Cultura commestibile 213

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di Mariangela Arnavas L’ultimo film di Aki Kaurismaki si apre sulla stiva di una nave in cui da un mucchio di carbone emergono due occhi, un volto, un corpo; sono gli occhi di Khaled, immigrato siriano, approdato per caso nel porto di Helsinki, più precisamente per sfuggire ad un pestaggio di naziskin e non è invece un caso che, per chiedere dove poter fare una doccia, si rivolga ad un cantante di strada finlandese; l’istinto gli fa riconoscere dove e a chi è possibile chiedere aiuto. Fin dall’inizio della storia nel volto, ma soprattutto negli occhi di Khaled si può leggere tutto: sofferenza, angoscia, paura, determinazione, intelligenza, speranza e soprattutto dignità, quella che non si trova affatto nei membri del tribunale che respingono la sua domanda d’asilo, affermando, mentre infuriano i bombardamenti che hanno distrutto anche la casa e quasi tutta la famiglia di Khaled, che può essere rimpatriato perché non ci sono pericoli ad Aleppo. La vicenda di Khaled corre parallela a quella di Winkstrom, anziano finlandese ex venditore di camicie, che abbandona la casa familiare e la moglie silenziosamente e con determinazione (anche lui), giocandosi il resto della vita in una notte di poker; con il ricavato della vincita acquisterà uno sgangherato ristorante, la Pinta d’oro, nel quale i

Lo sguardo di Aki

due personaggi finiranno per incontrarsi. Qualcuno ha scritto che Kaurismaki vede la solidarietà come evoluzione naturale della solitudine ed effettivamente in questo film l’incontro tra le diverse solitudini sembra costituire la porta che si apre sulla speranza; il

pensiero va, seppure in contesto molto diverso, al Cleant Eastwood di Gran Torino, all’amicizia che si instaura tra il vecchio bianco americano rimasto solo e gli adolescenti immigrati vicini di casa. Il film scorre fluido, a tratti illuminato da un’ironia malinconica e leggera, soprattutto nelle vicende del multiforme e improbabile ristorante, attraversato da una musica affettuosa e confortante, sempre dal vivo; la tonalità è asciutta, il sentire che pure c’è e si manifesta, non lascia mai spazio al sentimentalismo e il finale è aperto, non un irrealistico happy end , ma un finale con speranza, appunto. È durissimo, invece, lo sguardo sull’ipocrisia e l’ottuso egoismo dello stato finlandese ma non solo, come quello sulla bestialità dei naziskin aggressori di Khaled. Kaurismaki dice che vorrebbe cambiare il mondo cominciando da quest’Europa, insensibile e ottusamente egoista, che non sa accogliere i migranti in fuga dalla guerra e dalla miseria, ma e’ consapevole che non sarà un film che potrà farlo, “Jean Renoir, con La grande illusione voleva fermare la Seconda guerra mondiale, ovviamente non c’è riuscito”, spiega ai giornalisti, però “capire serve sempre; oggi sono loro i rifugiati, domani potremmo essere noi”. Non si può che essere d’accordo e goderci intanto il bellissimo cinema di Kaurismaki.

Firenze suona rock di Sara Chiarello “Cercheremo di essere all’altezza degli standard europei e mondiali in termini di accoglienza e qualità”. Con queste parole ieri Alessandro Bellucci, presidente de Le Nozze di Figaro, organizzatore insieme al Comune e a Live Nation dell’Estate di grande musica live alle Cascine di Firenze, ha annunciato in conferenza stampa quella che sarà una delle estati più calde per il rock a Firenze. Già 180 mila i biglietti venduti (solo il 15% in Toscana, 100 mila dall’Italia e 10 mila dall’estero), per le otto giornate di eventi che si terranno da giugno a luglio nella Visarno Arena, all’interno dell’Ippodromo del Visarno. In programma il concerto dei Radiohead, James Blake e Junun (che apriranno il 14 giugno), il festival Firenze Rocks, a firma Live Nation, la stessa società che per dieci anni ha realizzato il festival di Imola (il 23 giugno Aerosmith,

Placebo, Deaf Havana - 24 giugno Eddie Vedder, The Cranberries, Glen Hansard – 25 giugno System Of A Down e Prophets Of Rage). E ancora: l’evento Decibel Open Air 2017 (1 luglio) e i concerti del Firenze Summer Festival, ovvero The XX (8 luglio), Jamiroquai, (11 luglio), Arcade Fire (18 luglio). La stima della ricaduta economica sulla città è sui venti milioni di euro. “Lavoreranno al festival 400 persone, per un totale di 50.000 ore”, prosegue Bellucci, mentre Ringo di Virgin Radio racconta che molti saranno i concerti che andranno in diretta sulla radio. Le Cascine non saranno solo il luogo che incornicerà il grande palco: l’area sarà pedonalizzata e allestita con un villaggio accoglienza, in cui dalle ore 12 fino a fine concerto ogni giorno ci saranno vari eventi, e ci sarà posto per il relax, il barber shop, l’assistenza medica con un presidio medico avanzato, e una parte dedicata all’enogastronomia, con specialità toscane,

etniche, piatti vegani, vegetariani e per celiaci. I biglietti per Firenze Summer Festival e Firenze Rocks sono in prevendita su www.ticketone.it (tel. 892.101) e circuito Box Office. Per Decibel Open Air 2017 su www.diyticket.it. Sono ancora disponibili biglietti per tutte le serate. Per restare informati sulle ultimissime novità è possibile scaricare l’App Firenze Rocks.

11 15 APRILE 2017


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