Magazine Novembre 2010

Page 1

“40 milioni di euro per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle donne” Il Ministro assicura che ora ci sono tutele forti per le donne in gravidanza e per la maternità. PAGINA 2

POLITICA IN CORSO

PARLA ROSARIO MESSINA DI FLOU

L’incontro si terrà sabato 27 novembre a Villa Greppi, si approfondirà il tema dell’importanza della comunicazione nel mondo politico.

Il presidente di Federlegno-Arredo: “Fare squadra per esportare nei mercati emergenti”

Terza lezione: appuntamento con Paolo Bonaiuti e Maurizio Lupi A PAGINA 3

COSTRUIAMO IL FUTURO NOVEMBRE/DICEMBRE 2010

Costruiamo il futuro News - Supplemento a Mediastore Italia - Anno 12 - n. 15/16 - 15 novembre 2010 - Poste Italiane SpA - Spediz. in Abb. Postale D.L. 353/2003 (Conv. in Legge 27/02/2004 n°46) Art.1 Comma 1 D.C.B. Milano - Registrazione al Tribunale di Milano n. 536 del 12 agosto 1999. Direttore Responsabile: Angelo Frigerio - Editore: Frimedia S.r.l. - Stampa: Bellavite - (Missaglia) - Redazione: Palazzo di Vetro, C.so della Resistenza, 23,20036 Meda (MB) -Tel. 0362/600463-4-5 - Fax 0362/344535

EDITORIALE

La rivoluzione della responsabilità

Qualche settimana fa, un imprenditore del nostro territorio ha rilasciato un’intervista al quotidiano la Stampa di Torino. Il titolo parlava da solo: “Spinto all’estero dalla burocrazia. Mi impediscono di crescere, allora vado in Romania”. Non è difficile comprendere il tono sconsolato dell’imprenditore, che è titolare di un’azienda di grande valore tecnologico, una di quelle medie imprese sulle quali siamo tutti d’accordo (a parole) nel dire che andrebbero sostenute per un nuovo sviluppo. Non voglio entrare nel merito specifico della sua vicenda, che conosco, ma sollevare un problema che ritengo serio, perché quello che accade a lui accade quotidianamente, in varie forme, a migliaia di imprenditori. Siamo il Paese con il più alto tasso di imprenditori del mondo, ma anche uno dei Paesi in cui è più difficile fare impresa. Il Rapporto “Doing Business” della Banca mondiale ci colloca all’80° posto della graduatoria per la facilità nel fare impresa. Abbiamo troppe autorità che concedono permessi, autorizzazioni, concessioni, licenze, spesso sovrapposte e con pareri contradditori. A volte, da due funzionari dello stesso organismo arrivano risposte diverse. Abbiamo norme standard che regolano la vita delle imprese, pensate sul caso estremo e fatte applicare a tutti allo stesso modo. (...) SEGUE A PAGINA5

“Il Social housing sarà una grande occasione per le nostre imprese” PAGINA 6

MAGAZINE

INTERVISTAA MARA CARFAGNA

Il fascino della bellezza, dialogo di fede PERIODICO DELLA FONDAZIONE COSTRUIAMO IL FUTURO

www.costruiamoilfuturo.it

L’INCONTRO CON MONSIGNOR RAVASI, CARLO VERDONE E MAURIZIO LUPI

Alla serata hanno partecipato quasi 2000 persone. Ravasi: “L’arte, come la fede, non rappresenta il visibile, ma l’invisibile che si intuisce dietro il visibile”.

Erano quasi 2.000 i presenti all’incon- Da sinistra: Monsignor Gianfranco Ravasi, tro con monsignor Gianfranco Ravasi, l’onorevole Maurizio Lupi e Carlo Verdone. Carlo Verdone e Maurizio Lupi organizzato dalla fondazione “Costruiamo il futuro” lunedì 18 ottobre al centro giovanile Paolo VI di Barzanò, intitolato “Il fascino della bellezza. Dialogo sulla fede”. La serata, che è stata moderata dal presidente della fondazione “Costruiamo il futuro” Maurizio Lupi, si è aperta con l’intervento di monsignor Ravasi, ospite molto apprezzato da tutto il pubblico. “Da tempo l’alleanza tra fede e arte si è infranta: già nel 1964 Paolo VI, incontrando gli artisti, auspicava una nuova alleanza tra l’ispirazione divina della fede e l’ispirazione creatrice dell’arte. Lo stesso auspicio è ribadito anche nella lettera ri- pressivo dell’Occidente. Eppure proprio lui ha savolta dieci anni fa agli artisti da Giovanni Paolo puto sintetizzare il fatto che l’arte come la reliII. Abbiamo bisogno di ritrovare lo spirito di ri- gione non insegna nulla, tranne che il senso della cerca – ha spiegato monsignor Gianfranco Ravasi vita. Non è capace di ricordare, di ritrovare nel – Uno spirito che è venuto meno, sopraffatto da proprio cuore la bellezza colui che non la posun mondo volgare dove il nostro occhio è spor- siede perché non la possiede perché non gli è stata cato da immagini, anche televisive, che inquinano insegnata. Capire la bellezza, significa infatti la nostra vita. L’arte invece è catarsi, aiuta a ca- mantenere aperta la feritoia verso il Mistero. La pire, a interrogarsi. Perché arte, fede e bellezza bellezza rimanda all’incapacità che abbiamo di sono sorelle in quanto feritoie aperte sulla tra- raggiungere la pienezza, o l’infinito desiderio di scendenza, l’Oltre, l’Altro, il Mistero. L’arte in- incontrarla. Ecco perché finché si è inquieti si può fatti come la fede non rappresenta il visibile, ma stare tranquilli. E’ quando non lo si è più che si l’invisibile che si intuisce dietro il visibile. Cos’è deve iniziare a preoccuparsi”. In seguito all’intervento di monsignor Ravasi, la bellezza? Difficile da spiegare. Mi farò aiutare da uno scrittore; Henry Miller, così fieramente l’onorevole Lupi ha passato la parola all’attore e anticristiano da farsi tatuare due croci sulla suola regista Carlo Verdone. “Perdo spesso la fede – ha detto Verdone – Poi delle scarpe per poter calpestare questo segno op-

la ritrovo, la inseguo, la recupero. Questo mi piace perché sono convinto che aver fede significa continuare a cercare. Io non credo a quelli che dicono di avere una fede incrollabile. La fede per me è un tragico percorso, è qualcosa che insegui sempre, un continuo rincorre. Il cinema è un lavoro che va fatto con molta disciplina e attenzione. Devi imparare a guardarti intorno e a dipingere la società per ciò che rappresenta, con le sue contraddizioni e le sue qualità. Ho imparato molto dal mio quartiere, fatto da persone semplici. Anche la mia famiglia mi ha aiutato molto, inculcandomi quei valori che mi fanno diventare la persona che sono e che cerco di raccontare nei miei film. Perché la bellezza parte sempre da un insegnamento”. La serata si è conclusa con una raccolta fondi in favore dell’associazione “Lavoro over 40” che intende promuovere un corso formativo, rivolto ad adulti italiani e stranieri, per la figura professionale di assistente familiare-badante. L’obiettivo del progetto è quello di dare sostegno alle famiglie con problemi di assistenza a soggetti deboli o svantaggiati, migliorando la qualità degli interventi attraverso la formazione del personale. Obiettivo contestuale è quello di contribuire al sollievo a quelle situazioni di disagio familiare creatosi a seguito della perdita del posto di lavoro, dando risposta al crescente bisogno di disoccupazione. MARA BAIGUINI


“40 milioni di euro per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle donne” 2

COSTRUIAMO IL FUTURO MAGAZINE

NOVEMBRE/DICEMBRE 2010

INTERVISTA A MARA CARFAGNA, MINISTRO PER LE PARI OPPORTUNITÀ

Il Ministro assicura che ora ci sono tutele forti per le donne in gravidanza, per la maternità e paternità e, per la prima volta, le molestie verso un lavoratore sono puniti severamente.

Peggiora la posizione dell'Italia in materia di pari opportunità tra uomini e donne: il Paese scende dal 72esimo al 74esimo posto nella classifica del World Economic Forum (Wef) sul Global Gender Gap, che misura il divario di opportunità tra uomini e donne in 134 Paesi. Da cosa dipende secondo lei? Quali misure bisognerebbero attuare per cercare, quantomeno, di guadagnare qualche punto in classifica? L’Italia è indietro, ma abbiamo investito molte risorse per colmare questo ritardo nelle pari opportunità tra uomini e donne e risalire la classifica. Comunque, miglioramenti già sono evidenti e riguardano la partecipazione alla politica e alla leadership delle donne. Rispetto ai principali Paesi europei, siamo penalizzati per il basso tasso di occupazione femminile. E, dunque, nonostante la crisi economica, il governo, e il ministero per le Pari Opportunità ha destinato molte risorse per misure volte a favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle donne lavoratrici, utilizzando 40 milioni di euro del Fondo Pari Opportunità per realizzare e diffondere baby sitter di condominio, le ‘tagesmutter’, micro-asili, telelavoro, part-time più flessibile e voucher per le famiglie a basso reddito. Tali misure stanno vedendo la luce in questi mesi, certamente sortiranno i loro effetti nel rapporto del pros-

simo anno. Quali sono le discriminazioni peggiori che subiscono le donne? La parola ‘discriminazione’, comunque questa si manifesti, denota già un concetto estremamente negativo. Le donne purtroppo ancora oggi devono subirne molte di discriminazioni, soprattutto al lavoro si verificano tutt’oggi trattamenti differenti tra i due sessi: vi sono disparità nei salari, nell’accesso all’occupazione e nelle carriere. Con il recepimento della Direttiva Comunitaria 54 sulla parità di trattamento tra uomini e donne sul lavoro, da parte del Consiglio dei ministri, sono state introdotte, anche su sollecitazione del mio Ministero, misure molto severe per i datori di lavoro che in ufficio, in fabbrica, continuano a discriminare. Adesso ci sono tutele forti per le donne in gravidanza, per la maternità e paternità (anche adottive) garanzie nella parità di accesso alla formazione, al lavoro e alle opportunità di car-

riera e trattamento retributivo. Per la prima volta, le molestie sessuali o i comportamenti indesiderati verso un lavoratore, sono puniti severamente e considerati anche ostacolo alla carriera. E le pene sono molto più dure: fino a pochi mesi fa, la multa per le discriminazioni sul lavoro, era di 500 euro, ora si può arrivare a 50 mila euro e a sei mesi di reclusione. In Italia essere donna e lavoratrice è ancora difficile. Ha delle soluzioni in merito? Sì, e, come ho detto prima, il Ministero per le Pari Opportunità, insieme al Ministro Sacconi, ha messo a punto il piano di conciliazione che offre un sostegno alle mamme con un’occupazione e una famiglia a cui badare. Anche le norme introdotte con il recepimento della Direttiva 54, saranno molto utili per rendere meno difficoltoso in Italia essere una donna lavoratrice. Stiamo lavorando per elaborare ulteriori misure volte ad una piena parità tra i due sessi. Anche perché

più donne lavorano in un paese, più, in quel paese, cresce il Prodotto interno lordo con conseguenti benefici per l’economia. Quindi, conviene a tutti che questo processo vada avanti. L’ex premier inglese Margharet Thatcher, diceva che in politica gli uomini produco le chiacchiere e le donne i fatti. E’ così? Un po’ di verità c’è in questa frase, che tra l’altro ho riportato nel mio libro “Stelle a destra”, e che, dunque, sottoscrivo pienamente. Capita spesso infatti che le donne siano più concrete, più pragmatiche nello sciogliere e risolvere situazioni difficili senza perdere tempo in inutili chiacchiere. Facendo riferimento alla sua esperienza, come descriverebbe i rapporti tra le donne impegnate in politica? Prevale la solidarietà o la competizione? Al Governo, siamo 5 ministri donne e tra di noi vince lo spirito di squadra. Ritengo, dunque, che prevalga la solidarietà se il termine ‘competizione’ viene inteso in senso negativo. Ognuna, nell’ambito delle proprie competenze, svolge con il massimo impegno e in modo, posso dirlo, estremamente brillante il proprio lavoro. La mia esperienza al Governo, in questo senso, finora, è stata molto positiva. MARA BAIGUINI


Terza lezione: appuntamento con Paolo Bonaiuti e Maurizio Lupi

NOVEMBRE/DICEMBRE 2010

COSTRUIAMO IL FUTURO MAGAZINE

POLITICA IN CORSO

3

L’incontro si terrà sabato 27 novembre a Villa Greppi, si approfondirà il tema dell’importanza della comunicazione nel mondo politico. Seguitissima anche la lezione con Romani, Farina e Ornaghi.

Il programma delle lezioni di Politica in Corso prevede una lezione al mese a partire dall’apertura a settembre con il presidente Formigoni sul tema della Sussidiarietà e più in generale con l’opportunità di sentirlo raccontare della sua esperienza politica, lo ha seguito il Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Lorenzo Ornaghi che con il Ministro Romani ha trattato della storia dei partiti e del caso italiano di Forza Italia. La terza lezione invece si terrà sabato 27 novembre: con i giovani del comitato che ha proposto questa iniziativa si è deciso di approfondire il tema dell’importanza della comunicazione nel mondo politico e per questo i relatori saranno l’On. LUPI Vicepresidente della Camera, Presidente del Comitato della Comunicazione ed Informazione esterna della Camera dei Deputati e On. BONAIUTI Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio affiancati da Paolo DEL DEBBIO Docente di Etica ed economia e Etica della pubblicità all'Università Iulm di Milano, editorialista de Il Giornale e di TgCom e il titolo della lezione sarà: COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE E MARKETING POLITICO. ESSERE È (ANCHE) COMUNICARE. La formula adottata, per quel che per ora sentiamo dire ai quasi 200 iscritti, pare essere azzeccata: in un momento dove è evidente la necessità di un esempio positivo e costruttivo da parte di chi ha delle responsabilità nel governo di questo paese, af-

fiancare relatori dall’elevato profilo scientifico a dei politici esperti e con incarichi importanti realizza l’obiettivo di formare i partecipanti ascoltando e intervenendo su temi attuali e con proposte realizzabili. Prima della fine dell’anno corrente c’è spazio, oltre al 27 novembre, anche per una lezione il 18 dicembre con Antonino Brambilla, Vice Presidente e Assessore alla Pianificazione Territoriale della Provincia di Monza e Brianza, Guido Bardelli, Avvocato amministrativista, e Docente di Diritto amministrativo presso la Scuola di Specializzazione per le Professioni Forensi della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Milano e Carlo Masseroli, Assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano con titolo SVILUPPO URBANO E TUTELA DEL TERRITORIO; UN EQUILIBRIO POSSIBILE. Mentre ad inizio 2011 (15 gennaio presumibilmente) ci sarà FAMIGLIA IL MOTORE DELLO SVILUPPO. QUALI POLITICHE A SOSTEGNO DELLA FAMIGLIA con On. Centemero, Coordinatore provinciale del PdL nella provincia di Monza e Brianza e membro della VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione), On. MARA CARFAGNA, Ministro alle Pari Opportunità, Luca Pesenti, Docente di programmazione del welfare locale all'Università Cattolica del S. Cuore di Milano e Giulio Boscagli, Assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale della Regione Lombardia CARLO CAZZANIGA


“Siamo un riferimento per il sistema lavoro” 4

COSTRUIAMO IL FUTURO MAGAZINE

INTERVISTA AL PRESIDENTE DELL’INAIL, MARCO FABIO SARTORI

In questo ultimo periodo l’assetto generale del welfare italiano ha intrapreso un percorso particolarmente virtuoso, con l’ultima Manovra sono state gettate le basi per la realizzazione del Polo della salute e della sicurezza.

Qual è il bilancio complessivo dell’Inail per quanto riguarda l’andamento infortunistico sul lavoro in Italia in questi ultimi anni? “Stiamo vivendo, senza alcun dubbio, un trend positivo. Per quanto riguarda i dati del 2009, le denunce di infortuni sul lavoro pervenute all’Istituto sono state 790mila, per un calo del 9,7% rispetto all’anno precedente. I casi mortali sono stati, invece, 1.050, per una flessione del 6,3%. Al di là di queste cifre, va rilevato, però, come sia molto confortante anche l’andamento di medio periodo, a conferma che si tratta di una tendenza ormai strutturale: dal 2002 al 2009, infatti, gli incidenti sono diminuiti del 20,4% e gli episodi mortali del 29%. Credo che tutto questo rifletta, da una parte, un cambiamento forte avvenuto nella cultura e nel'approccio delle imprese al tema della sicurezza e, dall’altra, anche la capillare presenza dell'INAIL che ha prodigato sforzi davvero notevoli in materia di prevenzione. A dimostrazione di tutto ciò, nel 2009 solo meno del 30% del miglioramento dell’andamento infortunistico è stato dovuto alla crisi economica, mentre il restante 70% è da attribuirsi agli importanti passi in avanti fatti. Questo non significa, naturalmente, abbassare la guardia e i numeri – parlando di vite umane – restano sempre troppo alti. Ma credo che, al di là di tutto, ipotizzare un prossimo futuro all’insegna degli “infortuni zero” oggi non sia più solo una bella utopia”. La normativa italiana in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro è oggi al passo con i mutamenti della società, oppure ha ancora un considerevole pezzo di strada da percorrere? “Credo che, da questo punto di vista, la legislazione italiana – e a titolo di esempio faccio riferimento ai provvedimenti-cardine rappresentati dal Testo Unico per la sicurezza (dlgs 81/2008) e dal decreto correttivo 106/2009 – definiscono un corpus giuridico decisamente avanzato, completo e, a mio parere, capace di rispondere in modo esauriente alle esigenze imposte dai mutamenti sociali e produttivi. Certo, il fatto che ci siano delle regole valide non garantisce automaticamente il loro rispetto: ma questo è un altro problema rispetto al quale, peraltro, l’INAIL sta dispiegando tutti i suoi sforzi e tutte le sue energie. Tengo, tuttavia, a sottolineare come proprio in quest’ultimo periodo l’assetto generale del welfare italiano abbia intrapreso un percorso particolarmente virtuoso, e mi riferisco – in particolare – al recente correttivo della manovra economica che, mediante l’incorporazione in Inail degli ex Ispesl e Ipsema, ha gettato le basi per la realizzazione del Polo della salute e della sicurezza. Il Polo – che ha rappresentato il progetto sul quale ha poggiato il nuovo Piano industriale dell’Inail, predisposto a partire dal mio insediamento alla presidenza – rappresenta un punto d’approdo di straordinaria importanza, e questo non solo nei termini pure essenziali del contenimento dei costi della pubblica amministrazione, ma soprattutto per la capacità di integrare in modo complementare e qualitativamente più elevato quel ventaglio articolato di competenze – dalla prevenzione alla riabilitazione, alla ricerca – che possono finalmente realizzare la tanto agognata “presa in carico del lavoratore” e, insieme, frenare in modo sempre più drastico il numero degli infortuni”.

Cosa possono fare gli imprenditori? Non c’è il rischio che le politiche antinfortunistiche si riducano a semplici obblighi burocratici che appesantiscano l’attività? Soprattutto delle pmi: è possibile semplificare gli adempimenti e ridurre i costi? Come? “Sin dai primi giorni del mio insediamento ho cercato di lasciare alle spalle quella visione prettamente punitiva che, nel passato, vedeva nell'INAIL una sorta di controllore sempre pronto a notificare sanzioni e che, inevitabilmente, cuciva addosso all’Istituto un vestito negativo e limitativo. L’INAIL, al contrario, oggi più che mai vuole essere un punto di riferimento per il sistema lavoro nel suo complesso, e questo significa anche avere la piena consapevolezza dell’oggettiva quantità di obblighi burocratici – ma sto parlando in generale – che rendono farraginosa la funzionalità di un’azienda. Tutto questo si è tradotto, per quanto ci riguarda, in due direttrici d’intervento principali. La prima: la promozione di un’intensa strategia di partnership che l'Istituto sta perseguendo con alcuni dei più importanti rappresentanti del mondo associativo e categoriale italiano, nella convinzione di quanto valore aggiunto possano garantire le sinergie e la condivisione di esperienze e di know-how (ricordo, a solo titolo di esempio, oltre ai numerosi protocolli avviati, il progetto Sis realizzato con Confindustria). La seconda direttrice: la diminuzione dei premi assicurativi per le aziende “virtuose”, quelle che, in regola con gli adempimenti contributivi e con le disposizioni di legge, non hanno registrato infortuni nell'ultimo biennio. Si tratta di un intervento disposto la Finanziaria del 2007 e che per l’INAIL non rappresenta solo una doverosa ottemperanza alla normativa, bensì un reale e radicale intervento in materia di sicurezza. In quest’ottica rientrano, inoltre, anche i 60 milioni di agevolazioni recentemente messi a disposizioni dall’Istituto per le aziende che investono in prevenzione”. Il ministro Sacconi ha annunciato un incontro specifico sugli infortuni nel settore degli appalti: è questo il punto debole del sistema? “Sono totalmente d’accordo col ministro e lo dico senza mezzi termini: il sistema degli appalti o, meglio ancora, quello dei subappalti rappresenta il vero punto debole della catena produttiva italiana. Troppo spesso, infatti, gli addetti a queste lavorazioni entrano in aziende che non conoscono, sprovvisti persino dei principali dispositivi personali di protezione. E ciò – come dimostrano i tragici fatti di Capua che hanno visto la morte di tre operai – comporta un rischio altissimo per la loro salute e sicurezza. Ecco perché l’Inail si batte – oserei dire senza tregua – per una diffusione sempre più capil-

lare della prevenzione e perché investe quanto più possibile su questo capitolo e sulla formazione dei lavoratori. Si tratta di un contesto, inoltre, nel quale va a inserirsi di diritto anche il capitolo relativo al potenziamento del sistema di vigilanza, che diventa una risorsa dalle potenzialità davvero strategiche. Ecco perché, sempre in collaborazione con associazioni di categoria e sindacato, stiamo sollecitando con forza la realizzazione di un autentico sistema di regole condivise e, sul fronte dei controlli, oltre al potenziamento del personale di 106 unità del personale ispettivo che verrà attuato nei prossimi due anni, abbiamo di recente avviato insieme al ministero del Lavoro, Inps e Agenzie delle entrate un protocollo per la condivisione delle nostre banche dati che ci permetterà di potenziare in modo straordinario le strategie di business intelligence in materia di lotta al sommerso”. Ci presenta brevemente il progetto “Linea amica”? In breve, il progetto “Linea amica” – promosso dal ministero dell’Innovazione – è il network che mette in rete tutti gli Urp della pubblica amministrazione italiana al quale l’INAIL aderisce mediante il contact center integrato INAI/Inps e con Superabile. Nato per offrire in modo agevole e immediato ai cittadini tutte le informazioni di cui ha bisogno sui servizi erogati dalla Pa, si tratta – a mio parere – di uno strumento che sta elevando il livello d'integrazione tra i vari centri di contatto ad oggi operanti presso le varie amministrazioni, avviando al contempo un sistema di efficace monitoraggio dei risultati e della qualità delle prestazioni. Insomma: credo si tratti di un concreto passo avanti in direzione della modernizzazione e responsabilizzazione della Pubblica amministrazione, in grado di migliorare realmente il benessere dei cittadini”. In una recente intervista Mario Carletti ha dichiarato che “investire sulla disabilità conviene”… “E ha decisamente ragione. Ogni sforzo per consentire un doveroso reintegro alla vita sociale e lavorativa di un infortunato, infatti, non rappresenta solo un insindacabile diritto di civiltà di cui devono godere tutti i cittadini. I problemi legati al mondo del lavoro e all'inserimento delle persone con fragilità col passare del tempo assumeranno rilevanza sempre più pregnante e il sistema del Welfare – ma si tratta di un discorso valido per tutti i paesi, e non solo per l’Italia – dovrà necessariamente confrontarsi con quest’ambito doloroso e complesso. Questo rende, dunque, imprescindibile rafforzare ed estendere al massimo la cultura del reinserimento e della facilitazione all'ingresso nel mondo del lavoro da parte delle persone con disabilità. Al di là di un fatto di civiltà – paradigma di per sé primario e indiscutibile – si tratta anche di una problema economico. Ecco perché, in generale, sostengo che ogni euro speso da un’azienda in prevenzione non è un costo, ma un investimento: è un investimento in civiltà, in salute e – perché no? – anche sul proprio bilancio. Un tempo questo era probabilmente un approccio impensabile da parte di un imprenditore, ma i tempi fortunatamente stanno cambiando e credo che questo principio – anche grazie all’Inail – si stia rafforzando sempre di più nelle coscienze di tutti quanti”. MARA BAIGUINI

NOVEMBRE/DICEMBRE 2010

RIDUZIONE DEL CONTRIBUTO INAIL

Abbiamo fatto alcune domande a Dionigi Gianola, direttore della CDO Lecco. In cosa consiste la riduzione del contributo Inail? La riduzione del contributo INAIL è un beneficio riconosciuto dallo Stato ed è pertanto un diritto. Il beneficio è stato concesso per spingere le aziende ad adeguare i propri standard in tema di sicurezza sul lavoro. Di che percentuali stiamo parlando e su quali criteri si basa il calcolo? La riduzione ottenibile è compresa tra il 7% e il 30% sulle voci di tariffa medie versate dall’azienda. Molto spesso le aziende italiane, essendo virtuose, pagano meno delle voci medie, pertanto la forbice 7% - 30% tende a spostarsi verso i valori maggiori. La normativa INAIL prevede infatti differenti importi da corrispondere a seconda del numero dei dipendenti, settore merceologico e pericolosità dell’attività svolta dai dipendenti. Cosa prevede la convenzione che CDO ha stipulato con Impresitalia? La Convenzione che CDO ha stipulato con Impresitalia permette alle aziende associate di richiedere la riduzione compresa tra il 7% e il 30% sul contributo INAIL. Impresitalia per la sua assistenza fattura al socio il 30% del totale risparmiato (di norma chiede il 50%); non chiede nulla prima ma solo a buon fine. Quali sono quindi sinteticamente, le procedure da seguire? Il socio interessato compila una scheda informativa; Impresitalia prende contatto con l’azienda associata per spiegare il servizio e la procedura e verifica che il versamento per l’anno precedente sia superiore a 5.000,00 euro. Il socio – se interessato – firma il mandato per Impresitalia per ottenere l’assistenza nella compilazione del questionario di auto – valutazione senza alcuna anticipazione di costi. Che tempistiche sono previste? L’accettazione della domanda da parte dell’INAIL avviene entro 4/5 mesi, poi comunica l’accettazione (grazie alla metodologia attuata da Impresitalia rarissimamente il rifiuto) della domanda. In sede del successivo pagamento INAIL e quindi nell’anno successivo a quello della presentazione della domanda, il socio recupera la percentuale che gli spetta del contributo versato. Faccio notare che la competenza contabile è sempre dell’anno in cui è stata fatta la domanda. Il beneficio che mediamente è ottenibile corrisponde al 12% - 18% dei premi pagati normalmente dall’Azienda. Impresitalia fattura al socio un importo pari al 30% della riduzione ottenuta. Impresitalia da oltre quattro anni svolge esclusivamente attività di consulenza servizi e supporto, nei settori contributivi INAIL e INPS. Come possiamo trasformare la nostra collaborazione in realtà? Tutti gli associati alla Fondazione Costruiamo il Futuro potranno compilare la scheda informativa che la Fondazione invierà loro. Una volta compilata la scheda la rinvieranno compilata via fax agli uffici della Fondazione. La Fondazione girerà queste schede alla sede della CdO di Lecco. Nel giro di pochi giorni saranno contattati da Impresitalia che spiegherà loro le modalità per usufruire tale beneficio.


NOVEMBRE/DICEMBRE 2010

COSTRUIAMO IL FUTURO MAGAZINE

SEGUE DALLA PRIMA

La rivoluzione della responsabilità

(...) Quando poi abbiamo obblighi (in molti casi assai onerosi per le imprese) derivanti da Direttive dell’Unione Europea, in fase di recepimento li rendiamo ancora più pesanti, creando così una disparità di condizioni nell’applicazione delle medesime norme tra le nostre aziende e quelle degli altri Paesi dell’Europa. Abbiamo pure una eccessiva discrezionalità da parte della Pubblica amministrazione, anche laddove non dovrebbe esserci. In un sistema simile i tempi sono troppo lunghi e incerti. L’incertezza della norma e della sua applicazione, ma anche l’incertezza sui tempi, costituiscono il primo fattore di freno agli investimenti in Italia. Il Governo Berlusconi in questi due anni e mezzo si è impegnato fortemente, in sostanza con quasi ogni provvedimento, a semplificare norme e iter burocratici: dall’“impresa in un giorno” alla riforma degli sportelli unici, dall’introduzione della Scia (segnalazione certificata di inizio attività, che sostituisce i permessi) alla norma che istituisce le Agenzie delle Imprese (una sorta di Caaf per la burocrazia); dalle semplificazioni degli obblighi in materia di lavoro alla riforma della giustizia civile. Il Parlamento, poi, sta esaminando il testo dello “Statuto delle Imprese”, un disegno di legge di iniziativa parlamentare che fissa i diritti per le nostre aziende (www.statutodelleimprese.it), che introduce norme per una effettiva semplificazione e che gode di un consenso unanime da parte delle forze politiche. Si è fatto tantissimo per delegificare e sburocratizzare. Ma non basta. Le norme vanno attuate. E per attuarle è decisivo il comportamento dei singoli amministratori e dei singoli funzionari pubblici. Abbiamo un sistema di regole per il quale chi, nel sistema pubblico, si assume una responsabilità corre dei rischi, rischia di finire sotto accusa. Ma se lo stesso amministratore o funzionario non rispetta i tempi di risposta che la legge fissa - o se non dà mai risposta - non rischia assolutamente nulla. È una situazione da “banalità del male”. Spesso, per non fare ciò che va fatto, ci si trincera dietro le norme, ma è solo un alibi: non è questione di norme, ma di responsabilità. Se ogni politico e ogni burocrate, a qualsiasi livello, avessero coscienza

che, quando un cittadino o un’impresa gli sottopone un’istanza, ogni giorno di ritardo nella risposta significa meno Pil, significa meno posti di lavoro, significa cioè meno bene comune… allora sì che la situazione cambierebbe! Ci lamentiamo che l’Italia cresce poco rispetto all’Europa e alle economie emergenti. Ci preoccupiamo di risolvere le crisi aziendali per salvare l’occupazione. Ci lamentiamo nei convegni che le imprese italiane non progrediscono. Ma cosa facciamo per evitare tutto ciò? Aspettiamo che Pil e occupazione crescano per… magia? Ci limitiamo a essere solidali, a parole, con chi perde il lavoro e a sperare che i nostri imprenditori non se ne vadano altrove? O vogliamo, invece, chiederci cosa possiamo fare di più? Per questo vorrei fare una piccola proposta operativa. Visto che le Province istituiscono un tavolo per ogni crisi aziendale, perché non costituiscono un tavolo anche per ogni impresa che vorrebbe crescere, convocando oltre all’impresa stessa e alla sua Associazione di categoria anche tutti gli enti che devono concederle autorizzazioni, fissando scadenze e impegni certi? È una proposta che “costa” solo impegno e non comporta costi all’ente pubblico. Costa invece molto alla società il non farlo. Tutti invocano la necessità di una politica industriale, vale a dire incentivi economici statali. Questa non è vera politica industriale e, in ogni caso, è una politica che non possiamo più permetterci, in considerazione del nostro debito pubblico. Ma la prima politica industriale che gli imprenditori chiedono non sono risorse pubbliche, è più libertà d’azione. Allo stesso tempo chiedono responsabilità all’apparato pubblico. Responsabilità significa dare più libertà a chi rischia le proprie energie e le proprie risorse per creare benessere per tutti. Questa è la strada maestra per la ripresa economica. La prima e inedita politica industriale, per uno Stato che sia a servizio dei cittadini, è lasciarli vivere e crescere. “Semplicemente” e solo questo: la rivoluzione della responsabilità. On. Raffaello Vignali Vicepresidente X° Commissione Attività Produttive Camera dei Deputati

5

MONS. NEGRI E PANSA CELEBRANO LO SCRITTORE DI BESANA

Tante le iniziative per il 2011, anno in cui Eugenio Corti compirà 90 anni

Abbiamo un grande compito, un dovere verso il futuro, che non a caso ci è imposto proprio dal nostro nome “Fondazione - Costruiamo il futuro”. Si noti: c’è la parola fondazione, che dice solidità, basi rocciose. L’idea di una missione (costruiamo). E poi c’è il futuro. Tradizione e futuro legati insieme nel presente. Ma da che cosa? Ci sono dei testimoni che esplicitano con la loro persona e con la loro opera il contenuto forte di questo presente-passato-futuro. Eugenio Corti è tra i testimoni esemplari della nostra terra uno dei più grandi. Dunque è una sfida importante quella che, in collaborazione con la Fondazione Il Cavallo Rosso, ci proponiamo propone per il 2011: dare slancio decisivo alla conoscenza e alla immedesimazione con lo scrittore Eugenio Corti e i suoi figli: che sono i libri, che a nostro giudizio meritano il premio Nobel per la letteratura. Corti, personaggio rappresentativo della Brianza, ha saputo descrivere nei suoi testi la nostra esperienza umana dei nostri paesi, e delle nostre famiglie come forse nessuno. Così, la manifestazione “Dalla Brianza al Mondo – Lo scrittore Eugenio Corti” prenderà il via in occasione del novantesimo compleanno dello scrittore con un convegno di rilievo nazionale (tra gli invitati il vescovo Luigi Negri e Giampaolo Pansa). Al centro, più che le parole “su” Corti, ci saranno le parole “di” Corti. E dunque lo spettacolo teatrale - in scena per la prima volta - “Processo e Morte di Stalin”, una tragedia scritta da Corti nel 1960. In scena attori professionisti affiancati da un gruppo di studenti del Liceo Don Gnocchi di Carate Brianza. Ci sarà anche una mostra realizzata da i più qualificati esperti dell’opera cortiana. La mostra, partendo dall’analisi del grande romanzo “Il cavallo rosso”, porterà alla luce i valori fondanti della Brianza e gli ideali che hanno mosso lo scrittore, paragonandoli con l’esperienza dell’uomo di oggi. La Fondazione Costruiamo il Futuro, dopo la prima esposizione, metterà il materiale espositivo a disposizione di scuole, oratori e chiunque sia interessato ad approfondire tali tematiche. Il fatto più rilevante, e che fa sperare per la nostra terra cose buone per tanti anni ancora, e forse una rinascita, è che le iniziative descritte non fioriscono in menti astratte, ma hanno un humus fertile in un movimento di popolo. Innanzitutto espresso dal “Comitato per l’assegnazione del Nobel per la letteratura a Eugenio Corti” ma ancora prima da un amore visibile che centinaia e centinaia di persone, tra le quali molti giovani, manifestano a quest’uomo che è sentito un po’ come un padre e un maestro. Egli ci fa gustare nelle sue pagine l’attualità di una società unica, caratterizzata da una triade forte: fede, lavoro, famiglia. Tra i partner anche l’Associazione Culturale Internazionale Eugenio Corti, Il Cittadino, che ha fatto propria la causa di Corti e dedica a lui una rubrica fissa sulle sue pagine, ed alcuni centri culturali della Brianza. La manifestazione sarà presentata durante una conferenza stampa che si terrà sabato 11 dicembre a Besana Brianza, città dove lo scrittore è nato e vive. RENATO FARINA


6

COSTRUIAMO IL FUTURO MAGAZINE

PREMIO COSTRUIAMO IL FUTURO

La continuità che premia

Il premio per le realtà di volontariato è una delle attività più longeve di Costruiamo il Futuro che, nei primi anni da associazione e recentemente da Fondazione a livello nazionale, ha già raggiunto l’ottava edizione a Lecco e la terza in Brianza. Il suo valore principale è di sostenere con contributi in denaro i progetti e le necessità che riscontrano quotidianamente le realtà legate al mondo del non profit. In altri modi poi, cerchiamo di diffondere il loro operato ad esempio con la pubblicazione di articoli sui giornali locali. Il nostro approccio è più possibile personale per conoscere direttamente e sul posto le persone che sono la struttura di questo sistema. Con un certo orgoglio desideriamo rendere noto che, sommando le due province, sono stati elargiti ben 274.000 euro in premi in denaro, premiando

92 realtà e assegnando 42 medaglie d’oro oltre a 20 forniture complete di materiale sportivo e alcuni premi ai volontari più giovani. Nel territorio di Monza e Brianza il terzo premio si è concluso domenica 14 novembre alle ore 11.00 con la premiazione a Giussano presso il teatro dell’Oratorio S. Giovanni Bosco. Ad affiancare il Presidente Lupi nella consegna dei numerosi riconoscimenti ci ha pensato Gabriele Cirilli, noto comico di Zelig, che con la sua simpatia ha contribuito a rendere il momento della premiazione un’occasione di festa per tutti gli oltre trecentocinquanta partecipanti intervenuti. La terza edizione ha premiato 10 realtà e 6 volontari per un totale di 38.000 euro, tre medaglie d’oro, una stampante, un cellulare e una medaglia d’onore della Camera dei Deputati.

Nel 2010 in provincia di Monza e Brianza hanno ricevuto il Premio Costruiamo il Futuro:

GIUSSANO La Piroga – 5.000 euro CARATE BRIANZA La Compagnia di Samuele – 5.000 euro TRIUGGIO Centro Anziani il melograno – 5.000 euro VIMERCATE Sub Senza Frontiere – 5.000 euro MONZA Asilo Notturno gestito dalla S. Vincenzo di Monza – 5.000 euro LIMBIATE Voglio la Luna – 5.000 euro SEREGNO Quei de la Sisal – 2.500 euro della Provincia di Monza e Brianza CONCOREZZO Il Capannone – 2.500 euro della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza SEVESO Santa Faustina – 2.000 euro del Comune di Monza BESANA BRIANZA Polisportiva besanese sez. basket – 1.000 euro della Croce Bianca sez. Biassono e Giussano del Rotary Club Monza e Nord-Lissone CARATE BRIANZA Margherita e Cinzia di Casa di Emma – medaglia d’oro MONZA Mariuccia Corbetta del Comitato Maria Letizia Verga – medaglia d’oro MONZA Sorella Orietta del Centro mamma Rita – medaglia d’oro MONZA E BRIANZA Serena Costa di Jonas MB - stampante SEVESO Giacomo Bertozzi di Santa Faustina cellulare TRIUGGIO Vittoria Pirovano del Centro Anziani il Melograno – medaglia Camera dei Deputati Le realtà che si sono iscritte al premio sono state oltre 90 e dispiace sempre non poterle aiutare tutte. Il Comitato d’onore che le ha selezionate ha impiegato innanzitutto il criterio guida di premiare soprattutto quelle per cui il contributo fosse in qualche modo determinante o comunque davvero importante per il progetto o la semplice continuazione. Un ringraziamento doveroso è rivolto agli sponsor che hanno sostenuto l’iniziativa e ai patrocinatori che hanno contribuito a diffonderla. L’appuntamento è a gennaio 2011, quando verranno presentati i nuovi premi per l’anno 2011 nelle due province di Lecco e di Monza e Brianza.

Alcune delle associazioni premiate domenica 14 novembre a Giussano da Maurizio Lupi e Gabriele Cirilli.

NOVEMBRE/DICEMBRE 2010

Lavoro over 40 INIZIATIVE BENEFICHE

La Fondazione ha donato il ricavato della raccolta fondi a favore dell’associazione che intende promuovere il corso formativo per adulti e stranieri.

Durante la festa conclusiva della terza edizione del Premio Costruiamo il Futuro nella provincia di Monza e Brianza è stato anche consegnato il ricavato della raccolta fondi realizzata al termine della serata in cui si è svolto l’incontro pubblico con monsignor Gianfranco Ravasi, Carlo Verdone e Maurizio Lupi. Per questo evento la fondazione ha deciso di devolvere la somma raccolta, mille euro, all’associazione “Lavoro over 40” che intende promuovere un corso formativo, rivolto ad adulti italiani e stranieri, per la figura professionale di assistente familiare-badante. L’obiettivo del progetto è quello di dare sostegno alle famiglie con problemi di assistenza a soggetti deboli o svantaggiati, migliorando la qualità degli interventi attraverso la formazione del personale. Obiettivo contestuale è quello di contribuire al sollievo a quelle situazioni di disagio familiare creatosi a seguito della perdita del posto di lavoro, dando risposta al crescente bisogno di disoccupazione. Nella foto il presidente Maurizio Lupi e Gabriele Cirilli consegnano l’assegno a Giuseppe Zaffarano al presidente dell’associazione “Lavoro over 40”. CARLO CAZZANIGA

11 PARLAMENTARI ALL’EVENTO DELLA GRANDE MELA

New York City Marathon 2010

Una giornata fresca e soleggiata ha favorito il successo della New York City Marathon 2010 sul classico percorso di 42 km e 195 metri; un'edizione da record con oltre 100 nazioni rappresentate, due milioni di spettatori sul percorso e oltre 45.000 atleti arrivati al traguardo di Central Park. A New York erano iscritti 11 parlamentari con l'obiettivo di sostenere la Fondazione Anffas Teramo e il progetto Casa dimora per i bambini disabili, senza famiglia, in Abruzzo. Lo scorso anno a New York, con le medesime modalità, la raccolta benefica fu di 239.000 euro per la Fondazione Il Cireneo per i bambini autistici sempre in Abruzzo. Il senatore Filippo Saltamartini (Pdl) è stato il migliore degli onorevoli-maratoneti con un eccellente tempo di 3 ore 42 minuti. Maurizio Lupi (Pdl), vicepresidente della Camera, appassionato di running e ideatore del progetto, ha fermato il cronometro con il tempo

di 3 ore 45 minuti, suo record personale. Ottimo risultato anche per Sandro Gozi (Pd) che ha terminato con il tempo di 3 ore e 50 minuti. Sotto il fatidico 'muro' delle 4 ore anche Enrico Costa (Pdl) con 3 ore 47 minuti e Ivan Rota (Idv) con 3 ore e 55 minuti 'Questa occasione sportiva e di solidarietà -ha dichiarato Lupidimostra come i rappresentanti del Parlamento possano insieme collaborare per avvicinare i cittadini allo sport e ad un più sano stile di vita, oltre che impegnarci insieme per una appassionante finalità benefica. Battere oggi Gozi a New York e' stato impegnativo ma di grande soddisfazione anche per le numerose scommesse benefiche che insieme abbiamo generato'. 'E' stata una bellissima avventura -ha aggiunto Gozi- un'emozione vedere numerosi colleghi parlamentari appassionarsi al running, fare metodici allenamenti e portare a termine la loro prima maratona proprio a New York'. MARA BAIGUINI


NOVEMBRE/DICEMBRE 2010

COSTRUIAMO IL FUTURO MAGAZINE

“Il Social housing sarà una grande occasione per le nostre imprese” INTERVISTAA ROSARIO MESSINA

Per capire lo stile manageriale che ha reso celebre Rosario Messina, creatore “del letto pronto per dormire”, abbiamo intervistato il presidente di Flou e di FederlegnoArredo. Interpretare i cambiamenti sociali per sviluppare un nuovo concetto d’innovazione. È la storia di successo di Flou, l’azienda che da 32 anni “rivoluziona” il letto”. Come riassumerebbe il suo stile manageriale? Uno che guarda attentamente il cambiamento dei comportamenti umani. Osservo le esigenze, partendo della mia famiglia, le richieste che ci pervengono tramite il numero verde, persone che chiamano e dicono “per caso non avete un letto fatto così” o tramite internet, in questo modo, oggi, vengono espresse le esigenze. L’idea di fare un letto con il materasso con una particolare composizione ci è stata suggerita dalle richieste di alcune famiglie per il letto dei ragazzi, il letto con lo schienale reclinabile è un modello che mi è venuto in mente mentre facevo un viaggio in aereo, di ritorno dal Giappone, mi sono messo a guardare la tv in una determinata posizione e ho pensato che spesso a letto si guarda la tv e allora ho voluto realizzare un letto che abbia la prestazione di un divano, un letto con lo schienale reclinabile. Uno non dice che prodotto vuole ma manifesta un’esigenza. Bisogna poi comunque fare attenzione agli altri settori merceologici, come quello dell’auto, e se dico Flou e come se dicessi Mercedes, siamo un prodotto durevole, fascia alta del design, la Mercedes infatti di un modello ne fa 5/6 versioni, noi del modello Nathalie abbiamo fatto 20 versioni. Una caratteristica di noi italiani è la creatività, nel mondo siamo amati e anche invidiati perché abbiamo un livello di vita straordinario, nel food, nell’arredamento, nell’abbigliamento e nella meccanica siamo i primi al mondo. Abbiamo una grande potenzialità, con la fortuna che il settore del mobile è nato in modo artigianale dandoci la possibilità di avere tante piccole medie imprese, o facendo in modo che ognuna abbia un suo prodotto. Lei ha detto che “Gli imprenditori devono capire che fare squadra è fondamentale, soprattutto per esportare nei mercati emergenti”. E’ un consiglio che si sente di dare a tutti gli imprenditori? Ogni medaglia ha il suo rovescio, abbiamo la positività di essere aziende di famiglia molto individualiste, molto artisti, ma.. “ogni cosa ha il suo tempo”, questo modello andava bene quando il mercato era l’Europa, la domanda superava l’offerta, oggi, visto che sono aziende medio piccole se non si creano delle aggregazioni, delle reti di imprese, che poi sono i nostri distretti industriali, ci si rende conto che da soli si arriva prima, ma insieme si arriva più lontano. Bisogna aggregarsi per fare massa critica, contenere i costi e conquistare un mercato. Questo noi lo stiamo facendo non solo nell’arredamento ma anche in un accordo di cooperazione tra l’alimentare e l’abbigliamento che sono tre elementi che sinergicamente stanno bene insieme. C’è da competere con il mondo, quindi un gruppo di aziende è giusto che si riunisca, anche perché la competizione sarà sempre più esasperata. Quali sono secondo Lei i mercati che possono oggi rappresentare un'opportunità per le imprese italiane, in particolare per le tante imprese della Brianza? Tutto l’extra Europa, la Russia, la Cina,

Foto: Simon Palfrader

Il presidente di Flou e di Federlegno-Arredo lancia un messaggio agli imprenditori: “Fare squadra è fondamentale soprattutto per esportare nei mercati emergenti”

un po’ più a lungo termine l’India, il Sudafrica, i Balcani, il Sud America e il Mediterraneo. Ci sarà da lavorare come dei pazzi, prima si lavorava sull’Europa adesso con il mondo. Avremo un secondo miracolo economico dopo quello degli anni ’60 probabilmente quando saranno finite le conseguenze di questo crack finanziario che io ho considerato, senza bombe, la Terza Guerra Mondiale. Credo bisognerà aspettare ancora 5 anni per ritornare ai valori del 2008, per poi ripartire come in ulteriore miracolo perché in qualunque posto del mondo si stanno aprendo negozi del made in italy perché tutti amano il nostro modo di vivere. La sua azienda ha presentato, all’ultimo salone del mobile, una versione più economica di un prodotto storico (il letto Nathalie), che tipo di segnale avete voluto dare? Questa è stata la conseguenza dell’attenta analisi del mercato, abbiamo visto che le nuove coppie e le famiglie hanno bisogno di spendere meno. Non abbiamo fatto un prodotto economico ma abbiamo razionalizzato eliminando solo le doppie doghe sotto i reni, che era un optional e un angolare metallico con una contro placca di plastica e nylon, siamo riusciti a scendere di 300/400 euro, facendo rimanere inalterata la qualità. L’abbassamento dei prezzi è un discorso molto attuale che stanno applicando molte aziende, fermo restando che una punta del mondo resterà sempre più ricca, ma le aziende non possono vivere con una quota così piccola. Noi, come FederLegno, ci stiamo avvicinando al social housing, per cui ci saranno, non le case popolari per la gente povera, ma un nuovo tipo di edilizia con un ottimo prezzo in cui chi costruisce sa che guadagna poco ma può lavorare per 50 anni. Lo stesso vale per i mobili, facendone una quantità importante dello stesso modello si fa un’economia di scala e si dà alle persone un ottimo rapporto qualità prezzo, un’ottima qualità della vita. Non è detto che chi ha pochi soldi debba vivere male. Stiamo parlando di cambiamenti di carattere sociale, epocale. Chi realizza un prodotto oltre a soddisfare un’esigenza deve migliorare la qualità della vita degli individui. Con questo contenuto qualunque prodotto diventa di grande successo. A proposito si “Social housing” come giudica questo nuovo segmento di mercato?

Il crack finanziario mondiale ha generato un impoverimento generale, è riduttivo parlare di crisi, stiamo attraversando un cambiamento epocale, quindi dobbiamo saper dare risposte adeguate alle nuove esigenze. Il social housing permette ai giovani che vogliono mettere su casa di averne una di proprietà, arredata, di buona qualità ad ottimi prezzi. Non è giusto che chi mangia male debba anche vivere male. Crede che il social housing produrrà occasioni per le imprese? Sarà una grandissima occasione, significa rilanciare l’edilizia. La Federazione aiuterà il comparto a cogliere l’importante occasione di business e di sviluppo costituita dal Social Housing, attraverso diverse iniziative e un costante servizio di monitoraggio e informazione alle aziende sulle opportunità offerte da questa nuova modalità costruttiva. Flou farà dei prodotti per il social housing? Abbiamo già fatto numerose riunioni in Federlegno, tutte le aziende stanno facendo prodotti per il social housing, è la stessa cosa che è stata fatta nel campo automobilistico, la Mercedes fa la Smart, la Fiat la 500. Il social housing interessa una fascia di popolazione che può pagare un affitto ma non può permettersi di rivolgersi al libero mercato per trovar casa. Per i prossimi cinque anni sono previsti investimenti per 10 miliardi di euro tra soldi pubblici, Cassa depositi & prestiti e banche. Le aziende associate a Federlegno sono interessate non solo alle forniture di mobili ma anche alla fase di costruzione delle case. Pensiamo che sia possibile arredare queste case con prodotti originali e di marca con un costo inferiore ai 250 euro per metro quadro. Tra le aziende coinvolte nel progetto ovviamente c’è anche la Flou. Perché anche le aziende d'oro della Brianza sanno che non si potrà vivere sempre e solo di export. Con la sua presidenza il Salone del mobile ha raggiunto l’apice a livello mondiale, anche dal punto di vista dei numeri. Quale è il segreto? Trasformare il concetto di fiera in un momento di incontro tra domanda e offerta, organizzando eventi culturali coinvolgendo grandi artisti che non si sono mai occupati di arredamento, avvicinando la loro arte all’abitare, facendogli reinterpretare la casa. Punto molto sulla novità, abbiamo avuto 600 giovani progettisti nel padiglione satellite, il nuovo crea movimento, curiosità. Il Salone è diventato un evento di filiera che si occupa più della parte sociale che di quella economica, si vedono i cambiamenti di tendenza. I giornalisti accreditati prima erano 700, adesso sono 5.000 provenienti da tutto il mondo, dalle più svariate testate. Il segreto comunque è uno: un prodotto deve risolvere un’esigenza e non essere fine a se stesso. Cosa suggerisce ad un giovane che vuole fare l’imprenditore? Quando esce dall’università deve guardarsi attorno, scegliere 6/7 aziende per la quale sente una certa passione, entrare in azienda con qualunque funzione e, subentra l’esperienza imprenditoriale, come è successo a me, quando ha la laurea, la cultura e ha fatto esperienza può partire con la sua azienda. Anche perché con quella che viene chiamata in modo riduttivo crisi, molte aziende chiuderanno e quindi ci sarà bisogno di giovani che si lancino in questo mondo. MARA BAIGUINI

7

LA STORIA DI FLOU

Rosario Messina è nato in Sicilia da un padre commerciante di patate e limoni che esportava in Germania, all’età di 15 anni inizia a lavorare in un negozio della Rinascente in Sicilia, da garzone, diventa in poco tempo commesso e poi capo commesso. Dopo essersi diplomato in ragioneria viene messo alla cassa principale per due anni, poi “mi sentivo prigioniero e mi sono fatto spostare alla vendita dove sono rimasto fino al 1967” . In seguito agli ottimi risultati la “Rex” lo fa responsabile vendite per Catania e Siracusa, poi capo filiale. Nel 1971 legge sul Corriere della sera e su “La Sicilia” la stessa inserzione di C&B italia: “Ricerca funzionari per il territorio nazionale, stipendio sopra la media e ferie ad agosto pagate”. “Volevo scoprire cosa significasse ‘ferie ad agosto pagate’, mando la lettera e dopo otto giorni mi convocano a Milano per il colloquio, spiego che ero andato fin là per capire cosa significava ferie ad agosto pagate se me lo spiegate poi io me ne vado”. Nonostante non cercassi lavoro, perché di lì a poco mi avrebbero trasferito a da Catania a Firenze, dopo tre ore di convincimento ho accettato il nuovo lavoro. Nel 71, in Sicilia, mobili significa mobili e basta. ho avuto quindi la fortuna di iniziare a lavorare nel mondo del design. Entro in “C&B” facendo il venditore in Sicilia e Calabria per un anno e mezzo, nel febbraio del 1973 ci fu un’accesa discussione tra Cassina e Busnelli, quest’ultimo compra tutta l’azienda e nasce la B&B Italia”. La totale acquisizione da parte del socio comporta l’allontanamento di tutti i dirigenti, Messina diventa il leader delle vendite. “Poi venni cercato dalla Cinova divani, avevano bisogno un direttore commerciale, in B&B si erano iniziate a fare troppe riunioni a scapito del tempo dedicato alle vendite. Devo inoltre ammette che mi hanno offerto una montagna di soldi, B&B era un marchio forte, le vendite andavano bene, così decisi di accettare questa nuova sfida: iniziare a lavorare con un marchio importante ma in calo di vendite, per riportarlo su. Mi hanno subito affidato la gestione generale dell’azienda, mi occupavo di tutto. Un giorno, mi chiamano dalla Bassetti (che aveva inventato tre anni prima il famoso piumone), e Piero bassetti, che era una persona molto intelligente, mi propose di iniziare a vendere il piumone anche nei negozi di mobili. Ho fatto un sondaggio in diversi negozi dislocati in tutta Italia e l’idea non fu apprezzata. Allora pensai: perché non facciamo il letto con il piumone? Così è nata l’idea di fare il modello Nathalie, nelle sue diverse forme, oggi ne abbiamo realizzati 40 modelli. Ormai il letto viene visto con molte funzioni, non solo per dormire ma anche per lavorare, guardare tv”. Nel 1978 nasce la “Flou” grazie all’esperienza nel marketing di Rosario Messina, all’utilizzo della biancheria e dei tessuti della Bassetti biancheria e tessuti, i materassi della Intaflex e i piumoni della Politex. “Dopo 2 anni mi regalarono il primo 6%, fino ad arrivare alla completa acquisizione nel 1998. La produzione è fatta tutta in Italia, al 100% con prodotti naturali, di design. Negli anni credo che siamo riusciti ad affermarci nel mondo come azienda leader nel dormire, l’obiettivo è sempre quello di realizzare letti e accessori che offrano la più alta qualità del sonno e del riposo”. Obiettivo pienamente centrato in virtù di un’attenta politica imprenditoriale applicata a 360 gradi: dalla collaborazione con designer prestigiosi all’esclusività del design, dalla ricerca e sperimentazione di nuovi materiali all’impiego di tecnologie innovative, dalla razionalizzazione dei processi produttivi allo sviluppo di innovative strategie di marketing e di comunicazione. Oggi Flou produce oltre cinquanta modelli di letti e divani-letto, in tessuto, legno, cuoio, pelle, alluminio ed altri materiali, progettati per dormire bene ma anche per ridefinire una vivibilità che va oltre le condizioni del puro sonno: per guardare la televisione, ascoltare musica, leggere, lavorare, scrivere e conversare. Distribuita nei migliori negozi di arredamento in Italia e in 50 Paesi del mondo, la collezione Flou si completa con una ricchissima gamma di materassi, piani di riposo, guanciali, piumini, copripiumini, biancheria per il letto e complementi d’arredo, alla quale si è recentemente aggiunta la nuova tipologia dei guardaroba.


8

COSTRUIAMO IL FUTURO MAGAZINE

NOVEMBRE/DICEMBRE 2010

Trasparenza, merito e valutazione: per ottimizzare le PA INTERVISTAAL MINISTRO RENATO BRUNETTA - SECONDA PARTE

“Da quando sono partite le mie principali iniziative (lotta all’assenteismo, trasparenza, nuovi criteri di valutazione del personale, responsabilizzazione dei dirigenti) si è cominciata a respirare un’aria nuova”

A che punto siamo con la Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche? E cosa cambierà? Dopo essere stato approvato dalla Camera, il disegno di legge è ora all’esame del Senato. Si tratta di una norma scritta con lo sguardo rivolto alla possibilità di fornire strumenti concreti ed esigibili. Un esempio per tutti: sono un cittadino che si ritrova a perdere tempo e denaro per rispondere ad una cartella pazza e dimostrare di avere osservato il mio dovere di contribuente. Ma chi fa rispettare invece il dovere della PA di non molestarmi con richieste ingiustificate? Ecco dove punta la Carta dei doveri: responsabilità amministrativa e contabile per i dipendenti che avanzano richieste indebite di pagamento o di certificazioni. Il tutto corredato da sanzioni e, naturalmente, anche da incentivi per quanti rispettano le regole. E poi armi in più per i privati: un linguaggio più chiaro da parte delle PA, una più efficace possibilità di accesso ai documenti, un diffuso utilizzo dei reclami per far sentire la propria voce. Tutto questo, in connessione con le modifiche del Codice dell’amministrazione digitale e con la riforma sulla valutazione delle performance amministrative, costituisce un pacchetto di strumenti che cittadini e imprese dovranno sfruttare al meglio per spronare l’amministrazione al cambiamento. Sul fronte dell’innovazione, qual è lo stato di avanzamento dell’attuazione dei progetti di innovazione digitale atti a rendere più efficiente e trasparente la Pubblica Amministrazione e migliorare la qualità dei servizi erogati alla collettività? Senza innovazione tecnologica le riforme del pubblico impiego resterebbero monche, senza una vera concreta possibilità di applicazione. Lavoro perché il 2010 venga ricordato come l’anno della convergenza. Poche settimane or sono si è conclusa la sperimentazione della trasmissione elettronica all’Inps dei certificati medici di malattia di tutti i dipendenti pubblici e privati: una riforma che consente l’abbattimento dei costi e dei tempi sia dei lavoratori dipendenti sia degli uffici oggi preposti alla lavorazione ex post di milioni di documenti cartacei, garantendo al tempo stesso un controllo ancora più puntuale degli eventuali comportamenti opportunistici. Non solo. Diversi milioni di italiani dispongono ormai della loro casella di Posta elettronica certificata da 500 Mb: uno strumento rivoluzionario, addirittura eversivo, che sta costringendo la Pubblica Amministrazione a riorganizzarsi profondamente nel suo dialogo interno ma soprattutto nella risposta tempestiva alle legittime richieste dei suoi clienti: cittadini e imprese. La PEC dà infatti diritto al cittadino di interloquire per via elettronica con la Pubblica Amministrazione con lo stesso valore di una raccomandata con ricevuta di ritorno. Proprio in questi mesi abbiamo condotto un faticoso e complesso lavoro di moral suasion nei confronti di quelle amministrazioni che, nonostante questo sia previsto da una legge vecchia ormai di cinque anni, ancora non avevano reso disponibili i propri indirizzi PEC sul proprio sito istituzionale così come nell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni ( www.indicepa.gov.it ) . Non è tutto. Ministro, quali sono gli altri progetti? È in via di attivazione la piattaforma Vivifacile ( www.vivifacile.gov.it ): uno sportello virtuale e unificato in grado di realizzare la convergenza dei diversi canali di comunicazione (Internet, posta elettronica, PEC, telefonia mobile) che fornisce a cittadini, professionisti e imprese un procedimento di accesso e identificazione unico e lineare (un’unica password per tanti servizi). Vivifacile è la porta d’ingresso verso aree tematiche differenti: la scuola, la salute e la previdenza (servizi INPS, posizione contributiva e dati pensione), la mobilità (pagamento pratiche, consultazione dati patente), la giustizia (concorsi, esami, assunzioni, bandi di gara, decreti e circolari), il fisco (dichiarazione dei redditi, modelli) e così via. Ad oggi il servizio è già disponibile con riferimento al mondo scolastico, grazie al portale ScuolaMia (

www.scuolamia.istruzione.it ). Si tratta di una piattaforma che permette alla scuola di erogare servizi digitali alle famiglie: pagella online, comunicazioni via SMS alle famiglie (incluse le assenze), prenotazione dei colloqui con i docenti e richiesta di certificati. In pochi mesi, circa 3.000 scuole di ogni ordine e grado su tutto il territorio nazionale hanno già aderito all’iniziativa. Per le scuole è disponibile anche il portale Innovascuola (www.innovascuola.gov.it), sito web dal quale possono scaricare materiali digitali per la didattica. Già oggi sono disponibili materiali rilasciati dal Ministero dei Beni culturali, dalla Treccani, da Motta Editore e Garamond. Il portale ha una media di 65.000 pagine visitate alla settimana, e da esso sono stati già scaricati circa 50.000 contenuti digitali. Sempre restando ai fatti, abbiamo avviato una serie di iniziative per l’innovazione digitale delle Università, incrementandone la copertura WiFi e favorendo l’adozione di servizi online. Bastano pochi numeri: il progetto è in fase conclusiva in 54 Università (alle quali risultano iscritti circa il 90% di tutti gli studenti) e consentirà di aumentare la copertura WiFi del 50% negli atenei del centro-nord e del 100% in quelli del mezzogiorno (portando la copertura media nelle Università italiane a oltre l’80%). Il progetto è in fase avanzata di realizzazione in 46 istituzioni dell’alta formazione artistica e musicale (pari al 36% del totale): oltre 31.000 studenti (circa il 50% del totale) potranno usufruire di WiFi e servizi amministrativi e didattici online. Tutti gli interventi presso le 100 strutture universitarie interessate si concluderanno entro dicembre. Da diversi mesi lei ha dichiarato che il 2010 sarebbe stato l'anno della svolta per il sistema Giustizia italiano, con riferimento alle sperimentazioni in atto per la digitalizzazione dei tribunali. Qual è lo stato dell’arte dell’utilizzo dell’ICT nel settore della Giustizia? Cosa è

cambiato e cosa ci si può aspettare che cambierà nei prossimi mesi? Non si trattava propriamente di “sperimentazioni”, non tecnologiche, almeno. I sistemi da utilizzare sono più che collaudati. Si trattava e si tratta di cambiare mentalità, di utilizzare la digitalizzazione al servizio di un prodotto diverso e migliore, non come mera modifica della macchina da utilizzarsi, per ottenere sempre lo stesso risultato. Abbiamo ottenuto risultati molto importanti e positivi in sedi decisamente grandi (come Roma o Milano), arrecando gran beneficio ai tempi della giustizia, alla sicurezza degli scambi d’informazioni e documentazioni, oltre che al lavoro di magistrati, cancellieri e avvocati. Possiamo ritenerci soddisfatti. Ora passeremo alla tappa successiva: tutto quello che ha funzionato in sedi specifiche deve essere messo a disposizione e diffuso ovunque. Perché la giustizia italiana è una sola e deve funzionare ovunque nel migliore dei modi. Una sola precisazione, per non ingenerare equivoci: stiamo parlando della digitalizzazione a legislazione vigente. Come cittadino e come politico ritengo che la giustizia meriti non solo grande attenzione, ma anche riforme profonde. Ma è argomento diverso. Una delle sue ultime iniziative è stata quella riguardante il primo censimento delle cosiddette auto blu in circolazione nel Paese. Dobbiamo aspettarci a breve una loro regolamentazione?

Per la prima volta nel nostro Paese è stata compiuta un’operazione-trasparenza su un fenomeno controverso che non di rado ha suscitato ‘scandalo’ nell’opinione pubblica. Non sono un moralista né un censore o un demagogo. Sono un economista abituato a studiare i numeri prima di prendere decisioni. Nessuno finora disponeva di dati certi e in-

controvertibili sul fenomeno, col risultato che tutta la stampa nazionale ha accettato e pubblicato senza alcuna verifica quelli spropositati e indimostrabili forniti dall’associazione Contribuenti.it. Ho quindi incaricato il Formez di compiere un monitoraggio puntuale e sistematico del numero delle autovetture a disposizione degli enti pubblici italiani così come del personale di guida, delle modalità di utilizzo per rappresentanza o servizio e dei costi di acquisizione, leasing o noleggio, gestione e manutenzione. Analizzando le risposte fornite dalle singole amministrazioni rispondenti (5.070 su un totale di 9.020) abbiamo così potuto stimare che in Italia circolano 5.000 auto “blu-blu” (di rappresentanza politico-istituzionale a disposizione delle autorità o alte cariche dello Stato e dei vertici delle amministrazioni locali), 10.000 auto “blu” (di servizio, con autista e utilizzate da dirigenti delle amministrazioni) e 71.000 auto “grigie” (senza autista, a disposizione degli uffici per attività strettamente operative: ad esempio controlli ambientali e manutentivi del territorio, visite ispettive, servizi delle amministrazioni). Che cosa altro è emerso? Dal monitoraggio risulta anche che la spesa media annuale onnicomprensiva (consumi, ammortamento, stazionamento e personale) è di circa 130.000 euro per ogni auto “blu blu”, di 85.000 euro per ogni auto “blu” e di 16.000 euro per ogni auto “grigia”. Il costo del personale incide per circa il 70% del costo totale di gestione. Sulla scorta dei dati pervenuti, il Dipartimento della Funzione pubblica ha lavorato a un decalogo di proposte che mirano a dimezzare i costi entro tre anni, arrivando risparmiare un miliardo e mezzo di euro. Questo avverrà in parte attraverso la diminuzione del numero degli automezzi (tra l’altro circa un terzo del parco auto della PA è obsoleto ed è ampiamente sottoutilizzato e antieconomico), in parte razionalizzando consumi costi di gestione. A tal fine le amministrazioni dovranno predisporre un piano di riorganizzazione del proprio parco auto. Nelle prossime settimane presenteremo comunque un dettagliato Rapporto al Parlamento che conterrà anche alcune proposte di intervento legislativo. SABRINA TROMBETTI


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.