Sette paginette impetuose e appassionate contro la vaccinazione obbligatoria. L’opuscolo, ormai introvabile, fu stampato a proprie spese nel 1899 e diffuso gratuitamente dal medico Carlo Ruata, stimato professore dell’Ateneo perugino. Si tratta di un esposto - ricorso contro l’ordinanza del sindaco di Perugia che obbligava i genitori a far ripetere la vaccinazione antivaiolosa, ove ritenuta necessaria, pena l’esclusione dalle scuole. Il medico, in realtà, nutriva la profonda convinzione che la vaccinazione fosse dannosa, da cui il netto rifiuto di obbligare “l’individuo a lasciarsi iniettare nel proprio sangue un liquido infettante”. Non gli difettava neanche una certa dose d’ironia, come quando in una conferenza se ne uscì con una battuta: “Se la vaccinazione fosse stata adoperata nei tempi di Erode, la strage degli innocenti sarebbe stata inutile”. Personaggio interessante però, che dedicò studi e ogni sforzo volti a dimostrare le proprie tesi in ogni contesto pubblico. A lui si deve fra l’altro l’istituzio