Il Raggio Verde (Re Mida 2013)

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SEGNI Che cos’è il raggio verde? Trasformare un’emozione in gioia

IDENTITY

IMMAGINI Indossare uno stile I colori, le pietre e le forme del duemilatredici

RACCONTI Cinque autori interpretano il colore verde


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Boa Bang Green. Chronograph in 18K red gold adorned with tsavorite, tourmaline and green sapphire baguette. Python-print dial set with 8 diamonds. Rubber and python strap.

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Introduzione

Disegni

Definizione di un’idea Il raggio verde è il tema che abbiamo scelto di sviluppare quest’anno. Un colore, un’emozione, un regalo della natura. Fin dall’antichità le popolazioni dedite all’osservazione astronomica — tra cui caldei, babilonesi ed egizi — osservarono il fenomeno del “raggio verde” senza riuscire a spiegarne l’origine. Un mistero, un fenomeno, un accadimento che fu descritto e spiegato dai fisici Joule nel 1869 e Kelvin nel 1893. Le prime tracce di veri e propri trattati risalgono al primo Dizionario della Fisica Internazionale. Scritto e pubblicato a Venezia nel 1771 da AiméHenry Paullan, raccontava così, con parole antiche, il raggio verde: “è il medio tra i detti raggi primitivi, poiché egli è meno rinfrangibile de raggi violetto, indico, e turchino, ed è più rinfrangibile de’ giallo, arancio e rosso; dunque la massa del raggio verde è minore di quella de’ raggi giallo, arancio e rosso; dunque è più grossa di quella de’ raggi violetto, indico, e turchino. Quindi concludiamo, che la mescolanza d’oglio di tardato, di sciroppo violato e d’acqua comune, deve aver de’ pori molto aperti, perché assorbono quella de’ raggi, che ha più massa; conchiudiamo inoltre, che questa mescolanza medesima ha de’ pori, la cui figura non corrisponde a quella, che la natura diede alle molecole, che compongono il raggio verde, poiché questo raggio è riflesso agli occhi nostri. I cartesiani, per spiegare questa esperienza, sostengono che la mescolanza è verde, perché la sua superficie, le cui molecole hanno una larghezza e una elasticità, e una profondità mediocre, riflette i raggi efficaci con un miscuglio d’ombra e di vibrazione. Questa spiegazione, con buona pace de’ Cartesiani, deve parere un po’ oscura”. Una questione chimica, dunque, quella del “raggio verde” ma una questione, soprattutto oggi, poetica, e a cui tutti guardano, durante il periodo estivo, alle stessa stregua delle stelle cadenti. Wikipedia, semplicemente, spiega che il raggio verde è quel fenomeno ottico visibile generalmente nelle giornate di estate allorquando il sole al tramonto crea un sottile strato debolmente luminoso che nasce e si arresta in pochi secondi. Il raggio verde è dovuto alla rifrazione della luce solare da parte dell’atmosfera e il motivo per cui è maggiormente evidente al tramonto risiede nel fatto che i raggi solari radenti attraversano uno strato d’aria più spesso. Jules Verne vi si ispirò in un suo romanzo (Il raggio verde, 1882), mentre Eric Rohmer in un suo film (Il raggio verde, 1986), che presenta tre momenti di solitudine all’interno di un panorama bucolico. Nell’anno 2012 Andrea Tornaghi ha dedicato il tema della sua pubblicazione all’intersezione tra il verde della pietra ed il verde di una visione emotiva. Il racconto che segue vorrebbe restituircene l’esperienza. Ever since ancient times, populations devoted to astronomical observation — such as Chaldeans, Babylonian and Egyptians — observed the “green ray” phenomenon and were not able to explain its origin. A mystery, a phenomenon, an event described and explained by physicists Joule and Kelvin in 1869 and 1893. The first texts on the matter appeared on the fist Dictionary of International Physics, which was written and published in Venice in 1771 by Aimé-Henry Paulian. The author explained this way the green ray: “it is the intermediate one among primitive rays as it is less refractive than violet, indigo and turquoise rays and it is more refractive than yellow, orange and red; so the green ray’s mass is inferior than yellow-, orange- and red rays mass and it is superior than violet-, indigo- and turquoise rays mass. So we can conclude that the mixture of olive oil, violet syrup and water should have very open pores as they absorb the rays mass. We can conclude also that this mixture has a pores structure which does not correspond to the molecular nature. These pores compose the green ray because

this ray is reflected to our eyes. Cartesians sustain this mixture is green because its surface reflects the rays with a shadow and a vibration. This explanation should seem a bit obscure”. We can say the “green ray” is like a chemical matter but also a poetic matter that we all look at, especially during summer, just as falling stars. Wikipedia simply describes it as an optical phenomenon which is generally visible during summer, when the sunset creates a green spot visible for a short period of time above the sun. Green flashes are enhanced by mirage, which increase the density gradient in the atmosphere and therefore, increase refraction. A green flash is more likely to be seen in clear air, when more of the light from the setting sun reaches the observer without being scattered. Jules Verne described it in his book “The Green Ray” (1882), while Eric Rohmer talks about it in his movie “The Green Ray” (1986) which deals with loneliness in a bucolic setting. Andrea Tornaghi devoted his publishing to the union of the green of the Gemstone and the green of an emotion vision. The following story aims to describe this experience.

Il raggio verde è dovuto alla rifrazione della luce solare da parte dell’atmosfera ---------------------Green flashes are enhanced by mirage, which increase the density gradient and, increase refraction.

Da quando sei partito Una matita incide la carta. Un’illustratrice, disegnando, racconta l’esperienza del “raggio verde” senza una parola. Ascoltatela. ILLUSTRAZIONI: FRANCESCA COGNI

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Disegni

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L’editoriale

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Andrea Tornaghi

La ricerca della perfezione Un anno non è soltanto la somma di 525mila minuti. È l’insieme delle esperienze che ti toccano, ti segnano, ti attraversano. Quando passeggi per la tua città a volte hai l’impressione che tutto sia esattamente come quando eri piccolo. Le vetrine, i negozi storici e qualche nuovo arrivato. Le insegne si succedono ma le strade sono le medesime, il circuito di persone che frequenti in fondo è simile. Anche i volti delle persone che pur non conosci ma incontri mentre cammini non cambiano, nel giro di trent’anni. Alle volte davvero tutto, intorno, sembra immobile, quasi come la situazione politica che ci circonda. Forse eccetto qualche disegno di archistar che ha preso forma a Milano, quasi a spezzare un rigore di un’antica, e sobria, cittadinanza. Ecco, questa sensazione di “tempo immobile”, per quelli della mia generazione alle volte è soffocante. Viene voglia di cambiare panorama, prospettiva, di immaginare mondi lontani o diventare attore di un’altra vita, indossare panni diversi e non dover sottostare all’inadempienza di un secolo che non vuole innovare abbastanza. Quanti amici se ne sono andati dall’Italia, alla ricerca di un’ altra realizzazione. Li capisco, e li stimo. Tuttavia la mia scelta è stata quella di non partire. O meglio, viaggiare sì, ma con la fantasia. Alle volte provo ad immaginare come sarebbe la prospettiva se invece che “giovane” designer di piccoli preziosi e contemporanei gioielli fossi un antico protagonista della natura. Essere qualcosa di impercettibile. Il tempo, per esempio. Oppure essere un’ombra, un raggio di sole: I gioielli di Remida Tornaghi nascono spesso da un’intuizione. Da un colore che prende una nuance originale, da un altro punto di vista. Dal ritorno di un viaggio in India. Da una pietra che ha una storia raccontata con garbo. Per questo le nostre collezioni, quest’anno, sono accompagnate da un “concetto naturale”. Il raggio verde è il momento magico della fine di un giorno, ma anche la sensazione di aver vissuto, e visto, qualcosa di irripetibile. Ogni volta che indossate un nostro gioiello, vorrei che provaste, esattamente, questa sensazione. Quella che ho avuto io, nel disegnarlo.

When you walk in your town, sometimes you get the feeling that everything looks like when you were a child. The window shops, old shops and new ones. The shop signs come one after another but streets are the same. The circle of people you meet, it’s basically the same. Even the faces of people you meet but you don’t know, do not change in the space of 30 years. Sometimes everything seems still like the political situation surrounding us. Maybe everything but some archistar designs which took shape in Milan, breaking the rigor of an old and sober citizenry. That’s it. This feeling of “still time” is very suffocatin for people of my generation. It makes you feel like changing the panorama, the perspective; imaging far worlds, becoming the actor of a new life and not submitting to the breach of a century which doesn’t want to innovate. So many friends left Italy looking for a new life. I understand them and sometimes I estimate them. Nevertheless, I choose not to go. Or well, I love travelling, but with my imagination. Sometimes I imagine how would it be if, instead of a young designer of small and modern jewels, I was an old character of nature. What if I was something imperceptible. Like time, for example. Or a shadow, a ray of sunshine. Remida Tornaghi jewels often spring from intuitions. From a colour which absorbs an original nuance, from another point of view. From the return from India. From a gemstone with a story. For all these reasons our collections go with a natural concept, this year. The green ray is a magic moment of the end of the day, but also the feeling of having experienced and seen something unique. Everytime you wear one of our jewels, I would like you to feel exactly this sensation. The one I felt designing them.


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I segni

I segni

Cristina Silvieri Tagliabue

Quello che lui ama è il riflesso di se stesso, che vede in te. Sei il suo specchio, non la sua interlocuzione. Sei il suo gioiello ma non la sua gioia. E se non hai mai visto il raggio verde ed il sole di quel colore tramontare, non ti puoi aspettare il miracolo. Piuttosto di quel colore arrabbiati. E non che il raggio verde al tramonto mai lo vedrai. Arrabbiati con te, che pensavi di aver capito tutto, e che invece sei lì, ancora una volta, a leggerti il manuale delle “regole delle donne” e non hai capito che non ci sono regole. Che se uno non ti ascolta, come è accaduto a me, significa che non ci puoi fare niente. Né andare a Lourdes. Né giocare altre partite. Lasciarlo andare sarà la tua vittoria. Magari, stavolta, potrebbe esser l’occasione di dirgli due cosette due.

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in the art of telling who they are. A man who is talking to you but not listening to you, he is not interacting. He just uses you as a public to his speech. And if at the end of his speech, which lasted for all the dinner, he says he loves you while he has never listened to you, please, do not believe him. He justloves his reflection that sees in you. You are his mirror, not his interlocutor. You are his jewel, but not his joy. If you have never seen the green ray and the green sun set, you cannot expert any miracle. Get green with rage. I’m not saying you will never see the green ray at the sunset. Be angry with yourself. You thought you did understand everything but you are still there reading the book of “women rules”. You did not understand there are no rules. If a man does not listen to you, as it happened to me, there is nothing you can do about it. Neither go to Lourdes. Neither try again. Let him go will be your victory. Maybe this time you will have chance to tell him a couple of things.

Green with rage

Verde di Rabbia Se pensi di conoscere gli uomini perché li hai ascoltati, beh, baby... Forse hai ancora qualcosa da imparare... Non ho ancora visto il raggio verde. Forse è per questo che ho completamente toppato con gli uomini. Una si sveglia a 39 anni e pensa che un po’ li capisce. Un po’ l’altro sesso l’ha compreso. Dopotutto. Qualche storia finita bene. Qualche altra così così. Fallimenti pochi. Situazioni sapide, semmai, messe subito a tacere dal silenzio di un cellulare che rivolge le proprie attenzioni altrove. Insomma una si sveglia a 39 anni e dopo due convivenze e qualche storia nel mezzo di, ...beh, pensa di aver passato parecchio tempo con l’altra metà del cielo. Pensa che a furia di sentirli parlare, e raccontare, e snocciolare, e parlare, e raccontare, e filosofeggiare bada bene, senza nessun gesto pratico che possa aiutare allo svolgimento di pratiche attività quotidiane, una pensa che comunque, qualcosa dell’altro universo avrà compreso. E invece no. Ascoltare parlare gli uomini non necessariamente fa di te una vera conoscitrice del genere. Semmai fa di te un’ascoltatrice al cospetto di un retore. Fa di te una santa, se gli uomini in questione sono malati di logorrea. Fa di te una finissima attrice, se durante queste ore passate nella necessità dialettica altrui per caso ti sei annoiata e hai trattenuto sbadigli, cercando di mantenere fisso il tuo sguardo negli occhi dell’altra persona anche quando tutt’intorno, improvvisamente, il resto del panorama acquistava un inaudito interesse. Perché ascoltare non significa esattamente sapere la verità di come un altro è fatto. Ascoltare è un’attitudine al sacrificio proprio, che non necessariamente implica interazione: le domande che fai quando lui ti parlava avevano davvero delle risposte pensate per te oppure erano frasi fatte? Dette giusto per togliere di mezzo altre domande e continuare a parlare? La maggior parte delle persone, quando va in tivù, conosce già le cose che vuole dire, al netto delle domande

che gli faranno gli interlocutori giornalistici. Lo sapevi? Ecco, forse è meglio che ti metti in testa che la stessa cosa potrebbe accadere a te quando pensi di star parlando con un uomo e invece ti accorgi che, a prescindere dal tuo punto di vista, lui prosegue per il tuo discorso. Non solo. Quello che tu dici non solo non conta nulla e non lo farà smuovere di un millimetro dalle sue posizioni politiche, culturali, o semplicemente banali opinioni sul ménage della donna di servizio. Quello che tu dici è qualcosa che passa a mo’ di brezza attraverso il suo apparato uditivo o Amplifon che sia. E non arriva neppure a sfiorare il sistema nervoso. Figurati il cervello. Dunque, se anche tu per caso avessi pensato di rinunciare a parlare con un uomo perché tanto ci sono le amiche con cui sfogarsi ed esser stata lì, zitta zitta, facendo breccia nel cuore altrui attraverso una mise di livello e una predisposizione netta all’ascolto, cara la mia bella, hai toppato. Se hai privilegiato quel silenzio che tutti definiscono “d’oro” alla necessità, comunque, umana, di interloquire, hai toppato, cara, proprio di brutto. Se davvero anche tu ti sei sacrificata in funzione della sua soddisfazione, puntando sul fatto che siete una coppia e che se è felice lui di parlare lo sei anche tu di tacere, cara la mia bella, purtroppo, hai fatto il fioretto sbagliato. Perché ascoltare gli uomini, è dimostrato, non serve a nulla. Ascoltare gli uomini fa sì che gli uomini parlino, e si esercitino nell’arte di aver ragione. E non in quella di raccontarsi davvero, per quel che sono. Un uomo che parla soltanto, con te, senza ascoltarti, non sta interagendo davvero. Ti sta semplicemente utilizzando come pubblico della sua dialettica. E se alla fine del suo racconto durato guarda caso tutta la cena ti dice di amarti, senza mai averti ascoltato, fammi una cortesia, e non gli credere.

If you think to know men because you listened to them, well, baby… maybe there is still something you have to learn… I have not seen the green ray, yet. Maybe that is why I went completely wrong with men. At the age of 39, one may think she understands them a bit. She understands the opposite sex. Afterall. Some romances end in a good way. Some other so and so. Few failures. Quick affairs stopped with the silence of a mobile phone that is busy with someone else. At the age of 39,after two cohabitations and a couple of affairs, well, one may think she spent a lot of time with men. She thinks she understands them, after listening to them and talking with them so many times. But this is not the case. Listening and talking to men, that does not make you an expert of men kind. It makes you a listener to a rethorician. It makes you a saint, if men are long-winded. It makes you a very good actress, if you pretended to be interested and stared at him with a deep attention while, in the reality of the facts, you were so bored of listening. But listening does not mean you deeply know that person. Listening is like a sacrifice and does not necessarily involve interaction. Do his answers to your questions make any sense or do they seem like set phrases? Set phrases just to avoid any other questions and continue to talk? Most of people from the showbiz, once they go on TV, they already know what to say and the questions the journalists will make. Did you know that? Well, maybe you should better think the same thing could happen to you, when you think you are talking to a man but you perceive he is going in your direction. But that’s not it. Everything you say is like nothing to his ears, does not move him at all from his political, cultural opinions, or just from his opinion on simple daily life matters. Everything you say just passes through his ears, like a breeze. And does not touch at all his nervous system. Let alone his brain. So, if you have ever thought to avoid talking with men, because you can talk with your friends, and to just listen to them, well my friend, you were wrong. If you preferred the silence to the human need of talk, well my dear, you were completely wrong If you really sacrificed yourself for his satisfaction, stressing the fact you are a couple and as long as he is happy to talk, you are happy to silence, well, my friend, you were wrong. It is well-demonstrated that listening to men is useless. If you listen to men, they talk and train themselves in the art of being right. But not

Sei il suo gioiello ma non la sua gioia -------------You are his jewel but not his joy


AD_Umberto Asnago _ Styling_Carola Minotti _ Photo_Master Fotografie

sommario

02 INTRO: COS’È IL RAGGIO VERDE 03 DA QUANDO SEI PARTITO Francesca Cogni 09 EDITORIALE Andrea billo Tornaghi 10 VERDE DI RABBIA Cristina Sivieri Tagliabue 14 IL GIARDINO SEGRETO Riccardo Urnato 30 LE PORTE DEL PARADISO Marco Bertani 38 JOUER À LA CROISETTE Emanuele Berardi 46 UN DESIDERIO STRAVAGANTE 50 THE GENTLE WOMAN Celeste Pisenti Lombardi 63 BANG BANG 66 LE FIL ROUGE 70 PANETTONE TUTTO L’ANNO Davide Paolini, il Gastronauta 72 LE RICETTE DI FILIPPO Filippo di Bartola 74 JUST FRIENDS 80 IL RE DELLE PIASTRINE 84 QUANDO L’AMORE... Giuseppe di Piazza 86 STORES 90 CONTRIBUTORS PENTA srl · www.pentalight.it · info@pentalight.it · Tel. +39 031 766 100

GLO Design Carlo Colombo

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il giardino

segreto La vita è gioie da mostrare e sofferenze da difendere. Ma se tutto a un tratto accadesse il contrario. Se dovessimo custodire le cose che normalmente appaiono. Un fotografo ci mostra cosa accadrebbe

PHOTO: RICCARDO URNATO


CROISETTE. Anelli e collane in oro rosa, oro giallo con o senza diamanti e pietra tonda flat semipreziosa. CROISETTE. Pink or yellow gold rings and chains with or without diamonds and semiprecious flat stone.


A destra Bracciali Tennis in oro rosa, diamanti bianchi e bruni. Bracciale rolò in oro rosa e pavè di diamanti bruni. Orecchini in oro rosa e pavè misto di diamanti bruni. Anello multifili in oro rosa con diamanti taglio brillante e taglio a rosetta bruni. IDENTITY. Piastra maxi in oro rosa e pavè misto di diamanti taglio brillante e taglio a rosetta bruni. Right page. Tennis bracelets in pink gold, white and brown diamonds. Rolo bracelet in pink gold and brown pave diamonds. Earrings in pink gold and brown pave diamonds. Multiwire ring in pink gold with brilliant cut diamonds and brown rose diamonds. Identity. Maxi pink gold plate with mixed pavè of brilliant cut diamonds and brown rose diamonds. A sinistra. Collana in oro rosa con sassi e diamanti naturali sfaccettati di color bruno. Orecchini in oro rosa, diamanti, diamanti e zaffiri grezzi. UNIQUE. Anello in oro rosa mattato con diamante grezzo centrale e pavé misto di diamanti neri e bruni. Left page. Pink gold necklace with natural chestnut diamonds beds. UNIQUE. Pink gold matt ring with central rough diamond and mixed black and brown diamonds pavé .


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A destra. Bracciali gourmette in oro rosa e oro bianco con smeraldi. Anello in oro bianco, triangoli di diamanti e smeraldo Colombia come centrale. UNIQUE. Anello in oro bianco naturale, tormalina afghana verde e pavĂŠ misto di diamanti e zaffiri. Right page. Pink and white gold gourmette bracelet with emeralds. White gold ring with colombian emerald and tappers diamonds on side.UNIQUE. Afghani bluish green tourmaline mounted in natural white gold and mixed pavĂŠ with diamonds and sapphires. A sinistra. Orecchini in oro bianco con diamanti taglio fantasia e goccie di smeraldo Colombia. Left page. White gold earings with fancy cut diamonds and colombian emerald drops.


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A destra. Bracciale multifili in oro bianco e brillanti. Orecchini in oro bianco, diamanti taglio brillante e taglio a rosetta. Right page. Multi-thread bracelet in white gold and diamonds. White gold earrings with pave diamonds with brilliant and rose cut diamonds. A sinistra. Solitari. Oro bianco e diamanti. Orecchini pendenti in oro bianco e diamanti taglio brillante. Left page. Custom rings. White gold and diamonds. Pendant earrings, white gold and diamonds brilliant cut.


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A destra. Orecchini in oro rosa e zaffiri blu parzialmente bruniti. Bracciale tennis in oro bianco e brillanti. Zaffiro taglio cuscino con baguettes laterali montati su oro bianco. Right page. Rose gold earrings with blue sapphires. Tennis bracelet mounted on white gold and blue sapphires. Ceylon cushion shape sapphire white diamond baguettes mounted on white gold. A sinistra. UNIQUE. Anello in oro bianco naturale con tanzanite cabochon taglio sugarloaf rovesciato e pavè misto di diamanti, tanzaniti e zaffiri light blue. Left page. UNIQUE. A tanzanite cabochon ring in natural white gold. A sugar loafcut with diamonds, tanzanite and light blue sapphires.


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A destra. Collana a doppia chiusura montata su oro rosa con sassi sfaccettati di diamante naturale color castagna trasparente e castoni con rosette di diamanti bruni. Right page. A necklace with a double safety chain made of pink gold, natural chestnut diamonds and brown rose cut diamonds. A sinistra. Orecchini in oro rosa e diamanti taglio brillante. Bracciale tennis in oro rosa e diamanti taglio brillante bruni. IDENTITY. Piastrina in oro rosa e diamanti bruni a forma di cuore. Piastrina circolare in oro rosa e diamanti. MAGNUM. Anello in oro rosa lucido e pavè misto di diamanti bruni. Left page.Pendant earrings in rose gold and diamonds. Tennis bracelet in rose gold and brown diamonds. IDENTITY. Heart shape Identity charm in rose gold and brown diamonds. Identity charm in rose gold and diamonds. Magnum. Rose gold ring with mixed pavè in brown diamonds.


Collage Studio - Photo Tommaso Sartori

DESIGN PORTRAIT.

Sophie ama Ray e l’arte contemporanea. Ray è disegnato da Antonio Citterio. info: T. 800 018 370 info@bebitalia.com www.bebitalia.com B&B Italia Store Milano, via Durini, 14 - T. 02 764441 - store.milano@bebitalia.it


le porte del paradiso Ci sono persone che pensano che il viaggio sia una dimensione dell’anima. Hanno ragione. Fino a un certo punto‌.

PHOTO: MARCO BERTANI


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me, gli stessi elementi che costituiscono da elefanti, delle armi finemente lavorate un gioiello ben prodotto. Tra un in avorio, argento e pietre preziose, dei appuntamento e l’altro all’interno del singolari soffitti decorati in oro e specchi bazar ho avuto la fortuna di visitare della sala del trono. Jaipur, capitale del qualche meraviglia architettonica dove Rajasthan, nacque per un capriccio di un stili profondamente diversi si fondono sovrano. Il Mahrahajah Sing II abbandonò con sapiente naturalezza. Jodhpur, la nel 1670 l’antica capitale Amber per città del sole, la Porta del deserto del farsi costruire la città sognata nei fumi Thar, o più comunemente, la “città dell’oppio. Colonnati, archi, colonne, azzurra” per l’indaco che ricopre quasi altane nelle infinite varietà di facciate di uniformemente la città vecchia, sorge palazzi così diversi ma tutti ugualmente sulla cresta di un colle, cinto da mura rosa con un unico filino bianco, come robuste e torri rotonde e quadrate. di passamaneria, a sottolineare ogni All’interno delle mura vi sono due grandi arabesco, ogni modanatura. Una laghi e molti splendidi edifici tra cui esplosione di colori e incredibile i palazzi della residenza del rajah. Da ricchezza. Qui, tutto sembra oro: il giallo non perdere, dopo una lunga salita, il soffuso della polvere del deserto, le sicurissimo forte Meherangart. Uno fiamme delle candele, la pelle e gli abiti stupore che continua nella scoperta di delle donne, ma nulla lo è. Il palazzo e il meravigliose“Jali”,antichi paraventi dietro Forte di Amber, cosi come il Palazzo dei In Rajasthan ci sono passato molte volte, cui si celavano le donne di corte, traforati venti sono luoghi di grande suggestione alla ricerca di pietre preziose. All’interno come merletti nella pietra (in legno e contemplazione. del Johari bazar di Jaipur passano le oppure in pietra, con scolpiti disegni Jaisalmer, isolata e solitaria, è gemme più belle del mondo. L’India, i ornamentali, calligrafici o geometrici probabilmente la più affascinate città Marajah e le sue corti hanno radicato usati nell’architettura islamica e indiana), del Rajasthan. In verità le sue dimensioni nella cultura dell’intera nazione un o delle preziose collezioni di portantine sono di poco superiori a un grosso grande interesse per l’arte del bello, cosa che si riflette nella finezza dei gioielli. L’India è il paese che più di ogni altro mi ammalia, mi penetra nella pelle come una finissima polvere d’oro. Nonostante la povertà e la sofferenza composta dei mendicanti, la voglia di tornare ti prende all’improvviso: per ripercorrere sentieri già visti, incontrare sorrisi e sguardi già vissuti. Per essere ancora una volta parte di un mondo “non raccontabile”. La concezione induista, buddhista e giainista del mondo si incentrano sulla ricerca di una soluzione al paradosso centrale dell’esistenza. Per queste vere e proprie filosofie, la creazione non può essere distinta dal creatore e il tempo non si distingue dall’eternità. Questo concetto, applicato all’arte e all’architettura, divide l’universo dell’esperienza estetica in tre elementi distinti e tra loro correlati: i sensi, le emozioni e lo spirito. Questi sono, per


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villaggio, ma la sua storia e la sua ricchezza architettonica la qualificano come un centro di primaria importanza. Si erge tra le sabbie del deserto del Thar, ai confini con il Pakistan. La città fu fondata nel lontano 1156, costruita di pietre prettamente rossastre, evoca l’immaginario avamposto sperduto nel nulla del “Deserto dei Tartari”, di Buzzati. La città è racchiusa da una poderosa cinta muraria e da 99 bastioni. Vi si entra da quattro porte, l’ultima delle quali si chiama “porta d’inverno” per la fresca brezza che vi spira in ogni stagione dell¹anno. I palazzi di gialla arenaria con balconi intagliati come merletti e le haveli, residenze meravigliosamente decorate di proprietà di ricchi mercanti dediti ai traffici carovanieri, sono un patrimonio da preservare.

AbT What with one meeting and another in the bazar, I had the chance to visit some architectural wonders, where deeply different styles melt naturally. Jodhpur, the city of the sun, the gateway to Thar desert, or, most commonly, the “blue city” for the indigo that evenly covers the old town. Jodhpur raised on a hill ridge, surrounded by strong walls and round and squared towers. Inside the walls, there are two big beggars pain, you suddenly want to come lakes and many splendid buildings, among back. You wish to walk already seentracks, which thepalaces of Rajah residence. After meet smiles and looks already experienced. a long climb, you can’t miss the fort of All this to be part, once again, of an Meherangart. Amazement continues with the wonderful “Jali”, old screens used by “untellable” world. Hindu, Buddhist and Jain ideas of the court women to hide themselves. They are I’ve been to Rajasthan many times, looking world focus on the quest for the solution perforated stones carved in wood or stone, for gemstones. You can find the most tolife paradox. For these philosophies, with ornamental patterns constructed beautiful gemstones of the world, at the creation cannot be separated from through the use of calligraphy or geometry. Johari bazar in Jaipur. India, Marajahs and thecreator, and time cannot be separated This decoration was used in both Islamic its courts have deep-rooted in the entire from eternity. This concept, applied to art and Indian architecture. Let alone the nation culture, a deep interest in aesthetics, and architecture, divides the aesthetic precious collections of elephant sedan which reflects in jewels beauty. India is experience in three different but correlated chairs, the weapons finely carved with ivory, the most fascinating country for me, it elements: senses, emotion and spirit. These silver and gemstones, the unique ceilings goes right through my skin as it was gold are for me, the same elements a good decorated with gold, and the mirrors in the throne room. powder. Despite poverty and composed jewel is made of.

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Luoghi Jaipur, the capital of Rajasthan, was raised for a king’s whim. Mahrahajah Sing II left the old capital Amber in 1670, in order to have a town built for him. Arcades, arches, columns and turrets in the endless variety of facades. Facades of palaces that are so different but all painted with pink and decorated with a thin white line, like a trimming, to underline each arabesque. It’s an explosion of colors and incredible richness. Here, everything seems like gold: the delicate yellow of desert powder, candles flames and women skin and cloths. But nothing is gold. The palace and the fort of Amber, such as the Palace of Winds are very suggestive places. Jaisalmer, isolated and solitary, is maybe the most charming city of Rajasthan. It is not much bigger than a big town, but its history and architectural richness qualifies it as a very important area. It raises on Thar desert and borderswith Pakistan.

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The city was founded in far 1156. Built with mainly red stones, it evokes the lost imaginary of The Desert of the Tartars, by Buzzati. The city is surrounded by strong walls and 99 bastions. There are 4 doors; the last one is called “Winter door”, for the fresh breeze you can feel each time of the year. Jaisalmer palaces of yellow sandstone, the wonderful residences of rich caravan merchants are a patrimony to preserve..

32, Palazzo di Amber, Jaipur. Amber Palace Jaipur. 33, Anello in oro bianco naturale tormalina taglio cuscino e pavè misto di zaffiri, di diamanti e di diamanti ice. Orecchino in oro rosa con zaffiri naturali rosa. Natural white gold ring with pink tourmaline and mixed pavè of sapphires, diamonds, and ice diamonds. 34, Anello degradè in oro rosa, zaffiri, e smeraldo taglio cuscino. Bracciale semirigido in oro rosa, zaffiri burmesi, topazi verdi e diamanti. Degradè ring in rose gold, sapphires and emerald cushion cut. Semirigid bracelet in rose gold, burmese sapphires, green topaz, diamonds. 35, Scorcio di Johdpur. Johdpur’s sight. 36, Le antiche porte di Jaisalmer. Jaisalmer’s old gates. 37, Anelli degradè in oro rosa con diamanti sulla montatura e tormaline o spessartiti come pietre centrali. Rose gold degradè rings with diamonds, tormalines and garnet spessartites.


L’interpretazione dei sogni è psicanalisi. L’interpretazione del colore è la cifra della fotografia. Creare un gioiello è stilizzare un desiderio.

PHOTO: EMANUELE BERARDI


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Luoghi dell’ anima

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Storie

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Jules Verne

Un desiderio “stravagante” Sono rari gli scrittori che riescono a restituire, all’interno di una narrazione drammatica, o avventurosa, o letteraria, un fenomeno della fisica. Tra l’800 e il ‘900 il miracolo del raggio verde è stato parte di tanti testi. Il più importante, “Il raggio verde” di Jules Verne. Successivamente, anche Emilio Salgari riprenderà lo spunto ne “Il re del mare”.

“da Il raggio verde” di Jules Verne (1882, Parigi) [...] Avete a volte osservato il sole che tramonta su un orizzonte marino? Certamente sì. L’avete seguito fino al momento in cui, quando la parte superiore del suo disco sfiora la linea dell’acqua, esso sta per sparire? È probabilissimo. Ma avete notato il fenomeno che si verifica nel preciso istante in cui l’astro radioso getta il suo ultimo raggio, se il cielo allora sgombro di foschia è di una purezza perfetta? Forse no. Ebbene, la prima volta che vi capiterà l’occasione - capita assai di rado - di fare questa osservazione, non sarà, come si potrebbe credere, un raggio rosso che verrà a colpire la retina del vostro occhio, bensì un raggio «verde», ma di un verde meraviglioso, di un verde che nessun pittore può ottenere sulla sua tavolozza, di un verde la cui sfumatura la natura non ha mai riprodotto né fra le tinte così varie dei vegetali, né nel colore dei mari più limpidi! Se c’è del verde in paradiso, non può essere che questo, che è senza dubbio il vero verde della Speranza!”. Tale era l’articolo del Morning Post, il giornale che Miss Cambpell teneva in mano quando entrò nel salone. Quella nota, molto semplicemente, l’aveva appassionata. Fu così che lesse con voce entusiasta agli zii le poche righe affrettate che cantavano in forma lirica le bellezze del Raggio Verde. Ma, ciò che Miss Campbell non

disse è che proprio questo Raggio verde si allacciava ad un’antica leggenda il cui senso profondo le era sfuggito fino allora, leggenda inesplicata tra le tante nate nella regione degli Highlands, e che afferma questo: ed è che il raggio possiede la qualità di far colui che l’abbia veduto non può più ingannarsi in faccende sentimentali; è che chi sia stato così fortunato da scorgerlo una volta, vede chiaro nel proprio cuore e in quello altrui. Si perdoni a una giovane scozzese delle Terre-Alte la credulità poetica che la lettura di quell’articolo del Morning Post aveva appena ravvivato nella sua immaginazione. Ascoltando Miss Campbell il fratello Sam e il fratello Sib si guardarono con una specie di incredulità, a occhi spalancati. Erano vissuti finora senza aver visto il Raggio Verde, e s’immaginavano che si potesse vivere senza mai vederlo. Non sembrava fosse il parere di Helena che pretendeva di subordinare l’atto più importante della sua vita all’osservazione di questo fenomeno, unico tra tutti. “Ah! è questo che chiamano Raggio Verde?” disse il fratello Sam muovendo dolcemente il capo. - Sì, rispose Miss Campbell. - Che tu vuoi vedere assolutamente? disse il fratello Sib. - Che vedrò, con il vostro permesso, signori zii, e il più presto possibile,

non vi dispiaccia! - E dopo, quando l’avrai veduto?.... - Quando l’avrò veduto, potremo parlare del Signor Aristobubulu Ursiclos”. Il fratello Sam e il fratello Sib si guardarono di sfuggita, sorrisero con un piccolo sguardo d’intesa. - “Andiamo a vedere il Raggio Verde, disse uno. - Senza perdere un attimo” aggiunse l’altro. Miss Campbell li fermò con la mano nel momento in cui stavano per aprire la finestra del salone. “Bisogna aspettare che il sole tramonti” disse. - Questa sera allora... rispose il fratello Sam. - Che il sole tramonti sul più puro degli orizzonti, aggiunse Miss Campbell. - Ebbene, dopo cena, andremo tutti e tre alla punta di Rosenheat... disse il fratello Sib. - Oppure saliremo semplicemente sulla torre del cottage, aggiunse il fratello Sam. - Alla punta di Rosenheat, come sulla torre del cottage, rispose Miss Campbell, non c’è altro orizzonte che quello del litorale del Clyde. Ora, è sulla linea del mare e del cielo che bisogna osservare il sole al tramonto. Perciò, avviso ai miei zii che mi mettano dinnanzi a questo orizzonte nel tempo più breve”. Miss Campbell parlava così seriamente, rivolgendo loro il suo sorriso più bello, che i fratelli Melvill non potevano resistere a un ultimatum formulato in quei termini. “Forse la cosa non è urgente?...” credette però di dover far osservare il fratello Sam. E il fratello Sib gli venne in aiuto aggiungendo:“Avremo sempre tempo”. Miss Campbell scosse gentilmente il capo. “Non avremo affatto il tempo, rispose, e al contrario, è urgente!” - Sarebbe perché, nell’interesse del Signor Aristobulus Ursiclos... disse il fratello Sam. - La cui felicità, parrebbe, dipenda dall’osservazione del Raggio Verde... disse il fratello Sib. - E’ perché siamo già nel mese di agosto, signori zii! rispose Miss Campbell, e le nebbie non possono tardare ad offuscare il nostro cielo di Scozia! E’ perché non conviene approfittare delle belle serate che la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno ci serbano ancora! A quando la partenza?” E’ sicuro che se Miss Camblell intendeva assolutamente vedere, quest’anno, il Raggio Verde, non c’era tempo da perdere. Portarsi immediatamente in qualche punto del litorale scozzese esposto a occidente, sistemarsi nella maniera più confortevole possibile, andare ogni sera a osservare il tramonto del sole, quindi far la posta all’ultimo raggio, era ciò che c’era da fare senza aspettare un sol giorno. Forse allora, con qualche possibilità, Miss Campbell avrebbe visto compiersi il suo desiderio più stravagante, se il cielo si fosse prestato all’osservazione del fenomeno - cosa che è rarissima -, come giustamente diceva il Morning Post. E aveva ragione quel giornale ben informato! Si trattava innanzitutto di cercare e scegliere una parte della costa occidentale da dove potesse essere visibile il fenomeno. Ebbene, per trovarla, era necessario uscire dal Golfo di Clyde. [...] Il Raggio Verde ha la virtù di far si che chi l’ha visto non possa più ingannarsi nelle cose che riguardano il sentimento; la sua apparizione distrugge illusioni e menzogne; chi è stato tanto fortunato da vederlo una volta, vede chiaro nel proprio cuore e in quello degli altri.

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Il Raggio Verde ha la virtù di far si che chi l’ha visto non possa più ingannarsi nelle cose che riguardano il sentimento

-------------This ray has the virtue of making him who has seen it impossible to be deceived in matters of sentiment


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Storie

da “Il Re del Mare”, di Emilio Salgari (1906, Genova) [..] Prima del tramonto l’incrociatore navigava già nelle acque che bagnano la costa del Sedang. Possiamo considerarci, almeno per ora, fuori di pericolo, - disse Yanez a Horward il quale, assieme a Darma, contemplava il tramonto del sole. - Sì, però fra giorni, anzi forse fra quarant’otto ore, saremo costretti a ricominciare la musica, - rispose l’americano. - Le navi degli alleati non ci lasceranno tranquilli. Ah!... che superbo tramonto!... - esclamò in quel momento Darma. Quelli che si ammirano in questi mari sono infatti i più splendidi. - disse Yanez. - Hanno delle tinte che non si vedono in altri luoghi. Se state attenti vedrete il famoso raggio verde. Un raggio verde! - esclamarono l’americano e Darna. E’ splendido, mia piccola Darma: è un fenomeno meraviglioso che si può ammirare solamente nei mari della Malesia e nell’Oceano Indiano. Il cielo è purissimo, quindi anche tu lo vedrai. Aspetta solamente che l’orlo superiore del sole stia per scomparire. Possibile che da tutto quel fulgore infuocato possa sprigionarsi un raggio d’un tal colore! - esclamò. Sono certo di non ingannarmi: state attenti. Il sole tramontava in un oceano di luce, le cui tinte a poco a poco variavano certo a causa dello stato più o meno igrometrico dell’atmosfera e della distanza dell’astro dallo zenith. Mentre stava, per modo di dire, per affondare nell’oceano, pel cielo si diffondeva una luce rosso-giallognola la quale prendeva rapidamente una tinta quasi violacea che si perdeva insensibilmente in un fondo azzurro-grigiastro. II margine superiore del disco stava per sparire quando apparve improvvisamente un raggio assolutarmente verde, d’una bellezza tale da strappare all’americano ed a Darma un grido d’ammirazione. Splendido! - aveva esclamato Horward. Superbo! - aveva detto Darma. - Non avevo mai veduto un raggio d’un tal colore!... Perche’ non ha percorso che di rado questi mari - rispose Yanez. E non si può vederlo in altri luoghi? - chiese Kammamuri che si era unito a loro. E’ difficilissimo, perché occorrono eccezionali condizioni di limpidezza ed una grande purezza d’orizzonte e solamente in queste regioni si possono avere con maggior frequenza tali condizioni. Ecco la campana che ci chiama a cena. Approfittiamone finché nessun pericolo ci minaccia, - disse Yanez, offrendo il braccio alla giovane anglo-indiana. Due ore dopo il tramonto, il Re del Mare, che non aveva diminuita la sua velocità, si trovava di fronte alla foce del Sedang, ad una distanza di qualche mezza dozzina di miglia. Che la Marianna si sia nascosta entro il fiume? - chiese Kammamuri a Yanez che esplorava la costa con un cannocchiale...[..]

A “fancy” desire Writers who are able able to convey a phenomenon into a dramatic, adventurous or literary narration are very rare. Between the nineteenth and the twentieth centuries,

Storie the miracle of the green ray was present in many works of literature. It was even the main character in one of them: “The Green Ray”, by Jules Verne. A couple of decades later, also Emilio Salgari will talk about it in his work “The King of the Sea”. from The Green Ray by Jules Verne (1882, Paris) [...] “Have you sometimes observed the sun set over the sea? Have you watched it till the upper rim of its disk, skimming the surface of the water, is just about to disappear? Very likely you have; but did you notice the phenomenon which occurs at the very instant the heavenly body sends forth its last ray, which, if the sky be cloudless, is of unparalleled purity? No, perhaps not. Well, the first time you have the opportunity, and it happens but rarely, of making this observation, it will not be, as one might think, a crimson ray which falls upon the retina of the eye, it will be ‘green’, but a most wonderful green, a green which no artist could ever obtain on his palette, a green which neither thevaried tints of vegetation nor the shades of the most limpid sea could everproduce the like! If there be green in Paradise, it cannot but be of this shade, which most surely is the true green of Hope!” So ran the article in the Morning Post, the newspaper which Miss Campbell held in her hand when she entered the hall.This paragraph had simply bewitched her, and with great excitement she read to her uncles these few hurried lines, which sang the praised of the Green Ray in a somewhat lyric form. But what Miss Campbell did not tell them was that this Green Ray tallied with an ancient legend, which till now she had never been able to understand. It was one among the numerous inexplicable legends of the Highlands, which avers that his ray has the virtue of making him who has seen it impossible to be deceived in matters of sentiment; at its apparition all deceit and falsehood are done away, and he who has been fortunate enough once to behold it is enabled to see closely into his own heart and read the thoughts of others. A young Scotchwoman of the Highlands must be pardoned for a romantic credulity which this article in the Morning Post had just revived. Sam and Sib looked at each other with blank astonishment, as Miss Campbell read. They had lived till now without seeing the Green Ray, and imagined it was quite possible to exist without ever doing so. However, it seemed that this was not Helena’s opinion, who intended to make the most important action of her life subordinate to the observation of this unique phenomenon. “Ah! And is that what is meant by the Green Ray?” said her uncle Sam, gently nodding his head. “Yes,” replied Miss Campbell. “And do you really want to see it?” said Sib. “I will see it with your permission, uncles, and as soon as possible, with all due deference to you.” “And then when you have seen it?” “When I have seen it, we can talk of Mr. Aristobubulus Ursiclos.” The brothers exchanged a knowing glance. “Then let us go and see this Green Ray,” said one. “Without losing a moment!” added the other. Miss Campbell stopped them just as they were about to open the hall window. “We must wait till the sun sets,” said she. “This evening then” said Sam. “Should the sun set on a clear horizon,” added Miss Campbell. “Very well, after dinner we will all three go to Roseneath Point” said Sib.

“We can only see the coast of the Clyde from Roseneath Point, or from the tower,” replied Miss Campbell; “and, remember, we must see the sun set on the sea-line, so take my advice, uncles, and let me see thathorizon as quickly as possible.” Miss Campbell spoke so seriously, and smiled at them so prettily, that the brothers could not refuse a proposition made in such terms. “Perhaps there is no immediate hurry?” Sam, however, thought fit to observe. And Sib came to his assistance, adding: “We have plenty of time” Miss Campbell shook her head prettily. “There is not plenty of time,” she replied,“and this, on the contrary, is most urgent.” “On account of Mr. Aristobulus Ursiclos” said Sam. “Whose happiness, it seems, depends upon your seeing the Green Ray, and ” continued Sib. “No, simply because we are already in the month of August, and it will not be long before our Scotch skies are hidden by fogs! We must take advantage of the fine evenings still left us! When shall we go?” It was very certain Miss Campbell was determined to see the Green Ray that year, and there was no time to be lost. What they had to do was to go at once to some place on the Scotch coast facing the west, to settle down there as comfortably as possible, to see the sun set every evening and to watch for its last ray, without a day’s delay. Perhaps then by some happy chance Miss Campbell would have her whim gratified, should the sky favor the observation, which is a rare occurrence— as the Morning Post justly remarked. And this well-informed journal was quite right. First of all they must choose some place on the western coast, where the phenomenon would be likely to be visible. Now to find that, they would be obliged to go beyond the Frith of Clyde. [...] This ray has the virtue of making him who has seen it impossible to be deceived in matters of sentiment; at its apparition all deceit and false hood are done away, and he who has been fortunate enough once to behold it is enabled to see closely into his own heart and read the thoughts of others.

From “The King of the Sea” by Emilio Salgari (1906, Genoa) [..] … Before the sunset, the cruiser was already sailing the sees around Sedang coast. “We can consider us safe, for the moment”, said Yanez to Horward who was contemplating the sunset with Darma. “Yes, but in a couple of days, or maybe in 48 hours we will be in the same situation”, answered the American. “Allies ships will not leave us alone”. “Oh!... What a wonderful sunset!”, said Darma. “Those you admire on these seas are the most splendid ones”, said Yanez. “They have such colors that you cannot see elsewhere. If you pay attention, you will see the famous green ray”. “A green ray!”, exclaimed the American and Darma. “It’s beautiful, my little Darma: it’s a wonderful phenomenon you can only admire in Malesian sees and Indian Ocean. The sky is very clear, so you will see it, as well. Just wait for the upper side of the sun to disappear. How is it possible that from all that red-hot splendor, there can be a ray of that color?!” “I’m sure to be right: stay alert”. The sun set into an ocean of light, whose colors slowly varied because

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of the state of the atmosphere and the distance to the zenith. While it was, let’s say sinking, into the ocean, a red-yellow light spreaded through the sky and quickly became almost purple. It was gently melting in a blue-grey background. The upper side of the disk was going to disappear when, all of a sudden, an absolutely green ray appeared. Its beauty was such to make the American and Darma cry for admiration. “Splendid!”, exclaimed Horward. “Wonderful!”, said Darma. “I have never seen a ray of such color!” “Because you rarely sailed these seas,” answered Yanez. “Can’t you see it elsewhere?”, asked Kammamuri , who just joined them. “It’s very hard because you need exceptional conditions of clearness and a high purity of the horizon. Only in these regions is it possible to frequently have these conditions. Here’s the bell ringing for dinner. Let’s make the most of it as long as no danger threatens us”, said Yanez, offering his arm to the young anglo-indian girl. Two hours afte the sunset, the King of the Sea, which did not decrease its speed, was facing the mouth of Sedang, at a distance of some dozen miles. “Maybe the Marianna hid in the river?”, asked Kammamuri to Yanez, who was exploring the coast with a telescope...[..]

Il cielo è purissimo, quindi anche tu lo vedrai. Aspetta solamente che l’orlo superiore del sole stia per scomparire. -------------------The sky is very clear, so you will see it, as well. Just wait for the upper side of the sun to disappear.


the gentle woman

Contemporaneo singolare femminile: indossare un gioiello con estrema disinvoltura. Costruire origami e castelli di colore indossando pietre, abiti, ed una particolare attitudine alla leggerezza.

PHOTO: MARCO BERTANI

BANG e BOOM BOOM intervallati da bracciali tennis, IDENTITY. Bracciale gourmette in oro rosa e diamanti bruni, bracciale rolò in oro rosa e pavè di diamanti bruni. BANG and BOOM BOOM punctuated by tennis bracelets, IDENTITY, Gourmet bracelet in pink gold and brown diamonds, rolo bracelet in pink gold and brown pave diamonds.


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Moda

Orecchini in oro bianco brunito e pavè di zaffiri blu con spots di diamanti bianchi. Bracciale tennis e multifili in oro bianco brunito, zaffiri blu spots di diamanti bianchi. Bronzed white gold earrings with pave of blue sapphires with spots of white diamonds. Multi-thread and tennis bracelets in blackened white gold, blue sapphires and spots of white diamonds.

Moda

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Moda

Anello serpente in oro bianco naturale e pavè misto di diamanti bianchi, grezzi e color ghiaccio. Collana in oro bianco e sassi sfaccettati di diamante naturale grezzo. Inoltre: UNIQUE. MAGNUM. MULTIFILI. Snake ring in natural white gold and mixed pave of white, raw and ice diamonds. Necklace in white gold and faceted natural and raw diamond rocks. Then: UNIQUE. MAGNUM. MULTI-THREAD.

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Moda

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BANG. Bracciali elastici con anima in acciaio, rondelle in argento brunite e barilotti in oro rosa con diamanti. CONFETTIS. Anelli in oro rosa 18 kt, oro rosa 9 kt e argento con pavè misto di diamanti neri. CROISETTE. Anelli in oro rosa, oro giallo, con o senza diamanti neri e pietra tonda flat semipreziosa. IDENTITY. Piastre in oro rosa 9kt/18kt con iniziale incisa a mano, smalti, pavè di diamanti taglio misto. BANG. Elastic bracelets with silver blackened discs and 9kt rose gold elements with mixed black diamond pavè. CONFETTIS. Pink gold rings in18k, 9k and silver with mixed black diamonds. CROISETTE. Pink- or yellow gold rings with or without black diamonds and semi precious flat stone. IDENTITY. Pink gold plates in 9kt/18kt with hand carved initials, enamels, pave mixed diamond cuts.


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Moda

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CONFETTIS: Anelli in oro rosa 18 kt, oro rosa 9 kt e argento con pavè misto di diamanti bruni. Orologio HUBLOT Big Bang cappuccino 41 mm in oro rosa e diamanti. Anello serpente in oro rosa con pavè misto di diamanti bruni. CONFETTIS: Pink gold rings in 18k, 9k and silver with mixed pave of brown diamonds. HUBLOT Big Bang cappuccino watch 41 mm in pink gold and diamonds. Pink gold snake ring with mixed pave of brown diamonds.


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Moda

Bracciale MULTIFILI in oro bianco e brillanti. Orecchini in oro bianco, diamanti taglio brillante e taglio a rosetta. Collana “double rose cut” in oro bianco e diamanti. Collana “TIFFANY” multifili in oro bianco e diamanti. MAGNUM. Anello in oro bianco parzialmente rodiato e pavè misto di diamanti. Anello MULTIFILI in oro bianco e diamanti. MULTI-THREAD bracelet in white gold and brilliants. White gold earrings with brilliant cut diamonds and rose diamonds. Double rose cut necklace in white gold and diamonds. “TIFFANY” multi-thread necklace in white gold and diamonds. MAGNUM. Partially rodiated white gold ring with mixed pave of diamonds. Multiwire rings in white gold and diamonds.

Moda

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Dedicated to

bang bang (my baby shot me down)

Classico Ultra-Thin Skeleton King Gold. Extra-thin mechanism crafted using a unique new alloy: King Gold. Skeleton dial. Black rubber and alligator-skin strap.

UXJUUFS DPN IVCMPU t

facebook.com/hublot

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Dedicated to

I was ďŹ ve and he was six We rode on horses made of sticks He wore black and I wore white He would always win the ďŹ ght

Bang bang, he shot me down Bang bang, I hit the ground Bang bang, that awful sound Bang bang, my baby shot me down.


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A making of

A making of

Trafilo

Un legame sempre vivo con i nostri “evergreen”.p Les Coeurs Sono un grande successo di Remida Tornaghi. Progettati per essere indossati in coppia, sono stati spesso interpretati dalle nostre clienti in trittico. Numerose le versioni disponibili: oro rosa e diamanti, oro rosa e diamanti bruni e neri, oro bianco e diamanti, argento e pietre preziose. A big success by Remida Tornaghi. Designed to be worn in pair, we then found out that the third addiction looked great as well. A huge range of designs: pink gold and diamonds, pink gold and dark and black diamonds, white gold and diamonds, silver and precious gemstones.

Brezza Andrea Tornaghi è appassionato d’arte, e uno dei suoi artisti prediletti è Brice Marden di cui ama sopratutto i disegni a mano e gli schizzi. Da una suggestione di Marden e dal tentativo di segnare un perimetro, senza intaccare il centro del gioiello, sono nati questi orecchini. Voluminosi sì, ma incredibilmente leggeri. I’m very fond of art and this design by Brice Marden struck me a lot. So I thought, why don’t we try to create the gems boards and imagine they are there? But leaving only the irregular and naïf frame. This is the essence of this earring: big but at the same time, light and cheerful.

Negli ultimi anni in gioielleria la lamina traforata ha avuto un ampio consenso di pubblico. Cosi, partendo da un orecchino traforato già in produzione si è pensato di ripulirlo completamente e di renderlo il più leggero possibile. Il risultato è Trafilo. In the world of jewels, pierced layers have had a lot of success in the last few years. So, starting from a pierced earring of our production, we thought to clean it completely and make it as lighter as possible. The result is Trafilo (from the verb wiredraw).

Croco La contaminazione tra i pellami e la gioielleria è un gioco di grande fascino. In principio si è utilizzato il galouscià, o pelle di razza, opaca e spazzolata. Oggi invece con il coccodrillo, pellame nobile per eccellenza! I have always been fascinated by the contamination between leather and jewellery. At first, we used the galuchat, or mat and brushed fine leather, to be partially inserted in our jewels manufacture. Now we try with the crocodile, a noble skin par excellence!

Multifili Rigido Spesso un’idea rimane un’idea. A volte però accade che questa idea prenda forma. È successo con questa pioggia di diamanti di rosette nere, che infine hanno composto un bracciale unico. We often start with an idea, we write it down, then we try to understand its feasibility. Many ideas do not evolve, others become reality, like this unique bracelet!

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A making of

Initials Un anello da mignolo, taglio a monitor volutamente oversize ed un anello da dito medio, ovale di grande effetto. Tutti in oro rosa con una leggera mattatura ed una sottile brunitura sul gambo per rendere ancora più unici ed artigianali questi esemplari. A ring designed for the little finger, with an oversize cut, and a ring for the middle finger, with a beautiful oval cut. They are all in pink gold with a fine mat finishing and a light burnishing on the shank to make them more unique and hand-crafted.

Unique Con il granato mandarino è stato amore a prima vista. Per trovare pietre di questa bellezza bisogna viaggiare , e molto. Ma ne vale la pena. Poi oltre alla selezione della pietra occore scegliere il taglio migliore. La scuola russa ne è un esempio e offre un tocco di originalità oltre che di profondità al colore. Garnet tangerine. It has been love at first sight. Too bad that you need to travel to the other side of the world to find such wonderful gemstones. The cut is the real surplus value; the Russian school of new generation cutters gives a further touch of uniqueness, brightness and color deepness.

Boom Boom Questi bracciali marittimi e al tempo stesso sbarazzini nascono con una chiusura magnetica al loro interno che li rende inespugnabili. L’effetto magnetico, clic clac ha conferito a questa collezione il nome “boom boom”. Apri, e chiudi. The small barrels hide an internal magnetic catch. If you position them in a vertical way, they look like two bongos, plus if you add the magnetic effect, clic, clac… that’s why we called this collection “ Boom Boom”. Open, then close.


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A taste of

A taste of

Davide Paolini: il Gastronauta

Panettone tutto l’anno Panettone avec le pied dans l’eau? Pareva una boutade di qualche personaggio in vena di spirito, invece è diventato il mood 2012. Con la certezza che l’estate 2013 sarà presente sotto molti ombrelloni sostituendo la brioche del mattino, magari panettone inzuppato o servito alla siciliana con la granita o il gelato Chi non lo gradisce appena alzato, una bella fetta a metà mattina per colmare quel vuoto dopo un bagno è perfetto. Una fetta di panettone al limone candito in grado di rinfrescare dal caldo o anche alla fragola oppure allo yogurt. D’altronde l’estate 2012 è stata segnata dai “panettoni party”: le spiagge di Milano Marittima , Portofino, Rapallo, Santa Margherita, Vico Equense, Bibbona, il Salento, Forte dei Marmi e la fascinosa Pietrasanta (nonché la capitale di questo dolce, Milano non abituata a vedere il suo “Pan del Toni” fuori Natale) sono state teatro del successo, tra ohh di sorpresa di potersi gustare questa prelibatezza anche con gusti diversi. Infatti oltre trenta pasticcieri artigianali, che da anni, sono tra coloro che hanno detto sì alla produzione tutto l’anno (www.panettonetuttolanno.it) si sono sbizzarriti nella creazioni di sapori nuovi, inediti soprattutto con la frutta (albicocche, limoni, ananas, amarene, ciliegie), con la birra, con il limocello e a proporre accostamenti anche azzardati, quali uno spray contenente una soluzione in grado di lasciare in bocca una sensazione piacevole (creato dal famoso chef Massimiliano Alajmo delle Calandre per la pasticceria di famiglia). Il panettone, in realtà, in versione serale, si presta a numerosi accostamenti a cominciare con il foie gras, oppure sempre Alajmo ha proposto a Milano Golosa provocanti accostamenti quali fegatini o ragù di carne con il tartufo. Chi pure lo propone con mortadella, ma l’estate 2013 sarà sempre all’insegna di panettone in versione leggera, fragrante insomma da spiaggia e non da baita di montagna. Negli anni scorsi poteva sembrare una mera provocazione estiva,

ma ora è una tendenza tale che nei prossimi anni forse diventerà consuetudine. Non ci azzardiamo ad affermare “tradizione” perché il panettone lo è solo a Natale sebbene già nell’800 si gustasse tutto l’anno. E ogni anno aumentano le pasticcerie e panetterie che lo vendono, nonché i party, gli eventi con protagonista questo dolce. Vorrei ricordare il «panettone party» che si tiene il giorno di ferragosto da ben 30 anni a Borbona (Rieti): viene servito un panettone extra large di ben venti chilogrammi, una fetta sarà offerta a tutti i partecipanti. Dunque a tavola con la neve, ma anche sotto l’ombrellone o in una baita con il sole o in riva ad un lago o a casa propria quando le temperature salgono, in maniera più spensierata, con il solo gusto della vacanza. Ed è proprio il caldo che rende il panettone nei mesi estivi più gustoso: infatti permette al burro di sciogliersi meglio senza dover ricorrere al termosifone o al forno di casa. Perché il gelato si può gustare ormai tutto l’anno e non il panettone? Ecco appunto il gelato allo yogurt, allo zibibbo, al moscato, sono i degni compagni, leggeri e spensierati, che rendono diverso il panettone d’agosto da quello della tradizione natalizia, ricco di creme, zabaglioni e ripieni. Un panettone party ferragostiano all’insegna del gelato (sorbetto con le pesche o fragole al lambrusco mantovano) è a Moglia (Mantova) organizzato dalla gelateria - pasticceria CHANTILLY, oppure alla pasticceria LORENZETTI di San Giovanni Lupatoto (Verona) dove viene prodotto «Agostin», servito con tre gusti di gelato. La Pregiata FORNERIA LENTI di Grottaglie (Taranto), tra le poche a produrre ancora panettone, cotto nel forno

a legna, lo propone con uno sciroppo di fichi. E ancora «I DOLCI DEL FORNO DI EFREN» di Asolo (Treviso), che sforna pure pandoro, mentre a Bologna si può acquistare allo storico PANIFICIO ATTI, ad Arzignano da DAVENICIO; a Padova da BIASETTO; a Sangiorgio delle Pertiche da MARISA; a Brescia da MASSARI; a Remanzacco da SERDOLCE; a Bovolone da PERBELLINI; a Castelfranco da FRACCARO; a Costabissara da LOISON: a Busto Arsizio alla pasticceria OSCAR, a Missaglia alla pasticceria COMI, a Concorezzo alla BOUTIQUE DEL DOLCE, a Zanè (VI) pasticceria FILIPPI, a Pavullo nel Frignano (Modena) dal GIAMBERLANO, a Tabiano alla pasticceria TABIANO focaccia alla birra o alla frutta; a Sant’Egidio del Monte Albino (Salerno) alla pasticceria PEPE, a Prato alla pasticceria NUOVO MONDO; a Milano da ALVIN’S o dalla MARTESANA, a Pioltello da MERLO, a Cassago da COLZANI; a Carate Brianza da LONGONI; a Rivalta da VACCHIERI; a Roma da ATTILIO SERVI; ad Avellino da DOLCIARTE; a Casapulla dal GIARDINO DI GINEVRA. L’aspetto più bizzarro del panettone d’agosto panettone tutto l’anno è che molti, fra i pasticcieri-panettieri del Canton Ticino, da sempre offrono questo dolce tutto l’anno con enorme successo di vendita tra i turisti. Ma nel comasco hanno mangiato la foglia, a cominciare dal Panificio BERETTA di Como. Dulcis in fundo l’interessante operazione «panettone d’estate 2012» dei DOLCI DI GIOTTO, la pasticceria della casa di reclusione Due Palazzi di Padova che distribuisce i panettoni nelle sue decine di punti vendita e a diversi alberghi del gruppo Tivigest, tra cui l’hotel Planibel di La Thuile dove, durante la festa del ferragosto saranno distribuite fette a mille invitati. Poi il panettone dei reclusi sarà servito al Meeting dell’amicizia di Rimini.

Panettone year-round Panettone avec le pied dans l’eau? It looked like a joke of some weird person in a mood for irony. But it became the 2012 mood, with the knowledge of a summer 2013 with panettone. A panettone instead of the morning croissant, and a panettone served in Sicilian style with slush or ice cream. If you don’t like it at early morning, you can have it at midmorning after a sea bath. Sure a nice slice of candy lemon, strawberry or yogurt-panettone will cool you down. Summer 2012 was studded by panettoni parties on the most popular Italian beaches (Milano Marittima, Portofino, Rapallo, Santa Margherita, Vico Equense, Bibbona, Salento region, Forte dei Marmi and the charming Pietrasanta (which is the capital of this cake). Milan is not veryused to see its “pan del Toni” (bread of Toni) outside Christmas. The amazement to taste this delicacy indifferent flavours was huge. Over 30 confectioners agreed to the year-round production (www.panettonetuttolanno.it). They put no restrains to their imagination, creating new flavours with fruit (apricots, lemons, ananas, cherries and black cherries), beer and limoncello. They also proposed risky combinations, such as a spray which leaves a nice flavour in mouth (created by the famous chef Massimiliano Alajmo delle Calandre for his family bakery). Panettone can be eaten also for dinner. It can be served in many ways, specially with foie gras. At Milano Golosa fair, Chef Alajmo showed shocking combinations with liver or ragù with truffle. Someone also combined it with bologna. But summer 2013 will always be in the sign of light

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panettone, to be tasted on the beach and not in a chalet. In the last few years it could look like a simple summer provocation, but now it’s a trend that could become a routine. We don’t want to talk about “tradition”, because Panettone is only a Christmas tradition, even if it was eaten year-round during the nineteenth century. Panettone confectioners are increasing and also panettone based parties and events. I would like to remind the «panettone party», which has been taking place on the 15th of august in Borbona (Rieti) for over 30 years. Here, they serve an extra large panettone of 40 stones and a slice is offered to all participants. So, you can eat panettone on winter, on the beach, on the lake, in a chalet or at home, also on summer and while you’re on holidays. Hot weather makes panettone even tastier: the butter melts better, so no need of heater or oven. We eat ice creams during all the year, so why can’t we do the same with panettone? So green light to yogurt-, zibibbo-, and muscat flavored ice creams that differentiate August panettone to the Christmas one, rich in cream, zabaglione and fillings. A midsummer Panettone party in the sign of ice cream (peach or strawberry sorbet with Lambrusco), is in Moglia, near Mantua. This party is hold by the Chantilly ice-cream parlour / bakery, and LORENZETTY bakery in San Giovanni Lupatoto (Verona). They produce «Agostin», a panettone served with three ice cream flavors. La Pregiata Forneria LENTI, a bakery of Grottaglie (Taranto), is among the few bakeries still cooking panettone in wood stove. They propose it with figures syrup. «I DOLCI DEL FORNO DI EFREN», a bakery in Asolo (Treviso), produces also pandoro. In Bologna you can visit the historical ATTI bakery. Here’s a list of other interesting bakeries you should visit: “DAVENICIO” in Arzignano; “BIASETTO” in Padua; “DA MARISA” in Sangiorgio delle Pertiche; “MASSARI” in Brescia ; “SERDOLCE” in Remanzacco; “PERBELLINI” in Bovolone; “FRACCARO” in Castelfranco; “LOISON” in Costabissara; “OSCAR” in Busto Arsizio, “COMI” in Missaglia, “BOUTIQUE DEL DOLCE” in Concorezzo, “FILIPPI” in Zanè (Vicenza), “GIAMBERLANO” in Pavullo in Frignano region (Modena). “TABIANO BAKERY” where you can find beer of fruit focaccia in Tabiano; “PEPE” in Sant’Egidio del Monte Albino (Salerno) , “NUOVO MONDO” in Prato, “ALVIN’S” or “MARTESANA” in Milan, “MERLO” in Pioltello, “COLZANI” in Cassago; “LONGONI” in Carate Brianza; “VACCHIERI” in Rivalta; “ATTILIO SERVI” in Rome; “DOLCIARTE” in Avellino; “GIARDINO DI GINEVRA” in Casapulla. The weirdest aspect of August panettone / panettone roundyear, is that many bakers of Canton Ticino have been selling panettone during all the year with huge success for ages. But the close Como region got the hang of it, starting from BERETTA bakery. Last but not least, the interesting event «panettone d’estate 2012» (summer Panettone 2012) by DOLCI DI GIOTTO, the bakery of Due Palazzi, the jail of Padua, which distributes panettone among its selling points andvarious hotels of Tivigest group. Among these hotels we find Hotel Planibel, in La Thuile, where during midsummer party, thousands of participants receive a slice of panettone. Then, the prisoners panettone will be served at Meetingdell’amicizia (Friendship Meeting), in Rimini.

il caldo dei mesi estivi rende il panettone più gustoso


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A taste of

A taste of

Filippo Di Bartola, Rist. Filippo, Pietrasanta

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Ingredienti per i Testaroli: (4 pers)

Ingredients for testaroli: (4 servings)

250 gr di farina bianca (ottimo anche metà bianca e metà integrale) 400 ml di acqua fredda 2 cucchiai d’olio un pizzico di sale

9 oz of white flour (you can use also half of white and half of wholewheat flour) 1 cup 1/2 of cold water 2 spoons of olive oil a pinch of salt

Ingredienti per il pesto: Ingredients for pesto: 2 spicchi d’aglio pelati 2 cucchiai di pinoli 50 gr di foglie di basilico fresco 5 cucchiai d’olio 3 cucchiai di parmigiano grattugiato 2 cucchiai di pecorino romano grattugiato un pizzico di sale grosso

Testaroli al pesto e zuppa frantoiana Il colore in cucina non è un capriccio estetico. E una ricetta, non è mai verde abbastanza TESTAROLI DELLA LUNIGIANA AL PESTO: I testaroli sono forse la più antica delle paste asciutte conosciute in Italia ed erano già diffusi in epoca romana. Composti di farina, acqua e sale, sono una specialità della Lunigiana. Il nome deriva da “testo”, uno strumento in terracotta e più recentemente in ghisa, con cui si modellavano. Sul testo rovente si cuoceva la pastella come fosse una crespella un po’ spessa, quindi si tagliava a rombi e si cucinava in acqua bollente per due minuti. Poi si condiva e si serviva. I più rinomati sono i testaroli al pesto. MINESTRE E ZUPPA FRANTOIANA: Minestra deriva dal latino “ministrare”, ovvero “servire, porgere”, perché veniva distribuita ai commensali da un domestico o da un membro autorevole della famiglia. Forse la somministrazione più suggestiva della letteratura italiana è quella del principe di Salina in cui impersonifica al meglio il ruolo di “pater familias”. La parola descrive la pietanza insieme al gesto con cui veniva servita dalla zuppiera o dalla pentola: la minestra è etimologicamente inseparabile dal suo contenitore e accomuna ricchi e poveri perché tutti la servono e la mangiano nello stesso modo, con mestolo e cucchiaio, o la sorbiscono. Servirla nel piatto in realtà “distrugge” la minestra e si privano i commensali di tre piaceri: assistere alla “ministratio”, servirsi o essere serviti coralmente, e soprattutto scegliere la quantità e la consistenza desiderata. Uno ha la libertà di scegliere: una mestolata liquida o spessa? Piena o scarsa? Cercare le verdure dal fondo o accontentarsi di quello che è in superficie? La minestra si gusta tutta, fino all’ultimo cucchiaio, con un rito preciso: raccoglierla nel piatto è un gesto leggero e che dà la sicurezza a chi l’assapora del proprio gusto. La zuppa altro non è che la parente povera della minestra, e trae origine nel nome dal celtico “suppa”fetta di pane intinto nel brodo. Le zuppe dei poveri dovevavo sfamare, erano dense, a base di pane o meglio ancora di legumi e la carne appariva solo nelle feste grandi.

TESTAROLI OF LUNIGIANA SERVED WITH PESTO: Testaroli are maybe the oldest “pasta asciutta” known in Italy. They were already popular at the Roman age. Made from wheat flour, salt and water, they are traditional of Lunigiana (a region near Tuscany and Liguria). They are named after the pan in which are made, a“testo”, which was originally made of terracotta although now it is manufactured in cast iron. To cook them, once the testo reaches a very hot temperature, they are removed from the fire and the batter is ladled into the base – they resemble to thick pancakes. To finish the dish, the testaroli are cut into large diamonds shape and dropped into boiling water for two minutes. The most popular are those served with pesto. MINESTRA AND FRANTOIANA SOUP: Minestra has its root in the Latin word “ministrare”, that is “serve, give”, as it was distributed among the diners by a servant or an important member of thefamily. The most suggestive serving in Italian literature is the one by thePrince of Salina who personifies at best the role of “pater familias”. So the word “minestra” describes the dish and also the act of serving from the tureen or the pot. Minestra unites riches and poor as they all serve it and eat it in the same way, that is with dipper and spoon. Serving it into a dish, it kind of spoils it because diners could not fulfill three pleasures: 1) assisting to the “ministratio”, serving or being chorally served and choose the desired quantity and consistence. 2) the freedom of choice: a liquid or thick soup? Rich or poor? Seeking for vegetables on the bottom of the tureen or just being happy with what is on the surface? 3) minestra is very tasty, especially with this ritual: clearing up the dish enhances its taste. The soup is the poor sister of minestra, and has its roots from the Celtic word “suppa” - a slice of bread dropped into stock. Soups for the poor had to be nourishing and thick. They were made with bread and legumes. Meat was served only for important dinners.

2 peeled cloves of garlic 2 spoons of pine nuts 2 oz of basil leaves 5 spoons of olive oil 3 spoons of grated Parmesan 2 spoons of grated Pecorino cheese a pinch of gritty salt

Il segreto del “cuoco” di Filippo: Non utilizziamo aglio nel nostro pesto. Consiglio inoltre il testarolo con un condimento molto semplice ma che ne esalta assolutamente gusto e specificità: olio extra vergine d’oliva, una spolverata di buon parmigiano grattato e basilico a listarelle.

The secret of chef Filippo: We don’t put garlic into our pesto. I personally suggest you to serve the testaroli with a very simple dressing which brings out their taste, see extra virgin olive oil, a pinch of grated Parmesan and basil cut into strips.

Ingredienti per la Zuppa alla frantoiana: ( 6 pers.)

Ingredients for the Frantoiana soup: ( 6 servings)

300 gr di cavolo verza 2 mazzi di cavolo nero 100 gr di borragine 2 cipolle 4/5 zucchini 4 patate salvia 200 gr di fagioli borlotti 200 gr di olio extra vergine di oliva 2 carote 2 coste di sedano aglio prezzemolo sale e pepe

11 oz of savoy cabbage 2 bunches of black cabbage 4 oz of borage 2 onions 4/5 zucchinis 4 potatoes sauge 7 oz of beans 7 oz of extra virgin olive oil 2 carrots 2 stalks of celery garlic parsley salt and pepper

Dopo aver cotto i fagioli con salvia e aglio,in una pentola preparare il soffritto con olio, cipolla e (se si vuole) pancetta di maiale. Dopo 10 minuti aggiungere le varie verdure pulite, lavate e tagliate a pezzettini. Mescolare e far crogiolare a fuoco dolce per una ventina di minuti a pentola coperta. Passare i fagioli al passaverdure con il loro brodo di cottura,e alzare la fiamma fino a far spiccare il bollore. Abbassarla e far “borbottare” a fuoco dolce per circa 50 min. Preparare un battuto con prezzemolo, pepolino e unirlo alle verdure con un po’ di pomodoro; cuocere per almeno ulteriori 45 minuti. In una zuppiera disporre fette di pane e versarvi sopra un po di zuppa, poi ancora pane e altra zuppa fino alla fine degli ingredienti.

After cooking the beans with the sage and garlic, just prepare the sauté with olive oil, onions and bacon (if you like). 10 minutes later, add the vegetables that you already washed and cut into pieces. Mix and let it cook on a low flame for about 20 minutes and cover the pot. Mix it with the grinder with the stock and cook on a high flame until it boils. Leave it on a low flame for about 50 minutes. Prepare a mix of parsley and pepper and add it to the vegetables with some tomatoes. Cook it for at least 45 minutes. Place some slices of bread on the tureen and pour the soup on it, then add again some bread and some soup, until it’s over.

Il segreto del “cuoco” di Filippo: Servire tiepida con olio extra vergine di oliva delle colline lucchesi e una bella macinata di pepe.

The secret of chef Filippo: Serve it tepid with Tuscan extra virgin olive oil and a pinch of pepper.


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Just friends

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Venerdì 17 Luglio 2012

Hotel Principe,terrazza Forte dei Marmi

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Hublot & Remida Tornaghi presentano i nuovi modelli di Hublot tra cui i nuovissimi Ferrari tourbillon, Ferrari titanium e Ferrari king gold. Hublot & Remida Tornaghi show Hublot’s latest models such as Ferrari Tourbillion, Ferrari titanium and Ferrari king gold. 1. Giulio Cappellini ed Andrea Tornaghi 2. Anna Monzini, Andrea Tornaghi e Diego Bertani, CEO Hublot Italia. 3. Vincent Vairo ed Abdul Rahman 4. Marco Tornaghi e Tommaso Merrino 5. Ospiti dell’evento.

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Just friends

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7/8/9 Settembre 2012

Gran premio d’Italia F1 Autodromo di Monza

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5 Boutique monomarca Hublot by Remida Tornaghi Hublot flagship store powered by Remida Tornaghi 1. Una giovanissima cliente ed affezionata Hublot. 2. Folla nella corsia dei box al termine della gara 3. Boutique monomarca Hublot by Remida Tornaghi. Alessandra Rossi, Andrea Tornaghi e Vincent Vairo. 4. Andrea Tornaghi e amici di Hublot 5. Riccardo Guadalupe, Ceo Hublot 6. Felipe Massa e Sulley Muntari

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Esprit

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La Nostra storia

v i s i ta l a b o u t i q u e on l i n e www.remida.com

5 Dicembre 1979

Settembre 1992

5 Giugno 2008

Mary Tornaghi inizia la propria avventura da una piccola bottega nel centro storico di Monza. Semplici intuizioni, la scelta scomoda per quegli anni di presentarsi con un incredibile assortimento di orecchini pendenti, la continua ricerca di un prodotto fuori dai canoni tradizionali, l’impegno costante nelle vetrine, le confezioni uniche e personalizzate, gli consente anno dopo anno di crescere di popolarità e di credibilità. This was the day Mary Tornaghi’s career began from a small boutique in Monza. Her intuitions, her clumsy choice of showing a huge range of drop earrings, her constant quest for a brand new product, her attention to shop windows and her customized packaging increased more and more her popularity.

Remida si trasferisce da Via Vittorio Emanuele 1 in via Carlo Alberto 26. Dai 18 metri quadri di un piccolo e sempre affollato negozio del centro storico di Monza, nelle adiacenze dell’Arengario, si passa ad un vero multistore della gioielleria con più di 250 metri quadri di esposizione. Remida moves from Via Vittorio Emanuele, 1 to Via Carlo Alberto, 26. From her 18 m2 boutique in the heart of Monza to a real multistore of over 250 m2.

Remida Tornaghi inaugura la prima boutique monomarca a Forte dei Marmi. La filosofia è sempre la stessa, la famiglia Tornaghi cerca di rendere preziosa ogni sua piccola fantasia. Ogni gioiello è nato e pensato per donne che considerano l’ornamento prezioso non solo come lusso, ma come modo di essere. Le creazioni meravigliano per la loro apparente semplicità. Sono preziose, rassicuranti ma non scontate, stupiscono. Remida Tornaghi opens its first monobrand store in Forte dei Marmi. The philosophy is still the same: to make every single idea of the Tornaghis precious . Each jewel is created for women who consider it as a way of being and not as a simple luxury object. The strength of Tornaghi collections is their simplicity. They are precious but not granted, they are amazing.

5 Aprile 1980

Settembre 1993

Novembre 2010

La famiglia Tornaghi acquisisce il celebre laboratorio locale Pontiggia. Il laboratorio, ubicato nel centro storico di Monza dal 1928 produce i migliori gioielli per il ricco tessuto brianzolo. The Tornaghis bought the popular local lab Pontiggia in 1980. The lab, based in the inner city of Monza, was known since 1928 as the best jewelry manufacturer in Brianza region.

Il negozio si amplia ulteriormente. I grandi spazi espositivi consentono anche di presentare un’ampia scelta di oggettistica in argento e non per regalo e liste di nozze. The big area of the store becomes also a good site to exhibit also silver- and other precious objects for gifts and wedding lists.

Si aprono le porte di una nuova concezione. la collaborazione con l’Architetto milanese Ezio Riva, al quale viene commissionato il restyling della boutique multimarca di Monza, rende l’ambiente del salotto Monzese esclusivo nei suoi arredi. A new concept is born. Milanese Architect Ezio Riva is commissioned a restyling of the multibrand boutique in Monza.


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Shopping

Identity Remida, il re della piastrina!

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Last words

Last words

Giuseppe di Piazza

Quando l’amore... Il racconto intimo come una passione che ti travolge. Uno scrittore e giornalista interpreta il raggio verde. Le presi la mano e la premetti sul mio torace: sapevo che il palmo tiepido avrebbe sentito il mio cuore battere lento, costante. Dalla finestra filtrava una luce pallida, di notte calda. Sentivamo la risacca frangersi sugli scogli lì sotto. “Dovremmo aprire le persiane”, disse Elena giocando con i peli del petto. “Andiamo in balcone”, le proposi. “Nuda?” “Te la senti? Potrebbe esserci un pescatore con la lampara” “Avrebbe la luce negli occhi, non mi vedrebbe”. E si alzò dal letto con un movimento elastico. Sulle lenzuola rimase un’impronta leggera di calore, che evaporò all’istante. Osservavo il suo corpo davanti alla porta-finestra. La aprì. La luce della luna rischiarò la stanza, definendo in un controluce bianco, bellissimo, le forme perfette di lei. Cercavo musica nel sottofondo di quella scena, udivo soltanto il movimento lento del mare. La raggiunsi sul balcone, sotto di noi c’era mare, moltissimo mare. La abbracciai da dietro, prendendole il seno tra le mani; lei schiacciò il suo ventre sul ferro battuto della ringhiera a petto d’oca. Girò la testa verso di me, offrendomi il profilo: sentii la perfezione dell’attimo. La baciai.“E se continuassimo qui?” Non fu una proposta, ma solo un sussurro di verità: l’unica lingua che parlavamo da quando c’eravamo conosciuti, cioè quattro ore prima a cena dall’ingegner Z. I nostri sguardi si erano incontrati come se fossero gli ultimi due pezzi di un puzzle. Un incastro perfetto, silenzioso. Poi le prime parole. Chi sei, da dove vieni, perché sei qua, perché siamo qua. La risposta la diedero i nostri corpi, sfiorandosi, decidendo d’andare via. Un’ora dopo eravamo lontani, nel mio albergo, a sentire il respiro del desiderio.

“Sì, possiamo continuare qua”, dissi. “E se poi arrivasse una barca...”. Mi sorrise priva di malizia, poi allacciò le gambe dietro la mia schiena. Ci muovevamo lenti, con il tempo della risacca. Sentimmo il piacere arrivare piano, con una sincronia che non è di questa terra. Il suo ventre cominciò a essere scosso da piccoli fremiti, le mie reni s’inarcarono. Fu allora che sentimmo sotto di noi il battere ritmico di un motore diesel. La lampara rischiarò una zona di mare, in cerca di polpi da arpionare. E in quell’istante, mentre lei inghiottiva il suo urlo rauco, un raggio di luna sfiorò la bombola della lampara, rimbalzando sul suo viso. Non vidi mai più, dopo quella notte, un raggio verde. Non sentii mai più, intorno a me, dentro di me, la perfezione della vita.

When love I took her hand and pushed it against my chest: I knew that her warm hand would perceive my slow and steady heartbeat. A pale and warm light came from the window. We could hear the undertow breaking against the rocks. “We should open the windows”, said Elena while playing with my chest hairs. “Let’s go on the balcony”, I suggested. “Naked?” “Would you mind? There might be a fisherman with the fishing lamp.” “With all the light, he would not be able to see me”. And she stood up from the bed.

I took her hand and pushed it against my chest: I knew that her warm hand would perceive my slow and steady heartbeat. A pale and warm light came from the window. We could hear the undertow breaking against the rocks. “We should open the windows”, said Elena while playing with my chest hairs. “Let’s go on the balcony”, I suggested. “Naked?” “Would you mind? There might be a fisherman with the fishing lamp.” “With all the light, he would not be able to see me”. And she stood up from the bed. She left a light warm mark on the sheets which instantly faded. I was observing her body in front of the window. She opened it. The moonlight brightened up the room and defined her perfect shape with a wonderful white back light. I was looking for a soundtrack, I could hear just the slow movement of the sea. I reached her on the balcony, under us the sea, an endless sea. I hugged her, grabbing her breast; she pushed her naked stomach under the wrought-iron railing. She turned her head towards me: I could feel the perfection of the moment. I kissed her. “What if we continue here?”. It was not a proposal, but just a whisper of truth: the unique language we spoke since we met, that is four hours earlier at dinner at the engineer Z. Our glances met as if they were the last two pieces of a puzzle. A perfect and silent union. Then the first words. Who are you? Where are you from? Why are you here? Why are we here? Our bodies gave the answer with the decision to go away. An hour later we were away, in my hotel, and felt the breath of desire. “Yes, we can continue here”, I said. “What if a boat came…”. She smiled at me, then moved her legs around my back. We were moving slowly, with the rhythm of the undertow. We could feel the pleasure increasing gradually, with a synchrony which is not of this world. Her stomach started to shake with little shudders, I arched my back. That was when we felt the rhythmic beat of a diesel engine. The fishing lamp lighten a sea side, seeking for octopus. In that moment, while she contained her moan, a moonbeam genlty touched the fishing lamp tank, then went on her face. After that night, I have never seen anymore a green ray. I have never felt anymore around me, nor inside me, the perfection of life.

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I nostri sguardi si erano incontrati come se fossero gli ultimi due pezzi di un puzzle. Un incastro perfetto, silenzioso

-------------Our glances met as if they were the last two pieces of a puzzle. A perfect and silent union.


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MONZA, BRIANZA

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FORTE dei MARMI, VERSILIA

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Contributors

Andrea “Billo“ Tornaghi Editor Andrea billo Tornaghi. Laureato in economia aziendale, maestro di sci e gemmologo GIA capisce ben presto che la strada da seguire è un’altra. Oggi si dedica con passione ed estro alla sviluppo delle collezioni Remida Tornaghi, all’acquisto delle materie prime e all’immagine aziendale. Tutte le mattine si ricorda che Il gioiello non è un lusso ma un modo di presentare se stessi ed un oggetto, acquistato oppure avuto in regalo, da portare con gioia e disinvoltura. Andrea billo Tornaghi. Graduated in business administration, skiing instructor and gemologist. He quickly understands which direction he has to follow. Today, he dedicates himself with passion and creativity to the development of Remida Tornaghi collections. Besides that, he also buys raw materials and works on the company profile. Every morning he reminds himself that the jewel is not a luxury but a way to present ourselves; and an object, bought or received as gift, to wear with joy and ease. Cristina Silveri Tagliabue Giornalista e scrittrice Ha fondato la casa di produzione video Non Chiederci La Parola, e racconta storie di carta per Sette ed Elle, e storie digitali per Il Sole 24 Ore. Ha pubblicato, Alfabeto Bonino e Appena ho 18 anni mi rifaccio. Insieme ad altre autrici, Non è un paese per donne, con Enrico Ghezzi Blobbblog. Ha concepito e diretto i magazine Women ed Inchiostro. Agli albori del terzo millennio, insieme a un giovane gruppo di internauti, ha partecipato alla start up di Altavista Italia. Successivamente, ha progettato i primi servizi editoriali di Tim. Vive in città e corre tutte le mattine, più che altro per fuggire da se stessa. In equilibrio tra un tweet, un Facebook post e qualche scatto, la puoi incrociare all’indirizzo info@cristinast.com. She’s the founder of the studio Non Chiederci La Parola. She writes issues for the magazines Sette ed Elle, and digital issues for Il Sole 24 Ore. She published: Alfabeto Bonino (Bonino’s Alphabet) and Appena ho 18 anni mi rifaccio (Once I’m 18, I will have a make-over). She published with other authors, Non è un paese per donne (This is not a country for women), and Blobbblog with Enrico Ghezzi. She conceived and directed the magazines Women. At the beginning of the third millennium, with a group of internet users, she took part in the start up of Altavista Italia. After that, she developed the first features of Tim. She lives in town and runs every morning, mostly she runs away from her self. Between a tweet, a Facebook post and some shoots, you can contact her at this email address: info@cristinast.com. Emanuele Berardi Fotografo Nato a Roma nell’88, è fotografo e ritrattista. Ha inaugurato il suo percorso a Roma, nel 2005 come assistente di importanti fotografi come Alessandro d’Urso per l’agenzia Contrasto e come assistente presso “InStudio” con Andrea Sabatello e GIanluca Roselli. Ha approfondito la sua relazione con l’immagine lavorando con Thiemo Sander per la WIB Modeling Agency a Parigi: in quel periodo è stato selezionato da Alliance&Boot’s come uno degli autori della campagna Boots, in Olanda. Ha lavorato come fotografo di scena sia a teatro sia per il cinema, e collabora con diversi magazine, quotidiani e libri fotografici. E tuttavia la sua vera passione è il reportage, ed il racconto della realtà, in Italia e all’estero. Gli piace stare lontano, e restituire storie, e vite altrui. Born in Rome in 1988, works as photoreporter and photoportraitist. He begins his career in 2005 as assistant of several professional

Contributors photographers affirmed in many sectors, more closely with photographer Alessandro d’Urso from “Contrasto” agency, and as a studio assistant at “InStudio” photography studio with photographers Andrea Sabatello and Gianluca Roselli. He continues to extend his experience also abroad: joining the photographer Thiemo Sander as his personal assistant for WIB modeling agency in Paris, becoming then one of the photographers for Alliance & Boots¹s campaign in Netherlands. He also works as photographer on theater¹s and film¹s sets. He regularly collaborates with various fashion magazines for photo retouching/editing. During these years his photos have been published in various magazines, newspapers and books. His devotion to this profession and the growing curiosity about all forms of expression leads him to discover the particularities of persons and distant countries, for which he leaves always more frequently, creating and realizing reports. David Brugora Art Director Nato da una famiglia poco incline alle convenzioni e alla “normalità”, David Brugora trascorre la propria giovinezza collezionando esperienze in svariati ambiti e contesti, naturalmente spinto da una costante curiosità ed inquietudine, il suo approcio alla creatività parte dalla pittura e, attraverso le sperimentazioni digitali proprie di fine millennio, approda alla grafica attraverso una lunga serie di collaborazioni con fotografi e agenzie milanesi. Dall’incontro con Andrea Tornaghi, ormai nel lontano 2004, oltre che un rapporto professionale ricco di soddisfazioni, nasce una sincera e stimata amicizia. Born in an unconventional family, David Brugora spent his younghood collecting experiences in various contexts, with curiosity but also unrest. His approach to creativity starts from painting and, after digital experiments and many collaborations with photographers and Milan agencies, he arrives in the world of graphics. After the meeting with Andrea Tornaghi in 2004, they can count on a very successful business relation and a deep and sincere friendship. Francesca Cogni Artista e videomaker Ha realizzato documentari, film d’animazione, carnet di viaggio e partecipato a numerose mostre e festival in Italia e all¹estero. La sua ricerca ruota attorno alle memorie e ai racconti generati dall’osservazione dei luoghi e dei percorsi, che vengono rielaborati sotto forma di serie di disegni, film, libri, giochi di società e installazioni nello spazio. Dal 2009 è insegnante presso l’Accademia NABA di Milano. Nel 2008 ha fondato con D. De Mattia l¹associazione culturale TooA, che promuove progetti artistici e culturali in stretta relazione con il territorio (www.tooa.it <http://www.tooa.it/>). With drawings, video and animation, she investigates places, their inhabitants and travels starting from micro stories of the reality that surrounds us. She works by herself and also with other artists, movie makers, dancers, musicians and architects. She made documentaries, animation movies, travelling books and took part in many exhibitions and festivals in Italy and abroad. Her research ranges from memories and stories generated by the observation of places and patches which are processed under the shape of drawings, movies, books, games andinstallations. Since 2009 she has been working as a teacher at NABA Academy of Milan. In 2008 she founded with D. De Mattia the cultural association TooA, promoting local art and cultural projects.

Davide Paolini Giornalista Davide Paolini è un giornalista e conduttore radiofonico italiano,

noto anche come Il Gastronauta. Dal 1975 intraprende la carriera giornalistica e per i successivi sette anni scrive prima su La Nazione di Firenze e poi sul Mondo di Roma. Nel 1982 è nominato Direttore delle relazioni esterne del gruppo Benetton, dopo 4 anni l’azienda lo sceglie per ricoprire un altro ruolo di prestigio: amministratore delegato del progetto Benetton Formula Uno, scuderia che raggiungerà i vertici del mondo automobilistico in pochi anni. Ricoprirà questa carica fino al 1990. Alla metà degli anni ‘90 conia lo pseudonimo di Gastronauta e, oltre a mantenere la rubrica domenicale di cibo e vino sul Sole 24 Ore, inizia una collaborazione con numerose testate tra cui: Panorama,Vanity Fair, Europeo e molte altre. Dal 1999 conduce su Radio24, la trasmissione “Il Gastronauta”. Negli anni un pubblico crescente ha sposato la filosofia del Gastronauta, colui che ha scelto di mangiare con la propria testa, fuggendo i luoghi comuni culinari. E’ autore di diversi libri tra cui l’annuale guida ai ristoranti del Sole 24 ore , la Garzantina dei prodotti tipici , Il mestiere del Gastronauta , Le ricette della memoria e l’arte di Far la spesa e gli ultimi : il Gastronauta in Veneto , Cibovagando trai formaggi e Cibovagando tra i salumi. Davide Paolini is an Italian journalist and radio presenter, also known as the Gastronauta (Foodtrotter). He started his career as a journalist in 1975, and for the following seven years he worked for the Italian newspapers La Nazione (Florence) and Mondo (Rome). In 1982 he was appointed Foreign Relations Manager for the Benetton Group. After four years the company decided to assign him another prestigious seat: Managing director for the project Benetton Formula Uno, a racing team that in few years reached the top brass of the automotive field. He held office until 1990. During the mid ‘90s he created the pseudonym “Gastronauta” and, besides editing the Sunday column on food and wine for the Newspaper Sole 24 Ore, he started working with numerous Magazines such as Panorama, Vanity Fair, Europeo and many others. Since 1999 he hosts the show “Il Gastronauta” on Radio24. During the years the audience has increasingly adopted the philosophy of the Gastronauta, he who chooses to eat using his head, avoiding the culinary clichés. Paolini is the author of several books among which the annual restaurant guide of the Sole 24 ore, the Garzantina (small encyclopedia) of typical products , Il mestiere del Gastronauta (The job of the Gastronauta), Le ricette della memoria (Recipes of memory) and l’arte di Far la spesa (The art of shopping) as well as the last titles: the Gastronauta in Veneto, Cibovagando tra i formaggi (Food-wandering among cheese) and Cibovagando tra i salumi (Foodwandering among cold cuts). Riccardo Urnato Fotografo Nato nel 1966, autodidatta dell’immagine, Urnato rimane affascinato dall’obiettivo all’età di tredici anni. “Scattai quasi per gioco una fotografia lungo l’argine di un fiume al tramonto. Nel 1989 Riccardo, assieme al socio Oscar, avvia un’attività propria specializzandosi nel settore della fotografia pubblicitaria e commerciale. Dal 1999 Urnato utilizza il digitale con quanto di più avanzato offre il sistema. Seguendo con molta attenzione le esigenze dettate dal mercato, lo Studio Urnato ha investito tempo e ricerca intraprendendo, già nel 2005, la strada del rendering, che, dopo un anno di sperimentazione parallela, é diventato 3D fotorealistico, gp-rig, ampliando i confini della fotografia tradizionale e allargando le opportunità creative. Oggi lo Studio conta su un team composto da dieci persone competenti e appassionate, garantendo la massima qualità nella creazione delle immagini. Born in 1966, he’s a real self-taught photographer. Already at 13, he got fascinated by the lens. “I took that picture along the river at the sunset. It was almost for fun. In 1989, together with his partner Oscar, Riccardo starts up his business in the field of advertising and commercial photography.In 1999 Urnato he uses the digital with the most vanguard systems. Paying high attention to the market needs, Studio Urnato

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has invested a lot of time and research by starting, already in 2005, with renderings which then became a photo-realistic 3D . The idea is expanding the traditional photography boards and developing creative opportunities. Today the studio can count on its staff of 10 passionate people, granting the best quality in pictures creation. Marco Bertani Fotografo Marco Bertani, nato a Vercelli nel 1979, nipote di uno degli ultimi pittori naif del secolo scorso, Antonio Bertani. Appasionato di fotografia e cinema, studia al d.A.M.S. di Torino specializzandosi nell’indirizzo cinematografico. E’ il suo professore di fotografia a stimolarlo a sviluppare la sua passione e a portarla a diventare una professione. Dal 2003 lavora come assistente di alcuni fotografi internazionali a Milano e a New York, approfondendo le sue conoscenze sugli ultimi 50 anni di moda; questo gli ha consentito di avere un punto di vista comunicativo, oltre che nella moda stessa, anche nella pubblicità. Dal 2008 lavora come fotografo tra Milano e New York, realizzando Immagini per aziende di moda e per riviste italiane e internazionali. Marco Bertani was born in Vercelli in 1979. He is the grandson of the last italian naif painter Antonio Bertani. With a passion for film and photography, he went on the dams university of performing arts for cinema. In Turin he later opened his own photographic experimentation studio. Since 2003 Marco began his collaboration with some international photographer,in Milan and in New York; his research into still-life and fashion photography from the past 50 years gave way to a new objective: attempting to communicate desired concepts in as many ways as possible, using his history and film to re-enforce his ideas. Since 2008 lives between Milan and New York, making images for fashion brands and international megazines. Giuseppe di Piazza Giornalista Ha cominciato la carriera nel 1979 al quotidiano L’Ora di Palermo, allora diretto da Nicola Cattedra. Giornalista professionista dal 1984, in quell’anno si trasferisce a Roma per lavorare alla rivista Cooperazione del Ministero degli Affari esteri. Nel 1985 partecipa alla nascita del quotidiano Reporter, diretto da Enrico Deaglio. Dal 27 settembre 2007 fino all’8 marzo 2012 ha diretto il settimanale Corriere della Sera Magazine, poi ritornato al suo nome originario di Sette il 26 novembre 2009. Dal marzo 2012 è al Corriere della Sera come editorialista e responsabile delle nuove iniziative. È sposato, ha tre figli, e vive a Milano. His career started in 1979, at L’Ora, a Palermo newspaper directed by Nicola Cattedra. As a professional journalist, he moved in Rome in 1984 to work for Cooperazione, the magazine of the foreign ministry. An year later, he took part in the creation of Reporter, an Italian newspaper directed by Enrico Deaglio. from 27th September 2007 to 8th March 2012, he directed the weekly newspaper Corriere della Sera Magazine, whose name was then changed into Sette, the original name since 26th November 2009. He’s now been working at Corriere della Sera since March 2012 as editorialist. He’s married, has three sons and lives in Milan. Bilyana Vasileva Disegnatrice Artista designer laureata in arti decorative applicate presso la Saint Petersburg State Academy of Art and Design, Russia. Artist and freelance graduated in St. Petersburg State Academy of Art and Design, Russia.


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Aknowledgements

Ringrazio mio figlio, Edoardo, per il primo e l’ultimo sorriso di giornata. Grazie di cuore a Mamma e Papà. Mary e Marco Tornaghi. Grazie Thoeni! Ringrazio chi crede nel nostro progetto e si impegna costantemente nel poterlo migliorare : Fabio, Silvana, Maria Grazia, Paola, Luciano, Sonia, Vincent, Sofia, Cinzia, Veronica, Cristina, Matteo, Emanuele, Pietro, Piero, Laura, Giancarlo, Francesco, Fiorenzo, Cesare, Luca, Andrea, Silvano, Umberto, Enzo, Davide, David, Marco, Riccardo, Oscar, Giovanni, Barbara, Vee. Grazie a tutti i nostri clienti, platea meravigliosa che ci permette di produrre di anno in anno questa pubblicazione. Da un’ idea di Andrea Tornaghi Direzione artistica – Cristina Sivieri Tagliabue Concept Grafico - David Brugora Hanno collaborato - Davide Paolini, Giuseppe Piazza. Fotografia - Marco Bertani, Riccardo Urnato, Emanuele Berardi Volto - Celeste Pisenti Lombardi Image coordinator - Carlotta Borgogna Illustrazioni - Francesca Cogni Make up - Annelie Streler I would like to thank my son, Edoardo, for the first and last smile of the day. Thank you so much, mum and dad! Mary and Marco Tornaghi. Thank you Thoeni! A special thank to who believes in our project and constantly makes the best to improve it: Fabio, Silvana, Maria Grazia, Paola, Luciano, Sonia, Vincent, Sofia, Cinzia, Veronica, Cristina, Matteo, Emanuele, Pietro, Piero, Laura, Giancarlo, Francesco, Fiorenzo, Cesare, Luca, Andrea, Silvano, Umberto, Enzo, Davide, David, Marco, Riccardo, Oscar, Giovanni, Barbara, Vee. And last but not least, thank to all our customers, a wonderful audience that allows us to produce this publication every year. An idea by Andrea Tornaghi Stage management - Cristina Sivieri Tagliabue Graphic concept - David Brugora Contributors - Davide Paolini, Giuseppe Piazza, Filippo Rossi Fotography - Marco Bertani ,Riccardo Urnato , Emanuele Berardi Look - Celeste Pisenti Lombardi Image coordinator - Carlotta Borgogna Illustrations - Francesca Cogni Make up - Annelie Streler Monza Via Carlo Alberto 26, 20900 Monza Tel. +39 039 386009 - +39 039 2301785 Fax +39 039 2300070 info@remida.com Forte dei Marmi Via Idone 3, Forte dei Marmi Tel. +39 0584 787259 forte@remida.com www.remida.com

Gioielli esposti nel rispetto delle concessioni territoriali acquisite Copia Gratuita All jewels are exposed within the local permissions acquired. Free copy Remida 2012@all rights reserved


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n.4

SEGNI Che cos’è il raggio verde? Trasformare un’emozione in gioia

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IMMAGINI Indossare uno stile I colori, le pietre e le forme del duemilatredici

RACCONTI Cinque autori interpretano il colore verde


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