New Entry - Edizione di Bergamo del 28 Febbraio 2020

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Editoriale

Un titolo suggerito anzi, che dico, letteralmente scopiazzato da una vetrina di un negozio che rende bene l'idea di come il commercio dei piccoli/medi commercianti sia allo stremo, al limite della sopravvivenza. I Centro Commerciali prima, gli acquisti on-line ora e chissà quale altre diavoleria ci aspetta in futuro, sta di fatto che i negozi, con le spese fisse sempre più alte (vedi registratore di cassa elettronica, connessione internet obbligatoria in negozio per la trasmissione telematica, affitto, luce, gas, tasse varie e chi più ne ha più ne metta, stanno morendo. I paesi stanno diventando dei veri e propri dormitori, ormai si fanno gli acquisti dal divano di casa e a circolare sulle strade una miriade di corrieri con una media di 150 consegne al giorno. Eppure non possiamo nemmeno accanirci contro chi utilizza questo metodo di acquisto: ognuno di noi lo ha fatto almeno una volta e il risultato qual'è? Costa meno, non devi sbatterti a prendere l'auto e cercare un parcheggio che non c'è, sei certo che scegli il prodotto con le caratteristiche che ti piacciono ed in più, se proprio ti trovi scontento può rispedirlo al mittente senza spendere un centesimo. Cosa volere di più? Ma ciò che si contesta è la tassazione: è risaputo che per una partita IVA la tas-

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sazione è dal 65% in poi e per un Amazon di turno che fattura in chissà quale paese con una tassazione del 15% o comunque ben al di sotto del 65% il gioco è fatto. In fin dei conti non è l'oggetto che acquistiamo che costa di più da un negozionate ma tutto ciò che lo stesso deve sottostare in materia di tasse. Non si tratta di CONCORRENZA SLEALE? Internet è una splendida vetrina sul mondo ma ha anche decretato la nostra FINE! I commercianti ripetono tutti lo stesso ritornello desolante: «Purtroppo i centri commerciali e le vendite via internet ci stanno uccidendo». E allora ecco che in pochi metri si susseguono le luci spente, così come i cartelli di vendita o affitto. Solo a Milano negli ultimi due anni hanno chiuso 3.555 attività commerciali e non è finita. La soluzione? Che i prezzi on-line si discostino di poco da quelli dei negozi e che l'utente possa valutare la sua scelta non solo dettata dall'ampia diversità di prezzo. Solo così si può salvare il commercio italiano dallo sfacelo in cui si trova e chissà... magari ci rincontreremo nelle piazze salutandoci con una stretta di mano e scambiandoci due parole, cosa che accade sempre più di rado. Gianluca Boffetti


Riflessioni

LA MIA GIORNATA La rugiada sui fili d’erba e sul trifoglio brilla alla luce del sole. Respiro il profumo dolce e penetrante dei tigli e dei gelsomini. Guardo il rosa e il rosso delle rose rampicanti. Inizia così la giornata, nel tragitto tra il parcheggio e l’ingresso. Occhi sgranati cercano appigli e orientamento nel nuovo pianeta in cui la malattia ha scaraventato il marito e lei di conseguenza. Passi lenti e respiro in affanno guidati da una mente lucida e vitale. Parole misurate e gesti calmi: dighe che trattengono a stento la marea che sale, e che continuerà a salire. Frammenti di una mattinata lavorativa. La vita che scorre in un parco, la varia umanità che l’attraversa, l’atmosfera di quiete vitale che qui si percepisce. Batuffoli di nuvole solcano l’azzurro del cielo e il verde delle cime più alte degli alberi. Il Kindle che mi fa leggere all’aperto senza riflessi. L’intensità del dialogare. Sguardi su un pomeriggio. L’aria fresca sul viso. Spruzzi di rosa nel tramonto. La casa che mi accoglie. Il marito amato che mi accoglie. Venerdì sera. sguardi e percorsi

ANIME NEL VENTO

PER MARILENA “Io dormo, ma il mio cuore veglia” (Cantico dei Cantici)

Quando ad andarsene è una sessantenne piena di vita e di energia, è difficile, se non impossibile, farsene una ragione. Se poi la morte sopravviene improvvisa e in ospedale, in circostanze sospette che forse solo l’autopsia chiarirà, è ancora più inaccettabile e spiazzante. Mio marito ed io avevamo conosciuto Marilena parecchi anni fa, quando il sabato sera venivano organizzate serate di ballo nella palestra di Visano: lei, come del resto il marito Claudio, era una donna sempre sorridente, con la quale era spontaneo fare amicizia. Ballerini molto bravi, si esibivano durante le sagre estive della provincia, con altre coppie della loro scuola di ballo Magic Dance. Eppure durante il resto dell’anno non ostentavano la loro bravura, anzi, erano due persone semplici e simpatiche. Donna solare, amante della buona musica, del canto, della compagnia, Marilena ha lasciato un enorme vuoto innanzitutto nel marito, in tutti i suoi familiari, tra cui il piccolissimo nipotino e nei moltissimi amici. Non ci sono parole per questi dolori, solo l’affetto silenzioso di tante persone che le hanno voluto bene. Ornella Olfi 03


SPECIALE

MODA E PERSONALITÀ

indossiamo. Ma quale l’indumento adatto? Quale l’essenza di un guardaroba capace si dare un senso filosofico a ciò che siamo? C’è chi opterebbe per l’abito classico, chi per l’accessorio spesso inutile, ma capace di fare la differenza, chi per i piccoli dettagli e chi pure nel dissacrare, attraverso l’errore, la bruttura, la rottura qualsiasi parvenza di regola del vestire “come si deve”. Dalla testa ai piedi, A questa sorta di invito alla riflessione, ver- dal cappello alle calzature, un guardaroba è rebbe da rispondere con la filosofia del ve- fatto di regole (ed eccezioni alle stesse), di stire quotidiano che possa intrinsecamente conferme e classicismi (contrastati dall’ambita proporre “l’essere nell’apparire”, come sintesi innovazione), di estro (equilibrato dal rispetto). che superi il confine delineato da Leiris. Indi- Del tutto e del contrario del tutto, insomma. spensabile, per far ciò, è l’individuazione, da Per orientarci, quindi, nel disordine del vestire un lato, dell’identità di noi stessi e, dall’altro, quotidiano, serve porsi un’ulteriore domanda ciò che pensiamo di noi stessi (e, ancor di a cui ognuno di noi potrà rispondere per sé: “dove risiede la parte più intima e nascopiù, come ci vogliamo proporre agli altri). Solo da questi passaggi, dunque, si può e si sta di noi? Sotto il vestito, al di là del vestideve raggiungere l’obiettivo di trasmettere to o proprio nel vestito?” Giorgio al mondo ciò che siamo attraverso ciò che “Mi sembra evidente” – ci spiega l’etnologo Michel Leiris – “che chi ci taglia gli abiti, in sintonia con l’idea che abbiamo di noi stessi come alla sua idea della nostra persona e degli imperativi della moda, si trova orientato direttamente sulla filosofia. Il suo campo d’azione non è per essenza situato al confine tra l’essere e l’apparire?”

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ASSOCIAZIONE ALCOLISTI ANONIMI

HO TROVATO LA GIOIA DI VIVERE Ciao sono Massimo e sono un alcolista. Vi voglio raccontare un po’ della mia esperienza in A.A. 7 anni fa partecipai ad una riunione AA ma arrivai a casa convinto che ce la potevo fare da solo, ma ahimè non fu così. Tornai strisciando al gruppo 5 anni dopo, avevo bisogno di aiuto e sapevo che in A.A l’avrei trovato, bastava mettere un pizzico di umiltà. Dal giorno 8 settembre 2013 ho intrapreso un cammino consigliatomi dal gruppo e dal mio sponsor, con A.A percorro tutt’ora una strada né tortuosa, né ripida, ma pianeggiante, devo solo stare con i piedi per terra e passo dopo passo camminare con le mie gambe verso una vita migliore, libero dalle ossessioni, dalle paure e dalle forti emozioni, ma lasciando che in me cresca la fiducia verso gli altri e verso me stesso. Comincio a stare meglio e mi sento in dovere di fare qualcosa verso A.A che mi ha aiutato a recuperarmi dall’inferno. Mi piace muovermi nei vari gruppi di zona, ho la possibilità di condividere di più, faccio nuove amicizie ed è tutto meraviglioso. Sto

imparando a gustare tutto quello che ho, non quello che hanno gli altri, prima per me era tutto insipido, ma ora so che ero io quello insipido. Mi piace far parte di A.A, sentirmi un membro di una grande famiglia che lavora e collabora insieme per mantenere la propria serenità e trasmetterla al prossimo. Prestare servizio in AA non mi fa sentire né importante né grande, ma utile a me stesso e soprattutto responsabile; è vero, il vuoto che era in me si sta riempiendo veramente come mi dicevano, è bastato solo credere ed affidarmi. Desidero continuare così perché ho trovato veramente la gioia di vivere. Grazie di cuore a tutti e auguri di buone 24 ore Massimo Numeri utili Referente provinciale Brescia 334 73 44 880 Numero Verde 800 411 406 Sito web www.alcolistianonimiitalia.it

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Sede operativa: TREVIOLO (BG) - Via Marconi,42 - Tel. 035 07 85 011 PALAZZAGO (BG) - Via Burligo,10 c - Cell. 347 90 98 361 - michela.scavo@gmail.com 06


Società

IL MALE DI UNA CONDUZIONE EDUCATIVA ASSISTENZIALE Sono in questa comunità di servizio e terapeutica “Casa del Giovane“ da tempo ormai, e mi accorgo che c’è sempre qualcosa da imparare, da rielaborare e tenere ben a mente. Anche quando i percorsi, i metodi, le dinamiche sono tutte al loro posto, c’è un lampo che attraversa il nostro passo, e ci obbliga a fermarci per riflettere. Molti sono i giovani accolti in queste strutture, e molti sono coloro che accompagnano i loro passi, con attenzione e capacità intuitive, che a volte “servono“ più delle competenze acquisite con lo studio delle tecniche educative. Certo è difficile comprendere il disagio che li avvolge, ancor più esplicare metodi educativi risolutivi, perché ogni persona è un mondo a sé, allora intervenire diventa “scienza della mente e del cuore, scienza del non ancora, ma che avverrà”, e non sempre è facile riuscire dove la vita non è stata ancora vissuta, ma è stata incredibilmente lacerata fin dal suo sorgere. Le storie che incontro sono pezzi di vita che sbarrano la strada, bussano alla porta della ragione per tentare di sfiorare finalmente un senso, quel senso che i giovanissimi prendono a calci, per reazione all’indifferenza o all’incapacità dell’altro di farsi carico delle sofferenze che sono state loro imposte da un mercato che disconosce il povero e annichilisce il ricco. La nostra è una società che etichetta, che ingabbia, che modella a proprio uso e consumo, per poi gettare via l’involucro usato o avariato. E’ una società che allunga il passo, che ha memoria corta, una società che recita, sì, il Padre Nostro, ma lo fa meccanicamente, per non sentire l’importanza di quelle parole, né gli impegni assunti con quella preghiera. Qualcuno ha detto che, finchè i bambini non saranno intesi come figli di tutti, essi saranno destinati a scontrarsi, e soccombere, con gli interrogativi di questa esistenza. Forse non sarebbe male osservare a quanto siamo tutti bravi a fare i dottorandi di filosofie comportamentali astratte, a tal punto

da ingabbiarci in una serie di mancanze, che hanno prodotto l’otturazione delle intercapedini ove stanno in embrione i mondi futuri. Riflettendo con onestà intellettuale, si potrebbe sostenere che le negatività messe in atto dai ragazzi, non sono altro che l’esplicitazione di una superficialità verso la propria persona e i propri sentimenti: frutto di un modello genitoriale per lo meno inadeguato. Ecco allora la paura, la sfiducia in se stessi e negli altri, la convinzione di non valere qualcosa, né di poter fare cose significative per il proprio futuro, e questa percezione genera diffidenza, disimpegno, alimentando solo l’attenzione al “tutto e subito, qui e ora “. Penso che si diventi responsabili se e quando si esercitano responsabilità reali, seppure appropriate all’età, non certamente attraverso una conduzione educativa assistenziale, fatta di cose date gratis, e di un po’ di regole infagottate con l’elastico, perché in questa ottica verrebbe a mancare la vera responsabilizzazione, quella basata sulla fiducia, sulla tecnica dialettica che non consente agli interlocutori di barare. Questo è il solo modo per andare incontro alle solitudini che devastano il mondo giovanile, alle incapacità di trasformare relazioni interpersonali conflittuali, in relazioni vere, che servano ad elevare anima e cervello, quindi a costruire nuove convivenze e comunità. Vincenzo Andraous

Il Giornale della Gente

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L’AMORE PER LA POESIA

Riflessioni

IN RISPOSTA ALL’ARTICOLO DI LAURA GORINI PUBBLICATO SULLO SCORSO NUMERO

e la poesia, ma è stato proprio nei momenti più dolorosi e complicati della mia vita che la poesia mi ha aiutato a superarli, è stata la mia terapia. La natura è un altro tema che amo descrivere in versi, è una fonte preziosa e misteriosa nella sua bellezza senza paragoni e viene spontaneo dedicarle quantomeno un grazie anche in poesia, ultimo ma non meno importante è portare in poesia ricordi di vita, per far sì che non vadano perduti. Scrivo sia in italiano che in dialetto, la mia “lingua” di pancia e del cuore. È stato poi lungo il periodo in cui ero indecisa Mi sento direttamente coinvolta dall’articolo se pubblicare le mie poesie: pudore, timidezza, pubblicato da Laura Gorini in merito all’amore paura di non essere compresa o al contrario di per la poesia (ndr n.2 del 5 febbraio 2020). In essere tropo scoperta nel mio intimo…tanti i quanto poetessa concordo che attraverso la dubbi e i tentennamenti! Resta indiscutibile che poesia esprimo il meglio e il profondo di me ora non posso più smettere di scrivere!! Per stessa, ma conosco altrettanto bene, purtrop- fortuna ho molti amici che amano la poesia, che leggono miei scritti e che acquistano po, la difficoltà di pubblicare libri di poesie. Ogni volta che presento mie poesie premetto con piacere ogni mio libro, sono in buona che mi riesce molto meglio scrivere piuttosto compagnia e questo è confortante. Vuol dire che parlare! Esprimere a voce emozioni per- che i buoni sentimenti sono ancora vivi, anche sonali, sia positive che negative, è infatti se viene troppe volte dato più risalto a eventi e molto difficile e spesso proprio impossibile. comportamenti di cronaca nera. Ornella Olfi Ho da sempre avuto la passione per la scrittura

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IL SALOTTO DI KETTY

LA TOSSE

Ben ritrovati! Dopo aver trattato l’argomento propoli la scorsa uscita, non si poteva non parlare del “malanno” stagionale più diffuso, la tosse, e inoltre strettamente correlato alla propoli, usata per difenderci da questo fastidioso disturbo! Vediamo di definire meglio cos’è la tosse, quali sono le cause, i sintomi e i rimedi (NATURALI OVVIAMENTE!!). Allora cominciamo con il dire che la tosse non è una malattia, ma è un sintomo che si manifesta come un riflesso naturale dell’organismo (come può essere lo starnuto) quando le vie respiratorie (faringe, laringe, trachea, bronchi e polmoni) vengono irritate. Quindi il nostro corpo grazie a quei fastidiosi ma utilissimi colpi di tosse, va a neutralizzare e rimuovere queste sostanze irritanti nelle vie aeree. Può essere causata, soprattutto nel periodo invernale, da infezioni del condotto respiratorio come il raffreddore, la polmonite, bronchiti e la pertosse. Come sappiamo la tosse si divide in:  TOSSE GRASSA: quando è accompagnata da espettorato (muco o catarro) che se trattenuto potrebbe aggravare la patologia; quindi sarebbero da evitare tutti quei prodotti (soprattutto farmaceutici) che vadano a bloccare il riflesso della tosse, ma sarebbero da preferire prodotti NATURALI mucolitici, che vadano a sciogliere il catarro e che ne favoriscano l’uscita grazie ai colpi di tosse;  TOSSE SECCA: quando non è accompagnata da espettorato; in questo caso sono da preferire prodotti NATURALI che vadano a spegnere i sintomi della tosse, per evitare possibili lesioni polmonari o bronchiali dovute al continuo e incessante ripetersi dei colpi di tosse. Conosciamo tutti quanti i sintomi, soprattutto mamme alle prese con bimbi raffreddati! In genere la tosse è preceduta da una veloce e profonda inspirazione, da cui dipende l’intensità sonora, e si manifesta con una rapida e forte espirazione a glottide chiusa: la colonna aerea così compressa nell’albero respiratorio provoca la brusca apertura della glottide stessa e, fuoriuscendo, determina la caratteristica vibrazione delle corde vocali. È importante osservare i caratteri e l’andamento della tosse: le infezioni respiratorie sono in genere precedute da tosse secca, spesso insistente, che dopo qualche giorno comporta la formazione di catarro. Ora che sappiamo cos’è e da cosa è causata, vediamo come la natura ci può aiutare in questi casi. Innanzitutto, come precisiamo sempre ai nostri clienti dell’Erboristeria di Presezzo e a chi 10


IL SALOTTO DI KETTY

ci scrive via mail, niente allarmismi! Esistono diversi decotti e rimedi fitoterapici per aiutare sia la tosse secca che grassa, preparati con piante officinali adeguate. Le più impiegate, con proprietà antinfiammatorie, sono:  PIANTAGGINE: indicata per infiammazioni alle vie respiratorie con catarro bronchiale;  LICHENE ISLANDICO: ha proprietà mucolitiche; espettorante e fluidificante;  ELICRISO: attenua gli spasmi eccessivi dei colpi di tosse;  ISSOPO: ha proprietà balsamiche che sedano i colpi di tosse secca e grassa. Ricordiamoci che anche un buon miele, aiuta l’espettorazione del muco. Nella nostra Erboristeria a Presezzo, troverete e vi sapremo consigliare al meglio (un consiglio, non fidatevi dei rimedi fai da te oppure di ricette trovate quà e là su Internet, rischiate di cronicizzare, di buttare tempo e soldi e cosa più importante di impiegare molto, molto più tempo per risolvere il problema!), tutte queste piante, sfuse o in comodi filtri, oltre a preparati a base di sciroppo con all’interno tutti questi fitoterapici, più facili e veloci da assumere in modo da velocizzare la pronta guarigione di grandi e piccini. Come sempre vi ricordo di venirci a trovare in negozio a Presezzo per qualunque dubbio o perplessità sull’argomento o su altri in generale. Per ulteriori informazioni, dettagli, TRATTAMENTI-MASSAGGI TERAPEUTICI MANUALI o CONSULENZE PRIVATE ci potete contattare: Mail negozio: info@erboristeriapresezzo.com - Sito: www.erboristeriapresezzo.com oppure ci trovate in negozio ERBORISTERIA PRESEZZO, Via Vittorio Veneto, 1064 Presezzo. TEL 035/4156226. Ivan Mangili

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Riflessioni

ANGELI TERRENI Avevo da poco finito il militare, mi trovavo nell’allora mitica e celebre discoteca Kiss Colossal Music Center di Ostiano (Cremona), quando conobbi una bella ragazza di Isola Dovarese, si chiamava Serena (mai nome fu più azzeccato perché era veramente una persona solare), mi disse che era un caso si trovasse in discoteca, perché solitamente la domenica pomeriggio la passava nella casa di riposo del suo paese, come volontaria. “Se domenica prossima mi vuoi rivedere, mi troverai al ricovero del mio paesello”. A me, quella bella e simpatica ragazza piaceva molto, così mi feci coraggio (solitamente non ne ho molto), e la domenica successiva andai alla casa di riposo di Isola Dovarese (paese famoso per il palio delle contrade che si svolge in settembre), entrai e chiesi di Serena, “Giordano, proprio non me l’aspettavo, vieni ti presento gli altri volontari”, mi accolse con un sorriso veramente radioso; i volontari erano in cinque (sei compreso me), tutti molto giovani (dai 18 ai 25 anni), mi presentò le Suore (all’epoca erano loro le dirigenti),ed infine gli ospiti della casa. Poi mi spiegò le mansioni dei volontari: accom12

pagnare in bagno le persone che faticavano a camminare (aiutarli a rialzarsi dal wc), lavaggio delle dentiere, svuotare e lavare i pappagalli ed altre piccole cose, una di fondamentale importanza: tener loro compagnia. Dopo circa un mese, mi fidanzai con Serena, mi piaceva molto, aveva un gran carattere ed era straordinariamente altruista, era una donatrice di sangue, inoltre era anche iscritta all’AIDO (associazione italiana donatori organi), fu proprio lei a convincermi a diventare un tesserato AVIS, facendomi così provare la straordinaria gioia del donare. Aveva un modo di pensare sempre altruista, per il suo compleanno mi disse: ”se vuoi farmi veramente felice, non regalarmi niente, quello che spenderesti per me, donalo a qualcuno veramente bisognoso”. Cominciava a piacermi veramente tanto passare la domenica pomeriggio con gli anziani del ricovero, aiutarli in piccole cose ed ascoltare le loro magnifiche storie; non erano proprio tutti tutti simpatici, stando con loro ho imparato che la vecchiaia acutizza pregi e difetti; chi è di indole buona, andando su con gli anni, diventa ancora più amabile, chi è di indole acida, diven-


Riflessioni

ta più stronzo. Mi colpiva il fatto che, quando arrivavano i loro parenti, me li presentavano dicendo: “questo è mio figlio Luca, è un ingegnere, questa è mia figlia Marta, è una professoressa di matematica”, se invece il loro figlio era un netturbino, un muratore oppure un operaio, non nominavano mai la loro professione, ma perché? I mestieri non sono tutti importanti? C’era il Signor Piero, che ogni volta, quando arrivava suo figlio, me lo presentava dicendo: <eccolo qua mio figlio Astutillo, guarda che faccia da sveglio che ha, il nome l’ha scelto sua madre, era meglio se lo chiamavamo svegliet fo’ra, ha cinquant’anni, ha sempre fatto l’operaio e non è mai riuscito neanche a sposarsi>, quel giorno per me, è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso, non sono più riuscito a tenermi e gli ho detto: <Signor Piero, lei si dovrebbe vergognare, suo figlio si fa un culo così per pagare la retta del ricovero e lei lo trat-

ta sempre peggio di un cane, cosa vuol dire fa l’operaio, io sono un contadino e mungo le vacche, e allora? Si guardi in giro, vede quanti anziani sempre soli, alcuni di loro sono mesi che non vedono i parenti, suo figlio, nonostante lei lo tratta come una merda, ogni domenica è qua a farle compagnia>, le mie urla fecero correre subito la Madre Superiore <Giordano sei impazzito? Questa è una casa di riposo, controllati !! >, Me ne andai senza dire una parola, la Madre aveva ragione, non c’era bisogno di urlare, la calma è la virtù dei forti, evidentemente io non lo sono. La domenica successiva appena entrato in ricovero, parlai con la Madre Superiore e dopo avermi fatto la romanzina, mi disse che potevo restare, ogni volta che passavo davanti al letto del Signor Piero, facevo finta di non vederlo, finché lui mi fa: <bresa’, ta set calmat?>, <sono calmissimo>, <meno male, lo sai che ho pensato tutta la settimana a quel che hai

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Riflessioni

detto l’altra volta? Guarda che a mio figlio gli voglio bene, faccio così perché lo voglio spronare>,<certo che lei ha un modo strano per dimostrargli il suo affetto>,<ascoltami, hai scritto tu la lettera alla Signora Maria per i suoi novant’anni?>, <si, l’ho scritta io>,<devi farmi un favore, voglio che mio figlio sappia che gli voglio bene, che l’adoro, scrivi una lettera per conto mio>,<non può dirglielo a parole?>,<sai bene che non glielo dirò mai>, <va bene, le scrivo la lettera, però la scrivo di testa mia>. IL testo di quella lettera è il seguente: Caro figliolo, ho sempre usato la forca per spronarti, senza capire che, non solo ti ho inutilmente bucato il didietro, ma ti ho ferito il cuore, scusa se ti ho sempre tenuto in gabbia impedendoti di volare verso i tuoi sogni. Astutillo, perdonami, ti amo più della mia vita. Il tuo papà La domenica successiva feci leggere la lettera al Signor Piero, il quale mi disse: <Giordano, se usi il badile come usi la biro, sei un grande agricoltore>, in quel momento arrivò suo figlio e così li lasciai soli. Astutillo prima di andarsene venne da me, mi guardò per qualche istante, ma era talmente agitato che non riuscì a dire una parola, mi diede una manata sulla schiena e se ne andò. Era passato un anno dal mio inizio come volontario, ero in macchina con Serena

e quella sera lei era particolarmente pensierosa finché mi disse: <Giordano, ci ho pensato a lungo, credo che non mi sposerò mai, mi sento realizzata facendo del bene agli altri, non escludo che un giorno possa diventare missionaria, so che tu vuoi crearti una famiglia, avere dei figli, non mi sembra giusto tenerti legato a me, ti prego di perdonami, non serbarmi rancore”. Per me fu un colpo molto duro, volevo veramente bene a quella ragazza, ma capii le sue ragioni, e cosi ci lasciammo. Per altre due domeniche andai alla casa di riposo dai miei amici anziani, ma quando vedevo Serena, il cuore mi scoppiava, e così salutai tutti, fu un giorno d’addio indimenticabile, l’abbraccio del Signor Piero e di suo figlio, me lo sento ancora addosso, riuscirono soltanto a dirmi: <cancher den bresa’>, poi scoppiarono a piangere. Sarò sempre grato a Serena per avermi fatto conoscere il mondo del volontariato, per me è stato il periodo più importante della mia vita, conservo ancora dentro me, come fossero preziosi monili, i sogni di quegli anziani che con i loro racconti mi hanno affidato. Penso che in ogni piazza, dovrebbe essere eretta una statua in onore ai volontari, questi Angeli Terreni che dedicano il loro tempo libero al bene degli altri, pagati soltanto dalla loro gratitudine. Giordano

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L’INTERVISTA

Gianni Decimo presenta: “La vita che ci chiama” Lunedì 20 gennaio é uscito in tutta Italia il secondo romanzo dell’autore bergamasco Ha debuttato in libreria nel 2019 con il romanzo “L’amore che ti cambia” che ha riscosso, da subito, un grande consenso di pubblico e di critica; un successo letterario che ancora oggi miete consensi in tutta Italia, da nord a sud. Lunedì 20 gennaio scorso, a un anno esatto di distanza dal suo esordio come scrittore, Gianni Decimo é tornato in libreria con il suo secondo romanzo dal titolo “La vita che ci chiama” edito da Viola Editrice Roma. Una toccante e commovente lettera d’amore che un figlio, trasferitosi a Londra da ormai dieci anni, decide di scrivere alla madre rimasta in Italia; una lunga missiva in cui il protagonista svela una tremenda verità di cui la donna é rimasta all’oscuro per quarant’anni e che potrebbe cambiare di colpo le loro vite. Incontriamo l’autore nella sua bella casa di Sorisole. Da quassù il panorama é incantevole e la vista mozzafiato. È trascorso solo un anno e sei già al secondo romanzo…. “Mi piace scrivere. È un esercizio di cui, ormai, non posso fare a meno. A condizione di trovare l’ispirazione e di avere storie belle da raccontare, mi piacerebbe scrivere un romanzo l’anno. Saranno comunque i miei lettori a stabilire se posso continuare o se devo smettere. Smetterò quando i miei romanzi non piaceranno più”. Che differenza c’é tra questo nuovo romanzo e il primo? “Quello dello scorso anno é una biografia in cui il protagonista racconta la sua storia di vita come in un diario personale; uno scritto molto intimo e privato. Questo invece é un romanzo di genere epistolare; una lunga lettera d’amore che un figlio quarantenne decide di scrivere 16

alla madre che non vede e non sente da tanti anni”. Anche questo é ambientato a Bergamo come il precedente? “No, questa storia é ambientata in parte a Norcia, in provincia di Perugia, e in parte nella periferia nord di Londra, precisamente a Finchley, dove il protagonista si è trasferito a vivere dopo avere lasciato l’Italia”. Come ti spieghi il clamoroso successo del tuo primo romanzo? “Non mi sarei mai aspettato un esito del genere; quando lo scrissi pensai che, al massimo, avrei venduto qualche decina di copia. E invece i lettori lo hanno amato da subito, lo hanno fatto proprio, lo hanno accolto nelle loro vite con un affetto e un entusiasmo che davvero mi


L’INTERVISTA

lusinga e mi onora oltre ogni dire”. Quali sono i canali di distribuzione al giorno d’oggi? “Le librerie snobbano gli scrittori esordienti come me. Un po’ per motivi di spazio sugli scaffali, un po’ perché ci sono più scrittori che lettori, un libraio non promuove l’opera di un debuttante. Internet, al contrario, é una vetrina formidabile dove scrittori e lettori s’incontrano senza la mediazione di nessuno. Inoltre, é molto più semplice e conveniente acquistare un libro via internet, piuttosto che andare in libreria. Oggi con un semplice clic si può ricevere il mio romanzo direttamente a casa in poche ore e in tutto il mondo. Trovo che sia fantastico”. Cosa ti aspetti da questa tua seconda opera? “Sono molto più emozionato rispetto allo scorso anno. Con il primo romanzo tutto sommato non si rischia nulla, ma con il secondo si é esposti al giudizio dei lettori che giustamente faranno un confronto con il precedente e daranno il loro parere” Hai già un’idea per il terzo? “Uscirà l’anno prossimo e sarà il seguito di questo. Ma non voglio svelarvi nulla…” Ti occupi ancora di televisione? “Ho lasciato l’intrattenimento da qualche anno per occuparmi solo di documentari che scrivo in italiano e poi traduco in varie lingue così che possano andare in onda in tutto il mondo”. Come giudichi la televisione italiana? “Orribile. Sempre più squallida, becera e commerciale nel senso peggiore del termine. Trovo che sia avvilente, per una persona, rimanere in casa a guardare la tv. Ad eccezione de “La 7”, davvero un’isola felice, trovo che la televisione italiana sia volgare e diseducativa. Chi ha un minimo di amor proprio e di rispetto nei confronti di se stesso, non la guarda e ascolta piuttosto la radio”. Cosa vorresti dire ai tuoi lettori? “Spero che il mio romanzo vi piaccia.

Attendo con piacere i vostri commenti, i pareri e soprattutto le critiche, così che le prossime storie che scriverò siano sempre più belle grazie al vostro contributo”. Il romanzo di Gianni Decimo é disponibile in libreria o subito a casa acquistando via internet su Amazon o sui principali siti editoriali. Redazione

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UN NUOVO MODO DI ESSERE UOMO (O MASCHIO?) Abbandonare la cultura maschilista: è l’imperativo che arriva dalle passerelle di Milano e Firenze dedicate allo stile per lui. L’intento di marchi e stilisti? Definire una nuova identità. Partendo dalle regole del guardaroba tradizionale. Incertezza, precarietà, smarrimento.

l’aria di essere un terremoto delle certezze fino a oggi credute inconfutabili, in fatto di completi, giacche e cravatte, si trasforma in una preziosa opportunità per re-immaginare e ri-disegnare – ognuno a modo proprio, ognuno con la propria sensibilità – una nuova (anzi, nuove) identità. E un nuovo guardaroba. Perché, mai come ora, l’uomo (il maschio?) ci è sembrato un personaggio in cerca d’autore cui la moda offre copioni tutti ancora da scrivere.

La moda, che della società è specchio (forse un poco deformante ma sempre attendibile), torna a riflettere il lato oscuro della contemporaneità, Vestire tutte le diversità maschili, ognuna nella consegnandocene un’istantanea rivelatrice. sua singolare e unica specificità, sembra essere Senza, però. Farsi cogliere dal panico: sulle lo sforzo dei più attenti fra i designer. passerelle della moda maschile di Pitti e Mila(Testo di Federico Rocca tratto da Vanity Fair no, le tendenze del prossimo autunno-inverno num. 4/2020 del 29 gennaio 2020) definiscono un nuovo linguaggio con cui sillabare la mascolinità. E così, quello che ha tutta

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SPORT

IN 10 ANNI DA ZERO ALLA CHAMPIONS Maggio 2010: l’Atalanta è appena retrocessa in serie B. C’è Coppola in porta, Ferreira Pinto sulla fascia, Manfredini in difesa. Doni è il leader tecnico. L’ambiente è caldissimo: i tifosi spingono perchè la famiglia Ruggeri, proprietaria dell’Atalanta, metta in vendita il club. Maggio 2019: l’Atalanta è in Champions League. A Reggio Emilia si compie il punto più alto della storia della Dea. La stagione 2019-2020 quindi, vede l'Atalanta impegnata per la prima volta nella sua storia sul più grande palcoscenico calcistico europeo, la Champions League. Il sorteggio inserisce i bergamaschi in un girone che vede come rivali la Dinamo Zagabria, lo Šachtar e il quotato Manchester City di Josep Guardiola. Lo storico debutto nella competizione avviene il 18 settembre 2019 a Zagabria, dove tuttavia l'Atalanta inizia il suo percorso europeo perdendo

per 4-0; le due successive gare vedono altrettante sconfitte, la prima di misura a San Siro (campo designato per le sfide europee dei nerazzurri) contro lo Shakhtar, vittorioso 2-1 allo scadere, e l'altra a Manchester, dove i padroni di casa sconfiggono 5-1 ai lombardi. Grazie al pareggio con il City e ai successi con Dinamo e Shakhtar nel girone di ritorno, il club riesce però a ribaltare le sorti della qualificazione e a conquistare l'accesso agli ottavi di finale, prima volta per una squadra che aveva perso le prime tre partite della fase a gironi. I bergamaschi non smettono più di stupire. Grazie a questa clamorosa rimonta accede alla fase a eliminazione diretta che comincia alla grande: 4-1 casalingo al Valencia nell'andata, un risultato più che promettente per il proseguo di questo sogno. Redazione

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L’INTERVISTA

FABIANA MATTUZZI La musica fa parte del suo dna. Un mondo che l’ha conquistata sin da bambina, quando in ogni elettrodomestico di casa vedeva un microfono, portandola a calcare i palchi di Sanremo per poi approdare alle piattaforme di streaming musicale. Dopo i successi di “Summer Love”, che ha sfondato le 100.000 visualizzazioni su Youtube, di “Frammenti”, melodia che racconta il duplice lato dell’adolescenza, e di “E77ERNO”, brano dedicato al suo amico motociclista scomparso Andreas Perez, Fabiana Mattuzzi ha iniziato il 2020 come meglio non avrebbe potuto. Il suo nuovo singolo, “Non Sai Come”, è pronto a conquistare giovani e meno giovani. D’altronde, visti i traguardi raggiunti ad appena 18 anni, nulla può spaventarla. Fabiana è una cantautrice che nonostante la giovane età ha già calcato palchi importanti. Ragazza bella, ma semplice e con i piedi per terra. Voce dolce e fascino garantito.

Ma, oltre a questo mondo, c’è l’universo della bellezza che la avvolge. Fotomodella, grid-girl, “ombrellina” e qualcosa come oltre 16.000 followers su Instagram dove esistono persino Fan Page in suo onore. Riavvolgiamo il nastro: chi è Fabiana Mattuzzi? Sono nata a Padova e già all’età di 6 anni ho iniziato a cantare nel coro della scuola e ad avvicinarmi al pianoforte. Poco dopo la mia insegnante mi ha incoraggiato a prendere lezioni di canto e ho iniziato a partecipare ai primi piccoli concorsi locali. Sentivo che la musica faceva parte di me, che cantare era naturale tanto quanto parlare e mangiare. Così, è iniziata la tua avventura. Ho continuato a prendere lezioni con professionisti esterni per anni, tra cui anche Susy Dal Gesso. Sono cresciuta ascoltando pop, soul, blues e 20


L’INTERVISTA

rock. Le mie influenze musicali vengono soprattutto da Anastacia e Adele, artiste da cui mi sento ispirata assieme a Giorgia e Mia Martini. Ed ecco che arrivano anche incontri che definiscono il tuo percorso. Studio all’Accademia Ves (Voice Evolution System) di Rimini con indirizzo professione cantante dove ho conosciuto Andrea Bianchino, prima professore e poi maestro. Ho capito che questa sarebbe stata la mia strada nel 2016 quando ho inciso il mio primo album intitolato “Musical Heart” formato da 13 brani cover in inglese, italiano e spagnolo. Nel frattempo arrivano anche i successi in svariate selezioni canore… Sono stata finalista al Festival La Chance e al Videolive Festival a Milano Marittima, ad Artisti in Vetrina vinco la Masterclass con Luca Pitteri. Arrivo in finale sia al concorso Happysong Contest sia al Festival Show, dove presento un remix di Fatti bella per te di Paola Turci. Mi classifico terza nella categoria Interpreti a “Piove è Musica” portandomi a casa anche il premio VolaVoce, una borsa di studio in un’accademia padovana, e il premio Est Energy come scelta del pubblico. Il 2017 è l’anno di… Sanremo. Proprio così! Prendo parte alla settimana del Festival di Sanremo partecipando in qualità di finalista di categoria a Sanremo New Talent Winter presso Villa Ormond e a Sanremo Unlimited al Palafiori. Nel Febbraio 2018 partecipo come ospite a varie vetrine e torno nella provincia ligure esibendomi a Casa Sanremo dove vengo scelta da Red Ronnie per cantare nella Sala Lounge del Palafiori. In quest’occasione presento la prima versione del mio primo inedito Frammenti aprendo per Alex Britti. Sempre in quei giorni vinco il premio come Miglior Artista Femminile e Miglior Immagine al Sanremo Music Award. Dall’incontro con Red Ronnie, esperienza per me indimenticabile, porto a casa consigli utili, ispirazione e molta carica positiva per il futuro.

Il 2018 è l’anno dei tuoi primi singoli. Nel giugno 2018 esce “ Summer love” pubblicato su tutte le piattaforme digitali, una canzone dal ritmo pop e latino, con le sue sonorità fresche è un brano di presa immediata. A dicembre 2018 esce il mio secondo inedito “Frammenti” mentre l’anno scorso è uscito il mio terzo inedito intitolato “E77ERNO”. Un brano a cui tengo molto perché parla appunto della storia di Andreas e della mia passione per il motociclismo. Ed ora, ho lanciato “Non sai come”, una melodia tutta da ascoltare. La canzone parla di una storia d’amore molto travagliata con parole molto forti. Proprio per questo credo che sia una storia a cui molte persone si possano ritrovare. Non solo musica nel tuo curriculum… Nel 2015 per caso mi sono avvicinata al mondo delle moto e ne sono rimasta folgorata! Mi è stato proposto da Michael Fabrizio di diventare la sua ombrellina… e non ho potuto dire di no! Grazie a questo colpo di fulmine con i box di partenza sono diventata Grid-girl per il campionato italiano velocità, poi per il mondiale superbike (SBK) e anche per il mondiale della Moto GP. CONTATTI SOCIAL Instagram: Fabiana.mattuzzi Facebook: Fabiana Mattuzzi Music Sito web: www.fabianamattuzzi.it Youtube: Fabiana Mattuzzi 21


Riflessioni

IDENTITÀ SMARRITA

Negli ultimi anni avviene un processo inaudito di desacralizzazione, di decristianizzazione. La cultura cristiana, l’identità cristiana viene cancellata sistematicamente in ogni modo possibile ed impossibile. E’ tutto legittimato, giustificato con ragioni assurdi, sconcertanti, tipo, non creare disagi a chi professa una religione differente, non sembrare intollerante, essere coerente alle tendenze politiche, sociali, economiche ecc. Ci sono preoccupazioni di ogni tipo, per ogni aspetto materiale della società, siamo turbati dai cambiamenti climatici, dalla crisi economica e dalla disoccupazione, dal modo di governare, dai rapporti tra Stati. Per carità non dico che sono insignificanti ma non sono solo loro che determinano la situazione in cui viviamo, non solo da loro si scatenano tutte queste nefaste conseguenze che sono ormai tratto distintivo della cronaca notiziaria. Perchè siamo esseri duali e finchè la nostra energia è diretta solo verso una parte della esistenza non possiamo ottenere i risultati aspettati. La crisi colpisce per la prima cosa lo spirito. La nostra cultura antropocentrica non è in grado di mostrare vie d’uscita. Per vivere bene l’uomo ha bisogno di ideali ed è la cultura che li promuove. I veri valori culturali non possono essere apprezzati solo per seèstessi, anche il significato etimologico della parola cultura, proviene dal “culto”, indica una costante e dinamica relazione con Dio. Il secolarismo e l’antropocentrismo tentano di creare 22

una falsa sensazione di onnipotenza dell’uomo, ma in realtà aumentano il senso di disagio, di smarrimento e di mancanza di significato. L’uomo privo di ideali vive nell’oscurità e degrado dei valori morali, nella paura e nell’egocentrismo. Così diventa facilmente manipolabile, indifferente, insensibile, ogni cosa al di fuori del ristretto perimetro della sua vita personale non lo riguarda e non lo interessa. Dà colpa agli altri per aver perso sè stesso e non se ne accorge che il vero problema non sono i musulmani, ebrei, stranieri, ecc., il vero problema è lui stesso. Mi ricordo un articolo, che avevo letto tempo fa... riguardava i cristiani del Medio Oriente. Il giornalista aveva chiesto a una donna, copta, come fanno a riconoscersi tra di loro, visto e considerato che il modo di vestirsi era identico a quello delle donne musulmane. E lei ha rispsto come se fosse la cosa più naturale nel mondo: si guardano negli occhi e subito capiscono se sono cristiani. Mi ha colpito profondamente questa risposta, era sincera e spontanea. Comunicare con lo sguardo significa avere un anima, avere consapevolezza della propria condizione di ospite sulla terra, poter relazionarsi con gli altri che si trovano esattamente nelle tue stesse condizioni e che vengono considerati compagni di viaggio. In poche parole saper migliorare un po’ se stesso. Forse in questo modo miglioreremo anche il mondo. Darina Naumova


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Riflessioni

UNA TRAGEDIA SILENZIOSA

C’è una tragedia silenziosa che si sta sviluppando giorno dopo giorno nelle nostre case e riguarda i nostri più preziosi gioielli: i nostri figli. I nostri figli sono in uno stato emotivo devastante. Negli ultimi 15 anni, i ricercatori ci hanno regalato statistiche sempre più allarmanti su un aumento acuto e costante della malattia mentale infantile che ora sta raggiungendo proporzioni epidemiche: Le statistiche non mentono: • 1 bambino su 5 ha problemi di salute mentale • Si è notato un aumento del 43 % dell’ADHD • Si è notato un aumento del 37 % della depressione adolescenziale • Si è notato un aumento del 200 % del tasso di suicidi nei bambini tra i 10 e i 14 anni. Cosa sta succedendo e cosa stiamo facendo di sbagliato? I bambini di oggi sono sovra-stimolati e sovraccarichi di oggetti materiali, ma sono privati di ciò che è veramente fondamentale per un’infanzia sana e felice, come: • Genitori emotivamente disponibili • Limiti chiaramente definiti • Responsabilità • Nutrizione equilibrata e una buona qualità del sonno • Movimento all’aria aperta • Gioco creativo, interazione sociale, opportunità di gioco non strutturato e spazi per la noia. Invece, questi ultimi anni li abbiamo riempiti di: • Genitori distratti digitalmente • Genitori indulgenti e permissivi che lasciano che i bambini “Governino il mondo” e siano quelli che mettono le regole • Un senso di diritto, di immeritatamente tutto senza guadagnarselo o senza essere responsabile di ottenerlo • Sonno inadeguato e nutrizione squilibrata • Uno stile di vita sedentario • Stimolazione senza fine, babysitter tecnologiche, 24

gratificazione istantanea e assenza di momenti noiosi. Cosa fare? Se vogliamo che i nostri figli siano individui felici e sani, dobbiamo svegliarci e tornare alle basi. È ancora possibile...con le seguenti raccomandazioni: • Imposta i limiti e ricorda che sei il capitano della nave. I vostri figli si sentiranno più sicuri sapendo che avete il controllo del timone. • Offri ai bambini uno stile di vita equilibrato pieno di ciò che di cui hanno bisogno, non solo di quello che vogliono. Non aver paura di dire “no” ai tuoi figli se quello che vogliono non è quello di cui hanno bisogno. • Fornisci alimenti nutritivi e limita il cibo spazzatura. • Passa almeno un’ora al giorno all’aperto facendo attività come: ciclismo, camminata, pesca, osservazione degli uccelli / insetti. • Godetevi una cena familiare quotidiana senza telefoni o tecnologia che li distragga. • Giocate con giochi da tavola in famiglia o se i bambini sono molto piccoli per i giochi da tavola, lasciatevi trasportare dai vostri interessi e permettete che siano loro a condurre in gioco. • Coinvolgi i tuoi figli in qualche compito o lavoro in casa secondo la loro età (piegare i vestiti, ordinare i giocattoli, appendere i vestiti, sistemare i viveri, mettere il tavolo, dare da mangiare al cane ecc.). • Implementare una routine di sonno coerente


Riflessioni

per garantire che il tuo bambino dorma abbastanza. Gli orari saranno ancora più importanti per i bambini in età scolastica. • Insegnare responsabilità e indipendenza. Non li proteggere in eccesso contro ogni frustrazione o ogni errore. Sbagliare li aiuterà a sviluppare resilienza e impareranno a superare le sfide della vita, • Non caricate lo zaino dei vostri figli, non portate i loro zaini, non portategli il compito che si sono dimenticati, non gli sbucciate le banane ne’ le arance se lo possono fare da soli (4-5 anni). Invece di dare loro i pesci, educateli a pescare. • Educateli ad aspettare e a ritardare la gratificazione. • Fornisci opportunità per la “noia”, visto che la noia è il momento in cui la creatività si sveglia. Non vi sentite responsabili di tenere sempre i bambini divertiti. • Non usare la tecnologia come una cura per la noia, né la offrite al primo secondo di inattività. • Evitare l’uso della tecnologia durante i pasti, nelle automobili, nei ristoranti, nei centri commerciali. Usa questi momenti come opportunità per socializzare allenando così i cervelli a saper funzionare quando saranno in modalità “noia”. • Aiutali a creare un “vasetto della noia” con idee di attività per quando sono annoiati. • Spegnere i telefoni di notte

quando i bambini devono andare a letto per evitare la distrazione digitale. • Diventa un regolatore o un allenatore emotivo dei tuoi figli. Educali a riconoscere e a gestire le proprie frustrazioni e rabbia. • Educateli a salutare, a prendere turni, a condividere senza rimanere senza nulla, a dire grazie e per favore, a riconoscere l’errore e scusarsi (non li obbligate ), siate modello di tutti quei valori che inculcate loro. • Collegati emotivamente - sorrisi, abbracci, baci, solletichi, lettura, danza, salti, giocate con loro. Scritto dal dott. Luis Rojas Marcos psichiatra.

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SPORT

IL GENNAIO DELLA SERIE A FEMMINILE

Empoli ladies Il Gennaio della squadra toscana inizia nel migliore dei modi con una vittoria per 1-2 allo stadio Brianteo di Monza contro il Milan, in quella partita per le toscane andarono a segno Cecilia Prugna e il capitano Lucia Di Guglielmo; mentre per la squadra rossonera di Milano andò a segno Linda Tucceri, però questo rimane l’unico risultato della squadra empolese; di fatti dopo la vittoria con il Milan sono arrivate due sconfitte una allo stadio castellani di Empoli contro la Juventus, la cui partita si è conclusa con il risultato di 1-2. L’altra sconfitta nel mese di gennaio è arrivata nella trasferta di Solbiate Arno (VA) contro l’Inter, sconfitta per 0-3 per la squadra allenata da Alessandro Pistolesi. Bilancio a mio avviso abbastanza positivo per una squadra che ricordiamo essere una neo-promossa. Fiorentina Mese ricco di gol per la squadra del capoluogo toscano, infatti nel mese di gennaio, in tre partite ha messo a segno 12 gol con una media di 4 gol a partita .Le marcatrici della squadra viola sono state Ilaria Mauro (4 gol), Tatiana Bonetti ( 3 gol), Lisa De Vanna (3 gol), Breitner (1 gol), Paloma Lázaro (1 gol). Nel mese di gennaio in tre partite la squadra viola ha ottenuto 7 punti su 9 disponibili (2 vittorie e 1 pareggio). L’unico pareggio è arrivato nello scontro esterno per la Women’s Champions League contro la Roma, la partita si è conclusa con il punteggio finale di 2-2. A causa di questo pareggio la fiorentina è stata agganciata in classifica dal Milan. Le due vittorie sono arrivate nei match contro l’Orobica e Florentia, la partita contro l’orobica è terminata con il punteggio di 1-4 a favore delle toscane, mentre il derby contro il Florentia si è concluso con il risultato di 6-1 a favore della squadra gigliata; in questa partita si è distinta particolarmente Tatiana Bonetti che nella gara in questione ha messo a segno 3 gol e realizzato 2 assist. Florentia Nel mese scorso la Florentia ha ottenuto 4 punti 26

sui 9 disponibili, ha affrontato in ordine Inter, Fiorentina e Hellas Verona.Nel match giocato in casa delle nero-azzurre il Florentia è riuscito a ottenere un punto grazie ad un’ eccezionale prestazione del ex-portiere interista, ora al Florentia Katja Schroffenegger; la partita si è conclusa con il risultato di 0-0. Nel derby contro laFfiorentina la squadra ha subito la superiorità tecnica e tattica delle viola, infatti come scritto in precedenza, la squadra di San Gimignano ha perso l’incontro con il punteggio di 6-1. Dopo la sconfitta di Firenze la squadra nero-verde riesce a trovare una vittoria casalinga contro l’Hellas Verona, il match è stato deciso dalla doppietta dell’ attaccante italiana ex Mozzanica Melania Martinovic. Tutto sommato anche se pesa un po’ il passivo di Firenze la squadra ha ottenuto risultati soddisfacenti perché ricordiamo che il Florentia è una squadra che punta a una salvezza tranquilla. Hellas Verona Mese complicato per la squadra veronese che ha raggiunto l’apice con l’esonero dell’ allenatore. Nel mese di gennaio le veronesi hanno ottenuto 0 punti sui 9 disponibili. L’Hellas Verona ha iniziato il mese con una sconfitta casalinga per 0-3 contro l’Inter, poi nella partita successiva ottiene un’altra sconfitta per 4-1 sul campo del Sassuolo e infine le gialloblu chiudono il mese con una sconfitta per 2-1 sul campo del Florentia. In totale nel mese di Gennaio hanno segnato 2 gol a fronte dei 9 subiti ed è stata l’unica squadra insieme all’Orobica ad aver perso tutte le partite giocate a Gennaio Inter Mese molto positivo per le neroazzurre che dopo una prima parte di stagione fatta di alti e bassi; nel mese di gennaio ha ottenuto gli stessi punti che ha ottenuto nelle sei gare precedenti alla pausa natalizia. Nel mese in questione l’Inter ha totalizzato 7 punti frutto di due vittorie e un pareggio, ha siglato sei gol e ne ha subiti 0. A gennaio l’Inter ha


giocato due match casalinghi e uno in trasferta, ha vinto entrambe le partite per 3-0, uno ottenuto sul campo del Verona e uno nel match casalingo contro le Empoli Ladies; il pareggio invece è arrivato nel match casalingo contro la Florentia. Cinque dei sei gol realizzati dall’Inter sono stati messi a segno da Stefania Tarenzi o Gloria Marinelli. Il sesto gol

BEATRICE MERLO DIFENSORE DELL’INTER VINCITRICE DEL PREMIO AIC COME MIGLIORE CALCIATRICE DI SERIE A DEL MESE DI GENNAIO è stato realizzato da Beatrice Merlo che ha vinto il premio AIC come migliore calciatrice di serie A del mese di gennaio. Juventus La squadra bianconera nel mese di gennaio è stata l’unica a vincere tutti gli incontri disputati, conquistando 9 punti sui 9 disponibili. La Juventus in ordine cronologico ha vinto per 1-5 l’incontro del 12 gennaio contro il Tavagnacco,

SPORT vittoria per 1-2 sul campo dell’Empoli e l’ultima è arrivata nel match casalingo contro il Sassuolo. Quest’ultimo match ha visto scontrarsi le uniche 2 calciatrici che sono andate a segno in tutti i match del mese stiamo parlando di Cristiana Girelli e di Daniela Sabatino. Durante il mese la Juventus è riuscita a portarsi a otto punti dalle inseguitrici Fiorentina e Milan.Durante il mese di gennaio è andata subito a segno al suo esordio la giovane centrocampista classe ’98 Annahita Zamanian, acquistata nel mercato invernale dal PSG squadra che attualmente occupa la seconda posizione in Division 1 Féminine. Milan Il Milan è l’unica squadra che a gennaio ha giocato 4 partite, le 3 di campionato come tutte le altre squadre di serie A e il recupero della nona giornata che non si era giocata a causa della impossibilità della squadra Pink Bari di arrivare a Milano. Il mese si apre con una sconfitta inaspettata nel match casalingo contro l’Empoli Ladies. Nel match successivo giocato lunedì 18 gennaio al centro sportivo Vismara il Milan riesce a ribaltare il doppio svantaggio grazie alla doppietta del nuovo acquisto l’attaccante islandese Berglind Björg Torvaldsdóttir. Il 25 gennaio vince faticando più del previsto sul campo dell’Orobica, di fatti la partita si è conclusa con il punteggio di 0-1 grazie al gol nel finale della centrocampista slovena Dominika Conc. Nel recupero della nona giornata contro la Pink Bari giocato Mercoledi 29 gennaio al centro sportivo Vismara, il Milan si impone con il punteggio di 6-3 grazie anche alla tripletta di Valentina Giacinti che ha nella Pink Bari la vittima preferita di fatti in 3 partite la capitana rossonera ha segnato 11 gol alla Pink Bari. Nel corso del mese di Gennaio il Milan è riuscito anche ad agganciare la Fiorentina che attualmente occupa la seconda posizione in classifica e ultimo posto disponibile per qualificarsi alla prossima Women’s Champions League. Orobica Nel mese di gennaio l’Orobica ha collezionato 3 sconfitte in altrettante partite, la prima sconfitta è arrivata nella partita contro la Fiorentina, match 27


SPORT

che è terminato con il risultato di 1-4. In questa partita è andata subito a segno l’attaccante Muya, uno degli acquisti fatti dalle bergamasche nella finestra invernale di calciomercato. La seconda sconfitta è arrivata nello scontro salvezza giocato sul campo del Tavagnacco, la partita si è conclusa con il risultato di 1-0 a favore delle friulane. Nel terza partita l’Orobica riesce a negare il vantaggio del Milan per 88 minuti grazie alle parate del portiere classe 2000 Lia Lonni, la partita è terminata con il punteggio di 0-1 a favore delle rossonere che però hanno faticato più del previsto a trovare la vittoria sul campo dell’ultima della classe che veniva prima del match da 11 sconfitte consecutive. PINK BARI Pink Bari che nel mese di Gennaio ha giocato come il Milan 4 partite, le 3 partite che da calendario si dovevano giocare durante il mese e la partita di recupero della nona giornata in casa del Milan. Nel mese di Gennaio ha giocato le partite contro Roma, Sassuolo e Tavagnacco; ottenendo un solo punto nel match casalingo contro il Tavagnacco. La partita casalinga giocata l’11 Gennaio contro la Roma si è conclusa con la vittoria delle romane per 0-3 e il match in casa del Sassuolo è terminato con la vittoria delle emiliane per 2-0. La Pink Bari è stata l’unica squadra di Serie A a non essere andato in gol nel mese di Gennaio. Baresi che comunque per ora si trovano in zona salvezza, obbiettivo che la squadra punta a centrare al termine della stagione. Nel recupero della nona giornata le baresi hanno perso con il punteggio di 6-3 l’incontro contro il Milan giocatosi al Centro sportino Vismara ROMA Giallorosse che nel mese di Gennaio hanno ottenuto 4 punti sui 9 disponibili, ottenendo una vittoria e un pareggio. Il mese della squadra romana si è aperto con la vittoria esterna per 0-3 contro la Pink Bari, poi nello scontro per la zona Champions League, la squadra capitolina ha perso per 3-2 il match esterno contro il Milan, Roma che ha subito la rimonta dopo che era andata in doppio vantaggio. Nell’altro scontro per la zona Champions League 28

contro la Fiorentina la Roma è riuscita a terminare la partita con il pareggio dopo che era andata in svantaggio per ben due volte. La migliore marcatrice nel mese di Gennaio è stata Lindsey Thomas che ha messo a segno 3 gol nel corso del mese. SASSUOLO La squadra emiliana nel mese appena passato ha ottenuto due vittorie e una sconfitta, ha siglato 7 gol e ne ha subiti 3. Il capitano della squadra neroverde Daniela Sabatino è andata a segno in tutte e tre le partite giocate siglando 3 gol e condividendo con Claudia Ferrato il primato di gol messi a segno da una giocatrice del Sassuolo nel mese di Gennaio. Il mese del Sassuolo si è aperto con la vittoria casalinga per 4-1 contro l’Hellas Verona, in questa partita ha siglato una tripletta Claudia Ferrato che subentrando dalla panchina nell’arco di 12 minuti di gioco mette a segno la tripletta che le permette di portarsi a casa il pallone, il quarto gol è stato siglato da Daniela Sabatino. Nel secondo match giocato a Gennaio la squadra emiliana ha vinto il match casalingo contro la Pink Bari con il risultato di 2-0. Nell’ultima partita giocata il Sassuolo ha perso per 2-1 la partita giocata in casa della capolista Juventus. TAVAGNACCO La squadra friulana come la Roma ha ottenuto una vittoria, un pareggio e una sconfitta contro però avversari di bassa classifica, eccezion nell’incontro perso che il Tavagnacco ha giocato contro la Juventus, questa partita è terminata per 1-5 a favore delle bianconere. Le friulane hanno ottenuto 4 punti in totale nei due scontri salvezza giocati a Gennaio; rispettivamente ha ottenuto una vittoria nel match casalingo contro l’Orobica e un pareggio nel match esterno contro la Pink Bari; in questi due incontri il Tavagnacco ha realizzato un gol e ne ha subiti 0 per la prima volta in questa stagione ha tenuto la porta imbattuta per due gare consecutive.


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Proseguire la cottura per circa 10 minuti con coperchio, poi girare i calamari e mescolare le verdure, continuare per altri 5 minuti circa(dipenderà dalla dimensione dei calamari). Anna - www.cucinacreare.it

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Gioventù

Contaminati dall'ignoranza Non so da dove cominciare. L'adolescenza oggi più che mai, è un periodo della vita che ti può creare dipendenze e guai a cui non puoi più rimediare. Ad accentuare il fenomeno, come se non bastasse, un arma che ahimè utilizziamo tutti: il telefonino. Comodo, pratico, utilissimo se usato con coscienza, una coscienza che i giovani e non solo, non conoscono rischiando così di essere rapiti dall'web in una via senza ritorno. Navigare costantemente nel web è come trovarsi a guardare un film che ci affascina. La nostra coscienza è come se finisse “dentro il film”. Piangiamo durante alcune scene, ci sentiamo male assieme ai protagonisti del film. Allo stesso modo rischiamo di essere catturati dal web. La rete si prende la nostra energia e gestisce la nostra ignoranza. Da sempre i ragazzi e le ragazze, nella fase tra la preadolescenza è l'età adulta, hanno cercato situazioni di pericolo. Per l'adrenalina che danno e per l'ammirazione che si può ricevere se si salva l'osso del collo. Arrivare a sdraiarsi sull'asfalto mentre passano le auto oppure sui binari mentre arriva il treno per farsi un selfie è qualcosa che rabbrividisce eppure sempre più stupidi accettano queste sfide... per chissà quale motivo... Un 'gioco' che alla faccia del trascorrere tempo, purtroppo, non passa di moda. Lo raccontano le cronache di questi ultimi anni... UN SECONDO DI GLORIA METTENDO IN GIOCO IL DONO PREZIOSO QUALE È LA VITA

MA VALE LA PENA RAGAZZI? SONO GIOCHI DI MORTE! La maggior parte di queste sfide anche mortali si diffondono grazie ai social network e alle chat private in uso tra i giovani e i giovanissimi, mondi sempre più connessi e chiusi al tempo stesso, dove si usano codici quasi indecifrabili per il mondo degli adulti, e possono essere senza ritorno. Risale a due anni fa il caso Blue Whale, un 'gioco' nato in Russia che consisteva in una serie di challange di tipo autolesionistico sempre più rischiose da condividere in rete. In Russia, dove il gioco è nato, sono deceduti 157 giovani. In Italia un 15enne di Livorno si è suicidato gettandosi dall'ultimo piano di un palazzo, per 'completare' il gioco Blue Whale. Più recenti ma non più sani invece il “Blackout game”, che consiste nel soffocarsi o farsi soffocare fino a svenire sotto gli occhi del gruppo, e il “Tide pod challange”, ovvero filmarsi mentre si addenta una capsula di detersivo fino a farne fuoriuscire il contenuto rischiando di intossicarsi. Fonte: https://www.interris.it/bocciato/sdraiati-sull-asfalto-si-fanno-selfie-mentre-passa-l-auto

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RIDIAMOCI SOPRA

In un negozio gli affari vanno maluccio e allora il direttore decide di assumere un nuovo venditore molto in gamba. All’inserzione risponde un giovanotto che si spaccia per il miglior venditore del mondo e allora il direttore gli dice: “Allora, prima di assumerla mi dimostri la sua abilità. Vede quel signore al reparto profumeria? È tutto suo”. Il giovanotto si avvicina al cliente e comincia a parlare fitto fitto. Poi impacchetta una canna da pesca, un paio di stivali, un cappotto con cappuccio, poi cambia reparto... e vende un canotto, un motore fuoribordo e un carrello da traino per la macchina. Infine s’inchina e saluta il cliente. Il direttore: “Fantastico! Meraviglioso! Ma come ha fatto? Cosa ha chiesto a quel signore?”. “Niente, voleva una confezione di tampax...”. “Tampax? Ma come ha fatto a vendere tutto quella merce?”. “Semplice! Gli ho detto che sua moglie ha il ciclo, quindi inutile stare a casa, meglio andare a pescare!”. Un pappagallo è solito fare scherzi telefonici. Un giorno ordina 1000 Kg di nafta e ovviamente fa addebitare la spese al padrone. Scoperto l’autore del costoso 32

scherzo il padrone afferra il pappagallo, lo rinchiude in uno stanzino buio. Quando i suoi occhi si sono abituati al buio intravede dall’altra parte della stanza un crocefisso e gli chiede: “Tu chi sei? “. “Sono Gesù”. “E da quanto tempo sei qui?”. “Da quasi 2000 anni”. E il pappagallo: “Cavoli! Ma quanta nafta hai ordinato?”. Un ragazzo tirchio torna a casa tardi una sera e il padre gli chiede: “Dove sei stato?”. “A ballare”. “Ah, sì? E con chi?”. “Con Susan”. “Chissà quanto avrai speso!”. “Venti euro”. “Ah, sì? Soltanto?”. “Sì, Susan aveva solo quelli...”. Un marito di una certa età, quando si fa la barba alla mattina, si accarezza la pelle contento e soddisfatto. La moglie gli domanda il perché della sua contentezza ed egli risponde che, dopo essersi fatto la barba, accarezzandosi la pelle liscia, si sente come un ventenne e la moglie gli domanda: “Ma allora, caro, perché non ti fai la barba alla sera prima di venire a letto?”.

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Riflessioni

NON CI SONO PIÙ LE STAGIONI DI UNA VOLTA

Si sente sempre più spesso dire “ormai non ci sono più le stagioni di una volta”. Non si susseguono infatti più ben scandite come anni fa, per questo si vivono autunni caldi, inverni miti, primavere quasi inesistenti per il prolungarsi dell’inverno, brevi estati con pochi giorni troppo afosi e per il resto con temporali frequenti o con temperature al di sotto della media. Recitava un vecchio proverbio “él calt e ‘l frèt èl j-à maja gnà ‘l luf”, cioè che era naturale l’avvicendarsi di freddo e caldo, che puntuali arrivavano di sicuro. Da qualche anno effettivamente l’avvicendarsi delle stagioni è abbastanza confuso e indefinito, per questo si dice che non esistono più le 4 stagioni, ridotte quasi solo a 2. Anche la natura fatica a mantenere i suoi normali cicli e molte piante soffrono per sbalzi improvvisi di temperatura, che rovinano i fiori e ovviamente poi i frutti. Metaforicamente anche molte persone sembrano aver perso la consapevolezza del naturale susseguirsi della stagioni della propria vita: pudore, buon senso, educazione… C’è chi brucia le tappe della gioventù rovinandosi per il resto dei suoi anni; c’è chi non accetta di invecchiare e mantiene comportamenti da ragazzo anche in tarda età, rendendosi ridicolo. I comportamenti peggiori e molto più gravi sono tuttavia altri: uomini che non danno nessun valore né rispetto alla vita altrui,

soprattutto di quella delle donne che condividono con loro la vita; giovani che alla guida ubriachi e non solo, provocano incidenti gravi e spesso non si fermano neppure a prestare soccorso; infermieri nelle case di riposo e maestre di scuola materna che maltrattano vergognosamente chi dovrebbero accudire con amore. Sembra davvero che il clima impazzito abbia ripercussioni nella mente umana, pare che in troppe persone sia scoppiato qualcosa che le porta a comportarsi in maniera inaccettabile e incomprensibile. Infatti si dice spesso che il caldo inibisce ogni senso del pudore e del buon senso, mentre il freddo congela l’intelligenza… ci sarà un punto di ritorno??. Ornella Olfi

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Riflessioni

LA NOSTRA NATURA Un uomo nota un serpente che sta morendo bruciato e decide di toglierlo dal fuoco. Appena lo fa il serpente lo morde. Per la reazione del dolore, l'uomo lo libera e l'animale cade di nuovo nel fuoco. L'uomo cerca di tirarlo fuori di nuovo e di nuovo il serpente lo morde. Qualcuno che stava osservando si avvicinò all'uomo e disse: - Mi scusi, ma lei è testardo! Non capisce che tutte le volte che prova a tirarlo fuori dal fuoco va a finire così? L'uomo rispose: - La natura del serpente è mordere, e questo non cambierà la mia, che è aiutare. Quindi, con l'aiuto di un pezzo di ferro, l'uomo tira fuori il serpente dal fuoco salvandogli la vita. Non cambiare la tua natura se qualcuno ti fa del male. Non perdere la tua essenza, prendi solo precauzioni. Alcuni perseguono la felicità, altri la creano. Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione. Perché la tua coscienza è ciò che sei, e la tua reputazione è ciò che pensano gli altri di te. E quello che pensano gli altri, non è un problema tuo. E' un problema loro.

OTTIMISMO O PESSIMISMO ? Una formica ottimista, cadde in un bicchiere mezzo pieno. E morì annegata. Una formica pessimista, cadde in un bicchiere mezzo vuoto. Ed anche lei morì annegata. Morale della favola: Che tu sia ottimista o pessimista, quando è giunta la tua ora, Te ne vai comunque all'altro mondo, però, se hai avuto della vita, una visione ottimista. Per lo meno, non hai fatto una vita di merda. Giordano 34

LETTURE

UNA STORIA DI VITA E DI MARE Dopo più di 40anni, sono riuscita a rileggere con immenso piacere il libro di Sergio Barbarèn “Blu: una storia di vita e di mare” approfondendone il contenuto. L’età matura, 95 anni, ti aiuta a considerare alcuni punti salienti e delle sfumature della vita che con la vecchiaia, sei costretto a valutare. Sergio Barbarèn descrive le sue onde dell’Oceano, che scaturiscono dal suo cuore il loro significato. Ti fa vivere dei sentimenti toccanti che non si possono descrivere. Accludo il contenuto di un piccolo capitolo tratto appunto dal libro. “Ci sono tante meraviglie in ogni angolo dell’universo fino a quando sei abbastanza coraggioso da aprire il tuo cuore e vedere con i tuoi occhi. Mi sono reso conto che non è importante ciò che fai per vivere e sentirti vivo. Ho scoperto che il trucco è sapere mettere le faccende nella giusta prospettiva e lasciare che le cose importanti, non vengano rimpiazzate da quelle non importanti”. Questo può bastare… La felicità può raggiungere tutti in vari modi, basta non creare… ostacoli. Buona lettura. La Bisnonna Grazia Caggiano


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“Donna, sei dono” Linfa, dal tronco dell’universo ispiri grazia: tu sprigioni leggiadria. Aspiri a sogni fantasy e tutelata corporeità, con enfasi. Vibrate emozioni crei d’incanto rifiorendo d’ugola il canto. Strabordi di te stessa e il bene in altrui si riversa. L’ empatia d’amore vuol che tu sia, d’abito e cuore fluida poesia. Donna… regalia di vita! Ines Zanotti Ed è Poesia

“Tuffo al cuore” Ricordi lontani riaffiorano in me di un amore mai nato ma tanto bramato... Ora odo una musica: evoca la voce di lui, dedica questa canzone a me con tanto amore e l’amore c’è stato... ma ormai finito. Erminia Bertulessi 36

“La luna”

Leggero e soffuso il riflesso di luna stasera , è lanterna per tutti i segreti Frammento splendente, rivela i silenzi del viver terreno e vaga lontano lo spirito negli occhi , colmati di dolci carezze ha contorni assopiti d’ombre ondeggianti S’appoggia sui rovi , la luna stasera, prepotente s’insinua s’infiltra spostando quel corso e fa luce sul vuoto del nido d’un passero triste Invano trattiene quel volo radente poi fa breccia , sul muto inquietante d’intorno destando le forme sottili e silenti di alberi stanchi Vestito soltanto di se oltrepassa quel buio inseguendo la luna Dinanzi riscopro quel volo e distinguo il mar d’erba che pulsa d’essenza e l’odo ancora nell’eco quel pigolar che invoca presenza Mi coglie il suo suono suadente d’impalpabile sogno e lento , m’invade le pieghe Rosa Leone

“Codardia”

Il mormorio volto dietro alle spalle, la codardigia celata da una maschera, la cattiveria evolve come ombra soffocante, l’innocenza dell’anima di colei che tutto traspare. Scalvini Roberta


Riflessioni

SE HAI BISOGNO DI UMILIARE ALLORA NON SAI INSEGNARE

Un anziano incontra un giovane che gli chiede: - Si ricorda di me? E il vecchio gli dice di no. Allora il giovane gli dice che è stato il suo studente. E il professore gli chiede: - Ah sì? E che lavoro fai adesso? Il giovane risponde: - Beh, faccio l’insegnante. - Oh, che bello come me? gli dice il vecchio. - Beh, sì. In realtà, sono diventato un insegnante perché mi ha ispirato ad essere come lei. L’anziano, curioso, chiede al giovane di raccontargli come mai. E il giovane gli racconta questa storia: - Un giorno, un mio amico, anch’egli studente, è arrivato a scuola con un bellissimo orologio, nuovo e io l’ho rubato. Poco dopo, il mio amico ha notato il furto e subito si è lamentato con il nostro insegnante, che era lei. Allora, lei ha detto alla classe: - L’orologio del vostro compagno è stato rubato durante la lezione di oggi. Chi l’ha rubato, per favore, lo restituisca. Ma io non l’ho restituito perché non volevo farlo. Poi lei hai chiuso la porta ed ha detto a tutti di alzarci in piedi perché avrebbe controllato le nostre tasche una per una. Ma, prima, ci ha detto di chiudere gli occhi. Così abbiamo fatto e lei ha

cercato tasca per tasca e, quando è arrivato da me, ha trovato l’orologio e l’ha preso. Ha continuato a cercare nelle tasche di tutti e, quando ha finito, ha detto: - Aprite gli occhi. Ho trovato l’orologio. Non mi ha mai detto niente e non ha mai menzionato l’episodio. Non ha mai fatto il nome di chi era stato quello che aveva rubato. Quel giorno, lei ha salvato la mia dignità per sempre. È stato il giorno più vergognoso della mia vita. Non mi ha mai detto nulla e, anche se non mi ha mai sgridato né mi ha mai chiamato per darmi una lezione morale, ho ricevuto il messaggio chiaramente. E, grazie a lei ho capito che questo è quello che deve fare un vero educatore. Si ricorda di questo episodio, professore? E il professore rispose: - Io ricordo la situazione, l’orologio rubato, di aver cercato nelle tasche di tutti ma non ti ricordavo, perché anche io ho chiuso gli occhi mentre cercavo. Questo è l’essenza della decenza. Se per correggere hai bisogno di umiliare, allora non sai insegnare. Un grazie a Gabriella Masoni che ci ha inviato questo scritto 37


ITINERARI

Bergamo: Città Alta

Bergamo, Bèrghem in dialetto bergamasco, è un comune italiano di 122161 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia in Lombardia e quarto centro più popoloso della regione dopo Milano, Brescia e Monza. L’abitato di Bergamo è suddiviso in due parti distinte, la «Città Bassa» e la «Città Alta»; quest’ultima è posta in altitudine più elevata e ospita la maggioranza dei monumenti più significativi, mentre la Città Bassa – benché sia anch’essa di antica origine e conservi i suoi nuclei storici – è stata resa in parte più moderna da alcuni interventi di urbanizzazione. Le due porzioni dell’abitato sono separate dalle mura venete, annoverate dal 2017 fra i patrimoni dell’umanità tutelati dall’UNESCO. Bergamo è soprannominata «la città dei Mille» per via del cospicuo numero di volontari bergamaschi – circa 180 che presero parte alla spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi, episodio cruciale del Risorgimento. Origini del nome Numerose sono le ipotesi avanzate per spiegare l’origine del toponimo Bergamo. In latino classico il toponimo è attestato come Bergomum, mentre 38

nel latino tardo Bergame. Quindi è stata proposta un’origine indoeuropea del nome, accostandola al greco (Pérgamon) “cittadella, rocca” (in riferimento ad abitazioni fortificate in cima a un colle), ma anche alla base prelatina barga “capanna” o a nomi liguri quali Bergima, località nei dintorni di Marsiglia, da una radice *bherg,“alto”. Lo storico e politico bergamasco Bortolo Belotti ha accostato il toponimo a precedenti nomi preceltici, dai quali deriverebbe il nome Bèrghem, di cui Bergomum sarebbe poi stata solo la latinizzazione. È da notare che nel tedesco moderno tuttora Berg significa “montagna”, e la parola Heim “casa”, così come in svedese berg significa “monte” e hem “casa”; ma l’ipotesi di una derivazione germanica di Bergamo (che deriverebbe quindi dal germanico *berga(z) “monte” e *haima(z), “insediamento” ma anche “mondo”) si scontra con l’assenza di documenti riguardo a insediamenti germanici nella zona prima della conquista romana. Città Alta Bergamo Alta (detta anche Città Alta o, in passato, la città, in contrapposizione ai borghi) è una città medioevale, circondata da bastioni eretti nel


ITINERARI

XVI secolo, durante la dominazione veneziana, che si aggiungevano alle preesistenti fortificazioni al fine di renderla una fortezza inespugnabile. La Città Alta poggia inoltre su un sistema di sette colli, estrema propaggine delle stesse prealpi Orobie prima della pianura: Colle Aperto, Colle San Giovanni, Colle San Salvatore, Colle di Rosate, Colle di Gromo, Colle Santa Eufemia e Colle San Michele del Pozzo. La parte più conosciuta e frequentata di Bergamo Alta è Piazza Vecchia, con la fontana Contarini, il Palazzo della Ragione, la Torre civica (detta il Campanone), che ancora oggi alle ore 22 scocca 100 colpi - quelli che in passato annunciavano la chiusura notturna dei portoni delle mura venete - e altri palazzi che la circondano su tutti i lati. Imponente, sul lato opposto al Palazzo della Ragione, il grande edificio bianco del Palazzo Nuovo che ospita la Biblioteca civica Angelo Mai. Al di là del palazzo della Ragione si trovano il Duomo di Sant’Alessandro, la Cappella Colleoni dell’architetto Giovanni Antonio Amadeo con i monumenti funebri al condottiero Bartolomeo Colleoni e a sua figlia Medea, il

Battistero eretto da Giovanni da Campione e la basilica di Santa Maria Maggiore con i suoi bei portali laterali nord e sud, pure di Giovanni da Campione. Quest’ultima chiesa, cittadina, già antica chiesa battesimale, ora non più della Diocesi, all’interno reca i segni architettonici dei vari periodi che si sono susseguiti dall’epoca della sua costruzione. Degni di nota gli intarsi raffiguranti scene bibliche realizzate in legni di vari colori, i cui disegni sono quasi tutti opera di Lorenzo Lotto, e un imponente confessionale barocco scolpito da Andrea Fantoni. La chiesa ospita la tomba del musicista Gaetano Donizetti che a Bergamo ebbe i natali nel 1797. Via Colleoni, nota anche come Corsaröla, collega Piazza Vecchia a Piazza della Cittadella ed è il cuore di città alta. In Piazza della Cittadella si trovano il Civico museo archeologico e il Museo “Enrico Caffi” di scienze naturali, poco lontano dai quali si può visitare la Fontana del Lantro, posta presso la chiesa di San Lorenzo. Tra le altre architetture religiose, la chiesa di San Michele al Pozzo Bianco, che conserva gli affreschi con Scene della vita di Ma-

Piazza Vecchia 39


ITINERARI

ria di Lorenzo Lotto (1525). Città Alta, oltre a ospitare un Orto botanico sito in via Colle Aperto, è anche sede della Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’università di Bergamo, il cui prestigio è riconosciuto in ambito europeo. Si può salire in Città Alta a piedi attraverso gli scorlazzini (scalinate che da più punti la collegano alla parte bassa della città), in automobile (anche se è vietato durante i fine settimana estivi e tutto l’anno la domenica pomeriggio), con la funicolare o con l’autobus. Le mura venete «...la città è tutta serrata con baluardi e i suoi membri quasi tutti terrapienati, compite le piazze, i parapetti e le traverse per coprirsi dalle vicine colline e la fortezza con il circuito di tre miglie è bellissima» (Alvise Grimani, comandante veneto, 1590) Bergamo è tuttora una delle poche città capoluogo italiane, assieme a Ferrara, Lucca, Verona, Padova, Treviso e Grosseto, il cui centro storico è rimasto completamente circondato dalle mura che, a loro volta, hanno mantenuto pressoché intatto il loro aspetto originario nel corso dei

Battistero 40

Duomo Sant’Alessandro secoli. I bastioni vennero costruiti tra il 1561 e il 1588 su ordine del doge in quanto Bergamo, come città posta alla frontiera ovest della Repubblica Veneta, poteva essere facile preda degli stati confinanti. In effetti a metà del Cinquecento, con la scoperta dell’America, la Repubblica Veneta stava iniziando il suo inesorabile declino nel dominio dei commerci marittimi, a causa di ciò, rivolse una sempre maggiore attenzione per commerci che avvenivano verso il centro d’Europa, per cui il passaggio per la Val Brembana (via Priula) poteva diventare la via del pepe verso tali stati. Il senato veneziano, a questo punto decise di investire milioni di ducati d’oro, per rinforzare i confini ovest della repubblica. Dal 9 luglio 2017 le mura venete sono entrate a far parte dell’Unesco, come patrimonio dell’umanità, nel sito seriale transnazionale “Opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale” Storia La prima occupazione è quella dei Liguri, più precisamente gli Orobi, seguita da quella dei


ITINERARI

Basilica di Santa Maria Maggiore Cenomani e Senoni. In latino è conosciuta come Bergomum. La Gallia Transpadana viene quindi annessa alla Repubblica romana in espansione, e dal 49 a.C. anche Bergomum diviene un Municipio romano. I romani riedificano il centro secondo gli assi cardo-decumano. A seguito della caduta dell’Impero, Bergomum è ripetutamente saccheggiata, fino all’arrivo dei Longobardi nel 569, che vi insediano un Ducato. Spodestati nel 774 dai Franchi, la città viene retta da una serie di vescovi-conti. In questo periodo a Bergamo fiorirono le seguenti potenti famiglie longobarde: Suardi, Colleoni, Crotti, Rivola, Mozzi, Martinengo. Nel 904 re Arnolfo, conferì al vescovo Adalberto piena giurisdizione politica e civile sulla città, e furono anni di migliorie e rifacimenti, ma nel 1098 la giurisdizione vescovile, dopo una lotta sulle investiture, venne deposta. Dal 1098 Bergamo è Libero comune, e dopo un paio di guerre contro Brescia si unisce alla Lega Lombarda contro l’imperatore Federico Barbarossa. A partire dal XIII secolo, nell’ambito delle lotte tra guelfi e ghibellini, Bergamo cade sotto l’influenza dei

Visconti di Milano, che fortificano la Cittadella. Dal 1428 Bergamo entra a far parte dei domini della Repubblica di Venezia. I veneziani ricostruiscono la città vecchia, erigendo possenti mura difensive. Il dominio veneto continua fino all’epoca napoleonica quando, dopo la breve esperienza della Repubblica Bergamasca, della Repubblica Cisalpina e del Regno d’Italia, con la Restaurazione Bergamo cade nella sfera austriaca del Regno Lombardo-Veneto. Gli austriaci sono i fautori della prima industrializzazione del territorio bergamasco, con l’impianto di manifatture tessili. Bergamo prende parte al Risorgimento fornendo buona parte dei Mille. Giuseppe Garibaldi stesso entra in città, con i suoi Cacciatori delle Alpi, l’8 giugno 1859. Dal 1860 Bergamo è parte del Regno, e poi della Repubblica Italiana.

Documentario sulla splendida Città Alta di Bergamo 41


Riflessioni

PROGETTO VITA Un milione di miliardi i pensieri che rullano, frullano, gemono, arrovellano, fanno nascere pensieri nuovi, accenni di speranza, ilarità inquieta, sagace cenno. Tremore flette le ginocchia nel percorrere il breve intenso tortuoso che ci porta, fra le braccia di giacinti freschi, alle porte di un grande sogno, ideale, progetto chiamato VITA!!! Fra le dita, serrate, strettamente abbracciate, le dita della mia Vittoria. Nelle mente, a caratteri stampati, il monito: “Il Signore è il mio pastore non manco di nulla, per pascoli erbosi conduce .....”. Incontro atteso, voluto, desiderato, mille volte discusso a voce bassa nella quiete di notti inquiete quello con la dottoressa Galazzo del Provveditorato di Brescia. Scopo del colloquio è stato, rimane e sarà quello di chiedere servizi e non soldi, continuità scolastica, opportunità di continuare l’apprendimento cognitivo dopo la terribile, temuta, soglia dei 21 anni che limita, obbliga, chi affetto da disabilità ad abbandonare i banchi di scuola “obbligando” le famiglie ad appoggiarsi ad un diurno dove, ASSURDO!! INCOMPRENSIBILE!! INACCETTABILE, le strutture sono propense a portare avanti un lavoro cognitivo basato sulle autonomie personali e sulla relazioni. Aspetti importanti di certo ma dov’è la bellezza del conoscere? Tutti i frutti raccolti nella gioia e nel dolore, con tenacia conquistati destinati a finire nella dimenticanza? MAI E POI MAI!!! Nell’attraversare i corridoi del Provveditorato, nell’incontrare gli occhi della dottoressa Galazzo, nel cercare nel fondo del suo cuore uno spiraglio di luce rapide sono fluite le parole, immagini, ricordi, propositi, sogni, determinazioni. Abbiamo trovato in lei ascolto e comprensione, voglia di costruire, non facendo promesse false 42

ma ASSICURANDO APPOGGIO, PRESENZA E COLLABORAZIONE. Si è impegnata di prendere contatti con la dottoressa Covri, dirigente del Don Milani di Montichiari da Vittoria frequentato; d’interpellare i servizi del territorio di riferimento quali la dottoressa Turganti Marisa ed Elisabetta Bertoli dell’ Asst del Garda e l’assistente sociale del comune di Remedello Enrico Zappettini per parlare, trovare una via, uno squarcio di luce viva. A lei mi sono permessa di dire: “In tanti anni di lotta il nostro punto forza è stata la collaborazione in rete con i servizi’, esponendo in modo costruttivo, cercando di trovare equilibri, di osare. Bisogna trovare il coraggio per chiedere, allo stesso modo di ringraziare. Saremo come famiglia sempre grati alle dottoresse Anna Calvi e Mariarosaria Venturini per l’immenso supporto e vicinanza. In caso di bisogno sono certa non si negheranno. Ed ancora: come dissi alla dottoressa Silini che ci accolse anni fa fra queste mura con il dottor Maviglia così mi permetto di dire a lei:”PER FAVORE AIUTI LA MIA VITTORIA, LA SCUOLA È VITA...”. Attesa preme, convoglia ansie, fa sbocciare teneri boccioli... Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste


L'ISPETTORE GIANLUCHIK

LA MORTE INVISIBILE telefonata anonima che mi ha avvisato di recarmi qui a prestare soccorso, in quanto si erano sentiti degli strani rumori provenire dall'appartamento; ma quando sono arrivato, dopo aver aperto l'uscio con il doppione delle chiavi in mio possesso, mi sono reso conto che l'appartamento era saturo di gas e che ogni fessura era sigillata. Ho chiuso il rubinetto e spalancato le finestre… ma ormai, purtroppo, non c'era più nulla da fare… E poi, dopo pochissimo è giunta mia sorella". "Ho capito Anna, a te la parola: secondo te tuo zio quale motivo può aver avuto per suicidarsi?" chiede con voce rauca l'ispettore. "Secondo me, adesso che ho le idee più chiare, è stata tutta una messa in scena di Giordano, per prendersi l'eredità---". "Bene, io invece, ancora prima di chiedere l'opinione a tuo fratello, ho capito che eri tu la colpevole e quindi ti dichiaro in arresto per l'omicidio di tuo zio e per falsa testimonianza". - afferma con sicurezza l'ispettore. Un particolare, nel racconto di Anna non convince Gianluchik! Quale? LA SOLUZIONE è impossibile che Anna abbia suonato più volte il campanello, altrimenti avrebbe provocato un'esplosione. Ha mentito spudoratamente e quindi è stata lei ad escogitare questo falso suicidio. Ma perché incolpare il fratello? Beh, l'eredità, sarebbe stata destinata sicuramente al nipote maggiore Giordano così che, liberandosene, non avrebbe avuto nessun ostacolo per raggiungere il proprio scopo. Mamma mia, quanto sono velenose queste donne…

Anna, una brava ragazza con la testa sulle spalle fa parte di una buona famiglia con sani principi. Ogni giorno, o quasi, si reca sempre a trovare lo zio molto ricco, residente in un appartamento che rispecchia decisamente l'opposto del suo patrimonio. La brava ragazza inoltre fa parte di una folta compagnia di ragazzi che si ritrovano, appena possono, per fare due parole tutti insieme, all'insegna dell'Amicizia. Tra questi amici vi è anche il nostro famoso ispettore Gianluchik, ragazzo molto in gamba e con una grande esperienza e reputazione senza contare il suo fascino irresistibile sulle donne. Ebbene, tornando a Anna, sabato mattina, come di consueto si reca a trovare lo zio, ma trova una sorpresa… e così chiama il suo amico ispettore per far luce sul giallo. "Povero zio! Soffriva di depressione, ma non potevo immaginare che sarebbe arrivato al suicidio…!"-esclamò Anna Nonostante le finestre spalancate, l'odore del gas pervade ancora il minuscolo e malandato appartamento dove il ricchissimo zio si ostinava a vivere. Anna, nipote del defunto, sta parlando con Gianluchik: "Stamani, come sempre, sono venuta a fargli visita. Ho suonato più volte inutilmente il campanello. Alla fine, ho tentato di forzare la porta e… sorpresa, mi appare dall'interno la figura di mio fratello Giordano immerso in un'aria satura di gas. Quando poi ho visto lo zio sdraiato a carponi per terra non ho potuto resistere ed ho pensato subito al peggio…" Gianluchik, dopo aver lasciato sfogare la ragazza, pone la sua attenzione su Giordano: "E tu, cosa ci facevi qui, da tuo zio?" Il ragazzo, non curante delle lagne della sorella, racconta: "E' stata una

Il Giornale della Gente

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Gianluca Boffetti

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UNA VALIGIA

Memoria affonda, celere riaffiora, riporta stralci di vita, aspri dolori, solitudini, mancanze, morte. Giorno della memoria. Mille i pensieri, gesti, parole che all’unisono gettano semi, colgono di sorpresa. L’immagine di una valigia spicca al di sopra di tutto: di occhi sgranati, di volti sbarrati dall’orrore; dall’odore di morte che accomuna migliaia di vite sospese. Quale l’ultimo pensiero, accenno di vita? Quale la potenza di dita serrate prima che grido furente spezzi sogni? Frantumi poesia? Serri catene? Prima che l’amore indossando abiti lisi diventi odio? Discriminazione? Annullamento? Nell’istante preciso in cui il tutto si fonde con il presente, in cui presente e passato prendono forma comune quali i pensieri, monili, desideri, ricordi da infilare alla rinfusa in una valigia, ripromettendosi prima o poi di dare, di voler necessariamente dare, un senso compiuto al susseguirsi degli eventi, al momento non comptesi, repressi. Quale il sentimento che scalfendo, scandendo, infossando, passo dopo passo condisce attesa aspra? Se qualcuno oggi, domani, in un futuro prossimo o remoto dovesse col dito puntato ordinarmi di andare esortando, in una lingua sconosciuta, a raccogliere gli effetti personali per un lungo viaggio senza meta cosa porterei? Necessità e primizie? Sicurezze di una vita lasciata alle spalle? Forza nuova per vivere quella presente? Ardire e passiome? Tempra? Se mi fosse dato di scegliere di certo nella valigia metterei gli occhi di Vittoria, le mani di Celeste, le carezze di mia madre... fantasia per andare, fede per camminare... una manciata di sogni e tanta allegria ....una penna e dei fogli per fissare... una pezzuola di lino per asciugare le lacrime nella fatica e nella solitudine ... foto per non dimenticare .... minuzie, leggerezza,

Riflessioni

armonia... La pace di una sera qualsiasi, l’allegria di un giorno usuale, il rosso del sole, la gialla nebbia, il ticchettio della pioggia, il candore della neve, il barrito del vento, la delicatezza di un soffio ...... Se tempo e spazio mi fossero repentinamente, con rabbia, rubati, in un battito d’ali strappate, ridotti a cenci di certo nella valigia, per istinto materno, infilerei il “depakin”, farmaco salvavita per Vittoria; un orologio per scandirne la somministrazione......una manciata di fogli bianchi e tante matite colorate per Celeste in modo possa il mondo ricordare e tingere di speranza. Contravvenendo agli insegnamenti di Pitagora il quale esorta a mai voltarsi indietro verso la propria dimora prima d’ intraprendere un viaggio... senza esitazione, con sguardo che sa di carezza e gratitudine abbraccerei la MIA CASA nel cuore serbandola come tesoro prezioso. Ondine in fuga di un grande oceano chiamato vita, tracce invisibili annerite dal fumo di ciminiere, orme sulla neve, distratte, confuse, appesantite dal dolore e dall’amarezza fanno eco in questo giorno, riflessioni fanno nascere, attardate mutano in dolcezza. A ciascuno, mai, in nessun tempo ed in nessun luogo, nel presente e nel futuro deve essere negata la possibilità di essere UOMO, figli prediletti di un Dio dai mille nomi, razza e colore. In una sola lingua, quella dell’ AMORE e della LIBERTÀ la vita deve essere narrata, vissuta, resa testimonianza. Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste 45


AUTO D'EPOCA

DIABLO

DI NOME E DI FATTO... Il 1990 fu un anno indimenticabile per l’Italia intera, i mondiali di calcio erano a casa nostra e si sa quanto noi italiani siamo pallonari nati. Chi non ricorda il testo a metà fra il drammatico e lo scherzoso di Rita Pavone “la partita di pallone“? Il grande Madiba, veniva liberato l’undici Febbraio dopo ventotto anni di ingiusta detenzione, mentre in Europa la caduta del muro, fresca di qualche mese poneva Berlino come baricentro assoluto del pianeta. Quanto a noi italiani, decidemmo di stupire tutti, ma non solo con i Mondiali, automobilisticamente parlando dalle parti di Sant’Agata bolognese avevano pronta una di quelle cartucce da sparare che nessun amante delle supercar avrebbe mai dimenticato ne mai dimenticherà. ù Dodici cilindri a V di 60, due alberi a camme in testa per bancata, 5.7 litri di cilindrata per 492 CV di potenza a 6800 giri al minuto. La Lambo più iconica degli ultimi 30 anni era pronta a farsi sentire per le strade di tutto il mondo. La prima serie della Diablo costava 340 milioni di lire, praticamente quanto una bella casa al lago, considerati i tempi. 46

Si staccava nettamente dalla precedente Countach, anzitutto per l’adozione dell’iniezione LIE elettronica in virtù dei carburatori. Il telaio era ancora tubolare ma a sezione tonda e non più quadrata come sulla Countach, anche la sicurezza fece un notevolissimo passo in avanti grazie all’adozione di un roll bar integrato che fungeva da survivor cell. Manteneva un certo family feeling con la progenitrice a livello stilistico, pur risultando però estremamente innovativa e calzando a pennello per il decennio che stava per essere vissuto. Portiere che si aprivano verso il cielo, fari a scomparsa e quattro scarichi, grossi come il cannone di un carro armato dominavano la scena guardandola da dietro. Rombo pazzesco, da far impallidire, cofano posteriore, sotto il quale si celava il meraviglioso V12 dotati di griglie che lo rendevano magnifico alla vista. I cerchi in lega scomponibili con canale rovesciato sono a mio avviso uno dei particolari più belli dell’ auto, un’ opera d’arte. Il motore era posizionato dietro le spalle del guidatore, dotata di cambio manuale e


AUTO D'EPOCA

trazione come dicevo rigorosamente posteriore. Tutte le carte in regola per essere una bella e dannata le aveva. L’abitacolo era dominato da strumenti circolari e pelle totale, bellissimo. Anche il grande Kaiser (Michael Schumacher) ne testò una e ne rimase stupefatto. Fu prodotta sino al 2001 in nove diverse versioni, tutte molto simili stilisticamente. Diversi furono però gli aggiornamenti di natura tecnica inseriti nel corso degli anni, ad esempio l’acronimo viscous traction sta ad identificare l’adozione a partire dal 1991 della trazione integrale sulle quattro ruote. Su diversi testi in mio possesso si possono notare fotografie delle maestranze Lmabor-

ghini che ne assemblano il motore interamente a mano. Ne produssero 2903 esemplari in totale, incluse le rare e stupende cabrio. Rimpiazzata dalla Murcielago nel 2001, rimane una delle Lambo più famose dell’era moderna. La mia preferita? La SE 30 di colore viola, uguale a quella usata dai Jamiroquai nel video di “ Cosmic Girl “. Così giusto per passare inosservato……. Antonio Gelmini Per curiosità o valutazione su vetture di interesse storico inviare una mail a: Antonio Gelmini meccanicagelmini@gmail.com

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L’INTERVISTA

FRANCESCA PAIARDI La sua quotidianità è costellata da tante ore di lavoro al ristorante di sua proprietà, il giusto tempo dedicato alla cura del corpo e a qualche shooting fotografico, ad una passione per il beachwear diventata da poco attività imprenditoriale on line. Piedi ben piantati per terra e energia da vendere, Francesca Paiardi sta spopolando nel mondo dei social network tanto da aver conquistato quota 150.000 followers. Numeri da capogiro che, tuttavia, la fanno rimanere semplice e acqua e sapone come poche sue colleghe. Merito del suo fisico, ma non solo. A caratterizzarla c’è una vita “normale”, come quella di tante coetanee non famose: nessuna paura di rimboccarsi le maniche, propensione al sacrificio e una splendida storia d’amore coronata con la condivisione di un’attività. Ad appena 24 anni, Francesca guarda già al futuro con una buona dose di ottimismo. “Al di là dei social sono una persona semplice e leale con un bel caratterino – racconta – in futuro spero che la salute mi accompagni sempre e poi… di po-

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termi trasferire su un’isola con la mia famiglia, in un’atmosfera di gioia e serenità”. Il presente, tuttavia, è ciò che la caratterizza al meglio. Il futuro sta nei social, ma non solo… Come è nato il tuo personaggio su Instagram? É partito tutto come hobby alcuni anni fa, poi pian piano notavo che piacevo alle persone e ho deciso di prendere la questione con più serietà. Per ora non mi reputo una influencer, se dovessi diventarlo si vedrà col tempo. Ma all’orizzonte si profila una prima grande novità. Per ora mi impegno in una delle mie passioni che sono la moda e i bikini: infatti ho da poco intrapreso un’attività online riguardante i bikini. Diciamo che sono una factotum: preparo i pacchi per le spedizioni, curo i rapporti con i clienti, promuovo online il prodotto. Una sfida che voglio affrontare e vincere. Francesca Paiardi in versione… imprenditrice. Mi sono buttata a capofitto in questo progetto e ci


L’INTERVISTA

credo moltissimo. Seguitemi su Instagram con la @celest_bikini per essere sempre informati sulle mie novità e per vedere la nuova collezione 2020. Detto questo, i social non sono tutto. Il mio pensiero, data la situazione sociale, è di compiere un passo alla volta e mantenere i piedi per terra; con questo ragionamento intendo dire che prima mi preme realizzarmi nella vita reale dove ci sono stati imposti dei valori e delle educazioni, poi pensare all’immagine e alla valorizzazione dell’aspetto. Volete sapere la verità? In genere non sto molto al telefono perché lavoro quasi 12 ore al giorno nel ristorante… Il tuo aspetto fisico, nonostante tutto, non passa inosservato… Premetto che non ho nulla di rifatto e sono così come sono… naturale! È normale avere qualche difetto fisico! Nel tempo libero pratico sport perché mi rilassa molto e riesco a scaricare bene lo stress; non solo: mi piace molto disegnare e leggere. Come nasce la tua vocazione per la fotografia? Fin da piccola, quando mia nonna e i miei genitori mi facevano posare per giornali e riviste. Man mano che crescevo l’ho un po’ accantonata per

poi riuscire nuovamente alla maggiore età. Mi è sempre piaciuta la fotografia, sia posare che fotografare animali o paesaggi. Ora la sto portando avanti con dedizione e serietà, postando foto di me sempre in maniera pulita e mai volgare. Un’avventura che si è sviluppata sempre più. Ho iniziato da 1 annetto a collaborare con fotografi e persone conosciute tramite social. Quello che mi spinge ancora in questo ambito è la voglia di fare e la passione che ho da sempre. In più la fotografia mi rende assolutamente felice, quindi non vedo perché accantonarla. Anzi, se si aprissero altre strade… Per ora non ho mai collaborato con servizi televisivi, ma se ci fosse la giusta proposta non mi tirerei indietro. Come ti piace apparire nel quotidiano? Solitamente vesto sportivo, più ricercata la sera. Ma non mi reputo una persona esibizionista, anzi quando mi vesto bene mi da fastidio che la gente mi osservi troppo. Può accadere che io mi imbarazzi, ma se qualcuno mi riconosce e vuole farsi una foto con me mi fa molto piacere. CONTATTI SOCIAL Instagram @francesca_paia 49


Teenager

LA SPADA DELLA VERITÀ

La spada della verità (The Sword of Truth in originale) è il titolo di un ciclo di romanzi ideato dallo scrittore statunitense Terry Goodkind. Trama È un complesso ciclo fantasy ricco di personaggi con protagonista Richard Cypher, una giovane guida dei boschi che viene coinvolta da una misteriosa donna, Kahlan Amnell, nella ricerca di un grande mago di cui si sono da tempo perse le tracce, Zedd, grande amico di Richard, che successivamente si rivelerà essere suo nonno. Nel corso della serie, Richard scopre di essere l'unico mago guerriero della sua epoca e si impegna nella lotta contro nemici umani e ultraterreni che vogliono dominare o distruggere l'intera umanità; a loro si aggiunge Cara Mason, una Mord-Sith, che ha capito di aver sbagliato nel seguire il malvagio Darken Rahl, e si guadagna la fiducia di Richard, Kahlan e Zedd, diventando loro amica e guadagnandone la fiducia. Ognuno dei primi undici libri presenta una diversa "regola del mago", che Richard deve imparare ad usare; più che una regola sono indicazioni morale, simili ad aforismi, che fungono da codice morale e spesso si rivela indispensabile per la risoluzione dei problemi affrontati dai personaggi. L'undicesimo volume della saga, Scontro 50

finale, chiude il primo ciclo narrativo. Tematiche[modifica | modifica wikitesto] La saga mette la lotta tra il Bene ed il Male, con Richard e i suoi amici (in primis Kahlan, Cara e Zedd) che tentano di salvare l'umanità dall'aggressione di nemici terreni (in particolare Darken Rahl, la Stirpe dei Fedeli e l'Ordine Imperiale, tesi con diverse motivazioni ad annullare la libertà di popoli e individui) e ultraterreni (tutti i soldati del Guardiano delle Tenebre, con particolare riguardo per le Sorelle dell'Oscurità, il cui scopo finale è di precipitare la vita stessa nell'abisso della morte). Nel corso della saga, si evidenzia inoltre il filone, parallelo al precedente, della lotta di Richard per la difesa della libera scelta e dell'individualità degli esseri umani. Inoltre in ogni volume è presentata una delle regole del mago, ovvero una massima morale che quasi sempre si rivelerà utile per la risoluzione dei problemi nelle vicende narrate. Goodkind appare influenzato dalle idee della scrittrice Ayn Rand, fondatrice del movimento dell'oggettivismo. In particolare nei libri dal terzo in poi, con l'entrata in campo dell'Ordine Imperiale, Goodkind si scaglia contro gli integralismi politico-religiosi: l'Imperatore Jagang sembra una via di mezzo tra Stalin e l'ayatollah


Teenager

Khomeini per le sue idee di egualitarismo estremizzato, per la visione della vita terrena unicamente come mezzo per raggiungere, attraverso il sacrificio, una vita ultraterrena di beatitudine, e per una generale sfiducia nella natura umana. Ambientazione Il ciclo inizia nei Territori Occidentali (Westland), che costituiscono la regione più ad Ovest del cosiddetto Nuovo Mondo. Le terre Occidentali sono separate da un confine magico invalicabile dalle Terre Centrali (Midlands), a loro volta separate ad est, da un confine analogo, dall'Impero del D'Hara. I confini magici sono stati eretti dal Primo Mago, Zeddicus Zu'l Zorander, al termine di una sanguinosa guerra contro l'Impero del D'Hara, per separare quest'ultimo dalle Terre Centrali, permeate di magia, e dai Territori Occidentali, completamente privi di magia. A partire dal secondo libro, si viene a conoscenza dell'esistenza del Vecchio Mondo, posto a sud-Est del Nuovo Mondo e da esso separato da un'ulteriore barriera magica, che cade nel corso del secondo libro. La barriera tra Vecchio e Nuovo Mondo risale a migliaia di anni prima degli eventi narrati dai libri della Spada della Verità, al tempo di un terribile conflitto tra le due terre. I maghi di entrambe le parti avevano iniziato la costruzione di una doppia serie contrapposta di torri, ognuna permeata della forza vitale di più maghi. Le torri nere erano permeate del potere di maghi forzati a sacrificarsi, quelle bianche nascevano dal sacrificio volontario di

ACCONCIATURE

maghi. Le due parti tentarono invano di completare per prime la propria serie di torri; prima che una delle due fazioni potesse giungere al termine della costruzione, l'interazione tra le due file produsse una barriera, incompleta e quasi impenetrabile, impedendo tra l'altro il completamento delle ultime torri. Da quel momento solo pochi dotati, e solo per al massimo due volte nella vita, erano in grado di tentare l'attraversamento della barriera, correndo comunque il rischio di restare uccisi o intrappolati tra le due file di torri. L'universo della Spada della Verità è molto vario, presentando montagne elevate con ghiacciai eterni (il Rang S'hada, Bandakar), pianure ubertose (Anderith), zone paludose, deserti, grandi foreste (Hartland nei Territori Occidentali, da cui proviene Richard). Ilaria Boffetti

Frasi di "La spada della verità" “Le persone più difficili da piegare sono quelle che non temono di morire per un ideale.”

"Il più grande danno può scaturire dalle migliori intenzioni.” “Ciò a cui diamo più valore spesso è più vicino di quanto pensiamo.” "Le persone credono ad una menzogna perché vogliono che sia vera, oppure perché hanno paura che possa essere vera.”

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LA SPADA DELLA VERITÀ 1^ puntata 51


50 PLAY MUSIC

anni fa 1969 2019

27 FEBBRAIO 1970 Ma chi se ne importa - Gianni Morandi Se bruciasse la città - Massimo Ranieri 03 Come hai fatto - Domenico Modugno 04 Mi ritorni in mente - Lucio Battisti 05 Questo folle sentimento - Formula Tre 06 Venus - Shocking Blue 07 Mezzanotte d'amore - Al Bano 08 Una bambola blu Orietta Berti 09 Come together - Beatles 10 Lo straniero - Georges Moustaki 01

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“Come hai fatto” Domenico Modugno

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MASSIMO RANIERI 2^ parte (fonte wikipedia) Anni duemila Nel 2001 Oggi o dimane, nel 2003 Nun è acqua (riproposte nel 2004 nel doppio cd Ranieri canta Napoli) e nel 2005 Accussì grande, una trilogia dei grandi classici napoletani che lo consacreranno definitivamente nella storia della canzone italiana. Il 16 ottobre 2002, Massimo Ranieri è stato nominato Ambasciatore di buona volontà dell'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricoltura delle Nazioni Unite (FAO). Nel 2006 Canto perché non so nuotare...da 40 anni, il doppio album che festeggia i 40 anni di carriera, in uno sono raccolti i brani che lo hanno reso famoso e nell'altro le più belle canzoni d'autore degli ultimi decenni. Nel febbraio del 2007 esce il suo primo libro "Mia madre non voleva (autobiografia di Giovanni Calone, che sarei io)" per le edizioni Rizzoli. Nel 2008 è regista del remake teatrale del film Poveri ma belli, prodotto dal teatro Sistina e Titanus con Bianca Guaccero, Michele Carfora, Antonello Angiolillo, Emy Bergamo, Fran52

cesca Colapietro, Maurizio Semeraro, Rhuna Barduagni, Daniele Arceri, Roberto D'urso, Nello Torlo, Davide Marrone, Matteo Pastore, Samuele Cavallo, Daniela Rapisarda, Azzurra Tassa, Eliana Tumminelli, Mara Mazzei, con le coreografie di Franco Miseria e con le musiche di Gianni Togni. Nel novembre 2009 riceve il premio De Sica per il teatro. Anni duemiladieci Nel 2010 ritorna in una sala registrazione, incidendo così due nuovi singoli (scritti da Carlo Mazzoni) inserendoli nel doppio CD con DVD Massimo Ranieri LIVE Dallo stadio Olimpico di Roma: Tutte le mie leggerezze e Ho bisogno di te. Il 17 agosto 2010 riceve a Lamezia Terme il "Riccio d'Argento" di Fatti di Musica 2010, 24ª edizione della rassegna del Miglior Live Italiano diretta da Ruggero Pegna per il "Miglior Live d'Autore dell'anno": Canto perché non so nuotare...da 40 anni per aver superato un milione di spettatori in 500 repliche. Su iniziativa del direttore di Raiuno Mauro Mazza, viene incaricato


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di dirigere e interpretare per la prima rete, quattro commedie di Eduardo de Filippo. La prima, Filumena Marturano, va in onda il 30 novembre 2010; a essa sono seguite Napoli milionaria! (4 maggio 2011), Questi fantasmi! (16 novembre 2011) e Sabato, domenica e lunedì (1º maggio 2012). In tutte le occasioni Ranieri è, oltre che regista, l'interprete principale. Nello spettacolo Canto perché non so nuotare...da 40 anni interpreta, oltre alle canzoni del suo repertorio, parecchi grandi successi di altri cantanti: Almeno tu nell'universo, Io che non vivo, Il cielo in una stanza, L'istrione... Ranieri stesso racconta che durante la tournée in America al seguito di Sergio Bruni gli fu proposto di firmare un contratto per un importante locale di Brooklyn ma, data la sua minore età, il progetto non poté andare in porto. Nel 2012 ha partecipato con Gianni Morandi al programma televisivo “Avevo un cuore che ti amava tanto“ trasmesso su Rai 1 in memoria

di Mino Reitano, interpretando canzoni portate al successo dal cantante scomparso. Nel dicembre 2012 ha partecipato al programma televisivo I grandi della musica nello speciale in memoria di Domenico Modugno intitolato Penso

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PLAY MUSIC

che un Sogno così..., durante l'intera serata ha interpretato diversi successi di Modugno, nel finale il bis con Meraviglioso e in conclusione Nel blu dipinto di blu cantata col pubblico, con Lino Banfi e con il conduttore Massimo Giletti. Il 25 dicembre 2012 su Rai 1, partecipa al Concerto di Natale ad Assisi diretto dal Maestro Premio Oscar Ennio Morricone, e interpreta Tu scendi dalle stelle nella versione intima napoletana e Quanno nascette ninno di Alfonso Maria de' Liguori. Sempre lo stesso giorno e sempre su Rai 1, prende parte nel programma Le nuvole in tributo a Fabrizio De André dove interpreta i brani La canzone di Marinella e Don Raffaè. Il 30 aprile 2013 esegue, al Teatro Colosseo di Torino, la 700ª replica del suo spettacolo Canto perché non so nuotare...da 40 anni. Nel maggio del 2013 pubblica il live Sogno e son desto registrato durante l'ultimo tour con una scaletta ricca di omaggi a grandi cantautori. Il 28 agosto 2013 mentre si trova a Celano per il tour estivo del suo spettacolo Canto perché non so nuotare, in scena sabato 31 agosto,

viene operato d'urgenza per un fastidioso problema intestinale. Dall'11 al 25 gennaio 2014 conduce su Rai 1, in diretta dallo studio 5 della Dear, il programma Sogno e son desto che ha ottenuto un buon successo di critica e di pubblico, al punto tale da ricevere un Oscar Tv. Il programma torna con una seconda edizione dal 13 settembre per tre puntate, sempre in prima serata su Rai 1, riconfermando il successo dell'edizione precedente, vincendo nuovamente un Oscar Tv. Il 9 maggio 2015 è ospite al programma di Canale 5 Amici condotto da Maria De Filippi. La terza edizione del varietà di Rai 1 va in onda dal 16 gennaio 2016 per quattro appuntamenti sempre al sabato sera. Nell'ottobre del 2015 pubblica l'album “Malìa – Napoli 1950-1960” prodotto da Mauro Pagani nel quale interpreta dodici classici della canzone partenopea accompagnato da Enrico Rava e Stefano di Battista. Nel corso del 2015, quarant'anni dopo l'uccisione di Pier Paolo Pasolini, Ranieri interpreta quest'ultimo come protagonista del film di David Grieco La macchinazio-

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ne: già in passato aveva ricevuto la stessa proposta per via soprattutto della somiglianza fisica con lo scrittore, il quale conoscendolo di persona ne era rimasto impressionato. Il film, sugli ultimi giorni di vita di Pasolini e sul delitto secondo le più recenti inchieste, è uscito il 24 marzo 2016. Nel dicembre del 2016 esce Malìa, parte seconda accompagnato dal medesimo staff del precedente capitolo. Il 19 maggio 2018, durante l'ospitata ad Amici, annuncia che dopo ben 24 anni è salito in sala di registrazione per lavorare e registrare un nuovo album di inediti con la produzione di Mauro Pagani. Tra gli autori del nuovo album ci saranno Pino Donaggio, Ivano Fossati, Bruno Lauzi con Franco Fasano, Pino Daniele ed Enzo Avitabile. L'ultimo album inedito in studio si chiamava Ranieri, il quale risale al Festival di Sanremo 1995 quando presentò il brano La vestaglia che arrivò al 15º posto. Il 1º ottobre 2018, quando è morto Charles Aznavour, in un'intervista all'Ansa ha comunicato che un paio di anni prima il cantautore francese gli lasciò un inedito da cantare

e l'avrebbe potuto incidere nel nuovo album d'inediti con la musica già scritta e il testo da scrivere e lo potrebbe scrivere insieme a Marcello Marrocchi e Giampiero Artegiani (già autori di Perdere L'amore e La Vestaglia). Il 3 gennaio 2019 durante un'intervista pubblicata sul Mattino svela il titolo dell'inedito di Pino Daniele: Core Furiente che sarà incluso nel nuovo album d'inediti. Anni duemilaventi Il 10 dicembre 2019 ha annunciato che il nuovo album uscirà a fine marzo 2020 dopo Sanremo; annuncia di non tornare in gara al Festival ma non esclude di tornare come "Super-ospite". Massimo Ranieri parteciperà come ospite al Festival di Sanremo 2020,canterà il brano inedito Mia ragione e duetterà con Tiziano Ferro il brano Perdere l'amore. Il 30 Gennaio 2020 esce il film Odio l'estate del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, a cui prende parte per un cammeo. Nella colonna sonora del film vengono incluse anche delle sue canzoni.

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RACCONTI

IL VIAGGIO DI FRANCESCA (6^Parte) Romanzo di Anna Gay IL PERIODO PIÙ BELLO Un giorno che Paola era appena arrivata a casa, suonò il citofono. - “Chi è?” “La Polizia, signora. Non abbia paura, dobbiamo consegnare la minore Francesca Fiorilli Carnovali alla madre!”. Il cuore di Paola si mise a battere all’impazzata. Finalmente! Dopo tante udienze, attese, avvocati e giudici! Aprì la porta con impazienza e si trovò davanti una agente della polizia femminile. “Sono l’agente Nunziante, e devo consegnarle la bambina e tutte le carte.” Paola prese in braccio Francesca mentre l’agente le spiegava ogni cosa: “Qui c’è scritto che il giudice ha ritenuto opportuno che la minore viva con lei e questa è la fotocopia della richiesta dell’atto con cui suo marito dà il proprio cognome alla bambina.” Paola era al colmo della felicità, e si diede subito da fare. - “A che ora ha mangiato la bambina?” “Verso le nove del mattino” rispose l’agente. “Può stare con lei per un momento? La mia amica Debora ha detto che aveva una carrozzina di suo figlio da darmi” Infine tutto fu sistemato e Francesca poté mangiare, essere cambiata e fare un bel riposino. Quando arrivò Andrea, Paola gli fece mille feste e lui restò con Francesca mentre lei andava a comprare un po’ di indumenti e cose varie che occorrevano per la bambina. Mentre era in un negozio, l’altoparlante si mise a diffondere le note della canzone “Sara” di Antonello Venditti. A Paola sembrò di rivivere quei terribili momenti, quando, subito dopo aver saputo di essere incinta, faceva la spesa in un supermercato dove aveva sentito proprio quella canzone e si era detta: ”Sara non si deve vergognare, e io invece sì, perché sono una donnaccia che va con gli uomini sposati…” e le venivano le lacrime agli occhi. “Adesso 56

anch’io non mi devo vergognare!” pensò scegliendo le tutine per la bimba. Il giorno dopo lei ed Andrea si recarono alla “Casa del neonato” a comprare il lettino e altre cose che occorrevano. “Sai “disse Andrea mentre guardavano un fasciatoio “Forse anch’io dovrei imparare a cambiare i pannolini, così quando sei dalla psicologa non ci saranno problemi”. - “La psicologa ha detto che sarebbe contenta che io vada da lei con la bambina. Tanto non è una bambina grande che scappa da tutte le parti e tocca tutto…” - “Sì, però può sempre capitare che tu debba andare in qualche posto dove è meglio senza la bambina” rispose lui “Va bene che forse possono tenerla Silvia e Antonietta” “Non credo che se ne intendano molto di bebè” ribatté lei ”Tu essendo un uomo, pensi che qualsiasi donna se ne intende, ma non è vero! Anch’io ho dovuto imparare, perché non ero capace” Ma Andrea fu tenace e riuscì nel suo intento. Al corso di puericultura c’era anche qualche papà, oltre alle mamme, alcune incinte ed altre già con bambini, perciò si trovò bene. Il corso era tenuto da due esperti, un uomo e una donna. Le prime lezioni vertevano sulla gravidanza e sul parto, ma ben presto si arrivò anche a parlare di pannolini. - “Non è difficile” disse l’esperto “Si fa così” e in quattro e quattr’otto la bambola che serviva da modello fu cambiata. “Ce lo faccia vedere su un bambino vero!” protestò qualcuno. Paola e Andrea misero a disposizione Francesca, e altre mamme fecero altrettanto. “Ricordatevi” dissero gli esperti “che non è una gara di velocità. Il bambino va cambiato pian pianino, e senza capovolgerlo! Le prime volte magari vi verrà da mettere il pannolino al contrario, ma poi imparerete.” E impararono infatti a cambiare Francesca, a nu-


RACCONTI

trirla, ed ogni altra cosa utile. Paola, al colmo della felicità, iniziò a tenere un diario dei progressi della bambina. “Oggi” scrisse “quando Andrea ha suonato alla porta…” Andrea era abituato a vederla sempre con la bambina in braccio, e quel giorno lei era da sola. “Dov’è Francesca?” chiese. Paola sorrise con fare misterioso. “Francesca ha una sorpresa per te!” Si scostò, ed ecco apparire Francesca che, ancora malferma sulle gambine, si mise in cammino per andare dal suo papà! Andrea l’accolse fra le braccia : ”Brava! Bravissima!“ esclamò, e a Paola: “E’ stata davvero una sorpresa bellissima!” “Devo tutto” scrisse Paola nel diario “agli esperti di quel corso, che mi hanno insegnato proprio bene.” Riepilogò le cose che prima non sapeva e che ora aveva imparato, comprese quelle che non le erano servite, perché si riferivano a bambini più piccoli. Aveva imparato che se il latte rimaneva indigesto, in farmacia ce n’erano altri, ma non bisognava assolutamente usare latte di riso o di soia; aveva imparato che i bambini molto piccoli soffrono di coliche del neonato, e bisogna tenerli in posizione eretta e massaggiare il pancino, finché si scaricano; aveva imparato a far passare il singhiozzo alla bambina; aveva imparato che il bambino non cresce subito di molti etti (bisogna avere pazienza ed aspettare); aveva imparato che i piatti termici a volte rendono la pappa troppo calda per il bambino (questo non glie l’avevano detto al corso ma l’aveva imparato da sé). “Insomma posso dire, modestia a parte, di essere, almeno fino ad ora, una brava mamma” scrisse soddisfatta. Era maggio, e quasi tutti avevano prenotato le vacanze. Antonietta e Enrico andavano in Sicilia, ospiti dei parenti di lei. Silvia era tutta gasata perché Lorenzo voleva portarla a Praga. Anche gli amici di Andrea cominciarono a chiedergli dove aveva intenzione di andare. “Ci vuole un ambiente adatto a Francesca” disse lui un giorno che erano da Silvia. “Ai bambini fa bene il mare” sottolineò Paola.

“Provate a vedere su internet” suggerì Silvia. Mentre le donne chiacchieravano di pappe e pannolini, Andrea trovò un’offerta speciale a Senigallia. “Dice qui “spiegò alla moglie ”che è un albergo vicino al mare, in una zona tranquilla, e la cucina è molto curata. Se ti va bene, potremmo andarci a fine giugno, quando la ditta dove lavoro chiude per manutenzione.” “Ottima idea” rispose Paola “così non farà troppo caldo, ci sarà meno gente, e risparmieremo pure!” Circa un mese dopo, erano al mare. Francesca se ne stava al sole col suo cappellino (ben legato in modo che non se lo togliesse) e col pannolino al posto del costume. Giocava a fare torte col fango, e con gran disperazione dei genitori, cercava anche di mangiarle. Ogni tanto il pannolino lasciava posto al costume e tutti e tre se ne andavano in acqua, spruzzandosi a vicenda e ridendo. “Se vuoi diventare come un pesciolino” diceva Andrea “devi prima imparare a battere le gambe. Io ti tengo per le mani. Avanti, su, prova!” Dopo pochi giorni Francesca aveva imparato ad andare da sola, con grande meraviglia di sua madre. “Pensa che io da piccola non ci riuscivo” disse ad Andrea “Forse perché una volta mi hanno tirata giù per le gambe…” Al mare c’erano naturalmente altri bambini, e Francesca giocava spesso con loro. “E’ proprio diversa da me” pensava sua madre “A me gli altri bambini ispiravano invidia e gelosia” Fu poco dopo il ritorno dal mare, che Francesca fece il suo primo discorsetto. Sapeva già, naturalmente, dire “mamma”, “papà” e altre due o tre parolette, ma quel giorno, in casa degli Aniello disse, indicando il televisore: “Ne, bimbi teiebidone” “Tu hai capito?” chiese Fiorenza a Paola. “Credo che voglia guardare i bimbi alla televisione” rispose lei “In questi giorni guarda lo zecchino d’oro” Accesero subito il televisore, e diedero a Francesca il suo bambolotto. “Bimbo” fece lei tutta contenta “Adda, bimbo!” 57


RACCONTI

“Gli dice di guardare!” anche Paola era contenta “Brava la mia piccolina che parla!” Intanto Francesca era diventata quello che si definisce ”una bella pagnottina” con allusione alle guanciotte. Le amiche chiedevano a Paola: “Cosa le dai da mangiare?” “Quello che mangia!” rispondeva lei “A merenda, per esempio, frullato con frutta e biscotti che si sciolgono nel latte.” Ma poi venne il tempo dell’asilo. “Le hai comprato il grembiulino?” chiedevano tutti a Paola, ma lei tergiversava. “Sono contento che vada all’asilo” diceva Andrea “Così starà in mezzo ad altri bambini e imparerà a socializzare. E noi saremo più liberi” aggiunse ridendo : ”Tranne di notte quando s’infila nel lettone”. Ma Paola non era tranquilla. Francesca era sempre stata serena, ma forse perché poteva sempre contare sulla presenza della mamma. Finalmente, sollecitata da tutti, si decise ad andare a iscriverla. “Scusi” disse a una maestra, dopo aver parlato con l’impiegata allo sportello “Potremmo vedere la scuola?” “Veramente l’open day l’abbiamo già fatto” rispose la signorina “però, per una volta…ma non lo dica a nessuno” aggiunse ridendo “Venga” Per prima cosa la maestra mostrò loro lo spazio giochi. Francesca quando vide le altalene e lo scivolo, voleva salirci sopra subito. “Ti piace?” chiese la mamma. ”Altrochè!” Mentre la maestra parlava e Francesca giocava, Paola si lasciò trascinare dai ricordi. Quando era bambina, un giorno aveva sporcato lo scivolo e una maestra aveva capito che era stata lei. “Cos’hai fatto, Paola? Te la sei fatta addosso?” “Sempre” aveva risposto lei vergognandosi “Se mi tiro giù le mutande viene l’uomo cattivo e mi fa tanto male, allora non vado mai al gabinetto” La maestra aveva parlato con la mamma. “Forse Paola vuole attirare la sua attenzione perché non si sente abbastanza seguita. A volte i bambini s’inventano queste storie perché sembra a loro di non essere al centro dell’attenzione dei genitori” 58

Mentre Paola pensava alla sua infanzia, la maestra le aveva condotte in un altro ambiente. “Qui i bambini disegnano e dipingono” disse, e anche questo scatenò un’ondata di ricordi. Si ricordò di quando aveva disegnato un monte, colorato di grigio, nero e marrone, e con una croce sulla sommità. “Qui c’è una croce” aveva spiegato alla maestra “perché è il monte dove è morto Gesù”. Anche questa volta la maestra aveva chiamato la mamma, che aveva detto : “Ma va là! Cosa vuoi saperne tu di Gesù! E poi guarda che brutto colore! Le montagne sono belle quando sono verdi, o hanno sopra la neve” Intanto Francesca aveva adocchiato dei disegni appesi al muro, e faceva tutti i suoi commenti, dicendo quali le piacevano di più. La maestra le pilotò verso il refettorio. “Cosa fate se un bambino sputa, oppure vomita?” le chiese Paola. “Qui un bambino non è mai obbligato a mangiare qualcosa. Mangia solo quel che vuol mangiare. Se vomita c’è del personale che pulisce, se il bambino sta male lo curiamo e chiamiamo la mamma che venga a prenderlo” rispose la maestra. “Quand’ero piccola” disse lei “mi hanno fatto mangiare il mio vomito” “Scusi, ma mi permetto di dubitarne” disse la maestra “forse lei non ricorda bene”. “E qui” disse quando passarono in una stanza con tanti lettini “i bambini fanno il riposino. “Non si usa più in molte scuole per l’infanzia, ma la nostra dirigente ha preferito così” “E che succede se bagnano il letto?” chiese Paola, che ricordava di essere stata punita per questo. “Niente. Noi cerchiamo di aiutare i bambini ad acquisire la capacità di controllare la vescica e gli sfinteri, ma intanto che stanno imparando a volte capita quel che dice lei, ma noi non li puniamo per questo” 7 - continua


QUESTO È IL MIO NOME di Micky

Rubrica nata agli albori della nostra rivista (ormai 25 anni fa) ideata e curata da Michele Cortinovis, ritrova la sua collocazione all’interno di New Entry non solo grazie alla richiesta dei lettori, ma soprattutto nel ricordo di Michele, prematuramente scomparso, sempre presente nei nostri cuori.

Mario/Maria Il nome Mario deriva dal latino Marius nome portato, presumibilmente, dalla gens Maria. Basato quasi certamente sul termine mas o maris (ma non si ha l’assoluta certezza), il nome Mario assumerebbe il significato di “maschio” oppure “uomo vigoroso”. Un’altra ipotesi indica il nome Marius come derivazione del più antico nome celtico Mar con medesimo significato. Per quanto riguarda il significato e l’origine del nome Maria sussistono ancora diversi dubbi anche se, l’ipotesi più accreditata, indica questo nome come la forma latina del greco biblico María, modificato, a sua volta Miryam giungendo poi in italiano come Miriam e quindi Maria. Altri studi riguardanti l’etimologia di questo nome propongono, invece, un’origine egizia, basata sul termine mry o mr i cui significati sono, rispettivamente, “amata” e “amore”. Questa teoria trova conferma nel fatto che, nel Vecchio Testamento, l’unica persona a portare questo nome è Miriam (sorella di Mosè) nata proprio in Egitto. Altre ipotesi sull’origine e il significato del nome Maria sono: Guarita, ben nutrita – dal nome Mara Principessa o signora – dal termine mari Desiderata come figlia – dal termine mor Mirra del mare – dai termini mor e yam Signora dei mari – dai termini mari e yam Goccia del mare – dai termini mar, mor e yam Questo nome, al femminile, è uno dei più diffusi in tutto il mondo. Molte sono le sue varianti in lingua italiana e molti i nomi composti con il suffisso Maria. Solo per fare alcuni esempi, come derivazioni abbiamo: Mariella, Mariolina, Mariuccia, Marion, Marisa, Mariangela, Maristella, Ma-

rilena, Marilda e Marlena. Come nome composto lo troviamo in Maria Pia, Maria Teresa, Maria Luisa, Annamaria e molti altri ancora. In altre lingue, solo per fare degli esempi. Questo nome diventa Myriam in ebraico, Marion in francese, Minnie oppure Molly in inglese, Marusha in russo, Marianka in slavo. Onomastico Maria viene festeggiata il 12 settembre mentre Mario viene festeggiato il 19 gennaio in onore di San Mario il persiano. Caratteristiche del nome Sia al maschile che al femminile, chi porta questo nome è una persona che ricopre un ruolo importante nella storia. Il suo compito è quello di aiutare le persone dal punto di vista spirituale e di diffondere la promessa di un mondo migliore. Origine: latina Parola chiave: spiritualità Varianti maschili alterate: Marietto, Mariolino, Mariuccio Nomi composti maschili: Gianmario, Gianmaria Varianti Femminili: Mara, Maia, Moira, Marica, Maura, Mia, Marianna Nomi composti femminili: Annamaria, Maria Assunta, Biancamaria, Mariangela, Marilena, Maria Pia, Marianna, Maria Luisa (da cui Marisa e Marilù), Marilda, Maria Teresa, Maria Grazia e altri Numero portafortuna: 7 Colore: Verde Pietra Simbolo: Zaffiro Metallo: Oro Onomastico maschile: 19 gennaio Onomastico femminile: 12 settembre Segno zodiacale corrispondente: Sagittario

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OROSCOPO dal 27 Febbraio al 20 Marzo 2020

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ARIETE - 21/03-20/04

TORO - 21/04-20/05

GEMELLI - 21/05-21/06

Le cose andranno più lisce se non cercate di sforzarvi di comportarvi in modo allegro se non lo siete. Siate onesti riguardo alle vostre emozioni. Se vi sentite irrequieti o negativi, tenetelo per voi.

Questo è un buon momento per fare qualcosa che vi siete lasciati indietro. C’è una sensazione di disciplina che ti aiuta a rimanere concentrato. Le emozioni sono soffocate, il che può funzionare a vostro vantaggio.

E’ importante che affrontiate la montagna di compiti che vi aspetta. Finché sarete disciplinati nel portare a termine un piccolo compito alla volta, non avrete problemi a trasformare la montagna in un piccolo mucchio. In amore qualche bisticcio.

CANCRO 22/06-22/07

LEONE - 23/07-23/08

VERGINE - 24/08-22/09

Molto da dire, ma per qualche motivo c’è un po’ di esitazione quando si tratta di dirlo. Non stupitevi se vi sentite ansiosi tanto da rendere difficile la comunicazione. Parte dei discorsi potrebbero essere vani e privi di sostanza, ma non è un male.

Non sorprendetevi se ultimamente è un po’ più difficile entrare in contatto con il vostro stato emotivo. I vostri sentimenti vi giocano brutti scherzi. Fate del vostro meglio per non essere sbilanciati da questa energia. Poi tutto diventerà più facile.

Siete malinconici? Succede a tutti. Chiamate un amico o andate al cinema. Uscite e fate cose che sapete che possono aiutarvi a superare questo malcontento. Non è il momento di ritirarsi. Hai del lavoro interiore da fare anche se sembra inutile.

BILANCIA - 23/09-22/10

SCORPIONE - 23/10-22/11 SAGITTARIO - 23/11-22/12

Non puoi lasciare che tutto vada in pezzi ora, non dopo aver fatto tanta strada. Questo è un momento difficile, perché sembra che sia giunto il momento di dimostrare una volta per tutte quanto siete in grado di fare. Non è un buon motivo per arrendersi!

È importante comportarsi civilmente in ogni circostanza o la gente potrebbe sentirsi offesa. Tenete i problemi degli altri separati dai vostri e non lasciate che il loro disagio si insinui nel vostro mondo. Coltivate le amicizie che avete! Sono preziose!

Non sei un supereroe e non lo sei mai stato. Del resto, nessuno lo è... Tuttavia, hai sicuramente delle capacità che hai sfruttato in passato, ma ora sembri convinto che non siano di alcun interesse. È ora di ripensare a questo aspetto. Amore ok!

CAPRICORNO 21/12-20/01 ACQUARIO - 21/01-19/02

PESCI - 20/02-20/03

Vi siete mai fermati a chiedervi cosa significhi realmente esprimere se stessi? Questo è il momento ideale per pensarci, soprattutto se avete obiettivi artistici. Fate solo quello che volete fare. Non forzate nulla. In altre parole, esprimetevi per il vostro bene e non per il bene degli altri.

Avete preso la decisione di lavorare con costanza, di cercare la stabilità e di seguire i vostri piani alla lettera. Oggi i vostri piani potrebbero essere minati. Potreste ricevere notizie che mettono a dura prova il rigido programma che vi siete prefissati, o incontrare persone determinate a scoraggiarvi. Superate questi ostacoli o saranno loro a superare voi.

Si può avvertire un po’ di ansia per il futuro. Potreste sentire che le vostre forze stanno diminuendo, soprattutto se avete una scadenza. Avete bisogno di sfide per affermarvi. Il dubbio è estremamente controproducente. Non siate titubanti e rimettetevi in forma. Siete completamente attrezzati per il successo!


Ed è Poesia

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NEW ENTRY il Giornale della Gente

LETTURE

LIBRERIA MILLELIBRI

Quindicinale d’informazione sociale e culturale a distribuzione gratuita Decreto del Presidente del Tribunale di Bergamo n°21 del 09/03/2000 Editore e Direttore Responsabile: Gianluca Boffetti Direttore Onorario: Michele Cortinovis Redazione: Stefano G. - Giorgio M. - Katia M. Anno 26 - N°03 del 22/02/2020 www.newentry.eu New Entry il giornale della gente New Entry Boffetti Gianluca newentrycommunication New Entry Television I NOSTRI CONTATTI redazione@newentry.eu bergamo@newentry.eu brescia@newentry.eu Sede: Brembate di Sopra (Bg) Via Tresolzio n° 48 Tel.347 73 52 863 - Fax 178 22 87 172 DISTRIBUZIONE BRESCIA - MANTOVA - CREMONA Acquafredda - Asola - Borgosatollo - Calcinato Calvisano - Carpenedolo - Casalmoro - Casalromano Castelnuovo - Castenedolo - Fiesse - Gambara - Ghedi Gottolengo - Isorella - Leno - Milzano - Montichiari Montirone - Pavone del Mella - Poncarale - Pralboino Remedello Sopra - Remedello Sotto - Visano.... 62

Cercando su internet e sui social argomenti riguardanti i libri, in questo periodo ho trovato parecchie notizie curiose e interessanti. Questo ne è un esempio: a Bari una ragazza ha aperto la sua libreria Millelibri, dedicata interamente alla poesia. Da antiche edizioni introvabili a pubblicazioni nuove, a libri usati e tirature pregiate; dal classico al contemporaneo. Questa libreria vuol essere un punto d’incontro per gli amanti dei versi e della parola come espressione artistica, per condividere emozioni e sentimenti. È purtroppo vero che c’è chi si definisce poeta senza averne titolo, ma è altrettanto vero che il confronto tra le opere di poeti affermati, quelle di poeti dilettanti e i diversi commenti di chi legge sono sempre da tenere in considerazione per comprendere meglio le proprie potenzialità e sempre imparare Ornella Olfi

Gocce di Memoria 60’ 70’ 80’ Noi che si accontentavamo di cose semplici ma che ci davano tanto divertimento.... Noi che giocavamo a calcio con le pigne e facevamo i braccialetti con il cotone Noi che le All Star le compravi al mercato a 10 mila lire Noi che le pigne ce le tiravamo pure Noi che avere un genitore divorziato era impossibile Noi che cercavamo i pinoli per tutto il pomeriggio



www.ariannalatelier.com

Terno d’Isola - Via E.Fermi,11 Almenno S.B. - Galleria La Fornace


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