Cronache delle Calabrie - Giornale del 1° Novembre

Terremoto

Economia

Emergenza, l’allarme di Tansi: «Pianificazione inesistente»

Equitalia e cartelle pazze Pioggia di ricorsi a Reggio

a pag 8

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EDIZIONE DI COSENZA

MARTEDÌ 1 NOVEMBRE 2016

di Paolo Guzzanti

E

togliamoci finalmente questo dente: un articolo contro i calabresi e la Calabria, da cui mi aspetto una giustificata marea d’insulti. Premessa: sono romano nato e vissuto a Roma (salvo parentesi americane che mi hanno restituito la vita) ma detesto Roma, i romani e quell’orrido accento albertosordista che spurga dalla televisione. E spero di lasciare per sempre – patria ingrata non avrai le mie ossa - questa città, troppo eterna, benché abiti in un appartamento sopra il Pantheon. Ma la Calabria è un’altra cosa: è un organismo malato per cui provo amore, pena, odio, fastidio e simpatia, ma nessuna inclinazione al perdono a pag 4

SANITÀ/1

Scura, Guccione attacca Oliverio

a pag 6

SANITÀ/2

Reggio, 245 giorni per una risonanza

Anno 1 - Numero 8 | Euro 1,20

Il Male della Calabria alle pagine 4 e 5

Perquisita ieri una delle case della famiglia Galizia

Agguato di San Lorenzo Pressing sui testimoni

Il procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, ha lanciato un appello al termine del vertice di ieri con il prefetto: «Chi era presente è in pericolo, venga a parlare con noi». Un testimone è già stato individuato ed ha consentito di trovarne altri, ma Facciolla denuncia comunque un clima

COSENZA

Il Cimitero diventa una cittadina con nomi delle strade

di scarsa collaborazione da parte delle decine di persone che hanno assistito all’eccidio di Edda Costabile e Ida Attanasio al cimitero. E San Lorenzo del Vallo prende le distanze dall’orrore: «Il nostro è un paese tranquillo» alle pagine 2 e 3

SPORT

Cosenza, Cerri resta ottimista

a pag 10

a pag 7

9

Diretto da Paolo Guzzanti

Santa Tecla, Straface rinviata a giudizio a pag 24

a pag 35

OGGETTI PRIMI

Intervista a Sanguineti fra Unical e poesia

alle pagine 19 e 20

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MARTEDÌ 1 novembre 2016

Catene Invisibili

Duplice omicidio a San Lorenzo del Vallo Da sinistra il procuratore Facciolla domenica sul luogo del delitto (foto Emanuele Armentano) e a seguire il cimitero di San Lorenzo del Vallo il giorno dopo il duplice omicidio

Il procuratore Facciolla avverte: «Parlate, chi ha visto potrebbe essere in pericolo»

Blitz alla ricerca del killer Spuntano i primi testimoni Cosenza

Il punto

I CONTROLLI In serata le forze dell’ordine hanno preso di mira una delle case della famiglia Galizia alla ricerca di uno dei fratelli di Damiano

FACCIOLLA La perquisizione di qualche giorno fa è stato il grilleto che ha messo in allarme chi domenica ha compiuto l’efferato delitto

Era a volto scoperto. E qualcuno potrebbe averlo visto. Sono questi i risvolti del duplice omicidio di San Lorenzo del Vallo, dopo lunghe ore di lavoro da parte degli investigatori, coordinati dal procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla. Ci sono volute le 23.30 di domenica per individuare un testimone «che era certamente presente – ha affermato Facciolla -. Tre ore solo per farmi dire da una persona: sì, c’ero». Alla fine ha comunque «riferito notizie importanti e poi, a ritroso, siamo riusciti ad individuare anche altre persone». Non parla di omertà, ma «di una sorta di resistenza delle persone a parlare davanti alle forze dell’ordine».

Dopo gli ultimi sviluppi, nella serata di ieri le forze dell’ordine hanno preso di mira una delle case della famiglia Galizia, alla ricerca, senza trovarlo, di uno dei fratelli di Damiano, ucciso il 26 aprile scorso da Francesco Attanasio, figlio e fratello delle due vittime del cimitero. Secondo quanto riferito da Facciolla ai giornalisti, il killer potrebbe non aver programmato l’omicidio. Forse ha incontrato per caso le due vittime all’interno del cimitero, trovando tutto il tempo per armarsi e tornare indietro, percorrendo i pochi passi che dividono il campo santo dal centro del paese, e portare così a termine il suo intento omicida. Per gli inquirenti è impossibile che nessuno abbia visto la feroce esecuzione.

«Speriamo solo che chi era presente – ha spiegato il procuratore – decida di collaborare perché chi ha agito e ha commesso un duplice omicidio del genere è capace di colpire ancora, pensando magari di non lasciare in giro testimoni. Chi era presente

Da sinistra Edda Costabile e Ida Attanasio

è in pericolo». La paura è tanta e proprio da quel cimitero, così affollato domenica mattina, tutti sono scappati all’arrivo dei carabinieri. «Era scappato addirittura il fioraio», ha aggiunto Facciolla.

La 77enne Edda è stata raggiunta e uccisa immediatamente mentre pregava davanti alla cappella di famiglia, già bruciata qualche mese fa, dove sono seppelliti i nonni e il fratello di Francesco Attanasio - arrestato nel maggio scorso per

l’omicidio di Damiano Galizia –, morto a 19 anni a seguito di un incidente stradale. La sorella di Francesco, la 52enne Ida, ha invece tentato la fuga: «un inseguimento durato per circa 40 metri poi è caduta ed è stata colpita alle spalle». Le indagini, condotte dai carabinieri della compagnia di San Marco e del reparto operativo del comando provinciale di Cosenza, guidati dal colonnello Milko Verticchio, proseguono a

ritmo serrato: a sparare almeno otto colpi di pistola è stata una calibro nove. Intanto ieri mattina a Cosenza si è svolta in Prefettura una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza, dove oltre a Facciolla e al prefetto Gianfranco Tomao, erano presenti il questore Luigi Liguori, i vertici provinciali dei Carabinieri e della Guardia di finanza. «La situazione ha richiesto la nostra massima attenzione – ha affermato il prefetto - ed esige una risposta immediata dello Stato, sia in termini di repressione che di prevenzione. Siamo qui per esaminare la situazione ed eventuali misure da adottare per l’incolumità delle persone, di certo intensificheremo i controlli».

Una cosa è certa: il nodo cruciale è l’amicizia tra Attanasio e Galizia. La famiglia di Edda e Ida non aveva altri nemici, era lontana da contesti mafiosi, quindi tutto fa pensare «a una vendetta, a una ritorsione per quello che è avvenuto mesi fa. Troppi rivoli di indagini aperte - ha aggiunto Facciolla - bisogna rintracciare il filo che congiunge il ritrovamento delle armi, che coinvolge la Dda di Catanzaro, l’omicidio di Galizia sul quale indaga la Procura di Cosenza e il duplice omicidio. La perquisizione di qualche giorno prima è stato il grilletto che si è alzato, che ha indotto a pensare che qualcosa nelle nostre stanze stava accadendo».

Serafina Morelli Simona Musco

L’arcivescovo

«Hanno profanato un luogo sacro» «Ieri ci siano rintanati nelle nostre case, stasera usciremo da questa chiesa e affronteremo le tenebre», dice monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo della Diocesi di Rossano, giunto a San Lorenzo del Vallo dove si respira l’aria del day after di una notte insonne. Satriano è arrivato nel pomeriggio nel paese che, ancora visibilmente scosso, lo attendeva nella chiesa madre per un momento di preghiera, ma anche di coraggio. «Un omicidio così efferato evidenzia il livello di guardia superato. È stato violato un luogo sacro, che non è il cimitero in sé ma proprio la persona che viene ridotta a niente.

Il paese non può rimanere in silenzio e deve, ripartendo da Cristo, rialzare il livello dell’asticella.

Se siamo arrivati a questo livello c’è da farsi un esame di coscienza da parte di tutti. Autorità e popolazione, perché vuol dire che non si è lavorato. Vuol dire che siamo in una condizione di

sottomissione intollerabile. Per noi come Chiesa si parte da questo: adorare il bene e non il male, come diceva il Papa a Cassano, da questa capacità di schierarci dalla parte della persona e non dalla parte del silenzio autoreferenziale che ci porta, attraverso i percorsi della paura, a chiuderci in noi stessi. Siamo chiamati a dire con i fatti che la città ci appartiene ma che ci appartiene ogni uomo di questa città e di questo Paese». Dopo la riflessione, la fiaccolata dove, monsignor Satriano, ha preceduto i tanti fedeli verso il vicino cimitero, luogo di un delitto ancora caldo. Insieme a lui i sindaci di Tarsia, Terranova, Spezzano e il padrone di casa Vincenzo Rimoli. Tante fiaccole e tanto silenzio, fino a quella cappella divenuta tristemente simbolo di una efferatezza che il paese voleva dimenticare.

«Qualcuno - ha proseguito Satriano - ha voluto sfidarci profanando un luogo sacro come questo,

Catene Invisibili

MARTEDÌ 1 novembre 2016

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«Questo è un posto tranquillo»

Viaggio nel paese della strage. Il ricordo di Edda e Ida: «La maestra e la figlia erano amate da tutti, è una tragedia» San Lorenzo del Vallo

«È qui? Qui l’hanno ammazzata Edda?». Una signora bionda si avvicina alla macchia bianca di calce che sporca il cemento del cimitero di San Lorenzo. Si porta la mano alla bocca, trema e inizia a piangere. «Era la mia maestra, è stata la maestra dei miei figli. E Ida, dove l’hanno ammazzata Ida?». Vaga per il cimitero senza pace. «Voglio salutarla un’ultima volta», dice senza riuscire a controllare la voce. Il campo santo è avvolto da un silenzio surreale. Lì, 24 ore prima, qualcuno ha sparato uccidendo due donne. Edda e Ida, madre e figlia, due volti puliti e sorridenti. «Brave persone, brave famiglie», sussurrano i pochi che hanno voglia di parlare. Gli altri si allontanano non appena il tono interrogativo fa capolino.

Tra le lapidi tirate a lucido, alla vigilia di ognissanti, dell’orrore rimane una macchia informe. Lì Edda è stata colpita alle spalle, mentre puliva la tomba del figlio Franco, morto nel 1981 a soli 19 anni. Franco, lo stesso nome di quel fratello che non ha mai conosciuto, nato un anno dopo e finito in carcere per un omicidio consumato per esasperazione. La signora bionda fissa il marmo nero e grigio, sotto il quale spuntano un secchio, una scopa e uno straccio. Edda stava lì, a prendersi cura di suo figlio, quando qualcuno ha fatto fuoco contro di lei. Tutto è rimasto a metà, mentre sul cemento si contano sei

cerchi rosa, dove la scientifica ha trovato i colpi esplosi dal killer.

La donna si porta la mano alla bocca, poggiando un bacio sulla foto di Franco. «Perché non le hai protette?», chiede inutilmente. Il pianto ormai è inarrestabile. «Non siamo niente», è l’ultima frase che dice prima di perdersi tra le strade dove Ida ha provato a scappare, facendosi largo nel labirinto di croci. Ma non ce l’ha fatta. Nel reticolo di foto sbiadite e fiori di plastica, la gente è poca. Prova a parlare di altro, mentre le scope tentano di cancellare i ricordi del giorno precedente. Tutto sembra ruotare attorno a quella calce bianca, che sbarra l’ingresso ad una signora che vuole salutare i propri cari.

Allunga la gamba per evitare di calpestare quella sagoma, ultima immagine della signora Edda.

Ha cresciuto ed educato buona parte del paese, Edda. Per tutti

è solo “la maestra”, sguardo buono e sorriso da nonna. Fuori dal cimitero, dal quale si vede tutto il paese, incorniciato dalle pale eoliche e da distese verdi, rimangono le bottiglie d’acqua utilizzate per far riprendere i parenti accorsi domenica sul luogo del delitto. Attorno ad un camioncino carico di fiori, alcuni signori confabulano fingendo che non sia accaduto nulla. «Pensavamo fossero dei mortaretti. Sa, i ragazzi, per Halloween», dice un uomo. Ma presto quei colpi sordi si sono moltiplicati e la gente ha cominciato ad urlare. «Erano appartati davanti alle rispettive cappelle, a pulire, nessuno ha visto niente», insiste. Finché la gente non ha cominciato a scappare dalla porta principale, urlando: “stanno sparando, stanno sparando”. «L’assassino sarà scappato da un’altra uscita, ce ne sono tante», dice ancora.

«Gli Attanasio sono persone per bene. Anche Francesco, ma chi può dirlo cosa scatta nella testa della gente», continua l’uomo. E anche Damiano Galizia, morto per mano di Francesco Attanasio, «era rispettoso, salutava sempre quando ti vedeva». Chi non ha voglia di parlare, invece, è il custode. Chiude in anticipo la porticina di legno all’ingresso del cimitero: «non è giornata», dice ingranando la marcia e scappando via. Il suo turno finisce così un’ora e mezza prima del previsto. Dal cimitero la strada scivola fino al centro del paese.

La piazza è vuota, spezzata da un vento freddo. Pochi metri più in là c’è la casa della signora Edda, che viveva da sola con il marito Emanuele. Un gruppetto di anziani confabula a bordo strada.

«Chi lo sa com’è stato possibile.

Qui ci conosciamo tutti ma non ci conosciamo nessuno», dice un signore con le mani in tasca.

«Le conoscevamo come brave famiglie - dice un altro -. Sia gli Attanasio che i Galizia». Qualche ragazzo, intanto, si attarda al bar davanti alla piazza. Alcuni bambini indossano una maschera sul volto, sparano i mortaretti e forse non hanno idea di quanto sia reale Halloween. Gli adulti, con la birra in mano, parlano di cose normali. Come se a qualche manciata di metri non fosse successo l’inferno. Ma in fondo, dice l’uomo con le mani in tasca, a San Lorenzo si vive bene. «Cosa c’è di più tranquillo di questo posto?».

Simona Musco

Il racconto

AL CIMITERO Il pianto disperato dell’amica davanti alla tomba del figlio di Edda: «Perché non le hai protette tu? È stata la mia maestra e quella dei miei figli» IL FIGLIO Francesco Attanasio verrà giudicato con il rito immediato il prossimo 20 febbraio: è reo confesso dell’omicidio di Damiano Galizia

La famiglia non era sotto protezione

dove riposano i resti dei nostri cari. Ma noi siamo qui per riappropriarci di questo posto e prego perché nell’amore di Dio troviate la forza di denunciare e di testimoniare con la vostra vita quei valori che Cristo ci ha insegnato. Abbiamo il dovere di denunciare, il dovere di non restare in silenzio perché i gesti devono contare più delle parole, perché io non posso essere complice del male o della morte di qualcuno. Che Dio dia la forza a chi ha visto di denunciare per il bene dei nostri figli». Domani i funerali.

Paolo Gabrielli

Francesco Attanasio non ha ancora parlato con il proprio legale. Ci vorrà sabato prima di poter ricevere visite nella sua cella del carcere di Arghillà e per ricevere il decreto di giudizio immediato per l’omicidio di Damiano Galizia, del quale Attanasio è reo confesso. Il 33enne sarà in aula il prossimo 20 febbraio: dovrà rispondere della morte di quell’amico ucciso per un debito di 17mila euro che non riusciva a pagare. Galizia, ha raccontato Attanasio, avrebbe reagito violentemente alla sua richiesta di tempo per saldare il debito. Così, per difendersi, Attanasio avrebbe tirato fuori la pistola sparando. Ci sono quattro elementi significativi in questa storia. Uno: il ritrovamento delle armi in un box, a Quattromiglia, il giorno dopo l’omicidio, il 27 aprile. È Attanasio a condurre la mobile in quell’appartamento in uso a Galizia. Là dentro ci trovano pistole, fucili, mitragliatrici e migliaia di proiettili.

Due: le minacce che Attanasio dice di aver rice-

vuto da parte dei parenti di Galizia, che lo avrebbero «tempestato di chiamate e di avvertimenti, perché temevano fosse stato arrestato per la vicenda delle armi».

Tre: l’incendio alla Francesco Attanasio cappella di Attanasio, nel cimitero di San Lorenzo, 24 ore dopo il ritrovamento del corpo di Galizia. Quattro: i controlli in casa Attanasio, pochi giorni prima della strage al cimitero. Controlli durante i quali la polizia avrebbe cercato, stando alle indiscrezioni, alcuni biglietti indicati dal 33enne nel suo memoriale. Ma nonostante tutto, secondo fonti difensive, nessuno avrebbe chiesto alla famiglia se volesse o meno essere inserita in un programma di protezione. (si. mu.)

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MARTEDÌ 1 novembre 2016

Citra&Ultra

L’editoriale

Il Male della Calabria (sono pronto agli insulti)

E

togliamoci finalmente questo dente: un articolo contro i calabresi e la Calabria da cui mi aspetto una giustificata marea d’insulti. Premessa: sono romano nato e vissuto a Roma (salvo parentesi americane che mi hanno restituito la vita) ma detesto Roma, i romani e quell’orrido accento albertosordista che spurga dalla televisione. E spero di lasciare per sempre – patria ingrata non avrai le mie ossa - questa città troppo eterna, benché abiti in un appartamento sopra il Pantheon e la scuola delle mie elementari.

Ma la Calabria è un’altra cosa: è un organismo malato per cui provo amore, pena, odio, fastidio e simpatia, ma nessuna comprensione e inclinazione al perdono: chi è causa del suo mal, eccetera. Il delitto delle due donne inseguite e fucilate nel cimitero è un esempio di animalità pura animalità come lo sono le faide e i comportamenti ‘ndranghetisti e vendicativi. Ma, più di tutto, ho la nausea per le parole di autocomprensione di molti calabresi per il Male. Un male coperto di cerotti su cui è scritto “in fondo non siamo poi diversi dagli altri”. E’ a questo punto che sento la necessità di dire no, bisogna prima di tutto ammettere che “in fondo” siamo molto diversi dagli altri europei anche se fioriscono le eccellenze. Su questo tema vorrei promuovere un convegno in qualche bel teatro come il Rendano per discutere sulle radici della diversità.

Naturalmente nessun essere umano calabrese o eschimese che sia, consente agli altri di cucirgli la targhetta del peggiore sulla giacca.

E reagisce invariabilmente negando con rabbia o chiamandosi fuori perché lui non c’entra. Invece tutto c’entra, tutti c’entriamo. Anch’io come romano ho a che fare con una genetica criminale che va dal Gobbo del Quarticciolo alla banda della

Se quel che è successo a San Lorenzo fosse accaduto a Cuneo una ventata di orrore avrebbe scosso l’intera Europa

Magliana. Poi, a Roma intervenne lo Stato, dapprima con la “Celere” (polizia ferocissima su camionette) di Mario Scelba e poi con una organizzazione dello Stato capace di distruggere il terrorismo.

Lo Stato uccide. Elimina i suoi nemici, li compromette, li spinge ad eliminarsi fra loro. Lo Stato infiltra, colpisce e non ha pietà. De Gaulle

qua (forse) sarei favorevole anch’io a dire che in fondo tutto il mondo è paese e che quello che succede qui avrebbe potuto benissimo succedere altrove. Ma se quel che è successo a San Lorenzo fosse accaduto a Cuneo fra piemontesi, una ventata di orrore avrebbe scosso l’intera Europa. Invece è un delitto calabrese e allora tutto diventa se non perdonabile, al-

in Francia lo fece in particolare negli anni Sessanta quando una parte dell’esercito si ribellò all’indipendenza algerina e il presidente inventò le “barbe finte”, i barbouzes che stendevano secchi i ribelli. Io non credo che il mondo civile soffrirebbe per una improvvisa dipartenza di chi ha voluto un delitto senza onore come quello di San Lorenzo del Vallo.

Ieri ospitavamo l’intervista all’ingegner Massimo Scura, commissario governativo alla Sanità. Quel che dice questo tecnico, da tempo impegnato per portare salute e ordine in Calabria, fa fremere le vene dei polsi. Descrive una regione disgraziata rispetto alle altre, ma anche opportunista e codarda. Ieri abbiamo messo in prima pagina una foto molto dura del duplice omicidio in cui si vede il cadavere di una delle due donne. Io ho insistito affinché quel cadavere fosse ben visibile. Ma valenti colleghi obiettavano che pubblicare quella foto costituiva per la tradizione calabrese un grave atto di mancanza di rispetto. Ho replicato che la vergogna sta nel coprire la realtà con lenzuola e non mostrando che cosa c’è sotto il lenzuolo.

I calabresi sono figli di un dio inferiore? Certamente sì. E se fossi nato

meno comprensibile.

E poi: ci sono qui in Calabria insegnanti indegni di questo nome che non soltanto non fanno nulla, ma insultano e offendono le scolaresche con la collera che si portano da casa e dalle loro frustrazioni. Atri insegnanti che detestano gli studenti primi della classe perché li espongono al giudizio e li costringono a competere in una nuova versione della “guerra di classe”.

E per favore evitiamo di citare le migliaia di insegnanti buoni e bravi che fanno il loro dovere. Stiamo parlando del Male: un frammento culturale del Dna malato che sparge rancore e diffidenza contro lo Stato, la Regione, i Comuni e purtroppo con qualche ragione se dobbiamo credere a Massimo Scura, secondo cui le colpe si distribuiscono a tappeto perché tutti sono colpevoli, tutti barano, tutti giocano una partita che non è nell’interesse della comunità ma soltanto dei singoli.

Io detesto le manifestazioni antimafia con luminarie e grida il cui unico effetto è quello di scaricare le coscienze e lasciar credere – come temeva Leonardo Sciascia – che alla fine dove tutto è mafia, nulla è mafia.

La Calabria è un organismo malato per cui provo amore, pena, odio, fastidio e simpatia, ma nessuna comprensione e inclinazione al perdono: chi è causa del suo mal, eccetera

Il male della Calabria non è soltanto la geografia della ‘ndrangheta che la copre a macchia di leopardo.

E’ fatta anche di assoluta disaffezione alla democrazia come metodo, di derisione per la meritocrazia, di legami che corrono per le vie delle parentele e delle amicizie per inseguire decisioni che dovrebbero essere di sostegno per tutti e non per pochi.

Mi torna in mente il vecchio Immanuel Kant che, dopo aver dimostrato che non si può dimostrare l’esistenza di Dio approdò al principio secondo cui ognuno dovrebbe fare della propria legge, una legge che valga per tutti. Come vedete, scrivendo queste parole mi sono messo a danzare sul terreno minato del “lombrosismo” regionale.

Mi viene in mente Calvino che governò Ginevra col pugno di ferro mandando a morte i figli ribelli e maleducati. Noi non proponiamo roghi, neanche mediatici, ma auspichiamo che ciascun cittadino di Calabria accenda nella sua mente un piccolo falò per incenerire i retaggi ignobili di un passato che si trasmette come l’Aids. Ognuno è responsabile per se stesso, ma anche per tutti gli altri.

Paolo Guzzanti

MARTEDÌ 1 novembre 2016

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Sisma e differenze

Il grido di terrore della mamma guerriera Silvana Ruggiero: «Aiutateci»

Il terremoto dei disabili Reggio Calabria

La paura resta sempre paura.

Sia che si riesca a camminare sulle proprie gambe o su di una sedia a rotelle, sia che si riesca a respirare autonomamente oppure attaccati a un respiratore.

Ma quando è la terra a tremare, i disabili la differenza la sentono pesantemente. Perché il terremoto, soprattutto se accadesse in Calabria, non darebbe scampo a chi ha una disabilità.

«Le tragiche immagini del sisma che si vedono continuamente in televisione fanno paura, perché da un momento all’altro la natura può urlare anche sotto casa tua, sotto il tuo paese o anche sotto le onde del mare che hai di fronte. La paura è la paura, non ha denominazioni diverse... eppure quando si hanno due figli affetti da una grave patologia, entrambi non deambulanti ed uno dei due attaccato ad una macchina salva-vita sai già che ciò che gli esperti in tv dettano quale regole di comportamento durante e post terremoto, io sarei impossibilitata ad attuarle».

Questo è il grido di terrore di Silvana Ruggiero, una mamma divenuta guerriera per difendere la dignità dei suoi figli. «Non è facile mettere un letto, una macchina salva-vita ed una bombola di ossigeno sotto una trave o muro portante, né ci sarà il tempo di correre portandosi

Alcuni strumenti salva-vita di uno dei figli di Silvana Ruggiero (nel riquadro in alto)

sulla groppa, oltre che i tuoi figli anche tutti questi presidi vitali». La Calabria è una bomba ad orologeria sotto l’aspetto sismico, quindi non parliamo di imponderabilità, ma di concreta eventualità.

Ecco che la paura che ha nel cuore Silvana è permeata anche da un senso di rassegnazione che ancor di più accresce l’ansia di non poter salvare quello che ha più caro al mondo. «Rivolgo un appello a chi di competenza, Protezione Civile, Prefetture, Istituzioni di ogni grado, affinché si attui una sorta di mappa delle abitazioni al cui interno

vivono persone allettate e/o attaccate a dei macchinari salva-vita e che per tale motivo hanno forse pregiudicata anche una sola possibilità di potersi salvare ad un evento sismico. I comuni dovrebbero fare un censimento di tutte queste persone/famiglie ed inviarle a chi di competenza».

Certo dopo aver letto la denuncia di Tansi, responsabile della Protezione Civile regionale, che ammette che la Calabria non è pronta per affrontare le emergenze, lo sconforto accresce, perché «l’aiuto e l’attenzione che chiedo anche a nome di altre famiglie o ammalati/anziani

La storia

soli – rincara la dose la Ruggiero – crolla come tutte le cose in questa benedetta e dannata terra, nelle inefficienze. Ecco la mia rabbia di vedere i nostri politici-amministratori essere d’accordo non per convinzione ma per proselitismo, con la costruzione del ponte sullo Stretto, come fosse l’opera di riscatto per l’Italia e la Calabria! Come ha affermato Tanzi il Ponte collegherebbe due cimiteri se non si prendono seri e concreti provvedimenti per mettere in sicurezza abitazioni, scuole, ospedali ed esercizi commerciali da eventi sismici! Non vogliamo promesse del tipo “Costruiremo tutto” ma “Faremo in modo che non crolli tutto”». L’appello di Silvana raccoglie il grido di molte famiglie e disabili che vivono nel terrore che “un giorno possa toccare a noi”.

«Amministratori Regionali, abbiate cura di noi famiglie e delle persone sole, allettate ed anziane – conclude la Ruggiero – che forse già viviamo con una rassegnazione in più di non sopravvivere alla forza devastante della natura. E sarebbe davvero un destino beffardo quello che fa morire per amore (per rimanere con i propri figli che non possono scappare) o per disamore (per quelle persone sole che non hanno nessuno che se li carichi sulla schiena e portarli in strada)».

Elisa Barresi

DUE FIGLI Silvana Ruggiero ha due figli affetti da una grave patologia, entrambi non deambulanti ed uno dei due attaccato ad una macchina salva-vita LA DENUNCIA «Se arriverà un terremoto in Calabria non ci sarà il tempo di correre portandosi sulla groppa, oltre che i tuoi figli anche tutti i loro presidi vitali. Chiedo aiuto alle istituzioni»

Parla il responsabile della Protezione civile regionale Carlo Tansi

«In Calabria la pianificazione dell’emergenza è drammatica»

Sopra, il responsabile della Protezione civile regionale Carlo Tansi

Reggio Calabria

«La pianificazione dell’emergenza in Calabria è drammatica». Con queste parole il responsabile della Protezione civile regionale, Carlo Tansi mette nero su bianco quella che, oltre ad essere una realtà

inequivocabile, è anche il motivo cardine della sua operazione di pressing nei confronti dei sindaci. Quando si parla di calamità naturali e disabilità, Tansi fa un passo indietro e chiarisce: «Se manca la pianificazione di base figuriamoci il resto. Fa più morti l’immediato post terremoto che il terremoto stesso. Questo perché non esiste una pianificazione che segni percorsi sicuri per raggiungere le aree di attesa». In realtà l’ultima riforma in materia di pianificazione della protezione civile, aggiornata al 2015, mette al centro proprio i disabili. «La prima cosa da fare – spiega Tansi – è censire i disabili, comune per comune perché quando interveniamo e mandiamo i soccorsi

dobbiamo sapere dove andare e che personale specializzato mandare, in base alla disabilità». Rispetto alla situazione attuale, quella prospettata da Tansi è una visione futuristica. In realtà da tempo il responsabile regionale della protezione civile ha iniziato una vera e propria battaglia con i sindaci inadempienti. «Deve cambiare la cultura dei calabresi rispetto alla fatalità delle calamità naturali.

Ho messo nel regolamento dei volontari un articolo che prevede la specializzazione nel soccorso per i disabili». La volontà c’è, ma per Tansi l’ostacolo principale resta la collaborazione con i sindaci. «Ci dobbiamo preparare al terremoto, costruendo case a norma, e chi ha costruito case abusive deve essere

terrorizzato dal terremoto perché l’abusivismo uccide le persone. È importante anche l’aspetto dei piani di emergenza che altro non sono – spiega Tansi – che la comunicazione agli organi di soccorso in caso di calamità naturali di questo tipo, delle aree di emergenza. I soccorsi (e lo abbiamo visto nei due recenti disastri) arrivano in quelle aree con elicotteri, ambulanze, mezzi e personale, ma se i Comuni non indicano quali sono le aree di riferimento, i soccorsi dove arriverebbero? Ci sarebbe un caos totale». Le risposte a Silvana Ruggiero e alle persone disabili arriveranno, quando i comuni provvederanno a mettersi in regola, ma si spera che non sia troppo tardi. el.ba.

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MARTEDÌ 1 novembre 2016

Citra&Ultra

Bufera nei democrat

Scura mette all’angolo Oliverio Dopo l’intervista del Commissario bocche cucite nel Pd. Parla solo Guccione e spara a zero su Mario Reggio Calabria

Tensione ai massimi livelli dento il Pd calabrese. L’intervista che il commissario alla Sanità Massimo Scura ha rilasciato al direttore di “Cronache” Paolo Guzzanti ha innescato un meccanismo che potrebbe mettere in grave difficoltà il governatore Mario Oliverio. Lo dimostra la circostanza che il presidente della giunta ha preferito non commentare le dichiarazioni del Commissario, prima fra tutte quelle con cui Scura ha smentito ogni ipotesi che potrebbe portare alle sue dimissioni.

Oliverio e i suoi, anche loro ieri con le bocche cucite e molti con i telefoni spenti, credevano invece che l’allontanamento dello scomodo ingegnere dalla Calabria poteva dirsi cosa fatta.

Anche, e soprattutto, per la decisione di Oliverio e dei suoi di schierarsi a favore del sì al referendum costituzionale, allineandosi alle posizioni di Renzi. Una decisione

agli antipodi rispetto a quella presa per il referendum anti trivellazioni e che, di fatto, ha fatto scomparire ogni traccia di sinistra all’interno del Pd calabrese, come plasticamente dimostrato dalle vistose assenze registrate a Vibo e a Reggio in occasione della visita di D’Alema.

Erano seguiti numerosi viaggi romani per provare a risolvere il conflitto nella sanità calabrese, ma anche l’ultima mediazione tentata da Luca Lotti non ha prodotto effetti, né gli uomini di Renzi sembrano avere intenzione di forzare la

mano per allontanare il Commissario.

Ed allora Oliverio si trova nella scomoda situazione di essersi sbilanciato per il sì al referendum e non riuscire ad avere la contropartita richiesta, ma forse soltanto una pista, piuttosto tortuosa e lunga, che potrebbe portare all’uscita dal commissariamento per il ritorno alla gestione ordinaria del comparto. Non solo. Dovesse vincere il no si ritroverebbe nuovamente dalla parte sbagliata dal partito che, assai probabilmente, tornerebbe nella mani di D’Alema e Bersani.

In ultimo, la presa di posizione di Scura ha provocato l’ennesima ferita calabrese con il consigliere regionale Carlo Guccione pronto ad inserirsi nella carne viva della ferita, invitando Oliverio a stemperare la conflittualità con Scura nell’interesse dei calabresi, considerato che Renzi, ancora una volta, non lo accontenterà.

«Il presidente della Regione a proposito della sanità, ad agosto aveva annunciato in pompa magna che la ricreazione era finita – le parole di Guccione - Aveva altresì affermato che, se non ci

fosse stata la rimozione dei commissari Scura e Urbani, avrebbe convocato un’assemblea di tutti i sindaci della regione per protestare contro la decisione del Governo nazionale che li aveva nominati. Nessuna delle due cose si è verificata.

Il Governo Renzi non ha rimosso i commissari. Il perdurare di questa continua conflittualità sta creando un peggioramento della situazione e il rischio concreto di allungare per altri tre anni (dal 2018 al 2021) il regime di commissariamento nella sanita e la Calabria - prosegue Guccione non può permettersi di perdere questa occasione.

Ci sono o si possono creare le condizioni perchè tale prospettiva possa essere realizzata a condizione che si esca da questa conflittualità istituzionale e si cominci a fare squadra con l’obiettivo di uscire dal Piano di rientro, abbandonando una strategia perdente fino ad oggi che sta creando confusione e gravi danni alla sanità calabrese».

Riccardo Tripepi

Le posizioni

GOVERNATORE Ha sbilanciato i suoi per il sì al referendum e rischia di non avere la contropartita richiesta e cioè la rimozione di Scura e Urbani. Il Commissario non si dimetterà

IL NUOVO FRONTE Nella mischia si inserisce Guccione, mister 13mila voti, che prova a coaugulare l’opposizione interna del Pd calabrese. I conti si faranno però dopo il referendum

Assolto Raffaele Gennaro Nessun falso ideologico

Procedimento

Il medico si era candidato alle comunali a sostegno di Vestito Reggio Calabria

L’ACCUSA Era stato dichiarato incandidabile per non aver dichiarato una condanna per aver prestato assistenza medica ad alcuni brigatisti

Raffaele Gennaro, candidato nella lista civica “Libertà è partecipazione” per le elezioni comunali di Marina di Gioiosa Jonica, è stato assolto dal tribunale di Locri dall’accusa di falso ideologico.

Il medico nel 2013 era stato eletto ma non proclamato consigliere comunale con il 79% delle preferenze, contribuendo in maniera determinante all’elezione del sindaco Domenico Vestito.

Ritenuto non candidabile, aveva riportato in passato una condanna per banda

armata e terrorismo. Dopo una prima condanna a 3 mesi di reclusione, la sentenza del ricorso, emessa dal giudice Domenico Di Croce, ha sancito l’assoluzione piena di Gennaro, assistito dagli avvocati Francesco Macrì e Geppo Femia.

I fatti risalgono agli anni delle contestazioni. Gennaro, giovane studente di medicina nella capitale, era stato denunciato, a seguito dell’aiuto fornito, nel corso di un’evasione ad alcuni esponenti delle Brigate Rosse accusati di banda armata, terrorismo, detenzione illegale di armi e munizioni, minacce a pubblico ufficiale, riportando una

condanna a 13 mesi di reclusione e a 3 anni di domiciliari.

All’atto dell’inserimento del suo nominativo in lista aveva omesso di segnalare la denuncia e la condanna.

Per queste ragioni i carabinieri di Locri lo avevano denunciato alla Procura, mentre la Prefettura aveva disposto lo stop alla proclamazione degli eletti proprio perché erano emersi dei problemi tecnici relativi alla posizione di Gennaro. Il medico ha sempre rivendicato il suo impegno politico, pur negando una vera e propria militanza all’interno del terrorismo di sinistra.

Raffaele Gennaro

Oggi è uno stimato professionista e un attivo partecipe alla vita politico-sociale della sua comunità.

Ilario Balì

Citra&Ultra

MARTEDÌ 1 novembre 2016

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Viaggio nella sanità/1

Se ammalarsi diventa un lusso A Reggio servono 245 giorni per una risonanza e la mammografia non si fa più nelle strutture pubbliche Reggio Calabria

A Reggio Calabria ammalarsi si può, ma con calma. Stabilizzazioni del personale, carenze di posti letto, accorpamenti di strutture, riorganizzazioni e rimodulazioni di organico la fanno da padrone.

E questa continua emergenza ha tanti effetti collaterali. Uno tra tutti: liste d’attese infinite per qualsiasi tipo di esame. Ma il dato più imbarazzante, che probabilmente caratterizza la regione Calabria, riguarda i costi. Ebbene sì, curarsi in strutture pubbliche a Reggio Calabria, come in tutta la regione, non conviene poi più di tanto. Per molti esami, il costo del ticket è uguale (o superiore) a quello ordinario da un privato.

La differenza sta solo nell’attesa. Cosi a parità di costi, che si sia ricchi o poveri, si è costretti a rivolgersi a strutture private o convenzionate per curarsi.

Snocciolando qualche dato, la situazione nella provincia reggi-

na è paradossale e ai farmacisti, che si occupano delle prenotazioni, non resta che fare spallucce, rassegnati di fronte all’insostenibilità della situazione. «Guardi, le conviene farlo privatamente». Nove volte su dieci, è questa la risposta che si ottiene chiedendo di prenotare un esame specialistico tramite ricetta.

Oggetto di questo viaggio nella sanità locale (da sempre termometro per stabilire l’efficienza o meno di un ospedale) è stato il tempo d’attesa che ogni struttura impo-

ne agli utenti esterni che abbiano bisogno di svolgere esami: una risonanza magnetica toracica, un elettrocardiogramma normale, una colonoscopia, una visita ginecologica, una mammografia, un pap test, una visita ortopedica e una dermatologica. Denominatore comune di questi esami è certamente la relativa immediatezza d’esecuzione che gli stessi richiedono.

I due dati che lasciano perplessi riguardano la mammografia e la colonoscopia. Il primo esame non viene più ef-

fettuato nelle strutture pubbliche reggine; per il secondo «sono talmente tanto lunghe le file d’attesa che è impossibile da prenotare. Bisogna andare direttamente al reparto e parlare con il medico».

Insomma, nel reggino questi due esami sono off limits. Non va meglio per gli altri: per un pap test, che con il ticket costa tanto quanto senza, bisogna aspettare marzo/aprile 2017, per la risonanza magnetica se tutto va bene giugno/ luglio, e per un ecografia alla tiroide la prima data

disponibile è a maggio 2017 alla modica cifra di 56 euro, che equivale al prezzo che farebbe una struttura privata.

Parlando con i farmacisti, nel vano tentativo di ottenere qualche dato rassicurante, quello che ne viene fuori è un quadro desolante. Uniche due eccezioni sono i reparti di ortopedia e dermatologia per i quali è possibile prenotare entro la fine dell’anno.

Ammalarsi, dunque, è diventato un lusso nella costosissima sanità pubblica calabrese, che scoraggia gli ammalati con un ticket assurdo e liste d’attesa che potrebbero vedere morire chi deve usufruirne.

Le parole per spiegare i disagi creati dall’odissea delle liste d’attesa non servono. Sono i numeri a parlare e se per una risonanza magnetica, che è un esame che in molti casi può salvare una vita, è necessario attendere ben 245 giorni qualcosa in questa sanità calabrese dovrebbe cambiare.

Elisa Barresi

Tagliati i bergamotti del sindaco Cuzzola

Poche ore prima aveva consegnato un’onorificenza ai carabinieri Bruzzano Zeffirio

La minaccia Forse in passato ho sottovalutato frasi del tipo “chi ve la fa fare”

«Forse ho sottovalutato qualche messaggio che era arrivato, anche se non diretto ma del tipo “chi ve la fa fare”, “la prossima volta non fate il sindaco”». Francesco Cuzzola, non un politico di professione ma medico e sindaco di Bruzzano Zeffirio, eletto per ben tre mandati consecutivi dai suoi concittadini, è stato messo di fronte alla peggiore delle realtà: quella dell’intimidazione. Anche lui, adesso, è entrato a far parte dell’esercito di amministratori comunali finiti nel mirino di coloro i quali si muovono nel buio e nell’anonimato per incutere ti-

more o mandare messaggi trasversali. Neppure il tempo di finire i festeggiamenti per la storica giornata vissuta sabato dalla comunità aspromontana dove Cuzzola e il consiglio comunale intero all’unanimità hanno omaggiato l’Arma dei carabinieri assegnando la cittadinanza onoraria alla caserma di Bruzzano Zeffirio, che qualche ora dopo il sindaco è stato messo al corrente dell’atto perpetrato ai suoi danni: qualcuno di notte ha rubato e tagliato circa 400 piante di bergamotto all’interno del suo apprezzamento di terreno.

Un danno ingente. Incalcolabile al momento per il primo cittadino del paese di milleduecento anime. «Sono pro-

duttore di bergamotto», dice con tono ferito ma pacato il sindaco Cuzzola, il quale racconta: «domenica pomeriggio mi ha chiamato il mio operaio e mi ha avvisato di questo fatto, ritengo che siano state tagliate nella notte di sabato o quella di venerdì. Ho chiamato subito il comandante dei vigili urbani e della stazione dei carabinieri i quali hanno già fatto un sopralluogo nel mio terreno».

Cuzzola al momento si trova fuori regione, è partito domenica per motivi di famiglia: «Non ho idea - ripete il primo cittadino - non pensavo mai che potesse succedere una cosa del genere. Saranno andati in due o tre persone perché

I dati

LE ATTESE Per un pap test bisogna attendere circa sei mesi, si arriva anche a otto mesi per un’ecografia della tiroide

NOTE LIETE Le notizie migliori arrivano dai reparti di ortopedia e dermatologia nei quali è possibile prenotare entro la fine dell’anno

certamente uno soltanto non ci riusciva a far tutto ciò. La minoranza ha votato con me sono tutte persone per bene, chiunque sia l’autore di questo gesto sicuramente è al di fuori dell’ambito politico, persone che vivacchiano».

Sull’azione criminale indagano i carabinieri della compagnia di Bianco, guidati dal capitano Ermanno Soriano e dal tenente Massimiliano Cosentini. Un’idea il sindaco Cuzzola però pare l’abbia «Non ho mai avuto problemi. Sono certo ma non penso ci sia altro motivo oltre quello», dove “quel motivo” sarebbe proprio l’onorificenza assegnata sabato ai militari. In paese pare ci sia anche chi non esclude che il taglio degli alberi possa esser stato un dispetto al produttore e non al sindaco. Nella giornata di ieri, intanto, è stata protocollata la richiesta «urgente» per la convocazione del consiglio metropolitana avanzata da parte dei consiglieri “Area socialista e popolare”, Pierpaolo Zavettieri e Giuseppe Zampogna.

Annalisa Costanzo

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Citra&Ultra

MARTEDÌ 1 novembre 2016

Il sistema di riscossione/1

Contenziosi Equitalia La Calabria è al top

Sempre più spesso i Tribunali e le Corti d’appello danno ragione ai ricorrenti Reggio Calabria

Gli intoppi

L’ENTE Difficile contare gli innumerevoli crediti di Equitalia che vanno perduti ogni anno per inerzia o mancata tempestività

I CITTADINI Migliaia anche le ipoteche illegittime che il gigante della riscossione pone sui beni dei contribuenti che così possono ottenere facilmente provvedimenti di sospensione o annullamento

La cartelle di Equitalia sono un po’ come i prodotti alimentari, prima di pagarle si dovrebbe guardare, sempre, la data di scadenza. Contare quanti crediti vantati dal gigante della riscossione nazionale vadano perduti ogni anno, per inerzia e mancata tempestività, sarebbe impossibile per un comune mortale.

Lo stesso discorso vale per la quantità di ipoteche illegittime che Equitalia pone sui beni di cittadini, che hanno dalla loro provvedimenti giudiziali di sospensione o, addirittura, sentenze di annullamento delle cartella esattoriali. Più facile è capire come (non) funziona il sistema per farsi un’idea del danno che ogni anno viene arrecato alle finanze dello Stato e a quello dei cittadini, che si trovano vessati da un sistema che va contro diritti acquisiti.

E per raccontare questa storia potremmo partire dal Tribunale di Reggio Calabria. In riva allo Stretto ogni giorno si assiste a annullamenti di cartelle esattoriali a cinque zeri dovuti all’intempestività con cui l’Inps (che detiene il 49% di Equitalia), e di conseguenza Equitalia, si muovono per recuperare il credito vantato da cittadini o aziende.

Ecco come funziona il sistema di riscossione: il primo atto è la cartella di pagamento formulata in base al cosiddetto “ruolo esattoriale”, cioè un elenco di debitori (cittadini o aziende). I controlli scattano ciclicamente in base a

Documento di economia e finanza Via libera dalla giunta Oliverio

La Giunta regionale si è riunita sotto la presidenza del governatore Mario Oliverio, con l’assistenza del segretario generale Ennio Apicella. Su proposta di Oliverio e del suo vice Antonio Viscomi, sono stati approvato gli atti d’indirizzo per gli obiettivi strategici per il Piano performance 2016-2018. Su proposta dell’assessore al Bilancio e personale Antonio Viscomi, è stato approvato il Documento di economia e finanza della Regione (Defr) per gli anni 2017-2019; è stato approvato il rendiconto di gestione dell’Agen-

determinate scadenze di versamento (per tasse - tributi, contributi previdenziali, multe ecc.). Dopo alcuni mesi dalla scadenza, quindi, gli enti pubblici verificano se aziende e cittadini abbiano pagato. Se il debito risulta non pagato, gli enti creditori formano un ruolo esattoriale e lo consegnano a Equitalia.

La società di riscossione verifica il ruolo e forma una cartella di pagamento. A questo punto, l’ente creditore dà il visto esecutivo al ruolo e Equitalia procede alla notifica della cartella di pagamento. Da qui inizia il compito ufficiale della società di riscossione per il recupero del credito. I cittadini più accorti appena ricevuta la notifica, di solito, si rivolgono a un avvocato che, vagliata la cartella, decide se ci sono gli estremi per opporsi e, quindi, ricorrere in giudizio; o se consigliare al cliente di pagare. La nostra regione vanta uno dei contenziosi giudiziari tra i più alti in Italia, soprattutto nel distretto di Reggio

Calabria. Sempre più spesso, i tribunali e le Corti d’appello danno ragione ai ricorrenti azzerando il debito e facendo le pulci a Equitalia. Le sentenze favorevoli ai cittadini, nella grande maggioranza dei casi, dipendono dalla poca solerzia di Equitalia nello stare dietro alla pratica.

Sistema in tilt In base alle molte informazioni e atti raccolti risulta che i problemi nascano dalla scarsa attenzione che Equitalia applica nella gestione delle cartelle di riscossione. Pratiche “dimenticate” per anni (anche più di 10) che portano alla prescrizione del debito. Abbiamo scoperto moltissime sentenze di giudici del lavoro che annullano le cartelle. E anche il comportamento in aula degli enti e della Spa appare opinabile. Capita che la difesa in giudizio da parte degli enti (sia Equitalia sia Inps) sia per così dire “debole”. Leggendo gli atti di difesa dell’Inps, per esempio, si assiste a un imba-

zia Regione Calabria per le erogazioni in agricoltura (arcea) esercizio finanziario 2014 ed il riaccertamento straordinario dei residui.

Il provvedimento passa ora all’esame del Consiglio.

Su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico Carmela Barbalace, è stato approvato l’elenco dei territori che rientrano nelle Aree di crisi industriale non complesse.

Abbiamo sbagliato

La passione che mettiamo nel lavoro non ci evita di fare un sacco di errori. Anche nel giornale di ieri i più attenti ne avranno notati diversi. Nella maggior

razzante scaricabarile tra l’ente creditore e Equitalia. Capita che l’Inps chieda al giudice di condannare Equitalia alle spese del giudizio, così da non pagare alla Spa i compensi di riscossione. Il normale epilogo di tutto questo farraginoso iter non può che essere l’annullamento della cartella di pagamento.

Accanimento L’annullamento comporta la condanna degli enti alle spese giudiziarie e l’azzeramento del debito con conseguente danno erariale. Negli ultimi tempi i tribunale civili inviano anche gli atti alla procura presso la Corte dei Conti, per valutare le responsabilità.

Ma la conclusione dell’iter giudiziario, con l’annullamento o lo sgravio del debito, non coincide spesso con la fine delle pretese di Equitalia. La società di riscossione in molti casi, infatti, pare essere refrattaria al recepimento delle sentenze dello Stato, riattivando le procedure esecutive e utilizzando quello stesso debito annullato con sentenza. Questo atteggiamento illegittimo di Equitalia porta a nuove spese di risarcimento, al pagamento dei danni nei confronti di cittadini o aziende, ai quali nel frattempo erano stati bloccati conti correnti e stipendi; negati in caso di aziende la concessione del durc; revoca di fidi bancari e le iscrizioni ipotecarie.

In questo corto circuito, spesso Equitalia continua a pretendere somme nonostante l’Ente creditore (Inps ecc) abbia già accordato lo sgravio o l’annullamento del debito.

Altre volte, invece, l’Ente creditore non applica la sentenza del giudice, perché è in contrasto con Equitalia sui compensi che la società di riscossione pretende dal creditore; quindi, in questo scontro tutto interno allo Stato, i cittadini e le aziende continuano ad essere vessati da Equitalia.

Francesco Altomonte

parte dei casi si tratta di piccole disattenzioni, ma due sono invece tali da richiedere le nostre scuse. Come si dice in questi casi: agli interessati e ai lettori. La foto di apertura del giornale, quella che riguarda il barbaro agguato mortale nel cimitero di San Lorenzo del Vallo, era opera di Emanuele Armentano che ce l’ha gentilmente concessa. Lì il problema è stato tecnico, ma la generosità di Emanuele merita comunque le nostre scuse. La bella intervista ad Adele Ceraudo delle pagine 24 e 25 di ieri era opera di Rachele Grandinetti, ma la firma è saltata. Davvero un peccato per due pagine così interessanti. E per oggi è tutto.

Citra&Ultra

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L’aeroporto di Sant’Anna Crotone

Ma il sindaco Pugliese annuncia: «Ryanair tornerà a dicembre»

Da oggi l’aeroporto di Crotone sarà chiuso. La decisione è stata assunta dall’Enac nel momento in cui la curatela fallimentare della società di gestione dello scalo, la “Sant’Anna spa”, ha comunicato che non era ancora pervenuta alcuna istanza di proroga da parte degli enti locali ad una settimana dalla scadenza dell’eserci-

zio provvisorio, fissata da giudice fallimentare al 31 ottobre.

A questo c’é da aggiungere la decisione della compagnia Ryanair, che ha operato ininterrottamente nello scalo crotonese dal 2014, di interrompere i collegamenti con lo scalo calabrese. Di-

Da Crotone non si vola più

sapprovazione e disagio per la chiusura dell’aeroporto sono stati espressi nel corso della seduta straordinaria ed aperta del consiglio comunale.

A conclusione della seduta é stato approvato un documento in cui si esprime contrarietà per la chiusura dello scalo.

L’aeroporto Sant’Anna

«Con una mia personale, insistente e diretta interlocuzione con i vertici di Ryanair - ha detto il sindaco di Crotone, Ugo Pugliese - ho avuto assicurazione che la compagnia è disponibile a riprendere i voli già dai primi di dicembre. E, in questa interlocuzione, ho gradito ed apprezzato anche la riconferma di un interesse degli irlandesi ad operare nel nostro territorio». r.c.

L’opposizione insorge: «È una sanatoria per abusi pregressi»

Bando sulla piscina Bagarre in Consiglio Catanzaro

All’origine c’è un bando che fa acqua da tutte le parti. Trattandosi di piscina comunale forse ci può anche stare. O, quantomeno, averci messo una pezza rischia di fare allargare il buco fino alla tracimazione. Soprattutto se quanto pronosticato dal consigliere Sergio Costanzo avrà reale seguito. A inizio del suo intervento, letto proprio per non sbagliare virgole e parole, Costanzo ha raccomandato alle forze dell’ordine presenti di acquisire le registrazioni audio della seduta per procedere allo “sbobinamento”, anche per dare concretezza a una indagine della Procura sulla vicenda di cui lo stesso consigliere si dice a conoscenza. L’oggetto di tanto maremoto (al coperto) è la proroga della gestione della piscina comunale “Caliò” di Pontepiccolo alla Catanzaro Servizi, società partecipata di totale proprietà del Comune, recente-

mente salvata dalla liquidazione per d’acqua alle società sportive che si la famosa fusione per incorporazione occupano di nuoto. Era stato nei con l’immobiliare Argento e affida- mesi scorsi pubblicato un bando per ta alle cure di un direttore generale, la manifestazione di interesse, dopo Rocco Mazza, che ieri non ha ritenu- diverso tergiversare, fino a quando, to necessaria la sua presenza in aula. nell’approssimarsi della scadenza si La vicenda si può così ridurre, spre- è ritenuto necessario ritirarlo, uffimendo e filtrando cialmente per quequanto riferito da stioni tecniche e normative legate al assessore alle parIl consigliere tecipate, Alessio mutare del codice Sergio Costanzo Sculco, e dirigenti degli appalti. Nel frattempo è stata interessati, Rino sollecita l’azione decisa dall’assessore Amato per la gealle partecipate con stione del territorio della Procura atto monocratico la ivi compresi gli improroga della gepianti sportivi e patrimonio e Andrea Adelchi Ippolito stione alla Catanzaro Servizi fino al per patrimonio e partecipate. Risale 3 dicembre, per evitare la chiusura al 2001 la concessione della manu- dell’impianto con gravi conseguentenzione della piscina alla Catanzaro ze sull’utenza generale e sull’attiviServizi. Da allora nulla è stato modi- tà elle società sportive. Era lecito? È ficato, fino a quando il mutare dei andato al di là delle sue prerogative? tempi e delle norme hanno imposto Sulla questione si è sviluppato in un bando per la gestione del servi- Consiglio una discussione dai toni zio e per la concessione degli spazi accesi e finanche drammatici, con

Investita da scooter, è grave Amendolara (Cs)

Travolta da uno scooter mentre attraversa la strada un’insegnante di Amendolara è finita in ospedale e, anche se non è in pericolo di vita, le sue condizioni sono apparse subito gravi a causa di un forte trauma cranico e di alcune costole fratturate.

Vittima dell’incidente, verificatosi ieri sera intorno alle 19 ad Amendolara Marina e precisamente in via Lagaria nei pressi della Casa Cantoniera, la signora M. P. P., 59 anni, insegnante

elementare in servizio ad Amendolara-Centro. Da quanto si è appreso la docente, nell’attraversare la strada dopo essere uscita dal negozio di un fruttivendolo, è stata investita in pieno da uno scooter con a bordo due giovani del luogo.

Oltre ai Carabinieri di Roseto per gli accertamenti sul luogo dell’impatto, è intervenuto l’ambulanza del 118 di Trebisacce che l’ha trasferita all’Ospedale di Rossano e da qui all’Annunziata di Cosenza, dove l’insegnante è tuttora ricoverata.

Pino La Rocca

Il Comune di Catanzaro

diversi scontri interpersonali: uno fra tutti quello tra l’assessore Sculco e il consigliere Costanzo. Alla fine il Consiglio ha dato il via libera con 8 voti favorevoli, 5 contrari e 2 astenuti. L’opposizione dice che si è trattata di una sanatoria ad abusi pregressi. Assente il sindaco. Assenti molti assessori. Assenti gran parte dei consiglieri. Questo consiglio e questa giunta hanno l’acqua alla gola. Per fortuna siamo solo in piscina.

“Vendetta” sulla rete Catanzaro

La vendetta corre sul web. Il titolare di un’attività commerciale a Catanzaro deve aver pensato che l’unica arma che aveva era quella di esporre i cinque ragazzotti e la loro inciviltà al pubblico ludibrio. E così appena visto il filmato ripreso dalle sue telecamere di sorveglianza ha deciso di pubblicarlo sui social.

Le immagini sono eloquenti: cinque giovani che urinano sulla serrande del negozio. L’orario segna le 3.40. Le telecamere in-

quadrano tutta la scena, prima i ragazzi parlano tra di loro, poi si dispongono “ordinatamente” uno accanto all’altro ed espletano il loro impellente bisogno. Sui social naturalmente i commenti impazzano e le offese ai cinque non mancano.

Non è la prima volta che un commerciante catanzarese ricorre alla “giustizia” della rete.

Qualche mese fa la titolare di un negozio di abbigliamento pubblicò le immagini di un furto nel suo negozio. La “ladra” il giorno seguente tornò a restituire la merce.

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Accessi individuali

Invia lettere e commenti a lettere@cronachedellecalabrie.it

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Salvate il soldato odore L’unico che vince la morte

l grande scrittore francese Marcel Proust, a proposito dell’odore, ci ha lasciato questi versi molto significativi. Ecco cosa ha scritto: “Quando di un antico passato non sussiste/ niente, dopo la morte degli esseri, dopo la/ distruzione delle cose, soli, più fragili ma più/ intensi, più immateriali, più persistenti, più fedeli,/l’odore e il sapore restano ancora a lungo, come/ anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sulla/ rovina di tutto il resto, a reggere, senza piegarsi,/ sulla loro gocciolina quasi impalpabile,/ l’immenso edificio del ricordo”. Gli odori ci accompagnano durante il nostro cammino fin dall’infanzia.

Indimenticabile è l’odore della mamma, dei giocattoli, l’odore del primo amore, il sapore del primo bacio. Persino la morte ha un odore che, naturalmente, non vorremmo mai sentire. Anni fa lo scrittore di Santa Cristina d’Aspromone, Domenico Gangemi, lo ha descritto, nel suo bellissimo e per me amato romanzo: “Quell’acre odore di aglio”. Indelebili restano per me, i profumi del borgo natio, profumi che un tempo danzavano nell’aria dei piccoli centri pianigiani. Accompagnavano la stagione primaverile, il profumo dei fiori, l’odore della chioccia che covava le sue uova, il profumo dei biscotti e delle “cuddure” (il pane pasquale con le uova).

Le donne raccoglievano le felci e preparavano una specie di scopa, per pulire il forno. Un tempo non c’era famiglia che non aveva un forno a legna. Ogni 15 giorni l’odore del pane danzava nell’aria intrisa di sogni. La mattina di San Giuseppe, era usanza, preparare la pasta con i ceci, da distribuire a tutto il vicinato. Il profumo dei ceci riempiva così, l’aria dei borghi. L’estate era accompagnata dall’odore del pomodoro, dei peperoni, delle melanzane. Ogni famiglia preparava i pelati e i sott’olio per l’inverno. Nei campi l’odore del fieno e dei papaveri, negli aranceti l’odore della zagara estasiava le nostre anime. All’arrivo della stagione autunnale, l’aria era intrisa dall’odore dolce e

I profumi sani del passato sostituiti dalle diossine intenso dell’uva e, con l’arrivo delle prime piogge, il profumo della terra ci faceva sognare insieme all’odore delle noci. Mio nonno aveva lo stesso profumo delle noci che, mai dimenticherò. Un altro odore che caratterizzava l’autunno era l’odore dei funghi, delle caldarroste e dei broccoletti, che si respirava in tutte le vie dei borghi. A novembre nell’aria si diffondeva il profumo dei crisantemi e dei lumini (i cirogini). Ricordo che in paese, arrivava un venditore ambulante, e tutte le comari, compravano “i fiori dei morti” da portare al cimitero. Nel periodo di Natale l’odore delle zeppole, faceva da padrone, così come l’odore del muschio che si metteva nei presepi. Un altro magico e indelebile profumo, era quello del caffè macinato. Ricordo le signore che sedute sull’uscio di casa “giravano” il macinino del caffè, diffondendo nell’aria il magico e intenso profumo. E poi, c’era il profumo della pasta fatta in casa nei giorni di festa, il profumo

della carne arrostita, delle bucce d’arancia, bruciate nel braciere, della frutta appena raccolta. Profumi sani, genuini che ti trasmettevano gioia, che ti facevano compagnia. Ed oggi, invece, quali profumi sentiamo?

Ma oggi cosa c’è nell’aria dei paesi della Piana del Tauro? L’odore nauseante di cumuli di spazzatura e l’aria è intrisa di diossine che vengono emesse dall’inceneritore che si trova in contrada Cicerna a Gioia Tauro. Diossine dannose alla salute danzano nell’aria pianigiana. Diossine che a lungo andare sono causa di malattie. Come i terribili tumori. E pensare che stanno per raddoppiarlo. Invece di puntare sulla raccolta differenziata e creare centri di riciclaggio (che tra le altre cose assorbirebbero gli operai che adesso lavorano al termovalorizzatore), continuano ad avvelenare l’aria.

E il bello è che quasi nessuno si ribella, ognuno cura il proprio orticello, i propri interessi. Le donne che potrebbero essere una grande forza, se solo tutte insieme si ribellassero, tacciono. In pochissimi invocano il progressivo smantellamento.

A cosa servono gli aumenti delle royalties se nell’aria si respira l’odore nauseabondo della morte? Tempo fa,

nel mese di maggio, mentre guardavo il tramonto, ho scritto una poesia, che desidero condividerla con più persone possibili, nella speranza che un giorno tutti si rendano conto della dannosità di questi impianti, della dannosità dell’immondizia e della necessità di puntare sulla differenziata e i centri di riciclaggio di carta, plastica e alluminio e compostaggio dell’umido per un futuro più pulito e più profumato.

“E’ sera/ la luna/regina del cielo/inargenta il mare/ e i passerottini/ cinguettano/ sui rami degli ulivi./Mentre aspetto l’estate/ l’inceneritore ha ripreso il suo ritmo/ nell’aria/sentore di morte/nessuno parla/nessuno denuncia/. I sepolcri imbiancati / si perdono/nei loro insulsi/sillogismi. /Le distinte signore/recitano/i loro infelici/e vuoti Rosari/Altre/ si preoccupano/ di cambiare il colore/ delle loro chiome./Delle borse/ per metterci dentro/il vuoto/delle loro anime./La poetessa/ è sola/ nessuno ascolta/ il suo grido/nessuno ode/ la sua infinita preghiera/. I giorni passano/ non cambia niente/tutto tace/ mentre le diossine/ danzano libere nell’aria/ e la luna/inargenta/il mare”.

Caterina Sorbara

la poesia Vittime (San Lorenzo) Non c’è piu spazio per gli eroi, perchè il coraggio ti sputa in faccia la vendetta e cancella senza timidezza né paura le promesse, i sogni e la giustizia.

Resta solo un freddo e violento silenzio, mentre la paura ti abbraccia minacciosa e si trascina via anche l’ultimo opaco riflesso di libertа e preghiera.

In una pozza di sangue che puzza ancora di odio, rabbia e sconfitta.

Senza pazienza pietà né tempo.

Impotente e ferito.

Bruno V.

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Operazione “Halloween sicura”: una denuncia

Maxi blitz della Finanza Sequestrati tre milioni e mezzo di prodotti Tre milioni e mezzo di prodotti destinati ai festeggiamenti di Halloween nocivi. È questo il “bottino” sequestrato dai finanzieri del comando provinciale della Guardia di Finanza di Cosenza, nel corso di una serie di interventi finalizzati a prevenire la commercializzazione di prodotti nocivi o pericolosi per la salute. Un servizio mirato in occasione della festività di Halloween, durante il quale le fiamme gialle hanno sequestrato articoli destinati alla libera vendita, carenti dei contenuti informativi minimi per il consumatore oppure contraffatti. L’operazione, denominata Halloween-Sicura, portata a termine nell’area

urbana cosentina, a seguito del quotidiano controllo del territorio, ha permesso di individuare diverse società, gestite da soggetti di nazionalità cinese, che avevano immesso sul mercato articoli di Halloween pericolosi, importati dai paesi dell’area asiatica, molti dei quali destinati ai bambini, i più appassionati della ricorrenza.

Nel corso degli interventi, i finanzieri cosentini hanno individuato milioni di capi ed accessori d’abbigliamento, da utilizzare prevalentemente per i travestimenti del 31 ottobre, quali maschere, materiale vario di genere horror, oltre ad una serie di gadget, il tutto in un contesto considerato non in linea

Ruba un iPhone: incastrato da un’app Due giorni fa aveva ferito alla mano, con un oggetto acuminato, il titolare di una fioreria di Cosenza, per farsi consegnare il suo iphone.

Ma la sua fuga con il tanto desiderato cellulare di ultima generazione è durata poco.

I carabinieri di Rende hanno adesso individuato e denunciato un senegalese di 32 anni, per il reato di rapina aggravata dall’uso delle armi. Lo smartphone è stato infatti localizzato grazie ad un’apposita applicazione, che ha rivelato la sua presenza proprio nell’appartamento del senegalese.

Secondo quanto ricostruito dai militari, dopo aver minacciato il commerciante, l’extracomunitario, residente in città, sarebbe fuggito a piedi con lo smartphone appena rubato, convinto di averla fatta franca.

La vittima ha denunciato il fatto ai carabinieri, che hanno avviato le indagini riuscendo a localizzare, a distanza di poche ore, il telefono in una zona della città.

A seguito della successiva perquisizione domiciliare, i militari hanno recuperato il cellulare.

non le prescrizioni previste dal codice del consumo.

Oltre a questa tipologia di prodotti, i finanzieri hanno individuato, in violazione della medesima normativa, i primi modelli annuali di luminarie natalizie, che, essendo realizzati con materiali a basso costo o scadenti, avrebbero esposto gli acquirenti al rischio di incidenti dovuti al surriscaldamento delle guaine protettive.

Le fiamme gialle hanno individuato inoltre giocattoli e stickers raffiguranti personaggi di fantasia, anch’essi in esposizione per la commercializzazione, che risultavano contraffatti, in quanto riportavano illegittimamente marchi registrati.

Un momento dell’operazione “Halloween sicura” messa a segno dalla guardia di finanza

Gli articoli posti sotto sequestro, destinati prevalentemente ai consumatori più giovani, sono risultati potenzialmente pericolosi poiché gli acquirenti, indossandoli per i travestimenti, sarebbero stati esposti al rischio di contrarre infezioni cutanee o altre malattie dermatologiche. A conclusione dell’operazione, sono stati posti

sotto sequestro tre milioni e mezzo di maschere ed altri accessori per i travestimenti di Halloween e sette i soggetti segnalati alle autorità amministrative competenti per l’accertamento delle violazioni ammnistrative. Un soggetto è stato denunciato alla locale Procura della Repubblica per il reato di contraffazione.

A Saporito scappano con una refurtiva di 18mila euro tra soldi e gioielli

Topi d’appartamento in azione a Rende

Entrano in azione dopo aver effettuato sopralluoghi, preso informazioni, controllato i nomi sui citofoni e le auto posteggiate. Al momento giusto s’intrufolano in casa e si diriggono dritti verso la camera da letto. In pochi minuti hanno la refurtiva nelle tasche e sono pronti a dileguarsi.

Sembra ormai un canovaccio collaudato, a giudicare dai casi che si stanno susseguendo a Rende. In località Saporito la banda è entrata in azione anche nei giorni scorsi ed è riuscita ad assicurarsi un bottino di circa 18mila euro tra contanti e gioielli.

I proprietari dell’appartamento già dalla mattina avevano notato delle persone che si aggiravano in maniera sospetta nei pressi del cancello di casa. Non era solo un sospetto, visto che i titolari del supermercato che si trova a pochi metri di distanza ha confermato di aver sorpreso le stesse persone (la descrizione coincide e le telecamere hanno confermato i sospetti) durante un tentativo di furto di merce.

I carabinieri sono sulle tracce dei ladri

A distanza di qualche ora, i due sono stati visti mentre uscivano dalla casa che avevano appena svaligiato e un vicino, nel tentativo di bloccarli, si è visto rivolgere minacce di morte.

Allertata, la proprietaria dell’appartamento è rientrata preciposamente e aprendo la porta di casa ha constatato che tutto era sottosopra e dai cassetti della stanza da letto erano stati sottratti soldi e gioielli.

Allertati, i carabinieri hanno effettettuato i rilievi del caso e raccolto la denuncia. Che non sembra essere la sola.

Ultimamente diversi furti in appartamenti hanno avuto le stesse modalità. La banda sarebbe formata da almeno tre elementi, uno dei quali sarebbe sempre alla guida di un’auto di grossa cilindrata.

Gli altri due, un giovane uomo e una giovane donna, entrerebbero in azione mentre “il palo” fermo in macchina sarebbe subito pronto a caricarli e a partire in caso di necessità.

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Cosenza

MARTEDÌ 1 novembre 2016

La città reale

Crolli e degrado nel centro storico, le proposte del comitato Piazza Piccola

«Non si può demolire l’arte» Il Comitato Piazza Piccola torna a riunirsi.

Il documento è approvato, il tavolo interistituzionale con la Regione Calabria e il Comune di Cosenza è stato formalizzato adesso c’è bisogno di riempire di contenuti i fogli bianchi. È questa la priorità dei residenti che individuano delle aree nelle quali bisogna intervenire con urgenza.

Prima di tutto dotarsi di una commissione di tecnici che sia in grado di dialogare con le istituzioni così da discutere alla pari con i consulenti della pubblica amministrazione.

Alla commissione il compito di verificare che le modalità di intervento da fare e che saranno fatte sulle strutture siano quelle più adeguate.

«C’è un palazzo lungo corso Telesio che attualmente è tutto imbracato – spiega Stefano membro del comitato – dentro c’è un dipinto, noi attraverso una commissione di tecnici vorremmo essere in grado di capire quali palazzi possono essere demoliti e quali no. Ci sono delle

strutture di immenso valore altre che possono essere demolite».

La mappatura del centro storico che il comitato ha fatto in questi mesi ha messo in chiaro alcune criticità strutturali. La prima su tutte è che il numero di palazzi che rischiano di crollare non è al momento così facilmente individuabile. Gli studi evidenziano come la base del problema siano le strutture. Case pericolanti incastonate in strutture abitabili. Il crollo potrebbe innescare un effetto domino irrimediabile.

L’altra questione da risolvere è la mole di spazzatura. Una soluzione, emersa dall’assemblea pubblica che il comitato ha tenuto nelle sale del palazzo della Cultura, potrebbe essere la creazione dei centri con operatori ecologici che spiegano come fare la raccolta differenziata. Per i rifiuti ingombrati, tolleranza zero. «Ci sono le telecamere, utilizziamole come fatto alle micro discariche che si erano create nei pressi della chiesa

San Francesco».

E la politica? Non convince affatto il buonismo interpartes. Anzi l’amaro in bocca rimane per l’immobilismo del Pd che ha convocato il consiglio comunale senza presentare delle proposte concrete.

Ritardo più che immobilismo perché il gruppo Dem una bozza di documento per il centro storico l’aveva pure preparata per poi presentarla con ritardo e a votazione conclusa. «Sul centro storico si farà sempre della campagna elettorale – conclude Stefano – è arrivato il momento di smettere di puntare gli indici e lavorare per intercettare i fondi che ci sono e rendere il centro storico un posto vivibile.»

Gli ultimi eventi sismici preoccupano chi vive a latitudini meridiane, in particolare chi vive in centri che crollano senza aiuto della natura. Per questi motivi i residenti e non, cercheranno di produrre il prima possibile delle istanze da presentare al sindaco.

Michele Presta

Missione africana per costruire il poliambulatorio

La Terra di Piero al lavoro «Qui Tanzania, tutto ok»

Una delle immagini inviate dalla delegazione della Terra di Piero

Ci sono volute 36 ore per affrontare i 9560 chilometri che separano Cosenza dal nuovo progetto de La Terra di Piero.

Un viaggio faticoso, nonostante la comodità degli aerei, ma affrontato in allegria da Sergio Crocco e dalla squadra dell’Associazione volata in Tanzania per mettere a punto i dettagli della missione Pamoja che riporta l’attenzione de La Terra di Piero, verso il continente africano. Nella lingua parlata in Tanzania, lo Swaili, Pamoja significa “insieme”. Questa volta sono partiti in undici, come una squadra di calcio, (Micaela, Sergio, Ciccio, Eugenio, Pasquale, Francesco, Roberto, Piero, Maurizio, Giuseppe e Massimo) i quali, divisi in due gruppi visiteranno alcuni orfanotrofi nelle città di Morogoro

e Dodoma. Visiteranno nello specifico le periferie delle due città dove vivono la maggior parte dei malati di Aids della regione. L’intento de La Terra di Piero è quello di realizzare un poliambulatorio pediatrico, ed una scuola per infermieri.

Accanto ad uno degli orfanotrofi che verranno visitati, si cercherà di realizzare un parco giochi per i bambini ammalati, una sorta di Parco Piero Romeo bis, realizzato insieme ad ingegneri e operai tanzaniani, come lo spirito dell’as-

Con i soldi donati dai cosentini realizzeranno anche un parco giochi sociazione richiede: cioè fare le cose insieme. Per fare tutto ciò serve appunto questa prima “visita sul campo” per poi, al ritorno a Cosenza, avviare la raccolta di tutto ciò che serve per realizzarli.

Dal diario della prima giorna-

ta scritto da Sergio Crocco.

«Siamo arrivati in tarda mattinata a Morogoro. Siamo ospiti nel seminario di San Gaspare, alla periferia della città situata a sud della Tanzania. Considerando che siamo nell’Africa nera siamo sistemati bene.

Il seminario è accogliente e la gente affabile. Dopo aver mangiato riso con il pullman abbiamo raggiunto Mgolole ( 10 km) dove abbiamo visitato l’orfanotrofio di Suor Flora.

Un posto dove i bambini senza genitori vengono allevati e portati alla maggiore età anche attraverso lo studio. Ci torneremo nei prossimi giorni con i vestiti ed i giochi. Poi ci siamo recati alla scuola di Padre Riccardo, dove lavorano tre italiani amici della Terra di Piero.

La scuola è organizzatissima e non ha particolari bisogni primari. Infine tappa al dispensario medico della zona, dove servono molte cose. Domani saremo in in altro orfanotrofio , sempre a Morogoro, gestito da una coppia di Tanzania che ospitano 64 bambini orfani.

Da Morogoro per adesso è quasi tutto».

Cosenza

MARTEDÌ 1 novembre 2016

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Lieti eventi

Voci insistenti sull’imminente matrimonio dell’assessore Succurro con Ambrogio

Giunta Occhiuto a nozze col Pd A Donnici la voce inizia a girare con sempre maggiore insistenza. La notizia viaggia con neanche troppa discrezione nei bar, in piazza e nei vicoli del borgo. E in genere, si sa, il paese difficilmente sbaglia. Marco Ambrogio e Mariarosaria Succurro sono pronti a convolare a nozze. Lei, apprezzato assessore alla Comunicazione, al Turismo, al Marketing territoriale e ai Grandi eventi, è una delle pupille del primo cittadino Mario Occhiuto, che l’ha riconfermata senza esitare un solo secondo dopo la schiacciante vittoria alle ultime elezioni amministrative, pur non essendo stata eletta come consigliere.

Lui, avvocato e donnicese doc (ecco perché le voci sulle nozze arrivano da lì), è del Pd ed è uno dei peggiori nemici del sindaco. Negli ultimi anni lo ha attaccato su tutto, senza risparmiarsi mai, con quella ciliegina finale (su una torta che poi gli si è rivoltata in faccia) della firma, insieme ad altri diciassette consiglieri comunali, per la sfiducia e la consequenziale caduta della giunta. Un’unione trasversale, dunque, quella tra i due giovani

rampanti professionisti della politica bruzia, un po’ i Nunzia Di Girolamo e i Francesco Boccia de noialtri (senza offesa per nessuno ovviamente). Nemici-amici sul lavoro che, a colpi di stilettate e dissapori, hanno finito per innamorarsi, a tal punto di decidere di fare il grande passo. E pare già che ci sia una data fissata entro la fine dell’anno, quasi sicuramente al Comune di Cosenza, con tanto di benedizione di Mario, l’unico in questa città in grado di perdonare chi lo odia.

Resta però qualche piccola ombra.

Quale? Beh, sicuramente ci sarà stata un po’ di maretta in famiglia, qualche giorno fa, quando il buon Marco ha chiesto al sindaco lumi sulla stagione di prosa del Rendano: «la cui organizzazione, a quanto pare - scriveva in un comunicato - sia stata affidata ad una società privata senza pubblicazione di alcun bando pubblico od altra manifestazione d’interesse, dunque in maniera diretta» e perché «la società privata non paga il ticket» e perché «il Comune versa nelle casse degli stessi organizzatori una cifra superiore ai quarantamila euro».

I futuri sposi Marco Ambrogio e Rosaria Succurro

Ambrogio si è preso le stillettate del sindaco Occhiuto e, proprio a dimostrazione che non ci sono inciuci politici fra le loro mura domestiche, dell’assessore Succurro che nella scorsa legislatura comunale aveva la delega al Teatro Rendano ora rimasta nelle mani del primo cittadino. Ma è mai possibile che Marco Ambrogio non

si ricordasse (come è scritto nel comunicato di sindaco e Succurro), che l’organizzazione di questa stagione teatrale è giunta ormai al suo terzo anno e che la delega al Rendano è passata ad altre mani a febbraio? Mannaggia, vabbé però a pensarci, è giusto che in casa non si parli di lavoro.

Chicco della Botte

De Marco propone il metodo e Rende suggerisce di istituzionalizzarlo

La scelta degli scrutatori può ricompattare la politica Si parla di scrutatori per il Referendum del 4 dicembre ma questa volta non si litiga. A parlarne sono la consigliere di maggioranza De Marco e quella d’opposizione Rende. La seconda risponde alla prima dopo una nota diffusa dal Comune. «Dovendo procedere alla nomina della quota di mia competenza degli scrutatori necessari alla costituzione dei seggi per la consultazione referendaria del prossimo 4 dicembre – ha sottolineato la consigliera De Marco in una nota di Palazzo dei Bruzi – al fine di garantire, oltre alla trasparenza anche la correttezza e la qualità delle

scelte, utilizzerò in linea di massima due criteri: Criterio misto di titolo di studio e reddito; criterio per bilanciare la presenza di persone alla prima esperienza elettorale con altre che in passato hanno già svolto l’incarico».

La De Marco ha rivolto un invito agli iscritti all’albo degli scrutatori del Comune di Cosenza a segnalare la propria disponibilità a ricoprire l’incarico, presentando richiesta, attraverso una mail indirizzata a: mariateresa.demarco@comune.cosenza.it.“Ciascuno – ha sottolineato – dovrà documentare il proprio status, i redditi ed i motivi posti

a fondamento della richiesta». La cosa ha colpito Bianca Rende. «la decisione della consigliera De Marco - afferma la Rende - è la dimostrazione che la questione sollevata del sorteggio degli scrutatori, dopo aver ristretto la platea dei potenziali beneficiari ai soggetti bisognosi e culturalmente piu’ attrezzati, è fondata, tecnicamente possibile e politicamente condivisibile e che, dunque, si può convergere per l’interruzione di vecchie prassi che la città rifiuta. A questo punto, ci si augura che, dopo la discussione in Consiglio, la soluzione adottata diventi “istituzionale” e trava-

Il 4 dicembre alle urne per il voto

lichi l’iniziativa del singolo consigliere, a partire dalla pubblicazione di una manifestazione di interesse, come già fatto da molte altre amministrazioni, piuttosto che riferirsi ad una scelta che nella iniziativa della collega de marco rimane comunque individuale.

La Pastore gongola per il cioccolato «Un successo di squadra: questo si è rivelata la 14esima edizione della Festa del cioccolato di Cosenza. Un risultato perfettamente sinergico tra istituzioni e operatori del settore che dà ragione all’indirizzo attuato dall’Esecutivo Occhiuto per una città che sia sempre più attrattiva e più attraente».

Archiviato dunque il week end che, grazie alla tradizionale manifestazione di scena in questo periodo, ha fatto

registrare nel centro urbano un flusso di migliaia e migliaia di visitatori, l’assessore alle Attività economiche e produttive, Loredana Pastore, tiene a tirare le somme ringraziando tutti coloro che hanno concorso alla buona riuscita dell’evento.

«Innanzitutto – dice l’assessore Loredana Pastore– sono molto orgogliosa che Cosenza rappresenti ormai una tappa di riferimento per la sua collaudata

organizzazione e per il riconosciuto valore delle iniziative. Merito del sindaco Mario Occhiuto che anche in questa circostanza ha saputo vederci lungo, offrendo la disponibilità all’utilizzo del corso principale come location. In questi ultimi anni, proprio per l’attenzione particolare dimostrata verso i dettagli e l’accoglienza, abbiamo contribuito a migliorare una manifestazione che ha trovato così una sua precisa identità».

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Cosenza

MARTEDÌ 1 novembre 2016

La città dei morti

Grande Cosenza: «Troppe buche»

Sentiero del Passato, largo della Quiete, viale Panoramico, campo degli Angeli.

Le strade del cimitero di Cosenza avranno un nome e un cartello che indicherà la direzione per raggiungerle. La giunta comunale ha approvato il piano della toponomastica cimiteriale che darà una connotazione più familiare ai blocchi di cemento che custodiscono i loculi e aiuterà i visitatori a orientarsi più facilmente nel labirinto di cappelle e costruzioni che si sono sovrapposte negli anni. «L’Amministrazione Comunale, ritiene il culto dei defunti il segno distintivo di ogni grande civiltà - si legge nella delibera - .

Con la toponomastica cimiteriale si pone lo scopo di perseguire modernamente tale tradizione e pertanto, nell’ambito del completamento del progetto generale della toponomastica della Città di Cosenza, ha ritenuto, per la prima volta, di dare un nome anche alle vie del cimitero comunale».

Come una città, il cimitero comunale acrà strade e viali, piazze e sentieri. I nomi scelti sono suggestivi e in linea con la solennità del luogo: da Campo della Speranza alla Gradinata dei Sospiri, dal sentiero dell’Anima al largo Ebraico. «Originariamente, l’esigenza di progettare e realizzare la toponomastica di una località riguardava esclusivamente paesi e città - si legge ancora nell’atto con cui la giunta ha deliberato la toponomastica - . Il costante aumento della popolazione tuttavia ha comportato anche un’estensione delle aree destinate ad ospitare in nostri defunti. A questa tendenza invero, non ha fatto segui-

Approvato il piano toponomastico del cimitero

Per guidare a Cosenza non basta la patente, «bisogna improvvisarsi piloti di rally» per districarsi tra le buche di «un manto stradale dissestato o inesistente». Almeno questo è il giudizio di Enrico Morcavallo (nella foto), capogruppo della Grande Cosenza, che punta il dito sulla «ma-

La città dei defunti Ora ha strade e viali

to, una corretta mappatura interna dei cimiteri i quali, oggi più di ieri, necessitano di una toponomastica adeguata al contesto e di una numerazione di loculi, tombe e sepolcri più rigorosa, per meglio individuare, all’interno delle aree cimiteriali, le tombe dei propri cari, familiari e conoscenti, estinti». La giunta guidata da Mario Occhiuto vuole

dunque dotare il cimitero di un sistema toponomastico capillare in grado di soddisfare l’esigenza primaria dei visitatori, cioè quella di individuare con celerità le cappelle, i loculi, e i monumenti di cui si compone la struttura. L’elaborazione del piano toponomastico cimiteriali ha avuto due fasi esecutive: la progettazione della toponomastica cimi-

teriale con l’individuazione di toponimi appropriati alla intitolazione di viali, spazi, campi e zone monumentali e l’apposizione di adeguate targhe e segnaletica verticale ed orizzontale. Basterà avere l’indirizzo esatto, quindi, e andare a trovare un amico o un parente al cimitero non sarà più un’impresa impossibile. b.c.

Per il due novembre potenziato il servizio dell’Amaco

Domani la messa con il vescovo Domani giornata della commemorazione dei defunti, il 2 novembre, alle 10, il vescovo Francesco Antonio Nolè concelebrerà la Messa Solenne in memoria di tutti i defunti, al termine della quale il sindaco Mario Occhiuto deporrà una corona di alloro alla stele, nello spazio antistante la Chiesa, in onore delle vittime di tutte le guerre. Sempre in occasione della celebrazione dei defunti, è stata potenziata la linea della corsa Amaco 56 piazza Mancini - cimitero con l’impiego di quattro autobus oltre

Monsignor Francesco Nolè

alla dotazione ordinaria.

Oggi i collegamenti da e per il cimitero verranno potenziati con l’impiego di tre autobus oltre alle corse ordinarie. Il servizio è assicurato dalle 7.30 alle 18.55. I biglietti possono essere acquistati o presso

le rivendite Amaco oppure direttamente sui bus.

Il comandante della polizia municipale Gianpiero Scaramuzzo ha emanato un’ordinanza per regolamentare la circolazione e la sosta sulle strade che ricadono nell’area del cimitero cittadino. Il provvedimento prevede, l’istituzione, fino a domani dalle 6 alle 19, del senso unico di circolazione sul tratto di strada compreso tra lo svincolo del Cimitero Cosenza Est della S.S. 107 e l’incrocio della ex S.S. 107 con via S.Cavalcanti (ex Carrettoni).

nutenzione che non c’è» e sui rischi «per l’incolumità della gente».

Morcavallo non risparmia, quindi, critiche alla giunta Occhiuto responsabile, in base alla legge, della cura delle strade, «ancor più necessaria in inverno e autunno».

«L’inadempienza dell’amministrazione – prosegue Morcavallo – causa un ulteriore dispendio economico per l’ente (che di certo non è tra i più ricchi), cagionato dagli innumerevoli ricorsi giudiziari degli automobilisti. Insomma, alla fine, che si tratti della sostituzione di un costosissimo pneumatico, oppure di un ingarbugliato e logorante processo in Tribunale, per il tanto agognato risarcimento, chi ne paga le conseguenze economiche sono sempre e solo i cittadini».

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Scuola È il giorno di Halloween ma non ci sono bambini mascherati che bussano alla porta in cerca di dolcetti e, soprattutto, c’è poco da scherzare. La sala San Martino dell’istituto Monaco di via Rivocati pullula di insegnanti sul sentiero di guerra già dalle 9. I docenti, infatti, sono stati convocati per l’assegnazione degli incarichi a tempo determinato. E già di buon mattino alcuni discutono su diritti, graduatorie e assegnazioni mentre il provveditore Luciano Greco, serio dietro i suoi occhiali da vista, invita al silenzio per poter procedere all’appello e al conferimento delle sedi. Ma qualcosa non quadra. Sono in pochi quelli che restano seduti in attesa del proprio destino (scolastico, s’intende). La maggior parte chiacchiera e s’infervora senza riuscire a comprendere il motivo di una convocazione avvenuta nottetempo, proprio alla vigilia della chiusura delle scuole che hanno concesso il ponte di Ognissanti.

Cosa c’entra questo dettaglio? A quanto pare, quest’anno si è registrata una restrizione importante dal momento che molti posti sono stati destinati alle assegnazioni provvisorie dei docenti entrati con la 107, la legge della Buona Scuola. Ma il brusìo in sala deriva anche dal fattore tempo: se la campanella di questo anno scolastico è suonata già da due mesi, perché chiamare a raccolta gli insegnanti quando ancora persistono incongruenze sulle cattedre da impegna-

Il caso

DOCENTI INFURIATI

Ai professori non piace il criterio usato per assegnare le cattedre.

Il documento proposto dai docenti non è stato accetato

Scherzetto per i prof Assegnazioni indigeste

re? Alcuni docenti si sono mossi autonomamente mettendo in moto un passaparola tra colleghi per capire quante sedi, effettivamente, ciascuna scuola aveva dichiarato disponibili. È stato impossibile, però, effettuare una ricognizione ufficiale con documenti che attestassero l’esatto numero di posti visto che, al momento della convocazione, le scuole avevano già girato la chiave nella serratura per concedersi i giorni di vacanza. Una delegazione Gae, allora, ha messo nero su bianco la richiesta del rinvio delle assegnazioni delle cattedre di una settimana. Se l’anno è ab-

bondantemente iniziato, in fondo, sette giorni in più non avrebbero fatto male a nessuno. Anzi. Avrebbero spazzato via le nubi dell’incertezza. Nel documento presentato al provveditore e sottoscritto da una rappresentanza di docenti si legge: «Avendo riscontrato incongruenze con il numero delle cattedre e degli spezzoni da voi pubblicati, non essendo perentoria la data delle convocazioni e non comportando particolari danni un eventuale posticipo delle stesse, chiediamo che le operazioni di attribuzione di contratti a tempo determinato previste per la giornata odierna ven-

gano rinviate al fine di poter integrare il numero di posti e così poter permettere una scelta più efficiente e soprattutto equa da parte di tutti i docenti interessati. Chiediamo inoltre alle sigle sindacali presenti, vista la loro latitanza nelle precedenti operazioni, di appoggiare questa nostra legittima richiesta».

Ma il documento è rimasto sulla cattedra e si è confuso insieme alle graduatorie e alle scartoffie.

L’appello è stato chiamato, ma la somma farà il totale quando i nuovi incaricati varcheranno le soglie delle cattedre ottenute?

Rachele Grandinetti

“La Repubblica” e “L’inkiesta” dedicano le loro attenzioni alle Start up rendesi

Due aziende cosentine eccellenze nazionali

Due articoli sulla stampa nazionale esaltano le aziende cosentine. Il primo è comparso sulle pagine web de “La Repubblica”, l’altro su “L’inkiesta”. Il pezzo sul giornale fondato da Scalfari è un viaggio dell’inviato Marco Patucchi che racconta la Ntt Data (società di informatica del gigante nipponico delle telecomunicazioni) che «ha tre centri di ricerca a livello mondiale: uno a Tokyo, uno a Paolo Alto nella Silicon Valley californiana, e uno sorprendentemente a Cosenza». La sede bruzia è a Rende.

Patucchi incontra l’azienda: «Qui a Cosenza abbiamo 200 dipendenti con un’età media di 33 anni, e ne assumeremo altri 150 entro il prossimo anno - racconta Emilio Graziano, vice presidente di Ntt Data Italia - Sono tutti ingegneri informatici usciti dalle università della Calabria e lavorano con contratti a tempo indeterminato, senza jobs act”. Graziano (53 anni) è calabrese, come i coetanei Giorgio Scarpelli, anche lui vice presidente, e Roberto Galdini, senior manager: tutto è iniziato da loro e da un bilocale di Rende dove, nel 2001, avviarono una startup specializzata nella sicurezza informatica, trasferita poi ad un gruppo italiano di consulenza manageriale e, infine, alla Ntt».

Lidia Baratta invece ha scritto per

L’inkiesta il successo di una azienda cosentina già trattato dalla stampa ma è sempre piacevole leggere una buona notizia che riguarda una azienda nostrana. «Sembra una cattedrale nel deserto. Circondato da call center, concessionarie d’auto e supermercati, in un’area industriale povera come quella di Cosenza, in Calabria, sorge l’edificio più sostenibile d’Europa - scrive la giornalistav - La sede dell’azienda Omnia Energia, specializzata nella vendita di energia elettrica e gas e nell’efficienza energetica, nel 2013 è stata la prima (e finora anche l’unica) italiana a posizionarsi sul gradino più alto del podio nel Sustainable Urban Building Contest di Hannover, soffiando il primo posto a tedeschi, francesi e scandinavi. Merito di

una struttura che consuma il 70% in meno dell’energia, grazie a un sistema complesso fatto di pareti inclinate e alberi ad alto fusto, muri con cappotto termico, lampade che regolano la luminosità in base alla luce esterna, vetri a bassa trasmittenza e un sistema intelligente di ricambio dell’aria a flussi incrociati. La mente di tutto questo si chiama Vincenzo D’Agostino, esplosivo ingegnere di Taurianova. Pioniere del risparmio energetico e delle rinnovabili, sua è la prima stazione di rifornimento per auto elettriche in Calabria. Ex dirigente Enel, 14 anni fa ha mollato tutto per creare Omnia Energia e sfruttare le opportunità del libero mercato. Con un obiettivo: “Fornire soluzioni per la riduzione del costo energetico”, racconta».

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Provincia

MARTEDÌ 1 novembre 2016

Sila e Valle del Crati

I due amministratori scomparsi idearono la struttura

Centro di canottaggio intitolato a Piluso e Cipparrone Lorica

E’ stata intitolata a Gabriele Piluso e Giuseppe Cipparrone la sala conferenze del “Centro canottaggio” di Lorica. L’iniziativa, inserita all’interno delle manifestazioni della sedicesima fiera dei sapori d’autunno, in corso nella località turistica silana, è stata fortemente voluta dalla famiglia Amelio, gestori della struttura sportiva.

«Con l’intitolazione a Gabriele Piluso e Giuseppe Cipparrone – ha affermato Rossella Amelio - abbiamo voluto onorare e rendere merito alla figura di due illustri amministratori del nostro territorio che hanno creduto fortemente nelle potenzialità turistiche di Lorica. A loro si deve, infatti, l’ideazione, la progettazione e la realizzazione del centro di canottaggio. Un’opera per la quale si sono battuti strenuamente, ma che, purtroppo, non sono riusciti a vedere completata».

La struttura sportiva, inaugurata nell’agosto 2015, è stata realizzata dalla ditta Amelio, che risultò vincitrice del bando pubblico per l’appalto dell’opera, incentrato su un project financing di circa 3 milioni di euro, redatto da Gabriele Piluso sulla base di una idea assai lungimirante di Giuseppe Cipparrone che, allora presidente della Comunità montana silana, reperì e stanziò in fondi pubblici necessari.

All’evento hanno partecipato commossi anche le famiglie Piluso e Cipparrone ed è stato assai emozionante l’intervento della figlia di Giuseppe Cipparrone che ha raccontato come, quando era ancora una bambina, il papà la portava sul lago Arvo per fargliene ammirare le straordinarie bellezze, già immaginando la possibilità di far praticare su quelle acque il canottaggio con la realizzazione di una struttura attrez-

zata.

«Nel nostro piccolo, con il nostro lavoro ed il nostro impegno quotidiano, in sinergia con gli altri operatori del territorio – ha sostenuto Rossella Amelio - contribuiamo a portare avanti il sogno di Piluso e Cipparrone per far diventare Lorica, la perla della Sila, una località turistica apprezzata anche fuori della nostra provincia e della regione».

Al raggiungimento di questo obiettivo il “Centro di canottaggio” si presta molto

Spazio anche alle iniziative di sostegno al volontariato perché rappresenta un’opera unica nel mezzogiorno d’Italia che sta già richiamando atleti da ogni parte del Paese. La nuova struttura sportiva, quindi, insieme ai servizi già presenti e, soprattutto, con i nuovi impianti sciistici che presto

L’intitolazione del centro di canottaggio di Lorica a Piluso e Cipparrone

saranno inaugurati candida Lorica a diventare una delle mete turistiche più ambite nel Mezzogiorno d’Italia. In questo contesto risulta fondamentale il lavoro avviato dalla Pro-Lorica e associati che hanno organizzato la sedicesima Fiera dei sapori d’autunno, per la promozione delle bellezze paesaggistiche e naturalistiche del territorio e dei suoi prodotti tipici. L’evento, che quest’anno più che in passato sta facendo registrare una straordinaria affluenza di visita-

Il complesso servirà ad arginare il randagismo diffuso

Nasce “zanna bianca” l’oasi canina di Acri

Acri

Finalmente anche Acri ha la sua oasi canina, Inaugurata nella mattinata di ieri “zanna bianca”, questo il nome, si trova in località Gallice a 5 chilometri dal centro abitato. Può ospitare fino a 150 cani, dispone di box con tettoie, illuminazione e di un ambulatorio veterinario.

Presenti alla inaugurazione, oltre al primo cittadino Nicola Tenuta, molta gente comune e tanti ragazzi che attendevano la nascita dell’oasi ormai da tempo.

Il problema del randagismo, infatti, aveva assunto in città livelli di guardia e stava dando non pochi problemi.

Molti i casi di randagi che avevano assalito persone, con questo rifugio si spera il fenomeno possa essere debellato.

A gestire il canile sarà l associazione “qua la zampa” con cui il comune ha sottoscritto una convenzione. Gli ospiti, al momento, sono circa una trentina ma sicuramente aumenteranno in brevissimo tempo vista l’ingente presenza di cani per le strade cittadine.

Aver creato un rifugio per cani è sicuramente un’opera di grande

La nuova oasi canina di Acri

civiltà e di interesse nei confronti degli animali.

Anche le scuole elementari di Acri hanno seguito, con attenzione la nascita dell’oasi, infatti sono stati proprio i bambini che, attraverso un concorso di idee, hanno scelto il nome da dare al rifugio.

Angela Forte

tori, ha anche un importante risvolto sociale. Gli organizzatori, infatti, hanno voluto sostenere l’Associazione di volontariato “Maria Tarsitano” che gestisce, con grande difficoltà economiche, l’autoambulanza che serve l’intero circondario. A tal fine, nelle giornate fieristiche, vengono venduti sacchetti di patate silane e vasetti di marmellata “della solidarietà” il cui ricavato sarà interamente devoluto per il mantenimento dell’ambulanza.

Cinzia Gardi

Lavoratori Città pulita Fratelli d’Italia solidale San Giovanni in Fiore

Ernesto Rapani, portavoce regionale di Fratelli d’Italia, esprime vicinanza e solidarietà ai 20 lavoratori della cooperativa “Città pulita” in stato di agitazione a seguito del nuovo contratto di lavoro proposto loro dall’Ati, vincitrice della gara d’appalto per il servizio di smaltimento dei rifiuti a San Giovanni in Fiore. Utilizzando lo slogan proprio della sua leader nazionale, Giorgia Meloni, secondo cui «la cattiva politica non è fatta solo d’illegalità e ruberie, ma anche di scelte miopi», Rapani bolla come «miope» la decisione di diminuire il monte orario ai lavoratori con la conseguente riduzione salariale, assunta dal Comune florense perché proposta tra i criteri del bando di gara per l’appalto dei servizi di smaltimento dei rifiuti.

«Una scelta miope ed inaccettabile – sostiene il portavoce regionale di Fratelli d’Italia – che andrà a ricadere pesantemente sul menage di 20 famiglie che già vivono in una realtà in cui sono nulle le opportunità di lavoro, con una sanità pubblica incapace di garantire i Livelli essenziali di assistenza e dove è strutturale il disagio economico e sociale».

Ernesto Rapani, dunque, invita il rappresentante cittadino di Fratelli d’Italia nonché unico esponente di minoranza in consiglio comunale, Antonio Lopez, a proseguire nella battaglia a sostegno dei 20 lavoratori, affinchè venga salvaguardato il diritto ad avere un nuovo contratto equo. ci. gar.

Provincia

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Pollino

Continua a destare preoccupazioni la stabilità del colle che porta al santuario mariano

Il versante di quella strada è sicuro?

Castrovillari

Sembra non esserci pace per il santuario mariano della Madonna del Castello e per il quale pochi giorni fa il rettore, don Carmine De Bartolo, ed il sindaco della Città, Domenico Lo Polito, avevano litigato animatamente attraverso le pagine del social network Facebook.

Dal marzo 2012 - eravamo nel pieno della campagna elettorale che portò alla prima vittoria del sindaco, Domenico Lo Polito il colle franò rovinosamente a valle lasciando praticamente inutilizzabile l’unica strada di accesso al santuario mariano, la cui festa religiosa si festeggia i primi di maggio.

Un santuario così importante tanto che il vescovo della diocesi di Cassano all’Jonio, mon-

Castrovillari - Mormanno

Si arricchisce di impegni la campagna referendaria che coinvolge i comuni del Pollino. Giovedì i comitati “Il Pollino che dice sì”, “Generazione Sì Pollino” e “Basta un sì LabDem Calabria” si danno appuntamento a Mormanno, presso il cine teatro cittadino, a partire dalle 18 per una iniziativa di promozione delle tematiche di coloro che sono favorevoli alla riforma referendaria alla quale parteciperanno l’onorevole Gianni Pittella, presidente del gruppo S&D al

signor Francesco Savino, lo ha scelto come porta santa per la vicaria di Castrovillari attraverso la quale lucrare l’indulgenza nel corso dell’anno santo della Misericordia voluto da Papa Francesco. Una scelta del presule voluta proprio al fine di riaccendere i riflettori sull’emergenza idrogeologica che vive l’intera zona del centro storico.

Ma come se non bastasse in queste ore alcune indiscrezioni - rivelate da Pasquale Saladino dell’associazione politico culturale Cantiere Democratico - raccontano come l’impresa alla quale è stato revocata l’appalto che punta al rifacimento della unica strada di accesso al colle della Madonna del Castello - nel predisporre il progetto esecutivo dei lavori avrebbe segnalato il «permanere di criticità in ordine alla verifica di

Nel marzo del 2012, il colle franò a valle lasciando inutilizzabile l’unica strada che conduce allo storico luogo di culto

Il santuario mariano della Madonna del Castello

stabilità del pendio il cui coefficiente di sicurezza non raggiunge il minimo prescritto dalla normativa vigente in materie».

Questioni peraltro, già segnalate dall’apposita conferenza di servizi durante la relativa procedura amministrativa.

Informazioni sulla sicurezza del versante sul quale si do-

La storia

vrebbero eseguire i lavori che sarebbero fondamentali per consentire di operare al meglio per mettere in opera un’azione di bonifica su un colle reso fragile dalla frana del marzo 2012 e dalle incurie del tempo ed i fattori climatici che da anni ne fiaccano il debole profilo.

Vincenzo Alvaro

I democrat faranno tappa nei centri del Pollino per discutere del prossimo referendum

Col Pd e con Pittella per capire perché Sì Parlamento europeo, il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, il segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno e il presidente del Parco nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra.

Porteranno i saluti Guglielmo Armentano, sindaco di Mormanno, Paolo Pappaterra, membro del comitato “Il Pollino che dice sì” e Cesare Loizzo, Coordinatore di LabDem

Ad uno degli incontri parteciperà il segretario provinciale del partito Luigi Guglielmelli

Calabria.

«Il rafforzamento dell’impronta “europea” della costituzione italiana è un segnale di forza e di fiducia nel futuro dell’integrazione dell’intero continente» scrivono gli organizzatori. Il giorno dopo, venerdì, sarà la città di Castrovillari ad ospitare un’altra iniziativa per il sostegno alle tesi di riforma referendaria che vedrà protagonisti Luigi Gu-

glielmelli, segretario provinciale del Partito democratico cosentino, Ernesto Magorno, segretario regionale, Domenico Lo Polito, sindaco di Castrovillari, e Marco Minniti, sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri.

Questa volta sarà la sala consiliare della città del Pollino ad accogliere l’evento per i comitati di Basta un Sì. vin. alv.

Uno stand del Comune alla mostra dedicata ai popoli arbereshe

In trasferta al Vaticano per “raccontare” il territorio

Il gruppo che ha partecipato alla mostra di Roma

San Basile

Hanno deciso di arrivare fino in Vaticano, approfittando della “Mostra dei prodotti agroalimentari ed artigianali delle popolazioni arbreshe inurbate nei secoli

nella nostra penisola” - organizzata in collaborazione con il comitato regionale delle minoranze linguistiche della Calabria per l’anno santo della Misericordia - per raccontare l’orgoglio dell’appartenenza alla loro storia e la ricchezza cultura-

le ed agroalimentare che li contraddistingue. Il Comune di San Basile, guidato dal sindaco Vincenzo Tamburi, ha partecipato con successo all’evento organizzato a Roma lo scorso fine settimana presso la sede monumentale dell’ospedale Santo Spirito. «Occasioni come questa - ha dichiarato entusiasta Vincenzo Tamburi, sindaco di San Basile ti permettono di raccontare ad un platea internazionale come quella che transita in Vaticano la potenza culturale delle nostre tradizioni e sono occasioni importan-

ti per fare promozione dei nostri piccoli borghi, comunità fortemente radicate nella loro identità tutta da scoprire». L’amministrazione comunale di San Basile ha coordinato la visita degli arbereshe del Pollino che hanno preso parte in Vaticano all’esposizione agroalimentare ed artiginale delle realtà a minoranza linguistica dell’Italia. Accompagnati dall’arcivescovo Monsignor Francesco Gioia, e padre Bruno Silvestrini parroco di Sant’Anna, unica parrocchia nel territorio vaticano, il sindaco Vincen-

zo Tamburi insieme al primo cittadino di Frascineto, Angelo Catapano, hanno guidato la delegazione arbereshe che ha visto la partecipazione del gruppo Vallja, l’Ecomuseo del Cosciele e del Garga, il gruppo culturale (rappresentati da Dina Quartarolo, Lena Vaccaro, Maria Guaragna, Carmelina Parise e Lo Polito Maurizio), il presidente del Confemili Domenico Morelli e Dilla Pisarri vestita in abito tipico, destando l’interesse di quanti hanno partecipato alla due giorni tra le mura vaticane. (vin. alv.)

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MARTEDĂŒ 1 novembre 2016

UniversitĂ della Calabria Ponte P. Bucci Cubo 24/B - 87036 Rende Cs Tel/Fax 0984.838034 - mail: cubolibro@alice.it www.edisoncosenza.it

Catene Invisibili

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nunziano, insomma di chiudere una volta per tutte col fascismo poetico novecentesco. Non a torto mio padre vedeva in Lucini un anarchico precursore delle sue stesse posizioni.

Il padre surrogato

Papa, duce, “papi” Conversando con Federico Sanguineti di Andrea Amoroso

Tu sei il figlio di un grande personaggio dello scorso secolo: poeta, intellettuale, critico e docente di letteratura. Hai mai sentito il peso di un padre così ingombrante?

Nel 1955, quando sono nato, mio padre non era ancora laureato e viveva dando lezioni private, per cui non sono mai riuscito a fare un mito della figura paterna. Quando andavo a scuola a Torino, la maestra e la professoressa mi guardavano affettuosamente come il figlio o di uno sconosciuto o, nella migliore delle ipotesi, dell’autore di Laborintus, poesie incomprensibili, o addirittura come il figlio dell’autore di una poesia dedicata a me che comincia “ti attende il filo spinato”. Vorrei ricordare che in prima media una professoressa mi dedicò quasi un’intera mattinata, tenendomi fra le sue braccia e dicendo continuamente “povero bambino…”. Ho avuto una solidarietà straordinaria. Ma capisco che a partire dal 1963 mio padre sia stato più o meno ingombrante per tutto l’ambiente intellettuale italiano. Certo, per quello che mi riguarda, ho avuto la fortuna di comprendere presto la differenza fra come gli al-

HO FATTO AD ARCAVACATA UN CONCORSO DA RICERCATORE CHE NATURALMENTE HO PERSO: ERA IL MIO PRIMO CONCORSO

tri vedono la realtà e come la realtà è in effetti, o almeno ai miei occhi.

Per esempio, ho vissuto tutte le difficoltà di mio padre nel fare carriera, ostacolato ripetutamente per ragioni politiche.

Penso a mio padre a cui la Facoltà non rinnova la cattedra a Torino dopo la sua candidatura come indipendente nel Partito Comunista. Dall’esperienza delle difficoltà di mio padre, mi sono fatto un’idea molto realistica della vita, grazie alla quale sono fortunatamente libero da ingombri che opprimono i più, specialmente i giovani di oggi, condizionati da un tardo romanticismo televisivo. Beh, io l’apparecchio televisivo non ce l’ho in casa, mai comprata una televisione.

Guardo la realtà direttamente, e senza filtri. Purtroppo, vorrei aggiungere, l’Italia è stata ed è un paese devastato storica-

mente da una secolare oppressione militare straniera: longobardi e franchi, Francia e Spagna, nazisti e nordamericani. Un “bordello”, come prevedeva Dante, oggetto nella migliore delle ipotesi di gran tour, eufemismo per turismo sessuale. Saba ne ha dedotto che l’Italia è un paese fratricida, incapace di fare una rivoluzione, incapace di uccidere il padre. Direi, chiosando la “scorciatoia” di Saba, che l’Italia un padre credibile non l’ha mai avuto, sostituito da surrogati come il papa o il duce, oppure, più recentemente, “papi”. Quindi mi rendo conto di vivere in un paese i cui abitanti cercano un padre disperatamente invece di superarlo freudianamente. Persino le donne in Italia, invece di un compagno, cercano un padre: quante a suo tempo hanno idolatrato Mussolini? Quante hanno votato per Berlusconi? Il padre è ingombrante per un popolo come il nostro che rimuove la propria storia. Il mio povero babbo invece, magrissimo, pelle e ossa, ingombrante per me?

Non esageriamo.

1956-2016: Laborintus compie sessant’anni. Si tratta di

un’opera complessa e – direi – unica nel suo genere. La poesia di Sanguineti poi cambia, anche radicalmente. Come lo trovi, com’è invecchiato?

Vale anche per esso l’assunto che «ogni prodotto dell’arte, prima o poi, trova il suo preciso museo» (se non lo hai riconosciuto è tuo padre che lo scrive in Sopra l’avanguardia)?

Sì, mio padre lo conosco abbastanza, e ammetto di sapere a memoria pagine delle sue poesie, Laborintus incluso.

Niva Lorenzini, mi pare, considera Laborintus un capolavoro, il capolavoro di Edoardo Sanguineti, dunque un testo d’avanguardia da antologia. L’avanguardia che diventa arte da museo, direbbe appunto mio padre. In effetti Laborintus credo sia, con ogni evidenza, il tentativo di tradurre in poesia la pittura dell’espressionismo astratto, e di rompere così con tutta la tradizione borghese del poetese pascoliano e dan-

Non sei un novecentista, ma vorrei chiederti lo stesso cosa ne pensi della poesia di oggi. È la dimostrazione che le avanguardie hanno fallito?

Ma non è forse costitutivo delle avanguardie il fallimento?

Non sono un novecentista per scelta, proprio perché non vedo grandi cose negli ultimi cento anni. Poi sul Novecento mio padre ha scritto tantissimo e non era il caso che me ne occupassi, anche perché la sua posizione resta inattaccabile, non so se per merito suo, forse più per demerito degli altri. Se vuoi, provo a chiarire meglio: la posizione di mio padre è piuttosto coerente con il punto di vista di Walter Benjamin sull’avanguardia. Tuttavia la critica che Lukács nell’Estetica riserva a Benjamin non può essere elusa. Ma, provando a far mio il punto di vista di Lukács, quando dice che dietro la maschera del barocco si cela il teschio dell’avanguardia, la conclusione è (forse) fin troppo banale: per ragioni storico-sociali oggettive non c’è in Italia nessun poeta del Novecento all’altezza di Dante.

Come ti sei avvicinato alla letteratura, quali sono state le tue prime esperienze, quale la “folgorazione”, se c’è stata?

Alla letteratura non mi sono mai avvicinato. La letteratura si è avvicinata a me fin dall’infanzia.

Non immaginavo proprio di occuparmene, avevo tutt’altri interessi. Non pensavo neppure di laurearmi. Facevo gli esami solo per amore di una ragazza con cui avevo una relazione e che ci teneva che io mi laureassi per stare insieme: io, povero me, avrei

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voluto fare l’attore di teatro.

All’università pensavo di laurearL’UNIVERSITÀ mi con Gerratana, È MORTA ma quando lo co(COME LA SCUOLA, nobbi mi resi conLA SANITÀ, LO STATO to che era un kanSOCIALE ECC.), E HO tiano, più che un L’IMPRESSIONE DI marxista. InconLAVORARE trai per caso uno IN UN CIMITERO studioso di Petrarca che non aveva nessuna simpatia per mio padre, e che invece volle sostenermi. Ugo Dot- polavoro che dovrebbe ti aveva lavorato per an- essere letto, da docenti e ni come consulente edi- discenti, in tutte le scuotoriale e mi aiutò a pub- le del mondo. Gli autori blicare su riviste dove dimostrano infatti, strimio padre non aveva e scia per striscia, fumetnon ha mai pubblicato to per fumetto, parola (Belfagor) o con editori per parola, come dietro come Laterza, Garzanti, l’apparente innocenza di Rizzoli (estranei a mio Disney si nasconde (e si veicola) una struttura di padre). pensiero assolutamenChe peso ha avuto te perversa, antiumana e tuo padre nella scelta disumana. delle tue letture gioAvete mai avuto divanili?

Nessuno. C’erano libri in scussioni, anche accasa, per cui, ad esempio, di cese, su questioni di nascosto ho letto tutte le metodo critico?

A un convegno dedicaopere di Freud a dieci anni, e Marx ed Engels giovanis- to a mio padre (i cui atti simo. Tutto il teatro di Gol- sono stati pubblicati col doni (‘Pamela nubile’ era la titolo Sanguineti ideologia mia commedia preferita) e e linguaggio), nel 1989, a tutte le opere di Majako- Salerno, ho fatto domanvskij (purtroppo in tradu- da per partecipare, sazione italiana) in prima me- pendo che non potevano dirmi di no. Scrissi una dia. relazione su ‘Edoardo E le classiche lettu- Sanguineti dantista’. In re da ragazzo, i ro- quell’occasione presi le manzi d’avventura, i distanze pubblicamente dall’analogia che mio fumetti?

Beh, onnivoro, quindi padre poneva fra Dananche Il pianeta degli al- te e Ezra Pound. Ne nacberi di Natale di Rodari. que un piccolo scandalo: Quindi persino i fumet- ricordo la reazione inditi. Ma nel 1972 esce un li- gnata di Fausto Curi. bro straordinario: Come C’è stato un moleggere Paperino: ideologia e politica nel mondo di mento nel quale hai Disney. Questo, di Dorf- sentito di doverti alman e Mattelart, è un ca- lontanare da lui, di prendere le distanze, di ucciderlo edipicamente?

Credo ci sia spazio per tutti, per un padre come per un figlio. Freud, dicevo prima, l’ho letto da bambino. Tutte le opere di Alice Miller invece, la psicologa che ha seppellito la psicoanalisi una volta per tutte, le ho lette da adulto: questa straordinaria studiosa ha il merito, fra l’altro, di denunciare il metodo di Freud come intrinseco alle strutture patriarca-

li e alla pedagogia nera che accompagna queste strutture. Ma, per rispondere con chiarezza alla domanda, subito dopo i diciotto anni sono andato via di casa definitivamente, prendendo le distanze, ecco, senza dover uccidere nessuno: né mio padre, né me.

lui e di altri grandi dimenticati della poesia italiana?

Come per tutto il Novecento, non saprei ben valutare Calogero (e neppure, poniamo, Sinisgalli). Certo, la sua poesia Pensieri dispersi la leggo con piacere.

Ma per quanto riguarda la poesia dimenticata, il vero scandalo, a mio modesto parere, è quello che in più occasioni ho chiamato “femminicidio culturale”, la totale liquidazione di ciò che storicamente hanno scritto le donne. Le don-

Sei mai stato in Calabria con lui, avete condiviso qualche esperienza nel sud più profondo?

Purtroppo la Calabria è una regione che quasi non conosco. Ho fatto ad Arcavacata un concorso da ricercatore che naturalmente ho perso: IL VERO era il mio primo concorso. Poi, forte di SCANDALO È questa esperienza, IL “FEMMINICIDIO e sempre per amoCULTURALE”, re di quella ragazLA TOTALE za che voleva che LIQUIDAZIONE DI CIÒ io mi laureassi, ho CHE STORICAMENTE vinto addirittura HANNO SCRITTO due concorsi da riLE DONNE. cercatore (troppa grazia…).

Lorenzo Calogero è stato un grande poeta calabrese a lungo dimenticato. Oggi è oggetto di una riscoperta critica a nostro parere più che meritata. Che ne pensi di

ne, sì, sono la grande dimenticanza della cultura di oggi, specialmente in Italia. Una dimenticanza che va attribuita al romanticismo: le donne possono leggere ro-

manzi, per distrarsi e sognare (ma meglio, per il patriarcato borghese, se non scrivono nulla).

Eppure basta prendere la Storia della letteratura italiana di Tiraboschi (non quella di De Sanctis!) per scoprire che le donne hanno avuto storicamente un ruolo e un peso straordinario, come soggetto culturale: in Tiraboschi troviamo Cristina da Pizzano (che De Sanctis ignora), troviamo Isotta Nogarola (che De Sanctis ignora), troviamo Laura Cereta (che De Sanctis Ignora), troviamo Arcangela Tarabotti (che De Sanctis ignora), troviamo tutte le scrittrici dell’Arcadia… un movimento culturale pre-borghese, dove le donne avevano un peso notevolissimo.

Ma per De Sanctis l’Arcadia è frivolezza.

Senti mai la solitudine del lavoro che fai? Vivendo la condizione attuale dell’università italiana non hai mai la sensazione di essere un predicatore nel deserto?

L’università è morta (come la scuola, la sanità, lo stato sociale ecc.), e ho l’impressione di lavorare in un cimitero. Mi considero come un pensionato, anche se faccio lezione regolarmente.

Ma è un mestiere che mi piace e, sia pure fra mille difficoltà, continuo a fare l’outsider come ho sempre fatto: ricercatore di Letteratura, associato di Linguistica, ordinario di Filologia. Da un settore all’altro. Sempre in movimento. Fermo mai. (courtesy quattrocentoquattro.com)

Cristina da Pizzano, copista, miniaturista, scrittrice

Catene Invisibili

E

ro sulle tracce di Amalia Signorelli, l’arguta antropologa ormai di casa sui programmi di la7.

Sapevo che arrivò a Cosenza nel 1959 e che per un po’ fu consigliera comunale.

Così, cercando nell’archivio dell’ufficio stampa, ho trovato la composizione del consiglio del 1965. E - come suol dirsi - mi si è aperto un mondo. E ho capito.

Avevo nove anni e di alcuni ricordo solo il nome, altri (favorito dall’orientamento politico del babbo socialista o dal fatto di aver abitato nel palazzo della federazione provinciale del PCI) li ricordo perfettamente.

Il sindaco era Mario Stancati.

C’erano Fausto Lio (un collega di papà che credo divenne direttore dell’OVS, poi ESAC e ARSA), Ciccio Smurra e Pietro Rende (grandi carriere politiche con lo scudo crociato).

Nel PCI c’erano Giudiceandrea, Martorelli, Carravetta, Carratta, Ambrogio e Macchione (molti di questi si fermavano

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La qualità umana di Dolores Ceretta

Amalia Signorelli Professore ordinario f.r. di Antropologia culturale

con me a giocare sul pianerottolo di casa, comune a quello della federazione).

C’erano i liberali Mario Paolini e Ernesto D’Ippolito, il compagno PSIUP Scipione Valentini. E poi Michele Cozza e Consalvo Aragona (per me equivalenti simbolici del medico santo Giuseppe Moscati) e Gaetano De Rose (il papà di Umberto, mio compagno di scuola).

Anche l’odiatissimo MSI era rappresentato da tre persone di spessore e perbene: Benito Falvo, Ugo Verrina e Carmine Calabrese.

COSILIATURA 1960/1964

ELEZIONI 6 OVEMBRE 1960 INSEDIAMENTO 9 GENNAIO 1961 CONSIGLIO (40, di cui DC 20, PCI 7, PSI 7, MSI 4, PLI 1, PDI 1)

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Per un po’, non per tutta la consiliatura, ci fu tra i socialisti anche Amalia Signorelli.

E nella giunta precedente, quella del 1961 (sindaco Arnaldo Clausi Schettini), tra i banchi della DC c’erano Riccardo Misasi, Ernesto Corigliano, Francesco Mario Piersante; mentre tra quelli del PCI c’erano Gino Picciotto e la mitica Rita Pisano.

Non credo siano necessari commenti. E ingeneroso sarebbe un invito al raffronto con le compagini degli ultimi trent’anni, segnate da un lento e inesorabile decadimento.

IL NUOVO CONSIGLIO COMUNALE DI COSENZA (proclamazione del 12-07-2016)

DC:Arnaldo Clausi Schettini, Mario Stancati, Fausto Lio, Giuseppe D’Ippolito,Alfonso Tassone, Salvatore Liguori, Ernesto Corigliano, Riccardo Misasi, Francesco Carci, Francesco Guido, Francesco D’Ignazio, Lucio Caputo, Francesco Smurra, Francesco Mario Piersante, Oreste Pietramala, Giovanni Macchione, Salvatore Imbrogno, Claudio Gargano, Luigi Carlo Vaccaro, Brunilde Gallone in Vilardo, Antonio Chiappetta (in surroga di Arnaldo Clausi Schettini, deceduto) PCI: Gino Picciotto,Antonio Macrì, Raffaele Ottavio Carravetta, Paolo Fiumanò, Rita Pisano in Giudiceandrea,Armando De Napoli, Eugenio Dionesalvi, Egidio Tucci (in surroga di Paolo Fiumanò) PSI: Gaetano Mele, Consalvo Aragona, Scipione Valentini, Ugo Scarpelli, Michele Cozza, Ferdinando D’Agostino, Sante De Santis, Gaetano De Rose (in surroga di D’Agostino), Eugenio Fajilla (in surroga di Ugo Scarpelli) MSI: Ugo Verrina, Carmine Calabrese, Salvatore Pancaro, Enrico Cordasco, Michele Carbone (in sostituzione di Pancaro), Mario Buda (in sostituzione di Carbone Michele) PLI:Vittorio Vercillo PDI:Achille Mandarino

Carlo Guccione, Enzo Paolini, Francesco Spadafora, Pierluigi Caputo, Giuseppe D’Ippolito, Antonio Ruffolo, Luca Gervasi, Carmine Vizza, Francesco De Cicco, Lino Di Nardo, Michelangelo Spataro, Alessandra De Rosa, Piercarlo Chiappetta, Fabio Falcone, Francesca Loredana Pastore, Davide Bruno, Maria Teresa De Marco, Sergio Del Giudice,Vincenzo Granata, Andrea Falbo, Francesco Cito, Gaetano Cairo, Damiano Cosimo Covelli, Francesca Cassano, Enrico Morcavallo, Marco Ambrogio, Bianca Maria Rende, Anna Fabiano, Luca Morrone, Alessandra Mauro, Francesca Malizia, Giovanni Cipparrone

SINDACI (date elezioni e dimissioni o fine mandato) Arnaldo Clausi Schettini (dc) 9.1.61/22.10.62 Mario Stancati (dc) 21.1.63/21.1.64 Mario Stancati (dc) 21.3.64/24.3.64 GIUNTA DC-PLI 9.1.61/21.1.63: Mario Stancati, Salvatore Liguori, Fausto Lio, Ernesto Corigliano, Vittorio Vercillo, Lucio Caputo, Francesco D’Ignazio, Francesco Guido GIUNTA DC 21.1.63/21.3.64: Francesco Guido, Salvatore Liguori, Francesco D’Ignazio, Fausto Lio, Ernesto Corigliano, Lucio Caputo, Francesco Smurra, Francesco Carci GIUNTA DC-PSI 21.3.64/22.3.65: Consalvo Aragona, Francesco Carci, Michele Cozza, Francesco Guido, Fausto Lio, Lucio Caputo, Gaetano De Rose, Francesco Smurra

SINDACO Mario Occhiuto GIUNTA Francesco Bisceglia (Padre Fedele) Francesco Caruso Loredana F. Pastore Vittorio Sgarbi Matilde Spadafora Rosaria Succurro Luciano Vigna Carmine Vizza

Nella pagina seguente la lettera di commiato della professoressa Signorelli dall’Università di Napoli, in sostituzione della canonica lectio magistralis. Utile a meglio contestualizzare il personaggio (che come si vedrà non è certo come direbbe il De Luca/Crozza - “un personaggetto”).

Nel momento in cui è uscita dal servizio attivo nell’Università italiana, nel settembre del 2008, Amalia Signorelli, professore ordinario di Antropologia Culturale presso la Facoltà di Sociologia dell’Università “Federico II” di Napoli, ha indirizzato agli studenti, ai docenti e al personale non docente, una lettera che induce a riflettere sulla condizione dell’Università italiana. (Veet Depilsoap)

CONSILIATURA 1964/1969

ELEZIONI 22 NOVEMBRE 1964 INSEDIAMENTO 10 FEBBRAIO 1965 CONSIGLIO (40, di cui DC 19, PCI 8, PSI 5, MSI 3, PLI 3, PSUP 1, PSDI 1) DC: Mario Stancati, Giuseppe D’Ippolito, Fausto Lio, Francesco Guido, Lucio Caputo, Francesco Smurra, Alfonso Tassone, Francesco D’Ignazio, Mario Siniscalchi, Fausto Lo Feudo, Ugo Scarpelli, Francesco Carci, Pietro Rende, Antonio Chiappetta, Enrico Quintieri, Fedele Palermo, Claudio Gargano, Ettore Mazzei, Carmine Ruffolo PCI: Giovambattista Giudiceandrea, Raffaele Carravetta, Francesco Martorelli, Fausto Capitano, Egidio Tucci, Franco Ambrogio, Giuseppe Carratta, Umberto Macchione PSI: Michele Cozza, Consalvo Aragona, Gaetano Mele, Gaetano De Rose, Sante De Santis, Amalia Signorelli (in surroga di Gaetano Mele), Eugenio Fajilla (in surroga di Signorelli Amalia) MSI: Benito Falvo, Ugo Verrina, Carmine Calabrese PLI: Mario Paolini, Ernesto D’Ippolito, Luigi Sprovieri PSIUP: Scipione Valentini PSDI: Roberto Fagiani SINDACI (date elezioni e dimissioni o fine mandato) Mario Stancati (dc) 22.3.65/ 27.12.66 Mario Stancati 23.1.67/ 11.11.67 Roberto Fagiani (Psdi), assessore anziano 11.11.67 Decreto prefettizio del 23.8.68: sospensione del CC e nomina del vice prefetto dr. Filippo Culcasi quale Commissario prefettizio, che diventa Commissario straordinario in data 21.11.68, a seguito del decreto del Presidente della Repubblica che scioglie in Consiglio.

Decreto prefettizio del 21.2.69 n.531/13: la gestione commissariale è prorogata ai sensi di legge GIUNTA DC-PSDI-PSI 22.3.65/ 10.4.67: Roberto Fagiani, Lucio Caputo, Michele Cozza, Francesco Smurra, Gaetano De Rose, Francesco Carci, Mario Siniscalchi, Sante De Santis GIUNTA DC-PSDI-PSI 11.4.67/13.7.68: Roberto Fagiani, Lucio Caputo, Francesco Carci, Francesco Smurra, Consalvo Aragona, Gaetano De Rose, Mario Siniscalchi, Sante De Santis

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Estranea al sistema universitario italiano attuale Ai componenti del Consiglio della Facoltà di Sociologia e a tutti gli studenti, docenti e personale non docente della Facoltà di Sociologia dell’Università “Federico II” di Napoli.

Miei cari, il 1 novembre 2008 andrò in pensione e non sarò più membro di questa Facoltà. Cortesemente la Preside, prof. Enrica Amaturo, mi ha invitato a tenere quella lectio magistralis che in questi casi tradizionalmente costituisce la cerimonia di congedo di un docente universitario dalla Facoltà a cui appartiene. Ho declinato l’invito e dunque non terrò la lezione di congedo. Poiché mi addolorerebbe molto se questa mia decisione apparisse come una snobistica mancanza di riguardo verso Voi tutti, vorrei brevemente motivarla con questa lettera. (La quale, sia detto per inciso, vi ruberà meno tempo dell’ascolto di una lezione di 45 minuti!)

Dunque: non desidero tenere la lezione perché sul piano scientifico e didattico mi sento da tempo estranea a questa Facoltà e al sistema universitario italiano attuale; e dubito di poter comunicare, sia per quanto attiene ai contenuti che per quanto attiene al linguaggio, con l’uditorio che eventualmente mi ascolterebbe.

Permettetemi di motivare un’affermazione così drastica.

Come alcuni fra Voi sanno, sono stata sempre fortemente critica verso la Riforma universitaria. E non, come pure si è detto, per misoneismo, ma perché sono profondamente e razionalmente convinta che sia sbagliata. O se è giusta, è giusta rispetto a obbiettivi che io considero sbagliati. Non insisterò sugli aspetti psicopedagogici e didattici. Dopo dieci anni e più, comincia a essere chiaro anche ai loro più tenaci difensori quanto assurdi e controproducenti essi siano stati e continuino ad essere.

Ancor più a me sembra criticabile per la sua ambiguità non innocente l’ipotesi dell’università-azienda, che si autofinanzia.

Venuti meno i contributi statali stabiliti per legge (e dunque non decisi di finanziaria in finanziaria dal governo di turno), ora l’università ricava introiti propri solo dalle tasse degli studenti ( e non voglio entrare nel merito dei sistemi adottati per incrementare le iscrizioni); per il resto, non è vero che l’università si autofinanzia e produce reddito: l’università è finanziata da tutte quelle agenzie sociali pubbliche o private che hanno interesse ad acquisire certe sue prestazioni e certi suoi prodotti. Cioè, giustamente essendo un’azienda, l’Università sta e deve stare sul mercato e per il mercato produrre, sia pure un particolare tipo di merci. Per le scienze sociali questo significa appiattirsi su due ambiti dominanti di ricerca e di formazione: la produzione di ingegneri sociali ovvero degli addetti alla gestione del cosiddetto disagio sociale, con messa a

Catene Invisibili punto di competenze per il riconoscimento dei sintomi (diagnosi) e per la riduzione del danno (terapia), e con una sempre minor attenzione per l’analisi delle cause sociali del disagio stesso; l’altra possibilità è, in collaborazione con le scienze della comunicazione, la produzione di produttori di consenso, che acquisiscono competenze sulle tecniche di produzione del consenso stesso, con scarsa o nessuna problematizzazione dei fini per cui il consenso è richiesto, delle materie su cui è richiesto, da chi è richiesto e chi si deve ottenere che lo dia . Nulla di male, queste sono da tempo le attività di vari professionisti, giornalisti e assistenti sociali: ma chi sarà più in grado di fare l’analisi critica dei sistemi sociali e culturali?

Temo nessuno più, anche perché un’altra innovazione introdotta contemporaneamente alla Riforma ostacola profondamente l’acquisizione di capacità critiche da parte dei giovani. Abbiamo tutti imparato dallo strutturalismo che l’opposizione binaria è la struttura elementare del pensiero umano: elementare, appunto. Per fortuna, esistono anche altre e più complesse modalità del pensiero (e del linguaggio) umano: dalla logica algebrica a quella grammaticale e sintattica, per non citare che quelle più comunemente insegnate (un tempo) nelle scuole. Ma l’informatizzazione banalizzante e feticistica dell’insegnamento e dell’apprendimento di qualsiasi disciplina (cosa molto diversa dall’acquisizione di una formazione informatica specialistica) sta a mio avviso riducendo il sapere trasmissibile e trasmesso solo a quello che si lascia costringere entro le logiche binarie: non è tanto il computer che, usato come mezzo, impone il suo messaggio; il problema è piuttosto che l’uso esclusivo di quel mezzo e del suo linguaggio sta determinando una forma mentis elementare generalizzata. La progressiva sostituzione dell’esame orale con i quiz basati sull’opposizione giusto/sbagliato e della lezione ex-cathedra con i PowerPoint e simili, mi sembra dimostrino in modo eloquente la perdita di interesse per le capacità di argomentazione e di comprensione dell’argomentazione, sia degli studenti che dei docenti.

Avrei molto ancora da dire. Voglio mettere sul tavolo solo un altro tema: mi sembrerebbe poco corretto tacerlo. Non condivido affatto un asse portante della politica dell’istruzione pubblica che buona parte della “sinistra” italiana ha sostenuto e realizzato negli ultimi decenni: il fatto che invece di puntare sul (difficile, lo so, ma non impossibile) raggiungimento del massimo possibile di uguaglianza delle opportunità e delle dotazioni alla partenza, ha puntato sull’uguaglianza dei risultati attraverso il progressivo abbassamento delle difficoltà di accesso e di passaggio da un livello a quello superiore. Il che, anche qui, non significa che io rimpianga i licei e le università d’élite, classiste e autoritarie, del tempo che fu. Significa che l’eguaglianza nell’ignoranza non mi sembra molto emancipatoria; significa altresì in termini sociopolitici generali, che questa scelta sta consegnando interamente a istanze private la formazione della classe dirigente nazionale. Sen-

za nessuna garanzia su quello che faranno le istanze private.

Tutte queste mie critiche, perplessità, dubbi non hanno trovato occasione di dibattito in Facoltà, pur avendo qualche riscontro a livello nazionale; e io mi sono progressivamente estraniata dalle discussioni e dalle decisioni di indirizzo della Facoltà stessa.

Tuttavia ho voluto essere intellettualmente onesta, almeno verso gli studenti: poteva darsi benissimo che io non avessi capito niente, che la riforma fosse una buona cosa; mi sono messa a studiarla e ho poi scritto un manuale di antropologia culturale per gli studenti post-riforma. Manuale pubblicato da una multinazionale del libro, nota per la grinta con cui sta sul mercato e per le ferree direttive che impartisce agli autori; ma…..avendo la ventura di aver scritto libri non solo tradotti in altri paesi, ma anche adottati in alcune università straniere come libri di testo, mi accade di scoprire che gli studenti di quei paesi apprezzano i miei testi e li studiano volentieri, mentre gli studenti della mia stessa Facoltà li trovano difficili, complessi, incomprensibili; e questo ogni anno di più. Mi chiedo: cosa rende i nostri studenti così… diversamente abili?

La mia generazione ha perso, diceva Giorgio Gaber. Ma considerando che Silvio Berlusconi è mio coetaneo, non posso proprio dire che ha perso la mia generazione. Ho perso io e quelli come me. E sono disponibile, anzi sto già facendo una severa autocritica sul piano della strategia e delle tattiche. Ma i convincimenti di fondo non riesco a modificarli, per quanto ci provi. Non riesco a vedere le ragioni per cui dovrei modificarli. E continuo a pensare che sia mio dovere (e piacere) di docente insegnare agli studenti nozioni e competenze, ma contemporaneamente trasmettere loro gli strumenti della critica intellettuale dell’esistente: che non è mai (e meno che mai adesso) il migliore dei mondi possibili. A chi dire oggi queste cose? A chi dirle in questa Facoltà? A chi dirle nell’Università-azienda?

Ho pensato che questa lettera può avere almeno un ruolo: in tempi di unanimismi e di buonismi conformistici, una posizione di dissenso pubblicamente manifestata e argomentata è forse la sola lezione di qualche utilità che io possa svolgere.

A suo tempo ho scelto di venire a Napoli e di insegnare in questa Facoltà. Sono passati circa trent’anni, durante i quali ho molto lavorato nella didattica, nella ricerca, nella gestione istituzionale; e ho intessuto molti rapporti di molti tipi con molte persone.

Voglio scusarmi con coloro che, in varie circostanze, hanno dovuto sopportare il mio “temperamento” certamente poco disponibile alle negoziazioni; voglio ringraziare coloro, molti studenti in primo luogo, il rapporto con i quali mi ha fatto amare il mio lavoro; voglio augurare a tutti, a me stessa per prima, un buon futuro. A ciascuno secondo i suoi bisogni, da ciascuno secondo le sue capacità.

Amalia Signorelli Professore ordinario f.r. di Antropologia culturale Napoli, 13 settembre 2008

Provincia

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Savuto

I grillini: «I roglianesi vogliono essere rassicurati»

Vulnerabilità sismica La gente vuole sapere Rogliano

Quel che sta accadendo nelle regioni del Centro Italia ha spaventato, e non poco, tutti i cittadini del Bel Paese.

Quelli di Rogliano, nello specifico, pretendono di avere notizie certe in merito alla sicurezze delle strutture pubbliche del territorio, per capire se siano in grado o meno di resistere ad un eventuale evento sismico.

A queste domande, negli ultimi mesi, l’amministrazione comunale ha tentato di dare una risposta per tranquillizzare gli abitanti della Valle. Ma a detta del Meet up “Rogliano in MoVimento” sarebbe stato del tutto inutile. In una lunga nota, i grillini polemizzano sul problema, scrivendo: «In questi giorni, in cui la cronaca riaccende l’attenzione sul tema, si risponde con i “restyling” (come per la vecchia palestra dell’istituto scolastico di via D’Epiro) quando il problema vero è la mancanza di una seria programmazione delle opere pubbliche.

Né vale il “faremo” da parte di chi da vent’anni siede fra gli scranni del con-

L’ospedale Santa Barbara di Rogliano

siglio comunale». Il Meet up “Rogliano in MoVimento”, sulla base di ciò, intende quindi informare la popolazione, «per trasparenza», su quanto di propria conoscenza sulla vulnerabilità sismica degli edifici pubblici cittadini, e prosegue: «Il censimento più serio ed accurato che si conosce al riguardo è quello che è stato realizzato, ad inizio secolo, dal dipartimento della Protezione civile e dal gruppo nazionale per la Difesa dai terremoti del Cnr. Diciamo subito che a Rogliano, in oltre 15 anni, poco o niente è stato seriamente programmato per intervenire

su strutture pubbliche classificate dal succitato studio come edifici ad alta o medio-alta vulnerabilità: si ha notizia di qualche intervento di miglioramento solo per l’ospedale Santa Barbara e per il corpo di fabbrica centrale del plesso di via D’Epiro. Non abbiamo rassicurazioni su strutture particolarmente frequentate - continuano - quali l’edificio scolastico di via dei Mille (il collaudo statico infatti è precedente alla rilevazione succitata della Protezione civile), il centro sociale di via Regina Elena, l’ex mercato coperto di piazza Morelli che oggi ospita il centro per l’impiego, ed alcune parti del palazzo di città. Ovviamente ci si augura di essere rapidamente rassicurati con documenti e perizie tecniche e, soprattutto, che non accada mai nulla di serio, ma questa condizione di precarietà testimonia l’incapacità di una classe politica locale, di cui l’amministrazione in carica è figlia, incapace di programmare le opere pubbliche sulla base delle priorità della cittadinanza ma in grado solo di fare debito oppure ottenere qualche finanziamento da Enti a cui “scappellarsi” per mere operazioni di facciata».

Nel nuovo nido spazi dedicati alla lettura Parenti

“Come d’incanto” è il nome che l’amministrazione comunale ha scelto per il micro-nido pensato, realizzato e inaugurato a Parenti. La nuova struttura sarà supportata da una proposta educativa specifica indirizzata alla crescita psico-fisica e alla socializzazione dei più piccoli. Il servizio partirà nei prossimi giorni e sarà gestito in collaborazione con la cooperativa Sail. L’obiettivo è lo sviluppo della personalità del bambino in un luogo accogliente in grado di fornire, attraverso il gioco, stimoli e apprendimento attivo. Un programma che si avvarrà della partecipazione dei genitori, arricchito da attività educative legate al programma nazionale “Nati per leggere” a cui il Comune ha aderito che prevede la sistemazione di spazi e iniziative dedicati alla lettura. La cerimonia di inaugurazione è avvenuta sabato scorso alla presenza del sindaco Donatella Deposito, del parroco don Ubier Henao Castaneda, del consigliere per le Politiche sociali, Katia Coscarelli, che ha seguito l’iter del progetto, di altri amministratori e cittadini di Parenti.

Al taglio del nastro è seguito un momento di festa con buffet e giochi di animazione.

Gaspare Stumpo

Jonio

MARTEDÌ 1 novembre 2016

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jonio@cronachedellecalabrie.it

Inchiesta “Santa Tecla”: insieme all’ex sindaco altri nove imputati. Comune parte civile

Pasqualina Straface rinviata a giudizio Corigliano

Saranno i giudici del tribunale di Castrovillari a partire dal 28 febbraio 2017 a giudicare la colpevolezza o meno dell’ex sindaco, Pasqualina Straface, ed altre nove persone tra ex amministratori, ex funzionari comunali, attuali impiegati del comune e titolari di alcune imprese per lavori pubblici.

Lo ha deciso ieri il giudice per l’udienza preliminare presso il tribunale di Catanzaro, Carlo Saverio Ferraro, al quale era stato affidato il compito di valutare se accogliere o meno la richiesta dei pm distrettuali antimafia, Vincenzo Luberto e Saverio Vertuccio, che chiedevano il rinvio a giudizio di tutti coloro che sono al centro di una inchiesta della Dda catanzarese, che rientra nell’inchiesta più ampia di Santa Tecla, ma che nello specifico ha messo sotto la lente di ingrandimento alcune ordinanze di somma urgenza firmate dall’esecutivo Straface tra l’ottobre del 2009 ed il febbraio del 2010.

Si conclude così dopo

L’ex sindaco Pasqualina Straface

L’accusa

Concorso in esterno in associazione mafiosa sette mesi questa fase preliminare di una vicenda che ha riaperto, soprattutto nella ex sindaco, profonde ferite non solo di carattere morale ma anche politico-amministrative.

Gli ex amministratori Pasqualina Straface, Giorgio Miceli e Giuseppe Curia, insieme ad altri sette imputati tra cui il fratello dell’ex sindaco,

Mario Straface, si sono dovuti difendere da varie accuse formulate nei loro confronti, ma dopo la decisione del gup Ferraro, lo dovranno fare anche davanti ai giudici del tribunale di Castrovillari.

Come si ricorderà al centro di questo nuovo filone d’inchiesta l’accusa grave che viene formulata nei confronti della Straface è quella di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo i pm Vertuccio e Luberto la Straface avrebbe concorso “materialmente e moralmente, dall’esterno, all’associazione per delinquere di stampo mafiosa denominata “locale di Corigliano”, della quale contribuiva al consolidamento e quindi al perseguimento

del programma criminale.

Al centro dell’inchiesta ci sono anche alcune ordinanze di somma urgenza e per le quali sono indagate anche le altre nove persone, a vario titolo, e che sono state firmate tra l’ottobre del 2009 ed il febbraio del 2010.

Si tratta di ordinanze attraverso le quali l’allora amministrazione Straface affidò dei lavori a ditte che, secondo i magistrati, erano riconducibili a quelle dei fratelli del sindaco Mario e Franco.

Così come vi magistrati antimafia ipotizzano nel comportamento della Straface una sorta di voto di scambio nel periodo che precedette le elezioni comunali della primavera del 2009, allorquando la Straface venne eletta sindaco.

La Straface ha sempre respinto con decisione tutte le accuse che in questa circostanza gli vengono lanciate dai magistrati antimafia.

In questa udienza preliminare il comune di Corigliano, con l’avvocato Mario Elmo, si è costituito parte civile.

Giacinto De Pasquale

Il consigliere comunale chiede se il Piano di emergenza comunale sia aggiornato

Madeo: «La città di Corigliano è pronta?»

Corigliano

«La nostra comunità è pronta ad affrontare nella maniera dovuta eventuali terremoti?» È la domanda che il consigliere comunale di Aria Nuova-Riferimento Popolare, Francesco Madeo, rivolge all’amministrazione Geraci all’indomani degli eventi sismici che si stanno registrando con una certa frequenza nel centro Italia. «È noto a tutti noi – afferma il consigliere Madeo – che la regione Calabria è una terra ad alto rischio sismico, infatti un terzo dei comuni d’Italia più fortemente esposti a rischio terremoti (precisamente quelli della Zona 1) si trovano in Calabria. La domanda sorge spon-

tanea: “La nostra Comunità è pronta in caso di terremoto?” In questa materia le amministrazioni comunali hanno un ruolo centrale visto che spetta ai Comuni controllare la messa in sicurezza degli edifici comunali e privati, programmare e attualizzare una lotta all’abusivismo edilizio, ed intervenire in caso di catastrofe. Non ci soffermiamo su tutti gli aspetti, meritevoli di maggiore attenzione – afferma ancora l’esponente di Aria Nuova – perché siamo sicuri di ricevere sempre la solita risposta, ormai diventata il tormentone di questa amministrazione, “non ci sono soldi”, ma semplicemente chiediamo se “il comune di Corigliano Calabro ha il Pec, il Piano di Emergenza Co-

munale aggiornato?” Sul sito della Protezione Civile leggiamo che il Pec è “il programma di previsione e prevenzione, ed è lo strumento che consente alle autorità di predisporre e coordinare gli interventi di soccorso a tutela della popolazione e dei beni in un’area a rischio”, ed il comune è responsabile della creazione di questo programma e che deve aggiornarlo periodicamente, noi aggiungiamo – così termina il consigliere Madeo - che deve anche attuare tutte le procedure per farlo conoscere alla cittadinanza». In un periodo così delicato per il nostro Paese e soprattutto per il centro Italia, mai considerazione sembra più azzeccata. g. d. p.

Droga, ridotta la pena a due coriglianesi Corigliano

La corte di appello di Catanzaro riforma pesantemente la condanna inflitta in primo grado ad una coppia di coriglianesi accusati di concorso in spaccio di stupefacenti.

Questi i fatti. Nel settembre dello scorso anno, durante un’attività di controllo, i carabinieri di Corigliano, notavano R.I.F., ben conosciuto dai militari operanti per i suoi trascorsi penali, che alla vista dei militari, con mossa repentina faceva ingresso all’interno di un bar. Immediatamente i militari bloccavano la marcia e raggiungevano l’uomo ed effettuavano una perquisizione personale rinvenendo in una tasca dei pantaloni la somma di 570,00 euro.

A questo punto la perquisizione veniva estesa anche all’abitazione occupata dal R.I.F. dove i militari, una volta giunti, notavano, proprio di fronte all’abitazione, una donna intenta a lavare un’autovettura in sosta alla cui vista il R. apriva con velocità la portiera lato sinistro tentando di uscire dall’abitacolo e non appena incrociava lo sguardo della donna, successivamente identificata nella moglie dell’uomo, questa si dava a precipitosa fuga, accedendo all’interno del portone e salendo le scale. Un carabiniere intuiva subito che l’azione della moglie del R. era verosimilmente volta a celare o disfarsi di sostanza stupefacente e pertanto la donna veniva immediatamente inseguita e notata mentre si era rifugiata all’interno del bagno del suo appartamento intenta a schiacciare velocemente e più volte il pulsante dello scarico del water, mentre aveva tra le mani un barattolo vuoto in vetro ancora aperto. I carabinieri sequestrarono cocaina, un bilancino e la somma di 2.850,00 euro. I due vennero arrestati e condannato l’uomo a 10 anni e la donna a sei anni di reclusione. Contro tale provvedimento l’avv. Pasquale Di Iacovo, difensore della coppia, presentava ricorso alla Corte di Appello di Catanzaro: assolto con formula piena la moglie, 3 anni all’uomo. g. d. p.

Jonio

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Rossano

Zagarese e Antoniotti fra dichiarazioni, bilanci e debiti che compaiono e scompaiono

Ufficio legale, chi ha ragione?

Rossano

Il palleggio a metà campo fra l’ex sindaco Giuseppe Antoniotti e l’attuale vicesindaco Aldo Zagarese sui debiti dell’Ufficio legale, non è sfuggito agli esperti, gli economisti in salsa nostrana e profondi conoscitori delle cose comunali.

Nei giorni scorsi Zagarese ha prima sventolato debiti per circa un milione di euro lasciati dal governo Antoniotti nel solo Ufficio legale – in attesa di una conferenza stampa annunciata dai governanti nei prossimi giorni per fare la conta complessiva dei debiti del comune di Rossano – poi Antoniotti ha replicato sostenendo di averne ereditati ben 3,6 milioni e di averli ripianati, rendendo l’ufficio più “efficiente ed economico”.

Nulla in contrario, certo, ma perché i dirigenti dell’Ufficio legale del tempo, nel 2013-14-15 non hanno certificato debiti fuori bilancio, si chiedono gli esperti?

Gli economisti autoctoni fanno notare come ogni dirigente debba dichiarare i debiti ai bilanci preventivi e consuntivi e, soprattut-

L’Amministrazione comunale presenterà il “conto” to, deve dichiarare quelli “fuori”. Se sono usciti solo ora dal cilindro, tutto d’un tratto, ad aprile scorso chi avrebbe giustificato che non c’erano debiti?

I più vicini alle sorti della casa comunale sostengono anche che pare siano stati affidati incarichi a legali esterni per Giudice di Pace e Corte d’appello ma anche agli avvocati convenzionati con l’ente che percepiscono oneri fissi, tranne poi ricevere migliaia di euro extra per incarichi al Tar, Cassazione

Aldo Zagarese, giovane vicesindaco di Rossano. Nella foto a lato L’ex sindaco, Giuseppe Antoniotti

e Consiglio di Stato.

I ben informati sostengono anche che il dirigente attuale, Giuseppe Passavanti, abbia preteso che le due professioniste in convenzione prestassero servizio per dieci ore settimanali in ufficio, come da contratto, prassi a quanto pare non in vigore in precedenza.

Insomma, chi abbia ragione fra i due litiganti, Zagarese da una parte e Antoniotti dall’altra, è di difficile decifrazione.

Di certo, alla conferenza

stampa della settimana scorsa alla quale era presente proprio Zagarese insieme al dirigente Passavanti ed al funzionario responsabile legale e dell’accesso civico, Myriam Macella, ha sviscerato quelli attuali. Che, come accennato, dovranno essere sommati agli altri.

A tal proposito, sempre nei giorni scorsi il consigliere comunale di opposizione, Tonino Caracciolo ne ha sbandierati «almeno altri 15 milioni di debiti fuori bilancio».

«E la stima – ha chiosato chiacchierando amabilmente – è di molto in difetto».

Sarà. Non resta altro che attendere con ansia e trepidazione la conferenza stampa nella quale saranno annunciati i debiti: lo spauracchio della spada di Damocle, che in questo caso è dissesto finanziario che potrebbe far schizzare tutte le aliquote delle tasse comunali alle stelle ed azzerare i servizi al cittadino, poggia fra capo e collo di tutti i rossanesi.

Luca Latella

Russo invita la Regione: l’alta velocità servirebbe 700 mila calabresi

La Frecciarossa fino a Catanzaro Ecco la proposta del sindacato Cisl Rossano

La Calabria con le sue infrastrutture è da sempre fanalino di coda ma in questo momento storico è la fascia Ionica che rischia di essere isolata dai trasporti veloci.

A farsi portavoce della problematica è Tonino Russo, segretario provinciale della Cisl.

«E’ ormai noto che i viaggiatori lucani di Matera dal 1° gufficiennaio, grazie all’alta velocità, potranno raggiungere Roma in tre ore e mezza, mentre quelli di Potenza, in sole tre ore. Tutti sappiamo che Trenitalia ha disposto delle prove generali facendo percorrere all’Etr 100 “Mennea” la linea Taranto-Ro-

ma con fermate a Potenza e Salerno. Questo treno, però, tira dritto nello snodo ferroviario di Metaponto, dove la linea Taranto-Roma incrocia la ferrovia jonica. Per togliere i cittadini calabresi dall’isolamento sarebbe importante portare l’alta velocità anche nello Ionio ed allungare fino a Catanzaro, su un territorio pianeggiante e agevole, che non comporta costi eccessivi e servirebbe un bacino di utenza di almeno 700.000 persone da Roseto Capo Spulico a Catanzaro, passando per Crotone».

Il sindacalista fa presente come il territorio sia vocato e “votato” naturalmente alla mobilità, all’emigrazione per ragioni di studio, lavoro e necessità

sanitarie. Quindi, «con questa importante infrastruttura, permetteremmo ai cittadini della Sibaritide di raggiungere le città del centro-nord in un tempo ragionevole ed il capoluogo di regione».

Nei prossimi giorni sul tavolo delle discussioni regionali ci sarà il Piano dei trasporti e Russo invita ad una scelta di coscienza: «Ci appelliamo al governo regionale e a quello nazionale affinché diano anche ai calabresi lo stesso diritto alla mobilità che hanno gli abitanti delle altre regioni. Invitiamo la Regione a mobilitarsi e a proporre a Trenitalia qualche soluzione come hanno fatto Basilicata e Puglia».

Anna Minnicelli

L’arcivescovo inaugura il restyling della Materna Nei giorni scorsi, la scuola dell’infanzia di via Nazionale, rientrante nel Terzo Istituto Comprensivo diretto dal dirigente scolastico Franco Pistoia, ha inaugurato i lavori di ristrutturazione iniziati a gennaio.

Il taglio del nastro è stato effettuato alla presenza del preside, dell’Arcivescovo Giuseppe Satriano e dell’assessore alla Pubblica Istruzione, Angela Stella.

Presenti, ovviamente, tutto ilo corpo docente e non.

Prima della cerimonia vera e propria, l’insegnante Carmela Lepore Spina ha voluto ringraziare gli organi preposti che hanno consentito i lavori di ristrutturazione (pavimentazione, porte, servizi igienici, intonaco ecc.), i presenti e soprattutto i genitori degli alunni che con grande pazienza hanno “sopportato” il momentaneo trasferimento in altro edificio dei propri figli.

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Jonio

MARTEDÌ 1 novembre 2016

Cassano-Trebisacce Cassano

Nelle case dei cittadini nelle scorse settimane è arrivata una cartella Equitalia con dentro i ruoli della Tari ed in Città è scoppiato il finimondo. Le aliquote al massimo hanno mandato in tilt i contribuenti che si sono visti recapitare questa prima stangata d’autunno fin dentro le loro case.

Una situazione insostenibile soprattutto per i piccoli proprietari che si vedono quasi costretti a pagare per evitare il pignoramento di

Tassa Tari con l’aliquota massima e tanti sono in difficoltà

La politica litiga, il cassanese paga quel poco che si è cercato di costruire in una vita di sacrifici. A questo si aggiunge la mancanza di lavoro e l’impossibilità per molti di pagare. Un vero e proprio stato di emergenza, che genera disagio.

Su questo argomento nei giorni scorsi si era avuto l’intervento del consigliere di minoranza Leonardo La Regina che aveva tuonato contro l’Amministrazione

Comunale rea, a suo dire, di non aver provveduto a mettere in campo i progetti per l’avvio della raccolta differenziata provocando così l’ira della Regione Calabria che punisce i Comuni ritardatari con un aumento delle tariffe sullo smaltimento dei rifiuti. Una mancanza a dire di La Regina, che costringerà il Comune di Cassano al pagare 169 euro per ogni tonnellata conferita in

discarica. Una presa di posizione che non è piaciuta a Papasso: «La Regina alla strumentalizzazione associa anche una crassa ignoranza delle cose che lo inducono a fare una cattivissima figura al cospetto dei cittadini di Cassano». Secondo l’Amministrazione che dal 2012 guida la città infatti, l’aumento delle tariffe sarebbe da attribuire ad una delibera del Commissario prefet-

tizio che ha amministrato lo scorso anno. «Il Commissario si è vista costretta a procedere all’aumento per adeguare le tariffe alle disposizioni della Regione Calabria; La Regina mente perché sa molto bene che gli aumenti li ha disposti il governatore Scopelliti, suo amico di cordata». Un rimpallo passato quasi inosservato mentre i cittadini si chiedono se sia giusto pagare queste somme ma soprattutto si chiedono se dopo aver pagato, riusciranno ad arrivare a fine mese.

Pasquale Cersosimo

Duecento milioni a compartecipazione pubblica

“Terra degli enotri” un investimento che preoccupa Trebisacce

Avanza, nell’alternarsi di ottimismo e di inevitabili perplessità, il progetto intercomunale “Le Terre degli Enotri” redatto dalla “Altamura Hospitality Group” che, dopo aver acquisito il gradimento del presidente Oliverio a cui è stato illustrato, nelle ultime ore ha superato anche il secondo step, quello cioè del Ministero dello Sviluppo Economico nella persona del Sottosegretario Antonio Gentile a cui è stato illustrato dall’architetto Enrico Rossi amministratore delegato di questa società

di tutte le precondizioni per che ha sede a Padova.

«L’incontro con il sotto- la riuscita del progetto, ha segretario Antonio Gentile, assicurato al senatore Genavvenuto presso la sede del tile l’acquisita presenza di Ministro a Roma, a cui ab- quattro imprenditori italiani biamo illustrato il progetto ed esteri disposti a investire fino a 200miche prevede un copioso investilioni di euro in Nove questo impormento nell’Alto Jonio è stato tante Piano di i comuni estremamente Sviluppo per la dell’Alto Jonio positivo».

Calabria e per Lo ha dichiail Sud. coinvolti Come è noto, rato Enrico l’ambizioso Rossi, amministratore delegato di Altamura progetto, sottoscritto da ben Hospitality Group, ideatrice nove comuni dell’Alto Jonio e promotrice del Progetto (Albidona, Alessandria del “Terre degli Enotri” il quale, Carretto, Amendolara, Ceroltre ad aver convinto il suo chiara di Calabria, Francainterlocutore dell’esistenza villa Marittima, Plataci, San

Il territorio dell’Alto Jonio osservato da Corigliano

Lorenzo Bellizzi, Trebisacce e Villapiana) e che promette un ingente investimento in strutture turistiche e un’importate ricaduta in termini di occupazione prevede il supporto della Regione Calabria, quello del Ministero per lo Sviluppo Economico e inoltre il partenariato di imprenditori provenienti dal

La Madonna fra le vie di Cassano dopo 35 anni Cassano

Si è concluso nella giornata di ieri il Giubileo Mariano organizzato dal Santuario della Madonna della Catena e che ha visto nei giorni scorsi la presenza per tre giorni della statua tanto cara ai cassanesi nella Basilica Cattedrale. Una marcia festosa ha riaccom-

pagnato la statua della Madonna della Catena al suo Santuario dopo che la stessa era stata “in visita” alla gente di Cassano presso la Basilica Minore. Già tre giorni fa infatti una folla festante aveva accolto la statua che mancava dalle strade cittadine da oltre trentacinque anni. Un lungo corteo di macchine

accompagnate dai fuochi pirotecnici ha scortato la statua lungo le strade di contrada Giostratico, quelle che un tempo decine di contadini cassanesi ogni mattina percorrevano per andare a lavoro nei campi.

Un evento epocale dunque, oltre che di fede, che resterà nella mente di molti fedeli. (pas. cer.)

nord Italia e dall’Europa ma anche una quota da parte dei comuni che dovrebbero anticipare una quota di compartecipazione.

Si tratta dunque, a ben vedere, di una scommessa, seppure ridotta, su un progetto avveniristico che fa sognare ad occhi aperti ma che, calato nella realtà dei comuni che hanno difficoltà a disporre della sufficiente liquidità, suscita non poche perplessità tra gli amministratori dei nove comuni, perché chiamati ad anticipare una quota di compartecipazione per dare lo starter al progetto, tanto è vero che solo qualcuno dei suddetti comuni ha già sottoscritto il relativo protocollo d’intesa per l’adesione al progetto.

Potrebbe essere considerata, in pratica, come una sorta di roulette da cui si può vincere solo se si ha il coraggio di fare una puntata.

Pino La Rocca

Tirreno

MARTEDÌ 1 novembre 2016

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tirreno@cronachedellecalabrie.it

Le ultime scosse hanno danneggiato l’edificio di San Francesco di Paola, nel rione Monti

Danni a Roma alla chiesa del patrono Paola

Le radici

La chiesa fu fatta costruire tra il 1624 e il 1630 da un sacerdote calabrese, Giovanni Pizzullo della Regina

Il terremoto di pochi giorni fa non ha colpito soltanto paesini come Norcia in Umbria, ma si è esteso fino nel Lazio arrecando ingenti danni al patrimonio artistico della Capitale. Infatti dopo accurati sopralluoghi in seguito alla forte scossa di venerdì scorso, a scopo precauzionale è stato chiuso al traffico ponte Mazzini, mentre sono state dichiarate inagibili dai vigili del fuoco due chiese del centro storico, quella di San Francesco di Paola nel rione Monti e la Basilica di Sant’Eustachio. Anche la chiesa di Santa Barnaba nel comune di Marino, nell’area dei Castelli romani, avrebbe riportato serie lesioni all’edificio. Già domenica erano stati invece riscontrati danni alla cupola della chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, capolavoro del Borromini, e una grossa crepa sul frontone della basilica di San Paolo. È questa una notizia che non poteva passare inosservata,

proprio nella città natale del santo, patrono della Calabria, creando apprensione e speranza che al più presto la chiesa di San Francesco di Paola a Roma possa riaprire i battenti. Come si sa, è sterminata dappertutto la devozione al santo paolano, che in ogni luogo, nelle più importanti città del mondo, in Francia come nell’America latina, ha fatto sì che sorgessero ovunque chiese e conventi in suo nome.

Così è avvenuto a Roma con la chiesa e il suo convento, situata presso la basilica di San Pietro in Vincoli, che per il momento rimane preclusa all’accesso. La stessa fu fatta costruire da un sacerdote calabrese, Giovanni Pizzullo della Regina, tra il 1624 e il 1630, ad opera dell’architetto Orazio Torriani. Fu dedicata al santo fondatore dei Frati Minimi e divenne chiesa regionale dei calabresi. Nel 1662 viene così descritta nella relazione ufficiale dello stato temporale delle chiese di Roma esistente negli archivi del Vaticano: «La chiesa utilizza come campanile una torre

Lo chef De Luca vuole sfornare la più grande pizza rustica

’mpiulato in formato maxi Missione record mondiale

Lo chef alle prese con lo ‘mpiulato tipico della tradizione paolana

Paola

In attesa che quest’oggi si concluda la kermesse iniziata ieri, il tentativo di record mondiale in cui s’è cimentata la commissione consiliare deputata alle celebrazioni per il VI centenario dalla nascita di San Francesco di Paola, ha registrato un ottimo afflusso di presenze.

Graziata dal vento che ha sferzato la città sino a poche

ore dall’inizio, la manifestazione è stata possibile grazie all’impegno diretto dello chef Giovanni De Luca che, insieme alla sua associazione (“Gli amici della montagna” di Fuscaldo), ha curato la preparazione della maxi pizza rustica, localmente definita col nome di ‘mpiulato, che a conti fatti dovrebbe essere la più grande mai sfornata al mondo. Patrocinata dal Comune di Paola, l’iniziativa è stata il frutto di un lavoro

sinergico condotto da più associazioni e coordinato dalla capogruppo consiliare Maria Pia Serranò. La consigliera della compagine di “Grande Paola”, riferimento apicale della commissione organizzatrice, presentando l’allestimento ne ha così svelato i segreti: «Abbiamo chiesto l’aiuto agli “Amici della Montagna”, al comitato “Fosse” (quartiere da sempre esperto sugli allestimenti enogastronomici cittadini, ndr) che è

Ne ha curato la preparazione con l’associazione “Gli amici della montagna” da sempre vicino soprattutto con le donne che, particolarmente, lavoreranno insieme a noi come sempre». dan. si.

del vicino palazzo Borgia, che divenne sede del monastero quando fu costruita. In occasione dei lavori eseguiti nel 1884 per l’apertura di via Cavour, la chiesetta di San Salvatore “ad tre immagine” fu demolita, il livello stradale abbassato, e fu necessario costruire un muraglione di contenimento e di sostegno; per cui oggi la chiesa di San Francesco di Paola si presenta quasi sospesa tra terra e cielo per chi la guardi dal basso». All’interno si presenta a navata unica con

tre cappelle per lato. Tra le principali opere che vi sono conservate si possono ammirare il valore artistico dell’altare maggiore, opera tardo barocca di Giovanni Antonio de Rossi del 1655; il ciclo di affreschi dipinti da Giuseppe Bartolomeo Chiari, dove vengono rappresentati i Miracoli di San Francesco di Paola; mentre in sacrestia si può contemplare l’apparizione della Vergine a San Francesco di Paola del Sassoferrato.

Alessandro Pagliaro

Il sindaco Ferrari saluta l’ufficiale dell’anagrafe

E nel bel mezzo della bufera è andato in pensione un veterano del Comune Paola

Dopo tanti anni di onorato servizio, l’ufficiale anagrafe del Comune di Paola è andato in pensione. A Vincenzo Ramunno (foto), fino a ieri impiegato presso il Sant’Agostino, sono giunti immediati gli auguri dei colleghi e gli attestati di stima della cittadinanza. Come di consueto in questi casi, una piccola cerimonia ha preceduto la fase dei saluti.

Il collocamento a riposo di Ramunno rappresenta un ulteriore espianto dall’organigramma su cui può attualmente contare il sindaco Ferrari che, indebolito dall’incertezza relativa alla corresponsione degli stipendi ai dipendenti e consapevole della necessità di rimpinguare il personale con innesti nuovi, al momento si trova le mani legate dal dissesto dell’Ente. Aver dovuto dichiarare questo stato di cose per il Comune da lui amministrato, ha esposto il sin-

daco al rischio che attualmente sembra essersi palesato in tutta la sua consistenza, ovvero l’impossibilità di agire celermente con procedure esenti da caratteristiche opinabili, su fronti altamente sensibili come quello che riguarda il futuro dei lavoratori. Nel frattempo, sul fronte dell’opposizione, è iniziato a montare lo stato di allerta sulla eventuale assunzione di sette persone.

Daniela Signoretti

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Tirreno

MARTEDÌ 1 novembre 2016

Alto e Basso Tirreno

Potrebbero essere nocivi perché trattati con grosse quantità di pesticidi

Cedri sotto la lente dei Nas Santa Maria del Cedro

Sull’alto Tirreno cosentino ci si ammala sempre più spesso di tumore. Ma mentre sui numeri si attendono i dati ufficiali dopo l’istituzione di un registro ad hoc risalente allo scorso inverno, sulle cause si azzardano una serie di ipotesi che tuttavia non trovano l’ufficialità, lasciando che teorie spesso errate infondano paure e timore nella popolazione. L’ultima, in ordine di tempo, è quella che metterebbe alla gogna l’agrume tanto caro agli ebrei coltivato principalmente nei terreni della cittadina altotirrenica guidata dal sindaco Ugo Vetere.

A Santa Maria, la voce, seppur flebile, gira da mesi: il cedro viene trattato da grosse quantità di pesticidi, risultando pericoloso per la salute di chi lo ingerisce. Alcune segnalazioni arrivano dritto alla Procura di Catanzaro, che la scorsa estate avrebbe avviato un’indagine, incaricando gli uomini dei Nas di effettuare controlli

periodici al fine di scongiurare eventuali illeciti commessi dai coltivatori. Ma in attesa degli eventuali risultati, la questione può essere smontata da una facile ricognizione. Intanto è utile, e confortante, sottolineare un dato: rispetto a un comune come Paola, quello di Santa Maria non sembrerebbe presentare casi di malattie tumorali che non siano in linea, purtroppo,

Le indagini in corso faranno luce su eventuali illeciti commessi dai coltivatori con la media nazionale.

Occorre, inoltre, sapere che la coltivazione del cedro avviene, parallelamente, con due differenti scopi. Il primo è certamente quello della produzione destinata al consumo e all’industria alimentare, l’altra riguarda esclusivamente la celebrazione del “Sukot”, la festività ebraica considerata tra le più importanti per via

del significato che evoca il viaggio del popolo di Israele verso la terra promessa.

Ed è qui che, impropriamente, possono aver preso il via i temibili sospetti. A cavallo tra la fine di agosto e gli inizi di settembre, numerosi ebrei raggiungono la cittadina alto tirrenica per scegliere personalmente i cedri da esporre per la cerimonia, i quali non vengono utilizzati come alimenti, ma come veri e propri totem dell’ebraismo. La scelta è piuttosto impegnativa, perché gli agrumi devono avere una caratteristica particolare, ovvero devono essere scevri da qualsivoglia forma di imperfezione.

Ciò implica che già nel periodo di marzo e aprile, i rutacei destinati al commercio con gli ebrei, un business che si aggirerebbe intorno ai 2 milioni di euro all’anno, vengono trattati con una maggiore quantità di insetticidi che, però, rientrano comunque nella categoria di quelli consentiti dalle norme di sicurezza che rispettano gli standard indicati dall’Unione

Il Christmas Village sarà di nuovo esposto a Paola

Neve e pastori al lavoro nel villaggio di Cannizzaro San Lucido

Il Christmas Village di Domenico Cannizzaro

Magia, sorpresa e atmosfera natalizia. È questo il concetto che esprime il Christmas Village, l’innevato villaggio in movimento e in miniatura, ideato e realizzato da Domenico Cannizzaro, all’interno del quale quale si possono ammirare piccole scene natalizie che scaldano il cuore.

Dalla pista di pattinaggio alle giostrine che girano in tondo, dagli artigiani al lavoro, alle slitte che corrono su un soffice strato di neve.

Non appena lo si guarda per la prima volta si entra subito nello spirito del Natale, è inevitabile. Domenico Cannizzaro, di San Lucido, oltre ad essere il “papà” del villag-

Europea.

Mentre quelli destinati al consumo alimentare seguono tutt’altro processo, ricevendo medicinali e trattamenti a cicli regolari e senza mai superare le dosi consentite. Almeno è questo ciò che assicura chi conosce bene le modalità di coltivazione o chi, per fugare ogni dubbio, dice di aver giocato di anticipo sottoponendo privatamente al vaglio dei biologi, numerose volte, diverse qualità di agrumi.

Francesca Lagatta gio, ricopre, durante l’esposizione del suo lavoro, il ruolo di Babbo Natale. Un personaggio che gli calza a pennello, visto che ha una lunga barba e i capelli bianchi, proprio come il Santa Claus che siamo abituati a vedere raffigurato, praticamente dappertutto, nel periodo invernale.

Lo sguardo rassicurante e la simpatia affettuosa che caratterizzano il suo personaggio fanno il resto. Tanto che lui

Sarà possibile ammirarlo all’interno del palazzo delle meraviglie e il suo progetto sono stati richiesti per il secondo anno consecutivo per lo svolgimento del programma natalizio paolano. Fortemente voluto dall’amministrazione comunale e dal vicesindaco e assessore al Turismo Francesco Sbano, il Christmas Village sarà presente, per tutte le fe-

stività, a Paola, presso il Palazzo delle meraviglie, messo a disposizione gratuitamente da Antonio Uberti.

Tra le novità anche la partecipazione dell’istituto comprensivo Francesco Bruno grazie alla dirigente Sandra Grossi. Gli studenti delle scuole elementari e medie si esibiranno, infatti, in alcune performance. Inoltre, quest’anno, ci sarà lo spazio “L’Elfo Racconta”, dedicato alle scolaresche che faranno visita al villaggio, le quali potranno ascoltare delle favole raccontate proprio dall’elfo.

Un momento che piacerà non solo ai piccoli, ma che farà sognare sicuramente anche i più grandi, che al fascino del Natale non sono mai immuni.

Ma il successo di Cannizzaro non è solo locale. Lo dimostrano i cinquemila visitatori della scorsa edizione, arrivati da tutta Italia per vivere un po’ di magia natalizia. Tante altre saranno le novità tutte da scoprire, che renderanno ancora più magico l’incanto del Natale.

Asmara Bassetti

Italia&Mondo

MARTEDÌ 1 novembre 2016

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redazione@cronachedellecalabrie.it

Oltre quindicimila persone assistite dopo il nuovo sisma di domenica

A Norcia scatta la protesta «Ridateci le nostre tende» Roma

Dopo il devastante terremoto di 6.5 e le oltre 700 repliche da domenica, a Norcia monta la protesta degli abitanti: «Ridateci le tende» è la richiesta che arriva dalla maggior parte delle persone che hanno scelto di rimanere in città pur avendo le case inagibili o non potendo rientrare per la paura o perché all’interno della zona rossa. La Regione assicura che saranno montate tensostrutture collettive.

Renzi è contrario all’idea delle tendopoli: «Non possiamo avere le tende per qualche mese in montagna, sotto la neve. Ci sono gli alberghi». Sono quindicimila le persone assistite dalla Protezione civile. E ci sono anche oltre 3.000 persone fuori casa nel Teramano.

Intanto dal Consiglio dei ministri arrivano più poteri per il capo della protezione civile e più forze dell’ordine oltre che un decreto entro 72 ore. Il premier Matteo Renzi assicura «contai-

ners entro Natale e poi le casette di legno in sei-sette mesi».

Il suolo nelle zone colpite si è abbassato fino a 70 centimetri.

Lo indicano le prime immagini inviate dai satelliti. «Sono dati preliminari» ha detto all’Ansa Simone Atzori, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). «L’elaborazione delle immagini è in corso - ha aggiunto - ma possiamo già dire che in alcune zone, come Castelluccio, l’abbassamento arriva fino a 70 centimetri».

Oltre quindicimila le persone assistite in seguito al terremoto di domenica mattina. Oltre cinquecento persone sono accolte in strutture alberghiere nell’area del Trasimeno e oltre quattromila negli alberghi sulla costa adriatica. A queste si aggiungono circa tremila persone in Umbria e altre settemila nelle Marche ospitate in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale. Rimangono, inoltre, tra gli assistiti a seguito del sisma del 24 agosto, oltre 1100 cittadini ospitati in alberghi e strutture

Persone sfollate all’interno dei campi sportivi di Fabriano

ricettive, prevalentemente a San Benedetto del Tronto, presso le abitazioni del progetto C.a.s.e. nel comune dell’Aquila o nei Map localizzati in altri comuni d’Abruzzo nonché nelle residenze sanitarie assistenziali nelle quattro regioni colpite dal sisma.

Paura anche a Roma, dove ieri le scuole sono rimaste chiuse per controlli, estesi anche ad altri edifici pubblici. Inagibili due chiese in centro. Chiuso Ponte

Mazzini per una crepa.

Riattivato il numero solidale 45500 - Tramite Tim, Vodafone, Wind, H3G e Poste mobile è possibile donare due euro inviando un sms o effettuando una chiamata da linea fissa al numero 45500.

I fondi raccolti saranno trasferiti, senza alcun ricarico, alla Protezione Civile che provvederà a destinarle alle regioni colpite dal sisma.

La polemica

Su Facebook appare il post di un impresario musicale

«Vorrei un terremoto che cancelli la Calabria»

La democrazia ha delle falle. Lasciare andare un pensiero, così come fosse un peto - seppure non nel salotto di casa ma nel mondo parallelo di Facebook - ha delle conseguenze. Prima fra tutte quella di assicurarsi valanghe di critiche che un clic non basterà a scrollarsi di dosso. Mentre l’Italia trema e piange per la distruzione la morte e il dolore provocati dal terremoto, c’è un signore che seduto alla sua scrivania, protetto dallo schermo, fa tic tic tic sulla tastiera e commenta un post: “Io spero in un solo

terremoto di magnitudo 100 in Calabria”.

Lui spera in un terremoto che sotterri la Calabria, la faccia sparire. Chissà se lo pensa davvero, però lo scrive.

Lui, Massimo Levantini, è un impresario, un manager di Live Nation una società che organizza e promuove concerti di artisti come Giorgia, Marco Mengoni, Tiziano Ferro, e li organizza anche in Calabria.

Il post, naturalmente, rimbalza da una parte all’altra della rete (la foto accanto è stata presa dalla

bacheca della giornalista Alessia Principe): Levantini in poche ore riceve decine e decine di commenti al suo post e - questo è un classico - cancella la frase incriminata, cancella tutto.

Ma il web non dimentica, perché esiste lo screenshot.

E dalla rete arriva l’ordine ai calabresi: ricordate il nome e il cognome di questo signore.

Perché magari si materializzerà con in mano la cartella delle sue proposte per i concerti, pronto ad alimentare il suo businness. be.ca.

Il post incriminato

Dal palazzo

IL PREMIER Renzi contrario all’idea delle tendopoli: «Non sono concepibili in montagna sotto la neve.

Meglio gli alberghi»

DECISIONI Dal consiglio dei ministri più poteri al capo della Protezione civile e potenziamento delle forze dell’ordine. In arrivo anche un nuovo decreto

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Italia&Mondo

MARTEDÌ 1 novembre 2016

L’entrata

Esercito a Mosul Il premier all’Isis: «Morirete tutti»

Le forze irachene nei sobborghi del Califfato In città almeno 5mila jihadisti addestrati Bazwaya

Le colonne di fumo che salgono da Gogjali verso il cielo dell’Iraq non riescono a nasconderla del tutto: Mosul è lì, appena pochi chilometri dalla linea del fronte. Nell’ultimo villaggio si combatte ancora, pesantemente.

Le raffiche e i colpi di artiglieria risuonano accanto allo sferragliare dei carri armati Abrams. I primi militari iracheni, dichiara il generale Wissam Araji, dovrebbero essere già impegnati a Karama, nella periferia della città che lo Stato Islamico ha indicato come sua capitale irachena.

Un collega lo smentisce: stiamo arrivando, ma non siamo ancora dentro Mosul. A Bazwaya l’entusiasmo dei soldati della Golden Division è evidente: «Domani a Mosul, domani a Mosul», ripete Mohamed, ventenne

di Diyala. Le bandiere con il ritratto di Ali, cugino del Profeta, e di suo figlio Hussein, martire nella battaglia di Karbala, testimoniano il senso di rivalsa degli sciiti è un carburante potente per l’offensiva. Due anni fa la resistenza dei soldati governativi, in ampia superiorità numerica e di armamenti, si era liquefatta davanti all’avanzata di un gruppo non irresistibile di miliziani ben motivati.

Adesso la situazione si è capovolta, gli uomini dello Stato Islamico sembrano intimiditi, circolano foto di jihadisti arrestati mentre cercano di fuggire all’accerchiamento vestiti da donna o nascosti nel doppio fondo di un furgoncino.

Ma la battaglia di Mosul è tutt’altro che finita: lo scontro nella città è molto più difficile per un esercito che vuole comunque salvaguardare la vita del milione di civili presenti in

L’esercito iracheno entra a Mosul

città. Mentre ammoniva gli uomini di Daesh perché si arrendessero («o morirete tutti»), il premier Haidar al Abadi ha suggerito alla popolazione di chiudersi in casa. Ma è un invito che nessuno potrà prendere sul serio.

I miliziani dello Stato Islamico di fatto tengono in ostaggio la città, hanno già concentrato la gente dei villaggi per usarla come scudi umani, ed è difficile che ai civili basti una porta chiusa per fermare i jihadisti.

Le stime degli analisti parlano di cinquemila combattenti rimasti in città. Ma sarebbe un errore compararli direttamente con i 40mila mi-

litari iracheni governativi e curdi, affiancati poi dalle milizie paramilitari sciite. I jihadisti rimasti dentro Mosul sono combattenti esperti, addestrati e già votati al martirio. In più, sono totalmente privi di scrupoli nell’usare i civili come scudi o organizzare tutte le possibili trappole.

E nella guerra urbana chi difende è sempre in vantaggio, tanto più se gli attaccanti non possono usare la superiorità degli armamenti e non possono bombardare la città.

Fra i jihadisti uccisi negli scontri a est della città, è segnalata una robusta percentuale di foreign fighters.

L’orrore

La conferma

La richiesta

Decapitato mentra andava a funghi Il nipote confessa: «L’ho ucciso io»

Per il tribunale del Riesame Corona deve restare in carcere

Caso Varani, Foffo e Prato a processo L’accusa è di omicidio volontario

GENOVA Claudio Borgarelli, l’infermiere accusato di avere ucciso lo zio Albano Crocco lo scorso 11 ottobre nei boschi di Lumarzo, ha confessato il delitto. «Abbiamo discusso per il sentiero - ha detto Borgarelli davanti al gip Paola Faggioni -. Lui mi ha insultato e sputato addosso e io non ho capito più nulla». Borgarelli, difeso dall’avvocato Antonio Rubino, ha pianto durante la confessione ma non ha chiesto perdono. «Quella mattina - ha detto ancora Borgarelli davanti al gip - abbiamo discusso. Io gli ho sparato due colpi e poi l’ho decapitato.

Sono tornato a casa, ho messo la testa nel sacco e poi l’ho buttata».

MILANO Fabrizio Corona, arrestato nelle scorse settimane con l’accusa di intestazione fittizia di beni mentre era in affidamento in prova ai servizi sociali, deve rimanere in carcere. Lo ha deciso il Tribunale del riesame di Milano che ha respinto l’istanza di scarcerazione della difesa dell’ex fotografo dei vip, che aveva già cercato, senza esito, di ottenere la revoca dell’ordinanza cautelare dal gip.

Venerdì scorso dopo l’udienza davanti al riesame, i giudici hanno concesso gli arresti domiciliari a Francesca Persi, collaboratrice di Corona e presunta prestanome, nella cui casa sono stati trovati oltre 1,7 milioni di euro in contanti.

Referendum, Renzi boccia lo slittamento E Bonino intanto si schiera: «Voto Sì» ROMA Quanto è difficile garantire il voto nelle zone terremotate?

Ed è giusto dividersi con durezza in campagna elettorale proprio mentre una vasta area del Paese è in emergenza? L’idea di rinviare il referendum raccoglie qualche consenso e

parecchie bocciature. In particolare quella del premier Matteo Renzi: «È una cosa che per quello che mi riguarda non esiste. Il referendum si tiene il 4 dicembre come abbiamo fissato, nessuno ci ha chiesto peraltro di fare il contrario. È una

ROMA In arrivo le richieste della procura di Roma sull’omicidio di Luca Varani, il giovane di 27 anni ucciso a Roma nel quartiere Collatino il 4 marzo scorso, dopo indicibili sevizie, nel corso di un festino a base di droga e alcol.

L’intenzione del pm Francesco Scavo, titolare degli accertamenti, sarebbe quella di mandare sotto processo Marco Prato e Manuel Foffo, i due conoscenti di Varani accusati del delitto. Omicidio volontario il reato contestato. Da stabilire ancora se accusarli anche di premeditazione. Secondo la procura, quello di Varani sarebbe stato un massacro infinito ed efferato.

boutade giornalistica». E come lui ragiona anche il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda: «Il prolungamento della campagna elettorale e dello scontro politico – sostiene - non farebbe bene. E non sarebbe positivo neanche per l’ordinata vita delle istituzioni. Ci rifletterei mille e mille volte prima di rinviarlo.

Penso invece che lo Stato – aggiunge il presidente dei senatori dem abbia il dovere di fare il possibile

fare per rendere più facile il voto ai cittadini colpiti dal terremoto». Nel frattempo, il fronte del Sì raccoglie anche l’adesione di Emma Bonino in vista del 4 dicembre: «Voterò a favore del referendum - sostiene al congresso dei Radicali Italiani Non è così drammatico dire che si sceglie il meno peggio. Se vince il No, non credo che le nostre battaglie troveranno maggiore ascolto in Salvini, Brunetta e Grillo».

MARTEDÌ 1 novembre 2016

I Radiohead in Italia a giugno

Umberto Boccioni

Firenze

I Radiohead, assenti dai palchi italiani dal 2012, annunciano due concerti: il 14 giugno saranno a Firenze (Visarno Arena, Parco Delle Cascine) e il 16 All’I-Days Festival Milano 2017 (Parco di Monza, Autodromo Nazionale).

La band toccherà con il tour alcuni dei più importanti festival europei

Genio e memoria

Milano

Nel centenario della morte, dopo il successo della mostra milanese, anche il Mart di Rovereto celebra il genio di Umberto Boccioni, tra i padri indiscussi del Futurismo. Riunite dal 5 novembre al 17 febbraio in una grande esposizione oltre 150 opere tra disegni, dipinti, sculture, incisioni, fotografie d’epoca, libri, riviste e documenti, che, in perfetto dialogo con le collezioni museali, raccontano la storia del maestro, pittore e scultore del dinamismo e dello spazio.

Con il titolo “Umberto Boccioni, genio e memoria”, l’importante rassegna costituisce un’edizione nuova e inedita anche rispetto alla mostra di Palazzo Reale. Ambedue hanno infatti preso le mosse dalle ricerche più recenti condotte sulla base di preziosi e quasi sconosciuti materiali d’archivio, sul rinvenimento di una serie di scritti e documenti, da poco riscoperti nella Biblioteca Civica di Verona, nonché sull’eccezionale corpus dei disegni boccioniani del Castello Sforzesco, esposti tutti insieme soltanto una volta, 40 anni fa.

Tali materiali sono stati quindi integrati da documentazione proveniente dall’Archivio del ‘900 del Mart, con i progetti della Casa d’Arte Futurista Depero (seconda sede del Mart) e da dipinti e opere fondamentali nella produzione dell’artista.

Un grande sforzo espositivo, che è stato reso possibile solo dalla ricerca compiuta dai Musei Civici di Milano e promossa dalla Soprintendenza del Castello Sforzesco. Realizzata in colla-

borazione con il Museo del Novecento, il Palazzo Reale di Milano, il Mart di Rovereto e la casa editrice Electa, la rassegna è stata curata da Francesca Rossi (Castello Sforzesco) con la collaborazione di Agostino Contò (Biblioteca Civica di Verona). Insieme hanno ideato un originale taglio critico in grado di offrire un percorso selettivo basato sulle fonti visive che hanno contribuito alla formazione e all’evoluzione

dello stile dell’artista. L’attività di Umberto Boccioni viene così esplorata a Rovereto attraverso accostamenti con le opere di maestri antichi e contemporanei, alcune delle quali appartenenti appunto alle Collezioni del Mart.

Il percorso della mostra si dipana tra oltre 150 opere, disegni, dipinti, sculture, incisioni, fo-

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tografie d’epoca, libri, riviste e documenti che illustrano la vita dell’artista, scomparso a soli 33 anni per un banale incidente, disarcionato dalla sua cavalla imbizzarrita, il 17 agosto 1916 a Chievo (Verona), durante un’esercitazione militare.

Tra i materiali meno noti, spicca un album di immagini composto da Boccioni con un vasto repertorio iconografico che getta una nuova luce sulla sua ricerca.

Con quei riferimenti così precisi e personali alle opere degli artisti che lo avevano influenzato, l’Atlante della memoria’ svolge quindi un ruolo centrale nel progetto espositivo, soprattutto perché alcune delle opere lì riprodotte sono presenti in mostra e dialogano con le più celebri pitture e sculture di Boccioni, provenienti da collezioni e musei internazionali.

come Glastonbury in Inghilterra (23 giugno) e Rock Werchter in Belgio (30 giugno), oltre alla manifestazione dal vivo monzese inaugurata nel 2016, di cui Thom Yorke e soci sono i primi headliner annunciati per la nuova edizione.

I Radiohead, oltre ai classici, suoneranno le nuove tracce dell’album “A Moon Shaped Pool”, uscito a maggio scorso. Biglietti in vendita da venerdì 4 novembre.

90 anni fa moriva il mago Houdini

Novant’anni fa l’ultima fuga impossibile, poi il viaggio senza ritorno verso la morte. Era il 31 ottobre 1926, giorno di Halloween, quando Henry Houdini, a soli 52 anni, veniva stroncato da una peritonite. Pochi giorni prima si era esibito a Detroit in Michigan, nonostante avesse 40 di febbre e ignorando di avere i sintomi di un’appendicite. Houdini, al secolo Ehrich Weisz, è considerato uno degli illusionisti ed escapologi più famosi della storia.

Nacque a Budapest nel 1874 e a soli quattro anni si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti. Divenne un illusionista già da adolescente ma la fama arrivò quando iniziò ad esibirsi da escapologo e scelse appunto il nome

d’arte Harry Houdini come tributo al mago francese Jean Eugène Robert-Houdin. La leggenda Houdini si affermò nei primi due decenni del XX secolo quando impressionò tutti per la sua straordinaria capacità di liberarsi da manette, ogni genere di catene, camice di forza e catene.

Ma fu consacrato alla fama definitivamente nel 1913 con il numero della cella della tortura cinese in cui rimaneva sospeso a testa in giù in una cassa di vetro e acciaio piena d’acqua e chiusa a chiave. Negli anni successivi si dedicò anche ad una sorta di attività di “acchiappafantasmi” cercando di smascherare medium e parapsicologi e le loro frodi.

PROGRAMMI TV Rai 1

Rai 2

Rai 3

06:45 UnoMattina 06:55 Rai Parlamento 07:00 TG1 09:25 Santa Messa di Papa Francesco 11:15 A Sua immagine 11:50 La prova del cuoco 13:30 TG1 14:00 La vita in diretta 16:30 TG1 16:40 TG1 Economia 16:50 La vita in diretta 18:45 L’eredità (Rai) 20:00 TG1 20:30 Affari tuoi 21:25 I Medici 23:30 Porta a Porta 01:35 TG1 Notte 01:40 Sottovoce

07:50 Le sorelle McLeod 08:30 Cedar Cove 10:55 Tg2 Flash 11:00 I fatti vostri 13:00 TG2 Giorno 14:00 Detto fatto 16:30 The Good Wife 17:15 Madame Secretary 18:00 Rai Parlamento 18:15 TG2 18:30 Rai TG Sport 18:50 Blue Bloods 19:40 N.C.I.S. 20:30 TG2 21:05 LOL :-) 21:20 Stasera tutto è possibile 23:40 Sbandati 01:15 Ombre

07:00 TGR Buongiorno Italia 08:00 Cartouche 10:00 Un caso senza soluzione 11:55 Meteo3 12:00 TG3 13:15 Il tempo e la Storia 14:20 TG3 15:15 Il commisario Rex 16:00 Aspettando Geo 16:40 Geo 19:00 TG3 20:00 Blob 20:10 Gazebo Social 20:40 Un posto al sole 21:15 Tutto è politica 22:45 Mi mandai RaiTre 00:00 TG3 Linea Notte 01:00 Meteo 3

Rete 4 06:20 Media shopping 06:35 The Practice Professione avvocati 08:30 Cuore ribelle 09:30 I Cesaroni 10:40 Ricette all’italiana 11:30 TG4 - Meteo.it 12:00 Detective in corsia 13:00 La signora in giallo 14:00 Lo sportello di Forum 15:30 Flikken coppia in giallo 16:37 Uomini selvaggi 18:55 TG4 - Meteo.it 19:55 Tempesta d’amore 20:30 Dalla vostra parte 21:15 Delitti inquietanti 23:05 I Bellissimi di R4 23:07 La prima cosa bella

Canale 5 07:30 TG5 Prima pagina 07:55 Traffico - Meteo.it 07:59 TG5 Mattina 08:45 Mattino Cinque 11:00 Forum 13:00 TG5 - Meteo.it 13:41 Beautiful 14:10 Una vita (soap) 14:41 Le onde del passato 16:15 Grande Fratello VIP 16:25 Il segreto (soap) 17:10 Pomeriggio Cinque 18:45 Caduta libera 20:00 TG5 - Meteo.it 20:20 Striscia la notizia 20:40 Champions League 23:55 X-Styler Motori 00:20 TG5 - Notte 01:09 Meteo.it

Italia 1 08:00 Sailor Moon 08:30 Supercar 10:30 Person of Interest 12:25 Studio Aperto Meteo.it 13:00 Grande Fratello VIP 13:20 Sport Mediaset 13:50 I Simpson 14:55 Big Bag Theory 15:25 2 Broke Girls 15:50 Due uomini e 1/2 16:20 Baby Daddy 17:40 Friends 18:05 Grande Fratello VIP 18:30 Studio aperto - Meteo.it 19:25 Camera Cafè 19:30 C.S.I. New York 21:10 Le Iene Show 00:35 Saw - L’enigmista

La7 06:00 TG La7 Morning 07:00 Omnibus News 07:30 TG La7 07:50 Omnibus Meteo 07:55 Omnibus 09:40 Coffee Break 11:00 L’aria che tira 13:30 TG La7 14:00 TG La7 Cronache 14:20 Tagadà 16:30 L’ispettore Tibbs 18:10 Josephine Ange Gardien 20:00 TG La7 20:35 Otto e mezzo 21:10 Di Martedì 00:00 TG La7 00:10 Otto e mezzo 00:45 L’aria che tira

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MARTEDÌ 1 novembre 2016

Halloween è calabrese Radici di una tradizione Reggio Calabria

Vivi e morti insieme. É appena trascorsa “All Hallows’ Eve”, la vigilia del giorno di tutti i santi altrimenti nota come Halloween.

La notte in cui i morti ritornano dai vivi, e il confine tra la vita e la morte diventa più labile. La festa del mondo anglosassone prevede la zucca intagliata come una maschera, con una candela dentro che ne sottolinea l’aspetto ambivalente.

I bambini si travestono e girano chiedendo «Trick or treat?», «Dolcetto o scherzetto?». Una traduzione più antica sottolinea: «Sacrificio o maledizione?». Perché tranne la zucca, il cui uso si è diffuso dopo la scoperta dell’America, molti dei significati di Halloween sono tutti europei, legati al culto dei morti e alla memoria.

«Per l’anima dei morti» è ancora oggi l’invocazione usata per chiedere qualcosa a suffragio dei defunti. Se si rifiuta la richiesta, si rifiuta ai morti. E l’usanza di chiedere ai vivi in nome dei defunti è molto più antica di

Halloween. La questua dei bambini poveri in nome dei defunti risale al Medioevo, ed anche nei paesi meridionali era molto diffusa. E sono proprio i bambini, più vicini alla nascita, ad essere “tramite” della richiesta e quindi della memoria. Nella tradizione popolare meridionale, la soglia tra il mondo dei vivi e quello dei morti era rappresentato dal ponte di San Giacomo, un ponte che l’anima doveva attraversare prima di raggiungere definitivamente l’al di là.

Un ponte sulle stelle della Via Lattea, pieno di spade, da percorrere a piedi nudi, che rappresentava l’agonia prima del trapasso.

L’usanza meridionale prevedeva che i morti sarebbero tornati una volta l’anno per premiare o ca-

stigare i fanciulli dei loro parenti: una funzione “pedagogica” che sarebbe stata sostituita da Babbo Natale e la Befana. L’antropologo Lombardi Satriani ha descritto, nell’ormai classico “Il Ponte di San Giacomo”, alcune delle tradizioni di diversi paesi calabresi per commemorare i defunti: «Mi date i morti?» è la domanda che il 2 novembre i bambini facevano agli adulti a Taurianova (Rc) e Mileto (Vv), mentre a Bagnara e Pellegrina (Rc) chiedevano in suffragio “‘u ninarciu”, cioè fichi secchi, nocciole, noci e solo in parte denaro.

Antesignano della zucca americana il “coccalu du muortu” di Serra San Bruno (Vv), con la rapa intagliata a forma di teschio, come una maschera mortuaria, e la candela dentro.

La domanda era: «ndi dati i beniditti morti?». Tracce di queste usanze restano ancora in cucina: sia in provincia di Reggio Calabria che di Vibo Valentia, le pasticcerie in questi giorni vendono le “ossa di morto”, dolcetti zuccherati, bianchi e marroni, a forma di ossa umane.

Dalla tradizione siciliana arrivano invece i “morticeddhi”, la frutta martorana, dolci di marzapane che prendono il nome dal convento palermitano di suore che li producevano.

In questi giorni che alcuni fanno coincidere con l’antico capodanno celtico, Samhain, la Chiesa cattolica ha inserito la commemorazione dei Santi e quella dei Defunti. Avranno tutti passato il ponte di San Giacomo?

Josephine Condemi

Reggio Calabria, tutti pazzi per Benji e Fede Ragazzi e genitori in piedi fin dal mattino per Benji & Fede. Transenne e pass di colore diverso per una foto ed una firma sul nuovo album “O+”, presentato ieri pomeriggio alla libreria Mondadori di Reggio Calabria. L’incontro era previsto per le 15 ma fin dalle 11 il corso Garibaldi si è popolato di giovanissimi fan: molti hanno indossato la fascia con il nome degli idoli tra i capelli, qualcuno ha scritto i loro nomi sulle braccia.

Federico Rossi e Benjamin Mascolo sono un duo pop che nasce sui social: dopo aver visto le rispettive performance su Youtube, i due ventenni a fine 2011 hanno stabilito un contatto su Facebook e deciso di collaborare, Benji dall’Australia e Fede in Italia. A fine 2012 le prime registrazioni su Youtube: il successo ha convinto la Warner Bros a produrre il primo cd presentato ieri a Reggio nel tour “In store”.

R.R.

Il re Alarico di Paolo Grassino a Cosenza Cosenza città candidata a diventare Capitale della Cultura 2018. Cosenza città del turismo. Il tam tam mediatico legato all’operazione “Tesoro di Alarico” ha suscitato la curiosità degli stranieri che raggiungono il capoluogo bruzio per seguire le tracce della leggendaria tomba del re dei Goti. Sulla scia di quegli elementi visivi che nel tempo hanno segnato la fortuna attrattiva di altre città, Cosenza inaugura una pregevole opera che, già posizionata nei giorni scorsi alla confluenza dei fiumi, rappresenterà senza dubbio una tappa fissa per i turisti.

L’inaugurazione ufficiale, alla presenza dell’artista Paolo Grassino, è prevista per sabato 5 novembre alle 12. Ci saranno: il sindaco Mario Occhiuto, il prefetto Gianfranco Tomao, Mario Bozzo presidente della Fondazione Carical che ha finanziato la statua, il sottose-

gretario dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dorina Bianchi e Mario Pagano della Soprintendenza di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Catanzaro, Cosenza e Crotone con cui proprio di recente è stato firmato il protocollo d’intesa per l’avvio degli scavi.

«In questi anni abbiamo lavorato molto per creare una vocazione turistica della nostra città – afferma il sindaco Occhiuto - e oggi sono già visibili i primi risultati. Siamo terzi in Calabria per presenze turistiche dopo Tropea e Reggio Calabria. Abbiamo infatti lavorato sull’organizzazione della logistica, creando percorsi ed itinerari turistici con il pullman ScopriCosenza e con punti informativi, guide e materiali di supporto. Adesso è stata completata la scultura dell’artista Paolo Grassino che raffigura Alarico sul cavallo.

Realizzata grazie ad un finanziamento della Fondazione Carical, la statua è stata posizionata nei pressi della confluenza dei fiumi Crati e Busento. È una iniziativa strategica – spiega il primo cittadino - per rafforzare la vocazione turistica della nostra città. “Alarico sul cavallo” costituirà un simbolo per i tanti visitatori che si recano sul Busento attratti dalla storia straordinaria del tesoro del re dei Goti».

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MARTEDÌ 19 Luglio 2016

MARTEDÌ 1 novembre 2016

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La Coppa del Mondo è orfana

Infortuni per Chiellini e Manolas

Serie B, Spal a valanga sull'Avellino

Era il "papà" della Coppa del Mondo.

Silvio Gazzaniga, scultore ed orafo milanese, è morto ieri a 95 anni: creò tanti trofei, ma il più famoso resta quello dei Mondiali.

Roma e Juve rimangono senza i loro ministri della difesa.

Infortunatisi domenica, Manolas e Chiellini dovranno restare ai box per almeno quindici giorni.

Nel posticipo del lunedì di Serie B, Spal ha batte Avellino con un secco tre a zero. Irpini abbattuti da una tripletta di Antenucci, che lancia i ferraresi i zona playoff.

BOLGIA TURCA Il Napoli è avvisato

Champions, ore 18.45: azzurri a Istanbul col Besiktas NAPOLI L'occasione per cancellare Torino e Higuain. Stasera, alle 18.45, nel catino bollente dell'Inonu di Istanbul, il Napoli si giocherà una percentuale importante di passaggio agli ottavi di finale di Champions League, uno degli obbiettivi stagionali.

Di fronte avrà il Besiktas, che ha vinto al San Paolo appena 15 giorni fa. L’avversario è ancora imbattuto, in questa stagione e potrà contare sull’apporto del proprio pubblico. Ma Maurizio Sarri non teme rivale e ieri, ai microfoni, si è dimostrato sereno e fiducioso: «Io non m’impressiono. Anzi, sono contento di giocare in un ambiente così elettrico, fa più piacere a tutti. La squadra ha la personalità per reggere l’impatto, l’ha dimostrato a Torino dove non s’è mai scomposta ed ha messo in difficoltà la Juventus

più di quanto loro non abbaino fatto con noi.

Dobbiamo limare gli errori, Torino è stata l’espressione difensiva migliore, abbiamo tirato in porta più di loro, concedendo poche occasioni», ha detto l’allenatore napoletano nella conferenza pre gara. Saranno giusto un paio i cambi rispetto alla formazione

schierata allo Stadium, sabato sera. Rientrerà Gabbiadini, mentre in difesa ci sarà Maksimovic al posto di Chiriches. Giocherà anche Insigne, dopo il caso di Torino: «Io non faccio vendette personali - ha assicurato Sarri - agisco per il bene della squadra. Ha fatto solo una caz...ta da ragazzino...».

City-Barcellona è la super sfida

Ritornano le coppe e ritorna la Champions. La quarta giornata si apre oggi con il gruppo A, dove Psg ed Arsenal la fanno da padrone: con una vittoria entrambe sarebbe già qualificate agli ottavi.

Nel gruppo B, la sconfitta interna con il Besiktas ha rovinato i piani del Napoli, che comanda il girone con 6 punti, ma ha rimesso in gioco gli stessi turchi e il Benfica, rendendo la situazione abbastanza incerta. Nel gruppo C il Barcellona con 3 vittorie in altrettante gare comanda il girone: stasera la sfida al Manche-

UDINESE (4-3-3): Karnezis; Widmer, Wague, Danilo, Felipe; Fofana, Kums (1' st Perica), Jankto (29' st Badu); De Paul (1' st Hallfredsson), Zapata, Thereau. In panchina: Scuffet, Perisan, Samir, Angella, Matos, Adnan, Heurtaux, Lucas Evangelista, Balic. Allenatore: Delneri TORINO (4-3-3): Hart; De Silvestri (36' st Zappacosta), Rossettini, Mo-

SOGNI IN FUMO? Un primo piano di Maurizio Sarri

retti, Barreca; Benassi, Valdifiori (2' st Lukic), Baselli; Boyè (19' st Maxi Lopez), Belotti, Ljajic. In panchina: Padelli, Cucchietti, Bovo, Acquah, Zappacosta, Falque, Martinez, Vives, Obi, Ajeti. Allenatore: Mihajlovic ARBITRO: Tagliavento di Terni MARCATORI: 15' pt Benassi (T), 15' st Thereau (U), 25' st Zapata (U), 32' st Ljajic (T) NOTE: Ammoniti: Boyè, Valdifiori, Danilo, Moretti, Zapata. Espulsi: Mihajlovic al 43' s.t.

MA CHE CALCI DICI? Le cinque perle di giornata

1 2 3

ster City che comunque dovrà conquistarsi la qualificazione con Gladbach e Celtic. Nel girone D, Atletico Madrid (9) e Bayern Monaco (6) potrebbero già raggiungere la qualificazione in questa giornata.

Pari pirotecnico tra Udinese e Toro

TORINO 2

i punti

del Napoli di Sarri nel girone B di Champions League dopo tre gare disputate

LE ALTRE GARE

I POSTICIPI DI SERIE A

UDINESE 2

6

UDINE Impattano Udinese e Torino nel primo posticipo di Serie A. I granata vanno in vantaggio con Benassi, ma poi vengono rimontati dai friulani di Del Neri con Thereau e Zapata. Il pareggio nel finale di gara è del serbo Ljajic.

Il litigio tra Trotta e Falcinelli per decidere chi deve tirare il rigore. Una sceneggiata che neanche all'asilo: l'unico neo nel Crotone-Day. Le "scuse" ipocritissime di Higuain dopo aver colpito al cuore il suo Napoli. Occhio, Pipita, che è un attimo e fai la fine di Quagliarella.

Non c'è pace per De Boer. Confermato in settimana, di nuovo a rischio esonero dopo la Samp. L'olandese che non sapeva volare.

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Il nervosismo di Sarri. Dà costantemente l'impressione di rosicare oltremodo dopo le sconfitte. E il caso Insigne lo ha gestito malissimo.

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La casualità che ha addolcito il sabato dei napoletani, Higuain che segna al minuto '71: googlate la smorfia e vedete a cosa corrisponde...

Doppio Dessena, Cagliari gode CAGLIARI 2 PALERMO 1 CAGLIARI (4-3-1-2): Storari; Isla, Ceppitelli, B. Alves, Pisacane; Dessena, Tachtsidis, Padoin (27' st Munari); Di Gennaro (38' st Barella); Sau (31' st Melchiorri), Borriello. In panchina: Rafael, Colombo, Salamon, Capuano, Bittante, Farias, Giannetti. Allenatore: Rastelli PALERMO (4-3-3): Posavec; Ri-

spoli (37' st Morganella), Cionek, Andelkovic, Aleesami; Hiljemark, Jajalo, Chochev (25' st Henrique); Embalo (17' st Diamanti), Nestorovski, Quaison. In panchina: Marson, Fulignati, Vitiello, Goldaniga, Gazzi, Bouy, Pezzella, Lo Faso. Allenatore: De Zerbi MARCATORI: 8' pt e 19' pt Dessena (C), 34' st Nestorovski (P) ARBITRO: Irrati di Pistoia NOTE: ammoniti Rispoli, Quaison, Pisacane, Aleesami; Sau; Padoin; Storari

CAGLIARI Il Cagliari trionfa nell'ultimo posticipo di serie A dominando il Palermo di De Zerbi, sempre più sulla graticola.

Il derby delle isolane va ai sardi che la spuntano con una doppietta di Dessena. Inutile il gol di Nestorovski.

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Sport

MARTEDÌ 1 novembre 2016

SERIE A Dopo la rottura con France Football, da Zurigo ecco il The Best Award: voteranno i tifosi

Dalla Fifa la risposta al Pallone d’Oro

ZURIGO Con il Pallone d’Oro tornato alle origini (verrà assegnato da France Football, che lo ufficializzerà sulla propria copertina il prossimo 13 dicembre), anche la Fifa si riappro-

pria del premio consegnato dal 1991 al 2009: non si chiamerà più Fifa World Player, ma The Best FIFA Football Award. Verrà consegnato il 9 gennaio a Zurigo. Ad essere premiato

“the greatest performers of 2016”, ovvero il giocatore migliore del 2016. Potranno votare anche i tifosi. Chi è il migliore? Questo il messaggio della Fifa. «Questo evento riguarderà il calcio

e i propri appassionati. E’ un nuovo evento con un nuovo approccio al gioco che amiamo”, ha spiegato il presidente della Fifa, l’italosvizzero Gianni Infantino (foto).

Contro Fiorentina e Chievo i rossoblù hanno dimostrato di potersela giocare

Crotone, la salvezza è possibile CROTONE L’adrenalina dasmaltire era parecchia, domenica sera. Finalmente un ruggito, finalmente un gioia. Era dalla festa promozione che dalle parti dello Scida non si vedevano sorrisi così larghi. La vittoria contro il Chievo per il Crotone non è stato un toccasana, di più.

Come se il campionato fosse cominciato nel turno infrasettimanale dello scorso mercoledì, a Firenze. Il punto che serviva, il punto della scossa. Lo stadio, il modulo, gli uomini giusti al posto giusto: Davide Nicola non ha più davanti a sè un cantiere a cielo aperto. Due mesi per abituarsi alla categoria, amalgamare il nuovo gruppo e ricercare il massimo equilibrio tattico, perché a scoprirsi troppo, in serie A, si finisce col rimetterci le penne. L’allenatore ha imparato la lezione: contro i veneti il suo Crotone non ha subito neanche un gol, il progresso più importante, forse più dei gol. Con 21 reti gli squali hanno la seconda retroguardia più battuta: peggio ha fatto solo l’altra neopromossa Cagliari. È da questo che bisogna ripartire per tornare ad essere competitivi nella lotta per la salvezza. Il quart’ultimo posto non è più una chimera. A patto che si prosegui su questo sentiero, con queste motivazioni, con questa grinta. Una lunga settimana di allenamenti prima del match di San Siro che vedrà Adesso un lunga settimana di lavoro e allenamento in vista della sfida di domenica prossima a Milano contro l’Inter Già tanti i tifosi residenti nel Nord che hanno già acquistato il biglietto per il match di San Siro con i nerazzurri

SERIE A CLASSIFICA JUVENTUS 27 ROMA 23 MILAN 22 LAZIO 21 NAPOLI 20 ATALANTA 19 TORINO 16 FIORENTINA* 16 CAGLIARI 16 GENOA* 15 CHIEVO 15 INTER 14 UDINESE 14 SAMPDORIA 14 BOLOGNA 13 SASSUOLO 13 PESCARA 7 EMPOLI 7 6 PALERMO

CROTONE 5

* una partita in meno

RABBIA E ORGOGLIO L’esultanza dei giocatori del Crotone sotto la curva Sud

il Crotone affrontare l’Inter e il caos che gira intorno alla società nerazzurra. I meneghini giocheranno giovedì in Europa League e, anche se dovessero collezionare un risultato positivo, con ogni probabilità il tecnico olandese Frank De Boer verrà esonerato.

Non sappiamo se questo possa essere un vantaggio per gli squali. Certo, fare risultato nella Scala del Calcio, magari approfittando del momento nero dell’Inter, darebbe ulteriori motivazio-

ni a Cordaz e compagni per continuare a credere nel miracolo. Il Crotone ha dimostrato di non partire battuto con nessuno. A Milano, come l’anno scorso nella gara di Coppa Italia con il Milan, ci saranno molti tifosi rossoblù - pronti ad arrivare da ogni parte del Nord Italia - a sostenere i ragazzi di Nicola dagli spalti. Un fattore - dopo quello che si è visto durante l’esilio pescarese - da non sottovalutare.

Luigi Maria Chiappetta

PROSSIMO TURNO 12° Giornata - Domenica 6 novembre TORINO - CAGLIARI SAB. 5 ORE 18 NAPOLI - LAZIO SAB. 5 ORE 20.45 PESCARA - EMPOLI ORE 12.30 CHIEVO - JUVENTUS ORE 15 GENOA - UDINESE ORE 15 PALERMO - MILAN ORE 15 SASSUOLO - ATALANTA ORE 15 FIORENTINA - SAMPDORIA ORE 18 INTER - CROTONE ORE 18 ROMA - BOLOGNA ORE 20.45

L'AVVERSARIO

Dopo la sconfitta con la Samp la società potrebbe esonerare l’olandese

Inter, ore contate per De Boer: Pioli in pole MILANO Frank De Boer e l’Inter stanno per dirsi addio, ormai è questione di ore: stamattina all’alba il tecnico olandese parlerà in conference call con i proprietari cinesi di Suning, che metteranno la parola fine alla sua avventura in nerazzurro.

A questo punto, in pole position per raccogliere il testimone sulla panchina dell’Inter c’è Stefano Pioli (foto), che sembra aver vinto la concorrenza degli altri italiani Guidolin e Mandorlini. Difficile ipotizzare la pista di un altro allenatore straniero,

a meno di colpi di scena dell’ultimo minuto dalla Cina. Oggi presumibilmente ci sarà il tecnico della Primavera Stefano Vecchi a dirigere l’allenamento dei nerazzurri, non è da escludere la sua presenza in panchina giovedì contro il Southamp-

Sport

MARTEDÌ 1 novembre 2016

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LEGA PRO

Domani rossoblù in campo per la Coppa Italia contro il Taranto. Rientrano Statella, D’Anna e Ranieri

Cosenza, dimenticare lo Stabia COSENZA Il ko contro la Juve Stabia, secondo consecutivo, lascia meno scorie rispetto alla battuta d’arresto rimediata contro la Fidelis Andria.

In Campania il Cosenza, anche secondo il tecnico Roselli, ha giocato se non la migliore, una delle più brillanti partite di questo inizio di stagione. Risultato a parte, una sconfitta è sempre una sconfitta, a lasciare il segno è stata la prestazione della squadra che è riuscita a tenere testa ad una formazione, la Juve Stabia, che non ha mai perso in casa e che gioca forse il miglior calcio del girone C. Dunque nessun dramma anche se a cominciare dalla gara con la Casertana si dovrà tornare a fare risultato pieno. Questo per evitare soprattutto di perdere troppo margine rispetto al quartetto che detta il ritmo della classifica.

«Siamo consapevoli di aver

Nonostante la sconfitta gli uomini di Roselli non drammatizzano considerata l’ottima prestazione Il tecnico potrebbe dare spazio ai giocatori che hanno bisogno di trovare la condizione giocato una buona gara e forse non meritavamo nemmeno la sconfitta – dice il direttore sportivo Cerri – Aver tenuto testa alla Juve Stabia è una nota di merito che ci deve far capire che possiamo fare bene in campionato».

Dunque il clima in casa rossoblù è sereno segno che queste due battute d’arresto sono state assorbite senza eccessivi patemi.

«Sappiamo quali sono le nostre caratteristiche e su quelle dobbiamo lavorare – prosegue Cerri – In questo periodo siamo stati anche condizionati da tanti infortuni che non ci hanno consentito di poter sfruttare tutto il nostro potenziale, ma anche questo fa parte del gioco e dobbiamo essere bravi anche a gestire queste situazioni.

Anche perché i ritmi del calendario non lasciano il tempo di pensare a quello che è stato. Il Cosenza ieri pomeriggio è tornato ad allenarsi

OTTIMISTA Il diesse rossoblù Cerri, nonostante le due sconfitte crede nella ripresa della sua squadra

perché per domani è prevista la trasferta di Taranto per il secondo turno di Coppa Italia. Prima parte della seduta dedicata ad un lavoro atletico, nella seconda parte la squadra ha svolto un allenamento prettamente tattico coordinato dal tecnico Giorgio Roselli (foto a sinistra). La buona notizia è che sono Rientrati in gruppo Statella, Ranieri e D’Anna, che continueranno a lavorare anche con lo staff tecnico-sanitario per lasciarsi definitivamente alle spalle i rispettivi infortuni.

Non si sono allenati Blondett, che ha riportato una ferita lacero-contusa nella regione sopraccigliare destra ed

una piccola frattura della base del piede sinistro, Mungo, che continua ad avere problemi ad una caviglia, Caccetta, che soffre di un piccolo affaticamento al polpaccio sinistro, e Perina, preso in consegna dal fisioterapista e probabilmente disponibile già per la partita di domenica contro la Casertana. Per oggi è prevista la rifinitura prima della partenza per Taranto.

Roselli sembra intenzionato, nonostante la rosa non sia lunghissima, a dare spazio a quei giocatori che fino a questo momento hanno trovato poco spazio e a chi deve trovare la condizione in campionato.

Catanzaro, due punti con la cura Zavettieri CATANZARO Secondo pareggio della gestione Zavettieri e primi segnali di ripresa. E’ questa l’istantanea del Catanzaro che viene fuori dal pareggio di Monopoli.

Una squadra che sembra essere rinata dalle proprie ceneri dopo un avvio di stagione a dir poco devastante.

I margini di miglioramento sembrerebbero esserci tutti e la speranza del tecnico è proprio quella «di ritrovare l’entusiasmo giusto per uscire fuori da questa situazione certamente penalizzante.

I valori li abbiamo - ha affermato Zavettieri - e dobbiamo tirarli fuori velocemente perché sappiamo di essere indietro».

Squadra e tecnico devono im-

parare a conoscersi settimana dopo settimana lavorando sia sul campo che all’interno dell ello spogliatoio.

Ritrovare la serenità perduta, la voglia di andare ad allenarsi con il sorriso è il primo passo per tornare a fare risultato pieno in campionato.

«Spero che i ragazzi capiscano che hanno le qualità per rialzarsi – dice – Questi due pareggi hanno dimostrato che il Catanzaro può giocarsela con qualunque avversario e che la posizione di classifica non deve condizionare le nostre prestazioni».

Dunque mente sgombra da ogni tipo di blocco psicologico e ferma convinzione nei propri mezzi. Una ricetta davvero mol-

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le sconfitte consecutive rimediate dal Cosenza nelle ultime due gare

LEGA PRO - girone C CLASSIFICA

JUVE STABIA 25 FOGGIA 24 MATERA 24 LECCE 24 COSENZA 19 MONOPOLI 18 FONDI 15 VIRTUS FRANCAVILLA 14 CASERTANA 13 FIDELIS ANDRIA 13

AKRAGAS 12 CATANIA 11 REGGINA 11 TARANTO 11 MESSINA 11 PAGANESE 10 CATANZARO 9 VIBONESE 9 SIRACUSA

8 MELFI

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PROSSIMO TURNO 12° Giornata - Domenica 6 novembre Nunzio Zavettieri, allenatore giallorosso

to semplice, quella del neo tecnico giallorosso, ma allo stesso tempo efficace, in attesa di un mercato di riparazione che potrebbe ridisegnare tatticamente il Catanzaro. Ma questa è un’altra storia.

AKRAGAS - MELFI VIRTUS FRANCAVILLA - MONOPOLI CATANZARO - JUVE STABIA FOGGIA - CATANIA FONDI - LECCE COSENZA - CASERTANA FIDELIS ANDRIA - VIBONESE MESSINA - MATERA PAGANESE - TARANTO REGGINA - SIRACUSA

ORE 14.30 ORE 14.30 ORE 16.30 ORE 16.30 ORE 16.30 ORE 16.30 ORE 18.30 ORE 20.30 ORE 20.30 ORE 20.30

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Sport

MARTEDÌ 1 novembre 2016

LEGA PRO

Il patron amaranto smorza le polemiche nate al termine del derby

Reggina, Praticò dopo Vibo: «Hanno meritato la vittoria»

FAIR PLAYER Il presidente della Reggina Praticò, accetta la sconfitta

REGGIO C. Il giorno dopo la sconfitta di Vibo Valentia, i toni sono decisamente più pacati.

A caldo il dirigente Gabriele Martino si era lasciato andare a dichiarazioni tutt’altro che tenere nei confronti dell’arbitro e di qualche giocatore della Vibonese, reo di essersi comportato in maniera irrispettosa con il tecnico Zeman.

Pace fatta dunque, anche grazie al presidente Praticò.

Il numero uno amaranto ha sgombrato il campo da ogni dubbio: «La Vibonese

ha meritato di vincere – ha dichiarato in maniera convinta – Stare a giudicare gli episodi, le possibilità mancate o altre cose non serve a niente.

Con sportività bisogna accettare la sconfitta. Quello che conta è il verdetto del campo. Durante la settimana bisogna andare a ricercare le cause di questo nuovo stop e, se possibile, apportare i dovuti correttivi. Alla fine chi vince ha ragione di festeggiare.

La Reggina deve fare mea culpa. L’arbitro? Sia in positivo che negativo la

direzione di gara fa parte del gioco. Non mi piace fare le analisi a posteriori – aggiunge il presidente – sulla condotta arbitrale. Ma solo sulla qualità della prestazione espressa dalla mia squadra. Io penso che dovremo concentrarci su come superare questo momento di difficoltà scaturito dalle due sconfitte consecutive. Vediamo cosa abbiamo sbagliato e ripartiamo». Praticò sorride, anche se amaramente: «Una volta si parlava di nobili decadute.

La Reggina non è una nobile decaduta: era morta.

Adesso siamo in convalescenza. Dunque penso che l’importante adesso sia lavorare con grande umiltà.

Dobbiamo tenere i nervi saldi e la testa sulle spalle».

La pace è stata sancita anche dalla contemporanea presenza di Praticò e Caffo nel salotto del talk show sportivo in onda il lunedì su La C. Al di là delle recriminazioni, la Reggina vista al Luigi Razza non ha convinto fino in fondo.

Assai nervosa, poco lucida soprattutto in fase conclusiva, la compagine amaranto ha commesso diversi errori, anche se nel complesso, la sconfitta è maturata su un calcio di rigore scaturito

Il presidente: «Non mi piace giudicare la condotta arbitrale Ripartiamo dagli errori commessi in partita» Il prossimo avversario degli uomini di Zeman sarà il Siracusa, reduce da un pareggio con la Fidelis Andria

da un fallo forse commesso fuori area. A fine primo tempo Coralli ha colto un clamoroso palo, questione di centimetri. Se il bomber avesse pareggiato forse le cose sarebbero andate diversamente.

Il prossimo avversario, il Siracusa, è di quelli da prendere con le molle. E la Reggina non può permettersi un terzo disco rosso di fila, mettendo così a repentaglio quanto di buono costruito in avvio di stagione.

Ieri intanto, presso la sede della Provincia, si è svolta la cerimonia di presentazione del libro “Il calcio funzionale con la potenza metabolica”, opera scritta a quattro mani da mister Giuseppe Carella e dal professor Carmelo Praticò, nell’ultima stagione da preparatore atletico della Reggio Calabria.

Vibonese, successo con dedica a Rossetti VIBO V. Si gode il successo la Vibonese di mister Costantino, il secondo stagionale dopo quello rifilato ai danni del Fondi.

Battere la Reggina è stato un vero e proprio toccasana per i rossoblù, dopo le amarezze di Francavilla Fontana. Cullarsi sugli allori potrebbe essere, quindi, davvero un grave errore. I tre punti consentono di respirare, ma la classifica dei rossoblù è ancora piuttosto deficitaria. Con nove punti nel carniere la squadra di Costantino è ancora relegata nei bassifondi.

Bisogna dare continuità

al cammino intrapreso. Per questo il derby è già in archivio e si guarda alla insidiosa trasferta di Andria.

La Fidelis è in serie positiva da tre turni.

Nonostante i 3 punti contro la Reggina i rossoblù restano nella parte bassa della classifica Tornando alla sfida di domenica, il presidente Caffo si è detto molto soddisfatto della prestazione dei suoi ragazzi anche se «il risultato alla fine dei giochi poteva essere anche un pò

più rotondo.

Purtroppo non siamo riusciti a chiudere anticipatamente il confronto, abbiamo fallito tante buone occasioni, non riesco a spiegarmi il perché. Comunque era importante vincere.

Abbiamo fatto dei sacrifici immensi per mettere insieme questo gruppo, abbiamo investito nelle strutture esclusivamente con nostre risorse. Contiamo solo sul sostegno dei tifosi». Vittoria dedicata all’attaccante Mattia Rossetti, operato al legamento crociato del ginocchio.

Rientrerà forse a primavera.

in breve

Le designazioni di Coppa Italia FIRENZE Questi gli arbitri di Coppa Italia in programma tra oggi e domani: Padova-Bassano (Sozza di Seregno), Giana Erminio-Alessandra (Miele di Torino), Livorno-Carrarese (Lorenzin di Castelfranco), Messina-Catania (Volpi di Arezzo), Taranto-Cosenza (Garofalo di Torre del Greco).

Giudice sportivo Stop per Cunzi FIRENZE Il giudice sportivo di Lega Pro ha squalificato per una giornata: Cunzi (Catanzaro) Lisi (Juve Stabia), (Monopoli). Tra gli allenatori, una giornata di stop e 500 euro di ammenda a Bella e Urso (Siracusa) e Fischetti (Reggina). Ammende a Siracusa (2.500), Reggina (1.500), Juve S. (500).

Lecce e Foggia Solo un pareggio

L’attaccante rossoblù Mattia Rossetti

LECCE Finisce a reti bianche l’attesissimo match di Lega Pro tra Lecce e Foggia. Il derby pugliese delude le aspettative: poche emozioni e partita abbastanza contratta. Un pareggio che alla fine scontenta entrambe e fa felici Juve Stabia e Matera, che domenica erano volate in vetta alla classifica proprio a discapito di giallorossi e rossoneri. La lotta per la B è quanto mai apertissima.

Sport

MARTEDÌ 1 novembre 2016

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SERIE D

I biancorossi si godono la vetta con occhio attento agli avversari

Trocini avvisa Rende: «Il difficile è adesso»

CAUTO Il tecnico del Rende Bruno Trocini consapevole degli oneri da capolista

RENDE (CS) Il Rende si gode la testa della classifica con la consapevolezza che da questo momento arriva la parte più difficile: confermarsi a questi livelli. Un primato che forse non arriva proprio del tuttoa caso, frutto di un lavoro mirato che nel corso di questi mesi ha permesso ad un gruppo di crescere e consolidarsi. «Quella contro

l’Aversa Normanna è stata la vittoria del nostro gruppo e non del singolo giocatore – afferma il tecnico Bruno Trocini – Chi è entrato a partita in corso ha dato lo stesso contributo degli altri segno che tutti si devono sentire parte integrante di un progetto». Una partita non facile che il Rende ha saputo gestire mostrando una grande maturi-

tà tattica. I biancorossi hanno aspettato il momento buono per affondare il colpo sfruttando le caratteristiche di una coralità di manovra che funziona alla perfezione. «Portare a casa i tre punti era di fondamentale importanza per tanti motivi - prosegue Trocini - sappiamo bene però che siamo solo nella fase iniziale della stagione e che il difficile deve ancora arrivare». Intanto da oggi la squadra torna in campo per preparare la delicata trasferta di Gela, dove i biancorossi dovranno confermare la prima posizione. Trocini spera di riuscire ad avere a disposizione in tempi brevi anche l’attaccante Vivacqua (si aspetta il transfer della Federazione lituana) per poter contare su un’alternativa in più in attacco dove i sudamericani Actis Goretta e Ferreira si stanno sobbarcando un lavoro massacrante da inizio stagione.

Crisi Castrovillari Il tecnico Viola: «Non molliamo»

CASTR. (CS)Una crisi senza fine per il Castrovillari che da Roccella è tornato con la quarta sconfitta consecutiva ed una classifica che adesso si fa sempre più preoccupante. Sono terminati i tempi delle scuse. A preoccupare è soprattutto l’incapacità degli avanti rossoneri di concretizzare, fattore non da poco per chi è costretto a vincere per necessità. «Abbiamo

comunque fatto una buona partita. Il Roccella è andato in vantaggio grazie ad un rimpallo noi, invece, siamo andati vicini ben quattro volte al gol ma niente».

Anche se la classifica preoccupa, Viola (foto) continua a crederci. «Fino a quando saremo in vita dobbiamo mettercela tutta. Abbiamo perso anche D’Angelo, penso sia qualcosa di grave».

Palmese, Carbone: «Salvezza senza soffrire» PALMI (RC) Il pareggio a reti bianche contro la Sancataldese consente di muovere la classifica. E questo basta. Il presidente della Palmese Carbone (foto) è convinto che si tratti di un punto guadagnato.

Prima di parlare del match di domenica però, il numero uno del sodalizio neroverde ha preferito ritornare sulla vicenda, da poco conclusa, Dirty Soccer.

«Confermo che la Palmese e il suo presidente si costituiranno parte civile nel procedimento penale che sta per cominciare davanti al Tribu-

A Roccella torna il sorriso ROCCELLA (RC) Il successo nel derby contro il Castrovillari ha ridato il sorriso ad un Roccella che aveva bisogna di un’iniezione di fiducia dopo due sconfitte. Il gol di Franco ha permesso mettere un margine di sicurezza dal terzultimo posto. «Ci serviva questo tipo di risultato per ritrovare la serenità - ha affermato il tecnico Galati - Adesso dovremo essere bravi a dare continuità già a partire dalla gara contro il Gragnano».

Segnali di ripresa in casa Sersale SERSALE (CZ) Secondo pareggio ma soprattutto segnali di vitalità. Il Sersale nonostante tutto non intende mollare la presa e il pari contro il Pomigliano è lì a dimostrarlo. «Per noi ogni partita sarà determinante - dice il tecnico Mancini - Non sarà facile ma abbiamo l’obbligo di provarci». Il gol di Petrone potrebbe rappresentare il punto da cui cominciare la risalita anche se la Sicula Leonzio è una grande squadra e in un momento di forma.

nale di Catanzaro – dice - Lo faremo o all’udienza preliminare o subito dopo, come la legge ci consente di fare.

In merito alle indagini relative all’inchiesta che ci ha visti protagonisti – insiste - vorrei puntualizzare che, dai documenti ufficiali della procura, bisogna prendere atto che mai, per quanto concerne la presunta combine organizzata per non far retrocedere il Sambiase, viene citato negli atti il mio nome o quello della Palmese.

Gli investigatori hanno concluso ECCELLENZA

Corigliano ko Aita trema

CORIGLIANO (CS) Il ko con la Cittanovese nell’ultimo turno di campionato e il penultimo posto in classifica potrebbero costare cari al tecnico del CoriglianoAita. La squadra dopo un buon avvio è stata risucchiata nella bagarre playout e la società starebbe pensando al da farsi. Non è escluso un cambio in panchina per cercare di invertire la tendenza. Il nome più gettonato al momento è quello di Pascuzzo, già accostato all’Acri.

che le persone da perseguire erano estranei alla società».

Tornando alle questioni sportive il presidente Carbone aggiunge: «Partita dopo partita stiamo dimostrando in maniera chiara di poter giungere ad una salvezza tranquilla.

Pensiamo di aver allestito una squadra in grado di centrare l’obiettivo che ci siamo prefissi ad inizio stagione.

Vogliamo condurre un campionato sereno e senza tribolazioni particolari con la vittoria decisiva di Marsala nei play out».

SERIE D girone I CLASSIFICA RENDE 20

GELA 13

CAVESE 19

SANCATALDESE 12

IGEA VIRTUS

18

AVERSA N.

SICULA LEONZIO

18

GRAGNANO 9

TURRIS 16

SARNESE 9

PALMESE 15

ROCCELLA 8

POMIGLIANO 15

DUE TORRI (-3)

GLADIATOR 14

CASTROVILLARI 3

FRATTESE 13

SERSALE 2

11

3

PROSSIMO TURNO 10° Giornata - Domenica 6 novembre AVERSA NORMANNA - PALMESE

ORE 14.30

POMIGLIANO - SARNESE

ORE 14.30

CASTROVILLARI - FRATTESE

ORE 14.30

GELA - RENDE

ORE 14.30

GRAGNANO - ROCCELLA

ORE 14.30

DUE TORRI - CAVESE

ORE 14.30

SANCATALDESE - IGEA VIRTUS

ORE 14.30

SICULA LEONZIO - SERSALE

ORE 14.30

TURRIS - GLADIATOR

ORE 14.30

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MARTEDÌ 1 novembre 2016

Sport

MARTEDÌ 1 novembre 2016

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VOLLEY

I vibonesi affrontano la Lube Civitanova, prima in classifica in condominio con l’Azimut

Un’altra corazzata per il Tonno VIBO VALENTIA Il ko di Modena va archiviato in fretta.

Perché oggi si torna in campo contro un’altra corazzata. Di scena al Palavalentia la Lube Civitanova. I marchigiani hanno infilato sei vittorie consecutive e condividono con la Azimut la vetta della classifica.

Ancora, dunque, una sfida dal pronostico sfavorevole ai giallorossi che hanno però nelle ultime due partite giocato una buona pallavolo.

E’ costante la crescita individuale e collettiva del gruppo a disposizione del tecnico Kantor. Anche nel confronto del Pala Panini, Coscione e compagni hanno affrontato Modena con un buon piglio soprattutto nel corso dei primi due parziali. E’ da qui che vuole ripartire la Tonno Callipo vogliosa di ben figurare. Davanti al proprio pubblico e contro una delle squadre più forti del mondo, allenata dall’ex giallorosso Gianlorenzo Blengini e tra le cui fila militano giocatori del calibro di Juantorena, Christenson e Sokolov, tanto per citare tre nomi della rosa marchigiana, certamente non mancheranno gli stimoli. Così il giovane martello brasiliano Carlos Eduardo Barreto Silva alla vigilia del match: «Ci aspetta un’altra grande partita RUGBY

Caduta in casa per i reggini REGGIO C. Cade in casa la Rugby Reggio Calabria cedendo per 7-10 contro Civitavecchia. E pensare che i giallo neri avevano chiuso in vantaggio per 7-0 la prima frazione ad una meta di Khaoua e alla trasformazione di Valenti, nonostante la precedente espulsione di Imbalzano. I laziali rimontano nel secondo tempo. Prima realizzano tre punti su calcio piazzato, poi vanno in meta con Manuelli. La trasformazione di Gentile mette il sigillo al match.

BASKET

Viola, Paternoster: «Vittoria del gruppo»

Il pubblico della Tonno Callipo Vibo Valentia

contro Civitanova, un avversario molto forte in tutti i fondamentali e per far bene dovremo giocare al massimo delle nostre possibilità.

Nelle partite con Perugia e Modena abbiamo dimostrato che possiamo dire la nostra, ma ancora ci manca quella continuità di rendimento in grado di farci compiere il salto di qualità. Sono sicuro che troveremo ad attenderci un Pala Valentia gremito, il calore dei nostri tifosi ci spinge a scendere in campo con ancor più grinta».

Civitanova è partita forte: su 18 punti disponibili, la squadra di Blengini ne ha conquistati

17 concedendone uno proprio sabato scorso in casa contro Padova. Coach Kantor Modena potrebbe confermare il “6+1” del Pala Panini con Coscione in regia, Michalovic opposto, Barone e Diamantini al centro, Barreto Silva e Geiler in posto 4, Marra libero. Scaldano i motori Costa e Thiago Alves pronti a dire la loro. Si comincia alle ore 18.

Gli avversari dei giallorossi sono reduci da ben sei successi consecutivi

REGGIO CALABRIA La vittoria che ci voleva, quella scaccia crisi, un’affermazione di rilievo, soprattutto per i segnali giunti dalla squadra contro Agrigento. L’uomo in più del roster nero arancio è stato Legion, finalmente continuo e con percentuali importanti al tiro. Da sottolineare anche la mano caldissima del capitano Fabi. I suoi colpi dalla distanza tengono Reggio a galla nei primi due quarti, quando i siciliani tentavano la fuga. Il fattore campo ha inciso. Paternoster (foto)ne è convinto: «Finalmente a casa – ha commentato il coach - Sono felice per la vittoria conquistata contro la Moncada. Vincere non era semplice ma abbiamo trasmesso energia al nostro pubblico e soprattutto dimostrato di essere squadra vera, in cui il gruppo fa la differenza. Se abbiamo testa e gambe – conclude Paternoster - possiamo toglierci grandi soddisfazioni».

PALLANUOTO

Cosenza Nuoto, prime prove a Bari per Perez COSENZA Scende in vasca quest’oggi la Cosenza Nuoto, guidata dal nuovo tecnico Amaurys Perez.

La squadra bruzia, in attesa dell’avvio del campionato di serie B, è in Puglia per un confronto amichevole di prestigio contro la Waterpolo Bari.

Dopo un mese e mezzo di carichi di lavoro e di nuovi schemi con il neo allenatore, si tratterà di un test probante nel quale i giocatori avranno modo di sciogliere i muscoli in acqua.

Perez inizia questa nuova esperienza portando nuovi schemi e una diversa impronta tattica.

Inoltre l’ex pilastro della nazionale fungerà da allenatore-giocatore, per cui potrà aggiungere la propria esperienza internazionale

ad una squadra in buona parte composta da giovani.

Il gruppo intanto cresce, sotto gli occhi di uno staff attento alle esigenze dei ragazzi.

Prima apparizione stagionale dunque, attorno alla quale c’è grande curio-

sità. Fiducioso il dirigente Gennaro Ponte. «Siamo contenti di questa scelta – ha affermato – perché serve a dare seguito al lavoro svolto da Francesco Manna.

I ragazzi sono carichi e desiderosi di mettersi in

mostra. Da Perez ci aspettiamo un completamento di questo progetto. E’ evidente che ci siano ottimi programmi, perché una scelta così ambiziosa testimonia la voglia di alzare il livello. Ora partiremo con queste amichevoli per capire quanto il gruppo sia cresciuto in questi allenamenti».

Ponte esprime anche una valutazione sul collettivo più in generale: «Partiamo da un gruppo che si è salvato grazie ai tanti talenti del vivaio.

Ci sarà con loro Marco Capanna che è un valore aggiunto e oltre a lui Perez. E’ un mix perfetto fra esperienza e la freschezza dei giovani. Non ci poniamo obiettivi, ma pensiamo solo alla crescita della nostra squadra»

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