Corriere dell'Isola n. 10 2014

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Anno XVIII - n. 10 • 13 - 19 Marzo 2014

settimanale gratuito delle isole di Ischia e Procida • www.corrieredellisola.com

UCRAINA UN SOGNO CHIAMATO EUROPA Quando a Ischia ci si ritrova a discutere di Russia e Ucraina il pensiero vola subito al turismo, alle agenzie di viaggio, al superlusso, alle fiere e alle spese folli. Stavolta no, non ci soffermeremo su questo aspetto.

Rifletteremo invece su quanto sta accadendo in Ucraina con l’intervista doppia a due ischitane d’adozione Wanda Savkina (russa) e a Nataliya Markevych (ucraina)

PRIMO PIANO REGNO DI NETTUNO BISOGNA CREDERCI TUTTi

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Regno di nettuno «Intervista a Donatella Migliaccio»

Bisogna crederci, tutti

• di Graziano Petrucci

è

convinta che non sia un peso l’Area Marina Protetta, anzi una opportunità.

Foriana, laureata in giurisprudenza, Donatella Migliaccio vuole superare le divisioni che hanno rallentato i lavori per arrivare a risultati soddisfacenti. E’ la componente del Consiglio di Amministrazione del Regno di Nettuno e pensa che proprio questo sia lo strumento per tutelare, valorizzare e promuovere le ricchezze naturali e culturali legate al nostro mare.

In poche battute. A cosa serve l’Area Marina Protetta? « Le AMP vengono istituite, al pari dei parchi naturali, per tutelare

l’ambiente: nel nostro caso, il mare.

Tutelare il mare vuol dire far sì che la sua enorme ricchezza non si estingua e che anzi, venga aiutata a rigenerarsi e ad accompagnare le popolazioni che lungo le sue coste si affacciano e che da sempre vedono ad esso legata la propria esistenza» Le amministrazioni stanno collaborando. Ce lo conferma?

«Le amministrazioni hanno provveduto ognuna secondo le loro disponibilità a distaccare personale per garantire il buon funzionamento dell'Ente quindi direi che sì, collaborano e sono molto attente alle sue attività e potenzialità» Nei giorni scorsi Il direttore dell’AMP, Riccardo Strada, ha incontrato Imprenditori, associazioni ambientali e pescatori negli

incontri per delineare le strategie di sviluppo del triennio 20142016. Sono in fase di sviluppo a quanto ci risulta? « La programmazione ISEA è atto dovuto.

L'AMP intende presentarla avendo una chiara percezione di quelle che sono anche le esigenze delle forze socioeconomiche delle isole di Ischia e Procida» «Forconi del mare», così come li ha definiti la stampa. I pescatori lamentano per esempio che non ci sono garanzie adeguate a tutela del proprio lavoro. Cosa invece può fare, per loro, come per altri, l’AMP?

« Per loro come per tutti l'Area Marina Protetta può migliorare lo stato di salute del nostro mare e di conseguenza del pescato, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo» Che tipo di sviluppo si immagina per l’Area Marina Protetta? « Personalmente ritengo che l’AMP sia un’incredibile occasione che le isole di Ischia e Procida hanno per promuovere un turismo più selettivo, ciò che cercano di ottenere da più tempo. Un turismo diversificato e più attento alle bellezze naturali potrebbe dare il via alla tanto auspicata destagionalizzazione, considerato

soprattutto il clima mite delle nostre latitudini che consente di godere il mare fino a quasi la fine di ottobre e, con una sapiente programmazione che sappia coinvolgere tutti gli operatori turistici, si potrebbero immaginare percorsi che uniscano le bellezze marine a quelle terrestri. Come si intende fare con il GAC» Il punto che vuole risolvere nel più breve tempo? « In primo luogo superare la diffidenza di cui è circondata l’AMP facendo capire e dimostrando che la tutela del mare non è un qualcosa che nuoce alle isole ma che al contrario è una grande opportunità. Per tutti. Intendiamo ottenere questo risultato valorizzando e promuovendo le nostre ricchezze naturali e culturali legate al mare»

Editoriale

Liberate l’Area • di Graziano Petrucci

I

eri mi sono trovato davanti una mappa dell’isola. E’ stato una specie di giro panoramico su una vecchia cartina. Guardandola ho pensato che, tuttavia, è vero, siamo fortunati. Abbiamo un patrimonio, se non ci sbrighiamo ancora per poco, e dovremmo fare il possibile per tutelarlo. D’un tratto la mente, forse in maniera del tutto casuale, mi ha messo davanti alla batteria

di problemi venuti a galla in queste ultime settimane. La depurazione, la sua assenza, e la chiusura di alcuni alberghi nel comune di Forio; la questione della pesca, e dei pescatori «forconi», e quindi all’Area Marina Protetta. Ho pensato al percorso in salita che il Regno di Nettuno deve affrontare, e a quanto, consapevolmente o no, contribuiamo anche noi a inquinare il mare.

Ho immaginato le difficoltà che persone come Donatella Migliac-

CORRIERE DELL’ISOLA è un settimanle distribuito gratuitamente ogni giovedì ad Ischia e Procida.

DIRETTORE RESPONSABILE Diego Mattera d.mattera@corrieredellisola.com

Registrazione al tribunale di Napoli n. 4816 del 20/11/1996

www.corrieredellisola.com redazione@corrieredellisola.com tel. +39 08119503495

cio o il direttore fresco di nomina, Riccardo Strada, e chi collabora con l’Ente, oggi devono affrontare per allontanarsi da un periodo buio, chiamiamolo di distrazione. Forse sarebbe meglio dire che per farlo c’è bisogno di un vero e proprio esorcismo. Proprio così. Per sciogliere gli intrecci autocelebrativi o pulirci dai liquami vomitati in mare a causa di possessioni e presenze non proprio benefiche dell’Area a vario grado.

O per dissolvere le fatture politiche,

o legami o legacci, che limitano, di fatto, chi vuole cominciare a fare qualcosa di serio e produrre così effetti benefici dando inizio a una guarigione ad ampio spettro. In un tale film la mia immaginazione mi ha condotto a dare responsabilità a questo o a quello. Certo, a chi ha contribuito allo sfacelo quasi catastrofico e patetico in cui ci troviamo viene da attribuire una colpa maggiore. Dopotutto però quanto posso dire che la colpa non è pure

SOCIETA’ EDITRICE Nuvola Grafica Via M. Schioppa 78 - Forio (NA) PROGETTO GRAFICO, IMPAGINAZIONE E STAMPA Nuvola Grafica www.nuvolagrafica.it

Collaborano con la redazione: Stefano e Pancrazio Arcamone, Pietro Di Meglio, Giovanni Cavalcanti, Iacopo Ielasi, Paola Casulli, Graziano Petrucci, Claudio Iacono, Alessandro De Cesaris, Elvira Agnese, Alessandra Vuoso, Francesco Imparato, Alessandro Mollo Foto: F. Trani, L. De Luise, Rossella Pisano

mia? E qui mi sono detto «va bene, hai bisogno di un esorcismo». E continuando – la mia immaginazione quando ci si mette non mi lascia scampo – «quanto ci fermiamo a riflettere su tutto questo. Con quali reazioni?. Forse, allora, seguendo una posologia ben illustrata per liberarci dalla strafottenza, sul serio, tutti abbiamo bisogno di un esorcismo»

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Dagli albori della rivolta all’invasione russa in Crimea. Storia di una rivoluzione.

L’Ucraina inizia a macchiarsi di rosso: all’alba del 30 novembre la polizia, in assetto antisommossa, decide di caricare i manifestanti europeisti e sgomberare la famosa Piazza Indipendenza, già teatro nel 2004 della rivoluzione arancione.

UCRAINA LA VERA INDIPENDENZA

• di Lucia De Luise

L

a “bellezza terribile” della fotografia dell’ucraino Boris Mikhailov, uno dei massimi fotografi contemporanei, ha mostrato – e dimostrato – senza mezze misure e senza compassione il degrado di un’intera classe sociale, quella della gente ucraina del postUnione Sovietica. Le sue immagini sono nate dal desiderio incontrastato di opposizione e appartenenza, e imprimono nelle menti di chi le osserva un’immagine dell’Ucraina

distrutta, ma con sguardo valoroso. Come valoroso è il popolo che è sceso in piazza, la prima di una lunga serie, il 21 novembre scorso, quando l’ormai ex presidente Viktor Janukovyč, politicamente filorusso, annuncia la sospensione dell’accordo di associazione con l’Unione Europea. Non solo, nel medesimo giorno lo stesso Janukovyč boccia le sei proposte di legge che avrebbero permesso di liberare la Tymoshenko e permetterle cure mediche adeguate in Germania. Stabilisce poi, prepotentemente, che la questione della le-

ader d’opposizione dalla lunga treccia bionda potrà – e dovrà – essere risolta esclusivamente nel contesto delle leggi ucraine. Di conseguenza nelle piazze si infiammano, seppur pacificamente, le prime proteste mentre i politici anti Janukovyč chiedono le sue immediate dimissioni e l’avvio di nuove elezioni presidenziali e legislative anticipate. L’Ucraina inizia a macchiarsi di rosso: all’alba del 30 novembre la polizia, in assetto antisommossa, decide di caricare i manifestanti europeisti e sgomberare la famosa Piazza Indipendenza, già

teatro nel 2004 della rivoluzione arancione. Sono 35 gli arrestati, mentre l’uso improprio e violento di sfollagente e lacrimogeni causa decine di feriti, facendo risvegliare di soprassalto la coscienza pubblica di Stati Uniti e Unione Europea, intervenuti istantaneamente condannando la reazione senza dubbio spropositata del governo ucraino.

Ma le arroganti proibizioni delle istituzioni, che intendevano impedire il raduno superiore a tre persone, non riescono a trattenere l’opportunità di realizzazione del “sogno europeo”.

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Match un mese di Marzo ricco di grandi appuntamenti che si chiuderà con la storica sfida tra Juventus e Napoli

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Il primo dicembre, a Kiev, si dipana una delle più grandi manifestazioni della storia del paese a cui partecipano circa trecentomila persone.

Alcuni attivisti fanno irruzione nel Municipio, occupandolo. Da questo momento in poi è un’escalation di violenza e scontri: polizia da un lato, manifestanti dall’altro mentre nei palazzi del potere si gioca una lunga partita a scacchi. L’intramontabile sfida è sempre uguale – si scoprirà con non tanta sorpresa – Usa Vs Russia. La scacchiera, ovviamente, è l’Ucraina. Iniziano a morire le prime pedine; i numeri, fermi al 20 febbraio, parlano di oltre 100 vittime. E proprio due giorni dopo la data delle tristi statistiche che Janukovyč, quando firma con i leader dell’opposizione un accordo che prevedeva la formazione di un governo di stabilità e unità nazionale e elezioni anticipate, scompare nel nulla. Come in un best-seller dai toni gialli. Julija Tymoshenko provata nel corpo, non certo nello spirito, viene liberata dopo due anni di reclusione, e improvvisa un comizio nel luogo simbolo della rivoluzione, Piazza Indipendenza. La leader, commossa e altèra, esorta i suoi concittadini a non arrendersi poiché la lotta non è ancora finita. Il 26 febbraio Arseniy Yatsenyuk viene nominato primo ministro; intanto in Crimea iniziano

LE NOSTRE DIRETTE 09 2014

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Antonio e Luigi villagecafè

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I Commenti John Kerry

Segretario di stato americano

«Se Mosca non assume passi concreti e immediati per invertire questa escalation di tensione, gli effetti sulle relazioni Usa-Russia e sullo status internazionale della Russia saranno profondi. Le azioni di Mosca non solo violano gli accordi internazionali, ma sono una minaccia alla pace e alla sicurezza dell’Ucraina e di tutta la regione. Lo stato guidato da Vladimir Putin rischia il suo posto all’interno del G8.

Gli Usa, fin dal primo giorno della rivolta contro il presidente Viktor Janukovyč, abbiano messo in chiaro che riconoscono e rispettano i legami della Russia con l’Ucraina e le sue preoccupazioni per il trattamento dei russofoni. Queste preoccupazioni devono essere affrontate in un modo che non violi la sovranità e l’integrità territoriale ucraine, ma con un confronto con il governo dell’Ucraina».

Angela Merkel Cancelliera tedesca

«Il presidente Vladimir Putin ha accettato la proposta del cancelliere tedesco di istituire immediatamente una commissione di inchiesta così come un gruppo di contatto, auspicabilmente sotto guida Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), per avviare un dialogo politico».

Matteo Renzi

Presidente del Consiglio «L’Italia rivolge alla Russia un forte

appello a evitare azioni che comportino un ulteriore aggravamento della crisi e a perseguire con ogni mezzo la via del dialogo. Al tempo stesso il Governo italiano esorta le autorità di Kiev a promuovere ogni sforzo volto alla stabilità e alla pacificazione del Paese nel rispetto della legalità e della tutela delle minoranze».

i primi scontri tra manifestanti filorussi e filoccidentali. La penisola a sudest del paese, infatti, si trova in una situazione estremamente angusta, martire di un disegno d’annessione. Dopo l’occupazione di alcuni edifici del governo locale, a Simferopol, l’esecutivo della repubblica autonoma si è dimesso, lasciando spazi e poteri al leader filorusso Sergej Aksenov. Un via libera per Putin, una mossa fin troppo facile. I soldati del Cremlino hanno preso, giorno dopo giorno e senza alcuna difficoltà, il controllo di alcune zone strategiche della penisola, circondando i militari ucraini che, impotenti, hanno lasciato fare per non dare allo

Zar del nuovo millennio l’alibi di intraprendere un’offensiva armata.

L’Ucraina perde terreno anche a Sebastiopoli, dove nel porto le navi russe sono a stretto contatto con quelle ucraine, in un clima di forte tensione. Questa porzione ancora ufficialmente ucraina ha da sempre nostalgia dell’Unione Sovietica, ed oggi sembrerebbe favorevole ad aderire alla Federazione Russa. Ma perché Putin ha invaso la Crimea?

La strategia d’imperialismo ottocentesco attuata dal Cremlino affonda le radici nell’orgoglio di russi e russofoni che popolano la penisola e che da anni chiedono maggiore autonomia.

Di conseguenza, questa presunta

protezione andrebbe a destabilizzare l’intero stato, in modo tale da farlo rientrare nel gioco-potere d’influenza (e ricatto). Per quanto riguarda, invece, la questione “gasdotti” non ci sarebbero particolari problemi: il colosso russo Gazprom pagherebbe cara l’interruzione di fornitura del gas all’Europa rischiando, oltretutto, l’abrogazione dei contratti. Intanto, per il 16 marzo è convocato un referendum per stabilire se la Crimea farà parte della Federazione Russa o resterà repubblica autonoma dell’Ucraina. E noi che facciamo? Come i migliori personaggi pirandelliani: un po’ ci indigniamo, un po’ torniamo a farci gli affari nostri.

Vladimir Putin

Presidente della Federazione Russa

«Mosca non vuole annettersi la Crimea. Solo i cittadini possono e devono decidere sul loro futuro nelle condizioni di libera espressione della volontà e di sicurezza. Chi vuole introdurre le sanzioni contro la Russia deve pensare alle loro conseguenze perché i danni saranno reciproci. Siamo pronti a tenere il G8, ma i nostri partner non vogliono venire: non vengano. La Russia non riconoscerà le elezioni presidenziali ucraine fissate per il 25 maggio se si svolgeranno in una atmosfera di terrore»

Viktor JanukovyC Presidente deposto Ucraino

Il Presidente deposto Janukovich ricompare improvvisamente da Rostov sul Don e ribadisce che le elezioni presidenziali del 25 maggio sono illegittime e illegali. Poi chiarisce: «Sono io il Presidente legittimo e il capo delle forze armate». Forte dell'appoggio del Cremlino, Janukovich potrebbe essere l'unica scelta politica in un clima da guerra fredda.

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L’intervista doppia a Wanda Savkina, russa, e a Nataliya Markevych, ucraina.

FACCIA A FACCIA • di Lucia De Luise

la produzione si è fermata, le fabbriche sono state chiuse, la maggior parte uando a Ischia ci si ritrova a della gente è rimasta senza lavoro, e discutere di Russia e Ucraina invece quelli che sono stati "fortunati" il pensiero vola subito al a preservarsi un impiego sono rimasti turismo, alle agenzie di viaggio, al nella stessa situazione: venivano superlusso, alle fiere e alle spese folli. pagati una volta ogni sei/sette mesi.

Stavolta no, non ci soffermeremo su Io ero giovane e non sposata, nulla mi questo aspetto. Rifletteremo invece tratteneva, pensandoci poco sopra mi su quanto sta accadendo in sono decisa ad avventurarmi Ucraina negli ultimi tre in questo viaggio. E non mesi, dando voce a chi, me ne pento». per necessità, lavora e WANDA: «Mi sono vive sulla nostra isola. ritrovata in Italia A chi è stato costretto perché tutta la mia ad assistere, seppur famiglia si era già non direttamente, alle trasferita qui da qualche turbolenti vicissitudini anno per la mancanza di che hanno infuocato il gelido lavoro. Anzi, il lavoro, a mio Wanda inverno dell’est Europa. La parere, lo si poteva sempre Savkina proverbiale rivalità tra i due trovare, ma vi era una Russia popoli sembra venir meno grande crisi che ha messo in questa intervista doppia, in ginocchio quasi tutti i segno che davanti alle violenze e agli paesi dell'ex Unione Sovietica e quindi abusi non c’è né contesa né sussulto anche se lavoravi, venivi stipendiato d’orgoglio nazionalista che tenga. Ma ogni mezz'anno ed eri obbligato ad forse un sussulto c’è, ed è unanime: indebitarti per sopravvivere. Senza «Siamo fratelli». Questo assioma di pensarci due volte i miei parenti si sono fratellanza e solidarietà può ancora actrasferiti, di conseguenza anche io». cendere un barlume di speranza in un Ti senti cittadina Europea? tunnel di prepotenza che sembrerebbe N: «Io sono ucraina, e ne vado fiera. senza fine.

Non ho mai pensato di cambiare la Da quanto tempo sei in Italia e cittadinanza, anche se posso già procedere per la richiesta di quella italiana. E perché ti sei trasferita qui? finché l'Ucraina non entrerà nell’UnioNATALIYA : «Sono arrivata in Italia ne non mi sentirò completamente una nell’ottobre del 1998. Ricordo quando cittadina europea». gli italiani mi chiedevano: «perché sei W: «Sì, a dire il vero, oggi mi sento più venuta? Cos'è, lì da voi c'è la guerra?». cittadina europea che della Federa«No c'è la crisi», rispondevo. Quando

Q

zione Russa. Anche perché, lavorando a stretto contatto con i miei concittadini (credo ancora per poco, perché sto provvedendo per la cittadinanza italiana), spesso non mi trovo dal punto di vista di mentalità e abitudini. Credo che si tratti di un'inevitabile processo di acculturazione dovuto alla lunga permanenza nel paese appartenente ad una cultura diversa, che io, personalmente, ho deciso di accogliere appieno.

Soprattutto grazie all'affetto dei miei cari e degli amici, che oggi posso reputare la mia nuova famiglia».

Qual è il tuo stato d'animo quando guardi le immagini della rivolta in Ucraina?

N: «Quello che adesso succede in Ucraina mi strappa l'anima. Non riesco a capire come un governo criminale riesca a rubare i beni del popolo.

Sono orgogliosa del popolo ucraino, il quale non vivrà mai sotto un regime simile. La gente desidera vivere come si vive in Europa. Mica è un peccato.

Nessuno dice che la vita di domani sarà migliore, ma almeno c’è una speranza.

Cosa c'è di male in una speranza? La speranza è ciò che ti dà forza e energia per cambiare qualcosa. Noi capiamo perfettamente che alla Russia non fa comodo né dal punto di vista politico, né da quello economico, che Kiev firmi dei contratti di associazione e mercato libero con Bruxelles. Ma siamo predisposti geograficamente. Credo che proprio per questo Putin predisponga le forze armate sul territorio dell'Ucraina indipendente. Per lui è più facile

distruggerci come stato, fare tabula politica, ma alla luce degli ultimi fatti rasa, che darci la possibilità di entrare in mi sembra una persona con la coscienza sporca che cerca di salvare l'opinione UE. Nessuno mai metterà l'Ucraina in su se stesso, arrampicandosi sugli specginocchio!». chi durante le interviste esclusive che W: «Vedere le immagini delle rivolte oggi rilascia. Credo che Putin non sia e della gente che muore combattendo fuori di senno, come tanti possono dire per i propri diritti mi provoca tanto o pensare. Penso che segua delle diretdolore. Siamo fratelli, anche se alla tive dettate dall’Intelligence fine cerchiamo di affermarci interna per salvaguardare e di precisare sempre la gli interessi del proprio nostra nazionalità. Io ho Paese». tantissimi parenti in L'Ucraina è pronta Ucraina, mio nonno per entrare nell'Uera un grande pittore e nione Europea? sceneggiatore cosacco N: «Io credo che l'Udell'ovest dell paese. Io craina non sia ancora pronsono nata in Crimea, ma ta per entrare nell’Unione ho vissuto in Russia, quindi il Nataliya legame che c'è tra questi due Markevych Europea. In primo luogo perché nella sfera politica c'è paesi è molto stretto. Vedere Ucraina una piena assenza della dePutin invadere la mia terra mocrazia, del rispetto delle nativa con dei carri armati norme legislative e dei diritti dell'essere mi provoca un senso di straniamento. umano, della stampa libera e indipenMa mi rendo conto che abbia il timore dente. In secondo luogo, perché nella di un'invasione da parte dell'America. sfera economica non ci sono giuste Spero soltanto che tutto passi senza regole per fini commerciali. Infine, arrivare ad una terza guerra mondiale, e che nessun altro sangue venga l'Ucraina non è in grado di trasferire le versato». norme legislative dell'Unione Europea La tua idea su Putin e Janukovic. nel proprio codice, garantendo la loro N: «Quale opinione posso avere su completa e rispettosa esecuzione». due amici-dittatori? Hanno le mani W: «Credo che l’Ucraina non sia fino al gomito sporche di sangue di ancora pronta, ma per un semplice innocenti. Hanno portato la situazione motivo: vedo spesso gli italiani ricordarsi i tempi belli che furono, con la al limite, alla guerra tra i fratelli. Noi lira. Credo che il sistema economico siamo tutti contro la guerra!». dell'Ucraina non possa sostenere le W: «Su Janukovich non posso spese, una volta entrato nell'Unione». esprimermi perché non conosco bene l'individuo. Non ho mai seguito la sua

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Dal Nobel per la Pace 2012 a leader di convivenze

TEMPO D’EUROPA NELL’ORIENTE VICINO

• di Giovanni Cavalcanti

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o vengo dall’Oriente lontano…” era l’incipit di una delle strofe di una canzone della tradizione natalizia che introduceva uno dei Magi al cospetto del Dio bambino. Oggi il nostro sguardo non è lì diretto perché l’oriente martirizzato da conflitti alle porte d’Europa sono nel Vicino Oriente e in quell’Est Euroasiatico che potremmo definire semplicemente “il giardino di casa”.

E’ dai tempi della guerra civile in Ex-Jugoslavia che il continente eu-

YOGURT per una pausa DELIZIOSA

ropeo non aveva a due passi da casa conflitti così duri e aspri soprattutto per le innumerevoli ipotesi di risvolti internazionali e interoceanici.

In una Siria fin troppo dimenticata, dove ancora oggi si ammassano migliaia di profughi verso i confini “Nato” della Turchia, c’è chi ha calcolato il terzo anno di una guerra civile senza che la comunità internazionale abbia potuto incidere sulla fine del conflitto fratricida.

La Crimea e la già indipendente e ancor più vicina Ucraina, con una prospettiva così drammatica di rinascita di una guerra fredda

archiviata solo per poco, mette sull’allerta le grandi potenze mondiali dove in gioco ci sono risorse energetiche ed equilibri politici fra due opposti blocchi mai del tutto abbandonati. Oggi l’uomo lupo di altri uomini è la triste realtà che, a scadenze “vichiane”, si ripete come un libro già sfogliato. Non è così lontano la scena che si prospettava qualche decina di anni fa in occasione della crisi tropicale al largo della rossa Cuba, e forse non è del tutto dissimile da allora la presenza anche di leaders così autorevoli e autoritari protagonisti in questo

tempo. Finanche Papa Francesco ricorda sotto alcuni aspetti il “Papa Buono” che contribuì, per quanto nelle sue possibilità, alla risoluzione di un conflitto dato per certo. Oggi l’oggettività dei fatti è leggermente più complessa, con scenari di guerra più numerosi e fin troppo legati al solito interesse economico fatto di petrolio (Nord-Africa) e gas (Crimea). Oggi oltre al Santo Padre c’è una realtà d’Europa che prima però non era così rappresentativa di Nazioni. Sarebbe stato meglio poter dire “realtà politica”, ma purtroppo il continuo riferirsi ad un progetto

economico già dall’epoca della Comunità dell’Acciaio e del Carbone (CECA), realtà di popolo di cui l’Unione Europea avrebbe bisogno.

Oggi l’Unione Europea per aver raggiunto questo potenziale di attrazione verso se e le sue realtà intergovernative e di collaborazione fra Stati, testimonia che una certa serenità e libertà la si riesce a vivere soprattutto regolamentando una comune convivenza pacifica.

La realtà dell’Unione Europea si avvia ad una maturità che giungerà, lo auspichiamo, ad un’Europa dei popoli che dovrà relazionarsi non solo economicamente ma soprattutto diplomaticamente verso quelle realtà mondiali di cui è circondata.

Ma la testimonianza più importante, suggellata anche dal premio Nobel per la Pace 2012 è riferito proprio a questa dimensione unica nella storia: la pace nel vecchio continente. Come per il passato, anche oggi l’Europa è chiamata a ruolo di leader delle coscienze, a punta avanzata della diplomazia e della convivenza pacifica fra i popoli. E chi meglio potrà esserne promotore se non chi ha conosciuto la barbarie della guerra? E soprattutto quelle guerre che hanno straziato il mondo che oggi si dice civilizzato dovrebbero essere proprio gli spettri di da affrontare scongiurando conflitti fratricidi fra membri dell’unica famiglia umana.

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             per informazioni ed iscrizioni la segreteria  aperta dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 18.00 alle 20.00

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ISOLA •

13 - 19 Marzo 2014

L’Odcec Napoli e l’Uccli Ischia, hanno tenuto un seminario sull’introduzione della tassa Iuc e sul passaggio da Tares a Tari

OCEANO BUROCRAZIA

• di Fabio Lucido Balestrieri

ai lavori che dei funzionari isolani partecipanti. Si è dimostrato quanto i comuni italiani siano vampirizzati dal potere centrale, sommersi da un oceano di burocrazia che questo non si vuole più accollare e non intende snellire, ed anche boicottati dallo stesso nello svolgimento delle funzioni, causa la sua mancanza di chiarezza nelle disposizioni.

Un potere che si concentra nella capitale e la cui operazione in atto

L

’Odcec Napoli e l’Uccli Ischia, hanno tenuto un seminario, il 7 marzo mattina, alla Biblioteca Antoniana, sull’introduzione della tassa Iuc e sul passaggio da Tares a Tari, per l’aggiornamento tecnico dei funzionari amministrativi isolani.

E’ stato un seminario all’insegna dell’esasperazione, sia degli addetti

casa tutto

serve soprattutto a salvare questa dal fallimento. Non a caso è stata definita “Decreto salva Roma”.

Tecnicamente è emerso che la Iuc (Imposta unica comunale) nasce per accorpare Imu e Tari (ex Tares) e per introdurre la Tasi, tassa sui servizi indivisibili, quali ad esempio il manto stradale e l’illuminazione. L’aliquota sulla prima casa varia dal 2,5 al 3,3 per mille, quella sulla seconda dal 10,6 all’11,4.

La responsabilità della variazione è stata scaricata sui comuni, che saranno probabilmente obbligati ad applicare l’aliquota massima, giacché bisognerà coprire il minor gettito Imu. In definitiva ci sarà tanto lavoro in più per i comuni, che dovranno districarsi tra nuovi regolamenti e scadenze a breve termine ed un aumento delle tasse per le famiglie meno agiate e le imprese.

Il Codacons stima un aumento, con aliquota al 2,5 per mille, tra i 74€, senza figli e i 174€, con due figli. Applicando l’aliquota del 3,3 per mille, la batosta aumenta. Per quanto riguarda le imprese, la Cgia di Mestre calcola un costo complessivo di oltre 1 miliardo di euro.

“E’ una situazione distorta. La regolamentazione della Tasi non tiene conto delle differenze tra i comuni grandi e quelli piccoli. E’ come fare un vestito di taglia unica per tutti afferma Rosario Poliso, segretario commissione ‘tributi locali’ – E’ evidente che il Legislatore non è competente in materia di fiscalità locale. Si concentri allora sulle sue vere competenze e lasci ai comuni la gestione del gettito fiscale e della relativa regolamentazione – conclude Poliso – Non è più sostenibile questo continuo drenaggio del denaro locale da parte del governo centrale, scaricando poi sui comuni l’ingrato compito di prelevarlo dai cittadini”.

L’attenzione poi si sposta sulla questione dei rifiuti. “Sono molte le regioni che non si occupano direttamente del riciclaggio e si affidano abitualmente ad un servizio privato – spiega Antonio Bernasconi, socio Uccli –, ma questo funziona solo quando c’è un adeguato controllo sul territorio. In caso contrario è facilissimo che il servizio resti solo e soltanto sulla carta”. Il messaggio è rivolto fortemente ad Ischia, ma riguarda tutto il sud. Bernasconi poi evidenzia un passo ben più grande da poter fare: un sistema di riciclaggio locale, che trasformerebbe quella che troppo facilmente liquidiamo come “spazzatura” in un’immensa risorsa economica per il territorio, tale da ridurre drasticamente la tassa relativa. I paesi europei che da anni ormai hanno adottato questo sistema, valutano così tanto i rifiuti al punto da comprare quelli degli altri. Noi invece paghiamo gli altri per liberarcene e molte volte attraverso un servizio scadente.

Se dunque è auspicabile l’autonomia dei comuni nella gestione delle proprie risorse, è anche vero che la libertà dal vampiro governativo non va attesa, ma conquistata, e poi conservata con efficienza ed efficacia, magari partendo da un sistema di riciclaggio locale. Molta autonomia passa proprio da qui.

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• SOCIETà

13 - 19 Marzo 2014

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Giornata internazionale della donna

VIVA L’8 MARZO

N

ell'attuale popolazione mondiale, che supera i 7 miliardi di persone, le donne sono circa il 49%. Nella maggioranza dei casi sono lavoratrici sfruttate e oppresse. Il gentil sesso rappresenta circa il 40% della forzalavoro mondiale, ma la quantità di lavoro effettivamente svolto è assai maggiore, considerando il lavoro domestico. La partecipazione delle donne al processo produttivo è cresciuta a livello mondiale negli ultimi decenni, anche se il divario occupazionale con gli uomini resta

notevole. Nei paesi caratterizzati da capitalismo avanzato la femminilizzazione della forza-lavoro è stata guidata dal settore dei servizi (servizi pubblici, pulizia, alimentazione, etc.) e dalla manifattura (tessile, microelettronica, etc.), che utilizzano ampiamente il lavoro part-time, la flessibilità e la precarietà. Notevole è l'aumento di forza-lavoro femminile causato dalla migrazione di donne dalle aree rurali alle città più sviluppate. Si ritiene che il 49 % dei migranti siano donne, che andranno poi a svolgere lavori precari e a basso

reddito. Tuttavia, nei periodi di crisi economica le donne licenziate sono in percentuali ancora maggiori.

Negli anni recenti in Europa, il 51,8 % dei licenziamenti ha colpito le lavoratrici. Le donne costituiscono il 70% dei poveri del mondo. Molti indicatori mostrano l'arretratezza e la povertà delle donne, la loro difficoltà a fruire dei servizi basilari. Dei 774 milioni di adulti analfabeti esistenti al mondo 515 milioni sono donne; 72 milioni di bambini non vanno a scuola, e di essi 54 milioni sono bambine. Il 70 % delle donne ca-

pofamiglia non ha accesso all'acqua potabile, alle fognature, ai servizi sanitari. La stessa parità giuridica con l’uomo sta diventando sempre più aleatoria. Uno degli aspetti più odiosi dei meccanismi dello sfruttamento è la violenza contro le donne, che si manifesta nell’ambito familiare, nella vita sociale, nei posti di lavoro. La violenza assume diverse forme (economica, sociale, politica, sessuale, psicologica, sanitaria), e colpisce un’alta percentuale di donne. Allo stesso tempo si sono rafforzate le correnti reazionarie e religiose che hanno sempre giustificato la subalternità della donna e veicolato ideologie di rassegnazione.

Pur essendo le donne in genere oppresse, la questione femminile presenta caratteristiche differenti per le donne della borghesia e per quelle del proletariato, che la pongono quindi in modo diverso e opposto.

Per le donne della borghesia il problema si pone essenzialmente su un piano giuridico e di accesso alla proprietà e ai profitti, agli incarichi nelle istituzioni della classe dominante.

La loro emancipazione spesso assume la forma di “libera concorrenza” con gli uomini appartenenti alla loro stessa classe. La loro personale “emancipazione” viene pagata dalla crescente subordinazione di milioni di altre donne. Per le donne del

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proletariato la questione della loro oppressione si presenta in tutt’altro modo, essendo legata alle esigenze di sfruttamento e di riproduzione del capitale. Per mettere fine a questa schiavitù è indispensabile il passaggio a una nuova e superiore organizzazione sociale. Questa organizzazione bisogna condurla necessariamente insieme agli uomini della loro stessa classe, sostenendo la realizzazione di determinate rivendicazioni economiche, politiche, sociali e culturali. Rilanciamo perciò il significato dell’8 Marzo - Giornata Internazionale della Donna - istituita dalla Conferenza internazionale delle donne socialiste, che approvò la proposta della comunista tedesca Clara Zetkin, in omaggio alle operaie tessili di New York che l'8 marzo 1857 entrarono in sciopero rivendicando la riduzione della giornata di lavoro. Queste operaie, che ricevevano meno di un terzo del salario degli uomini, furono rinchiuse nella fabbrica Cotton, che fu poi incendiata dal padrone, assassinando in tal modo 129 di loro. Rivendichiamo il ruolo fondamentale e insostituibile della donna per l’abolizione di ogni sfruttamento nei rapporti umani, per un’alternativa reale ai rapporti sociali, fianco a fianco dell'uomo!

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ITF •

13 - 19 Marzo 2014

Il 14, il 15 ed il 16 marzo la commedia sarà rappresentata alla sala Teatro del Polifunzionale dalla Compagnia Instabile del Torrione di Forio

'O MIEDECO D' 'E PAZZI Rubrica di critica teatrale a cura di Francesco Imparato

FOYER...

il teatro visto da fuori

Prototipo divertente

• di Alessandra Vuoso

o meno pericolosi gli ignari ospiti della pensione, i quali costituiscono apolavoro del teatro napole- un'esilarante galleria di tic e caratteri tano, reso celebre anche dal umani. Scritta nel 1908, Il medico film interpretato negli anni dei pazzi è una commedia che mette Cinquanta da Totò, " 'O miedeco in scena in modo gioioso il rapporto d' 'e pazzi" ha al centro la maschera tra normalità e follia. popolare, inventata da Scarpetta, Il 14, il 15 ed il 16 marzo la commedia sarà rappresentata alla sala Teatro di Don Felice Sciosciammocca. del Polifunzionale dalla Compagnia Sciocco e danaroso provinciale, Instabile del Torrione di Forio.

Felice giunge a Napoli con la moglie, «La Compagnia nasce nel 2005 da per incontrare lo scapestrato nipote Ciccillo, che ha mantenuto agli studi, un'idea della dott.ssa Chiara Conti, dirigente dell'Istituto Comprensivo e che ora gli fa credere di essersi di Forio» spiega il tenore Gaetano laureato in psichiatria e di dirigere Maschio, regista del gruppo «l'istituuna clinica di malati di mente. zione scolastica ha funto da impulso Nulla di vero, ovviamente; ma per per la costituzione del progetto. Nata convincere lo zio e continuare a all'interno del mondo della scuola, spillargli denaro, il giovanotto pensa la Compagnia è perciò composta da di spacciare per casa di salute la genitori, maestri, dirigenti, allievi ed pensione in cui vive allegramente ex-allievi». con un amico.

A cosa è dovuta la scelta di Innescato così il filo narrativo conCONFERENZA STAMPA PRESENTAZIONE duttore, Eduardo Scarpetta ne ricava lavorare su questa commedia in CAMPAGNA DI RESTAURO DEGLI AFFRESCHI ALLA TORRE GUEVARA DI ISCHIA 2011–2014 un fuoco di fila di comicità, facendo particolare?

Giovedì 13 Marzo 2014 – ore 18.00 leva sulle situazioni in cui viene Biblioteca Comunale Antoniana, Rampe S. «Diciamo Antonio – Ischiache "Compagnia Instabile" a trovarsi il candido Sciosciame "Miedeco d' 'e pazzi" sono due epiteti mocca che scambia per matti più che vanno a braccetto» scherza il

C

GLI AFFRESCHI E LA VISITA ALLA TORRE DI GUEVARA intervento Saluti istituzionali

Come per il passato, anche quest'anno -inDott. coincidenza Prof. Dr. Phil.

Thomas Danzl Hochschule fuer Bildende con le giornate "Monumenti aperti" indetta dal Kuenste FAI - –ilDresden 22 e 23 marzo il Circolo Sadoul organizzerà visite guidate introduzione alle sale della Torre Guevara di Ischia.

SiBrandi potranno così Prof.ssa Ilia Delizia Dott. Giorgio Presidente Circolo G. Sadoul Coordinatore del Progetto ammirare gli affreschi rinascimentali che le specialiste della Hochschule fuer Bildende Kuenste, ospiti del CirGli affreschi saranno visitabili il 22 e in 23 marzo occasione de Le giornateadel FAI – colo, stanno restaurando base– inalla convenzione suo dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00 (sabato fino alle 17) tempo stipulatacircolo.sadoul@libero.it tra l'Università di Dresda, il Sadoul e gli - http://sadoul.altervista.org 335492467 – 3476697962 Enti competenti.

Orari per le visite alla Torre: Sabato 22 marzo: dalle ore 10 alle ore 12.30 e dalle 15.00 alle 17.00. Domenica 23 marzo ore 10.00-12.30 e 15.00-18.00.

Avv. Isidoro Di Meglio

Assessore alla Cultura del Comune di Ischia

signor Maschio, «In realtà la Compagnia si è sempre orientata verso opere della tradizione napoletana, anche perché lego queste scelte al mio orientamento professionale nel quale prediligo nettamente la nostra tradizione di spettacolo. Dopo "Natale in Casa Cupiello", "Zappatore con la vera storia di Maddalena Esposito" - un secondo atto scritto da me medesimo - ed in particolare dopo il successo di "Miseria e Nobiltà", abbiamo scelto di proseguire verso il teatro comico di tradizione.

In fondo "Natale in casa Cupiello" e "Zappatore" conservano delle note anche drammatiche. Cercavamo invece un testo decisamente spensierato e fantastico».

Resterete fedeli al testo originale?

«Lo spettacolo seguirà la trama originale anche se il testo, in alcune parti, è stato adattato ed integrato. Del resto abbiamo interpretato le indicazioni del copione anche per le scenografie. Infatti ci saranno tre fondali dipinti come da tradizione - affidati a Nello Di Leva -, che riproducono i tre ambienti principali della narrazione - il "Bar La Tor-

SUPER PROTESI PER GIANNI SASSO

retta", la "Pensione Stella" ed il "Villino De Rosa". Anche i costumi - di cui si occupa la maestra Teresa Mennella-, di dotazione personale, sono molto simili agli abiti di inizio secolo. Voglio anche segnalare la partecipazione straordinaria della Banda Musicale di Forio e di una rappresentanza del Coro dei bambini dell'Istituto Comprensivo di Forio». " 'O miedeco d' 'e pazzi" apre il filone delle opere di tradizione napoletana rappresentate in questa seconda parte della rassegna dell'Ischia Teatro Festival. «Una rassegna che sembra assolvere il compito che le è stato assegnato» - conclude Gaetano Maschio - , «l 'unione di forze delle Compagnie sta portando al consolidamento della realtà teatrale ad Ischia.

Come nelle piccole realtà che ho avuto modo di conoscere, anche l'Isola deve credere nell'elemento teatro e investirvi risorse e passioni».

Gianni Sasso, il grande atleta, punta a qualificarsi per le Paraolimpiadi di Rio 2016. La novità più importante riguarda il fatto che da ora in avanti lavorerà con una super protesi.

Protesi offerte dall’Ingegnere Daniele Bonacino titolare dell’Azienda Roadrunnerfoot Engineering di Milano e montate dal centro Ortopedico Colella di Lecce. “Ora dovrò abituarmi a questo arto protesico. I prossimi impegni agonistici sono le gare di coppa del mondo, il campionato europeo e il campionato del mondo in Canada del prossimo 30 agosto. In questo percorso mi stanno accompagnando anche formby bikes e Luciano Tamborlani”. L’augurio, naturalmente, è che Gianni possa continuare a ottenere sempre maggiori successi sportivi. [di Gennaro Savio]

Una serata piacevole e leggera, pur con sprazzi di satira sociale, dove fondamentalmente si rida. Questo è quello che gli spettatori si aspettavano dal “Gran Cabaret” in scena questa settimana, ed è proprio ciò che hanno portato a casa alla fine dello spettacolo.

L’associazione “Amici del Teatro” porta sul palco uno show comico di qualità più che buona, fatto di monologhi, gag, musica, piccoli pezzi di teatro reinterpretato, e molte, molte idee originali. La proposta comica è stata molto più variegata che in precedenza, e per guarnire al meglio il tutto, la partecipazione del “Burlesque dancer” della Manu Moving e di Romolo Bianco.

Ognuno ha messo tutto ciò che poteva; un gruppo di attori di diverse compagnie, diverse estrazioni professionali e teatrali, diversi background recitativi, che lavora fianco a fianco ad un progetto che, se portato avanti sempre con la stessa passione ed entusiasmo, darà ottimi frutti.

Certo, vuoi la tensione della prima che non manca mai, vuoi qualche problema tecnico, il tutto è partito un po’ lento, un po’ “diesel”, e qualche pezzo andrebbe vivacizzato leggermente, ma la dinamica della serata, l’incastro dei personaggi e l’ottima conduzione di Claudio Iacono cementano il gruppo e fanno divertire il pubblico.

In definitiva un ottimo prototipo per un cabaret divertente e di qualità.

Sperando che questo tipo di progetti non vengano mai abbandonati, ma anzi ampliati e rinnovati sempre.

Promessa da mantenere.

LA CULTURA MOTORE DELL’ISOLA all'ITB DI BERLINO

Le perle del Golfo stregano la Germania. Con il piano d’incentivi promosso dalla Camera di Commercio di Napoli all'ITB di Berlino Ischia la fa da padrona. "Grazie all'impegno dell'ente camerale possiamo rafforzare la presenza dei turisti tedeschi ". Così Giosi Ferrandino, che ha rappresentato l'isola alla rassegna berlinese.

"Stiamo lavorando per offrire servizi e accoglienza a misura delle esigenze dei nostri ospiti". Le iniziative promozionali dell'isola prenderanno il via con la 100 km del prossimo 11 maggio. Ma sarà soprattutto la cultura a veicolare il nome dell'isola: il Castello Aragonese, il Parco archeologico marino e la Colombaia rappresentano il giusto complemento alle bellezze di un'isola rinomata per la qualità delle sue acque termali e le incomparabili suggestioni dei suoi scorci.

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• EXTRA

13 - 19 Marzo 2014

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OCCHI DA ORIENTALE | L’attentato nella Cina sud occidentale e le istanze separatiste dei musulmani cinesi

LA NOTTE DEI COLTELLI A KUNGMING

• di Elvira Agnese

E

ro a Pechino lo scorso primo marzo quando la città di Kunming, capitale di una delle più belle province della Cina sud occidentale, lo Yunnan, si è addormentata in un bagno di sangue.

Otto persone vestite di nero e armate di coltelli hanno attaccato i viaggiatori in attesa alla stazione di Kunming. E sebbene la stampa occidentale fatichi, per molti motivi, a chiamare questo evento un attentato terroristico, quel

che è certo è che 29 persone hanno perso la vita e altre 130 circa sono rimaste ferite. La polizia ha ucciso quattro degli assaltatori e catturato gli altri quattro, identificandoli come provenienti dalla provincia di confine dello Xinjiang Uygur e appartenenti alla minoranza uigura. Ma cosa c’è dietro questo attentato? Lo Yunnan è una delle regioni più affascinanti della Cina e Kunming, la Città dell’eterna primavera, vanta una bellezza paesaggistica unica nel suo genere, adeguatamente pubblicizzata nelle agenzie di viaggio della capitale cinese.

Ma lo Yunnan, come ogni altra regione del confine occidentale conquistata più o meno recentemente dalla Cina, è anche un posto ricco di contraddizioni, soprattutto perché ospita un gran numero di minoranze etniche cinesi. Il Paese del Dragone, che come sempre vanta il primato dei grandi numeri, ospita al suo interno ben 56 etnie, tutte con storia, costumi e tradizioni molto diverse tra loro. Le regioni del confine occidentale, un po’ per la acquisizione recentissima, un po’ per la presenza di abitanti con usi e costumi molto diversi

da quelli dei cinesi Han ma molto vicini a quelli dei Paesi al di là del confine, rappresentano da sempre pericolosi focolai di frizione interetnica. Conosciamo bene la volontà separatista del Tibet, che cerca strenuamente l’indipendenza da Pechino, ricorrendo spessissimo ad azioni di forza. Meno note però sono le questioni analoghe che attanagliano le altre province occidentali, lo Yunnan e il Xinjiang, appunto. Il Xinjiang (letteralmente Nuova Frontiera) è la storica regione di confine, acquisita durante l’ultima dinastia Qing, abitata prevalentemente dalla minoranza etnica uigura, di discendenza musulmana turcomanna. Lo Yunnan invece è la regione in cui coesistono il maggior numero di minoranze etniche. Negli ultimi anni il governo di Pechino ha avviato una sinizzazione forzata di queste due regioni, agevolando l’ingresso di un numero elevato di cinesi han (la maggioranza cinese). Le forze centrifughe però non sono diminuite portando a scontri culturali, e non solo, tra i gruppi costretti a coabitare questi territori.

La pressione demografica cinese ha, infatti, irritato molti uiguri, che temono la scomparsa della propria cultura e denunciano la repressione delle autorità e il loro favoritismo nei confronti degli han. Queste tensioni sono spesso sfociate in episodi di violenza. Nel luglio del 2009 nel capoluogo Urumqi un gruppo di manifestanti uiguri ha attaccato gli han e le loro proprietà, dando il via a una serie di disordini che hanno causato quasi duecento vittime. E se fino a poco

tempo fa le violenze legate alla questione uigura sono rimaste localizzate nel Xinjiang, nell’ottobre scorso un’auto guidata da tre uiguri ha travolto un gruppo di turisti in piazza Tian’an men a Pechino, provocando la morte di due persone. L’attentato di Kunming, ha messo quindi in allarme Pechino, mentre il Renmin ribao, la maggiore agenzia di stampa l’ ha definito “l’11 settembre cinese”. Un’analisi recente vorrebbe questo episodio legato ad una rivendicazione per l’arresto di decine di uguri nello Yunnan, in fuga verso il Laos. La Cina naturalmente oggi si presenta a questo scontro divisa tra le minoranze, che temono un inasprimento della repressione militare ai confini, e Pechino che rivendica fermamente il suo diritto a parlare di “attentato”. E lo rivendica anche all’estero, dove la stampa occidentale fatica a riconoscere nel governo cinese la vittima di questi giorni. Intanto i cinesi che incontro per strada si dicono spaventati dalla possibilità che attentati come questi possano ripetersi, mentre numerosi blogger e siti di informazione locale puntano l’attenzione sulla presenza di due donne tra gli attentatori.

«Il fatto che l’attentato sia stato portato a termine con l’aiuto di due donne – si legge su Souhu, una nota web community cinese – ci spaventa molto, perché questo mette in condizione il governo di non riuscire minimamente a prevedere le mosse dei terroristi e se il governo aumenterà le misure di sicurezza per le strade, le conseguenze ricadranno anche su di noi».

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TRADIZIONI •

13 - 19 Marzo 2014

CIELI E CAMPANILI | Il tufo verde è la pietra costitutiva dell’isola, prodotto di trasformazioni lentissime ed uniche. Ma rischia di scomparire

Quella pietra verde simbolo di identità

• di Alessandra Vuoso

I

l tufo verde dell’Epomeo è o non è un prodotto tipico? Indubbiamente lo è. Si tratta, infatti, di un tipo di pietra che si ritrova solo e unicamente ad Ischia. E’ il frutto di secoli di alchimia geologica e giunge direttamente dalla profondità marine dell’isola. Insomma, è una roccia che ricorda e testimonia il tempo ancestrale della nostra isola. Un blocco di pietra verde è il

prodotto di anni e anni di lavorio naturale, i impercettibili movimenti metrologici, di trasformazioni lentissime e continue che, nel corso delle ere, hanno trasformato quella pietra subacquea in quella fetta di magma e acqua che è l’isola.

Nei millenni scorsi, dal mare è emerso il monte Epomeo. Più volte si è inzuppato di mare fino a colorarsi di quel verde caratteristico che sembrava la particolarità della sua area.

Di tufo verde è l’intero perimetro

pedemontano e di questa materia sembra costituirsi l’identità dell’isola. Riccardo D’Ambra, fiduciario di Slow Food da anni, qualche tempo fa collezionò schegge di tufo verde come piccoli monumenti all’isolanità, ma anche come monito a quanti a questa materia stavano incessantemente attingendo per ridisegnare l’estetica delle loro case.

La chiesa del Cotto al Ciglio è uno dei più lampanti esempi di “tufizzazzione” di un immobile. Questo

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per renderla più attraente e più genuinamente isolana. Ci sono poi delle dimore private che usano tufo verde in fasce sottili come piastrelle e con queste foderano le loro mura di cinta nell’intento di ischitanizzarsi coniugandosi alle radici più profonde dell’isola: il tufo verde, appunto.

Per questa roccia verde friabile e malleabile passano anche le ragioni di una socialità e di un nuovo modo di intendere l’appartenenza alle nostre comunità .

In effetti, le colline, i dirupi, i terrazzamenti ricoperti di vigne sono stati costruiti proprio con questa roccia. Anzi, questa roccia ha finito per essere scavata grazie al lavoro di contadini e operai del passato, in cantine, depositi, ricoveri o vere e proprie abitazioni sparpagliate lungo le pendici del Monte (che non è un vulcano: tutta l’isola è un horst vulcanico!).

Quelle straordinarie e poco note “case di pietra” che ancora abbiamo la fortuna di incontrare lungo i sentieri della Falanga, o fra Forio e Serrara Fontana, ci raccontano quella parte di storia medievale dell’isola ricca di straordinari accadimenti ma completamente oscurata dalla memoria storica locale. Probabilmente, anche perché queste case erano abitazioni di contadini, pastori, boscaioli. In queste grotte, che certo si apparentano agli insediamenti rupestri diffusi dalla Lucania alla Turchia, tutto è ricavato dalla pietra:

i locali per dormire e preparare il cibo, le stalle, le cisterne con i canali di raccolta delle acque, e poi le molte croci scolpite sugli usci e nei ricoveri.

La pietra ocra e verde si mimetizza nel paesaggio boschivo mettendone in risalto anche la funzione difensiva che ha avuto nei secoli scorsi per gli abitatori di quei luoghi.

Chi scende dalla vetta dell’Epomeo, a dorso di mulo o a piedi, non può fare a meno di notare le lunghe trincee prodotte dalle acque reflue, dai camminamenti di uomini e di animali. E’ questo forse uno dei paesaggi più suggestivi e struggenti dell’isola. Che però va deteriorandosi sotto i colpi del turismo di massa e dell’abusivismo spicciolo.

Il tufo verde, assurto in questi anni a campione dell’identità locale, almeno nella parte interna dell’isola, sotto la pressione di una domanda in continua ascesa, rischia grosso.

Come le case contadine, frutto di una “architettura” spontanea che ormai resta visibile in pochissimi casi, anche la materia verde si avvia a scomparire. E per questo andrebbe intrapresa una campagna di tutela, magari fondata su regolamenti e intese intercomunali, che garantisca la salvaguardia non solo dei singoli elementi costitutivi, ma anche dell’intero, unico ed irripetibile paesaggio del Monte Epomeo.

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• SPORT

13 - 19 Marzo 2014

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Sabato trasferta umbra per i gialloblu, ora a + 5 dal Chieti. E il risveglio di Martina e Arzanese, prossime avversarie, potrebbe avvantaggiare gli isolani

PROMOZIONE AD UN PASSO CLASSIFICA

L'AVVERSARIA Gli uomini di Luca Fusi devono vincere per fermare la crisi

GIRONE B - 2^ DIVISIONE 1. TERAMO 2. CASERTANA 3. COSENZA 4. FOGGIA 5. ISCHIA 6. MESSINA 7. MELFI 8. LAMEZIA 9. CHIETI -1

48 48 47 43 40 39 37 36 35

10. C. RIGONE 11. M. FRANCA 12. AVERSA 13. TUTTOCUOIO 14. APRILIA 15. SORRENTO 16. POGGIBONSI 17. ARZANESE 18. GAVORRANO

Castel Rigone, ora o mai più

34 33 33 32 30 30 30 28 25

Promosse le prime otto in classifica.

Playout dal 9° al 12° posto. Retrocedono direttamente le altre PROSSIMO TURNO (28esima giornata): Aprilia-Lamezia; Aversa-Arzanese; Castel Rigone-Ischia (sabato); Cosenza-Poggibonsi; Foggia-Casertana; Martina Franca-Melfi; Messina-Gavorrano; Teramo-Sorrento; Tuttocuoio-Chieti

• di Cristian Messina

N

e alcuni risultati inaspettati.

A sorprendere è soprattutto la rinascita a suon di vittorie di alcune squadre date fino a poche settimane fa per spacciate: successi, questi, che potrebbero abbassare – e di molto – la quota promozione (che per Antonio Porta e molti addetti ai lavori si attesta intorno ai 50 punti). La grande sorpresa delle ultime giornate è sicuramente il Martina Franca, che con tre vittorie consecutive si è portata a sole tre lunghezze dall'ottavo posto.

I pugliesi iniziano a fare paura, forti di un attacco di assoluto livello, composto da Arcidia-

cono, Ilari, Montaldo e dall'ex gialloblu Gerardo Masini.

Dopo la trasferta di Castel Rigone, l'Ischia dovrà fare i conti proprio con i biancoazzurri, in un'accesa riproposizione delle tante sfide degli anni scorsi tra i dilettanti. Tra le sorprese c'è anche l'Arzanese, avversaria dei gialloblu nella penultima di campionato, che con gli acquisti di Sandomenico, Mora, Calabrese e Perna si ritrova con un organico probabilmente superiore a quello di molte squadre delle zone alte: un risveglio tardivo per sognare la promozione, ma i playout non sembrano

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on si arresta il sogno dell'Ischia Isolaverde di fare ritorno in terza serie dopo l'arrivederci tormentato – e ancora ricco di misteri – di sedici anni fa.

Nonostante il pareggio scialbo contro l'Aprilia, il quinto posto in classifica è ben saldo e, a sette giornate dal termine del campionato, gli uomini di Porta possono fare leva sui cinque punti di vantaggio sul Chieti, nono in graduatoria. Sulla strada dei gialloblu c'è ora il Castel Rigone, favola della seconda divisione che negli ultimi mesi

ha fatto registrare un calo sì annunciato, ma clamoroso nei numeri. Un'avversaria certamente alla portata degli isolani, che dovranno rinunciare a Finizio e De Francesco (pronti Florio e Liccardo), ma che sabato potranno fare di nuovo affidamento sul capitano Peppe Mattera, oltre che su Fabio Tito e Paolo Tricoli. Un match, quello in programma nel piccolo paese umbro, che potrebbe risultare determinante ai fini della promozione: vincere significherebbe andare in fuga, ora che il campionato sta facendo registrare un numero incredibile di pareggi

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Tre sconfitte, due pareggi e nove gol subiti nelle ultime cinque gare, con la zona promozione sempre più lontana.

Questi i numeri che attestano la crisi profonda del Castel Rigone, la squadra guidata dall'ex Napoli e Juventus Luca Fusi che nel girone d'andata sembrava destinata al salto di categoria. In campo con il 4-3-1-2, gli umbri fanno affidamento sulla vena realizzativa di Dario Tranchitella, capocannoniere del girone con 15 reti (è solo una conferma, 163 gol in 365 presenze per lui). In campo troveranno spazio altri giocatori d'esperienza come l'attaccante Marco Agostinelli (154 reti in carriera) e il centrocampista Matteo Coresi, nel 2009 in B con il Crotone. Assenti gli squalificati Montanari, Luoni e Ubaldi, in casa umbra sono in dubbio giocatori di categoria superiore come il terzino sinistro Gianluigi Bianco e il mediano Carlo Vicedomini. Elementi, questi, che attestano la forza di una compagine da non prendere assolutamente sotto gamba. Una squadra che fa leva sulla vicinanza del presidente Cucinelli, “il re del cashmire”, intenzionato a mantenere vivo il sogno di vedere tra i professionisti la squadra della piccola frazione in cui è nato.

un traguardo impossibile.

Alla luce di questa tendenza, sembra scongiurato almeno in parte il rischio di campionato falsato: tante squadre a lottare (comprese Foggia e Gavorrano, i cui destini non sono ancora decisi) e solo Teramo, Cosenza e Casertana a giocare senza pensieri, ma certamente tutt'altro che intenzionate a fare brutte figure, soprattutto

in casa. L'Ischia è certamente tra le favorite per la promozione, ma – con tanti giovani in campo - deve fare attenzione ai cali di tensione e affrontare qualsiasi avversaria come se fosse la capolista. Perché ormai il sogno è ad un passo, tre vittorie e la terza serie si colorerà di gialloblu.

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• SPORT

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Occasione persa per l'Ischia, che con una vittoria contro l'Aprilia poteva andare definitivamente in fuga. Gli altri risultati aiutano però i gialloblu

PAREGGIO AMARO ECCELLENZA E PROMOZIONE

CRISI FORIO

BUONOCORE VIA?

• di Pancrazio Arcamone

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opo gli esami difficili, affrontati e superati brillantemente nelle ultime cinque giornate, era opinione diffusa che con l’Aprilia sarebbe stata poco più che una formalità. I laziali, relegati nei bassi fondi della graduatoria, e con una difesa che con le sue 43 reti subite è la peggiore del girone, sembravano la classica vittima sacrificale, un boccone facile da mandar giù per i “famelici pirati” isolani. E invece è finita con un salomonico nulla di fatto, che lascia un po' di amaro in bocca: un' eventuale vittoria, infatti, avrebbe portato a sette i punti di distacco dalla nona in graduatoria e la quasi certezza di accesso alla prossima serie C. Alla fine era ben visibile sui volti degli spettatori la delusione per l’occasione persa. Amarezza peraltro mitigata dal fatto

che l’Ischia è stata costretta a giocare già dal 27’ in inferiorità numerica, a causa del doppio giallo rimediato da Finizio per interventi irregolari su Corsetti. Un episodio, questo, che fa il paio con le tante assenze di rilievo – Tito e Mattera le più importanti - in un organico composto da tanti bravi professionisti ma con pochissimi elementi di rilievo assoluto, considerazione che porta a guardare sotto un'ottica diversa la mancata vittoria.

In fondo il bicchiere è da considerare mezzo pieno: a sette giornate dal termine, infatti, si materializza sempre più il sogno di restare nel novero del calcio che conta.

E questo malgrado il futuro non sia per nulla chiaro a livello societario, con Carlino che continua nel suo esilio volontario materializzandosi solo in rarissime occasioni, e mai per squarciare la foschia che oscura l’orizzonte. Anzi,

in qualche frangente - vedi fideiussioni - il silenzio sarebbe stato decisamente opportuno, specialmente quando non si hanno argomenti convincenti per spiegare il da farsi. Alla fine la speranza è riposta tutta nel sindaco Ferrandino: in fondo, se l’Ischia si trova a recitare un ruolo importante nel firmamento calcistico nazionale, buona parte del merito è suo. E come è stato in grado di coinvolgere alcuni importati imprenditori in passato, e tra questi Carlino e Celentano, di certo ci riuscirà anche quando si tratterà di pianificare il futuro. E la speranza è che l’arrivo di nuovi soci possa servire da stimolo al patron della Carpisa Yamamay, per farlo rimanere almeno come sponsor. Nel frattempo, proprio in seno alla società, fa discutere il furente litigio avvenuto alla fine del match con l'Aprilia tra Pino Iodice ed Ernesto

Pilato, con quest'ultimo nei fatti esonerato dal segretario gialloblu (ha i poteri per farlo?). Da segnalare, inoltre, la visita di un emissario della Lega, che ha fotografato varie aree dello stadio: a sorpresa, l'esito potrebbe essere positivo, ma andranno comunque effettuati dei lavori di completamento.

Tornando al calcio giocato, o meglio “da giocare”, il prossimo turno vede l’Ischia impegnata in trasferta contro il Castel Rigone. Sperare in un colpaccio non è utopistico, soprattutto perché i gialloblu si sono mostrati bravi in trasferta, capaci come sono di rintuzzare e poi ripartire.

Forse è un po “svogliata” quando c'è da proporre, ma quando si tratta di adattarsi al gioco avversario la squadra di Porta sa essere veramente devastante.

Nonostante l’ottimo primo tempo e l’iniziale vantaggio messo a segno da Gianluca Saurino, il Forio torna a casa senza alcun punto dalla difficile trasferta di Giugliano. Nella ripresa, infatti, i padroni di casa, prima pareggiano, poi ribaltano il risultano, finendo addirittura per dilagare. Nei minuti conclusivi, Francesco Chiaiese realizza la rete del definitivo 4 a 2. La battuta di arresto foriana è accompagnata ancora una volta dai successi di Puteolana e Neapolis, che riportano il Forio Calcio in penultima posizione. Chissà se sarà stata la preoccupante classifica o qualche ulteriore motivazione, ma dalla giornata di Lunedì si parla con insistenza delle dimissioni del tecnico Enrico Buonocore. Intanto, Domenica al “Calise” arriva il Miano di Vincenzo Esposito, compagine che proprio nello scorso week end ha superato in classifica il San Giorio, ritrovandosi così fuori dalla zona play out.

Terza sconfitta consecutiva per il Procida, arresosi anche in casa del Portici. Dopo le reti di Corace, su rigore, e di Antonio Perna, Quaranta dimezza lo svantaggio a 8’ dalla fine.

Il Procida, però, non trova la forza di impattare, lasciando così l’intera posta in palio al Portici, il quale compie un altro importante passo in avanti verso la salvezza. Il Barano vince ancora, in trasferta e per di giunta contro un avversario non facile come il Monte di Procida. È un calcio piazzato di Ciro Saurino nel primo tempo a decidere la gara. Nella ripresa, gli aquilotti soffrono ma riescono a difendere il risultato di vittoria. Continuando di questo passo, gli aquilotti potrebbero riuscire a centrare un obiettivo che fino a qualche settimana fa sembrava del tutto svanito: i play off!

ALTRI SPORT CALCIO A 5 SERIE C 2 Dopo la prima della classe, la Virtus Ischia batte anche la co-capolista Turris Octavia. Dopo aver chiuso la prima frazione sotto per 2 a 0, nella ripresa i portosalvini con una gara tutto cuore capovolgono il risultato con le reti di Vuoso, Eroico e Fondicelli. E adesso la terz’ultima della classe è ad appena un punto.

In Serie D, brividi per la Futsal Ischia, che rischia di perdere con l’ultima in classifica, ma nonostante la prestazione poco convincente, riesce a portare a casa la vittoria. In gol Monti (4), Di Meglio G, Di Meglio P e Rando

BASKET Week end da incorniciare per gli amanti della pallacanestro. La Cestistica

Ischia ha battuto a domicilio il Solofra (70-80), salendo a quota 8 punti in classifica. Nonostante l’avvio di gara poco esaltante, i gialloblù sono riusciti con una prestazione umile e attenta a compiere un passo in avanti verso la salvezza.

Nel Girone B, il Forio vince anche in casa della Virtus Curri. Partita emozionante, ben giocata da entrambe le squadre e decisa solo nelle battute

finali, quando la maggiore verve del Forio e alcuni contropiedi davvero ben orchestrati, regalano l’affermazione ai biancorossi, sempre più protagonisti in questa stagione.

VOLLEY L’Ischia Pallavolo espugna il campo del Padula. Al termine di una convincente prestazione la squadra di Mario Cam-

bria brinda ad una affermazione tanto bella quanto importante. Finisce 3 a 1 per gli alligatori, che così continuano la propria rincorsa verso la salvezza. Con questo piglio, con la determinazione esibita nelle ultime settimane, di sicuro i ragazzi di Mario Cambria ci faranno divertire in questo finale di campionato e potranno conseguire il proprio obiettivo: la permanenza in Serie C.

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SPORT •

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Al secondo anno di attività, è boom di iscritti e di passione alla PGS Golden Skate Ischia.

Con le rotelle sotto i piedi

• di Iacopo Ielasi

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’era una volta lo Spalatriello.

E con lui il pattinaggio a rotelle. Anni d’oro in cui centinaia di giovani isolani si sono cimentati in esercizi e coreografie mozzafiato, colorando i pomeriggi estivi con saggi e manifestazioni e portando in giro per la penisola il nome di Ischia con le vittorie prestigiose degli allievi più meritevoli.

Uno di questi, Daniele Curci, per tre volte Campione Italiano Cadetti,

da due anni è deciso a far rinascere sul nostro territorio la passione per l’arte amata.

Lo Spalatriello non c’è più. Quel che ne resta è un amaro ricordo. E uno schiaffo all’attività sportiva e a quella sociale che spesso vi è dietro. Niente paura. Qualcosa, ci spiega, può ancora muoversi, anche se tra mille difficoltà logistiche.

Daniele, dove nasce la tua passione per il pattinaggio a rotelle? Da atleta a istruttore, raccontaci un po’ il tuo viaggio.

«Ho iniziato a 10 anni alla Roller Skate Ischia. La nostra casa era lo Spalatriello. In nove anni ho vinto tanto fino ai tre titoli italiani Cadetti ottenuti a Calderara di Reno, e poi nel 2003 a Riccione e nel 2004 a Pordenone. Io e le due ragazze Federica Barile ed Emanuela Aiace eravamo davvero bravi. La cosa funzionava perché il manto dello Spalatriello ci permetteva una serie di evoluzioni e di esercizi che oggi i miei atleti non possono permettersi di imparare. Per pattinare ci vuole un terreno duro; quello del “Taglialatela” è troppo morbido. Sembra di pattinare sulle sabbie mobili. In ogni caso a 19 anni ho deciso di smettere; eravamo costretti a lunghe trasferte a Roma e Napoli per allenarci quando il tempo era inclemente. Era logorante. Ho quindi preso il brevetto da insegnante sia presso la FIHP sia presso la UISP. L’idea era impiantare nuovamente la disciplina sull’isola. All’inizio però non è stato

possibile per la mancanza di strutture.

Devo ringraziare il presidente della PGS Francesco Buono, che due anni fa mi ha dato la possibilità di cominciare al Palazzetto “Taglialatela”».

Tracciamo un primo bilancio dopo questi due anni alla PGS Golden Skate.

«All’inizio pochi iscritti. Quest’anno c’è stato un boom e ad oggi ne conto 90 che si allenano quattro volte a settimana al Palazzetto “Taglialatela”. Prendiamo parte anche a trofei e manifestazioni. Due bimbe sono arrivate prima e seconda all’Interregionale di Viterbo; siamo stati in gruppo all’ “International Skate Award” tenutosi a Firenze al PalaMandela a cui hanno partecipato 300 atleti con 3000 spettatori. I nostri hanno potuto così fare lezione con i tecnici della Nazionale ed esibirsi in una piccola coreografia preparata dai campioni del mondo. Purtroppo però non possiamo prendere parte ai

campionati della Federazione. Perché il “Taglialatela” ha una pavimentazione in linoleum e per il nostro sport, a livello agonistico, sono riconosciuti soltanto il parquet, il cemento al quarzo o il marmo-graniglia».

Non c’è spazio per sperare che qualcosa cambi in tal senso?

«Abbiamo spiegato al Sindaco la problematica e si è dimostrato incline a discuterne. Si potrebbe far arrivare in prova una struttura smontabile e removibile, chiamata Joker Floors, buona anche per la pallacanestro e il futsal, le altre due discipline ospitate al Palazzetto. E in caso di accordo con le altre società interessate, si sostituirebbe l’attuale manto. Già di per sé inadatto; se a questo aggiungiamo gli annosi problemi della struttura relativi a illuminazione e condensa, oltre allo stato di deterioramento dovuto all’usura e all’imperizia di alcuni, il quadro è completo. Speriamo che qualcosa si possa muovere. Nel frattempo mi preme invitare tutti al primo trofeo “Giosi Ferrandino” che si terrà al “Taglialatela” domenica 16 Marzo alle ore 16, un trofeo interno con tutti i nostri piccoli atleti. Con la speranza che un giorno, con una struttura adeguata, l’evento possa ripetersi e possa essere aperto anche alle società di fuori. Curiose di venire sull’isola e di cambiare aria. La domanda c’è; manca la struttura per la nostra offerta. Il pattinaggio potrebbe diventare un volano per il turismo».

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• RUBRICHE

13 - 19 Marzo 2014

CINEMA&CINEMA

LA NOTA STONATA a cura di Francesco Imparato

Claudio Ammendola esordisce alla regia con questa commedia che, prendendo spunto dallo sport del curling, mette in scena, con estrema ironia, il problema del precariato e dell’arte di arrangiarsi.

lcune persone non provano alcun piacere ascoltando musica, pur avendo capacità uditive normali e nessun problema di origine neurologico. La scoperta di questo specifico deficit, chiamato “anedonia musicale”, consente di approfondire le conoscenze sui processi che, a livello cerebrale, trasformano la musica in emozioni, e dimostra l’esistenza di diverse vie, almeno in parte indipendenti, nei centri della ricompensa.

L’anedonia è una condizione descritta da psicologi e psichiatri come un’impossibilità a provare piacere, nelle sue varie forme, dal cibo, al sesso, fino ai rapporti sociali. Nel caso dell’anedonia musicale, quindi, non si tratta di una mancanza di gusto artistico, ma di un disturbo vero e proprio, il cui effetto principale è, per l’appunto, la mancanza di piacere nell’ascolto musicale. L’esistenza di questa forma di anedonia è stata ipotizzata analizzando le risposte fornite a un questionario denominato “Barcelona Musical Reward Questionnaire” ideato per individuare le differenze individuali nella gratificazione nell’ascolto della musica. Alcuni soggetti si dimostravano infatti molto poco sensibili a ritmo e melodia ma normalmente interessati ad altri stimoli gratificanti, dal cibo al sesso alle relazioni sociali. “L’identificazione

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Non ti piace “La mossa del pinguino” la musica?

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XCon la commedia “La mossa del pinguino”, anche Claudio Amendola fa il suo esordio alla regia. Il trailer ci mostra Edoardo Leo – attore e regista italiano sulla cresta dell’onda e attualmente nelle sale con “Smetto quando voglio” – impegnato a mettere assieme un’improbabile squadra di curling per partecipare alle Olimpiadi. Naturalmente, lo sport è solo un pretesto che Amendola coglie per parlare del precariato e dell’arte di arrangiarsi sviluppatisi a dismisura nel nostro Paese negli ultimi anni a causa della crisi. La pellicola sarà distribuita nelle nostre sale a partire dal prossimo 6 marzo.

La trama Salto nel passato. Siamo a Roma, nel 2006. Bruno e Eva sono sposati e hanno un figlio. Nonostante ciò, l’uomo si rifiuta di crescere, affetto dalla

classica sindrome di Peter Pan, ed è incapace di tenersi un lavoro. Trascorre le sue giornate tra progetti inconcludenti e a giocare a calcio balilla con l’amico Salvatore. La mancanza di soldi e i rapporti sempre più tesi con Eva, lo spingono un giorno a concepire una nuova idea bizzarra: formare una squadra di curling con cui arrivare fino alle Olimpiadi invernali di Torino, coinvolgendo, oltre che Salvatore, anche Neno, un biscazziere che vive di espedienti, e Ottavio, un vigile urbano in pensione.

Il cast Oltre al bravo Edoardo Leo (Bruno), il cast è composto da: Francesca Inaudi (Eva), Ricky Memphis (Salvatore), Ennio Fantastichini (Ottavio) e Antonello Fassari (Neno).

A

di questi soggetti potrebbe essere molto importante per la comprensione delle basi neurali della musica, cioè dei meccanismi che trasformano le note percepite in emozioni”, ha spiegato Josep Marco-Pallarés, ricercatore dell’Università di Barcellona, che ha partecipato allo studio.

In quest’ultimo, sono stati analizzati 30 volontari suddivisi in tre gruppi a seconda del loro grado di sensibilità al piacere della musica (basso, medio e alto).

Agli stessi soggetti è stato poi chiesto di giudicare il grado di piacere sperimentato nell’ascolto di brani, e di cimentarsi in un gioco in cui dovevano rispondere rapidamente ad alcune domande per vincere, o evitare di perdere, una somma di denaro. In entrambi i compiti, entrano in gioco i circuiti neurali legati alla ricompensa e i neuroni che producono dopamina.

“L’idea che le persone possano essere sensibili a un tipo di ricompensa ma non a un altro fa ipotizzare che esistano diverse vie per accedere al sistema della ricompensa, e che per ogni individuo, alcune vie sono più efficaci di altre”, ha concluso Marco-Pallarés.

In effetti è strano che si possa non provar piacere con la musica, viatico, anzi amplificatore delle emozioni umane…

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