Corriere Ortofrutticolo Maggio 2019

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MENSILE DI

ECONOMIA

E AT T U A L I T À

DI

SETTORE

corriereortofrutticolo THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET | ANNO XXXIII Nuova serie MAGGIO 2019 Euro 6,00

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PROTAGONISTI

Giovanni Calvini, l’erede di 80 anni di frutta secca PRODOTTI • PAG. 27 CAMPAGNA ALBICOCCHE La debacle della Spagna apre all’Italia le porte del mercato europeo

IL RICORDO • PAG. 7 ANTONIO SCHIAVELLI Il presidente gentiluomo che credeva nella riscossa dell’ortofrutta del Sud

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L L’economia ’ec conomia cir circolare ci colare di CPR S System: ystem: modello valore alore nel rispett rispetto o dell’ dell’ambiente un model llo di v ambiente La cassetta CPR S System nasce ne ello stabiliment ilim o di Gallo dove, una volta stampata, viene movimentat tata per traspor traspo tare l’orrtofrutta nei diversi punti vendita dei supermercati. Da qui, verrà poi ritiirata e trasf ra as erita nei magazzini e centri di lavaggio, cassette. ema virtuoso di CPR R System Sys st É questo il sitem p odottii

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Lo schiaffo del Cile Perché si va a una fiera? Per fare business, per cercare nuovi clienti, per proporre la propria innovazione e vedere cosa fanno i concorrenti, per avere contatti, intrecciare/consolidare relazioni vecchie e nuove, ma non basta. Una fiera non è solo occasione di business e incontri, è anzi - deve essere una vetrina di sistema, una occasione per lanciare messaggi/temi/argomenti di cultura imprenditoriale che reggono quel sistema (o che lo minacciano). Il Macfrut che apre a Rimini è il più grande di sempre, con una forte apertura internazionale soprattutto verso l’Africa, con largo spazio all’innovazione sostenibile pre e post-raccolta, vera e grande vetrina della filiera Italia dal campo alla tavola. Renzo Piraccini ha fatto un lavoro eccellente in questi anni, rianimando e rimotivando questo che, per una serie di circostanze anche fortuite, è rimasto l’unico salone nazionale di settore. Intelligente anche l’intuizione di trasformare il palcoscenico riminese in un summit ItaliaAfrica con il coinvolgimento di alcuni tra i Paesi emergenti di quel continente (Congo, Algeria, Somalia, Etiopia, Guinea, Mozambico e altri dell’area Subsahariana). Certamente l’Africa è un continente da far crescere soprattutto con le nostre tecnologie, comparto nel quale la nostra leadership è indiscussa. Si aprono praterie per il nostro business ‘pesante’ più che per il fresco, ma qui non basta la buona volontà di Renzo l’Africano, serve un sistema-Paese, ministero, banche, governo. Bisogna capire che per la nostra posizione geografica e logistica possiamo esercitare una leadership, dopo le tante occasioni perse nel Mediterraneo. Ma bisogna crederci, il governo deve puntare anche sulla Via dell’Avorio oltre che sulla Via della Seta. Lo farà? Lo capirà? Altro tema di cultura imprenditoriale su cui il patron di Macfrut ha puntato è quello della competitività, dell’aggregazione. Se ne è parlato ai nostri Protagonisti di Venezia nel gennaio scorso, poi all’assemblea di Fruitimprese in aprile, se ne parla a Rimini in un convegno di CSO Italy dal titolo perentorio: “L’ortofrutta italiana a un punto di non ritorno: servono nuovi mercati” con la partecipazione annunciata del sottosegretario Alessandra Pesce. Il Macfrut più grande di sempre arriva dopo la peggior campagna export degli ultimi dieci anni, con prezzi bassi per i prodotti all’origine, consumi stagnanti, progetti abortiti (Frutta nelle scuole che arriva quando le scuole stanno per chiudere), e - ciliegina sulla torta un vero e proprio schiaffo all’Italia con l’apertura del mercato cinese alle pere del Cile, mentre noi, secondo produttore al mondo di pere, stiamo lì a guardare e a trattare da anni. Il Governo pateticamente sban-

✍ Lorenzo Frassoldati

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diera come grande risultato gli agrumi siciliani in Cina (per carità benissimo, ma le quantità sono ancora irrisorie), intanto però la Spagna entra in Cina con la sua uva da tavola, la Polonia con le sue mele e il Cile aggiunge le pere alle sue ciliegie sulla Via della Seta, che per il paese sudamericano funziona eccome. Ovviamente in prima linea a Pechino per la firma c’era l’attuale presidente del Cile mentre a trattare c’era un ex presidente, Eduardo Frei. Avete capito bene: il Cile usa ex presidenti della Repubblica per aprire le frontiere cinesi alla sua frutta. Ecco perché la loro strategia funziona e noi stiamo al palo. E’ ora di fare sul serio, siamo arrivati a “un punto di non ritorno”, come recita il convegno di CSO Italy. Lo capirà la sottosegretaria Pesce, glielo faranno capire le rappresentanze del settore? Vinitaly - cioè la Fiera di Verona - non è solo una fiera, è strumento di internazionalizzazione del vino italiano nel mondo, accompagna le cantine sui principali mercati, apre piattaforme in US, Asia, Sudamerica. E’ chiaro che Piraccini ha in mente un progetto analogo per Macfrut. Ma qui, come per l’Africa, servono la politica, le istituzioni, il ministero, altrimenti parliamo di niente. E qui lancio una provocazione. E’ chiaro che il sistema ortofrutta Italia ha tanti punti di eccellenza , su cui ancora si regge. Ha tante aziende competitive che crescono nonostante tutto. Ma bisogna smetterla di stordirsi con la retorica dell’eccellenza, del made in Italy, e prendere sul serio i segnali minacciosi che vengono dall’export e dalla stagnazione dei consumi interni. Da questo Macfrut spero venga un segnale forte nella direzione già più volte rilanciata da Piraccini: per ritrovare competitività “va costituita una task force per l’internazionalizzazione tra imprese e istituzioni che lavori su barriere, promozione, logistica. Non basta, infatti, aprire e finalizzare i protocolli: serve una strategia”. Poi sostegno alle imprese che si aggregano per l’export e aiuti per la creazione di hub e piattaforme all’estero in cui possono giocare un ruolo Mercati e Centro agroalimentari. E, aggiungiamo noi, condizioni di vantaggio (fisco, previdenza, energia) per chi crea occupazione in particolare al Sud e coinvolgere le catene della GDO (chi ci sta) nella piena valorizzazione del prodotto nazionale. I signori della GDO non possono stare a

EDITORIALE

CORRIERE ORTOFRUTTICOLO

segue a pag. 5

PUNTASPILLI

IL ‘PREZZO DI CITTADINANZA’ Un genio dei 5 Stelle si è inventato il ‘prezzo di cittadinanza’ per i prodotti agricoli. Ovviamente non se ne farà niente. Però se ne parlerà molto. *

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ANNO XXXIII Nuova serie Maggio 2019

5 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 - 37125 VERONA - I - TEL. 0458352317 /e-mail:redazione@corriereortofrutticolo.it / Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n.46) Art. 1, comma 1, DCB VR

Direttore responsabile: Lorenzo Frassoldati Redazione: Emanuele Zanini Hanno collaborato: Chiara Brandi, Mariangela Latella, Maurizio Nasato Sede operativa via Fiordiligi, 6 37135 Verona Tel. 045.8352317-Fax 045.8307646 e-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it Editore Gemma Editco Srl Coordinatore editoriale Antonio Felice Comitato di indirizzo Duccio Caccioni, Antonio Felice, Lorenzo Frassoldati, Corrado Giacomini, Claudio Scalise (coordinatore) Sede legale e amministrativa: via Fiordiligi, 6 37135 Verona E-mail: redazione@corriereortofrutticolo.it P.IVA 01963490238 Fotocomposizione e stampa: Eurostampa Srl - via Einstein, 9/C 37100 Verona Autorizzazione Tribunale di Verona n. 176 del 12-1-1965 Spedizione in abb. postale comma 26, art. 2, legge 549/95 La rivista viene distribuita in abbonamento postale c/c n. 11905379 Abbonamento annuo: 70 euro per due anni: 100 euro abbonamenti@corriereortofrutticolo.it Chiusura in redazione il 06.05.2019

Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Profilo: Corriere Ortofrutticolo si è affermato come rivista “di filiera” del settore ortofrutticolo italiano. La rivista collega chi produce, chi commercializza e chi vende al pubblico, oltre ai settori connessi (dai macchinari ai trasporti). La diffusione è capillare in Italia, dove si è allargata alla grande distribuzione alimentare e al dettaglio.

Diffusione: 6.000 copie. Ripartizione del mailing: Dettaglianti 23%, Produttori 22%, Grossisti 19%, Distributori 12%, Import-export 6,5%, Servizi 5%, Tecnologie e Trasformati 2,5%, Altri 10% Maggio 2019

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L’Iran colpito dal flagello delle locuste

RUBRICHE EDITORIALE Lo schiaffo del Cile

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IL RICORDO Schiavelli, il presidente gentiluomo

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NOTIZIARIO

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DISTRIBUZIONE&MERCATI Efficienza e qualità dei servizi Buon 2018 per Veronamercato 29 MERCATO GENOVA.Il cuore oltre il crollo del ponte Morandi

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Rumors sul bio di Edeka

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LOGISTICA Arriva il Vado Gateway

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Barcellona più vicina alla Cina

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MONDO FRUIT ATTRACTION. Madrid vuole superarsi

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INTERPOMA CHINA. L’Alto Adige

segue editoriale

guardare. Stiamo perdendo colpi anche nelle filiere dove eravamo fortissimi (mele, kiwi, uva da tavola, biologico) tra l’incudine dell’embargo russo e il martello dell’aggressività dei nuovi concorrenti europei e internazionali. In queste condizioni anche il Ta-

PAG. 43 insegna ai cinesi

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MEDFEL. Piccola ma piena di novità e di buyer stranieri

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IRAN. Il flagello delle locuste

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FRESH CUT Attenti alla Spagna, investe nelle serre per IV Gamma

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Ortoromi: zuppe pronte, horeca ed e-commerce nel 2019

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Spreafico con il marchio FruEat rinnova la sua linea fresh cut

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ATTUALITÀ Copertina - Protagonisti I CALVINI 80 anni di frutta secca

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PERE. Sì al Cile, l’Italia al palo

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Maltempo: la sberla di maggio Neve e ghiaccio come d’inverno

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ALBICOCCHE. Avvantaggiati in Europa

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volo Nazionale non basta, è acqua fresca. Deve trasformarsi in una task force operativa partecipata da tutti i ministeri interessati per rilanciare competitività export, consumi. Siamo alla vigilia di un declino: vogliamo reagire o assistere con le mani in mano? l.frassoldati@alice.it www.corriereortofrutticolo.it

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Vittorio, agricoltore Cesena

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Alce Nero. Agricoltori biologici dal 1978


Schiavelli, il presidente gentiluomo Si è spento il 25 aprile a 59 anni Antonio Schiavelli, presidente dell’Unione nazionale UNAPROA. Nato a Corigliano Calabro l’8 novembre 1960, agrumicoltore e cooperatore, socio e dirigente storico di Coldiretti Cosenza, già consigliere di amministrazione di CampoVerde SpA, già amministratore delegato del Consorzio Sibarit, Schiavelli era in carica come amministratore delegato della OP Pomez società cooperativa agricola, come rappresentante legale dell’azienda agricola Eredi Schiavelli Francesco (produttrice di agrumi), oltre ad essere presidente, al secondo mandato, di UNAPROA. Appresa la triste notizia, UNAPROA ha emesso la seguente nota: “Ci ha lasciati un amico fraterno, un imprenditore appassionato, un amministratore illuminato, apprezzato da chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di frequentarlo per le immense qualità umane e le non comuni doti di professionalità: doti che, non a caso, lo hanno portato a ricoprire cariche importanti e di responsabilità”. L’Unione lo ricorda ancora come “uomo di profonda cultura, accademico dei Georgofili e scrittore. Ha fortemente creduto, fin dall’inizio, nella creazione di UNAPROA e ne è stato il presidente dal 2016. Anche durante il decorso della sua malattia non ha mai rinunciato a guidare l’Unione, lui, agricoltore e cooperatore guardava al futuro; e siamo certi che il solco che ha fortemente voluto tracciare, e che noi consiglieri insieme ai collaboratori dell’Unione condividevamo con lui, darà copiosi frutti”. Le esequie, dopo la Camera ardente presso la sede nazionale di Coldiretti a Roma, si sono tenute a Corigliano-Rossano presso la Chiesa di Sant’Antonio, sabato 27 aprile. Tramite il suo presidente Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, la Coldiretti ha espresso “profondo cordoglio”. Prandini e Gesmun-

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IL RICORDO

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do hanno sottolineato “l’impegno incessante per lo sviluppo dell’agricoltura e dell’Organizzazione economica dei produttori”. La Coldiretti ne ha anche ricordato la profonda conoscenza del settore ortofrutticolo e la grande capacità organizzativa che ha voluto fino all’ultimo condividere con gli altri contribuendo allo crescita competitiva del made in Italy. Alla famiglia Schiavelli e a UNAPROA le condoglianze della direzione, della redazione e di tutto lo staff del Corriere Ortofrutticolo. Abbiamo avuto modo anche noi di conoscere e apprezzare l’azione appassionata di Schiavelli a favore dell’ortofrutta, in particolare del Sud, la sua preparazione, la sua dialettica e la sua abnegazione. Aveva preso le redini di UNAPROA in un momento estremamente difficile e l’ha tenuta in piedi senza tentennamenti dandole una prospettiva di sviluppo. Nella sua Calabria si batteva per una migliore organizzazione della produzione e per il suo rinnovamento varietale, con riferimento particolare alle clementine, di cui la Calabria è la prima regione produttiva a livello nazionale. Univa la sua professionalità al servizio del settore ad una vasta cultura, che lo faceva un personaggio piuttosto speciale nel panorama ortofrutticolo italiano.

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IL RICORDO

VELARDO: “ERA UN COMPAGNO DI VIAGGIO” Gennaro Velardo, presidente dell’Unione Nazionale Italia Ortofrutta, ha reso omaggio nella capitale alla salma di Antonio Schiavelli. “Ho perso un compagno di viaggio - ha affermato -, insieme abbiamo agito con unità d’intenti nell’interesse del nostro settore e dei nostri associati, ma ho perso anche un gentiluomo a cui ero legato da un personale affetto. Antonio era uomo aperto al dialogo. Ne ho apprezzato la schiettezza, la competenza, la disponibilità in ogni occasione in cui abbiamo dovuto presentarci uniti davanti alla pubblica ammi-

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nistrazione, soprattutto in ambito ministeriale, al fine di ottenere risultati che portassero beneficio alla produzione ortofrutticola organizzata. Ci legava il fatto di essere entrambi espressione di quel Sud che trova nell’ortofrutta una componente economica importante e che merita grande attenzione, impegno, consapevolezza. Anche per queste ragioni, la sua scomparsa lascia certamente un vuoto difficile da colmare”.

BRUNI: "VOLEVA LA RISCOSSA DEL SUD" Paolo Bruni, presidente di CSO Italy, ha così commentato la prematura scomparsa di

Antonio Schiavelli: “La triste notizia mi è giunta come una sassata in fronte. Sapevo che Antonio non stava bene, ma sinceramente non pensavo che le condizioni fossero così precipitate. Con la scomparsa di Antonio Schiavelli se ne va un pezzo di signorilità dell’agroalimentare nazionale e certamente un combattente con la C maiuscola della riscossa del Mezzogiorno d’Italia.” “Lo conobbi tanti anni fa quando tutti eravamo più giovani, io ero vicepresidente dell’UNAPROA, lui un autorevole rappresentante dell’ortofrutta calabrese. Mi colpirono il suo solare entusiasmo, la sua grande cultura e la scioltezza del linguaggio. Mentre parlava sapeva letteralmente incantare gli uditori. Negli ultimi anni ci eravamo visti di rado ma quando ci incontravamo ricordavamo le battaglie fatte per cercare di valorizzare l’ortofrutta italiana”.

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Melinda punta sulla Spagna per incrementare l’export La Spagna è da anni un buon mercato per le mele italiane. Melinda era partita tardi su quel mercato rispetto ai competitor ma ora, secondo indiscrezioni, sta recuperando piuttosto in fretta. Non è un caso dunque che si stia promuovendo per la prima volta in Spagna. Una campagna pubblicitaria televisiva è andata in onda fino al 28 aprile sui principali canali nazionali spagnoli. All’insegna del claim “Melinda, la manzana italiana preferida da los italianos!”, lo spot tv si rifà ad alcuni dei valori distintivi del Consorzio trentino: il gusto, la bellezza, l’italianità della produzione. Parallelamente Melinda ha dato il via a un progetto dedicato al trade sui Mercati ortofrutticoli spagnoli. L’iniziativa prevede l’assaggio di mele, l’offerta della colazione ai clienti e la distribuzione di gadget Melinda, ricalcando quindi il format dell’attività in corso nei Mercati italiani. Lo scopo è fare diventare i gestori delle fruterías dei veri e propri ambasciatori della mela dal bollino blu, ripercorrendo la strada compiuta in Italia con il dettaglio specializzato. Giovanna Turrini, area manager Melinda per la Penisola Iberica, così commenta: “Confidiamo che questo progetto porti i risultati sperati in termini di visibilità e di affermazione del brand,

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N NOTIZIARIO

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per riuscire a dare continuità e incrementare nel tempo le nostre vendite”.

Campidanese promotrice della prima AOP in Sardegna Allo studio la prima AOP sarda. Un’iniziativa che ruota intorno all’accordo di base, ancora in fase embrionale, tra l’OP Campidanese e la cooperativa Villacidresi e punta a coinvolgere alcune piccole aziende agricole dell’isola e altre della Penisola con l’obiettivo di arrivare a formalizzare l’aggregazione nel 2020. “È un passaggio obbligato per essere veramente strategici sul mercato globalizzato - spiega Salvatore Lotta di OP Campidanese (nella foto) -. Non solo per acquistare maggiore peso contrattuale nei confronti della GDO ma anche per aggredire i mercati esteri in maniera organizzata e potere accedere a finanziamenti europei specifici per questo tipo di realtà produttive”. Il perno del processo aggregativo sarà la Campidanese anche perché, con il suo fatturato annuo di 25 milioni di euro è l’azienda commercialmente più potente nel panorama dell’ortofrutta sarda. La cooperativa Villacidresi porterà in dote il suo giro d’affari di sei milioni di euro l’anno ed un’alta specializzazione nella produzione agrumicola, ma l’obiettivo è di arrivare a diversificare il paniere con ogni tipo di produzione ortofrutticola di eccellenza

italiana inclusa la IV Gamma. Parola d’ordine dell’accordo aggregativo è ‘sostenibilità ambientale’ con corsie preferenziali per produzioni a residuo zero, imballaggi eco-sostenbili e così via dicendo. “I primi incontri strategici - precisa Lotta - partono dal Macfrut di Rimini. Mentre, secondo la road-map programmata, a fine maggio potremo già stilare una prima bozza di intenti, un primo impegno. Considero un obiettivo realizzabile portare il fatturato aggregato a 50 milioni di euro nel breve periodo, di cui la metà realizzato all’estero soprattutto nei mercati del Centro e Nord Europa dove attualmente, come OP, siamo presenti con una quota del 10% del nostro giro d’affari. E questo è dovuto anche alla mancanza di aggregazione”. Non è ancora stato scelto il nome dell’AOP né pare in discussione, almeno in questa fase, la possibilità di creare nuovi marchi ad hoc. “I marchi ci sono già - afferma Salvatore Lotta che commercializza i prodotti principalmente con il brand L’Orto di Eleonora -. Useremo quelli più conosciuti che ciascuno di noi ha perché l’obiettivo è creare un maggiore peso commerciale e valore aggiunto al-

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NOTIZIARIO

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le nostre produzioni. Il tutto sotto un unico ombrello organizzativo e con una fatturazione unica per tutti. A livello commerciale parleremo tutti un’unica lingua perché non ha senso che ci siano tante realtà piccole e piccolissime con fatturati irrisori”. Idee chiare, obiettivi che possono dare all’ortofrutta sarda una nuova fisionomia. (m.l.)

Due fusioni in Orsero SpA. Approvato il bilancio 2018 L’assemblea ordinaria di Orsero SpA, riunitasi il 24 aprile, ha approvato il bilancio 2018, che evidenzia un utile di poco superiore ai 4 milioni di euro, e ha preso atto del bilancio consolidato di Gruppo al 31 dicembre 2018 che segna un utile di 8 milioni. L’assemblea ha deliberato di distribuire un dividendo lordo pari a 0,12 euro per azione posto in pagamento a partire dall’8 maggio. L’incarico per la revisione legale dei conti della SpA è stato affidato fino al 2027 alla società KPMG, previa risoluzione consensuale dell’attuale incarico conferito dall’assemblea degli azionisti del 20 aprile 2018. Nel consiglio di amministrazione seguito all’assemblea, è stato approvato il progetto comune di fusione per incorporazione in Orsero di GF Distribuzione Srl e di GF Porterm Srl, subholding interamente controllate da Orsero, progetto che si inserisce nella prevista operazione di semplificazione della struttura societaria di Gruppo.

Origine Group partner italiano della pera bicolore Fred® Fred® è il nome commerciale della varietà identificata con la sigla Ch201 selezionata, dopo 18

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anni di incroci, dai ricercatori di Agroscope, Centro di ricerca svizzero. Fred® è una pera bicolore di calibro medio. La polpa è compatta ma croccante e succosa. "Aromatica, dolce ma con una leggera acidità, con un’ottima conservabilità, assicura al consumatore caratteristiche organolettiche eccezionali -afferma il direttore di VariCom Michael Weber -. Inoltre è tollerante al fuoco batterico ed è molto produttiva. Insomma, una novità nel panorama attuale delle pere. La produzione è già stata testata in diverse aree e i frutti saranno disponibili tra breve per test commerciali su scala reale". In Italia Origine Group ha deciso, in partnership con la società svizzera VariCom, di puntare su questa pera per le sue caratteristiche organolettiche ed estetiche, ma anche perché presenta un’ottima conservabilità e un’alta produttività. "Una varietà interessante per tutta la filiera quindi - afferma Alessandro Zampagna - e pensiamo che il nostro comparto abbia bisogno di nuove varietà con queste caratteristiche. Con VariCom e il vivaio francese Dalival, che fornirà le piante, c’è stata subito una grande sintonia, e siamo fortemente fiduciosi che questa collaborazione porti ottimi risultati.” L’Italia è il primo produttore europeo di pere, pertanto sarà cruciale per il successo della pera Fred®, che dovrebbe essere presentata il prossimo novembre (28-30) a Ferrara in occasione di Futurpera.

Mela Tessa più forte grazie a due nuovi partner Il progetto Mela Tessa® si ampia e si arricchisce di due nuovi partner: VM-Marketing e Coop Jolly, esperti nell’export e pronti a dare

una mano per conquistare nuovi mercati. Mela Tessa® nasce dall’incrocio tra la varietà Gala e Pink Rose. Una mela dalla qualità omogenea e di un’alta produttività, che colpisce sia per il suo colore rosso brillante, sia per le sue qualità organolettiche: una polpa fine, dolce e succosa, un sapore aromatico, gradevole, e una buccia liscia. Mela Tessa® possiede anche un’ottima conservabilità e shelflife, caratteristiche che la rendono particolarmente adatta ai trasporti verso le mete più lontane, come i mercati asiatici, del Medio ed Estremo Oriente. Il giorno 1 aprile è stato siglato l’accordo di produzione tra VMMaggio 2019


Marketing, la Coop Jolly e la Feno Srl, titolare della varietà. La prima si occuperà della produzione e della commercializzazione dei frutti, mentre la seconda della produzione e della frigo-conservazione. I due partner negli ultimi anni si sono specializzati nella produzione, frigo-conservazione ed export di mele in tutto il mondo consolidando il rapporto commerciale con importanti clienti in ogni continente. La produzione della Mela Tessa® avverrà nella storica zona di frutticoltura in provincia di Cuneo (Piemonte), da frutteti situati tra 350 e 700 metri, adatti a garantire un’alta qualità di prodotto. I primi test commerciali sono stati fatti sul mercato tedesco in esclusiva con la catena di supermercati Edeka ed il feedback è stato molto positivo: Mela Tessa® ha convinto sia sul fronte del gusto che per il packaging.

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L’Olanda ci invia pomodoro pari quasi al doppio del nostro export

Pomodoro, con le delegazioni spagnola, francese e italiana, riunitosi nei giorni 4 e 5 aprile a Ragusa per iniziativa dell'OP Valleverde e sotto l'egida del ministero delle Politiche Agricole.

Il principale fornitore di pomodoro da mensa per l'Italia è rappresentato dai Paesi Bassi, con oltre 114 mila tonnellate di prodotto esportato. L'Italia, invece, ha quale sua prima destinazione la Germania, con spedizioni per oltre 61 mila tonnellate nel 2018. Per quanto riguarda le previsioni nel medio termine, si stima che le importazioni di pomodoro da mensa nella UE dovrebbero aumentare di 0,4 punti percentuali annui. In questo scenario, il Marocco rappresenta il Paese da cui provengono il 72% delle importazioni comunitarie totali. Questi dati emersi sono emersi in occasione del Gruppo di Contatto

Le fasce di povertà condizionano i consumi

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Va tenuto presente un fenomeno socio-economico generale quando si parla di consumi di ortofrutta: la fascia crescente di popolazione europea poco abbiente. Quasi un europeo su 4 è in povertà o a rischio povertà ed esclusione sociale. I numeri impietosi sono di Eurostat e si riferiscono al 2017. I parametri considerati sono essenzialmente tre: scarso reddito (al netto di deduzioni o

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NOTIZIARIO

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Sentenza europea a difesa dei prodotti IG

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“La tutela dei prodotti di qualità ad Indicazione Geografica, che sono la nostra eredità culturale e una grande risorsa economica da custodire e valorizzare, esce ancora più rafforzata dalla sentenza espressa il 2 maggio dai giudici europei contro i falsi nel settore agroalimentare”. Così Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, ha commentato la posizione assunta dalla Corte di Giustizia Europea secondo cui i segni figurativi, anche paesaggistici, che fanno riferimento all’origine di un prodotto alimentare DOP possono costituire una illegale evocazione del marchio. “La sentenza porta acqua al mulino del Parlamento Europeo - spiega De Castro - che da sempre si batte affinché le Indicazioni Geografiche siano considerate non solo per le loro qualità e caratteristiche organolettiche uniche, ma anche per la loro capacità di

cristallizzare nella memoria e nella cultura, la storia, i simboli, le arti e la letteratura”. "Insomma - afferma l'europarlamentare - stop al rischio di vedere sull’imballaggio di un formaggio simil Parmigiano Reggiano, l’immagine del maestro Giuseppe Verdi, o ancora il paesaggio unico delle colline del Prosecco sull’etichetta di uno sconosciuto vino frizzante". Questo significa "dare un riconoscimento maggiore dell’impegno di chi produce eccellenze, ma soprattutto più trasparenza e più tutela del consumatore. Il nostro impegno al Parlamento europeo non è concluso: come richiesto dai produttori, dobbiamo riformare, semplificandolo, il Regolamento UE sulla protezione delle DOP e IGP (sono oltre 800 solo in Italia) per portare avanti un asset sempre più determinate per lo sviluppo e la sostenibilità dell’agroalimentare italiano".

integrazioni di welfare), forte deprivazione materiale e l’essere parte di famiglie messe alla prova da disoccupazione e sotto-occupazione. Erano 112,9 milioni gli europei in povertà o a rischio povertà nel 2017, un numero enorme che, malgrado il calo registrato rispetto agli anni difficili della crisi (si era arrivati al 25%), mal si concilia con quella riduzione di ben 20 milioni di unità che la Commissione si era prefissata per la fine del decennio. E le percentuali diventano vertiginose in Paesi come Bulgaria (38,9%), Romania (35,7%) e Grecia (34,8%). Ma anche il nostro Paese, con un tasso di persone povere o a rischio povertà ed esclusione sociale del 28,9% è uno dei più critici dell’intera area UE. Analizzando le cate-

gorie più a rischio inoltre, risulta evidente che le misure di welfare che hanno accompagnato il continente negli ultimi decenni, necessitano di aggiornamenti e risorse aggiuntive. Sono le donne, con una percentuale del 23,3% (confrontato al 21,6% degli uomini), il genere più esposto al rischio povertà. Analogamente sono i più giovani con un tasso del 24,9% rispetto a quello del 18,2% degli ultra 65enni a essere in evidente disagio. E spesso nemmeno l’istruzione è un fattore di esclusione: nella UE il 10,9% delle persone con in mano una laurea è ugualmente a rischio povertà. Questa complessa realtà aiuta a capire il quadro della distribuzione (il boom dei discount e degli hard discount) e dei consumi di ortofrutta che non decollano.

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Agrumi: una bilancia commerciale in profondo rosso Il Gruppo di contatto Agrumi del Comitato Misto Ortofrutta composto da Francia, Spagna e Italia, al quale per la prima volta ha partecipato il Portogallo, ha celebrato la sua riunione annuale il 25 aprile a San Giuliano, in Corsica. Elena Aloisa Albertini, coordinatrice del Comitato Arance dell’Organizzazione Interprofessionale Ortofrutta Italia, presente alla riunione annuale del Gruppo di contatto anche in rappresentanza dei colleghi Giuseppe Campisi (coordinatore del Comitato Limoni) e Pierluigi Taccone (coordinatore del Comitato Piccoli Agrumi), dichiara la sua piena soddisfazione per i risultati dell’assise ottenuti in piena sintonia con i colleghi europei e anche l’importanza strategica dell’apertura al Portogallo avvenuta già alla terza riunione di questo Gruppo di contatto, suggerendo ed auspicando che tale implementazione possa avvenire per l’intero Gruppo Misto ortofrutticolo europeo. Tra i molti dati presentati durante la riunione, quelli dell’importexport italiano. L’Italia è appena il tredicesimo esportatore mondiale di agrumi con 266.249 tonnellate esportate nella campagna 2017-18 (per più della metà si tratta di arance, seguite da clementine, limoni e in piccola quantità dai mandarini). Siamo invece al decimo posto al mondo tra gli importatori con 426.348 tonnellate importate nella stessa stagione 2017-18. Quindi la bilancia commerciale degli agrumi è pesantemente deficitaria.

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Carciofo sardo di IV Gamma: perso il 60% della produzione Sta giungendo a conclusione la campagna del carciofo sardo di IV Gamma che quest’anno a causa dell’andamento climatico sfavorevole, ha registrato gravi perdite di prodotto che si sono attestate intorno al 60%. La principale conseguenza è stata quella di perdere quote di mercato presso i principali canali GDO a favore delle produzioni siciliane e pugliesi. Per recuperare terreno e mettersi al riparo dai rischi di perdite di prodotto da sfrito, l’azienda Agro Mediterranea Group di Assemini in provincia di Cagliari, ha già messo a punto una strategia per la prossima campagna ed ha stilato un piano di investimenti per introdurre tecnologie in fase di lavorazione che permetteranno di ridurre lo sfrito di almeno un quarto. Ce ne parla il proprietario, Filippo Frongia. “Quest’anno la campagna non è andata molto bene – spiega -. Abbiamo avuto un calo di volumi del 60% e l’aumento dei prezzi, che è stato intorno al 25% rispetto alla media di circa 20 centesimo a capolino, non è servito a compensare le perdite. A causa della mancanza di prodotto, inoltre, abbiamo perso quote di mercato nel canale GDO dove, presso tutte le insegne, siamo leader per il carciofo di IV Gamma. Se ne sono avvantaggiati i produttori siciliani e pugliesi ma anche i competitor internazionali da Egitto, Spagna e Francia. Per rimediare l’anno prossimo spingeremo su una tattica aggressiva per proporci a prezzi competitivi a fronte della qualità del carciofo sardo che è quello preferito dalla GDO soprattutto in Liguria, Piemonte e Lombardia.”. La produzione del carciofo rappresenta l’80% del fatturato di Agro Mediterranea Group. (m.l.) Maggio 2019

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I CALVINI. I genovesi artefici del successo di Ventura

80 anni di frutta secca Antonio Felice L'attività dei Calvini ha le sue origini nella cultura mercantile genovese che gravitava intorno ai magazzini di Sotto Ripa, il luogo di Genova storicamente deputato al commercio, e dal 1936 si lega al nome, che diventerà il loro marchio, di Ventura. In quell’anno, infatti, Giovanni Calvini rileva, insieme a due soci, da un tale Attilio Ventura una licenza per l’import-export di frutta e di frutta secca. Dall’inizio degli Anni Sessanta l’attività, che sempre più si era specializzata nell’importazione, selezione e distribuzione di frutta secca, è portata avanti dai Calvini, in particolare da Adriano Calvini, figlio di Giovanni, che ha ereditato l’azienda a 21 anni e che oggi, ottantenne, è il presidente di Madi Ventura SpA. In un granMaggio 2019

Dal magazzino di Sotto Ripa nella vecchia Genova mercantile al moderno grande stabilimento di Chieve, in provincia di Cremona, una crescita coerente basata su specializzazione e innovazione

Snack di nuova generazione a marchio Ventura con mix diversi di frutta secca. Sopra, Giovanni Ventura, amministratore delegato di Madi Ventura SpA

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A Tuttofood presentate tutte le ultime novità Madi Ventura ha presentato a Tuttofood 2019 gli ultimi lanci di casa Ventura: BBShot, una linea definita dall’azienda ‘rivoluzionaria' di snack a base frutta secca, essiccata o cioccolato fondente con meno di 100 calorie, una vera novità per il mercato italiano; le Bio barrette BBMix e BBExtra, ricche di benefit nutrizionali perché preparate con sola frutta proveniente da agricoltura biologica pressata a freddo; la linea Raccolti Italiani, selezione di frutti freschi italiani lavorati in assenza di shock termici per offrire al consumatore un prodotto unico, parzialmente disidratato,

de magazzino a Fiumara si importava frutta secca da tutto il mondo: uva sultanina dalla Turchia, prugne secche dalla California, datteri dalla Tunisia, prodotti che venivano lavorati e poi distribuiti ai grossisti dei più grandi mercati ortofrutticoli italiani, in particolare a Milano e Roma. Negli Anni Settanta e Ottanta l’attività prende l’onda dell’esplosione della GDO italiana, adeguandosi alle nuove esigenze e crescendo notevolmente. Ma è con un grossista milanese, Madi, che dopo anni di reciproca conoscenza, l’attività dei Calvini si fonde dando vita nel 2000 alla Madi Ventura, di cui un altro Calvini, Giovanni junior, quarto figlio di Adriano, diventa l’amministratore delega-

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sorprendentemente evocativo del frutto originale e pronto da gustare. Un’offerta ampia e versatile che racconta l’impegno di Ventura nel campo dell’healthy and tasting snacking, un posizionamento strategico, di cui l’azienda è pioniera e su cui continua ad investire con successo attraverso le linee Bontà e Benessere. Un mondo, quello BB, che oggi fa di Ventura lo specialista dei mix di frutta secca ed essiccata e che racchiude differenti gamme con un forte potenziale anche nel canale 'out of home' e che presidiano molteplici aree di consumo.

to. La fusione avviene tra due società già leader nel mercato italiano della frutta secca e dà origine a una realtà che nel 2018 ha espresso un fatturato di 121 milioni di euro, ha uno stabilimento produttivo a Chieve, in provincia di Cremona, di 13 mila metriquadri, conta su 70 dipendenti, gestisce i marchi Ventura, Ja, Calbest e Sunsweet, vende per l’85% alla GDO, il 12% ai mercati ortofrutticoli e il 3% all’estero. Abbiamo incontrato Adriano e Giovanni Calvini nei loro uffici di Genova. Ecco domande e risposte. Su quali elementi poggia l’attività di Madi Ventura? “Innazitutto la forte specializza-

zione. Non si diventa leader di mercato per caso in un settore come quello della frutta secca in cui sono necessarie oggi una conoscenza rigorosa delle esigenze dei consumatori e dei prodotti, la capacità di scegliere le materie prime migliori nei Paesi d'origine, una cura speciale in ogni fase della produzione ed una distribuzione capillare con marchi di assoluta notorietà. Dietro a tutto ciò abbiamo sempre perseguito la qualità e l’affidabilità, la qualità dei prodotti, l’affidabilità dell’azienda. Su questi due punti non si sono fatti compromessi di nessun genere e si sono costruite relazioni di lungo termine con i clienti e i fornitori. Siamo stati coerenti nel perseguire la qualità dei nostri prodotti ma ancora prima nel tener fede ad alcuni valori intangibili”. Che cosa rappresenta il vostro storico rapporto con Sunsweet? “Sunsweet è il produttore numero uno al mondo nel mercato delle prugne secche. Dietro c’è il lavoro di una cooperativa di coltivatori californiani che cura e controlla la qualità durante tutto il processo produttivo, dalla coltivazione alla lavorazione e al confezionamento. Non ci avrebbero scelto come unico loro distributore nel mercato italiano se non vantassimo una reputazione di un certo tipo, che si rifà ai valori di cui abbiamo accennato. E’ una collaborazione proficua, che dura da più di cinquant’anni”. A che cosa è dovuta la vostra più recente fase di crescita? “Negli ultimi anni siamo saliti sull’onda dei mix di frutta secca, lanciando sul mercato prodotti leader di categoria. Abbiamo prestato la massima attenzione ad ogni componente del mix, coprendo tutta la gamma degli snack. Siamo presenti in questo segmento, che è cresciuto tantissimo con l’inserimento nelle avancasse dei supermercati, con oltre 50 articoli diversi. L’ultimo Maggio 2019


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La fusione con Madi dura da 20 anni esatti. Un matrimonio tra Genova e Milano che evidentemente funziona... “La proprietà è al 50% Ventura e 50% Madi, quest’ultima attraverso la società Serfruit. La governance funziona molto bene. Nel cda due componenti sono Ventura e due sono Serfruit. L’operatività fa capo all’amministratore delegato e i manager rispondono all’ad. Funzioni e ruoli sono chiari e formalmente definiti. Entrambi i soci sono operativi e si sono sempre dimostrati all’altezza. A Genova abbiamo la direzione generale, la parte commerciale e il marketing. A Milano si è mantenuto il posteggio all'Ortomercato. Il cuore produttivo è vicino a Crema, a Chieve, da dove parte la distribuzione. E’ uno stabilimento all’altezza delle nuove esigenze, con 13 linee di confezionamento, un magazzino refrigerato automatizzato di 4.000 metriquadri su un totale di 13 mila. La struttura è specializzata nella tostatura di arachidi e altri frutti sgusciati, nella creazione di mix bilanciati di frutta secca, frutta essiccata, semi e cioccolato, e nel confezionamento di tutti i tipi di frutta secca. Per sostenere la fase di espansione che stiamo vivendo, si stanno ultimando la costruzione di un muovo magazzino automatizzato per lo stoccaggio di Maggio 2019

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prodotto lanciato sul mercato vanta la caratteristica di avere un apporto inferiore alle 100 calorie; abbiamo voluto così sfatare il mito che la frutta secca è calorica. Le linee di snack Bontà e Benessere interpretano al meglio le più recenti tendenze di consumo salutistico. Ci abbiamo puntato con forti investimenti in innovazione e comunicazione. Oggi rappresentano il 10% circa del nostro fatturato. L’assortimento dell’azienda spazia peraltro dai classici frutti in guscio e sgusciati, alla frutta secca disidratata, alle specialità stagionali quali fichi e datteri, ai prodotti tostati”.

Un’area di stoccaggio nello stabilimento Madi Ventura di Chieve. Sotto, una macchina per la selezione delle arachidi

prodotti finiti e l’ampliamento dell’area produttiva e degli uffici. Abbiamo tutte le certificazioni necessarie a garantire standard qualitativi rigorosi, elevati e costanti. Ci stiamo preparando alla certificazione SA 8000 sulla re-

Madi Ventura Spa ha espresso nel 2018 un fatturato di 121 milioni di euro. L’85% delle vendite avvengono in GDO. Dura da oltre cinquant’anni la collaborazione con i californiani di Sansweet

sponsabilità sociale di impresa, a coronamento di un percorso che ci caratterizza, e che portiamo avanti con coerenza, sui valori etici.”. Come vedete il futuro, vostro e del settore della frutta secca? “In Italia ci sono realtà competitive. In generale, il settore della frutta secca, dopo il grande sviluppo che recentemente ha avuto, sta giungendo a maturazione. Si devono quindi trovare nuovi drive di crescita. Ci stiamo lavorando, all’interno con una forte attività di Ricerca e Sviluppo, ma anche guardandoci attorno, cercando nuove partnership. Stiamo guardando al biologico, a prodotwww.corriereortofrutticolo.it

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ti speciali da inserire. Concretamente, per citare un caso, possiamo dire che siamo recentemente entrati in un’azienda di Sommacampagna, in provincia di Verona, che produce snack a base di frutta e cacao crudo biologico. Il settore degli snack, in particolare quelli funzionali e salutistici, sarà ancora certamente un drive di crescita. E possiamo dire anche le barrette. Più in generale, comunque, Madi Ventura non uscirà mai dal core business della frutta secca. Per noi ’Solo la frutta più buona’ non è solo il claim che si legge sotto il marchio Ventura, è la mission che da sempre guida i processi aziendali di ricerca e selezione di materia prima di qualità. Dunque per il futuro la prima cosa è che non dobbiamo tradire noi stessi, ciò che ci ha permesso di crescere fino ad oggi ovvero di essere degli specialisti e insieme degli innovatori.”

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LE PERE NEL MERCATO CINESE. Santiago ha firmato l’accodo

Sì al Cile, l’Italia al palo Il 24 aprile il ministro dell’Agricoltura del Cile, Antonio Walker, ha ratificato a Pechino l’accordo per l’apertura del mercato cinese alle pere cilene, di cui aveva gettato le basi lo scorso dicembre direttamente con il ministro delle dogane cinesi Ni Yuefeng. Il primo carico viene imbarcato nel corrente mese di maggio. Ne ha dato notizia Portalfruticola, la prima piattaforma d’informazione sull’ortofrutta dell’America Latina. Walker era al seguito del presidente cileno Sebastián Piñera, che ha partecipato agli incontri internazionali che erano in corso a Pechino nella terza settimana di aprile, dove l’Italia è stata rappresentata dal premier Giuseppe Conte e da una nutrita delegazione. “Vogliamo replicare con le pere il successo che abbiamo avuto in Cina con le ciliegie”, ha affermato a Pechino il ministro Walker, apparso ottimista anche circa la prossima apertura della Cina agli Maggio 2019

Export: per l’Italia la peggiore campagna del decennio CSO Italy lancia l’allarme sul made in Italy ortofrutticolo: l’Italia rimane leader a livello europeo nella produzione di ortofrutta, che recentemente si è attestata su circa 31 milioni di tonnellate complessive. Produciamo molto e meglio con grande attenzione alla qualità e alla salubrità del prodotti, come attestano i dati EFSA. In termini di valore l’ortofrutta italiana degli ultimi dieci anni è cresciuta da circa 12 a 13,5 miliardi di euro. Sono segnali positivi ma c’è un campanello d’allarme che non può essere trascurato, come già sottolineato alla recente assemblea dell’associazione degli esportatori Fruitimprese: il crollo dell’export nell’ultima campagna. Analizzando gli ultimi dieci anni, CSO rileva che siamo alla peggior campagna di export mai realizzata. "Le ragioni possono essere contingenti ma certamente - dichiara Elisa Macchi, direttore di CSO - il problema grave è la mancanza di sbocchi su nuovi mercati. Dobbiamo affrontare con pragmatismo e rigore il problema dei dossier fitosanitari che non si sbloccano per pere e mele in Cina o per il Giappone o il Vietnam”. agrumi del Cile. Il presidente dell’Associazione degli esportatori di frutta del Cile (Asoex), Ronald Bown, ha così commentato:

“Aspettavamo questo importante accordo che apre la strada alle nostre pere verso un mercato così importante come quello cinese. www.corriereortofrutticolo.it

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Abbiamo buone aspettative perché i cinesi amano le pere e le preferiscono fresche rispetto a quelle sotto conserva e rispetto agli stessi succhi di pera”. Ai cileni risulta che il consumo pro-capite di pere fresche in Cina sia di 12,4 chili all’anno. Facciamo un po’ di conti: i cinesi sono un miliardo 400 milioni, cifra che moltiplicata per 12,4 dà un consumo annuo totale di pere fresche pari a 17 milioni 360 mila tonnellate. Un’enormità, un boccone che non può sfuggire ai grandi player internazionali di questo frutto. Ma l’Italia sta a guardare. Nell’agenda di Conte a Pechino non risulta dedicato un pur che minimo cenno all’ortofrutta. Niente. Neanche un rigo. Da Pechino si lanciano messaggi politici a Roma, si conferma la vicinanza al “gigante giallo” sulla nuova Via della Seta, sperando che sia un business che non tagli fuori l’Italia ma anzi la veda come il polo logistico nevralgico per l’area mediterranea, ma di appoggiare dall’alto, come meriterebbe, la penetrazione in Cina dell’ortofrutta italiana, del primo produttore di ortofrutta d’Europa, niente, nemmeno per sbaglio. Ma all’orecchio del premier nessuno ha mai sussurrato che il nostro Paese è il secondo produttore Maggio 2019

La stretta di mano tra il ministro delle dogane cinese e il ministro dell’Agricoltura del Cile dopo l’accordo sulle pere cilene

al mondo di pere (e, sul gradino più alto, non c’è certo il Cile ma, guarda un po’, proprio la Cina) e il primo produttore in Europa e che i nostri produttori soffrono maledettamente per la mancanza di importanti mercati di sbocco dopo la chiusura del mercato russo? Il dossier che dovrebbe aprire la Cina alle pere italiane potrebbe chiudersi tra qualche mese ma nulla è certo. Il condizionale è d’obbligo finché l’ortofrutta sarà snobbata dalla cosiddetta “grande politica” che in svariate occasioni è solo una politica miope. Le pere italiane soffrono. Dal set-

tore si alzano lamenti ripetutamente. Il sottosegretario all’Agricoltura Alessandra Pesce è vicina al settore, ma basterà? Sei mesi ha detto Pesce all’assemblea di Fruitimprese dello scorso aprile: sei mesi e il dossier pere tra Italia e Cina sarà firmato. Lo sarà anche se questo sottosegretario, che finalmente fa sentire il governo un po’ più vicino all’ortofrutta italiana rispetto alla tradizionale latitanza, non andrà mai a trovare i suoi pari grado a Pechino? Speriamo ma permettere che nutriamo qualche dubbio.

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ATTUALITÀ

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Maltempo: la sberla di maggio Neve e ghiaccio come d’inverno Freddo e neve a bassa quota: i meleti del Trentino Alto Adige, in fase di fioritura, hanno 'tremato. I produttori hanno passato notti insonni a inizio maggio per paura delle gelate e per rispondere immediatamente con gli strumenti tecnologici adeguati. Domenica 5 maggio la nevicata che ha coperto le montagne e le valli del Trentino e dell’Alto Adige è stata eccezionale. E la mente è subito andata a quanto successo due campagne fa, con il raccolto falcidiato, in alcuni casi più che dimezzato dalle gelate. “La nevicata a bassa quota di domenica non ha causato danni ingenti, i nostri tecnici ci hanno segnalato problemi limitati in alcu-

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ne aree della provincia che potrebbero eventualmente compromettere leggermente la qualità delle produzioni colpite”, ha raccontato a un sito specializzato il direttore del CoDiPra di Trento Andrea Berti. Per quanto riguarda l'Emilia-Romagna, la Coldiretti regionale ha segnalato nevicate e serre divelte sull’Appennino modenese e allagamenti nel Faentino: "La straordinaria ondata di maltempo che sta investendo l’Emilia Romagna rischia di compromettere la produzione regionale di frutta che si sta appena iniziando a raccogliere dagli alberi”. Maltempo anche in provincia di Alessandria con vento forte, tem-

porali e aria fredda con un repentino calo delle temperature. In provincia di Verona la grandine non ha risparmiato le coltivazioni nella fascia di pianura e colline che va dal basso Lago di Garda a Bardolino, fino a San Bonifacio e poi a nord verso Caldiero e Soave. La grandinata, che ha colpito a macchia di leopardo, si è abbattuta anche su mele e pere nell’area vocata alla frutticoltura di Zevio, Colognola ai Colli. Nel Modenese un manto di neve ha ricoperto interi campi di patate. Le gelate hanno messo in difficoltà i frutteti a quote basse in tutta la regione. Il cambiamento climatico è diventato ancora una volta un fattore critico di estrema gravità.

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ATTUALITÀ

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ALBICOCCHE: LE PREVISIONI. Ottimismo sul prodotto italiano

Avvantaggiati in Europa Mariangela Latella In crescita i volumi di produzione delle albicocche europee che, secondo le stime di Europeche presentate all’ultima edizione del Medfel, nell’imminente campagna 2019 si attesteranno a circa 632 mila tonnellate complessive, il 12% in più rispetto all’anno passato. In controtendenza, rispetto all’andamento europeo, la Spagna, secondo produttore dopo l’Italia, che prevede un calo di volumi importante, -36%, nonostante l’aumento delle superfici che ha caratterizzato le tutte le regioni produttive. I Paesi che guidano la crescita dei volumi sono Francia (+43% con quasi 158 mila tonnellate previste) e Italia (+34%e oltre 286 mila tonnellate) che, sostanzialmente rimontano la forte mancanza di prodotto che si è registrata l’anno scorso, mentre la Grecia è stabile con una crescita dell’1% e quasi 91 mila tonnellate complessivamente attese. “Grazie alla buona fioritura di quest’anno - ha affermato Laura Maggio 2019

Con una produzione spagnola falcidiata dal meteo, l’Italia può quest’anno avere una grande opportunità sul mercato europeo. Buone prospettive anche per francesi e greci

Laura Stocchi di CSO Italy

Stocchi, esperta di mercato di CSO Italy - prevediamo una resa buona anche se non ottimale che si avvicini al nostro potenziale produttivo. Per confermare il trend di crescita previsto, occorre però che le condizioni favorevoli del tempo continuino. La situazione è variegata nelle varie regioni. C’è una forte impennata

di volumi in Emilia-Romagna che l’anno scorso è stata fortemente penalizzata per la scarsa resa mentre, quest’anno, registra una compensazione tra le rese dei vecchi impianti e di quelli che stanno entrando in produzione, con un ritardo di due giorni sulla raccolta. Meno accentuata la forbice nelle regioni del Sud che, per contro, hanno avuto minori perdite l’anno scorso”. L’aumento dei volumi italiani sarà assorbito per l’85% dal mercato interno mentre, per il restante 15% sarà destinato all’export, con un leggero incremento della quota di fatturato estero rispetto all’anno passato. Anche in Francia il clima ha aiutato grazie ad un inverno sufficientemente freddo, anche nelle regioni meridionali come Languedoc-Roussillon, ed una primavera che ha saputo favorire la www.corriereortofrutticolo.it

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pollinazione già dal principio di aprile. “Pensiamo di arrivare sul mercato - ha precisato Bruno Darnaud, Pdo Pesche e Albicocche - con un leggero anticipo ed iniziare a fare le prime operazioni già dalla settimana 20 del 17 maggio mentre sulle varietà più tardive pensiamo di arrivare intorno alla fine di maggio con un prodotto che si attende eccezionale data anche la forte florazione di quest’anno. Il clima eccezionalmente secco durante la fase della produzione, inoltre, è stato favorevole per le coltivazioni bio che si stanno sviluppando nei Pirenei orientali e che garantiscono una migliore redditività”. In picchiata la produzione spagnola che, rispetto all’anno scorso prevede un calo dei volumi del 36% per attestarsi a poco più di 97mila tonnellate complessive. Le cause di questa mancanza di prodotto sono sostanzialmente

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l’eccesso di caldo che si è registrato sia in inverno che in primavera soprattutto nelle regioni produttive di Castilla La Mancha e Murcia e le forti piogge recenti che hanno penalizzato ulteriormente il raccolto. “Per questi motivi - ha chiarito Santiago Vasquez della Cooperativa Agroalimentaria spagnola stimiamo una perdita di prodotto importante per le varietà in raccolta dal 15 maggio in poi. Peraltro la perdita dei volumi si registra nonostante l’importante aumento delle superfici, +55%, che abbiamo registrato a Castilla La Mancha e in Aragona, specie nella zona di Saragozza. Qui la perdita di volume è stata davvero importante arrivando anche al 45% in meno rispetto al 2018. Il caldo inoltre ha causato un aumento dei costi di produzione dato dall’incremento del fabbisogno idrico. Anche per questo mo-

tivo i produttori, da un lato, stanno cercando nuove varietà per ammortizzare il rischio climatico. D’altro canto stanno rallentando con i nuovi impianti preferendo le riconversioni verso coltivazioni alternative come i frutti rossi in Andalusia”. Stabile (+1%) la produzione greca destinata prevalentemente alla trasformazione. Delle quasi 91mila tonnellate attese, solo 25mila saranno esportate come fresco e solo il 25% sarà destinato al mercato interno. “Abbiamo individuato una soglia produttiva ottimale – spiega Vangelis Karaindros della Cooperative Venus – che è quella di 45mila tonnellate di albicocche. Sotto questa soglia il prodotto viene pagato di più, al di sopra, i produttori iniziano ad registrare perdite. Per questo cerchiamo varietà dalle rese sicure che possano ovviare, con i volumi, ai bassi prezzi”.

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MERCATI&

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L’assemblea dei soci di Veronamercato ha approvato il 24 aprile il bilancio dell’esercizio 2018. L’utile netto è pari a 298.097 euro ed è in aumento rispetto ai valori del budget e della semestrale 2018 così come anche rispetto alle risultanze del Piano Economico Finanziario della società che sarà oggetto di revisione nei prossimi mesi anche in considerazione dei nuovi investimenti che si stanno realizzando e in programma. Il fatturato complessivo delle imprese concessionarie supera i 450 milioni di euro. All’interno del Mercato sono state movimentate 430 mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli di cui circa il 50% con destinazione estera. Punto di forza di Veronamercato è la posizione logistica, essendo il Mercato scaligero posizionato nell’interporto Quadrante Europa, esattamente all’incrocio dei corridoi europei 1 (Palermo-Berlino) e 5 (Lisbona-Kiev), con la possibilità di sfruttare tutte le modalità di trasporto. Sempre con riferimento all’aspetto logistico, va sottolineato come il Mercato sia costruito completamente in banchina con ben 364 rampe di carico di cui oltre un terzo motorizzate. La movimentazione risulta così estremamente veloce ed economica al punto da rendere il Centro estremamente competitivo nei confronti di tutte le strutture concorrenti. All’interno del Mercato Ortofrutticolo operano 53 ditte concessionarie di vendita di prodotti ortofrutticoli e 7 di logistica, mille imprese acquirenti tra cui le cinque insegne principali della moderna distribuzione locale. Nel Centro agroalimentare sono inoltre presenti due imprese di logistica e, nell’ambito del Settore generi misti, sono insediate una società specializzata nel commercio e diMaggio 2019

DISTRIBUZIONE

Efficienza e qualità dei servizi Buon 2018 per Veronamercato La posizione logistica invidiabile permette alle aziende grossiste di esportare il 50% del prodotto. Un ruolo internazionale sottolineato anche dalla presenza di operatori stranieri

Andrea Sardelli, al centro, presidente di Veronamercato Spa con, a destra, il direttore generale Paolo Merci, che è anche vicepresidente di Italmercati

stribuzione di prodotti ittici (circa 4.700 ton./anno) oltre ad una ditta che commercializza fiori recisi (circa due milioni di steli l’anno), ed aziende attive nella distribuzione di prodotti biologici, prodotti agroalimentari ed accessori e attività di catering. Nell’edificio direzionale hanno la loro sede le principali organizzazioni di categoria del settore agricolo e commerciale, associazioni, consorzi, cooperative, spedizionieri, l’ordine professionale degli agronomi, la filiale Italia di un gruppo olandese, secondo in Europa per la commercializzazione di prodotti ortofrutticoli, una agenzia di import-export esclusivista nella commercializzazione dell’ortofrutta per il canale discount di un primario gruppo tedesco, la Borsa Merci di Verona e un’agenzia di brokeraggio di prodotti ittici. In campo promozionale va evidenziata la partecipazione della

società alle principali manifestazioni fieristiche del settore ortofrutticolo. La prima per importanza è senz’altro Fruit Logistica a Berlino, dove Veronamercato, per favorire il business dei propri operatori, unitamente a 14 ditte co-espositrici e almeno altre 30 imprese locali, è tradizionalmente presente da un decennio, con uno stand allestito con i principali elementi di richiamo delle eccellenze veronesi. La società partecipa anche al Macfrut di Rimini e alla Fruit Attraction di Madrid. Presieduta da Andrea Sardelli, Veronamercato SpA svolge un ruolo attivo nella rete d’imprese Italmercati, il cui vicepresidente è il direttore di Veronamercato Paolo Merci. Per qualità ed efficienza dei servizi, quello di Verona è senz’altro uno dei migliori mercati all'ingrosso italiani in assoluto, mentre sul piano dei numeri rientra comunque tra i primi quattro a livello nazionale. www.corriereortofrutticolo.it

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DISTRIBUZIONE&

MERCATI

Il cuore oltre il crollo del ponte Morandi La striscia dei bilanci in utile di Società Gestione Mercato, da quando la struttura si è spostata a Bolzaneto, è proseguita anche per il 2018. “Un risultato importante perché conseguito in un anno molto complicato con la caduta del Ponte Morandi - sottolinea Stefano Franciolini, presidente della società che gestisce il Centro Agroalimentare di Genova -; un evento drammatico che ha colpito gli operatori, i loro clienti e fornitori, nonché le numerose attività logistiche che SGM ha avviato direttamente o con altri operatori presenti qui a Bolzaneto”. Il fatturato di SGM si assesta poco sotto i 3 milioni di euro, il patrimonio netto sale a 783 mila eu-

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Nonostante la tragedia che ha colpito Genova tornano i conti del Mercato di Bolzaneto ro. "Siamo riusciti a chiudere in utile grazie ad un attento contenimento dei costi - precisa Franciolini - e alla diversificazione in campo logistico che ci sta permettendo di diventare un punto di riferimento per spedizionieri, trasportatori e agenti marittimi". “Il nostro progetto con l’Istituto Italiano di Tecnologia sulle bioplastiche realizzate con gli scarti dell’ortofrutta, il progetto per realizzare sul tetto un impianto produttivo di energia elettrica da

fonti rinnovabili, la messa a punto delle colonnine elettriche come primo passo per una futura rivoluzione del sistema delle consegne in città, l’azione di promozione con la rete di Italmercati mettendo insieme know how e competenze delle principali strutture mercatali del Paese: sono tutti tasselli di un’azione di consolidamento e promozione delle attività di base del Centro Agroalimentare” afferma il presidente di SGM, che così conclude: “Oggi possiamo contare su oltre 50 operatori presenti tra quelli storici dell’ortofrutta, nostri soci, che hanno resistito aglii anni della crisi, e quelli che nello stesso periodo hanno trovato in questa struttura logistica il luogo ideale per insediare la propria attività: per loro vogliamo sviluppare nuovi settori di mercato in grado di garantire una rimuneratività adeguata ai loro investimenti”.

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MERCATI&

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Frutta & Verdura: il buyer è stressato (e non gli mancano dei buoni motivi per esserlo)

di Maurizio Nasato Il buyer ha un ruolo cardine nella GD e in particolare nella Frutta & Verdura determina l’assortimento nel suo complesso e nella sua suddivisione per segmento; determina inoltre la scelta dei fornitori e la quota di fornitura per ciascuno di essi; infine dipendono dalle sue decisioni il prezzo di vendita e di costo (compatibilmente con il mercato). In pratica è un ‘dominus', dotato di delega pressoché assoluta. Sceglie cosa e dove comprare, pur con il vincolo degli standard di qualità definiti. A differenza di altre merceologie, dove la disponibilità dei produttori è contenuta, i suoi potenziali interlocutori sono centinaia di produttori di frutta e ortaggi. Dall’importanza delle sue competenze e decisioni consegue il rilievo che viene attribuito in azienda alla sua figura professionale. Generalmente conserva il ruolo per molti anni, diversamente da altri comparti ove l’avvicendamento è frequente. Iniziai ad operare in GD nel 1974 e la figura del buyer aveva qualcosa di leggendario, un oracolo! Per ogni carenza o disservizio, raccontava scenari da fiaba: le navi con le banane ferme a Panama a causa delle tempeste tropicali, l’eruzione dell’Etna che aveva sporcato le arance, gelate notturne ad aprile che avevano compromesso la fioritura dei meli… insomma, come diremmo oggi, “cascava sempre in piedi”, non era mai colpa sua. Da sottolineare che a fine gestione, tra inflazione e crescita dei consumi, i risultati quadravano sempre; oggi, con inflazione nulla e la saturazione del mercato, migliorare il risultato della gestione precedente appare un miraggio. Spesso pressato dalla direzione per la mancanza di risultati, il buyer di oggi dovrebbe riappropriarsi di quegli scenari da fiaba. Ciò gli consentirebbe di spostare il confronto su temi ove 'i capi' non sono preparati, mentre sul terreno delle quote di mercato, in-

Rumors sul bio di Edeka Il più grande rivenditore di prodotti alimentari in Germania, Edeka, starebbe pianificando dei punti vendita biologici. Allo stuMaggio 2019

DISTRIBUZIONE

LA DISTRIBUZIONE DA VICINO

flazione ed indici dei consumi, il buyer di solito appare debole. Diversamente, sul terreno che gli è proprio, fondato sulla sua professionalità, sarebbe appunto meno attaccabile, dando una maggiore percezione di affidabilità. Una seconda causa di stress del buyer di oggi, non inferiore alla precedente, è costituita dai fornitori, da quelli attivi a quelli che aspirano a diventarlo. I primi, stretti a loro volta da risultati insoddisfacenti, lo assediano per ampliare le quote di fornitura soprattutto quando hanno esuberi - situazione che spesso è comune al resto del mercato - o per ricercare un prezzo maggiore. Dal frequente rifiuto del buyer, consegue la minore remunerazione per l’ultimo anello della catena, l’agricoltore, che non vede soddisfatte le proprie aspettative. Un altro fronte aperto con il fornitore è rappresentato dalle richieste di contribuzioni straordinarie, destinate poi a diventare ordinarie. Più difficile, ma ancora più stressante per il buyer, è la posizione di coloro che vorrebbero diventare fornitori e che spesso si trasformano in telefonisti pedissequi proprio come coloro che ci chiamano ad ogni ora del giorno per venderci pannelli solari, abbonamenti telefonici o forniture di gas. Per salvarsi dall’assedio, il buyer non risponde. Se lo facesse puntualmente non riuscirebbe a svolgere il proprio lavoro a causa dell’insistenza di queste telefonate. Infine, come se il buyer di frutta & verdura non fosse già stressato per i motivi di cui sopra, si aggiunge spesso la rete di vendita, dove albergano numerosi personaggi che si cimentano nel ruolo di esperti, richiedendo articoli non disponibili, spesso condizionati da opinioni personali o anche solo dal mercato dove agiscono, per cui chi, per fare un esempio, commercia ortofrutta in una zona popolare, esprime esigenze diverse rispetto a chi opera in una zona residenziale.

dio ci sarebbero shop-in-shop nei grandi negozi Edeka, ma anche negozi a marchio Naturkind, secondo quanto riportato dalla rivista di settore Lebensmittel Zeitung. Il gruppo sarebbe intenzionato anche a espandere il proprio marchio Edeka Bio, fino a 440 articoli stagionali. Finora, solo il 5,5% del mercato alimentare in Germania è biologico. Se il più grande rivenditore di prodotti ali-

mentari dovesse realmente estendere l'offerta in questo segmento, ciò aumenterebbe le vendite del bio. Il quartier generale di Edeka, ad Amburgo, non ha voluto commentarei. Una cosa, però, è certa: Edeka ha già due loghi con le parole 'Naturkind per un consumo consapevole' registrati all'Ufficio brevetti. I due leader nel commercio del bio in Germania, Denn's e Alnatura sono in allerta. www.corriereortofrutticolo.it

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LOGISTICA

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IL NUOVO CHE AVANZA. Il terminal ligure pronto a dicembre

Arriva il Vado Gateway Il 12 dicembre prossimo entreranno in attività i primi 450 metri lineari di banchina del nuovo container terminal Vado Gateway del porto di Savona Vado Ligure che sarà gestito dalla APM Terminals Vado Ligure, società integralmente controllata dal gruppo armatoriale danese AP MøllerMærsk attraverso l’impresa terminalista olandese APM Terminals, nell’ambito di un contratto di concessione della durata di 50 anni. Il terminal ligure, che si prevede occuperà a regime 401 persone, diverrà pienamente operativo a giugno 2020 quando potranno essere utilizzati tutti i 700 metri lineari di banchina a cui, grazie a fondali della profondità di oltre 16 metri, potranno approdare le porta container ULCS di più grande capacità e avrà una capacità di traffico di 900 mila teu all’anno. Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini, ha garantito che l’ente Maggio 2019

Nel 2018 un milione e mezzo di camion è salito su una nave Grazie all‘intermodalità stradamare nel 2018 sono stati imbarcati su direttrici intermodali e di cabotaggio nazionale ed internazionale superiori ai 600 km, circa 1,5 milioni di camion, pari a 40 milioni di tonnellate di merci in meno trasportate sull’intera

rete stradale nazionale, con un abbattimento delle emissioni di Co2 di 1,2 milioni di tonnellate. È quanto emerge dallo Studio ‘Trasporti e logistica: Alis studia l’economia insulare’ del Centro Studi Alis.

“assicurerà a questa realtà terminalistica così avanzata un sistema di connessione con la rete di trasporto altrettanto performante. È in corso di ultimazione il nuovo sistema di varchi stradali di accesso al porto mentre, per agevolare il flusso di traffico generato dall’entrata in funzione del terminal contenitori, abbiamo disposto un investimento di 11,1 milioni di euro per la progettazione e l’esecuzione dei lavori di adeguamento della superstrada che collega il

terminal al casello autostradale di Savona, evitando l’abitato di Vado, in attesa si completi la fase procedurale per la realizzazione di un casello dedicato da parte di Autostrada dei Fiori. È già stato realizzato un varco per il controllo automatico dei convogli in ingresso e uscita dal porto, mentre AdSP e RFI hanno attivato un tavolo di lavoro per rivedere la convenzione che regola le operazioni ferroviarie tra Parco Doria e il porto di Vado Ligure". www.corriereortofrutticolo.it

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LOGISTICA

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Barcellona più vicina alla Cina Tra cinque mesi il porto di Barcellona si connetterà alla Silk Belt Road, entrando in uno dei quattro corridori ferroviari che creano connessioni dirette tra la Cina e il continente europeo con la possibilità di inserirsi in una corona ferroviaria di 600 km comprendente l’Europa centrosettentrionale, percorribile in meno di dieci ore. Lo ha annunciato in esclusiva per il Corriere Ortofrutticolo, Lluis París, manager commerciale del Porto di Barcellona che abbiamo intervistato a margine dell’incontro “Logistica, qual è l’impatto sul Mediterraneo della nuova Silk Belt Road? Quali riflessi sul settore ortofrutticolo”, che si è tenuto durante i giorni della fiera Medfel a Perpignan. “Il Porto di Barcellona - ci ha spiegato París - sta investendo massicciamente sui terminali ferroviari sia quelli domestici spagnoli che in alcune realtà più piccole in Francia. Pensiamo che la connettività marittimo-ferroviaria e l’intermodalità siano il futuro del porto. L’obiettivo è quello di arrivare almeno a triplicare la capacità ferroviaria del porto da qui a cinque-sei anni. In cinque mesi, invece, o comunque entro la fine del 2019, saremo già connessi alla Silk Belt Road cinese”. Attraverso un massiccio investimento finanziario, il Porto di Barcellona ha già messo in piedi i cantieri che permetteranno di creare una sorta di ‘corona’ su rotaia per realizzare connessioni dirette con i partner del centronord Europa e da lì con i corridoi ferroviari verso la Cina. “Siamo ben posizionati - ha precisato París - per realizzaretutto questo”. (m.l.)

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FRUIT ATTRACTION 2019. Attesi visitatori da 130 Paesi

Madrid vuole superarsi Mariangela Latella Giunge quest’anno all’undicesima edizione, la fiera madrilena Fruit Attraction che in dieci anni, grazie al ricompattamento di tutti gli operatori del settore nazionale, è riuscita a conquistare il secondo posto, dopo Fruit Logistica, tra le fiere di settore in Europa. Marketing, innovazione, diversificazione è know-how saranno gli assi di questa nuova edizione, che si svolgerà dal 22 al 24 ottobre, di cui ci dà qualche anticipazione in esclusiva per il Corriere Ortofrutticolo, il direttore Raul Calleja. Direttore, quali saranno le principali novità in programma per il prossimo ottobre? “Promuoveremo il settore dei prodotti freschi biologici nello Maggio 2019

Dopo l’edizione record del 2018, quella del decennale, ecco i piani di Feria Madrid illustrati dal direttore Calleja. India e Singapore saranno i Paesi obiettivo. Ma è la Spagna che fa da traino

Raul Calleja, direttore di Fruit Attraction, ottimista sull’edizione 2019

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MONDO

spazio Ecorganic Market. Abbiamo progettato quest'area per rispondere alla crescente domanda internazionale di prodotti biologici. Le aziende ortofrutticole specializzate potranno proporre a tutti gli operatori del settore, le loro offerte a marchio e prodotti al fine di promuovere i rapporti di fornitura ed esportazione. Contemporaneamente, potenzieremo lo spazio SmartAgro, sempre concentrato sull'applicazione di nuove tecnologie e sulla connettività per aumentare la redditività delle aziende agricole; oltre che l’area del Nuts Hub, per la frutta secca. Confermati anche l’Innovation Hub e il forum Innova dedicati alle innovazioni del settore, nel quadro dei quali saranno assegnati i premi Accelera all’innovazione e all’imprenditorialità. Daremo continuità, inoltre, anche al Flower&Garden Attraction per il settore professionale dei fiori e delle piante ornamentali”. Quali input dalla passata edizione sono stati capitalizzati, intercettando, ad esempio, nuove esigenze o richieste del mercato, e tradotti in nuovi sviluppi per la fiera? “La precedente edizione è stata molto speciale per noi, non solo perché abbiamo celebrato il decimo anniversario, ma soprattutto perché siamo riusciti ad affermare la fiera come uno dei principali eventi mondiali nel settore dell'ortofrutticoltura. Abbiamo chiuso superando tutti i record di partecipazione con la presenza di più di 81mila professionisti provenienti da 122 Paesi, in crescita del 19% sul 2017, e oltre 1.600 aziende espositrici da 40 Paesi, +11%. L’anno scorso è stato determinante perché ha consacrato la capacità della fiera di sapere riunire tutti gli attori dell’industria ortofrutticola, dalla produzione alla distribuzione, confermandola come uno strumento fondamentale di internazionalizzazione e punto di incontro dei player in un quadro di innovazione. La nostra sfi-

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da, adesso, è quella di continuare a offrire uno strumento commerciale redditizio e continuare ad ampliare lo spettro internazionale dei partecipanti”. A quali mercati in particolare guarda la prossima edizione? “Per promuovere le relazioni commerciali F&V tra i Paesi dell'Unione europea e i mercati terzi, India e Singapore saranno i Paesi importatori ospiti. Oltre ad avere invitato le autorità delle due nazioni, abbiamo anche stanziato un importante finanziamento per attirare a Madrid i principali attori di questi mercati, oltre 100 tra trader, buyer, importatori e distributori. India e Singapore, inoltre, saranno anche i protagonisti del World Fresh Forum, organizzato con Icex, che affronterà i temi principali riguardanti le relazioni commerciali con questi Paesi e presenterà nuove opportunità di business. È previsto, inoltre, un importante investimento nel Programma di ospiti internazionali, che attirerà a Madrid circa mille buyer della distribuzione al dettaglio, del settore import e di quello all’ingrosso che

Record per l’uva peruviana Il Perù ha esportato 50 milioni di cassette di uva da tavola da 8,2 kg ognuna nella campagna 2018/19. A dichiararlo è il direttore generale dell'Associazione dei produttori di uva da tavola del Perù, Carlos Zamorano Macchiavello. Si registra un aumento del 51,5% rispetto alla precedente campagna 2017/18, quando le esportazioni avevano raggiunto 33 milioni di cassette. Inoltre, il volume esportato ha superato l'obiettivo previsto di 45 milioni di cassette ed è diventato un record.

si aggiungeranno ai visitatori attesi da 130 Paesi”. Fruit Attraction continua a conquistare quote di mercato nel sistema fieristico europeo dell’ortofrutticoltura. Quali sono le chiavi di questo successo? “Innanzitutto la Spagna è, senza dubbio, un Paese fondamentale all'interno dell'industria ortofrutticola globale. È il primo esportatore UE di F&V e uno dei primi tre al mondo, oltre ad essere uno dei principali produttori del mercato globalizzato. In questo senso, Fruit Attraction è uno strumento che corrobora questo ruolo e, peraltro, risponde a una specifica richiesta del settore. In secondo luogo, la fiera si svolge in ottobre, che è un mese chiave per la pianificazione delle campagne invernali di fornitura della GDO. Questo lo rende un imprescindibile punto di incontro d’affari. Questa non è una fiera per vedere prodotti ma per concludere accordi, pianificare forniture e campagne. In terzo luogo, è strategica la convergenza e il coordinamento tra Fepex e Ifema. La prima ha il know-how settoriale, il secondo è un organizzatore di fiere professionali, che ha costruito una fiera su misura per il settore, con un investimento altamente misurato per le aziende partecipanti. Come direttore di Fruit Attraction è un onore e una responsabilità l’aver avuto l'opportunità di contribuire al settore dell'ortofrutticoltura europea, sviluppando insieme a Fepex, una piattaforma di primo livello, che in soli dieci anni si è posizionata tra i principali eventi commerciali settoriali in tutto il mondo”. Come si colloca in questo scenario la partnership con MacFrut? "L'alleanza con MacFrut nasce nel 2015, sei anni dopo il debutto di Fruit Attraction. Pensiamo che MacFrut sia il miglior partner per raggiungere l'obiettivo di lanciare eventi professionali nei mercati strategici”. Maggio 2019


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L’Alto Adige insegna ai cinesi la melicoltura del futuro La terza edizione di Interpoma China, svoltasi a Shanghai da 15 al 17 aprile con aziende espositrici cinesi, italiane e belghe, ha eletto Interpoma come punto di riferimento per il settore della mela, in particolare grazie all’importanza del congresso internazionale “China and the Apple in the World”, coordinato da Kurt Werth, congresso che ha ospitato dodici interventi di relatori provenienti da Cina, Nuova Zelanda, Svizzera e Italia, davanti a una platea di oltre 250 delegati. “I produttori di mele sono una grande comunità in Cina e il 70% produce la varietà Fuji”, ha fatto sapere Liu Mau Wah, presidente di Joy Wing Mau Group, una delle più grandi aziende cinesi di distribuzione di frutta. “Le Fuji vengono coltivate in Cina da tantissimi anni ma il mercato ora ha bisogno di nuove varietà e questo aspetto rappresenta una grande opportunità per il settore melicolo. Il congresso organizzato da Interpoma in Cina è molto importante perché grazie ai suoi contenuti è di grande aiuto ai produttori che vengono così a conoscenza delle tante tecnologie a disposizione provenienti dal resto del mondo”. La Cina è il primo produttore di mele al mondo, con 41,39 milioni di tonnellate nel 2017 su una superficie di 2,22 milioni di ettari, ma non solo. “Secondo il National Bureau of Statistics, tra il 2006 e il 2017, il consumo apparente di mele in Cina è passato da 25,12 milioni di tonnellate a 43,5 milioni, con un aumento del 70% in 11 anni. Con un consumo pro capite annuo di 31,4 kg, il consumo totale cinese ha raggiunto più della metà di quello mondiale, e la Cina è quindi diventata anche il primo consumatore di mele al mondo”, ha affermato Cheng Cungang del Maggio 2019

Crescente successo di Interpoma China, giunta alla terza edizione, ormai in grado di coinvolgere le punte più avanzate del settore melicolo cinese. Appuntamento a Bolzano nel 2020

Research Institute of Pomology. Il suo intervento durante la prima giornata del Congresso ha riscontrato grande interesse, in quanto ha fatto una fotografia dello stato dell’arte del settore melicolo in Cina, investigando gli aspetti da migliorare per il raggiungimento di determinati obiettivi di sviluppo. “E’ indispensabile promuovere una vera e propria trasformazione del settore melicolo cinese, attraverso il passaggio da metodi di produzione tradizionale a tecniche di coltivazione moderna. L’obiettivo è quello di rendere la melicoltura un comparto ricco e promettente, in cui è piacevole vivere e lavorare”, ha aggiunto Cheng Cungang. “Ciò significa che è necessario ridurre l’utilizzo di risorse quali acqua, terreno, fertilizzanti, pesticidi e manodopera; aumentare le tecnologie e la meccanizzazione; rispettare l’ambiente in una ottica di ecosostenibilità; aumentare la produttività e conseguentemente la redditività. Per realizzare tutto ciò è indispensabile sensibilizzare le aziende a investire e a credere in questo sviluppo futuro”, ha concluso. Roger Harker, professore dell’U-

niversità di Auckland in Nuova Zelanda, ha presentato una relazione sulle caratteristiche di colore, dimensione, gusto, consistenza e prezzo maggiormente apprezzate dal consumatore di mele. “La qualità del cibo è di primaria importanza. I frutticoltori hanno il controllo della qualità attraverso la selezione delle cultivar, la gestione dei frutteti e la maturazione dei frutti al momento della raccolta. Il valore delle mele per i consumatori è definito dal rapporto tra qualità e prezzo”, ha affermato Harker. Il programma del congresso ha compreso anche l’intervento di Kurt Werth, con una overview sulla produzione di mele in Russia e in Asia e una relazione su come l’introduzione del diradamento chimico sia in grado di ridurre il lavoro manuale. Claudio Sedivy della svizzera Wildbiene & Partner ha focalizzato l’attenzione sull’importanza delle api e del processo di impollinazione per le mele. Il tema dell’innovazione varietale è stato il focus della giornata conclusiva, con gli interventi di Walter Guerra del Centro di Ricerca Laimburg in Alto Adige e Cong Peihua, direttore dell’Apple Breeding Department del National Apple Industry Technology System. Alberto Dorigoni della Fondazione Edmund Mach e il consulente Stefan Nicolodi hanno parlato rispettivamente dei moderni sistemi di allevamento del melo e delle più recenti tecniche in ambito di vivaismo. Ora la palla torna a Bolzano, con la 12.ma edizione di Interpoma, dal 19 al 21 novembre 2020. www.corriereortofrutticolo.it

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Medfel, piccola ma piena di novità e di buyer stranieri Mariangela Latella Una prugna a forma di cuore che suggella un accordo di partenariato tra le più grandi cooperative francesi; una linea di varietà di ortaggi caratterizzati dal colore viola che spinge sull’elevato apporto nutrizionale; pomodori ciliegini aromatici; una gamma di cuori di carciofo a zero pesticidi per la prima volta pronti per l’uso al 100%. Sono solo alcune delle novità che abbiamo intercettato tra gli stand del Medfel che si è concluso a Perpignan il 26 aprile. Alcune di queste, sono state premiate dal contest Fell’Innova, altre invece, hanno sfruttato la vetrina offerta dalla fiera, per ufficializzare il proprio debutto sul mercato. Il piccolo Medfel 2019, lo possiamo dire, ha presentato una raffica di novità (oltre ad aver registrato una davvero buona presenza di buyer esteri). Lovita. Sarà sul mercato da settembre la varietà premium di prugna tardiva a polpa rossa Lovita selezionata dal breeder israeliano Ben Dor per Fresh Fruit Lovers. La sua caratteristica è che è a forma di cuore anche per questo è stato in gara nel contest di Fel’Innova. Intorno alla prugna Lovita, succosa e dall’eccezionale mix di dolcezza (fino a 22 gradi Brix) e acidità (media), si è creata una partnership (presentata in fiera) per la produzione e la commercializzazione esclusiva che coinvolge le aziende francesi Boyer Sas, Apifood, Cancel Fruits Distribution e Le Vieux Pointet e la spagnola Albice Fruits. La prugna Lovita è coltivata negli impianti del sud-ovest della Francia, in Spagna e Portogallo ed ha una stagionalità che va da metà settembre a tutto dicembre. Pomodorini Cerise. Sono l’ulMaggio 2019

La prossima edizione potrebbe essere a Tolosa È iniziato il lavoro per il riposizionamento di Medfel, la fiera ortofrutticola francese, che quest’anno ha registrato l’edizione più bassa di sempre anche a causa della rivolta dei gilet gialli che da mesi bloccano l’economia francese, soprattutto nel settore agricolo. Un fattore, quest’ultimo, che ha determinato, a detta degli organizzatori, una ricaduta sul calo degli espositori di Perpignan: dai 250 dell’anno scorso a 200. Per risalire la china, nel board della fiera si sta parlando di costruire un accordo con un evento complementare dedicato alle macchine agricole per arrivare a creare una fiera di filiera sulla falsariga di Macfrut ed uscire dalla mera logica del prodotto. “Non cerchiamo i grandi numeri di Madrid o Berlino ma il confort e la possibilità che gli operatori della filiera parlino tra loro, pochi ma giusti – spiega Chantal Passat (nella foto), presidente del Medfel -. La riflessione che stiamo facendo è che è necessario passare attraverso un accordo con una fiera tecnica come può essere il Sival. Ne abbiamo parlato anche con gli organizzatori di Angers. Abbiamo anche iniziato un dialogo con le organizzazioni dell’area mediterranea. Non dimentichiamo poi che l’Occitania è la seconda regione produttiva della Francia, dopo Rhone Alpes, e che ogni anno produce un milione di tonnellate di ortofrutta. Una fiera ortofrutticola francese non può che essere legata al territorio”. Sul tavolo della discussione, an-

che la possibilità di cambiare sede e spostare l’evento a Toulouse che è una dei due capoluoghi della regione Occitania, insieme a Montpellier. Lo spostamento a Toulose è caldeggiato da coloro che spingono verso una sede più facilmente raggiungibile rispetto a Perpignan e andrebbe certamente a vantaggio del mercato all’ingrosso di Tolosa che, insieme all’associazione nazionale dei Centri agroalimentari francesi, è stato il grande assente dell’edizione di quest’anno. È innegabile, peraltro, che la presenza della fiera ortofrutticola francese a Tolosa, possa portare vantaggi ad uno dei mercati all’ingrosso più importanti del Paese che versa da tempo in condizioni economiche difficili. Non a caso è stato commissariato e affidato alla gestione del colosso Rungis, peraltro in accordo con Italmercati nella rete europea dei Centri agroalimentari. Contrario allo spostamento da Perpignan, il nuovo direttore della piattaforma di Saint Charles International, Cyril Gornes che ci spiega: “È importante che la fiera rimanga a Perpignan, perché è qui che si trova Saint Chares International”. (m.l.)

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tima novità varietale presentata dall’azienda Bretone Saveol. Si tratta di una varietà tardiva premium di pomodori ciliegini che viene venduta con il ramo ed è caratterizzata dal sapore aromatico. Ha un colore spiccatamente rosso e ha una stagionalità che va dal mese di maggio fino a ottobre. Sul mercato sono state lanciate le due varianti di ‘Cerise Rubis’ (in basket circolari da 250g oppure in box da 1 kg e da 2,5 kg) e ‘Cerise on the vine’ in cestelli da 350g. Purple Power. È il nome della nuova linea di varietà di ortaggi presentati dall’azienda Bejo Graines France con sede a Beauforten-Vallée nella regione della Loira. La linea propone più di 40 ortaggi tutti caratterizzati dal colore viola proprio per esaltare il loro alto valore nutrizionale e salutistico. Tra questi le carote Purple Haze F1 e le carote Deep Purple F1; il cavolo Kele Redbor F1; il ca-

volo invernale Deadon F1; il cavolo rapa Kolibri F1; i broccoli a getti viola Santee F1; gli spinaci violetti Erasmus F1 e la cipolla rossa Redlander F1. Cuori di carciofo fresh-cut. Hanno debuttato in fiera a Perpignan i cuori di carciofo ‘O’Delice’ dell’azienda spagnola Cuadraspania di Cuevas del Almanzora, senza pesticidi e pronti per l’uso che hanno una shelf-life di 10 giorni se conservati a 4°. Per la loro alta portata innovativa, ossia di essere un carciofo ready-to-eat al 100% ossia sbucciato e lavato, erano in gara nella passerella di Fel’Innova. La novità tecnologica è legata ad una formula anti-ossidante a base di acido citrico e ascorbico che permette la conservazione del frutto fresh-cut, a residuo zero, senza che imbrunisca, fino a 10 giorni. Articook. È l’innovativo contenitore di carciofi che può essere

messo nel microonde per cucinare il prodotto in soli otto minuti. È prodotto dall’azienda Prince de Bretagne di St. Pol de Leon. Presentato nella passerella di Fel’Innova, nasce con l’idea di rendere più semplice il consumo dei carciofi al fine di avvicinare il target dei più giovani. La forma del contenitore permette di rinforzare il gusto del carciofo. È inoltre riutilizzabile e lavabile in lavastoviglie. Fermented Flours. Arriva sempre dal contest di Fel’Innova la linea di farine fermentate Fermented Flours dell’azienda Green Spot Technologies con sede a Ramonville Saint-Agne. Sono farine derivate da frutta e verdura fermentate ad alto valore aggiunto anche grazie alle loro elevate proprietà nutrizionali. È la prima gamma al mondo di farine fermentate, ipocaloriche, con elevati livelli di proteine e fibre.

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HANNO INVASO L’IRAN. Danni per 9 miliardi di dollari

Il flagello delle locuste Sei province del sud dell’Iran sono state nella seconda metà di aprile sotto l’attacco delle locuste con effetti devastanti per il settore primario. Il ministero dell’Agricoltura di Teheran calcola che i danni ammontino a 9 miliardi di dollari. Le sei province sono quelle di Hormozgan, Bushehr, Khuzestan, Sistan-Baluchestan, Kerman e di Fars, dove si trova quasi un quarto delle aziende agricole iraniane che producono complessivamente il 36% dei raccolti dell’Iran. L’invasione delle locuste, partita a gennaio dalla provincia di Hormozgan, ha interessato 200 mila ettari di terreni ma ne potrebbe interessare altri 200 mila entro la seconda metà di luglio. Le autorità competenti sono riuscite a contrastare il fenomeno, con risultanti tuttavia incerti, su circa 51 mila ettari, lanciando insetticidi. Secondo la FAO, le locuste sono arrivate dal deserto arabico sulle coste iraniane dove hanno nidifiMaggio 2019

L’invasione degli insetti potrebbe interessare da qui a luglio 400 mila ettari di terreno in una regione in cui si concentra il 36% dell’agricoltura iraniana, compresi ortaggi e alberi da frutto

cato prima di spostarsi, dalla metà di marzo, in gruppi più grandi all’interno. Il ministro dell’Agricoltura, Mahmoud Hojjati, ha dichiarato che le locuste possono mettere a rischio la sicurezza alimentare del Paese, che produce al proprio interno l’85% dei prodotti agricoli consumati. Tra le colture danneggiate sicuramente anche gli ortaggi e gli albe-

ri da frutto. L’Iran è il primo produttore di frutta in Medio Oriente, l’ottavo a livello mondiale e intende incrementare la propria presenza sui mercati esteri. L’Iran è un grande player internazionale non solo per il pistacchio (primo produttore al mondo) ma anche per quanto riguarda datteri, albicocche, melograni, fichi, ciliegie, uva e arance. Molto famoso è poi lo zafferano dell’Iran. Per quanto riguarda la frutta secca, in Iran si producono 260 mila tonnellate di pistacchi, 160 mila tonnellate di mandorle, 230 mila tonnellate di noci, 230 mila tonnellate di uva passa, 25 mila tonnellate di nocciole, 22 mila tonnellate di more di gelso bianco, 44 mila tonnellate di fichi e 18 mila di arachidi. www.corriereortofrutticolo.it

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Clima impazzito e atomizzazione produttiva sono i principali ostacoli allo sviluppo della IV Gamma italiana, ostacoli che stanno spostando il baricentro produttivo verso Paesi con maggiore organizzazione e aggregazione, a partire dalla Spagna, e mettendo il settore produttivo italiano davanti ad un bivio: quale strada intraprendere per essere certi di essere competitivi nei prossimi anni sul piano commerciale? Il gap tra Italia e Spagna nell’innovazione si sta progressivamente riducendo e, spinte dalla crescente domanda, le grandi organizzazioni produttive iberiche, stanno pian piano iniziando a produrre le varietà che soltanto fino a ieri erano prerogativa unica delle serre italiane: baby-leaf, micro-green e ogni genere di ortaggio a foglia richiesto dalla IV Gamma. “Quest’anno la situazione in Italia è particolarmente difficile”, afferma Massimo Terrazzan, buyer della veronese Euroverde, parte del Gruppo Bruno Srl, che abbiamo incontrato in Francia. “I danni climatici e l’eccessiva frammentazione del tessuto produttivo stanno rendendo il lavoro di noi grossisti che lavoriamo anche nel settore della IV Gamma, particolarmente difficile. Manca pro-

dotto. Si fa fatica a trovare radicchio tondo e cicoria pan di zucchero che registra un calo di volumi fino al 50%. Questo ci spinge a cercare fornitori all’estero, come in Spagna, dove peraltro abbiamo il vantaggio di riuscire a riempire un bilico o container con una o due telefonate al massimo. Mentre in Italia non ne bastano cinque”. Si tratta di una tendenza particolarmente rischiosa. Tolta quella decina di aziende grandi e medie (sostanzialmente tutte riunite intorno al tavolo dell’ex AIIPA IV Gamma, oggi Unione Italiana Food) la restante parte, circa 200 aziende agricole, operano in ordine sparso vendendo il prodotto al migliore offerente, spesso tra i grossisti del settore. Si parla di piccole realtà che possono offrire

quantitativi limitati sicché il grossista è costretto a fare innumerevoli telefonate per riempiere un carico con il rischio, in una stagione climatica avversa come questa, di non riuscire a soddisfare la richiesta del cliente. “Il problema - continua Terrazzan - è che se la GDO si abitua al prodotto che arriva dall’estero, poi continua a richiedere quello. L’eccessiva frammentazione del tessuto produttivo italiano di IV Gamma, non lascia presagire nulla di buono. Ci sono casi acclarati di distributori di IV Gamma che piuttosto che continuare a rifornirsi in Italia con tutte le incognite del caso, dal clima all’incertezza dei volumi, hanno preferito investire nella realizzazione di impianti produttivi in zone della Spagna e del Portogallo”. (m.l.)

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Attenti alla Spagna, investe nelle serre per IV Gamma

Il Consorzio: Produrremo IV Gamma anche a Lusia Il Consorzio di Tutela dell’Insalata di Lusia IGP ha modificato il proprio disciplinare per poter produrre IV Gamma e adattarsi così alle nuove tendenze di consumo. Lo ha affermato Alessandro Braggion, presidente del Consorzio, durante il convengo dal titolo “Denominazione di origine e marche: valore aggiunto per il consumatore?” promosso dallo stesso Consorzio di Tutela dell’Insalata di Lusia IGP, che si è tenuto a Lendinara, a Palazzo Malmignati. L’incontro ha visto la presenza di di Elisa Macchi e Paolo

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Bruni rispettivamente direttore e presidente di CSO Italy. Il Veneto è una regione leader per i radicchi, gli asparagi, i funghi e seconda per prodotti ortofrutticoli a marchio DOP e IGP. Sono infatti 15 le denominazione di origine, di cui tre DOP e 12 IGP. Il direttore del Consorzio di tutela del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco IGP, Denis Susanna, che ha portato la testimonianza di un prodotto ad indicazione geografica che in 5 anni ha saputo triplicare la produzione di radicchio certificato.

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Ortoromi: zuppe pronte, horeca ed e-commerce nel 2019 Chiara Brandi OrtoRomi ha chiuso il 2018 con un fatturato in crescita del 14% rispetto all’anno precedente, per un totale superiore a 106 milioni di euro. La vendita degli estratti di frutta e verdura 100% made in Italy, senza aggiunta di acqua, zucchero, coloranti e conservanti è aumentata significativamente nel 2018, vedendo una crescita del 24,5% rispetto all’anno precedente. E il trend positivo prosegue anche nei primi mesi del 2019. La linea Pausa Pranzo Insal’Arte, a fronte di una crescita a valore del 16,5% dell’intero segmento di mercato ‘ciotole con dressing kit’, ha registrato nel solo primo bimestre 2019 un incremento del 23%. Sono solo alcuni dei dati rilasciati mercoledì 17 aprile a Milano, durante un incontro con la stampa, da Martina Boromello, responsabile marketing dell’azienda padovana. All’incontro era presente anche Fresh Cut News, che ne ha approfittato per fare una chiacchierata a tu per tu con la manager. Da cosa nasce l’idea di entrare nel segmento delle zuppe pronte (il cui lancio risale alla stagione 2017/18, ndr)? “Credo che per OrtoRomi fosse doveroso farlo. Come azienda leader di mercato dovevamo adeguarci a quelle che sono le attuali richieste della domanda. Sebbene infatti ci siano ottimi competitor, di cui riconosco la competenza e l’eccellenza della proposta, abbiamo visto che c’era spazio sufficiente per entrare nel segmento, dato anche il trend di crescita a doppia cifra che continua a fatturare l’intero comparto, inserendo referenze alternative. La dimostrazione è data dalle performan-

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Intervista alla responsabile marketing del Gruppo padovano, Martina Boromello. Tra gli obiettivi, entrare nei bar con la linea degli estratti. Studiate per questa operazione 9 ricette ad hoc

ce registrate da ricette come scarola e fagioli, cicoria e patate, o cipolla e lime che sono riuscite prima a entrate nell’assortimento dei buyer che ci hanno creduto da subito e poi nei carrelli dei consumatori”. E per quello che riguarda i prodotti di V Gamma e i vegetali pronti? “Per la linea di prodotti di V Gamma stiamo rielaborando l’intera proposta per ripresentarla sul mercato; sicuramente però non prima del 2020. Circa i burger o altre referenze del segmento vegetali pronti, al momento non abbiamo alcun progetto.“ E circa l’e-commerce? “Anche quella delle vendite online è stata una richiesta arrivata dal mercato. Per intraprendere questa sfida ci siamo affidati al portale dedicato FruttaWeb e stiamo avendo buone soddisfazioni. Siamo partiti con un assortimento molto ampio per poi restringere il paniere proposto tarandoci sulle richieste dei consumatori. Dalla nostra esperienza i prodotti che vanno per la maggiore online sono i prodotti a più al-

to contenuto di servizio come le zuppe e gli estratti; per le insalate invece la domanda è inferiore, probabilmente perché il cliente medio vuole toccare con mano la busta e rendersi conto della freschezza del prodotto prima dell’acquisto”. Ci parla dei progetti futuri di OrtoRomi? “Dopo il recente lancio di due interessanti novità: l’estratto 100% mela Pink Lady e l’estratto 100% arance rosse di Sicilia IGP (Moro, Tarocco e Sanguinello a seconda della stagionalità, ndr), stiamo lavorando per entrare nel canale Horeca, in particolare nei bar, proprio con la nostra linea di estratti. Abbiamo studiato 9 ricette ad hoc, presentate in formati da 200 ml. Per ora i test hanno dato risultati più che positivi; adesso inizia la fase 2, ovvero l’implementazione della distribuzione. Ma non è tutto: stiamo anche lavorando per un progetto di co-marketingcon un’importante azienda dell’agroalimentare finora estranea al mondo ortofrutticolo ma che porteremo in reparto con le nostre ciotole Pausa Pranzo Insal’Arte”. Maggio 2019


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Spreafico rinnova l’intera linea di frutta fresca pronta al consumo. Macfrut è stata scelta come occasione per presentare in anteprima FruEat, la nuova marca di IV Gamma che sarà disponibile sugli scaffali da giugno 2019. Il mercato della frutta pronta è in costante crescita: si rileva anche quest’anno un incremento a doppia cifra, successo che si fonda sull’espansione distributiva a livello nazionale dei prodotti di IV Gamma. Sono diverse le insegne GD e GDO che hanno scelto di sposare e inserire queste referenze moderne – e sempre più richieste – all’interno dei loro assortimenti, non solo nella stagione più calda ma tutto l’anno. Il consumatore di oggi, infatti, ha ormai raggiunto un’esperienza consolidata nel consumo di IV Gamma e ricerca sempre più prodotti ad alto valore aggiunto, di qualità e perfetti per il consumo sia a casa che fuori casa. “Per comprendere meglio questa esigenza siamo partiti ponendoci una semplice domanda: quante volte ci capita di avere il tempo

Il nuovo brand è un’evoluzione di Vitamia, nato nel 2014. Sarà sul mercato da giugno sufficiente per prepararci uno spuntino sano lavando e tagliando la frutta? Quasi mai. Per questo motivo, noi e i nostri clienti ricerchiamo costantemente prodotti che siano fruibili, facilmente e rapidamente, che ben si adattino al nostro stile di vita frenetico senza mai rinunciare a freschezza, qualità, gusto e un adeguato apporto calorico”, sottolineano i vertici del Gruppo Spreafico. E precisano: “Le accurate analisi di mercato e le ricerche sul consumatore finale svolte nel corso dell’ultimo anno, ci hanno portato ad evolvere il nostro consolidato brand Vitamia, nato nella primavera del 2014, a favore di un brand che incarni perfettamente le esigenze e i valori di servizio e praticità che il consumatore moderno ricerca”. Con FruEat, Spreafico intende proporre solo frutta di prima

scelta accuratamente lavata, tagliata, selezionata manualmente e confezionata per poter essere consumata in totale sicurezza sia a casa che fuori casa. “Garantiamo ai nostri clienti un prodotto finale di elevata qualità – affermano i manager di Spreafico – in qualsiasi condizione di consumo. La gamma di prodotti è caratterizzata da oltre venti frutti lavorati e declinati in porzioni che spaziano dal consumo individuale a quello famigliare. FruEat vuole avvicinarsi ai suoi consumatori adeguandosi alle loro esigenze e per questo motivo ha creando una versione on-the-go caratterizzata da pack termosaldati, ideali per chi vuole degustare uno spuntino in modo semplice e veloce, che si differenzia dalla linea premium in vaschetta, caratterizzata da una ricettazione più pregiata”.

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Spreafico con il marchio FruEat rinnova la sua linea fresh cut

Terzo polo per la IV Gamma di frutta Orsero E’ operativo a Verona il terzo impianto di Orsero SpA dedicato alla preparazione di frutta tagliata, porzionata e pronta da consumare dopo quelli di Firenze e Molfetta. La nuova struttura si affianca a quella tradizionalmente dedicata alla commercializzazione e distribuzione dei prodotti Orsero nel Nord Italia ed è dislocata su una superficie di circa 1.000 mq per una capacità produttiva di 30 mila vaschette al giorno. È previsto l’inserimento da 20 a 50 addetti in funzione dei picchi stagionali di attività per la gestione dell’aumento della produzione. “Con il nuovo stabilimento di Verona il Gruppo compie un altro passo di grande rilevanza nella crescita e nel rafforzamento competitivo di Orsero nel segmento IV Gamma - afferma Raffaella Orsero -. La posizione, logisticamente strategica, permette al

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Gruppo di rafforzare la rete distributiva di questa linea di prodotto nelle aree settentrionali del Paese, consentendoci così, grazie anche agli altri due stabilimenti, di distribuire su scala nazionale la frutta tagliata, garantendo un prodotto di qualità extra premium e tempi di consegna molto brevi”. Gli stabilimenti Orsero dedicati alla preparazione di prodotti di IV Gamma di frutta sono dotati delle più avanzate tecnologie per il taglio della frutta per avere il massimo standard qualitativo, igienico e di sicurezza e allo stesso tempo mantenere una filosofia di produzione artigianale con attenzione alle qualità organolettiche del prodotto. Questo afferma l’azienda che considera la linea di IV Gamma di frutta un elemento importante su cui puntare sul mercato italiano.

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