Corriere dell'Isola n. 5 2013

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MeMOrIe

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SPORT •

la PrIMa DOnna al vOTO IL 1 FEBBRAIO 1945 UNA DATA STORICA

Carnevale

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Il Carnevale DI MOnTerOne CI FACCIAMO DUE CHIACCHIERE? Anno XVII - n. 5 • 7 - 13 Febbraio 2013

settimanale gratuito delle isole di Ischia e Procida • www.corrieredellisola.com

Riuscirà il sindaco Ferrandino a far valere le ragioni di “padrone di casa” defraudato dalla Regione di un ruolo che lo vedeva leader di chissà quale rinnovamento del Porto di Ischia?

E cosa farà il suo collega di “Caularone” Domenico De Siano, viste le funzioni istituzionali che ricopre in Regione?

Il Comitato “Porto…Salvo” ancora non sa spiegarsi il motivo di uno sperpero di danaro pubblico per rimettere in sesto i due pontili piuttosto che abbatterli

POlITICa

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DelIBera CHOC a CaSaMICCIOla SÌ ALLO SBARCO DI AUTO CAMPANE

POlITICa

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ITF

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CrISI e DIMISSIOnI al COMUne D’ISCHIa la MaGIa DeGlI STranI TIPICI SI ACUISCE IL PROBLEMA ISCHIA AMBIENTE TANTO ENTUSIASMO DA PARTE DEL PUBBLICO

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• PRIMO PIANO

7 - 13 Febbraio 2013

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Claudio Cigliano, ex candidato alla Camera con l’UdC, si racconta

LA “CASA DI VETRO”

• di Francesco Castaldi

L

e elezioni sono ormai vicinissime ed ogni partito, che sia di destra o di sinistra, parte per la “caccia al voto utile”. Quotidianamente siamo costretti ad ascoltare i sermoni dei vari candidati, ognuno dei quali crede di avere la ricetta giusta per salvare l’Italia dal baratro. Ma dove sono le proposte concrete per dare una svolta al Paese? Ne parliamo con Claudio Cigliano, ex candidato alla Camera con l’UdC «Per definirci realmente democratici e liberali dovremmo attuare il massimo decentramento degli organi dello Stato. Invece oggi i partiti fanno l’esatto contrario: questa tendenza la riscontro anche nel mio». Dice la sua sul cosiddetto “Porcellum” «La legge elettorale attualmente in vigore toglie la possibilità ai cittadini di eleggere i propri rappresentanti. Le prime posizioni vengono occupate dai membri più influenti del partito di appartenen-

za, mentre gli altri candidati in lista servono semplicemente per riempirla.

Ogni partito punta esclusivamente al proprio elettorato, si tende a restare nel proprio orticello, indottrinando i militanti». Cigliano ci confessa che in questo periodo i vari partiti politici italiani sono a corto di idee«non vi è una reale slancio verso il cambiamento.

Sono dell’avviso che l’unico modo per riequilibrare e rinsaldare il rapporto tra cittadinanza ed istituzioni sia quello di costruire una “casa di vetro”. Se tutti avessero la possibilità di controllare tutto non ci sarebbero più dubbi e sotterfugi a livello politico. In questo modo le persone riacquisterebbero nuovamente fiducia nelle istituzioni».

Ci parla poi del suo impegno civico all’ombra del Torrione«qui a Forio, di concerto con il consorzio d’impresa, abbiamo dato un contributo di duemila euro alla scuola per permettere a coloro che ne avessero la necessità di comperare i libri. Quando mi sono

occupato di questa iniziativa, ho potuto personalmente constatare che alcuni noti personaggi del Comune, che avevano dichiarato redditi bassi, hanno approfittato di queste agevolazioni. Nel momento in cui tutto sarà trasparente, diventerà molto più difficile per i “furbetti del quartierino” nascondersi tra le pieghe della legge».

Il nostro sistema politico per Claudio Cigliano è vecchio e in affanno«al momento viviamo in un sistema partitico che tende a presentare alle tornate elettorali sempre gli stessi personaggi. Spero che con l’avvento della prossima legislatura questa vergognosa legge elettorale possa definitivamente mutare». Passa poi ad evidenziare le deficienze del sistema giudiziario e sanitario del nostro Paese«è difficile affrontare il tema giustizia. Devo rilevare una sostanziale lentezza nell’espletamento delle pratiche giudiziarie, aspetto che non rende affatto semplice portare a compimento i processi in

tempi celeri. Un’altra problematica è sicuramente l’abusivismo edilizio, una grossa piaga per la nostra isola. Per anni abbiamo permesso che Ischia fosse progressivamente cementificata senza specifiche regolamentazioni. Per quanto riguarda la sanità, la chiusura del presidio di San Giovan Giuseppe rappresenta una grave sconfitta per il nostro sistema, già profondamente condizionato dal fatto che ci troviamo su di un’isola». Discutiamo anche dello scottante tema delle pensioni e del futuro dei giovani «chi percepisce una pensione, bassa od alta che sia, ha pur sempre qualcosa con cui giungere alla fine del mese. Il mio pensiero va a chi oggi entra nel caotico mondo del lavoro e si vede decurtato lo stipendio.

Le capacità di reazione del nostro tessuto sociale sono notevoli, tant’è vero che molte aziende presenti sul territorio sono state in grado di adattarsi. Purtroppo tutta questa voglia di rialzare la testa non è adeguatamente

sostenuta dal Governo, che, attraverso la burocrazia, soffoca lo sviluppo del Paese». Teme anche il progressivo allontanamento dei cittadini dalla cosa pubblica, preoccupante aspetto nel quale intravede«i concreti presupposti per il sovvertimento delle strutture repubblicane». Ci spiega, infine, le ragioni che lo hanno portato a rinunciare alla candidatura «l’UdC mi ha chiesto di partecipare alla campagna elettorale presentando una candidatura “di servizio”, una dicitura elegante per dire che gli servi esclusivamente per riempire la lista. Non sono più candidato poiché, al momento della chiusura ufficiale delle candidature, non hanno più ritenuto opportuno inserirmi nelle liste.

Questo sistema elettorale non è libero: all’interno del partito è possibile dare una propria opinione, ma alla fine decidono sempre gli stessi».

Editoriale

QuELLO ChE [nOn] VORREI VEDERE • di Graziano Petrucci

C

aro consigliere provinciale.

Sono l’ “Idea del Comune Unico”. Ho saputo che state parlando di me, in Provincia. Dai, forse questa volta ce la facciamo. Abbiamo bisogno di una politica unitaria sull’isola. Sono sicuro che queste cose le sappia già, altrimenti non mi avrebbe

tirato di nuovo in mezzo. Le confesso, mi sento un tantino usata. Sarà che dall’ultima volta sono delusa: pure chi si era schierato a favore o ha votato contro o non ha mosso un dito. Come si dice il passato è passato, no? Sono contenta. Sarà l’immagine di attivismo che ha deciso di mostrare. Perché un sindaco, diciamocelo, deve fare il proprio mestiere. O sarà perché tra un

CORRIERE DELL’ISOLA è un settimanle distribuito gratuitamente ogni giovedì ad Ischia e Procida,

DIRETTORE RESPONSABILE Diego Mattera d.mattera@corrieredellisola.com

Registrazione al tribunale di Napoli n. 4816 del 20/11/1996

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anno vuole candidarsi alle regionali?

Non importa. Ciò che conta, invece, è il suo lavoro. I risultati arriveranno. Mi hanno detto che frequenta facebook: può essere lo strumento adatto, non l’unico, se usato bene, per raccogliere idee, suggerimenti, progetti. Meglio, però, se a tutto ciò farà seguito un’inversione sui punti di vista. Servirebbero più moderni, magari da subito. Così

come ha stravolto il senso del traffico a Ischia. Potrebbe essere un segnale forte.

Vista la sua capacità di promozione non mancherà di raccoglierne i frutti. È bene che lei sappia una cosa. Parlare di Comune Unico, porta con sé un rischio.

Non elevare le questioni a problemi comuni all’intero territorio; oppure non esaminare l’ipotesi di circondarsi di gente nuova, esperti magari, capaci di

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Collaborano con la redazione: Stefano e Pancrazio Arcamone, Pietro Di Meglio, Sacha Savastano, Iacopo Ielasi, Francesco Castaldi, Annamaria Punzo, Paola Casulli, Graziano Petrucci, Claudio Iacono, Alessandro De Cesaris, Elvira Agnese, Federica Formisano, Isabella Puca Foto: F. Trani, S. De Sanctis, L. De Luise

consigliarla oltre la sua tavola rotonda, non servirà a farla uscire da un’impeccabile ingessatura. Sarebbe un peccato.

Spezzi il tran tran della solita politica.

Non m’incastri nella diffusa furberia contadina. E proprio quello che non vorrei vedere.

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• SPECIALE PORTO

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Il Comitato “Porto…Salvo” ancora non sa spiegarsi il motivo di uno sperpero di danaro pubblico per rimettere in sesto i due pontili piuttosto che abbatterli

un pORTO In OSTAggIO

• di Giovanni Cavalcanti

G

iosi Ferrandino proprio non se lo aspettava di trascorrere ad Ischia un intero mandato e l’inizio del suo secondo con una gatta da pelare così brutta a vedersi, il porto di Ischia. Sembrava ieri quando nel primo consiglio comunale del 2007, dove l’allora capo del PDL attuale consigliere di maggioranza Paolo Ferrandino, lo sfidava pubblicamente a risolvere le molte controversie in uno dei porti più belli e sicuri del Mediterraneo. Erano gli anni in cui il Comitato Porto…

Salvo di Rosario Coppa e Peppino

Macrì era il ben venuto nelle stanze del potere regionale, dove gli allora amici bassoliniani dell’attuale primo cittadino, bocciavano quasi di sana pianta il progetto che il duo Rispoli– Brandi si vide impallinare proprio a causa dalle osservazioni dei dirigenti del Comitato di quartiere. Lo stesso Comitato che riuscì a strappare dalla Dott.sa Rallo, l’allora dirigente del settore trasporti, una mezza promessa per l’abbattimento totale del pontile del Tondo di Marco Aurelio, il nr. 2.

Oggi la Regione si è trovata costretta a transennare, non più solo il nr.2, ma anche quello adibito al traffico passeggeri ancora in uso fino alla setti-

mana scorsa, rovinato e peggio messo rispetto al gemello di sinistra. In un porto classificato “rifugio” ma di fatto senza una vera e propria classificazione (manca categoria e classe), dove non esiste una regolamentazione che potrebbe consentire, soprattutto a stazze ridotte, una comunque delicata convivenza fra il commerciale, il servizio passeggeri, pesca e turismo da diporto, le preoccupazioni legate alla sicurezza per natanti e utenti sono all’ordine del giorno. Gli amici del Sindaco in Regione non ci sono più ma alcuni dirigenti, che in barba a qualsiasi vincolo si sono inventati un progetto che vedrebbe uno scatolone

orripilante sorgere su di un pontile ormai fradicio, scavalcano completamente quelle che sono le competenze di un’Amministrazione che potrebbe esprimere un parere decisivo su come andare a gestire le concessioni in larga parte passate nelle mani dell’Ente locale. Diciamola tutta, Paolo Ferrandino ha avuto ragione, le disattenzioni del suo ex nemico politico sono state diverse al punto da fargli vincere una tanto sbandierata scommessa morale, ma senza svincolarlo però da gravi responsabilità in quanto attualmente anche lui (oggi in maggioranza e in forza al partito di Caldoro) si ritrova una patata bollente fra le mani non semplice da gestire. I commercianti vorrebbero che gli aliscafi si portassero momentaneamente sulla banchina dello scivolo di fronte il Banco di Napoli. Così facendo si eviterebbe anche il pernottamento ai traghetti, per buona pace delle notti insonni dei numerosi residenti che da generazioni abitano quelle rive prima ancora che Re Ferdinando si inventasse il Porto.

Il Comitato Porto…Salvo ancora non sa spiegarsi il motivo di uno sperpero di danaro pubblico per rimettere in sesto i due pontili piuttosto che abbatterli, potendo invece impiegare quelle risorse per riattivare i locali della Provincia, chiusi perché pericolanti, dove una volta già vi erano le biglietterie e il centro di informazione Turistica di fronte la Chiesa di Portosalvo. Ci spiega Rosario Coppa: “Senza i pontili lo sbarco di poppa degli aliscafi risulterebbe identico a quanto già praticato al Molo Beverello, dove

solo alcuni catamarani sono obbligati all’accosto laterale. Un adeguamento costerebbe solo ottomila euro. Molti meno di quanti spesi per noleggiare un aliscafo dalla compagnia concorrente, e quasi quaranta volte meno l’appostamento in bilancio per la messa in sicurezza dei due pontili per poi riabbatterne uno dopo la ristrutturazione. Una vera e propria truffa, una follia! Questo non è altro che il fallimento di un uomo, il Sindaco Ferrandino, ostaggio del Caularone!

Ha dovuto abbassare le armi davanti a De Siano e Paolo Ferrandino. Facciamo un richiamo alle forze positive che esistono in consiglio comunale per far fronte unico affinché non si persegua uno scempio ambientale ed economico. Ritornando ai ruoli che le due fazioni politiche oggi unite non possono più rappresentare garantirebbero un’alternanza, oggi finita, utile al Paese in tutti i suoi bisogni.”

Riuscirà il sindaco Ferrandino a far valere le ragioni di “padrone di casa” defraudato dalla Regione di un ruolo che lo vedeva leader di chissà quale rinnovamento del Porto di Ischia? E cosa farà il suo collega di “Caularone” Domenico De Siano, viste le funzioni istituzionali che ricopre in Regione?

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SPECIALE PORTO •

7 - 13 Febbraio 2013

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Intervista al giovane architetto ischitano Alessandro Telese

“un pROgETTO pER IL pORTO D’ISChIA”

Ischia è un ibrido tra dimensione di villeggiatura alla portata di tutti e quella a cinque stelle. Spesso però non è menzionata l’importanza storica e architettonica né si pensa alla vacanza di cultura.

• di Isabella Puca

I

n questi giorni sono state tante le proposte avanzate per la questione pontili al porto d’Ischia.

Di seguito riportiamo l’intervista ad Alessandro Telese, giovane architetto ischitano laureatosi con una tesi dal titolo “Un progetto per il porto d’Ischia”, un lavoro lungo, meticoloso, che l’ha tenuto impegnato per circa un anno. «Il porto d’Ischia è un sito storico – sottolinea l’architetto

– dunque il mio lavoro è partito dallo studio della storia dove di grande aiuto sono stati i testi dell’archivio di stato a Napoli, testi scritti dal Professor Rispoli e Elia Delizia, più alcune testimonianze e manoscritti antichi. Ho effettuato poi un censimento di tutte le costruzioni circostanti il porto cosi da sviluppare un’idea utopica in cui, sulla configurazione originaria, andando a preservare gli edifici dal grande valore storico, ho pensato a nuovi edifici che potessero esplicare le stesse funzioni urbanistiche

di ora più altre come musei, auditorium e teatri».

Dalla venuta dei Borboni ad oggi, il porto d’Ischia è totalmente cambiato. In luce agli studi effettuati per la tua tesi, cosa pensi in merito agli interventi che verranno effettuati di qui a breve sul porto di Ischia?

«Credo che qualsiasi intervento debba essere affrontato con professionalità andando a considerare la storicità del luogo. Il porto è quanto di più bello abbiamo sia dal punto di vista della conformazione naturale che per importanza storica. Prima degli interventi dei Borboni vi era una conca aperta in un lato, sulla riva sinistra, circondata dal verde e con poche costruzioni. I Borboni scelsero Ischia come loro località d’elezione e fecero del palazzo del Dottor Buonocore, la loro residenza. Ci sono testimonianze di una serie di progetti di architetti famosi come Carlo Vanvitelli, lo stesso che progettò il palazzo reale.

Questi portarono il primo esempio di architettura di paesaggio con piante rare estese fino al promontorio dove risiede l’antico albergo di San Pietro e con accenni di architettura orientale.

Tutti questi interventi furono pensati per la grande inaugurazione del porto con l’apertura della conca e l’aumento della profondità. Successivamente, nel corso dell’800, ci fu un altro intervento di un ingegnere napoletano, autore del colonnato della chiesa di Portosalvo, della banchina olimpica e dei due fari con i frangiflutti in pietra lavica vesuviana».

A seguito di Italia ’90 vennero pensati e costruiti i pontili in legno

e ferro in questione.

«L’edificazione dei pontili è dovuta ad un’esigenza di carattere pratico, per realizzare nuovi sbarchi così da aumentare notevolmente il bacino d’utenza.

Pensati e costruiti in ferro e legno dove quest’ultimo è un materiale che si presta benissimo al mare poiché a contatto, crea una patina di microrganismi che lo mantiene invariato nel tempo. Purtroppo, ciò che manca ad Ischia la maggior parte delle volte è la manutenzione».

Quale intervento credi che sia necessario attuare prima di qualunque altro?

«Ischia è stato il primo comune d’Italia a dotarsi di un piano regolatore che avrebbe dovuto regolamentare la crescita demografica dell’isola, per preservare la sua bellezza naturale. Questo piano è stato rifatto negli anni ‘70 ed è entrato in vigore negli anni ’80, dieci anni dopo quando Ischia già allora aveva cambiato volto e anima. Negli anni 90 è entrato in vigore un piano paesistico totalmente vincolante. Dunque credo che la necessità principale sia quella di dotare l’Isola di un nuovo piano regolatore che faccia una fotografia di Ischia al giorno d’oggi. Se non ci sono gli strumenti principali oggi non si riuscirà a fare il minimo intervento».

Quindi credi che ci sia il bisogno di un cambiamento radicale, affidato a professionisti del settore e non dell’ennesimo intervento provvisorio?

«Ci vuole uno studio prima di fare

qualsiasi intervento e un professionista può affrontare il tutto meglio di chiunque altro. Ischia è un ibrido tra dimensione di villeggiatura alla portata di tutti e quella a cinque stelle. Spesso però non è menzionata l’importanza storica e architettonica né si pensa alla vacanza di cultura. Ischia è grande e c’è la possibilità di poterla valorizzare come città a tutti gli effetti così da offrire molto di più di quanto già offre. Una procedura sottovalutata ad Ischia è quella del concorso pubblico dove vari professionisti possano interfacciarsi su argomenti approfonditi per poi fare delle proposte valutate da una giuria competente di professionisti. Esempio a noi vicino è quello di Salerno la cui valorizzazione è stata affidata al top dell’architettura».

Quale potrebbe essere una proposta di un giovane architetto?

«Si può pensare di andare oltre una semplice banchina, dedicare un’intera ala del porto alla cultura, fruibile per tutti, residenti e turisti, con la possibilità di noleggiare mezzi elettrici per spostarci o sfogliare libri multimediali sulla storia dell’isola. Le scelte da farsi son tantissime ma devono essere fatte sulla base di un lavoro preparatorio che non si può improvvisare. Da profani in giro per il mondo notiamo i singoli edifici senza guardare la funzionalità e gli studi urbanistici che ad Ischia non sono mai stati fatti».

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• POLITICA

7 - 13 Febbraio 2013

Il 26 e 27 maggio ai foriani toccherà infatti il secondo round elettorale dell’anno 2013

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Sì allo sbarco di auto intestate a residenti in Campania per tutto l’anno

VERSO LE ELEZIOnI COMunALI DELIBERA CHOC

• di Claudio Iacono

S

corre sempre più veloce il tempo verso le elezioni per rinnovare il consiglio comunale di Forio; il 26 e 27 maggio ai foriani toccherà infatti il secondo round elettorale dell’anno 2013, ma la situazione non appare ancora chiara e definita, né per quello che riguarda i nomi né per quello che riguarda, ovviamente, il possibile vincitore. Da tempo ormai nel Comune del Torrione si vive un clima di guerra fredda, specie all’interno della parte politica che si trova ad amministrare il paese, dove sono in molti ad aspirare a giocarsi la poltrona di sindaco, in parti-

colare Gianni Mattera e Nicola Monti, che escono dalla giunta Regine certi di avere le carte in regola per avanzare pretese importanti dall’elettorato; resterà da capire, nei fatti, chi sarà il “preferito” dell’attuale sindaco, atteso che ve ne sia uno proprio tra i due, per dare il via vero e proprio a tutte le campagne di “mercato” che saranno necessarie per redigere le liste che andranno al vaglio dei votanti; sarà ancora una volta fondamentale riuscire ad accaparrarsi i nomi più gettonati, i fuoriclasse che potranno sancire la vittoria o meno nel campionato comunale. Per dovere di cronaca, nell’ultima tornata elettorale Gianni Mattera e Nicola Monti si sono attestati

rispettivamente a 370 e 302 preferenze, ma difficilmente questo potrà essere un dato utile. Concentrandoci ora dall’altra parte, o forse sarebbe meglio dire “da un’altra parte”, troviamo il movimento politico Aria Nuova, che fa capo a Gaetano Colella, che attraverso un comunicato condanna quella che definisce una “guerra tra bande” per Forio, indicando la lotta per la successione a Franco Regine di cui si è detto in precedenza; ” E’ finito il tempo della demagogia e del populismo”, leggiamo, e che turismo e cura del territorio sembrano essere gli ingredienti della ricetta del movimento di Colella, che “ha sposato una politica della chiarezza e della responsabilità”. L’accento viene posto da Nicola Manna, firmatario del comunicato, anche sul nuovo sistema elettorale che prevede il ballottaggio in caso del non raggiungimento del 50%+1 di voti a favore di un solo candidato, che “aumenta il rischio di disamministrazione, con maggioranze costruite solo ed esclusivamente per vincere, con dentro il tutto e il contrario di tutto”. Dal canto nostro non possiamo che continuare a rimanere vigili, sul mercato e non solo, per riuscire a vedere il panorama che si delinea all’orizzonte, e che speriamo possa rappresentare un serio momento di rinascita di un territorio sicuramente lontano dalla forma migliore.

2013

A CASAMICCIOLA S

e voleva essere una boutade per avere un po’ di visibilità in più ha avuto un successo sensazionale, se si fosse trattato in realtà dell’esperimento di un sociologo avrebbe già ottenuto un numero di dati da analizzare enorme, se si fosse trattato solo di un mero anticipo carnevalesco ci avrebbe già spiazzati tutti, ma purtroppo pare che sia una notizia vera: il consiglio comunale di Casamicciola ha deliberato affinché sia prevista una deroga all’ordinanza ministeriale antisbarco, in vigore subito prima di Pasqua. L’intento del consesso casamicciolese è dunque di abbattere le frontiere con il continente e di dare il permesso anche a tutti i residenti in Campania di poter sbarcare sull’isola; tuttavia non appare molto chiaro cosa abbiano intenzione di fare gli altri sindaci dell’isola rispetto a questa curiosa novità del Comune termale. La cosa sicura è che la rete attraverso i social network ha bollato questa decisione con termini di ogni genere, ma non certo generosi, nei confronti del sindaco Ferrandino e dei suoi, che, dalle colonne del sito internet de Il Mattino, in un articolo a firma di Massimo Zivelli, se la prende col servizio di trasporto pubblico terrestre praticamente inesistente e che non permetterebbe ai tanti turisti campani di poter godere appieno delle bellezze che anche l’entroterra della nostra isola è in grado di offrire. Atteso che tutti possiamo essere concordi dello squallore che attanaglia il trasporto pubblico a Ischia, ma pare curioso risolvere il tutto riempiendo il territorio di automobili che ovviamente accorrerebbero in massa data la vicinanza del territorio; il tutto poi dopo che per l’ennesima volta ci siamo resi conto che basta l’inversione del senso di marcia in un paio di strade per paralizzare tutto il traffico di un Comune e che i concetti di ZTL o di tratti controllati a mezzo telecamere sono ancora lontani anni luce dalla nostra mentalità retrograda; meglio un vigile ad ogni incrocio, perché lui sì che può chiudere un occhio. Ad ogni buon conto, non ci resta che sperare che chi si occupa di trasporti a livelli più alti, leggasi il Presidente della IV commissione regionale Domenico De Siano, possa esprimere anche solo un parere il più contrario possibile all’attuazione di questo progetto. C.I.

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POLITICA •

7 - 13 Febbraio 2013

Dopo il consiglio comunale si acuisce il problema Ischia Ambiente

Per salvare l’Italia abbattere il capitalismo, sostituirlo col socialismo. Il PMLI in piazza ad Ischia e Forio

CRISI E DIMISSIOnI AL COMUNE D’ISCHIA ASTENSIONE DAL VOTO biente che risalgono all’epoca in cui egli era organico all’amministrazione. Lo fa solo adesso, ammesso che sia vero quello che dice, solo per ingarbugliare le acque.

Assume questo atteggiamento anche per intimorire la maggioranza e a questo gioco scorretto non ci prestiamo. In consiglio comunale si fa politica e non attività giudiziaria». Tutto questo ha creato agitazione tra i lavoratori, accentuata anche dal fatto che ad oggi ancora non hanno percepito lo stipendio di gennaio e le posizioni delle previdenza integrativa formata dai versamenti del TFR si è bloccata al mese di maggio 2012 nonostante le quote sono regolarmente trattenute in busta paga, ma poi non versate ai fondi pensione.

L

a settimana politica nel comune d’Ischia è stata al quanto movimentata. Dopo il consiglio comunale si acuisce il problema Ischia Ambiente. L’amministrazione ha affidato nuovamente il servizio NU alla Ischiambiente S.p.A. con annesso capitolato nel quale si parla di modifiche alla pianta organica aziendale. Polemica aperta in consiglio tra Carmine Bernardo (consigliere di minoranza) e Enzo Ferrandino (consigliere di maggioranza e candidato alla camera). Il primo ha dichiarato, così come si legge su www.tgischia.it, «la società Ischia Ambiente nell’anno 2011 (i dati 2012 non ci sono stati consegnati) presenta costi irriducibili che nel nuovo capitolato sono stati ridotti anche oltre il 50%. Mi riferisco al costo delle assicurazioni (anno 2011 oltre € 140.000,00 nuovo capitolato

€60.000,00), al costo dei carburanti (anno 2011 € 348.766,00 nuovo capitolato € 260.000,00), trasporto e smaltimento rifiuti (anno 2011 € 558.480,00 nuovo capitolato € 350.000,00) Se questi costi fossero riducibili vuol dire che nei decorsi anni ci sono stati consistenti sprechi ed allora perché non chiederne conto agli amministratori. Ho dimostrato che i veri sprechi stanno altrove nei rapporti con le discariche e negli strani contratti di intermediazioni con società napoletane.

La mia preoccupazione è che ad Ischia si voglia replicare l’operazione ASSE , cioè predisporre un capitolato sottodimensionato e poi far fallire la società. D’Altronde l’affidamento per un solo anno desta molti sospetti». La risposta decisa di Ferrandino è stata «Carmine Bernardo in consiglio ha denunciato fatti gestionali di Ischia Am-

DIMISSIONE MARIANNA BOCCANFUSO Venerdì sono arrivate le dimissioni ufficiali dell’Assessore al turismo Marianna Boccanfuso che al di là delle polemiche ha dichiarato: «le dimissioni sono dovute a seri problemi di salute. Quando ho comunicato il mio problema al mio gruppo, abbiamo deciso di comune accordo».

Al suo posto probabilmente l’avvocato Gennaro Scotti. Ma quale carica dovrebbe ricoprire? Il toto-assessore è aperto. Presumibilmente se Scotti prenderà il posto della Boccanfuso al Turismo si avrà un altro cambio, per le quote rosa. I ben informati affermano che a cedere il posto sarà un attuale assessore in carica e a subentrare sarà Anna Fermo, anche se quest’ultima ha smentito un suo incarico come assessore «nessuno mi ha mai contattata».

Aspetteremo l’evolversi della situazione nei prossimi giorni certo è che il Comune d’Ischia non può stare a lungo senza assessore al turismo. P.D.M.

S

arà distribuito sabato e domenica 9 e 10 febbraio, ad Ischia Ponte ed a Forio, un volantino del PMLI in occasione della prossima tornata elettorale. Il documento invita ad astenersi dal voto per delegittimare le istituzioni borghesi e per creare le istituzioni alternative delle masse fautrici del socialismo. I marxisti leninisti propongono di disertare le urne, di lasciare la scheda in bianco o di annullarla. Perché astenersi? Perché non bisogna dare credibilità a chi racconta balle e promette tante belle cose che avrebbero potuto realizzare quando erano al governo. Astenersi per non votare i partiti borghesi del regime capitalista e quelli falsi comunisti. L’obiettivo è quello di abbandonare ogni illusione elettorale, parlamentare, governativa, riformista per abbattere il capitalismo con la rivoluzione proletaria, per sostituirlo col socialismo che darà potere al proletariato. Il documento del PMLI ricorda pure che l’impegno di chi si astiene non finisce col voto, ma continua giorno per giorno, con battaglie instancabili in fabbrica, a scuola, sui posti di lavoro, nelle piazze per strappare i diritti che ci spettano. L’astensionismo non favorisce né la maggioranza né la minoranza, come sostengono tanti imbroglioni. Chi si astiene sostiene la proposta di creare in tutte le città e i quartieri, le istituzioni alternative come le Assemblee popolari e i Comitati popolari basati sulla democrazia diretta. Per cambiare l’Italia- conclude il documento del PMLI- bisogna solo cambiare sistema, bisogna far vincere il socialismo, abbattere il capitalismo e la dittatura borghese, dare potere al proletariato! Votare uno o l’altro non cambia, perché sono tutti dentro questo mostruoso sistema capitalistico.

Votare uno o l’altro per scegliere il male minore significa solo fare il male peggiore al paese, al popolo, alle fasce più deboli, alle donne, ai giovani.

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• POLITICA

7 - 13 Febbraio 2013

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Ennesima promessa elettorale di stop agli abbattimenti da parte di Mara Carfagna attaccata da Domenico Savio: “è vergognoso che si continui ad illudere i cittadini”

SpECuLAZIOnE ABBATTIMEnTI

• di Ida Trofa

“N

on siamo così folli da pensare di avere il minimo interesse ad abbattere anche soltanto un balcone di questi edifici. Quindi lasciateci lavorare, abbiate fiducia in noi, l’unica speranza è quella di arrivare al governo regionale e poi il governo regionale si assumerà la responsabilità di non demolire un pilastro soltanto di questi edifici”.

Queste frasi sono state pronunciate dall’allora Ministro Mara Carfagna a Sant’Antonio Abate nel corso delle elezioni regionali del 2010 dove

risultava la capolista della lista del centrodestra di Silvio Berlusconi.

Frasi rivelatesi poi solo promesse elettorali interessate e disattese, visto che dopo l’elezione di Stefano Caldoro a Presidente della regione Campania sono state abbattute tantissime case di necessità. In quei giorni, mentre la maggior parte dei dirigenti campani anti-ruspe e dei loro seguaci della Terraferma abboccarono all’amo della rivelatasi falsa promessa elettorale, l’unico ad attaccare Mara Carfagna e i galoppini del centrodestra fu Domenico Savio, promotore a livello nazionale della battaglia contro le demolizioni delle

abitazioni di necessità. Ebbene, a tre anni di distanza dalle elezioni regionali del 2010 e a tre settimane dalle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 Mara Carfagna, capolista alla Camera in Campania per il PDL, è ritornata alla carica proponendo la riapertura del condono in Campania dimenticando, però, che nell’aprile del 2010 dopo l’approvazione di un inutile decreto legge ferma-ruspe del governo, bocciato poi dal Parlamento, aveva dichiarato che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbero legiferato in materia. Sulla nuova promessa elettorale della Carfagna è intervenuto duramente Domeni-

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co Savio, capolista al Senato per il Partito Comunista Italiano MarxistaLeninista che ha dichiarato: “E’ vergognoso che il centrodestra in occasione di campagne elettorali continui a illudere i cittadini con promesse che poi non mantiene ed è moralmente e umanamente intollerabile la strumentalizzazione elettorale di un dramma sociale, che è di proporzioni immani e che investe tante povere famiglie lavoratrici della nostra Campania. L’ex ministro Mara Carfagna, deputati e senatori del centrodestra e lo stesso Silvio Berlusconi per raccogliere voti hanno promesso la soluzione del problema, ma poi, quando avevano la possibilità di governo e parlamentare non l’hanno fatto per difendere altri interessi calpestando, così e senza vergogna, le promesse fatte e abbandonando al loro tragico destino tante povere famiglie lavoratrici, a cui è stata abbattuta, dallo Stato repressivo e antipopolare, l’unica casa posseduta finendo sulla strada. La strumentalizzazione elettorale di questo dramma, che tragicamente continua ancora oggi con le promesse illusorie di presidenti di comitati antiruspe candidati nelle liste berlusconiane e dei loro sostenitori e complici, ha dato al centrosinistra – anch’esso vergognosamente responsabile della tragedia che sta inesorabilmente colpendo le sventurate famiglie, che erano state costrette dallo Stato inadempiente a costruirsi abusivamente un tetto per coprirsi la testa – di bollare ogni iniziativa parlamentare

del centrodestra come cambiale elettorale da pagare per le promesse elettorali e i voti ricevuti. Basta strumentalizzazioni elettorali sulla pelle della povera gente e basta servirsene ignobilmente per fini politici e di conquista del potere. Gli aderenti ai comitati per il diritto alla casa se vogliono difendere concretamente la propria casa devono avere il coraggio e la determinazione di abbandonare al loro destino gli illusionisti candidati e non del centrodestra che hanno dimostrato di ‘promettere certo e venir meno sicuro’ e che hanno arrecato un danno enorme alla possibilità di salvezza della casa delle famiglie lavoratrici. Noi nella sincera e disinteressata battaglia a difesa dell’abusivismo di necessità abbiamo sempre sostenuto, e sosteniamo, che il movimento di lotta per il diritto alla casa deve essere politicamente autonomo rispetto ai partiti parlamentari del centrodestra e centrosinistra e questo per coinvolgerli allo stesso modo nella soluzione legislativa del problema. Su questo fronte di chiarezza, di onestà intellettuale e di rispetto verso chi vive la tragedia dell’abbattimento dell’unica casa posseduta noi continueremo la nostra battaglia sino alla vittoria finale, perché a nessuno eletto in parlamento è consentito continuare a infierire contro il diritto costituzionale alla casa delle popolazioni campane. Se eletti in parlamento il nostro impegno in questa battaglia di umanità e di civiltà sarà ancora più pregnante e coinvolgente”.

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PROCIDA •

7 - 13 Febbraio 2013

Procida, Capezzuto contro il governo

60 MILIONI DI TASSE IN CAMBIO DI NULLA

“D

ue giorni fa, al pari di altri sindaci italiani, mi sono visto consegnare le chiavi delle attività commerciali: è l’ultimo atto di una situazione insostenibile per i cittadini e le imprese sempre più vessate e tassate. Ma io non ci sto, i sindaci non possono essere servi sciocchi di uno Stato che non tutela i territori che amministra”. Con queste parole il sindaco di Procida, Vincenzo Capezzuto, si

schiera al fianco degli operatori del terziario che stanno alzando bandiera bianca in virtù di una crisi sempre più dilagante e lancia una proposta provocatoria e clamorosa: “A questo punto verrebbe davvero voglia di chiedere ai miei concittadini di far confluire le tasse pagate a Stato e Regione su apposito conto, anche solo in maniera virtuale, in modo che chi di dovere si renda conto di quanto versiamo annualmente al Governo

centrale e quanto di rimando ne riceviamo”. Un’iniziativa forte contenuta in una lettera indirizzata al presidente della Giunta regionale della Campania, Stefano Caldoro, ed al presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti. Capezzuto nella missiva ricorda tra l’altro che “l’isola di Procida versa annualmente oltre sessanta milioni di euro di tributi allo Stato (tra Irpef, addizionale regionale Irpef, Imu, quota statale Irap ed Iva) riceven-

do solo due milioni di euro.

A ciò va aggiunto il blocco dei trasferimenti regionali per la manutenzione delle strade, dei fondi per l’edilizia scolastica, sportiva, per gli asili nido. E non è tutto: ogni giorno è una battaglia per vedersi garantita la continuità territoriale con i trasporti marittimi, indispensabili in una realtà insulare. Per non parlare dell’assenza di investimenti di risorse su Procida da destinare all’implementazione turistica”. Da qui l’attacco frontale alle istituzioni: “I sindaci devono rappresentare le istanze dei cittadini conclude Capezzuto - e non possono interloquire con chi in Parlamento rappresenta scuderie partitiche e non territori. Basta con parlamentari assenteisti e lontani dalla gente, occorre che rispondano al telefono quando un sindaco chiama.

E lo stesso vale anche per Provincia e Regione: non è possibile chiedere un appuntamento e vederselo concedere dopo mesi...”

I v e r B a cura di Michele Rubini

ERRATA CORRIgE

L’articolo (a pagina 6 e 7 dell’ultimo numero del Corriere dell’Isola) “La forza del dialogo” è di Elvira Agnese e non di Giovanni Cavalcanti. L’articolo a pagina 11 “Assunta Marino” è di Sagiva Salerno e non di Isabella Puca.

“QuALE FuTuRO pER LE ATTIVITÀ TuRISTIChE?”

L’ 8 febbraio alle ore 9,30 presso l’Hotel Continental Terme di Ischia si terrà il convegno “Quale futuro per le attività turistiche?”. Come noto la “Legge di stabilità 2013” ha introdotto alcune variazione sui tributi, aggravando il carico fiscale anche sulle aziende turistiche, IMU e TARES, l’adeguamento delle rendite catastali.

ISChIA AMBIEnTE: ASSEMBLEA SInDACALE Le sigle Sindacali firmatarie, CGIL, Uil trasporti e FIADEL, unitariamente hanno indetto un’assemblea sindacale retribuita di 2 ore per il giorno 6 febbraio 2013 dalle 10,00 alle 12,00 estesa alle ultime due ore di ogni turno di servizio del giorno stesso per discutere delle brusche modifiche alla pianta organica aziendale ed eventualmente decidere sulle azioni da intraprendere. Le OO. SS. e le maestranze si scusano anticipatamente con la cittadinanza per i possibili disagi che ne potranno scaturire.

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MEMORIE •

7 - 13 Febbraio 2013

Il 1 febbraio 1945 una conquista che oggi sembra aver perso valore per ambo i sessi

LA PRIMA DONNA AL VOTO

• di Isabella Puca

E

ra il primo febbraio 1945 quando grazie ad un decreto firmato da Umberto di Savoia, il Consiglio dei Ministri, accettando la proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gaspari, riconobbe il voto femminile. La prima volta delle donne alle urne per l’Italia fu appena un anno dopo, nel giugno del 1946, quando gli italiani furono chiamati a decidere per la Repubblica o per

la Monarchia. Oltre dodici milioni di donne si presentarono alle urne con il vestito della festa e i bambini in braccio, per loro il salto era doppio: votano e possono essere votate esprimendo così i desideri di un’intera nazione. Il suffragio femminile è stato concesso in molti paesi del mondo in tempi diversi. Una conquista che in Italia fu inseguita dai primi movimenti femministi a cavallo del novecento.

Inizialmente fu soprattutto la Dc a spingere per il voto alle donne; i

comunisti e i socialisti temevano che la Chiesa potesse influenzare le coscienze femminili, ma la valenza di quell´irrinunciabile conquista aveva presto spazzato via ogni dubbio.

Nei mesi precedenti al voto i partiti misero in campo ogni loro risorsa.

Fino ad allora le donne erano rimaste escluse da ogni tipo di dibattito politico e molte candidature finirono per rivelarsi solo di bandiera. Il voto fu reso obbligatorio per iniziativa democristiana, ma le

donne, contente di poter esprimere finalmente il loro voto accorsero in massa. Già nella primavera di quell´anno erano state elette per la prima volta oltre duemila donne nei consigli comunali. «Stringiamo le schede come biglietti d´amore racconta la giornalista Anna Garofalo nella cronaca di quel giorno - «si vedono molti sgabelli pieghevoli infilati al braccio di donne timorose di stancarsi nelle lunghe file dinanzi ai seggi. E le conversazioni che nascono tra uomo e donna hanno un tono diverso, alla pari». La storia siamo noi. È incredibile crederlo ma ciò che viviamo oggi, un giorno sarà studiato a scuola, sui libri di storia. Fieri delle conquiste passate di cui oggi noi godiamo sommessamente, come se ci fosse dovuto, la speranza è che nei capitoli che parleranno della prima decade del

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2000, non vi sia solo corruzione, depressione economica, disoccupazione, “lavori” ben pagati grazie ad un tatoo in un posto non molto usuale e politici che mostrano lifting e chiacchiere nelle loro peregrinatio in tv. Un’ indagine condotta sugli elettori tra i 18 e i 34 anni dimostra che sono sei su dieci sono sicuri che andranno alle urne, un dato sconcertante che testimonia l’amarezza con cui guardiamo al futuro. Ma siamo sicuri che l’astensionismo è la giusta soluzione per cambiare le cose? Personalmente, credo di no. Il voto è un diritto, conquistato nel tempo dagli uomini senza distinzione di sesso, e seppure sentiamo che chi ci governa non ci rappresenta, non dobbiamo mai dimenticare che siamo noi ad avere il potere di cambiare le cose.

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7 - 13 Febbraio 2013

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Tanto entusiasmo da parte del pubblico accorso numeroso lo scorso fine settimana. Incantati i bambini delle scuole per lo spettacolo speciale tenutosi venerdì mattina

La magia degLi strani tipici

• di Isabella Puca • foto di Lucia De Luise

C

’era una volta un teatro incantato, dove cinque bravissimi attori, hanno compiuto la magia: far tornare bambino il pubblico in sala. La magia del teatro è anche questa e gli strani tipici con il loro spettacolo “ e sopravvissero felici e contenti punto e a capo” ci sono riusciti alla grande.

Tanti i consensi e l’entusiasmo da parte del pubblico accorso numeroso lo scorso fine settimana e per lo spettacolo speciale tenutosi venerdì

mattina per i bambini delle scuole.

Tre serate e una mattinata, che hanno visto quattro spettacoli diversi l’uno dall’altro. È proprio questa la particolarità del gruppo, nessun copione e tanta improvvisazione.

Il pubblico, parte integrante dello spettacolo, poteva scrivere all’ingresso in sala, su dei post it colorati, una frase qualsiasi che, sparsi poi sul palco all’inizio della rappresentazione, venivano pescati e letti a mano a mano dagli attori facendo nascere delle sorprese davvero esilaranti. Il grande libro delle fiabe è stato rubato, era questo il motore della scena,

e il colpevole, che neppure gli attori stessi conoscevano sin dall’inizio, è stato scoperto solo alla fine. Tanto di cappello a tutti gli attori, che in cinque hanno interpretato diciassette personaggi, rendendo vivo il reame incantato inscenato sul palcoscenico. Vito Maria Impagliazzo, giullare tuttofare, specchio sincero del pazzo reame, nano dotto e lupo bonaccione, Aurora Cecchi, cappuccetto rosso malizioso e birichino, nano tenerissimo dall’ottima mimica facciale, e secondo porcellino canterino, Maria Elena Verde, nei panni di una moderna Biancaneve, di una

simpatica nonnina e di un bel re con tanto di scettro, corona e baffi, Luigi Boccanfuso un principe azzurro un tantino neomelodico ma tanto simpatico, un Geppetto scatenato e un terzo porcellino scoperto alla fine come il colpevole del reato e infine Luigi Menny Mennela, al quale è affidata la regia e l’idea dello spettacolo, che ha interpretato un furbo pinocchio, un cacciatore dall’accento sardo, una matrigna dal fantastico falsetto e il terzo porcellino. Insomma i personaggi delle fiabe c’ erano davvero tutti e la loro originalità è senz’altro da premiare. Coinvolgente

anche la musica di Carlo Meoli, arricchita dalle parole, anche quelle improvvisate dagli attori sul momento, che ha reso tutto lo spettacolo ancora più esilarante. Tra il pubblico tante le famiglie e i giovani. Le serate trascorse in compagnia degli spettacoli stanno diventando sempre più una bella consuetudine ischitana e ci auspichiamo che l’impegno delle compagnie sia sempre maggiore così da offrire spettacoli di qualità ad un pubblico appassionato di teatro.

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• CARNEVALE

7 - 13 Febbraio 2013

Il Carnevale di Monterone e il processo al pupazzo, sfogo di malumori contro le ingiustizie sociali

È carnEVaLE

• di Elvira Agnese

T

radizione di origine antichissima, che affonda le sue radici nei festeggiamenti del mondo romano e ancor prima in quello greco, il Carnevale è per antonomasia il momento in cui le gerarchie e la morale comune si invertono e si sovvertono lasciando il posto a scherzo e dissolutezza. Dal punto di vista religioso ha cominciato poi a rappresentare un periodo di rinnovamento simbolico durante il quale il caos prendeva il sopravvento sull’ordine costituito, in modo che esso potesse poi riemergere nuovo e rinnovato. Il valore di questa festa, scaturito esso da un ragionamento di tipo simbolico o solo

dalla voglia di lasciarsi andare, non è mai stato sottovalutato così che per secoli in numerose città italiane si è dato vita a festeggiamenti, parate, giochi e manifestazioni ad uso e consumo di tutti, non solo dei bambini. Negli ultimi anni ha però assunto un’importanza particolare per i bambini, laddove la società adulta ha invece raggiunto un livello eccessivo di “maturità”, sempre più inestricabilmente presa dagli impegni della vita di tutti i giorni. Per fortuna però, soprattutto nelle piccole realtà, alcune usanze si sono mantenute nel corso dei secoli, preservando ancora non si sa fino a quando, pressoché intatto il nostro preziosissimo patrimonio culturale. È questo ad esempio il caso del nostro “Carnevale di Monterone”. La

storia narra che gli abitanti di Forio si siano sempre distinti per una certa tendenza a festeggiamenti eccessivi e goderecci, fin almeno dal XVI secolo. Negli ultimi anni invece la festa ha acquisito un codice particolare che la contraddistingue, e distingue dagli altri festeggiamenti sull’isola. Si parte dal mattino con giochi e gare di abilità che vedono grandi e piccini sfidarsi, tra il palo della cuccagna e le corse con i bicchieri pieni d’acqua. La sera invece è riservata alla parte più antica e autentica della manifestazione. Una sfilata introdotta da un orchestra vistosa e colorata, precede il furgone su cui verrà portato il pupazzo di cartapesta raffigurante il carnevale, di nome “Francischiello”, l’imperatore austriaco sconfitto nella grande guerra.

Dietro di lui altri carri su cui si cuoce carne di maiale mentre ragazze armate di grossi mantici spruzzano farina sulla folla. Giunti in piazza, il momento culmine del processo al pupazzo è preceduto da gare di maschere e di mangiate e bevute.

Il processo al pupaz zo costituisce però la vera e propria catarsi, in cui ognuno dei presenti si sente libero di inveire contro di esso sfogando rancori personali e di ordine pubblico. Il processo si conclude ovviamente con la condanna al rogo di Carnevale, rappresentante simbolico dell’autorità politica, sociale e religiosa.

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Fritte, al forno o in salsa di cioccolato la regola è solo una: a Carnevale ogni eccesso vale

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ncora non abbiamo smesso di guardare in cagnesco la bilancia, che ci rinfaccia sentenziosa le nostre colpevoli abbuffate natalizie, che la tradizione ci “costringe” a lasciarci andare di nuovo ai tanto amati peccati di gola.

La cultura gastronomica italiana, e quella ischitana in particolare, riservano come ben sappiamo una o più ricette per ogni occasione speciale, e certamente nulla entra nel novero delle tradizioni casualmente. Il Carnevale, e in particolare il suo grasso martedì, presenta ad esempio una selezione di cibi sostanziosi ed eccessivi scelti ad hoc per fare da contrasto alla Quaresima, per tradizione lungo periodo di digiuno e fioretti, che ci manterrà per un bel po’ lontani dalle tentazioni. Fritte, unte e bisunte, le pietanze che da generazioni occupano la tavola degli ischitani nel periodo più trasgressivo dell’anno diventano così un vero e proprio specchio dell’umanità carnevalesca. Prime fra tutti i dolci della festa si collocano sicuramente le “chiacchiere”, variante campana del dolce festaiolo italiano per eccellenza: striscioline di pasta fritte in olio o sugna e immerse nello zucchero al velo. Per i revisionisti della gastronomia, assolutamente consigliata invece la versione ricoperta di cioccolato. Dolce tipicamente isolano invece, anche se importato dal capoluogo in tempi molto lontani, il delizioso migliaccio. Molti giovani non ricorderanno questa torta fatta di pasta o riso, uova, zucchero, canditi, cannella, scorze di limone e chi più ne ha più ne metta, a patto che siano prodotti poveri e facilmente reperibili, come la nostra secolare tradizione del far di necessità virtù ci insegna. Ma a farla da padrone nei giorni dei bagordi non poteva esserci che lui, il maiale, già per Aristotele emblema della trasgressione, sessuale e non solo.

Ogni abitante di quest’isola di terra sa che è proprio questo il periodo in cui esso viene sacrificato al dio del piacere godereccio, ma soprattutto sa che del maiale non si butta via nulla, ma proprio nulla. Già indiscusso protagonista della lasagna napoletana, strati su strati di pasta a fare da letto ad un condimento ciclopico, è nel sanguinaccio che il “porco” dà davvero prova della sua natura poliedrica. Un gustosa crema di cioccolato, vaniglia e cannella a cui l’aggiunta di sangue di maiale conferisce un sapore vagamente acido. I nostri nonni certo vi erano abituati, per noi invece meglio tener a mente un consiglio: only the brave. Elvira Agnese

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• SPORT

7 - 13 Febbraio 2013

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Il discorso al vertice può considerarsi un capitolo chiuso, malgrado i pronostici di qualche emittente napoletana

nOn si sBaGLia Un cOLpO!

• di Pancrazio Arcamone

A

questo punto il discorso al vertice può considerarsi un capitolo chiuso, malgrado i pronostici di qualche emittente napoletana. Continuare a sostenere che alla fine la spunterà il Gladiator sembra pura fantasia. I fatti – che alla fine sono quelli che contano - dicono che l’Ischia continua a non sbagliare un colpo. I tre punti arrivano con disarmante facilità, sia che si giochi col

favore del campo amico, sia che si giochi in terraferma.

I nove successi di fila sono la prova più eloquente della superiorità rispetto al resto delle altre squadre. Di certo vanno riconosciuti i meriti di un Gladiator che, malgrado qualche affanno - vedi le ultime giornate- continua a mantenersi in scia. Ma gli otto punti di distacco sembrano un divario pressoché incolmabile che, per giunta, potrebbe ulteriormente dilatarsi nello scontro diretto del “Mazzella”.

SUPER

Certo, il calcio non è scienza esatta e tutto può succedere.

Ma da qui a pronosticare con una certa prosopopea che la situazione sarà capovolta è demagogia allo stato puro. Saranno contenti i tifosi samaritani.

Un pò meno quelli isolani. Ma conoscendo la poca simpatia da sempre manifestata dai conduttori dell’emittente del Vomero verso la loro squadra, la cosa viene presa con una certa ironia. Per far felici i detrattori ci vorrebbe una caduta verticale, improbabile visto il ruolino

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di marcia che colloca l’Ischia non solo prima rispetto a tutti i gironi, ma anche come vittorie conseguite, reti realizzate e gol subiti, con Mennella vanta un imbattibilità esterna di oltre mille minuti, e di oltre cinquecento per quelle interne. Resta un mistero il motivo di tanta antipatia, ma è già dai tempi del campionato d’Eccellenza le cose non andavano meglio.

Un gol di Galizia giunto ad inizio di ripresa è bastato per archiviare la pratica Campania. Mennella ha dato sfoggio

della sua bravura rispondendo alla grande nell’unica occasione creata dagli avversari.

Vittoria legittimata con una condotta di gara accorta, ma mai rinunciataria. I gol potevano essere di più senza alcuni errori grossolani sotto porta. Le lagnanze esternate al termine sia dal presidente che dal bravo allenatore Campana sono destituite di qualsiasi fondamenta. L’arbitro non ha commesso grossi errori. Le quattro ammonizioni comminate nei primi venti minuti sono parse giuste, come pure l’espulsione di Keità per doppia ammonizione. Ultimamente un pò tutti stanno ammorbando con queste lagnanze. Evidentemente porre al centro dell’attenzione il direttore di gara per lamentarsi di presunti torti subiti serve da alibi onde evitare imbarazzanti ammissioni di inferiorità.

Dopo l’esodo di Pozzuoli, i supporters isolani sono stati di nuovo costretti a seguire la gara attraverso Radio Treccia, causa il divieto alla trasferta imposto all’ultimo momento.

Una decisione che ha spiazzato un pò tutti. I 150 biglietti giunti in settimana sull’isola lasciavano intendere che, anche se in numero limitato, la

trasferta era consentita. In giro circola la voce che un incauto comunicato stampa abbia provocato il ripensamento da parte degli organi competenti. L’invito ad acquistare il tagliando d’ingresso direttamente al ”Collana” in caso di bisogno è stato alquanto scellerato. Anche perché risultavano invenduti ancora una cinquantina di quelli ricevuti.

Domenica il campionato osserverà un turno di riposo.

Si riprenderà domenica 17, quando al “Mazzella” scenderà il Matera. Un big match atteso, contro una squadra che alla vigilia era indicata da tutti come quella che doveva ammazzare il campionato ma che invece, dopo dodici giornate, si trova ad inseguire con un ritardo di quattordici punti. Un distacco incolmabile che costringe i materni a puntare solo ad un piazzamento favorevole per i play off. Resta comunque un incontro di cartello e che presumibilmente, almeno si spera, chiamerà il pubblico delle grandi occasioni. All’andata un gol di Nigro regalò all’Ischia una vittoria che nessuno aveva pronosticato. Facile prevedere che il Matera ce la metterà tutta per rifarsi con gli interessi.

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• BY NIGHT a cura di Franco Trani

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Va al nuovo Forio di Astone il quarto derby stagionale tra le due isolane impegnate in Eccellenza.

IL DERBY INFINITO

• di Iacopo Ielasi

C

’è il vento e una forte pioggia al “Calise” a far da cornice al quarto derby delle isole di questa stagione. Dopo il 2-1 dell’andata per gli uomini di Cibelli e il doppio confronto di coppa Italia che premiò i biancoverdi, va in archivio anche l’ultima sfida dell’anno valevole per la 20esima giornata del girone A di Eccellenza. In palio punti pesanti per la salvezza. Il Procida si presenta in campo con due punti da difendere in classifica. Per il Forio, dopo la debacle nel ritorno di coppa nel fortino del Mari costata l’esonero a

Flavio Leo, la doppia motivazione di un risultato positivo alla portata e della presenza in panca del nuovo tecnico Pio Astone. Il quale non rivoluziona la formazione, fatta eccezione per il modulo, un 3-5-2 varato per far fronte alle assenze di De Simone e Savio. Cibelli disegna invece un 4-3-3 con Quaranta e Costagliola ai lati di Ambrosino e un centrocampo di qualità con Foti, Gaveglia e Brancaccio. Il brutto tempo frena l’afflusso di pubblico; non manca però l’accoglienza dei supporters di casa che chiedono alla squadra i tre punti per ripartire.

E gli uomini in campo rispondono subito presente: l’inizio infatti è di

marca foriana e culmina con l’ottima occasione costruita da Chiaiese per Mattera, sul cui tiro Bardet risponde da campione. Il Procida si scrolla di dosso la tensione e inizia a giocare al calcio: il trio sulla linea mediana imbriglia i padroni di casa per poi innescare il gioco sulle fasce. È soprattutto il binario di destra, sull’asse Lubrano-Quaranta, a funzionare bene. Scocca il 23’ e proprio da quella fascia spiove in area un traversone che spiazza la difesa: per Ambrosino è fin troppo agevole incornare in rete il pallone del vantaggio. L’episodio non scioglie il Forio, la cui manovra sembra sempre confusa. La squadra vive di

momenti di agonismo improvviso, poco altro. Al 32’ un lungo lancio dalle retrovie trova in bambola la difesa di casa: Brancaccio entra in area e Dinolfo da dietro lo atterra.

Per l’arbitro Isernia non c’è nulla, ma restano molti dubbi. Prima dell’intervallo il Forio si affaccia più volte dalle parti di Bardet senza però la dovuta veemenza. Serve una scossa e arriva nel tunnel che porta agli spogliatoi: si accendono infatti gli animi dei tifosi biancoverdi che senza troppi fronzoli invitano la squadra a dare di più. Al ritorno in campo i padroni di casa iniziano subito a spingere appoggiando spesso il pallone sulla destra da Chiaiese. Da un angolo guadagnato e battuto dal fantasista di casa nasce l’episodio che al 50’ cambia volto alla contesa: Franco salva sulla linea un colpo di testa, l’arbitro fischia, indica il dischetto e sanziona con un giallo un presunto mani. Dagli undici metri Chiaiese batte Bardet con un preciso piatto sinistro e fa 1-1. Sulle ali dell’entusiasmo ci prova Di Spigna, centrale. Poi cinque minuti di marca ospite: al 61’ un buon Lubrano sfugge a Senese e dal fondo mette dietro per Brancaccio il cui sinistro vola alto alla destra di Verde. Al 65’ invece Malgieri andrebbe in rete di testa ma il guardialinee ferma tutto per fuorigioco: è la terza dubbia decisione arbitrale che penalizza gli ospiti. Il Forio ora può credere ai tre punti e inizia a sfruttare il calo fisico del centrocampo ospite. In dieci minuti costruisce quattro nitide palle gol con Senese, Iannotti, Barbieri e Maddalena: manca però la giusta

IL PRESIDENTE AL CINEMA

RiSULTATi SPORTiVi CALCIO-ECCELLENZA GIRONE A FORIO-ISOLA DI PROCIDA: 2-1 (Ambrosino 23’; Chiaiese rig.

51’; Di Costanzo 87’) Vibrante derby d’eccellenza: decide per il Forio il baby “Coutinho” Di Costanzo.

PROMOZIONE-GIRONE B BARANO-NEAPOLIS: 1-0 (Saurino 46’) Dopo i sei turni di squalifica gli aquilotti ritrovano Saurino-gol e tre punti.

BASKET-SERIE D FORIO-IRTET CASAPULLA: 76-64 (16-13; 37-29; 64-41) Chiude la pratica nei primi tre quarti la capolista del girone Forio. Scatenati Barbieri e Cavallaro: continua la corsa al vertice. freddezza. La partita si spegne e pare avviarsi verso il pari. A 3 dal termine però Pio Astone indovina la mossa e manda dentro il giovane Di Costanzo. Non passa un giro di lancette e la punta serrarese stacca in piena area anticipando l’uscita di Bardet sull’angolo di Chiaiese: la palla si inarca e si spegne all’angolino. È il gol vittoria, che vale tre punti d’oro per la salvezza del Forio e condanna la compagine di Cibelli forse oltre ogni demerito e torto arbitrale. D’ora in poi, sarà derbysalvezza a distanza.

Cinema&Cinema a cura di Alessandro De Cesariis_Dopo la delusione di ‘War Horse’, Spielberg torna al cinema con un kolossal su Lincoln

A

cclamato dalla critica, atteso in Europa come la nuova prova di uno dei più grandi registi viventi, il nuovo film di Spielberg arriva in Italia sorretto da ben dodici nomination agli Oscar, secondo nel terzo millennio solo a ‘Il Signore degli Anelli’ di Pe-

ter Jackson. Eppure, dopo tre anni consecutivi in cui a vincere è una pellicola totalmente incentrata sugli Stati Uniti, la giuria di Los Angeles inizia a dare il sospetto che i criteri di valutazione si stiano facendo troppo evidenti.

Sia chiaro, ‘Lincoln’ è un film

che gode di tutti i meriti tipici di Spielberg: come lo sfortunato ‘War Horse’ dell’anno scorso è una pellicola splendidamente girata, con un’ottima fotografia e storicamente molto accurata. Eppure, sempre come l’anno scorso, tutto questo non basta: il risultato non è certo

una storia piatta e vagamente patetica, bensì un groviglio di informazioni e discorsi scarsamente comprensibili, e ancora meno interessanti, per chiunque non abbia studiato l’argomento sui libri di scuola.

La sceneggiatura segue da vicino la proposta e la ratifica del famoso Tredicesimo Emendamento, il documento costituzionale che rende illegale la schiavitù in tutti gli Stati Uniti, e la inserisce nel contesto della Guerra Civile americana. Niente battaglie, niente scene d’azione, nessuno scorcio spettacolare sull’ambientazione del periodo: solo interminabili conversazioni private tra il Presidente e i suoi collaboratori o parenti, intervallate dalle scene (queste interessanti) che mostrano il dibattimento parlamentare sulla proposta costituzionale. Non c’è

molto altro da dire, eppure il film procede per ben centocinquanta minuti, ormai il nuovo standard di durata di una produzione hollywoodiana.

L’unica vera perla, come ci si aspettava, è l’interpretazione di Daniel Day Lewis.

Nel 2003 aveva interpretato in modo magistrale un pazzo criminale e schiavista in ‘Gangs of New York’, un film al quale diedero dieci nomination e nessun premio. Una delusione che una pellicola su Lincoln non corre il rischio di sperimentare.

La storia del sedicesimo Presidente degli Stati Uniti ha certamente quei tratti epici che tanto appassionano il regista di ‘E.T.’, ma l’impressione generale è che si sia puntato tutto sul patriottismo e sulla sensibilità sociale, dimenticando il banale principio che al cinema si va innanzitutto per divertirsi.

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BY NIGHT A CURA DI FRANCO TRANI •

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• BY NIGHT a cura di Franco Trani

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Forestale 081/3334800 Antincendio boschivi AIB Regionale Barano 081/990985 Napoli 081/7967647 Dogana 081/991291

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Distretto Sanitatio Ischia ex maternità PUNTO INFORMATIVO 081/5070655 U.R.P. 800284270 Segreteria direzione 081/5070630 Farmacia 081/5070638 Termalismo 081/5070622 Riabilitazione adulti 081/5070628 Ambulanze Private Croce Bianca 081/983022 081/984272 Croce Rosa 081/999531 Croce Rossa Italiana 081/980303 Pubblica Ass. Flegrea 081/8392924

BIGLIETTERIE ALILAURO - Tel. 081.4972222 - www.alilauro.it CAREMAR – Tel. 892.123 - 081.0171998 Bigl. Ischia 081.984818 - 081.991953 www.caremar.it MEDMAR - Tel. 081.3334411 - 081.5513352 www.medmargroup.it SNAV - Tel. 081.4285555 - www.snav.it

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