NEW ENTRY - EDIZIONE DI BERGAMO - 22 OTTOBRE 2017

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SPECIALE

za tempo dove le voci scompaiono. Siamo in soggiorno, lei sul divano bianco, io seduta sulla poltrona vicino a lei sempre con lo stesso pensiero: “Cosa faccio? Come faccio? Nessuno mi tranquillizza, tutti mi dicono il contrario di ciò che pensano assecondandomi. L’imbarazzo degli altri è molto più esaustivo di mille parole, certe pause, certi occhi che si incontrano complici mi hanno sempre ferita di più della voce della verità. Maria racconta: “Non so cosa volete da me. Volete che parli? Che dica delle cose intelligenti? Ma perché, se le avete dette tutte voi. Io non ho nulla da dire e se mi fate una domanda scontata, non ho proprio una risposta. Spesso non so cos’è una risposta. Io voglio solo essere lasciata in pace. Alla vostra urgenza di comunicazione, alle vostre ansie dovete provvedere voi dato che per voi è una passione parlare. Io la mia l’ho trovata ed un giorno, se riuscirò, la racconterò. Mamma tu sei la persona che mi rispetta di più ed alla quale Dio ha dato una voce perfetta, che non mi disturba come tutte le altre, mi chiedo come abbia fatto! A me le voci ed i rumori infastidiscono e quindi sono fortunata quando riesco a non sentirli. Sono fortunata quando riesco a non sentirli 44 www.newentry.eu

Maria racconta il viaggio sotto il lenzuolino: sono qualcosa e sono in un posto con tanti fili uno dentro l’altro e continuo a camminare senza sosta. Mi sento tranquilla, non ci sono rumori non ci sono voci che mi rincorrono, nessuno mi toglie le mani dal viso. C’è pace e la strada che percorro è a strisce nere e gialle, tutte uguali. Io ed il mio procione camminiamo e sono in pace. Incontro un topolino, tanti topolini sorridenti con la coda sollevata. Guardo le loro scarpe: sono buffe, guardo i miei piedi e non li trovo. Mi chiedo se queste strade portino da qualche parte ma poi non mi interessa, è un luogo sicuro ed un giorno parlerò con topolino. Lui mi sorride sempre insieme ai suoi amici mentre saltella allegramente. Mi vieni in mente, è tardi e se sono stanca sentirò la tua voce perfetta. Tu mi togli il lenzuolino e mi asciughi la testa perché sono sudata. Quando succede tutto questo Maria ha due anni e mezzo. Mi racconterà queste sensazioni all’età di otto anni. Mi racconterà queste sensazioni all’età di otto anni Mi impegno per distrarla per non perderla. Non voglio che si perda in quel mondo che non conosco, sento che è molto facile ma io non mi distraggo e per far questo abbandono tutto. La mia speranza e l’incertezza de-

gli altri, sono la mia forza. Niente di definitivo, tutto possibile e tutti impreparati! Quando Maria non parlava più, e dopo mesi era riuscita a chiedere un bicchiere d’acqua all’insegnante della scuola materna, mi raccontò come la voce fosse tornata. Maria racconta: “Mamma io gridavo imprigionata dentro la gabbia del mio corpo ma tu non mi sentivi ed io non riuscivo a toccarti perché la voce intrappolata me lo impediva. Ero proprio in fondo e non riuscivo a sentirti. Io e la mia voce non riuscivamo a raggiungerti. Ma tu cantavi sempre, mi facevi galleggiare nell’acqua, facendomi sentire leggera e trasparente. Balli e giravolte, le stesse che ora faccio quando sono nell’acqua. Mi mostravi tutti i giorni, colori e giochi nuovi, sempre diversi. Io però volevo rimanere sicura dentro lo stomaco, ma poi riuscivo ad ascoltarti, ed era bello pensare di stare con te. La tua voce perfetta mi attirava e non volevo stare lontana da lei. Ero sempre dentro lo stomaco in compagnia della mia voce ma poi piano piano risalivo, ma la voce precipitava, mentre la tua voce diventava sempre più forte. Capisco che sto per tornare perché mi abbracci forte. Tu fai sempre così quando parlo ed ora so che tu mamma sei “Una Pescatrice di Voci”. Una Pescatrice di Voci continua-9


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