Cronaca Eugubina - n.29

Fondata e diretta da Francesco Caparrucci Venerdi 1° maggio 2015 n°29 Anno II

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I Ceri tornano in città

Stampata a Gubbio presso Tipografia Vispi e Angeletti

tiratura 5 mila copie distribuzione gratuita

GUBBIO pag 2

“Il 15 maggio tutti siamo ceraioli”

Lucio Lupini: “Si rischia la dispersione dei grandi valori della Festa” Si percepisce un rischio di allentamento, infiacchimento o addirittura dispersione dei grandi valori della Festa. Al contrario, ma direi come naturale conseguenza, si sta assistendo ad una attenzione spasmodica verso elementi statici o materiali della Festa al limite del feticismo se è vero che ciò che conta non è la rappresentazione materiale, ma il significato simbolico.

Ci dovremmo invece sentire impegnati a cogliere un tratto essenziale, che ci auguriamo immodificabile, e cioè che i Ceri siano l’alleanza per salire insieme alla Basilica di Sant’Ubaldo ed anzi piace immaginare che la Festa rimarrà tale anche tra mille o duemila anni magari con ceri di rame o vetroresina o titanio o chissà cosa altro e con una muta di marziani ed una di venusiani.

Ci si deve porre qualche domanda sul rischio di cristallizzazione ufficiale e convenzionale della Festa e se si sta determinandone l’immutabilità formale tacendo contemporaneamente sulla sua permeabilità sostanziale.

Non è che ci siamo innamorati della sua attuale rappresentazione ritenendola perfetta e quindi immodificabile tanto da restarne imprigionati, ammaliati dalla sua immagine, compiaciuti della sua rappresentazione?

Non sarebbe invece auspicabile cioè che ci si soffermasse piuttosto sui

Lupini presidente Maggio Eugubino grandi valori, universali, perenni della Festa, che contribuiscono al suo patrimonio complessivo sforzandosi di indagare su questi aspetti non come memoria ma come espressione, verificarne magari la continuità, la vivificazione o il rischio di dispersione.

Alla rinfusa : “Una gara che non scavalca nessuno, una corsa il cui traguardo è un tempio” (Monsignor Origene Rogari). “Una corsa forte, una prova possente ed una espressione di energia che mettono a dura verifica corpo ed anima, dove però tutti sono vincitori e senza ricevere alcun premio” (Don Angelo Fanucci). “Una grande sinfonia sociale” (S.E. Pietro Bottaccioli).

Una corsa dove non si esita a chiedere aiuto agli altri quando vi è necessità e dove quindi la solidarietà è la regola.

Il cimentarsi in aggregazioni, colori, se non fazioni, diversi, esprimendo in questo tutta la propria vitalità e passione, ma vivendolo come patto e momento per un fine ed un bene su-

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periore collettivo: sulla porta della Basilica finisce l’uomo che si misura anche con gesti sacrali e torna il sacro, l’uomo che prega, l’omaggio al Santo della mitezza. Un atto di fede e di offerta attraverso il cero portato ai piedi di Sant’Ubaldo.

La rappresentazione della formidabile forza dell’aggregazione, della integrazione, della coralità, espressa nelle mute, nei cambi, nei braccieri, “il cero non si porta da soli”, “la certezza di ricevere il cambio”.

La rinuncia al personalismo ed al protagonismo: senza l’aggregazione di forze fisiche e mentali il Cero non si muove, cioè l’offerta viene meno. La solidarietà e la condivisione: portatori e non portatori tutti sono ceraioli, tutti coloro che in qualsiasi modo e secondo le loro capacità partecipano al raggiungimento del fine comune.

Nella Festa dei Ceri tutti sono ceraioli, non c’è delega né a fantini, né a cavalli, né a cavalieri. L’abbattimento dei paletti sociali, delle classi, delle diversità.

La simbiosi con il Cero nel quale ci si immedesima, il rapporto con la stanga. Vincono sempre i Ceri, se cadono la delusione è di tutti e da tutti vengono rialzati. Si può pendere o cadere ma ci si rialza. La forza, lo spasimo, la passione e l’ebbrezza che emanano tutti e che tutti contagia. “I Ceri enno i Ceri”.

Lucio Lupini

Cronaca Eugubina

scrivici a: info@cronacaeugubina.it oppure contattaci al 348 43 87 379

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1987

foto Gavirati

Domenica comincia la trepidante attesa per “La Festa è per sua natura intrinseca gioia e vitalità , è leggera e mai pesante, è forza

Più passano gli anni più abbiamo nostalgia del passato, delle cose belle della vita di un tempo, della giovinezza, della felicità e dell’amore. Questo è vero un po’ sempre ma negli ultimi anni in maniera particolare, perché la modernità il benessere e la tecnologia hanno migliorato molto la nostra esistenza ma l’hanno anche spogliata del suo indumento più prezioso: la semplicità. Oggi siamo tecnologici, moderni, ancora in parte benestanti ma non siamo più semplici e non sappiamo più cogliere l’essenza della vita come l’hanno colta in passato i nostri nonni e i nostri genitori. Ciò ha portato progressivamente alla perdita dell’identità culturale, la cultura moderna non è la cultura di venti o trenta anni fa, quel legame è stato reciso del tutto dal modernismo: tra un nonno e suo nipote oggi c’è un abisso culturale e valoriale assolutamente incolmabile. Ancora negli anni ’80 vi era una carica, un’energia, una voglia di fare, di crescere, di migliorarsi, di raggiungere obiettivi e traguardi, che portò al secondo miracolo economico 1983 – 1988 e che fece dell’Italia la quinta potenza industriale del mondo. In quel periodo nacquero

aziende e realtà commerciali che oggi, in tempo di crisi globale, languono o chiudono. Un periodo della nostra vita è finito e forse non ce ne siamo ancora del

foto Gavirati

Primo e secondo Capitano 2015

tutto resi conto.

La Festa dei Ceri.

Ho sempre pensato che la Festa dei Ceri sia la festa dell’amore, e che in nessun caso possa essere vissuta in solitudine o singolarmente, ma sempre in comitiva e assieme, altrimenti perderebbe di significato e valore. La Festa dei Ceri non può essere malinconia e rancore, la Festa è per sua natura intrinseca gioia e vitalità. La Festa è leggera e mai pesante, è un giorno da consacrare al ricordo dell’esempio umano di Sant’Ubaldo, il Patrono della riconciliazione. Eppure da alcuni anni a questa parte, si percepisce vivamente che la Festa dei Ceri non è più

bella come un tempo. Qualcosa è irrimediabilmente mutato, molte altre cose si sono via via perse. E’ mutato lo spirito con il quale gli eugubini si preparano e vivono la Festa: un tempo ci si avvicinava alla Festa in maniera dolce e nostalgica, si praticavano tradizioni e valori, si stringevano mani e si tornava da oltre oceano per il 15 maggio. Gli eugubini si approssimavano ai Ceri con lo stesso spirito con il quale il calzolaio nel “Sabato del Villaggio” di Pascoli si sforzava di finire entro la notte il proprio lavoro per godersi appieno il riposo il giorno successivo. Oggi la Festa dura tutto l’anno, e il giorno del 15 maggio pare quasi un’appendice di questa infinita attesa. Si parla molto della competizione tra Ceri e poco di Sant’Ubaldo, si litiga di fronte la Basilica, si concede un’importanza eccessiva all’estetica, e così facendo si secolarizza la Festa rendendola qualcosa di freddo mentre per sua natura più profonda la Festa è soltanto calda: cioè forza, tradizioni e amore. Si sono perse tante cose ma in maniera particolare i ricordi, la Festa moderna è sempre più priva di memoria storica. Spetta così

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1974

foto Gavirati

la storica Festa dei Ceri del 15 maggio 2015 e tradizioni, è un giorno del tutto consacrato al ricordo del Patrono Sant’Ubaldo”

alle televisioni e ai giornali il compito di suscitare ricordi agli eugubini, di ricordargli una parte della loro vita quando la Festa era più povera e senza grosse cerimonie ma non per questo meno bella, semmai più godibile e vera, più essenziale e genuina. Il fazzoletto bianco che sventola da Palazzo Pretorio la sera delle girate in piazza Grande, è la metafora di come dovrebbe essere vissuta la Festa. E’ un fazzoletto ricamato a mano da una signora eugubina, incorniciato in un quadretto nella stanza del sindaco: quel fazzoletto è l’essenza dell’eugubinità, è semplice ma allo stesso tempo forte.

L’eugubinità.

E’ difficile dire che cosa sia l’eugubinità.

Per me l’eugubinità sarà sempre l’eterno conflitto tra l’amore e l’odio che nutro per la mia città. Non è possibile amare Gubbio se non la si odia almeno in parte. Ho sempre diffidato dei buonisti, di coloro che sono in pace con tutti, di quelli che ti battono una pacca sulla spalla e avanti si và. No, gli eugubini veri, quelli che hanno lasciato un’impronta importante nella storia di Gubbio erano per lo più persone burbere, all’apparenza scontrose, schive ma con un cuore grande così e generose. Chiunque di noi ne ricorda

a decine. Di eugubini così ne resistono ancora pochi, la maggioranza se ne sono andati (è di pochi giorni fa la notizia della morte di “Carlinga” a Cuba). Quando

foto Gavirati

Vittorio Fiorucci e Andrea Fronduti

Gubbio perderà questa consapevolezza sarà spezzato l’ultimo legame con la nostra storia di popolo e di città.

“Le fie armediano”.

Sul finire degli anni ’80, c’era a Gubbio un gruppo di amiche sui diciassette anni più belle del sole a mezzogiorno in estate. E noi poveri bamboccioni degli anni ’80, tentavamo sempre di aggrapparci alle loro sottane, ma con scarsi risultati.

“N’gne piacevamo” e così dovevamo accontentarci di guardarle da lontano. Ma un giorno trovammo il coraggio di parlarci e ci dichiarammo. Era un 15 maggio freddo e pioveva a dirotto. Le seguim-

mo su e giù per tutto il Corso, a San Martino e su per via dei Consoli, le perdemmo di vista soltanto di fronte la Basilica perché c’era tanta gente nonostante la pioggia. Ma eravamo d’accordo che ci saremmo rivisti la sera, sul prato della palestra di San Pietro all’apertura della Taverna, e perciò eravamo tranquilli. Ridiscendemmo gli stradoni con il cuore in gola, bagnati fradici ma pieni di speranza e amore. In quei momenti la Festa ci appariva magica. Davanti la Taverna però, il nostro ardore si tramutò in paura. Che cosa potevamo dirgli per farle ridere? Come vincere la nostra timidezza? Paolo si fece coraggio e disse a tutti: “Vò l’ha , le chiamo e arvengo qua”. Passarono dei minuti interminabili, poi ecco di nuovo Paolo, ma era solo. “Alora?” gli chiese uno di noi, “N’parli?” lo incalzò un altro della comitiva. “Le fie armediano” disse Paolo a testa bassa e si avviò giù verso la piazza di San Pietro. Io non lo so se queste cose succedono ancora nella vita di oggi, però erano belle e me le ricordo con affetto.

Francesco Caparrucci

REGIONALI 2015

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Cinque candidati eugubini alla Regione

Sono Andrea Smacchi, Giuseppe Biancarelli, Fabrizio Palazzari, Ernesta Cambiotti, Sara Rinaldini Domenica 31 maggio si vota per l’elezione del nuovo presidente della Regione Umbria e per il contestuale rinnovo del Consiglio regionale dell’Umbria.

Al momento in cui andiamo in stampa i candidati alla Presidenza della Regione sono Catiuscia Marini per il centrosinistra, Claudio Ricci per il centrodestra, Andrea Liberati del M5S e Michele Vecchietti di l’Altra Europa Umbria.

I candidati eugubini al Consiglio regionale al momento sono Andrea Smacchi per il PD, Giuseppe Biancarelli per l’Umbria più Uguale, Fabrizio Palazzari ed Ernesta Cambiotti per la lista civica Ricci Presidente, Sara Rinaldini per la lista Fratelli d’Italia a sostegno di Ricci Presidente. Ha invece rinunciato alla candidatura il dottor Giovanni Vantaggi, che in una nota ha fatto sapere di non aver condiviso le scelte politiche “partito centriche” della lista su cui in un primo momento egli sembrava fosse candidato al Consiglio regionale.

“Nei giorni scorsi si è riunita l’assemblea regionale dell’Altra Europa Umbria - ci scrive Luca Casagrande del Prc di Gubbio - per validare la propria proposta politica in vista delle prossime

elezioni regionali. Il lungo e intenso dibattito ha confermato la necessità di costruire un fronte largo contro le politiche neoliberiste e di austerità, incentrato sul percorso politico e sociale dell’Altra Europa. L’assemblea, sulla base del programma condiviso in questi mesi, ha valutato le proposte di candidatura a Presidente della Regione Umbria, decidendo di affidare questo compito a Michele Vecchietti, 34 anni, lavoratore precario del pubblico

Palazzo Cesaroni

impiego, attivista ambientale e del mondo della cooperazione”.

Netta presa di posizione del candidato alla Presidenza della Regione Umbria Andrea Liberati del M5S sulla questione morale in Umbria: “Quando dovrebbe cambiare l’Umbria, se non ora? Quando, visto il disastro generato dalle permanenti collusioni tra sinistra e destra?

C’è una gigantesca questione morale: si

candidano persone indagate o sotto processo e nessuno fiata. Quel che per questi partiti conta è solo portare voti.

Un rapporto disinvolto con la cosa pubblica che qui poi comporta precise conseguenze”.

La candidata al Consiglio regionale nella lista civica Ricci Presidente, Ernesta Cambiotti punta sul rinnovamento della classe dirigente. La Cambiotti considera il sindaco di Assisi come l’unica alternativa credibile ai governi di centrosinistra che hanno avuto negli anni poco rispetto degli umbri e del territorio. Ernesta Cambiotti è nata a Gubbio, cattolica, sposata e con un figlio, impegnata in attività sindacali (in rappresentanza della categoria dei dottori commercialisti e dei ragionieri) e nel mondo del sociale. Sono parte integrante del suo programma politico anche la promozione sportiva (è dirigente di un ente nazionale di promozione sportiva) e la tutela degli animali (è presidente di un’associazione di volontariato per la tutela degli animali). Importante il suo impegno per l’ambiente e per migliorare la qualità di vita dei cittadini.

“Con la green economy è possibile generare ricchezza e occupazione”, afferma Ernesta Cambiotti.

Per tutto il periodo della campagna elettorale per le Elezioni Regionali 2015 Cronaca Eugubina mette a disposizione dei candidati spazi per la diffusione di messaggi politici elettorali. Di seguito le tariffe per l’accesso a tali spazi:

Gli spazi per la diffusione dei messaggi politici elettorali sono prenotabili fino a tre giorni prima della distribuzione del giornale.

Il giornale viene distribuito il 1° e il 16 di ogni mese.

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REGIONALI 2015

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“Un nuovo corso politico e amministrativo” Intervento di Angelo Riccardini sulla storia della destra in alto Tevere

Era il tempo del passaggio dal Msi ad AN, le riunioni si facevano partecipate, persone attempate, ruvide e fiere che si mescolavano a giovani trabordanti di entusiasmo. Al seguito dei Big nazionali e regionali un giovane di belle speranze: Andrea Lignani Marchesani di Città di Castello. Giornalista pubblicista in un gruppo editoriale, militante nel MSI da quando aveva i calzoni corti.

La sua carriera politica è costellata da tanti successi elettorali e da altrettante sconfitte “subite a tavolino” dagli apparati di partito; quando si è trattato di chiedere consenso alla gente (una testa un voto) Andrea ha vinto nel partito e fuori; nei congressi provinciali di AN, nel Pdl ha ottenuto vittorie elettorali senza aver mai goduto del privilegio della “nomina”. Si presenta alle elezioni regionali per la quarta volta a rappresentare l’alto Chiascio e l’alto Tevere, con l’appoggio di tanti territori umbri frequentati da presidente provinciale di AN, consigliere regionale di AN, del PdL, ed ora di Fratelli D’Italia/AN. Si, i tanti campanili che danno luogo a realtà locali slegate o contrapposte tra

Andrea Lignani Marchersani

loro. La strategia politica ed amministrativa dovrebbe abbracciare aree territoriali omogenee più vaste. Il centralismo Perugino del PCI–PDS-DS degli anni 80/90/2000 (ricordate lo slogan Perugia Città Regione?) ha impoverito e desertificato il resto dell’Umbria e le dirigenze perugine tutte hanno giocato sui campanilismi comunali per un comodo dividi et impera.

Poter contare su una rappresentanza dei territori dell’alto Tevere, dell’alto Chiascio e Fascia appenninica diviene essenziale nel consiglio regionale ridotto da 40 a 22 consiglieri, dove le ragioni di questa periferia del nord est dell’Um-

bria, possono trovare risposta ai tanti mali prodotti dal centralismo perugino; ancor più importante nel momento in cui si profila la storica possibilità del centro destra di governare la regione e di riconvertire le fallimentari politiche condotte sui rifiuti, sulla viabilità, sulla sanità, sulle politiche agricole, sul turismo.

La prossima legislatura vedrà finalmente completata la superstrada Perugia Ancona che incrocerà con la E 45, lo sbocco stradale che Gubbio e l’alto Chiascio attendono da sempre.

Una novità da cogliere per promuovere un attivismo che dovrà poter contare su di una sicura rappresentanza politica anche per contrastare l’idea di trasformare la E45 in autostrada.

L’elettorato eugubino al quale queste note si rivolgono troverà nella lista l’insegnante eugubina Sara Rinaldini, potendo esercitare la doppia preferenza di genere non farà mancare il suo voto alla giovane dirigente di Fratelli D’Italia affiancato a quello per Andrea Lignani Marchesani.

Angelo Riccardini

“ M i m e t t o i n g i o c o p e r i l c a m b i a m e n t o” L’ingegnere chimico Mauro Panìco, candidato per la lista civica Ricci Presidente, si racconta ai cittadini di Gubbio: “Osservando il profondo scollamento tra politica e società, si è intensificato il desidero di mettermi in gioco per contribuire a dar vita al cambiamento. In un momento storico delicato, dove manca l’attenzione all’umanità delle persone, dove manca l’entusiasmo per costruire un futuro a noi e alle prossime generazioni, dove si ritengono importanti solo i progetti di immediata realizzazione e non si considera una programmazione di medio-lungo termine, è importante iniziare a seminare in modo etico e responsabile per far germogliare il cambiamento in Umbria”. Ci parli del suo

Mauro Panico lavoro. “Mi entusiasmano le nuove sfide e con impegno e determinazione metto a disposizione la mia formazione ed esperienza. Ho fatto il dottorato di ricerca occupandomi di processi di ossidazione avanzata e tecnologie di separazione a membrana. Ho un master di II livello nella gestione integrata dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati

ed una specializzazione nel campo degli impianti di trattamento delle acque reflue civili ed industriali. Ho avuto esperienze professionali differenti con realtà del territorio come Cooprogetti, Icat, Istituto Bambin Gesù; ho anche lavorato con molte aziende italiane e all’estero, operando da diverso tempo come libero professionista e condividendo con molti di voi le difficoltà lavorative quotidiane e le imposizioni fiscali ed i vincoli amministrativi che bloccano l’intraprendenza dei cittadini”. Come affrontare i problemi?

“Con un approccio multidisciplinare, con entusiasmo e passione, con scelte ponderate e senza dover rendere conto alle segreterie di partito”.

dal 5 maggio

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SPORT

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Grande cuore e carattere non bastano

La squadra rossoblù due volte in vantaggio, raggiunta e superata 3 a 2 PISTOIA – Una partita fondamentale per la permanenza in Lega Pro, quella tra Pistoiese e Gubbio allo stadio “Marcello Melani”. Giornata plumbea a Pistoia, ma terreno di gioco in perfette condizioni. Buona cornice di pubblico e tanto tifo, con una decina di tifosi rossoblù in curva ospiti. Presente allo stadio anche il Presidente Sauro Notari, sempre vicino alla squadra in questo momento di difficoltà.

Il Gubbio di Leonardo Acori, in maglia bianca da trasferta, si schiera in campo con Iannarilli. Luciani, D’Anna, Manganelli, Loviso, Lasicki, Mancosu, Guerri, Cais, Casiraghi e Vettraino. Risponde la Pistoiese di mister Stefano Sottili, in maglia classica arancione, con Ricci, Golubovic, Frascatore, Mun-

Pistoiese - Gubbio 3 - 2

Esultanza al goal di Guerri

go, Ricci, Piana, Falzerano, Vassallo, Romeo, Coulibaly e Piscitella.

Primo Tempo. Avvio prudente del Gubbio, che gioca compatto e pressa alto gli avversari. Buona l’intesa offensiva degli attaccanti della Pistoiese, si cercano e si trovano Romeo Falzerano e Coulibaly. Il Gubbio gioca con carattere e regge l’urto della Pistoiese a centrocampo.

Al 14’ cross di Loviso in area di rigore della Pistoiese, Ricci smanaccia, il pallone termina sui piedi di Simone Guerri che a porta vuota insacca l’1 a 0 per i rossoblù. Al 17’ si fa male Mancosu, che viene sostituito da Esposito. Al 25’ pareggio improvviso della Pistoiese con un gran tiro dai venti metri di Mungo, che dalla sinistra insacca il

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SPORT

Gubbio sconfitto di misura a Pistoia

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Il Presidente Notari chiama a raccolta i tifosi con il Pro Piacenza

La curva festeggia il 3 a 2 di Anastasi

foto Simone Grilli

Il Presidente Sauro Notari

Pistoiese su calcio d’angolo dalla destra, segna il 3 a 2 per i toscani Anastasi, con un colpo di testa molto angolato sul quale Iannarilli non può arrivare.

Il commento. Il Gubbio ha giocato con grande cuore e carattere, come non si era più visto nelle ultime partite. Bene Iannarilli (ha salvato più volte il risultato), Manganelli, Loviso, Guerri e Casiraghi. Troppi errori in fase difensiva e assenza in attacco di un centravanti di peso.

In occasione della partita interna di sabato 2 maggio alle ore 15 Gubbio - Pro Piacenza, il Presidente Sauro Notari ha deciso l’ingresso gratuito allo stadio “Pietro Barbetti” per tutti i tifosi rossoblù. È una partita decisiva per la salvezza.

Francesco Caparrucci

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pallone nell’angolino alto alla destra di Iannarilli. Partita aperta e ricca di continui capovolgimenti di fronte. Al 42’ vantaggio rossoblù con D’Anna, che calcia dalla sinistra dal basso verso l’alto insaccando il pallone sotto la traversa.

Secondo Tempo. Pronti via, la Pistoiese pareggia immediatamente con il secondo goal di testa di Mungo, che spinge in rete un pallone di Piscitella deviato inizialmente da Iannarilli. Il Gubbio sostituisce Guerri con Tutino.

La Pistoiese, sulle ali dell’entusiasmo, sfiora il vantaggio con Falzerano e Romeo: Gubbio in difficoltà. Al 15’ Acori sostituisce Cais infortunato con Michele Bentoglio, all’esordio in campo con la maglia rossoblù. Al 30’ vantaggio della

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REGIONALI 2015

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“Mi sento un figlio autentico di Gubbio”

“Se eletto proporrò una significativa riduzione delle indennità dei consiglieri e assessori” “Sono candidato al Consiglio regionale nella lista “Umbria più uguale”, lista che è la naturale prosecuzione dell’esperienza promossa nello scorso anno a Gubbio dai Liberi e Democratici, da Scelgo Gubbio, dai Socialisti e da Sel e premiata con l’elezione del Sindaco, il Professor Stirati, col 74% dei voti. - scrive a Cronaca Eugubina Giuseppe Biancarelli per presentare ai cittadini eugubini la propria candidatura al Consiglio regionale - Mi animano passione, disinteresse e speranza nonché una certa idea dell’Umbria e della mia amata Città, Gubbio. Un’idea di Umbria più uguale, più giusta, di tutti, specialmente di chi soffre la mancanza del lavoro, la precarietà, il disagio; ma anche di chi innova e crea nuove opportunità.

Mi sento un figlio autentico di Gubbio, non uno dei tanti candidati forestieri predatori di preferenze impegnati in scorribande elettorali sul nostro territorio e che, come la storia ben insegna, non muoveranno un dito per esso.

Da eugubino vero mi candido a dare a

Filippo Stirati e Giuseppe Biancarelli

Gubbio una adeguata e competente rappresentanza in Regione.

Sono totalmente libero da ogni potere della politica e dell’economia, determinato a sviluppare un’efficace e trasparente collaborazione tra le forze sociali.

Per essere pienamente credibile e per dare il buon esempio proprio nel momento in cui moltissime famiglie soffrono i morsi della crisi, voglio proseguire la battaglia che nel piccolo ho già iniziato in Comune, insieme al Sindaco Stirati, attraverso l’abolizione di costosi staff esterni e un

drastico taglio del mio stipendio di Presidente: se eletto, proporrò da subito una significativa riduzione delle indennità dei Consiglieri e degli Assessori regionali.

Mi attiverò con forza per salvaguardare la base industriale dei territori in difficoltà, a partire da quelli della dorsale appenninica, puntando alla creazione di almeno 100 imprese innovative ogni anno.

Garantirò il mio massimo impegno sulle questioni della viabilità, dello sviluppo turistico, del riuso dell’ex ospedale, della difesa dei servizi sociosanitari, dell’agricoltura di qualità, della manutenzione del territorio, dell’efficienza energetica, della ricerca di finanziamenti europei.

L’ ambiente è un bene in sé da conservare e proteggere; dobbiamo tendere alla strategia rifiuti zero.

Esprimo netta contrarietà all’incenerimento dei rifiuti nei cementifici o allo smaltimento attraverso qualsiasi altra forma di combustione”.

“Impegno e responsabilità le mie parole d’ordine” “Orgoglioso di aver fatto approvare la legge sulla Festa dei Ceri come espressione culturale regionale” Pochi giorni fa il consigliere regionale Andrea Smacchi ha presentato la propria candidatura al Consiglio regionale, di cui riportiamo a seguire i punti cardine del programma politico.

Smacchi si concentra soprattutto su lavoro, giovani, sanità, viabilità e ambinete. In particolare per quel che concerne il lavoro, Smacchi elogia il Piano straordinario di cui si è dotata la Regione Umbria con 24 milioni di euro destinati alla formazione, ai bonus occupazionali per le imprese che suumono giovani, ai tirocini e alla mobilità professionale. “Impegno e responsabilità – afferma Andrea Smacchi – sono le parole chiave del mio impegno politico per i giovani umbri ed eugubini. Il programma nazionale Garanzia Giovani, nato per far incontrare domanda

Andrea Smacchi

e offerta di lavoro, è stato finanziato in Umbria con 22,8 milioni di euro. Realizzare il futuro dei nostri giovani significa credere in loro”. Per ciò che concerne la sanità Smacchi parla di operatori di elevato livello professionale, di strutture all’avanguardia e di un organizzazione

che è considerata un modello in tutta Italia. “Entro Natale 2015 – dichiara Andrea Smacchi – verrà finalmente aperto il tratto umbro della Perugia – Ancona. Lavori per 76 milioni di euro e 40 mesi di tempo per completare l’opera”. Infine l’ambiente, il bene più prezioso da conservare e valorizzare.

“Dobbiamo sepre più investire nelle nostre meravigliose risorse naturali puntando sulla filiera ambiente, turismo e prodotti agro alimentari. Ho presentato e fatto approvare la Legge con la quale la Regione Umbria si è impegnata a ridefinire l’area naturale protetta del Parco del Monte Cucco.

Sono orgoglioso di aver fatto approvare la Legge con la quale si riconosce la Festa dei Ceri come espressione culturale dell’identità regionale.

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Tito Mazzacrelli e Giancarlo Bellucci

La città di Gubbio ricorda “Carlinga”

Il giornalista Euro Grilli descrive il concittadino Giancarlo Bellucci morto a Cuba Carlinga non c’è più. Giancarlo Bellucci se n’è andato in silenzio. Stroncato da un infarto mentre era in casa a Cuba, l’isola caraibica dove aveva conosciuto la moglie.

“Era l’amico degli amici - hanno detto i suoi compagni d’infanzia delle case popolari – una persona buona, che se poteva non ti dava una mano ma tutte e due. Uno che non aveva nemici perché era l’esempio vivente di quello che vuol dire essere amici, condividere tutto senza invidie”.

Giancarlo era solito trascorrere l’inverno nell’isola caraibica per poi tornare a Gubbio per il mese di maggio. Sarebbe atterrato a Fiumicino proprio in questi giorni. “Cuba è un posto meraviglioso per vivere - aveva detto qualche anno orsono - ma Gubbio a maggio con la

Festa dei Ceri non si può cambiare con niente al mondo. E la magia inizia la prima domenica di maggio quando portiamo giù i Ceri dalla Basilica di Sant’U-

“ Giancarlo era un santubaldaro vero”

baldo”. E “Carlinga” è stato ceraiolo di Sant’Ubaldo di quelli doc. “È stato per anni sotto la stanga giù la calata dei Ferranti – ricordava l’avvocato Ubaldo Minelli, presidente della famiglia santubaldara, appena avuta la ferale

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notizia - ma non solo perché carlinga dava la spallata al nostro Cero anche in altri punti del percorso. Era isomma un santubaldaro vero, della manicchia delle case popolari”.

Giancarlo per anni ha curato la rubrica “Sotto la stanga” su “Via Ch’eccoli” insieme a un altro santubaldaro che non è più tra noi, Tito Mazzacrelli. Incredulità e grande cordoglio tra la gente delle case popolari: “Quando abbiamo saputo pensavamo a uno scherzo - hanno detto alcuni amici - ‘Carlinga’ era famoso per fare scherzi. Purtropo stavolta...”.

Un infarto l’ha portato via in un paese lontano, ma Gubbio e i santubaldari lo porteranno sempre vicino, nel cuore.

Euro Grilli

Web Tv

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“ I n n a m o r a t o d e l m i o l a v o r o”

Francesco Biancarelli: “Importante la collaborazione tra commercianti”

Ogni turista esemplare quando va a visitare una nuova città si mette sempre alla ricerca dei prodotti tipici, per assaggiarli e scoprire nuovi gusti e sapori. E chi viene a Gubbio avrà senz’altro fatto visita al “Generale”, chiosco di prodotti tipici di Gubbio situato nella centralissima Piazza Quaranta Martiri e gestito da Francesco Biancarelli che, sulle orme del padre Remo, sta portando avanti l’attività all’insegna della tradizione eugubina. Gli abbiamo chiesto, oltre a qualche aneddoto particolare, il perché abbia deciso di rimanere fedele alle tradizioni di famiglia: ”Ho ereditato questo posto da mio padre perché comunque sia fin da quando ero adolescente sono sempre stato innamorato del suo lavoro. Vengo da una famiglia di fratelli commercianti e appena c’è stata la possibilità ho deciso di condurre questa attività in prima persona, proprio per questa passione che mi porto dietro da tempo”.

C’è qualche aneddoto o battuta par-

foto Gavirati

Francesco Biancarelli “Generale” ticolare che ricordi con piacere?

“Ce ne sono diversi ma ricordo un episodio in particolare: una volta è successo con mio padre, quando arrivò in visita un pullman di giapponesi. Loro non sapevano neanche una parola di italiano, tantomeno noi di giapponese, fatto sta che alla fine siamo riusciti a vendergli 20 kg di salsicce.

L’ esempio lampante che il cibo unisce tutte le nazioni e mette d’accordo tutti. Si parla comunque di diversi anni fa, perché mio padre è dagli anni 60 che è qui in piazza Quaranta Martiri e ha portato

avanti l’attività. E’ per questo che voglio farlo anch’io, soprattutto per un motivo di tradizione. Tutti i prodotti che vendiamo, dai formaggi ai salumi, dalla porchetta al miele, sono artigianali e tipicamente umbri. Inoltre da poco cominciamo anche a vendere arrosticini, una vera e propria novità”.

Come procede la collaborazione con l’amico Valerio Vagnarelli? Quali iniziative avete realizzato assieme? “Procede bene, ogni tanto collaboriamo, non solo con lui ma anche con altre attività.

Sono dell’idea che bisogna aiutarsi tra attività commerciali. Per esempio al Don Navarro avevano la birra come prodotto con un ragazzo che gestiva i malti, noi avevamo gli arrosticini e quindi abbiamo deciso di fare una sorta di sodalizio anche se di una sola giornata.

Comunque le cose bisogna cercare di farle insieme per tirare fuori prodotti di qualità, è una cosa fatta tra amici ma penso che possa diventare una vera e propria innovazione, con vantaggi per tutti”.

Emanuele Grilli

S i r i n n o v a l a t r a d i z i o n e d e l “c a n t a m a g g i o” BELVEDERE - La notte tra il 30 aprile e il 1 maggio, per le case eugubine, si è riassaporata l’antica tradizione del “canto del maggio”. Le radici di questa usanza, come quelle di molti altri canti popolari, si perdono nel tempo, c’è chi le lega a riti pagani atti a favorire raccolti proficui o ad allontanare spiriti negativi offrendo accoglienza a forestieri e viandanti o più semplicemente e più recentemente per festeggiare l’avvento della stagione estiva e lo sbocciare di mille colori tipico della primavera.

Il testo e la musica variano da territorio a territorio e più ci si allontana e più le differenze sono marcate.

I “maggiaioli” si fermano sotto le case

I Lupi della Ventia e iniziano a cantare chiedendo licenza al padrone di casa, continuano con le riverenze alla famiglia e alla stagione “bella” per poi passare a semplici richieste di bevande e cibo che servono per continuare il canto durante tutta la notte. Infine ringraziano e salutano la-

sciando allegria e gioia nelle case visitate.

Fabio Fatica: “Io vengo da una famiglia dove il cantamaggio è stato tramandato di generazione in generazione, ad esempio, mio padre e mio zio ci hanno sempre portato a cantare il maggio e adesso noi giovani portiamo avanti questa tradizione”. Luca Barilari: “La passione per il cantamaggio mi è venuta da piccolo sentendo i racconti di anziani e parenti.

Quando ho conosciuto Fabio la curiosità e la voglia di cantare mi hanno spinto ad andare con loro a cantare il maggio.

Ho poi coinvolto amici e persone anziane della mia frazione e organizzato un gruppo di maggiaioli, è da più di 10 anni che facciamo rivivere questa tradizione”.

GUBBIO

P r e m i o “A m i c i d e l C u o r e 2 0 1 5 ”

pag 17

Premiati Maria Giovanna Branca, Farmacia Comunale di Gubbio, ‘Baracca Party’

La scorsa settimana all’Ospedale di Branca è stato consegnato il Premio “Amici del Cuore 2015” ai seguenti professionisti ed associazioni, che hanno contribuito particolarmente con le loro attività alla realizzazione degli scopi sociali dell’associazione: Maria Giovanna Branca, Farmacia Comunale di Gubbio, ‘Baracca Party’. La Presidentessa Mariolina Vispi ha affermato: ”Vogliamo ringraziare le persone che ci sono state vicine, anche negli anni a venire vorremo premiare persone enti e associazioni che collaborano con noi. Sapete che la morte cardiaca è il principale fattore di morte in Italia e nel mondo, e perciò stiamo cercando in futuro di far sì che la popolazione abbia tutto l’aiuto possibile, ci adopereremo in questo senso con il volontariato e chiedendo aiuto ai professionisti.

Da 5 anni facciamo un servizio di prelievo capillare, adesso abbiamo centinaia di prelievi ogni mese. Il personale della Farmacia comunale

La Presidentessa Mariolina Vispi si è dimostrato subito disponibile e ci ha dato carta bianca per iniziare questo servizio. Ormai da un anno e mezzo portiamo avanti il progetto ‘Gubbio città cardio-aperta‘, ringrazio inoltre i rappresentanti del Baracca party che ci hanno dato il finanziamento che ci ha permesso di acquisire un defibrillatore, importantissimo per il Pronto soccorso.

Nei prossimi mesi ci adopereremo per preparare più operatori possibili capaci di fare un massaggio cardiaco e di usare defibrillatori”. Ha parlato poi la dottoressa Tedesco: ”E’ un evento che aiuta a

socializzare e che ci fa molto onore”. E’ intervenuta poi la vice-sindaco di Gubbio Rita Cecchetti: ”Ringrazio gli Amici del Cuore perché sono riusciti a fare iniziative importantissime, sono riusciti a creare un’associazione che si mette in rete con tutti. Promuovono la salute e sono riusciti a dare risposte grazie al lavoro di gruppo”. Gubbio Città Cardioprotetta. Sabato 25 aprile, la frazione di Carbonesca è entrata a far parte della rete di prevenzione del progetto “Gubbio città Cardioprotetta”. L’Associazione Turistica Pro-Carbonesca, con in testa il presidente Simone Paciotti, ha voluto raccogliere con grande sensibilità l’invito ad aderire all’iniziativa, rivolto da parte degli “Amici del Cuore” Onlus di Gubbio a tutte le realtà associative del territorio comunale. La frazione ha ricevuto in dono dagli “Amici del Cuore” un defibrillatore semi-automatico esterno, che verrà utilizzato da cittadini residenti opportunamente formati come operatori laici di primo soccorso.

Emanuele Grilli

L a città di Gubbio all’ E xpo 2015 Nei giorni scorsi a Palazzo Pretorio si è tenuta una conferenza stampa, che ha avuto come tema principale la partecipazione di Gubbio all’Expo 2015.

E’ stabilita la disponibilità di uno stand per una settimana dall’8 al 15 giugno presso l’Area Mercato e di due spazi temporali nella giornata del 22 giugno nell’area eventi.

L’ obiettivo sarà quella di presentare a fini promozionali e di valorizzazione la città e il territorio, con le sue attrattive turistiche legate ai valori delle tradizioni alimentari. Ha introdotto la conferenza stampa il sindaco Filippo Stirati: ”Siamo qua per presentare le linee fondamentali e i contenuti del modo con il quale Gubbio sarà pre-

Tirimagni, Ancillotti, Stirati, Rughi sente all’Expo. Abbiamo fatto uno sforzo notevole e abbiamo superato diverse difficoltà, l’operazione Expo comporta oneri non indifferenti, pertanto abbiamo cercato di starci in maniera non banale, e vorrei sottolinearlo. Il drone è venuto a consegnare una delle immagini fonda-

mentali che rappresenteranno l’Umbria all’Expo, il Palazzo dei Consoli. Inoltre facciamo particolare riferimento alle Tavole eugubine in cui ci sono chiari elementi di cibo, prodotti e gusti, in pratica delle nostre radici e alimenti che fanno parte della nostra storia. Poi c’è la parte dedicata ai prodotti odierni che il nostro territorio offre, sia i più classici (tartufo) sia quelli di recente rilancio come lo zafferano. Gubbio vuole essere presente sapendo che combinare gusto e cultura, grandi tradizioni e grandi radici rappresenta una combinazione veramente virtuosa. E’ evidente che l’iniziativa che abbiamo intrapreso va incardinata in questa strategia per rilanciare in grande il turismo della nostra città”.

PANICO

Mauro messaggio elettorale committente responsabile Mauro Panico

GUBBIO pag 19

“Guardare al passato per vivere meglio” L’ intervento di Andrea Pannacci sulla storia dell’edilizia abitativa locale

Continua sulle colonne di questo giornale periodico, il nostro piccolo viaggio nel mondo immobiliare eugubino per comprenderne le fluttuazioni di mercato e avere un quadro della situazione a livello locale.

In questo numero, però, proproniamo ai nostri lettori un intervento di Andrea Panancci sulla storia dell’edilizia abitativa eugubina. “Il benessere di casa è sempre stato al primo posto nella vita di ognuno di noi. Già i nostri antenati avevano cominciato ad ingegnarsi per costruire il loro “nido” con tutte le caratteristiche tecniche le quali avrebbero permesso di ottenere una casa salubre ed al riparo dagli agenti atmosferici esterni. Gubbio è uno dei tanti esempi da cui, ancora oggi, si prende spunto.

In età medievale prima di costruire una casa si aspettavano anni e l’alternarsi delle stagioni per capire l’orientamento del sole, la tipologia dei venti nonché lo studio dei drenaggi del sottosuolo. Infatti basta fare una passeggiata sia al centro storico sia nelle campagne per osservare come le pareti esposte a nord e quindi più fredde fossero più spesse e con finestre più piccole (per far entrare meno freddo) mentre le pareti esposte al

sole più strette e con finestre ampie per permettere l’ingresso di luce e calore solare.

Oggi ci sorprendiamo delle “case in le-

I soci al lavoro in agenzia

gno” che ci danno un’idea di poca stabilità o “economicità” quando anticamente il legno era uno dei materiali più diffusi per costruire una casa. Ma una delle tecniche più sorprendenti di oggi sono i famosi tetti e solai “aerati” che bloccano l’ingresso in casa di umidità, muffe ed evitano gli sbalzi termici. Sembrerebbe una tecnologia avanzatissima ma detta tecnica, chiamata anche “vespaio”, era già di moda nel medioevo e prima ancora in epoca romana.

I muratori dell’epoca, infatti, erano soliti sistemare delle anfore vuote tra il terreno ed i pavimenti per evitare i ponti termici e quindi avere una maggiore salubrità ed

una temperatura ottimale all’interno delle mura domestiche.

Nel caso di palazzi signorili, tra queste anfore venivano accesi anche dei fuochi che riscaldavano il piano calpestato: l’attuale riscaldamento a pavimento. Nonostante la tecnologia abbia fatto passi da gigante notiamo come le soluzioni migliori siano già state utilizzate in epoche molto lontane dai giorni nostri. Anche la nostra cara Gubbio ci insegna quindi che basterebbe dare uno sguardo ai secoli passati per vivere al meglio la casa, in armonia con la natura circostante”.

Cronaca Eugubina quindicinale d’ informazione fondato e diretto da Francesco Caparrucci registrato presso il Tribunale di Perugia con autorizzazione n. 23 del 15 novembre 2013 info@cronacaeugubina.it tiratura 5 mila copie distribuzione gratuita stampa: Tipografia Vispi e Angeletti www.cronacaeugubina.it Cell. 348.4387379

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