Cultura Commestibile 154

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23 GENNAIO 2016 pag. 10 Simone Siliani s.siliani@tin.it di

D

ice il Corano (5:32): “Chiunque uccida un uomo, sarà come se avesse ucciso l’umanità intera”. E certamente il mondo di un poeta comprende una umanità del tutto speciale, un tesoro semantico inconcepibile con l’ordinaria razionalità, un pensiero anticonvenzionale che è il solo che può aprire significati inediti nella realtà. Così, i molto osservanti regnanti dell’Arabia Saudita e le loro corti di (in)giustizia hanno deciso di condannare a morte per decapitazione il poeta, artista e curatore d’arte saudita, d’origine palestinese, Ashraf Fayadh, per apostasia, diffusione dell’ateismo e blasfemia perpetrate attraverso le sue poesie. Si è mobilitato il mondo della cultura, soprattutto internazionale, per salvare la vita di Fayadh; molto meno la politica che continua, imperturbabile, a fare affari e alleanze con il regime di Riyād (compreso il presidente del Consiglio Matteo Renzi che, pare ma non vi sono riscontri in dichiarazioni ufficiali di Riyād, che durante la sua recente visita di Stato abbia addirittura fatto genericamente cenno al tema dei diritti umani e abbia chiesto un atto di clemenza nei riguardi di due giovani attivisti condannati alla fustigazione e a morte). Lo scorso 14 gennaio scrittori di tutto il mondo si sono riuniti in diverse città e hanno letto pubblicamente le poesie di Fayadh. Fra questi, Irish Welsh (scrittore e drammaturgo scozzese, autore di “Trainspotting”) che ha letto le poesie in un caffè di Chicago, ha auspicato che questa campagna sia in grado di “fare pressioni sui governi che sposano la democrazia e la libertà affinché tengano presenti questi valori quando trattano con l’Arabia Saudita”. L’appello a favore di Fayadh firmato da oltre 350 scrittori e intellettuali (fra i quali i premi Nobel Orhan Pamuk e Mario vargas Llosa) è stato inviato a Obama, Camerom e al ministro degli esteri tedesco e chiede la sospensione dell’Arabia Saudita dal Consiglio per i Diritti Uma-

Per la vita di un poeta Asilo: Stare in fondo alla fila. Ricevere un boccone di pane. Resistere! Qualcosa che tuo nonno era solito fare. Senza saperne la ragione. Il boccone? Tu. La patria: Un documento da mettere nel portafoglio. Denaro: Carta con impresse immagini dei leader. La foto: il tuo sostituto in attesa del tuo ritorno. E il ritorno: mitologica creatura... uscita dai racconti di tua nonna. Fine della prima lezione. .... ni dell’ONU. Fra i sottoscrittori dell’appello la scrittrice Priya Basil (inglese di origini indiane, fondatrice del progetto Authors for Peace e autrice del recente “Profumo di spezie proibite”) ha letto all’evento organizzato dal Festival internazionale di letteratura di Berlino la poesia di Fayadh “I baffi di Frida Lido Contemori lidoconte@alice.it di

Kahlo” che dimostra come “la sua poesia non possa essere in alcun modo condannata perché può essere letta con molti diversi significati”. Noi di Cultura Commestibile ci vorremmo unire idealmente a questa campagna per la vita di Fayadh pubblicando qui alcune righe di una sua poesia:

Il migliore dei Lidi possibili Il pifferario di Cybersburg

Disegno di Lido Contemori

Didascalia di Aldo Frangioni


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