Magazine Febbraio 2012

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MAGAZINE

COSTRUIAMO IL FUTURO

ANNO 3 - N.1 - GENNAIO/FEBBRAIO 2012 - PERIODICO DELLA FONDAzIONE COSTRuIAMO IL FuTuRO - DIRETTORE RESPONSABILE: ANGELO FRIGERIO

Intervista esclusiva al Ministro Lorenzo Ornaghi

Editoriale

Questione di credito

Costruiamo il Futuro News - Supplemento a Mediastore Italia - Anno 14 - n. 1 - 30 gennaio 2012 - Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 - Conv. in L. 46/2004 - Art.1 Comma 1 - LO/MI Registrazione al Trib. di Milano n.536 del 12 agosto 1999 - Editore: Frimedia S.r.l. - Stampa: Bellavite - (Missaglia) - Redazione: Palazzo di Vetro, C.so della Resistenza, 23, 20821 Meda (MB) -Tel. 0362/600463-4-5 - Fax 0362/600616

di Maurizio Lupi “Vorrei cominciare mostrando le ragioni che hanno spinto, il sottoscritto, l’onorevole Cicchitto, l’onorevole Corsaro, l’onorevole Casero, a nome di tutto il Pdl, a presentare questa interpellanza urgente al governo. L’oggetto potrebbe sembrare molto tecnico, sembrerebbe riguardare solo banche e chi si intende di finanza. Eppure si tratta di uno dei temi che è all’attenzione di tutti, in particolare di famiglie e imprese: come ridare slancio alla crescita, come aiutare il paese ad affrontare la crisi facendolo, allo stesso tempo, crescere dal punto di vista dell’economia e salvaguardando le famiglie. La questione è semplice: la Banca Centrale Europea a dicembre ha messo a disposizione delle banche europee 500 miliardi di euro ad un tasso molto agevolato, 1%. In particolare le banche italiane hanno ricevuto 116 miliardi di euro. La stessa Bce ha ribadito che uno degli obiettivi del finanziamento era quello di permettere alle banche di riversare liquidità sul territorio destinandolo a famiglie e imprese. Noi vorremmo sapere, dal governo, se questo obiettivo è stato rispettato, anche perché il professor Monti ha detto più volte che l’obiettivo della crescita è fondamentale per questo paese. (…). Per chiudere l’interpellanza chiediamo al governo di capire, non tra due settimane ma oggi, che cosa sta accadendo e, in collaborazione con la Banca d’Italia, che cosa si sta facendo perché questo obiettivo possa essere raggiunto”. Il 12 gennaio ho voluto portare al governo questa interpellanza urgente, perché il tema dell’accesso al credito mi vede fortemente preoccupato. La situazione allarmante che emerge dai dati in nostro possesso, (il credito alle famiglie è sceso dal 4,3% al 3,9%; quello alle imprese dal 5,3% al 4,4 % nel mese di novembre) rende indispensabile un’azione di controllo e monitoraggio sul sistema del credito, che intendo appoggiare e perseguire personalmente e credo debba essere tra i primi obiettivi del Governo e del Presidente del Consiglio. È compito innanzitutto della politica svolgere le necessarie verifiche e favorire un effettivo accesso al credito ai privati. Questo impegno ci vedrà in azione già in fase di correzione e miglioramento del decreto sulle liberalizzazioni e sui provvedimenti che nelle prossime settimane verranno sottoposti al voto del Parlamento. Sono infatti persuaso di quanto le agevolazioni e le forme di sostegno a giovani, famiglie ed aziende, non siano solamente “obbligate” per chi ha davvero a cuore il bene comune, ma rappresentino anche il più efficace motore per una necessaria ripresa.

Favorire la sussidiarietà della cultura Il titolare del Dicastero dei Beni e delle Attività Culturali spiega le sue linee programmatiche.

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alla cattedra al Ministero per i Beni e le Attività Culturali in poche ore. Lorenzo Ornaghi, Magnifico Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore sino al 16 novembre 2011, è stato chiamato a far parte del Governo Monti, andando a ricoprire il ruolo di titolare del dicastero di via del Collegio Romano. Come si coniuga l’idea di sussidiarietà alla cultura? Provando a rispondere con uno slogan, potrei affermare che, da un lato, occorre valorizzare la cultura della sussidiarietà – principio e fonte di buone pratiche che il nostro Paese e l’Europa dovrebbero maggiormente applicare in tutti i campi – sviluppando la sussidiarietà della cultura per favorire un’adeguata responsabilizzazione non solo degli enti locali, ma di tutte le articolazioni territoriali del Ministero e, ovviamente, del suo ‘cuore’ centrale. In tal senso, con le opportune cautele e sempre in vista della migliore promozione del nostro patrimonio, anche l’intervento di fondazioni, associazioni e privati va preso nella giusta considerazione. Come coinvolgere i privati nella gestione degli istituti e dei luoghi della cultura? Un fattore centrale, su cui ho insistito da subito, riguarda la necessità di semplificare e razionalizzare l’insieme di regole che determinano e guidano il rapporto fra istituzioni e privati interessati a contribuire alla tutela dei beni culturali e degli spazi in cui vengono conservati e resi disponibili ai cittadini. Ritengo, in generale, che la direttrice fondamentale di innovazione – anche nella direzione della ricerca di dispositivi moderni di collaborazione tra pubblico e privato – sia costituita dagli accordi di valorizzazione. Tali accordi possono rappresentare uno strumento duttile ed efficace per declinare le responsabilità di tutti gli attori, istituzionali e non, pubblici e privati. Ritiene che l’attività del Mibac debba essere riorganizzata e razionalizzata? Innanzitutto va sottolineato come si tratti di un Ministero prestigioso, forte della rilevante tradizione di impegno e competenza dei suoi numerosi dipendenti, e recentemente già più volte riorganizzato in maniera radicale. Tuttavia, esistono sempre margini, più o meno ampi, di miglioramento: in questa direzione è mia volontà procedere, con rispettosa attenzione e compiendo gli opportuni approfondimenti.

Lei ha lanciato l’idea di una giornata nazionale della cultura. Quali finalità dovrebbe avere la creazione di quest’appuntamento? L’intendimento è quello di promuovere un momento in grado di coinvolgere le giovani generazioni. Sono loro, a mio avviso, a manifestare una crescente ‘fame’ di cultura. Le forme e le modalità di questa giornata della cultura sono attualmente allo studio, ma credo che in collaborazione con scuole e istituti secondari si possa riuscire a far emergere in una parte molto estesa della società civile la giusta sensibilità verso la cultura e la sua importanza decisiva per tutto il Paese. Nel discorso di presentazione delle sue linee programmatiche, lei ha citato la celebre affermazione del Principe Myskin nell’Idiota di Dostojevsky, «La bellezza salverà il mondo». È un’asserzione ancora attuale? Certamente. La ritengo una frase quanto mai appropriata per un’epoca come quella che stiamo vivendo. Dal bello, la cui contemplazione dev’essere adeguatamente apprezzata e insegnata, traiamo il significato essenziale del nostro stare insieme. Nel segno della bellezza, a mio avviso, potremo trovare il percorso che ci porterà fuori dalla più grave crisi continentale del dopoguerra. Carlotta Borghesi

Il ministro dei Beni e delle Attività Culturali Lorenzo Ornaghi

Premio Costruiamo il Futuro Provincia Monza e Brianza

Banche e “professori”. Chi ci salverà? Bce, agenzie di rating, evasione fiscale, tasse e liberalizzazioni. Giulio Sapelli, ordinario di Storia Economica a Milano, dice la sua.

Tutte le associazioni premiate e le foto dell’evento.

alle pagine 4 e 5

a pagina 6

Il corso-concorso In-formazione I giornalisti Paolo Liguori e Monica Maggioni si raccontano. a pagina 7


Costruiamo il Futuro Magazine - Gennaio/Febbraio 2012

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I soci raccontano

Parola d’ordine: un’azienda “Innovazione” in erba Luca Ceppi, managing director del Gruppo Elemaster, racconta la storia della sua azienda.

Luca Ceppi

Che ruolo hanno ricerca, innovazione e formazione? La parola d’ordine del gruppo è ‘Innovazione’. La ricerca è un aspetto di fondamentale importanza nel nostro settore. Eletech è la società del gruppo che si occupa di R&D e possiede un laboratorio unico in Italia. I nostri 40 Designer sviluppano progetti, Hardware e Software, così da garantire ai nostri clienti il più alto contenuto tecnologico ed il massimo dell’affidabilità. Ad esempio in ambito elettromedicale stiamo collaborando alla realizzazione di apparati di fondamentale importanza, quali il rene indossabile e macchine per la diagnostica non invasiva dei tumori. Investire nell’innovazione è essenziale per resistere alla concor-

renza dei paesi low-cost: la sfida non si gioca sui costi ma sul contenuto tecnologico e sull’innovazione. Per essere competitivi è però essenziale “fare rete” insieme alle aziende che operano in questi settori di nicchia: per questo siamo tra i soci fondatori del Distretto Aerospaziale Lombardo e tra i primi ad aver sottoscritto un contratto di rete nel settore medicale. Questi sono anni davvero difficili per chi fa impresa. Quali sono le strategie industriali che hanno permesso la crescita di Elemaster e come avete cercato di affrontare la crisi? La nostra forza sta nel valore delle persone. In Italia abbiamo ancora tanto da dare, ma per farlo dobbiamo cambiare il modo di pensare a cui siamo abituati. Dobbiamo ritrovare l’orgoglio che i nostri nonni hanno avuto nel dopoguerra. La caratteristica dell’Italia è la “creatività”. Su questo dobbiamo focalizzare le nostre attenzioni. Mantenere il lavoro in Italia vuol dire innovare i centri di Ricerca e Sviluppo finalizzandoli al mantenimento del know how e delle relative produzioni nel nostro Paese. Senza Idee non potremo mai competere con paesi come quelli asiatici. Il 1° dicembre 2011 durante una conferenza stampa nella sede della Provincia di Lecco è stato presentato un progetto di collaborazione con la Cooperativa Sociale CASA AMICA di Merate. Ci potrebbe spiegare di cosa si tratta e quali sono le ragioni per cui avete deciso di coinvolgervi in prima persona con il terzo settore? CASA AMICA è una cooperativa sociale costituita nel 1987 con sede a Merate. Lo scopo dell'attività è l'inserimento di soggetti disabili attraverso le attività lavorative. Circa 40 volontari gravitano intorno all'esperienza di CASA AMICA, accompagnando i disabili nel lavoro e nei momenti significativi della loro vita. Nel 2009 la cooperativa rischiava di essere travolta dalla crisi. È nato quindi il progetto che ha trasformato la ragione sociale della cooperativa, rendendola in grado di affrontare il mercato. Abbiamo portato un'azienda nel cuore di un'associazione, segnando un cambio epocale nelle relazioni tra imprese profit ed organizzazioni non profit. Il progetto CASA AMICA supera il classico paradigma dell’azienda che finanzia un soggetto non profit, ma si instaura una relazione duratura per creare valore in ambito profit e non profit. Elemaster trasferirà competenze tecniche e commesse e CASA AMICA contribuirà alla esecuzione di un complesso ciclo di lavorazione per la produzione di schede elettroniche destinate a settori altamente tecnologici. Elemaster e CASA AMICA, due realtà apparentemente così distanti, creeranno valore l'una per l'altra e, congiuntamente, per il territorio nel quale operano, perseguendo e realizzando insieme il bene comune. Carlotta Borghesi

L’AGENDA 28 gennaio ore 10.30

mente tantissimo”. Ma ormai Gilardi era convinto. A Milano trova un’azienda adatta al suo caso, ma dopo un breve dialogo col direttore capisce che i costi erano troppo alti. Decide allora di comprare macchine usate ad un prezzo accessibile, farle riparare e renderle efficienti. Italgreen è nata così, da una scommessa vinta. A quel punto serviva far conoscere il prodotto: organizza così una sfida di beneficenza tra Roma e Lazio vecchie glorie, su un campetto in erba sintetica. “Penso che abbia venduto tre o quattro campi nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo”, dice Rocchetti. In pochissimo tempo la mania del calcetto esplode nella capitale e poi in tutta Italia. Fino al ’91 Italgreen è stata l’unica produttrice di erba sintetica in Italia e tra le primissime in Europa. “Ancora oggi realizziamo tutto in Italia, ci occupiamo della produzione, ma anche della messa a posa. Consegniamo un prodotto finito, pronto all’uso. I campi replicano quasi perfettamente quelli in erba naturale. A livello economico infine, anche se l’investimento iniziale è superiore di tre volte, i costi di manutenzione permettono addirittura di guadagnarci. La gestione costa cinque volte meno e il campo sintetico non si rovina. È una soluzione che potrebbe essere presa in considerazione soprattutto negli stadi usati anche per attività extracalcistiche, come i concerti”. Dopo anni di investimenti e successi la crisi economica si è fatta sentire. “Per arginare la crisi abbiamo creato un consorzio formato da quattro imprese bergamasche. Insieme siamo in grado di trovare nuove soluzioni per aggredire il mercato”. Così oggi Italgreen è in grado di rispondere alle esigenze di chi vuole un giardino di casa facile da gestire, oppure di realizzare stadi che richiedono investimenti fino a 150 milioni di euro. di Daniele Guarneri tratto da ‘Tempi’ - 7 dicembre 2011

La messa a posa del campo in erba sintetica nello Stadio ‘Silvio Piola’ di Novara

24 marzo o ore 21.00

a za stamp Conferen Costruiamo io del Prem 012, provincia 2 o r u cia il Fut e provin di Lecco e Brianza a di M onz

4° lezione del corso-concorso “Informazione” sul tema del Talk show. Inte rviene Giovanni Floris, di rettore di Ballarò m a o i i lf ru

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tieniti aggiornato sugli eventi della Fondazione

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Missagli a, Sa Oratorio lone Polivalent e Presenta San Giuseppe zione de l libro di M “La prim aurizio Lupi a Po Interven litica è vivere” . go e Fausto no l’autore B ertin modera Elisabet otti, ta Soglio

ore 10.00

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ne di Lecco Sala consiliare, Comu stra: 150 anni Inaugurazione della mo e cambiano ch di sussidiarietà: Le forze e cambiano ch e la storia sono le stess il cuore dell’uomo. Lupi, Enrico Intervengono: Maurizio cci Bo Letta e Maria

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omenica 28 agosto doveva essere un giorno particolare per il campionato italiano di serie A. Non solo perché era la data fissata per l’inizio della nuova stagione. Quella domenica il Novara, tornato nella massima serie dopo 55 anni dall’ultima apparizione, avrebbe dovuto giocare allo stadio Piola, segnando l’esordio dell’erba sintetica nel campionato di A. Poi la festa, a causa dello sciopero dei calciatori, fu rinviata al 21 settembre. Contro gli azzurri l’Inter di Gasperini. Risultato: 3 a 1 per il Novara. Vittoria storica e meritata. “Dal 2001 esiste un protocollo della Fifa che consente la realizzazione di campi in erba sintetica negli stadi italiani”, spiega Danilo Albani Rocchetti, direttore commerciale di Italgreen, la società che ha posato il manto del Piola. “È un protocollo di qualità che, se rispettato, dà diritto a un certificato che consente, alle società delle federazioni che hanno recepito le direttive della Fifa, di utilizzare il sintetico nei propri impianti. In Inghilterra, Spagna e Germania non è permesso, mentre in Italia e Francia sì”. Italgreen è una società di Villa d’Adda (Bergamo) a gestione familiare, guidata dal presidente e direttore amministrativo Rossana Biffi e dai direttori generali Maurizio Gilardi (marito di Rossana) e Sergio Pennati (cognato). Tutto comincia quasi per caso da una scommessa tra Maurizio e suo suocero. Era il 1981. “Il signor Biffi riceve dagli Stati Uniti un campione di erba sintetica e decide di mostrarlo al genero, spiegandogli che oltre oceano molti campi da gioco erano fatti con erba finta, fin dal 1961”, racconta Rocchetti, “Gilardi, persona semplice e allo stesso tempo determinata nonostante la giovanissima età (classe 1955), dopo aver guardato incuriosito quello strano campione, alza gli occhi verso suo suocero e dice: “Lo faccio giù io questo qua”. Biffi scoppia a ridere e cerca di far ragionare Maurizio: “Non sai quel che dici. Non è semplice costruire queste cose e costa sicura-

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l Gruppo Elemaster, nato nel 1978, opera in nicchie di mercato ad alto contenuto tecnologico (quali ferroviario, medicale, avionico, energetico e dell’automazione industriale) nel settore della progettazione e produzione di schede elettroniche per apparecchiature di comando, controllo e regolazione. In questi 33 anni l’azienda si è strutturata per fornire ai propri clienti servizi “One Stop Shop”, coprendo l’intero ciclo di vita del prodotto, dalla progettazione (Eletech) alla realizzazione di schede ed apparati elettronici completi e certificati (Elemaster ed Elesystems), incluso il circuito stampato (Eleprint) e l’assistenza post vendita. Le aziende del gruppo lavorano in sinergia attivando scambi di competenze specialistiche e di processo. Questa modalità di lavoro ha permesso di rispondere alle esigenze di un mercato tecnologico in continua evoluzione. Abbiamo incontrato Luca Ceppi, managing director di un’azienda che nel 2011 ha sviluppato un fatturato complessivo di 120 milioni di euro.

Campetti in sintetico. Ma non solo. Parla Danilo Albani Rocchetti, direttore commerciale di Italgreen.


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uN ANNO DA CAMPIONI L’attività della Fondazione. Tutti i numeri del 2011.

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ANNI DI PRESENZA VIVA SUL TERRITORIO DELLA BRIANZA

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SOCI DELLA FONDAZIONE

GIORNALISTICHE 30 TESTATE HANNO PARLATO DI NOI

NUOVI SOCI NEL 2011

OLTRE

56 MAIN SPONSOR

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OSPITI E RELATORI

PREMIO COSTRUIAMO IL FUTURO

68,500

9 9

EURO

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REALTÀ PREMIATE

MEDAGLIE

FORNITURE

PROGETTO EUGENIO CORTI

600

AL CONVEGNO

1800 AL TEATRO

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ESPOSIZIONI CON

2000

VISITATORI

FORMAZIONE ISCRITTI 500 GIOVANI AL SUMMER SCHOOL

AL PREMIO 800 STUDENTI GIORNALISTICO IN-FORMAZIONE

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L’evento

Vent’anni e non sentirli Festeggiata alla Camera dei Deputati la ricorrenza del Consorzio Export Alto Milanese.

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’occasione è stata la celebrazione dei venti anni del Consorzio Export Alto Milanese (CEAM) alla Camera dei Deputati. La scelta da parte di un gruppo di imprenditori tessili di festeggiare la ricorrenza nel cuore delle istituzioni, manifesta una fiducia verso la politica che oggi appare un miracolo. Alle domande degli imprenditori, accolti dal vicepresidente di Montecitorio, Maurizio Lupi, hanno risposto Vignali e il sottoscritto. Se Vignali ha mostrato le potenzialità dello statuto delle imprese, di recente approvato su misura delle esigenze di piccole e medie imprese; io ho cercato di documentare il lavoro da fare per sburocratizzare lo Stato. Che cosa si aspettano gli imprenditori? L’Italia burocratica è giudicata da due classifiche. La Banca Mondiale stila ogni anno una classifica che si chiama “Doing Business”. Essa misura le barriere che in un Paese vi sono per intraprendere. Nell’ultima edizione siamo 87°. Significa che ci sono 86 Paesi nel mondo nei quali aprire un’impresa è più facile. Se guardiamo alle tasse, siamo 169mi. Chiaro no? La politica ha il dovere di semplificare. E di dare la certezza del diritto. Le norme sono troppo complesse e pertanto lasciano margini di arbitrarietà nell’applicazione. La semplifica-

zione normativa arranca: le resistenze sono forti, soprattutto fra chi da norme così complesse trae una rendita di posizione. Eppure, è evidente che proprio questo sistema legale bizantino tiene lontano gli investitori esteri e scoraggia gli italiani. A questo si somma una giustizia civile e penale molto lenta. Se il governo Monti si attenesse a questa agenda, sfruttando il clima di consenso creatosi attorno alla sua persona, passerebbe alla storia. Se i “tecnici” riuscissero a realizzare una robusta semplificazione e deburocratizzazione della vita delle imprese, avrebbero già compiuto l’incredibile. C'e' una questione di fondo però. L'economia italiana si basa su pmi, figlie della cultura cristiana che dà valore alla famiglia e ad un lavoro legato a rapporti personali forti e sinceri. Entrambi sono legati a una visione cristiana della vita: è un dato di fatto. Ecco che allora il sostegno vero alle pmi, e dunque all'intero sistema, passa dall'impegno di tutti - politici, economisti, uomini d'impresa, sindacalisti - a mettere al centro non ricette tecniche, ma la questione centrale: cosa ne abbiamo fatto dei desideri degli uomini e del cristianesimo, che a queste domande ha dato nei secoli una risposta piena di bellezza e significato del vivere e del lavorare. Renato Farina

22SCUOLE MB + LC + CO

RICERCA

2000 COPIE DI RICERCA DELLA FONDAZIONE SUL TEMA DELLE INFRASTRUTTURE

SI RINGRAzIANO

FIOCCO AzzuRRO Mercoledì 16 novembre, Mara Baiguini, responsabile comunicazione della Fondazione, ha dato alla luce Edoardo. A mamma Mara e papà Andrea, l’abbraccio dello staff di Costruiamo il Futuro.


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Premio Costruiamo il Futuro Provincia di Monza e Brianza Si è chiusa il 13 novembre a Carate Brianza la IV edizione del Premio Costruiamo il Futuro in Provincia di Monza e Brianza. Davanti ad un pubblico di 500 persone Maurizio Lupi, presidente della Fondazione Costruiamo il Futuro, ha consegnato i premi alle organizzazioni meritevoli, accompagnato da due testimonial d’eccezione: Federica Fontana e Alessandro Costacurta. “Ancora una volta rimango sorpreso e commosso per le testimonianze che questi volontari portano a tutti noi. Il Premio Costruiamo il Futuro è forse l’iniziativa più significativa che la nostra fondazione mette in atto e desideriamo continuare a portarla avanti ed ampliarla se possibile. – ha affermato il presidente Lupi - Fino ad oggi abbiamo donato 340.000 euro tra la Provincia di Lecco e quella di Monza e Brianza. Continueremo su questa strada, perché ogni volontario che incontriamo rappresenta per noi

un valore inestimabile per la crescita e lo sviluppo della nostra società e per la costruzione del bene comune. Non dobbiamo mai dimenticare che la gratuità e l’impegno danno vita a gesti, iniziative, progetti, magari di dimensione limitate, ma che a poco a poco sono davvero capaci di cambiare il mondo”. Una alla volta sono salite sul palco le associazioni, presentando i propri progetti e la propria attività, perché, come ha detto Lupi, “sono loro i veri protagonisti”, che meritano di essere applauditi. La manifestazione si è svolta a Carate Brianza, presso l’auditorium della Residenza il Parco, ospitata dalla BCC di Carate Brianza, sponsor del progetto. Il premio ha ricevuto inoltre il sostegno di numerose aziende: Emerson Process Management, Ricoh, Lottomatica, Frigerio Viaggi, Baldo, DF Sport Specialist, Gruppo Spreafin, Gruppo Policentro, Consorzio Italia Costruttori.

LE ASSOCIAzIONI PREMIATE ASD CIECHI BRIANZA - MONZA L’associazione pratica attività sportive rivolte a persone affette da problemi visivi. Corsi di ginnastica, torball, show down, nuoto, ciclismo, maratone e sci di fondo. Nata nel 1985 coinvolge 15 atleti e 15 volontari. ASSOCIAZIONE VOLONTARI DI SOVICO L’associazione svolge attività di trasporto sociale, consegna pasti, sostegno scolastico e attività ricreative, grazie al lavoro di 71 volontari. Grazie al premio acquisterà un pulmino, che sarà utilizzato anche dal Gruppo Amicizia e dal Gruppo Trasporti Peppino Galli. AVULSS DI BESANA IN BRIANZA 45 volontari offrono sostegno e assistenza presso le case di riposo del Comune di Besana, in tre strutture risiedono 350 ospiti, di cui 200 non autosufficienti. CONCOREZZO SOLIDALE - CONCOREZZO Si occupa di trasporto anziani e disabili, consegna dei pasti a domicilio, grazie al premio potranno avere una divisa, in modo da trovare altri volontari. COOPERATIVA GIOELE - LISSONE La cooperativa gestisce un centro socio educativo, un servizio di formazione all’autonomia, una comunità residenziale, coinvolgendo 35 disabili. GRUPPO AMICI DEL SACRO CUORE - MONZA 32 volontari organizzano attività di tempo libero e ricreative per 62 disabili. Un gruppo allegro e affiatato che festeggia quest’anno il 35° di attività. LA CLESSIDRA - SULBIATE L’associazione nata dal lavoro di due infermieri offre assistenza domiciliare ad anziani e malati terminali, attraverso personale specializzato. Svolge inoltre attività ambulatoriale. OASI COOPERATIVA SOCIALE – LENTATE SUL SEVESO Inserimento lavorativo di disabili psico-fisici. Attività di tempo libero, in particolare gestione di una compagnia teatrale. La cooperativa coinvolge 40 disabili. SAMUDRA INSIEME – MONZA Seguono con continuità più di 100 persone postcomatose e le loro famiglie. I 32 volontari accompagnano la famiglia aiutandola ad affrontare la difficile situazione e in alcuni casi si offre al paziente un aiuto specializzato. SCUOLA LABORATORIO GIOVANI – VIMERCATE Si affianca alla scuola secondaria di primo grado, per prevenire la dispersione scolastica attraverso laboratori formativi che possano integrare il percorso scolastico ed orientare il ragazzo nella scelta del lavoro. Attualmente partecipano ai laboratori 30 ragazzi. WHITE MATHILDA - LIMBIATE Una decina di volontari, alcuni specializzati (avvocati, psicologi), offrono assistenza e sostegno psicologico e legale alle vittime di stalking e violenza attraverso dei centri di ascolto presenti nei comuni di Limbiate, Arcore e Cesano Boscone. MAGICA CLEME – MEDA L’associazione collabora con l’Ospedale San Gerardo di Monza e L’istituto Nazionale dei Tumori a Milano, organizzando attività di svago e assistenza domiciliare per bambini affetti da malattie emato-oncologiche. ASCO SKATING – CONCOREZZO Corsi di avviamento al pattinaggio a rotelle per 117 giovani atleti. ASDO SAN LUIGI – BRIOSCO Attività sportiva, calcio e pallavolo, all’interno dell’oratorio, per 110 ragazzi e bambini. BASKET CARNATE Minibasket per ragazzi delle elementari e medie e micro basket per le scuole materne. G.S. I CAMOSCI – SEREGNO Attività sportive invernali, sci di fondo. Corsi per le scolaresche. ASD SAN CARLO – NOVA MILANESE Attività sportiva presso l’oratorio. Coinvolgono 450 ragazzi. MTB INCREA – BRUGHERIO Mountain Bike e ciclocross per bambini dai 6 ai 12 anni. POLISPORTIVA TRIUGGESE Attività sportive innumerevoli, calcio, pallavolo, presciistica, danza, ginnastica, per 400 atleti.

I due testimonial della IV edizione assieme a Maurizio Lupi: Federica Fontana e Alessandro Costacurta

La consegna dell Asghar Muhamm

Tutti i vincitori del

5.000 euro all’Associazione La Clessidra di Sulbiate

2.500 euro alle associazioni sportive: G.S. Oratorio San Carlo Nova Milanese e ASD I Camosci di Seregno

2.000 euro ( in collaborazione con la Provincia di Monza e Brianza)all’ASD Ciechi Brianza di Monza.

5.000 euro all’Associazione Volontari di Sovico

La consegna de

1.500 euro in colla di Biassono alla P

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la medaglia d’oro ad un volontario: mad Asghr del COI di Vimercate

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Alcuni momenti della premiazione, il 13 novembre a Carate Brianza.

aborazione con la Croce Bianca olisportiva Triuggese

5.000 euro all’Associazione Samudra Insieme di Monza

Buono per un viaggio in pullman all’AVuLSS di Besana

00 euro in collaborazione con la Regione Lombardia a Cooperativa Sociale Oasi di Lentate sul Seveso

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5.000 euro all’Associazione Scuola Laboratorio Giovani di Vimercate

I volontari premiati: Biagio Caroppo dell’Associazione Massimo Brioschi di Ceriano Laghetto, Asghar Muhammad Asghr del Coi di Vimercate, Matteo Cantù e Alberto Visconti dell’ASD Baita di Monza. Targa della Camera all’Associazione Magica Cleme di Meda

Fornitura completa di biciclette all’MTB Increa di Brugherio

2.500 euro in collaborazione con la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza al Gruppo Amici del Sacro Cuore di Monza

visita il sito e guarda tutte le foto dell’evento

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lle forniture sportive

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lla IV edizione a

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5.000 euro alla Cooperativa Gioele di Lissone

2.000 euro in collaborazione con il Comune di Monza all’Associazione White Mathilda di Limbiate


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L’intervista

Banche e “professori”. Chi ci salverà? Bce, agenzie di rating, evasione fiscale, tasse e liberalizzazioni. Giulio Sapelli, ordinario di Storia Economica a Milano, dice la sua.

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dati indicano un paese in recessione, e Standard & Poor’s ha appena operato un declassamento di 9 paesi europei, tra cui l’Italia. Il Consiglio dei Ministri ha approvato in fretta e furia un decreto sulle liberalizzazioni e si accinge a mettere mano al tema del lavoro. In questo caos economico-sociale, in cui l’Italia rincorre una crescita sempre più urgente, abbiamo voluto incontrare un esperto. Ecco allora spunti, riflessioni, provocazioni di Giulio Sapelli, ricercatore, studioso e manager, professore ordinario di Storia Economica all’Università degli Studi di Milano. La Bce ha concesso alle banche italiane 116 miliardi di euro ad un tasso dell’1%. Secondo lei questi soldi serviranno almeno in parte a finanziare imprese e famiglie? La cosa interessante è un articolo comparso in prima pagina sul Financial Times, dal titolo sconvolgente: “Italian banks top list of ECB fund users”. Le banche italiane sono le prime in Europa che usano questi fondi. Sostiene il Financial: 12 miliardi Intesa San Paolo, 10 miliardi Monte dei Paschi di Siena. Usano questi miliardi per ricapitalizzarsi. Tanto valeva nazionalizzarli. Così non servono né a chi deve fare un mutuo per comprarsi una casa, né a chi vuole fare un’impresa. Servono esclusivamente alle ban-

che, sperando che tra qualche anno si riavvii un circolo per cui, dopo essersi ricapitalizzate, con delle regole molto discutibili, rimetteranno questi soldi a disposizione della collettività. Quindi potranno servire alla crescita sul lungo periodo? È una scommessa. Credo che non serviranno a nessuna crescita. Credo serviranno a tenere in piedi delle banche. Le piccole banche cooperative, per il tipo di proprietà collettiva che hanno, sono orientate a riprodurre il credito e quindi la socialità. Le banche capitalistiche invece hanno una forma di proprietà diversa. Sono quotate in borsa, hanno dei vincoli, devono dare profitti ai cosiddetti shareholders. Questo dovrebbe far capire alla gente che le banche capitalistiche pensano prima ai propri profitti che alla crescita. Su il sussidiario.net di qualche giorno fa è comparso un suo articolo sulle agenzie di rating. Cosa ne pensa del ruolo di questi istituti? Le agenzie di rating sono nate a fin di bene all’inizio del Novecento negli Stati Uniti, concepite da veri e propri innovatori del sistema capitalistico, innovatori che erano anche dei moralisti. Non a caso nascono dopo la grande tempesta della speculazione finanziaria di fine Ottocento e dei primi del Novecento scatenata dai cosiddetti Robbers Barons contro i quali la

magistrale penna di Thorstein Veblen scrisse pagine esemplari in The Theory of the Leisure Class. Si trattava di trovare un mezzo grazie a cui non si potessero più vendere lemmons, ossia detto in parole povere “sole”, a investitori malcapitati e sprovveduti. Le società che vendevano azioni erano sottoposte a un rating, cioè a una valutazione classificatoria che ne misurava il grado di affidabilità nel breve, nel medio e nel lungo periodo. Naturalmente tutto quello che nasce nel sistema capitalistico diventa merce e quindi via via i fondatori delle agenzie di rating, che son più o meno quelle di oggi, non solo si facevano pagare in modo continuativo dalle aziende che valutavano, ma col crescere degli affari, con l’ampliarsi della borsa, inclusero nel loro capitale sociale nuovi azionisti, che spesso coincidevano e coincidono con alcune delle istituzioni che esse, un tempo, stimavano a pagamento. Naturalmente la loro valutazione viene manipolata dagli azionisti. Mi sembra che da qualche mese gli stessi operatori non prendano più sul serio questi istituti. Monti a Londra ha detto: “Chi non paga le tasse avvelena i propri figli”. È davvero questo il problema centrale dell’Italia, l’evasione fiscale? Certamente l’evasione fiscale è un grosso problema per l’Italia. Questo avviene anche perché

Giulio Sapelli

non c’è un patto tra il cittadino e lo Stato. Il cittadino non si fida, perché lo Stato gli è sempre stato nemico. E quindi sfugge le tasse. Questo non giustifica chi non paga. Il professor Monti dovrebbe riflettere: forse abbiamo troppe tasse. Però mi sembra difficile che possa fare questa riflessione che è già concettualmente elaborata. Parliamo di liberalizzazioni. I provvedimenti che il governo sta mettendo in atto possono rappresentare un fattore di rilancio dell’economia? Sì, se centrano con la crescita. Se invece riguardano i taxisti sono solo un atto di crudeltà contro dei piccoli artigiani e servono solo a dimostrare il furore ideologico a cui sono arrivati questi professori. Per quanto riguarda la liberalizzazione del gas ho molti dubbi che la separazione tra distribuzione, esplorazione ed estrazione produca un abbassamento dei costi, perché il costo viene determinato alla fonte. Il mercato del gas è addirittura cosmopolistico. Per il resto sono liberalizzazioni giuste ma mi sembrano provvedimenti affrettati e con scarse basi teoriche. Non vorrei che avvenisse come negli anni ’90 quando le privatizzazioni senza liberalizzazioni hanno solo favorito i privati. Adesso si comincia dalle liberalizzazioni, quindi è già meglio. Stiamo a vedere. Carlotta Borghesi


Costruiamo il Futuro Magazine - Gennaio/Febbraio 2012

Il corso-concorso In-formazione

“Il mio Tg è un mondo aperto” Paolo Liguori, direttore editoriale di TgCom24, racconta la sua storia. Dall’esordio al Giornale di Montanelli, sino alla grande avventura in Mediaset. Buongiorno Direttore. Ci potrebbe raccontare brevemente la sua storia? Ormai è una lunghissima storia. Vi racconto i passaggi importanti: il primo quando sono entrato nella redazione de “Il Giornale” con Montanelli, poi nell’89, 21 anni fa, quando mi è stata affidata la prima direzione a “Il Sabato”. Infine nel ’92 è arrivata la prima direzione di un quotidiano: “Il Giorno”. Così mi sono trasferito a Milano. Due anni dopo sono arrivato a Mediaset, per riaprire “Studio Aperto”, che allora era solo una piccola pattuglia di persone e faceva 2 edizioni brevi. Noi l’abbiamo rilanciato ed è stata una grande avventura durata sette anni, fino al 2000. Poi è arrivato a TgCom? Si. Allora TgCom era un piccolo sito, che faceva Mediaset, slegato dalle altre attività dell’azienda. Era un sito fatto da giovani, una cosa minima. TgCom ha fatto un salto grazie al lancio delle pillole in televisione, saldando per la prima volta il marchio a un prodotto televisivo e un prodotto internet. Il prodotto internet era già complicato, multimediale, cross mediale. Si scriveva su polimedia lo stesso testo per inviarlo su più piattaforme. Questa piccola esperienza di crossmedialità è diventata con la televisione multimedialità, creando il passaggio del marchio tra televisione, internet e poi successivamente su tutti gli altri strumenti multimediali: smartphone, tablet, applicazioni. Però mancava un progetto di sviluppo totale. A me mancava. Per questo gli ultimi due anni ho lavorato per poter realizzare un unico progetto, con un unico marchio, legato sia a un canale televisione che ad altre piattaforme multimediali. Ora TgCom24 è un prodotto multimediale. La multimedialità cambierà il modo di fare informazione? L’informazione moderna, quella multimediale non è confezionata e impacchettata. È fir-

ognuno deve stare attento e diventare responsabile. Questo in Italia è molto difficile. In America l’hanno capito da tempo. Lei ha partecipato come relatore al corso-concorso In-formazione per studenti delle scuole superiori. A proposito della responsabilità che lei indicava: è importante che i giovani, anche attraverso la scuola, siano educati all’uso di questi strumenti? È molto importante educare i giovani e il mondo dei giovani. Faccio un esempio. Oggi si parla di pensioni. Invece si dovrebbe far capire ai giovani Paolo Liguori durante il corso In-formazione. che le pensioni, nel loro futuro, non ci mata, garantita, ma è un’informazione a flusso saranno più, almeno come quelle che abbiamo continuo. La differenza non dipende dal mezzo, oggi. La stessa cosa va fatta con l’informazione. che sia internet o televisione. Ma dal modo di Oggi l’informazione è aperta a tutti. Ad esemconcepire l’informazione. Con il passare del pio: se c’è un’alluvione a Genova, non vado più tempo saranno gli utenti a mandare video, ma- solo io a filmare, ma chiunque abiti in quel quarteriale, telefonare, chiedere di intervenire. È la tiere mi manda il filmato. Questo comporta il modalità internet. Non coincide più con lo stru- fatto che la misura con cui vediamo questi eventi mento, ma è una modalità che invaderà tutta sarà squilibrata. Perché entriamo in un’era in l’informazione. cui le cose si vedono dall’interno, con una vioCosì l’informazione diventa a portata di lenza inaudita, violenza della natura, delle pertutti… sone. L’enfasi, tipica del giornalista, ora non è L’informazione è un bene comune. Chi de- più necessaria. Le immagini sono a nostra dispotiene i mezzi di informazione ha in mano la di- sizione e bisogna accompagnarle con maggior stribuzione e deve avere in mano un business sobrietà, con maggiore attenzione. Oggi che è che gli permette di ricavare profitti con la pub- possibile documentare ogni errore, occorre blicità. Su internet la gente questo lo sa e lo avere più rispetto per le persone. Invece noi mette in atto. Su facebook, sui blog. siamo presi dall’entusiasmo, dalla frenesia, I giovani concepiscono già in questo modo dall’eccitazione dello scandalo. Ma bisogna cal’informazione? pirne l’abuso. La cosiddetta prova televisiva per Però il loro è un mondo chiuso, non permea- la società umana deve essere amministrata dalbile a tutto il resto. Invece vorrei levare le bar- l’uomo con grande saggezza. Perciò vanno eduriere e fare come TgCom24: un mondo aperto. cati da giovani. I ragazzi creano episodi di finto Se tu mi mandi un video valido, lo metti tu, stai bullismo in classe per poterlo mettere su youfacendo tu informazione. Ci vuole un po’ di tube. Noi dobbiamo dargli dei compiti, in modo tempo perché in Italia non siamo abituati. E so- che loro possano usare uno smartphone, con prattutto serve responsabilità. Perché se uno scopo e nel rispetto per gli altri. apriamo questa massa di informazione a tutti Carlotta Borghesi

“Il nostro unico obiettivo: raccontare” Monica Maggioni, giornalista Rai, spiega cosa vuol dire fare giornalismo. “Accrescere la complessità, far sorgere domande e la voglia di verità”. Come è nata la passione per il giornalismo, ha sempre voluto fare questo mestiere? Ho immaginato, voluto, sognato di fare la giornalista fin da quando ero ragazzina, ed è una cosa che nasce dalla lettura dei reportage di mondi lontani, come quelli scritti dalla Fallaci, da Tiziano Terzani, da Ettore Mo, che ho sempre avuto come punto di riferimento; mi ricordo infatti che i miei compagni mi prendevano in giro per questa ragione. Arrivata all’Università mi piaceva così tanto la letteratura che ho pensato di dedicarmi alla carriera accademica. Nel momento in cui mi sono trovata a dover fare la scelta definitiva mi sono detta: “No, devo fare la giornalista”. Qual è il compito del giornalista? La risposta è brevissima: raccontare ricordandosi che il nostro unico obiettivo è raccontare. Raccontare quello che uno vede, senza dimenticarsi mai che il fine di quel racconto non è se stessi, ma consiste nell’essere un tramite. Su questo aspetto ha insistito particolarmente durante la lezione, ricordando ai ragazzi di non cedere ad una visione manichea dell’esistenza… Ci credo molto in questo. Il nostro racconto dovrebbe servire semmai ad accrescere la complessità, non della realtà, ma della comprensione della realtà. Il nostro obiettivo, la nostra missione, è far sorgere domande, di far nascere curiosità intellettuali e una voglia di verità. E questa voglia di complessità va esattamente nella direzione opposta rispetto al giornalismo a tesi, di chi sa già cosa pensare, di chi sa già cosa risponderà una persona, di chi sa già che situazione si troverà di fronte. Il giornalismo deve essere anche capacità di saper guardare le cose in faccia e lasciarsi sorprendere dalla realtà. E aggiungo: la capacità di mettersi in discussione. Tutto questo è davvero ammirevole, dal momento che lei ha alle sue spalle anni di carriera. Con il crescere dell’esperienza non si rischia di

dare tutto più scontato? Per me è esattamente l’opposto: più vado avanti, più mi rendo conto che la complessità e il dubbio sono le uniche cose che possono fare il palio con il mio lavoro. La mia esperienza mi ha insegnato che tutto quello che possiamo fare è cercare di acquisire strumenti culturali opportunità di comprensione per noi e chi ci segue sempre maggiori, per cercare di entrare nei meandri di questa complessità. Lei ha partecipato al corso organizzato da Costruiamo il Futuro e rivolto agli studenti delle scuole medie superiori delle Province di Lecco, Monza e Brianza e Como. Perché ha deciso di partecipare come relatrice? Prima di tutto perché sapevo che di fronte mi sarei trovata dei ragazzi e ritengo che un’iniziativa come questa, dedicata ai ragazzi, rivolta a offrire ai ragazzi opportunità di comprensione, sia davvero straordinaria. Ma non mi sarei mai aspettata di arrivare a fine mattinata felice com’ero, è stato un incontro bellissimo, fortemente motivante, ho sentito l’energia che arrivava dalle persone che avevo di fronte e mi ha dato una voglia di novità che non avevo da tanto. Di fronte a sé aveva una platea di 800 ragazzi. Che cosa li rendeva così attenti? Nei ragazzi ci sono tutti gli elementi dell’interesse perché sono nell’età giovane, ma forse chi si pone davanti a loro deve porsi il problema di parlare non per loro ma con loro, che poi è la base di tutte le relazioni umane. Io non avevo un verbo da portare, la verità da rivelare. Avevo il mio zainetto, con dentro le mie esperienze le cose fatta ma anche i dubbi e l’ho condiviso con loro. Un consiglio agli studenti che aspirano ad intraprendere la sua professione? Ci sono solo due consigli: crederci moltissimo e studiare moltissimo. Perché senza studiare si rimane dei pessimi giornalisti. Carlotta Borghesi

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L’appuntamento con Giovanni Floris Sabato 24 marzo si terrà l’ultima lezione del corso-concorso In-formazione. Il giornalista e direttore di Ballarò, Giovanni Floris, aiuterà i ragazzi ad approfondire il tema dei Talk Show. La lezione di Floris chiuderà la prima fase del progetto promosso da Fondazione Costruiamo il Futuro e rivolto alle scuole medie superiori delle Province di Lecco, Como e Monza e Brianza. I ragazzi dovranno poi cimentarsi in prima persona, alla luce di quanto apGiovanni Floris preso nei seminari, nella produzione di un elaborato, un quotidiano, un giornale on line, un talk show, per poter accedere alla selezione che assegnerà premi agli istituti, in denaro e in materiale didattico.

La lezione di Ferruccio de Bortoli Dopo il giornale online e le piattaforme multimediali approfondite da Paolo Liguori, e la lezione sui Telegiornali di Monica Maggioni, è arrivato al terzo appuntamento il premio giornalistico In-formazione. Sabato 21 gennaio presso il Teatro San Rocco di Seregno si è svolta la lezione tenuta da Ferruccio de Bortoli, affiancato dalla giornalista Elisabetta Soglio del Corriere della Sera. Hanno partecipato quasi 800 studenti all’iniziativa promossa dalla Fondazione Costruiamo il Futuro presieduta dall’onorevole Maurizio Lupi, che coinvolge 22 scuole delle Province di Lecco, Como e Monza e Brianza. Gli studenti hanno avuto occasione di approfondire come nasce, si sviluppa e qual è il ruolo del quotidiano. Ferruccio de Bortoli ha spiegato il valore dell’informazione, in particolare quella dei quotidiani, anche a fronte della grande rivoluzione tecnologica degli ultimi anni, che ha visto cambiare il mondo della comunicazione e l’approccio del pubblico. “Noi abbiamo il compito di fare informazione approfondita – ha spiegato de Bortoli – che possa far sì che l’opinione pubblica faccia le scelte migliori e sia cosciente della realtà. Per questo motivo l’etica del giornalista impone di separare le opinioni dai fatti”. Il direttore del Corriere della Sera ha concluso invitando i ragazzi a cominciare fin d’ora a costruirsi una forte base culturale che possa aiutarli ad affrontare la società che ormai lascia loro poco spazio. Prima di salutare i giovani de Bortoli ha voluto leggere loro il messaggio scritto su twitter: “A Seregno dibattito con gli studenti delle scuole di Monza Brianza e Lecco. Ho più cose da imparare io”. Gli studenti avranno la possibilità di visitare le redazioni locali e consultare on-line materiale didattico e video, che i relatori forniranno per aiutarli nella realizzazione dell’elaborato finale, per partecipare al concorso che assegnerà, all’istituto di appartenenza, riconoscimenti per un valore totale di 24.000 euro di premi in denaro e materiale didattico. Al termine della lezione si è svolta la premiazione di dieci giovani giornalisti che hanno partecipato al “Corso di formazione in editoria media e giornalismo” organizzato dall’Associazione Autori. I giornalisti sono stati premiati da Maurizio Lupi, presidente di Costruiamo il Futuro, Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera, Angelo Baiguini, direttore di Netweek.

Ferruccio de Bortoli insieme a due studenti di In-formazione.


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Seminario Export

Ve la dò io l’America: il sistema dei think tank

Allargare gli orizzonti La cronaca del convegno promosso da APA Confartigianato. Guardare alla crisi come un'occasione per ampliare il proprio business e ripartire. Ecco il contenuto della sfida lanciata dal convegno promosso da APA Confartigianato, in collaborazione con la Fondazione Costruiamo il Futuro, sull'internazionalizzazione svoltosi a Monza il 2 dicembre 2011. “Abbiamo promosso questo ciclo di incontri dedicati all'export perché le nostre imprese si rivolgono sempre di più verso mercati oltre confine ed è importante attivare azioni concrete per sostenerle, spiega Giovanni Barzaghi, Presidente di APA Confartigianato Imprese di Milano, Monza e Brianza. La crescita dell'export a livello regionale è trainata dai Paesi dell'Unione Europea (+16,7%), ma siamo i più presenti sui mercati emergenti di Brasile, Russia, India e Cina. La provincia di Monza e Brianza in particolare registra nei primi sei mesi dell'anno un incremento dell'export del 21,5%. Dati significativi a fronte dei quali il nostro ruolo come Associazione è quello di individuare le nuove modalità con cui l'attività artigiana può adattarsi a un ambito di ampio respiro geografico ed economico”. Presenti al tavolo l'onorevole Lara Comi, Parlamentare europeo e l’onorevole Raffaello Vignali, Vicepresidente X Commissione per le Attività Produttive della Camera dei Deputati, nonché primo firmatario dello Statuto delle Imprese. Accanto a loro, Renato Mattioni, Segretario generale della Camera di Commercio di Monza e Brianza. “In un contesto globale, in cui le relazioni superano la dimensione territoriale, c’è un’economia dell’intangibile

che vale come le infrastrutture fisiche, dichiara Mattioni. Il brand è un valore che sintetizza la reputazione economica di un nodo, cioè un insieme di simboli ed eccellenze che descrivono il ‘nuovo territorio senza il territorio’. Rafforzare i brand che riconduciamo alla Brianza, dal design al Gran Premio, dalla Villa Reale all'High Tech, significa investire nella competitività delle imprese, in particolare nella sfida globale”. Protagonisti della tavola rotonda Monica Cellerino, Responsabile di Territorio per la Lombardia di Unicredit. “La proiezione oltre confine non è più un opzione, ma una necessità per le piccole e medie imprese, ed è compito delle banche, in particolare di una banca come UniCredit presente in 22 Paesi e con una rete internazionale complessiva distribuita in circa 50 mercati, accompagnare con fatti concreti le imprese italiane sui mercati esteri”. Fernando Delogu, Direttore Marketing e Relazioni esterne di Bartolini si è concentrato sulla tematica della logistica internazionale. Roberto Galbiati, Presidente di Mobilitaly, ha raccontato l’esperienza del Consorzio sui mercati esteri: “Per garantire continuità con un patrimonio aziendale altrimenti a rischio, occorre accettare le nuove sfide dei mercati esteri. Ma per cogliere queste opportunità serve costruire una cultura imprenditoriale in cui le aziende si sentano partner e non competitor. Tutti sono chiamati a condividere e mettere a disposizione la propria conoscenza e capacità con l'obiettivo di fare rete e avere la forza di oltrepassare i propri confini“. Tiziana Colla

Il ricordo di Enzo Sala Lunedì 2 di gennaio è venuto a mancare il nostro amico Enzo Sala. Enzo è stato una presenza discreta ma assidua e preziosa fin dai primissimi anni in cui Costruiamo il Futuro cominciava a svilupparsi a Merate. Ricordo il primo incontro avuto con lui, quando mi capitò di sedergli accanto in occasione di un pranzo conviviale tenutosi insieme al nostro presidente Lupi a casa di Anna e Antonio Galbiati. Enzo parlava poco, ma mi colpiva l’attenzione con cui tutti i presenti lo ascoltavano quando prendeva la parola per intervenire sui più svariati argomenti. Tutti avevano una grande stima di lui. Da allora sono passati diversi anni ma ancora ricordo chiaramente che la mia primissima impressione fu quella di avere accanto un uomo buono e saggio. Impressione che è stata poi confermata dalle numerose occasioni in cui abbiamo avuto la fortuna di averlo in mezzo a noi. Cittadino benemerito della sua comunità, Enzo aveva sempre degli argomenti irresistibili e dei giudizi acuti e chiarificatori che rendevano la conversazione con lui particolarmente piacevole e certamente molto utile e interessante. In tante occasioni, tra cui alcune indimenticabili merende ospiti della sua bella casa a Merate in compagnia della moglie Alessandra, ci ha aiutati con Enzo Sala consigli preziosi, accompagnandoci nell’esperienza dell’Associazione e in quella della Fondazione Costruiamo il Futuro di cui è stato Socio Fondatore. Di Enzo mi ha sempre colpito anche la pazienza con cui sapeva affrontare le difficoltà e l’umanità che sapeva trasmettere anche solo in una stretta di mano. E' sempre stato un uomo modesto, sappiamo quanto bene ha fatto per gli altri, ed è tanto; molto di più è quello che ha fatto e che noi non sappiamo. Enzo lascia in eredità a tutti noi un grande esempio di cui gli saremo sempre grati. Francesco Sangiorgio

«I cittadini hanno il diritto di promuovere petizioni al Governo per correggere le ingiustizie», così recita il primo emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti. Parte da qui il mio viaggio di studio a Washington DC. Obiettivo: scrivere la tesi di laurea. Nella capitale americana mi aspettava una scrivania presso il Center for Strategic and International Studies (CSIS), uno dei principali think tank al mondo specializzato in politica estera, strategica e militare. Tanto importante che un giorno, in ascensore, ho intravisto Henry Kissinger, membro del consiglio di amministrazione del CSIS. Ho potuto quindi osservare da un punto di vista privilegiato, l’affascinante sistema dei think tank americani. Dire che questa esperienza mi ha insegnato molto, è semplicemente riduttivo. Washington è una città bellissima, internazionale, viva e divertente. Dall’altra parte dell’Oceano tante cose sono diverse, opposte, rispetto all’Europa che conosciamo. Nel bene e nel male. Un mese è trascorso in fretta, ma è bastato per respirare una concentrazione di attività politica vera, di movimento dal basso e di partecipazione davvero difficile da raccontare. Alla sera, uscito dall’ufficio, visitavo la città, continuando a imparare e scoprire ciò che di interessante nasconde, dai grandi musei della storia agli archivi nazionali. Ogni luogo parlava della mia tesi, della storia americana e di quel popolo affascinante. Per un ragazzo di 24 anni come me, gli incontri e i rapporti nati in quei palazzi sono stati la cosa più bella e sorprendente. Non dimenticherò mai gli appuntamenti con donne e uomini ai vertici dell’amministrazione americana fissati semplicemente via mail e ottenendo risposte e disponibilità immediate. O le telefonate a cui rispondevano direttamente dalla loro

scrivania senza i filtri delle segreterie. Durante uno di questi incontri con un importante membro dello staff di Hilary Clinton, mi sono sentito chiedere se potevo innanzitutto rispondere io a delle domande sull’Italia e sulla nostra situazione. Tutte le persone incontrate mi hanno trasmesso informazioni e altrettante ne hanno volute ricevere, in un continuo confronto e desiderio umano di conoscenza, nel pieno rispetto delle idee altrui. Per concludere desidero riassumervi l’oggetto della mia tesi: i think tank. Che cosa sono esattamente? Si tratta di istituti indipendenti di ricerca per le politiche pubbliche, nati già agli inizi del Novecento come distaccamenti delle grandi università americane. Hanno sede in grandi palazzi con centinaia di persone di staff e raccolgono budget milionari. Di fondi pubblici neanche l’ombra: pensate che si finanziano con centinaia di migliaia di donazioni individuali o di aziende! La loro missione è, innanzitutto, produrre nuove idee per aiutare i decisori a risolvere le esigenze quotidiane, dall’economia al fisco passando per istruzione, sanità e difesa. Così i politici possono prendere decisioni nell’ottica del bene comune con maggior consapevolezza della realtà, basata su dati scientifici. In secondo luogo, i think tank ambiscono a guidare il dibattito politico influenzando il modo di pensare dei decisori e dell’opinione pubblica. In Italia il fenomeno delle fondazioni di cultura politica, è ancora giovane. Ma il contributo che esse possono portare al dibattito politico è grande, sotto il profilo scientifico, educativo e culturale. Per questo motivo ho colto al volo la preziosa possibilità di far parte attivamente della Fondazione Costruiamo il Futuro. Carlo Cazzaniga


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