piu ampia declinazione. All’inizio era il viaggiatore per professione o per vocazione che si trasformava in scrittore di cronache dei propri viaggi, ma dal XVII° secolonasce lafiguradell’intellettuale, delfilosofoe delloscrittore che diventaviaggiatore (gli autori del Grand Tour ne sono l’esempio piu evidente, alla scoperta, prima delle rovine della storia e successivamentedimondilontani).

Viaggiare con lentezza, quindi, superando i confini anzicheesaltarli comecolorochecollezionanonomi

di nazioni allo scopo di arricchire il loro personale carnet, soffermandosi nei luoghi piu appartati e strani,evitandolecospirazionidelturismodimassa. Entrare in contatto con altre culture, altre voci e stringerelegamiconpersonedapprimasconosciute Vi e perfino un elemento ideologico direttamente collegato al viaggio comeesplicita volontadi solidarizzare con un popolo sfruttato e con la sua rivoluzione, come e accaduto a tanti giovani con la Cuba della rivoluzione castrista, il Nicaragua sandinista, il Cile di Allende, l’Africa stessa nella sua immensa bellezza e poverta, ma anche con i luoghi incuilaspiritualitaparevaesserelasolafugadaun Occidente che ha fatto del puro materialismo il suo unicofine.Inaltreparole,ciocheoggirendeattuale il messaggio di Marco Polo e proprio la necessita di sentirsi parte di una comunita umana estesa al mondo intero, in cui le culture dei singoli popoli siano lo specchio multiforme della nostrae non piccole e grandi sovranita nazionali e identitarie, chiuse dietro confini o, peggio, muri o fili spinati. E questoilparadossodellaglobalizzazione:cancellare i confini economici delle merci e rafforzare quelli perlacircolazionedegliesseriumani.

L’esperienza di Polo ci mette ancora una volta in guardia rispetto alle sirene del turismo globale e al tempo stesso dall’annichilimento dello sguardo e della visione dei luoghi che non devono piu essere scoperti, ma che potrebbero essere riscoperti solamente se lo sguardo su di essi avra la forza di non piegarsi agli stereotipi dominanti, tra tutti, quello che vorrebbe separare la bellezza monumentale dalpropriocontestoumanoe sociale, isolandolacomeunamerced’eccellenza

Un ulteriore elemento che ci riporta alla contemporaneita e rappresentato dall’esperienza pluridecennale di Angelo (1937 2022) e Alfredo Castiglioni (1937 2016), documentaristi viaggiatori esploratori e finanche archeologi nel continente africano, sulle orme del regista francese Jean Rouch (1917‑2004), fondatore del cosiddetto cinema veritè. Padre e zio di Marco Castiglioni, (si notipurelacoincidenzadelnome),ilquale,purnon avendoli mai seguiti nelle loro multiformi imprese tra i villaggi piu remoti, ne rievoca oralmente, ogni giorno, le avventure e le scoperte negli spazi del piccolomuseoalorodedicato(2) Leloroavventure nel cuore dell’Africa Nera si conclusero quando la modernita giunse anche tra le popolazioni dei villaggi piu remoti della Savana e dei grandi fiumi Fu allora che i due fratelli gemelli di origine

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milanese si misero in cerca di antiche citta sepolte comeBerenicePancrisia(daloroscopertanel1989) nel deserto nubiano. La vita e la morte s’incrociano scambiandosiiruoli

Cio che un tempo era morto, ora e vivo, visibile all’occhiodelvisitatore,ciocheinveceeratradizione e unicita, oggi si confonde nell’anonimia della sopravvivenzaneigrandicentriurbani E’qui,forse, come altrove, nelle latitudini meno esposte all’omologazione dei ritmi, delle consuetudini e delleeconomiechesicelalaveraanimadelviaggio

Note

1. Esso ispirò nel nome una delle più approfondite e fortunate enciclopedie geografiche italiane, Il Milione, appunto, edito dall’Istituto Geografico De Agostini negli anni Sessanta, oggi purtroppo ritenuta fuori moda, sostituita dall’informazione digitale, ma, in fondo, mai superata Durante la seconda metà del XX° secolo più di un viaggiatore ha ripercorso la via tracciata da Marco Polo confrontandole descrizioni presenti nell’antico testo con le trasformazioni del tempo presento Ne è un significativo esempio, tra gli altri, IlMilionedaGerusalemmeaXanadu sulle orme di Marco Polo, 1999 di William Dalrymple Perfino il navigatore italiano Ambrogio Fogar descrisse in un volume del 1983 il “ suo ” viaggio sulle tracce di Marco Polo. Assai noto, diffusa in ben 48 paesi il Marco Polo di Giuliano Montaldo, 1982 che, sebbene sia nato come sceneggiato televisivo in otto puntate, tratto dalla biografia omonima di Maria Bellonci, presenta indubbie qualità cinematografiche

2 Si tratta del Civico Museo Castiglioni di Varese, situato all’interno del parco storico di Villa Toeplitz Tra il 2022 e il 2024 è stata allestita nella loro città una grande mostra in memoria dei due fratelli Castiglioni dal titolo “Incontri di mondi lontani”

pit stop

Oggigiorno i giovani credono che il denaro sia tutto, e quando sono grandi ne hanno la certezza. Oscar Wilde

L’uomo passa la prima metà della sua vita a rovinarsi la salute e la seconda metà alla ricerca di guarire.

Leonardo da Vinci

Il peggio è passato. A prendermi.

Anonimo

Ho tentato. Nuoce. Anonimo

Alcune le scansi, alcune le pesti, altre le saluti.

Anonimo

Le donne in grado di cambiare gli uomini esistono. Si chiamano badanti. Anonimo

Se un giorno ti senti triste e giù di corda, pensa che una volta sei stato lo spermatozoo più veloce di tutti.

Groucho Marx

Chi non è riuscito ad evitare la nascita, difficilmente eviterà la morte

Cornelia Otis Skinner

L'uomo è un proiettile che la vulva spara verso la tomba.

Anacleto Verrecchia

Adoro i bambini, specialmente quando piangono, perché a quel punto qualcuno li porta via Nancy Mitford

Il commercio più lucroso sarebbe quello di comprare la gente per quel che vale e di rivenderla per quel che crede di valere. Véra de Bénardaky de Talleyrand Périgord

A cura di Valentina Colonna

Biografia di Federico Preziosi.

Nato ad Atripalda (AV) nel 1984, dal 2017 vive a Budapest, in Ungheria Ha insegnato Lingua e cultura italiana a stranieri e dal 2022 lavora in una multinazionale nell’ambito delle Risorse umane È fondatore del gruppo di poesia su Facebook “Poienauti”, moderatore di “Poeti Italiani del ‘900 e contemporanei” e portavoce della comunità poetica Versipelle Scrive per exlibris20, Readaction Magazine e Emme 24, si occupa della divulgazione di opere poetiche nella trasmissione web “La parola da casa” condotta sul canale YouTube della comunità poetica Versipelle insieme a Giuseppe Cerbino. Autore di Variazione Madre, edito da Controluna ­ Lepisma floema, i suoi versi sono stati pubblicati su alcune antologie (tra cui Nel corpo della voce, a cura di Elena Deserventi, Controluna, Poesia a Napoli voll 1, 2, 3, 4, 5 con prefazione di Antonio Pietropaoli, Guida Editori e Distanze obliterate, a cura di Alma Poesia, Puntoacapo Editrice), riviste e blog online e quotidiani locali e nazionali (tra cui La Repubblica e Poesia, di Luigia Sorrentino sul sito della Rai). Alcune poesie sono state tradotte in ungherese, polacco e catalano Messa a dimora (Controluna ­ Lepisma floema) è la sua ultima pubblicazione

AFFIORAMENTI

FEDERICO PREZIOSI

Dove il margine

Vieni, tiportodoveilmarginevalelachiusa el'ombrellononriparadalleombrebagnate; ilchiassoallalungasifasilenzio inbarbaaisuonichetiappartengono Sonotuttipensieri certistupidicertimeno matutticomunquedirottati dalpesodiunagoccia. Sistaccailmentoquandovediunfiore anchequandosainoneperte.

Coperte

Inunnimboinunacoltre cosıd'unfiato, allagocciasiscioglievainvolto unapremuradeltuttoautunnale mailverso, ilversoeraavvolgenteecaldo. Lontanomantenevil'abominio dallemiebraccia neldolcetrogolodelleattese respirandounpo'ilmattino nellanotte. Quantacuraperl'assenza avrestiavuto,Madre, conunbacio rimboccandolecoperte nellastanzaaccanto.

Dove mi trovi

Smagritolosterrato cheattenualafanghiglia micitrovitrairespiri impantanatoneituoiocchitristi benprimadellepiane incuiilventoalpassaggiodellanotte nonagitacheunsoffio sulmantoerboso

AFFIORAMENTI

Se tu mi finissi

Setumifinissidentroquestocorpo nonrivivreipiuunsologiornod'amore nellascatolanera.

Houditoeintesol'ammutolirsigreve dellepianureaccantoaigrandilaghi dovelefalcidelventosferzarono ignariisorrisielelacrimeintempo perl'ultimotreno

Ancoraadesso daquestocielodallegrandinubi lecosesiperdonoinslancioefatica. Probabilmenteledefinizioni cihannoammazzatoprestoelofaranno ancoraeancorafinoacontenersi nell'ultimobrandellodellacarne.

Avoltevorreiessertiperscorgere quelfilamentosottiledilucenegliocchi, saperedadovesigenera eperchesiripiegasumestesso questolascitodovesononato nonabbastanzafortedamorirne, noncosıtantotenacedasoccombere

Messa a dimora

Infinesiasciugalaterra Seccatoilnuovosolcodormiranno nellamessaadimoraleradici. Fittoniofascicoli,nonimporta: altrimalisiricordano inunlessicodacuiliberarsi, lostrettonecessariodaunmenocheparla.

taimle

giubocs

MUSICHE DA ASCOLTARE (E VEDERE)...
...RAGIONANDO SUI NOSTRI SENSI
...DI NOTTE, SOLI
...SU UN PRATO AD OCCHI CHIUSI
...SOGNANDO DINOSAURI

A cura di Massimo Morasso

STANZE PER LA GIOSTRA

LA GUERRA (ABBASTANZA) SILENZIOSA NELLA POESIA ITALIANA DI OGGI

C’è in atto una guerra (abbastanza) silenziosa, nella poesia italiana di oggi. Da un lato del campo di battaglia si trova la milizia dei letterati poeti, che non hanno visione e, anche perciò, passano la vita a costruirsi una lingua tutta piena d’arguzie e “novità”, per la supposta caratura della quale ricevono il plauso dei loro consimili, o dei loro lacchè. È l’esercito dei più. Dall’altro sta un’esigua schiera di resistenti, che fanno ricerca (non poesia di ricerca!) con e nel linguaggio, spendendosi nel tentativo di fare poesia pensante nella parola e pensiero poetante come parola, per provare a mantenere vivo l’incanto del nostro essere nel mondo e indagare il suo senso. Ognuno ha la sua via, naturalmente, poiché, almeno in poesia, ciascuno è libero di fare quel che vuole Ma il solco che divide i due schieramenti è ben visibile, a chi ha gli occhi per intendere. Non sempre, purtroppo, i poeti migliori stanno fra i poeti ben orientati, ma di certo i letterati poeti mal orientati non producono, in fondo, che dei simulacri di poesia, anche se quasi nessuno se ne accorge o lo ammette. Danno testimonianza di questo stato dell’arte a due corsie, o meglio a due trincee, per esempio gli orientamenti creativi di Giancarlo Pontiggia e Giampiero Neri. Il quale Neri ha una certa importanza dal punto di vista storico, come maestro del minimalismo antilirico, dal respiro corto eticamente efficace... ma ha contribuito a generare una popolosa genia di figliocci e nipotini, della quale si sarebbe fatto volentieri a meno: i proeti. Al di là della prima sillaba in comune nei loro nomi – Neri in effetti si chiamava Giampietro Pontiggia, ma l’elisione della t nel suo pseudonimo non inficia la circostanza –, non c’è praticamente nulla che accomuni i modi di Pontiggia e Neri di vedere e sentire la cosiddetta realtà. Ai lettori che ancora sanno riconoscere il quid della poesia, l’ardua sentenza sulla fruttuosità, per oggi e per domani, dei loro approcci al dire poetico.

In Il moto delle cose (Mondadori, 2017) Giancarlo Pontiggia tratteggia con poche parole “limpide e severe” un levigato ma intensissimo polittico di immagini e pensieri che mettono in tensione il tempo e l’eterno. E lo fa puntando al cuore dell’enigma del nostro stare al mondo. Fra la percezione della nostra ineluttabile caducità “terrestre” e il senso di tragica spaesatezza susseguente all’apertura dello sguardo sugli sconfinati spazi cosmici.

Non c ’ e, oggi, in Italia, un poeta piu fecondamente inattuale di GiancarloPontiggia. Lasuaormai quasi leggendaria parsimonia editoriale (settantaduenne, Pontiggia ha esordito a quarantasei anni e ha dato allestampesoltantotrelibridipoesia,conilquarto abreveinarrivo)sembracorrispondereall’esigenza di controllo e alla pacatezza riflessiva che sono due deisegnipiuriconoscibilidellasuapraticacreativa Il tono, alto da sempre ma di raccolta in raccolta vieppiu “scabro ed essenziale”, della sua dizione, l’aura “antica”del timbroe la preziosita di lessicoe sintassipotrebberofarpensareunlettoredisattento e fantasioso a un classico, risorto al mondo dopo circa venti secoli, che giochi a soddisfare l’ardimentosa, antistorica voglia di abolire tutto il tempo che da lui ci distanzia. E invece, leggendolo conattenzione,e,dunque,scrostando,percosıdire, quella che nelle prime due raccolte rischiava di apparire come una sorta di lieve patina petrarchesca sovrapposta al suo universo immaginativo,siscoprechenelleveneprofondedel suo linguaggio scorre, piu scopertamente di prima,

foto Dino Ignani

STANZE PER LA GIOSTRA

fra ruvidezza del parlato e “nobilta” distanziante d’accenti, l’ansia di una ricerca umana del tutto in linea con lo spirito spaesato e febbrile che freme nel cuore nascosto della nostra contemporaneita Il misterioso ordine della totalita che albeggia, presente e lontanissimo, come una sorta di Eden perduto sotto la sferza di un sentimento sostanzialmentetragicodellavita,daquestopuntodi vista fa da contraltare alla spaurante percezione del caos – al “delirante moto delle cose ” – come legge cosmica fondamentale La misura formale e il limpido magistero retorico arcaicizzante agito da sempre da Pontiggia valgono come grimaldelli stilistici per giungere in questo libro al nervo scoperto di una classicita sprofondata in un sofferto maoggettivo,edeltutto“anti egoistico”, vis à vis con quantoiGrecicihannoinsegnatoachiamaredestino Che la poesia di Pontiggia si trovi nelle condizioni di un magnifico frutto giunto al colmo della maturita, e circostanza che la lettura di Il moto delle cose attesta con l’evidenza di un dato di fatto. Rovine, trombe, quando, quasi all’inizio della raccolta, riassume quest’idea fertile e difficilmente praticabile di poesia lirica:

Rovine, trombe, quando chi siede, in un giardino di pensieri e di aranci, sente all’improvviso un urto, scricchia il terso dei cieli, s’incavedia il lume della vita – arco, stame

sfinge

Degli animali. Viaggio nel bestiario di Giampiero Neri di Elisabetta Motta (CartaCanta, 2018) ci fa entrare nel mondo di Giampiero Neri e dei suoi animali attraverso i suoi scritti poetici e non. Un’indagine appassionata e ad ampio spettro –forse anche più interessante di tanta della poesia che l’ha indotta –, piena di riferimenti letterari, da Esopo a Rilke, scientifici, da Darwin a Fabre, filosofici e antropologici.

L’uomo e al 100% natura e al 100% cultura. La conoscenza di questo assioma paradossale pieno di verita la devo a Edgard Morin, diciott’anni fa, duranteunlungoviaggioconluidaGenovaaFermo, dove avremmo poi incontrato il mio amico filosofo poetaAntonioSantori.Oggi,intempicosiddettipost umani,pienidilungimiranteanimalismo,c’echi,frai poeti, ha saputo dar figura a un qualcosa che potrebbedirsi“animalizzazionedelsensoetico” Uno diqueipoetieGiampieroNeri,l’invidiabilelongevita delqualeglihapermessodiassisteredipersonaalla propria canonizzazione in corso d’opera. Cui, non resisto a far notare, hanno contribuito molteplici circostanze e fattori, fra i quali la tendenza un po ’ miope della tribu dei letterati poeti a praticare la poesia da una prospettiva visiva, pseudo fenomenologica, tendente al grado zero dell’immaginazione A infoltire la schiera delle pubblicazioni su uno degli ultimi acclamati “grandi vecchi”dellepatrieLettere,chesisonospinti,ancora operosissimi, oltre il Novecento e i suoi ismi, ci ha pensato anche Elisabetta Motta. Che, per chi non lo sapesse, e studiosa e critica doc della poesia italiana contemporanea, autrice fra l’altro di un paio di interessanti monografie su Fabio Pusterla e Davide Rondoni. In Degli animali. Viaggio nel bestiario di Giampiero Neri uscito con CartaCanta ormaicinqueannifa,laMottaciportaaspassolungo l’affollato bestiario neriano con acume, intelligenza d’affetti e levita di scrittura Insieme compagni di viaggio e irriducibili altri da noi, gli animali di Neri secondolaMottadannocorpozoomorfoalproblema “filosofico” del rapporto fra l’uomo e la Natura, incarnandoloentrounadinamicadiapprossimazioni e allontanamenti attraverso la quale fanno capolino questioni antropologicamente penultime; tentare di definire poeticamente una o piu idee di animalita in relazioneallanaturaumana,nonsignificaavvicinare la nostra misteriosa, indefinibile natura tramite una sorta di forma cava, nella quale ci e forse possibile provarearispecchiarci?Arricchisconol’agilelibretto leparolediNeristesso,raccolteinun’intervista,ele belleillustrazionidiLucianoRagozzino:

Gli animali non parlano per quanti tentativi siano stati fatti per farli parlare.

Si cerca di interpretare, di dare un codice ai loro mugolii

Non si cava un ragno da un buco e però si continua nella speranza di trovare l’anello mancante e arrivare alla sintesi delle teorie evolutive, dal pesce al filosofo.

A cura di Virginia Monteverde

L'ARTE DEL TERZO MILLENNIO

Il 2025, la svolta del MAIIIM

Il 2025 che sta per iniziare e l'anno che segna un'importante svolta per il MAIIIM, il Centro d'Arte Multimediale del Terzo Millennio, che integra la propria realta di Museo diffuso con un nuovo spazio Lab in DarsenaestringeunasignificativaalleanzaconilMUMa,ilGalataMuseodelMare

La mostra di videoarte intitolata “L’arte e il messaggio” rappresenta il fulcro di questa transizione. L’esposizionesisvolgesiaalGalataMuseodelMarechealMAIIIMLab,offrendoun'importanteriflessionesul ruolo dell'arte contemporanea nella societa moderna. La mostra non solo evidenzia le innovazioni tecniche, maesploraanchetemicrucialiattraversoleoperedisetteartistidispicco

Gliartisticoinvolti–StefanoCagol,ElisabettaDiSopra,IgorImhoff,EleonoraRoaro,JeanSadao,PaoloTrenie Koen Vanmechelen – ciascuno con un linguaggio distintivo, racchiudono nelle loro opere le dinamiche del nostrotempoelesfidefuture,stimolandounariflessionecriticasucomeconsumiamoeinterpretiamol'arte.I loro lavori affrontano questioni attuali e urgenti, riaffermando l'importanza dell'arte come strumento di messaggioeriflessione.

Lamostranelleduesedirimarraallestitadal20dicembre,giornodell’inaugurazionefinoal2marzo2025.Ma moltealtresonoleiniziativeinprogramma:mostre,performance,laboratori,incontrieconferenzetuttevolte a coinvolgere e ispirare il pubblico. Con questa serie di eventi, il MAIIIM non solo rafforza il proprio ruolo comeistituzioneculturale,madiventaancheunpuntodiriferimentoperl'artecontemporanea,promuovendo lacreazionediunospaziodovel'arteelatecnologiasiincontranoperdarevitaanuoveesperienze Il2025si preannuncia, dunque, come un anno di grande fermento creativo e di opportunita per esplorare il futuro dell'arte

A cura di Barbara Garassino

la corte dei miracoli

La Corte dei miracoli è un ciclo di sette fiabe ispirate ad altrettante singolari figure, nate dalla creatività del Maestro Pier Canosa. Ognuna di esse, chiamata per nome e protagonista in prima persona, rappresenta la fantasiosa raffigurazione di un peccato capitale, su cui ruota lʹintera narrazione.

Maddalena ‑ Invidia

Piccoli spocchiosi borghesucci vestiti a festa, guardatemi! Guardate in cosa avete trasformato la mia vita!

Sonounacreaturaorrenda,inchiodataaquestabarradi legno, a dondolare uno stupido fallo sanguigno racchiuso nel piu improbabile dei corpi Eppure una volta ero bella, anche se in realta, non mi pareva di esserlo affatto, nella mia spasmodica ricerca di una perfezione, che troppo spesso vedevo soltanto negli altri, infiammandomi d’invidia C'era sempre qualcuna piuaffascinantedime,piumagradime,piucorteggiata di me, piu simpatica di me e il rendermene ben conto mi portava a un parossismo di livore che mi rendeva l'esistenza insopportabile. Ma sopra ogni cosa mi sentivo defraudata della mia felicita da un destino crudele,chemiavevafattonasceredallapartesbagliata delmondo

“Ciao Maddalena! Scarso bottino oggi... solamente quel triste pesciolino? Le tue amiche sirene ti hanno voltato le spalle? Forse perché sono invidiose della tua bellezza... ah ah ah!”

Bastardi! Riuscissi almeno a rispondere a tono, a usare questalinguaspropositataperarticolaretuttiipeggiori insulti che covo nell'anima! Invece, posso soltanto osservare il rossastro lembo di carne morta che mi fuoriesce dalla bocca precipitare a terra E disgustoso Mi hanno detto che me lo sono meritata: e la mia pena del contrappasso Chi di lingua ferisce Fesserie!Inrealta e stata soltantosfortuna, la mia solita, sfiancante, fedele compagna fin dalla nascita. Purtroppo infatti, non sono “nata bene”, come si suol dire, e ho dovuto lottare fin da bambina per conquistarmi un posto nel mondo che fosse consono alle mie aspettative. A compensazionedellamiapovertaedelmiobasso“statosociale”avevounasola,importantecartadagiocare: labellezza,quellabellezzacheiononvedevoo,meglio,cheiononritenevosufficiente,machesapevoessere un 'armadiconquistaformidabile Un’arma,tuttavia,cheamenonbastava,percheio,perme,dovevoessere perfetta. Cosı, di nascosto dalle amiche altolocate che iniziavo a frequentare, cominciai a lavorare per raggiungere quella che immaginavo essere la Perfezione Mi sottoposi a qualche piccolo intervento di chirurgia estetica, aggiunsi un po ' di carne qua, ne tolsi un po ' di la, imparai a truccarmi e ad acconciarmi i capelli sempre rigorosamente all'ultimo grido, a vestirmi con la giusta dose di casta sfrontatezza e a

la corte dei miracoli

comportarmi con la deliziosa, discreta civetteria di una geisha I ragazzi iniziarono a interessarsi a me; le ragazze aguardarmi concuriositae inquietudine. Avevo vent'anni e il mondo mi si dispiegava davanti come un immenso orizzonte pieno di possibilita e speranze. Fra tutte le mete verso cui gioventu e bellezza potevano portarmi, io scelsi la piu assurda: vincereilconcorsodi “Miss Sirenetta di tutti i mari”. Sı, ridete, ridete pure! Cosa volete saperne voi di quello che significasse, allora, vincere “Miss Sirenetta di tutti i mari” nella mia citta Chiunque avesse stretto fra le mani quel mirabile trofeo – un calco in gesso colorato di una incantevole Sirena –poteva considerarsi a posto per tutto il resto della vita. Infatti, era tradizione che il rampollo in eta da matrimonio della famiglia piu ricca e potente della citta, prendesse in sposa la Miss Sirenetta di tutti i mari dell'anno in corso Questa usanza aveva moltepliciprecondizionievantaggi:

la ragazza per accedere al concorso era tenuta a superare diverse “ prove ” fisiche e psicologiche, che la rendevano idonea non soltanto alla gara, ma ancheesoprattuttoalpassofatale;

la Miss Sirenetta era garanzia di bellezza e salute, essendo stata sottoposta ad accurati esami medici, compresoquelloperlafertilita;

la prescelta non aveva scheletri nell'armadio, perche il suo passato veniva accuratamente vagliato dall'organizzazione; lapromessasposaeraconsapevoledelsuodestino e vi si sottometteva con accondiscendenza e, anzi, conpiacere;

la futura coniuge non avrebbe preteso un fidanzamento lungo e oneroso per la famiglia dello sposoelenozzesisarebberocompiutenelpiubreve esemplicedeimodi

Il concorso “Miss Sirenetta di tutti i mari” prevedeva un 'unica possibilita di partecipazione, al compimento del ventesimo anno di eta, e aveva regole d’ingaggio estremamente severe. Per poter essere accettata nel novero delle aspiranti alla vittoria:

occorreva essere bellissima, secondo canoni esteticitradizionaliredatticonestremapuntigliosita dalComitatoscientificodelconcorso;

occorreva appartenere a una classe sociale privilegiata sia in termini di lignaggio sia in termini dicenso;

occorreva avere frequentato scuole femminili (il rendimento non veniva tenuto in grande considerazione);

occorreva essere stata educata secondo i principi

dellaChiesaCattolica; occorrevaessereillibata

Da quando era morta mia madre, discussa ballerina da localacci, e mio padre si era dato alla fuga, piuttosto che vedersi rovinare l'esistenza (era acrobata in un circo) da una figlia dodicenne, il mio unicoobiettivoerastatoquelloditrovareunmarito edifarelabellavitaallesuespalle.Erocresciutain una famiglia di narcisisti, incapaci di dare o anche soltanto di dimostrare amore, di conseguenza nemmeno io ero solita sentire o ambire a tale sentimento,cheame,fral’altro,parevaeparemolto sopravvalutato I miei desideri, numerosi, erano puramente materiali ed erano tutti molto costosi Difficili da esaudire per un 'orfana senza arte ne parte ma la mia bellezza e un discreto “pelo sullo stomaco” mi consentivano di trovare efficaci scorciatoie per sperare di poter emergere dal fango e immaginare di riuscire a compiere il vero colpo gobbo, ovvero il matrimonio perfetto E ora il momento giusto era arrivato: avevo raggiunto il ventesimo anno di eta, ovvero l'eta indicata per partecipare al concorso “Miss Sirenetta di tutti i mari”. C'era soltanto un problema: a parte la bellezza, che, a dirla tutta, non era poi nemmeno cosı naturale, non potevo vantare nessuna delle altre prerogative necessarie all'ammissione La furbiziaereditatadalramozingarescodimiopadre, insieme ai tanti “favori” che avevo concesso e che orapotevousarecomemonetadi scambio,fecerosı chepotessicostruireuncredibilecastellodicarte,a testimonianza delle mie origini e della mia educazione. Il fatto poi che fossi rimasta orfana di entrambi i genitori (pensavo che togliere di mezzo ancheilcircensefosseunabuonaidea),ilConteela Contessa Von Stauffenberg deceduti in un terribile incidente stradale che aveva lasciatointatti soltanto i diamanti della Contessa, rendeva la mia storia ancora piu interessante Cresciuta in un monastero di Suore Clarisse, corrispondevo perfettamente all'esigenza di devozione alla Chiesa Cattolica, ai sani principi richiesti dal regolamento del concorso e,naturalmente,allapurezzadell'animaedelcorpo, imprescindibile per poter convogliare alle nozze successive Dovettistudiareeapplicarmimoltissimo per apprendere i comportamenti adeguati alla mia presunta educazione, dalla postura alla dizione, dal portamento al modo di camminare e di vestirmi Inoltre, dovetti sottopormi a un'imenoplastica urgente, occasione che colsi per apportare ancora qualcheritocchinoallamiafigura. Passataagevolmentelapreselezione,entraifrale27

la corte dei miracoli

prescelte Non ebbi alcuna difficolta a superare anche questa seconda selezione e mi trovai fra le tre finaliste. Qua le cose iniziavanoa complicarsi. Il voto finale era suddiviso in tre percentuali: il 50% era appannaggio della Giuria di qualita – composta dal Comitato scientifico della gara, dal padre del futuro sposo, dal prelato piu in alto in grado della comunitacattolicalocaleedalSindacodellacitta–; un 25% era di competenza di un piccolo gruppo di attori, modelli e artisti e, infine, un altro 25% era lasciato al popolo Le mie carte non erano delle migliori: non ero sufficientemente conosciuta in citta per avere un appoggio considerevole; l'ordine delle Clarisse era di ispirazione francescana, mentre la comunita cattolica in loco era legata ai Gesuiti; non avevo nessun “padrino” che potesse intercedere per me presso il Comitato scientifico o il Sindaco. Insomma, dovevo cavarmela da sola, come sempre Mentre quelle due sciocche bambolineprivediqualitacontrocuierocostrettaa competere, avrebbero potuto portarmi via cio che meritavo, certo piu di loro, soltanto perche erano “natemeglio”...Fomentatadaquestipensieri,lamia invidia cresceva ogni ora di piu fino a diventare ossessiva, stringendomi in un angolo della mia coscienza apparentemente senza via d'uscita Ma la resa non era nei miei progetti e cosı escogitai un pianocheritenevoperfetto,pertoglieredimezzole miescomoderivali

Una sera, durante uno degli incontri preparatori alla finalissima – che anche quell’anno doveva essere impeccabile e memorabile, come sempre –feci cadere dal mio zaino un pacchettino avvolto strettamente in alcuni fogli di carta stagnola e pellicola trasparente L'accaduto attiro l'attenzione di una delle due ochette, Guendalina, che lo raccolse e, sospettosa com ’ era, lo porto subito al Responsabile della logistica, che lo diede alla Guardia di sicurezza, che lo consegno al Direttore artistico, che lo trasferı al Presidente di Giuria, il quale, finalmente, loaprı. All'internodel “corpodel reato” furono trovate trenta pasticche di anfetamina... Disdicevole fatto, abominevole circostanza, deprecabile comportamento! Fui immediatamenteconvocatadalGothadelconcorso, perforniredellespiegazioni,equellochenesortıfu un colpo da maestra Infatti, con una calma inscalfibile, pretesi che fossero rilevate le impronte digitali impresse sull'involucro e che venissero confrontate non soltanto con le mie, ma anche con quelle di tutti gli altri attori sulla scena di questa farsa,ainiziaredaGuendalina.Ilrisultatofulogico,

per quanto sconvolgente: furono trovate le impronte del Responsabile della logistica, della Guardia di sicurezza, del Direttore artistico, del Presidente di Giuria, della sospettosa Guendalina, ma, soprattutto, non furono trovate le mie! Cio poteva portare a una sola spiegazione: qualcuno doveva aver infilato, a mia insaputa, le pasticche nel mio zaino per escludermi dalla finalissima E chi poteva avere interesse a eliminarmi dalla competizione? Come ovvio soltanto la piccola vipera, che ora si stava dannando a proclamare la suacompletaestraneitaaifatti,congliocchionida cerbiatta innocente a cercare sostegno negli increduli sguardi accusatori del Comitato scientifico e di tutta l'organizzazione Risultato: Guendalina, ormai irrimediabilmente infamata, fu allontanata dal concorso, fu espulsa dalla citta e venne rinchiusa in un convento di Carmelitane in unborgosperdutodell'entroterra.

In quarantacinque anni di “Miss Sirenetta di tutti i mari” noneramaiaccadutocheunaconcorrentesi ritirasse, anche se suo malgrado, dalla finale a tre Dopo numerose consultazioni fra le eminenze grigie dell'organizzazione, venne stabilito che siffatta singolare situazione, che si auspicava non dovesse mai piu ripetersi, non doveva per nessun motivo costituire un precedente Di conseguenza noncisarebbestatounripescaggio,masisarebbe procedutoconleduesolefinalisterimaste,ovvero ioelafavoritaRaffaella.

Per giorni fervettero i preparativi per il grande evento: si girarono spot televisivi e si registrarono programmi radiofonici; si rilasciarono interviste e si fecero book fotografici molto casti, improntati a grande serieta; si provarono splendidi vestiti, trucchi e acconciature sempre molto castigate e convenzionali; venne allestito un grande palco nella piazza principale della citta, corredato di un megaschermo sul quale sarebbero state proiettate le immagini raccolte nelle estenuanti giornate preparatorie. Tutto doveva essere perfetto: la comunitainteranonaspettavaaltro

Finalmente il grande giorno arrivo Raffaella sembravaallimitedelcrollopsicotico:litigavacon le truccatrici, strappava i vestiti che le facevano provare, urlando di disappunto per le sue gambe troppo secche o la sua pancia troppo gonfia, pretendeva che ritoccassero le fotografie che avrebberoproiettatosulloschermolasera,perche sosteneva che il fotografo parteggiasse per quella “gattamortachefalefusaachiunqueesistrusciacomefo sseincaloreperottenerelavittoria” (che sarei stata

la corte dei miracoli

io) e che quindi avesse fatto in modo che lei, l'inarrivabile Raffaella, “venisse male” Insomma, il dietrole quinte di “Miss Sirenetta di tutti i mari” era un vero delirio e una perfetta rappresentazione dellastupiditadeclinataalfemminile.Perquantomi riguardava, avevo ben altro a cui pensare, ovvero comeeliminareanchelamiaseconda,ultimarivale. E arrivo anche la sera... un tramonto da fiaba rosso sangue impreziosiva la piazza gremita: esauriti i posti a sedere, piene le tribune della stampa, al completo il Gotha dell'organizzazione, presenti il Sindaco, il Vescovo e tutta la famiglia del promesso sposo Il palinsesto in se era quanto di piu tradizionale si potesse pensare. Ci sarebbero stati i salutiistituzionaliconunbrevediscorsodelSindaco euninterventodelVescovo Aseguire,lanarrazione della genesi di “Miss Sirenetta di tutti i mari” da partedell'anzianofondatore,chepoiavrebbeceduto la parola all'attuale Direttore artistico del concorso, chiamato a raccontare le varie fasi di selezione e di eliminazione delle concorrenti. Dopodiche, si sarebbe passati alla presentazione delle, ahime, due

sequenza di immagini di una Raffaella inedita, ovverounabellissimaragazzacompletamentenuda, intentaacompiereunadifficile,goduriosa fellatio su unmembrodinotevolidimensioni Questa“visione”, com ’ e comprensibile, aveva causato il sonoro sconcerto del pubblico, il disdoro di tutti i membri della Giuria, lo sdegno del promesso sposo e famiglia,nonchelosvenimentodimammaBrigittae ilmanrovesciodipapaArturosulladelicataguancia diRaffaella,laqualefuportataviaabraccia,instato dishock

La cerimonia venne ovviamente sospesa, ma la vittoria fu comunque attribuita a me, come da regolamento. Mai successo fu piu meritato, visti la faticael'ingegnochemieracostato!

Nei giorni successivi, evasi alcuni obblighi contrattuali, cercai di eliminare dallo smartphone tutteletraccedelmiomisfattodigitaleemiconvinsi diaverfattounbuonlavoro.Purtroppomisbagliavo. Gustavo, questo l'orribile nome del mio fidanzato, essendosegretamenteinnamoratodiRaffaellaenon digerendo affatto l'esito infausto del concorso,

A cura di Donatella Bisutti

LA POESIA ITALIANA ALL'ESTERO

FERNANDA ROMAGNOLI POEMS

traduzione di Amelia Moser

Italian Poetry Review XVIII 2023, New York , Società Editrice Fiorentina,pagg 339

Lentamente Fernanda Romagnoli, una delle maggiori poetesse del nostro Novecento, e non solo, ha cominciato a riemergere dall’oblio in cui era caduta dopo la sua morte (anzi, a partire dalla lunga malattia che la condusse alla morte) e sempre piu si allarga l’interesse intorno alla sua opera, dando spunti a studi critici e a convegni, e coinvolgendo anche un piu ampio pubblico di lettori, e adesso la sua voce ha cominciato ad arrivare anche al di la dell’Atlantico, per merito di Amelia Moser, caporedattore di Italian Poetry e gia traduttrice di Anna Maria Ortese La Moser, che ha insegnato nelle prestigiose universita di Harvard, Yale e Columbia,estatafolgoratadalsuoincontroconlaRomagnoli,dicuifinora era stata tradotta negli Stati Uniti una sola poesia (In affitto) da Peter Robinson: leggendo la poetessa romana, ha provato, come lei stessa afferma, “ una sensazione di comunione” e ha subito sentito il desiderio fortissimo di tradurla in inglese, tanto che gia nel corso di una prima lettura le veniva alla mente una loro possibile resa nell’altra lingua Ha preso forma cosı una selezione di poesie che possiamo adesso leggere in traduzione inglese con testo a fronte nelle pagine dell’ultimo numero di ItalianPoetry,rivista redattainAmericamapubblicataaFirenze,dicuie direttoreresponsabilePaoloValesio,professoreemeritodellaColumbiaUniversityecondirettoreAlessandro PolcriprofessoreallaFordhamUniversitydiNewYork.“Lasuavisionedellavitamimeravigliasempre”dice la Moserparlandodella Romagnoli, ede una visione che le viene fattodi accostare a quella della Dickinson, poetessa del resto carissima alla Romagnoli, da cui certo trasse ispirazione. E del resto io stessa ebbi a definire in un recente articolo la poetessa romana “la Dickinson italiana” La Moser afferma addirittura la Moser dice di “essersi fatta aiutare” nella sua traduzione dalla Dickinson, o meglio dalla sua poesia, e ne fornisce unesempionelcasodiunversodellaRomagnoliincuifigural’espressioneverbale“s’adombrasse”, da lei tradotta con l’inglese “disclose” evocando un passaggio di una poesia dickinsoniana intitolata The Lightning is a Yellow Fork: “of mansions never quite disclosed”,inquantosianellapoetessaitalianasiainquella americanaapparelastessaimmaginediunalucechenellostessomomento svelaenasconde.Datuttoquesto e nata quindi una traduzione assai intensa e partecipe che riesce a trasmettere quella stessa emozione e purezza lirica che colpisce il lettore della poetessa italiana Su questa sua traduzione tuttavia la traduttrice confessa di continuare a ritornare mentalmente quasi in un processo senza fine, da cui peraltro ricava “ un sensodipace” Nonostanteaffermialcontempochelatraduzionee“unattorischioso”,chesfidailimiti della nostracapacitaespressiva.Inquestocasositrattacomunquediunattovincente.

Inviare i libri direttamente a Donatella Bisutti Corso Firenze 46/6 Genova 16136 La recensione è a discrezione della titolare della rubrica.

A cura di Donatella Bisutti

LA POESIA STRANIERA IN ITALIA

ANNA DE NOAILLES

IL CUORE INNUMEREVOLE

Le Coeur innombrable

a cura di Marzia Minutelli

Passigli Editori, Firenze, 2023, pgg 247 E24,00

Anna De Noailles, nome famoso della letteratura francese fin de siècle, e pressoche sconosciuta da noi MeritodiMarziaMinutelliessersidedicataafar conoscere questa Autrice che fu amica e ammirata dai maggiori talenti del suo tempo, tra cui Rilke e Proust. La De Noailles, nata nel 1876, cinque anni dopo l’inizio ufficiale 1871 di quella Belle Epoque che, per essere stata troppo bella, doveva terminare tragicamente, tra un valzer di Strauss e l’altro,nel1914,esordıgiovanissimaconimmediato successoproprioconlaraccoltapoeticadicuiquisi tratta, Le Coeur innombrable, pubblicata giusto all’alba del nuovo secolo, nel 1901. Questo per situare la De Noailles nel suo contesto storico Era coetanea, per guardare all’Italia, della nostra Ada Negri, nata nel 1870, e della Deledda, di un solo annopiugiovane.D’Annunzio,chefuinamiciziacon la De Noailles, era nato nel 1863: all’esordio della poetessa francese aveva gia 38 anni, mentre Marinetti nasceva ad Alessandria d’Egitto esattamentenellostessoannodiAnna,natainvecea Parigi, ma principessa greco rumena, con un destino eccentrico e straordinario segnato gia nelle sue origini familiari: rumeno il padre principe Grigore, facoltoso espatriato, greca la madre, giovane pianista di discendenza greco ottomana La vita di questa poetessa e scrittrice destinata a diventare osannata protagonista del mondo letterario parigino per molti anni, e altrettanto affascinante della sua opera e di per se potrebbe costituire argomento di un romanzo Alla sua biografia MarziaMinutelli, chehatradottolepoesie e curato l’edizione di questo libro con eccezionale accuratezza e competenza scientifica, dedica peraltro un lungo e molto dettagliato capitolo introduttivo che, da solo, ci fa rivivere un ’ epoca. Eppure, nonostante la vicinanza dell’Italia colta e letteraria alla Francia e la propensione parigina di D’AnnunzioepiutardidiMarinetti,dellaDeNoailles in Italia non si parla Tant’e che nella sua introduzionealvolumelaMinutellipreferisceusare,

piuttosto del termine “riscoperta”, quello di “ recupero ” . Comemai?EppurelostessoD’Annunzio doveva riprendere, consapevolmente o meno, il titolodiquestaprimafortunataraccoltadell’Autrice, in uno dei suoi versi, puntualmente individuato dalla Minutelli: “Il dio celebreremo noi, pel cuore/ Innumerevoleavidodieterna/Vita…” Ecertoanche il cuore di Anna De Noailles era avido di vita come testimoniano queste pagine che raccolgono i suoi versi in una traduzione di altissima qualita, dei cui criteri la curatrice da conto in un altro suo testo introduttivo al volume. Ma prima di soffermarmi doverosamente su questi aspetti piu tecnici, imprescindibili in una rubrica che si occupa di traduzione, tentero una risposta alla inevitabile domanda di cui sopra: perche cosı famosa in Francia, Grand Prix de l’Academie française e prima donna a entrare all’Academie Royale de Belgique, e sconosciuta in Italia? Quando, oltre tutto, qualche tempoprimadelloscatenarsidelconflittomondiale nel 1914, aveva anche viaggiatoinItalia, a Milanoe

LA POESIA STRANIERA IN ITALIA

aComo?RiprenderoleparoledellastessaMinutelli, che mi paiono formulare l’ipotesi piu sensata: “Ritengo che una pregiudiziale sessista se non misogina in una nazione culturalmente attardata e provinciale come l’Italia possa rappresentare una ragione storica della passata indifferenza nei confronti della scrittrice” E del resto da noi, a riprova, la Negri fu presto vittima, una volta scomparsa, di un lungo periodo di oblio fino ai giorni nostri, mentre la Deledda era stata in vita costretta da una diffusa ostilita ad abbandonare la sua amata Sardegna Quanto ad Annie Vivanti, di solo dieci anni piu anziana della De Noaillles, benche protetta dal nume Carducci, acquisto fama vivendopiuchealtroall’estero. Edeevidenteanche oggi che la proporzione di nomi femminili in aree “di potere” quali riviste, redazioni di giornali e di caseeditrici,antologie,giurie,nonrispecchiaaffatto l’elevata presenza reale delle donne sulla scena letteraria, prova che il maschilismo anche in questo campo non e affatto scomparso Tanto piu questo ostracismo sessista pote contare nel caso della De Noailles in quanto lei era contemporaneamente femme de lettres e femme du monde, cioe una di quelle creature affascinanti che gia solo per la loro capacita di seduzione diventavano personaggi e, figurarsi, a Parigi! citta di perdizione per antonomasia, dove gli uomini piu ricchi ed eleganti della penisola si recavano per realizzare sogni proibitisperperandospessoiloropatrimoni, Parigi citta di mantenute famose e di etere come, sempre nella fin de siècle,la Belle Otero Ma per venire alla poesia della De Noailles, essa ha per noi italiani una certa affinita con quella di Ada Negri: poesia estatica e liberamente amorosa, insieme romantica e simbolista, spesso sfrenata nel cogliereundeliriodeisensi,neldarsiaunempitodi vita,comequisignificatodaltitolodellaraccolta, Le Coeur innombrable, in una “comunione innervata di gaudio mistico” come la definisce nella sua acuta analisi critica la curatrice traduttrice, che piu oltre parla di “sensuale ebbrezza” e “frenetico élan vital” , inun“vorticesinestetico”chearrivaa“sopraffare”il lettore. Un “culto della natura”, un “esaltato panismo” che sconfina in una sorta di erotismo, sono gli elementi di una rivelazione psichico/ letteraria con cui la poetessa venticinquenne irrompe in un panorama letterario al maschile apportando un grande elemento di novita. Per tradurrequestiversi,perlopiualessandrini,Marzia Minutelli ha operato una scelta che lei stessa

definisce “inattuale e controcorrente”, pur trovando unaconfermanelletraduzionediValeryeMallarme diPatriziaValdugaediBaudelairediAntonioPrete, e cioe quella di trasporre i testi in versi regolari cercando un corrispettivo italiano nel doppio settenario invece del piu usato endecasillabo, benche, come essa stessa rileva, le differenze fra le due lingue, soprattutto per quanto riguarda la e atona francese, rendono assai difficile trovare una corrispondenza italiana alle rime dell’originale, costringendo la traduttrice a ” operare talvolta qualcheviolenza”easottoporre “lessicoesintassia unaleggeraspolveraturadicolortemporale liberty” . Da questa complessa opera di traduzione condotta con zelo e perizia, emana in ogni caso il grande amore che ha spinto Marzia Minutelli a impegnarsi inquestolavoroperfarconoscerefinalmenteanche in Italia questa poetessa che, entrata in un cono d’ombra anche in Francia dopo la sua morte nel 1933, e tornata progressivamente a interessare la critica internazionale, interesse culminato in una pubblicazione nel 2013 dell’opera completa che ha datol’avvioanuovistudi,biografieeristampe

Inviare i libri direttamente a Donatella Bisutti Corso Firenze 46/6 Genova 16136. La recensione è a discrezione della titolare della rubrica

A cura di Mayela Barragan

ENTREMESES

NON VENIRE, NATALE!

Siamo arrivati alla fine del 2024 e per augurare “Buone Feste” ai lettori di “Entremeses”, ho deciso di proporre una poesia del medico honduregno Alfonso Zúniga Alemán che ho trovato nella pagina web: anarkismo.net. In alcuni siti di Internet, il testo viene attribuito ‑ erroneamente ‑ al poeta cileno, Pablo Neruda, premio Nobel della letteratura, 1971. La poesia si chiama: “No vengas Navidad” / Non venire, Natale!, Antologia, 1988. Leggerla mi ha fatto venire in mente la grave situazione politica che sta attraversando il Venezuela e la particolare decisione di Nicolas Maduro di anticipare già dal mese di ottobre, il Natale nel Paese sudamericano.

Novengas,Navidad, queesmuytempranotodavıa, lasmadresestantemblando enelsoldelmediodıa ylosninosenlascalles vagansolos,sincomida yelcampesino,aunquequiera, nopuededeletrearteenlasvitrinas Novengas,Navidad, comoinsultoalapobreza nollenesdecaroslicores alosricosdelaempresa niufanesasussenoras conperlasycondiamantes. Novengas,Navidad, tencompasion,novengas. Noqueremoscombinaciones decontrasteshumillantes consedasfinasdechina ymantaviejayzurcida, conpavosdemuchasmarcas ysalenunatortilla Novengas,Navidad, danosuntiempotodavıa, recuerdaqueexistenmuchos quesufrencontuvenida sacandodesuspanuelos monedasenvejecidas

Nonvenire,Natale, eancoratroppopresto, lemadritremano sottoilsoledimezzogiorno, eibambiniperlestrade vaganosoli,senzacibo, ilcontadino,anchesevorrebbe, nonpuodelletreartinellevetrine Nonvenire,Natale, comeinsultoallapoverta, Nonriempireconliquoricostosi iricchidelleimprese nonadularelelorosignore conperleediamanti. Nonvenire,Natale, abbipieta,nonvenire. Nonvogliamocombinazioni diumilianticontrasti consetediporcellanafine ecopertevecchieerammendate, contacchinidimoltemarche esaleinunafrittata Nonvenire,Natale, dacciancoratempo, ricordachecisonotanti chesoffronoperlatuavenuta, tirandofuoridailorofazzoletti moneteinvecchiate

ENTREMESES

paracomprarlealmundo unapartedetualegrıa. Recuerdaquesomostantos sumidosenlamiseria yanhelamossaborearte conbebidasycontorrejas, conjuguetesyconservas, paraquenuestroshijossientan elcalordeNochebuena enlapolvorasonora quelosricossiemprequeman. Notemuestres,Navidad, enpleyadesdealegresvenaditos portandojuguetes,campanillasytrineos porlasresidenciasdelosninosricos; tupresenciaentrelosnuestros todavıanoconcibe queseafameenlosestantesluminosos aunSanNicolasdelanasrevestido ysemarginederealezasalglorioso desnudoNinoDiosconfrıo

percomprarlealmondo unapartedellatuaallegria. Ricordatichesiamointanti nellamiseria echedesideriamoassaporarti conbevandeetorrejas, congiocattolieconserve, affincheinostrifiglisentano ilcaloredellavigiliadiNatale nellapolveredasparo cheiricchibrucianosempre. Nonfartivedere,Natale, inunapleiadediallegrirenne cheportanogiocattoli,campanellieslitte nelledimoredeibambiniricchi; latuapresenzatrainostri nonconcepisceancora chesirendagloriasuscaffaliluminosi aunSanNicolarivestitodilana esiaemarginatodiregalitaeperilfreddo ilgloriosoenudoGesu bambino

A cura di Stefano Bigazzi

Taccuino Garbarino

Gia il titolo e foriero di curiosita, “Taccuino delle molte me ” (edizioni Lietocolle), eppure a quanto pare ce n ’ e una sola, e lei, proprio lei. Magari si lasciaosservare(oleggere)senzainsisteretroppo sulSe,connoncuranza,sipotrebbedire.Ması,che la vedano cosı e cosa, spiritosa divertente aperta capace svolazzante ben educata edulcorata eccetera CheiosappiadiSimonaGarbarinocen’e una, capace di essere molte, ma comunque una, spiritosaapertacapaceecceteraeprofonda.Seria.

“Non so se l’autrice ‑ scrive Lella Costa nella prefazione al Taccuino preferisca definirsi poeta o poetessa, e poco conta: il fatto e che Simona Garbarino sa scrivere poesie. Ma belle, eh? Belle proprio Perche ama smodatamente le parole, e le sceglie con cura assoluta, e le combina con la sapienza di chi e insieme artista e artigiana Perche ha un formidabile senso del ritmo, della metrica, delle rime, e contemporaneamente racconta storie ‑ magari piccole, magari intime, spesso sorprendenti, e soprattutto sempre vestire daun’impercettibile,delicataironia”

Ha detto tutto, Costa. Potrei anche tacere, tuttavia insisto

Racconta, ella canta la vita con la piu ingannevole delle leggerezze E vero che fa ridere (sullascena),everochefapensare

Lesuepoesie,cheavevolettesparse(nehadonate con misurata profusione), sono ora raccolte in un discorsofluentezeppodivisioni,diconsiderazioni sulmondo,sullavita

Mi ha donato questo libro, alcune settimane fa, e l’ho centellinato come si fa con le cose buone Un sorso, una strofa alla volta. Bisognerebbe farlo anche nei musei. Osservare un dipinto, respirare, occhieggiarlo senza farsi accorgere, stare lı in compagnia di esso, non correre da una sala all’altrapervantarsidiavervistotuttoilCanaletto minutoperminutoinunminuto.

Ne leggo una al giorno, rimugino, faccio sı che le tante domande delle molte Simona vengano restituite,apocoapoco,conletanterispostedalle molteGarbarino.

Che piacere, che pace: sebbene, a ben leggere, nella frescura dei versi spuntano mimetizzate e malandrinelefaccendechetrapananolospirito.

“La tua assenza mi strappa via./ Mi toglie il vestito della festa d’amore/ Lo getta nel fuoco/ Piu nulla restera./nemmenolacenereperunrapido funerale”.

C’e poco da ridere E quest’altra, mesta e deliziosa?

“Giuntaallafinedelmondo/rivolgoilmiopensieroa te/ Non tentenno neppure/ Amore s graziato s regolato s pudorato/ Se dovessi cadere,/ trascinero conmetutteleS”.Sssssstruggente.

“Addomesticata, no Randagia, lo dico adesso/ Fuori l’uragano piange”. Piange, non urla, non sibila, non soffia scuotendo, non strepita: piange e basta della suauraganitaincontrollabile.

Poesie d’amore? Amore di poesie in questo contrasto delicatoepursemprecontrasto.

“Cos’e questo strappare via l’anima dalla faccia,/ questo ammutolire i silenzi?/ Che angolo della vita e questo?/ vorrei solo ammorbidire le attese,/ lisciare la speranza,/ ascoltare il suo flebilissimo ron ron,/ mandarti una cartolina./ ‘Sono io, sempre io, ancora io/Etu?Seiancoratu?”

E aveva gia scritto: “...Ho deciso, ora mi alzo e mi allontano,/midirigoagliantipodidell’attesa,tradisco, lascio,/ mi stacco decisamente e/ ciabatto altrove, incespico/ corro/ corro/ corro/ disordinatamente/ perentoriamente/ assolutamente/ Alleluia/ Sı, alleluia”.

Basta cosı, accattatevi il Taccuino Ultima cosa, anzi due: “Magnifica il tuo talento,/ cammina in punta di piedi ” e “ la musica non magnifica piu lo spirito”

Pure i verbi, sa usare (Μεγαλυνει

L’animamiamagnificailSignore),Simonamagnifica

A cura di Enzo Minarelli

POLIPOESIA E DINTORNI

UNA LUSITANA VENTATA DI SANA SONORITÀ: AMÉRICO RODRIGUES

Ho conosciuto Americo nel lontano dicembre del 1999, in occasione del Festival di Poesia Sonora Correntes de Ar, presso l’Auditorio do Paço da Cultura a Guarda, una bellissima citta tra i monti settentrionali del Portogallo, lui ne era il direttore artistico e devo dire per inciso che ha, istituzionalmente parlando, sempre occupato posizionidipoterecomequellaattualediDirettore delle Arti. Invece quella volta scoprii che era anche unvalidoedeccellente poetasonoro, dotatodi una voce formidabile tale da competere con Demetrio Stratos o Fatima Miranda. Infatti, introducendo un suo CD (O Despertar do Funâmbulo, 2000) notavo come mi avesse impressionato l’approccio vocale sfruttandoinmanieraaccortaemoltoequilibratala potenza polmonare verso un rumorismo significante,perusareunadefinizionedimioconio

L’abilita del funambolo che rischia di cadere ma non cade ed arriva alla meta In questo superamento del linguaggio sfiorava l’ultralettrismo, soprattutto quando si concentrava sullatrasgressionedelgrido Nonbastaperoessere dotati di un ’ugola fuori dal comune per fare della buona poesia sonora, occorre sempre agire dentro uncontestoprogettualedoveognigesto,ognisoffio, ogni respiro occupi il proprio ruolo adeguato sia cometrattoesteticochetecnico,edequestaabilita che gli va riconosciuta attraverso tutta la sua carrieralungaalmenountrentennio

Poi mi sono occupato del suo lavoro di nuovo quando ho allestito presso la Biblioteca Sala Borsa e alcune Universita di Bologna, l’Archivio La Voce Regina, si veda la nota che scrissi nell’estate del 2005, (https://www.lavoceregina.it/la voce regina 1/poesia sonora polipoesia/americo rodrigues oppure anche in Enzo Minarelli, La Voce Regina, Lecce, Manni, 2006) Accanto alla rarefazione vocale di marca Zaum, aveva introdotto l’analisi sulla parola in se applicandovi schemi precisi di penetrazione al suo interno, quella che viene definita almeno da Starobinski in avanti come la ricerca intraverbale enelcontempodiallargamento della stessa, ritenuta evidentemente incapace di comunicare qualcosa di nuovo nel suo assetto comune.QuestolosievincechiaramentedadueCD usciti a quasi dieci anni di distanza, Cicatrizando,

(dicembre del 2009) dove vengono registrate azioni invariluoghipubblicieprivatidiGuardadandolargo spazioallaparlataquotidiana,e Parlátorio (2018)che sviluppa un avvincente dialogo tra le confessioni amaramente tristi di chi sopporta il carcere e la voce delpoetachepercontrastospazialiberanell’aria

Anche nel CD appena uscito che sin dal titolo fa leva sulla seducente paronomasia tra Fala (parla) e Falha (fallimento) emergono forti dubbi sulla lingua tradizionale come veicolo di trasmissione Si dice spesso anche nei dialoghi piu accesi «sono solo parole» dimenticando che una parola puo uccidere o far vivere e infatti si tratta di corpi contundenti in grado di colpire direttamente al cuore Tuttavia il Nostroquirealizzaun’operadipoesiasonorainpiena regola passando in rassegna tutte, e sottolineo davverotuttelepistepraticatedaquestadisciplinain oltrecent’annidallasuanascita,ricordoilnoto«verso senza parole» di Hugo Ball del 1916 Gia in un brano come Que te que te si trova riassunta la quintessenza del suoprocedimento; qui la fa da padrona una sorta di balbuzie incipiente che gli consente di calcare su un tempo sospeso di incertezza fintanto che l’esplosione fonica deflagra nel nulla Lo strumento voce come l’elettronica e sempre molto controllato, non gli sfugge alcuna sbavatura tecnologica, ricorrendo all’energia dirompente dell’ugola solo laddove e necessario, soprattutto non mescola

POLIPOESIA E DINTORNI

sperimentazione vocorale con il canto, mantenendoli intelligentemente separati Per esempio in un altro CD, Aorta tocante (2005) si confronta con la musica ma alla fine si puo ammetteresitrattipiudicanzonichedipoemi.

In Contratempo al di la dell’intraverbalismo condito da insistenti allitterazioni stupisce l’ascoltatore l’effettoeufonico,eppurenondisdegnaunaapertae provocante cacofonia in Atraczug (non poteva essere altrimenti essendo il pezzo dedicato ad Isidore Isou) Mentre il fondatore del Lettrismo agiva sotto l’impronta istintiva, qui l’impressione e, come gia detto, che ci sia una regia attenta, per esempio in Terror la coppia contrastiva tra «morto porto» finisce inesorabilmente per essere travolta dall’onda urlante, come in A morte éuma, il tono scelto non puo essere altro che il sussurro bisbigliato. Emblematico O significante e o significado perche la coppia saussuriana viene affrontata attraverso una lunga sequela di neologismi che denunciano una sfiducia desolante versoillinguaggiostesso,equestalaragionepercui la Declaraçao finale tra scoppi di rumore mediatico e sbotti fonetici, nonostante il poeta inventi “ nuove paroleenuovelingue”,allafinecontasoloilsilenzio, anzi e invocato se non urlato come comando assoluto“silenzio!”

Amèrico Rodrigues, Acto da Falha, Poesia Sonora, Lisboa, Bosq íman:osRecords, 2024

ElettRivista vi offre ore di poesie, interviste, performance con le voci originali di

Marinetti, Artaud, Kerouac, Ginsberg, Jim Morrison, Plath, De Andrè, Bukowski, Jodorowski, Montale, Rodari, Pasolini, Ungaretti, Caproni, Dylan Thomas, Guy Debord, Zavattini, Apollinaire, Che Guevara, Paul Celan, Whitman, Bonnefoy, Céline, Prévert, Gregory Corso, James Joyce, Anne Sexton, Majakowskij, Evtushenko, Nuccio Ordine e molti altri

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO

MAYELA BARRAGAN: è nata nelle Ande del Venezuela Nel 1989 è arrivata a Genova per amore Ha vissuto in diversi paesi del Medio Oriente e del Maghreb E’giornalista, traduttrice e accompagnatrice interculturale di “Migrantour Genova”. Collabora con “Il Corriere di Tunisi”. Esperta di temi latinoamericani e, in particolare, della regione di confine tra il Venezuela e la Colombia

DANIELA BISAGNO: è nata a Genova dove vive e lavora Saggista e critica letteraria, si occupa di poesia Ha scritto saggi su Pavese, Morante, Jesi, Testa, Viviani, Morasso, G Pontiggia, Mussapi, Maiore Tamponi È autrice di due monografie critiche: La parola della madre. Traduzione e commento dei “Poemata Christiana” di Giovanni Pascoli (Jaca book, 1998) e L’orma dell’angelo Saggio sulla poesia di Cesare Viviani (Interlinea, 2010) Una sua scelta di versi è stata pubblicata sull’almanacco di poesia “Punto” (marzo 2016)e un’altra sull’antologia, Genova Omaggio in versi, a cura di Tamar Niederdorf (Bertoni editore, 2019)

STEFANO BIGAZZI: Genova 1957. Giornalista

DONATELLA BISUTTI: nata a Milano, vive a Genova E’ poeta, scrittrice, giornalista, operatrice culturale Ha scritto il bestseller La poesia salva la vita e il romanzo Voglio avere gli occhi azzurri Fra le sue raccolte di poesia Inganno ottico, Premio Montale per l’Inedito, Rosa Alchemica, Premio Lerici Pea e Premio Camaiore, e Sciamano Ha fondato la rivista Poesia e Conoscenza. Per i bambini ha scritto tra l’altro Le parole magiche (Tascabili per i ragazzi Feltrinelli).

PINO CADALIUZZO: è giornalista, già inviato di guerra e autore di documentari su argomenti culturali

LAURA CAPRA: è nata a Genova ed è specializzata nei settori risorse umane e comunicazione Ha pubblicato la raccolta di poesie Nero Fittizio (Puntoacapo editore, 2020), Indossare la vita (Incl. in Ant. di fantascienza, Fantagenova, Erga edizioni, 2022). È poetessa italiana scelta per il progetto europeo di poesia Versopolis (Progr. Creative Europe dell’Unione Europea)

VALENTINACOLONNA: è poetessa e pianista compositrice Nasce a Torino nel 1990 in una famiglia di musicisti e ha pubblicato i libri di poesia Dimenticato suono (Manni, 2010), La cadenza sospesa (Aragno, 2015) e Stanze di città e altri viaggi (Aragno, 2019). Si occupa di Fonetica e ha ideato e cura la piattaforma VIP – Voices of Italian Poets.

PATRIZIO COLOTTO: è un chirurgo che affianca alla sua professione una passione per l’arte Illustratore, calligrafo, grafico e molto altro Patrizio è un artista autodidatta, con all’attivo mostre collettive e personali nonché una collaborazione continuativa con la galleria il Punto, dove espone opere e collages. Collabora con Yoge.

MARCO ERCOLANI: è psichiatra e scrittore. E’ autore di una vasta bibliografia che comprende saggi, romanzi e raccolte poetiche Con Turno di guardia ha vinto nel 2010 il Premio Montano per la prosa inedita Tra le sue ossessioni: i racconti apocrifi, le vite immaginarie, la poesia contemporanea e il nodo arte/follia

MAURIZIO FANTONI MINNELLA: è uno scrittore, saggista e documentarista italiano. Instancabile viaggiatore, ha realizzato oltre trenta documentari su biblioteche nel deserto, lavori notturni, problematiche mediorientali, storie di quotidiana resistenza e molti altri universi sociali, culturali, umani

BARBARA GARASSINO: scrittrice ed ex campionessa di tennis, collabora con il Festival Parole spalancate ed è responsabile degli eventi della Stanza della Poesia di Palazzo Ducale. Nel 2011 scrive la raccolta di racconti Passi fra le ombre (Internos); altri suoi racconti sono pubblicati in antologie e riviste. Nel 2018 ha fondato con Massimo Morasso l'Associazione culturale Contatti con cui organizza festival letterari e promuove attività editoriali

WALTER GATTI: Scrive dalla metà degli anni '80 Appassionato di musica americana, preferisce il blues e adora il southern rock Il destino benevolo gli ha fatto intervistare B B King e Albert Collins, Jeff Buckley e Pink Floyd, Dan Aykroyd e Leonard Cohen Ha visto in concerto Stevie Ray Vaughan e laAllman Brothers Band: il resto è un'appendice

GIOVANNI GRAVAGNO: disegnatore, graphic designer e visionario, è l'illustratore di ElettRivista.

ENZO MINARELLI: è nato nel 1951 si occupa di poesia e delle sue praticabili aperture verso il suono, la scrittura, il video e lo spettacolo, sin dagli anni '70 Il suo Manifesto della Polipoesia è del 1987, tentativo di teorizzare lo spettacolo di poesia sonora Suoi interventi polipoetici sono stati eseguiti in Europa, Canada, U S A , Messico, Cuba e Brasile

VIRGINIA MONTEVERDE: vive e lavora a Genova. Le sue scelte artistiche sono orientate alla sperimentazione digitale: pittura digitale, videoarte, e installazioni multimediali. E’ direttrice artistica di Art CommissionEvents, e cura il coordinamento e la promozione di eventi culturali in Italia e all’estero

MASSIMO MORASSO: è saggista, critico letterario, traduttore e poeta Germanista di formazione, ha studiato a fondo la poetica di R.M. Rilke e Yvan Goll. Ha scritto libri su e come Vivien Leigh, lo zibaldone metaletterario Il mondo senza Benjamin e il ciclo poetico de Il portavoce (vari editori fra il 1997 e il 2012). Dirige le edizioni Contatti e la rivista “AV”.

CLAUDIO POZZANI: è poeta, scrittore e flâneur Fa sogni ad occhi aperti fin da quando era bambino e tenta di realizzarli E' il creatore e direttore di ElettRivista

GIANFRANCO UBER: genovese di antiche e dimenticate origini meneghino/austriache. Ritirato dal 2003 dall'attività professionale svolta nell'ambito dell'informatica bancaria, è ritornato per diletto alle passioni giovanili del disegno umoristico e della pittura in realtà mai abbandonate Commenta quotidianamente dal 2007 i fatti domestici e internazionali sul suo blog e sulla rivistaAffari Internazionali dello IAI

TITTI ZEREGA: di formazione accademica, dipinge prevalentemente ad olio soggetti che vanno dal figurativo all’informale. Ha prodotto anche acquarelli e tecniche miste in cui entra la parola, il verso, la frase letteraria. Ha esposto a Venezia e Roma con l’Istituto Internazionale di Grafica Una sua opera è in Metropolis, libro collettivo d’artista, aperto a leporello ed esposto alla Biblioteca Marciana di Venezia

LAPIS. REALtà SCHIZZATE

ANIMADVERSA

A cura di Patrizio Colotto

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