IL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO - MARTEDI' 29 SETTEMBRE 2015

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Il Nuovo Corriere IlNuovoCorriere di

numero 50 anno I - 1 euro

Roma e del Lazio

MARTEDÌ 29 SETTEMBRE 2015

Se anche il Papa scarica Marino abbiamo toccato il fondo di Giovanni Tagliapietra

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adesso abbiamo definitivamente toccato il fondo. E risalire sarà difficilissimo. Se anche Papa Francesco sbugiarda Ignazio Marino in diretta, davanti alla platea dei giornalisti, resta poco da fare per mantenere un profilo decente. Meglio sarebbe uscire di scena con dignità, ma un cambio alla guida della capitale non è previsto. Siamo nel pieno dell’imbarazzo e dello sconcerto e non è certo un comunicato del Campidoglio a cambiare le cose. Che il Pontefice abbia chiesto i consigli del sindaco per affrontare la comunità di Filadelfia, che Marino li abbia offerti di sua iniziativa e poi abbia giocato un po’ sull’equivoco poco importa. Ci hanno raccontato di un sindacomedico che soccorre due passeggeri sul volo che lo porta negli Stati Uniti, ci hanno fatto rimbalzare oltreoceano l’immagine di un Marino circondato da miliardari con il libretto degli assegni in mano, pronti a rimettere a nuovo a loro spese la capitale, tutto fumo. Quello della comunicazione è uno dei problemi cruciali della Giunta Marino, il sindaco ha una armata di addetti stampa che quasi mai sono in grado di “coprire” efficacemente il loro capo. Anzi, in questi mesi una lunga serie di interventi-boomerang, fuori tempo e fuori registro hanno fatto apparire Marino anche peggio di quello che è, e i media romani, per un motivo o per l’altro, sono fin troppo teneri con l’inquilino del Campidoglio. La frittata è fatta, tutti chiedevano che cosa ci andava a fare di nuovo in America il primo cittadino della Capitale e le risposte non erano chiarissime, forse volutamente opache. A cercare sponsor e mecenati per Roma? Possibile. A vedere il Papa? Ad aiutarlo? ? Forse lo aveva detto scherzando e sperando di essere preso sul serio, il buon Marino. E adesso, per l’ennesima volta, tutto il mondo ride di noi. segue a pagina 2

All’interno l’inserto di Sanità del Lazio

IN PRIMO PIANO/ È BUFERA IN CAMPIDOGLIO. E IL GIUBILEO SI AVVICINA

Il Marino-ter è ai titoli di coda? Il vicesindaco Causi e l'assessore Esposito rischiano di essere ostacoli insormontabili. E i nodi Ama e Atac sono quelli sui quali il sindaco può andare a fondo. Quotazioni in Borsa, ingresso dei privati, problemi troppo grossi per essere affrontati in questa situazione. La mancanza di una vera leadership e di una guida politica rende tutto più difficile. L'imbarazzo del Pd e la difficoltà di uscire dall'angolo con un minimo di dignità Santoro a pagina 3

SCENARI

Città abbandonata alla prova degli scioperi

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l 2 si fermano i mezzi pubblici. I 24mila dipendenti capitolini sono sul piede di guerra per il salario accessorio (dimenticato laS an ità e sempre posticiLazio pato). L'8 dicembre si apre l'Anno Santo e intanto si discute di dettagli mentre la Capitale è sommersa Arriva il Giu da problemi irrisolti e con quale sa bileo e non sappiamo forse irrisolvibili. nità potrem o U NUMERO 50 ANNO

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Giocoli a pagina 2

IL CASO

PUNTI DI VISTA La mossa del “tecnico” Cantone mette all’angolo Zingaretti Rebecchi a pagina 4

FUORI PISTA Viaggio nelle gelaterie migliori di Roma segnalate dai nostri lettori alle pagine 12 e 13

Quegli strani vitalizi a persone “illustri”

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arrazzo usò una legge voluta da Badaloni per attribuire vitalizi a due cittadini degni di nota (?) e indigenti (?), un attore e una artista. Oggi Zingaretti ha costituito una commissione ad hoc per individuare altri “cittadini illustri che si siano particolarmente distinti, in ambito regionale, nel campo delle arti, delle scienze e delle lettere, che si trovino in stato di indigenza". Ma la storia non è chiara. Pascucci a pagina 5


martedĂŹ 29 settembre 2015 pagina 2

PRIMO PIANO

ALLA DISPERAZIONE, NUOVI SHOCK SCENARI ROMANI SI AGGIUNGONO AI GUAI QUOTIDIANI DEI TRASPORTI

La città abbandonata alla prova degli scioperi Il 2 si fermano i mezzi pubblici. I 24mila dipendenti capitolini sono sul piede di guerra per il salario accessorio (dimenticato e sempre posticipato). L'8 dicembre si apre l'Anno Santo e intanto si discute di dettagli mentre la Capitale è sommersa da problemi irrisolti e forse irrisolvibili di Leonardo Giocoli

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enerdĂŹ 2 ottobre restate a casa: è meglio. E anche tutto il prossimo anno se potete: ancora meglio espatriate. Se non potete evitare di portare i pargoli a scuola, attraversare la cittĂ per andare a lavorare o soltanto evitare di fare la spesa per mangiare allora rassegnatevi. Il 2 ottobre, appunto venerdĂŹ, i dipendenti di Atac Spa, Roma Tpl e aziende associate, Roma Tpl Scarl e Cotri incroceranno le braccia. Certo saranno previste delle fasce di garanzia (I bus circoleranno normalmente fino alle 8,30 e dalle ore 17 alle ore 20) però c’ da giurarci che la cittĂ andrĂ in tilt. Il nuovo assessore ai Trasporti, Stefano Esposito (Pd), ha assunto l’incarico solo da pochi mesi e già è arrivato ai ferri corti con dipendenti e sindacati (“se fanno un altro scioperetto li asfaltoâ€?), e pure con il sindaco Ignazio Marino che sembra non aver trovato un feeling con questo centurione mandato direttamente da Matteo Renzi. Lotte di correnti che ai romani poco interessano. Il problema è che lo sciopero dei mezzi pubblici (anche regionali) si innesta su una situazione giĂ critica, forse esplosiva. In piĂš fra meno di 2 mesi si apre ufficialmente il Giubileo della Misericordia con la prevista affluenza di 30/35 milioni di pellegrini nei prossimi mesi. Il che vuol dire che mediamente 100mila persone in piĂš al giorno useranno i mezzi pubblici giĂ al collasso. E ancora: se ve lo siete dimenticato i dipendenti capitolini, circa 24 mila persone, stanno giĂ sul piede di guerra perchĂŠ il Campidoglio rinvia e posticipo qualsiasi discussione sul salario accessorio. Tagliato un anno fa e non piĂš reintegrato. Nonostante le promesse, le mediazioni, le trattative avviate e stoppate. I sindacati capitolini non credono piĂš a Marino e neppure ai vice (come Causi che aveva promesso di chiudere la partita a giugno, poi a settembre, adesso ha proprio rinviato un fumoso pronunciamento

del governo o della Corte dei Conti. Le spiegazioni non bastano piĂš a chi ha subito un taglio dello stipendio di 100, 200 anche 300 euro. SU stipendi medi che non superano i 1.500 al mese c’è poco da scialare. I continui rinvii assumono i contorni della presa in giro reiterata. E quindi è probabile che salvo miracoli – un altro sciopero dei capitolini ci sarĂ . E sarĂ una mazzata per i romani. Scuole e asili chiusi, servizi a singhiozzo, caos a poche settimane dall’inizio dell’Anno Santo. C’è poco da stupirsi: una cittĂ abbandonata a se stessa, dove l’incuria e l’approssimazione sono divenute la regola non poteva che implodere di problemi e complicazioni. Il problema è che i guai non vengono mai da soli: la congiuntura astrale di una cittĂ in stato di assedio – seppure da parte di pacifici pellegrini – e sotto schiaffo per le decisioni mai prese o rinviate. Se i nostri amministratori avessero un minimo di decenza dovrebbero archiviare i litigi e le polemiche inutili e pensare alla cittĂ . E invece no. SI stanno giornate intere dietro alla dichiarazione del momento, senza pensare

i problemi storici. Chi se ne importa chi ha invitato chi alla visita papale. Il problema è che la gente è esasperata, la cittĂ abbandonata e continua a cadere a pezzi. Roma commissariata è purtroppo un ipotesi archiviata. Nessun governo farebbe cadere l’attuale giunta prima del Giubileo con la

certezza dell’esasperazione dei romani. Vincerebbero i 5 Stelle a man bassa. Vincerebbe chiunque a man bassa vista la gestione Marino e il ricordo di quella Alemanno. Resta il problema della città abbandonata, in preda a scioperi e agitazioni che sono contenuti

solo perchĂŠ chi sciopera perde una giornata di stipendio e di questi tempi non è cosa da poco. Però prima o poi la misura sarĂ colma. Ma i nostri continueranno a fregarsene tutti presi da discussioni sterili e senza futuro. Un po’ come questa cittĂ eterna‌ che sta morendo

segue dalla prima pagina

Se anche il Papa scarica Marino abbiamo toccato il fondo

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l Papa certo non dice bugie. E noi ci troviamo ancora con un sindaco che era nella parte sbagliata del mondo nel momento meno indicato. Ora è tornato per scoprire che la terza edizione della sua Giunta vacilla giĂ , con fuochi d’artificio, risse, problemi enormi da affrontare, Causi, la scheggia impazzita Esposito, Atac, Ama, Giubileo la mobilitĂ , lo scandalo dei trasporti di superficie e della Metro, e chi piĂš ne ha piĂš ne metta. Perfino lo stadio della Roma a Tor di Valle torna in discussione. I romani sono al limite della sopportazione ma non c’è modo di cambiare la situazione. Nessuno scommette sul futuro immediato e su quello a breve termine, il Pd è in grande imbarazzo, l’opposizione abbaia ma non morde e non pare comunque in grado di muovere le folle. Ma la mancanza di una vera leadership, carismatica, si avverte ogni giorno di piĂš. Manca una guida autorevole che prenda per mano Roma e la porti fuori dai guai. E non c’è nessuno all’orizzonte che rassereni l’ambiente. Giovanni Tagliapietra


martedì 29 settembre 2015 pagina 3

PRIMO PIANO

IN PRIMO PIANO

È BUFERA IN CAMPIDOGLIO E IL GIUBILEO SI AVVICINA

Il Marino-ter è ai titoli di coda? Il vicesindaco Causi e l'assessore Esposito rischiano di essere ostacoli insormontabili. E i nodi Ama e Atac sono quelli sui quali il sindaco può andare a fondo. Quotazioni in Borsa, ingresso dei privati, problemi troppo grossi per essere affrontati in questa situazione. La mancanza di una vera leadership e di una guida politica rende tutto più difficile. L'imbarazzo del Pd e la difficoltà di uscire dall'angolo con un minimo di dignità di Giovanni Santoro

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l Marino-ter come crocevia della seconda fase. Per rilanciare l’azione amministrativa del chirurgo salito al Campidoglio. Era questo l’obiettivo. Ma a due mesi di distanza dall’annuncio della nuova giunta sembra di essere già ai titoli di coda. Perché gli ingressi di Marco Causi, come vicesindaco e assessore al Bilancio, insieme al nuovo titolare della Mobilità adesso sono il problema. Che si presenta, come sempre, quando il primo cittadino è dall’altra parte dell’Oceano. Sono le due grane che l’inquilino di Palazzo Senatorio dovrà affrontare al suo rientro nella Capitale: da una parte Causi allo scontro frontale con il presidente Ama, Daniele Fortini, per l’ipotesi di quotare in borsa la municipalizzata dei rifiuti; dall’altra Esposito: vulcanico e senza peli sulla lingua che, dopo il coro “Roma M…”, stavolta va al braccio di ferro con il direttore generale di Atac Mi-

cheli per la manutenzione dei bus. Le fibrillazioni riguardano proprio loro due che, anche se per motivi diversi, contestano le scelte di Marino. A lui il compito di fare da arbitro con i due pezzi da novanta delle squadra di governo. Tanto da dover convocare entrambi e capire come andare avanti. Tutto nella settimana decisiva per le due aziende capitoline. Prima l’Ama, con i consiglieri comunali costretti a correre per approvare una delibera che rinnova il contratto di servizio per la raccolta e lo spazzamento entro il 27 settembre. Obiettivo centrato, il rischio era di lasciare la città invasa dalla “monnezza”. Consiliatura salvata dall’opposizione: perché in assemblea capitolina finisce 22 a 14. Senza gli assenti della lista Marchini (2) come quelli del M5S, più Lavinia Mennuni (FdI), Giovanni Quarzo (FI), Francesca Barbato (Ap) e Alessandro Cochi i “no” sarebbero stati 24. Grazie ai mal di pancia di Sel e qualche mancata presenza in maggioranza:

Rita Paris (Lista Marino), il dem Gianni Paris e Cosimo Dinoi del misto. Chirurgo salvo, ma la tempesta arriva sull’ipotesi di portare la municipalizzata in borsa. Lo fa capire il sindaco stesso in un’intervista a “Il Messaggero”, lo dice a chiare lettere Fortini. “Non con me in giunta”, tuona il numero due Causi. L’idea di trasformare Ama in una sorta di Acea2, con il 51% in mano pubblica e il resto ai privati, non va giù al vice. Che replica e rettifica: “Non stiamo discutendo dell’assetto societario. Se dovesse essere lo farebbero senza di me”. Tanto per chiarire la posizione. Ricordando ai suoi fedelissimi che il manager di via Calderon de la Barca dovrebbe occuparsi dell’indirizzo politico deciso dal primo cittadino. Stesso suggerimento che espone a Esposito in una lettera. Il titolare della Mobilità, infatti, va allo scontro frontale con il “diggì” Micheli. Tensioni su un appalto delle manutenzioni in Atac. Perché dopo le tre gare

pubbliche deserte per i nuovi autobus, l’assessore-senatore ne propone un’altra: in gioco 250 veicoli con annessa manutenzione. Un principio di esternalizzazione che non va giù al dirigente di via Prenestina, pronto anche a lasciare. Una ipotesi smentita anche dal Campidoglio, ma resta quella mossa che cancellerebbe gli sforzi fatti per mantenere aperte le officine di riparazione della stessa azienda. “Ma lui deve fare quello che gli dico io”, replica il vulcanico sabaudo. “Non si può”, gli ricorda Causi. Che sottolinea come la delega delle Partecipate sia sempre in mano al sindaco stesso. Polemica che monta dopo le dichiarazioni di un pentito di ‘ndrangheta che coinvolge lo stesso Esposito per appalti e favori sulla Tav. Lui nega e fa notare di non avere ricevuto nessun avviso di garanzia. E intanto in giro ripete: “Se non si cambia sono inutile; la delibera sui bus turistici va approvata altrimenti non servo”. La sua bat-

taglia è anche per il cda, dove vorrebbe portare il giovane professore Stefano Di Carlo del Politecnico di Torino, dopo l’uscita dell’amministratore delegato Danilo Broggi. Intanto il famoso azzeramento del cda chiesto dal chirurgo ancora non arriva. Dichiarazioni pesanti, situazione tesa che il primo cittadino dovrà risolvere a breve. Farlo fuori non si può. Anche se l’inner circle del chirurgo lo vede “più come un problema che come una soluzione”. Per le sue sparate, per i suoi modi. Non può toccarlo, però, semplicemente perché il senatore lo ha voluto Matteo Orfini. Il segretario-commissario del Pd romano da 9 mesi è stato prorogato dopo l’azzeramento del premier Renzi. Si va avanti per un altro anno. Con Orfini tutela del sindaco agli occhi del presidente del Consiglio. Tanto che il diretto interessato commenta: “Le mie dimissioni? Nei libri fantasy”. Quel che è certo è che l’attesa fase due non è decollata. E il Marino-ter è già in crisi.


martedì 29 settembre 2015 pagina 4

CRONACHE

STOP IMPROVVISO (E IMPREVISTO) ALLE NOMINE PUNTI DI VISTA LO DEL GOVERNATORE APRE SCENARI INESPLORATI

La mossa del “tecnico” Cantone costringe in difesa Zingaretti L’intervento dell’Authority anticorruzione sarà a costo zero per il Governatore? C’è instabilità con grosso rischio di temporali improvvisi e violenti, nel cielo politico del Lazio. Soprattutto per quel che riguarda il Partito Democratico di Carlo Rebecchi

C’

è instabilità con grosso rischio di temporali improvvisi e violenti, nel cielo politico del Lazio. Soprattutto per quel che riguarda il Partito Democratico, anche se per il momento, dopo il terremoto di Mafia Capitale, la situazione è d’attesa. Un’attesa venata di una crescente preoccupazione. Il rischio, secondo la percezione di molti, è che dopo essersi abbattuti sul Comune di Roma (leggi: Mafia Capitale) i temporali politico-giudiziari possano colpire la Regione Lazio e il suo presidente: Nicola Zingaretti. In questa chiave viene letta da molti la notizia dell’altolà imposto dal presidente dell’Autorità Anticorruzione (Anac) – il magistrato Raffaele Cantone - al Governatore laziale. Un altolà obbligatorio,determinato dall’applicazione di una legge – la Severino, la stessa che ha appiedato sia pure per motivi diversi Silvio Berlusconi – che si tradurrà per Zingaretti in una “sospensione”, per tre mesi, dal potere di fare nomine amministrative. A vederla così, sembrerebbe roba da poco. Ma sul piano politico, e per la precisione in casa PD, la tegola che colpisce il Governatore è particolarmente pesante. Nicola Zingaretti è uno dei “cavalli di razza” del Pd; e anche una spina nel fianco di Matteo Renzi. Un vincente, dai congressi del partito fino a ciascuna delle elezioni a cui ha partecipato finora, che come amministratore ha suscitato meno critiche e polemiche di tanti altri. Prima alla Provincia e ora alla Regione dove, grazie ad una buona gestione della comunicazione, ha dato l’impressione – anche se non tutti gli esperti sono d’accordo – di poter risanare la disastrata sanità regionale e di poter favorire la ripresa economica del Lazio. Di poche parole, sempre attento a quello che dice, Zingaretti ha fin qui beneficiato della immagine “pulita” che lo accompagna da sempre. Proprio per questo le rivelazioni di Salvatore Buzzi, che lo ha chiamato in causa nelle sue deposizioni davanti ai magistrati che indagano su Mafia Capitale facendo nomi e cognomi di suoi collaboratori che avrebbero intascato soldi per lui, non lo hanno finora danneggiato più di tanto. Anche perché Buzzi non ha potuto riferire ai magistrati informazioni derivanti da una sua conoscenza “diretta” ma ha ripetuto cose che gli sarebbero state dette da altri protagonisti del “Mondo di mezzo” romano, e quindi da verificare. L’altolà di Cantone non equivale ovviamente a una chiamata in causa del Governatore per corruzione. La “colpa” di Zingaretti – che deve essere ratificata ora

Raffaele Cantone dalla responsabile dell’Anticorruzione della Regione Lazio, Giuditta Del Borrello – è di avere nominato un commissario straordinario dell’Ipab di Gaeta, Giovanni Agresti, senza verificarne le eventuali incompatibilità. Che invece c’erano, visto che Agresti – che poi si è dimesso - è anche amministratore della Gest-Var, una società che cogestisce due cliniche private che sono in rapporti con la Regione Lazio. L’atto d’accusa firmato da Cantone spiega che “non basta a far ritenere insussistente la colpa della nomina il rilascio, da parte del nominando Agresti, della dichiarazione di assenti cause di inconferibilità”, la quale in ogni caso “non può far venir meno il dovere di accertare i requisiti necessari alla nomina e in particolare uno, l’assenza di cause di incompatibilità che rappresenta una chiara esplicazione concreta del principio costituzionale di imparzialità e buon andamento dell’amministrazione”. La vicenda ricostruita dall’Anac – e chissà quante ce ne sono di analoghe a Roma e nel resto d’Italia – è che il 17 febbraio scorso Agresti è nominato commissario straordinario dell’Ipab Ss. Annunziata, ente di diritto pubblico che si occupa di assistenza e beneficenza. Il 24 il direttore dell’Ipab, Giuseppe Caprio, rivela che Agresti è incompatibile. Tre mesi dopo l’anomalia viene certificata e l’11 giugno

Agresti si dimette. Il 3 luglio si dimette anche il suo “accusatore” per “stranezze nella gestione dell’Ipab” e “sospetto conflitto di interessi”. Come si vede, è l’omissione di controlli, che viene addebitata al Governatore (e ai suoi uffici). Un male, questo, di cui l’indagine Mafia Capitale ha evidenziato la gravità.Perché, quasi sempre, le leggi ci sono ma pochi o nessuno, per disattenzione o per interesse, si cura di verificarne l’applicazione. E questo favorisce la corruzione, perché uno “ci prova” una volta e poi, visto che nessuno controlla, spesso ci riprova altre volte, fino a farne un’abitudine. Senza magari che il politico di turno se ne accorga. Proprio Zingaretti, per esempio, ha giurato sulla correttezza di suoi collaboratori, a cominciare da quella del suo capo di Gabinetto alla Regione, Maurizio Venafro, dimessosi perché coinvolto nell’inchiesta Mafia Capitale. Bussi, a proposito dell’appalto di 91 milioni di euro per il Centro di prenotazioni sanitarie (Cup), ha dichiarato: “Stà partita la gestisce Venafro per conto de Zingaretti”. La gara per il Cup era stata indetta da Zingaretti, che poi l’ha annullata quando il bando è finito nell’indagine sul Mondo di mezzo. Inchiesta nella quale è stato arrestato Daniele Magrini, che Buzzi definiva “un ‘padreterno’” e che Zingaretti, come affermato dai grillini, ha nominato in una

posizione dirigenziale”. Gli schizzi di fango, come detto, hanno finora risparmiato Zingaretti. L’altolà di Cantone arriva però in un momento delicato per Zingaretti nel Pd. Secondo i “si dice” il Governatore sarebbe orientato a lasciare da parte la sua tradizionale prudenza per diventare uno dei leader del nuovo schieramento che a sinistra non si riconosce nelle posizioni politiche di Renzi. Il primo passo sarebbe un patto Zingaretti-Pisapia-Cuperlo per garantire alle prossime elezioni amministrative un appoggio a tutti i candidati “non renziani” . Il premier-segretario del PD non ama Roma e il partito democratico della Capitale ha lo stesso atteggiamento nei suoi confronti. Nella Capitale fino a che Renzi è solo in campo, tutti sono con lui ma le cose potrebbero cambiare nel caso della discesa in campo di un competitor del peso di Zingaretti. A questo lavora il Sel, che dopo Mafia Capitale è uscito dalla maggioranza che sostiene il sindaco Marino proprio in polemica con la linea del Pd di Renzi. A Roma, come ha confermato il vicepresidente vendoliano della Regione Smeriglio, il dialogo tra la sinistra del PD e Sel è avviato, e forse più avanti che altrove. Resta da vedere se l’intervento dell’Authority anticorruzione sarà per Zingaretti a costo zero.


martedì 29 settembre 2015 pagina 5

CRONACHE

SCENARI LA REGIONE E L'USO DISCREZIONALE DI FONDI PUBBLICI

Quegli strani vitalizi a persone "illustri" Marrazzo usò una legge voluta da Badaloni per attribuire vitalizi a due cittadini degni di nota (?) e indigenti (?), un attore e una artista. Oggi Zingaretti ha costituito una commissione ad hoc per individuare altri “cittadini illustri che si siano particolarmente distinti, in ambito regionale, nel campo delle arti, delle scienze e delle lettere, che si trovino in stato di indigenza". Ma la storia non è chiara Eppure da una veloce ricerca su Internet, del primo non c’è traccia di una biografia, risulterebbe aver partecipato come attore di secondo ordine in due film, anch’essi di spessore minimal, “Rosina Fumo viene in città per farsi il corredo” e “Gli ultimi tre giorni”. Un po’ poco.

di Stefania Pascucci

I

l Partito democratico e il vitalizio per cittadini illustri, una storia sconosciuta ai più. Piero Marrazzo - governatore del Lazio travolto dallo scandalo di Via Gradoli, luogo di transessuali e festini a base di droga e costretto a dimettersi nel 2009 - fa in tempo ad attribuire un assegno vitalizio (cioè, per tutta la vita) a due persone, secondo il suo parere, “illustri” e indigenti. Il primo “illustre” di nome Benedetto Simonelli, all’epoca di soli anni 61, beneficia di un assegno annuo di 12mila euro, mentre il secondo nome è quello di Luciana Fortini, classe 1927, alla quale è corrisposto un assegno di 8mila euro annui. Lo ha fatto ricorrendo alla legge regionale n. 21 del 1999, istituita da Piero Badaloni, giornalista Rai che dal 1995 al 2000 ha rivestito la carica di presidente della Regione Lazio.

Piero Badaloni

Piero Marrazzo

Secondo questa strana legge regionale che concerne l’istituzione di un assegno a vita, sono meritevoli i “cittadini illustri che si siano particolarmente distinti, in ambito regionale, nel campo delle arti, delle scienze e delle lettere, che si trovino in stato di indigenza" A prima vista distinguere chi realmente ha contribuito all’accrescimento culturale e sociale del territorio laziale

sembrerebbe un compito arduo e, quindi, scegliere tra possibili migliaia di persone che in qualche modo potrebbero essere riconosciute come tali dovrebbe richiedere non solo un avviso pubblico ma anche un esame accurato dei requisiti. Nessun dubbio ebbe, invece, Marrazzo nel firmare il decreto per il vitalizio per Simonelli e Fortini. E senza ricorrere a nessuna graduatoria.

Ovvio che l’accertamento della Siae nei suoi confronti è stato pari a zero. Se si parla di meriti illustri, qui sono decisamente nascosti in chissà quale angolo buio. Per la Fortini il discorso è un altro. Risulta tuttora, anche se ultraottantenne, un’artista di rilievo tale da meritarsi una citazione nel catalogo dei Beni Culturali, per essere tra gli artisti della mostra andata in scena a Tivoli a Villa Adriana dall’8 aprile al 6 novembre 2011. In più la Fortini è titolare di una elegante sito ( link lucianafortini.com) nel quale si spiega nei dettagli chi è l’artista, quali sono le opere e dove sono

le esposizioni, comprese le collaborazioni con la società internazionale Antinoo e l’università di Tor Vergata di Roma. Qui il dubbio si pone doppio: artista sì, ma perché definirla “illustre”? E si può definire la signora Fortini un’indigente dopo aver letto di tutte le sue collaborazioni con istituti di rilievo, quelli sì, così importanti? Siamo andati a fondo di questa storia non solo poco chiara, di cui i protagonisti sono i soliti amministratori di denari pubblici, soldi dei cittadini, perché in questi giorni è stata istituita, di nuovo, una commissione che dovrà decidere - come allora altri vitalizi a personaggi “illustri” del calibro di Simonelli e Fortini, cui poi la Regione corrisponderà i relativi assegni. Guarda caso un altro politico del Pd, un altro governatore del Lazio ha firmato il decreto. Questa volta, dopo Badaloni, Marrazzo, tocca a Nicola Zingaretti.

Le begonie di San Lorenzo in Lucina

S

ono un pendolare romano, uno che viaggia tutti i giorni in metro e cammina molto. Vedo la città da vicino, quindi, e noto che molte delle denunce di degrado della città che compaiono in queste settimane sui giornali sono fasulle o forzate. Non è il caso vostro, naturalmente. Voi raccogliete i mal di pancia di cittadini su cose vere, concrete e quasi sempre verificabili. Mi riferisco invece a qualche giornale di quelli che si prendono gratis nella metropolitana. Lunedì 21, per esempio, uno di questi aveva un titolone sul degrado di Piazza San Lorenzo in Lucina. Si parlava di buche, sporcizia e panchine rotte. Io ci passo spesso da quella bella piazza tra via del Corso e piazza del Parlamento e di tutto questo degrado non mi sono mai accorto. Mi sono tenuto la pagina e posso es-

sere preciso. La giornalista denuncia “mattonelle che traballano sotto i tacchi 12 delle signore e dei turisti che si girano per il rumore”: e che sarà mai? Dico io. E aggiunge: “Non si scherza neppure sui sanpietrini per via dell’usura”. E’ una piazza molto frequentata - dico io - ed è normale. Ma questo sarebbe il degrado? La coraggiosa giornalista denuncia anche che “l’unico abbellimento sul fronte del decoro è un’aiuola a forma di fiore di begonie low cost non curata granché”. Ma cosa ci devono mettere in un’aiuola? Delle costose orchidee? La giornalista denuncia ancora “rifiuti fuori dai contenitori”.

Non è bello, ma può capitare quando l’afflusso di turisti (maleducati) è alto. Nella parte alta del titolo si parla poi di “panchine rotte”, ma nell’articolo c’è scritto testualmente: “nessuna panchina, con buona pace dei visitatori dell’Urbe stremati dalle passeggiate in pieno centro”. Ci sarebbero i tavolini dei bar, ma anche qui arriva la denuncia: nel pomeriggio e di sera non si trova “la copiosa varietà di sandwich e pizze” indicata nei menu (con costi non propriamente sotto traccia), sottolinea la cronista. E’ sempre uno dei “salotti di Roma”- dico io - e i prezzi si adeguano al prestigio del luogo. E poi trovo abbastanza normale che di sera i bar non facciano i tramezzini e finiscano le pizzette e abbiano solo “primi e insalate”. Ma in definitiva sarebbe questo il degrado? Non so se pubblicherete nella rubrica “Non ci sto” questa mia denuncia “al contrario”. Di solito i componenti delle “caste” non si attaccano fra loro. Ma francamente non ne posso più di questi allarmi spropositati a titoli cubitali. Arturo M. - Roma Invitiamo i cittadini di Roma e del Lazio a denunciare le cose che non vanno con foto ed email a questo indirizzo: noncisto@corrierediroma-news.it


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la

Lazio

del

NUMERO 50 ANNO I MARTEDÌ 29 SETTEMBRE 2015

LA MAPPA DEL POTERE

DIETRO I FATTI

Manager congelati, trattative in corso. Ma ormai è chiaro: fino a Natale non succede a pagina 8 niente

La" rivoluzione" di Zingaretti comincia ad avere il fiato corto

a pagina 9

Arriva il Giubileo e non sappiamo con quale sanità potremo gestirlo

U

na dozzina di cantieri aperti dove si lavora senza soste per consegnare tutto almeno alla vigilia del Giubileo. I Pronto Soccorso degli ospedali romani sono in fermento e i disagi - contenuti - per operatori e pazienti sembrano legati ad una buona causa. La consolazione finale c'è: le migliorie nel peggiore dei casi resteranno e

consegneranno alla popolazione romana sopravvissuta ai traumi giubilari una serie di servizi migliori. Ma l'aria che si respira non è delle più rassicuranti. Tensioni, preoccupazioni, polemiche avvelenano l'aria e una grande confusione su chi comanda e su che cosa non facilita l'ordinaria amministrazione. La sanità laziale - e quella capitolina in particolare - è un ambiente difficile e pieno di veleni.

Le voci di corridoio parlano di ritardi difficilmente colmabili, di una regia piena di buchi e di ombre. Insomma, la faccia sorridente di Zingaretti con il cappellino giallo in visita ai cantieri nasconde le facce preoccupate e le occhiaie dei responsabili diretti della giostra. Le nuove-vecchie ambulanze? Non ci sono, il personale? Ancora non c'è. Il nuovo numero unico per le emergenze che indero-

gabilmente andrà in vigore a metà novembre? Un buco nero. La corsa per l'Expo di Milano sembra una sciocchezza di fronte a quanto sta accadendo a Roma. Sullo sfondo, un quesito inespresso ma che verrà buono alla resa dei conti finale: ma erano proprio tutti necessari i lavori degli ospedali di Roma e Provincia? O qualcuno ci ha marciato? REPORTER


Sanità Lazio del

Manager congelati, trattative in corso Ma ormai è chiaro: fino a Natale non succede niente

Asl Viterbo Commissario LUIGI MACCHITELLA Direttore sanitario Antonio Bray Direttore Amministrativo Daniela Donetti

Asl Rieti

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la

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LA MAPPA DEL POTERE

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alta una poltrona importante,non rientra tra quelle di cui parliamo da settimane, non è nella mappa ma è di assoluto rilievo .Nella confusa, confusissima rivoluzione zingarettiana viene cancellata la direzione generale di Flori De Grassi,la zarina riconosciuta della sanità laziale. Non è chiaro se sia una rimozione, una punizione, una promozione, un modo comunque per togliersi di mezzo un personaggio pesante o se sia una mossa disperata per risolvere una serie di problemi, La riforma cancella due direzioni chiave all'interno di un assessorato congelato da anni, altri due dirigenti dovranno essere nominati.Ma intanto la Degrassi potrebbe andare a fare il commissario alla mega Asl che a gennaio dovrebbe diventare operativa con la fusione di RmB e RmC. Oppure potrebbe trasferirsi alla Direzione della Protezione Civile Regionale, quella che ha in carico la gestione del nuovo numero unico per le emergenze. Per il resto tutto fermo,le otto-nove poltrone in gioco restano congelate.Fino a quando? Non si sa. Ai punti interrogativi si aggiunge quello della manager dell'Ares 118, Maria Paola Corradi. Sembra destinata alla Asl di Frosinone. Un problema risolto, forse, per Zingaretti. A Viterbo promozione in vista per il direttore amministrativo Daniela Donetti, il posto di direttore generale sembra suo. E al S. Andrea? Chissà...

Direttore Generale Laura Figorilli Direttore sanitario Marilina Colombo Direttore Amministrativo Manuel Festuccia

Asl Frosinone Direttore Generale ??? Direttore sanitario Roberto Testa Direttore Amministrativo Mario Piccoli Mazzini

LEGENDA Commissario Facente funzione A rischio? Vacante In uscita a

Asl Roma A

CENTRO STORICO Commissario Angelo Tanese Direttore sanitario Barbara Giudiceandrea Direttore Amministrativo Alessandro Moretti

Asl Roma B

Asl Latina

CENTRO STORICO Direttore Generale VITALIANO DE SALAZAR Direttore sanitario Vittorio Amedeo Cicogna Direttore Amministrativo Sabrina Cenciarelli

Asl Roma C

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Direttore Generale MICHELE CAPOROSSI??? Direttore sanitario Alfredo Cordoni Direttore Amministrativo Vania Rado

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EUR E DINTORNI Direttore Generale CARLO SAITTO Direttore sanitario Marina Capasso Direttore Amministrativo Silvia Cavalli

Asl Roma D

DA TRASTEVERE A OSTIA Direttore Generale Vincenzo Panella??? Direttore sanitario Flavia Simonetta Pirola Direttore Amministrativo Paolo Farfusola

Asl Roma E

Asl Roma F

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DAL VATICANO A BRACCIANO Direttore Generale Angelo Tanese Direttore sanitario Mauro Goletti Direttore Amministrativo Maria Velardi CIVITAVECCHIA Direttore Generale Giuseppe Quintavalle Direttore sanitario Francesca Milito Direttore Amministrativo Lauro Sciannamea

Asl Roma G

Asl Roma H

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TIVOLI, GUIDONIA, SUBIACO Direttore Generale GIUSEPPE CAROLI Direttore sanitario Domenico Bracco Direttore Amministrativo Daniele Aguzzi

San Giovanni Addolorata

San Camillo Forlanini

Direttore Generale ILDE COIRO Direttore sanitario Stefano Pompili Direttore Amministrativo Massimiliano Gerli

Direttore Generale Antonio D’Urso Francesco Cortese Direttore sanitario Direttore Amministrativo Alessandro Cipolla

Sant’Andrea

Policlinico Universitario Umberto I

Direttore Generale Lorenzo Sommella ff Direttore sanitario Lorenzo Sommella Direttore Amministrativo Paola Longo

Direttore Generale Domenico Alessio Direttore sanitario Amalia Allocca Direttore Amministrativo VACANTE

Spallanzani

Ifo

Direttore Generale Mastrobuono ??? Direttore sanitario Marina Cerimele ??? Direttore Amministrativo Guglielmo di Balsamo???

Direttore Generale Marta Branca ??? Direttore sanitario Marina Cerimele Direttore Amministrativo Guglielmo di Balsamo

Ares 118

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CASTELLI, ANZIO, NETTUNO Direttore Generale FABRIZIO D’ALBA Direttore sanitario Narciso Mostarda Direttore Amministrativo Francesca Merli

AZIENDE OSPEDALIERE

Direttore Generale MARIA PAOLA CORRADI??? Domenico Antonio Ientile Direttore sanitario Direttore Amministrativo Francesco Malatesta


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CRONACHE

la

Sanità Lazio del

DIETRO I FATTI UN COLPO DI SCENA DAI CONFINI POCO CHIARI

La “rivoluzione” di Zingaretti comincia ad avere il fiato corto Tempi duri per il governatore che deve incassare la "sospensione" di Cantone e il rinvio dell'accorpamento delle Asl capitoline al dibattito in aula alla Pisana. Intanto il risiko delle nomine va nel freezer di Giulio Terzi

F

acciamo tutti finta di niente, ma il pasticcio è di notevoli proporzioni. Perché riguarda il governo della sanità laziale, perché riguarda tutti. E se il sistema attraversa una turbolenza della quale non si vede la fine c'è da preoccuparsi. Proviamo a mettere in fila una serie di elementi. Ha fatto scalpore la notizia che il presidente dell'Autorità, Cantone, abbia inibito per tre mesi - in applicazione della legge Severino - il governatore Zingaretti dall'effettuare nomine in Regione. Lasciamo da parte motivi e oggetto della questione. E' un elemento che pesa comunque nella gestione della macchina regionale. Aggiungiamo, a latere, che la Procura ha chiesto di mandare sotto processo l'ex capo di gabinetto di Zingaretti - Venafro - per imputazioni legate alla gara del Cup, il centro di prenotazione unico regionale. Un punto interrogativo nella attività della Giunta che tuttora non riesce a risolvere la questione: la gara oggi è imminente, ma il rapporto con la struttura è in alto mare, ci sono licenziamenti in vista, sindacati in subbuglio, non si sa come uscire dall'impasse. Ma andiamo avanti. Zingaretti è in affanno su più fronti, al di là delle sue immagini sorridenti e dei suoi messaggi enfatici e rassicuranti. Il Giubileo è alle porte ma nulla è pronto. A scoperchiare il vaso di Pandora dell'emergenza si scoprirebbero cose inimmaginabili e angoscianti; le sue idee di rivoluzione vengono contestate da tutti e in ogni modo, l'accorpamento delle Asl capitoline è un magma confuso e non si capisce se alla fine del tunnel ci sarà

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti veramente la luce. La politica del rinvio sembra essere l'unica arma del governatore, tutto rimandato al dibattito in consiglio regionale, tutto rimandato a dicembre, quando assieme al via libera per il rimpasto delle Asl avranno finito (si pensa) il loro compito i membri della commissione, insediata a metà settembre, che dovrà dare i voti ai manager. Una pagella "pilotata"? Difficile pensare il contrario, perché dovrà servire al presidente-

governatore-commissario a liberarsi di alcuni personaggi scomodi: "bocciati", potranno essere sostituti. Intanto scadrà anche la sospensione imposta da Cantone. Perché ad una lettura restrittiva del provvedimento, “Zinga” non potrebbe neanche nominare nuovi vertici Asl. Tutto rimandato a gennaio, in poche parole, quando teoricamente dovrebbe accadere: a) varo definitivo dell'accorpamento di quattro Asl (A-B-C-E) con

relativo rimescolamento di manager; b) varo della riforma della struttura regionale, con la chiusura di due direzioni generali e la realizzazione di altre due nuove di zecca, quindi con la decadenza di due manager e la nomina di altri due; c) la sistemazione del risiko delle nomine che vede coinvolte almeno le poltrone dirigenziali di Ifo, Spallanzani, Frosinone, Viterbo, Latina, Sant’Andrea, Ares 118. Non resta che aspettare

SERVIZI/ Test numero chiuso 2015

A rischio annullamento la prova di migliaia di candidati

S

ono moltissime le segnalazioni di questi giorni per gravi irregolarità che si sarebbero verificate in occasione dello svolgimento delle prove di accesso alle facoltà a numero chiuso 2015, per i corsi di laurea in medicina e chirurgia ed odontoiatria e protesi dentaria, e per i corsi di laurea in professioni sanitarie. Il sistema delle etichette adesive - che dovevano essere applicate dai candidati sul foglio delle risposte e sul foglio anagrafica (introdotto per la prima volta quest’anno) - ha creato moltissime problematiche agli studenti, al momento della consegna degli elaborati. Molti degli aspiranti medici, infatti, pare non abbiamo sottoscritto la scheda anagrafica o abbiano apposto in modo errato le etichette autoadesive o, co-

munque, abbiano consegnato non correttamente il materiale di prova. Ebbene, questi candidati secondo una stima circa il 10% dei partecipanti al test - rischiano

di vedere annullata la propria prova. “Quest’anno il test di accesso alle facoltà a numero chiuso” spiega l’avvocato Cristiano Pellegrini

Quarantotti, esperto di diritto amministrativo e di impugnative di concorsi pubblici, che, da oltre 10 anni, rappresenta uno dei più importanti riferimenti a livello nazionale in materia di ricorsi avverso il mancato accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso, “ha presentato delle enormi criticità. Molti candidati potrebbero vedersi annullata la prova per errori commessi nella procedura di consegna del test. Per capire quale potrà essere la decisione del MIUR al riguardo, occorrerà attendere la pubblicazione della propria prova (2 ottobre) e dopo la graduatoria (7 ottobre) e vedere per ciascun candidato se avrà avuto validato il suo compito. Dopodiché, in caso di annullamento della prova questi motivi, si potrà agire con ricorso al TAR, impugnando il relativo provvedimento,

invocando l’assoluta contraddittorietà tra le disposizioni previste dal bando ministeriale e le successive indicazioni operative fornite dallo stesso ministero alle università. In sostanza, il bando impartiva determinate istruzioni e compiti alle commissioni in merito alla vigilanza del corretto espletamento delle operazioni di consegna dei moduli di prova (tra cui la firma dell’anagrafica), ma ciò non è stato fatto. Si può imputare, pertanto, a negligenze e/o mancata chiarezza del Miur e delle commissioni l’errore commesso riguardo la mancata firma”. Proprio per questo motivo la prova di accesso alle facoltà a numero chiuso, rischia di sfociare anche quest’anno, come già i precedenti - in innumerevoli ricorsi alla giustizia amministrativa.



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CRONACHE

QUI LATINA OFFICINA POLITICA IN PIENA ATTIVITÀ

Veri leaders e idee nuove cercansi Si sviluppa in un clima surreale la campagna elettorale nel capoluogo pontino, sembra che nessuno corra per vincere. Pd “vecchio" e diviso rischia di non cogliere l'occasione, gli avversari di centro destra sono evanescenti, mancano leadership decise e carismatiche, mancano progetti che non siano banali rimasticature. E le liste civiche non possono aspirare a fare la differenza. In questa situazione può accadere di tutto di Paolo Martinelli

N

el capoluogo pontino l'officina politica è in piena attività, il Pd si muove a tutto campo, il centro destra balbetta, le forze minori si danno particolarmente da fare. Lo schema è sperimentato, a partire subito sono gli outsider. Le prossime elezioni comunali di Latina vedranno presentarsi alle urne, accanto ai cosiddetti partiti tradizionali, una serie di liste civiche espressione della sempre più scarsa fiducia degli elettori nei politici di professione. Una di queste è la lista Borghi di Latina che si pone come “un’alternativa concreta all’attuale panorama politico, lo stesso che ha portato allo scioglimento del Consiglio Comunale e che ha determinato la fase di stallo cui ci si trova ad assistere indignati”. Il discorso è scontato, nelle espressioni, nei termini usati, nei temi. Chi scende in campo e si espone è “fuori” dalla politica che conta, fuori dal potere, cerca di inserirsi, di mettere un piede dentro il palazzo per far valere diritti e rivendicazioni. In percentuale minima ci riesce, ma deve venire a patti, allearsi, fare la ruota di scorta per venire poi risucchiato nelle logiche

dei partiti che il potere lo hanno davvero. Non riuscirà ad ottenere nulla, uscirà dalla esperienza frustrato e deluso. E’ lo schema classico, ma ci cascano sempre tutti. Altre liste civiche si annunciano, altri indipendenti con la loro associazione, il loro comitato, le loro bandiere. Alla fine conteranno poco o nulla. Perché quel che serve non è solo avere un seggio in consiglio, ma avere il seggio giusto, come alleato della maggioranza, dei vincitori. Se no è tutto inutile. Eppure forse queste elezioni nel capoluogo pontino avranno dei risvolti atipici, inaspettati. E quel pacchetto di tremila voti necessario per sfondare potrebbe non essere irraggiungibili per quegli outsider che avessero una marcia in più o un’idea nuova da proporre che non fosse quella di cambiare la politica, di dare

voce al territorio e alla gente e di portare ordine e pulizia. Serve altro. Un progetto innovativo, presentato in modo innovativo, originale, comunicato in modo corretto, oltre le linee della comunicazione politica tradizionale. Chi trova il jolly – questa è la sensazione – questa volta a Latina vince. Perché lo sfidante di sempre, il Pd, è ancora a caro amico, apparentemente compatto , in realtà diviso, con tutte le sue anime. Non basta il leader Moscardelli a tenere insieme i pezzi, a dare la linea. Galante, Enrico Forte, le primarie? Il partito rischia di arrivare confuso e diviso all’appuntamento e di perdere una occasione storica, irripetibile. Non era mai accaduto che il centro destra fosse così molle, scialbo, diviso. Non è il partito da battere, non è neanche una coalizione. E certo non basta lo

sbarco della Lega a fornire il cemento necessario per risolvere una situazione obiettivamente disastrosa. Forza Italia non esprime nessuno, cosa sta aspettando? Fratelli d’Italia ha i suoi problemi, e in campo mette solo figure modeste. I leader nazionali potrebbero fare la differenza se si spendessero direttamente, ma non lo faranno. C’è un difetto di leadership, manca una figura carismatica, il vecchio partito degli affari è in ombra, pericolosissimo esporsi. Tramontato il momento d’oro delle elezioni finite con maggioranza bulgara, i Fazzone e i Cusani sono sbiaditi ricordi. Di estremo interesse un’intervista pubblicata da un sito locale nella quale una portavoce di uno dei pochi uomini di relativo potere nel centro destra pontino fa un quadro raggelante (senza rendersene conto) della situazione di Forza Italia. Dietro le dichiarazioni, sotto le frasi fatte, non c’è niente. Salvo smentite o operazioni-salvataggio (sempre possibili) Latina è veramente un punto interrogativo. E non c’è all’orizzonte nemmeno una forte componente grillina a scaldare la piazza. Niente. In questa situazione un outsider illuminato con poche idee fulminanti potrebbe inserirsi e dribblare tutti. Ma esiste?

DALLO SPOGLIATOIO A BORDO CAMPO


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RUBRICHE

FUORI PISTA

ALLA RICERCA DELLE GELATERIE MIGLIORI LONTANE DAI CIRCUITI DEL GRAN TURISMO

Un gelato a quattro stagioni Non è un fatto meteorologico, ma una scelta di vita. A Roma le gelaterie non vanno mai in letargo, lavorano tutto l’anno. Progressivamente il consumo di un prodotto tradizionalmente estivo è diventato un’abitudine, una variante della dieta quotidiana non legata necessariamente alla stagione. Certo una pausa fisiologica c’è , ma non si avverte quasi più nei fatturati. Si abbassa la temperatura ma la nostra iniziativa LA CLASSIFICA 1 IL RE DEL GELATO Via Augusto Vera 52, Roma 2 GELATERIA MARANI Via dei Volsci, 57 3 GELATERIA SPLASH

Via Eurialo 104 4 GELATERIA PICA Via della Seggiola, 12 5 LEMONGRASS

Via Barletta 1 Via Ottaviano 29 6 GELATERIA RETRO’ Via Baldo degli Ubaldi 118 7 L’ANGOLO DEL GELATO Via Trionfale 75 8 466 CAFE Via Ugo Ojetti 466 9 FATA MORGANA Via Leone IV 50/52 10 ARCIONI Via Nemorense, 57 11 BARTOCCI Via Alessandria, 145/147 12 GELATERIA MILLENNIUM Piazza Santa Maria delle Grazie 2/A

SMS LINE (Tel. 351.2366300) Nascono un sacco di gelaterie a Roma, da un po' di tempo a questa parte. Forse troppe. Tutte artigianali, dicono le insegne. Non tutte di qualità. E forse sarebbe il caso di attribuire un bollino di qualità a quelle che rispettano le regole del gioco, che poi sono la qualità e la genuinità del prodotto e la sicurezza igienica. I maestri del settore spiegano che si deve andare a prendere la frutta fresca, ogni mattina (un costo), che ci si deve attenere a certe procedure, spiegano che i colori sgargianti e le montagne di prodotto gonfio nelle vaschette non sono indice di sicura qualità, anzi. Nel nostro viaggio alla ricerca delle gelaterie migliori cerchiamo di tenere conto anche di questo. La differenza di gusto, di pastosità, si sente. Chiediamo ai lettori di segnalarci anche questo

I GUSTI PREFERITI Cioccolato fondente Crema pasticcera Pistacchio Ricotta e fichi Banana e noci Cioccolato all’arancia Cannolo siciliano Fragola Stracciatella Riso

COME RICONOSCERE UN PRODOTTO DI QUALITÀ

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n buon gelato artigianale non deve contenere conservanti, coloranti o altri additivi e il suo sapore e colore devono essere congruenti con quelli del gusto scelto. Ecco i consiglio degli esperti per riconoscere se il gelato che state gustando è di buona qualità. Ogni gelateria dovrebbe esporre al pubblico la lista degli ingredienti utilizzati per la preparazione del gelato. Badate bene che il gelato non contenga grassi idrogenati o una grande quantità di grassi o oli vegetali. Da evitare anche gelati contenenti conservanti, coloranti o altri additivi. Anche la consistenza è un parametro importante ai fini della valutazione del gelato. Per essere buono deve essere cremoso, ma non eccessivamente. Allo stesso modo non va bene neppure una consistenza troppo acquosa.

Il fatto che il gelato si sciolga abbastanza facilmente è normale, soprattutto d’estate. Se però la fusione avviene in modo troppo rapido vuol dire che non c’è un buon bilanciamento dei diversi ingredienti. Se, al contrario, il gelato non si scioglie vuol dire

che potrebbe contenere additivi. Il colore del gelato deve essere sempre congruente con il gusto scelto: la fragola ad esempio non deve avere il colore della ciliegia o del lampone, così come un verde troppo acceso per il pi-

stacchio potrebbe evidenziare la presenza di coloranti. Il gelato deve avere il sapore del gusto scelto. Più il gelato è buono e genuino più riuscirete ad individuare subito il gusto che lo caratterizza. Se avvertite una certa acidità vuol dire che non è stato conservato correttamente: non dimenticate che il gelato è composto in buona parte da latte. Il gelato inoltre non deve essere eccessivamente dolce: se lo è vuol dire che forse con lo zucchero si è cercato di mascherare il fatto che sia di scarsa qualità. La dolcezza eccessiva inoltre può risultare decisamente stucchevole. Anche l’impatto termico con il palato non dovrebbe mai essere eccessivo. Fate infine attenzione anche all’utilizzo di sciroppi o altri espedienti utilizzati per arricchire il gelato di un sapore che altrimenti non avrebbe.

ATTENDIAMO I VOSTRI SMS AL 351 2366300 I 10 messaggi più simpatici, originali, divertenti, riceveranno in omaggio un libro sulle gelaterie e le cornetterie romane e un invito a prendere un gelato con noi, in una delle gelaterie da voi premiate attraverso gli sms.


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RUBRICHE

FUORI PISTA

ALLA RICERCA DELLE GELATERIE MIGLIORI LONTANE DAI CIRCUITI DEL GRAN TURISMO

Per i palati più esigenti e raffinati c’è quella gelateria all’angolo… A

passi da Piazzale Clodio una piccola oasi, puoi non coglierla al primo sguardo, ma se ti fermi te ne innamori. E la consigli a tutti. L'Angolo del Gelato è una gelateria nota per l'eccezionale qualità del proprio gelato artigianale. L'inconfondibile sapore dei prodotti della gelateria deriva dalla meticolosa cura impiegata nella selezione delle materie prime, tutte freschissime e di primissima scelta. Qui ci sono solamente dolci di alta qualità, in grado di soddisfare anche i palati più esigenti. La scelta è ampia: dal gelato artigianale ai sorbetti di frutta, semifreddi, torte e dessert, paste assortite, brioche con gelato, dolci personalizzati. In via Trionfale, a metà tra piazzale Clodio e Piazzale degli Eroi, tutto l’anno è pos-

sibile trovare clienti in fila per cercare di gustare il gelato

anche comodamente seduti davanti a uno dei deliziosi ta-

volini che si trovano esternamente al locale. I posti finiscono presto. L'Angolo del Gelato è il luogo ideale per gustare una irresistibile merenda in compagnia di tutta la famiglia!C’è anche il servizio di catering e ban-

queting, oltre che la possibilità di prendere del gelato d'asporto. Merita proprio una visita. L'ANGOLO DEL GELATO Via Trionfale, 75, 00136 Roma 06 3973 8818

Al Marani come ai vecchi tempi Quel locale vintage di San Lorenzo ha proprio un buon gelato, con le creme di una volta. Uno dei pochi angoli del quartiere sfuggiti alla standardizzazione, frequentato da studenti e artisti. E coni e coppette valgono il prezzo (popolare) del biglietto

S

ono i lettori e i clienti a far parlare di questo bar gelateria del conosciuto quartiere San Lorenzo. Un bar piuttosto vintage viene definito, ma allo stesso tempo un vero e proprio punto di riferimento, quasi una istituzione per i tanti romani che lo scelgono per un caffè o uno snack, un pranzo veloce, l’aperitivo, la birra alla spina (!!!), e l'ottimo gelato fatto da loro. Al Bar Marani è facile fare quattro chiacchiere con gli amici proprio in quel luogo che caratterizza la San Lorenzo degli artisti e degli studenti. Una piccola luce di un quartiere che, come lamenta più di qualche cliente, va purtroppo scomparendo. Per chi cerca un'alternativa, il Marani è l'ideale per chi vuole un'atmosfera rilassata che concilia conversazioni spontanee e idee creative. Colpisce anche il pergolato di vite che ombreggia e rinfresca l'intera area esterna del locale, vero rifugio per chi cerca tranquillità e un'atmosfera vera nel pieno del quartiere, all'angolo tra Via dei Volsci e Via degli Erici. Gli abitanti del quartiere lo definiscono “uno dei pochi angoli di San Lorenzo rimasto immune a quella che viene definita la ‘trasteverizzazione’ del quartiere, con

relativo aumento di caos e appiattimento verso il turistico/commerciale”. Il bar è gestito da gente del posto, senza sovrapprezzo ai tavoli,

dove restare quanto si vuole a leggere, studiare, chiacchierare. Fa molto ragazzi del muretto. I gelati sono buoni perché artigianali. Non è una gelateria con un assortimento stratosferico di gusti, ma ci

sono le creme deliziose dal sapore di una volta servite senza troppo fronzoli e i prezzi qui sono popolari. GELATERIA MARANI Via dei Volsci, 57, 00185 Roma 06 490016

pagine a cura di Francesco Vitale


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RUBRICHE

ACCADEMIA DI VIA FLAMINIA “APRE” SCELTI PER VOI L’CON L’ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO

IN PRIMA FILA

Il barocco e la Carmen versione 2.0 nella nuova stagione della Filarmonica di Maria Pia Miscio

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icomincia dall’opera l’Accademia Filarmonica Romana, che a 195 anni dalla sua fondazione inaugura la nuova stagione, giovedì 22 ottobre, al Teatro Olimpico, con una versione rinnovata e, se possibile, ancor più sorprendente, della Carmen di Bizet eseguita dall’Orchestra di Piazza Vittorio. Che, con la direzione artistica e la regia di Mario Tronco e la direzione musicale di Leandro Piccioni, passerà con disinvoltura dalla salsa al flamenco, dalla tecno alla lirica, dal blues al tango e alle sonorità arabe, sempre nel rispetto della partitura originaria firmata da Bizet. Dopo questa prima assoluta, la stagione dell’Accademia Filarmonica proseguirà fino a maggio, snodandosi, come è ormai tradizione, in ben tre spazi: l’Olimpico appunto, il Teatro Argentina e la Sala Casella, nella sede della Filarmonica in via Flaminia. E, come tradizione vuole, anche quest’anno i concerti si alterneranno alla danza e al teatro musicale, per un totale di oltre trenta appuntamenti in cartellone. Il Teatro Olimpico accoglierà soprattutto la danza (con il ritorno sempre

La Carmen secondo l'Orchestra di Piazza Vittorio atteso dei Momix e del Festival Internazionale della Danza di Roma), l’opera e alcuni concerti speciali, come quello della celebre percussionista Evelyn Glennie. La musica da camera e i grandi solisti saranno di scena al Teatro Argentina, consolidando una preziosa collaborazione con il Teatro di Roma e portando al centro della vita di questo teatro la musica, sua ospite assidua per quasi tre secoli. Si alterneranno sul palco fra rarità barocche, repertori classici e contemporanei Cristina Zavalloni, Mischa Maisky con la figlia Lily, Fe-

derico Tiezzi e Sandro Lombardi, Rinaldo Alessandrini con Concerto Italiano, Alessandro Quarta con Concerto Romano, l’Ensemble L’Estravagante con Stefano Montanari. La Sala Casella, infine, si conferma, dopo il successo della passata stagione, cuore pulsante del “Cerchio della Musica”, un ciclo di appuntamenti in cui si potrà entrare in contatto con interpreti, compositori e artisti, impegnati a stringere con il pubblico un rapporto più intimo e diretto. Appare davvero difficile scegliere tra

i tanti nomi di una stagione tanto ricca: ma il dovere di cronaca impone l’obbligo della cernita. Per questo ci piace segnalare ancora il primo appuntamento con la danza, all’Olimpico: si tratta dello spettacolo che apre il nuovo anno, giovedì 7 gennaio, “La bella addormentata”, un classico di Marius Petipa, sulle celebri note di Čajkovskij con il Balletto di Mosca "La Classique". E sarà danza, oltre che con i Momix di Moses Pendleton, con Astra Roma Ballet, Aterballetto e Balletto del Sud. Il ciclo di concerti al Teatro Argentina si inaugura giovedì 21 gennaio con “Stravaganze armoniche”, concerto tutto barocco con i quattro musicisti dell’ensemble L’Estravagante. Ma nel programma si leggono anche i nomi del Quartetto Prometeo e di Sandro Cappelletti, di Beatrice Rana, del Quartetto Modigliani. La Sala Casella in via Flaminia ospiterà invece gli appuntamenti con “Il Cerchio della Musica” a partire dal 5 novembre. . Accademia Filarmonica Romana Stagione 2015 - 2016 Abbonamenti a partire da € 36; biglietti da € 10 a € 40 Info e programma dettagliato 06 3201752

ALL’AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA IL 7 OTTOBRE

TEATRO SISTINA Torna Billy Elliott Sarà il sogno di “Billy Elliot il Musical”, a inaugurare la nuova stagione del Teatro Sistina, il 1 ottobre. Il musical, con le musiche di Elton John e la regia originale di Massimo Romeo Piparo, che firma anche l'adattamento italiano, resterà in scena fino al 18 ottobre. A dare vita alla storia del ballerino che appassiona intere generazioni di talenti è Alessandro Frola, quattordici anni e un curriculum da piccola étoile. Biglietti da € 27,50 a € 44; info 06 4200711 TEATRO DELL’OPERA La libertà secondo Weill Al Teatro dell’Opera, dal 6 al 17 ottobre, va in scena “Aufstieg und fall der stadt Mahagonny” (“Ascesa e caduta della città di Mahagonny”), su libretto di Bertolt Brecht e musiche di Kurt Weill. Si tratta di un’opera che ha fortemente segnato la musica del Novecento ed è stata a lungo considerata simbolo dell’opposizione politica e musicale al nazismo. L’opera conclude la stagione lirica dello stabile capitolino. Biglietti da € 17 a € 150; info 06 481601 PARCO DELLA MUSICA Apparat Sascha Ring è un protagonista inarrestabile dell’ultimo decennio della musica elettronica. Dopo aver pubblicato tre acclamati album con il nome di Apparat ed essersi esibito in intensi live in migliaia di club e festival di tutto il mondo, l’artista berlinese sarà all’Auditorium Parco della Musica per un’attesissima tappa del suo “Soundtrack live”. Appuntamento il 2 ottobre alle 21 in Sala Sinopoli. Biglietti da € 20 a € 25 euro; info 06 80241281

Joe Satriani, il virtuoso della chitarra di Tonino Merolli

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rande fermento fra tutti gli appassionati di chitarra elettrica che in Italia (come nel resto del mondo) sono davvero tanti per i preannunciati live di uno dei più importanti chitarristi statunitensi: Joe Satriani. Quattro le date del tour italiano che prevede un concerto a Roma la sera di mercoledì 7 ottobre all’Auditorium Parco della Musica. Non ostante sia stato più volte nel nostro paese il virtuoso strumentista americano di chiare origini italiane (nonni paterni di Piacenza e Bobbio, quelli materni originari di Bari) continua a richiamare numerosi appassionati che, nell’occasione, non si faranno sfuggire la data capitolina di questo “The Shockwave Tour”, messosi in moto anche per promuovere l’uscita del nuovo bellissimo album di Satriani “Shockwave Supernova”. Un lavoro che vede la partecipazione, accanto al virtuoso statunitense, di nomi importanti del panorama musicale internazionale come Mike Keneally (tastiere, chitarra), Marco Minnemann (batteria) e Bryan Beller (basso), da anni fedeli compagni di viaggio del nostro e naturalmente

accanto a lui anche nel live dell’Auditorium. Una serata, quella del 7 ottobre, dove si potranno apprezzare, oltre le evidenti capacità virtuosistiche del chitarrista statunitense, anche le indubbie capacità compositive, messe in mostra sin dall’esordio discografico per la Relativity Record, con l’album “Surfing with the Alien”

(eletto, nel 1987, miglior lavoro chitarristico dell’anno). Aspetti diversi che compongono la personalità di un artista davvero unico che ha aperto la strada ad allievi diventati, a loro volta, dei veri e propri maestri come il grande Steve Vai o ha saputo conquistare la fiducia di personaggi come Frank Zappa, nel cui gruppo Satriani ha militato per diversi anni,

o di band come i Deep Purple ( ha sostituito Ritchie Blackmore nel tour del 1995). Joe Satriani Mercoledì 7 ottobre 2015, h 21 Auditorium Parco della Musica, Sala Santa Cecilia Biglietti da € 30 a € 52 Info: 06 80241281

ALL’AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA DAL 3 OTTOBRE

Tutte le sinfonie di Beethoven in cinque concerti

A

ntonio Pappano, per il decimo anno direttore musicale dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, affronta in cinque concerti consecutivi il ciclo dei cicli: tutte le nove Sinfonie di Beethoven. Le celebri composizioni verranno proposte in una chiave diversa e originale che è racchiusa nel titolo: "Beethoven e i contemporanei". Il programma di ogni concerto infatti volge lo sguardo sia al tempo di Beethoven sia al presente, accostando a Beethoven autori della sua epoca (Spontini, Cherubini) e della nostra (Francesconi, Sollima, Nieder). Si comincia sabato prossimo, 3 ottobre - al quale si aggiungono le date di lunedì 5 e martedì 6 - con la “Nona Sinfonia”, proposta con “Bread, Water and Salt”, nuova composizione di Luca

Francesconi su testi di Nelson Mandela, commissionata dall'Accademia di Santa Cecilia. Il viaggio nell’universo di Beethoven prosegue sabato 10 ottobre (e poi lunedì 12 e martedì 13) con le Sinfonie numero 2 e numero 5, alle quali Pappano affiancherà l’ouverture dell’Olympie di Spontini. Nell’appuntamento successivo, il terzo del ciclo (in programma sabato 17 ottobre e quindi lunedì 19 e martedì 20), riflettori puntati sulle Sinfonie numero 4 e numero 7, alle quali viene accostata l’ouverture della Medea di Cherubini. Il rapporto tra Beethoven e i contemporanei è invece al centro del quarto trittico di concerti (sabato 24 ottobre, lunedì 26 e martedì 27), quando, con la Sinfonia numero 8 e la Sinfonia numero 6 “Pastorale”, sarà eseguito il

nuovo brano di Giovanni Sollima “Ludwig Frames”, commissionato da Santa Cecilia. La conclusione del ciclo, in programma domenica 1 novembre (e quindi lunedì 2 e martedì 3), prevede l’esecuzione della Sinfonia numero 1 e della Sinfonia numero 3 “Eroica”, accostate ad un’altra prima esecuzione assoluta, la “Danza lenta di C.S. tra gli specchi” del triestino Fabio Nieder. Beethoven e i contemporanei Da sabato 3 ottobre a martedì 3 novembre Auditorium Parco della Musica, Sala Santa Cecilia Biglietti da € 22 a € 60 Info e orari: 06 80242501

direttore responsabile Giovanni Tagliapietra redazione via Boezio, 6 00193 ROMA tel. 06 32 80 34 81 - fax 06 32 80 34 00 redazione@corrierediroma-news.it www.corrierediroma-news.it editore IL NUOVO CORRIERE EDITORIALE SRL INCE SRL Distribuzione Emilianpress s.c.r.l. via del Maggiolino, 168 - 00155 Roma Pubblicità Commerciale INCE Srl - via Boezio n. 6 - 00193 Roma Tel. 06.32803407 – email: pubblicita@corrierediroma-news.it Pubblicità legale Concessionaria esclusiva per la pubblicità legale Il Sole 24 Ore Spa System Via Monterosa 91 - 20149 Milano Tel. 02.30223594 e-mail: legale@ilsole24ore.com iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) al numero 25423 stampa Arti grafiche Boccia spa via Tiberio Claudio Felice, 7 84131 Salerno P. Iva e Codice Fiscale 9713300584 registrazione Tribunale di Roma n° 266 del 27 novembre 2014


martedì 29 settembre 2015 pagina 15

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